Professional Documents
Culture Documents
la notte ti posi, tu che vaghi sul mare e sulle campagne: nessuno ti sfugge, né uomo né
dio. E la mente impazzisce. Chi ha l’animo giusto, sai renderlo ingiusto, e lo porti a rovina,
sei tu che infiammi la lotta fra uomini legati dal sangue. Ma splendente trionfa negli occhi
della bella sposa il desiderio, che siede accanto alle leggi supreme. È il gioco ridente di
Afrodite divina» (Sofocle, "Antigone").
Eros, il dio dell’amore, figura della mitologia greca, in origine non rappresentava un dio,
ma una forza ed un'attrazione irresistibile che due esseri sentono uno per l'altro e che può
arrivare a privarli della ragione e addirittura a distruggerli. Il potere di Eros non aveva limiti,
egli era l'elemento attivo dei primordi dell'universo. Per questo era adorato a Tespi sotto
forma di una pietra grezza. Eros è potenza primordiale, forza cosmica indomabile e
temibile che domina l’uomo conducendolo dove vuole, spesso alla rovina, superiore anche
agli stessi dèi.
«Eros, che stilli per gli occhi il desiderio e dolce delizia infondi in ogni anima che assali, il
tuo apparire non mi sia sventura, la tua venuta non mi sia violenza! Non di fuoco, non di
astri è così forte il colpo, quanto la freccia di Afrodite, che lancia con le sue mani Eros,
figlio di Zeus. Invano a Zeus, sulle rive dell’Alfeo, invano a Febo, nelle case di Pilo, offre
l’Ellade il sangue dei buoi, se Eros, tiranno degli uomini - lui che dell’amata alcova di
Afrodite ha le chiavi - non veneriamo: lui che fra morte e rovina si apre la strada, quando
arriva a noi». (Euripide, "Ippolito").
Eros come forza cosmica irresistibile, potenza originaria, legata alle radici profonde
dell'essere, attraverso il desiderio e le passioni che
suscita oltrepassa la volontà individuale di uomini e dèi.
Potenza creativa-distruttiva, che tende a rompere ogni
freno, ogni logica troppo razionale. Vi sono diverse
versioni della sua genealogia. A volte viene considerato
figlio di Afrodite generato con Ermes, oppure della dea e
di Ares, il dio della guerra, o, infine, un figlio di Zeus,
concepito con la figlia Afrodite, in modo tale che Zeus
fosse al contempo padre e nonno del piccolo. Una tarda
leggenda di origine poetica lo definiva figlio di Iride
l'arcobaleno e del vento dell'Ovest. Più spesso è detto
figlio di Afrodite e Ares o divinità primordiale. In Platone e
precisamente nel “Simposio” è descritto, per bocca di
Socrate e secondo l'insegnamento di Diotima di
Mantinea, come figlio di Penia (mancanza) e Poros
(ingegno). Eros rappresenta così la ricerca di
completezza che causa l'amore e le mille astuzie a cui
sono pronti gli amanti per raggiungere i loro scopi amorosi. In chiave prettamente
filosofica, la natura ingegnosa di Eros lo porta ad essere via verso la filosofia attraverso la
mania erotica.
«La reciprocità appare come il criterio più fecondo per valutare la qualità dei rapporti tra
individui, per misurarne la legittimità: tuttavia, la natura solipsistica e fantasmatica
dell’eros, la natura intransitiva del desiderio, determina lo scacco di tale condizione.
Di qui scaturiscono le aporie di tale principio, i cui confini si rivelano sempre fluidi,
indeterminati e transitori» (Marco Vozza, “I confini fluidi della reciprocità. Saggio su
Simmel”).
IL SUBLIME EROTICO
“I Modi” vennero pubblicati nuovamente nel 1527, insieme ai poemi; in questa edizione
testo e immagini si ritrovarono combinati, sebbene il papato più di una volta s'impadronì di
tutte le copie che avrebbe potuto trovare. In questa occasione, Raimondi scappò dalla
prigione, ma le soppressione delle opere venne man mano estesa. Una nuova serie di
grafici ed esplicite incisioni delle posizioni sessuali venne realizzata da Camillo Procaccini.
o più probabilmente da Agostino Carracci per una ristampa più tarda dei poemi di Aretino
(I Modi - Wikipedia).
I Modi, nella loro oscenità, costituiscono un caso unico di erotismo pornografico in quanto
per la prima volta rappresentano la passione amorosa tra due amanti mostrando i genitali
durante l’atto. Se ne I Modi il riferimento mitologico riesce ancora a in qualche modo a
restituire un erotismo pur se non proprio sublime, nella pornografia vera e propria, che
rappresenta la sessualità come prostituzione, si andrà sempre più verso un crudo realismo
fatto tutto incentrato sula genialità.
[…] Abbandono erotico, pressoché
onanistico, esaltato nella “Venere di
Urbino” di Tiziano, a sua volta
tras/figurata nell'algida “Olympia” di
Manet. Sarà attorno a quest'opera
capitale della modernità ed al suo
pendant, “Le Déjeuner sur l'Herbe”, che
si giocheranno le principali carte del
rinnovamento proto-avanguardista
impressionista, neo-impressionista e
simbolista registrato soprattutto a Parigi
negli ultimi quattro decenni della
seconda metà dell'Ottocento. Nella
capitale francese gli anni Sessanta saranno caratterizzati da una radicale rottura con il
passato, rottura affidata da Manet proprio allo stravolgimento formale dei canoni estetici
consolidati (peraltro ampiamente studiati ed assimilati dal Nostro nei suoi continui accessi
ai principali musei europei) nei "politi nudi" neo-classicheggianti di Ingres (“Il Bagno
Turco”, 1862). […]
L’ “Origine du Monde” vide la luce in un'epoca in cui i valori morali erano messi in
discussione. Grazie alla natura verace del suo realistico erotismo grafico, il quadro ha
ancora oggi il potere di shockare. Per esempio, il 23 febbraio 2009, alcune copie di un
libro raffiguranti L'Origine come copertina sono state sequestrate dalla polizia a Braga, in
Portogallo, che le contestava come "pubblica pornografia”. Durante il XIX secolo, il
mostrare il corpo nudo divenne una rivoluzione, i cui principali attivisti furono PTOPTIO
Courbet e Manet. Courbet è più estremo: rifiuta la pittura accademica e i sui nudi lisci e
idealizzati e denuncia le ipocrite convenzioni del Secondo Impero, dove l’erotismo, e
perfino la pornografia, erano accettabili in quadri mitologici o onirici. Il suo realismo erotico
– la rappresentazione quasi anatomica dell’organo genitale femminile al di fuori di
qualsiasi contesto storico o letterario - ebbe un forte impatto sulla società del tempo,
allargando i limiti di quanto fosse considerato osceno e impresentabile (in questo senso
Courbet ha aperto la trada a quella che sarà poi la pornografia vera e propria,
assolutamente non erotica). Maxime Du Camp, in una dura invettiva, defini l’Origine
"l'ultima parola nel dare realismo" (L'origine du monde – Wikipedia).
Sedurre, come del resto amare, è una sfida all'altro a sedurre a sua volta. Essere sedotti è
sfidare l'altro ad esserlo. È uno scambio rituale ininterrotto, un gioco al rialzo in cui le
strategie dei protagonisti non sono mai definite poiché è ambigua la demarcazione tra
la vittoria dell'uno e la sconfitta dell'altro. È una continua sfida a chi seduce di più. Se
questa spirale viene interrotta è la fine del gioco: si esce dal campo ambiguo della
seduzione per entrare in quello della realtà, del soddisfacimento del desiderio, del
porno-narcisismo, della porno-produzione.
[…] La seduzione rappresenta l'universo simbolico, mentre il potere della legge dello
stereotipo sessuale rappresenta l'universo reale. La seduzione, in quanto universo
simbolico, ha il potere di far fallire tutti i sistemi di senso e di potere politico e sessuale,
corrisponde all'apogeo del puro godimento e alla catastrofe di ogni principio di realtà
applicato al sesso. […] Freud riteneva che la femminilità fosse nel raggiungimento della
posizione etero riferita, del rivolgersi all'altro, nel desiderio dell'altro quindi nell'uscita dal
narcisismo. Nella seduzione la distanza tra il seduttore e il sedotto è abolita in un
processo di mutua identificazione. Nella seduzione gli opposti si fondono si identificano
l'uno nell'altro e ognuno con se stesso. L'uomo con la donna, la donna con l'uomo […]
l'estetica trascendente della seduzione contro l'estetica immanente del piacere e del
desiderio […] (Jean Baudrillard, "Della Seduzione").
La femminista anti-porno Gloria Steinem distingue tra pornografia in quanto enfasi del
dominio ed erotismo in quanto enfasi della mutualità. «Sono diversi come l’amore dallo
stupro, la dignità dall’umiliazione, l’associazione dalla schiavitù, il piacere dal dolore».
L’erotismo promuove una sessualità positiva, reciproca, pro-femminile, e non provoca gli
effetti nocivi della pornografia. Secondo la Steinem, «qualunque sia il genere dei
partecipanti, tutta la pornografia è un’imitazione del paradigma maschio-femmina inteso
come conquistatore-vittima», da cui la rappresentazione di maschi padroni e donne
schiavizzate. La Steinem cita ache i film "snuff” come una seria minaccia per le donne
(“Erotica and Pornography: A Clear and Present Difference”, Ms. Magazine, novembre
1978; “Pornography Not Sex but the Obscene Use of Power”, Ms. Magazine, agosto
1977).
[…] Decine di uomini in ginocchio e con le braccia protese attraverso le fessure, bramosi
di toccare il seno e il fondoschiena della sexystar che passeggia nuda dall'altra parte del
muro. O riuniti tutti attorno ad un grande letto per «ammirare» un uomo, una donna e un
transessuale mentre si rotolano tra i cuscini, con la speranza di poter salire sul materasso
e accarezzare quei corpi nudi anche solo per un minuto. Sono le scene a cui si può
assistere entrando nella «camera con vista» e nel «lettone di Putin», due delle dieci
stanze che si trovano all'interno dell'Erotica Tour, la fiera dell'hard […] Quasi tremila
persone, a detta degli organizzatori, hanno comprato un biglietto (25 euro i single, 40 la
coppia) per poter partecipare alla prima serata. Al centro del grande tendone dall'aspetto
circense troneggia un grande palco dove le pornostar si esibiscono a turno in spettacoli a
luci rosse […]. (“Erotica Tour, botte e lussuria”, Dario Martini, Il Tempo, 14/08/2009).
La pornografia non è una forma di sessualità, è una forma di cruda rappresentazione della
sessualità, del sesso senza arte, dell’Eros senza Anteros. Il vero oggetto della pornografia
è la prostituzione. La pornografia è in effetti una forma di “favoreggiamento della
prostituzione” e come tale andrebbe perseguitata, mentre invece è legale. Pornografia =
trattazione e/o la raffigurazione di soggetti erotico-sessuali in maniera esplicita. Viene
definita in senso lato come “descrizione e rappresentazione di cose oscene (ovvero
inerenti al sesso)”. Letteralmente: scrivere su o disegnare prostitute, ovvero
rappresentazione di prostitute/i” (wikipedia).
L'abito è erotico perché con la sua forma, con i suoi colori, con il suo taglio, copre alcune
parti del corpo e ne svela altre, attivando così un gioco di seduzione che costringe chi
guarda a immaginare e a desiderare. Inoltre, l’erotismo non si limita a rappresentare
prostitute/i, ma coinvolge l'umanità intera. In generale, l'erotismo, a differenza della
pornografia, tratta il rapporto sessuale in relazione al sentimento. La rappresentazione
erotica dei corpi maschili e femminili è rispettosa, nobile, dolce, artistica, mentre quella
pornografica fa leva sugli istinti più bassi e tende a ridurre i corpi a merce, trattando di
prostitute/i, cioè di soggetti degradati ad oggetti, esibiti, corrotti dalla ricerca di un profitto
piuttosto che di un piacere o dell'appagamento di un desiderio amoroso. L’erotismo, al
contrario, è una forma di regolamentazione sociale e culturale dell'istinto sessuale che
svolge una duplice funzione: […] da una parte difende il gruppo sociale dalla caduta
nell'animalità naturale o nella sessualità informe, dall'altra stimola ed eccita secondo
forme e regole elaborate dalla cultura l'attività sessuale. In ragione di questa duplice e
apparentemente contrastante finalità, l'erotismo è fonte di intensa creatività che genera
forme comunicative e attività ludiche […] (Enciclopedia della Comunicazione). La
pornografia celebra invece una animalità artificiale, una regressione nell’indistinto. Infine,
mentre l'erotismo si rivolge in genere ad entrambi i sessi, la maggior parte della
pornografia è “fallogocentrica”, cioè è prodotta da maschi (maschilisti) e rivolta ad un
pubblico maschile, proponendo una immagine di donna stereotipata che incarna un
desiderio di sopraffazione.
[…] La pornografia veicola dei messaggi che sono
distorti, ma non nel senso che parla (e agisce) di
sesso ( e il sesso come tale è associato al peccato,
al diabolico), ma per le forme che usa e gli strumenti
che utilizza: nello specifico i corpi, corpi umani. Se ci
si ferma per un istante ad osservare i corpi
pornografici, vediamo che, come afferma R. Poulin:
«Questi si trasformano per enfatizzare i propri
attributi sessuali, i seni femminili ad esempio
diventano enormi e duri, sono riempiti di silicone per
occupare lo spazio. I corpi sono modificati al fine di
soddisfare un’idea di ciò che i corpi dovrebbero
essere, sono corpi definitivamente votati alla
sessualità». La sessualità vissuta dalla pornografia è
irreale, la sublimazione degli organi genitali, la
promiscuità dello sguardo, l’ossessione per il
dettaglio fisico vogliono rendere l’idea di una realtà
che non esiste. L’immagine infatti non è una
rappresentazione della sessualità ma una proiezione della fantasia che paradossalmente
però è povera di contenuti. I film pornografici ad esempio hanno sempre la stessa
struttura, ovviamente la trama è inesistente perché non serve, non c’è un’azione in
crescendo che si sviluppa lungo l’arco di due ore, ma azioni immediate, piatte, meramente
meccaniche che si ripetono all’infinito, per soddisfare all’infinito le fantasie (e le voglie)
dello spettatore. «La pornografia è un lavoro di rappresentazione genitalizzata della
sessualità» (R. Poulin, 1999). Più che un continuum di azioni, si tratta di una serie di
scene che si chiudono con la consumazione dell’amplesso. Nei film “classici” ad esempio,
ciò che conta è l’eccitazione e il soddisfacimento del “maschio” che si realizza, creando
l’illusione che questa sia la verità riscontrabile nella vita reale, nella continua offerta
consapevole da parte delle donne del loro corpo: un corpo quindi sempre pronto (anche
quando è fintamente riluttante), sempre in pose suggestive ed estremamente provocanti.
Banale sottolineare come il corpo femminile venga strumentalizzato e mercificato, ma
paradossalmente la virilità maschile non può essere esercitata e provata se non attraverso
questi corpi. La “presunta superiorità maschile” passa inevitabilmente per la “presunta
inferiorità” femminile e quindi per la sottomissione della donna. […] (Osceno e comune
senso del pudore: Antropologia della pornografia, di D. Stanzani e V. Stendardo).
Quindi, per riassumere, affinché una rappresentazione di un rapporto sessuale possa dirsi
pornografica: 1 - deve avere come soggetto una o più prostitute e/o prostituti, cioè delle
persone, maschio o femmina, che accettano di fornire una qualsiasi prestazione sessuale
in cambio di denaro, quindi promuovere una mercificazione dell'atto sessuale; 2 - deve
essere cruda, esplicita, oscena, violenta, “in your face”, non deve lasciare nulla
all'immaginazione; 3 - deve disinteressarsi dell'aspetto estetico-erotico ed essere
finalizzata alla masturbazione dello spettatore. Poi, ovviamente, ci sono i casi particolari,
come ad esempio i tentativi di pornografia d'autore, alla “Gola Profonda”, di pornografia
femminista, fatta da donne con un maggior riguardo per il ruolo della donna, o altri casi,
come la pornografia underground, la pornografia indipendente, la pornografia militante, e
tutti i porno-sottogeneri che rientrano comunque nella pornografia.
[…] La pornografia è una galassia in continua espansione, soddisfa tutti i generi «tutte le
categorie, come tutte le merci fabbricate per un mercato segmentato». (R. Poulin, 1999)
[…] (Osceno e comune senso del pudore: Antropologia della pornografia, di D. Stanzani e
V. Stendardo).
[…] «L'erotismo, questo sì intrinseco ad ogni fatto amoroso, trova alimento all'interno della
fantasia, dell'immaginazione, non è direttamente funzionale al fatto sessuale come tale,
ma in qualche modo lo richiama per percorsi metaforici. E i segni dell'erotismo non sono
tali perché veicolati da immagini sessuali, ma, anzi, proprio perché in apparenza lontani
dal mondo del sesso e ad esso raccordabili solo, appunto, grazie alla fantasia ed
all'immaginazione del singolo individuo» (A. Sobrero, 1992). Quindi l’erotismo è un fatto
meramente individuale e nel momento in cui diviene collettivo per non tradire la sua nobile
origine (infatti il termine erotismo deriva dal greco Eros, amore), deve essere riscattato da
una interpretazione non mercificante. È infatti il divenire merce che fa del sesso o
dell’erotico pornografia. Le pubblicazioni di innumerevoli riviste, le infinite offerte di
homevideo, i tantissimi pornoshop, internet come ultima frontiera, per non parlare degli
spettacoli itineranti e le fiere, non hanno nulla a che vedere con la tradizione del romanzo,
se vogliamo pornografico, della fine del Settecento o con le pubblicazioni più o meno
clandestine del XIX secolo. La pornografia non coglie le sottili e conturbanti sfumature
dell’erotismo e quindi per molti aspetti è la negazione di questo: mortifica l’aspetto
immaginifico, proibisce il senso della scoperta, esaurisce la passione che c’è nell’unicità di
ogni atto sessuale. «L’universo pornografico è utopico, privo di spazialità, di temporalità, di
relazioni e di emozioni, pieno però all’infinito di gesti sessuali che non possono cessare
perché, altrimenti, ristabilirebbero una scansione temporale. Non vi è quindi reale azione,
ma solo una rappresentazione asimbolica di desideri, di agiti, nei quali, di conseguenza,
ogni personaggio resta lo stesso, prima e dopo l’evento , e, naturalmente, con essi, il
fruitore cui fanno da specchio illusorio» (R. Dalle Luche). […] La pornografia è la
dominazione del corpo sul corpo, dell’individuo sull’individuo, del potente sul debole. Vince
la produzione industriale, la mercificazione delle illusioni dei consumatori che trovano
piacere nell’osservare corpi smembrati e ricomposti per solleticare e appagare i loro
desideri più reconditi, ma che si basano per la maggior parte delle volte sulle vite spezzate
di tanti essere umani inermi. […] (Osceno e comune senso del pudore: Antropologia della
pornografia, di D. Stanzani e V. Stendardo).
Pornografia - Wikipedia
SHOCKING TRUTH
PORNO-MODA
PORNO-LIBERALISMO
PORNOCULTURA
PORNOGRAFIA ESTREMA