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I GRANDI TUTORIAL DI DePuRiAmo:

ELOGIO DEL NON-STIRO


UNA DI ECI CENT O MI LL E RA GI O NI P ER NO N STI RA R E
Ce ne sono infinite da raccontare, forse troppe.
Proviamo a ribaltare la frittata e vediamo se il campo si restringe
dall’altra parte della bilancia:
quante buone ragioni ci sono per stirare?
Secondo noi poche, anzi pochissime, vediamo un po’… una? due?

La prima in assoluto a parere nostro: stirare ha senso se lo fai a


pagamento, e ti permette di portarti a casa lo stipendio o una parte
di esso.
La seconda: devi andare a un matrimonio (il tuo!) o a una cerimonia
qualsiasi. Devi andare in ufficio e ti serve avere una camicia
impeccabile. Devi attaccare le toppe adesive sui pantaloni bucati.
Devi accorciare un pantalone senza fare l’orlo incollandolo con il
biadesivo.
E poco più. Anzi pochissimo. Tutto il resto è noia!

Ora, al di là di una personale predisposizione al sacrificio e ai pantaloni con la riga, dobbiamo


considerare l’aspetto economico/sociale di questa farraginosa abitudine: stirare consuma! Consuma
tempo, consuma l’energia e il fisico di chi stira, consuma energia elettrica con cui viene alimentato il
ferro da stiro, consuma acqua distillata se il ferro è a vapore, consuma persino il ferro da stiro e la
copertura dell’asse da stiro.
Potreste obbiettare: “A voi non deve interessare se consumo cose mie a casa mia!”. E invece no, ci
opponiamo: consumando corrente elettrica producete CO2 e questa non rimane in casa vostra e
l’ossigeno consumato non era mica vostro, eh! Il vostro lenzuolo liscio come una palla da bowling è
costato qualcosa anche a noi che ci teniamo il nostro lenzuolo con le righette dello stendipanni.
Dovremo pur far qualcosa per il futuro nostro e dei nostri figli? Cominciamo a fare meno fatica e a
produrre meno CO2, se ne siamo capaci.

Dai… coraggio, tutti insieme qualcosa si fa!

Sappiamo benissimo che lo scoglio difficile da affrontate, più che la canottiera non stirata di cui non
s’accorge nessuno, è il pensiero di riporre i vestiti nell’armadio piegati e non stirati. E’ un’immagine e
una possibilità che la maggior parte delle donne non riesce a sopportare. Gli uomini non sappiamo,
forse sarebbero più flessibili nella maggior parte.

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Perché questa incapacità? Oggettivamente sappiamo che non capiterà mai che un ospite qualunque
apra il cassetto delle salviette e le veda riposte in ordine e non stirate, e si metta ad urlare dallo
spavento. E allora perché dobbiamo continuare a riporre indumenti perfettamente stirati nell’armadio,
con ordine militaresco che ci costa energia che potremmo usare per far di meglio? Chi è il
comandante di questa opzione obbligata: “o stiri, o stiri!”?
E che specie di scandalo sarebbe mai mostrare un armadio in cui i vestiti sono riposti con ordine,
piegati con cura, e non stirati?

Abitudini
Consuetudini
Modelli di pensiero radicati nel profondo

Noi ci occuperemo di illustrare alternative e modi possibili per transitare da un modello:

“Stiro tutto se no non dormo”


a
“Stiro il meno possibile e dormo sereno come un angioletto”

TRU CCHI FU RBI P ER STIR AR E PO CO , A NZ I M ENO

Innanzitutto vediamo cosa è necessario stirare e cosa non lo è:


- Sti ria m o so lo l’ indi sp en sabil e: le camicie, le magliette “esterne”, alcuni pantaloni e tute, le
tovaglie di cotone che si usano per gli ospiti, i fazzoletti ma non sempre, qualche tenda di
quelle che proprio ne hanno bisogno (due - tre volte l’anno). Ma… STIRARE è UNA PAROLA
GROSSA! Spesso basta una passata di ferro…
- Po ssi am o non stir ar e: mutande, calzini, canottiere, magliette intime, pigiami, magliette
sottogiacca e t-shirt e qualunque tipo di maglia o felpa che possa passare l’esame del non
stiro. Jeans non necessariamente, se fatti asciugare bene, idem per pantaloni da casa o da
lavoro. Insomma, si guarda si giudica e si decide. Lenzuola e copripiumoni, coperte, plaid,
asciugamani di spugna, asciughini e strofinacci della cucina basta piegarli bene. Idem i
tappetini del bagno e della cucina.

I segreti per riuscire a non stirare sono fondamentalmente tre, di cui il primo più difficile:

1) Accettare di lasciare andare il modello pensiero che dice che “bisogna assolutamente stirare”.
Specialmente davanti all’evidenza che non se ne accorge nessuno se hai stirato o no. Per
esempio le lenzuola che sono identiche a come saranno dopo averci dormito una volta sola.
Quindi tanto vale lasciar perdere il “piacere” di vederle stirate per un paio d’ore.
2) E’ fondamentale stendere bene i panni, possibilmente in tempi brevi rispetto a quando la
lavatrice ha finito di lavarli, così da evitare che si formino pieghe importanti.
3) E’ anche raccomandabile ritirarli non troppo secchi e possibilmente piegarli subito, senza
lasciarli a lungo in alte pile, producendo nuove pieghe.

Co me ste nde re i pa nni :


- prenderli a due estremità e sbatterli con forza in modo da togliere il grosso delle
pieghe
- tirare i vari orli (senza però deformarli!)
- ridare la forma originaria

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- stendere i panni ben stesi sul filo o sullo stendino in modo che non acquistino ulteriori
pieghe
- possibilmente stenderli all'aria aperta perché la brezza tende ad ammorbidirli
- fare attenzione a mettere le pinze in punti nascosti
- non lasciarli seccare troppo (specialmente in estate)
- nel caso di lenzuola, a seconda dello spazio che si ha per stendere, è importante
stenderle bene ripiegandole su se stesse come quando si stira.
- camicie felpate: lavarle al dritto, abbottonate; appenderle ad un attaccapanni e
lasciarle asciugare così; una volta asciutte, le potete appendere direttamente
nell'armadio, oppure se le preferite piegate, procedete con la stiratura a mano e
piegatura
- jeans: stenderli pinzando con le mollette il fondo dei pantaloni, meglio se con 4
mollette per gamba per far passare l'aria. Praticamente il peso dei pantaloni stesi
all'ingiù li stira magnificamente.

Co me ra cc ogl ier e e pi eg are i pa nni :


- l’ideale sarebbe piegarli immediatamente, appena raccolti dal filo o dallo stendino
- nel caso non sia possibile, utilizzare l’asse da stiro (a qualcosa serve!) per poggiarli
bene aperti uno sull’altro
- quindi sbatterli, stiracchiarli (se il tessuto lo permette) e poi piegarli. Non togliamo nulla
al valore di quella che è una vera e propria stiratura, fatta con la precisione delle mani e
il loro calore
- se sono ancora troppo gonfi si possono impilare mettendoci un peso sopra, per es.
dei libri
- un trucco per avere panni come stirati, da adottare in particolar modo in inverno:
raccogliere i panni ancora un po' umidi, piegarli bene e lasciarli finire di asciugare sui
termosifoni.

Per tovaglie ampie, lenzuola, copriletti, copridivani, un metodo usato negli alberghi: si "sbattono" in
due persone. Stando lontano per tutta la lunghezza del lenzuolo, ciascuno prende due angoli (testa e
piedi) e li fa combaciare, in modo che il lenzuolo risulti piegato in due. A questo punto si prende anche
l'altra estremità e stringendo bene i pugni si fa un movimento rotatorio con le braccia dall'interno
verso l'esterno, in modo che il lenzuolo si gonfi "a vela" e ricada. Si fa questo per 3-4 volte, poi si
piega ulteriormente il lenzuolo 2 volte se singolo, 3 se matrimoniale, fino ad avere il lato corto di circa
30 cm. A questo punto per una ulteriore "stiratura" si può tirare con forza. Dopodiché le due persone
si avvicinano e facendo combaciare i due lembi corti piegano il lenzuolo 3-4 volte. C'è chi preferisce
far capitare il risvolto sopra, chi dentro. Più facile a farsi che a descriversi...

Se proprio non ci si rassegna a vedere biancheria e indumenti un po’ spenti, si può dare una passata
di ferro dopo averli piegati, solo sopra.

Cosa NON si presta alla stiratura a mano: capi di lino, viscosa, seta.

Un ulteriore trucco sarebbe quello di usare sempre un ciclo delicato di lavatrice che non stropiccia i
capi.

Questi sistemi di “non stiramento” richiedono comunque parecchio tempo per pretrattare, lavare,
stendere, raccogliere, piegare e riporre nell’armadio. Non è certo da pensare che ridurre la quantità di
panni che NON passano per il ferro da stiro ci eviti il problema di lavare e piegare a mano, perché mai
una volta una cesta dei panni s’è piegata da sola! Semplificarsi dunque la vita, che rimane
ciononostante piena di lavori da fare, è cosa sana e giusta.

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Per esempio le più coraggiose di noi stanno sperimentando un’ulteriore rivoluzione riguardo alle
mutande: riporle direttamente nel cassetto una sull’altra in una pila ordinata, senza piegarle. Si
risparmia un sacco di tempo e si impara a declinare il vecchio modello pensiero in un nuovo e
fantasioso modello di “ordinamento mutande”!
Altra possibile rivoluzione è smetterla di riporre i vestiti estivi o invernali negli armadi, in attesa della
stagione successiva, tutti ben stirati, per tirarli fuori l’anno successivo e ri-stirarli perché immettibili.
Basta lavarli piegarli e metterli via non stirati, e stirarli l’anno successivo al momento dell’uso.

CO N L’ A S CIU GA TRI CE
Tutto più facile per chi ha l’asciugatrice, però non bisogna sovraccaricarla, altrimenti i panni si
stropicciano e soprattutto è importante cercare di piegarli il prima possibile dopo la fine del ciclo di
asciugatura. A differenza di quelli stesi all’aria, i panni asciugati con l’asciugatrice sono più morbidi:
asciugamani, tovaglie, jeans, coperte e simili possono benissimo essere velocemente piegati e riposti
nei cassetti e negli armadi. I jeans in particolare sono veramente morbidi. Per quanto riguarda
magliette, felpe, tute, pantaloni vari e simili la questione sta solo nell’abitudine e nel capire che ciò che
da piegato ci sembra spiegazzato non è detto che lo sia anche addosso. Tutti i tessuti morbidi, infatti,
diventano perfetti con una semplice passata di… mano! È sufficiente “stirare” i tessuti con le mani e
velocemente le ultime pieghe spariscono. Questo vale anche per le magliette e le felpe, ovvero quelle
che danno più dubbi. C’è anche da dire che, una volta piegati, questi vestiti tendono a perdere le
pieghe rimaste dall’asciugatrice e ad autostirarsi da soli. Quando andremo a indossarli saranno
perfetti.
Con l’asciugatrice tutto sembra più facile, resta il fatto, però, che questo elettrodomestico consuma.
Eccome se consuma! Ciò che risparmiamo nello stiro lo spendiamo nei vari cicli di asciugatura. Se
non si possiede un luogo dove appendere i panni, però, non c’è alternativa. L’unica possibilità che
abbiamo è ridurre, quando possibile, la quantità di panni da asciugare. Un esempio su tutti i pile: sono
così leggeri che è assurdo metterli i asciugatrice, si asciugano in poche ore. Stesso discorso per la
biancheria in microfibra, le mutande dei pannolini lavabili modello pocket, e tutti gli altri indumenti
realizzati in materiali sintetici. Quando proprio non se ne può fare a meno, almeno ottimizziamo!

Dall’arte e dall’esperienza di
Cl aud ia , Ele na , Gi uli a, Mat è, Mi ks e Se le ne

Aprile 2010

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