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Prof.ssa Cristina Galizia www.arringo.wordpress.

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LA PRIMAVERA NELLA POESIA
METAFORE, SIMILITUDINI, PERSONIFICAZIONI E SINESTESIE

Leggi queste poesie e riconosci le figure retoriche studiate (metafore, similitudini,


personificazioni):

PASSA MARZO
Passa marzo
Attenti, bambini,
la mano al cappello:
c marzo che passa,
che urla, che spazza,
che gioca monello
per strade e giardini
Attenti, bambini!
E ride, quel matto!
E locchio vi strizza.
Si china su un fiore
con tenero amore
poi, lesto, una bizza:
disf quel che ha fatto.
E ride, quel matto!
E sempre combina
scherzetti e pasticci:
sparpaglia il bucato
disteso sul prato,
scompiglia i bei ricci,
le nubi trascina
scherzetti combina.
Ma quando di sera
il cielo si ammanta
di un rosso di fuoco,
fermandosi un poco
vi guarda e vi canta:
Or vien primavera
Poi va, nella sera. (Adriano Caramellino)

MARZO
A marzo, il solicello
fa tanto di cappello
e viene in pompa, fuori,
stendendo sete e ori.
Una bellezza! Chiaro
per tutto, il grande faro
riaccende; e somiglia
unallegra famiglia
la siepe, il campo e lorto
A un tratto, tutto smorto:
un vento strapazzone
ti mangia in un boccone
quella famiglia allegra.
Geme la terra negra
e canta il funerale
con un bigio piviale.
Ma la mattina appresso,
dice il sole: E permesso? (Lina Campanini)

Sottolinea nei testi le metafore, personificazioni, similitudini presenti e spiegane a voce il


valore espressivo:

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PASSA MARZO
Passa marzo
Attenti, bambini,
la mano al cappello:
c marzo che passa,
che urla, che spazza,
che gioca monello
per strade e giardini
Attenti, bambini!
E ride, quel matto!
E locchio vi strizza.
Si china su un fiore
con tenero amore
poi, lesto, una bizza:
disf quel che ha fatto.
E ride, quel matto!
E sempre combina
scherzetti e pasticci:
sparpaglia il bucato
disteso sul prato,
scompiglia i bei ricci,
le nubi trascina
scherzetti combina.
Ma quando di sera
il cielo si ammanta
di un rosso di fuoco,
fermandosi un poco
vi guarda e vi canta:
Or vien primavera
Poi va, nella sera. (Adriano Caramellino)

MARZO
A marzo, il solicello
fa tanto di cappello
e viene in pompa, fuori,
stendendo sete e ori.
Una bellezza! Chiaro
per tutto, il grande faro
riaccende; e somiglia
unallegra famiglia
la siepe, il campo e lorto
A un tratto, tutto smorto:
un vento strapazzone
ti mangia in un boccone
quella famiglia allegra.
Geme la terra negra
e canta il funerale
con un bigio piviale.
Ma la mattina appresso,
dice il sole: E permesso? (Lina Campanini)

Ora leggiamo questa altra poesia:


PRIMAVERA
Il sole batte, con le dita d'oro,
alle finestre. Uno squitto sottile
sui tetti. Nell'orto la fontana
ricomincia a cantare. primavera.
La chiesa, in alto, con le croci accese
i monti immensi con le cime rosa,
le strade bianche con gli sfondi blu.
primavera. primavera.
Il cielo spiega gli arazzi delle nubi al vento.
L'albero gemma. Verzica la terra.
Nel cortile la pergola fiorita.
Ai balconi: le donne in vesti chiare.
Il mare ha un riso azzurro e un brivido di seta.
Giuseppe Villarel

Notiamo che il poeta usa espressioni particolari: squitto sottile, il mare ha un riso azzurro
e un brivido di seta.

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Sono sinestesie (< greco syn-, insieme e aisthnestai, percepire).


Analizziamo:
raggi del sole
DATO VISIVO

squitto
DATO UDITIVO

sottile
DATO VISIVO

mare limpido
DATO VISIVO

riso
DATO UDITIVO

azzurro
DATO VISIVO

mare increspato
DATO VISIVO

brivido
DATO TATTILE

seta
DATO VISIVO

Possiamo quindi analizzare la poesia, individuando anche le sinestesie:


PRIMAVERA
Il sole batte, con le dita d'oro,
alle finestre. Uno squitto sottile
sui tetti. Nell'orto la fontana
ricomincia a cantare. primavera.
La chiesa, in alto, con le croci accese
i monti immensi con le cime rosa,
le strade bianche con gli sfondi blu.
primavera. primavera.
Il cielo spiega gli arazzi delle nubi al vento.
L'albero gemma. Verzica la terra.
Nel cortile la pergola fiorita.
Ai balconi: le donne in vesti chiare.
Il mare ha un riso azzurro e un brivido di seta.
Giuseppe Villarel

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