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2€
anno III, n° 7
marzo-aprile 2010
rivista per studenti, insegnanti ed altri esseri pensanti
l’arcobaleno
animali
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re con un sia pur discutibile rapporto tra uomo e natura, che zioni di ispirazione animalista. Aumenta l’interesse per gli
lasciava uno spiraglio persino per significati non alimentari. animali. Questo numero dell’arcobaleno vuole esserne una
La logica di questo nostro sistema economico e politico, basa- modesta testimonianza. E ci auguriamo che possa essere an-
to sull’accumulazione della ricchezza e sul dominio di chi è che uno stimolo alla discussione tra studenti, insegnanti ed
più debole, non perde alcuna occasione per s fruttare quanto altri esseri pensanti.
In questo numero
Editoriale, p. 2
Leonard Cohen, Like a bird on a wire, p. 3
Guglielmo Manenti, Tavola di illustrazione, p. 4
Carel Fabritius, (1622-1654),
Sommario, p. 5 Il cardellino, olio su legno, 1654,
Mauritshuis, The Hague
Francesco Mancini, Confini, definizioni, gerarchie, pp. 6-7
Pietra Pomice, Un'insalata di polpo? Prima facciamoci un pensierino, pp. 8-9
s o mma r io
Antonio Squeo, Divinità, santi ed animali, pp. 14-6
Giuseppe Strazzulla, Il miglior amico del cane, p. 17
Stefania Lucia Zammataro, Simboli del regno animale nell’arte, pp. 18-19
A.L.D., Letteratura Bestiale, pp. 20-22
Anteo Quisono, Quando il cigno si mette a far politica, p. 23
Walkabout, Animal Lovers?, p. 24
Alessandra La Torre, Il problema non e’: "Possono ragionare?", né: "Possono parlare?"
ma: "Possono soffrire?", pp. 25-27
Vivina Iannelli, Se fosse un animale sarebbe…, pp. 28-29
Confini, definizioni,
ha sen so , o ggi, un rap port o gera rch ic o tr a u o mo e a n ima le ?
gerarchie
La considerazione che
l’uomo è al centro
dell’universo
non ha fondamento
scientifico
ma solo culturale.
un'insalata di polpo?
Prima facciamoci un pensierino.
in nat ura no n e s iste s o lo l’ in te llige n za u man a
Foto A. Utilizzando due metà di guscio di noce di cocco, il polpo ha costruito un riparo. La foto è tratta dall’articolo apparso
sulla rivista on line “Current Biology”: http://www.cell.com/current-biology/fulltext/S0960-9822%2809%2901914-9
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Foto B. In questa foto il polpo trasporta la metà di un guscio di noce di cocco con la tecnica del “ stilt walking”.
La foto è tratta da “Current Biology”: http://www.cell.com/current-biology/ fulltext/S0960-9822%2809%2901914-9
vuota usata dal paguro, ma comprende, ha osservato comportamenti che testi- presta più facilmente agli attacchi dei
ad esempio, l’uso delle spugne che i moniano l'uso di strumenti anche nei predatori. Il fatto che il guscio sia tra-
del fini adoperano durant e le fasi di nu- polpi. I polpi studiati, della specie Am- sportato per un uso futuro differenzia
trizione per evitare abrasioni o il caso di phioctopus marginatus, vivono in pros- questo comportamento da altri esempi di
un oggetto che viene trasportato in modo simità delle coste delle isole di Sulawesi manipolazione di oggetti, come i sassi,
non funzionale per essere utilizzato solo e di Bali. Durante le oltre 500 ore di che vengono utilizzati per barricare l'in-
quando è necessario. Sono ben note le osservazione subacquea, alla profondità gresso delle tane. Un'altra prova che il
eccezionali capacità di trasformazione di 18 metri, i ricercatori hanno filmato trasporto delle calotte di noce di cocco
che i cefalopodi hanno sia nel colore che circa una ventina di esemplari, veri fican- sia un esempio di utensile proviene dal
nella forma. Recenti osservazioni di do che i polpi raccoglievano le metà dei fatto che il polpo è capace di assemblare
comportamenti inaspettatament e flessi- gusci delle noci di cocco buttate in mare correttamente le parti separate. Prima di
bili riguardo alla capacità di manipolare dagli indigeni. A volte, addirittura, libe- essere facilitato dalla grande disponibili-
l’ambiente, scavare e occultare covi, ravano dalla sabbia del fondale i gusci tà di gusci di noci di cocco puliti e leg-
adattare gli organi di movimento, sugge- parzialment e ricoperti. La cosa strabi- geri, scaricati in mare dalle comunità
riscono che alcune specie, in particolare liante è che i gusci venivano poi traspor- costiere, è probabile che tale comport a-
i polpi, hanno la capacità di maneggiare tati e raccolti altrove: un'operazione mento si sia evoluto a partire dall'uso di
strumenti. molto pericolosa per il rischio di essere grandi bivalvi. L'unica cosa certa è la
NON SI FA COSI’
P overi cavalli e poveri noi… Non si fa così! Poche setti-
mane prima di Natale, era quasi buio, pioveva dalla mattina e
u na sto r ia racco ntata da c h i v ive co n i c ava lli
c’era quel vento freddo che gela le ossa. Ero sotto il portico
della scuderia e mi vedo arrivare quattro cavalli, montati da
altrettante figure umane, intabarrate e gocciolanti. Il primo
aveva in mano una luce che gli rischiarava il volto. “Buona
sera”, mi dice, guardando nella luce che, con uno scampanel-
lio, gli si spegne tra le mani. “Perfetto, il GPS mi ha portato
fin qui. Gamberini vero?... Peccato che non rispondesse al
telefono, avevo anche il suo numero e volevo avvisarla che
abbiamo un problema”. Intanto restavano in sella sotto
l’acqua e il tizio mi era diventato antipatico. “Quando sto
con i cavalli spengo il telefono. Cosa posso fare?”.
“Veniamo da Follonica e si doveva arrivare a Monteriggio-
ni; poi abbiamo perso tempo a pranzo e ora cerchiamo un
posto per fermare i cavalli questa notte”. Da Follonica a
Monteriggioni ci sono quasi settanta chilometri; in inverno,
con dieci ore di luce, o si è bravi bravi o diventa un massa-
cro. Intanto continuava a piovere, i cavalli erano accaldati e Don Fermo e Wizz con il "loro uomo" Gianni. Foto G. Gamberini.
il vapore saliva dal bordo dei sottosella; li avevano spremuti
per le salite che vengono fin da me, erano tre uomini e una anche un fondista, ma tu sei un brodo. Fidati della mia
ragazza, con i cappelloni e gli impermeabili. Due cavalli barba bianca…. Smonta, dai, che ripartire è roba da de-
erano bai e gli uomini che portavano sulla schiena erano ve- nuncia alla protezione animali”. Un giro di occhiate, il por-
stiti come in Maremma un secolo fa. Il portavoce era il più tavoce si è offeso e continuerebbe, la ragazza smonta e avan-
massiccio dei quattro, stava in sella seduto come sul cesso, za sotto il portico. “ Basta, ragazzi: io mi fermo, sono stanca,
montava un’arabetto roano con una sella da endurance e sono bagnata zuppa, e il mio cavallo marca”. “ Allora mi fer-
un’infinità di borse, sacche e sacchetti che pendevano da mo anch’io”, dice uno dei finti butteri, forse il fidanzato.
tutte le parti. La ragazza e il suo pezzato sembravano usciti Naturalmente si sono ferm ati tutti, ma non siamo diventati
il racc onto
Tobia è una cagna innamorata anche ma siamo in
pochi a saperlo che le persono sono distratte op-
pure se ne fottono delle cose che non sono loro.
Lui è Diuc. Un cagnazzu vecchio e azzoppato
buono quasi solo per fare la guardi a alle machine
posteggiate nello spiazzo sutta a me casa. Una
cosa lari a che forse non ciarriniscissi nemmeno a
campare se Tobia non ci puttassi ogni giorno
qualcosa. Un pezzo di pane. Un osso loddu di
terra.
Questo dipinto era in origine collocato al primo piano della Quinta del presso Fast Service Digital Photo, via Antonino Longo n.
36/a – Catania. La Redazione, composta da volontari, si
riunisce periodicamente in un Comitato di reLazione.
Sordo, la casa di Goya. Fa parte delle Pitture Nere, un ciclo di opere com- Chiunque, condividendo i princìpi antifascisti, antirazzisti
piute dopo una grave malattia, da vecchio. Rappresent a un cane che sta ed antisessisti propri di questo giornale, può proporsi
per essere sommerso dalla sabbia. Il cane occupa a malapena l’un per come collaboratore o può inviare contributi all’indirizzo
cento della superfici e pittorica. Il resto è colore privo di altri oggetti. In di posta elettronica: rivistalarcobaleno@gmail.com.
questo modo l’artista ad esprimere la sua ri flessione sulla morte e sulla Sul sito htpp://rivistalarcobaleno.blogspot.com è possibi-
le leggere e scaricare i numeri arretrati e gli approfondi-
solitudine. “ Quando si muore, si muore soli”, diceva Fabrizio De Andrè. menti tematici.
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gli an ima li so no una p rese n za c o stante ne lla st or ia re ligio sa
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a n ima li, s imb o li, ra ppre se nta zio n i
Franz Marc, dipinge Franz Marc, Cavalli rossi e blu, 1912, Städtische Galerie im Lenbachhaus - Monaco
solo animali, non per studiarne lucido realismo lo ritroviamo con il di- rossi, gialli, blu, perché, appunto, i colori
pinto La fiera di Poggio a Caiano di suscitano emozioni primitive che l’artista
scientificamente le Giuseppe Maria Crespi, o La mostra del cerca in sé e vuole comunicare. Anche in
caratteristiche, ma perché il rinoceronte di Pietro Longhi. Anche
nell’Ottocento è la realtà nuda e cruda a
Guernica, di Pablo Picasso, i colori e le
forme sono segni comunicativi soggetti-
loro agire ha la libertà e la interessare gli artisti, ma in questo caso vi. Qui la forma primitiva del “ terrore” è
si parla di realismo sociale, volto a de- data dall’assenza di colore ed il nitrito
spontaneità ormai perdute nunciare l e dure condi zioni di vita dei straziante del cavallo ferito diventa sim-
contadini. Gli animali, adesso, appaiono bolo dell’umanità e della civiltà distrutta
dalla violenza ottusa, simboleggiata dal
l’Umanesimo, il corpo umano non è più toro. Nelle avanguardie artistiche del
dopoguerra, infine, la figura dell’animale
scrigno di peccato, ma macchina perfet-
tamente funzionant e da indagare e stu-
Le specie animali suscitano perde ogni connotato reale o valenza
diare con interesse scienti fi co. l ’interesse per lo studio simbolica per essere manipolata, insieme
ad altri oggetti, per un’arte d’azione che
Le specie animali suscitano l’interesse
per lo studio anatomico di grandi artisti anatomico di grandi artisti come non celebra e non rappresenta, ma crea
come Leonardo da Vinci e Albrecht Dü- suggestioni. In un’istallazione di Robert
rer. Gli animali, ormai non più allegoria Leonardo da Vinci e Rauschenberg, un assemblaggio di pittu-
ra e oggetti, una gallina sopra una cassa
del peccato, ritrovano le loro originarie
connotazioni positive. Nel Rinascimento
Albrecht Dürer. di legno produce un effetto stridente e
si riscopre la cultura classica greca; ritor-
na così la figura archetipa dell’ape, che
per la dolcezza del miele, la laboriosità e accomunati all’uomo nel condividere la
la pazienza, è assimilata a Cristo ed alla fatica del lavoro. Da suggerire, per chi
sua misericordia, mentre in alcuni dipinti non li conosce ancora, i dipinti Caccia
viene associata a Cupido, dio dell’amore. notturna agli uccelli di Jean-François
Ritroviamo ancora l'ape come simbolo di Millet oppure Il carro rosso di Giovanni
Cristo nell’atmosfera teatrale del baroc- Fattori. Nel 1911 Vasilij Vasil'evič Kan-
co. L’eccentrico architetto Borromini, dinskij fonda il movimento Der Blau
nella chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza a Reiter (il cavaliere azzurro). Secondo la
Roma, struttura lo spazio su di uno sche- poetica del movimento, forma e colore
ma geometrico a forma di ape, mentre, s’influenzano reciprocam ente, creando
sul palazzo della Sapienza, sculture de- una forza che agisce come stimolo psico-
corative a form a di ape celebrano il sim- logico. L'artista, manipolando forma e
bolo ed i fasti della potentissima famiglia colore, dà un significato personale al
Barberini. Nel Settecento, secolo dei prodotto artistico, rifuggendo dal condi-
Lumi e della ragione, gli animali si libe- zionamento sociale. Uno degli artisti del
rano del carattere simbolico per essere movimento, Franz Marc, dipinge solo
rappresentati, insieme all’uomo, nei co- animali, non per studiarne scientifica-
siddetti quadri di genere, che si prefiggo- mente le caratteristiche, ma perché il loro
no di rappresentare lucidament e e razio- agire ha la libertà e la spontaneità ormai Robert Rauschenberg, Odalisca, 1955-8
nalmente la realtà. Esempio di questo perdute dall’uomo. I suoi animali sono installazione, Ludwig Museum, Colonia
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LETTERATURA
BESTIALE
la letterat ura co me ant idot o a lle be stia lità u mane
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le, d’accordo. Ma Achab sarebbe il Be- riserva non poche sorprese, finalmente. conoscono al cune cat egori e umane:
ne? Se la balena bianca viene umanizza- E’ la tecnica straniante dello sguardo vero/ falso, pace/guerra, ad esempio.
ta, diventando colpevole, e quindi rien- alieno. Ci sono dei libri che vengono Leggere questo libro ebbe una grande
trando in una cat egoria morale, che dire classi ficati come libri per ragazzi, ma influenza su di me bambina. La descri-
di tutte le balene uccise da Achab? Ne sono ben altro: mi riferisco ai Viaggi di zione degli Houyhnhnnms (presumo che
umanizziamo solo una, cattiva, e can- Gulliver, uno dei libri di un formidabile il loro nome sia così illeggibile per sot-
celliamo le altre? Io sono una ammira- e distruttivo polemista, Jonathan Swift, tolineare la loro totale differenza, ma
trice di Greenpeace e NON sopporto il quello della soluzione del problema quanto è scomodo!) ed il loro giusto
capitano Achab. Diciamo che noi uma- della fame nel mondo, per intenderci, disprezzo nei confronti degli Yahoos,
ni, insaziabili consumatori della mag- servire i bambini poveri alle tavole dei assolutamente condivisibile, mi fece
gior parte degli appartenenti al mondo ricchi. Questa sua Modesta Proposta dà cominciare a considerare in un altro
animale, siamo animali senza scrupoli e un’idea del personaggio. Ma tornando modo il genere umano, appena capii che
non pensiamoci più! Ma ammettiamo- ai Viaggi, mi riferis co naturalmente al gli Yahoos erano gli uomini. Forse per-
lo, almeno! Ok, non posso capire, come fantastico mondo degli Houyhnhnms, i ché era la prima volta che mi trovavo
al solito. Un perfetto es empio, una pa- cavalli saggi e non violenti che non vittima dello straniamento, ma ricordo
noramica di tutti i difetti e le meschini- che l’impressione profonda restò in me
tà umane è La fattoria degli animali, Perché le nostre colpe nei a lungo. E mi trovò del tutto d’accordo
perfetta rappresentazione di un ideale con il protagonista che, dopo aver cono-
positivo che si trasform a in un incubo: confronti degli animali sono un sciuto un mondo così diverso ed infini-
ma i poveri animali che c’entrano? Non tamente superiore al suo/nostro, non
è un sopruso rappresentarli così umani? elenco infinito, troppo lungo an- riesce a rass egnarsi al fatto di esserne
Ma veniamo ad usi letterari differenti,
che non vedono più gli animali in modo
che solo a pensarci. Tanto da stato esiliato in quanto yahoo e non
accetta più di fare parte del proprio,
classico cioè in negativo. ribaltare l ’accezione andando a vivere in una stalla, auto-
Ad un certo punto, infatti, alcuni scritto- esiliato dal genere umano.
comune, positiva per umano e
ri tentano di uscire dalla loro condizione
di umani e provano a guardare al mon-
do dall’ottica degli animali. Il gioco negativa per animalesco.
D a allora ho sempre cercato visioni
alternative del nostro modo di essere,
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visioni dall’esterno: il modo migliore, degli animali sono un elenco infinito, cando di antropomorfismo, negando la
anzi l’unico, per guardarsi vedendosi è troppo lungo anche solo a pensarci. speci ficità del mondo animale, snatura-
uscire dal proprio acquario, cioè dalla Tanto da ribaltare l’accezione comune, to a propria misura. L’ultimo arrivato (o
propria cultura e guardarsi dall’ ester- positiva per umano e negativa per ani- forse il penultimo, non so) è Firmino,
no. Ma gli animali letterari vengono malesco. Certo che la razza umana non libro di inaspettato successo in cui Sam
usati soprattutto per parlare di sé. Ed manca d’improntitudine! Usare i termi- Savage descrive un specie di brutto
anche insospettabili intellettuali posso- ni bestiale, animalesco per descrivere i anatroccolo, il topo più debole della
no abbandonarsi a questo gioco, riser- nostri peggiori difetti! Ma torniamo nidiata che, per sopravvivere, comincia
vandoci belle e gradevoli sorprese, scri- agli intellettuali in fase di levità. Che a mangiare libri, metafora dell’ introiet-
vendo libri di particolare levità. Avreste dire di Edmondo Berselli, che abbando- tare, del divorare, e poi diventa un ap-
mai immaginato Alberto Asor Rosa, un na le sue analisi politico-sociologiche passionato e coltissimo lettore. Perché i
serissimo intellettuale fortement e impe- per descriverci come la cagnetta Liù lo libri più belli sono anche i più buoni.
gnato politicamente, occupato a descri- abbia sedotto, lui, persona che NON Firmino scopre quello che i miei stu-
vere un ménage à quatre, cioè la vita amava i cani e NON ne voleva in cas a? denti s i ri fi ut avano di s coprire:
familiare di una coppia di umani, un Ed anche Sàndor Màrai, lo scrittore di l’identificazione con i grandi eroi della
cane ed un gatto? Beh, in realtà sono gli rarefatt e atmos fere, incredibilmente letteratura mondiale arricchisce anche
animali che descrivono, con grande suggestive che, a sorpresa, dedica un la vita più banale e vuota, la illumina e
indulgenza, la stranezza degli umani libro a Truciolo, bastardino dal caratte- la fa diventare più interessante.
con cui vivono. E come sia difficile che re spiccatissimo, che diventa un altro A.L.D.
gli umani, ottusi in quanto tali, com- dei suoi personaggi indimenticabili. I
prendano i desideri dei veri protagoni- cani, i migliori amici degli uomini, evi-
sti, il gatto ed il cane. Questo delizioso dentemente si prestano molto all’estro
libretto contiene toni di una tale ironia letterario. Virginia Woolf, attraverso la Libri ed animali
e tenerezza da farmi continuare a con- biografia di Flush, il cocker di Eliza- Hermann Melville - Moby Dick
trollare che realmente stessi leggendo beth Barrett Browning, ci parla della George Orwell - La fattoria degli animali
un libro di Asor Rosa. Ah, sarà l’effetto vita della poetessa, sempre vista con gli Jonathan Swift - I viaggi di Gulliver
positivo degli animali: ci rendono più occhi cockerini ed affettuosi, indulgenti Alberto Asor Rosa -
…. come dire? Umani sembra fuori come tutti gli animali letterari con le Storia di animali e altri viventi
luogo, un’accezione positiva che non debolezze umane. Appare evident e che
Sandor Marai - Truciolo
mi sembra di meritare in rapporto al gli umani usino gli animali letterari
mondo animale. sempre per dare un’immagine di sé, mai Virgin ia Woolf - Flush, storia di un cane
Sam Savage - Firmino
P erché le nostre colpe nei confronti
degli animali. E si vedono come vorreb-
bero essere visti. Ancora una volta pec-
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u n a n ima le fa se mpre c o mo do
C
Jan Asselyn, (1610-1652), Il cigno minacciato, c. 1650. Olio su tela, Rijksmuseum, Amsterdam.
Animal lovers?
I l cinema, soprattutto quello mainstream, ha spesso mostra- T utto questo sottolinea lo stile da entomologo dell'autore,
o ltre il reto r ico , u no s gua rdo c in ico
to le relazioni tra uomini e animali domestici in modo garbato che non si ferma m ai a suggerire un qualsivoglia giudizio ma,
e rassicurante: si pensi alle centinaia di volte in cui cani e gatti semplicemente, ci fa vedere la “ sua” Vienna, i cui sobborghi
tengono compagnia ai prot agonisti, aspettandone il ritorno a ci sbattono in faccia un'enorm e dose di povertà materiale e
casa. Ma non è frequente che un morale. Il tutto agevolato da
film faccia interrogare lo spetta- uno stile asciuttissimo, pieno
tore su quanto una relazione tra di campi fissi e contraddistinto
uomo e animale possa essere da una fotografia sgranata e
profonda e, in effetti, morbosa molto scura. Se, da un lato,
nel suo colmare vuoti affettivi e durante la visione aleggia il
assenza di relazioni con altri continuo sospetto di un ben
esseri umani. Qualche caso nel celato compiacimento, dall'al-
cinema documentaristico però si tro è innegabile la potenza del
trova; l'interessante esordio di prodotto di Seidl, che non la-
Errol Morris (poi vincitore di un scia scampo allo spettatore, il
Oscar per The Fog of War), quale non può che tirare un
Gates of Heaven, narra gli even- sospiro di sollievo al termine
ti legati alla realizzazione di un della visione. Non a caso, in
cimitero per animali. Malgrado merito ad Animal Love Herzog
Morris dimostri sin troppa empatia per i vari amanti degli ha dichiarato: “ Al cinema, non ho mai visto l'inferno tanto
animali, non manca, nel mostrarci numerosi membri della vicino”. Perché, a prescindere da ciò che ci troviamo davanti
middle-class americana alle prese coi propri animali domesti- agli occhi, la sensazione di profonda solitudine che ogni scena
ci, di sottolinearne il ridicolo involontario. Ma quello che è di del film porta con sé rimane e ci costringe a ri flettere su ciò
forse il tentativo più efficace di sondare i rapporti uomo- che siamo diventati. E allora le chat, i social network e i gio-
animale rimane Tierische Liebe di Ulrich Seidl (1996), distri- chi di ruolo erano ancora poco di ffusi o inesistenti. Eppure,
buito al di fuori dell'Austria col titolo di Animal Love. Sebbe- durante e al termine della visione è più che lecito chiedersi:
ne il nome di Seidl resti per lo più legato alle rassegne cine- “ Quante persone che conosco somigliano a quelle che ho vi-
matografiche e ai circoli culturali, in Italia ha visto distribuito sto? E quanto c'è di me in ogni uomo e donna qui mostrati?”
Canicola. Regista da sempre alle prese con le inclinazioni L'affetto morboso nutrito nei confronti di animali domestici,
perverse che si nascondono nell'apparente norm alità della vita che divengono gli unici punti di contatto con l'esterno, renderà
borghese, in Animal Love Seidl ci tanto diversa la loro vita ri-
costringe a fare i conti con la spetto a quella trascorsa in un
solitudine dell'uomo degli anni gioco di ruolo o immersa
'90. Girato nelle periferie di nella pornografia di ogni
Vienna con attori non professio- tipo? Quello che è evidente,
nisti, più che un film Animal Lo- e che Seidl ci mostra in tutta
ve rappres enta due ore di fram- la sua violenza, è l'enorme
menti di vita separati l'uno isolamento dell'uomo nella
dall'altro. Si spazia dall'uomo di metropoli: non vedi amo
mezz'et à che lotta col proprio Vienna come una metropoli
cane ai mendicanti nella metro ed luminosa, trafficat a, viva e
alla coppia scambista che l egge multiculturale, ma la vedia-
annunci sul giornale. Emblemati- mo dai sobborghi, abitata da
ca la scena in cui una donna non tossici, mendicanti e orridi
più giovane rilegge le ardenti uomini obesi in canotta (un
lettere d'amore del suo amante, riscaldata però dalla compa- elemento a dir poco ricorrente durante tutta la durata del film).
gnia di un husky. Seidl, per sua stessa dichiarazione, è un In definitiva, un film tutt'altro che bello, dato che a livello
voyeur che non risparmia allo spettatore bruttezze di ogni estetico provoca per lo più nausea, ma memorabile: un piccolo
tipo: corpi che spaziano dal brutto all'orrido, che sudano, fan- excursus sulla condizione umana della fine del secolo scorso.
no sesso, “ accarezzano” i propri animali in modo alquanto
peculiare, li stringono a sé o li baciano. walkabout
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Il problema non è:
"possono ragionare?", né:
"possono parlare?" ma:
"possono soffrire?"
...cane-agnello-maiale, un unico
corpo, un'unica capacità di
soffrire e di gioire, per cui
dovevo rispettarli tutti nella
stessa maniera o avere la capa-
cità di mangiarli, e quindi
ucciderli, senza fare distinzioni.
Un aneddoto personale: avevo 8 anni,
stavo mangiando un panino col prosciut-
to con una mia amichetta, a casa mi a-
spettavano i miei adorati cani. Passò
“ Adesso posso guardarti negli occhi. Non ti mangio più. " Franz Kafka davanti a noi un camioncino che traspor-
Nella foto di Alessandra La Torre: Mira tava agnellini incatenati che url avano. La
mia amica esclamò: “ Poverini! Li staran-
no portando al macello...”. Io mi sentii
to legale e affermò che il cliochinolo sperimentare su animali come i bonobo confusa; vero è che anch'io provavo pietà
era neurotossico per i gatti; gli espe- (lo scimpanzé col DNA più simile a e tenerezza per quegli animali però stavo
rimenti effettuati dalla società, che si quello umano) potrebbe avere maggiore mangiando contemporaneamente un loro
stava difendendo, indicavano che validità scientifica (senza però che i ri- cugino, il maiale, e i cani venivano trat-
prove su ratti, cani beagle e conigli sultati siano attendibili al 100%) ma sa- tati dalla mia famiglia come dei figli.
non avevano rivelato alcuna prova rebbe eticament e inaccettabile, in quanto Dovevo liberarmi da quel senso di incoe-
che il cliochinolo fosse neurotossi- questi scimpanzé hanno una intelligenza renza e di ipocrisia (davanti al muso:
co. pari a quella di un bambino di 7 anni. “povero, tenero agnellino...”, alle spal-
(Mondofarmaco, Li Rosi - Monte- Alla domanda quindi perché noi esseri le :“...che sei buono con le patate!”) che
magno, FCE edizioni) umani torturiamo un bonobo o un ratto e mi facevano sentire davvero un po' schi-
non un bambino abbiamo una sola rispo- zofrenica. Urgeva una decisione: cane-
abcdfilmoprstu
Alessandra La Torre.
Glossario:
Antropocentrismo = l'antropocentrismo
(dal greco άνθρωπος, anthropos, "uomo,
es sere um ano", κέν τρ ον, kent ron,
"centro") è la tendenza a considerare
l'uomo e tutto ciò che gli è proprio, co-
La scimmietta Britches liberata dai laboratori dell'Università della Californi a me centrale nell'Universo.
dall'Animal Liberation Front (A.L.F.). Nell'ambito di esperimenti sulla vista, a Agnosticismo = atteggiamento o dottri-
questa scimmia erano stat e cucite le palpebre e innestato sulla testa un dispositivo na di chi sostiene l'inconoscibilità di
sonar che avrebbe dovuto sostituire gli occhi. Foto provenienti dalla associazione tutto ciò che non è verificabile speri-
americana P.E.T.A. mentalmente.
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Se fosse un animale,
sarebbeº
i v izi de gli u o min i attr ibu it i a gli an ima li
REQUIEM PER
ZIA PINA
«No!!!... Non posso mangiarti!»… appellativo breve e si memorizza subito, ziente, rassegnata, comprensiva e senza
Tutti ti chiamavano «zia Pina». velocement e, e, soprattutto, non contie- alcuna mostra di irritazione, ti sta ad
Io non ho mai saputo il perché. ne la «r», che può esser croce, cruccio, ascoltare, accetta gli s cherzi, finge di
D’altra part e, non ho mai fatto indagini tormento, corruccio, angoscia di donne credere alle bugie e, al clou della libidi-
per appurare il motivo di questo nomi- e di uomini, di giovani e di vecchi, di ne, giammai ti riprende, ti critica, ti
gnolo. È evidente che si trattava di un sinistrorsi e di destrorsi. Immaginate, rimprovera, ti offende, ti fa sentire un
nomignolo. Ma mi sono sempre chiesto poi, una «sorella Pina», o, peggio, una verme, ti pone in castigo, ti maledice, ti
perché proprio «zia Pina», anziché, po- «cognata Pina», anziché il subitaneo e sculacci a. Sì, proprio così, esattamente
niamo, «zia Concetta», oppure, per e- affettuoso «zia Pina»? Certo, «mamma «zia Pina», e non altrimenti, si sarebbe
sempio, «zia Mafalda», o, ancora, sem- Pina» sarebbe potuto risultare fors e più potuto chiamare quell’ essere supino e
pre a titolo di esempio, e per così dire, funzionale di «zia Pina», con tutto il acquiescente che tutti, a seconda di quel
«zia Francesca». Certo, una ragione ben carico di affettività che la m amma po- che ci frullava per la mente, ora accudi-
plausibile ci sarà stat a, nella s celta pro- trebbe contenere in più rispetto alla zi a. vamo amorevolmente, ora prendevamo
prio di «Pina» o, per ess ere più precisi, Non dimentichiamo, però, che la mam- per zimbello, poiché nient’altro di me-
e s ser i a l mace llo
di «zia Pina». ma potrebbe essere amata così come, se glio, di più divertente e di più costrutti-
Quasi sicurament e avrà contribuito, non proprio odiata, disprezzata. vo riuscivamo a trovar da fare.
nella individuazione di un possibile Disprezzata tanto dalle donne (come Ricordo che una volta tutti, all’unisono,
democratico nomignolo, il criterio della vorrebbe Freud), quanto dagli uomini. ti abbiamo acclamat a l’eroina del gior-
brevità e della più o meno facilità di Ebbene, «zia Pina», dicevano tutti. E no: al coro si sono uniti anche quelli che
pronuncia da part e di vecchi e di bambi- nel chiamarti proprio esattament e e pre- malvolentieri ti sopportavano e che a-
ni, di giovani e di meno giovani, di alfa- cisamente e non altrimenti che così, vrebbero voluto vederti svanire nel nul-
betizzati e di anal fabeti: «zia Pina» è ognuno fors e pensava alla zia che pa- la, come per incanto.
Francisco de Goya y Lucientes, (1746-1828), Banco di macellaio, 1810-12, Olio su tela, Parigi, Museo del Louvre
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ANIMALI: UN BUSINESS
AL QUALE NON SI
pe r la maf ia gli an ima li so no una r iso rs a da s frut tare
VUOLE RINUNCIARE
N on ci si deve sorprendere se uno
studio molto attendibile come quello
dell’Osservatorio zoomafia - animali e
criminalità della LAV (Lega contro la
vivisezione), relativo a dati del 2008,
presentati all’inizio del 2009, conferma
un interesse cres cente delle mafi e per il
mondo animale. Non si tratta certo delle
tenere passioni domestiche di boss fol-
kloristici di certa produzione cinemato-
grafi ca, ma dell’unico fondament ale
motivo che rappres enta il vero motore
delle attività illecite delle varie organiz-
zazioni criminali di stampo mafioso,
ossia l’accumulazione economica. Un
boss ammiccante di qualche serie t elevi-
siva direbbe : “nulla di personale, è solo mente da bande di briganti, era t enuto in malavitosi. Troppo spesso questi malvi-
business”. In questo caso, al di là delle debito conto dalle cosche mafiose. Esse, venti erano individuati in briganti alla
concessioni alla teatralità dei dialoghi da grazie ad un profilo criminale di più macchia, che attentavano all’integrità
film, la battuta rende la vera motivazio- sofisticat a intelligenza, riuscivano a ge- della proprietà con reati come l’abigeato
ne che spinge le cosche a conquistare il stire sia i vantaggi economici del reato o l’estorsione, esercitata anche con la
controllo delle attività che girano attorno che l’allarme sociale e la richiesta di violenza sugli animali. I gabelloti, grazie
agli ani m ali , con tutt i i m ezzi sicurezza che derivava dall’esercizio del alla sostanziale ass enza delle Istituzioni
dell’accumulazione illegale, dalla corru- furto di animali, prevalentemente da e all’impunità garantita dal notabilato
zione all’uso della violenza. E’ solo una produzione come mucche, pecore e ca- politico-economico, riuscivano a con-
questione di soldi che girano in gran pre. durre un ruolo piuttosto “ vischioso” e
quantità nel mondo assai variegato dello molto ambiguo che li rendeva insieme
sfruttamento degli animali. D’altra parte, ...le stime dell ’Osservatorio difensori e aguzzini del proprietario,
le organizzazioni mafiose hanno sempre anche grazie al controllo sostanziale,
mostrato una notevole capacità di adat- parlano di 200 mila animali spesso perpetrato con l’inganno, delle
tamento alle condizioni presenti nel tes- numerose bande che infestavano le cam-
suto socio-economico e un fiuto partico- ancora interessati dal reato pagne siciliane, molto pericolose ma
lare nella previsione di occasioni per
inserirsi in settori dai quali è possibile
del furto di bestiame che facilmente manovrabili perché prive di
un’organi zzazione strat egica. Com’è
drenare ricchezze, facendo valere la
propria potenza economico -finanziaria e
pericolosamente alimenta, tra finita questa storia è noto: le bande di
briganti furono tutte sterminate, spesso
il proprio potere intimidatorio. Inoltre, la l ’altro, il mondo della con forme legali, ma, con i buoni auspici
suddetta capacità adattiva ha cons entito di cosa nostra, i gabellotti in tanti casi
alla mafi a di aggiornare i metodi e i macellazione clandestina e si sostituirono, anche sul piano patrimo-
campi della propri a influenza sul territo- niale, ai vecchi propri etari. Ormai da
rio e sulle attività socio-economiche che delle sofisticazioni alimentari... tanti anni l’abigeato non è più una delle
in esso si svolgono, purtroppo spesso attività in cui le mafie, anche quelle del-
anticipando le analisi e le rilevazioni di In altri termini, i gabelloti mafiosi rap- le altre regioni del Meridione d’Italia,
studiosi interessati a comprendere il presentavano il vero potere costituito nei molto attente al variare dei cicli econo-
fenomeno criminale e di organi inqui- feudi, nonostante nominalmente foss ero mici, investono il massimo del loro po-
renti preposti a prevenirlo per combat- dipendenti dei latifondisti, assunti per tenziale economico e militare. Tuttavia
terlo. Nella Sicilia post-unitaria e fino a fermare, con l’autorità derivante dal loro le stime dell’Osservatorio parlano di 200
ben oltre il secondo dopo guerra, il so- riconosciuto profilo criminale, le riven- mila animali ancora interessati dal reato
stanziale controllo dell’abigeato nei feu- dicazioni sociali e per garantire la del furto di bestiame che pericolosam en-
di siciliani, anche se esercitato diretta- “sicurezza” nei feudi dall’assalto dei te alimenta, tra l’altro, il mondo della
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macellazione clandestina e delle sofisti- fauna esotica protetta, che arriverebbe cavalli dopati o costretti a correre in
cazioni alimentari. ad un terzo di quella legale, e non tra- tracci ati per loro dolorosissimi; i cani da
Un amore
non corrisposto
s to r ia d i gatt i, d’a more e d i ma linco n ia
ip po -ho p
Sono entrato nella stanza e con un tono molto calmo ed garbato ho chiesto alla gatta: -Scusa, dov’è il lanciafiam-
me che vorrei dare un’aggiustatina ai colori della tv?
- Lascia stare, l’ha preso in prestito il vicino che doveva intervenire alla riunione di condominio – ha detto.
- Chi sono quegli animali ?– ho chiesto, mentre i cantanti in tv stavano intonando il ritornello.
- Sc usa, in che senso animali? Quelli sono il principe, il nano e il tenore. E guarda che tutti e tre apparten-
gono al genere umano. Il tuo – ha risposto la gatta gelida.
- Sc usa, non volevo offendere. Dicevo animali nel senso che cantano come bestie - ho risposto ancora scos-
so dal ritornello della canzone.
- Io, veramente, non ho mai sentito un animale cantare come una bestia – si è intromessa la primula. - Gli
uomini invece sì. Vuoi che ti ricanti il ritornello del trio?
- Grazie, preferirei di no: ho lo stomaco ancora sottosopra. Ora, però, scusatemi: non è che potreste smette-
re di respirare, fare silenzio, andare tutti a quel paese, che io debbo lavorare al mio saggio sull’uso della
punteggiatura nel Settecento inglese?
- Dopo- ha risposto la micia spegnendo la tv. - Ora siediti, ti debbo parlare. Come sai, sono sempre stata
scettica sull’Arcobaleno. Un’accozzaglia di fieri nemici della grammatica e del sapone che, invece di
dedicarsi più proficuamente alla zappa o alla collezione di santini, da qualche tempo si è intestardita a
sprecare carta ed inchiostro. Ora, però, debbo dirti che ho avuto modo di ricredermi. Finalmente quelli
dell’Arcobaleno hanno avuto una buona idea.
- Quale, quella di chiudere? – ho chiesto speranzoso.
- Non fare lo spiritoso. Un uccellino mi ha detto che il prossimo numero sarà dedicato agli animali.
Lo sguardo mi è caduto su un paio di occhialoni scuri, degli ossicini e delle piume che ancora svolazzavano.
- Un uccellino chi? - ho chiesto, guardando sconvolto la primula.
- Lascia perdere, bello – mi ha detto lei sottovoce.- Almeno non dovrai cucinare per cena.
- Prima di questa stupida interruzione - ha ripreso la micia infastidita - stavo dicendo che questa
dell’Arcobaleno è una scelta redazionale molto importante, che fa onore al giornale e che richiede un tuo
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intervento serio, ben scritto e sopratutto comprensibile. Impresa per te difficilissima, me ne rendo conto.
Spero che tu possa essere all’altezza.
- Ne ero già stato informato. Comunque, mi dispiace: non posso. Non ho tempo. Fra l’altro non capisco cosa
c’entrino gli animali con la musica, a parte i ragli che abbiamo appena ascoltato.
Era proprio vero: all’Arcobaleno non sapevano più cosa inventarsi, ho pensato. Quelli sarebbero capaci di fare un
numero che avesse come tema, che ne so, anche i muri.
- Bello, guarda che hanno fatto un’offerta che non puoi rifiutare – è intervenuta la primula.
- E sarebbe?
- Sarebbe che inseriscono sul tuo profilo di Facebook che hai aderito al gruppo menomalechesilvioc’è.
- No, questo mai.
- Bene – ha fatto la micia. – Allora, al lavoro. Possiamo anche saltare la cena, io non ho tanta fame. Come
puoi immaginare, ci sarebbero tante cose da dire sulla figura del gatto, l’animale più bello, intelligente no-
bile e perfetto che esista, e la sua rappresentazione in musica. A questo proposito, ti ho preparato degli ap-
punti. Eccoli: “ Domenico Scarlatti in pieno '700 scrive una famosa Fuga del gatto, per clavicembalo: l'a -
nimale passeggia indebitamente sulla tastiera da cui escono note del tutto casuali che il musicista elabora
in forma compiuta. Igor Stravinskij compone nel '900 una produzione felina, Il gufo e la gattina. Ne La
bella addormentata nel bosco di Petr Ilic Chaikowski, il dialogo tra un gatto bianco e un gatto nero è ese-
guito dall'orchestra in pseudomiagolii melodici”.
- Per non parlare, poi, di Rossini – ha aggiunto la gatta.
- Rossini chi, quello che è metà spumante e metà succo di pesca?
- Quello è il Bellini. E’ un cocktail, non c’entra con la musica- si è intromessa la primula.
- Eppure mi sembrava di sì – ho fatto io- Mi ricorda qualcosa...
- …T ipo gli spaghetti alla Norma?
- Per favore, ora basta con le battute sceme. Qua l’unico autorizzato a farle sono io – ho replicato con tono
nervoso.
- Lascia perdere, bello – ha detto la primula. - Piuttosto, perché non scrivi dei Kiss, che hanno il batterista
che si trucca da gatto?
Non ho mai sopportato le primule appassionate di pupazzo-rock americano, figuriamoci poi quelle che ripetono
sempre “ bello”.
- Io, per me, preferisco quarantaquattro gatti in fila per sei col resto di due – ho risposto con tono sgarbato. -
O, al limite, Volevo un gatto nero, nero, nero. Sappi che lo Zecchino d’oro è una delle pagine più importan-
ti del novecento musicale italiano. Altro che i tuoi Kiss per adolescenti disturbati.
Dura la convivenza con gatti parlanti e primule tamarre. Avevo proprio bisogno di quel lanciafiamme. Assoluta-
mente.
- Gioacchino Rossini - ha ripreso con sussiego la gatta - scrive il celebre Duetto buffo di due gatti: un'arietta
composta da un solo verso, "Miao". Un divertissement ancora oggi molto eseguito e che diverte molto il
pubblico, anche per le smorfie che sono costretti a fare le due cantanti.
- Sc usa, ma questo Rossini non aveva qualche paroliere bravo sottomano? Che ne so, magari uno tipo Mo-
gol, quello che ha scritto “ Maledetto di un gatto”? – ho chiesto io.
- Me lo dovevo immaginare che sotto sotto ti piaceva Battisti – ha sibilato sprezzante la primula- Sei proprio
bollito, bello. E io che perdo tempo a parlarti dei mitici Kiss.
- Basta con i battibecchi – ha ripreso la gatta.- Torniamo a noi: oltretutto io credo che gli animali con la mu-
sica c’entrino molto. Prendi ad esempio, il canto degli uccelli, dei delfini, delle balene…
- Anche i ragli degli asini – ho tagliato corto.
- Quelli li trovi più facilmente in Parlamento, bello – ha precisato la primula.
- Sc usa, cosa c’entrano i nostri parlamentari con gli asini? – ho chiesto perplesso.
- Poi te lo spiego – ha fatto la primula.
- Non è il caso, grazie. Ho ancora lo stomaco in subbuglio – ho tagliato corto.
Solo che, arrivati a quel punto, avevo capito una cosa: dovevo farmi restituire al più presto il lanciafiamme dal vici-
no. Poi, con l’attrezzo in mano, dare una riassettata a casa - gatta e primula comprese – e, alla fine, fare una visitina
a quelli dell’Arcobaleno. Ecco cosa dovevo fare, altro che perdere tempo con questa stupido articolo.
di Aldo Migliorisi
(http://aldomigliorisi.blogspot.com)
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Animali
vs
Uomini
an ima li da le gger e
Katia Arcidiacono
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an ima li rand a gi
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