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BUON NATALE, SFOLLATI !

La gestione dell’informazione post-terremoto è oggi, per tutti noi, la questione principale. Se ce ne


fosse ulteriore bisogno, lo dimostra, ultima in ordine di tempo, la puntata di “Radio anch’io” andata
in onda questa mattina, ospiti il Sindaco dell’Aquila, il dottor Bertolaso e il nuovo Arcivescovo. Ne
diamo una piccola cronaca a memoria.

Il presentatore ha esordito, con evidente imbarazzo (mantenuto poi per l’intera trasmissione),
avvisando che eccezionalmente era presente con lui, nella Caserma della Guardia di Finanza di
Coppito, anche il neo-direttore di rete, Preziosi, di fresca nomina, il quale si è posto subito come
strapuntino di Berlusconi. Quest’ultimo, chiamato al telefono – a sua detta – senza preavviso, si è
preso un buon quarto di trasmissione per rispondere alla domanda dello strapuntino e proporre un
consuntivo dell’operato del suo governo. In tono auto-encomiastico, ha annoverato tra i successi
dello straordinario staff del suo governo (parlando di tanto in tanto del Presidente del Consiglio in
terza persona) l’Alitalia, l’eccezionale politica estera (a chi si riferiva, a Lukashenko e Gheddafi?),
naturalmente il G8, il fatto di aver risolto il problema rifiuti in Campania e messo a posto i conti
pubblici e – tra le altre cose a suo vanto – il miracolo compiuto da lui e Bertolaso a L’Aquila, dove
tutti gli sono così riconoscenti che una famigerata trasmissione televisiva, fabbrica di disfattismo, a
suo dire non è riuscita a trovare nessuno disposto a parlarne male.

Bertolaso, presa la parola, ha rivendicato, con cipiglio e determinazione, le scelte compiute, di cui si
è assunto la responsabilità (soprattutto per aver deciso di rispondere all’emergenza con costruzioni
stabili al posto di soluzioni transitorie). Il conduttore, sempre più imbarazzato, ha avvisato di aver
raccolto delle voci critiche, e quindi ha trasmesso alcune interviste: uno studente di medicina ha
raccontato di aver avuto, grazie al progetto C.A.S.E., un appartamentino di 30 mq per sé e per sua
madre, e ha lamentato l’assoluta mancanza di privacy e di qualunque normalità di vita. Una
vecchietta di 81 anni che, in quanto sola, vive in un monolocale che è tutto (camera da letto, cucina
ecc.), tristissima, ha aggiunto: “questo non è un Natale”. Una signora si è chiesta con quale criterio
siano state costruite le C.A.S.E., visto che scale e ballatoi sono esterni e quindi esposti a pioggia,
neve e gelo; e quel che è peggio sono esterne le tubature che, qua e là, sono gelate, formando
stalattiti di ghiaccio.

Poi un’altra signora ha detto di non avere niente di cui lamentarsi: “qui c’è tutto, per ora va bene
così. Vorrei dire però di prestare più attenzione al problema della cassa integrazione, mio marito è
cassintegrato…”

Il nuovo vescovo: “sto qui da tre giorni e tutti mi chiedono aiuto. A me il problema sembra lo
scoramento della popolazione. Dobbiamo lavorare su questo”. Cialente: “secondo la tradizione
italica, ci dividiamo in guelfi e ghibellini, ma, sia dire che tutto va bene, sia dire che tutto va male,
non aiuta a risolvere i problemi, anzi li aggrava” e ha concordato con l’affermazione di Bertolaso
che questo è il terremoto in assoluto più complicato, perché ha riguardato una città-territorio. Poi
ha aggiunto che, se risultano più depositi in banca, com’è stato detto, è perché la città non riesce a
ripartire. Sono soldi che derivano dalla stasi economica, e si spera siano destinati a far ripartire la
città nel momento in cui si potrà riaprire alla vita economica e sociale.

Cioni, in tono più che moderato, ha sottolineato che più di mille imprese erano nel centro storico, e
se vogliamo ripartire il problema è riaprirlo (e Bertolaso su questo: “ci vorranno 5,6,7,8 – 9 anni!”).
Properzi, pur presentato dal conduttore come autore di vari interventi critici, con poche parole molto
misurate, ha detto sostanzialmente, “giudicheremo con gli anni” – riferendosi alle scelte,
principalmente quelle relativa a edilizia e urbanistica, di Bertolaso. (Su questo Bertolaso: “Non
abbiamo costruito nessuna New Town, abbiamo costruito semplicemente dei nuovi quartieri di circa
2000 abitanti l’uno”.)

Nessuno ha dato le cifre, quanti nelle casette, quanti nei MAP, quanti gli sfollati sulla costa o
quanto sia costata e costi l’operazione L’Aquila. L’unica cifra viene fatta da un’ascoltatrice che
chiede: “ma invece di spendere 2700 euro a mq, non si potevano aggiustare subito le case?”
Bertolaso ribatte che quello è il costo comprensivo dell’acquisizione dei terreni e delle opere di
urbanizzazione, comunque non sono 2700 ma 2300 euro e l’alternativa qual’era, i famigerati
container? Ma lui li ha visti e studiati, e nessuno offre soluzioni diverse dalle solite, non per i
materiali, che infatti si sono evoluti, ma per quel che riguarda – ad es. – il riscaldamento, fermo al
solito condizionatore per l’estate e all’unica stufa per l’inverno. In ultimo, a tempo praticamente
scaduto, un consigliere di circoscrizione ha detto di corsa che non si rispetta la precedenza
nell’attribuzione dei MAP alle persone in autonoma sistemazione, come pure era stato concordato.

UN’OCCASIONE SPRECATA, come al solito, come succede troppo spesso da tanti mesi a questa
parte. Il tono generale è stato viziato ancora una volta, e la trasmissione è servita solo per creare una
nuova tribuna pro Berlusconi (e Bertolaso, decisamente superiore per capacità dialettica e
argomentazione a tutti i suoi interlocutori). Pessima la figura degli amministratori. Interessante la
posizione del nuovo Vescovo, che se non altro ha costruito il suo intervento sulla necessità di
occuparsi, prima che sia troppo tardi, delle condizioni di vita dei “cittadini” dell’Aquila. Ma
sostanzialmente, ancora una volta la conferma che non abbiamo bisogno di pubblicità, ma di un
giornalismo consapevole e ponderato, in grado di dar voce ai problemi e riflettere senza enfasi sulle
cause.

L’assicurazione, in fine trasmissione, che la Rai non ci avrebbe lasciati soli, e sarebbe tornata presto
ad occuparsi delle nostre vicende, suonava così un po’ ironica, un po’ disperata. Una promessa, o
una minaccia?

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