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Sono passati circa 10 anni dall’inaugurazione degli inceneritori di Colleferro, da quei giorni di
tensione sociale che hanno visto nascere quello che sarebbe diventato ben presto il principale
centro di incenerimento di tutto il Basso Lazio e punto di riferimento per tutta l’Italia.
Questo convegno nasce dalla consapevolezza che in 10 anni si è fatto molto poco, a livello
locale ma soprattutto a livello nazionale, per avviare un serio e costruttivo dibattito sul tema
della produzione e gestione di rifiuti e dei relativi effetti sulla salute umana.
Un dibattito che stenta a decollare nonostante le raccomandazioni dell’Unione Europea che con
numerose direttive richiama tutti gli Stati Membri a considerare l’incenerimento come ultima
pratica di smaltimento. Una pratica oramai obsoleta da dismettere in favore di una più
lungimirante politica di Riduzione, Riuso e Riciclo dei rifiuti. Un dibattito, quello italiano, che
sfiora il ridicolo se si pensa che che i famosi contributi alle energie rinnovabili e assimilate (il
c.d. CIP6) vanno a finanziare anche la costruzione e il mantenimento stesso degli inceneritori, i
quali, senza questo aiuto, risulterebbero assolutamente antieconomici. Cip6 che andiamo a
pagare con il 6% sulle nostre bollette di fornitura di energia elettrica. Il tutto a discapito di
energie alternative oramai mature come eolico, solare e geotermico.
Dopo i fatti di Marzo 2009 (25 indagati e 13 arresti per la criminosa ed irresponsabile gestione
dei rifiuti destinati agli impianti di Colleferro) e le pressioni che su tutto il Lazio sta avendo la
lotta per il nuovo inceneritore di Albano, è palpabile una crescente preoccupazione della
cittadinanza di tutta la Valle del Sacco. Complice anche lo scandalo alla diossina di Anagni e del
nuovo progetto di Car Fluff, sempre ad Anagni, per il quale a breve ci sarà la Conferenza dei
Servizi definitiva.
Una cittadinanza che si pone preoccupanti interrogativi su una politica territoriale in netta
controtendenza con gli altri Paesi industrializzati, che stanno gradualmente abbandonando
l’incenerimento. L’Italia invece è sempre più protagonista, al terzo posto in Europa per numero
di impianti (oltre 50) e a Colleferro è in programma l’apertura di un impianto di Trattamento
Meccanico Biologico che prevede il 34% del rifiuto entrante destinato alla preselezione di CDR
e quindi all’incenerimento oltre al mantenimento della discarica di Colle Fagiolara come
discarica di servizio.
Un’alternativa che pone al centro i bisogni e la salute dell’uomo e che si domanda, seria e
preoccupata, quali siano gli effetti di PM10 e nanopolveri, diossina e scorie che inevitabilmente
un inceneritore produce.
Una giornata di incontri e dibattiti a cui sono invitati a partecipare e ragionare insieme
cittadini, medici e operatori del settore.
PROGRAMMA
Esempi di una corretta gestione della filiera dei rifiuti: il caso Capannori
Alessio Ciacci - Assessore alle politiche ambientali del comune di Capannori (LU)
Interventi
Conclusioni