Il 17 giugno dell’anno passato le scriventi Organizzazioni chiedevano la convocazione urgente di codesta Commissione al fine di risolvere, una volta per tutte, l’indecorosa vicenda del presunto Piano di risanamento della qualità dell’aria, ancora presente dopo 6 anni sul sito dell’ARTA, seppur copiato dall’omologo Piano della Regione Veneto e da numerose altre fonti. Si chiedeva il suo ritiro e l’accertamento delle responsabilità connesse.
Il 26 settembre, dopo più di 3 mesi, si svolgeva l’audizione, nel corso della quale l’assessore Lo Bello affermava, vedasi verbale e testualmente ascoltabile dalla registrazione che queste Organizzazioni hanno fornito, “è assolutamente vero che risulta un’azione di copia e incolla in cui sono stati trasferiti dati siciliani” ed il dott. Capilli, dirigente del Servizio “Tutela dall’inquinamento atmosferico, ammetteva che “è un documento che è stato redatto prendendo a riferimento anche abbastanza esplicito altri documenti prodotti in altre sedi e in altre regioni”.
Ciò malgrado, entrambi adducevano giustificazioni al c.d. Piano sostenendo che in fin dei conti i dati erano siciliani, senza neppure considerare che nel documento, ad esempio, non c’era persino accenno agli insediamenti industriali della Regione. Nell’occasione, l’assessore Lo Bello riferiva di attività in corso per la redazione del nuovo Piano.
Il 18 dicembre, trascorsi quasi altri 3 mesi, si svolgeva, a seguito delle perduranti inadempienze dell’ARTA denunciate dalle Organizzazioni scriventi, una ulteriore audizione, nel corso della quale l’assessore Lo Bello ed il dott. Capilli ritrattavano le dichiarazioni della volta precedente, rifiutavano il ritiro del c.d. Piano anche se dagli stessi definito superato, nulla aggiungendo a quelle generiche attività in corso per la redazione del nuovo Piano cui l’assessore aveva accennato 3 mesi prima.
L’1 marzo 2014, dopo circa 6 mesi dalla prima audizione, le Organizzazioni scriventi, stanti il totale silenzio e la completa inerzia dell’ARTA, erano costrette a risollecitare ancora una volta a codesta Commissione le richieste originarie.
Il 3 maggio 2014, a distanza di altri 2 mesi, le Organizzazioni scriventi inoltravano ulteriori richieste.
Orbene, se si somma l’anno trascorso dalla prima richiesta agli anni intercosi dalla conferenza stampa del 22 novembre del 2007 in cui Legambiente aveva denunciato la copiatura del Piano, viene fuori un quadro desolante di immobilismo, di omissioni e di connivenze tendenti a coprire pesanti responsabilità in capo all’amministrazione regionale ed anche agli Organi di Governo riguardo ad un settore dell’ambiente che ha gravi ricadute sulla salute della popolazione.
Le Organizzazioni scriventi chiedono a codesta Commissione se sul tema specifico del Piano copiato, cui si coglie l’occasione per aggiungere la vicenda dell’AIA dell’Italcementi di Isola delle Femmine decaduta da 4 anni, nonché il trentennale affaire della Distilleria Bertolino di Partinico, vuole rimanere in balia di affermazioni e promesse farlocche degli assessori di turno – cosa che queste Organizzazioni rigettano con decisione - oppure dare segni tangibili, invero ad oggi non proprio manifestati, per la risoluzione delle problematiche evidenziate.
A tal fine le Organizzazioni scriventi chiedono la convocazione con procedura d’urgenza di un’ultima audizione sulle tre vicende sopra descritte, riservandosi sin da ora di trasmettere tutti gli atti in proprio possesso all’Autorità Giudiziaria per la valutazione dei reati che eventualmente dovessero ravvisarsi a carico di quanti, rami dell’amministrazione, del Governo e dell’Assemblea, non sono intervenuti secondo i rispettivi ruoli istituzionali per la salvaguardia dell’ambiente e per la tutela della salute della gente
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/06/ambiente-rilasciata-autorizzazione.html
Il 17 giugno dell’anno passato le scriventi Organizzazioni chiedevano la convocazione urgente di codesta Commissione al fine di risolvere, una volta per tutte, l’indecorosa vicenda del presunto Piano di risanamento della qualità dell’aria, ancora presente dopo 6 anni sul sito dell’ARTA, seppur copiato dall’omologo Piano della Regione Veneto e da numerose altre fonti. Si chiedeva il suo ritiro e l’accertamento delle responsabilità connesse.
Il 26 settembre, dopo più di 3 mesi, si svolgeva l’audizione, nel corso della quale l’assessore Lo Bello affermava, vedasi verbale e testualmente ascoltabile dalla registrazione che queste Organizzazioni hanno fornito, “è assolutamente vero che risulta un’azione di copia e incolla in cui sono stati trasferiti dati siciliani” ed il dott. Capilli, dirigente del Servizio “Tutela dall’inquinamento atmosferico, ammetteva che “è un documento che è stato redatto prendendo a riferimento anche abbastanza esplicito altri documenti prodotti in altre sedi e in altre regioni”.
Ciò malgrado, entrambi adducevano giustificazioni al c.d. Piano sostenendo che in fin dei conti i dati erano siciliani, senza neppure considerare che nel documento, ad esempio, non c’era persino accenno agli insediamenti industriali della Regione. Nell’occasione, l’assessore Lo Bello riferiva di attività in corso per la redazione del nuovo Piano.
Il 18 dicembre, trascorsi quasi altri 3 mesi, si svolgeva, a seguito delle perduranti inadempienze dell’ARTA denunciate dalle Organizzazioni scriventi, una ulteriore audizione, nel corso della quale l’assessore Lo Bello ed il dott. Capilli ritrattavano le dichiarazioni della volta precedente, rifiutavano il ritiro del c.d. Piano anche se dagli stessi definito superato, nulla aggiungendo a quelle generiche attività in corso per la redazione del nuovo Piano cui l’assessore aveva accennato 3 mesi prima.
L’1 marzo 2014, dopo circa 6 mesi dalla prima audizione, le Organizzazioni scriventi, stanti il totale silenzio e la completa inerzia dell’ARTA, erano costrette a risollecitare ancora una volta a codesta Commissione le richieste originarie.
Il 3 maggio 2014, a distanza di altri 2 mesi, le Organizzazioni scriventi inoltravano ulteriori richieste.
Orbene, se si somma l’anno trascorso dalla prima richiesta agli anni intercosi dalla conferenza stampa del 22 novembre del 2007 in cui Legambiente aveva denunciato la copiatura del Piano, viene fuori un quadro desolante di immobilismo, di omissioni e di connivenze tendenti a coprire pesanti responsabilità in capo all’amministrazione regionale ed anche agli Organi di Governo riguardo ad un settore dell’ambiente che ha gravi ricadute sulla salute della popolazione.
Le Organizzazioni scriventi chiedono a codesta Commissione se sul tema specifico del Piano copiato, cui si coglie l’occasione per aggiungere la vicenda dell’AIA dell’Italcementi di Isola delle Femmine decaduta da 4 anni, nonché il trentennale affaire della Distilleria Bertolino di Partinico, vuole rimanere in balia di affermazioni e promesse farlocche degli assessori di turno – cosa che queste Organizzazioni rigettano con decisione - oppure dare segni tangibili, invero ad oggi non proprio manifestati, per la risoluzione delle problematiche evidenziate.
A tal fine le Organizzazioni scriventi chiedono la convocazione con procedura d’urgenza di un’ultima audizione sulle tre vicende sopra descritte, riservandosi sin da ora di trasmettere tutti gli atti in proprio possesso all’Autorità Giudiziaria per la valutazione dei reati che eventualmente dovessero ravvisarsi a carico di quanti, rami dell’amministrazione, del Governo e dell’Assemblea, non sono intervenuti secondo i rispettivi ruoli istituzionali per la salvaguardia dell’ambiente e per la tutela della salute della gente
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/06/ambiente-rilasciata-autorizzazione.html
Il 17 giugno dell’anno passato le scriventi Organizzazioni chiedevano la convocazione urgente di codesta Commissione al fine di risolvere, una volta per tutte, l’indecorosa vicenda del presunto Piano di risanamento della qualità dell’aria, ancora presente dopo 6 anni sul sito dell’ARTA, seppur copiato dall’omologo Piano della Regione Veneto e da numerose altre fonti. Si chiedeva il suo ritiro e l’accertamento delle responsabilità connesse.
Il 26 settembre, dopo più di 3 mesi, si svolgeva l’audizione, nel corso della quale l’assessore Lo Bello affermava, vedasi verbale e testualmente ascoltabile dalla registrazione che queste Organizzazioni hanno fornito, “è assolutamente vero che risulta un’azione di copia e incolla in cui sono stati trasferiti dati siciliani” ed il dott. Capilli, dirigente del Servizio “Tutela dall’inquinamento atmosferico, ammetteva che “è un documento che è stato redatto prendendo a riferimento anche abbastanza esplicito altri documenti prodotti in altre sedi e in altre regioni”.
Ciò malgrado, entrambi adducevano giustificazioni al c.d. Piano sostenendo che in fin dei conti i dati erano siciliani, senza neppure considerare che nel documento, ad esempio, non c’era persino accenno agli insediamenti industriali della Regione. Nell’occasione, l’assessore Lo Bello riferiva di attività in corso per la redazione del nuovo Piano.
Il 18 dicembre, trascorsi quasi altri 3 mesi, si svolgeva, a seguito delle perduranti inadempienze dell’ARTA denunciate dalle Organizzazioni scriventi, una ulteriore audizione, nel corso della quale l’assessore Lo Bello ed il dott. Capilli ritrattavano le dichiarazioni della volta precedente, rifiutavano il ritiro del c.d. Piano anche se dagli stessi definito superato, nulla aggiungendo a quelle generiche attività in corso per la redazione del nuovo Piano cui l’assessore aveva accennato 3 mesi prima.
L’1 marzo 2014, dopo circa 6 mesi dalla prima audizione, le Organizzazioni scriventi, stanti il totale silenzio e la completa inerzia dell’ARTA, erano costrette a risollecitare ancora una volta a codesta Commissione le richieste originarie.
Il 3 maggio 2014, a distanza di altri 2 mesi, le Organizzazioni scriventi inoltravano ulteriori richieste.
Orbene, se si somma l’anno trascorso dalla prima richiesta agli anni intercosi dalla conferenza stampa del 22 novembre del 2007 in cui Legambiente aveva denunciato la copiatura del Piano, viene fuori un quadro desolante di immobilismo, di omissioni e di connivenze tendenti a coprire pesanti responsabilità in capo all’amministrazione regionale ed anche agli Organi di Governo riguardo ad un settore dell’ambiente che ha gravi ricadute sulla salute della popolazione.
Le Organizzazioni scriventi chiedono a codesta Commissione se sul tema specifico del Piano copiato, cui si coglie l’occasione per aggiungere la vicenda dell’AIA dell’Italcementi di Isola delle Femmine decaduta da 4 anni, nonché il trentennale affaire della Distilleria Bertolino di Partinico, vuole rimanere in balia di affermazioni e promesse farlocche degli assessori di turno – cosa che queste Organizzazioni rigettano con decisione - oppure dare segni tangibili, invero ad oggi non proprio manifestati, per la risoluzione delle problematiche evidenziate.
A tal fine le Organizzazioni scriventi chiedono la convocazione con procedura d’urgenza di un’ultima audizione sulle tre vicende sopra descritte, riservandosi sin da ora di trasmettere tutti gli atti in proprio possesso all’Autorità Giudiziaria per la valutazione dei reati che eventualmente dovessero ravvisarsi a carico di quanti, rami dell’amministrazione, del Governo e dell’Assemblea, non sono intervenuti secondo i rispettivi ruoli istituzionali per la salvaguardia dell’ambiente e per la tutela della salute della gente
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27/8/2004 Italcementi avanza richiesta di rilascio A.I.A.
ex DDLgs 372/1999 59/2005
Il 25 luglio 2006 lAssessorato Territorio ed Ambiente della Regione Sicilia con d e t e r m i n a z i o n e . 4 8 2 3 8 3 d e l 2 5 l u g l i o 2 0 0 6 intimava alla Italcementi :
a) continuare di apportare modifiche limpianto dal ciclo produttivo in assenza della preventiva comunicazione alle Autorit Competenti, b) continuare ad utilizzare il pet-coke come combustibile, cos come svolgere attivit che diano luogo alla produzione di emissioni diffuse di tale composti.
ITALCEMENTI PROPONE RICORSO AL TAR CONTRO LA DIFFIDA DEL 25 LUGLIO 2006 IL TAR PALERMO CON SENTENZA 1156 DEL 19 APRILE 2007 RESPINGE IL RICORSO DELLA ITALCEMENTI RIBADENDO CHE LUTILIZZO DEL PET-COKE COME COMBUSTIBILE.