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CIL128 FOCUS

Domotica e building automation

La parola ‘domotica’ deriva dalla composizione tra il termine latino domus (‘casa’) e la desinenza tica di informatica, o
di automatica. Essa, infatti, indica nel linguaggio corrente una tecnologia per la realizzazione di impianti elettrici che “Standard commerciali
fonde gli strumenti dell’informatica e le metodiche dell’automazione, applicando il risultato di tale sintesi all’ambiente e normativa”
domestico. L’uso della locuzione building automation è preferito quando la tecnologia descritta sia prevista già nella fase I primi sistemi elettronici per
progettuale di un intero edificio; talvolta si usa anche indicare tali edifici come ‘edifici intelligenti’. Nei paesi anglofoni, l’automazione di impianti
infine, building automation è spesso da considerarsi sinonimo di domotica. elettrici nascono e si svilup-
Per sgombrare il campo da interpretazioni linguistiche, è possibile riferirsi alle definizioni presenti nella guida CEI pano nella seconda metà de-
205-2, Guida ai sistemi bus su doppino per l’automazione nella casa e negli edifici, secondo le Norme CEI EN 50090: gli anni ‘80 in ambito indu-
• Sistema BUS: insieme dei dispositivi e delle loro interconnessioni che realizza applicazioni utilizzando un supporto di striale per il controllo dei pro-
comunicazione comune a tutti i dispositivi ed attuando la comunicazione dei dati tra gli stessi secondo un protocollo di cessi. L’applicazione agli edi-
comunicazione prestabilito; fici arriva soltanto qualche
• HBES o Sistema HBES o impianto HBES: Home and Building Electronic System (sistema elettronico per la casa e l’e- anno dopo. Tale ritardo è prin-
dificio), Sistema BUS conforme alla serie di Norme CEI EN 50090. cipalmente imputabile alle
seguenti cause:
La definizione di Sistema BUS è particolarmente illuminante per comprendere la differenza tra la sola automazione e la • costi più elevati rispetto ai
domotica. Un semplice esempio può aiutare a far chiarezza: si immagini di voler automatizzare l’apertura della porta di sistemi tradizionali. In campo
un garage e l’illuminazione della zona antistante il box. Una cellula fotoelettrica che reagisca al passaggio dell’autovettu- industriale, il costo dell’auto-
ra aprendo elettricamente la porta del garage rappresenta un sicuro esempio di automazione. Altrettanto si può dire di mazione è facilmente bilan-
un sensore crepuscolare e di un sensore IR che provvedano, rispettivamente, ad attivare l’illuminazione al tramonto ed ciato dai vantaggi che essa of-
al passaggio di una persona. Questa soluzione, tuttavia, non rappresenta un impianto realizzato con tecnologia domoti- fre in termini di modularità
ca, ma si tratta solo di semplice automazione realizzata con tecnologia tradizionale. Per realizzare un sistema domotico funzionale e flessibilità del-
è invece necessario che tutti gli elementi introdotti siano in grado di dialogare tra loro. Tra i due sensori e l’impianto, l’impianto; l’automazione
quindi, deve realizzarsi uno scambio di informazioni; l’azione conseguente (apertura porta o attivazione luci) deve deri- dell’edificio deve invece es-
vare dall’acquisizione dei dati trasmessi dai sensori, anziché da una mera azione elettrica a carico degli stessi. sere ‘sostenibile’ anche dal
Un impianto realizzato in tecnologia domotica è quindi molto simile ad una rete di micro-calcolatori che si scambia- punto di vista del costo com-
no messaggi informativi tramite un mezzo di comunicazione e che reagiscono in conseguenza di tali informazioni. plessivo di progettazione, in-
Spariscono, quindi, alcuni elementi meccanici/analogici caratterizzanti l’impianto tradizionale (uno su tutti: l’interrutto- stallazione e gestione;
re), sostituiti da dispositivi che sono assimilabili a microcomputer in grado di generare ed interpretare messaggi informa- • scarso vantaggio econo-
tivi digitali. mico legato alla manuten-
Gli elementi essenziali che sono presenti in un impianto domotico sono così sintetizzabili: zione. Il ritorno economico
• sensori: dispositivi elettronici che possono essere attivati manualmente (pulsanti, telecomandi, ecc.) o reagire ad un dei sistemi di automazione
qualche stimolo (sensori IR di presenza, sensori crepuscolari, ecc.). In conseguenza di tale attivazione, essi trasmettono rappresenta un valore impor-
un messaggio, detto ‘telegramma’; questo contiene un numero, l’‘indirizzo’, che identifica univocamente il tante per il campo industriale
sensore/comando che lo ha generato. Il telegramma può inoltre contenere informazioni aggiuntive tipo ‘pulsante premu- in quanto riduce la spesa de-
to per 3 secondi’ che risultano molto efficaci per aumentare la flessibilità di utilizzo dell’intero impianto elettrico; dicata alla manutenzione e
• attuatori: dispositivi che si occupano di alimentare o disattivare le utenze (lampade, prese elettriche, ventole, climatiz- i tempi di fermo impianto
zatori, ecc.). Gli attuatori sono i destinatari dei messaggi (telegrammi) inviati dai sensori; si tratta di dispositivi che pos- da essa derivanti. Per gli
sono essere programmati per rea- impianti dedicati al mondo
gire in modo diverso al variare residenziale, invece, questi
del contenuto dei messaggi rice- aspetti sono del tutto margi-
vuti. Gli attuatori sono gli unici nali.
dispositivi, in un impianto Una spinta alla building auto-
domotico, che sono collegati alla mation in ambito non indu-
rete di potenza ed ai carichi. Il striale giunge nel decennio
loro posizionamento può essere successivo dal rilascio di
‘in campo’, cioè in prossimità dei norme nazionali da parte di
carichi da attivare, oppure all’in- alcuni Paesi europei: in Fran-
terno del quadro elettrico. cia BatiBUS ed in Germania
Quest’ultima soluzione è partico- EIB. In quegli anni ancora non
larmente interessante perché esiste nel campo alcuna nor-
aumenta la facilità di manuten- mativa mondiale (IEC), né eu-
zione in caso di guasto, riducen- ropea (CENELEC), ma la Co-
do la probabilità di dover inter- munità Europea pone i pre-
venire nel locale in cui si trova supposti alla futura attività di
l’utenza; normazione armonizzata con
• BUS di collegamento: costitui- il progetto EHS (European
sce, per l’impianto domotico, ciò Home Systems). Si formano
che il sistema nervoso rappresen- negli anni ’90 associazioni di
ta per il corpo umano. È costitui- aziende con lo scopo di favo-
to da un mezzo trasmissivo sul rire lo sviluppo e la diffusione
Esempio di collegamento: i comandi sono collegati soltanto al doppino BUS e non necessitano quale transitano i messaggi digi- di ciascuno dei tre sistemi ci-
del collegamento alla rete elettrica in corrente alternata.
tali generati dai sensori, che sono tati. In particolare:
ricevuti dagli attuatori o da qua-
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• EIBA, associazione relativa


alla tecnologia tedesca EIB;
• Club Batibus International,
relativa alla tecnologia fran-
cese Batibus;
• EHSA, relativa al progetto Eu-
ropeo EHS.
Questo proliferare di tecnolo-
gie tra loro incompatibili, ana-
logamente a quanto accaduto
in altri ambiti della tecnologia,
per esempio nel settore del-
l’audio-video e in quello delle
telecomunicazioni, ha costi-
tuito a lungo un freno alla diffu-
sione della building automa-
tion. I progettisti, gli installa-
tori e i clienti finali, confusi e ti-
morosi di orientare i propri in-
vestimenti (sia in termini di
know-how che di capitali eco-
nomici) su una tecnologia che a
lungo andare non si sarebbe
Sistema di automazione domestica My Home di BTicino.
imposta, hanno stentato ad ab-
bracciare le tecnologie na-
scenti.
Durante questa situazione di
lunque altro dispositivo collegato al BUS (anche un PC). Generalmente il BUS è costituito da un cavo di collegamento stallo, il mercato ha continuato
UTP del tutto analogo a quelli usati in telefonia, ma non mancano soluzioni alternative quali le fibre ottiche, le comuni- ad orientarsi sugli impianti tra-
cazioni via etere (wireless) o le onde a 132 kHz convogliate sui cavi di potenza. dizionali allungandone la vita
ben oltre il dovuto. Sul finire
Agli elementi essenziali descritti possono aggiungersi elementi accessori quali un Personal Computer, utilizzato per la degli anni ’90, le varie associa-
programmazione iniziale e per eventuali modifiche all’impianto, e un server web utile per controllare l’impianto da zioni presero coscienza della
remoto. È infatti relativamente semplice, con tale tecnologia, controllare o modificare a distanza, usando un normale possibilità di dare fiducia al
browser web l’accensione delle varie utenze o i parametri di un cronotermostato. mercato e di favorirne la cre-
È possibile adesso dimostrare, con un esempio pratico, come l’adozione della tecnologia domotica per l’impianto scita definendo uno standard
luce possa notevolmente ridurre l’impatto delle opere di posa. Si supponga di voler comandare l’accensione di un lampa- comune. Unirono quindi le pro-
dario da tre punti diversi in una stanza: è il caso diffusissimo di una stanza da letto in cui la luce sia comandabile sia prie conoscenze ed i propri
dall’entrata, sia dai due lati del letto. Se si adottasse la tecnologia tradizionale, si dovrebbe procedere come segue: sforzi per dar vita ad una tecno-
• predisporre due deviatori ed un invertitore; logia nota come Konnex, sup-
• per ognuno dei deviatori, prevedere la posa di tre cavi di potenza con sezione minima 1,5 mm2; portata dalla normativa CENE-
• collegare l’invertitore con quattro cavi di potenza con sezione minima 1,5 mm2; LEC della serie EN 50090.
• collegare il lampadario centrale con tre cavi di potenza con sezione minima 1,5 mm2. L’esistenza di una norma euro-
Si noti come l’ingombro complessivo dei cavi da posare sia notevole; le cose si complicano parecchio al crescere dei pea ha effettivamente portato i
punti di comando: per ogni punto aggiuntivo devono essere previsti quattro ulteriori cavi ed un invertitore. La comples- risultati sperati dando una for-
sità dell’installazione e la sua invasività nei confronti dell’edificio sono quindi proporzionali alla complessità dell’im- midabile spinta al mercato, ras-
pianto che si vuole realizzare. Inoltre, un impianto così realizzato consente limitatissime possibilità di modifica nel sicurato dalla certezza di inte-
tempo: mutare la logica di accensione del lampadario (per esempio frazionando l’attivazione delle sue lampade) compor- roperabilità tra dispositivi di
ta interventi fisici sull’impianto non trascurabili. costruttori diversi e dal valore
Se si realizzasse lo stesso impianto in tecnologia domotica, il numero complessivo di cavi e il loro ingombro sarebbe nel tempo dell’investimento ef-
invece limitatissimo e, soprattutto, non più legato al numero dei punti di accensione previsti. Infatti, per l’installazione si fettuato. Molti produttori di di-
dovrebbe procedere come segue: spositivi per impianti elettrici
• posare un cavetto BUS al quale collegare l’attuatore ed i tre pulsanti; tradizionali, motivati dall’aper-
• collegare il lampadario centrale all’attuatore e da qui alla rete elettrica con tre cavi di potenza di sezione minima tura di un nuovo mercato eco-
1,5 mm2. nomico globale, hanno affian-
L’installazione è quindi estremamente semplificata rispetto al caso tradizionale. Il numero di cavi di potenza (più cato alla propria produzione
ingombranti da posare) non è più legato al numero di punti di accensione desiderati. Inoltre la successiva posa di ulte- nuove linee dedicate alla buil-
riori pulsanti di accensione richiede soltanto che essi siano raggiunti dal cavo BUS (sottile e di facile posa): esso, infatti, ding automation. L’aumento di
svolge anche la funzione di alimentazione dei sensori, come meglio spiegato nel seguito. domanda per sistemi Konnex -
Un impianto così realizzato si presta molto bene a qualsiasi variazione della logica di utilizzo: tutto si riduce, infatti, compatibili ha influito positiva-
alla riprogrammazione degli attuatori ed eventualmente dei sensori usando un software. Non è richiesto alcun interven- mente anche sulla competi-
to hardware. Comandare addirittura da un’altra stanza lo spegnimento del lampadario dell’esempio precedente è possi- zione tra i produttori portando i
bile semplicemente aggiornando la lista dei sensori ai quali l’attuatore reagisce. prezzi dei dispositivi per im-
La differenza tra i due approcci diventa ancora più marcata quando si introduca la volontà di automatizzare alcune pianti domotici a livelli simili a
funzioni. Infatti, un impianto domotico può sfruttare le informazioni provenienti dai diversi sensori (crepuscolare, tem-
CIL128 FOCUS

La casa intelligente: quelli dei dispositivi tradizio-


Scenari
Risparmio energetico
Mancanza/ripristino energia elettrica Rivelatore di allargamento
il sistema DomusTech
di ABB.
nali. Il TC 205 (Technical Com-
Sicurezza antintrusione
Controllo illuminazione
Controllo illuminazione
Serramenti motorizzati mittee 205) del CENELEC ha de-
Controllo clima
Serramenti motorizzati
finito i requisiti di un sistema
Scenari
Sicurezza antintrusione HBES (Home and Building Elec-
Controllo illuminazione
Serramenti motorizzati tronic System - Sistema elettro-
Rivelatore di gas
Rivelatore di allagamento nico per la casa e l’edificio) ca-
pace di impiegare differenti
mezzi di comunicazione, con
diversi livelli di prestazione in-
dividuati dalle Classi 1, 2 e 3. La
Classe 1 identifica la comu-
nicazione di semplici comandi
e controlli; la Classe 2 com-
prende la Classe 1 e la trasmis-
sione della voce e del video
lento; la Classe 3 comprende la
Classe 2 e la trasmissione di se-
Sicurezza antintrusione
gnali video complessi.
Controllo illuminazione
Serramenti motorizzati Per quanto concerne la moda-
Rivelatore ottico di fumo
lità di progettazione e installa-
Rivelatore di allagamento
Controllo illuminazione zione dell’impianto HBES, le
Serramenti motorizzati
Controllo clima norme prevedono tre possibi-
Sicurezza antintrusione
lità:
Controllo clima
Controllo illuminazione
Serramenti motorizzati
• System Mode, che richiede
Sicurezza antintrusione Sicurezza antintrusione
Controllo illuminazione
Serramenti motorizzati
Rivelatore ottico di fumo
l’impiego di mezzi informatici
Rivelatore ottico di fumo per configurare ogni disposi-
tivo HBES;
• Easy Mode, che utilizza mezzi
più semplici, quali commuta-
peratura, infrarosso, pioggia), tramite il BUS, per comandare i vari dispositivi secondo una logica prestabilita. tori o microinterruttori presenti
L’informazione proveniente da un solo sensore crepuscolare, ad esempio, può essere utilizzata per automatizzare sul dispositivo da configurare o
contemporaneamente il funzionamento dell’illuminazione interna, di tende, tapparelle e veneziane motorizzate, dell’illu- controllori/programmatori do-
minazione esterna, dell’impianto di sicurezza/antintrusione, dell’impianto di riscaldamento, ecc. Non c’è alcuna neces- tati di alcuni pulsanti e display
sità che questi impianti adottino ciascuno il proprio sensore perché l’informazione che transita sul BUS può essere letta forniti dal costruttore;
contemporaneamente da tutti gli attuatori appartenenti ai diversi impianti. • Automatic Mode, che non ri-
La domotica può svolgere un importante compito anche per quanto riguarda il contenimento dei consumi energetici chiede alcuna configurazione
e contemporaneamente lo sfruttamento intelligente delle risorse disponibili. del dispositivo HBES, poiché il
È possibile, intersecando opportunamente le informazioni provenienti dai vari sensori e gli assorbimenti istantanei dispositivo si autoconfigura nel
dei carichi, evitare gli episodi di sovraccarico della rete oltre il limite contrattuale imposto dal fornitore e la conseguente momento in cui viene collegato
temporanea interruzione di erogazione dell’energia da parte del fornitore stesso. Il sistema ‘intelligente’, infatti, può all’impianto HBES.
monitorare in continuo l’assorbimento istantaneo di tutti i carichi ed agire scollegando o depotenziando selettivamente A livello italiano, il Comitato
alcuni carichi preservando l’attività di altri. Ad esempio, il Tecnico 205 del CEI ha pubbli-
sistema, in caso di avvicinamento al limite potenza/energia cato nel maggio del 2005 la
contrattuale, può disattivare le luci negli ambienti vuoti guida CEI 205-2, Guida ai si-
(informazione comunicata dai sensori IR) e disalimentare stemi BUS su doppino per l'au-
temporaneamente i carichi secondo un ordine di priorità tomazione nella casa e negli
assegnato allo scopo di mantenere l’alimentazione alle edifici, secondo le Norme CEI
utenze privilegiate, quali il frigorifero. EN 50090. La guida prevede
Con lo stesso criterio, il sistema può occuparsi della una sezione introduttiva che af-
gestione di altre fonti di energia con l’obiettivo di migliora- fronta temi quali le dimensioni
re il rendimento energetico complessivo dell’edificio. Esso di un sistema HBES in termini
può quindi agire sulla climatizzazione e sull’esposizione di numero massimo di elementi
degli ambienti alla luce solare basandosi sulla combinazio- e di estensione geografica del-
ne delle informazioni provenienti dalla rete di sensori. l’impianto, la topologia dei col-
Questo tipo di applicazioni è ancor più efficace quan- legamenti tra i vari dispositivi
do è progettato ed implementato a livello dell’intero edifi- costituenti l’impianto, i van-
cio (si parla in questo caso di building automation). In tale taggi rispetto ad un impianto
circostanza, è utile prevedere l’installazione di un PC che tradizionale (a questo argo-
sia parte integrante dell’impianto e che sovrintenda alla mento centrale è dedicata una
funzionalità dello stesso. Anche questo componente neces- intera appendice). La guida de-
sita soltanto del collegato al BUS e quindi può essere posi- scrive anche concetti base sulla
zionato in qualunque punto dell’edificio raggiunto dal BUS compatibilità elettromagnetica
stesso. La quasi totalità dei produttori offre a catalogo dei Modulo domotico Vimar per il controllo di videocitofonia
(EMC). Si ricorda che per EMC si
mini PC installabili all’interno del quadro elettrico. e TVCC.
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Un impianto domotico è intrinsecamente più sicuro, dal punto di vista elettrico, di un impianto tradizionale. Tutti i
sensori, compresi i pulsanti con i quali l’utente entra direttamente in contatto, sono infatti alimentati con una bassissima intende “l’idoneità di un dispo-
tensione di sicurezza (SELV: Safety Extra Low Voltage). Si tratta di una tensione continua, generalmente compresa tra sitivo, di un’apparecchiatura o
i 12 V ed i 24 V in funzione dello standard adottato, che, come noto, ha effetti biologici sull’uomo trascurabili. La nor- di un sistema a funzionare nel
mativa sugli impianti elettrici utilizzatori in bassa tensione suggerisce infatti (CEI 64/8-4:2007-01, Sez. 411) l’adozione proprio ambiente elettroma-
di una tensione SELV come protezione combinata contro i contatti diretti ed indiretti. I sensori ed i comandi sono quin- gnetico in modo soddisfacente
di alimentati direttamente dal BUS tramite un alimentatore SELV presente nel quadro elettrico. Come detto, il BUS uni- senza introdurre disturbi elet-
sce quindi la funzione di mezzo trasmissivo e quella di alimentazione dei sensori. Questa soluzione coniuga elegantemen- tromagnetici inaccettabili per
te sicurezza elettrica, facilità di installazione e flessibilità di configurazione. tutto ciò che si trova in tale am-
biente”. Degna di nota è infine
La riduzione del numero di cavi di potenza da distribuire negli ambienti (in traccia o in canalina) è vantaggiosa anche la normativa tecnica che si oc-
ai fini delle interferenze elettromagnetiche. Un cavo percorso da corrente alternata è infatti una possibile fonte di distur- cupa dell’adozione di sistemi
bo, per accoppiamento elettromagnetico, nei confronti di altre apparecchiature elettriche/elettroniche. Nel caso di BUS negli edifici pregevoli per
ambienti particolari – quali ad esempio ambulatori di diagnostica strumentale nei quali si fa uso di attrezzature per la rilevanza storica ed artistica. In
misura di piccoli segnali biologici –, l’utilizzo di un impianto elettrico domotico può essere molto indicato per ridurre le essi, infatti, la necessità di ot-
fonti di disturbo dovute all’impianto stesso. tenere una maggiore sicurezza
Uno dei fattori che hanno inizialmente limitato la diffusione della tecnologia è stato il proliferare, nella seconda ai fini della salvaguardia del
metà degli anni ’80, di standard costruttivi tra loro incompatibili (vedi riquadro). Questa situazione è ormai superata: le patrimonio, unitamente agli
diverse associazioni, supportate dalla serie di norme europee EN 50090, sono giunte ad una tecnologia standard condi- oggettivi vincoli artistici pre-
visa, nota come Konnex, che evita il rischio di obsolescenza dei prodotti in quanto garantisce nel tempo l’interoperabi- senti, rende difficile realizzare
lità tra vecchi e nuovi dispositivi e rappresenta una spinta ad un’ampia disponibilità di componenti e dunque ad una o adeguare gli impianti elettrici
riduzione dei prezzi. secondo la regola dell’arte. La
norma CEI 64-15, Impianti elet-
trici negli edifici pregevoli per
La casa domotica di Bill rilevanza storica e/o artistica,
Gates. Ai visitatori viene
consegnato un microchip
fornisce informazioni integra-
RFId all’ingresso della tive (e talvolta sostitutive) ri-
residenza in grado di
inviare il proprio segnale
spetto alla norma CEI 64-8 per
in qualunque parte della la realizzazione degli impianti
casa si trovi per far sì che
la temperatura della elettrici in bassa tensione; essa
particolare stanza ed altre suggerisce, all’articolo 1.4.1,
condizioni mutino in
conformità con le l’utilizzo di nuove tecnologie
preferenze settate per quel
particolare utente.
impiantistiche quali i Sistemi
BUS per avere un minore im-
patto su impianti e strutture
edili esistenti.
Il Comitato Elettrotecnico Ita-
liano (CEI) ha rilasciato nel lu-
glio del 2001 una Guida CEI 83-
11 dal titolo I sistemi BUS negli
edifici pregevoli per rilevanza
storica e artistica, che intro-
duce lo stato dell’arte sulle tec-
nologie dei Sistemi Bus per gli
edifici ed illustra la completa
Oggi, il principale limite alla diffusione su larga scala degli impianti domotici è da ricercarsi nei seguenti tre aspetti: panoramica delle loro possibili
• scarsa propensione di alcuni progettisti a rivedere completamente abitudini e metodologie di lavoro consolidate applicazioni in relazione ai siti
negli anni; e alle opere oggetto di tutela.
• limitata domanda da parte della committenza, spesso legata al timore di costi complessivi elevati e non sempre a cono- La guida affronta argomenti
scenza delle caratteristiche offerte dalla nuova tecnologia; particolari quali la possibilità
• oggettiva maggiore complessità di configurazione da parte delle ditte installatrici. In un impianto domotico, infatti, di recuperare interi circuiti di
alla fase di mero collegamento dell’hardware deve seguire necessariamente una fase di configurazione software per la impianti elettrici esistenti uti-
quale è indispensabile che il personale sia stato opportunamente formato. lizzandoli come ingresso a di-
Paragonando, infine, la tecnologia domotica e quella tradizionale dal punto di vista dei costi, è opportuno sottoli- spositivi di comando (inter-
neare che le differenze di costo sui singoli componenti tendono ormai ad essere poco rivelanti. Le maggiori differenze facce) che rendono i compo-
sono invece da ricercarsi nella fase di configurazione del sistema (più lunga e costosa nel caso di impianto domotico) e nenti del vecchio circuito (inter-
nella fase di installazione (più onerosa nel caso tradizionale a causa del maggior numero di cavi elettrici da posare e ruttori, pulsanti, ecc.) “inno-
delle maggiori opere di muratura da prevedere). cui” sia in relazione ai pericoli
Ernesto Iadanza derivanti dalle tensioni di con-
tatto – grazie all’uso di circuiti a
bassissima tensione di sicu-
rezza (SELV) –, sia a quelli con-
seguenti al pericolo degli in-
cendi, limitando a 10 mA la cor-
rente massima circolante.

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