Discorsi sulle caratteristiche di Dio - Un piccolo saggio completamente ideato da Marcello Marchetti, nato e creato in circa una settimana di meditazioni sul mondo e su Dio. Questo è quello che penso su Dio e ciò che ci circonda. Commenti, idee, opinioni ben venute solo se critiche e costruttive. Per qualsiasi richiesta di download o copia/incolla potete mandarmi un'e-mail (marketts@hotmail.it), o lasciarmi un commento. No bimbiminkia, no bimbominkiese, no fanatici cristiani.
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Discorsi sulla religione e sulla intrinseca falsità del “Dio perfetto”.
La religione in generale, e in particolare la religione cristiana, ci ha
sempre mostrato un Dio onnipotente, onnisciente ed eterno; completamente lontano da noi, quasi risiedente in un altro mondo. Ho creato queste teorie per porre fine alla sua “lontananza” qualitativa dall’uomo e quindi rendere questi più “vicini” per caratteristiche quasi a far sembrare dio più umano, o se preferiamo, l’uomo più divino. Innanzitutto, ammettiamo che Dio ci abbia creato; è già un punto di partenza per la nostra speculazione, in quanto dall’oggetto creato si possono riconoscere le caratteristiche generali del creatore. Esempio: Van Gogh crea un quadro. Chi non ha mai visto l’autore, non lo conosce, non sà come egli opera ecc può comunque risalire alle sue caratteristiche generali come per esempio il suo stile, i colori che ha usato, gli utensili adoperati o addirittura le vicende che ha vissuto in vita e che vengono rappresentate nel quadro. Quindi l’autore, creando, non si dissocia mai dalla sua creazione, ma lascia dietro di se dei tratti che ci permettono di tornare a lui e in qualche modo conoscere qualche sua qualità e caratteristica. Si ha così un’inversione del rapporto creatore-creato perché dal prodotto si risale al produttore (nel caso del rapporto Dio-Universo si parlerà di priorità del materialismo sull’idealismo). Applicando questo esempio alla realtà vediamo che, osservando alcune caratteristiche del nostro mondo e del nostro universo riusciamo a dare un ritratto generale del divino: 1. Dio non ha la caratteristica della perfezione. 2. Dio non è onnisciente rispetto al suo creato. 3. Dio è infinito ed eterno. 4. Dio non è onnipotente.
Teoria della conoscenza di Dio o teoria dell’incognita umana:
Dio non è onnisciente, inteso come il poter conoscere in ogni istante
e in ogni luogo ciò che accade (nel passato, nel presente, nel futuro) . Il passato è stato interamente deciso, creato e messo in atto da noi. Dio non conosce ne il presente (ciò che è) ne il futuro (ciò che sarà), ma conosce il passato (ciò che è stato) che però non può essere cambiato ma solamente osservato(esattamente come facciamo noi). Il suo non-conoscere nel presente e nel futuro è dettato dal fatto che noi abbiamo il libero arbitrio, suo dono, e quindi possiamo decidere cosa fare/cambiare in ogni momento della nostra vita. Che Dio possa conoscere tutto è impossibile: l’uomo, ogni istante, può compiere una serie talmente infinita di azioni a cui può apportare anche infinitesimi cambiamenti, quasi impercettibili, tanto che nessuno può avere un quadro chiaro del presente e del futuro. Esempi: L’uomo può decidere se muoversi o no, respirare o meno, mangiare o digiunare in un dato momento. Può decidere se compiere tutto ciò in un istante X o in un istante Y di poco successivo a X. Inoltre può apportare infiniti ma impercettibili cambiamenti a queste azioni come per esempio far durare un respiro un decimillesimo di secondo in più rispetto al normale (cambiamento conscio), o rispetto a quanto l’uomo stesso prevedeva (cambiamento inconscio). Da questo punto di vista si creano quindi talmente tante realtà, impossibili da conoscere a priori, poiché troppo accidentali e arbitrarie, che nessuno può essere certo di quello che accadrà entro un breve lasso di tempo. Esempio: A è un uomo che respira e fa un certo numero di respiri al minuto. A può decidere di farne uno in meno in quell’arco di tempo, ma può anche decidere di farne uno in più rispetto al normale e di farlo durare un secondo in più. Oppure ancora per fare un esempio che riguardi avvenimenti più “concreti”: Jack può girare per strada con un coltello e uccidere una persona senza motivo, tagliando a questo sfortunato la gola o pugnalandolo al cuore. Si nota che ci sono quindi talmente tante “variabili” per ogni azione che compie l’uomo da rendere inconoscibile la realtà a priori ma solamente a posteriori, quando gli eventi sono già accaduti. Per ogni minima azione compiuta si va a creare conseguentemente una realtà diversa da un’altra (nella quale quella cosa per esempio non è avvenuta). Perciò l’avvenimento di tutte le azioni altera il futuro (si pensi se la persona dell’esempio precedente sia risparmiata: si apre una realtà dove quella persona è presente da viva invece che da morta; i suoi parenti non si dispereranno, l’assassino non verrà inseguito dalle forze dell’ordine ecc). Riassumendo, questi sono cambiamenti più o meno grandi apportabili da ogni uomo alla realtà e a cui Dio non può ne mettere mano, ne conoscere a priori perché troppo accidentali e ricche di incognite come tempo, spazio, causa ecc. Si nota quindi quanto Dio sia impotente nel conoscere ciò che avviene e avverrà nel suo creato e questo perché ha concesso all’uomo il libero arbitrio e quindi la possibilità di creare un suo futuro in cui egli non può mettere mano: è come se Dio fosse uno spettatore di un film e osservasse per l’eternità la sua creazione svilupparsi con tutte le sue incognite dettate solamente dall’uomo.
L’idea di perfezione e Dio:
Da sempre Dio è stato descritto come “perfetto”. La definizione di
perfezione è la seguente: La perfezione è l’insieme di ogni caratteristica oggettivamente positiva presente nella nostra realtà che, presa e infinitizzata, viene attribuita a un’entità che diventa quindi soprannaturale. Sono caratteristiche della perfezione: onniscienza, onnipotenza, l'essere infinito, l'essere eterno, caratteristiche che sono state ricavate dal nostro mondo e infinitizzate e derivano da: conoscenza umana, arbitrio umano, finitezza e durabilità della vita umana. Per dire che Dio è perfetto è necessario che tutte queste caratteristiche siano presenti in contemporanea. Ma: E’ stato dimostrato che Dio non è onnisciente. Quindi Dio non è perfetto. Dio non è onnipotente e ciò verrà dimostrato in seguito. Quindi Dio è “ancora meno perfetto“. L’unica caratteristica della perfezione che egli possiede è quella dell’essere Eterno e Infinito. Ciò si spiega attraverso la dimostrazione e non tramite il dogmatismo cristiano che porta a una visione sbagliata della realtà. Utilizziamo quindi un sillogismo di tipo aristotelico:
Premessa maggiore: Dio ha creato l’universo.
Premessa minore: L’universo è infinito ed eterno.
Soluzione: Dio è infinito ed eterno.
Il sillogismo si basa su un semplice fatto, constatabile realmente.
Infatti un’entità finita e deperibile (l’uomo per esempio) può creare sempre e solo entità finite (case, auto, computer ecc),ma ovviamente non potrà mai e poi mai creare entità infinite ed eterne (l’universo o un Dio perfetto). Un’entità infinita ed eterna invece può creare sia elementi infiniti (dio universo) che finiti (dio uomo). Ciò è ovvio per la “teoria dei gradi degli attributi”.
Teoria dei “Gradi e degli attributi“:
Gli attributi infinito e finito sono di diverso “grado”.
Distinguiamo un grado maggiore per l’attributo infinito e un grado minore per l’attributo finito. Questo grado dipende dalla vicinanza/lontananza dalla perfezione; più un attributo è vicino all’idea di perfezione più questo è di grado maggiore. Quindi intelligente è di grado maggiore rispetto a stupido o ignorante, ma contemporaneamente è di grado inferiore rispetto a onnisciente. Di conseguenza è logico dire che un’entità perfetta (o comunque vicina alla perfezione come Dio) possa creare elementi perfetti ma anche imperfetti (dipende dal suo arbitrio insomma), mentre un’altra entità non-perfetta possa creare elementi con attributi di grado simile o uguale a essa e non di grado maggiore.
Il creato più vicino al perfetto e “Tangibile“:
Come si è detto l'uomo è una creatura imperfetta e quindi potrà
sempre creare solo cose imperfette. Perciò si esclude ogni possibilità di creazione perfetta da parte dell'uomo. L'unico che abbia potuto creare qualcosa il più possibile vicino all'idea di perfezione è Dio: ha creato l'universo che è infinito ed eterno (un infinitezza dimostrata dalla teoria scientifica dell'universo in espansione). L'universo, quindi, pur non essendo la perfezione, è l'entità che ci si avvicina di più perché possiede queste due qualità. Tuttavia questa teoria è ancora in fase di elaborazione perché, se venisse dimostrato che l'universo non è infinito ed eterno allora sarebbe solamente una creazione come un'altra: una creazione imperfetta e non avrebbe più nulla di diverso da noi. In ogni caso se anche l'universo fosse finito e deperibile Dio continuerebbe ad essere infinito ed eterno; la dimostrazione sta nel fatto che, una volta "conclusa" la vita del nostro universo, Dio creerà un'altro universo con le nostre stesse caratteristiche in un ciclo eterno. Riassumendo quindi:
Infinito-Eterno Dio è infinito ed eterno e “vive“ in
contemporanea con noi
Universo
Finito-Deperibile Dio è comunque infinito ed
eterno e dopo la morte del nostro universo ne creerà un'altro con ciclo:
L'onnipotenza e Dio:
Dio non è nemmeno onnipotente.
Può esserlo solamente in parte perché come si è detto può creare universi sia infiniti che finiti, ma contemporaneamente egli non può conoscere ne il nostro avvenire, ne interferire nella nostra vita (come ci ha dimostrato l'esperienza razionale fino ad oggi). Da questo punto di vista l'uomo che può cambiare ogni aspetto della sua storia, dal più misero (decidere se compiere un'azione o meno) al più grande (rovinare irrimediabilmente il proprio pianeta) risulta essere più potente di Dio, che invece non può interferire sul suo creato. Sono però due tipi di potenza, che uniti formano il vero e proprio carattere dell'“essere onnipotente“. Dio è onnipotente perché crea entità come l'universo che ha caratteristiche impareggiabili (che sia o non sia infinito), invece l'uomo è onnipotente a modo suo perché opera in modo totalmente indipendente e non-influenzato sul già creato. C'è però da dire che l'uomo a sua volta può creare nuove cose all'interno dello stesso creato di Dio e quindi si può dire a gran voce che l'uomo è più potente di Dio, o quantomeno ha una marcia in più in quanto crea e opera, mentre Dio crea ma non interferisce.
Da dove si è creato Dio?
Dio è increato e ciò è dimostrato dal principio di causalità di
Aristotele.
Discorso sulla "morale e sulla mentalità" di Dio:
Come si è dimostrato Dio è lungi dall'essere perfetto. La perfezione
non è qualcosa di esistente nel nostro mondo (vedi paragrafo successivo). Lo stesso universo, sua creazione, non è perfetta e neppure il genere umano lo è. Una dimostrazione della nostra imperfezione sta proprio nell'intrinseca e concreta presenza del dolore nel mondo (collegamento al pessimismo di Schopenhauer) che dimostra tra l'altro, che Dio non è perfetto nemmeno nel creare perché crea entità che soffrono e che si disperano della loro situazione. Un'altra dimostrazione che egli non è onnisciente sta proprio nel fatto che egli (secondo la concezione cristiana) ha mandato suo figlio Gesù sulla terra; avrebbe conosciuto a priori cosa gli sarebbe successo e sicuramente non l'avrebbe ne voluto ne permesso. Se invece fosse stato a conoscenza di ciò a cui lo mandava incontro allora è un vero mostro sanguinario, che come dice Schopenhauer si deve vergognare della sua stessa creazione. La chiesa risponde dicendo che i mali e la sofferenza sono frutto del libero arbitrio, la capacità che ci ha regalato Dio di fare ciò che vogliamo. Quindi è vero dire che gli omicidi, le guerre, i crimini vari sono in parte colpa nostra (approfondimento paragrafo successivo). Ma allora i terremoti, gli tsunami, le deformazioni prenatali e tutti quegli avvenimenti nei quali è palese che l'uomo non c'entra da chi sono dipesi? Se nemmeno Dio interferisce la risposta è una sola: viviamo in un mondo imperfetto, sbagliato, creato malamente. L'uomo potrà quindi scegliere due percorsi: credere in Dio e bisognerà credere necessariamente al "ritratto" fatto di Dio, oppure non credere nella sua esistenza e seguire le tesi di Feuerbach e Marx che danno spiegazioni concrete sul perché l'uomo abbia inventato Dio.
La perfezione sarà mai conoscibile dall'uomo?
No. La perfezione non è presente ne in colui che creò l'universo (per
chi ci crede) ne in chi ci vive, l'uomo. La perfezione è qualcosa oltre qualsiasi immaginazione umana, non l'abbiamo mai vista, non l'abbiamo mai percepita e nemmeno toccata. C'è ora da chiedersi se sia pensabile qualcosa che non è mai stato presente nella nostra esperienza. Immaginate che esista qualcosa che và oltre la nostra esperienza e oltre il nostro pensiero: è come pensare a un colore nuovo; cerca ora di pensarlo e "inventarlo". Un colore mai visto e che riempia la tua mente. Impossibile vero? O nel caso improbabile che ci sia riuscito sapresti comunicare la tua visione agli altri? Con lo stesso ragionamento risulta impossibile pensare all'idea della perfezione.
L'uomo debole è programmato per sbagliare:
Si è parlato prima del libero arbitrio e di quanta colpa abbia l'uomo
quando compie atti efferati come omicidi, stupri, guerre. Ebbene in parte è colpa di chi le compie, ma la maggior parte della colpa è da attribuire a Dio. E' lui infatti che ci ha creati in modo imperfetto. E visto che il nostro stesso creatore è lontano dalla perfezione, che strada potevamo seguire noi, se non quella dell'imperfezione intrinseca? E ancora con il nostro universo, che è imperfetto a sua volta, che tipo di eventi si potevano venire a creare, se non questi di estrema imperfezione? La perfezione è troppo lontana da noi e come tale, l'uomo non può seguirla, non ci può nemmeno assomigliare. Tuttavia questa teoria è lungi dal giustificare le azioni brutali dell'uomo, anzi, ciò che segue le condanna con maggior forza. C'è infatti chi si ribella a questa natura così triste dell'uomo e cerca di fare del suo meglio per sopravvivere senza arrecare danni, vive in modo "meno imperfetto di altri". Queste persone non cercano la perfezione, non possono, cercano di resistere alla corruzione, ed è giusto che siano difese e libere di vivere senza gli uomini che invece scelgono la via più breve e semplice: quella dell'imperfezione che è un fattore costante nella nostra vita e ci induce continuamente nell'errore. Debole sarà quindi l'uomo che si lascia trasportare dal suo essere. Forte sarà l'uomo che non seguirà il suo istinto e che avrà saldi valori su cui poggiare la propria vita e le proprie azioni.