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Mercoled 30 luglio 2 01 4 Anno 6 n 208 e1,30 Arretrati: e2 ,0 0

Redazione: via Valadier n 42 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
M5S e Sel non mollano, bagarre in aula:
urla, accuse e incubo vacanze annullate,
si voter fino a settembre. Ma la nuova tagliola di Grasso
cancella 1400 emendamenti. Il premier minaccia: Hanno
paura di perdere la poltrona. A Palazzo Madama lo spettro
del patto del Nazareno. Lopposizione: Mettiamolo agli atti
E Berlusconi chiama Matteo
y(7HC0D7*KSTKKQ( +[!z!/!%!"
di Marco Travaglio
G
entile Matteo Renzi, le scrivo perch la cono-
sco come un politico diverso dai suoi prede-
cessori, che ama confrontarsi e anche litigare con chi
la critica anzich arroccarsi nella sua torre davorio e
chiedere i danni in tribunale. Lo testimoniano la sua
risposta alle nostre inchieste sui suoi peccatucci fio-
rentini (tipo la sua pensione facile, cui lei rinunci
dopo gli articoli di Lillo) e alle nostre critiche nel
forum a Palazzo Chigi alla vigilia delle Europee.
Checch lei ne dica, quello che sta accadendo in Se-
nato non una battaglia fra innovatori e conser-
vatori: una normale dialettica fra maggioranza e
opposizione, a cui non eravamo pi abituati per
mancanza della seconda. Lei ora ha di fronte a s tre
strade. La prima tirare diritto sulla scombiccherata
e pericolosa riforma del Senato, per tigna, per
puntiglio, per non darla vinta ai gufi, e verosimil-
mente andare a sfracellarsi contro il muro degli 8mi-
la emendamenti. La seconda spingere sullacce -
leratore e viaggiare come un pazzo a fari spenti nella
notte per vedere se una campagna vittimistica con-
tro chi non la lascia lavorare la far trionfare alle
elezioni anticipate di fine anno o inizio 2015. La ter-
za riconoscere di avere sbagliato, o almeno di avere
sottovalutato le opposizioni; ritirare la riforma del
Senato e lItalicum, dichiarando superato il Patto del
Nazareno (a proposito: che c scritto?) per le ra-
gioni sotto gli occhi di tutti; e discutere subito una
riforma del bicameralismo paritario e una legge
elettorale pi rispettose della nostra storia costitu-
zionale e della voglia di partecipazione che ancora
alberga nel Paese.
Se sceglie lopzione 1, cio tira diritto, salva la fac-
cia ma non il Paese: gli 8mila emendamenti, al
ritmo fissato (gi con notevoli forzature) dalla ta-
gliola di Grasso, paralizzeranno il Parlamento si-
no a fine anno o gi di l, impedendole di adottare
le misure necessarie contro la crisi che, lungi
dallessere alle nostre spalle, si fa e si far sentire
pi di prima; e lei salteller per mesi su un campo
minato di voti segreti e possibili imboscate non di
chi contesta a viso aperto la sua idea di Costitu-
zione, ma di chi non aspetta altro che il buio per
regolare i conti con lei. Se sceglie lopzione 2, cio
cerca il martirio per andare subito al voto, idem
come sopra: salva la faccia, ma non il Paese, che di
tutto ha bisogno fuorch di una campagna elet-
torale arroventata, da cui potrebbe financo non
uscire una maggioranza di governo: se fa incaz-
zare tutti, alleati compresi, chi gliela vota al Senato
una legge elettorale che superi il Consultellum,
cio il proporzionale puro che garantisce lingo -
vernabilit? Se sceglie lopzione 3, per qualche
giorno si parler della sua prima sconfitta. Ma lei
ha spalle e consensi ancora cos larghi da poterla
girare in positivo. Pensi che figurone farebbe di-
cendo agli italiani: quando siglai il Patto del Na-
zareno, i 5Stelle erano trincerati in un dorato iso-
lamento, dunque mi rivolsi allunico partner pos-
sibile, cio B., disposto a cedere su quasi tutto pur
fare il padre costituente. Ora per M5S, Sel e i
dissidenti di Pd e centrodestra dicono cose ragio-
nevoli ed con loro che voglio fare le riforme.
Anche perch mi sono reso conto che glitaliani
mi han votato in massa per avere pi, non meno
partecipazione. E, dopo 8 anni di astinenza, vo-
gliono scegliersi i parlamentari. Hanno diritto a
una legge elettorale democratica (proporzionale
con preferenza e premio di maggioranza, o Mat-
tarellum misto, o maggioritario con doppio turno
francese) e a un Senato con funzioni diverse ma
elettivo, senza svilire il Parlamento, n mortifi-
care gli organi di garanzia n cancellare referen-
dum e leggi popolari che anzi vanno potenziati.
Questo atto di resipiscenza operosa non le farebbe
perdere un voto, anzi la riconcilierebbe non con i
gufi e i rosiconi, che non esistono. Ma con un
mondo che anche il suo: quello del centrosini-
stra tradizionale, dellassociazionismo, ma anche
deglimprenditori seri. Si legga, qui a fianco, le
parole di Sabrina Ferilli (che sa ben interpretare il
comune sentire della sinistra italiana) e Diego
Della Valle (personaggio a lei non certo ostile).
Scoprir che le critiche servono a migliorare e a
non sbagliare.
Dal 1 agosto lUnit non sar pi in edicola. I giornalisti accusano il Pd
del segretario-premier: Fuoco amico. E non neppure la prima volta
VIETNAM SENATO
RENZI FA IL DURO
MA LO SALVA IL CANGURO
Per dimostrare di non essere
razzista, Tavecchio
ha chiesto a Pogba
di pulirgli il parabrezza
w w w.fo r u m . s p i n oza . i t
LA CATTIVERIA
DIEGO DELLA VALLE Appello al Quirinale contro i marpioni r i co s t i t u e n t i
Riformatori da bar, lasciate
in pace la Carta di Einaudi
100 MORTI IN 24 ORE
I bimbi di Gaza:
Mamma, perch
ci sparano?
Raffiner ia
addio, a Gela
lEni tradisce
il sogno di Mattei
LAPPELLO DEL FATTO
Ferilli: Ci stanno
gettando solo
sabbia negli occhi
A fari spenti nella notte
LA SCIABOLA?
IL RIFERIMENTO
PURAMENTE
CA S UA L E
Renzi ieri nellincontro
con i vertici di Federscher-
ma che gli hanno regalato
una sciabola: il premier
lha impugnata pensando
al Senato Ansa
Udi Gian Carlo Caselli
CHI ASSOLVE
TUTTI PERCH
NON LEGGE
LE SENTENZE
Udi Daniela Ranieri
LE PAROLE
PERDUTE:
LONOR E
NON C PI
pag. 22 pag. 7
Caridi pag. 16
con un intervento
di Maurizio Viroli pag. 6
La Costituzione lhanno scritta i grandi, vergognoso farla
cambiare dallultimo arrivato col gelato in mano. Siamo noi
cittadini a dover decidere come e se cambiarla, e i parlamentari
vogliamo sceglierli noi. Il presidente del Consiglio pensi ai problemi
veri: lavoro, economia, giovani e cultura Trocchia pag. 5
CALCIO & BANANE
Tavecchio: Io, le donne
e la tratta dei calciatori
D
ottore Mattei, aiuta-
teci a levare questa
miseria. Era il 27 ottobre
1962, a Gagliano Castel-
ferrato, Enna.
Fierro pag. 11 - 14
Dopo lo scivolone razzista,
quello sulle spor tive
h a n d i c a p p a te . La versione
del candidato alla Federcalcio:
Devo imparare a parlare
Tecce pag. 9
La Pre ss e
De Carolis, dEsposito, Marra e Roselli pag. 2 - 3 - 4
D i ego
Della Valle
La Pre ss e
2 MERCOLED 30 LUGLIO 2014 il Fatto Quotidiano
Presidenza del Consiglio, brac -
cio armato di Renzi. Anche
qui, le immagini parlano chiaro:
incontra Verdini, si ferma, lo sa-
luta affettuosamente, gli d qua-
si il cinque. Si fa vedere alla bu-
vette con Dario Stefno, il can-
didato naturale alle primarie
pugliesi con Michele Emiliano.
SI CERCA di continuare a de-
comporre Sel, a dividerla, a
rompere il fronte di Vendola e
Fratoianni. Lotti d lordine di
uccidere: La posizione di Sel
preclude alleanze future, dice.
E poi, non possono dire che
usiamo parole irricevibili e poi
governiamo insieme tutte le Re-
gioni... Eh, no. Non abbiamo
mica lanello al naso. Le minac-
ce non sono neanche tanto ve-
late: lidea di spingere Sel fuori
dalle Giunte locali, e alla pros-
sima tornata di Regionali, in
primavera, lasciarli fuori
dallinizio. Intanto, in Aula, la
maggioranza tiene, sugli emen-
damenti pi insidiosi, quelli
sullelettivit. Andiamo avanti
anche dopo l8 agosto, dice an-
cora Lotti. Poi Renzi, su Face-
book, mette in campo tutta la
sua potenza: Le sceneggiate di-
mostrano che alcuni senatori
di Luca De Carolis
Q
uesta maggioranza ha il
terrore del voto segreto
perch sa di non essere una
maggioranza. In aula hanno fat-
to di tutto, compreso uno stral-
cio che viola il regolamento. E
Grasso non li ha fermati. Bar-
bara Lezzi, senatrice del Movi-
mento Cinque Stelle, parla con
la bolgia di palazzo Madama co-
me sottofondo.
Su Twitter lei ha scritto: Renzi ha la maggioranza
solo ricattando i suoi parlamentari.
La parola dordine era imporre il voto palese, per-
ch in tanti dentro il Pd e Forza Italia non sono
liberi di votare contro questa riforma. E cos han-
no spacchettato gli emendamenti per evitare il vo-
to segreto. Non volevano che qualche senatore ri-
scoprisse il gusto della libert...
Troppi rischi?
Senza votazione palese non avrebbero i numeri.
Crollerebbe tutto, governo compreso.
In aula avete urlato pi volte
non si pu.
Lo stralcio chiesto e ottenuto
dal Pd non rispetta le regole.
Hanno stravolto un emen-
damento, dividendolo in
parti con frasi prive di si -
gnificato logico, che invece
il Regolamento richiede.
Grasso per ha avallato.
Non stato un presidente
imparziale.
Ieri pomeriggio fallita la
proposta di mediazione di Chiti (accorpamento
degli emendamenti in cambio di pi tempo per la
discussione). LM5S aveva gi detto di no: perch?
Labbiamo respinta perch si basava sul ritiro de-
gli emendamenti. Ma noi ne abbiamo presentati
solo 200, tutti di sostanza, sul merito. Non ab-
biamo mai fatto ostruzionismo. Di fatto la pro-
posta di Chiti era pi restrittiva rispetto alliter
attuale, perch prevedeva di tenere in piedi solo
alcuni temi in pochi emendamenti, e di votare tut-
to entro il 2 settembre, chiudendo per la discus-
sione entro l8 agosto.
Sel sembrava favorevole. Poi nella capigruppo del-
le 15 saltato tutto.
Sel non ha ottenuto dialogo dal governo. Per ritirare
gli emendamenti chiedeva i limiti entro cui discu-
tere e modificare il testo: ma nessuno glieli ha dati. E
poi c altro. Credo che il partito di Vendola non
abbia avuto i segnali che sperava sullabbassamento
della soglia di sbarramento nellItalicum.
La partita sulla legge elettorale sta pesando in
queste ore?
Eccome. La verit che Renzi non ha potuto apri-
re a Sel perch il patto del Nazareno intocca-
bile.
Contro il colpo di Stato avete lanciato Parla -
mento in piazza, campagna che ieri ha avuto il via
libera dagli iscritti sul blog di Grillo. Come si svol-
ger, e quando?
Saranno pi giorni di manifestazioni e incontri
nelle piazze. Tutti i deputati e senatori lasceranno
le Camere, per parlare con la gente. Speriamo di
tenere la prima manifestazione entro l8 agosto.
Abbandonerete i lavori parlamentari.
Li faremo fuori, nelle piazze. Porteremo alla luce
del sole tutto quello che accade qui dentro: i punti,
le virgole, gli sguardi. Racconteremo agli italiani
quello che questa riforma toglier loro. Il governo
vuole renderli inermi, eliminare ogni controllo.
Sperate di coinvolgere intellettuali e volti noti.
S, anche se in tanti hanno paura di esporsi. Ma
questa non una battaglia di bandiera, una bat-
taglia civile.
Siamo in piena estate. Non temete il flop delle ma-
n i fe st a z i o n i ?
Io sono ottimista, anche perch la gente ci chiede
di tornare nelle piazze. In tanti negli ultimi tempi
hanno avuto limpressione che i Cinque Stelle si
occupino soprattutto di strategie. Dobbiamo tor-
nare alle origini, stando anche e soprattutto fuori
dei palazzi.
Contro la riforma guerriglia democratica, ma
Grillo tiene aperto il tavolo sulla legge elettorale
col Pd. Non una contraddizione?
No. Abbiamo posto sei domande ai Democratici,
e attendiamo risposte. Devono essere loro a dirci
di no, dopo che ci hanno dipinto come quelli che
rifiutano tutto.
Twitter @lucadecarolis
Alavoro fino
a mezzanotte, ora
delle i m b o s c a te
CHIUDERE entro l8 agosto non sar
semplice, nonostante il canguro. Il
contingentamento forzato dei tempi,
che gi ieri ha falcidiato 1400 emen-
damenti, potrebbe non bastare a
Renzi e alla sua maggioranza, visto
lostruzionismo organizzato di 5 Stel-
le, Sel e Gal. Si parte dai numeri: quelli
fissati nella conferenza dei capigrup-
po del 24 luglio, che aveva compres-
so il tempo complessivo dei lavori in
120 ore, di cui 80 per le sole vota-
zioni. Ripartite nelle varie sedute fiu-
me (dalle 9 alle 24), avrebbero co-
munque dovuto permettere il s fi-
nale al ddl entro l8. Ma la capigruppo
non aveva calcolato gli interventi sul-
la procedura, o meglio sullordine dei
lavori, con cui ieri le opposizioni han-
no fatto trascorrere ore. Altro dato
importante: il canguro potr elimina-
re fino a 3000 emendamenti. Ma ne
rimarranno comunque 5000. Una
selva di controproposte che pu co-
munque dilatare i tempi ben oltre la
data fissata dal governo. Le opposi-
zioni sono gi in clima da trincea. Ieri,
durante la seduta notturna, i capi-
gruppo hanno raccomandato via sms
ai senatori di non allontanarsi. Ser-
vono ranghi completi, per frenare la
corsa della riforma.
di Wanda Marra
A
noi non interessa
una settimana in
pi, ma la possibilit
di un confronto nel
merito degli emendamenti pre-
sentati. Al patto del Nazareno,
convitato di pietra su cui biso-
gnerebbe far chiarezza, va sosti-
tuito un patto tra tutti i sena-
tori. Quando Loredana De Pe-
tris, la donna 6000 emenda-
menti, prende la parola
nellAula di Palazzo Madama
diventa chiaro a tutti che la pro-
posta di mediazione di cui si
fatto portatore Vannino Chiti,
nella veste di portavoce della
dissidenza (voto finale nella
prima settimana di settembre,
subordinato al ritiro della mag-
gior parte degli emendamenti e
concentrazione della discussio-
ne solo su alcuni punti centrali)
fallita.
LA PRIMA REAZIONE tra i se-
natori, renziani e non, scon-
certo, perplessit, caos. Ma man
mano che la giornata va avanti,
il quadro si fa chiaro. Oltre ad
alcune questioni relative alla ri-
forma costituzionale (come
labbassamento delle firme ri-
chieste per il referendum con-
fermativo e le modalit di ele-
zione del presidente della Re-
pubblica), noi volevamo lab -
bassamento delle soglie dellIta -
licum al 4%, sia per i partiti che
si presentano da soli, che in coa-
lizione, spiega Ciccio Ferrara,
deputato di Sel. Ma quello che
voleva soprattutto Sel erano ga-
ranzie, certezze. E una sorta di
agibilit politica: volevano che
Vendola fosse ricevuto da Ren-
zi, che la trattativa fosse visibile
e chiara. Hanno chiesto esatta-
mente quello che Renzi non po-
teva dare: pari dignit col Patto
del Nazareno, spiega un sena-
tore dem. Da questo punto di vi-
sta, la trattativa non mai ini-
ziata. Tanto che a molti comin-
cia a sembrare un bluff.
Quella che il premier voleva, co-
me diventa sempre pi eviden-
te, era una resa incondizionata,
la rinuncia allostruzionismo
pi o meno gratis, in cambio di
qualche concessione marginale.
Chiti luned era quasi riuscito a
convincere tutta la dissidenza,
ma poi Sel, che un partito di-
viso, lacerato, gi parzialmente
scisso, andato per conto suo.
E allora, ecco che Palazzo Chigi
ha cominciato a sparare. Segna-
li, simboli, espliciti e impliciti.
Renzi riceve la squadra di scher-
ma. Riceve in regalo una scia-
bola. Per le riforme potrebbe
servirle, dice il presidente della
Ferderscherma, Giorgio Scarso
con un assist al premier che ri-
batte: Ogni riferimento al Se-
nato puramente casuale.... A
Palazzo Madama la seduta del
pomeriggio inizia nel segno
dellostruzionismo pi feroce.
Si scorporano gli emendamenti,
si discute su ogni cavillo, si di-
batte in nome del voto segreto. E
a un certo punto, si materializza
Luca Lotti, Sottosegretario alla
perdono tempo per paura di
perdere la poltrona. La nostra
determinazione pi forte dei
loro giochetti. Andiamo avanti
pronti a discutere con tutti ma
non ci faremo mai ricattare da
nessuno. Posizione chiarissi-
ma, anche se si naviga a vista.
Fino a un certo punto, per. Pi
passano le ore, pi in Senato la
percezione comune che - ma-
gari con qualche giorno in pi -
la riforma sar portata a casa.
Anche grazie al canguro. A sera,
in effetti, tra voti e accorpamen-
ti, risultano fatti fuori 1500
emendamenti. Molti, senza
danno, di quelli pi insidiosi
sullelettivit. Momenti di entu-
siasmo. Filippo Sensi, il porta-
voce del presidente del Consi-
glio, twitta: Yes, we canguro.
Renzi commenta: Il canguro
funziona, siamo ad un quarto
degli emendamenti. Soddisfat-
ti i fedelissimi, che vedono
unItalia tutta dalla parte del
premier, contro lostruzioni -
smo brutto e cattivo. Nello stes-
so stile, continuano a evocare il
voto, se qualcosa dovesse anda-
re storto. E domani Renzi in di-
rezione far lennesimo ultima-
tum al Pd.
TRAPPOLE
Battaglia di nervi
a Palazzo Madama
Gioved il primo
ministro parler
alla direzione
dei Democratici
RENZI SALTA SUL CANGURO
E VA ALLA GUERRA DEL SENATO
IN PEZZI LA MEDIAZIONE DI CHITI. IL PD MINACCIA SEL: FUORI DA TUTTE LE GIUNTE
Li n te r v i s ta
BOTTE A PALAZZO
IL CANGURO ha dominato questa prima giornata piena di
voti sulle riforme costituzionali del governo Renzi: saltando,
peraltro, il simpatico cavillo regolamentare ha schiacciato,
lasciandoli morti a terra, oltre 1.400 emendamenti, circa
600 pagine di certosine proposte di modifica al ddl Boschi
(non era mai successo che un numero cos elevato di emen-
damenti venisse ca n g u ra to, sbottata Loredana De Petris di
Sel intestandosi il prezioso neologismo). Non solo: il canguro
anche diventato materia di sfott. Il senatore M5S, Alberto
Airola, infatti, s lamentato con la presidenza perch R u ss o
del Pd ci sbeffeggia facendo il gesto del canguro. Il punto :
ma cos questo canguro? Una possibilit introdotta in Se-
nato nel luglio 1996 - presidente Nicola Mancino - inter-
pretando in maniera fantasiosa larticolo 102 (sul voto per
parti separate degli emendamenti) del Regolamento di
palazzo Madama in analogia con quanto stabilisce lar ticolo
85 del Regolamento della Camera. La procedura la se-
guente: se ci sono emendamenti che differiscono solo per
cifre o dati o espressioni altrimenti graduate, il presidente
li pone in votazione a partire da quello pi difforme rispetto
al testo originario e un determinato numero fino al pi
vicino dichiarando assorbiti gli altri. In sostanza, decide
Piero Grasso, signore e padrone di palazzo Madama, nonch
supremo garante dellautostrada costituzionale renziana.
E la regola tagli
1.400 emendamenti
Barbara Lezzi, senatrice di 5 Stelle Ansa
Barbara Lezzi (M5S)
Hanno paura, con il voto segreto crollava tutto
3 il Fatto Quotidiano MERCOLED 30 LUGLIO 2 01 4
Crimi scatenato:
Adesso tirate
fuori le palle
SCATENATO, in aula e fuori. Dopo settimane di
(quasi) silenzio, ieri il senatore dellM5S Vito Cri-
mi si fatto sentire. Durante la discussione del
ddl costituzionale, si rivolto cos ai colleghi: Il
Senato elettivo il punto fondamentale di questa
riforma, il momento di tirar fuori le palle. Gras-
so lha subito ripreso: Pu usare dei sinonimi che
non necessariamente involgariscano il nostro di-
b a t t i to. E lui: Ogni tanto ci vuole. Crimi ha poi
inveito contro le prove tecniche di dittatura del
governo. E il suo intervento stato ripreso dal
blog di Grillo. In serata, su Twitter, il senatore si
scagliato contro Grasso per la sua gestione dei
lavori: Dicci cosa ti hanno promesso, la 2 pagina
del patto del Nazareno reca forse il tuo nome?.
Cinguettio finale contro il Renzi buffone.
ministro, che al telefono a far-
si dare input dal presidente del
Consiglio. Stavolta, a Boschi,
laccusa di essere una mario-
netta direttamente in aula.
Anche Giovanni Endrizzi del
Movimento 5 Stelle va gi du-
rissimo su Boschi e patto: A b-
biamo battuto il record della l-
tro giorno, ossia di tre emenda-
menti in tre ore. A cosa dobbia-
mo questo ulteriore abbassa-
mento dei tempi? Alla cocciuta
ostinazione della catena di co-
mando: Berlusconi, Renzi, Bo-
schi, Zanda, e mi fermo qui per
rispetto a lei, presidente.
Linciucio sacro
Lo dice anche Brunetta
Il pi noto Vito Crimi, sempre
del Movimento 5 Stelle, tira in-
vece nel patto anche il presi-
dente del Senato e scrive su
Twitter: Grasso dicci cosa ti
hanno promesso? La seconda
pagina del patto del Nazareno
reca forse il tuo nome?. Il ri-
ferimento alle presunte ambi-
zioni di Grasso per il Quirinale.
Ma il patto B i e r re , a quanto ri-
sulta, vorreb-
be una donna
e ieri a spasso
per il Senato si
vista anche
una sorriden-
te Roberta Pi-
notti, mini-
stro della Di-
fesa. In ogni
caso, dopo il
caos di questi
di due giorni,
il patto del
Nazareno
vivo e sempre
custodito nel segreto. Persino il
Mattinale di Renato Brunetta,
che renziano non , ha ammo-
nito: Per Forza Italia, i patti
sono sacri, gli accordi sono
scolpiti nella pietra e non nel
ghiaccio. Lunico a non cre-
derci Gaetano Quagliariello
di Ncd. Per lui la lettera renzia-
na che apre sullItalicum smen-
tisce protocolli segreti con
Berlusconi e Verdini nei panni,
entrambi, di Von Ribbentrop, e
Renzi in quelli di Molotov. Ma
Quagliariello, forse, si perso
qualche passaggio.
ch i due questa settimana non
riusciranno a vedersi. Il presi-
dente rimane ad Arcore per
guarire dallinfluenza. Il nuo-
vo vertice potrebbe dunque te-
nersi nella settimana decisiva
che arriva a venerd 8 agosto, in
ogni caso la prima fatica sca-
denza della riforma Bo-
schi-Verdini.
Lassalto Cinque Stelle
al diktat di Berlusconi
Nel frattempo, in aula, la v v e r-
timento di Bruno non colpisce
solo De Petris di Sel. Pure Gian
Marco Centinaio della Lega ar-
riva invocare la luce del sole:
Mi ha fatto paura un passaggio
dellintervento del senatore
Bruno quando ha ricordato al
Partito democratico e al presi-
dente del Consiglio che esiste il
patto del Nazareno da cui non
ci si pu discostare. Mettiamo
sul tavolo tutto a questo punto e
facciamolo alla luce del sole.
Centinaio parla, ma il ministro
Boschi al telefono e le s p o-
nente leghista conclude cos il
suo intervento: Attendiamo
delle risposte concrete, signor
remmo ad avere maggiore chia-
rezza.
Luomo di Palazzo Chigi
arriva a controllare
Palazzo Madama, a differenza
delle settimane scorse, registra
un boom di presenze. Nel Tran-
satlantico del Senato si manife-
sta anche Luca Lotti, che sot-
tosegretario delleditoria a Pa-
lazzo Chigi. Ma il suo ruolo pre-
valente un altro: Lotti uno
dei cinque garanti del patto del
Nazareno (con B. e Renzi, ov-
viamente, e poi Gianni Letta e
Denis Verdini) ed lufficiale di
collegamento tra le due parti.
Allevocazione in aula della c-
cordo segreto tra lo Spregiudi-
cato e il Pregiudicato corri-
sponde, poi, una fitta conversa-
zione telefonica tra lo stesso
Renzi e Verdini. Non solo. La li-
nea dura di ieri si spiegherebbe
soprattutto con un contatto di-
retto tra Arcore e Palazzo Chigi.
Il cerchio magico di B. esclude
una telefonata, a dire il vero, ma
altri ambienti azzurri filoren-
ziani sostengono lopposto: La
telefonata c stata, anche per-
di Fabrizio dE s p o s i to

tra le dieci e le un-


dici del mattino che
Loredana De Petris
di Sel, indomita
sfornatrice di emendamenti,
invoca la luce del sole nellau -
la di Palazzo Madama. Chiede
un dibattito limpido, trasparen-
te, pulito, cio non sporcato dal-
la segretezza di un patto diven-
tato la pietra angolare della Ter-
za Repubblica. Accusa De Pe-
tris: Qui abbiamo sempre un
convitato di pietra su cui bene
che una volta per tutte sia fatta
chiarezza. Quel convitato di
pietra il patto del Nazareno.
tutto inutile
la scelta fatta
A evocarlo, poco prima, stato
il previtiano azzurro Donato
Bruno, peraltro candidato di
Forza Italia per la Corte Costi-
tuzionale, che di fronte alla este-
nuante mediazione mattuttina
avvisa tutti: inutile dirlo, esi-
ste un accordo: il Nazareno an-
cora rappresenta un punto di ri-
ferimento che non possiamo e
non dobbiamo assolutamente
scalfire. La battagliera De Pe-
tris reagisce ipotizzando due
clamorose mosse: lacquisizio -
ne agli atti del testo segreto tra
Berlusconi e Renzi oppure lau -
dizione del Condannato nella
commissione Affari costituzio-
nali. Dice la senatrice di Sel:
Perch c sempre il richiamo a
questo benedetto patto? Avevo
chiesto di acquisirlo nel corso
dei lavori di commissione. Se
fossimo ancora in commissione
chiederei laudizione di Berlu-
sconi perch cos forse riusci-
IL CONTROLLORE
Quando il dibattito
si infiamma
a Palazzo Madama
arriva anche il fido
Lotti, uno dei garanti
della cco rd o
Nazareno nel mirino
Fate luce sul patto
IL FORZISTA BRUNO EVOCA DI PRIMA MATTINA LE S I ST E N Z A
D E L LACCORDO CON B. CHE CONDIZIONA IL DIBATTITO, LA DE PETRIS
CHIEDE DI ASCOLTARE SILVIO. CHE INTANTO TELEFONA AL PREMIER
BOTTE A PALAZZO
IL MINISTRO
In aula fuoco di fila sulla Boschi
Ci risponda! Non faccia la statua!
ATTENDIAMO delle risposte concrete, signor Ministro,
che al telefono a farsi dare input dal Presidente del Con-
siglio (Centinaio, Lega)
CONDIVIDO lesortazione che il Ministro dia un segno di
vita. Altrimenti facciamo la fine di Diogene che, com noto,
abituato a non ottenere risposta, parlava con le statue
(DAnna, Gal)
IL PRESIDENTE
Grasso e il regolamento scontentano
sia maggioranza che opposizione
LEI SI STA COMPORTANDOda zerbino della maggioranza
(Petrocelli, M5S)
GRASSO lo schiavo di Renzi (Centinaio, Lega)
LEI REGOLAMENTAi lavori ma non il padrone dei lavori
(Nitto Palma, Fi)
PESSIMA CONDUZIONE dellaula, non me laspettavo da chi ha
fatto il magistrato per una vita (Casson, Pd)
Donato Bruno e Paolo Romani La Pre ss e
I BERSAGLI DI GIORNATA
PROTAGONISTI M at t e o
Renzi, Loredana De Petris, ba-
garre in Aula dei senatori del
Movimento 5 Stelle e Luigi
Zanda. Sotto, Maria Elena Bo-
schi e Pietro Grasso
Dlm / LaPresse / Ansa
4 MERCOLED 30 LUGLIO 2014 il Fatto Quotidiano
di Gianluca Roselli
I
l canguro diventato lanimale preferito
dai senatori. Il quadrupede australiano per
ora lunica speranza di portare a casa le
riforme entro l8 agosto. Ma anche lani -
male che pu garantire a tutti le agognate ferie
estive. Per questo ieri a Palazzo Madama di can-
guri se ne sono visti saltellare diversi. La tecnica
consiste nel votare contro un emendamento e, di
conseguenza, decadono quelli uguali o simili. Ov-
vero quelli che si porta nel marsupio. Ieri, per
esempio, la bocciatura dellAula di un emenda-
mento di Sel ne ha fatti decadere altri 1.400. Un
altro ne ha fatti saltare 53. Non ne sono mai stati
cangurati cos tanti, si lamentata Loredana De
Petris con il presidente Grasso.
LA CORSA contro il tempo iniziata. L8 agosto,
infatti, scatta la tagliola imposta da Matteo Renzi.
Ma, a fronte dei circa 8mila
emendamenti e di un mancato
accordo con le opposizioni (ieri
sfumato il lodo Chiti), ine-
vitabilmente si sforer. E si an-
dr a oltranza. Per questo ini-
ziato il tifo per il canguro. Altri-
menti, addio ferie. Si resta a vo-
tare. Pure a Ferragosto. Voglia -
mo il Senato elettivo, altrimenti
portiamo lombrellone qua e an-
diamo avanti. Il problema non
solo nostro, ma anche di Renzi
che dovr lavorare in agosto,
dichiara in Aula Vincenzo
DAnna, di Gal.
Dunque, sotto a votare. Per le
prossime due settimane la sedu-
ta inizia alle 9 e mezzo e va avanti
fino a mezzanotte, compresi sa-
bato e domenica. Concessa la
pausa pranzo, dalle 13.30 alle 15,
ma non la cena. Si manger not-
tefacendo. Gi ieri qualcuno si
attrezzava con barrette al cioc-
colato e dolcetti vari. Molto cor-
teggiata in queste ore Paola Pelino, titolare
dellomonima fabbrica di confetti di Sulmona.
Io non prenoto pi ferie dal 2002, quando mi sal-
tarono per impegni qui a Palazzo Madama, con-
fida il forzista Lucio Malan. Io andr nella casa di
montagna, quindi non ho bisogno di prenotare,
sussurra Carlo Giovanardi. Alberta Casellati, al
massimo, torner nella sua Padova. E nemmeno
un bon vivant come Augusto Minzolini si ar-
rischiato a prenotare. Anche se qualcuno lo ha
fatto, non lo dir mai, confida un addetto stampa
ben informato. Io le ferie vorrei farle. Ce lo me-
ritiamo!, ammette Andrea Olivero, viceministro
delle Politiche Agricole. E alla fine un senatore,
che vuole restare anonimo, sussurra: Ebbene s,
ho preso un biglietto per gli Stati Uniti, pi al-
berghi vari, partenza 10 agosto, speriamo bene....
Mentre un altro stato costretto a sprenotare un
viaggio in Indonesia. Almeno cos ci perdo solo la
met dei soldi..., confida.
In Aula, intanto, bagarre. La richiesta della se-
natrice del Pd Rita Ghedini (nessuna parentela) di
votare per parti separate lemendamento sullelet -
tivit del Senato e sulla parit di genere fa saltare
sulla sedia le opposizioni. In questo modo, infatti,
secondo il regolamento, si evita il voto segreto.
Ditelo chiaramente che volete obbligarci al voto
palese!, esplode il grillino Vito Crimi.
GRASSO, con qualche indecisione di troppo, ci
mette del suo. Il presidente vuole andare avanti,
ma Cinque Stelle e Lega si scatenano: Non si pu,
non si pu!, il coro. Qualcuno sbatte sul banco il
corposo volume degli 8 mila e rotti emendamenti.
Mentre il leghista Sergio Divina si scaglia contro i
banchi della presidenza sventolando il regola-
mento, fermato dai commessi prima che riesca a
raggiungere Grasso. Seduta sospesa. Quando si ri-
prende, interviene Luigi Zanda e lAula riesplode.
Se pensate di spaventarci vi sbagliate di grosso,
invito il presidente a usare tutti i poteri a sua di-
sposizione per far cessare questa gazzarra intol-
lerabile, sbraita col dito in aria il capogruppo Pd.
Non ci ridurrete al silenzio!, urlano da Sel. Allo
stadio almeno c un arbitro imparziale, qui invece
c larbitro Moreno. Sono venti minuti che voglio
intervenire. E quando Zanda alza il sopracciglio
ottiene subito la parola, afferma il capogruppo
leghista Gian Marco Centinaio.
La bagarre va avanti per oltre unora. Impertur-
babile nel suo completino blu elettrico (sar lo
stesso del giuramento al Quirinale?), Maria Elena
Boschi osserva la scena costernata, mentre con-
tinua a inviare sms. Luca Lotti, invece, sembra di-
vertirsi. Tutti lo fermano e lui si ferma con tutti,
compreso Denis Verdini, che saluta calorosamen-
te davanti alla buvette. Del cerchio magico ren-
ziano si vedono anche Graziano Delrio e il por-
tavoce Filippo Sensi. Renzi ascolta gli italiani e
non 7 senatori di Sel, il duro commento di Lotti.
Mentre Lorenzo Guerini fa balenare lipotesi di
elezioni anticipate. Un accordo alla fine si tro-
ver, sussurra una senatrice, nessuno vuole an-
dare alle urne in autunno. E nessuno vuole stare
qui in Aula pure a Ferragosto.... E allora, forza
canguro.
M5s, i votanti
sul blog approvano
il mini-Aventino
IL MOVIMENTO5 stelle scender in
strada per protestare contro la rifor-
ma costituzionale. Liniziativa Pa r -
lamento in piazza stata approvata
dalla maggioranza dei partecipanti al
sondaggio sul blog di Beppe Grillo.
Hanno partecipato alla consultazio-
ne 21.569 tra gli aventi diritto. Si sono
espressi favorevolmente 17.770 di lo-
ro, mentre contro la proposta si sono
espressi in 3.799. I risultati sono stati
resi pubblici sullo stesso sito di Gril-
lo. Abbiamo utilizzato tutti gli stru-
menti della democrazia si legge
nellarticolo firmato dal comico ge-
novese, che annuncia una sorta di
Aventino e siamo stati completa-
mente ignorati. Che ci rimaniamo a
fare in Parlamento? A farci prendere
per il culo, a sostenere un simulacro
di democrazia mentre questi fanno
un colpo di Stato? Rimarremo ancora
finch sar possibile cercare di im-
pedire il colpo di Stato con lelimina-
zione del Senato elettivo. Dopo ce ne
andremo. Meglio uscire e parlare con
i cittadini nelle piazze di Roma e
dItalia, meglio fare agor tutti i giorni
tra la gente che reggere il moccolo ai
traditori della democrazia e della Pa-
tria. Li lasceremo soli a rimestare le
loro leggi e usciremo tra i cittadini.
BOTTE A PALAZZO
Urla e sfott:
Ci piantiamo qui
con lo m b re l l o n e
INIZIATA LA CORSA A OSTACOLI TRA GLI 8MILA EMENDAMENTI
E C ANCHE CHI HA DOVUTO S P R E N OTA R E LE VACANZE
GRAN CAOS IN SENATO
IN GITA
Roberto
Formigoni e
Maurizio
Gasparri.
Al centro
Vincenzo
DAnna di
Gal. In basso,
il leghista
Sergio Divina
si scaglia
contro
la presidenza -
LaPresse / Ansa
P
er quasi tutti era la mediazione di Chiti, per
Luigi Di Maio la proposta trolley. Su Twit-
ter deputato di 5 Stelle, nonch vicepresidente della
Camera fulmina cos lidea del senatore del Pd:
accorpare gli emendamenti in cambio del rinvio
del voto a settembre, e vacanze salve per tutti gli
eletti a palazzo Madama. Di Maio ha intravisto il
varco, e ieri pomeriggio, a proposta appena nau-
fragata nella capigruppo, ha cinguettato: Dopo
capigruppo in Senato riprendono votazioni sulla
riforma costituzionale. Bocciata la proposta trol-
ley. Vacanze in arrivo ma M5S resta qui.
MEDIAZIONE BALNEARE
Di Maio: B o c c i at a
la proposta trolley
5 il Fatto Quotidiano MERCOLED 30 LUGLIO 2 01 4
di Nello Trocchia
C
he un pezzo
dellestablishment
italiano non fosse
proprio contento di
questi primi mesi renziani lo
si poteva intuire dai giornali
che ne sono lespressione:
Scalfari che parla di a u t o r i-
tarismo su Re p u b b l i ca , il Co r -
riere della Sera che in prima pa-
gina scolpisce Crescono so-
lo le promesse. Ecco, a Die-
go Della Vale - che di Rcs
socio assai rilevante - la b-
braccio mortale tra Matteo
Renzi e Silvio Berlusconi non
va gi. Il patron di Tods non
digerisce questa fase del ren-
zismo, parla di aria fritta, di
teatrini da vecchia politica.
Teme che la spinta rinnova-
trice del primo ministro si
esaurisca nel patto del Naza-
reno, una liturgia simile a
quella stantia della prima Re-
pubblica.
E allora gi la prima bordata:
La Costituzione appartiene
a noi e i cittadini devono de-
cidere come e se cambiarla, le
persone da eleggere le voglia-
mo scegliere noi. E aggiun-
ge, in versione rottamatore:
Noi dobbiamo parlare di
fatti veri, di come far ripar-
tire il paese. Io mi auguro che
il vecchio mondo politico che
tenta di sopravvivere vada a
casa in tempi brevi e con edu-
cazione, ma dobbiamo essere
fermi se continua questo bal-
letto quotidiano di favori so-
pra e sotto i tavoli che a noi
italiani non porta nulla di
buono.
Della Valle, ai microfoni del
Fatto Quotidiano, arriva a lan-
ciare un appello al Presidente
della Repubblica Giorgio Na-
politano. La location scelta
quella del Colosseo mentre
viene scoperta la prima ala
dellAntifeatro Flavio restau-
rato grazie alla sponsorizza-
zione del gruppo Della Valle.
Limprenditore pi volte ri-
chiama il valore della Costi-
tuzione durante la conferen-
za stampa. Un messaggio fin
troppo chiaro di critica alla t-
tuale fase politica, suggellata
dal patto tra il primo mini-
stro e il pregiudicato di Ar-
core.
Della Valle, lei ha parlato di
aria fritta, di teatrino della
politica. Si riferisce al patto
sancito tra Berlusconi e Renzi
su Italicum e abolizione del
S e n a to?
Non c dubbio. Guardi che
non contano le simpatie e le
amicizie personali, contano
le valutazioni obiettive. Da
troppi giorni sentiamo parla-
re di cose che non spostano di
una virgola il futuro del Pae-
se, di cose che non portano
nessun beneficio sotto
laspetto delle strategie indu-
striali, di cose che non por-
tano nessun occupato in pi,
che non danno nessuna cer-
tezza ai giovani per trovare
un lavoro. Mi pare che siamo
ritornati al vecchio politiche-
se dove si discute troppo
spesso nelle segrete stanze di
argomenti che riguardano il
paese.
Si riferisce alle voci su patti
s e g re t i ?
Noi dovremmo sapere quello
che succede prima di chiun-
que altro e non supporre, im-
maginare accordi, accordini.
Mi pare che questo non faccia
onore a chi lo sta facendo.
Intanto stanno riscrivendo la
Co st i t u z i o n e?
Se lei mi vuole chiedere se la
Costituzione, scritta da Einau-
di, la farei riscrivere da qual-
che vecchio marpione della
politica, le dico solo che una
vergogna pensarlo.
Ma allora anche lei pensa che
siamo a rischio deriva autori-
taria, Renzi ha smarrito la sua
spinta di rinnovamento?
Bisogna rimettere la palla al
centro. Questo significa oc-
cuparsi delle famiglie italiane
che hanno pi bisogno, signi-
fica parlare di sicurezza, di la-
voro, di giovani e di cultura.
E il governo non lo sta facen-
d o?
Mi auguro che lo faccia. Il go-
verno c da qualche mese.
Gli diamo il tempo che serve
e a settembre ci ripresentere-
mo a chiedere nero su bianco
quello che stato fatto. Apri-
re i giornali tutti i giorni e
leggere intere pagine dove
anche noi, che siamo pi na-
vigati, non capiamo niente
mi sembra una roba assurda.
Per voglio fare un appello al
presidente della Repubblica.
Un appello?
Presidente, la Costituzione
stata scritta da persone come
Einaudi, non la facciamo
cambiare dallultimo arriva-
to che seduto in un bar con
un gelato in mano decide co-
sa fare. Su queste cose biso-
gna stare molto attenti.
Twitter: @nellotro
Al governo piace
di notte: sul dl P.A.
fiducia oggi alle 23
VECCHI AMICI
AL GOVERNO Renzi il Parlamento
non piace proprio. Ieri sera, infatti, al
termine di una capigruppo ha an-
nunciato la questione di fiducia (la
sedicesima che chiede alle Camere)
sul decreto sulla Pubblica ammini-
strazione, approdato luned nellAu -
la di Montecitorio e in scadenza il 23
agosto (deve ancora passare nellin-
golfatissimo Senato del Vietnam
costituzionale). La fretta di chiudere
il discorso, per, comporta che an-
che la Camera oggi dovr lavorare in
notturna visto che da Regolamento
quando c la fiducia i lavori si fer-
mano per 24 ore: in sostanza i de-
putati faranno i loro interventi a par-
tire dalle 21 di stasera e comince-
ranno a sfilare per il voto a partire
dalle 23. Probabile per - su questo
non c stato accordo in capigruppo
- che le dichiarazioni dei gruppi sul
decreto e il voto finale al provve-
dimento slitti a gioved mattina.
MR. TODS Diego Della Valle
davanti al Colosseo: il suo
gruppo lo sponsor del restauro
Ansa
Diego Della Valle
Ripensamenti renziani
La Carta di Einaudi non la pu
cambiare il primo che passa
NAZARENO?
UN ERRORE
Noi dovremmo sapere
quello che succede prima
di chiunque altro e non
supporre, immaginare
accordi, accordini. Mi
pare che questo non
faccia onore a chi lo fa
P
ippo Civati, sul suo blog, commenta la rottura
totale in Parlamento tra Pd e Sel e prende
posizione, a fianco di Nichi Vendola. Stasera (ieri,
ndr) mi fa particolarmente piacere andare alla festa
di Sel di Milano. So bene scrive il deputato brian-
zolo che nel Partito democratico, da parecchio
tempo, prima ancora che arrivasse il Veltro, c chi
preferisce Alfano e addirittura Berlusconi a Ven-
dola come alleato di governo e interlocutore sulle
riforme, nonostante il nostro progetto fosse il cen-
trosinistra e per questo siamo stati eletti con Ven-
dola, non nelle liste con Verdini. Poi la stoccata al
sottosegretario renziano, Luca Lotti: Mi fa pia-
cere che qualcuno lo dica cos apertamente, cos ce
ne facciamo una ragione. Nel mio caso, contra-
ria.
C I VAT I Lotti preferisce
Verdini a Vendola
P O RT F O L I O
Cinque piccole stelle
del centrodestra dantan
COME
E RAVA M O
Una volta i
cinque della
foto erano nel-
lo stesso parti-
to, poi si sono
divisi (FI, Ncd,
FdI) e adesso
posano insie-
me come cin-
que stelle
A D U LT O
E BIMBO
Oltre ad Ale-
manno e Boc-
chino, per Fra-
telli dItalia
c il gigante
Guido Croset-
to, a fianco del
dissidente az-
zurro Fitto,
noto per il viso
da bambino
SEDIE VUOTE La vista di Daniele Capezzone
evoca Fortebraccio buonanima: di fronte ad Ale-
manno ci sono due poltrone vuote, su una seduto
Capezzone, ex radicale oggi forzista
ESPERTI DI SCISSIONE Loccasione per
mettere insieme due esperti di scissioni, Bocchino e
De Girolamo, la presentazione a Roma di un libro
di Capezzone, di cui non ricordiamo il titolo
foto di Umberto Pizzi
a cura di fde
6 MERCOLED 30 LUGLIO 2014 il Fatto Quotidiano LAPPELLO
Ecco la riforma:
lattacco alla Carta
in dieci punti
LA LISTA. 1) Camera: lItalicum conferma le liste
bloccate del Porcellum, solo un po pi corte 2) Se -
nato: sar formato da 100 senatori non eletti. Sin-
daci e consiglieri scadranno con le rispettive giunte:
Palazzo Madama ridotto ad albergo a ore 3) Op -
posizione: i dissensi interni potranno essere spenti
con il metodo Mineo: chi non garantisce il S in com-
missione potr essere espulso e sostituito. Loppo -
sizione sar decimata dalle soglie dellItalicum. La
ghigliottina istituzionalizzata 4) Capo dello Sta-
to: potr sceglierselo il premier (anche se ha preso
soltanto il 20% dei voti) dopo il terzo scrutinio,
quando la maggioranza scende al 51%. 5) Corte Co-
stituzionale: chi va al governo (anche col 20%) con-
trolla 10 giudici costituzionali su 15. 6) Csm: la pen-
sione dei magistrati dagli attuali 75 anni a 70 de-
capita gli uffici giudiziari 7) Pm: per normalizzare le
procure basta la lettera di Napolitano 8) Immunit:
lart. 68 sempre pi strumento del governo per met-
tere i propri uomini al riparo dalla giustizia 9) In -
formazione: la Rai rimane dei partiti. Nessun inter-
vento sul conflitto dinteressi 10) Cittadini: le firme
per referendum e leggi diniziativa popolare pas-
sano da 500 a 800 mila e da 50 a 250 mila firme
Contro la svolta autoritaria bastano
diritto canonico e saggezza popolare
Il bicameralismo deriva da un principio del diritto ca-
nonico: la doppia decisione conforme, 4 occhi vedono
meglio di 2. Eda un sarcasmo diffuso: i Carabinieri gi-
rano in coppia perch uno sa leggere, laltro scrivere.
Valentino Ballabio
di Maurizio Viroli
A
considerare con un po dat -
tenzione i contenuti della ri-
forma costituzionale (del metodo
ho discusso su queste colonne il 24
luglio) salta agli occhi che largo -
mento principale che lattuale si-
stema bicamerale rende difficile ap-
provare leggi. una bugia bella e
buona. Il governo Letta, rimasto in
carica dal 28 aprile 2013 fino al 22
febbraio 2014 per un totale di 300
giorni, ovvero 9 mesi e 25 giorni, ha
approvato 35 leggi di cui 25 Decreti
legge (Dl, ndr), quattro Disegni di
legge (Ddl, ndr), sei Disegni di legge
di ratifica. Il governo Monti, rima-
sto in carica dal 16 novembre 2011
al 28 aprile 2013, per un totale di
529 giorni, ovvero un anno cinque
mesi e 12 giorni, ha approvato 92
leggi, di cui 37 Dl, 23Ddl, 32 Ddl di
ratifica. Il Governo Berlusconi IV,
rimasto in carica dall8 maggio
2008 al 16 novembre 2011, per un
totale di 1287 giorni, ovvero tre an-
ni sei mesi e otto giorni, risultando
il secondo governo pi longevo del-
la Repubblica Italiana, ha approva-
to 230 leggi, di cui: 77 Dl, 49 Ddl, 1
Ddl costituzionale, 103 Ddl di ra-
tifica. Grosso modo gli ultimi tre
governi sono stati in grado di ap-
provare una legge ogni 10 giorni
(considerando tutti i 365 giorni
dellanno). E sarebbero poche?
Non discuto qui della qualit delle
leggi. Il mio argomento , sempli-
cemente, che anche con il sistema
vigente i nostri legislatori possono
legiferare.
IL SECONDO argomento che con
una sola camera legislativa si po-
trebbe procedere a passo pi spedi-
to. Sciocchezza che non sta n in cie-
lo n in terra. La democrazia esige
passo fermo ma lento. lautocrate,
che d vita a leggi con il semplice fiat
della sua volont sovrana perch
non ha bisogno di consultare, ascol-
tare, deliberare. La lentezza il prez-
zo della libert. Di pi: tranne che in
circostanze eccezionali quando
simpongono procedure spedite,
ma sempre definite dalla Costitu-
zione, la democrazia vive di lunghe,
approfondite e serie discussioni. E
davvero non riesco a intendere, sia
lecito un argomento ad personam
come un uomo di specchiata pro-
bit e profonda dottrina come
lonorevole Franco Cassano, che nei
suoi scritti sul Pensiero meridiano ha
svolto un lucido elogio della lentez-
za, non insorga contro un progetto
di riforma che sispira a una infa-
tuazione per la rapidit che sembra
tratto dai pi folli deliri futuristi.
Da queste considerazioni non di-
scende affatto che non sia lecito o
non sia utile rivedere funzioni e pre-
rogative del Senato. Discende sol-
tanto che la riforma proposta da
Renzi e sostenuta da Berlusconi e
Napolitano dissennata. Riforma
saggia sarebbe invece riportare il bi-
cameralismo al suo principio origi-
nario, e al suo ufficio proprio che
quello di limitare il pi possibile la
possibilit di pessime leggi. Quattro
occhi vedono meglio di due, recita
ladagio; due Camere possono sba-
gliare meno di una sola. Privarsi del
doppio esame delle leggi vuol dire
fidarsi troppo della saggezza e com-
petenza dei legislatori.
Nel pensiero politico repubblicano
il Senato o Camera alta risponde
allesigenza sacrosanta di avere
unistituzione dove siedono i citta-
dini pi saggi, pi esperti, pi repu-
tati. Nellesperienza storica le came-
re alte sono state spesso luoghi ri-
servati ai nobili, ai ricchi ai privile-
giati. Ma in una repubblica demo-
cratica, come la nostra, il Senato de-
ve essere esclusivamente seconda
camera riservata a cittadini che si
distinguono per saggezza e probit e
offra una seconda o prima meditata
valutazione delle proposte di legge.
E allora stabilite che possano diven-
tare senatori soltanto cittadini che
abbiano compiuto il 50imo anno
det e che pu votare per il senato
solo chi ha compiuto 40 anni. E sta-
bilite pure che si vota per il Senato in
tempi diversi rispetto alle elezioni
per la Camera. Riformare, ricordo,
vuol dire ritornare alla forma pro-
pria, non devastare.
QUANTO AL PROPOSITO di asse-
gnare un bel premio che assicuri al
presidente del Consiglio unampia
maggioranza parlamentare che gli
permetta di continuare con mag-
giore determinazione la pratica di
infischiarsene delle minoranze,
ognun vede che questa bella idea va
contro un ovvio principio di saggez-
za politica. Vale a dire che i par-
lamenti sono luogo del compro-
messo. Un presidente del Consiglio
che non ha bisogno di cercare com-
promessi, stimolato a fare da solo.
Ma chi fa da solo, in politica, pi
probabile che faccia male, piuttosto
che bene. Gli sbarramenti elettorali
servono allo scopo di precludere
laccesso a formazioni estreme, che
di solito non raggiungono molti
consensi. Ma se sono troppo alti
creano un parlamento che non rap-
presenta adeguatamente le diverse
componenti della societ. Cittadini
che non si sentono rappresentati di-
ventano o apatici o cercano di fare
sentire la loro voce per vie extrapar-
lamentari, due mali seri per la sta-
bilit della Repubblica. Su un punto
i riformatori hanno ragione: noi cri-
tici siamo gufi. Temo tuttavia che
ignorino che noi gufi vediamo an-
che di notte quando gli altri sono
ciechi, e le nostre sorelline civette
sono sempre state simbolo della
saggezza. Complimento pi enco-
miastico non potevano rivolgerce-
lo. Ringrazio anche a nome degli al-
tri gufi, e cercheremo di essere allal -
tezza. Faremo il possibile per aiuta-
re anche molti nostri concittadini a
vedere in questa ormai troppo lun-
ga notte della Repubblica.
LA PETIZIONE SUL FATTOQUOTIDIANO.IT
Docente a Princeton
La balladella lentezza: una legge ogni 10 giorni
I MOTIVI che non mi convincono della neces-
sit di cambiare la Costituzione sono essen-
zialmente tre. Il primo, la velocizzazione
delliter di approvazione delle leggi, considera-
to che attualmente i tempi impiegati dal Sena-
to sono di pochi mesi, contro i lunghissimi
tempi a volte anni che prendono i governi
per rendere esecutive le norme: basti pensare
che ad oggi sono giacenti circa 800 leggi gi
approvate dalle Camere e non ancora rese ese-
cutive. Il secondo, una struttura istituzionale
pi snella che svilirebbe il Senato a funzioni
decorative e funzionerebbe sostanzialmente
con una sola Camera, per di pi eletta senza
preferenze. evidente che una sola Camera
con pochi partiti e 630 deputati nominati dai
loro segretari un model-
lo senza contrappesi, pi
vicino ai sistemi autoritari
che a una nuova Repub-
blica italiana. Il terzo, il ri-
sparmio dei costi. Lo Stato
spende ogni anno 850 mi-
liardi di euro per tutte le
proprie spese: una cifra
che negli anni aumenta-
ta pi dellinflazione e del-
le retribuzioni. Molte di
queste spese sono legate a
nuovi organismi via via
accresciuti dai vari governi per dare risposte
demagogiche allincapacit di risolvere i pro-
blemi. Dire invece che il Senato la fonte delle
spese inutili, dopo anni di funzionamento e
una storia universalmente riconosciuta, get-
tare sabbia negli occhi degli italiani per na-
scondere lincapacit di ridurre in maniera in-
cisiva gli sprechi, togliendo quello che non
serve e non quello che funziona.
Infine, lasciatemi dire, alquanto strano che
un Parlamento eletto con una legge dichiarata
anticostituzionale si dia il compito di modi-
ficare la Carta.
Ricordiamoci che la nostra Costituzione sta-
ta fatta da istituzioni alluopo elette e da co-
stituzionalisti di fama mondiale. Per questo
motivo la Costituzione italiana stata definita
tra le migliori al mondo e non va modificata,
tanto pi se come purtroppo sta accadendo
non se ne vede proprio la ragione.
Attrice
Ecco il testo dellappello
del Fatto Quotidiano:
Le controriforme dellItalicum e del Senato,
concordate dal governo con il pregiudicato
Berlusconi e il plurimputato Verdini, consentono a
un pugno di capi-partito di continuare a nominarsi
i deputati, aboliscono l'elezione dei senatori ed
espropriano i cittadini della democrazia diretta: i
referendum (non pi 500mila, ma 800mila firme)
e le leggi di iniziativa popolare (non pi 50mila,
ma 250mila firme). Chiediamo ai presidenti
Napolitano, Grasso, Boldrini e Renzi di sostenere
solo riforme che rispettino lo spirito dei
Costituenti, per una vera democrazia partecipata.
Antonio Padellaro, Marco Travaglio, Peter Gomez,
la redazione del Fatto Quotidiano, Franco Battiato,
Sandra Bonsanti, Stefano Bonaga, Lorenza Carlassare,
Gian Carlo Caselli, Maurizio Crozza, Roberta De
Monticelli, Gianni Ferrara, J-Ax (Alessandro Aleotti),
Sabina Guzzanti, Gian Andrea Piccioli, Stefano Rodot,
Salvatore Settis, Barbara Spinelli,
Gianni Vattimo, Massimo Villone,
Maurizio Viroli e Marco Vitale
Costituzione, firmano
anche Sylos Labini
Ferilli e Maggiani
CRESCONO LE ADESIONI DELLA SOCIET CIVILE ALLA P P E L LO
CONTRO LA DERIVA AUTORITARIA PROMOSSA DAL GOVERNO
SABRINA FERILLI
Il taglio alle spese solo
uno specchio per allodole
A D E R I SCO convintamen -
te allappello del Fa t to per -
ch non pi questione di
temere per la democrazia,
ma di farsela letteralmen-
te sotto alla sola idea di
quello che avranno linde -
cenza di chiamare con
quel nome.
Scrittore
MAURIZIO MAGGIANI
Questo progetto per me
veramente un incubo
S. Ferilli La Pre ss e
M . M aggi an i Ansa
Il filosofo
Palazzo Madama Ansa
ILGIUSTO
RITMO
La democrazia esige passo
fermo ma calmo
Allautocrate invece basta
la volont sovrana perch
non ha bisogno di ascoltare
e consultare. La flemma
il prezzo della libert
SONO molto allarmato per laccelerazione della
degenerazione della democrazia data dal gover-
no Renzi. Mentre Berlusconi ha trovato un mi-
nimo di opposizione sia parlamentare che nel
Paese, laccordo tra Renzi e B.
pare che viaggi senza incontra-
re alcuna resistenza. impor-
tante darsi da fare per bloccare
questo pericoloso tentativo di
alterare la Costituzione e per
questo aderisco allappello.
Astrofisico
FRANCESCO SYLOS LABINI
Grazie a Renzi non c
opposizione al patto con B.
7 il Fatto Quotidiano MERCOLED 30 LUGLIO 2 01 4
Maxi contratto
allagenzia di Marra
senza gara da p p a l to
UN ASSEGNO da 300mila euro dal Ministero del
Tesoro a Pippo Marra, senza gara di appalto. Se-
condo quanto riporta il quotidiano La Notizia, il
dicastero guidato da Pier Carlo Padoan, tramite
Consip la societ che cura gli approvvigiona-
menti di beni e servizi per la Pubblica ammi-
nistrazione ha stipulato con Ad n k ro n o s , la ge n -
zia di Marra, un contratto di 36 mesi per com-
plessivi 301.035 euro per lacquisizione del no-
tiziario generale a beneficio della Sogei, una so-
ciet di via XX Settembre che si occupa di in-
formatica e gestisce lanagrafe tributaria. Il tutto,
e qui sta il problema, senza bando pubblico. La
Sogei utilizza da tempo il notiziario Ad n k ro n o s ,
cio la raccolta di lanci dagenzia, al pari di quanto
fanno agenzie fiscali e Mef, pagando altri con-
t ra t t i .
Ad n k ro n o s fornitrice di servizi di agenzia stampa
per vari enti dellamministrazione centrale: se-
condo quanto riporta ancora La Notizia, il con-
tratto con la presidenza del Consiglio vale 9 mi-
lioni di euro, quello con il ministero degli Esteri 1,6
milioni, mentre quello con Montecitorio porta
nelle casse di Marra 222mila euro.
di Salvatore Cannav
L
Unit oggi uscir
con sole tre pagine
scritte mentre tutte
le altre saranno
bianche. questa la risposta
che il giornale dar alla decisio-
ne, presa ieri dai liquidatori, di
sospendere le pubblicazioni a
partire dal 1 agosto. Voglia -
mo far vedere concretamente
come sarebbe linformazione
senza un giornale come lUnit
dice il direttore Luca Land
mentre prepara la prima pagina
del quotidiano dal titolo ine-
quivoco: Hanno ucciso lUni -
t. Laccusa , di fatto, rivolta al
Pd che, nella gestione renziana
non ha amato il giornale, che ha
osteggiato il suo attuale aziona-
riato e che non si tira indietro
dalla polemica con un tweet se-
rale dello stesso Renzi: LUnit
purtroppo non del Pd. Se lo
fosse non chiuderebbe. Una
dichiarazione che un atto di
accusa alla gestione passata e
una presa di distanza dallattua -
le fallimento senza prefigurare
un impegno. Anche se in serata,
via twitter, lamministratore
Francesco Bonifazi garantisce
che riapriremo lUnit.
LA DECISIONE dei liquidatori,
Emanuele DInnella e Franco
Carlo Papa, infatti, stata presa
al termine di una riunione ani-
mata e drammatica con gli azio-
nisti di Nuova Iniziativa edito-
riale, la societ editrice del quo-
tidiano. Riunione in cui sono
volati insulti e parole grosse e
che, forte dello Statuto che ri-
chiede il 91% per le scelte de-
cisive, ha bocciato la proposta
avanzata per risolvere la crisi.
Sul tavolo dei liquidatori, infat-
ti, nei giorni scorsi sono state
depositate tre offerte giudicate
credibili: quella dellattuale
azionista di maggioranza, Mat-
teo Fago, quella del costruttore
milanese Pessina e quella di Da-
niela Santanch che allinizio
sembrava una provocazione e
che invece venerd sera stata
perfezionata. Altre due offerte
sono state giudicate folkloristi -
che. La proposta di Matteo Fa-
go ha avuto il via libera dai la-
voratori perch, trattandosi di
affitto del ramo dazienda a una
nuova societ, Editoriale 90,
prevede garanzie per la redazio-
ne non assicurate dallofferta di
Pessina o da quella di Daniela
Santanch. In ogni caso, las -
semblea dei soci non ha rag-
giunto il 91% necessario grazie
allopposizione, dice chi vi ha
assistito, di tre soci: la Fonda-
zione Gunther amministrata da
Maurizio Mian, la Partecipazio-
ni integrate di Maria Claudia
Ioannucci, la ex senatrice di
Forza Italia il cui ingresso
nellazionariato de lUnit aveva
fatto infuriare i redattori. Ma
anche la Eventi Italia Srl, la so-
ciet che organizza le feste
dellUnit e che detiene una
quota piccolissima della Nie.
Un no, questultimo, che chia-
ma in causa lo stesso Pd, for-
malmente estraneo alla compa-
gine azionaria del giornale.
Prima di Renzi, il Pd era inter-
venuto con il vicesegretario
Guerini e il tesoriere Francesco
Bonifazi che, oltre ad assicurare
un impegno al 100% per risol-
vere la vicenda, criticava indi-
rettamente la proposta di Fago.
Di fronte a proposte che non
garantivano una prospettiva
certa per il futuro editoriale e
occupazionale dellUnit scri -
ve Bonifazi arrivato il mo-
mento della chiarezza. Lo
scontro sullazionariato possi-
bile, dunque, evidente.
MOLTO DURA, quindi, la presa
di posizione del Comitato di re-
dazione che parla di fuoco
amico. Dopo tre mesi di lotta,
ci sono riusciti: hanno ucciso
lUnit. I lavoratori del quoti-
diano sostengono di essere ri-
masti soli a difendere la testata
e definiscono di gravit inau-
dita il fatto che gli azionisti non
abbiano trovato lintesa su di-
verse ipotesi che avrebbero co-
munque salvato il giornale.
Lassemblea dei soci, infatti, ha
anche respinto la proposta dei
liquidatori di prendere altri due
mesi di tempo per valutare me-
glio le offerte sul tavolo.
Per i lavoratori si profila, quin-
di, la cassa integrazione. Si tratta
di circa 80 persone che non
prendono lo stipendio da tre
mesi e che fanno sapere di non
avere voglia di arrendersi.
Questa storia non finisce qui
scrive infatti il Cdr che chiama
in causa il partito di riferimen-
to: Avevamo chiesto senso di
responsabilit e trasparenza a
tutti i soggetti, imprenditoriali e
politici. Abbiamo ricevuto irre-
sponsabilit e opacit. Noi con-
tinueremo a combattere. E di
lotta parla anche il direttore,
Land, che definisce la prima
pagina di oggi, quella con le pa-
gine bianche, dedicata al gior-
no del lutto mentre domani
con lultima edizione, ci sar un
giornale di lotta.
Al di l delle posizioni della se-
greteria con cui Renzi si te-
nuto in contatto dal Pd non
sono mancati i messaggi di so-
lidariet e sostegno da parte del-
la minoranza con i comunicati
di Pier Luigi Bersani e Gianni
Cuperlo. Molto eclatante la pre-
sa di posizione della Cgil che ha
fatto parlare tutti i suoi ultimi
quattro segretari, Camusso,
Epifani, Cofferati e Pizzinato.
Tutti gli occhi, per, sono pun-
tati su Matteo Renzi, su mister
41% che, come dicono al gior-
nale, in sette mesi di crisi non ha
saputo trovare, finora, una so-
luzione valida.
90 ANNI DI STORIA La prima pagina un1 maggio La Pre ss e
HANNO UCCISO LUNIT
STATO IL FUOCO AMICO
IL 1 AGOSTO STOP ALLE PUBBLICAZIONI E CASSA INTEGRAZIONE PER I LAVORATORI
RENZI SI SCARICA LA COSCIENZA: NON NOSTRA, SE LO FOSSE NON CHIUDEREBBE
di Franco Arminio
QUALCHE GIORNO fa, al mio paese a
un certo punto ho sentito che stava acca-
dendo qualcosa di importante. Mi sembrato di assiste-
re allo scontro tra la morte e la pasta asciutta. Il morto
uscito dalla chiesa alluna e mezza. Non siamo rimasti in
tanti a seguirlo al cimitero. Era un artista popolare, uno che
sarebbe dovuto essere in sintonia con la popolazione, e
magari lo era pure, ma non tanto quanto la forsennata pas-
sione del mangiare. una passione sempre pi dominante.
Provate a immaginare una festa di paese senza cibo. Ormai
anche la giornata dedicata al santo patrono diventata il
pretesto per allestire un vero e proprio ristorante allaper to.
Forse il caso di rendersi conto che la crisi di civilt in cui
siamo caduti non si risolve a tavola. E forse il culto dei
morti pu essere pi utile di quello per la porchetta. Qual-
che giorno fa al mio paese ho visto che sta morendo anche
la morte. Altrove gi accaduto e sembra che nessuno ci
faccia caso, come se la morte fosse un semplice argomen-
to della vita, e non il mistero intorno a cui tutto gira.
LA
C A RTO L I N A
La morte uccisa da coltello
e forchetta
CARTA STRACCIATA
di Gian Carlo Caselli
U
n ispirato articolo di Pierluigi Battista
sul Corriere della Sera del 28 luglio pro-
fetizza che la macchina della nebbia infor-
mativa sar tosto azionata per dimostrare
che Berlusconi non stato davvero assolto.
Professionisti della frittata rovesciata f r u-
gheranno le motivazioni della sentenza per
trovarvi un qualche appiglio che cancelli
lindigesta parola assoluzione, imponendo
la loro verit colpevolista e forcaiola. Cosa
sar scritto nelle motivazioni dellappello che
ha ribaltato la condanna di primo grado lo
sanno solo i giudici che le stanno scrivendo.
Certo che di nebbia informativa ne gi
stata prodotta in abbondanza: non nella di-
rezione ipotizzata da Battista, ma con
lobiettivo tuttaffatto diverso di minimiz-
zare, fino a cancellarli, i fatti pur gravi
che sembrano obiettivamente accertati, a
prescindere dal profilo strettamente tecni-
co-giuridico che potranno offrire le moti-
vazioni dellassoluzione.
A sostegno del suo assunto circa quel che
succeder per Berlusconi, Battista con le
parole gi successo con Giulio Andreotti
mette in campo un precedente per lui de-
cisivo. Egli ricorda che a Palermo Andreotti
stato assolto dallaccusa di associazione
mafiosa fino al 1980, ma questa assoluzione
(per il cuore delle accuse) sarebbe stata
cancellata sovrapponendovi la prescrizio-
ne che la sentenza applica ai reati commessi
prima del 1980: e ci grazie agli appassionati
sforzi del Ministero della Verit dei giu-
stizialisti.
IN VERIT successo esattamente lopposto:
vale a dire che moltissima politica e molta
informazione, autorevoli leader, illustri opi -
nion maker e potenti vertici istituzionali hanno
fatto a gara nel truccare le carte per presentare
la prescrizione come assoluzione: truffando il
popolo italiano in nome del quale le sentenze
sono pronunziate; riuscendo a far dimenti-
care e cancellare i gravissimi fatti evidenziati
dal processo fino al 1980 (altro cuore delle
accuse); cos da santificare limputato. Del
quale invece la sentenza dappello (confer-
mata in Cassazione) dice che
fino al 1980 ha coltivato ami-
chevoli relazioni con alcuni
boss mafiosi (tra cui capima-
fia del calibro di Stefano Bon-
tade); ha loro chiesto favori,
li ha incontrati e ha interagito
con essi, inducendoli a par-
largli anche di fatti gravissimi
(come lassassinio del presi-
dente Mattarella), senza mai
denunziare le loro responsa-
bilit malgrado potesse al ri-
guardo offrire utilissimi ele-
menti di conoscenza. Realt sconvolgenti,
consacrate da prove inoppugnabili come le
veridiche dichiarazioni di Francesco Marino
Mannoia, testimone oculare di uno degli in-
contri con Bontade. Al punto che quando il
presidente dellAntimafia, senatore Roberto
Centaro, se ne usc bello bello con la tesi
che le sentenze dei processi palermitani a
Giulio Andreotti hanno malamente sbugiar-
dato le accuse di mafiosit, il presidente della
corte dAppello Scaduti (ci-
tato anche da Battista nel suo
articolo) fu costretto a repli-
care - con una dichiarazione
allAnsa! che una tesi siffatta
era sostenibile solo da chi
non avesse letto le motiva-
zioni della sentenza, altri-
menti si sarebbe accorto che essa si data
carico di dimostrare puntualmente () le ac-
cuse di mafiosit e le connivenze mafiose tra
Cosa nostra, fino alla primavera del 1980, e
limputato. Parole di semplice esposizione
della verit vera, che non collimano con la tesi
di Battista secondo cui il mantra Andreotti
non stato assolto stato leffetto di una
macchina orwelliana di riscrittura della sto-
ria: pronta ora a ripetersi per Berlusconi.
Il giudice
Derive orwelliane
Battista assolve tutti perch non legge le sentenz e
LE RESPONSABILIT
Anche la societ
che organizza
le feste del Pd
avrebbe detto n o
alle proposte
per salvare la testata
Lex procuratore generale
di Torino, Gian Carlo Caselli
La Pre ss e
8 MERCOLED 30 LUGLIO 2014 il Fatto Quotidiano
campagne elettorali che nel
tempo portano quel primo cit-
tadino a diventare premier?
La vicenda nota. Carrai, poi
nominato presidente di Firenze
Parcheggi (partecipata dal Co-
mune), paga a Renzi laffitto di
un attico in via degli Alfani 8,
pieno centro. Per amicizia, si
giustificher.
A far emergere la vicenda stato
Alessandro Maiorano, dipen-
dente comunale che da anni
porta avanti unazione di de-
nuncia contro Renzi. Quando il
premier era presidente della
Provincia, Maiorano comincia
a diffondere materiale sulle spe-
se sostenute da Palazzo Medici
Riccardi. Spese per 20 milioni di
euro sulle quali poi aprir
unindagine il Mef e la Corte dei
Conti. Poi su Florence Multi-
media (altra inchiesta della
Corte dei Conti), infine sulla ge-
stione delle nomine a Palazzo
Vecchio. Cos nella primavera
di un anno fa Renzi, impegnato
per la seconda volta nelle pri-
marie per la guida del Pd, decide
Caso Matacena:
giudizio immediato
per Scajola
LA PROCURA DI REGGIO ha
chiersto il giudizio immediato per
Claudio Scajola. Lex ministro
accusato di aver aiutato lex de-
putato del Pdl Amadeo Matacena
a rifugiarsi in Libano dopo una
condanna a suo carico. Indagati
insieme a Scajola, anche Chiara
Rizzo, moglie di Matacena, e Mar-
tino Politi, factotum dellex poli-
tico, i quali avrebbero anche ten-
tanto di mascherare il capitale di
Matacena per sottrarlo a eventua-
li sequestri.
Dallo scorso 8 maggio, giorno
dellarresto, lex ministro di Ber-
lusconi si trova agli arresti domi-
ciliari, come anche Rizzo e Politi. I
pm non hanno contestato la g g ra-
vante prevista dallart. 7 di avere
agevolato la ndrangheta. La g g ra-
vante era stata esclusa dal gip del-
la Procura di Reggio Calabria Olga
Tarzia che aveva emesso lo rd i-
nanza di custodia cautelare nei
confronti di Scajola e di altre sette
persone. Sul punto c stato poi il
ricorso, in sede di appello, della
Dda al Tribunale del riesame di
Reggio Calabria. Dopo due rinvii
per motivi tecnici, ludienza sta-
ta aggiornata al primo ottobre.
di Antonio Massari
e Davide Vecchi
N
on conosco la si-
gnora Minutillo,
non lho mai incon-
trata e non le ho
mai dato nulla. Gianpietro
Zannoni smentisce al Fatto Quo-
tidiano la versione di Giancarlo
Galan che, con una memoria di
30 pagine dal carcere, replica al-
le accuse mosse dalla procura di
Venezia. Zannoni non lunico.
I passaggi pi incisivi, nella me-
moria depositata da Galan, ri-
guardano infatti la sua ex segre-
taria Claudia Minutillo ed evi-
dente che nella sua strategia
difensiva - il parlamentare pro-
vi a indebolire la credibilit del-
la teste dellaccusa.
LA MINUTILLO, infatti, che
raccontando ai pm un episodio
del 2005, avvenuto allhotel San-
ta Chiara di Venezia, spiega:
Ricevetti da Baita una busta
contenente del denaro, da con-
segnare a Galan, cosa che feci
immediatamente dopo. Episo-
dio confermato dallo stesso im-
prenditore Piergiorgio Baita:
Ho pagatola campagna elet-
torale delle regionali del 2005,
consegnando 200mila euro alla
signora Minutillo, che allora la-
vorava col Presidente.... Nella
sua memoria Galan scrive:
Non ho mai ricevuto denari
dallingegner Baita tantomeno
ne ho chiesti - nel corso dei 15
anni di Presidenza della Regio-
ne Veneto e ci vale anche per
il periodo successivo. E poi ag-
giunge: Non escludo che la
Minutillo si possa essere trat-
tenuta tale somma, daltronde
laveva gi fatto con le somme
corrisposte dagli imprenditori
Andrea Mevorach e Gianpie-
tro Zannoni. Ancora: Avevo
timore che la Minutillo raccon-
tasse tutto... per questo non le
contestai lindebita appropria-
zione dei denari.
Il punto che Galan, dopo aver
ammesso di aver ricevuto nel
2005 dei finanziamenti elettora-
li in nero, accusa la Minutillo di
aver incassato 500mila euro, da
due imprenditori, e di non aver-
glieli poi mai consegnati: Ri -
cordo bene che in quei mesi di
campagna elettorale la signora
Minutillo si appropri indebita-
mente di alcune somme, desti-
nate a finanziare la mia campa-
gna; venni a conoscenza, addi-
rittura, che chi avesse voluto
parlare con il sottoscritto dove-
va necessariamente pagare un
ticket alla Minutillo. Poi Ga-
lan entra nello specifico: Dopo
le elezioni rappresentai a Piero
Zannoni e Andrea Mevorach il
mio dispiacere per non aver ri-
cevuto alcun contributo... il pri-
mo mi disse di aver consegnato
alla Minutillo ben 200mila euro
e il secondo, addirittura, 300mi-
la. Rimasi a dir poco esterrefat-
to. Ricordo che incontrai Mevo-
rach a Rovigno, in Croazia, e in
quelloccasione mi mostr i nu-
meri di serie dei denari conse-
gnati alla Minutillo.... Ma come
Zannoni, anche Mevorach che
ieri stato sentito dalla procura
di Venezia - nega lepisodio al
Fa t to : Non so neanche di cosa
stiamo parlando.
E in questa giornata di smentite,
che si susseguono di ora in ora
come un effetto domino, arriva
anche quella di Mario Moretti
Polegato, patron della Geox, che
a detta di Galan gli avrebbe ver-
sato, in contanti nel 2005, altri
20mila euro per finanziare la sua
campagna elettorale: Riguardo
questo mio asserito finanzia-
mento illecito nel 2005, a favore
di Giancarlo Galan, contesto
fermamente ogni addebito, de-
stituito di ogni fondamento, e
mi riservo di dare corso a ogni
iniziativa del caso per la tutela
della mia onorabilit. Anche
Polegato, come altri imprendi-
tori, sar sentito dalla Guardia
di Finanza e dai tre magistrati
Stefano Ancilotto, Stefano Buc-
cini e Paola Tonini - titolari
dellinchiesta. Galan s auto ac-
cusato, infatti, dun reato ormai
prescritto, spiegando di aver in-
cassato, nel 2005, finanziamenti
illeciti da ben 8 imprenditori:
Rinaldo Mezzalira, mi pare
vers tra i 50mila e i 100mila eu-
ro; Giacomo Archiutti che riu-
niva i contributi di vari amici
vers 200mila euro. Poi ag-
giunge: Direttamente a me ver-
sarono 50mila euro Giovanni
Zillo Monte Xillo, tra i 10mila e
20mila euro Mario Putin, altri
20mila euro Mario Moretti Po-
legato, tra i 5mila e i 10mila euro
Ermanno Aragonese, 17mila
euro Gianni Roncato e tra i 5mi-
la e i 10mila euro Angelo Gen-
tile.
Insomma, Galan tira in ballo
sebbene per reati prescritti ben
10 imprenditori che, secondo la
sua tesi, non volevano apparire
come finanziari di una determi-
nata forza politica. E soprattut-
to per i due finanziamenti pi
corposi i 500mila euro che, a
suo secondo, la Minutillo avreb-
be trattenuto per s gli im-
prenditori negano. Un detta -
glio che non scompone i legali.
Ambienti vicini alla difesa di
Galan annunciano che per ogni
imprenditore citato, lex gover-
natore pronto a presentare te-
stimoni che confermeranno la
sua versione.
S
ar il vezzo di rafforzare i concetti con degli
esempi - meglio se scherzosi e meglio se per-
sonali - tipico del linguaggio renziano, ma che le
tasse sulla casa siano un rebus anche per gli addetti
del settore. Dopo il sulla Tasi francamente non ci
ho capito nulla nemmeno iodi renziana memoria,
ieri arrivato il io, che sono una esperta, ho perso
un pomeriggio per cercare di capire che cavolo do-
vevo fare con lImu di casa mia della neodirettrice
dellAgenzia delle Entrate Rossella Orlandi. Che
ieri, in audizione alla Camera ha svelto le mosse
future del Fisco (il 30% dei 730 precompilati sa-
ranno confermati senza problemi, il restante - 14
milioni di contribuenti - dovr modificarlo) e di-
feso Equitalia dallaccusa di incentivare i funzio-
nari a procedere con riscossioni aggressive.
BENVENUTI FRA NOI
Lady Fisco: Imu?
non ho capito nulla
Galan, i soldi in nero
e la difesa boomerang
LEX GOVERNATORE: ECCO GLI IMPRENDITORI CHE MI HANNO FINANZIATO
MA UN CORO DI SMENTITE. IL PATRON DI GEOX: MINUTILLO? MAI CONOSCIUTA
Casa Renzi-Carrai, il ritorno di Taormina
FASCICOLO APERTO A FIRENZE, LAVVOCATO CONDUCE LA DENUNCIA DI UN EX DIPENDENTE DELLA PROVINCIA CONTRO IL ROT TA M ATO R E
Giancarlo Galan Ansa
UN GIORNO IN ITALIA
RENZI
Da sindaco abit in un
appartamento a spese
di Carrai, poi nominato alla
guida di Firenze Parcheggi
CA R R A I
Limprenditore amico del
premier che gli ha pagato
un attico per tre anni in via
degli Alfani 8 a Firenze
TAORMINA
Lavvocato ha redatto una
denuncia contro lex sindaco
ipotizzando vari reati tra cui
concussione e corruzione
D
alla baita di Cogne allat -
tico di Carrai. Lex mini-
stro Carlo Taormina riprende
la toga forense e decide di oc-
cuparsi dellappartamento che
Marco Carrai ha pagato allal -
lora sindaco di Firenze, oggi
premier, Matteo Renzi. Taor-
mina ha presentato una denun-
cia (che venerd illustrer alla
stampa) in cui ipotizza vari reati
a carico del premier tra cui con-
cussione e corruzione.
Sulla vicenda, come gi scritto a
marzo dal Fa t to , la procura di Fi-
renze ha aperto un fascicolo, as-
segnato al pm Luca Turco.
Non sappiamo se da allora so-
no stati compiuti passi in avanti
nelle indagini, spiega Taormi-
na. Riteniamo sia necessario
far luce sullaccaduto. E in par-
ticolare trovare risposta a una
domanda: perch Carrai paga
laffitto a un sindaco e nei tre an-
ni successivi riceve incarichi in
societ controllate del Comune,
appalti dallamministrazione e
gestisce le casse delle fondazio-
ni create ad hoc per finanziare le
di querelare Maiorano. Il don
Chisciotte doltrarno incassa la
denuncia ma non sarrende e,
come fossero mulini a vento,
verifica ogni parola di quanto
scritto dallavvocato di Renzi,
scoprendo che la residenza del
sindaco non era a Rignano, do-
ve abitava con la famiglia, ma in
via degli Alfani. Il resto storia
nota. Alla prima udienza, lo
scorso 7 luglio, Renzi non si
presenta. Ma in compenso
Maiorano sfoggia lavvocato -
ne, lo presenta entusiasta: Car-
lo Taormina. Che si trova a suo
agio da subito. E annuncia: Ci
divertiremo, il presidente del
Consiglio non si costituito
parte civile. Faremo altri pro-
cessi, sar un anno interessan-
te, garantisce. Le denunce, di-
ce, sono gi in atto, come quel-
le sulle spese in Provincia: di-
mostreremo che non sono spe-
se folli ma deliranti; sono gi in
atto quindi ma c qualcuno che
non si muove. Lascia la frase a
met, senza aggiungere che quel
qualcuno la procura di Firen-
ze, fino a novembre 2013 affi-
data al Procuratore Capo, Giu-
seppe Quattrocchi da un mese
super consulente dal Comune
di Firenze ora in mano al ren-
zianissimo Dario Nardella. Si
riferisce a lui? Taormina evita.
Ha gi preso contatti con Giu-
seppe Creazzo, il magistrato che
ha preso il posto di Quattrocchi,
annunciando la denuncia con-
tro Renzi. Che ruota attorno a
quattro punti: le spese della
Provincia; la Florence Multi-
media e il Genio Fiorentino e la
casa pagata da Carrai. Un attico
pu far dimenticare una baita.
dav. ve.
LA DIFESA
Abbiamo altri
testimoni che
co n fe r m e ra n n o
quanto scritto
nel memoriale dellex
m i n i s t ro
La Pre ss e Dlm Ansa
9 il Fatto Quotidiano MERCOLED 30 LUGLIO 2 01 4 POTERI DEBOLI
Matteo Orfini:
Mi vergogno
del mio Milan
LE INFELICI parole di Carlo Tavecchio, giorno
dopo giorno, stanno generando un effetto do-
mino su ogni fronte. Ora Matteo Orfini, pre-
sidente del Partito Democratico, a indignarsi
perch il Milan, sua squadra del cuore, ha
spezzato una lancia in favore di Tavecchio. Il
presidente del club rossonero Adriano Gallia-
ni, infatti, ha definito solo una battuta infelice
lespressione ambigua usata dal candidato alla
presidenza Figc. Cos il democratico lancia un
tweet al vetriolo: Riempirsi la bocca per anni
dello stile Milan e finire a difendere Tavecchio.
Raramente mi sono vergognato cos del mio
Milan. Intanto su Twitter stata lanciata una
petizione per raccogliere firme al grido dellh a-
shtag #tavecchioritirati.
di Carlo Tecce
Q
uando il ventennio
da sindaco demo-
cristiano di Ponte
Lambro, Pu n t in
dialetto brianzolo, venne ar-
chiviato, il ragionier Carlo Ta-
vecchio arringava il popolo:
La gestione della Lega nazio-
nale dilettanti verticistica,
centralistica. Vogliamo lauto -
nomia regionale e la diminu-
zione delle tasse da pagare a
Roma. Parlo a nome del Nord:
se non lo otteniamo, procede-
remo a una rotta di collisione.
Era il 98, era nel Comitato
lombardo. Non fu secessione.
Tavecchio non ha assediato
Roma, non ha riempito ampol-
le, non ha rievocato i celtici, ma
s preso subito, nel 99
quella Lega nazionale dilet-
tanti, quellindustria da
700.000 partite a stagio-
ne, da 1,5 miliardi di eu-
ro di fatturato. E s pre-
so (cinque anni fa) an-
che un intero quarto
piano, molto nobile e
molto ampio, che af-
faccia su piazzale
Flaminio: lufficio
presidenziale fa an-
golo e scruta le cu-
pole di piazza del
Popolo e il traffico
del Lungotevere.
Qui Vittorio Cec-
chi Gori ospitava
le attrici per piega-
re con latmosfera
felliniana gli ulti-
mi cavilli da con-
tratto, qui il Ta-
vecchio classe
1943 ha spalancato
il mastodontico
portone ai delegati,
ai presidenti, ai me-
diatori: elettori necessa-
ri per un mandato bien-
nale in Figc. Da capo romano.
Non da capopolo brianzolo.
TAVECCHIO ancora non ha
smaltito la figuraccia multipla
tra Opt Pob e la banana, an-
cora non s chiusa la pratica in-
ternazionale con la Fifa di Jo-
seph Blatter (pi anziano di set-
te anni), ma ecco che riemerge
uninchiesta di Repor t e una di-
chiarazione che neanche lim -
penetrabile difesa milanista in
epoca di Fabio Capello (e De-
metrio Albertini, lo sfidante,
giocava a centrocampo) pu
proteggere: Si riteneva che la
donna fosse un soggetto handi-
cappato sulla resistenza o
sullespressione atletica, per
abbiamo riscontrato che sono
molto simili agli uomini. Il Ta-
vecchio razzista viene inseguito
dal Tavecchio maschilista. E
cos lo stesso Tavecchio riscrive
Tavecchio, e spiega: Non ho
mai pensato che le donne fos-
sero handicappate. Volevo dire
che un pregiudizio largamente
diffuso in buona parte del mon-
do sportivo - e il calcio non fa-
ceva eccezione - voleva le don-
ne handicappate rispetto alla
prestazione sportiva che posso-
no avere gli uomini. Ma io ho
sempre sostenuto il contrario.
Ho gi un progetto per consen-
tire e incentivare le squadre di
serie A ad avere una forma-
zione femminile corrispetti-
va a quella maschile. Cos sa-
remo al passo con lEuropa e
il mondo. Da Ponte Lam-
bro al mondo. In mezzo,
lAfrica. Perch Tavecchio, da
arguto ragioniere, fa i conti an-
che con le banane lanciate a
braccio durante un discorso
che lo doveva elevare e in-
vece lha distrutto: Io
razzista? Mi deprime,
non sopporto questa
fandonia. Io sono un
benefattore, ho lavo-
rato 25 anni per
lAfrica, ho costruito
due ospedali in Togo
e ho adottato tre
bambini a distanza.
Tanti vanno in
Africa in vacanza,
io ci sono andato
per motivi umani-
tari per anni senza
che me ne vantas-
si. Benefattore, in
questa visione
agiografica di s,
diventa riduttivo:
Ho salvato ragaz-
zi vittime di una
disumana tratta di
calciatori. Ho au-
torizzato una
squadra di extra-
comunitari a partecipare al
campionato dilettante. Ho an-
ticipato i tempi delle societ e
pure le leggi italiane.
Il ragioniere non ha complessi
anagrafici: vero, ho 71 anni.
Che devo fare? Ammazzarmi?.
La carta didentit non aiuta,
ma giura di essere moderno,
avanti, troppo avanti. Semplice
desumere: non sopporta la rot-
tamazione, teoria cara a Matteo
Renzi: La rottamazione nel
calcio non porta a niente, serve
innovare nella continuit e
molti pensano che io sia luomo
giusto al momento giusto. Do-
po Roma, Juventus, Fiorentina,
Sampdoria, neppure il Sassuolo
(di Giorgio Squinzi, Confindu-
stria) e il Brescia, per, pensano
che sia adatto, a parte i momen-
ti e gli uomini. Renzi non in-
terviene pi, scarica su Giovan-
ni Malag (Coni).
MA LANNO scorso, lallora sin-
daco Renzi e il sempre presi-
dente Tavecchio sincontraro -
no a Firenze per firmare un
protocollo dintesa, e il ragio-
niere ne approfitt per un ap-
pello: Stiamo subendo unat -
tenzione un po troppo esaspe-
rata del Fisco nei confronti dei
nostri associati. Credo che
avremo bisogno del suo aiuto (e
dunque lungimirante, ndr)
per far capire allAgenzia delle
Entrate che forse meglio la-
sciar perdere le sagre di Paese,
dove si va a controllare se chi fa
la polenta a libro paga, e che si
concentri su chi porta soldi al-
trove. Oggi ammette che deve
imparare: Non mi piace par-
lare, faccio parlare i fatti. E per
questi voglio essere giudicato.
Ho 71 anni, le mie fragilit e le
mie convinzioni. Cercher di
migliorare larte oratoria. E
chiss, potrebbe chiedere con-
sigli a Claudio Lotito, suo estre-
mo amico, cultore del latino.
Lotito fa divertire Tavecchio,
un ragioniere molto quadrato
che non si diverte se gli ricordi
le cinque condanne: Fatti di 25
e 50 anni fa. Il casellario giu-
diziario immacolato perch
ha ricevuto la riabilitazione:
senza, non poteva neanche ga-
reggiare per la Figc. Da Franco
Carraro ai Matarrese, ai Gallia-
ni, ai Macalli, il ragionier Ta-
vecchio si trascina con s tifosi
dantiquariato. Non supplica
perdono per questo, non un
tipo che rinnega o tradisce, ma
desidera unindulgenza per se
stesso: Sto subendo un attacco
sproporzionato, mi svuotano
lanima. Mio fratello malato,
soffro. Ogni volta che lo vado a
trovare, lo vedo diverso, tra-
sformato. Di fronte a questo
dramma mi sento inerme. E mi
fa male.
I
l meccanismo per portare
i soldi allestero ed eva-
dere le tasse era tra quelli
meno sofisticati: mandare il
denaro in Liechtenstein, do-
ve due operatori fittizi face-
vano fatture nonostante la t-
tivit fosse in Italia. Il denaro
per arrivava fino a una delle
famiglie nobili pi note a
Roma, a volte per fatti di cro-
naca e prima ancora per le
tante propriet (secoli fa an-
che Palazzo Chigi, sede del
governo). Stavolta per non
si tratta di faccende di san-
gue blu.
A FINIRE NEI GUAI Mario
Chigi, e il figlio Flavio Chigi
della Rovere, come pure la
Country Club Castel Fusano,
il complesso turistico sorto
ai piedi dellultimo castello
rimasto alla famiglia Chigi,
vicino Roma. Al termine di
alcune verifiche, infatti, il se-
condo gruppo della Guardia
di Finanza di Roma, ha ri-
scontrato unevasione di di-
versi milioni di euro - tra ri-
cavi non dichiarati e costi in-
deducibili - loccultamento
dellIva per 1 milione di euro,
oltre 2,2 milioni per un giro
di fatture false. I guadagni in-
cassati in Italia - secondo gli
agenti - venivano per dirot-
tati su una societ con sede in
Liechtenstein, riconducibile
a due persone emigrate fit-
tiziamente in Bulgaria. Che
da parte loro fatturavano
prestazioni per servizi ai tour
operator nazionali e stranieri
nonostante lattivit fosse
svolta in Italia.
MENTRE I SOLDI volavano
verso i paradisi fiscali, gli
agenti avevano gi messo
sotto torchio sei persone
iscrivendole nel registro de-
gli indagati per frode fiscale.
E non solo. Perch gli agenti
hanno anche accertato un ul-
teriore reato, lindebito uti-
lizzo del distacco comunita-
rio per 149 lavoratori, con
conseguente omissione del
versamento dei contributi
dovuti. Ed in questo ultimo
ambito che sono state de-
nunciati alla procura Mario e
Flavio Chigi per i reati di il-
lecito distacco e distacco
fraudolento, che prevede
unammenda pari a oltre 3
milioni di euro. Questi gli ac-
certamenti che ieri hanno
portato il gip di Roma ad
emettere un decreto di se-
questro preventivo finalizza-
to alla confisca per equiva-
lente delle azioni formal-
mente intestate alle due so-
ciet del Liechtenstein.
E al Country Club Castel Fu-
sano non la prima volta
vengono messi i sigilli. A
marzo del 2012, il pi grande
campeggio dItalia era gi
stato sottoposto a sequestro
per reati di abuso edilizio.
Per giorni i quotidiani locali
si occuparono del caso. Ma
quella era soltanto una storia
di abuso edilizio. Ora il reato
diverso. Ma i protagonisti
hanno lo stesso sangue.
Val. Pac.
Anche i nobili evadono: i capitali nascosti
in Liechtenstein della famiglia Chigi
Il country club nella riserva di Castelfusano Face bo o k
LACC U SA
Nei guai lultimo
erede della dinastia
che possedeva
il palazzo del governo:
milioni di euro di Iva
sottratti al fisco
Tavecchio scalcia:
Io razzista? Salvo
gli extracomunitari
DOPO LE BANANE, LO SCIVOLONE SULLE H A N D I CA P PAT E
IL CANDIDATO ALLA FIGC: VOGLIO UNA SERIE A IN ROSA
GUERRA E PALLONE
SANGUE BLU
C a rl o
Tavecchio,
a destra
Demetrio
Albertini e
Claudio Lotito
LaPresse / Ansa
GLI ESORDI
NEL CALCIO
Vogliamo la u to n o m i a
regionale e meno tasse
da pagare a Roma
Parlo a nome del Nord:
se non lo otteniamo,
procederemo a una
rotta di collisione
ERRORI
DI OGGI
Sto subendo un attacco
sproporzionato, mi
svuotano lanima.
Mio fratello malato,
soffro. Ogni volta che
lo vado a trovare, lo vedo
diverso, trasformato
10 MERCOLED 30 LUGLIO 2014 il Fatto Quotidiano UN GIORNO IN ITALIA
Due ispettori
del Fisco arrestati
per concussione
UNA MAZZETTA da 7/8mila euro
ogni 100mila di s co n to sulla somma
da versare al fisco. Con laccusa di
concussione sono stati arrestati ieri
dai finanzieri del Gico due ispettori
dellAgenzia delle Entrate di Roma. Si
tratta di Giuseppe Costantini, 57 anni,
e Gian Piero Giliberti, 40. Avevano
chiesto 25mila euro al titolare del ri-
storante M e zzo per ridurgli una san-
zione. A emettere il provvedimento di
custodia cautelare stato, su richie-
sta del pm Mario Palazzi, il gip Simo-
netta DAlessandro. I due ispettori, nel
corso di una verifica nel ristorante
avevano prospettato al titolare, sulla
base di infondati calcoli - si legge
nellordinanza - legati al quantitativo
di pasta acquistata, maggiori ricavi
non dichiarati e quantificati inizial-
mente in oltre un milione e 100mila
euro, poi ridotti a 560mila. Per abbas-
sare lentit della multa a 140-150mila
euro, i due ispettori avrebbero chiesto
7-8mila euro ciascuno concordando
una somma complessiva di 28mila
euro, poi ridotta a 25mila. Somma che
per non stata mai versata in quanto
gli ispettori, recatisi a percepirla, de-
cisero di non ritirarla limitandosi a no-
tificare il verbale sulla presunta eva-
sione di 560mila euro.
di Marco Lillo
I
l ministro Beatrice Lorenzin ha deciso
di provare a dare ai figli della fecon-
dazione eterologa la possibilit di co-
noscere il nome e lindentit dei loro
padri o delle loro madri naturali. Ma solo una
volta compiuti i 25 anni di et. Questa la
principale novit del decreto anticipato ieri in
Commissione Affari sociali alla Camera, che
verr presentato al Consiglio dei Ministri, pri-
ma della pausa estiva. Nellintervista al Fa t to
che lha incontrata ieri, il ministro Lorenzin
spiega la logica di questa scelta: Il principio
al quale ci siamo attenuti quello del diritto
a conoscere la propria identit biologica che,
dopo lunghe discussioni e liti giudiziarie,
stato riconosciuto in quasi tutti i Paesi pi
avanzati. Inoltre va osservato che la stessa
sentenza 162 del 2014 della Consulta, dopo
aver richiamato la disciplina sullanonimato
nella donazione di cellule e tessuti, fa un rin-
vio alla precedente giurisprudenza e a quella
internazionale: in entrambe il diritto a co-
noscere le proprie origini trova sempre pi
spazio. Il diritto si esplica in due momenti: il
primo avere essere informato di essere nato
con leterologa, il secondo di poter conoscere
la propria origine. Questo il punto pi con-
troverso emerso dallo studio delle legislazio-
ni europee che hanno cambiato la norma sul-
la base delle esperienze acquisite negli ultimi
decenni. Mi rendo conto che ha profili non
sanitari e ho sottoposto la questione in modo
laico al parlamento per capire lorientamento
dei deputati.
In un primo momento per i Paesi che avevano
aperto alla fecondazione eterologa avevano
stabilito il divieto di conoscere lidentit del
donatore. Perch noi abbiamo scelto questa
seconda strada?
Gran parte di quei Paesi hanno abbandonato
la loro rigida impostazione iniziale perch so-
no stati gli stessi figli nati da fecondazione
eterologa ad agire in giudizio per conoscere i
propri genitori naturali. Ci sono associazioni
di figli che erano nate per sostenere questo
diritto e un movimento di opinione favore-
vole a eliminare questo muro che priva il figlio
del diritto di conoscere i propri donatori.
Alcuni ritengono che cos venga meno
quellelemento che dovrebbe separare il dona-
tore dal figlio di una coppia di genitori a tutti
gli effetti. Non pensa che questo punto solle-
ver polemiche?
Penso che la scelta fatta di permettere (a 25
anni) di conoscere il proprio genitore bio-
logico, sia un compromesso equilibrato in una
materia cos delicata. Comunque questo il
testo del decreto che ho proposto ma che po-
tr essere modificato dal parlamento in sede
di conversione.
Ma se scendiamo dai principi dellattuazione,
cosa accadr? Il ragazzo ricever un foglio con
cognome e data di nascita del proprio genitore
biologico. A quel punto quali sono i suoi di-
ritti? Potr cercarlo?
La possibilit di risalire al proprio donatore ,
garantendo lanonimato, utile per esigenze
mediche e sanitarie. In quel caso sar il Ser-
vizio Sanitario Nazionale ad intervenire ri-
salendo al donatore tramite il registro e non il
singolo nato o un suo familiare, a tutela pro-
prio dellanonimato del donatore.
Quali saranno i doveri, invece, del genitore
biologico da questo punto di vista?
Nessun obbligo, potr negare la propria col-
laborazione, cos come non ha diritti ne do-
veri. In ogni caso, il limite massimo di et delle
donatrici sar di 35 anni e per gli uomini di
40.
Concretamente cosa potr fare il figlio natu-
rale? Cercare il genitore su google e andare a
bussare all'indirizzo di casa trovato magari su
i n te r n e t?
Ovviamente qualora fosse possibile bisogner
trovare un modo che non scoraggi le dona-
zioni e tuteli i nascituri, su questo potranno
aiutarci le esperienze europee e comunque ci
sono 25 anni di tempo. Fermo restando il
diritto del donatore a rifiutare qualsiasi con-
tatto con lui. Ma ripeto una questione che
non voglio imporre, ma sollevare la riflessio-
ne.
Il donatore o la donatrice avr anche lui il di-
ritto a sapere dove si trova e se esiste un suo
figlio o pi figli naturali?
No, non previsto.
Ma vediamo il punto di vista dei genitori. Po-
tranno chiedere, al momento della fecondazio-
ne, quali sono le caratteristiche del donatore?
Non potranno sapere nulla se non che il do-
natore sano. E quindi non potranno sce-
gliere, come accade in altri Paesi, le carat-
teristiche genetiche del nascituro.
Quindi non ci saranno limiti di alcun genere n
dal punto di vista dei donatori n dal punto di
vista della coppia che fa ricorso alla feconda-
zione eterologa? Per dirla con termini pi bru-
tali: una coppia potrebbe avere un filgio di co-
lore diverso a sorpresa, anche se preferirebbe
saperlo prima?
Quello che lei prefigura esattamente quello
che potrebbe accadere. La scelta fatta nel de-
creto di impedire la possibilit di selezionare
il colore della pelle del donatore e quindi del
nascituro. una scelta di tipo etico che la-
scerei discutere al parlamento, anche se pro-
fila svolte eugenetiche.
Per i genitori che volessero a tutti i costi un
bimbo che abbia il loro stesso colore della pel-
le, potrebbero ricorre a donatori stranieri.
Siamo fuori dalla norma italiana
Concretamente chi sar il controllore della
banca dati che permette di risalire ai genitori
dei bambini nati dalla fecondazione eterologa?
Listituto superiore della Sanit e il centro na-
zionale trapianti.
Le donatrici degli ovuli e i donatori del seme
saranno agevolati economicamente?
Non ci sar alcuna forma di retribuzione. Ov-
viamente avranno diritto a permessi lavorativi
e non dovranno supportare spese mediche per
questa loro scelta. Il modello la donazione di
midollo osseo
Avete inserito il limite di 10 figli per ciascun
donatore, perch?
Bisogna evitare che ci sia un numero eccessivo
di figli dallo stesso donatore, riducendo cos
possibili unioni inconsapevoli fra nati da ete-
rologa. C per uneccezione per mettere a
chi ha gi un figlio nato dall'eterologa di sce-
gliere il medesimo donatore per dare un fra-
tellino al primogenito. Quindi 10 famiglie.
Dove si potr fare la fecondazione eterologa e
quali garanzie ci saranno?
Nei centri accreditati, la fecondazione sar a
carico del servizio sanitario nazionale grazie
allinserimento della fecondazione eterologa
nei livelli essenziali di assistenza (Lea), che
garantiscono servizi a tutti i cittadini, indi-
pendentemente dal reddito o residenza.
Il principio enunciato prima del diritto alla co-
noscenza della propria identit biologica pone
dei quesiti anche nel caso dei due gemelli nati
allospedale Pertini con lo scambio delle pro-
vette. In quel caso concreto non pensa che ci
sarebbe bisogno dell'intervento del legislatore
per tutelare, a prescindere dalle aspirazioni
dei genitori, i diritti dei due gemelli che stanno
per nascere?
No, questo sar compito del giudice che gi
stato interessato del caso
Quel caso, certo, non rassicura in vista dell'av-
vio della fecondazione eterologa in Italia. Non
pensa che bisognerebbe rafforzare i controlli?
Penso proprio di si. Forse in passato c'era qua-
si il timore che io definirei ideologico a ef-
fettuare controlli nei centri che praticavano la
fecondazione assistita come se l'obiettivo dei
controlli non fosse il centro ma la feconda-
zione in s. Ora dopo la sentenza della Con-
sulta e dopo la regolamentazione che stiamo
introducendo si apre una nuova fase e penso
che i controlli debbano essere fatti severamen-
te come in ogni settore.
S C E LTA
AL BUIO
Vietato selezionare
le propriet genetiche,
incluso il colore della pelle
A una coppia di bianchi
potr capitare
un figlio nero
e viceversa
Beatrice Lorenzin
di Chiara Daina
I
l Fatto Quotidiano ha vinto la
causa in primo grado contro
Renato Schifani, che quattro anni
fa aveva citato in giudizio il nostro
giornale per aver pubblicato tra il
20 novembre 2009 e il gennaio
2010 articoli a suo parere diffa-
matori. E per i quali aveva chie-
sto un risarcimento di 720mila
euro. Il giudice del Tribunale di
Roma Monica Velletti, con sen-
tenza del 2 luglio scorso, ha riget-
tato laccusa dichiarando che tutti
i dati riportati sono corrispon-
denti al vero, tenuto conto anche
delle indagini aperte dalla Procu-
ra di Palermo alla luce dei fatti de-
nunciati negli articoli contestati
dallex presidente del Senato. A
difendere Il Fatto spa sono stati gli
avvocati Katia Malavenda, Mar-
tino Chiocchi e Oreste Flammini
Minuto, che nel frattempo ve-
nuto a mancare.
IL TONO IRONICO e sarcastico
utilizzato dai giornalisti, si legge
sulla sentenza, espressione del
diritto di critica e di satira, spe-
cifici della libert di informazione
prevista dallart.21 della Costitu-
zione. Gli articoli in questione so-
no cinque. Il primo a firma di
Marco Lillo, dal titolo Schifani e
la casa della mafia, in cui il nome
di Schifani era collegato a un pa-
lazzo nel quale ogni muro e mat-
tone profuma di mafia, visto che
il senatore, di professione avvoca-
to, aveva detto di aver difeso Pietro
da Travaglio, Minority report.
Lattuale presidente del Nuovo
Centrodestra, che risulta tuttora
iscritto nel registro degli indagati
della Procura palermitana per
concorso esterno in associazione
mafiosa (dietro lo pseudonimo di
Schioperatu, escamotage dei ma-
gistrati per celare la sua identit,
essendo allora la seconda carica
dello Stato), si era lamentato per
essere stato definito, secondo lui,
come un soggetto vicino agli am-
bienti della criminalit mafiosa,
con accostamenti suggestionanti e
luso di toni sproporzionati e scan-
dalizzanti. Nel mirino di Schifani
anche la vignetta, in cui veniva ri-
tratto nellatto di salutare e strin-
gere le mani con la scritta bacio le
mani, tipica della forma mafiosa,
ripetuta per quattro volte.
Renato Schifani La Pre ss e
Schifani perde la causa di diffamazione
contro il Fatto: pagher sei mila euro
Fecondazione eterologa
Dai 25 anni, i figli potranno
conoscere i genitori biologici
LA RESISTENTE
Il ministro della Salute
Beatrice Lorenzin La Pre ss e
Lo Scicco, il costruttore, ma
allepoca su di lui non cerano in-
dagini aperte. La ricostruzione dei
fatti stata giudicata puntuale e
la forma usata rispettosa. Nel se-
condo, Schifani e la mafia il pa-
lazzo tace, di Furio Colombo, si
faceva riferimento ai clienti difesi
dal senatore poi condannati per
reati di stampo mafioso e dei quali
si sarebbe potuto avvantaggiare.
In questo caso, il giornalista ha
manifestato un giudizio legitti-
mo di critica politica, dal mo-
mento che Schifani era il presiden-
te del Senato, cio ricopriva la se-
conda carica dello Stato. Il terzo
firmato dal condirettore del Fa t to
Marco Travaglio, Dialogo di con-
dominio, che rientra nei limiti
della satira politica. Segue Padri -
ni e Condomini di Peter Gomez e
Marco Lillo, in cui si diceva che era
diventato socio della cooperativa
Desio, di cui facevano parte per-
sonaggi poi inquisiti per reati ma-
fiosi. In questo caso, il diritto di
cronaca stato esercitato corret-
tamente, ha sottolineato il giudice.
Infine, leditoriale, sempre firmato
11 30 LUGLIO 2 01 4
il FAT TO
ECONOMICO
gento, Caltanissetta e Gela. Tradimento, la parola
che senti di pi tra gli operai che da settimane sono
in lotta. Blocchi alla raffineria Enimed e al Green
Stream, il punto darrivo del metano libico, una
manifestazione luned scorso a Gela che ha visto in
piazza pi di ventimila persone. E infine una not-
tata in pullman per un viaggio lunghissimo
fino a Roma, piazza Montecitorio a un pre-
sidio con i segretari generali dei tre sin-
dacati. Per dire ci siamo anche noi,
al vertice di questa mattina con
lazienda e il ministro Fede-
rica Guidi. Il piano gene-
rale dellEni
ci di-
ce Emilio Miceli, segretario ge-
nerale dei chimici Cgil parla il
linguaggio della dismissione
delle attivit industriali. Mattei
aveva unidea dellindustria e
anche degli obblighi dellEni
verso il Paese, la logica della di-
rigenza attuale capovolta. Ge-
la non ci riguarda, questo il
messaggio che lanciano a
quellarea che ora vive nel ter-
rore della desertificazione in-
dustriale. Ma per Eni Gela in
perdita, 200 milioni lanno sva-
niti, che si aggiungono ai 2,9
miliardi di perdite nel settore
della raffinazione accumulati
negli ultimi cinque anni. Carte
false, replicano i sindacalisti, la
realt che in Sicilia il cane a sei
zampe gode di condizioni favo-
revoli.
ROSARIO CROCETTA, uomo
Eni, nel senso di avere un pas-
sato di tecnico al petrolchimico
di Gela, luned in piazza ha fatto la voce grossa.
LEni - ha detto - deve fare i conti con la resistenza
dei lavoratori, che non sar breve ma di lunga du-
rata, perch non possiamo permettere labbando -
no di una citt che viene spremuta come un limone
e poi gettata via. Nei giorni scorsi il governatore
ha minacciato di bloccare le autorizzazioni per
nuovi pozzi se lazienda non cambia idee e piani su
Gela. Ma nei mesi passati Crocetta stato gene-
rosissimo con lEni abbassando le royalties (la
quota che le compagnie petrolifere lasciano al ter-
ritorio) dal 20 al 13 per cento. E sono soldi se vero
che a calcoli fatti labbassamento della percentuale
porter ogni anno 3 milioni di euro in meno nelle
casse di regione e comuni siciliani. Un vero affare
per lEni che in Sicilia estrae e raffina il 10 per cento
di Enrico Fierro
D
ottore Mattei, aiutateci a leva-
re questa miseria. Era il 27
ottobre 1962, e quel giorno a
Gagliano Castelferrato, Enna,
cuore profondo della Sicilia,
Enrico Mattei parla in piazza
del petrolio che presto avrebbe portato benessere.
Tra la folla un contadino si toglie la coppola e lo
interrompe. Mattei capisce e rilancia: Sar ne-
cessario che tornino molti di quelli che sono an-
dati via allestero, perch qui avremo bisogno an-
che di loro. Rivolto alle anziane madri e alle gio-
vani vedove bianche presenti, il partigiano Mat-
tei lancia un appello: Richiamate i vostri figli, i
vostri uomini, fateli venire da qualsiasi Paese stra-
niero in cui si trovino, e dite che finalmente qui c
lavoro. Applausi e lacrime per lultimo discorso
del fondatore dellEni, che poche ore dopo morir
in un misterioso incidente aereo. Storie antiche,
dellItalia delle grandi speranze. Quella che si sta
scrivendo in queste settimane a Gela e dintorni
parla invece di disperazione. Perch lEni chiude,
va via, molla il settore della raffinazione e vola al-
trove. Allestero. E a Gela e dintorni 3500 famiglie
tremano, sono i lavoratori del polo petrolchimico
e quelli dellindotto.
COS GELA RISCHIA DI MORIRE. Ma non per-
metteremo queste scelte insensate che non hanno
nemmeno una logica economica. Subiamo il tra-
dimento per la cancellazione di un piano di svi-
luppo che solo un anno fa avevamo costruito in-
sieme allEni. Parla Angelo Fasulo, il sindaco di
questa citt il cui destino da sempre legato al pe-
trolio e alla sua raffinazione. Dal ventre i queste
terre lEni estrae ogni giorno 16 milioni e 200mila
litri di oro nero, per un valore annuo di 1 miliardo
e 620 milioni. Eppure vuole andar via cancellan-
do gli accordi di appena un anno fa, quando Eni
decise di investire 700 milioni per incrementare la
produzione di gasoli, ci dice Emanuele Gallo se-
gretario dei lavoratori chimici della Cisl di Agri-
dellintera produzione industriale di petrolio.
Inganno, c questo, il timore dei lavoratori, die-
tro la promessa dellamministratore delegato di
Eni, Claudio Descalzi, di investire 2,1 miliardi
nellarea di Gela per la produzione di biodiesel. Bi -
sogna capire - riflette il sindacalista Gallo quanti
soldi saranno destinati alla ricerca di nuovi giaci-
menti e allestrazione e quanti alla raffinazione in-
dustriale. Non si fidano i lavoratori dei vertici
dellEni. Non credibile, la frase pi gettonata
da operai e sindacalisti. Per Emilio Miceli della Cgil
evidente lo schiaffo dellEni al Paese, il piano
presentato non solo di dismissioni ma di dimis-
sioni dallItalia. E allora tocca a Renzi e al governo,
eserciti fino in fondo il proprio ruolo di principale
azionista perch suo dovere: cos si fa in Francia,
in Germania, negli Usa. Il governo chiami lEni e
chieda il rispetto degli impegni assunti con i sin-
dacati, dice Susanna Camusso che con gli altri due
segretari generali di Cisl e Uil sul palchetto co-
struito di fronte a Montecitorio. LEni non
unazienda in crisi: unazienda che distribuisce
dividendi e con un fatturato in crescita. Proprio
per questo il governo dovrebbe dire allEni che per
primo disposto a rinunciare ai dividendi se questi
si trasformano in piani di investimento e di garan-
zia per loccupazione e per lo sviluppo.
LA BATTAGLIA DI GELA CONTINUA, oggi al mi-
nistero per lo Sviluppo, nei prossimi giorni di nuo-
vo davanti ai pozzi e alle fabbriche del petrolchi-
mico. Eni non pu pensare ch questa
realt si trasformi da polo produttivo
in un approdo, un tubo senza pi
fabbriche, il commento
amaro di Gaetano Cata-
nia, sindacalista della
Cgil di Gela. Dove andremo? Cosa faremo?, Ci toc-
cher emigrare allestero, in Mozambico, dove
lEni investe 50 milioni e dove intende spostare
alcune produzioni: sono questi gli interrogativi e le
preoccupazioni degli operai venuti dalla Sicilia a
Roma. Molti sono giovani e sanno che per loro gli
ammortizzatori sociali servono a poco. Tutti han-
no poche speranze a Gela e dintorni, la citt-pe-
trolio. Sono figlio di un operaio entrato al petrol-
chimico ai tempi del sogno di Mattei ci racconta
Luigi ho moglie e figli e il petrolio la mia unica
fonte di reddito, se lEni va via per me non ci sono
prospettive. S, il sogno del ragionier Mattei
(fate tornare i vostri figli, dite loro che qui final-
mente c lavoro) davvero svanito. Ora i figli del
petrolio devono andar via di nuovo.
La creatura di Mattei
ha sconvolto larea
Raffina qui il 10 per cento
della produzione: 1,6
milioni di barili lanno
Lazienda denuncia
200 milioni di perdite
annue. I sindacati: Balle,
hanno sempre avuto
condizioni di favore
Nessuno si fida delle
parole dellad Descalzi
sulla riconversione
verde da 2,1 miliardi:
Il piano non credibile
PETROLIO Appena prima di morire il mitico fondatore
chiedeva ai siciliani di tornare perch finalmente cera
lavoro. Oggi la raffinazione in crisi, a rischio 3500 posti
LENI CHIUDE,
A GELA VA IN FUMO
IL SOGNO
DI ENRICO MATTEI
di Stefano Feltri
QUELLI CHE DA ANNI invocano il ritorno
della politica industriale devono osserva-
re bene il caso Alitalia e il ruolo delle Poste,
con lamministratore delegato Francesco
Caio che si muove con la piena copertura
politica del premier Matteo Renzi. Caio si
insediato a maggio dopo che il suo prede-
cessore Massimo Sarmi aveva buttato 75
milioni in un aumento di capitale senza
speranza di Alitalia. Caio disposto a
spenderne ancora, nelloperazione di fusio-
ne con Etihad, ma non a fondo perduto. Le
Poste sono pronte a investire fino a 65 mi-
lioni di euro. Ma non nellattuale azienda
decotta, soltanto in quella nascente con gli
arabi. Se non direttamente nella n ewco
Alitalia-Etihad, almeno in una m i d co,
cio in una scatola societaria in cui ci sa-
ranno Poste e banche creditrici-azioniste.
La scatola avr il 51 per cento della nuova
compagnia e Caio pretende qualche posto
nel Consiglio di amministrazione.
Caio non si sta muovendo come un buro-
crate del parastato, anche se dallo Stato e
non dal mercato trae la sua forza: proprio
ieri lAgcom ha quantificato in in 380,6 mi-
lioni e 327,3 milioni quanto lo Stato deve
alle Poste per il servizio universale
(quello non remunerativo) per gli anni 2011
e 2012. Con questa solidit finanziaria fi-
nalmente certa, il manager pu
comportarsi un po da investitore
industriale un po da fondo di priva-
te equity: mentre Sarmi motivava
linvestimento in Alitalia con impro-
babili sinergie con la minuscola
compagnia aerea postale (la Mi-
stral, fondata da Bud Spencer), Caio
pi ardito. I voli Alitalia possono
servire per scardinare il monopolio
dei privati dal settore dei corrieri. E
visto che le Poste sono soprattutto
un gruppo finanziario, possono ven-
dere per esempio assicurazioni abbinate ai
biglietti (acquistabili negli uffici postali).
Progetti fattibili solo se le Poste entrano
nella parte buona dellazienda, come brac-
cio industriale del governo, invece che limi-
tarsi a fare da cuscinetto per ammortizzare
i danni che - giustamente devono pagare
i soci privati della Cai. Anche perch me-
glio tenersi lontani chilometri dallattuale
Alitalia (bad company di fatto): il capo di
Etihad, James Hogan, ha mandato ieri una
lettera per contestare i conti. Laumento di
capitale da 250 milioni non basta, ne ser-
vono almeno altri 90-100 o lazienda non
avr neppure la liquidit necessaria ad af-
frontare la fusione. I soci, cio soprattutto
le banche (Unicredit e Intesa), devono
spendere ancora prima che parta il salva-
taggio, questa la priorit da affrontare,
pi che il ruolo di Poste che per Etihad non
problematico. Il buco della societ che ha
appena chiuso il 2013 in rosso di 569 mi-
lioni diventa sempre pi una voragine. La
nuova scadenza fissata da Hogan il 31 lu-
glio, cio domani. Caio e il governo hanno
le idee chiare, vediamo se i capitani (e i
banchieri) saranno davvero coraggiosi.
A L I TA L I A
Torna la politica
industriale
(e postale)
MAI PI
COME PRIMA
LE ACCUSE
RECIPROCHE
SOLO
P R O M E SS E
La raffineria di
Gela, l Enrico
Mattei nel 1962
voleva fondare
la promessa di
uno sviluppo
dellindustria in
Sicilia
Ansa
TENTATIVI A VUOTO
Il governatore Rosario Crocetta ha provato a trattenere
lazienda abbassando le royalties, la quota che
le compagnie petrolifere lasciano al territorio, dal 20
al 13 per cento: Non si pu spremere la citt e andarsene
12 MERCOLED 30 LUGLIO 2 01 4 il FATTO ECONOMICO
QUESTIONE DI PRIORIT Dal M5S a Sel, sono tante
le proposte in discussione in Parlamento. Il governo
per ipotizza di estendere il sussidio di disoccupazione
CHE FINE HA FATTO
IL REDDITO MINIMO?
di Salvatore Cannav
U
na prima
prova di
reddito
minimo
potrebbe aversi in Friuli
Venezia Giulia con una
inedita alleanza tra Pd e
Movimento 5 Stelle.
Qualche giorno fa, infat-
ti, la Regione presieduta
dalla vicesegretaria de-
mocratica, Debora Ser-
racchiani, ha approvato
una mozione del M5S
che prevede una speri-
mentazione, dal 2015,
di forme articolate di
sostegno al reddito per
contrastare e prevenire
il fenomeno della pover-
t.
Il caso friuliano, per,
sembra essere davvero
una rarit. Anche la Re-
gione Sicilia sta per ab-
bandonare lidea del
reddito minimo a favore
di un pi tradizionale
supporto alle imprese
che assumono.
E s p e r i m e n to
in salsa friuliana
Il dibattito sul reddito
dunque scomparso dalla
scena politica. Sul piano
parlamentare esiste un
progetto di legge molto
articolato del M5S, pri-
ma firmataria la senatri-
ce Nunzia Catalfo che
prevede listituzione di
un reddito di cittadi-
nanza. Si tratta di venti
articoli, dettagliati, in
cui si stabilisce un prin-
cipio base: nessuno pu
vivere al di sotto di una
soglia di povert. Il red-
dito serve ad arrivare a
questa soglia, indicata in
600 euro netti per una
persona che salgono a
mille euro per una fami-
glia di due, 1300 per tre
persone e cos via. Le ri-
sorse vengono indivi-
duate nei tagli alle pen-
sioni doro, in tagli alla
difesa, al finanziamento
pubblico ai partiti e ai
costi della politica, ma
anche tassando il gioco
dazzardo e destinando a
questo fondo l8 per mil-
le di quanti non specifi-
cano a chi destinarlo.
Laltra proposta stata
presentata da Sel e indi-
vidua le stesse cifre del
M5S da corrispondere,
per, integralmente in-
dipendente dal reddito.
Per quanto riguarda la
copertura si rinvia, pi
generalmente, alla fi -
scalit generale. En-
trambe le proposte, al
momento, giacciono
MPS
York Capital
primo socio
Cambia an-
cora la ss e t -
to azionario
post aumen-
to di capitale
del Montepaschi.
Ieri emerso che il
gestore del rispar-
mio statunitense
York Capital Mana-
gement diventato
il primo socio da-
vanti ai tre pattisti
Fintech, Fondazione
MPS e Btg Pactual.
In questo modo,
potrebbero riaprirsi
i giochi per la com-
posizione del cda
nel 2015.
SIAMO
IN DUE
Una manife-
stazione di la-
voratori greci
per il reddito
minimo garan-
tito. Il Paese el-
lenico lunico
a non averlo,
insieme allIta -
lia La Pre ss e
nelle rispettive commis-
sioni.
Lo cc a s i o n e
del Jobs Act
Lopportunit di una di-
scussione vera potrebbe
essere data dal dibattito
sulla legge delega gover-
nativa in materia di
mercato del lavoro: il
Jobs act. Nella delega, in-
fatti, attualmente in
commissione Lavoro al
Senato, si fa riferimento
a unestensione della
nuova indennit di di-
soccupazione, lAspi,
anche ai lavoratori
co.co.co., sia pure in for-
ma sperimentale e, so-
prattutto, si prevede, al-
la cessazione dellAspi,
leventuale introduzio-
ne di unulteriore pre-
stazione in favore di
soggetti con indicatore
Isee particolarmente ri-
dotto. Insomma, per
chi ha un reddito davve-
ro basso si pu prevede-
re unindennit assi-
stenziale aggiuntiva.
Far fuori la cassa
i n te g ra z i o n e
Il progetto del governo
in realt molto esile.
Oltre a prevedere una
eventuale introduzio-
ne, quindi nessuna cer-
tezza del provvedimen-
to, quando fa riferimen-
to a unestensione di in-
dennit si riferisce al
periodo successivo
allAspi. Significa,
quindi, che per avere un
reddito legato a una si-
tuazione di povert, oc-
corre comunque aver
beneficiato di contributi
sociali. In questo modo
si lasciano fuori coloro
che non hanno mai avu-
to un lavoro regolare e
continuato nel tempo.
La legge, poi, subordina
la corresponsione
dellindennit a un
coinvolgimento del
soggetto in attivit a be-
neficio delle comunit
locali. Una formula che
ricorda lesperienza di-
sastrosa dei Lavoratori
socialmente utili (Lsu),
istituiti nel 1997 e anco-
ra oggi in condizioni di
precariet.
La questione pi delica-
ta, per, rimane quella
dei costi. Anche per que-
sto il testo del governo
cos ambiguo. Renzi e il
MAI FIDARSI Il rapporto di Mediobanca dimostra i danni del risparmio gestito
FONDI COMUNI,
30 ANNI DI FLOP:
VIVA I B OT- P EO P L E !
di Beppe Scienza
A
nche questanno
uscita, in piena
estate, lIndagine sui
fondi e sicav italiani
(1984-2013). Una pon-
derosa pubblicazione
dellufficio studi di Me-
diobanca che dal 1992
sviscera luniverso dei
fondi comuni aperti e
chiusi, fondi pensione
ecc... e delle poche sicav
(simili ai fondi) di di-
ritto italiano. E pure
questanno ne ha certi-
ficato il generale falli-
mento. La ricerca
frutto delliniziativa e
dellimpegno di Fulvio
Coltorti. Un economi-
sta indipendente? Era
dipendente del gruppo
Mediobanca, per de-
cenni responsabile
dellarea studi. Ma era
ed onesto e compe-
tente. La pubblicazione
una miniera di dati
interessanti. Per co-
minciare il confronto
aggiornato fra investi-
mento in Bot e in fondi
comuni italiani, a par-
tire dalla loro nascita
nel 1984. La perfor-
mance dei titoli del Te-
soro straccia quella dei
fondi: 100 euro sono
diventati 592 a fine
2013 se tenuti in Bot,
ma mediamente solo
491 se in fondi comuni.
Ci fa giustizia di tutte
le frottole raccontate da
banche e venditori por-
ta a porta, che per de-
cenni hanno chiamato
beffardamente
Bot-people i risparmia-
tori italiani che non vo-
levano affidarsi a stru-
menti dinvestimento
pi evoluti. Cio ap-
punto ai fondi comuni,
studiati per raschiargli
via pi soldi possibile.
LA RICERCAusa espres-
sioni molto dure: Una
distruzione di valore pa-
ri a circa 86 miliardi di
euro nellultimo quindi-
cennio, lindustria dei
fondi continua a rappre-
sentare un apporto di-
struttivo di ricchezza per
leconomia del Paese,
tenendo conto del pre-
mio al rischio la distru-
zione di valore [...] au-
menta a 155 miliardi.
Una sottrazione di ric-
chezza che dura dal
1984: quattrini portati
via ai risparmiatori ita-
liani e finiti nella tasche
di venditori, gestori, in-
termediari, pseudo-con-
sulenti, quella realt pa-
rassitaria che va sotto il
nome di risparmio ge-
stito.
I danni arrecati ai ri-
sparmiatori italiani so-
no molto maggiori di
come appare dallo stu-
dio di Mediobanca. Es-
so infatti esamina i fon-
di di diritto italiano. Ma
da anni lindustria del
RECIDIVI
Negli ultimi 15 anni
i professionisti degli investimenti
hanno causato una distruzione
di valore pari a circa 86 miliardi
di euro, ma gli italiani
continuano a farsi imbrogliare
CATIA BASTIOLI
La doppia vita
di Madame Terna
I
l suo nome, un po a sorpresa, finito nellin -
fornata di presidentesse che il governo Renzi
ha scelto per le societ pubbliche ad aprile. Ma
Catia Bastioli, classe 1957, ora ai vertici di Terna,
anche una manager operativa. La sua nomina
alla presidenza della societ controllata al 29,85
per cento dalla Cassa depositi e prestiti non le ha
impedito di restare alla guida del gruppo della
chimica con base a Novara, Novamont, di cui
amministratore delegato. Novamont ha archi-
viato il bilancio del 2013, appena depositato in
Camera di commercio, con un utile consolidato
di soli 103mila euro, a fronte di ricavi di 136,6
milioni, meglio comunque della perdita di 5,75
milioni dellesercizio precedente (con un fattu-
rato di 135,4 milioni). A
livello civilistico, consi-
derando cio landa -
mento della capogrup-
po al netto di quello
delle controllate, i pro-
fitti 2013 salgono a 3
milioni, contro la per-
dita di quasi 4 nel 2012.
Secondo quanto deci-
so dallassemblea de-
gli azionisti, i 3 milioni
di utili civilistici saran-
no destinati soprattut-
to, per 2,7 milioni, a
rafforzare le riserve so-
cietarie mentre appe-
na 300mila euro sono
stati distribuiti a giu-
gno come dividendi.
Beneficiaria in primis
la Mater Bi spa, che controlla Novamont al 75 per
cento ed a sua volta partecipata da Intesa San-
paolo (che cos in portafoglio il 25,5 del gruppo
della chimica) e da Investitori Associati, il fondo
di private equity capitanato da Dario Cossutta,
figlio di Armando, tra i fondatori di Rifondazione
comunista. Ma il mini dividendo andr anche a
una societ dellEni, Versalis, che da gennaio
2013 salita al 25 per cento del gruppo guidato
dalla Bastioli. Novamont e Versalis erano gi
azioniste alla pari di Matrca, societ che si oc-
cupa della riconversione del sito chimico di Porto
Torres in una bioraffineria. La neo presidentessa
di Terna ha preferito non abbandonare nemme-
no Matrca, di cui ad. Quando c di mezzo Ren-
zi, sempre meglio avere un piano B.
Margherita Barbero
risparmio gestito ha
messo in atto un arti-
fizio per avere le mani
pi libere e addebitare
costi maggiori ai propri
sfortunati clienti: ha
trasferito in misura
massiccia la gestione
allestero, soprattutto in
Lussemburgo e Irlanda,
ricorrendo ai fondi
estero-vestiti o roun-
dtrip. Tale manovra ha
peggiorato la gi scarsa
trasparenza nella ge-
stione. Con questi fondi
diventa praticamente
impossibile individuare
malversazioni e illeciti,
anche per la magistra-
tura italiana.
A ci si aggiunge la pos-
sibilit di applicare
commissioni ancora
pi esose di quelle dei
fondi di diritto italiano,
dove comunque la ri-
cerca di Mediobanca
evidenza uno spavento-
so 2,9 per cento annuo
medio per quelli azio-
nari.
Opacit maggiore, con-
trolli quasi inesistenti,
Infografica di Pierpaolo Balani
Catia Bastioli Ansa
13 30 LUGLIO 2 01 4 12 MERCOLED 30 LUGLIO 2 01 4 il FATTO ECONOMICO
liberamente disponibili
sul sito www.mbres.it.
LE IMPLICAZIONI pra -
tiche sono molto sem-
plici. Visti gli effetti de-
leteri della cosiddetta
gestione professionale
del risparmio, bene
disinvestire senza indu-
gio i fondi eventual-
mente posseduti e so-
prattutto non mettervi
soldi.
Invece molti rispar-
miatori non hanno re-
sistito alle sollecitazio-
ni in tal senso. Come
infatti riporta Medio-
banca, per i fondi ita-
liani la raccolta netta
stata positiva nel 2013
dopo nove anni in ros-
so: dal 2003 le sotto-
scrizioni dei fondi non
superavano i riscatti.
La qualit della gestio-
ne forse migliorata?
No, come dimostrano i
confronti di Medio-
banca. Il recente suc-
cesso dei fondi si basa
sulla facilit con cui
possibile ingannare i ri-
sparmiatori dopo alcu-
ni mesi di salita delle
quotazioni di Borsa,
anche se dovute al re-
cupero di perdite pre-
cedenti. Gli si mostra
infatti il risultato
dellultimo anno, com-
mentandolo con frasi
truffaldine del tipo il
nostro fondo obbliga-
zionario rende il 5 per
cento, i Bot meno dell1
per cento (limbroglio
che non rende,
bens ha reso). Ine-
vitabile che molti si
lascino ingannare.
Twitter @beppescienza
www.beppescienza.it
FRANCO POLOTTI La famiglia Ubi
e il banchiere che finanzia se stesso
I
l presidente, gli affari e i soldi della
banca: Franco Polotti, ex presidente
del Banco di Brescia e attuale presiden-
te del consiglio di gestione di Ubi, ha
ottenuto dal suo istituto un fiume di fi-
nanziamenti, anche a rischio. Mentre
continuano le indagini giudiziarie su
Ubi, proseguono anche le guerre sot-
terranee e la diffusione di veleni tra le
diverse fa m i g l i e che convivono sotto
il tetto dellistituto. Coinvolte anche fa-
miglie vere e proprie, visti i figli di che
hanno trovato posto sotto quel tetto.
Matteo Zanetti (figlio di Emilio, per 28
anni presidente della Popolare di Ber-
gamo e poi presidente del consiglio di
gestione di Ubi) da marzo nel cda del-
la Popolare di Bergamo. Francesca Ba-
zoli (figlia di Giovanni, presidente del
consiglio di sorveglianza di Intesa San-
paolo) siede nel cda del Banco di Bre-
scia. Cristina Faissola (figlia di Corrado,
presidente del consiglio di sorveglian-
za di Ubi) nel cda della controllata
Banca Regionale Europea. Ora Matteo
Zanetti ha risolto un suo possibile con-
flitto dinteressi dando le dimissioni dal
cda di Futurimpresa Sgr, societ delle
Camere di commercio di Milano, Bre-
scia, Bergamo e Como. per stato per
un anno nel cda della Popolare Com-
mercio e Industria (altro istituto del
gruppo Ubi), eppure non si sentito in
conflitto. La sensibilit pu variare.
Anche quella di Franco Polotti. gi
sotto inchiesta per 16 milioni del Banco
di Brescia finiti a una coop per costruire
su terreni di una sua societ, la Interim.
Ora dalle carte della banca emergono
altri finanziamenti milionari per le sue
attivit economiche. Polotti attivo nel
settore immobiliare (Marbea, Interim,
Broseta...) e nel settore della cc i a i o
(Ori Martin, Mtm, Trafilati Martin, Si-
derurgica Latina, AomRottami, Strand
Tech Martin...). Queste hanno ottenuto
ben 104,6 milioni di euro (di cui 17,8 uti-
lizzati), mentre il ramo immobiliare ha
ottenuto 64 milioni (di cui 42 utilizza-
ti). Se alcune delle societ di Polotti
stanno bene di salute (Marbea ha ra-
ting 2), altre sono pi a rischio (rating 7
per Interim e Broseta). Nessun credito
per iscritto in sofferenza. Niente di
strano, dicono in Ubi. Anche un presi-
dente ha i suoi affari.
PROBLEMA DI COSTI
Nessun progetto assicura
coperture certe. Quello
dellesecutivo molto esile:
una (piccola) indennit solo
per chi ha avuto un lavoro
regolare, tagliando fuori i precari
ministro Poletti, in real-
t, puntano a riorganiz-
zare lintero sistema de-
gli ammortizzatori so-
ciali, riducendo in parte
la cassa integrazione e
rivedendo le prestazioni
sociali che oggi vengono
assicurate ai disoccupati
per generare risorse da
destinare a un amplia-
mento dellAspi. Ma
non fanno riferimento
alle risorse.
Costa troppo oppure
unoppor tunit?
Il costo di un reddito mi-
nimo o di cittadinanza
stato stimato, da studio-
si come Tito Boeri e Ro-
berto Perotti, in 15-17
miliardi. Una cifra mol-
to alta ma non impossi-
bile se si pensa che la
corresponsione degli 80
euro costa circa 10 mi-
liardi. I soldi si possono
anche trovare, il proble-
ma se il tema del red-
dito di cittadinanza vie-
ne individuato come so-
luzione positiva per
leconomia in generale.
Ne convinto, ad esem-
pio Giovanni Perazzoli,
autore del libro Contro la
miseria (Laterza) in cui
dimostra i benefici eco-
nomici di un provvedi-
mento che non a caso
nato nella liberale In-
ghilterra con le misure
decise nel 1948 da Wil-
liam Beveridge e che
sorregge quasi tutti i
paesi europei. Su questo
obiettivo, la rete italiana
per il reddito, Basic Inco-
me Network (Bin) ha av-
viato da tempo una
campagna europea da
cui nata la rete Ubie
(Unconditional basic inco-
me in Europe) che ha gi
lanciato una nuova ini-
ziativa per il 2015. In at-
tesa di Renzi.
GUERRE Il premier non ha mai spiegato perch vuole
tagliare gli enti. Ma quello che chiede Confindustria
CAMERE DI COMMERCIO,
I NUOVI NEMICI DI RENZI
di Stefano Feltri
M
olti nemi-
ci, moto
onore. Ma
dipende
anche dalla guerra che si
combatte: Matteo Renzi
si infilato in una crocia-
ta contro le Camere di
commercio che gli sta
procurando pochi bene-
fici in termini di consen-
so e molti nemici. Giusto
per dare unidea del cli-
ma, ecco un passaggio
della relazione su Fisca -
lit e crescita economi-
ca presentata ieri dalla
Confcommercio: be-
ne chiarire che per i con-
sumi le aspettative favo-
revoli per la seconda
parte dellanno sono in-
dotte esclusivamente dal
permanere sui massimi
storici del clima di fidu-
cia delle famiglie, tutto
determinato dalleffetto
Renzi pi 80 euro. Ma
nulla si visto in concre-
to (ancora). Morale:
previsione di crescita per
il 2015 a +0,9, molto sot-
to l1,3 stimato dal go-
verno. Renzi non anda-
to allassemblea di Con-
fcommercio, neppure il
ministro dellEconomia
Pier Carlo Padoan, che
ha lasciato spazio al suo
vice Enrico Morando.
Non avrebbero trovato
una platea bendisposta,
colpa della guerra alle
Camere di Commercio.
R I A SS U N TO delle pun-
tate precedenti: il gover-
no Renzi decide di di-
mezzare i diritti came-
rali che le imprese paga-
no alle Camere - enti
pubblici - in cambio di
servizi di promozione e
assistenza. Una grossa
parte dei soldi serve a pa-
gare stipendi, anche lau-
ti, dei dipendenti e a fi-
nanziare iniziative sul
territorio poco econo-
miche e molto politiche.
Il decreto legge sulla
pubblica amministra-
zione, in discussione alla
Camera, prevedeva un
taglio drastico dei diritti
camerali del 50 per cen-
to, con un risparmio me-
dio per impresa (dice
Unioncamere, lassocia -
zione di categoria) di 5,2
euro al mese per le im-
prese medio-grandi, la
met per quelle piccole.
Uninezia, ma con gran-
de impatto: stanno sal-
tando finanziamenti e
sponsorizzazioni, fiere e
iniziative di promozione
di prodotti locali, a ri-
schio contributi per enti
come la Scala a Milano o
la Festa del Cinema a Ro-
ma.
Nellultima formulazio-
ne il taglio pi graduale,
spalmato su tre anni, ma
lintento resta lo stesso:
ridimensionare le came-
re di commercio, che pe-
r potranno tagliare i
servizi ma non i dipen-
denti. E, profezia che si
autoavvera, a quel punto
s che diventeranno dav-
vero gli enti inutili de-
nunciati dal premier,
perch non saranno pi
in grado di supportare le
imprese ma solo di man-
tenere i dipendenti.
MENTRE IL MINISTRO
Andrea Orlando, per fa-
re un esempio, sta pro-
vando a fare una riforma
della giustizia civile con-
sultando tutte le catego-
rie e coinvolgendo anche
mondi diversi, dalle im-
prese ai giornali, Renzi
usa laccetta senza aver
mai neppure spiegato
perch vuole demolire le
Camere di commercio.
Si trova cos protagoni-
sta, forse inconsapevole,
di una battaglia tra asso-
ciazioni: da quando i
presidenti delle Camere
di commercio sono eletti
dal territorio e non pi
nominati dal governo,
cio dal 1993, la Con-
fcommercio ne esprime
pi della Confindustria.
E questo agli industriali
deve bruciare molto, vi-
sto che il loro presidente
Giorgio Squinzi ha scrit-
to il 7 aprile scorso al pre-
mier una lettera per dare
conto della profonda
insoddisfazione nei con-
fronti delle attivit svolte
dalle Camere di com-
mercio, con specifico
riferimento alla cre -
scente conflittualit col-
legata ai rinnovi della go-
vernance. Suggerimenti
di Squinzi: contenimen-
to dei costi - e quindi ri-
duzione dei diritti came-
rali - e definitivo supe-
ramento del sistema ca-
merale spostando altro-
ve funzioni fondamenta-
li come il registro delle
imprese (cio la banca
dati su bilanci e notizie
rilevanti sulle aziende).
MORALE: in mancanza
di motivazioni migliori,
per ora non fornite, Ren-
zi sta massacrando le Ca-
mere di commercio per
fare un favore alla Con-
findustria (che, guarda
caso, ha espresso uno dei
ministri del governo, Fe-
derica Guidi allo Svilup-
po) in una faida tra quel-
le associazioni di catego-
ria da cui il premier a pa-
role vuole tenersi lonta-
nissimo. Gioco pericolo-
so: alla fine il responso
sullesito delloperazione
80 euro (vedremo i dati
sui consumi di luglio) lo
dar lIstat, listituto di
statistica, ma anche la
Confcommercio di Car-
lo Sangalli. Assai meno
renziana di prima dopo
lintervento sulle Came-
re di commercio.
592
E U RO
DAL 1984
491
E U RO
DAL 1984
commissioni pi pe-
santi conducono inevi-
tabilmente a minus di
gestione ancora pi
gravi. Quindi indub-
bio che nel complesso
ai risparmiatori italiani
sia andata ancora peg-
gio di come appare
dallanalisi di Medio-
banca, essendo ormai
allestero il 58 per cen-
to dei patrimoni dei
fondi comuni aperti se-
guiti dai gestori italia-
ni. Ma la ricerca di
Mediobanca riporta
anche altre analisi, tutte
INVESTIRE 100 EURO
Chi ha investito 100 euro nel 1984
in fondi ora ne ha 491, chi li ha
messi in Bot ne ha 592
Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli Ansa
di Gianni Barbacetto
Fran c o
Polotti
S i n te s i
Vi s i va
14 30 LUGLIO 2 01 4 il FATTO ECONOMICO
calcolabile numero di crisi economi-
che e finanziarie (dallArgentina alla
Grecia, dallIndonesia allEcuador)
provocate dalla spesa pubblica fuori
controllo, per capire che lunico mol-
tiplicatore quello delle clientele elet-
torali e dei debiti che zavorrano il fu-
turo delle nuove generazioni.
Per sincerarsene basta un banale conto
della serva. Se il moltiplicatore della
spesa pubblica fosse quella panacea
tramandata dai rituali sciamani spac-
ciati per modelli macroeconomici,
allaumentare del deficit pubblico si as-
sisterebbe a una crescita esplosiva del
Pil e di conseguenza al rapido riassor-
bimento del debito dello Stato. In par-
ticolare, sarebbe quasi impossibile un
debito pubblico in costante ascesa in
rapporto al Pil.
Immaginate un governo senza debiti,
che dal pareggio di bilancio passasse,
da un anno allaltro, a un deficit del
10% del Pil (finanziato con cambiali
chiamate pudicamente titoli di stato).
Immaginate che il moltiplicatore di-
spiegasse i suoi mirabolanti effetti nel
corso di due anni e i beneficiati dalla
munificenza pubblica (destinati allo
scavo di buche inutili) ne spendessero
il 70% (risparmiando il resto). Il Pil in
due anni aumenterebbe cumulativa-
mente del 30% (in termini reali). Ipo-
tizzando un interesse reale del 5% sul
debito pubblico e una tassazione media
(viva lottimismo) del 33% del Pil (Ipef,
Iva e gabelle varie) in due anni il debito
(compresi gli interessi) verrebbe azze-
rato, anzi si produrrebbe un piccolo
avanzo di bilancio. Per inciso, se i be-
neficiati ne spendessero l80% il Pil au-
menterebbe del 50% eclissando persi-
no la performance evangelica. Per
esempio gli 80 euro renziani (ancora
senza copertura strutturale) secondo
questi calcoli dovrebbero produrre un
effetto sul Pil come minimo di 240 eu-
ro. Fenomeni di tale portata non si so-
no mai riscontrati nella storia
dellumanit. Non si hanno notizie di
debito pubblico velocemente riassor-
bito grazie allo stimolo messo in moto
dalla spesa pubblica. N si conoscono
casi di debito pubblico che sale e in se-
guito scende in modo ordinato, senza
misure fiscali correttive. Al contrario,
in Italia, come nel resto del globo,
allaumentare del deficit pubblico, il
debito pubblico rispetto al Pil ricorda
Nibali sui Pirenei rispetto al gruppo.
Le derive complottiste
dei novelli stampatori
La versione pi allucinata del moltipli-
catore prevede che il deficit non venga
finanziato con cambiali, ma con la
stampa di moneta ad libitum. Qui en-
triamo nel tragicomico mondo della
Modern Monetary Theory (MMT) che
costituisce la variante estrema delle
corbellerie no euro, secondo le quali la
svalutazione permanente sarebbe la
chiave di volta di uneconomia fioren-
te. La MMT non si limita alla modesta
cifra di 11mila lire, ma propugna ban-
conote costellate di cifre a profusione.
Lo sviluppo, secondo questo metodo
Stamina della politica economica sa-
rebbe faccenda oltremodo banale. In-
vece di infrastrutture, fabbriche, servi-
zi legali, istruzione, trasporti, ricerca,
sanit e via dicendo, leconomia si
manderebbe avanti con lenzuolate di
carta moneta distribuite come grandi-
ne. Ogni deficit pubblico si ripianereb-
be con foglietti colorati e quindi non
esisterebbe motivo alcuno per lavora-
re, tranne che per gli impiegati della
Zecca. Ma per non oberare questi mal-
capitati, basterebbe dare a ogni italiano
(e anche a ogni immigrato) una stam-
pante e una congrua dotazione di carta
filigranata, in modo che quando occor-
rono soldi li si possa produrre como-
damente in tinello magari mentre si
guarda beati La Gabbia su La7. Alter-
nativamente il governo potrebbe di-
stribuire una carta di credito senza li-
mite di spesa e senza obbligo di rim-
borso. Se ne occuperebbero in automa-
tico da via XX settembre senza fiatare.
Insomma la MMT la versione pi
strampalata del Paese dei Balocchi, che
si incastra con una congerie di teorie
complottistiche volte a spiegare come
poteri occulti blocchino questo favo-
loso portento.
Ma se la MMT funzionasse come mai i
governanti di tutto il mondo sarebbero
cos masochisti da non adottarla? An-
che escludendo i governanti di Stati
Uniti e paesi occidentali, notoriamente
sotto lo schiaffo del Bilderberg, i leader
cubani, iraniani, bielorussi, ecuadore-
gni, nicaraguensi, nordcoreani si com-
portano da dementi ostinandosi a non
stampare moneta a rotta di collo e ren-
dere i loro popoli prosperi e felici im-
partendo al tempo stesso uno smacco
epocale ai loro nemici. Rimane solo un
faro di civilt che illuminer la strada
della Verit e del Progresso ai popoli:
lArgentina.
*capo economista
del fondo sovrano dellOman
RENZI Le riforme e lequivoco del Pil spagnolo
di Marco Ponti
L
a questione di Sea Handling riguarda una
multa di circa 360 milioni di euro per i n-
debiti aiuti di Stato versati a questa societ per
i servizi bagagli dellazienda aeroportuale mi-
lanese (a maggioranza pubblica) per risanare
una voragine di perdite. Operazione evidente-
mente contro ogni principio di concorrenza. I
servizi aeroportuali sono stati infatti da anni
liberalizzati. Questa vicenda sempre trattata
dai media del punto di vista del conflitto
Sea-Commissione europea, che ha comminato
la multa. Ma vi un altro aspetto pi rilevante.
Immaginiamo che Sea vinca la partita con la
Co m m i ss i o n e .
Glielo augu-
riamo, anche
se il fatto che
la Commissio-
ne abbia ricor-
so anche sul
recente versa-
mento di 25
milioni, non
n o cc i o l i n e ,
per finanziare
una nuova societ costituita in sostituzione del-
la precedente per evitare di pagare la multa fa
pensare a una ridotta propensione di Sea ad
aprire lhandling (i servizi di terra) al mercato e
alla concorrenza.
Se Sea vince contro la Commissione e il tri-
bunale di Strasburgo senza dover pagare i 425
milioni della sanzione (aumentati dai 360 ini-
ziali a causa degli interessi), ci pu significare,
per la normativa europea, solo che la vecchia
societ estinta senza alcuna continuit con la
nuova, cio davvero fallita. Ma allora i 360
milioni di euro pubblici, cio nostri, sono stati
buttati dalla finestra e mai saranno recuperati.
Non si configura un caso di colossale danno
erariale, degno di un intervento della Corte dei
Conti? E chi risponder politicamente per quel-
la erogazione indebita di sussidi? La m m i n i s t ra-
zione attuale non probabilmente responsa-
bile, ma forse non era opportuno che il sindaco
di Milano, azionista principale di Sea, la Regione
Lombardia e il ministro dei Trasporti abbiano
continuato a incolpare di persecuzione la Com-
missione Ue. Suona un po troppo una denuncia
di inique sanzioni di mussoliniana memoria,
come per le quote latte. Ovviamente uno sce-
nario economico e politico ancora pi intolle-
rabile si presenterebbe poi se Sea perdesse la
causa. Ma a questo non vogliamo per ora nep-
pure pensare.
di Marco Palombi
C UN EQUIVOCO che si
aggira per lEuropa: la
crescita spagnola. Anche
Matteo Renzi - dopo il
+0,5% stimato per il Pil
iberico nel secondo trime-
stre (+1,3% la previsione
sullanno) - sostiene: La
Spagna che ha fatto le ri-
forme avanti a noi. E tut-
ti in coro: incassa il divi-
dendo delle riforme. Messo
in chiaro che quando si
parla di riforme si sta in ge-
nere parlando di quelle del
lavoro e in particolare di
quelle che consentono li-
cenziamenti pi facili e una
generale riduzione della
quota salari, andrebbe al-
meno chiarito che la Spa-
gna queste cose le ha fatte
oltre due anni fa, due anni
nei quali ha continuato a
vedere il suo Pil contrarsi e
i suoi disoccupati aumen-
tare alla stratosferica per-
centuale del 26%. La Spa-
gna, per, resta un model-
lo, quello che piace a Bru-
xelles e alla destra qualun-
que nome si dia: la svaluta-
zione interna che risponde
allimpossibilit di svaluta-
re la moneta nellE u rozo n a .
curioso notare intanto
che, allinizio di luglio, Paul
De Grauwe della London
School of Economics (su
Voxeu) parlasse della
traiettoria esplosiva su
cui si trova il debito pubbli-
co spagnolo, passato dal
40 al 100% del Pil in pochi
anni. Strano modello per i
sostenitori del rigore. Lal-
tro dato che raramente vie-
ne ricordato nelle cc i t a z i o -
ne collettiva per le riforme
che la Spagna, da un paio
danni, se ne frega dei vin-
coli europei (come la Fran-
cia e entrambe hanno avu-
to la deroga dalla Com-
missione): il suo rapporto
deficit/Pil nel 2013 s at-
testato al 6,5%, questanno
sar al 7%. Madrid sta fa-
cendo esattamente quello
che in Italia indicibile: sti-
molare la crescita in deficit.
Questo viene confermato
dai dati scomposti della
crescita del Pil nel primo
trimestre di questanno:
quel +0,4% fu in larga par-
te ottenuto grazie alla cre-
scita della domanda delle
Pubbliche amministrazioni
(uno spettacoloso +4,4%),
mentre le esportazioni ri-
sultavano in calo (dalle sti-
me preliminari ora sembre-
rebbero, per, in territorio
positivo). Un dato che si ri-
flette anche nelle recenti
statistiche sulla u m e n to
degli occupati (quasi sem-
pre a termine), spesso cita-
te come segnale della ri-
p re s a spagnola: ebbene la
parte del leone la sta fa-
cendo il settore dei servizi,
turismo in particolare,
mentre ancora languono
industria e agricoltura. Si-
curi di volere il modello
s p a g n o l o?
di Fabio Scacciavillani*
S
doganato da trovate ec-
celse come la banconota
da 11mila lire, in Italia
lingegno miracolistico
in politica economica
alimenta una variante
dellavanspettacolo con malcelate
aspirazioni colte. Anzi, dal mito del sa-
lario come variabile indipendente (la
versione sindacale della biblica manna
dal cielo), allevergreen della politica
industriale (in virt della quale statisti
del calibro di Tremonti, Galan, Formi-
goni, Gasparri, Penati&Bersani, Clini
o Vendola indirizzerebbero le risorse
pubbliche e private), oggi le salumerie
che dispensano prosciutto da bulbo
oculare, si piccano di impartire appro-
fondimenti televisivi. In questo campo
il San Daniele sagacemente stagionato
rappresentato dalla mistica della spe-
sa pubblica e il relativo Sacro Graal del
cosiddetto moltiplicatore keynesiano
(appellativo atto a evocare i pani e i pe-
sci evangelici). Basterebbe citare lin -
IL PREMIER E LA CURA CHOC,
MA SENZA COPERTURE
R ACCO N TA N O
BA L L E
4 3
MILIARDI
DE STINATI
AD APRIRE
I CANTIERI
DAL PRIMO SETTEMBRE sare -
mo pronti a partire con 43 miliar-
di pompati alle infrastrutture,
unangioplastica delle co n o m i a
ha spiegato Matteo Renzi la scor-
sa settimana. Da allora si aperta
la caccia dei giornalisti economici
alla fonte dei dati. Chiamate a
sottosegretari, tecnici e portavo-
ce: nulla da fare. Forse, il totale
dei cantieri da sbloccare segnalati
dai sindaci al governo. Da dove il
prenderebbe il premier? Non dal-
la flessibilit (lUe non accette-
rebbe di scorporare dal Deficit 3
punti di Pil, e la spesa per investi-
menti al minimo storico). Si par-
la di 30 miliardi del Fondo svilup-
po e coesione (ma servono - se ci
sono - a cofinanziare i fondi euro-
pei) e di fondi Ue (che per non di-
pendono da Renzi). Nello Sbloc -
ca Italia ci sono s o l o 4,5 miliar-
di, pi 3,7 (in 6 anni) per i cantieri.
SEA HANDLING
Chi pagher il buco
da 360 milioni?
Crisi, la spesa pubblica
non produce miracoli
UTOPIE KEYNESIANE Indebitarsi o stampare moneta non
la ricetta giusta. Argentina e Grecia insegnano che i deficit
fuori controllo alimentano clientele e zavorrano il futuro
Lo scalo di Malpensa Ansa
Illustrazione di Roberto La Forgia
15 il Fatto Quotidiano MERCOLED 30 LUGLIO 2 01 4
Pa l e r m o,
la Madonna si ferma
davanti al boss
DOMENICA SCORSA, verso le 19, in via
Ponticello, a Palermo, la vara dorata della
madonna del Carmine ha fatto linchino
davanti allagenzia di pompe funebri della
famiglia del capomafia Alessandro
DAmbrogio. La notizia stata diffusa ieri
da Re p u b b l i ca .
Il boss di Cosa Nostra rinchiuso nel car-
cere di Novara in regime di 41 bis con lac-
cusa di aver riorganizzato la mafia di Pa-
lermo, di reato di estorsione e di traffico
di droga. Davanti allagenzia di pompe fu-
nebri, dove DAmbrogio riuniva quelli del
suo clan, aspettavano larrivo della Ma-
donna i tre fratelli del padrino. Lo rd i n e
della sosta di fronte al covo del boss
partito da un uomo di mezza et che in-
dossava la divisa della confraternita di
Maria Santissima del Monte del Carme-
lo, che ha gridato: Fe r m a tev i . Lepisodio
segue linchino della Madonna a Oppido
Mamertina, in provincia di Reggio Cala-
bria, davanti la casa di Giuseppe Maz-
zagatti, capo clan della n d ra n g h e t a .
di Alex Corlazzoli
A
settembre, gli in-
segnanti delle
scuole comunali
di Verona, torne-
ranno in classe controllati
dallamministrazione: i pro-
getti, gli spettacoli e i giochi
volti alleducazione sessuale e
affettiva, non dovranno par-
lare di omosessualit. I mae-
stri che si permetteranno di
raccontare fiabe o letture che
violano il primato della fa-
miglia naturale potranno es-
sere segnalati dai colleghi o da
altri genitori.
LA PROPOSTA, approvata
con 17 voti favorevoli e 12
contrari dal consiglio comu-
nale guidato dal sindaco Fla-
vio Tosi, arrivata dal con-
sigliere Alberto Zelger che ha
presentato un ordine del gior-
no con oggetto Famiglia,
educazione, libert di espres-
sione. Dopo ore di dibattito,
lassemblea consiliare, ha det-
to s alliniziativa che invita il
sindaco e la giunta a vigilare
affinch nelle scuole di com-
petenza comunale, venga data
unadeguata informazione
preventiva ai genitori sul con-
tenuto dei progetti deduca -
zione allaffettivit e alla ses-
sualit, come pure sugli spet-
tacoli e sugli eventi ludici, che
vengono proposti ai loro fi-
gli. Ma non solo. Zelger, con-
vinto che la crescente intol-
leranza di alcune frange estre-
miste contro chi sostiene il
primato della famiglia natu-
rale esige una ferma presa di
posizione degli organi rappre-
sentativi, ha chiesto a Tosi e
alla sua giunta di delegare al
coordinamento servizi educa-
tivi del Comune lonere della
raccolta delle segnalazioni dei
genitori e degli insegnanti sui
progetti di educazione allaf -
fettivit e alla sessualit, che
risultino in contrasto con i lo-
ro principi morali e religio-
si.
A Palazzo Barbieri dovranno
organizzarsi perch lordine
del giorno prevede anche la
predisposizione di uno stru-
mento di raccolta delle segna-
lazioni con apposito spazio sul
portale del Comune ed even-
tualmente un numero verde.
Una difesa a spada tratta nei
confronti della famiglia natu-
rale, come la chiama Zelger,
vittima di unaggressione
culturale scrive nellordine
del giorno il consigliere della
Lista Tosi senza precedenti,
che vorrebbe equipararla alle
LORDINE
I maestri che violeranno
il primato della famiglia
n a t u ra l e d u ra n te
le lezioni, potranno
essere segnalati
da colleghi o genitori
La giunta Tosi ap p r ova
linquisizione gay a scuola
IL COMUNE DI VERONA D IL VIA LIBERA A UN OSS E RVATO R I O , CON EVENTUALE NUMERO
VERDE, PER DENUNCIARE GLI INSEGNANTI CHE EDUCANO ALLAFFETTIVIT OMOSESSUALE
UN GIORNO IN ITALIA
unioni di persone dello stesso
sesso, riconoscendo loro il di-
ritto alladozione e alla pro -
duzione di bambini con lute -
ro in affitto. Unaggressione
culturale che arriva a minac-
ciare persino i giornalisti, a
condizionare gli insegnanti
nel loro ruolo educativo, a in-
dottrinare i bambini con spet-
tacoli e opuscoli tendenziosi, a
proporre la galera per chi di-
chiara di preferire lunione tra
un uomo e una donna. Pron-
ta la reazione delle associazio-
ni e dei gruppi lgbt (lesbiche,
gay, bisessuali e transgender)
e laici veronesi che in un co-
municato hanno definito lor -
dine del giorno omo tran -
sfobico: Come 19 anni fa,
quando il 14 luglio 1995, fu-
rono approvate le ormai fa-
mose mozioni omofobe, an-
che stavolta noi gay, lesbiche,
bisessuali e trans usciamo
sconfitti dallaula del consiglio
veronese.
Sul piede di guerra anche il
coordinatore veronese
dellUnione atei e agnostici
razionalisti. Pi lieve il parere
della presidente dellAssocia -
zione Genitori del Veneto,
Chiara Crivelli, che risiede
proprio a Verona: Non sono
daccordo sulle crociate! Cre-
do, tuttavia, che sia opportu-
no che noi genitori riflettiamo
sui contenuti che hanno i pro-
getti di educazione alla ses-
sualit a scuola. E per il se-
gretario provinciale del Pd,
Alessio Albertini si tratta solo
di una boutade fatta da
unamministrazione in diffi-
colt.
Una manifestazione contro lo m o fo b i a Ansa
16 MERCOLED 30 LUGLIO 2014 il Fatto Quotidiano ALTRI MONDI
di Cosimo Caridi
Striscia di Gaza
I
l crocchio degli ado-
lescenti gioca in un
angolo del cortile. Un
piccolo avvallamento
del terreno e un buco
nellasfalto si trasformano
nel circuito per le biglie di
vetro, non ce ne sono molte,
ma il ritmo frenetico. Le
abbiamo trovate qui spiega
il pi intraprendente del
gruppo a casa ne avevo
molte di pi, ma siamo scap-
pati prima di aver il tempo di
prenderle. Essam, 12 anni,
il terzo di sette fratelli, da lu-
ned 21 ospitato, con tutta
la famiglia, negli edifici di
pietre bianche della chiesa
greco-ortodossa di San Por-
firio a Gaza. Abitavamo a
Sheyiaja, ma siamo dovuti
andare via racconta ancora
Essam con lorgoglio di chi
sa di aver agito da adulto -.
Siamo venuti fin qui a piedi,
di notte. Ho portato mio fra-
tello Aiman in braccio, per-
ch piangeva per le bom-
be.
LA CHIESA ORTODOSSA,
guidata dal vescovo Alexios,
ha iniziato ad accogliere gli
sfollati allinizio dellopera -
zione di terra dellesercito
israeliano. Prima seicento
persone, oggi oltre mille,
hanno trovato rifugio nei sa-
loni della parrocchia. Qui
accanto c una moschea,
condividiamo persino un
muro. Assieme allImam ab-
biamo deciso che non pote-
vamo far altro che aprire le
nostre porte. Larcivescovo
Alexios parla veloce mentre
tenta di svincolarsi dalla pre-
sa continua dei centinaia di
bambini che sciamano per il
cortile. Latmosfera e i giochi
sembrano quasi quella di
una colonia estiva, che si sta
LINFERNO IN TERRA
Loffensiva non si
ferma, cento morti solo
nella giornata di ieri
uccisi pure dieci soldati
israeliani. Hamas
smentisce la tregua
di Laetitia Mchaly
M
entre il conflitto tra Israele e Hamas con-
tinua nell Striscia di Gaza in modo dram-
matico, aumenta sempre pi il numero di per-
sonaggi dello spettacolo che si schierano con di-
chiarazioni o frasi sui social network.
Zayn Malik, uno dei componenti della band po-
polare One Direction, ha postato su twitter un
messaggio di sostegno in favore del popolo pa-
lestinese ai suoi 13 milioni di follower, con lha-
shtag # Fre e Pa l e st i n e ; 145 mila persone hanno
condiviso la dichiarazione, e altrettante hanno
insultato lidolo di tantissime ragazzine di tutto il
mondo, che ha ricevuto anche
minacce di morte. La reazione
di una sua fan da Tel Aviv em-
blematica: Tu hai molti fan
anche in Israele. Sono scioccata
dal fatto che uno dei miei idoli
voglia vedermi morta.
Anche la cantante americana
Rihanna, appoggia il popolo
palestinese, twittando #Free-
Palestine. Anche in questo caso
valanga di insulti oppure soste-
gno. Subito dopo, con la stessa
convinzione con la quale ha
lanciato il suo primo hashtag, la cantante ha can-
cellato il suo tweet contro Israele, pubblicando
una foto di un bambino israeliano e uno pale-
stinese che camminano abbracciati, con un mes-
saggio di pace: Preghiamo per la pace e per la
fine del conflitto israeliano-palestinese.
Dallaltra parte, le modelle israeliane Bar Refaeli
e Gal Gadot scrivono messaggi di sostegno
allIdf, lesercito che porta la stella di David. Bar
Refaeli in particolare pubblica una foto di lei con
militari israeliani, commentando: Questi gior-
ni sono molto difficili da sopportare. Giovani e
coraggiosi uomini che avete protetto il nostro
paese dal terrore. Il mio cuore va alle loro fa-
miglie. Sarete sempre ricordati
e rispettati. E ancora: Sono
contenta! I nostri soldati... Gra-
zie! State attenti e tornate vivi
con lhashtag # sto p te r ro r .
Anche la modella Gal Gadot,
futura Wonder woman nel
prossimo film Batman V Super-
man, dichiara apertamente la
sua posizione nel conflitto, so-
stenendo con forza il suo Paese:
Mando il mio amore e le mie
preghiere ai miei concittadini
israeliani. Specialmente a tutti
quei ragazzi e quelle ragazze
che rischiano la loro vita pro-
teggendo il mio Paese contro
gli atti orrendi condotti da Ha-
mas. Poi, lattrice sottolinea
che Hamas si sta nascondendo
come un codardo dietro donne
e bambini. Dobbiamo vince-
re!
LE REAZIONI sono state innu-
merevoli: Israele assassino,
free Palestina, gli ebrei sembra-
no dei ratti. La Turchia do-
vrebbe bombardare Israele su-
bito!, Israele un vampiro che
ammazza bambini e si nutre del sangue dei civili
di Gaza. Anche in Italia, due calciatori della Ro-
ma, Mehdi BenatiaeSalih Uanhanno espresso la
loro opinione: Benatia scrive, in occasione della
fine del digiuno del Ramadan: Tanta gioia a tutti
i musulmani del mondo, Allah doni la pace. Un
pensiero forte ai nostri fratelli palestinesi.; Uan
ha postato sul social network Instagramun fo-
tomontaggio che ritrae loro due con altri tre gio-
catori musulmani vestiti con gli abiti tradizionali.
Ultimi in ordine di tempo sono stati un gruppo di
personaggi del cinema spagnolo: Pedro Almodo-
va r , Javier Bardem e Pe n e l o p e
Cruz, hanno firmato un appello
per fermare loffensiva israelia-
na nella Striscia di Gaza. In una
lettera aperta invitano inoltre
lUnione Europea a condanna-
re il bombardamento per aria,
per terra e per mare contro la
popolazione civile palestinese;
invocano quindi limmediato
cessate il fuoco da parte
dellesercito israeliano e pre-
mono su Israele affinch rimuova lembargo che
ha prostrato la Striscia di Gaza per pi di un de-
cennio. Gaza sta vivendo giorni terrificanti -re-
cita il testo - assediata e attaccata per aria, per
terra e per mare. Le case dei palestinesi vengono
distrutte, e a loro viene negata lacqua, lelettricit
e la possibilit di muoversi verso gli ospedali, le
scuole e i rifugi mentre la comunit internazio-
nale non fa nulla. I firmatari dellappello accu-
sano Israele con lesercito che continua ad avan-
zare nei territori palestinesi e a occuparli anzich
ripristinare i confini del 1967.
D I S T RU Z I O N E
Esplosioni a Gaza dopo un
raid aereo dellaviazione
israeliana. A sinistra, una
bambina palestinese ferita
Ansa
Da Bar Refaeli agli One Direction
il conflitto (e le gaffe) a colpi di tweet
VIP E MILITANZA
M
ai cos grave lantisemitismo dal 1945. Lancia
un appello molto allarmato, lex presidente
del Consiglio centrale degli ebrei in Germania,
Charlotte Knobloch, e li invita a non rendersi
riconoscibili come tali. In unanticipazione del
Koelner Stadt Anzeiger, la presidente della comunit
di culto israelitica di Monaco e dellalta Baviera,
commenta lattacco incendiario alla sinagoga di
Wuppertal: Quello che viviamo oggi il tempo
pi preoccupante e minaccioso dal 1945. A Wup-
pertal, secondo la polizia, tre uomini hanno lan-
ciato alcune molotov contro ledificio religioso,
durante la scorsa notte. Un diciottenne di origine
palestinese, sospettato di essere fra gli artefici
dellattacco, stato arrestato vicino alla sinagoga.
La notizia dellattacco alla sinagoga ci lascia tutti
senza parole, ha detto il presidente della comunit
ebraica tedesca Dieter Graumann.
GERMANIA Ebrei, meglio
non farsi riconoscere
ROMAEISLAM U an
e compagni con abiti tradizionali
POP E ALLAH Zayn Malik
(One Direction) pro Palestina
CON LESERCITO
Bar Refaeli, modella israeliana
Pianeta terra
USA OBAMA: RUSSIA NON RISPETTA TRATTATO SU MISSILI
Il governo americano ritiene che la Russia abbia violato il trattato
sugli armamenti (1987), testando un missile da crociera. Il presiden-
te Obama ha inviato una lettera a Putin. Il caso rischia di aumentare
la tensione fra i due Paesi dopo la crisi ucraina. La Pre ss e
LIBIAANCORA BATTAGLIA ALLA E RO P O RTO
Proseguono a Tripoli i combattimenti fra le mi-
lizie rivali. Si combatte per il controllo della e ro -
porto della capitale, nonostante un cessate il
f u o co proposto per domare lincendio scoppia-
to dopo che era stato colpito un deposito di car-
buranti nello scalo. Ansa
GAZA I BIMBI CHE A SEI ANNI
HANNO VISTO GI TRE GUERRE
FRA BIGLIE E RAZZI LE FAMIGLIE RESTANO NEL CORTILE DELLA CHIESA ORTODOSSA:
STAREMMO MEGLIO A CASA MA COS I NOSTRI FIGLI NON PENSANO ALLE BOMBE
per trascinando da diverse
settimane. La mamma del
piccolo Faris, due anni e po-
chi mesi, stende al sole i po-
chi panni del figlio. Certo
saremmo stati meglio a casa
nostra, ma qui tutti nostri fi-
gli stanno assieme e pensano
meno alle bombe. Ogni se-
ra, con lintensificarsi delle
esplosioni si ripete per lo
stesso copione. Urla e pianti
disperati: I miei figli mi
chiedono se stanno sparan-
do su di noi? Siamo al sicu-
ro?. Oltre il 50% della po-
polazione gazawi minore di
16 anni. Unintera genera-
zione che vive la guerra con
una periodicit spaventosa.
I bambini che hanno appe-
na sei anni dice il vescovo
hanno gi conosciuto tre
guerre, come si pu crescere
bene se circondati solo da
morte e odio?. Due giorni
dopo che la chiesa di San
Porfirio ha accolto gli sfollati
un missile israeliano ha col-
pito il vicino cimitero orto-
dosso. Non ci sono stati fe-
riti, solo danni alle tombe e
tanta paura tra gli sfollati.
Sembra che da qua vicino
conclude Alexios siano sta-
ti sparati dei razzi contro
Israele, non ne sono certo. So
solo che non li sparano dalla
mia chiesa e vorrei che non
fossimo noi a subire la rispo-
sta dellesercito.
ANDATA PEGGIO allunica
chiesa cattolica della Striscia,
la Sacra Famiglia che si trova
nel quartiere di Zeitoun. La
parrocchia, oltre alla chiesa,
comprende una scuola, un
piccolo convento e un isti-
tuto dove le Suore del Verbo
Incarnato ospitano 29 bam-
bini disabili. Nella notte tra
luned e marted, durante il
pi pesante bombardamento
israeliano sulla Striscia in
questi ventidue giorni di cri-
si, ledificio che ospitava i
minori stato distrutto. I
bambini si sono miracolosa-
mente salvati tutti, perch al
momento dellattacco erano
gi fuggiti allinterno delle
chiesa. La comunit catto-
lica non se ne va afferma il
parroco Jorge Hernandez,
argentino di nascita, ma da
anni adottato gazawi - per-
ch sono di Gaza e la terra, la
casa, la propria vita non si
pu lasciare nemmeno in
queste situazioni difficili.
LOFFENSIVA militare israe-
liana non si ferma, dopo che
ieri pomeriggio si sono rin-
corse le voci di un possibile
cessate il fuoco. Rappresen-
tati di Hamas e della Jihad
Islamica si sono incontrati al
Cairo con dei negoziatori
dellOlp (Organizzazione
per la Liberazione della Pa-
lestina). partita una pro-
posta di tregua unilaterale di
24 ore, lEgitto avrebbe fatto
da garante con Israele. An-
cor prima che Tel Aviv po-
tesse rispondere Hamas ha
smentito e, non appena tra-
montato il sole, il cannoneg-
giamento israeliano au-
mentato di forza e intensit.
La giornata di ieri stata tra
le pi sanguinose: oltre 100
palestinesi uccisi, sono cadu-
ti pure 10 soldati israeliani. I
totali indicano come quella
che era iniziata come una
crisi si trasformata in una
guerra vera e propria: 1190
gazawi fra le vittime, di cui
oltre 850 civili (almeno 230
minori), 53 soldati di Tsahal
morti e 2 civili israeliani, a
cui va aggiunto un braccian-
te thailandese ucciso dieci
giorni fa da un razzo di Ha-
mas.
DALLASPAGNA
Almodovar e Banderas
firmano un appello:
Le case dei palestinesi
vengono distrutte e la
comunit internazionale
non fa nulla
17 il Fatto Quotidiano MERCOLED 30 LUGLIO 2 01 4 ALTRI MONDI
di Carlo Antonio Biscotto
B
reaking the Silence
una organizzazio-
ne di ex combatten-
ti che hanno presta-
to servizio nellesercito israe-
liano sin dallinizio della Se-
conda Intifada e che si sono as-
sunti il compito non facile di
raccontare agli israeliani la
realt di tutti i giorni nei Ter-
ritori Occupati. Fondata nel
2004 da ex militari, si propone
di stimolare il dibattito sul
prezzo che Israele paga co-
stringendo giovani soldati a
controllare quotidianamente
la popolazione civile in Ci-
sgiordania e a Gaza e di inco-
raggiare la societ civile a va-
lutare opzioni diverse da quella
militare.
Direttore esecutivo dellorga-
nizzazione Yuli Novak, che
dal 2000 al 2005 ha prestato
servizio nellAeronautica con il
grado di tenente e che ricorda
spesso sulla pagine del quoti-
diano The Guardian quanto
lesercito cambiato negli ul-
timi venti anni. Ai miei tempi
lesercito israeliano era quello
con il pi elevato senso di mo-
ralit del mondo, ricorda Yuli.
Oggi non pi cos.
Per Yuli che oggi una signo-
ra che si batte per la verit e per
il diritto di Israele a esistere il
battesimo del fuoco fu nei cieli
della Cisgiordania il 2 aprile
2002. Era stata appena lanciata
loperazione Defensive Shield e
le forze israeliane avevano in-
vaso la cittadina di Jenin in Ci-
sgiordania. La squadriglia Her-
cules, di cui faceva parte, aveva
il compito di illuminare il ter-
reno per facilitare il compito
alle forze di terra. Capii per la
prima volta cosa era la guerra e
mi resi conti che i miei amici
stavano rischiando la vita a Ga-
za e in Cisgiordania per proteg-
gere lo Stato di Israele.
YULI RICORDA che fu una
esperienza tremenda, ma che
riusc a superare lorrore e il
senso di colpa perch era con-
vinta che gli alti comandi non
avevano avuto scelta e che ave-
vano deciso di entrare in guerra
per salvare Israele. Confesso
che se oggi fossi ancora in ser-
vizio e avessi lordine di bom-
bardare Gaza, non potrei avere
quella certezza. Il livello morale
dellesercito israeliano non
pi quello di un tempo, spiega
Novak. Quando nel 2004 decise
di entrare a far parte di Brea -
king the Silence, ebbe modo di
ascoltare la testimonianza di
decine e decine di soldati e uf-
ficiali e ne rimase molto colpita.
Vi siete mai chiesti come
possibile controllare contro la
loro volont milioni e milioni
di civili? - chiede Yuli Novak -
con la paura e convincendoli
che il loro destino nelle nostre
mani. Ed questo quello che
facciamo nei Territori Occupa-
ti.
Ma quando Israele ha perso la
sua innocenza? Difficile ri-
spondere a questa domanda.
Yuli Novak ci ricorda un altro
episodio a suo modo illumi-
nante. Nel luglio del 2002
laviazione israeliana sganci
una bomba del peso di una ton-
nellata sullabitazione a Gaza di
Salah Shehadeh, capo dellala
militare di Hamas. Ovviamente
una bomba di quella potenza
non uccise solamente Sheha-
deh, ma anche 14 civili tra i
quali otto bambini. Per Israele
fu un vero e proprio trauma e,
sebbene il ministero della Di-
fesa insistesse sulle ragioni
delloperazione e sulla sua ne-
cessit, lopinione pubblica si
Ubbidisci e ammazza: ma
il mio esercito non era cos
YULI NOVAK UN EX UFFICIALE ISRAELIANO: NEL 2002 CON UNA BOMBA UCCIDEMMO UN CAPO
DI HAMAS MA ANCHE CIVILI, MOLTI MILITARI PROTESTARONO. OGGI TUTTI RESTANO IN SILENZIO
A RG E N T I N A
Tango triste, torna
il fantasma
della recessione
A MEZZANOTTE SCADR IL TERMINE PER PAGARE
539 MILIONI DI DOLLARI AGLI INVESTITORI USA
di Camilla Conti
L
ungo una delle avenida (i viali) di Buenos Aires apparso
un grande murale con scritto No al pago de la deuda. No
al pagamento del debito. Si tratta dei 539 milioni di dollari che
lArgentina deve versare agli investitori statunitensi per gli in-
teressi sul debito. Pi un altro conto di 1,3 miliardi di dollari da
saldare subito ai creditori che avevano investito nei cosiddetti
Tango bond nel 2001, allepoca dellultima bancarotta, e che
hanno rifiutato di essere ripagati delle perdite con nuovi in-
vestimenti sul debito nel 2005 e nel 2010. Il governo guidato da
Cristina Kirchner ha pagato una prima tranche di 642 milioni
di dollari e anche attraverso comunicati ufficiali pubblicati
nelle ultime settimane su pagine a pagamento di diversi gior-
nali nazionali e internazionali ha pi volte assicurato di voler
azzerare il suo debito, ma che la sentenza statunitense e alcuni
fondi avvoltoio stanno bloccando i pagamenti. Alla mez-
zanotte di oggi, per, scade il termine che gli investitori Usa
hanno concesso alla Casa Rosada. Se la Cenerentola sudame-
ricana non dovesse trovare un altro accordo per una proroga,
potrebbe quindi dichiarare un nuovo default, il terzo in
trentanni. Oggi come ieri: il 23 dicembre 2001 lallora pre-
sidente peronista Adolfo Rodriguez Sa annunci che lAr -
gentina non avrebbe ripagato il proprio debito sovrano. Il col-
lasso cost allItalia 14 miliardi di dollari. Quasi tredici anni
dopo, torna lo spettro della bancarotta. Gli esperti sostengono
che il nuovo default non avr conseguenze cos gravi come
quello del 2001 quando lArgentina era in recessione da quat-
tro anni e la disoccupazione era al 25 per cento. E che questa
volta il rischio di contagio per gli altri mercati emergenti
molto pi basso anche perch i titoli di stato sono stati ac-
quistati da una ristretta cerchia di hedge fund. Lo stesso di-
rettore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi),
Christine Lagarde, ieri ha sottolineato che che anche se un
default sempre spiacevole, non avrebbe un impatto forte su
ampia scala.
IL GOVERNO ha comunque preparato un piano di emergenza
in caso di default: prezzi bloccati per alcuni prodotti, conces-
sione di crediti facilitati per acquisto di immobili e auto, fi-
nanziamenti a piccoli imprenditori. Di certo, la recessione nel
Paese peggiorer. Non solo. La valuta nazionale potrebbe essere
svalutata, linflazione aumenter e fuggiranno i capitali stra-
nieri, infine aumenter il costo dei prestiti per banche, aziende
e istituzioni pubbliche. Quanto ai risparmiatori italiani, il 95%
dei possessori di tango bond aveva accettato laccordo con lAr -
gentina che ha partecipato al Club di Parigi formato dalle na-
zioni creditrici (fra cui lItalia) e ha ripreso i suoi contatti con il
Fondo monetario internazionale. Delle 450 mila famiglie ita-
liane coinvolte nel crack del 2001, si stima che siano pi di
50mila quelle che detengono ancora obbligazioni di Buenos
Aires. Molti tra coloro che
avevano accettato le condi-
zioni capestro che prevede-
vano un taglio del valore
dellinvestimento dal 60 al
70% se ne sono disfatti. Il
problema che chi parte-
cip a una delle due ristrut-
turazioni del debito del
2005 e 2010 ricevette nuove
emissioni di titoli di Stato
argentini. Quindi chi li ha
mantenuti rischia di torna-
re a ballare il tango.
ribell contro lassassinio di ci-
vili inermi e innocenti e alcuni
intellettuali e cittadini comuni
inviarono una petizione alla
Corte Suprema chiedendo di
valutare la legittimit dellope -
rato delle forze armate. Pochi
mesi dopo alcuni piloti
dellaviazione israeliana con-
dannarono questi raid. Oggi
la stessa Yuli Novak a ricordar-
celo al cospetto dei massacri
di civili a Gaza, lopinione pub-
blica israeliana rimane in silen-
zio.
ECCEZION FATTA per poche
voci isolate la solita Peace Now
e pochi altri intellettuali, cit-
tadini, giornalisti, scrittori non
muovono alcuna obiezione nei
confronti delle decisioni del go-
verno e del comportamento
dellesercito. Non sono pi
certa che quanto stiamo facen-
do sia la sola cosa da fare, com-
menta Novak. Sette anni fa nel
corso delloperazione Cast Lead
sganciammo molte bombe su
aree densamente popolate della
Striscia di Gaza. Oggi con Pro -
tective Edge laviazione si vanta
di aver sganciato oltre 100 ton-
nellate di bombe su Gaza. Quel-
la che era una eccezione, spesso
condannata, oggi diventata
una politica.
In uno dei suoi discorsi pi ce-
lebri, il padre della patria Ben
Gurion disse scherzosamente:
Saremo diventati un Paese
normale quando uscendo di ca-
sa chiuderemo la porta a chia-
ve. Era un modo paradossale
per sottolineare lunicit dello
Stato di Israele, di una comu-
nit fortemente coesa, stretta
intorno a valori religiosi e mo-
rali comuni. Israele da tempo
diventato un Paese fin troppo
normale.
FIATO SOSPESO
Sulle spine gli investitori
italiani: chi partecip
alle ristrutturazioni
del debito e ha
mantenuto titoli di Stato
ora rischia di b a l l a re
MURO DI GOMMA
Breaking the silence
la ss o c i a z i o n e
dei veterani dellIdf
che vogliono raccontare
senza censure la realt
dei Territori Occupati
Soldati israeliani in una pausa dalla battaglia, nel riquadro Yuli Novak Ansa
UCRAINA NUOVE SANZIONI CONTRO MOSCA
I Paesi dellUe e gli Stati Uniti hanno deciso altre
sanzioni contro la Russia: embargo sulle armi, di-
vieto di vendita di attrezzature tecnologiche per
trivellazioni marine e artiche. Le banche statali non
potranno vendere obbligazioni o azioni con sca-
denza di oltre 90 giorni sui mercati europei. La Pre ss e
REGNO UNITO IL C E T R I O LO IN VENDITA
La forma allungata e arrotondata diventata uno
dei simboli di Londra; ora il Gherkin, il cetriolino
della City, sede di uffici, in vendita. Ledificio di
vetro e acciaio sul mercato con un prezzo che si
aggira sugli 820 milioni di euro. Ad annunciarlo
lagenzia immobiliare Savills. Ansa
Basta con gli avvoltoi, recita il manifesto contro il debito Ansa
18 19 MERCOLED 30 LUGLIO 2 01 4 M E RCO L E D 30LUGLIO 2 01 4 il Fatto Quotidiano
SECONDO TEMPO
S P E T TAC O L I . S P O RT. I DE E
Lultimo spettacolo del Valle:
il fantasma dello sgombero
DOMANI SCADE LULTIMATUM DEL COMUNE DI ROMA: ANDATEVENE E PARTECIPERETE ALLA GESTIONE
MA GLI OCCUPANTI NON HANNO INTENZIONE DI LASCIARE IL TEATRO: FRETTA ECCESSIVA, NON CI FIDIAMO
S P E T TAC O L I . S P ORT. I DE E
di Tommaso Rodano
T
re giorni per chiudere unav -
ventura di tre anni. Lultima -
tum del Comune di Roma agli
occupanti del Teatro Valle
chiaro: andate via entro il 31 lu-
glio e rimarrete tra i nostri in-
terlocutori nella futura gestio-
ne di questo patrimonio della
citt. Altrimenti il sottotesto
nemmeno tanto implicito ar -
riveranno i lucchetti (e i man-
ganelli), e allora lesperienza del
Valle occupato sar cancellata
da uno sgombero.
Laut aut stato gi rispedito al
mittente. Ieri pomeriggio le
persone che hanno gestito il
teatro negli ultimi tre anni han-
no risposto con unassemblea
pubblica. La replica non con-
ciliante: Noi non abbandonia-
mo questo spazio. Siamo dispo-
sti a mediare ma senza che ven-
ga agitato lo spettro di un in-
tervento di polizia. Non chiu-
diamo le porte del Valle, ma da
oggi le spalanchiamo e chiedia-
mo aiuto a tutti: cittadini e ar-
tisti sono i benvenuti. Sgombe-
rare 30 persone un conto, cac-
ciarne 200, 300 o 500 un altra
cosa. Da oggi, ribadiscono,
apre il Grande Hotel Valle Oc-
cupato e se qualcuno pensa di
entrare con i manganelli, provi
pure ad accomodarsi...
NON PROPRIOunapertura nei
confronti della giunta Marino.
La proposta del Comune era
stata presentata luned sera
dallassessore alla Cultura appe-
na insediata, Giovanna Mari-
nelli, con la mediazione del Tea-
tro di Roma e del suo presiden-
te, Marino Sinibaldi. Il succo era
questo: la gestione del Valle ri-
marrebbe pubblica in seno ap-
punto al Teatro di Roma nel
rispetto e nel riconoscimento
della gestione di questi tre anni e
con il coinvolgimento diretto
della Fondazione Teatro Valle
Bene Comune, nata proprio per
trovare una forma al percorso
iniziato con loccupazione
(conta gi oltre 5mila soci). So-
prattutto, verrebbe sventata
ogni ipotesi di privatizzazione,
una delle ragioni pi urgenti per
cui il Valle fu occupato nel 2011.
Unottima base di partenza, ap-
parentemente, per iniziare un
percorso di collaborazione tra le
istituzioni pubbliche e il movi-
mento che stato protagonista
di una significativa stagione di
sperimentazioni culturali e ar-
tistiche. Peccato che allegata alla
proposta, cera anche la data di
scadenza: il Teatro Valle deve
essere riconsegnato alla Soprin-
tedenza dei Beni Culturali entro
venerd. Chi ha tenuto aperte le
sue porte in questi tre anni se ne
deve andare subito. Superato il
limite del 31 luglio, lipotesi del-
la fusione col Teatro di Roma
cade. Cosa succeder il primo
agosto nessuno lo dice, ma tutti
lo immaginano.
Per gli occupanti del Valle, sono
sospette e inaccettabili le ra-
gioni che secondo il Comune di
Roma richiederebbero un in-
tervento cos urgente, dopo tre
anni di inerzia. La prima moti-
vazione: la struttura ha bisogno
urgente di lavori di restauro e
messa in sicurezza. Curioso
replicano dal Valle che allim -
provviso si abbia tanta fretta di
intervenire su un edificio che
non viene restaurato dagli anni
60.
Laltra ragione che spieghereb-
be la premura del Campidoglio,
lintervento della Corte dei
Conti: i magistrati contabili
hanno aperto unindagine sul
presunto danno erariale causa-
to dalloccupazione del teatro, e
ha chiesto al sindaco Marino
unaudizione per ascoltare le
sue considerazioni sullargo -
mento.
ANCHE QUESTA, secondo gli
inquilini del Valle, unargo -
mentazione risibile: a fronte
delle utenze e delle bollette di
cui il Comune ha continuato a
farsi carico (poche decine di
migliaia di euro, secondo la
Fondazione), c un risparmio
Non fanno nulla di illegale
Basta leggere la Costituzione
di Paolo Maddalena*
L
occupazione del Teatro Valle da parte
di volenterosi cittadini, specie di gio-
vane et, un fatto molto rilevante che, da
un lato, dimostra la presa di coscienza delle
responsabilit che secondo lordinamento
giuridico vigente incombono su ogni cit-
tadino; e, dallaltro, fa emergere la r r e t r a-
tezza del legislatore ordinario, che non ha
adeguato la legislazione civile e penale sul
tema della propriet a quanto dispone la
Costituzione della Repubblica italiana, ema-
nata pi di 66 anni fa. proprio questa iner-
zia che impone di far ricorso, nel caso del
Teatro Valle, a uninterpretazione costitu-
zionalmente orientata delle disposizioni ci-
vili e penali in materia di istituti proprie-
tari.
LA CORTE COSTITUZIONALE, nella senten-
za n. 105 del 2008, parlando di paesaggio (ma
il discorso ovviamente identico se si deve
parlare di un bene artistico e storico, posto
sullo stesso piano del paesaggio dallart. 9
della Costituzione), ha sancito che, quando
si parla di un bene paesaggistico o culturale,
si deve tener presente che sulla stessa cosa (il
bene in senso materiale) insistono due di-
versi interessi e due diversi beni giuridici:
un bene economico, appartenente al pro-
prietario a titolo di propriet privata; e un be -
ne paesaggistico o culturale, appartenente alla
Collettivit. Sicch, come ha osservato da tem-
po Massimo Severo Giannini, indispensabile
una collaborazione tra i due soggetti pro-
prietari in ordine al godimento e alla conser-
vazione del bene stesso. E si deve sottolineare
che, secondo la nostra Costituzione, che ha
dato vita allo Stato sociale di diritto, linteresse
pubblico prevale comunque sullinteresse pri-
vato. Inoltre, nel caso del Teatro Valle, il pro-
prietario sia del bene economico sia del be -
ne culturale il popolo sovrano, e in par-
ticolare quella parte del popolo sovrano che
territorialmente risiede nel luogo dove il bene
si trova. Di conseguenza non si pone un pro-
blema di rapporti tra proprietario privato del
bene economico e proprietario pubblico del
bene culturale, ma semplicemente un pro-
blema di conservazione e gestione di questo
bene medesimo: funzioni, queste, che spettano
congiuntamente alle Istituzioni e ai cittadini
singoli o associati.
Si tratta, peraltro, di un inte-
resse alla conservazione e ge-
stione che prevale su tutti gli
altri interessi, come hanno
sancito in relazione al paesag-
gio (ma anche per i beni ar-
tistici e storici) sia la Corte di
cassazione a Sezioni Unite con
tre famose sentenze del 2011
sulle Valli di pesca della La-
guna Veneta; sia il Consiglio
di Stato con la sentenza n.
2222, del 29 aprile 2014; non-
ch la Corte costituzionale con numerose sen-
tenze, a cominciare dalla n. 151 del 1986.
In sostanza, si tratta di un bene non dispo-
nibile, che ha la stessa disciplina dei beni
demaniali (vedi le citate sentenze della Cas-
sazione) e dunque di un bene inalienabile,
inusucapibile e inespropriabile.
SU QUESTO BENE, oltre al profilo dellappar -
tenenza al Popolo sovrano, rileva anche il pro-
filo delluso pubblico da parte della citta-
dinanza romana, la quale, a partire dal XVIII
secolo, ha sempre visto nel Teatro Valle un
luogo naturalmente destinato
a una particolare funzione
sociale, quella della rappre-
sentazione teatrale. Su questo
bene, dunque, gravano nello
stesso tempo un diritto so-
stanziale di propriet del Po-
polo italiano e un diritto di
uso pubblico (come quello
che a suo tempo, e cio verso
la fine dell800, la Cassazione
di Roma riconobbe a favore
del popolo romano in relazio-
ne alluso pubblico di Villa
TUTELA DEL PATRIMONIO
AFFARE NOSTRO
Il popolo sovrano
lunico proprietario
del bene artistico,
che deve quindi
essere destinato
a una funzione sociale
18 19 MERCOLED 30 LUGLIO 2 01 4 M E RCO L E D 30LUGLIO 2 01 4 il Fatto Quotidiano
SECONDO TEMPO
S P E T TAC O L I . S P O RT. I DE E
GIUDICE ESPROPRIAI CLIPPERS
PER IL RAZZISMO DI STERLING
La giustizia Usa ha dato lok alla cessione
dei Clippers da Sterling allex ceo Microsoft,
Steve Ballmer. Lex patron stato radiato
dalla Nba per le sue frasi razziste
LAURA PAUSINI HOT: MOSTRA
IL PUBE DURANTE UN CONCERTO
Laura Pausini a luci rosse durante un
concerto a Lima. La cantante, fischiata, ha
mostrato il proprio pube e ha commentato:
Chi ha visto ha visto, ce lho come tutte
CINQUANTA SFUMATURE DI GRIGIO:
TRAILER PI VISTO DEL 2014
Sar noioso, ma con oltre 36 milioni di
visualizzazioni su YouTube in cinque
giorni, il trailer di Cinquanta sfumature
di grigio il pi visto del 2014
pi consistente: un milione e
200 mila euro stanziati per il
teatro nel 2011, prima delloc -
cupazione, e poi ovviamente
mai versati. Il Teatro Valle ri -
vendicano gli occupanti riu-
scito comunque a garantire un
palinsesto allaltezza, ad aprire
corsi e laboratori, a collaborare
con artisti e collettivi italiani e
internazionali, a tenere vivo un
punto di riferimento per la cul-
tura della citt, in un periodo di
decadenza e crisi lacerante: tut-
to senza chiedere un euro.
La mediazione con le istituzioni
necessaria riconoscono gli
occupanti ma sulla base delle
loro proposte: una direzione
artistica a chiamata pubblica su
progetto, la salvaguardia dei
princpi che hanno animato i tre
anni della nostra esperienza, la
tutela dei lavoratori, rapporti di
lavoro basati sullequilibrio tra
paghe minime e massime, una
politica dei prezzi che garanti-
sca laccesso a tutti.
Ieri allassemblea pubblica ha
preso la parola Marino Sinibal-
di, per ribadire la proposta del
Teatro di Roma e dellassessore
Marinelli: Il Comune ha det-
to mi ha dato mandato per ri-
solvere questa situazione. Vi
diamo la garanzia che il Valle ri-
marrebbe uno spazio pubblico.
Apparterrebbe alla citt. Sareb-
be un teatro partecipato, come
chiedete voi. Siamo pronti a una
convenzione con la Fondazione
Teatro Valle Bene Comune. Ma
sottolineo che il mio mandato
scade venerd. Tutto bello
ha replicato Ilenia Caleo, una
delle leader delloccupazione
ma abbiamo bisogno di un im-
pegno formale. Vogliamo capi-
re il motivo della tagliola del 31
luglio e un incontro pubblico
con lassessore il 1 agosto. Si-
nibaldi ha alzato le spalle: Que -
sto dovete chiederlo a chi am-
ministra la citt.
Borghese) della cittadinanza romana.
Daltro canto, come poco sopra si accennava, il
diritto-dovere alla conservazione e gestione
di questo bene non appartiene esclusivamente
alle pubbliche Istituzioni, poich la funzione
amministrativa, a differenza della funzione
legislativa e di quella giurisdizionale, non co-
stituisce un monopolio della Pubblica Am-
ministrazione, ma assegnata anche ai singoli
cittadini.
Infatti lart. 3 comma 2 della Costituzione san-
cisce leffettiva partecipazione di tutti i la-
voratori allorganizzazione politica, economi-
ca e sociale del Paese (la pa-
rola organizzazione un
chiaro riferimento allattivit
amministrativa). E lart. 43
precisa che a fini di utilit ge-
nerale la legge pu riservare
originariamente o trasferire...
allo Stato, enti pubblici o co-
munit di lavoratori o di uten-
ti, determinate imprese o ca-
tegorie di imprese. Infine,
molto chiaramente, lart. 118
ultimo comma dichiara che
Stato, Regioni, Citt metro-
politane, Province e Comuni favoriscono lau -
tonoma iniziativa dei cittadini, singoli o as-
sociati, per lo svolgimento di attivit di in-
teresse generale, sulla base del principio di sus-
sidiariet.
PROPRIO IN BASE al principio di sussidia -
riet, un coraggioso gruppo di cittadini, agen-
do non in rappresentanza, ma come parti
strutturali della Comunit nazionale e di
quella romana, cio come comproprietari
del bene, e operando per questa via senza sco-
po di lucro e nellinteresse esclusivo di tutti i
cittadini, hanno pacificamen-
te occupato il Teatro Valle,
impedendo la distruzione del-
la sua destinazione culturale
e il venir meno della sua fun -
zione sociale, di cui allart. 42
della Costituzione. Unopera -
zione estremamente merite-
vole, posta in essere non con-
tro le Istituzioni, ma nellin -
teresse prevalente del Popolo
e portata avanti su un piano di
sussidiariet e di cooperazio-
ne, che richiede ora un indi -
spensabile intesa, anche formale, con le Isti-
tuzioni stesse.
Ricordare, a tal proposito, norme superate
del codice civile o del codice penale non ha
senso, poich oggi, dopo lavvento della Co-
stituzione repubblicana, mutato il concetto
stesso di legalit: nel senso che richiesta
dallordinamento costituzionale non una
semplice conformit alla legge, ma una con-
formit a una legge a sua volta conforme alla
Costituzione. Si deve parlare, in altri termini,
di una legalit costituzionale che implica
una necessaria interpretazione costituzio-
nalmente orientata delle norme esistenti.
Ora la parola passa alle Istituzioni, le quali
devono operare per la conservazione di que-
sto bene culturale di altissimo valore storico
e artistico e devono altres condividere la
loro attivit di conservazione e gestione del
bene con coloro che, secondo il principio di
sussidiariet, hanno impedito che venisse
meno la funzione sociale del Teatro Valle e
che fosse violato il prevalente interesse pub-
blico alla conservazione e al godimento di
questo antico luogo di cultura.
* vicepresidente emerito
della Corte costituzionale
Paura Tevez
padre rapito
per sette ore
LUOMO STATO SEQUESTRATO VICINO CASA
RILASCIATO CON UN RISCATTO DI 40MILA EURO
di Luca Pisapia
R
apito e subito
liberato dopo
sette ore, con
tutta probabili-
t dietro il pagamento di un
riscatto intorno ai 40mila
euro, il padre adottivo del
giocatore della Juventus
Carlos Tevez, che nel frat-
tempo aveva lasciato il ri-
tiro di Vinovo e si era di-
retto allaeroporto per
prendere un volo privato
verso Buenos Aires. In real-
t Tevez, il quale ha gestito
in prima persona le tratta-
tive per il rilascio e ha pa-
gato la somma necessaria,
non ha mai dovuto imbar-
carsi. Verso le sette di sera
ora italiana il padre stato
liberato.
Nato 30 anni fa nel sobbor-
go dellEjrcito de Los An-
des alla periferia di Baires,
chiamato Fuerte Apache
per la pericolosit, abban-
donato dopo pochi mesi
dalla nascita dalla madre e
con il padre morto in una
sparatoria quando aveva
cinque anni, Carlitos stato
adottato dalla famiglia degli
zii materni cui rimasto
molto legato. Secondo la
stampa locale il padre adot-
tivo di Tevez, Juan Alberto
Cabral, era stato rapito ver-
so le sette di mattina nel
quartiere di Moron mentre
era alla guida di una Vol-
kswagen Vento. Non
chiaro se allinizio i tre mal-
viventi avessero come
obiettivo solamente la mac-
china o anche il sequestro
di persona. Di sicuro, non
devono aver capito subito
che avevano tra le mani il
padre di uno dei calciatori
pi famosi del paese, se
vero che la prima richiesta
di riscatto giunta nel facol-
toso barrio Villa Devoto,
dove risiede la famiglia di
Tevez e che si trova a
mezzora circa di macchina
dal luogo del rapimento, era
assai pi bassa di una seconda
richiesta giunta nelle ore suc-
cessive. Juan Alberto Cabral
stato poi rilasciato dopo sette
ore, verso le due del pome-
riggio ora locale, sulla via
Marcos Paz nel barrio Capi-
tal, anchesso a poca distanza
da Villa Devoto. Allopera-
zione di rilascio hanno lavo-
rato il sottosegretario al mi-
nistero per la Sicurezza Sergio
Berni, che aveva predisposto
una speciale unit antiseque-
stro, il magistrato Claudio
Bonadio, la polizia federale e
la guardia di finanza argen-
tina, intervenuta nella vicen-
da dopo la richiesta di riscat-
to.
Q U E STO avvalora lipotesi
che la liberazione sia avvenuta
dietro il pagamento di una
somma, come prassi in que-
sti casi di sequestro lampo.
Non infatti il primo caso di
rapimento e di rilascio di pa-
renti di un giocatore argen-
tino. Nel 2002 il fratello di
Cristian Riquelme fu seque-
strato e liberato dopo 29 ore
dietro il pagamento di met
del riscatto richiesto. Lo stesso
anno fu rapito il padre di Die-
go e Gabriel Milito, sequestra-
to per 19 ore anche lui fu li-
berato dietro la consegna di
un consistente somma. Nel
2003 invece tocc al padre
dellex giocatore del River Pla-
te e allora dirigente Leo Astra-
da, che rimase nelle mani dei
rapitori per ben 27 giorni e fu
liberato al termine di una este-
nuante trattativa. Rapimenti
non solo in Argentina, tra i
calciatori che hanno giocato
in Italia ricordiamo il brasi-
liano Marcos Assunao e il
georgiano Kakhaber Kaladze,
a entrambi rapirono un fra-
tello e nel caso Kaladze la vi-
cenda si concluse tragicamen-
te. Per fortuna, nel caso di Te-
vez c stato invece il lieto fi-
ne.
@ellepuntopi
Alcuni degli occupanti del Valle Ansa
S US S I D I A R I E T
Un gruppo di persone
coraggiose e senza scopo
di lucro ha impedito
la distruzione di un luogo
di cultura: le Istituzioni
ne devono tener conto
IN ASSEMBLEA
Gli occupanti del Valle si sono riu-
niti ieri per decidere il da farsi Ansa
di Nello Trocchia
L
inizio un inciampo. Diego Della Valle cade im-
mortalato dai fotografi poco prima di iniziare la
conferenza stampa per presentare il primo step rag-
giunto nel restauro del Colosseo. Inciampo che ricorda
gli ostacoli che hanno segnato il percorso di spon-
sorizzazione da parte del gruppo Tods, costato
allazienda 25 milioni di euro. Ricorsi, carte bollate,
conseguenti ritardi fino allavvio dei lavori. Al mo-
mento stato restaurato il 10 per cento, la tabella di
marcia segna un leggero ritardo, ma la consegna do-
vrebbe essere rispettata: marzo 2016. La parte restau-
rata di 2mila metri quadrati. Secondo Della Valle
questa formula deve essere adottata anche altrove per
salvare altre bellezze del nostro paese: Bisogna sem-
plificare le procedure per dare un contributo. Si pensi
a Pompei, che vergogna! Bisogna intervenire, il futuro
dellItalia passa anche e soprattutto dal nostro tesoro
darte.
COLOSSEO Restauro al 10%
Consegna nei tempi
Il bomber della Juventus, Carlos Tevez La Pre ss e
20 MERCOLED 30 LUGLIO 2014 il Fatto Quotidiano
Pi s a
Libro Bianco sui Beni Culturali
PISA NON unisola felice. Chi
vive e lavora nella nostra citt si
rende conto del lento, ma ine-
sorabile abbandono delle poli-
tiche sociali, culturali e ambien-
tali da parte dellattuale Ammi-
nistrazione comunale. A questo
si sommano la crisi delloccu -
pazione e la precariet del la-
vo ro. da queste constatazioni
che parte lesperienza politica
della lista Una citt in Comu-
ne, che alle ultime amministra-
tive ha eletto due rappresen-
tanti in consiglio comunale. Ma
a noi tutto questo interessa per-
ch il gruppo Cultura di Una
citt in Comune ha fatto un la-
voro importantissimo, e unico
in Italia: un prodotto un Libro
Bianco sui Beni Culturali pisani,
che chiunque pu scaricare dal-
la rete (http://unacittaincomu -
ne.it /disponibile-online-il-li-
bro-bianco-sui-beni-culturali-pi -
sani-presentato-ieri-a-riva-man -
cina/). Quaranta documenta-
tissime pagine che raccontano i
peccati di pensieri, opere e
omissioni che stanno condan-
nando a morte un patrimonio
davvero unico. Se fossi il sin-
daco o lassessore alla Cultura
di Pisa, il rettore di una delle
universit, il vescovo o il soprin-
tendente ora mi vergognerei a
uscire di casa: perch tutti pos-
sono farsi unidea, solida e di-
retta, delle responsabilit enor-
mi di una classe dirigente che
eufemistico definire inadegua-
ta. Una citt in cui mentre una
grande basilica romanica come
San Paolo a Ripa dArno chiu-
sa da anni e rischia di crollare, ci
si balocca con il demenziale
progetto degli Uffizi Pisani (no,
non il Vernacoliere: pro-
prio vero). Una citt in cui luni -
versit si autopugnala al cuore
chiudendo e smembrando la
sua importantissima biblioteca
storica. Ma anche una citt, ap-
prendiamo dal Libro Bianco, che
vuole ripartire nellunico modo
possibile: aprendo bene gli oc-
chi sulla propria disgregazione
culturale e sociale, e mettendo
gli eletti dal popolo di fronte alle
loro responsabilit. C da spe-
rare che sia un inizio: solo cento,
mille, simili Libri Bianchi pos-
sono far capire agli italiani di
oggi perch i loro figli rischiano
di non capirci quando parlere-
mo loro di patrimonio cultu-
ra l e .
TEATRO
Noia da Zo m b i ,
bravi solo gli attori
Lultima estate
da adolescenti
E LA CHIAMANO ESTATE
di Jillian Tamaki e Mariko Tamaki, Bao Publishing,
320 pag, 18 euro
E PROPRIO quando pensavamo che non si
potesse pi scrivere un graphic novel me-
ritevole di lettura sulla solita triade ado-
l e s ce n za - p r i m i - a m o r i - u n - p o-di-sesso, ec-
co E la chiamano estate. Che non ce n t ra
nulla con la canzone di Bruno Amorito e
neppure con il film uscito un paio di anni fa.
Anzi, il titolo inglese era This one sum-
mer. A firmarlo due cugine, canadesi con
ascendenze giapponesi: Jillian e Mariko Tamaki, la prima ai
disegni, la seconda alla sceneggiatura. Gi il fatto che le
autrici siano donne spinge alla lettura (il fumetto resta
molto maschile, soprattutto nelle produzioni seriali). La
scelta di impostarlo tutto su toni di blu attira, il tratto
leggero, le figure abbozzate che si muovono in vaste vi-
gnette di bianco sono una combinazione perfetta per rac-
contare il tempo dilatato delle estati in cui si fanno vacanze
e non ancora ferie. Ci sono due ragazze: Rose la biondina
carina, in apparenza felice, in realt con una famiglia che sta
scoppiando dopo che la madre non riuscita ad avere il
secondo figlio. Windy stata adottata, un po in carne,
fintamente spensierata ma gi con qualche complesso
adolescenziale. Lestate del libero a modo suo unica,
chiaramente lultima da quasi-bambine e la prima da qua-
si-donne, con slanci verso i ragazzi che si alternano alle
ultime inclinazioni al gioco, premesse di seduzione mitigate
dallincertezza su scopi, obiettivi e motivazioni. Tutto
sospeso, incompiuto: le relazioni dei ragazzi della cittadina
al mare dove le due cugine Windy e Rose si incontrano ogni
anno, misurando le evoluzioni del tempo sui loro corpi,
sospesa anche la crisi del matrimonio dei genitori di Rose,
e perfino il rapporto tra le due ragazze, incerto tra amicizia
profonda e ostilit per le differenze di carattere e di fisico. Il
fumetto di Jillian e Mariko Tamaki una storia di cui co-
nosciamo - in parte - gli antefatti e di cui non sapremo mai
davvero la conclusione. Ma, in fondo, sono cos tutte le
storie in cui ci imbattiamo nella vita. Soprattutto de s t a te .
IL FUMETTO
di Caterina Bonvicini
C
hi apre un atlante non
si limita a cercare i sin-
goli posti esotici, ma
desidera smodata-
mente tutto il mondo in una so-
la volta. Sono le parole con cui
una giovane scrittrice di Berli-
no, Judith Schalansky (classe
1980), introduce un libro da lei
illustrato, curioso e un po folle,
pubblicato da Bompiani: Atlan -
te delle isole remote. Cinquanta
isole dove non sono mai stata e mai
andr. Ma si addicono perfetta-
mente al lavoro di un pittore,
Flavio de Marco (nato a Lecce
nel 1975), che vive e lavora pro-
prio a Berlino. Il titolo della mo-
stra di de Marco alla Galleria
Nazionale dArte Moderna di
Roma (fino al 10 ottobre, a cura
di Adriana Polveroni e Ange-
landreina Rorro, catalogo di
Maretti Editore) S te l l a , uniso -
la artificiale nellEgeo, che na-
turalmente non esiste ma pi
sofisticata delle Palm Islands di
Dubai. Che anche il titolo di
un libro che de Marco ha pub-
blicato lanno scorso e viene
esposto insieme ai quadri.
ENTRAMBI aboliscono i confini
fra arte e letteratura, quindi. Lei,
scrittrice, disegna. Lui, pittore,
scrive. E, pi in grande, proprio
attraverso dei luoghi mentali,
entrambi trovano il modo di in-
novare un genere. Lei, la lette-
ratura di viaggio. Lui, la pittura
di paesaggio. Entrambi innova-
no scegliendo un linguaggio tra-
dizionale. La voce della Schalan-
sky pulita e piana, da vecchio
classico. E de Marco usa lacri -
lico e la tela, dipinge come un
pittore antico. La contempora-
neit che si percepisce non sta
nella tecnica. Sta nel gusto, sta
nel pensiero. Desiderare smo-
datamente tutto il mondo in una
sola volta per Flavio de Marco
unaspirazione a comprendere
tutta larte precedente. Dentro le
schermate di computer che di-
pinge, che sono la sua cifra e la
sua firma, ci sta una marina di
Courbet come una geometria di
Frank Stella, una veduta di Seu-
rat come uno sfondo di Tiziano.
Ma senza citazionismo: perch
alla base c un desiderio smo-
dato di conoscenza che in realt
lui esprime attraverso la mode-
razione, il rigore e una fermis-
sima personalit. Non a caso la
musica che pi gli piace quella
di Glenn Gould. La mostra sa-
rebbe da guardare con le cuffie e
quel Bach sparato nelle orec-
chie. Magari per capire cosa ci fa
un cielo di Turner o Constable
dentro un computer. Un com-
puter che diventa sguardo sul
mondo, distanza indispensabi-
le, anche fra loggi e il passato. O
fra luomo e la natura. In ogni
caso, contenitore e filtro di ogni
esperienza possibile.
E cos le palme di Schifano si
aprono come finestre su altre di-
mensioni e altri stili, da vuote di-
ventano piene, dichiaratamente
artificiali. Cos svuotate di rife-
rimento finiscono per equivale-
re a quelle di Matisse, e per si-
gnificare quanto un albero giap-
ponese o una foresta di Barbi-
zon. Eppure tutta questa storia
del paesaggio viene gestita come
se non avesse peso. E qui sta la
bellezza, che va un po per conto
suo. Tanto che le righe di Roy
Lichtenstein, infilate in uno stu-
dio di nuvole, su un mare quasi
ottocentesco, suonano naturali
come la pioggia in diagonale. A
ricordare che larte finzione,
insomma una visione costruita,
limmancabile striscia grigia
della schermata, discreta ma in
alto. Il computer non altro che
una prospettiva, naturalmente
mentale, che funziona sullo
sguardo come quella di Leon
Battista Alberti. Il legame diret-
to fra tecnologia e pittura del Ri-
nascimento il baratro finale.
Il cielo di Turner
dentro un computer
FLAVIO DE MARCO E LA GESTIONE DEL PAESAGGIO:
TECNICA ANTICA PER GUARDARE AL FUTURO
IN MOSTRA
SECONDO TEMPO
Zo m b i t u d i n e
Bassano del Grappa, B. Motion/Operae-
state Festival, dal 26 al 30 agosto
A SPETTATORE, che facciamo? A-spet-
tiamo!, dicono i due zombi in proscenio,
davanti a un sipario chiuso, color fragole e
sangue: i due sono Elvira Frosini e Daniele
Timpano, autori, registi e interpreti di una
paradossale-paranormale pice, intitolata
appunto Zo m b i t u d i n e e appena allestita
al Ric-Rieti, il festival delle Invasioni crea-
t i ve , di stanza pure a Frosinone e Latina.
Eleggendo lo zombi a metafora delluomo
contemporaneo, gli artisti ne stigmatizza-
no la condizione di semi-vita o morte per-
manente, imbastendo una commedia os-
sessivo-compulsiva sul nuovo spettro che
si aggira per lEuropa: Quel vecchio che
non muore e il nuovo che non c. La fa-
cilit e felicit di scrittura, eloquio e spro-
loquio della coppia sono ormai assodate,
cos come la caratura attoriale di lei, bra-
vissima, e la verve comica di lui, surreale.
Di contro, la trama risibile e, spesso, ri-
petitiva; non bastano le citazioni ai maestri
come Beckett a dare fondamenta al ca-
novaccio: chi stanno aspettando i due sul
palco? Chi sono gli zombi? Loro o il pub-
blico? Rispondono i teatranti: Gli Zombi
siamo noi. La Zombitudine la nostra con-
dizione quotidiana. Cos in scena, come in
sala. Ma la confusione di ruoli, di segni e di
trovate porta inevitabilmente alla bulimia
espressiva, a un alternarsi di squarci pen-
sosi (Il futuro capita sempre agli altri),
scene triviali la Ubu (Che facciamo?
S co p i a m o ! ) e slanci politici, come il ri-
ferimento a Carlo Giuliani. Spettacolo giu-
stamente ambizioso, che tenta di raccon-
tare il mestiere di morire, la catalessi del-
la societ odierna, lanestesia della vita
quotidiana, Zo m b i t u d i n e fatica a decol-
lare, anche nel livido e lisergico finale, con
comparsata tragicomica di extraterrestri
barboni. A discolpa dellensemble, che si
esibisce in una recita allaperto, va detto,
per, che difficile battere la concorrenza
delle costellazioni: cade una stella, e i mo-
stri non fanno pi paura.
PATRIMONIO ALLITALIANA
Un Libro bianco per salvare Pisa
STELLA
F. de Marco,
Galleria
Nazionale
dArte
Moderna,
Roma, fino
al 10 ottobre
di Camilla Tagliabue
di Tomaso Montanari
di Stefano Feltri
21 il Fatto Quotidiano MERCOLED 30 LUGLIO 2 01 4 SECONDO TEMPO
ONDA SU ONDA IL PEGGIO DELLA DIRETTA
Bellezza, amore e tv:
lAprile in casa Marzullo
MARIANNAAPRILE stata ospite
laltra notte del salotto di Marzullo Ansa
di Loris Mazzetti
I
l sottosegretario Giacomelli ha
annunciato che entro la fine
dellanno vi sar la riforma del ca-
none e della tv pubblica e nel 2015 il
rinnovo della convenzione Sta-
to-Rai, come fece la Bbc, ci avverr
con un ampio coinvolgimento dei
cittadini. Alla Tarantola e a Gubito-
si, la presidente arrivata dalla Banca
dItalia, il dg, un manager esperto di
strategie dimprese, dalla finanza, va
dato atto di aver portato virtuosit
economico-finanziaria, differen-
ziandosi dallimmobilismo tec-
nologico e dalla subalternit
nei confronti dellex Cavaliere
dei loro predecessori. Dopo il
processo di digitalizzazione la Rai
ha bisogno di un restyling editoriale
completo sia nei tg che nelle reti:
necessario che si torni a parlare di
innovazione del prodotto, attraver-
so il ridimensionamento dellacqui -
sto di format. Undici testate con al-
trettante direzioni e redazioni non
hanno pi ragione desistere, non
solo per limitare gli sprechi delle
troppe troupe utilizzate a coprire gli
eventi e in concorrenza luna con
laltra, sono passati 35 anni dalla na-
scita di Tg3 e TgR, nel frattempo
cambiato il mondo dei media:
unedizione in pi o una nuova sigla
non pu eliminare la sensazione di
antico al confronto con le altre tv eu-
ropee dei nostri tg. lera della cros-
smedialit, del rapporto tra televi-
sione e Internet, sono nate tv e reti all
news, non si tratta solo di tagliare ri-
sorse, ma di ridistribuirle, perch
no, anche aumentarle dove occorre.
LE LINEE generali sulla riforma
dellinformazione, approvate la set-
timana scorsa dal cda, forse hanno
ancora bisogno di essere ottimizzate
ma rappresentano linizio di un per-
corso a cui si deve dare credito, e che
far uscire la Rai da un immobilismo
causato dal controllo politico, dal
conflitto dinteressi e da una leg-
ge, la Gasparri, pi volte con-
dannata in Europa dalla Com-
missione sulla concorrenza. Gia-
comelli ha intenzione di coinvolge-
re i cittadini sul cambiamento, Ta-
rantola e Gubitosi coinvolgano i la-
voratori, che nel frattempo si sono
costituiti in associazioni che produ-
cono un lavoro straordinario, igno-
rato dai media: si confrontano con
gli utenti, con giuristi, con esperti del
settore, attraverso incontri e social
network, con lobiettivo di portare la
Rai a essere nuovamente centrale nel
sistema. La sensazione, dopo la vi-
cenda dei 150 milioni di euro, che
Renzi abbia svenduto la Rai a Ber-
lusconi in cambio dellappoggio sul-
le riforme. Coinvolgere i lavoratori
potrebbe essere linizio della tanto
annunciata trasparenza.
di Luigi Galella
C
qualcosa di rassicurante nella fi-
gura di Gigi Marzullo: laustera
fedelt del profilo, la lunga e mossa
chioma cinerina che si posa sulle spalle,
la testardaggine a ripetersi e riprodursi
tale e quale, incurante di stagioni inco-
gnite, sfidando e travolgendo, come un
paladino medioevale, il luogo comune
di se stesso. Da sempre luomo continua
a indossare la divisa del conduttore, co-
me se si recasse in banca e i superiori gli
suggerissero il necessario decoro. E il
trash allora, di cui la tv si impasta com-
piaciuta, e che altri ostentano superan-
dosi lun laltro, gli scivola addosso co-
me pioggia su un tessuto idrorepellente.
Cos profondamente antitelesiviso,
Marzullo, da essere decoroso. Cos clas-
sico e intriso di antico sussiego, come
un signore beneducato, aduso a vecchi
galatei. Un cavaliere col ciglio che
sinarca alloccorrenza e lo sguardo che
nobilmente si perde nel vuoto, in un
tempo storico senza signori, cavalli e ca-
valieri.
Sul far della sera che si fa notte, dopo
mesi di cattivit, in cui limmagine gli
era stata negata, torna en plein air coi suoi
quesiti e i suoi tormentoni, come un
personaggio gozzaniano, docile e strug-
gente: totalmente privo di ironia e quin-
di massimamente ironico. Gli siede di
fronte unospite da poche settimane ab-
bagliata dai riflettori del piccolo scher-
mo, nel Millennium di Rai3: Marian-
na Aprile, giornalista del settimanale
Oggi, neoconduttrice, con Mia Ceran ed
Elisabetta Margonari. I temi sono quelli
che hanno reso mitico laplomb del
conduttore di RaiUno: lamore, lami-
cizia, la carriera, luomo ideale, il rap-
porto con Dio e vari altri massimi si-
stemi, che dispensa ai suoi intervistati.
OGNUNO a suo modo, su quella poltro-
na, si sente un Bertrand Russell, elevato
al ruolo di chi degno di pronunciar
parola per tutto e tutti. Il trionfo della
libera opinione e del piccolo privato.
Perch, dopo quei famosi quindici mi-
nuti di celebrit, che per Andy Warhol
saranno assicurati allintera umanit,
tutti si sentono investiti della necessit
di parlare di s. E anche se coi reality si
superato lo stadio della dichiarazione a
favore della rappresentazione, e il s si
fatto show o qualcosa del genere, dif-
ficile rinunciare alla tentazione di ri-
spondere ai quesiti gentilmente porti dal
padrone della quarta serata di Rai Uno:
quando un giorno vista lora appena
finito e un nuovo giorno appena ini-
ziato.
In un improvviso impeto ardimentoso il
conduttore chiede alla giornalista della
carta stampata se si sia interrogata ri-
guardo allinfluenza dellaspetto esteti-
co, circa la sua chiamata in tv, e che cosa
sia infine la tv, per chi finora lha vissuta
da spettatrice. La risposta, neanche
troppo imbarazzata, glissa sulla prima
questione e in quanto alla seconda chio-
sa rapida: divertente. La tv in fondo
divertente. E ti blandisce con le lusinghe
dellimmagine: ecco quindi gli inevita-
bili scatti in posa per i rotocalchi, che
non avresti immaginato. Un grande
Carnevale. Il mondo rovesciato.
Fa come se niente fosse, la Aprile, e a
ogni classica e consueta domanda ri-
sponde con educazione e disinvoltura.
Di tanto in tanto, dietro cipria e fondo-
tinta, si intravede affiorare sulle guance
un debole rossore.
luigalel@gmail.com
Gli ascolti
di luned
QUESTO NOSTRO AMORE
Spettatori 2,9 mln Share 14,5%
COCA-COLA FESTIVAL
Spettatori 2,9 mln Share 15,8%
VOYAG E R
Spettatori 2,2 mln Share 1 0,7 %
PERSON OF INTEREST
Spettatori 1,9 mln Share 8,4%
Rai: s p re c a re m e n o,
lavorare tutti
22 MERCOLED 30 LUGLIO 2014 il Fatto Quotidiano
nuano ad arrivare. Allinizio
del 900 furono richiami di la-
voro, poi durante il secolo bre-
ve ci si misero le ndrine a ma-
nipolare il territorio intrec-
ciando con facilit la politica e
gli affari, barattando il confino
di molti con il confine (france-
se) di tutti.
n LAREA perfetta per il pas-
saggio di ogni genere di mer-
ce, quella umana compresa:
tra droga, armi e persone da
occultare un flusso continuo,
con il risultato che la ndran -
gheta la fa da padrona e qua-
lunque grossa commessa, ve-
di la necessit di terra per
completare i lavori alla foce
del fiume, sul porto, passa di-
rettamente o indirettamente
per mani calabre. E le istituzio-
ni che fanno, domanderebbe
qualche lettore di buon umo-
re? Non ce ne sono, o meglio
G
adda in unintervi-
sta: Ho una licen-
za liceale che mi fa
onore, per chi cre-
de nellonore. Io non ci cre-
do. E come credere a
quellimpalcatura retorica di
pompose autoproclamazioni,
grottesche esibizioni di virili-
t, obblighi da sagrestia?
Non ci credevano gli antieroi
di Stendhal, primo fra tutti Ju-
lien Sorel, la cui frenesia so-
ciale mirava alla distruzione
dellonore vano della gente di
mondo, e il Fabrizio de La
Certosa di Parma, figura-spar-
tiacque tra un passato nobile e
un presente in cui tutti par-
lano dellonore senza onorar-
lo.
PER SECOLI stato un valore
epico, una virtus classica e ca-
valleresca. Da Andromaca in
poi, le donne non capivano
perch gli uomini si rovinas-
sero la vita dietro quella chi-
mera, e da parte loro ne ve-
nivano a conoscenza solo
quando lo perdevano per ma-
no di maschio o a causa della
propria condotta sventurata.
Sembrava un puntiglio (sorge
sempre su un punto, lono -
re), ma per gli spiriti elevati era
lunico mezzo per scavalcare la
meschinit dellorizzonte cor-
rente.
Se ferito, giustificava duelli:
unepoca gloriosa si chiuse con
lultimo respiro di Pukin, che
si prese dal barone DAnths
una pallottola e del cornuto;
ma ancora nel 1926 il Codice
cavalleresco italiano Gelli re-
golava la gentilhommerie uni -
versale in fatto di contese e
tenzoni con spada, sciabola o
pistola.
DOPO LA GUERRA, mentre ci
simpantanava nelle enfasi di
parte tra preteso onore e Re-
sistenza, il cinema restituiva fi-
gure di comandanti e capi-po-
polo asciutti e tetragoni, non
privi di buon cuore, e poi tutta
una schiera di controeroi alla
Sordi-Gassman, profezie della
pavidit canagliesca e senza
ideali. La commedia allitalia -
na lo incarn in una galleria di
picciotti coi baffi imbrillanti-
nati che ne lavavano loffesa
tra bottane e svergognate e
balenii di lame fino allo scop-
pio della lupara che dellonore
diventato effetto speciale, co-
me il suono elastico dello scac-
ciapensieri, o marranzanu,
nellafa di agosto.
Vitaliano Brancati ne invent
un tipo nuovo nella figura del
presunto seduttore bellAnto -
nio, scoperto incapace di farsi
onore con sua moglie e perci
screditato. Ma la Repubblica
mantenne fino al 1981 quel
delitto donore che minimiz-
zava luxoricidio per corna, e
sempre l si era: alla reputa-
zione, alla diceria su manche-
volezze o sfrenatezze fisiolo-
giche, alle gonadi pesate
con la bilancia del pubbli-
co rispetto.
Fortuna che oggi non ce
ne dobbiamo pi oc-
cupare. Se un tempo
era come un fiammi-
fero che si usa una
volta sola secondo
Marcel Pagnol, oggi somiglia
agli accendini che si incep-
pano e possono es-
sere buttati e sostituiti. Quan-
do tutto emendabile, condo-
nabile, revocabile, il disonore
dura il tempo di un lancio di
agenzia. Per restituire lono -
re a chi lha perso, come pro-
pugna lemblema-di-unepoca
Berlusconi, basta cancellare
una legge o inventarsene una
nuova. Cos onore diven-
tata una parola passepartout
tra tante, sgualcita dalla farse-
sca enfasi fascia e da tutta la
retorica dei caduti, del sangue
e degli altari di una Patria mai
veramente unita.
Oggi lonore nomina, per iro-
nia, quelli che pi di tutti han-
no lavorato alla sua consunzio-
ne, quei politici, onorevoli,
tenuti ad adempiere alle pro-
prie funzioni con disciplina e
onore che ogni tanto finisco-
no in galera e non certo in virt
delle proprie opinioni.
Uno sguardo originale sul
mutato concetto di onore
quello che in Prendete mia
s u o ce ra (Bompiani, 2014)
Howard Jacobson getta
sulluomo contemporaneo,
qui per di pi marito e scrit-
tore: una triade squalificata
da una degenerazione pro-
gressiva che al pensiero e
allazione sostituisce il tor-
pore e limpotenza. Se anche
la letteratura si adegua alle
mode (vampiri, detective
svedesi, i 100 modi di fare
humor sul cancro, le 50 sfu-
mature di nulla, i libri di cu-
cina, lautopromozione da
cocktail, la frenesia di twit-
tare, o twittire?, si chiede
nel romanzo un editore d-
mod), non le resta nessuna
funzione di indicare il vero e
il nobile. Lo scrittore diso-
norato dalla propria inade-
guatezza, dal politicamente
corretto, dal successo di un
unico best-seller sul pisel-
lo delle scimmie, dalle
emorroidi per sedentarie-
t, dal pensiero ossessivo di
scoparsi sua suocera.
PU SOLO PERDERE: Jacob -
son, un esperto della volutt
della sconfitta (nel suo libro
pi bello, Kalooki nights, asse-
gna alla passivit ebraica un
valore di marchio e allegoria
esistenziale), inventa un pro-
tagonista pi pusillanime dei
personaggi di Philip Roth, af-
fetto da un cinismo che non
pu nemmeno brillare, dentro
una societ che non sa pi
cos lonore.
Gli editori pubblicano immon-
dizie o si suicidano, i lettori si
estinguono o recensiscono su
Amazon libri che non hanno
letto, la politica esautora la cul-
tura, i matrimoni si fondano
sulla menzogna: sparita la di-
gnit, ferito il logos, allo scrit-
tore non resta che registrare la
sparizione delle parole, ormai
incapaci di dire qualcosa di ve-
ro.
LE PAROLE PERDUTE
SECONDO TEMPO
Si scrive B o rd i g h e ra
si legge Calabria
IL BADANTE
PROFONDO NORD
L80% degli abitanti
viene dalla regione
meridionale
Lo Stato non c
e la Ndrangheta tiene
pulito il territorio
di Oliviero Beha
n GIORNI fa sono stato
allestero, e fin qui giustamen-
te e chi se ne frega. Il punto
che non sono stato proprio
allestero nel senso letterale e
topologico, ma sono stato in
un estero al quadrato, in un
estero metaforico, in un este-
ro italiano: a Ventimiglia, a un
soffio da Mentone e dalla
Francia. Sole piovoso, citt
bassa nuova, citt alta storica
ricca di palazzi medievali che
cadono a pezzi perch si sono
mangiati i fondi europei ades-
so evaporati e con essi gusto e
restauri, carruggi su per il nu-
cleo vecchio abbandonato,
desertificato e poi occupato
da una popolazione particola-
re. Quale? Per rendermi conto
di persona ho girato a piedi,
chiedendo istruzioni a vecchi
e giovani: dov la cattedrale,
dove traverso il fiume Roja
pieno di isolotti, cigni, papere,
gabbiani, gallinelle tutti impe-
gnati in immersioni da numeri
da circo, dov la passerella
con i lucchetti senza Moccia
anche se molti, troppi fisio-
gnomicamente di n to r n o
paiono Moccia. Perch tutti
quelli che interpello mi rispon-
dono in varie accentuazioni di
calabrese? Diretto, storpiato,
francesizzato, edulcorato, dis-
simulato, ma per Giove, cala-
brese senza ogni dubbio. Che
ci fa questo concentrato di ca-
labresi di lunga o breve lena a
Ventimiglia, antichissimo ca-
strum che ricorda questanno
il duemillesimo anniversario
dalla morte di un imperatore
di qualche importanza, tale
Augusto? Mi informo: ormai
tra il 70 e l80% della popo-
lazione di Ventimiglia, poco
meno di trentamila persone,
calabrese dorigine e conti-
non si vedono, o ancora non
ce n bisogno. A Ventimiglia
le scuole ormai sono calabre-
sizzate fin dagli asili ma non
c un delitto a memoria duo -
mo perch lo Stato travestito
da ndrine sa come fare per
controllare il territorio. Cos
Ventimiglia in appalto, nes-
suno lo sa o perlomeno la pub-
blica opinione lo ignora del
tutto, e nel silenzio mediatico
la Calabria avanza nelle sue
forme peggiori. E dunque tutti
mafiosi? Per carit, anche sta-
tisticamente sarebbe impen-
sabile. Ma che non governi lo
Stato o quello che intendiamo
per Stato in sintagmi come le
t ra t t a t i ve -S t a to - M a f i a , as-
solutamente pacifico. La co-
munit migliore degli indigeni
non abbozza, reagisce, ci sono
4 librerie che per unidea di
cultura sempre pi impallidita
sono autentici bunker resi-
stenziali che cercano di dare
solidit a un costume stri-
sciante e gassoso, quello delle
pacche sulle spalle e perfino,
negli immigrati pi antichi, del
dialetto calabrese di una volta
che quasi ha bisogno di tradu-
zione nel calabrese contem-
poraneo. Naturalmente a
Ventimiglia sulla scia di Bor-
dighera lamministrazione
stata sciolta per mafia, e ier
laltro, nelle ultime elezioni,
spuntata una speranzosa lista
semicivica molto giovane, rot-
tamazione style, che alla luce
degli intrecci politici tra i pre-
decessori sciolti e mai domi
probabilmente capisce bene
tutti i linguaggi. Li m p re ss i o n e
di essere in una frontiera lan-
guente, depressa, sospesa,
che fa da ostaggio a se stessa
in un andirivieni di compra-
vendite e nonsense. E noi da
questa parte
www.olivierobeha.it
Lonore s v u o t at o
a suon di manette
di Gaetano Liguori
C
i ha lasciati Giorgio Gasli-
ni, musicista, composito-
re, pianista, direttore dorche -
stra, ma soprattutto colonna
del jazz italiano dagli anni 50.
Nessun musicista italiano che
da allora si occupato di jazz
ha potuto fare a meno di con-
frontarsi con la sua opera. Ha
attraversato vari generi musi-
cali sempre con creativit e
originalit, che si trattasse di
una colonna sonora o di
unopera, di un balletto o di
un concerto in un fumoso
club jazz oppure di un jingle
pubblicitario. Pur non essen-
do un suo allievo, mi sono
sempre considerato un suo
discendente musicale e lo ri-
cordo con affetto e gratitudi-
ne, perch senza di lui e il suo
esempio non avrei mai intra-
preso la carriera musicale.
Milanese fino allosso, classe
1929, ebbe tra i compagni di
corso al Conservatorio di Mi-
lano musicisti come Abbado,
Berio, Paccagnini, che aveva-
no come credo quello di spe-
rimentare nuove forme musi-
cali. Formidabile pianista,
pass dalle accademie classiche
ai primi locali jazz milanesi, for-
mando gruppi che hanno fatto
la storia del jazz italiano. Diret-
tore artistico alla Voce del Pa-
drone, compose la colonna so-
nora di Profondo Rosso e de La
n o t te di Antonioni, uno dei po-
chi esempi di colonna sonora
jazz, per poi passare a comporre
la musica dello spot della mucca
Carolina. Per noi giovani degli
anni 70 fu un esempio da segui-
re, tra i primi a legare limpegno
musicale ai fermenti sociali. Fu
suo uno dei primi concerti
nellUniversit Statale di Mila-
no occupata dagli studenti. Le
sue opere hanno titoli come Col -
loquio con Malcom XoFabbrica oc-
c u p a ta , ma ha firmato pi di 90
album o cd. Ha suonato in nu-
merose tourne dagli Stati Uniti
alla Cina, dallAfrica allOriente.
Ha formato una miriade di mu-
sicisti che hanno animato ses-
santanni di jazz in Italia.
IO VOGLIO ricordarlo in un
concerto in Piazza S. Croce a Fi-
renze, nel 1974, quando salito
sul palco, come sempre elegan-
te, a suonare tra un tripudio di
bandiere rosse. Il suo libro Mu -
sica totale rimane un testo insu-
perato che andrebbe attenta-
mente riletto nei Conservatori e
nelle Universit. Ricordo una
conversazione telefonica con lui
quando, alla fine degli anni Set-
tanta, si parlava di riflusso non
solo in termini musicali e io non
mi sentivo in fase creativa: mi
invit a sedermi al pianoforte
tutti i giorni con metodo e de-
dizione e trovare nella musica
fonte di ispirazione. La sua sta-
ta una vita dedicata alla musica e
ai musicisti, senza mai dimen-
ticare la funzione di crescita cul-
turale che la musica ha sempre
avuto al di l di ogni ideologia.
Hasta la Victoria siempre, Gior-
gio.
Addio a Giorgio Gaslini, storia
del jazz e di Profondo rosso
IL RICORDO
Compose le colonne
sonore di Dario Argento
e di Michelangelo
Antonioni. Per noi
giovani degli anni 70 fu
un esempio da seguire
SECONDA PUNTATA
Da stendardo morale
a farfuglio da talk
show, da virtus
cavalleresca
a uxoricidio per corna:
storie di virilit perduta
LUTTO NELLA MUSICA
di Daniela Ranieri
D ov finito l o n o re? Dalle canzoni di guerra ai balletti del potere,
dai duelli ai talent, la parabola della parola preferita dal fascismo
da stendardo morale a farfuglio da talk show pare inarrestabile.
Eppure un tempo stato la quintessenza delle virt repubblicane
incarnate dai Padri costituenti. A tutelarlo, ci sono rimasti gli
o n o revo l i , il che gli d pieno di diritto di finire tra le parole ormai
vuote e perdute.
I l lu s t ra z i o n e
di Doriano
Ventimiglia Ansa
23 il Fatto Quotidiano MERCOLED 30 LUGLIO 2 01 4
A DOMANDA RISPONDO
Furio Colombo
SECONDO TEMPO
LItalia e il bisogno
di partigiani non violenti
Sono un ex consigliere re-
gionale siciliano che non
fa pi politica partitica,
occupandosi solo della
storia della sua terra ma,
per difendere la Costitu-
zione Italiana, sente il bi-
sogno di dire e fare qual-
cosa per evitare che il no-
stro Paese vada verso la
deriva autoritaria. Napo-
litano stato ed , per es-
sere purtroppo ancora in
carica, il peggiore presi-
dente della Repubblica.
Non un pregiudizio sul-
la persona ma un dato
provato dai fatti. Un pre-
sidente che dovrebbe es-
sere garante di tutti gli Ita-
liani in modo irrituale per
la sua carica, si permette
di chiamare ribellii rap-
presentanti delle Istitu-
zioni, questo dimostra
linsofferenza verso il dis-
senso democratico. Pur
usando toni a volte conci-
lianti-paternalistici, a vol-
te vibratamente decisi,
peggiora sempre di pi, e
non solo per la sua et. E
sempre stato un politico
ipocrita, il contrario di
Pietro Ingrao storico op-
positore allinterno del
Pci. Lo prova la sua bio-
grafia da migliorista e cra-
xiano filo Usa fino al mi-
dollo, anche sotto Rea-
gan; lo prova la guerra alla
Procura di Palermo per
difendere coloro che han-
no fatto patti con la mafia,
fino al sostegno alle cosid-
dette riforme. Chi erano i
miglioristi? Il capo della
corrente politica stato
proprio Napolitano, e i
suoi riferenti in Sicilia af-
fermavano che non biso-
gnava fare lanalisi del
sangue alle imprese. Tan-
to da non opporsi allen-
trata delle cosiddette
Coop Rosse nella spar-
tizione delle grandi opere
pubbliche, e tutti sapeva-
no che le gare erano in
mano alla mafia. Nel tavo-
lino del Ministro delle
opere pubbliche della ma-
fia (Angelo Siino) cera
spazio per tutti ma alle lo-
ro criminali condizioni.
Le centrali delle coop. non
pagavano il pizzo e questo
era per le imprese filo ma-
fiose il lascia passare. In
alcuni casi le pressioni
mafiose erano aggirate
dalle centrali coop. che
cedevano in sub appalto
alle locali piccole coop.
Prove ve ne sono in quan-
tit: esempio la costruzio-
ne dei quattro termovalo-
rizzatori sotto il governo
Cuffaro, del quale lo scri-
vente stato uno degli op-
positori, anche in sede
giudiziaria. Da poco si
cominciato a parlare di
storie dimenticate, in pri-
ma fila il Fatto Quotidia-
no. Bravi quelli dei M5S
che lo hanno accusato di
attentato alla Costituzio-
ne, ma con questo parla-
mento possiamo scordar-
celo che venga messo sot-
to accusa. Se informato
bene, solo il popolo pu
cacciarlo. Sar difficile,
comunque bisogna pro-
varci. Incominciamo a
scendere in piazza af-
frontando le difficolt
che si potranno incontra-
re: dalla stampa asservita,
alle provocazioni della
polizia segreta deviata,
a quella del partito unico
della nazione di Renzi-
BerlusconiAlfano. Non
devono esserci bandiere
di partito, ma semplici
cittadini, capaci di orga-
nizzarci in modo pacifico
e non violento, in poche
parole ribelli come i
partigiani della democra-
zia.
Calogero Miccich
Tagliare s, ma meglio
ai poteri forti
Tagliare: questa la paro-
la dordine imperante in
ogni settore, ma soprat-
tutto nel sistema politico
garante della democra-
zia. La democrazia costa e
dei costi occorre liberar-
si, a costo di liberarsi del-
la democrazia. E questo il
rischio che vogliamo cor-
rere? Non importa se poi
non si risparmier affat-
to. Limportante, come
sempre, colpirne uno
per educarne cento. Pic-
coli Comuni, Comunit
montane, parchi e aree
protette... insieme nel tri-
tatutto della gogna me-
diatica, alla barra nel Tri-
bunale dellInquisizione
scatenato da La casta di
Gian Antonio Stella e
Sergio Rizzo. Oggi osan-
nati dal populismo insor-
gente dei pi, maledetti
da coloro che incolpevol-
mente sono stati inghiot-
titi nel girone infernale.
Domani, infatti, occorre-
r chiedere loro conto dei
tanti danni che la loro ge-
nerica denuncia - stru-
mentale a un potere cui la
democrazia dal basso d
fastidio - sta provocando
nella societ italiana.
Hanno fatto di tutterba
un fascio, finendo con il
colpire, alla fine, solo i
pi deboli e meno re-
sponsabili. il Gran Co-
raggio del giornalismo,
presunto dinchiesta,
della nostra povera infor-
mazione nazionale, non
per caso scivolata agli ul-
timi posti del mondo.
Quando metteranno nel
mirino i poteri forti?
Melquiades
Vogliono dare il potere
legislativo al Governo
Il governo un organo
esecutivo e dovrebbe ave-
re una potest legislativa
solo in emergenza. Ci
che propone in regime or-
dinario dovrebbe essere
lasciato poi alla discussio-
ne (e alla eventuale appro-
vazione) del sistema par-
CARO FURIO COLOMBO, non riesco a
capire... Una coalizione militare fra le pi
potenti del mondo ha rovesciato Ghedda-
fi e ne ha resa possibile la fine. Subito do-
po tutti se ne vanno facendo finta che sia
tornata la libert. E poco dopo troviamo
una irrisolvibile guerra civile, un amba-
sciatore ucciso (quello degli Stati Uniti) e
gli altri che se ne vanno. Nello stesso tem-
po ci dicono che i rapporti daffari con
lItalia vanno a gonfie vele. Lei ha una spie-
ga z i o n e?
I van
LA LIBIA STATA per decenni (finch
Gheddafi ne stato il padrone e il dittatore
assoluto) una vergogna per tutti i Paesi che
hanno onorato il colonnello, despota e ter-
rorista, come un governante normale. E una
vergogna pi grave per lItalia che, con quel-
la Libia, ben conosciuta per le sue imprese
internazionali, (Lockerbie), per le sue carce-
ri senza uscita, e i suoi omicidi, ha firmato e
fatto approvare dal Parlamento (quasi
allunanimit) un vergognoso trattato di
fraterna cooperazione e amicizia perenne,
che comprendeva anche scambi di segreti
militari e ingenti versamenti di somme da
parte dellItalia. Poi, quasi subito, lItalia ha
partecipato alla eliminazione del fraterno
amico (poco prima onorato a Roma da
centinaia di ragazze costrette ad ascoltarlo,
e da una sottomessa processione di politici
di primo piano e di grandi managers) e ha
cominciato a diffondere due idee senza fon-
damento: una, che la vita civile ripresa, in
quel disgraziato Paese, ed in costruzione
una nuova democrazia. Laltra che il tratta-
to con lItalia resta in vigore e gli affari (pe-
trolio) vanno bene come sempre. Si spiega
cos il fatto che lambasciatore italiano sia
stato costretto a restare a Tripoli, dove si
combatte per le strade, sfidando realt e
buon senso. Il rimpatrio dei cento italiani,
di cui ci parla la Farnesina, significa che
molti altri italiani, di cui non conosciamo il
lavoro o la missione, sono rimasti un po do -
vunque nel Paese che tutto in mano agli
scontri fra bande. Si noter che le notizie so-
no imprecise come se la Libia fosse una im-
pervia regione delle Ande, sono incoerenti
(nel senso della mancanza di sequenza logi-
ca e cronologica) come se si trattasse di Boko
Haram. Si noter ancora di pi che nessuno
si presentato alle Camere a riferire su due
punti. Il primo il vero stato della situazio-
ne e perch viene messa a rischio la vita
dellambasciatore italiano (tutti gli altri so-
no partiti e gli Stati Uniti hanno chiuso i loro
uffici). Il secondo quali rapporti o accordi
abbiamo e con chi, visto che non c nessun
governo nazionale, ma ci sono molte bande
potenti e bene armate che si contendono il
potere. Si direbbe che due vuoti di responsa-
bilit si fronteggiano: quello della Libia sen-
za governo, e quello dellItalia con un gover-
no che tiene vivi gli affari ma non la politica,
e non vuole neppure sapere (e far sapere al
suo Parlamento) come vanno davvero le co-
se, e secondo quali regole continuano gli in-
tensi rapporti commerciali. Forse era giu-
sto, per una simile politica estera, che il mi-
nistro degli Esteri fosse la ignara signora
Mogherini.
Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano
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La strana
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* attenzione accertarsi prima che la zona sia raggiunta dalla distribuzione de Il Fatto Quotidiano
lamentare. La nostra Co-
stituzione, che stanno
tentando in tutti i modi di
violentare, stabilisce un
sistema parlamentare ga-
rantista per lapprovazio-
ne delle leggi. in atto un
tentativo per consegnare
anche il potere legislativo
al governo. Sia, se il par-
lamento voter in tal sen-
so, ma con calma, seguia-
mo le regole dellattuale
costituzione per ora. Ma
almeno, finch siamo in
democrazia godiamocela
ancora per un po, anche
perch non detto dure-
r.
Giuseppe Ricca
Una soluzione semplice,
pacifica e impossibile
Se lattuale Israele non
uno Stato razzista ma de-
mocratico, come io credo
che sia, se i suoi cittadini,
provenienti in origine da
tutto il mondo, non sono,
salvo una minoranza, raz-
zisti, c una sola soluzio-
ne per risolvere il conflitto
arabo-israeliano: la crea-
zione di ununico stato di
Israele e Palestina.
Israele, invece, di bom-
bardare Gaza occupi lo
Stato palestinese, come il
Piemonte ha occupato
nel1860 la maggior parte
degli stati italiani, e rico-
nosca immediatamente a
tutti i palestinesi lo status
di cittadini israeliani con i
conseguenti diritti e do-
veri. Dopo la modifica
della Costituzione, la si
faccia approvare con un
referendum votato da tut-
ti i 12 milioni di cittadini
del nuovo Stato. Israele
stato il sogno di pochi, che
si realizzato, di dare uno
Stato agli ebrei, adesso il
sogno continui per dare
uno Stato a tutti i palesti-
nesi, ebrei e arabi, e pace al
Mondo.
Ugo Baistrocchi
Esempio Concordia:
distruggere e ricostruire
Se la Concordia rappre-
senta una grande oppor-
tunit occupazionale, al-
lora una buona idea sa-
rebbe quella di demolire il
Colosseo per ricostruirlo
in cemento armato nella
sua originaria completez-
za e bellezza, o un bel tun-
nel sottomarino a otto
corsie che colleghi Piom-
bino alla Sardegna! In
questo modo il Pil schiz-
zerebbe ai massimi di
sempre e uniper/occupa-
zione costringerebbe i la-
voratori italiani a doppi e
tripli turni di lavoro. Ec-
co! Queste sono le inge-
gnose strategie di mercato
dei moderni cervelloni
della politica italiana! In
alternativa potremmo fa-
re scavare profonde bu-
che nel deserto a milioni
di lavoratori per poi, subi-
to dopo, ritornare a co-
prirle, o affondare unin-
tera flotta navale. Una
gran fetta della nostra
economia e relativa occu-
pazione sopravvissuta
fino a oggi proprio in vir-
t di questo diabolico
meccanismo: distruggere
per ricostruire
Gianni Tirelli
I NOSTRI ERRORI
Nellarticolo apparso ieri
in pagina 12 dal titolo
Gaza fra bombe e tunne"
la firma corretta quella
dellautore, Cosimo Cari-
di, e non Massimo, come
riportato in modo errato.

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