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Pedagogia generale
John Dewey
Le fonti di una scienza
dell’educazione
I.L’educazione come scienza indipendente
1. L’educazione come scienza
Scienza vs Ars
Non c’è antitesi tra scienza e arte: il contenuto scientifico guida nella
operazione pratica: permette nuove integrazioni del materiale
scientifico e la sua applicazione a nuovi usi, insoliti e imprevisti.
•Individuazione di principi unificatori o “leggi” che legano fra loro fenomeni diversi.
•I fatti correlati danno luogo ad un sistema.
1.Insufficienze di tecniche derivate
«La scienza dell’educazione non si può costruire prendendo semplicemente a
prestito quelle tecniche di esperimentazione e di misurazione di cui si serve la
scienza fisica ».
Necessità di una ipotesi generale (sistema intellettualmente coerente e
comprensivo) alla luce della quale conoscere che cosa stiamo misurando e
per mezzo della quale si interpretano i risultati, collocarli in un sistema e
renderli suscettibili di fruttuose misurazioni indirette.
III Se esiste e in che consiste la scienza dell’educazione
1. Leggi e regole
regole vs strumenti intellettuali
Il valore per la pratica di leggi e fatti è un valore indiretto; consiste nel fornire
gli strumenti intellettuali cha saranno usati dall’educatore.
Es. Il fabbricante di colori. Divergenza riscontrata tra i risultati concreti e quelli
scientifici.
« All’atto pratico si serve scientifici come strumenti intellettuali nelle sue
procedure empiriche. Essi guidano la sua attenzione, tanto nella osservazione
che nella riflessione, verso condizioni e relazioni che altrimenti passerebbero
inosservate». (p. 21)
I risultati scientifici forniscono una “regola” su come condurre le osservazioni
e le ricerche e non una regola per un’ azione “aperta”.
2. Atteggiamenti sviluppati scientificamente
Il valore della preparazione vera e propria (professionalità: capacità di
giudizio, osservazione, valutazione) rispetto ai contenuti educativi
(conoscenze teoriche: della scienza, della storia e della filosofia
dell’educazione) consiste nel suo effetto sulla formazione di modi
individuali di osservare e giudicare.
3. Fonti e contenuto
La realtà ultima della scienza dell’educazione non si trova nei libri né nei
laboratori sperimentali, né nelle aule scolastiche dove viene insegnata, ma
nelle menti degli individui nella direzione delle attività educative
fonti vs contenuto scientifico
Ciò che mette alla prova definitivamente il valore dei risultati scientifici sono
le effettive attività nel momento dell’educazione.
È dal modo con cui un certo materiale scientifico e indipendente viene scelto
e organizzato nei riguardi di un dato scopo che possiamo parlare di
scienza.
6. La scienza dell’educazione non è indipendente
Le pratiche educative forniscono il materiale che pone i problemi
della scienza dell’educazione
Le scienze che hanno raggiunto un certo grado di maturità
costituiscono le fonti da cui si ricava il materiale per trattare
intellettualmente questi problemi
Il materiale ricavato da altre scienze (scienze umane, peraltro poco
mature) fornisce il contenuto della scienza dell’educazione quando
viene rielaborato sui problemi che sorgono nell’educazione
Le scienze da cui ricavare le fonti della scienza dell’educazione sono esse
stesse poco mature. Ciò ha due conseguenze:
1. I problemi rilevati nella pratica educativa rappresentano un fattore di
sviluppo importante nello stimolare le ricerche e nell’approntare
strumenti nell’ambito delle scienze umane.
2. Riconoscere lo sviluppo relativo delle scienze che devono costituire il
fondamentale contenuto della scienza dell’educazione costituisce una
protezione e uno stimolo.
Non c’è nessuna materia destinata intrinsecamente come contenuto della scienza
dell’educazione. Qualsiasi metodo e qualsiasi fenomeno che consente di trattare in
modo migliore I problemi educativi è un contenuto della scienza dell’educazione.
Aumento di interesse nello sviluppo del contenuto scientifico per la pratica
dell’educazione in tanti differenti settori di attività.
Tra le scienze che costituiscono le fonti di contenuto scientifico dell’educazione
esistono alcune discipline che hanno un ruolo speciale (psicologia, sociologia,
filosofia dell’educazione)
Relazione tra filosofia e scienza
In ogni disciplina si riscontra sempre una progressione periodica da ciò che è
più specifico a ciò che è più generale
scienza filosofia
ciascuna costituisce la fonte dell’altra
ruolo delle ipotesi in ogni impresa scientifica
Le ipotesi formano una scala che va dal generale allo specifico.
«La filosofia dell’educazione rappresenta (…) una fonte della scienza
dell’educazione, nella misura in cui essa provvede ipotesi di lavoro di vasta
applicazione».
• “ipotesi”, anziché principi e verità, messe alla prova dei fatti, cioè utilizzate
per suggerire e dirigere il lavoro di osservazione e comprensione.
• “di lavoro”: cioè idee operative. Esse rendono disponibili alle indagini
specifiche un punto di vista più ampio e generale.
Quanto più il grado di maturità della scienza è scarso, tanto più quella scienza,
come la scienza dell’educazione, ha bisogno della guida di ipotesi ampie e
feconde.
«In qualunque modo esse vengano ottenute, la loro natura è intrinsecamente
filosofica, per buona o cattiva che possa essere tale filosofia»
Scopo della filosofia dell’educazione
Filosofia dell’educazione Scienza dell’educazione
fini mezzi
Dewey propone un duplice chiarimento interpretativo.
1. L’equivoco circa la relazione tra la filosofia dell’educazione e la pratica relativa
all’educazione.
«È in queste attività pratiche che si vengono a determinare I fini educativi».
funzione della filosofia dell’educazione: la filosofia dell’educazione
non crea né stabilisce fini, ma occupa un posto intermedio e istrumentale o
regolativo
Trae il materiale relativo ai fini dalla esperienza pratica dell’educazione e ritorna su
questa esperienza per trarne prova, conferma, modificazione e approntamento
di nuovi materiali.
Il contributo della filosofia dell’educazione risiede:
• Nell’ampiezza d’orizzonte (essa estende il raggio d’azione e la portata
del pensiero, induce a tenere in considerazione le conseguenze
collaterali e durature)
• Nella libertà (essa affranca dalla chiusura e dall’abitudine).
«ognuno è filosofo nella misura in cui compie uno sforzo di qualche
consistenza verso questa direzione [di liberazione], che risulta
nell’emancipazione».
• Nell’invenzione costruttiva o creativa (essa suggerisce nuove mete,
nuovi metodi, nuovi materiali)
2. Relazioni della scienza e della filosofia rispetto ai mezzi e ai fini.
«I fini che non si possono realizzare sono fini soltanto di nome: essi devono
essere progettati alla luce di mezzi disponibili».
Finché fini e mezzi vengono pensati separatamente, la scienza dell’educazione
può provvedere solamente a raffinare e perfezionare il meccanismo in
atto.
«Il problema importante è ideare nuovi mezzi che si distinguano per contrasto
dall’uso perfezionato di quelli già a disposizione»
Nuovi mezzi per nuove mete
Mezzi che faranno raggiungere mete qualitativamente differenti anziché
limitarsi a garantire di raggiungere fini già noti con maggior rendimento.