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1. Executive Summary
L’“Osservatorio permanente sulla micro e piccola impresa milanese” - nato nel 2006 dalla
collaborazione tra ALTIS, Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica di Milano, e la
Fondazione Sviluppo Impresa della Compagnia delle Opere di Milano e Provincia e cofinanziato
dalla Camera di Commercio di Milano - a fine 2008 ha portato a compimento la sua terza
rilevazione. L’edizione 2008 dell’Osservatorio propone alcune novità rispetto al lavoro svolto
nei due anni precedenti. Le più rilevanti riguardano il campione: innanzitutto, esso è stato
ulteriormente ampliato rispetto alle passate rilevazioni (835 imprese nel 2006 e 948 imprese nel
2007) ed è costituito da 1.818 imprese, appartenenti ai settori “Industria” (22%), “Commercio”
(28%) e “Servizi” (50%). Coerentemente con la natura dell’Osservatorio, le micro imprese
(numero di dipendenti inferiore a 9) rappresentano il 73% del campione, le piccole imprese
(numero di dipendenti compreso tra 10 e 49) il 23% e le medie imprese (numero di dipendenti
compreso tra 50 e 249) il 4%. In secondo luogo, il campione è statisticamente rappresentativo
della popolazione di micro e piccole imprese milanesi secondo quanto risulta dai dati ISTAT
2006 (su circa 360.000 imprese, 94% sono micro imprese, 5.1% piccole imprese e 0.9% medie
imprese). Infine, per la definizione del campione sono state utilizzate due diverse banche dati:
l’elenco delle PMI iscritte alla Compagnia delle Opere di Milano (circa 70% del campione) e
l’elenco delle imprese iscritte alla Camera di Commercio di Milano (30% del campione).
Come nelle due precedenti rilevazioni, lo strumento per attuare il monitoraggio è un questio-
nario, somministrato agli imprenditori da un gruppo di operatori specializzati della Fondazione
Sviluppo Impresa nel periodo Settembre-Novembre 2008. Alcune novità sono state introdotte
nella struttura del questionario e nei contenuti: innanzitutto, sulla base dell’esperienza delle due
precedenti rilevazioni, sono state selezionate le aree di indagine più significative – investimenti e
innovazione, finanza, estero, lavoro e formazione, responsabilità sociale di impresa e sviluppo; in
secondo luogo, sono state inserite delle domande volte a cogliere l’opinione degli imprenditori
rispetto ad alcune delle problematiche più discusse a livello politico ed economico, come la
competitività internazionale delle imprese italiane, il problema degli immigrati, la minaccia delle
economie emergenti, le opportunità legate all’Europa e all’Expo 2015. Infine, la disponibilità
su alcuni indicatori di una serie storica di tre anni, consente di cogliere in chiave dinamica i
fenomeni in atto nell’economia delle micro e piccole imprese milanesi.
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Executive Summary
concentrano le proprie forze sui dipendenti, sempre più legati alle imprese da rapporti di lungo
periodo. L’apertura verso i mercati esteri e le opinioni rispetto alla competitività internazionale
dimostrano che le micro e piccole imprese milanesi sono ben consapevoli dei propri punti di
forza, ma soffrono del difficile rapporto con gli istituti di credito e hanno, quindi, bisogno
di sostegno: sarebbe auspicabile in tal senso un intervento da parte delle Istituzioni e delle
Associazioni vicine alle imprese.
Segnali positivi
Un primo segnale positivo è legato al mondo del lavoro: nonostante il momento di profonda
crisi dell’economia, per il 70% di micro e piccole imprese milanesi il numero dei dipendenti è
rimasto stabile rispetto allo scorso anno, per il 17% è aumentato e solo per l’8% è diminuito.
Si rileva, inoltre, un significativo aumento rispetto al 2007 del numero di imprese che ricorre
in prevalenza a contratti a tempo indeterminato (23% nel 2007, 53% nel 2008).
Con riguardo all’internazionalizzazione, i dati fanno emergere una interessante apertura delle
micro e piccole imprese verso i mercati esteri: il 26% delle imprese milanesi intrattiene rapporti
con l’estero; nel complesso, il 18% del campione esporta, il 10% importa e solo il 2% detiene
attività produttive all’estero. Sono le imprese di piccole dimensioni ad essere maggiormente
orientate all’internazionalizzazione: sono, infatti, presenti all’estero il 39% delle piccole imprese,
il 29% delle medie e il 25% delle micro. Le imprese del settore industriale sono le più attive
sul fronte export (38% del campione); le imprese commerciali, invece, sono le più legate agli
approvvigionamenti esteri. Tra le imprese del campione non internazionalizzate (1.294 imprese),
il 24% dichiara di avere intenzione di attivare relazioni di import, export o di delocalizzare la
produzione in futuro. Le aree più presidiate dalle imprese milanesi sono Europa Occidentale
ed Est Europa; seguono USA e America del Nord, Cina, Africa e Medio Oriente.
Con riguardo alla competitività internazionale delle imprese milanesi, gli imprenditori ritengono
che ci sia stato un timido miglioramento nel 2008 rispetto all’anno 2007, mentre, riguardo alla
competitività futura, le opinioni degli imprenditori sembrano leggermente più ottimistiche.
In tale direzione, grandi aspettative sono riposte sull’EXPO 2015.
Il 64% del campione dichiara di avere occasione per discutere con altri (imprenditori, associazioni,
ecc.) la linea di sviluppo della propria impresa: questo dato è in aumento rispetto al 2007 (56%).
Tra le problematiche indagate ne emergono due prevalenti – in particolare per le imprese di
micro e piccole dimensioni – che sono “fisco e imposte” (24%) e “accesso al credito” (24%),
seguite da “capitale umano” (20%), “concorrenza delle economie emergenti” (15%), “necessità di
innovazioni generiche” (14%) e “necessità di innovazioni tecnologiche e di processo” (5%).
Alle imprese intervistate è stato chiesto di esprimere una valutazione relativa ad alcune delle
problematiche più discusse a livello politico ed economico: sono emersi segnali interessanti in
termini di fiducia per il futuro. Innanzitutto, per il 77% del campione gli immigrati sono una
risorsa e non un ostacolo allo sviluppo dell’economia milanese. In secondo luogo, per il 77%
del campione l’Europa costituisce un’opportunità per la futura crescita dell’economia italiana.
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Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Infine, per il 75% delle imprese, l’economia italiana, nei prossimi anni, sarà capace di risollevarsi
e di ritrovare un saldo equilibrio.
Segnali negativi
Rispetto alle due precedenti rilevazioni, si registra una progressiva contrazione degli investimenti
. Nell’anno 2008 si rileva una riduzione sia del numero di imprese che ha effettuato investimenti
(77% nel 2006, 66% nel 2007, 56% nel 2008) sia di quelle che hanno usufruito di finanziamenti
agevolati (10% nel 2006, 13% nel 2007 e 8% nel 2008) per finanziare gli investimenti stessi.
E’ in diminuzione anche il numero di imprese che intendono effettuare investimenti in futuro
(63% nel 2006, 53% nel 2007, 42% nel 2008). Gli ambiti in cui le imprese hanno investito
maggiormente nell’ultimo anno sono: hardware e software (49%), impianti e attrezzature
(31%), acquisto di macchinari (27%) e automezzi (25%), opere murarie o acquisto di mobili
(19%). Sul fronte della formazione del personale, il 34% delle imprese ha effettuato investimenti
nell’ultimo anno. Rispetto alle due rilevazioni precedenti, si conferma anche in questo ambito il
trend in diminuzione: nel 2006, infatti, investivano in formazione il 46% delle micro e piccole
imprese milanesi e nel 2007 il 41%.
In calo rispetto all’anno precedente anche il numero di imprese che ha dichiarato di aver
introdotto una significativa innovazione di prodotto e/o di processo nell’anno 2008.
In linea con quanto emerso nel 2007, il 28% del campione totale dichiara di aver incontrato,
nell’arco dell’ultimo anno, delle difficoltà nel rapporto con gli istituti di credito; sono le imprese
più piccole e quelle appartenenti al settore industriale ad avere maggiori difficoltà nei rapporti
con le banche. Nel 51% dei casi i problemi riguardano la possibilità di accedere a linee di
credito, nel 48% tassi e commissioni elevate, nel 33% la mancanza di attenzione da parte dei
funzionari, nel 31% l’approccio burocratico e nel 27% la richiesta di eccessive garanzie. L’accesso
al credito è stato identificato come uno dei principali problemi che le imprese devono affrontare
nel prossimo futuro e come uno dei principali limiti allo sviluppo di impresa.
L’impegno delle micro e piccole imprese milanesi sul fronte responsabilità sociale fa registrare un
lieve calo rispetto a quanto rilevato negli anni precedenti: questo dato sembra essere imputabile
non tanto ad una sensibilità verso queste tematiche diversa dal passato quanto piuttosto al clima
di generalizzata preoccupazione per il futuro dell’economia.
Forti, inoltre, i timori legati al crescente potere delle economie emergenti, quali la Cina, che
costituisce una minaccia per il 71% delle imprese indagate.
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Le novità dell’Osservatorio 2007
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Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
3. Premesse metodologiche
3.1 Composizione del campione
Il campione oggetto di indagine è stato costruito partendo dall’analisi della popolazione di PMI
milanesi rispetto alla classe dimensionale e al settore di appartenenza (cfr. tabella 3.1.1).
Tab 3.1.1 La popolazione di PMI milanesi (Censimento ISTAT 2006) · Fonte: Istat
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Premesse Metodologiche
Tab 3.1.2 Il campione analizzato per settore e classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autor
Medie imprese 16 13 37 66
Tab. 3.1.3. Il campione analizzato per settore e classe dimensionale (valori %) · Fonte: Elaborazione degli Autor
Medie imprese 1% 1% 2% 4%
Nella tabella 3.1.4. sono sintetizzate altre informazioni anagrafiche sul campione oggetto di inda-
gine: si tratta prevalentemente di imprese giovani (68% prima generazione imprenditoriale) per le
quali il passaggio generazionale non costituisce un problema e di imprese operanti nel segmento
B2B, infatti nell’83% dei casi le imprese indagate hanno come clienti delle persone fisiche.
Tab. 3.1.4. Altre informazioni anagrafiche sul campione · Fonte: Elaborazione degli Autori
1 68%
2 20%
3 4%
oltre 1%
n/a 7%
0 – 0.5 37%
0.5 – 1 16%
1–2 15%
2–3 6%
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Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
3–5 5%
5 – 10 5%
10 – 15 1%
15 – 30 1%
> 30 1%
n/a 12%
Aumentato 43%
Diminuito 14%
n/a 8%
Clienti prevalenti
n/a 2%
19
Area Investimenti e Innovazione
Fig. 4.1.1. Investimenti materiali realizzati negli ultimi 12 mesi – 2006 vs 2007 · Fonte: Elaborazione degli Autori
Micro 55
Piccola 70
Media 77
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Dettagliando il dato per classe dimensionale, si rileva una correlazione positiva tra investimenti
realizzati e classe dimensionale: sono soprattutto le imprese di medie dimensioni, infatti, ad
aver effettuato investimenti negli ultimi 12 mesi (77%), seguite dalle piccole imprese (70%)
e dalle micro imprese (55%).
Fig. 4.1.2. Investimenti materiali realizzati negli ultimi 12 mesi per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Industria 62
Commercio 56
Servizi 59
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
20
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Dalla distribuzione degli investimenti per settore si rileva che essi si concentrano maggiormente nel
settore industriale (62%); seguono Servizi (59%) e Commercio (56%).
Nell’ultimo anno le imprese hanno investito prevalentemente in hardware e software (49%), impianti
e attrezzature (31%), acquisto di macchinari (27%) e automezzi (25%), opere murarie o acquisto di
mobili (19%). Seguono gli investimenti in marketing e pubblicità (10%), formazione del personale
(9%), ricerca e sviluppo (6%) e certificazione (3%).
Fig. 4.1.3. Ambito degli investimenti (su n° imprese che hanno investito) · Fonte: Elaborazione degli Autori
Certificazione 3
Formazione
del personale 9
Marketing
e pubblicità 10
Ricerca
e sviluppo 6
Automezzi 25
Hardware
Software 49
Opere murarie
e acquisto immobili 19
Impianti
e attrezzature 31
Macchinari 27
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Dal confronto con i dati del 2007 emerge una sostanziale omogeneità nell’ambito degli investimenti
materiali: anche nel 2007, infatti, le aree di investimento prevalente sono state hardware e software
(67%), impianti e attrezzature (38%), acquisto di automezzi (39%) e di macchinari (28%). Signifi-
cativa, invece, la riduzione tendenziale degli investimenti immateriali: gli investimenti in marketing
e pubblicità, formazione del personale, ricerca e sviluppo e certificazione – effettuati nel 2008,
rispettivamente, dal 10%, 9%, 6% e 3% del campione – nel 2007 erano stati effettuati dal 54%,
46%, 35% e 22% delle imprese oggetto di indagine.
21
Area Investimenti e Innovazione
Fig. 4.1.4. Ambito degli investimenti per settore (su n° di imprese che hanno investito – · Fonte: Elaborazione degli Autori
2 Media
Certificazione 10
Piccola
2
Micro
20
Formazione
del personale 14
9
Marketing 16
e pubblicità 16
10
16
Ricerca
e sviluppo 10
6
25
Automezzi 26
25
37
Hardware
Software 41
50
Opere murarie 29
e acquisto immobili 25
18
53
Impianti
e attrezzature 44
30
47
Macchinari 43
26
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Dettagliando il dato per classe dimensionale, si rileva una correlazione positiva tra numero
di imprese che hanno effettuato investimenti e classe dimensionale. Uniche eccezioni le aree
hardware e software e certificazione: per la prima, si rileva che sono le micro imprese ad investire
maggiormente (50% micro imprese, 41% piccole imprese e 37% medie imprese); per la seconda,
invece, si registra la netta prevalenza delle piccole imprese (10% piccole imprese contro 2% di
micro e medie imprese).
22
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Fig. 4.1.5. Ambito degli investimenti materiali per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
3 Servizi
Certificazione 2
11 Commercio
Industria
12
Formazione
del personale 7
11
Marketing 12
e pubblicità 10
13
6
Ricerca
e sviluppo 7
13
26
Automezzi 26
21
57
Hardware
Software 46
27
Opere murarie 17
e acquisto immobili 27
21
31
Impianti
e attrezzature 33
44
25
Macchinari 25
53
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Con riguardo all’analisi settoriale, si conferma sostanzialmente quanto rilevato per l’anno
2007. Le imprese appartenenti al settore dei Servizi e le imprese commerciali si concentrano
maggiormente sull’acquisto di hardware e software (rispettivamente 57% e 46%); le imprese del
settore industriale, invece, fanno rilevare delle buone percentuali anche su macchinari (53%)
e impianti e attrezzature (44%).
23
Area Investimenti e Innovazione
Rispetto all’anno 2007, nel 2008 le imprese sembrano essere più preoccupate per il futuro, infatti il
numero di imprese inclini ad effettuare investimenti futuri è pari al 42% del campione.
Fig. 4.1.6. Investimenti nei prossimi 12 mesi per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Micro 41
Piccola 54
Media 67
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
L’analisi dimensionale rivela una correlazione positiva tra le aspettative di investimento e la variabile
dimensionale. Infatti, le micro imprese si dichiarano orientate a sostenere investimenti nel 41%
dei casi, mentre le piccole imprese raggiungono il 54% e le medie il 67%.
Fig. 4.1.7. Investimenti nei prossimi 12 mesi per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
Industria 49
Commercio 40
Servizi 47
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Dettagliando i dati per appartenenza settoriale, si rileva una sostanziale omogeneità tra i settori:
dichiarano l’intenzione di effettuare investimenti futuri il 49% delle imprese industriali, il 47%
delle imprese di servizi e il 40% delle imprese commerciali.
Gli ambiti in cui le imprese hanno in programma di effettuare investimenti il prossimo anno
ripropone in parte la distribuzione identificata con riferimento agli investimenti effettuati negli
ultimi dodici mesi. Paragonando le aree verso cui le imprese hanno in programma di indirizzare
gli investimenti con quanto emerso nel 2007, non si riscontrano variazioni significative. Nel
2008 si conferma l’interesse verso hardware e software (41%), seguito da impianti e attrezzature
(28%), macchinari (26%), opere murarie e acquisto di mobili (19%), automezzi (16%),
marketing e pubblicità (14%), formazione del personale (10%), ricerca e sviluppo (8%) e
certificazione (4%).
24
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Fig. 4.1.8. Ambito degli investimenti programmati (su n°imprese che investiranno) · Fonte: Elaborazione degli Autori
Certificazione 4
Formazione
del personale 10
Marketing
e pubblicità 14
Ricerca
e sviluppo 8
Automezzi 16
Hardware
Software 41
Opere murarie
e acquisto immobili 19
Impianti
e attrezzature 28
Macchinari 26
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Analizzando i dati relativi agli investimenti futuri per classe dimensionale e per settore, si
confermano le considerazioni già espresse rispetto agli investimenti passati: esiste una correla-
zione positiva tra numero di imprese che hanno effettuato investimenti e classe dimensionale
ad eccezione delle aree hardware e software e certificazione. A livello di settore, le imprese
appartenenti al settore dei Servizi e le imprese commerciali si focalizzeranno maggiormente
sull’acquisto di hardware e software (rispettivamente 47% e 37%) mentre le imprese del settore
industriale maggiormente su macchinari (46%) e impianti e attrezzature (43%).
25
Area Investimenti e Innovazione
Fig. 4.1.9. Ambito degli investimenti programmati per classe dimensionale (su n° di imprese che investiranno) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2 Media
Certificazione 9
3 Piccola
Micro
14
Formazione
del personale 17
9
Marketing 18
e pubblicità 18
13
16
Ricerca
e sviluppo 11
7
30
Automezzi 20
15
32
Hardware
Software 34
41
Opere murarie 16
e acquisto immobili 21
19
43
Impianti
e attrezzature 43
27
43
Macchinari 39
25
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
26
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Fig. 4.1.10. Ambito degli investimenti programmati per settore (su n° di imprese che investiranno) · Fonte: Elaborazione degli Autori
4 Servizi
Certificazione 3
9 Commercio
Industria
13
Formazione
del personale 14
8
Marketing 15
e pubblicità 17
14
8
Ricerca
e sviluppo 7
13
19
Automezzi 19
13
47
Hardware
Software 37
22
Opere murarie 16
e acquisto immobili 25
21
29
Impianti
e attrezzature 29
43
24
Macchinari 27
46
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
4.2. Innovazioni
4.2.1 Tipo di Innovazioni
Alle imprese oggetto di indagine è stato chiesto se abbiano introdotto negli ultimi 3 anni delle
significative innovazioni nell’ambito di prodotti/servizi, processi produttivi, vendite, strumenti
di gestione (controllo di gestione e gestione del personale), logistica o distribuzione. I dati
rivelano che il 24% del campione ha introdotto innovazioni a livello di prodotto/servizio, il
12% a livello di processo produttivo e il 9% a livello di strumenti di gestione; meno rilevante
il numero di imprese che ha introdotto innovazioni a livello di vendite, logistica e distribuzione
(rispettivamente, 5%, 4%, 2%).
27
Area Investimenti e Innovazione
Fig. 4.2.1. Tipo di innovazione (2008 vs 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2 2008
Distribuzione
4 2007
Logistica 4
6
Strumenti di gestione 9
13
Vendite 5
22
Processo produttivo 12
20
Prodotti/servizi 24
43
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Rispetto all’anno 2007, si rileva una sostanziale riduzione del numero di imprese che ha dichiarato di
aver introdotto una significativa innovazione su tutte le aree oggetto di indagine. Molto rilevante lo
scostamento relativo all’innovazione di prodotto/servizio. Questi dati, congiuntamente a quelli relativi agli
investimenti (rispetto al 2007 sono in decremento sia gli investimenti effettuati che quelli programmati
per il futuro), confermano uno scenario di grande timore e di incertezza per il futuro.
Fig. 4.2.2. Tipo di innovazione per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Media
Piccola
2
Micro
12
Logistica 7
4
15
Strumenti
di gestione 16
9
11
Vendite 10
5
27
Processo
produttivo 17
12
30
Prodotti/servizi 32
24
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
28
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Fig. 4.2.3. Tipo di innovazione per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
1 Servizi
Distribuzione 3 Industria
4
Commercio
3
Logistica 7
7
12
Strumenti
di gestione 8
12
4
Vendite 8
11
10
Processo
produttivo 8
28
26
Prodotti/servizi 25
27
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Come è ragionevole aspettarsi, tra i diversi settori, l’Industria è quello in cui si concentrano le
innovazioni a livello di processo produttivo (28% del campione). Sostanzialmente omogenea
la distribuzione settoriale delle innovazioni negli altri ambiti di indagine.
29
Area Investimenti e Innovazione
5. Area Finanza
Negli ultimi 12 mesi il ricorso a contributi e/o finanziamenti agevolati a fronte degli
investimenti si è ridotto rispetto agli ultimi due anni: si è passati, infatti, dal 10% del 2006 e
13% del 2007 all’8% del 2008.
In linea con quanto emerso nel 2007, il 28% del campione totale dichiara di aver incon-
trato, nell’arco dell’ultimo anno, delle difficoltà nel rapporto con gli istituti di credito; sono le
imprese più piccole e quelle appartenenti al settore industriale ad avere maggiori difficoltà nei
rapporti con le banche. Nel 51% dei casi i problemi riguardano la possibilità di accedere a linee
di credito, nel 48% tassi e commissioni elevate, nel 33% la mancanza di attenzione da parte dei
funzionari, nel 31% l’approccio burocratico e nel 27% la richiesta di eccessive garanzie.
In media, il 64% del campione ha dichiarato di conoscere l’accordo Basilea 2, che
introduce le nuove procedure per la concessione del credito, ma, di questo 64%, solo il 57%
dichiara di aver ricevuto adeguate spiegazioni da parte delle banche. Per il 28% delle imprese a
conoscenza di Basilea 2, l’introduzione di tale accordo ha influito negativamente sulla possibilità
di ottenere finanziamenti.
Fig. 5.1.1. Utilizzo contributi e/o finanziamenti agevolati – 2008 vs 2006 e 2007 · Fonte: Elaborazione degli Autori
2006 10
2007 13
2008 8
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Negli ultimi 12 mesi il ricorso a contributi e/o finanziamenti agevolati a fronte degli investimenti si è ridotto
rispetto agli ultimi due anni: si è passati, infatti, dal 10% del 2006 e 13% dl 2007 all’8% del 2008.
Fig. 5.1.2. Utilizzo contributi e/o finanziamenti agevolati per classe dimensionale (2008 vs 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008
Micro 8
13 2007
Piccola 15
16
Media 12
24
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
30
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Articolando il dato per classe dimensionale, si rileva che: da un lato, sono le imprese di piccole
dimensioni a far maggior ricorso ai contributi e/o finanziamenti agevolati; dall’altro, per le
piccole imprese il ricorso a contributi e/o finanziamenti agevolati si è mantenuto pressoché
costante dal 2007, mentre per le micro e medie imprese si registra un discreto decremento (per
le micro imprese si è passati dal 13% all’8%; per le medie imprese dal 24% al 12%).
Fig. 5.1.3. Utilizzo contributi e/o finanziamenti agevolati per settore (2008 vs 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008
Industria 16
18 2007
Commercio 8
14
Servizi 8
11
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Con riguardo all’appartenenza settoriale, si conferma quanto rilevato nel 2007: è l’Industria il settore
che fa maggiormente ricorso a contributi e/o finanziamenti agevolati (16%), seguono il Commercio
e i Servizi (entrambi 8%).
In media, il 28% del campione totale dichiara di aver incontrato, nell’arco dell’ultimo anno, delle dif-
ficoltà nel rapporto con gli istituti di credito. Il dato è in linea con quanto emerso nel 2007 (27%).
Fig. 5.2.1. Problematiche nei rapporti con le banche per classe dimensionale (2008 vs 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008
Industria 16
18 2007
Commercio 8
14
Servizi 8
11
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
La distribuzione delle imprese per classe dimensionale conferma i dati emersi nel corso del 2007:
sono le imprese più piccole ad avere maggiori difficoltà nei rapporti con le banche, infatti ha
risposto affermativamente alla domanda il 28% delle micro imprese, il 29% delle piccole e,
con una discreta distanza, il 9% delle medie.
31
Area Investimenti e Innovazione
Fig. 5.2.2. Problematiche nei rapporti con le banche per settore (2008 vs 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008
Industria 33
33 2007
Commercio 29
24
Servizi 24
23
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Anche l’analisi per settore conferma quanto sostanzialmente emerso nella rilevazione 2007: l’In-
dustria è il settore maggiormente colpito dai problemi nei rapporti con le banche con il 33% dei
casi, seguono le imprese del settore Commercio (29%) e Servizi (24%). Per il Commercio si rileva
un aumento di 5 punti percentuali rispetto all’anno passato (24% nel 2007, 29% nel 2008).
Fig. 5.2.3. Problematiche incontrate (su n° imprese che hanno dichiarato di avere dei problemi; 2008 vs 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008
Eccessive garanzie 27
48 2007
Tassi
e commissione 48
elevati 65
Approccio 31
burocratico 51
Mancanza
attenzione 33
funzionari 41
Accesso 51
al credito 37
Tra le imprese che hanno dichiarato di aver incontrato dei problemi nei rapporti con le banche,
si rileva che, nel 51% dei casi, i problemi riguardano la possibilità di accedere a linee di credito,
nel 48% tassi e commissioni elevate, nel 33% la mancanza di attenzione da parte dei funzionari,
nel 31% l’approccio burocratico e nel 27% la richiesta di eccessive garanzie. Rispetto all’anno
2007, emergono dei segnali incoraggianti legati alla sostanziale riduzione nella percezione di
alcuni problemi, quali tassi e commissioni elevate, approccio burocratico e richiesta di eccessive
garanzie mentre si registra un incremento della più generale difficoltà di accesso al credito (37%
nel 2007, 51% nel 2008).
32
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Fig. 5.2.4. Problematiche incontrate per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Media
33
Eccessive
garanzie 25 Piccola
27
Micro
Tassi 33
e commissione 40
elevati
48
33
Approccio
burocratico 35
31
Mancanza 17
attenzione 29
funzionari
33
67
Accesso
al credito 50
51
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Analizzando i dati per classe dimensionale, si rileva che le imprese di minori dimensioni percepi-
scono l’accesso al credito, i tassi e le commissioni elevate e l’approccio burocratico come i principali
problemi nei rapporti con le banche. In particolare, le micro imprese sembrano soffrire, più delle
imprese di maggiori dimensioni, di tassi e commissioni elevate.
Fig. 5.2.5. Problematiche incontrate per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
Servizi
Eccessive
garanzie 23 Industria
24
Commercio
Tassi 43
e commissione 43
elevati
56
31
Approccio
burocratico 26
39
Mancanza 33
attenzione 28
funzionari
34
50
Accesso
al credito 50
53
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
33
Area Investimenti e Innovazione
A livello settoriale, si rileva, in linea generale, che il Commercio è il settore che subisce mag-
giormente le difficoltà nei rapporti con le banche; la distanza rispetto ad Industria e Servizi si
accentua con riferimento a tassi e commissioni elevate e approccio burocratico. E’ interessante
notare l’inversione di tendenza rispetto ai dati rilevati nell’anno 2007, in cui il Commercio
risultava essere il settore che meno degli altri soffriva dei rapporti con le banche.
5.3. Basilea 2
In media, il 64% del campione ha dichiarato di conoscere l’accordo Basilea 2 che introduce le
nuove procedure per la concessione del credito. In particolare, la conoscenza di tale accordo è
più diffusa tra le imprese di piccole dimensioni (76%); seguono le micro imprese (63%) e le
medie imprese (62%).
Fig. 5.3.1. Conoscenza dell’accordo Basilea 2 per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Micro 63
Piccola 76
Media 62
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Articolando il dato per settori, si riscontra la maggior conoscenza dell’accordo tra le imprese del
settore industriale (75%). Nei settori Commercio e Servizi i dati sono sostanzialmente allineati
e si attestano attorno al 63%.
Fig. 5.3.2. Conoscenza dell’accordo Basilea 2 per settori · Fonte: Elaborazione degli Autori
Industria 75
Commercio 64
Servizi 63
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Solo il 57% delle imprese a conoscenza dell’accordo Basilea 2 ritiene di aver ricevuto adeguate
spiegazioni dalla banca sul concetto di rating introdotto dall’accordo. In particolare, le micro
imprese sembra abbiano sofferto più delle piccole e delle medie imprese della carenza e dell’ina-
deguatezza delle informazioni. A livello di settore, non si riscontrano variazioni significative.
34
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Fig. 5.3.3. Adeguatezza delle spiegazioni ricevute su Basilea 2 per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Micro 57
Piccola 63
Media 68
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Fig. 5.3.4. Influenza negativa di Basilea 2 sulla concessione del credito per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Micro 28
Piccola 27
Media 24
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Fig. 5.3.5. Influenza negativa di Basilea 2 sulla concessione del credito per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
Industria 25
Commercio 30
Servizi 28
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Alle imprese a conoscenza dell’accordo Basilea 2 è stato chiesto come intendano far fronte ai
cambiamenti introdotti dall’accordo stesso: per il 7% delle imprese possibili soluzioni sono
l’aumento della capitalizzazione dell’impresa, il miglioramento del ciclo di incassi/pagamenti
da clienti/fornitori o la creazione/miglioramento del processo di pianificazione finanziaria,
mentre per il 4% una possibile soluzione è la ristrutturazione del debito.
35
Area Finanza
Fig. 5.3.6. Modalità di risposta ai cambiamenti di Basilea 2 · Fonte: Elaborazione degli Autori
Ristrutturando
il debito 4
Aumentando
la capitalizzazione
7
dell’impresa
Creando/migliorando
il processo di 7
pianificazione finanziaria
Migliorando il ciclo
incassi/pagamenti da 7
clienti e fornitori
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Fig. 5.3.7. Modalità di risposta ai cambiamenti di Basile 2 per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Media
4
Ristrutturando
il debito 5 Piccola
2
Micro
Aumentando 7
la capitalizzazione 5
dell’impresa 5
Creando/migliorando 7
il processo di 7
pianificazione finanziaria
2
Migliorando il ciclo 7
incassi/pagamenti da 8
clienti e fornitori
10
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Anche il dettaglio per settore non evidenzia variazioni significative tra le classi: con riguardo
alla creazione/miglioramento del processo di pianificazione finanziaria, essa sembra essere una
esigenza particolarmente sentita dalle imprese del settore dei Servizi.
36
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Fig. 5.3.8. Modalità di risposta ai cambiamenti di Basilea 2 per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
Servizi
6
Ristrutturando
il debito 4 Industria
4
Commercio
Aumentando 7
la capitalizzazione 5
dell’impresa 6
Creando/migliorando 10
il processo di 6
pianificazione finanziaria
5
Migliorando il ciclo 9
incassi/pagamenti da 7
clienti e fornitori
7
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
6. Area estero
Il 26% delle imprese milanesi intrattiene rapporti con l’estero; nel complesso, il 18% del
campione esporta, il 10% importa e solo il 2% detiene attività produttive all’estero. Sono le
imprese di piccole dimensioni ad essere maggiormente orientate all’internazionalizzazione: sono,
infatti, presenti all’estero il 39% delle piccole imprese, il 29% delle medie e il 25% delle micro.
Le imprese del settore industriale sono le più attive sul fronte export (38% del campione); le
imprese commerciali, invece, sono le più legate agli approvvigionamenti esteri. Tra le imprese
del campione non internazionalizzate (1.294 imprese), il 24% dichiara di avere intenzione di
attivare relazioni di import, export o di delocalizzare la produzione in futuro.
Le aree più presidiate dalle imprese milanesi sono Europa Occidentale ed Est Europa;
seguono USA e America del Nord, Cina, Africa e Medio Oriente.
La quasi totalità delle imprese del campione presenti all’estero ha avviato i propri rapporti
con l’estero grazie a contatti diretti con clienti/fornitori (94%).
Con riguardo alla competitività internazionale delle imprese milanesi, gli imprenditori
ritengono che ci sia stato un timido miglioramento nel 2008 rispetto all’anno 2007, mentre,
riguardo alla competitività futura, le opinioni degli imprenditori sembrano leggermente più
ottimistiche. In tale direzione, grandi aspettative sono riposte sull’EXPO 2015.
In media, il 26% delle imprese intervistate intrattiene rapporti con l’estero. Dettagliando
il dato per classe dimensionale, si rileva che sono le imprese di piccole dimensioni ad essere
37
Area Finanza
Fig. 6.1.1. Presenza estera per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Micro 25
Piccola 39
Media 29
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
A livello settoriale, si rileva una maggior presenza estera delle imprese delle imprese dei settori
Industria (43%) e (41%) rispetto al settore dei Servizi (16%), settore – quest’ultimo – eviden-
temente più ancorato alla dimensione locale.
Fig. 6.1.2. Presenza estera per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
Industria 43
Commercio 41
Servizi 16
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Sono state indagate tre diverse modalità di presenza estera: esportazione, importazione e produ-
zione. Nel complesso, il 18% del campione esporta, il 10% importa e solo il 2% detiene attività
produttive all’estero.
Export 18
Import 10
Produzione 2
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Dettagliando il dato per classe dimensionale, emerge, da un lato, il maggior dinamismo delle piccole
imprese rispetto alle medie e alle micro imprese a livello sia di export che di import; dall’altro – seppur
nel limitato numero di imprese che delocalizzano la produzione – la maggior propensione delle
medie imprese a localizzare la produzione all’estero.
38
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Fig. 6.1.4. Modalità di presenza estera per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Media
23
Export 30 Piccola
17
Micro
12
Import 15
10
5
Produzione 2
2
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
A livello di settore, si rileva che le imprese del settore industriale sono le più attive sul fronte export
(38% del campione); le imprese commerciali, invece, sono le più legate agli approvvigionamenti
esteri (importa dall’estero il 23% delle imprese commerciali). Nessuna variazione significativa tra i
settori con riguardo alle scelte di delocalizzazione produttiva.
Fig. 6.1.5. Modalità di presenza estera per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
Servizi
11
Export 23 Commercio
38
Industria
4
Import 23
14
Produzione 2
3
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Fatto cento il numero di imprese del campione internazionalizzate (attraverso export, import e
produzione), si riporta nella seguente tabella il dettaglio delle aree geografiche in cui le imprese
intervistate sono presenti. Le aree più presidiate sono Europa Occidentale (84% export, 72% import
e 66% produzione) ed Est Europa (43% export, 25% import e 34% produzione). Seguono USA e
America del Nord (25% export, 26% import e 12% produzione); Cina (14% export, 30% import e
20% produzione); Africa e Medio Oriente (23% export, 10% import e 5% produzione); Altri Paesi
asiatici/Oceania (16% export, 15% import e 17% produzione); America Latina (export 13%, import
9% e 5% produzione); India (export 9%, import 9% e 7% produzione). Una considerazione a parte
merita la Cina, unico Paese per cui le importazioni superano in maniera significativa le esportazioni
(30% contro 14%) e primo paese extra europeo anche per presenza di sedi produttive.
39
Area Estero
Fig. 6.1.6. Presenza all’estero – dettaglio dei Paesi · Fonte: Elaborazione degli Autori
India 9% 9% 7%
La quasi totalità delle imprese del campione presenti all’estero ha avviato i propri rapporti con l’estero
grazie a contatti diretti con clienti/fornitori (94%); nel 6% dei casi le imprese si sono avvalse del
supporto di associazioni di categoria e/o società specializzate e solo nel 2% dei casi le imprese hanno
risposto ad iniziative pubbliche di promozione dei rapporti con l’estero (Camere di Commercio,
Ministeri, Regioni, Comuni).
L’indicatore relativo alla modalità di avvio dei rapporti con l’estero, dettagliato per classe dimensionale
e per settore, non induce a delle considerazioni significative.
Tra le imprese del campione non internazionalizzate (1.294 imprese), il 24% dichiara di avere
intenzione di attivare relazioni di import, export o di delocalizzare la produzione in futuro. Le
imprese di piccole dimensioni, rispetto alle micro e alle medie, sembrano più inclini ad internazio-
nalizzarsi, infatti il 41% dichiara di avere intenzione di attivare rapporti con l’estero in futuro.
Fig. 6.2.1. Rapporti futuri con l’estero per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autor
Micro 23
Piccola 41
Media 29
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
40
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
A livello settoriale, si rileva che è il comparto industriale quello maggiormente interessato ad un per-
corso di internazionalizzazione (43%), seguito dal commercio (32%) e infine dai servizi (19%).
Fig. 6.2.2. Rapporti futuri con l’estero per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
Industria 43
Commercio 32
Servizi 19
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Alle imprese intervistate sono state poste delle domande relative alla percezione degli imprenditori
sulla competitività internazionale delle imprese milanesi, sia in termini di esperienza passata, che
di previsione per il futuro.
Con riguardo alla competitività internazionale delle imprese milanesi, gli imprenditori riten-
gono che ci sia stato un timido miglioramento nel 2008 rispetto all’anno 2007. Solo il 4% delle
imprese intervistate, infatti, ritiene che la competitività si sia decisamente rafforzata (riposta “molto”),
mentre il 17% ha risposto “abbastanza”, il 16% “poco” e un buon 20% ha risposto “per nulla”.
Fig. 6.3.1. Miglioramento della competitività internazionale delle imprese milanesi · Fonte: Elaborazione degli Autori
Molto 4
Abbastanza 17
Poco 16
Per nulla 20
Non so 37
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Con riguardo alla futura competitività delle imprese milanesi, le opinioni degli impren-
ditori sembrano leggermente più ottimistiche: secondo il 12% degli intervistati la competitività
internazionale delle imprese milanesi crescerà molto e secondo il 27% crescerà poco, ma
crescerà. Per il 26% rimarrà uguale, mentre per il 5% e 6%, rispettivamente, diminuirà molto
e diminuirà poco.
41
Area Estero
Fig. 6.3.2. Prospettive sull’andamento della competitività internazionale delle imprese milanesi · Fonte: Elaborazione degli Autori
Crescerà molto 12
Crescerà poco 27
Rimarrà uguale 26
Diminuirà molto 5
Diminuirà poco 6
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Agli imprenditori è stato infine chiesto quanto ritengano che l’economia milanese crescerà
con l’arrivo dell’Expo 2015. Le attese rispetto a questo evento sono decisamente positive, infatti
alla domanda succitata, il 29% ha risposto “molto” e il 45% ha risposto “abbastanza”; il 12%
ha risposto “poco” e solo il 5% ha risposto “per nulla”.
Fig. 6.3.3. Prospettive di crescita delle imprese milanesi con l’arrivo dell’EXPO 2015 · Fonte: Elaborazione degli Autori
Molto 29
Abbastanza 45
Poco 12
Per nulla 5
Non so 13
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Il mercato del lavoro sembra essere più statico che in passato e domina un clima di profonda
preoccupazione per il futuro, che induce ad una certa prudenza rispetto alle dinamiche occupazionali:
nel corso del 2008 il numero degli occupati è aumentato nel 17% delle imprese indagate, è rimasto
stabile nel 70%, mentre risulta diminuito nell’8% dei casi; il 27% delle imprese intervistate ha assunto
nuovo personale nell’ultimo anno. Nonostante il clima di preoccupazione, la forma contrattuale
prevalente si conferma essere l’assunzione a tempo indeterminato (53%) e, seppur in calo rispetto
al passato, il 34% delle micro e piccole imprese milanesi ha investito in formazione del personale.
In calo rispetto al passato anche il numero di imprese che ha assunto personale extraco-
munitario (14%).
42
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Al fine di investigare l’andamento dell’occupazione nelle piccole e micro imprese milanesi, sono
state poste alle imprese intervistate due domande: è stato chiesto, da un lato, se il numero degli
occupati sia aumentato, diminuito o rimasto stabile nel corso del 2008, dall’altro, se nel corso
dell’anno sia stato assunto nuovo personale. La necessità di porre due domande distinte rispetto
allo stesso tema trae origine dall’opportunità di cogliere due fenomeni distinti: l’andamento
generale del livello occupazionale (cfr. paragrafo 7.1.1) e la dinamicità delle assunzioni di nuovi
collaboratori (cfr. paragrafo 7.1.2). Si tratta di due fenomeni distinti, di cui non si sarebbe potuto
tener traccia considerando uno solo dei due indicatori sopra citati: per effetto di fenomeni quali
pensionamenti, maternità o dimissioni, infatti, potrebbe accadere che in un’impresa il livello
occupazionale sia rimasto complessivamente invariato, pur avendo assunto nuovo personale.
Fig. 7.1.1. Andamento del livello occupazionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008
Stabile 70
56 2007
Diminuito 17
22
Aumentato 8
8
N/A 4
14
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Articolando l’analisi per classe dimensionale, si rileva una prevalente stabilità nelle imprese di
micro e piccole dimensioni (71% micro imprese e 57% piccole imprese). Le medie imprese,
invece, si mostrano più dinamiche, con percentuali più elevate sia con riguardo all’aumento
che alla diminuzione del livello occupazionale.
43
Area Lavoro e Formazione
Fig. 7.1.2. Andamento del livello occupazionale per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Media
41
Stabile 57 Piccola
71
Micro
17
Diminuito 8
8
41
Aumentato 33
16
N/A 2
5
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Dalla distribuzione dei dati per settore di appartenenza, emerge un quadro sostanzialmente
omogeneo; unica eccezione è costituita dalle imprese commerciali, per le quali la diminu-
zione dei livelli occupazionali sembra essere lievemente superiore che negli altri settori.
Fig. 7.1.3. Andamento del livello occupazionale per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
Servizi
68
Stabile 66 Commercio
67
Industria
7
Diminuito 12
7
21
Aumentato 19
22
5
N/A 2
4
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Articolando l’analisi per settore, si rileva la maggior dinamicità nel numero degli occupati dei
settori Industria ( u%) e Servizi ( [%) rispetto al Commercio (}%). Considerazioni di segno
opposto si rilevano con riferimento al numero di imprese in cui il numero degli occupati è
rimasto stabile (}% Commercio, g% Industria, ku% Servizi).
44
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Nell’ultimo anno il 27% delle imprese intervistate ha assunto nuovo personale. Rispetto alle
due precedenti rilevazioni, si conferma il trend decrescente: nel 2006, infatti, il 53% delle
imprese aveva assunto nuovo personale, contro il 38% del 2007.
Questo dato risulta coerente con quanto evidenziato nel paragrafo precedente con riguardo
alla dinamica delle assunzioni: il mercato del lavoro è più statico che in passato e domina un
clima di preoccupazione per il futuro, che induce ad una certa prudenza rispetto alle dinamiche
occupazionali.
Fig. 7.1.4. Dinamica delle assunzioni – (2008 vs 2006 e 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008 27
2007 38
2006 53
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Dal punto di vista dimensionale, si rileva una correlazione positiva tra dimensione aziendale
e nuove assunzioni: ha assunto nuovo personale, infatti, il 25% delle micro imprese, il 56%
delle piccole e il 74% delle medie. Su tutte e tre le classi dimensionali indagate si riscontra una
riduzione rispetto all’anno precedente.
Fig. 7.1.5. Dinamica delle assunzioni per classe dimensionale (2008 vs 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008
Micro 25
36 2007
Piccola 56
72
Media 74
80
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Con riguardo all’appartenenza settoriale, l’Industria si conferma il settore più dinamico sotto il
profilo delle assunzioni (40% delle imprese), seguono i Servizi (33%) ed infine il Commercio (32%).
Rispetto all’anno 2007, su tutti i settori si rileva una contrazione del numero di assunzioni.
45
Area Lavoro e Formazione
Fig. 7.1.6. Dinamica delle assunzioni per settore (2008 vs 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008
Industria 40
52 2007
Commercio 32
37
Servizi 33
43
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
La forma contrattuale prevalente è l’assunzione a tempo indeterminato (53%); seguono: Co.Pro (18%),
apprendistato (12%), assunzione a tempo determinato (10%) e tempo determinato ex interinale (10%).
Dal confronto con i dati relativi al 2007, emerge una sostanziale riduzione nell’utilizzo di tutte le forme
contrattuali indagate. L’utilizzo negli ultimi due anni di periodi di prova (stage) per la valutazione del
nuovo personale selezionato ai fini dell’assunzione ha subito una variazione significativa rispetto alle due
precedenti rilevazioni: solo il 13% delle imprese indagate – contro il 26% del 2006 e del 2007 – si è
avvalsa di periodi di stage come strumenti di valutazione preventiva di nuovo personale. Questo dato,
letto congiuntamente alla riduzione nel numero di imprese che ha assunto nuovo personale, induce
a ritenere che lo stage non abbia perso di importanza come modalità di inserimento e valutazione di
nuovi occupati, ma stia attraversando una fase di relativa stagnazione, come già rilevato con riferimento
alla dinamica occupazionale. L’analisi dei dati per classe dimensionale, infatti, mostra una correlazione
positiva tra numero di imprese che ricorrono a periodi di stage e dimensioni aziendali (12% micro
imprese, 27% piccole imprese e 36% medie imprese), esattamente come evidenziato con riguardo alla
dinamica delle assunzioni. Il settore che ricorre maggiormente a periodi di stage si conferma quello dei
Servizi (20%); seguono Industria (17%) e Commercio (11%).
Fig. 7.2.1. Forme contrattuali (2008 vs 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008
Tempo determinato 10
19 2007
Co.Pro 18
22
Apprendistato 12
18
Tempo determinato 10
(ex interinale) 8
Tempo indeterminato 53
60
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
46
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
A livello dimensionale si rileva, per tutte le forme contrattuali indagate, una correlazione positiva
rispetto alla variabile dimensionale. Con specifico riferimento all’assunzione a tempo indeterminato,
la distanza delle micro imprese rispetto alle piccole e alle medie è notevole (dal 52% nelle micro, al
68% nelle piccole e 82% nelle medie): le micro imprese, quindi, propendono per forme contrattuali
di durata inferiore o con maggiori connotati di flessibilità e sono, infatti, quelle che maggiormente
ricorrono ai contratti a progetto (18%) e all’apprendistato (12%). In linea generale, comunque,
questo dato deve essere attenuato dall’esistenza all’interno della classe “micro imprese” di società
unipersonali e di liberi professionisti, per i quali l’assunzione a tempo indeterminato è una variabile
non applicabile.
Fig. 7.2.2. Forme contrattuali per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Media
18
Tempo determinato 18 Piccola
9
Micro
14
Co.Pro 10
18
4
Apprendistato 9
12
20
Tempo determinato
(ex interinale) 16
9
82
Tempo indeterminato 68
52
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Articolando i dati per settore, si conferma quanto emerso nel 2007: l’Industria è il settore che
fa maggior ricorso all’assunzione a tempo indeterminato (67%). Seguono Commercio (59%)
e Servizi (57%). Interessante il dato relativo ai contratti a progetto, molto più utilizzati nei
Servizi (23%) che negli altri settori (3% Industria e 11% Commercio).
47
Area Lavoro e Formazione
Fig. 7.2.3. Forme contrattuali per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
Servizi
13
Tempo determinato 11 Industria
18
Commercio
23
Co.Pro 11
3
11
Apprendistato 9
10
10
Tempo determinato
(ex interinale) 13
17
57
Tempo indeterminato 59
67
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Articolando i dati per settore, si rileva che l’Industria è il settore che fa maggior ricorso all’as-
sunzione a tempo indeterminato (%). Seguono, a breve distanza, Commercio e Servizi ( %).
Interessante il dato relativo ai contratti a progetto, molto più utilizzati nei Servizi (}%) che
negli altri settori (g% Industria e % Commercio).
Per l’assunzione di nuovo personale le micro e piccole imprese milanesi ricorrono in lar-
ghissima maggioranza (97%) alle segnalazioni di parenti e amici (passaparola). A seguire, le
imprese reclutano i propri dipendenti attraverso inserzioni su Internet (25%), agenzie per il
lavoro (18%), società di ricerca e selezione (10%), scuole e università (9%), cooperative (3%),
servizio pubblico (2%). Dal confronto con i dati emersi nelle rilevazioni 2006 e 2007, non
emergono variazioni significative: la distribuzione delle fonti di reclutamento resta, infatti,
sostanzialmente invariata.
48
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Ricerca e selezione 10
Servizio pubblico 2
Scuole e università 9
Passaparola 97
Inserzioni internet 25
Cooperative 3
Agenzie
per il lavoro 18
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Dettagliando l’analisi per classe dimensionale, si rileva che la totalità delle micro imprese predilige
forme di reclutamento informali, come il passaparola. Interessante evidenziare, inoltre, che le micro
imprese sono allineate alle imprese di medie dimensioni nel ricorso alle inserzioni su Internet come
fonte di reclutamento e che le micro imprese, più delle piccole e delle medie imprese, ricorrono a
scuole e università per reperire nuovo personale.
Fig. 7.3.2. Fonti di reclutamento per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
8 Media
Ricerca e selezione 12
10 Piccola
0 Micro
Servizio pubblico 3
2
4
Scuole e università 5
10
37
Passaparola 62
100
27
Inserzioni internet 14
26
0
Cooperative 0
3
22
Agenzie per il lavoro 17
18
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
49
Area Lavoro e Formazione
Approfondendo l’analisi per settore si rileva che in tutti i settori – con prevalenza per Industria e Commercio
– la fonte di reclutamento più diffusa è il passaparola. Per Commercio e Industria sono discretamente
utilizzate anche le agenzie per il lavoro (rispettivamente 30% e 24%), poco diffuse invece nel settore dei
Servizi (9%). Pare interessante notare che, rispetto agli altri, il settore dei Servizi è quello che si avvale
maggiormente del supporto di scuole e università per il reclutamento di nuovo personale.
Fig. 7.3.3. Fonti di reclutamento per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
11 Servizi
Ricerca e selezione 11
11 Commercio
Industria
2
Servizio pubblico 2
1
10
Scuole e università 7
3
84
Passaparola 97
96
19
Inserzioni internet 23
23
1
Cooperative 2
1
9
Agenzie per il lavoro 30
24
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
7.4. Formazione
7.4.1. Investimenti in formazione
Complessivamente, il 34% delle imprese ha effettuato nell’ultimo anno investimenti in formazione del
personale. Rispetto alle due rilevazioni precedenti, si conferma il trend in diminuzione: nel 2006, infatti,
investivano in formazione il 46% delle micro e piccole imprese milanesi e nel 2007 il 41%.
Fig. 7.4.1. Investimento in formazione del personale (2008 vs 2006 e 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008 34
2007 41
2006 46
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
50
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Dettagliando l’analisi per classi dimensionali, si conferma la correlazione tra gli investimenti in
formazione e le dimensioni aziendali già emersa nelle precedenti rilevazioni: infatti, ha investito
in formazione il 32% delle micro imprese, il 59% delle piccole e il 70% delle medie. Rispetto
all’anno 2007 emerge una riduzione delle imprese che ha investito in formazione in tutte le
classi dimensionali indagate.
Fig. 7.4.2. Investimento in formazione del personale per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Micro 32
Piccola 59
Media 70
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Con riguardo all’appartenenza settoriale delle imprese intervistate si conferma quanto emerso nella
rilevazione 2007: non emergono variazioni molto significative tra Servizi e Industria (rispettivamente,
43% e 41%) mentre il settore commerciale si attesta su una percentuale inferiore (33%). Rispetto
all’anno 2007 emerge una riduzione delle imprese che ha investito in formazione in tutti i settori
indagati.
Fig. 7.4.3. Investimento in formazione del personale per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
Industria 41
Commercio 33
Servizi 43
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Le aree della formazione di maggior interesse per le imprese del campione sono: vendite e
marketing (11%), informatica (10%), sicurezza e igiene sul lavoro (10%), tecniche produttive
(10%), risorse umane (7%), lingue straniere (6%), amministrazione e controllo (5%), mana-
geriale (4%), certificazioni (3%), fiscale (2%), finanza (2%), passaggio generazionale (2%),
privacy (1%). Si rileva un generalizzato calo dell’interesse delle imprese nei confronti di tutte
le aree oggetto di indagine: molto rilevante il calo relativo all’area vendite e marketing.
51
Area Lavoro e Formazione
Fig. 7.4.3. Aree della formazione (2008 vs 2006 e 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
Certificazioni 8% 8% 3%
Finanza 10% 5% 2%
Fiscale 9% 8% 2%
Manageriale 11% 9% 4%
Passaggio generazionale 7% 2% 2%
Privacy 8% 5% 1%
Nelle tabelle 7.4.2 e 7.4.3 si riporta l’articolazione delle preferenze relative alle aree della
formazione, articolate, rispettivamente, per classe dimensionale e settore.
52
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Fig. 7.4.4. Aree della formazione per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Certificazioni 3% 5% -
Finanza 2% 1% 2%
Fiscale 2% 3% -
Lingue straniere 6% 9% 5%
Manageriale 4% 8% 11%
Passaggio generazionale 2% 3% 5%
Privacy - 2% 2%
Fig. 7.4.5. Aree della formazione per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
Risorse umane 7% 6% 9%
Manageriale 4% 5% 6%
Finanza 1% 1% 3%
Amministrazione e controllo 6% 5% 8%
Fiscale 1% 1% 4%
Lingue straniere 7% 7% 6%
Informatica 9% 9% 13%
Privacy - 1% 1%
Passaggio generazionale 4% 1% 2%
Certificazioni 5% 2% 3%
53
Area Lavoro e Formazione
Fig. 7.5.1. Assunzione personale extra-comunitario (2008 vs 2006 e 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008 13
2007 22
2006 14
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Dettagliando il dato per classi dimensionali si rileva una correlazione positiva tra le dimensioni
aziendali e il numero di imprese che ha assunto personale extracomunitario: tra le micro
imprese, infatti, il 13% ha assunto personale extracomunitario, contro il 39% delle piccole e
il 47% delle medie.
Fig. 7.5.2. Assunzione personale extra-comunitario per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Micro 13
Piccola 39
Media 47
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
A livello settoriale si conferma quanto già emerso nel corso del 2007: il settore più dinamico
sotto il profilo delle assunzioni di personale extracomunitario è l’Industria (30%), seguita da
Commercio (17%) e Servizi (17%).
Fig. 7.5.3. Assunzione personale extra-comunitario per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
Industria 30
Commercio 17
Servizi 17
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
54
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Con riguardo all’appartenenza settoriale delle imprese intervistate, non emergono variazioni
molto significative tra Servizi e Industria (rispettivamente, g}% e k%) mentre il settore com-
merciale si attesta su una percentuale inferiore (%).
Tab. 7.5.1. Azioni a favore dell’integrazione (2008 vs 2006 e 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008
7
Corsi di addestamento 26 2007
49
2006
15
Aiuto ricerca alloggio 29
59
7
Corso italiano 8
16
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Tab. 7.5.2. Azioni a favore dell’integrazione per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Media
19
Corsi di addestamento 18 Piccola
7
Micro
13
Aiuto ricerca alloggio 8
15
13
Corso italiano 5
7
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
55
Area IT
A livello settoriale non emergono delle differenze particolarmente significative nella distribuzione
delle tre azioni a favore dei dipendenti extracomunitari. Nei settori Commercio e Industria
prevale l’aiuto nella ricerca dell’alloggio (rispettivamente, 12% e 15%), seguito dai corsi di
addestramento (rispettivamente, 9% e 15%). Coerentemente con il tipo di attività svolta (che,
nel caso dell’Industria, non necessariamente prevede un’interazione del dipendente con il cliente
o con i colleghi) si confermano poco diffusi nel settore industriale i corsi di italiano (5%).
Tab. 7.5.3. Azioni a favore dell’integrazione per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
Servizi
13
Corsi di addestamento 9 Commercio
15
Industria
10
Aiuto ricerca alloggio 12
15
6
Corso italiano 8
5
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
56
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
8.1. Comunità
8.1.1. Donazioni
Mediamente nell’anno 2008, il 41% delle imprese indagate ha effettuato donazioni a favore
della comunità. Questo dato, sostanzialmente in linea con quanto emerso nel 2007 (43%), conferma
il trend in diminuzione già evidenziato nella passata rilevazione: nel 2006, infatti, il numero di
imprese impegnate su questo fronte era significativamente più elevato (61%).
Fig. 8.1.1. Donazioni a favore della comunità – 2008 vs 2006 e 2007 · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008 41
2007 43
2006 61
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
A livello dimensionale, emerge che le piccole imprese sono le più inclini alle donazioni. In particolare, è
possibile formulare due considerazioni interessanti: da un lato, le imprese di piccole dimensioni sembrano
più inclini alle donazioni delle micro e delle medie imprese (52% piccole imprese, 40% micro imprese
e 48% medie imprese); dall’altro, rispetto alla rilevazione 2007, è possibile cogliere una significativa
riduzione del numero di medie imprese che effettua donazioni (dal 60% del 2007 al 48% del 2008)
e per contro un discreto aumento delle piccole (dal 46% del 2007 al 52% del 2008).
Fig. 8.1.2. Donazioni a favore della comunità per classe dimensionale (2008 vs 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008
Micro 40
43 2007
Piccola 52
46
Media 48
60
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
57
Area IT
Fig. 8.1.3. Donazioni a favore della comunità per settore (2008 vs 2007 · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008
Industria 45
48 2007
Commercio 48
45
Servizi 40
40
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Fig. 8.1.1. Attività a favore della comunità · Fonte: Elaborazione degli Autori
Interventi di cooperazione
internazionale 2
Sponsorizzazione di eventi
sportivi/culturali 8
Acquisto di prodotti/servizi
da soggetti che svolgono 3
attività di interesse sociale
Cessione in uso
di propri impianti 0
Cessione a titolo gratuito
o a condizioni di favore 5
di impianti/attrezzature
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Articolando l’analisi per classe dimensionale, si rileva una correlazione positiva tra dimensioni
aziendali e alcuni ambiti di intervento: il numero di imprese impegnate in sponsorizzazioni
di eventi sportivi e culturali, acquisto di prodotti/servizi da soggetti che svolgono attività di
interesse sociale come cooperative sociali o carcerati e cessione del tempo dei propri collaboratori
per la realizzazione di progetti speciali come il volontariato d’impresa aumenta all’aumentare
delle dimensioni aziendali.
58
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Fig. 8.1.2. Attività a favore della comunità per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Media
Interventi di cooperazione 2
internazionale 2 Piccola
2
Micro
Sponsorizzazione di eventi
27
sportivi/culturali 16
7
Acquisto di prodotti/servizi 8
da soggetti che svolgono 6
attività di interesse sociale
3
5
Cessione del tempo
dei propri collaboratori 2
2
0
Cessione in uso
di propri impianti 1
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Dall’analisi per settore emerge che le imprese industriali e, secondariamente, le imprese com-
merciali sono le più attive rispetto alle iniziative a favore della comunità indagate; solo con
riguardo alla cessione a titolo gratuito o a condizioni di favore di propri impianti e attrezzature,
le imprese commerciali sono leggermente più numerose di quelle industriali.
59
Area IT
Fig. 8.1.3. Attività a favore della comunità per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
2 Servizi
Interventi di cooperazione
internazionale 2
Commercio
3
Industria
Sponsorizzazione di eventi
8
sportivi/culturali 11
13
Acquisto di prodotti/servizi 3
da soggetti che svolgono 3
attività di interesse sociale
7
3
Cessione del tempo
dei propri collaboratori 1
2
0
Cessione in uso 0
di propri impianti
1
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
8.2. Dipendenti
8.2.1. Iniziative per conciliare la vita lavorativa e familiare
Articolando l’analisi per classe dimensionale, si rileva una correlazione positiva tra dimensioni
aziendali e alcuni ambiti di intervento: il numero di imprese impegnate in sponsorizzazioni
di eventi sportivi e culturali, acquisto di prodotti/servizi da soggetti che svolgono attività di
interesse sociale come cooperative sociali o carcerati e cessione del tempo dei propri collaboratori
per la realizzazione di progetti speciali come il volontariato d’impresa aumenta all’aumentare
delle dimensioni aziendali.
60
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Fig. 8.2.1. Iniziative per conciliare la vita lavorativa e familiare – 2008 vs 2006 e 2007 · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008
21
Orario flessibile 34 2007
38
2006
0
Asilo nido 2
0
2
Possibilità di
aspettativa 7
5
1
Tempo per la maternità
oltre quello di legge 6
5
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Dettagliando l’analisi per classe dimensionale, si rileva una correlazione positiva tra dimensioni
di impresa e propensione ad adottare iniziative per conciliare la vita lavorativa e la vita familiare.
Unica eccezione è rappresentata dall’orario flessibile, leggermente più diffuso tra le piccole
imprese rispetto alle micro e alle medie imprese.
Fig. 8.2.2. Iniziative per conciliare la vita lavorativa e familiare per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Media
24
Orario flessibile 26 Piccola
21
Micro
0
Asilo nido 0
5
Possibilità di
aspettativa 5
1
5
Tempo per la maternità
oltre quello di legge 4
1
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Nella rilevazione 2007 era emersa una maggiore diffusione delle iniziative per conciliare la vita
lavorativa e la vita familiare nel settore dei Servizi rispetto ad Industria e Commercio; i dati
2008 mostrano, da un lato, una riduzione generalizzata della diffusione di tutte le iniziative
in tutti i settori; dall’altro, la perdita del primato del settore dei Servizi rispetto agli altri due
oggetto di indagine.
61
Area Responsabilità Sociale d’Impresa
Fig. 8.2.2. Iniziative per conciliare la vita lavorativa e familiare per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
Servizi
21
Orario flessibile 22 Commercio
27
Industria
0
Asilo nido 0
3
Possibilità di
1
aspettativa
3
1
Tempo per la maternità
oltre quello di legge 3
3
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Fig. 8.2.1. Servizi aggiuntivi ai dipendenti (2008 vs 2006 e 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008
4
Assistenza
sanitaria integrativa 0 2007
0
2006
2
2
Gite, tornei,
eventi socio/culturali, 5
cral dopolavoro
5
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
A livello dimensionale si rileva l’esistenza di una relazione positiva tra numero di imprese che
fornisce ai dipendenti servizi aggiuntivi e dimensioni aziendali.
62
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Fig. 8.2.2. Servizi aggiuntivi ai dipendenti per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Media
8
Assistenza
sanitaria integrativa 5 Piccola
4
Micro
6
Prestiti a tasso zero 5
2
Gite, tornei, 8
eventi socio/culturali, 4
cral dopolavoro
1
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Articolando l’analisi per settore di appartenenza, non si rilevano variazioni significative tra i tre
settori oggetto di indagine. Unica eccezione è rappresentata dall’assistenza sanitaria integrativa,
iniziativa verso cui le imprese commerciali sembrano essere più inclini delle altre.
Fig. 8.2.4. Servizi aggiuntivi ai dipendenti per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
Servizi
4
Assistenza
sanitaria integrativa 7 Commercio
4
Industria
2
2
Gite, tornei,
eventi socio/culturali, 1
cral dopolavoro 3
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
8.3. Certificazioni
Delle imprese indagate, il 12% detiene una certificazione di qualità ISO9001, il 7% altro tipo
di certificazione, l’1% la certificazione ambientale ISO14001 e l’1% la certificazione relativa
alla sicurezza sul lavoro OHSAS18001. Rispetto alla rilevazione 2007, il numero di imprese
in possesso di una certificazione di qualità si è mantenuto sostanzialmente costante, mentre è
in aumento il numero di imprese in possesso delle altre certificazioni.
63
Area Responsabilità Sociale d’Impresa
ALTRO 7
EMAS (ambiente) 0
OH SAS18001
(sicurezza sul lavoro) 1
SA8000 (etica) 0
ISO14001 (ambiente) 1
ISO9001 (qualità) 12
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Articolando l’analisi per classe dimensionale si rileva una correlazione positiva tra dimensioni
aziendali e numero di imprese che detengono una certificazione. Pare interessante rilevare
che, delle pochissime imprese certificate EMAS ed SA8000, la quasi totalità sono imprese di
piccole dimensioni.
Fig. 8.3.2. Certificazioni per classe dimensionale · Fonte: Elaborazione degli Autori
Media
11
ALTRO 12 Piccola
7
Micro
0
EMAS (ambiente) 1
3
OH SAS18001
(sicurezza sul lavoro) 2
1
SA8000 (etica) 1
6
ISO14001 (ambiente) 2
0
38
ISO9001 (qualità) 36
10
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Dettagliando l’analisi per settore emerge che il settore industriale è quello più attivo sul fronte
certificazioni.
64
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Media
7
ALTRO 7 Piccola
12
Micro
0
EMAS (ambiente) 0
1
OH SAS18001 0
(sicurezza sul lavoro)
1
SA8000 (etica) 0
0
2
ISO14001 (ambiente) 0
14
ISO9001 (qualità) 14
28
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Fig. 8.4.1. Livello di sviluppo del sistema informativo per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008
Codice etico 3
2 2007
Bilancio sociale 3
1
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
65
Area Responsabilità Sociale d’Impresa
9. Poblemi di sviluppo
Il 64% del campione dichiara di avere occasione per discutere con altri (imprenditori, asso-
ciazioni, ecc.) la linea di sviluppo delle proprie imprese: questo dato è in aumento rispetto al 2007
(56%). Tra le problematiche indagate ne emergono due prevalenti – in particolare per le imprese
di micro e piccole dimensioni – che sono “fisco e imposte” (24%) e “accesso al credito” (24%),
seguite da “capitale umano” (20%), “concorrenza delle economie emergenti” (15%), “necessità di
innovazioni generiche” (14%) e “necessità di innovazioni tecnologiche e di processo” (5%).
Alle imprese intervistate è stato chiesto di esprimere una valutazione relativa ad alcune delle
problematiche più discusse a livello politico ed economico: sono emersi segnali interessanti in
termini di fiducia per il futuro. Innanzitutto, per il 77% del campione gli immigrati sono una
risorsa e non un ostacolo allo sviluppo dell’economia milanese. In secondo luogo, per il 77%
del campione l’Europa costituisce un’opportunità per la futura crescita dell’economia italiana.
Infine, per il 75% delle imprese, l’economia italiana, nei prossimi anni, sarà capace di risollevarsi
e di ritrovare un saldo equilibrio. Accanto al generalizzato ottimismo per il futuro, non mancano,
tuttavia, dei timori legati al crescente potere delle economie emergenti, quali la Cina, che costituisce
una minaccia per il 71% delle imprese indagate.
Fig. 9.1.1. Occasioni di incontro e discussione (2008 vs 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008 64
2007 56
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Il 64% del campione dichiara di avere occasioni per discutere con altri (imprenditori, asso-
ciazioni, ecc.) la linea di sviluppo della proprio imprese: questo dato è in aumento rispetto al
2007 (56%).
Dettagliando l’analisi per classe dimensionale, si rileva un generale incremento del numero di
imprese che hanno occasioni di incontro e scambio con altri imprenditori; tale incremento
risulta proporzionale alle dimensioni di impresa: è, infatti, pari al 7% nelle micro imprese, al
9% nelle piccole imprese e al 21% nelle medie imprese.
66
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Fig. 9.1.2. Occasioni di incontro e discussione per classe dimensionale (2008 vs 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008
Micro 64
57 2007
Piccola 63
54
Media 65
44
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
A livello settoriale, invece, si riscontra una maggior propensione al dialogo e al confronto da parte
delle imprese appartenenti al settore dei Servizi. Questo dato è coerente con quanto emerso anche
nella rilevazione dell’anno 2007.
Fig. 9.1.3. Occasioni di incontro e discussione per settore (2008 vs 2007) · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008
Industria 59
52 2007
Commercio 61
53
Servizi 68
60
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Agli intervistati è stato chiesto, inoltre, di indicare il problema più rilevante che nel prossimo
futuro le imprese dovranno affrontare. A differenza della rilevazione 2007, in cui questa domanda
era configurata come domanda aperta, nel 2008 sono state identificate delle alternative: accesso al
credito, fisco e imposte, concorrenza delle economie emergenti (Cina, ecc.), necessità di profonde
innovazioni tecnologiche e di processo, necessità di innovazioni, capitale umano (difficoltà di
reperimento, formazione, ecc.).
Tra le problematiche proposte ne emergono due prevalenti, che sono “fisco e imposte” (24%)
e “accesso al credito” (24%), seguite da “capitale umano” (20%), “concorrenza delle economie
emergenti” (15%), “necessità di innovazioni generiche” (14%) e “necessità di innovazioni tecno-
logiche e di processo” (5%).
67
Area Responsabilità Sociale d’Impresa
Capitale umano
(difficoltà di reperimento, 20
formazione ecc.)
Necessità di innovazioni 14
Necessità di
profonde innovazioni 5
tecnologiche di processo
Concorrenza economie
emergenti (Cina ecc) 15
Fisco e imposte 24
Acesso al credito 24
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Approfondendo l’analisi per classe dimensionale, si rileva che le micro e piccole imprese, più
delle medie imprese, percepiscono come problematiche rilevanti “accesso al credito” e “fisco e
imposte”. La “concorrenza delle economie emergenti” sembra essere la problematica più temuta
dalle imprese di medie dimensioni. Un’altra considerazione interessante riguarda la percezione del
problema relativo al “capitale umano”, molto più sentito dalle piccole e micro imprese rispetto a
quelle di medie dimensioni. Le piccole imprese, infine, avvertono più delle micro e delle medie
imprese la necessità di introdurre delle innovazioni tecnologiche e di processo.
Fig. 9.1.5. Problematiche future per dimensioni · Fonte: Elaborazione degli Autori
Media
Capitale umano 15
(difficoltà di reperimento, 26
formazione ecc.) Piccola
20
Micro
20
Necessità di
innovazioni 18
14
Necessità di 6
profonde innovazioni 11
tecnologiche di processo
4
26
Concorrenza economie
emergenti (Cina ecc) 21
14
18
Fisco e imposte 24
24
14
Acesso al credito 20
24
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
68
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
L’analisi per settore fa emergere degli scostamenti significativi rispetto alla media generale del
campione per il settore Industria, che mostra, più degli altri due settori indagati, preoccupazione
rispetto al tema “fisco e imposte” e “concorrenza economie emergenti”.
Fig. 9.1.6. Problematiche future per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
Servizi
Capitale umano 21
(difficoltà di reperimento, 17
formazione ecc.) Industria
26
Commercio
14
Necessità di
innovazioni 13
20
Necessità di 5
profonde innovazioni 4
tecnologiche di processo
10
13
Concorrenza economie
emergenti (Cina ecc) 16
23
20
Fisco e imposte 23
33
20
Acesso al credito 25
26
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Al fine di comprendere le opinioni delle imprese di minori dimensioni rispetto ad alcune delle
tematiche che oggi impegnano importanti discussioni di natura politica ed economica, agli
intervistati è stato chiesto quanto – nella scala “molto, abbastanza, poco, per nulla, non so”
– fossero d’accordo con le seguenti affermazioni:
• Gli immigrati sono una risorsa per l’economia milanese.
• L’Europa costituisce un’opportunità per la futura crescita dell’economia italiana.
• La Cina è una minaccia crescente per il mercato italiano.
• L’economia italiana, nei prossimi anni, sarà capace di risollevarsi e di ritrovare un saldo
equilibrio.
69
Area Responsabilità Sociale d’Impresa
Complessivamente, il 77% del campione ritiene che gli immigrati siano una risorsa per l’eco-
nomia milanese; in particolare, il 22% ha risposto “molto”, il 43% ha risposto “abbastanza”, e
il 12% “poco”, mentre l’11% “per nulla” e il 12% “non so”.
Fig. 9.2.1. Quanto concorda con l’affermazione “gli immigrati sono una risorsa per l’economia milanese”?
Fonte: Elaborazione degli Autori
Non so 12
Per nulla 11
Poco 12
Abbastanza 43
Molto 22
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Approfondendo l’analisi per classe dimensionale, si rileva che il numero di imprese convinte dell’im-
portanza degli immigrati per l’economia milanese (risposta “molto”), aumenta all’aumentare delle
dimensioni aziendali (39% medie imprese, 26% piccole imprese, 22% micro imprese). La maggior
parte di piccole e micro imprese concorda “abbastanza” con l’affermazione proposta (44% piccole
imprese e 43% micro imprese). Dall’analisi per settore non emergono considerazioni significative.
Fig. 9.2.2. Quanto concorda con l’affermazione “gli immigrati sono una risorsa per l’economia milanese”? (per classe
dimensionale) · Fonte: Elaborazione degli Autori
Media
27
Non so 13 Piccola
12
Micro
2
Per nulla 8
11
5
Poco 9
12
27
Abbastanza 44
43
39
Molto 26
22
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
70
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Fig. 9.2.1. Quanto concorda con l’affermazione “l’Europa costituisce un’opportunità per la futura crescita dell’economia
italiana”? · Fonte: Elaborazione degli Autori
Non so 12
Per nulla 10
Poco 13
Abbastanza 33
Molto 31
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Dettagliando l’analisi per classe dimensionale, si rileva che la maggior parte di piccole e micro
imprese sono “abbastanza” d’accordo con l’affermazione proposta (37% piccole imprese e 33%
micro imprese) mentre la maggior parte delle imprese di medie dimensioni si dichiara molto
d’accordo (41%).
Dall’analisi per settore non emergono considerazioni significative.
Fig. 9.2.2. Quanto concorda con l’affermazione “l’Europa costituisce un’opportunità per la futura crescita dell’economia
italiana”? (per classe dimensionale) · Fonte: Elaborazione degli Autori
Media
20
Non so 12 Piccola
12
Micro
9
Per nulla 7
10
5
Poco 12
13
26
Abbastanza 37
33
41
Molto 32
31
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
71
Area Qualità, Sicurezza e Ambiente
Per il 71% del campione la Cina costituisce una minaccia per il mercato italiano: il 35% degli
intervistati, infatti, ha risposto “molto”, il 24% “abbastanza” e il 12% “poco”, mentre il 21%
“per nulla” e l’8% “non so”.
Fig. 9.2.1. Quanto concorda con l’affermazione “La Cina è una minaccia crescente per il mercato italiano”?
Fonte: Elaborazione degli Autori
Non so 8
Per nulla 21
Poco 12
Abbastanza 24
Molto 35
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Sono principalmente le micro e piccole imprese a temere la minaccia cinese: il 36% delle imprese di
medie dimensioni, il 22% delle piccole e il 21% delle micro imprese, infatti, dichiara di non essere
per niente d’accordo con l’affermazione proposta.
Fig. 9.1.9. Ambiti di intervento a favore della comunità per settore · Fonte: Elaborazione degli Autori
Media
14
Non so 11 Piccola
8
Micro
36
Per nulla 22
21
12
Poco 11
12
20
Abbastanza 26
23
18
Molto 30
36
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
72
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Articolando l’analisi per settore, si conferma la particolare preoccupazione del settore indu-
striale per la minaccia cinese: complessivamente, infatti, quasi l’80% delle imprese industriali
concordano con l’affermazione proposta (il 37% ha risposto “molto”, il 28% “abbastanza” e
il 14% “poco”), contro il 68% delle imprese commerciali e il 66% delle imprese di servizi.
Questa particolare sensibilità del settore industriale rispetto al tema “Cina” era già emerso nelle
preoccupazioni prevalenti per il futuro, di cui si è detto nelle pagine precedenti
Fig. 9.1.10. Quanto concorda con l’affermazione “La Cina è una minaccia crescente per il mercato italiano”? (per settore) ·
Fonte: Elaborazione degli Autori
Servizi
10
Non so 11 Commercio
4
Industria
24
Per nulla 20
17
11
Poco 11
14
22
Abbastanza 23
28
33
Molto 34
37
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
73
Area Qualità, Sicurezza e Ambiente
Fig. 9.1.11. Quanto concorda con l’affermazione “L’economia italiana, nei prossimi anni, sarà capace di risollevarsi e di
ritrovare un saldo equilibrio”? · Fonte: Elaborazione degli Autori
Non so 17
Per nulla 8
Poco 17
Abbastanza 40
Molto 18
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
L’analisi per classe dimensionale induce ad una considerazione interessante: le imprese di micro
dimensioni sembrano essere nel complesso più ottimiste delle piccole imprese, infatti il 75% delle
micro imprese – contro il 70% delle piccole – ritiene che l’economia italiana sarà in grado di
risollevarsi nei prossimi anni.
Fig. 9.1.12. Quanto concorda con l’affermazione “L’economia italiana, nei prossimi anni, sarà capace di risollevarsi e di
ritrovare un saldo equilibrio”? (per classe dimensionale) · Fonte: Elaborazione degli Autori
Media
20
Non so 21 Piccola
16
Micro
2
Per nulla 9
9
20
Poco 14
18
41
Abbastanza 42
40
18
Molto 15
18
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
L’analisi per settore, invece, evidenzia nel complesso il maggior ottimismo del settore dei Servizi
rispetto all’Industria e al Commercio: il 77% delle imprese di servizi, infatti, concorda con
l’affermazione proposta.
74
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Fig. 9.1.12. Quanto concorda con l’affermazione “L’economia italiana, nei prossimi anni, sarà capace di risollevarsi e di
ritrovare un saldo equilibrio”? (per settore) · Fonte: Elaborazione degli Autori
Servizi
15
Non so 20 Commercio
20
Industria
8
Per nulla 9
8
16
Poco 18
18
41
Abbastanza 37
43
20
Molto 16
11
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
75
Area Qualità, Sicurezza e Ambiente
Macchinari 27% - -
Automezzi 25% - -
Ricerca e Sviluppo 6% - -
Certificazione 3% - -
Macchinari 26% - -
Automezzi 16% - -
Ricerca e Sviluppo 8% - -
Certificazione 4% - -
Investimenti materiali
76
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Automezzi - 39% -
Automezzi - 25% -
Investimenti immateriali
Certificazione - 22% -
Certificazione - 23% -
Innovazione
Tipologia di innovazione
Prodotti/servizi 24% - -
77
Problemi di Sviluppo
Vendite 5% 51% -
Logistica 4% 12% -
Distribuzione 2% 8% -
Tab. 10.1.2. Sintesi degli indicatori dell’area Finanza · Fonte: Elaborazione degli Autori
Tipo di difficoltà
Ristrutturando il debito 4% - -
Tab. 10.1.3. Sintesi degli indicatori dell’area Estero · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008 2007 2006
Produzione 2% - -
78
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Molto 4% - -
Abbastanza 17% - -
Poco 16% - -
Non so 37% - -
imprese milanesi
Diminuirà molto 5% - -
Diminuirà poco 6% - -
Molto 29% - -
Abbastanza 45%
Poco 12%
Per nulla 5%
Non so 13%
Tab. 10.1.4. Sintesi degli indicatori dell’area Lavoro e Formazione · Fonte: Elaborazione degli Autori
2008 2007 2006
Dimunito 8% 8% -
79
Problemi di Sviluppo
n/a 4% 14% -
Tipologie contrattuali
Fonti di reclutamento
Servizio pubblico 2% 2% 2%
Scuole e università 9% - -
Cooperative 3% 3% -
Manageriale 4% 9% 11%
Finanza 2% 5% 10%
80
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Fiscale 2% 8% 9%
Privacy 1% 5% 8%
Passaggio generazionale 2% 2% 7%
Certificazioni 3% 8% 8%
Tab. 10.1.5. Sintesi degli indicatori dell’area Responsabilità Sociale di Impresa · Fonte: Elaborazione degli Autori
Bilancio sociale
Presente in azienda 3% 1% -
Presente in azienda 3% 2% -
Asilo nido 0% 2% 0%
Possibilità aspettativa 2% 7% 5%
81
Allegato I: Sintesi Indicatori
Certificazioni
ISO14001 (Ambiente) 1% - -
SA8000 (Etica) 0% - -
EMAS (Ambiente) 0% - -
Altro 7% - -
Tab. 12.1.6. Sintesi degli indicatori dell’area Sviluppo · Fonte: Elaborazione degli Autori
Problematiche future
Molto 22% - -
Abbastanza 43% - -
Poco 12% - -
Non so 12% - -
82
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
Molto 31% - -
Abbastanza 33% - -
Poco 13% - -
Non so 12% - -
Molto 35% - -
Abbastanza 24% - -
Poco 12% - -
Non so 8% - -
Molto 18% - -
Abbastanza 40% - -
Poco 17% - -
Per nulla 8% - -
Non so 17%
83
Allegato I: Sintesi Indicatori
Tab. 12.1.8. Sintesi degli indicatori dell’area Problemi di Sviluppo · Fonte: Elaborazione degli Autori
84
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
85
Allegato I: Sintesi Indicatori
86
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
87
Allegato I: Sintesi Indicatori
88
Osservatorio Permanente Micro e Piccola Impresa Milanese
89
Registrazione al Tribunale di Milano n. 505 del 27 settembre 1986
Iscrizione Roc n° 7521
Indirizzi e telefono/fax 20158 Milano – Via Legnone 4 Tel 026901341 Fax 0269013444
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Stampa Tiber srl Via della Volta 179 25124 Brescia (italia)