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ta di Cristo nei suoi; nel cuore che non viene pital ‘mentato dalla forza vitale di Cristo, il segno finisce; nel ‘cuore che da essa viene toceato e trasformato, comin ‘ia [..} Le radiei dell albera inestirpabile cercano di ppenetrare in ogni cuore. I regno & uno; sussstesoltan- to mediante il Signore che é la sua vita, la sua forza, i so centro.» (p. 31s). Pregare peril regno di Dio si fgoifica dire a Ges: Facci essere tuoi, Signore! Perva ‘ici, viv in nok, raccoglt nel tuo Corpo Pumanita di “pets affinche in te tutto venga soxtomesso a Dio et poi possa consegnare l'universo al Padre, cosicché Dio sia euea in tutto (I Cor 15,2628). Sia fata la tux volonta come in ciel cost in terea Dalle parole di questa domanda si rendono imme iatamente evidenti due cose: ’é una volonta di Dio ‘con noi e per noi che deve diventar il eriterio del no- stro volere e del nostro essere. E ancora: la caratteristi Cadel acielow 2 che I! immancabilmente vien farta la volonta di Dio, @ con sltre parole: dove si fala volonta i Dio, & ciclo, Lessenza del cielo & Pessere una cosa Sola con la volonta di Dio, lunione tea volonta e ve- rita, La terra diventa «ielo», se ¢ in quanto in essa vien fata la volonta di Dio, mentre & solo «terra», po- To opposea del cielo, se e in quanto essa si sottra alla ‘volonta di Dio, Percio noi chiediamo che le cose inter ra vadano come in cielo, che la terra diventi«cielow ‘Ma che cosa significa «valonth di Dios? Come la rico- -nosciamo? Come possiame adempiesla? Le Sacre Serit: v8 ture partono dal presupposto che 'uomo nel suo int: ‘mo sappia della volonta di Dio, che esieta tuna comu none di sapere con Dio, profondamente inscritta in ‘noi, che chiamiamo coscienza (cfr, per es., Rov 215). Ma exse sanno anche che questa comunione di sapere con il Creatore, che Eli stesso ci ha dato creandoci «a sua somiglianza», stata sepolta nel corso della storia — ‘mai estinguibile totalmente, essa uttavia stata rico- pertain molt modi; una fiamma debolmente guizan- te, che troppo spesso rischia di essere soffocata sotto la cenere di uti pregiudiai immess! in noi E per questo io ci ha perlato nuovamente, con parole nella storia che si tivolgono a noi dall'estezno e danno vn siuto al nostro sapere intetiore ormai troppo velo. nucleo di queste «lezionisussidiarien della storia, nella rivelazione biblica, il Decalogo del monte Sinai ‘che ~ come abbiamo visto ~ dal Discorso della mont {gna non viene per nulla abolito 6 reso ana «lege wee chia» ma, sviluppato ulteriormente,risplende ancora pit chiaramente in eutala sua profondita e grandezza ‘Questa Parola ~ I'abbiamo visto — non 2 una cosa che alltuomo viene imposta dallesterno, Essa &— nella sm ssn ul dimo capac di eevera—rveavone dll natura di Dio stesso © con cid spiegazione della veriti del nostro essere: ei viene svelato lo spartito della no. stra esistenza, di modo che possiamo leggetloe tradur Tonella vita. La volonta di Dio deriva dllesscre di Dio ¢fntroduce uid el vert del nosto esr, Yautodistruzione mediante la menzogna. Poiché il nostro essere proviene da Dio, possiamo, ‘nonostante tutte Ie sozzure che ci ostacolano, mettercl in cammino verso la volonta di Dio. Il concetto vete 179 rotestamentario di «iusto» significava proprio que- sto: vivere della parola di Dio e cost delle volonta di Dio ed entrare progressivamente in sintonia con que- sa voloat ‘Ma quando Gesi ci parla della volonta di Dio e del ciclo, in cui si compie la volonta di Dio, questo ha di nuovo a che fare in modo centrale con la sua missione personale, Presso il pozzo di Giacobbe Egli dice ai di- Scepoliche gli portano da mangiare: «Mio cibo fare Ta volonta di colui che mi ha mandato» (Go 4334). Cid significa: essere una cosa sola con la volonta cel Padre la fonte della vita di Gest, Lianith di volonea col Pa ‘dre 2 il nocciolo del suo essere in assoluto. Nella do. ‘manda del Padre nostro avvertiamo, per®, sullosfondo soprattutto V'appassionata lotta intetiore di Gest du tance il suo dialogo nell'Orto degli ulivi: «Padre mio, seé possibile, passi da me questo calice! Per® non co- ‘me vogli io, ma come vuoi tul» — «Pade mio, se que- ‘xo calice non pud passare da me senza che io lo bews sia fata la tua volonti> (Me 26,39.42). Di questa pre: hier dk Ge nella gale El psa lua re nella sua anima umana e nel suo diventare «uno» Con Ia volonta di Dio, dovremo occupa! ancora in ‘modo particolare quando ifletteremo sulla passione diGess ‘Laurore della Lettera agli Ebrei ha individuato nel- Ja lotta interiore del Ort degh lilo svelamento del ‘centro dl mistero di Gest (eft. 5,7) e~ partendo da ‘questo seuardo nell'anima di Gest — ha interpretato questo mistero con il Salmo 40, Egli legge il Salmo co- si «Ti non hai voluto né sactficio né offerta, un cor: po invece mi hai preparato. [.] Allora ho detto: coco fo vengo ~ poiché di me sta srito nel rotolo del libro = per fare, © Dio, la tua volonti (Eb 10,586; eft. Sal 40,7-9), Vintera esistenza di Gest riassunta nella pa rola: «Ecco fo vengo, per fare lata volonta. Solo co i comprendiamo pienameate la parola: «Mio cibo & fare la volonti di colui che mi ha mandatom, Ea partire di la comprendiamo ora che Gesi stesso «il cielo» nel senso pia profondo e pid autentico ~ gli, nel quale e mediante il quale la volonti di Dio vien fatta pienamente. Guardando a Lui impariamo che, di nostro, noi non possiamo mai essere pienamen: te «gust: la forza di gravita della nostra volonta ei ttascina sempre di nuove lontano dalla volonta di Dio, «i fa diventare semplice «terrt». Egliinvece ci acco. slic, ei attrac in alto verso di s6, dentro di sé, ¢ nella ‘comunione con Lui apprendiamo anche la volonta di Dio. Cosi in questa terva domanda del Padre nostro, chiediamo ultimamente di avvieinarci sempre di pit Lat affinché la volonta di Dio vinca la forza di gravita diel nostro egoismo e ei faccia capaci dell'altezza alla ‘quale siamo chiamat Dacci 098 twostro pane quotidiano [La quarta domanda del Padre nostro ci spare come la i umana> di tutte: il Signore che orienta il nosteo suardo su cid che &essensial, suill'anica cosa neces: sari, sa perd anche delle nostre necessita terene e le riconosce. Egli, che ai soi discepoli dice: «Per la vo- stra vita non affannatevi di quello che mangerete» (Me

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