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Giovanissimi 17/04/08

La fede di Filippo - approfondimenti


cioè la sua umanità e divinità, il suo mistero, la sua
Filippo bellezza. Egli infatti non è solo un Maestro, ma un
Amico, anzi un Fratello. Come potremmo conoscerlo
Cari fratelli e sorelle, a fondo restando lontani? L’intimità, la familiarità, la
consuetudine ci fanno scoprire la vera identità di
proseguendo nel tratteggiare le fisionomie dei vari
Gesù Cristo. Ecco: è proprio questo che ci ricorda
Apostoli, come facciamo da alcune settimane,
l’apostolo Filippo. E così ci invita a "venire", a
incontriamo oggi Filippo. Nelle liste dei Dodici, egli è
"vedere", cioè ad entrare in un contatto di ascolto, di
sempre collocato al quinto posto (così in Mt 10,3; Mc
risposta e di comunione di vita con Gesù giorno per
3,18; Lc 6,14; At 1,13), quindi sostanzialmente tra i
giorno.
primi. Benché Filippo fosse di origine ebraica, il suo
nome è greco, come quello di Andrea, e questo è un Egli, poi, in occasione della moltiplicazione dei pani,
piccolo segno di apertura culturale da non ricevette da Gesù una precisa richiesta, alquanto
sottovalutare. Le notizie che abbiamo di lui ci sorprendente: dove, cioè, fosse possibile comprare il
vengono fornite dal Vangelo di Giovanni. Egli pane per sfamare tutta la gente che lo seguiva (cfr
proveniva dallo stesso luogo d’origine di Pietro e di Gv 6,5). Allora Filippo rispose con molto realismo:
Andrea, cioè Betsaida (cfr Gv 1,44), una cittadina "Duecento denari di pane non sono sufficienti
appartenente alla tetrarchìa di uno dei figli di Erode il neppure perché ognuno di loro possa riceverne
Grande, anch’egli chiamato Filippo (cfr Lc 3,1). anche solo un pezzo" (Gv 6,7). Si vedono qui la
concretezza e il realismo dell’Apostolo, che sa
Il Quarto Vangelo racconta che, dopo essere stato
giudicare gli effettivi risvolti di una situazione. Come
chiamato da Gesù, Filippo incontra Natanaele e gli
poi siano andate le cose, lo sappiamo. Sappiamo che
dice: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto
Gesù prese i pani e, dopo aver pregato, li distribuì.
Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di
Così si realizzò la moltiplicazione dei pani. Ma è
Giuseppe, di Nazaret" (Gv 1,45). Alla risposta
interessante che Gesù si sia rivolto proprio a Filippo
piuttosto scettica di Natanaele ("Da Nazaret può forse
per avere una prima indicazione su come risolvere il
venire qualcosa di buono?"), Filippo non si arrende e
problema: segno evidente che egli faceva parte del
controbatte con decisione: "Vieni e vedi!" (Gv 1,46).
gruppo ristretto che lo circondava. In un altro
In questa risposta, asciutta ma chiara, Filippo
momento, molto importante per la storia futura, prima
manifesta le caratteristiche del vero testimone: non si
della Passione, alcuni Greci che si trovavano a
accontenta di proporre l’annuncio, come una teoria,
Gerusalemme per la Pasqua "si avvicinarono a
ma interpella direttamente l’interlocutore
Filippo ... e gli chiesero: «Signore, vogliamo vedere
suggerendogli di fare lui stesso un’esperienza
Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e
personale di quanto annunciato. I medesimi due verbi
Filippo andarono a dirlo a Gesù" (Gv 12,20-22).
sono usati da Gesù stesso quando due discepoli di
Ancora una volta, abbiamo l’indizio di un suo
Giovanni Battista lo avvicinano per chiedergli dove
particolare prestigio all’interno del collegio apostolico.
abita. Gesù rispose: "Venite e vedrete". (cfr Gv
Soprattutto, in questo caso, egli fa da intermediario
1,38-39).
tra la richiesta di alcuni Greci – probabilmente
Possiamo pensare che Filippo si rivolga pure a noi parlava il greco e potè prestarsi come interprete – e
con quei due verbi che suppongono un personale Gesù; anche se egli si unisce ad Andrea, l’altro
coinvolgimento. Anche a noi dice quanto disse a Apostolo con un nome greco, è comunque a lui che
Natanaele: "Vieni e vedi". L’Apostolo ci impegna a quegli estranei si rivolgono. Questo ci insegna ad
conoscere Gesù da vicino. In effetti, l’amicizia, il vero essere anche noi sempre pronti, sia ad accogliere
conoscere l’altro, ha bisogno della vicinanza, anzi in domande e invocazioni da qualunque parte giungano,
parte vive di essa. Del resto, non bisogna dimenticare sia a orientarle verso il Signore, l'unico che le può
che, secondo quanto scrive Marco, Gesù scelse i soddisfare in pienezza. E’ importante, infatti, sapere
Dodici con lo scopo primario che "stessero con lui" che non siamo noi i destinatari ultimi delle preghiere
(Mc 3,14), cioè condividessero la sua vita e di chi ci avvicina, ma è il Signore: a lui dobbiamo
imparassero direttamente da lui non solo lo stile del indirizzare chiunque si trovi nella necessità. Ecco:
suo comportamento, ma soprattutto chi davvero Lui ciascuno di noi dev'essere una strada aperta verso di
fosse. Solo così infatti, partecipando alla sua vita, lui!
essi potevano conoscerlo e poi annunciarlo. Più tardi,
C'è poi un'altra occasione tutta particolare, in cui
nella Lettera di Paolo agli Efesini, si leggerà che
entra in scena Filippo. Durante l’Ultima Cena, avendo
l’importante è "imparare il Cristo" (4,20), quindi non
Gesù affermato che conoscere Lui significava anche
solo e non tanto ascoltare i suoi insegnamenti, le sue
conoscere il Padre (cfr Gv 14,7), Filippo quasi
parole, quanto ancor più conoscere Lui in persona,
ingenuamente gli chiese: "Signore, mostraci il Padre, comunità di discepoli, tra cui vi era lo stesso Gesù;
e ci basta» (Gv 14,8). Gesù gli rispose con un tono di ora, per rivelazione di Dio, Giovanni aveva compreso
benevolo rimprovero: "Filippo, da tanto tempo sono che Gesù, pur venendo dietro a lui, gli era passato
con voi e ancora non mi conosci? Colui che vede me, avanti e avrebbe battezzato in Spirito santo (cf. Gv
vede il Padre! Come puoi tu dire: «Mostraci il 1,30.34): a questo Gesù, Messia, Profeta, Figlio di
Padre»? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è Dio, egli doveva rendere testimonianza.
in me? ... Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in
Un giorno, dopo che Gesù è stato battezzato e che
me" (Gv 14,9-11). Queste parole sono tra le più alte
Giovanni ha visto lo Spirito scendere dal cielo come
del Vangelo di Giovanni. Esse contengono una
una colomba su di lui (cf. Gv 1,32), mentre si trova
rivelazione vera e propria. Al termine del Prologo del
insieme a due suoi discepoli Giovanni posa lo
suo Vangelo, Giovanni afferma: "Dio nessuno lo ha
sguardo su Gesù che passa e dice: “Ecco l’Agnello di
mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno
Dio!”. Egli indica Gesù quale “Agnello di Dio”, o
del Padre, lui lo ha rivelato" (Gv 1,18). Ebbene, quella
anche “Servo di Dio”, colui che è capace di prendere
dichiarazione, che è dell’evangelista, è ripresa e
su di sé i peccati degli uomini a di portarli, al fine di
confermata da Gesù stesso. Ma con una nuova
rimetterli e perdonarli. All’udire queste parole, i due
sfumatura. Infatti, mentre il Prologo giovanneo parla
discepoli accolgono la testimonianza del loro maestro
di un intervento esplicativo di Gesù mediante le
e si mettono immediatamente a seguire Gesù…
parole del suo insegnamento, nella risposta a Filippo
Gesù fa riferimento alla propria persona come tale, Subito però Gesù si volta verso di loro e li interroga:
lasciando intendere che è possibile comprenderlo “Che cosa cercate?”. Sono queste le prime parole di
non solo mediante ciò che dice, ma ancora di più Gesù nel quarto vangelo, parole rivolte a ogni lettore
mediante ciò che egli semplicemente è. Per del vangelo, dunque anche a noi: che cosa
esprimerci secondo il paradosso dell’Incarnazione, cerchiamo mettendoci dietro a Gesù? Si tratta di una
possiamo ben dire che Dio si è dato un volto umano, domanda essenziale, che ogni cristiano deve sentire
quello di Gesù, e per conseguenza d’ora in poi, se rivolta a sé come istanza critica che passa al vaglio la
davvero vogliamo conoscere il volto di Dio, non propria sequela di Cristo. È una domanda che vuole
abbiamo che da contemplare il volto di Gesù! Nel suo svelare le radici profonde di ogni vocazione: qual è la
volto vediamo realmente chi è Dio e come è Dio! ricerca che abita il cuore del credente? Nessun
progetto o itinerario predeterminato deve animare il
L’evangelista non ci dice se Filippo capì pienamente
discepolo, ma solo l’amore e l’adesione perseverante
la frase di Gesù. Certo è che egli dedicò interamente
a Gesù, cioè la disponibilità a “seguire l’Agnello
a lui la propria vita. Secondo alcuni racconti posteriori
dovunque va” (cf. Ap 14,4), fino alla croce, dove
(Atti di Filippo e altri), il nostro Apostolo avrebbe
Gesù morirà come Agnello pasquale a cui non viene
evangelizzato prima la Grecia e poi la Frigia e là
spezzato alcun osso (cf. Gv 19,31-37; Es 12,46). È
avrebbe affrontato la morte, a Gerapoli, con un
questo il cammino intrapreso da coloro che ascoltano
supplizio variamente descritto come crocifissione o
le parole del Battezzatore, parole che sono un invito
lapidazione. Vogliamo concludere la nostra riflessione
a una vita non da militanti, da soldati dietro a Gesù,
richiamando lo scopo cui deve tendere la nostra vita:
ma da discepoli nell'amore.
incontrare Gesù come lo incontrò Filippo, cercando di
vedere in lui Dio stesso, il Padre celeste. Se questo Alla domanda di Gesù i due discepoli di Giovanni
impegno mancasse, verremmo rimandati sempre rispondono con un’altra domanda: “Rabbi, maestro,
solo a noi come in uno specchio, e saremmo sempre dove abiti?” o, meglio, “dove dimori?”. Anche questa
più soli! Filippo invece ci insegna a lasciarci è una domanda straordinaria ed essenziale: dove
conquistare da Gesù, a stare con lui, e a invitare Gesù dimora? Dove va cercato? La risposta giungerà
anche altri a condividere questa indispensabile solo alla fine del vangelo, quando nell’alba di Pasqua
compagnia. E vedendo, trovando Dio, trovare la vera Gesù chiederà a Maria Maddalena: “Chi cerchi?” (Gv
vita. 20,15), invitandola poi a cercarlo presso il Padre,
dove Gesù risorto dimora per sempre quale Figlio (cf.
J. Ratzinger
Gv 20,17). Ma per ora Gesù risponde ai due che lo
interrogano: “Venite e vedrete”. Occorre porsi con
risolutezza, senza indugio, alla sequela di Gesù,
perché dove lui è, la sarà anche il suo discepolo e
Gv 1,35-42 servo (cf. Gv 12,26): il “dove” di Cristo deve diventare
il “dove” del discepolo!
Il brano odierno, tratto dal quarto vangelo, è una I due discepoli del Battezzatore sono ormai divenuti
rilettura della vocazione dei primi discepoli da parte di discepoli di Gesù, e uno di loro, Andrea, annuncia la
Gesù; Marco – come leggeremo domenica prossima sua nuova sequela al fratello Simone, con parole che
–, racconta questo evento in altro modo, ma la liturgia costituiscono una vera e propria confessione di fede:
ci rimanda oggi alla pagina di Giovanni. Qui i primi “Abbiamo trovato il Messia, il Cristo!”. Egli poi
discepoli non seguono Gesù in risposta a un suo conduce il fratello a Gesù che, fissandolo con lo
invito: “Seguitemi!” (Mc 1,17), ma decidono la loro sguardo di elezione, gli impone il nome che esprime
sequela grazie a una precisa indicazione del loro la sua vocazione: “Ti chiamerai Kefa’, Pietro”, roccia
maestro, Giovanni il Battezzatore. Egli aveva una di saldezza. Ormai la presenza di Gesù è chiamata
alla sequela, e così Filippo ascolta la sua parola: chiede: «Signore, non sappiamo dove vai e come
“Seguimi!”, e Natanaele si sente conosciuto e possiamo conoscere la via?». Eppure proprio lui poco
scrutato da Gesù prima ancora di incontrarlo (cf. Gv prima aveva esortato gli altri discepoli a fare strada
1,43-51). con Gesù, ad andare a morire con lui (cf. Gv 11,16)…
È un’avventura che continua fino a oggi: passando Gesù allora gli risponde: «Io sono la via, la verità e la
attraverso l’indicazione di altri, oppure entrando in vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di
relazione con chi cerca Dio, o anche incontrando me». Queste parole così solenni esprimono la
Gesù attraverso il Vangelo sua Parola, uomini e singolarità del cristianesimo: da quando Dio si è fatto
donne sentono ancora oggi l’invito a seguire Gesù. È uomo in Gesù, quest’uomo ha aperto un sentiero
una storia non ancora finita… unico per andare a Dio; ormai per conoscere Dio si
deve conoscere Gesù, per credere in Dio si deve
credere in Gesù. La verità è una persona, Gesù
Cristo: è lui che con la sua vita ci ha mostrato la via
per andare al Padre, dunque la via è il modo di vivere
Gv 14,1-12 di Gesù, e vivendo come lui noi possiamo partecipare
alla sua vita, che è vita vera in pienezza, “vita
Nelle ultime domeniche del tempo pasquale eterna”!.
ascoltiamo alcune parole tratte dai «discorsi di
Ecco perché subito dopo, a Filippo che gli chiede:
addio» del quarto vangelo, quelli pronunciati da Gesù
«Mostraci il Padre e ci basta», Gesù replica: «Chi ha
al termine della sua ultima cena con i discepoli.
visto me ha visto il Padre … Io sono nel Padre e il
Attraverso questi discorsi ci parla il Signore glorioso
Padre è in me». «Chi vede Dio muore» (cf. Es 33,20),
risorto e vivente, con parole che condensano tutto il
recita l’adagio biblico: è questo il modo per esprimere
messaggio del vangelo e gettano un ponte tra la vita
la santità di Dio, la verità del Dio che non può
terrena di Gesù e la sua venuta nella gloria.
ricevere un volto dall’uomo, ma che alza lui stesso il
La separazione tra Gesù e i suoi «amici» (cf. Gv velo su di sé. Il credente dell’Antico Testamento
15,13-15) è vicina, ed egli ha appena preannunciato il chiede ripetutamente a Dio di mostrargli il suo volto, è
tradimento di Giuda (cf. Gv 13,21) e il rinnegamento questo il desiderio più profondo che lo abita: è la
di Pietro (cf. Gv 13,38). Affinché i discepoli non si domanda di Mosè (cf. Es 33,18), è l’invocazione del
rattristino di fronte alla separazione, Gesù si rivolge salmista (cf. Sal 43,3); eppure il volto di Dio appare al
loro con grande tenerezza – «Non sia turbato il vostro di là della morte… Ma l’umanizzazione di Dio in Gesù
cuore» – e li invita alla fede: «Abbiate fede in Dio e ha reso possibile questa visione, sicché il prologo del
abbiate fede anche in me». Gesù aveva già detto che quarto vangelo ha potuto affermare: «Dio nessuno
la vera opera gradita a Dio è la fede (cf. Gv 6,29); l’ha mai visto ma il Figlio unigenito ce lo ha
qui, in un contesto di crisi per la sua comunità, raccontato» (cf. Gv 1,18). Sì, Gesù è l’ultimo e
smarrita per il futuro che l’attende, rinsalda la sua definitivo racconto di Dio, e chi vede il volto di Gesù
fiducia con una promessa: «Nella casa del Padre mio vede il Padre.
vi sono molte dimore, io vado a prepararvi un posto».
Ma cosa vedevano i discepoli se non un uomo,
Gesù sta per entrare nella casa del Padre, il Regno,
nient’altro che un uomo, che con la sua vita
ma prima promette ai suoi discepoli che la
raccontava Dio? Quanti hanno visto Gesù vivere e
separazione da loro sarà solo temporanea: «quando
morire in quel modo hanno dovuto credere che
vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò
quell’uomo aveva davvero narrato Dio: e Dio,
con me, perché siate anche voi dove sono io». Ecco
resuscitandolo dai morti, ha dichiarato che
la grande consolazione riservata a quanti aderiscono
nell’esistenza vissuta da Gesù era stato detto tutto
a Gesù e vivono con lui un rapporto di intimità: niente
ciò che è essenziale per conoscere lui. Quando il
e nessuno può rapirli dalla sua mano (cf. Gv
nostro Dio ha voluto rivelarsi compiutamente, senza
10,28-29), già ora e poi alla fine del tempo, quando
opacità, lo ha fatto in un uomo, Gesù, «l’immagine
egli verrà nella gloria e li prenderà con sé.
del Dio invisibile» (Col 1,15): questa è la nostra fede
Gesù però sa bene che non basta indicare la meta, salda e il cammino sul quale andiamo incontro al
occorre mostrare anche la strada per raggiungerla. Signore Gesù, nell’attesa della sua venuta nella
Per questo aggiunge: «Del luogo dove io vado, voi gloria, quando egli ci prenderà con sé.
conoscete la via». Ma Tommaso non comprende e gli
Enzo Bianchi

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