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Il sincretismo di ablativo e strumentale in latino

di Chiara Fedriani

1.
Il sincretismo dei casi: una prospettiva funzionale

“Language – within the minds of speakers, rather than


as some abstract system of langue- is always in the middle
of change in lexicon/meaning, syntax, morphology and phonology.
Language as a cognitive map is thus not only a system of coding
knowledge, but perhaps primarily a system of re-coding,modifying
and re-structuring existing knowledge and integrating into it
newly-acquired knowledge.”
(Givòn 1982: 112)

Nell'indagare il fenomeno del sincretismo dei casi dall'indoeuropeo ricostruito al latino e, nello
specifico, del “rimescolamento” delle funzioni di strumentale e ablativo, vorrei partire da un
assunto alla base della visione funzionalista del linguaggio, secondo il quale la lingua è un vero e
proprio problem-solving system (Seiler 1987)1: il mutamento diacronico si inquadra in una visione
dinamica del sistema linguistico, costantemente dominato da motivazioni in competizione2.
“Competing motivations models describe the interaction of universal typological principles or
motivations in order to account for the existence of variation in language” (Croft 2003: 64). Il
concetto di “motivazioni in competizione” può aiutare a chiarire da un punto di vista teorico perché
nel passaggio dall'indoeuropeo ricostruito al latino si verifichi una riduzione del numero dei casi, e
in particolare perché lo strumentale perda la sua specificità morfologica e le sue funzioni vengano
assorbite dall'ablativo. Questa riduzione è determinata da un preponderante principio di economia
linguistica, che agisce a discapito dell'iconicità delle strutture: si passa infatti dall'isomorfismo
strutturale e funzionale one form-one meaning ad una situazione di asimmetria, ove un'unica forma

1 “Un simile approccio è dichiaratamente funzionalista: esso assume sin dall'inizio che certi compiti (...) sono compiti
che ogni lingua umana deve assolvere, con questa o quella strategia. In tale visione funzionalista la lingua è vista
come un sistema fatto per risolvere problemi” (Ramat 2005: 22).
2 “In opposizione allo strutturalismo e alla grammatica generativa, che vedono la struttura linguistica essenzialmente
come risultato di pressioni interne al sistema linguistico stesso, l'approccio tipologico-funzionalista ricerca la
spiegazione ultima dei fenomeni linguistici su basi funzionali esterne al sistema linguistico stesso, e di natura
semantica e/o pragmatica. (...) L'organizzazione della struttura linguistica è pertanto il frutto di un processo di
adattamento alle esigenze comunicative dei parlanti” (Cristofaro & Ramat 1999: 247). Dunque, i mutamenti che le
strutture linguistiche subiscono a livello diacronico vanno interpretate come conseguenze di vari “processi di
adattamento”, come ad esempio, per citare il caso qui preso in esame, l'esigenza di un sistema il più “economico”
possibile. Per quanto riguarda l'interpretazione delle grammatiche come “sistemi di adattamento”, cfr. Du Bois
(1985: 344): “vale a dire parzialmente autonomi (e, in quanto tali, sistemi) e parzialmente influenzati da pressioni
esterne al sistema (e, in quanto tali, di adattamento)”.
assolve più funzioni.
Cercherò di indagare quali siano le ragioni che hanno determinato e reso possibile che più funzioni
venissero ad un certo punto codificate da una sola marca morfologica.

2.
Il piano semantico

Per affrontare il discorso relativo alla funzione semantica espressa dai casi, bisogna operare una
distinzione preliminare. In generale, i casi possono esprimere due funzioni distinte: la valenza
sintattica, se i costituenti sono interni alla valenza del verbo3, e i ruoli semantici, se sono esterni
alla valenza del verbo. Questi ultimi sono potenzialmente infiniti e rappresentano una sorta di
interfaccia col piano referenziale: esprimono infatti i molteplici ruoli che i partecipanti possono
assumere all'interno dell'evento verbale. Nel ricercare i tratti semantici prototipici comuni a
strumentale e ablativo prenderemo dunque in considerazione da una parte il piano relativo ai ruoli
semantici, anche perché il sincretismo può essere visto come “a key to understand the affinities
among semantic roles” (Luraghi 2001: 35); dall'altra, anche la considerazione di fattori sintattici
può aiutare a spiegare la sovrapposizione della funzione di diversi casi (si veda il paragrafo
seguente); secondo Kulikov (2006: 33) uno dei principali fattori che determina il sincretismo dei
casi è dato proprio dall'interazione di fenomeni sintattici e semantici: “the overlapping of syntactic
and semantic functions and/or uses of cases, i.e. syntactic and semantic affinity of some cases”.
A partire da queste considerazioni, bisogna dunque ritenere ablativo e strumentale semanticamente
e funzionalmente vicini l'uno all'altro. Ritengo a questo proposito che i motivi che hanno
determinato il sincretismo siano sostanzialmente tre: intersezioni semantiche emerse dalla
comparazione della feature analysis di entrambi i casi, il punto di partenza dell'azione e la nozione
di causa.
Per quanto riguarda l'analisi dei tratti semantici, si osservino i dati riportati nella tabella 14:
Tabella 1. Feature analysis of Latin ablative and instrumental
Ablative Instrumental
addressee - -
oblique + +
peripheral + +
local + +
possessor - -

Il tratto addressee indica l'insieme dei casi avverbiali, “i.e. all the cases that can mark dependents of

3 Tali costituenti sono sostanzialmente soggetto, oggetto diretto e oggetto indiretto. Il loro numero è ristretto per
ragioni necessarie: essi devono essere pertinenti all'analisi formale della frase.
4 La struttura della tabella è ripresa da Blake (1994: 45). L'autore fornisce l'analisi dei tratti dell'ablativo ma non dello
strumentale, che ho effettuato io stessa.
the verb” (Blake 1994: 44). Il tratto local è pertinente anche allo strumentale dal momento che
spesso gli strumenti sono visti come contenitori (che prototipicamente racchiudono in sé qualcosa:
funzione di stato il luogo) e la fluidità tra questi concetti ha permesso il sincretismo di locativo e
strumentale in molte lingue, per esempio il greco antico5. Come si evince dalla comparazione dei
tratti semantico-funzionali, ablativo e strumentale sono perfettamente sovrapponibili e tale
isomorfismo ha reso possibile l'assorbimento delle funzioni dello strumentale da parte dell'ablativo:
“Generalised meanings, or at least generalised characterizations, can form the basis for a
componential analysis of case which enables one to capture similarities between sets of cases”
(Blake 1994: 47).
Il secondo argomento che secondo me ha determinato la possibilità del sincretismo è il punto di
partenza dell'azione. Il core semantico dell'ablativo è la nozione di “provenienza”, “origine”,
“from” e la sua funzione prototipica è il moto da luogo; anche lo strumentale fa riferimento alla
nozione di “from”, e l'analogia può essere esplicata nei termini di un'azione che passa dallo
strumento al paziente (quindi lo strumentale incorpora in sé anche il tratto “to”6). Altri tre tratti
semantici aiutano a capire questa “analogia del from”: la presenza di fattori di volizionalità,
animatezza e controllo. Il movimento è prototipicamente compiuto da esseri dotati di capacità
agentiva autonoma e in grado di determinare se l'azione avrà luogo o meno; l'uso degli strumenti si
presuppone sia compiuto da partecipanti all'azione dotati delle stesse caratteristiche. Lo
spostamento, così come la trasmissione dell'azione volontaria su un paziente sono quindi
cognitivamente raffrontabili perché in entrambi i casi l'evento parte da un punto iniziale ad opera
dell'agente e implica una transizione volontaria che probabilmente culmina lontano dal punto
iniziale. Questa ipotesi è supportata dal fatto che in una serie di lingue ergative (per esempio l'Avar,
il Tibetano e la maggior parte delle lingue Pama-Nyungan: cfr. Blake 1994: 156) il caso ergativo
ricopre anche le funzioni dello strumentale oltre a quelle del soggetto di verbo transitivo, che è
l'argomento dotato di maggior capacità agentiva, di controllo, animatezza, volizionalità e
individuazione (in opposizione al soggetto di verbo intransitivo, che come si sa è codificato come
l'oggetto diretto). L'isomorfismo di A e dello strumentale è reso possibile proprio in virtù della
condivisione di questi tratti.
Infine, la nozione di causa presente in entrambi i casi, anche se prominente dal punto di vista
concettuale in due diverse fasi dell'azione: iniziale per l'ablativo (si presuppone che esista nella

5 Si tratta di un fenomeno attestato in molte lingue: si pensi all'italiano “vengo in macchina”, ove il mezzo di trasposto
(cioè lo strumento) viene concettualizzato come un contenitore. Un altro esempio è quello del suffisso -tro- che in
indoeuropeo è usato con nomi di strumento. In greco antico esso viene però diviene produttivo anche con nomi di
luogo: faretra, aratro, da cui palestra.
6 Nelle lingue che possiedono il caso perlativo si può dunque realizzare facilmente il sincretismo tra strumentale e
perlativo: Hjelmslev (1935, cit.in Blake 1994: 38 sgg.) illustra la realizzazione di questa possibilità con l'esempio
dell'Eskimo Groenlandese.
struttura semantica una causa più o meno remota che determina il movimento di allontanamento
dall'origine), finale per lo strumentale (l'uso dello strumento prototipicamente causa un effetto).

3.
Il piano sintattico

Il caso dell'assorbimento, da parte dell'ablativo latino, delle funzioni tipiche dello strumentale può
essere considerato un esempio di sincretismo sintattico. La “sinonimia” che ha determinato questa
unificazione delle funzioni in una sola marca morfologica è infatti determinata dal fatto che sia
ablativo sia strumentale erano in indoeuropeo casi che esprimevano relazioni circostanziali.
Secondo la teoria di Tesnière (1959) sono circostanziali le relazioni sintattiche che indicano le
circostanze in cui si sviluppa il processo verbale (ad esempio luogo, mezzo, modo, tempo), e questa
classificazione esclude ovviamente le relazioni sintattiche interne alla valenza del verbo stesso,
ossia soggetto, oggetto e oggetto indiretto (che l'autore definisce attanti). Secondo questa
prospettiva, dunque, ablativo e strumentale ricoprono lo stesso tipo di funzione sintattica all'interno
dell'evento verbale. Scrive Serbat (1989: 281, citato in Luraghi 2001) “I[nstrumental], L[ocatif],
Ab[latif] occupent dans la construction de la phrase une position identique”, ossia la cosiddetta
“position péripherique (circonstancielle)”. E ancora: “Rétrospectivement, on pourrait donc dire que
la confusion en latin des 3 cas IE résulte de leur fonction syntaxique commune dans l'état de langue
reconstruit (position circonstancielle)”. Un'ulteriore conferma di questa prospettiva si trova in Croft
(1991, citato in Luraghi 2001), che fornisce un modello “integrato” tra sintassi e semantica per
spiegare quali ruoli semantici possono essere espressi dalla stessa marca di caso. L'autore suddivide
i vari ruoli semantici entro due macrocategorie, antecedent vs. subsequent roles, in relazione ad una
catena logico-concettuale definita causal chain. Orbene, sia il ruolo Instrumental sia il Source (a cui
può essere accostato l'ablativo, per la sua originaria funzione di complemento di origine,
provenienza, moto di allontanamento “from”; l'autore stesso inserisce l'ablativo in un source
domain, opposto ad un target domain) rientrano nella stessa categoria, quella degli antecedent.
Secondo Croft questo è assai rilevante: “Croft's claim is that syncretism an only obtain either among
antecedent or among subsequent roles, but not across the two groups” (Luraghi 2001).

4.
Conclusioni: il sincretismo sei casi come esempio di compromesso
tra trasparenza ed economia delle risorse grammaticali
Il fenomeno di sincretismo che ho tentato di spiegare e motivare costituisce un ottimo esempio del
fatto che la morfologia grammaticale rappresenta un bene limitato. Se il sanscrito mantiene
distinzioni morfologiche per tutti e otto i casi dell'indoeuropeo, il latino non lo fa: il locativo
scompare (ne restano tracce soprattutto in toponimi o altre forme cristallizzate e degradate ad
elementi avverbiali7) e lo strumentale si fonde, come abbiamo visto, con l'ablativo, in virtù di
specifiche congruenze di tipo semantico e sintattico.
Un fenomeno di questo tipo può essere ricondotto essenzialmente a motivi di economia linguistica,
come ho detto nella premessa: “la lingua perde in trasparenza del messaggio mentre guadagna in
velocità di elaborazione. I messaggi diventano meno trasparenti essenzialmente perché le loro
componenti grammaticali sono state strutturate in base a processi di compromesso” (Du Bois 1985).
La possibile ambiguità che può a questo punto generarsi viene risolta sul piano lessicale: Athenis
facilmente verrà interpretato come complemento di allontanamento, curru come strumentale e metu
come complemento di causa, in virtù di inferenze logico-contestuali che vengono tratte a partire dal
significato dei lessemi specifici. Il ruolo semantico viene dunque selezionato senza problemi in
conformità al significato lessicale: a livello di interpretazione si sfruttano i più rilevanti tratti
semantici dei costituenti nominali che attivano in noi aspettative su un certo tipo di coinvolgimento
in un dato stato di cose. Si verifica una profonda integrazione tra l'informazione lessicale e
l'informazione grammaticale al fine di economizzare le risorse grammaticali; è questa la
strategia cognitiva primaria che permette il sincretismo dei casi, e il fatto che un unico esponente
morfologico assolva più funzioni distinte.

Bibliografia

Blake, B., 1994. Case. Cambridge: Cambridge University Press.

Croft, W., 2003.Typology and Universals, 2nd edition. Cambridge: Cambridge University Press.

Cristofaro, S. e Ramat, P., 1999. Introduzione alla tipologia linguistica. Roma: Carocci.

Du Bois, J. W., 1985. Competing motivations. In J. Haiman (ed.), 1985: 343-365.

Givòn, T., 1982. Logic vs. pragmatics, with natural language as the referee: towards an empirically
viable epistemology. Journal of Pragmatics 6: 81-133.

7 “Le forme locative latine sono ormai dei fossili emarginati della flessione, degradati ad avverbi locali e temporali:
hic, illic, ibi, ubi, peregri (all'estero), ruri, domi, heri, vesperi, luci, meri-die, coti-die. (...) Per tutta la storia del
latino è continuata la lenta erosione del locativo, soppiantato dall'ablativo e dai sintagmi preposizionali. Ma l'italiano
ne conserva il ricordo negli avverbi ivi, ieri, lì e in toponimi come Firenze, Sezze, Brindisi, Rimini, Assisi, Chiusi,
Trapani, Ascoli, Bari, Tivoli” (Traina e Bernardi Perini 1998: 204-205).
Haiman, J., (ed.) 1985. Iconicity in Syntax. Amsterdam: John Benjamins.

Kulikov, L., 2006. Case systems in a diachronic perspective. In Kulikov and Malchukov 2006: 33-
42.

Kulikov, L., Malchukov, A and de Swart, P. (eds), 2006. Case, Valency and Transitivity. Amsterdam:
John Benjamins.

Luraghi, S., 2001. Syncretism and the classification of semantic roles. “Sprachtypologie und
Universalienforschung” 54/1: 35-51.

Ramat, P., 2005. Pagine linguistiche. Scritti di linguistica storica e tipologica. Bari: Laterza.

Seiler, H., 1987. Language Typology in the UNITYP model, in “Arbeiten des Kolner Universalien-
Projeckts”, 65.
Tesnière, L., 1959. Eléments de syntaxe structurale. Paris: Klincksieck.
Traina, A. e Bernardi Perini, G., 1998. Propedeutica al latino universitario. Bologna: Patron
Editore.

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