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UE e NWO: l'Unità, il Movimento Federalista Europeo e l'Istituto Affari

Internazionali

"Il MFE ha come scopo la lotta per la creazione di un ordine


politico razionale, che, secondo la visione di Kant, può essere tale
solo se abbraccia l'intera umanità. Il suo obiettivo ultimo è
pertanto la federazione mondiale. I suoi obiettivi intermedi sono
la Federazione europea, l'unificazione federale delle altre grandi
famiglie del genere umano e la trasformazione dell'ONU in un
governo mondiale parziale."
Statuto del Movimento Federalista Europeo, Art.2

Circa 8-9 anni fa ero un lettore "impegnato" dell'Unità. Era l'epoca


in cui la sinistra tutta era affacendata nella costruzione del nuovo
demone da combattere: Silvio Berlusconi, diventato praticamente
responsabile di tutte le cose che in Italia non funzionavano. Devo
dire innanzi tutto che condivido la maggior parte delle critiche che
si fanno a Silvio; egli è un furfante, uno che si è fatto tramite la P2
di Gelli, uno che ha usato le istituzioni come strumento per la
propria impunità, uno che ha usato le televisioni per costruire
consenso e profitti attraverso la veicolazione di valori consumisti e
individualisti ecc.
A quei tempi mi capitava di leggere spesso l'Unità di Furio
Colombo perchè mi riconoscevo, e ancora mi riconosco, in quella
parte sfruttata di popolazione che appartiene alle classi subalterne.
All'interno di questo giornale trovavo articoli che spiegavano
molto bene l'agire truffaldino del Silvio nazionale; affianco a
questi però c'erano sempre articoli che, di contrasto, quasi
veneravano l'elite della sinistra "borghese"; Rutelli, Fassino,
Violante, Prodi, D'Alema Veltroni ecc. ecc. stavano tutti facendo
una lotta eroica contro il nuovo fascismo del piduista di Arcore.
Oltre a questi trovavo anche articoli entusiastici sull'Unine
Europea e la sua moneta unica.

Dalle sue colonne l'Unità ci spiegava che l'Europa ci avrebbe


salvato dal nuovo fascismo di Arcore e dalle rivoluzioni padane; ci
diceva che l'Europa significava prosperità e benessere; voleva
farci credere che essere di sinistra vuol dire essere europeista; le
uniche critiche erano quelle di non fare un'unione solo economica
ma anche politica e sociale.
Prodi ci diceva che i sacrifici erano necessari per un maggiore
benessere futuro. E i più ci credevano. Leggete ad esempio questo
pezzo di propaganda dell'economista Paolo Leon sull'Unita del 30-
12-2001, la vigilia dell'introduzione dell'Euro come banconote e
monete:
"In effetti, la nascita dell’Euro è un’innovazione
assolutamente straordinaria, un vero miracolo
economico, se pensiamo che alla nuova moneta non
corrisponde la sovranità di uno Stato vero e proprio. Il
successo della nuova moneta, tuttavia, è stato ottenuto,
paradossalmente, proprio perché la crescita europea era
legata a quella americana, e non c’era bisogno di un
intervento pubblico europeo per stimolarla. Per questa
ragione, e proprio perché inconsapevolmente protetti
dalla crescita americana, si sono sviluppati in Europa,
sentimenti poco europei, più a favore delle piccole patrie e
delle identità locali, spacciati per un’imitazione del
liberalismo americano (per altro ignoto ai più e citato
spesso a sproposito), anche se mancavano da noi proprio
le condizioni favorevoli dovute, negli Usa, al potere del
dollaro. Si sono, così, formati governi in Europa che
coalizzano forze nazionaliste, quando non francamente
razziste. Va ad onore del centro sinsitra in Italia aver
praticato una politica di sacrifici per costruire l’Euro,
nonostante l’emergere di egoismi locali e di demagogie
quasi peroniste, che, oggi al governo del nostro paese,
esprimono una visibile freddezza nei confronti di tutto ciò
che è europeo: la nostra vendetta è che l’Euro è ormai
una realtà. Ora, con la crescita americana in stallo e con
l’Euro che non si svaluta più, la nuova moneta ha però
bisogno di una politica economica europea fondata sulla
domanda interna, e non più sulle esportazioni. Può darsi
che i governi europei di destra non lo capiscano, ma mi
chiedo come i centristi francesi, tedeschi e olandesi
possono evitare di sostenere una politica economica
europea che rafforzi l’accettabilità internazionale
dell’Euro e trovi l’accordo con gli Usa, due condizioni
che possono sconfiggere il nuovo antieuropeismo.
Paolo Leon"
Ci sono, in questo pezzo di Leon, tutti gli elementi propagandistici
dell'elite dei banchieri internazionali. L'Euro, l'obiettivo egoistico
dei banchieri e una truffa nei confronti della popolazione, è
associato invece all'essere di sinistra, tolleranti, solidali e
alternativi, mentre ciò che è un pericolo per i banchieri, il rifiuto
dell'Euro, è associato al razzismo e paradossalmente all'egoismo
locale: il pericolo sono le "forze nazionaliste" e subito dopo c'è
l'associazione di queste forze all'intolleranza etnica con la stoccata
"quando non francamente razziste", che ha un impatto molto
emotivo nel popolo di sinistra. Leon prosegue: "Va ad onore del
centro sinsitra in Italia aver praticato una politica di sacrifici per
costruire l’Euro, nonostante l’emergere di egoismi locali e di
demagogie quasi peroniste"; Sinistra buona perchè ci ha fatto fare
i sacrifici per l'Euro, gli altri NO buoni perchè non vogliono l'Euro
e quindi sono "egoisti" e "demagogici", un'altra parola con un
bell'effetto emotivo su chi legge. Ve la sentite di sottoscrivere, a
distanza di 8 anni, questa frase di Leon? Per finire il solito
accenno al "nuovo antieuropeismo" con l'implicito suggerimento
alla mente del vero attivista di sinistra: stai attento che se sei
antieuropeista noi di sinistra ti equipariamo a Satana. Anche
adesso, a distanza di 8 anni, il nostro imperterrito Leon dice che
bisogna "rafforzare l’Europa per affrontare la crisi" e vuole "uno
slancio verso una reale unione europea lavorando perché
l’Europa diventi uno Stato"
Ricordiamo che David Rockefeller ebbe a dire nel 1991:

"il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale.


La sovranità sovranazionale di una elite intellettuale e di
banchieri mondiali è sicuramente preferibile
all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli
passati."
All'epoca a capo del consiglio di amministrazione dell'Unità
figurava Alessandro Dalai, a capo della casa editrice Baldini &
Castoldi "la casa editrice nella quale è presente con una quota del
49% la Mondadori, ovvero la società editrice del gruppo Fininvest
di Silvio Berlusconi." Contattato dal Corriere della Sera, però,
Alessandro Dalai ha così spiegato la sua posizione: «Sono amico
di Veltroni e sono stato nel consiglio di amministrazione de "l'
Unità". Strani casi della vita.
Ho capito solo in seguito questa abile mistificazione e propaganda.
Anche in questo caso mi trovavo di fronte alla creazione di false
opposizioni. Entrambe le fazioni, destra e sinistra, sono dirette da
un'elite che vuole fare solo ed esclusivamente i propri interessi, e
per farli deve costruire il consenso attraverso la propaganda.
Dipingere l'avversario come mostro e se stessi come immacolati fa
parte di questa propaganda. Attraverso la creazione di questo falso
opposto si è voluto associare l'essere di sinistra con l'essere
incondizionatamente a favore dell'integrazione europea e
dell'Euro. Chi non era d'accordo con l'Europa era di conseguenza
un fascista, un razzista, un rozzo leghista ecc. ecc. O con NOI o
CONTRO DI NOI. Costretti all'interno di questa falsa dicotomia i
più non reggono e per non sentirsi dire di essere dei razzisti e
salvare la propria autoimmagine, abbracciano allegramente le
esternazioni di Prodi e Veltroni.
Ora, dopo anni, dopo che abbiamo scoperto sulla nostra pelle che
l'Europa non ci ha salvato, ora che vediamo che la cosiddetta
stabilità, il benessere e l'ampia scelta di lavoro che avremmo
dovuto sperimentare erano solo pie illusioni veicolate a scopo
propagandistico, al pari dei milioni di posti di lavoro promessi dal
divo di Arcore, forse ci renderemo conto che questi europeisti ci
hanno preso per i fondelli fin dall'inizio.
Il progetto di Unione Europea è stato sempre portato avanti da una
ristretta elite al fine di accrescere sempre più il potere e la
ricchezza nelle mani di pochi banchieri e burocrati non eletti. Per
meglio individuare i gruppi che, dietro le quinte, hanno voluto e
sostenuto l'Unione Europea oggi parliamo di due potenti think
tank: il Movimento Federalista Europeo (MFE) e l'Istituto di
Affari Internazionali (IAI).
Il MFE e l' IAI sono stati fondati da Altiero Spinelli, un membro
del gruppo Bilderberg. Questi serbatoi di pensiero si battono per la
creazione di un Nuovo Ordine Mondiale e vedono l'Unione
Europea come tappa intermedia per arrivare a costruire un
Governo Mondiale sutto l'egida delle Nazioni Unite.
Da Wikipedia leggiamo di Altiero Spinelli:
"Altiero Spinelli (Roma, 31 agosto 1907 – Roma, 23
maggio 1986) è stato un politico e scrittore italiano,
sovente citato come padre fondatore dell'Europa per la
sua influenza sull'integrazione europea post-
bellica.Fondatore nel 1943 del Movimento Federalista
Europeo, poi co-fondatore dell'Unione Europea dei
Federalisti, membro della Commissione Europea dal 1970
al 1976, poi del Parlamento italiano (1976) e quindi del
primo Parlamento europeo eletto a suffragio universale
nel 1979. Fu promotore di un progetto di trattato istitutivo
di un'Unione Europea con marcate caratteristiche federali
che venne adottato dal Parlamento europeo nel 1984.
Questo progetto influenzò in maniera significativa il
primo tentativo di profonda revisione dei trattati istitutivi
della Cee e dell'Euratom, l'Atto unico europeo. Fu
membro del parlamento europeo per dieci anni e rimase
uno degli attori politici principali sulla scena europea
attraverso il Crocodile Club, da lui fondato e animato nel
1981."
Spinelli è un "anomalo socialista-tecnocrate votato a un
europeismo oligarchico" facente parte della schiera dei
comunisti-borghesi. Nel 1941 Spinelli scrisse assieme all'azionista
Ernesto Rossi il "Manifesto di Ventotene" nel quale teorizzò una
federazione europea:
Dopo la lettura di due articoli scritti nel 1918 da Luigi
Einaudi (un economista che era stato professore di Rossi)
che predicevano che la Lega delle Nazioni non avrebbe
evitata un’altra guerra europea e che proponevano una
federazione europea, Spinelli e Rossi studiarono le opere
degli autori federalisti britannici contemporanei e
scrissero il Manifesto di Ventotene al fine di avviare un
movimento per promuovere una federazione europea.

Istituto Affari Internazionali

l'Istituto Affari Internazionali fu fondato l'11 ottobre del 1965 da


Spinelli insieme alla Fondazione Olivetti, all'Associazione di
Cultura politica "Il Mulino" e al Centro Studi Nord-Sud; è uno dei
principali think tank italiani ed è costruito sul modello dei potenti
ed elitari Council On Foreign Relations e Royal Institute of
International Affair. Lo IAI si trova al 33° posto della graduatoria
mondiale dei think tank non americani elaborata dal THE THINK
TANKS AND CIVIL SOCIETIES PROGRAM 2009 THE
GLOBAL “GO-TO THINK TANKS”. Dal sito dell'IAI
leggiamo:
"Nel 1980 è stato eretto a ente morale con decreto del
Presidente della Repubblica.
Dal 1991 ha sede nel settecentesco Palazzo Rondinini,
elegante esempio della Roma barocca, nel quale si
svolgono anche le principali manifestazioni che l'Istituto
organizza.
Il finanziamento è assicurato dai soci individuali e
collettivi, da Enti pubblici e privati, dalle principali
Fondazioni internazionali e da un contributo di legge
erogato dal Ministero degli Esteri. (lo paghiamo anche
noi! ndr)
Lo IAI mira a promuovere la conoscenza dei problemi
internazionali nei campi della politica estera,
dell'economia e della sicurezza attraverso ricerche,
conferenze, pubblicazione e formazione."
Lo IAI è stato incaricato, fino dall'inizio, di coordinare i punti
di vista degli ambienti d’affari europei, americani e giapponesi
e di lottare contro ogni seria tendenza progressista potesse
svilupparsi in Italia.
Lo IAI pubblica anche una rivista online dal nome Affari
Internazionali, riprendendo il nome dalla rivista Foreign Affairs
del Council on Foreign Relation. Dal loro pieghevole leggiamo
ora gli Organi direttivi:
Presidente d'onore, Carlo Azeglio Ciampi
Presidente, Stefano Silvestri
Direttore, Ettore Greco
Vice Presidenti, Gianni Bonvicini, (Vicario) Roberto
Aliboni, Paolo Guerrieri
Comitato dei Garanti
Cesare Merlini (Presidente), Bruno Bottai, Pier Francesco
Guarguaglini, Arrigo Levi, Antonio Maccanico, Renato
Ruggiero, Mario Sarcinelli, Guido Venturoni
Dall'ultimo rapporto annuale pubblicato (2007) vediamo un pò, ad
esempio, chi sono i soci collettivi:
ASSOCIAZIONE BANCARIA ITALIANA (Abi), Roma
(Giuseppe Zadra)
AGUSTAWESTLAND, Cascina Costa (VA) (Marcello De
Donno)
AIAD, Roma (Carlo Festucci)
ALENIA AERMACCHI SpA, Venegono Superiore
(Giorgio Brazzelli)
ALENIA AERONAUTICA, Roma (Giovanni Bertolone)
AVIO Spa, Torino (Massimo Mazzola)
CONFINDUSTRIA, Roma (Carlo Calenda)
EADS Italia srl (Serafino D’Angelantonio)
ELETTRONICA SpA, Roma (Lavinio Perotti)
ENTE NAZIONALE IDROCARBURI SpA (Eni),Roma
(Leonardo Maugeri)
FINCANTIERI SpA, Roma (Giuseppe Bono)
FINMECCANICA SpA, Roma (Francesco Lalli)
IBM Italia SpA, Roma (Giovanni Aliverti)
INTESA SANPAOLO SpA, Milano (Mario Ciaccia)
ITALCEMENTI SpA, Bergamo (Giorgio Bodo)
ISTITUTO FINANZIARIO INDUSTRIALE (Ifi), Torino
(Virgilio Marrone)
MBDA Italia SpA, Roma (Fabrizio Giulianini)
RHEINMETALL Italia Spa, Roma (Gennaro
Santamaria)
SELEX Communications SpA, Genova (Lorenzo
Costagli)
SELEX Sistemi Integrati, Roma (Stefano Tagliani))
SIMEST SpA, Roma (Giancarlo Bertoni)
VITROCISET Spa, Roma (Riccardo Grazi)
Tra i soci individuali troviamo poi tutti assieme
appassionatamente centrodestra, centrosinistra, imprenditori,
banchieri, globalisti e chi più ne ha più ne metta. Alcuni soci
individuali:
ADORNATO FERDINANDO, AMATO GIULIANO,
ANNUNZIATA LUCIA, BERNABÈ FRANCO, BONIVER
MARGHERITA, BUTTIGLIONE ROCCO, COLOMBO
EMILIO, DASSÙ MARTA, D’ONOFRIO FRANCESCO,
FASSINO PIERO , FINI GIANFRANCO, FOLLINI
MARCO, DE BENEDETTI CARLO Presidente, Cir SpA,
Milano, NAPOLITANO GIORGIO, PADOA-SCHIOPPA
TOMMASO, PERA MARCELLO, PASSERA CORRADO
Consigliere Delegato e Ceo, Intesa Sanpaolo SpA, Milano,
PIRANI MARIO Editorialista, «La Repubblica», PINOTTI
ROBERTA, RUGGIERO RENATO, RUTELLI
FRANCESCO, SCOGNAMIGLIO CARLO, SEGNI MARIO,
TRONCHETTI PROVERA MARCO, VELTRONI
WALTER...
C'era tempo fa una canzone di Gaber con questo ritornello: ma
cosè la destra.... cosè la sinistra...
Massimo Fini, in uno dei suoi libri, disse: "La democrazia è quel
sistema che te lo mette in culo con il tuo consenso".
Lo spettacolo elettorale che ci spacciano per democrazia è solo un
teatrino creato allo scopo di sviare le nostre menti e portarle a
credere che esistano, nei candidati dei partiti nazionali che noi
votiamo, delle reali diversità di progetti e vedute; al di la del
teatrino massmediatico, però questi personaggi hanno in mente un
solo programma: quello di accrescere il loro potere e la loro
ricchezza. Anche l'IAI, al pari degli altri think tank elitari come il
Brookinks Institution e il Council on Foreign Relations, studia "la
riforma delle principali istituzioni finanziarie e commerciali
internazionali (FMI, WB, WTO) e le prospettive di
interazione/cooperazione tra le principali aree economiche
globali". Per quanto rigurda il nostro paese il ruolo dell'IAI è lo
studio di programmi di "internazionalizzazione dell'economia
italiana." Nella pagina dei progetti in corso leggiamo:

"Le sfide del multipolarismo e le strategie della politica


estera italiana
All'interno del progetto per uno studio sulla politica
estera italiana nel sistema multipolare globale, finanziato
dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena e di cui
l'AREL è risultata aggiudicataria, lo IAI è incaricato di
coordinare l'attività di un gruppo di ricerca, composto da
accademici, analisti e rappresentanti del mondo
economico e istituzionali, che affronterà il nodo della
riforma delle regole e istituzioni del sistema di
governance economica globale. Portando avanti un
percorso di riflessione già avviato nell'ambito di una
precedente iniziativa congiunta IAI-AREL, il progetto si
concentrerà su alcuni temi chiave, come la riforma delle
principali istituzioni finanziarie e commerciali
internazionali (FMI, WB, WTO) e le prospettive di
interazione/cooperazione tra le principali aree
economiche globali. Attraverso un costante monitoraggio
delle posizioni assunte dai governi dei principali paesi e
delle negoziazioni portate avanti in ambito G8 e G20
verranno delineati degli scenari sulle future evoluzioni del
sistema di governance economica globale al fine di
comprendere il ruolo da attribuire all'Unione Europea e
all'Italia nel processo di riforma.
Nell'ambito del progetto si è svolta il 18 novembre 2009 la
conferenza internazionale "Global Governance and
economic growth in the world economy after the crisis"
Programma
Presentazione di Damien Dunn
Intervento dell'On. Enrico Letta
Presentazione di John Williamson
Immagini

Governance Globale

Alla fine del programma del precedente triennio


sull'internazionalizzazione dell'economia italiana, che si è
concluso con un rapporto trasmesso alla Compagnia,
l'obiettivo del prossimo triennio è di analizzare a partire
dalla crisi finanziaria ed economica in corso le future
possibili collocazioni dell'Italia e dell'Europa nel sistema
economico globale in una prospettiva di medio-lungo
termine, anche allo scopo di proporre adeguate opzioni
per la politica economica estera italiana. L'ipotesi
generale della ricerca è che per l'Italia e l'Europa sia
auspicabile che il sistema internazionale sia gestito con
strumenti multilaterali sulla base di accordi cooperativi e
di regole condivise dai poli principali. Per gli Stati Uniti e
per l'Europa, la sfida sarà in questo caso di riuscire a
integrare, in un sistema di regole condivise, le potenze in
ascesa del sistema internazionale, facendone dei
responsible stakeholders. A questo riguardo verranno
effettuate delle simulazioni di scenari che, a seconda dei
livelli di intervento, riguarderanno l'azione dell'Italia,
l'azione a livello europeo su cui l'Italia può intervenire,
l'azione a livello globale. In una seconda fase verranno
identificate le azioni di policy necessarie per collocare
l'evoluzione del nostro paese sul sentiero di volta in volta
più desiderabile. Nel corso della ricerca verranno
realizzati dei position papers propedeutici relativi ai
singoli sotto temi (crescita, commercio, tecnologia,
energia e ambiente, demografia). Verranno altresì
organizzate riunioni ristrette per la discussione dei
position papers e si arriverà alla fine alla redazione di un
Rapporto generale di ricerca che includerà i risultati più
rilevanti del lavoro svolto e che verrà presentato in un
Workshop aperto al pubblico.

Problemi e prospettive del sistema di governance


economica globale
All'interno di un network di istituti che studiano gli
scenari di riforma del sistema di governance economica
globale, al quale lo IAI partecipa insieme a Chatham
House, al Centre for International Governance Innovation
e all'Oxford Institute for Economic Policy è stata avviata
una iniziativa di riflessione sugli scenari di riforma delle
regole e delle istituzioni che sottendono al funzionamento
dell'economia globale. Particolare attenzione viene
dedicata ai processi di riforma delle istituzioni
economiche e finanziarie multilaterali (Banca Mondiale,
Fondo Monetario Internazionale, Organizzazione
Mondiale del Commercio). Il gruppo di lavoro si riunisce
periodicamente e organizza diverse iniziative di
discussione e di diffusione dei risultati della ricerca.
Nell'ambito del progetto si è svolta il 6 luglio 2009 la
tavola rotonda "The G20-G8 continuum: global
governance in a world of crisis", organizzata dallo IAI in
collaborazione con Chatham House, Centre for
International Governance Innovation e il G8 Research
Group dell'Università di Toronto. L'evento ha analizzato
aspettative e problematiche degli incontri G8 e G20
all'interno del dibattito sulla riforma della governance
economica globale (programma).

Cina e Unione Europea nel sistema di global


governance
L'iniziativa si inquadra all'interno della collaborazione
che lo IAI ha avviato con la Chinese Academy of Social
Sciences (CASS), con la quale sono stati individuati filoni
di ricerca di interesse comune. Attraverso uno scambio di
visite di esperti i due istituti discutono dei problemi e
prospettive dell'azione internazionale della Cina e dei
suoi rapporti con l'Unione Europea. Uno specifico tema
di approfondimento è quello dei possibili scenari di
inserimento e azione della Cina all'interno del sistema
multilaterale di governance politica ed economica della
comunità internazionale."
A pag.893 del libro Massoneria e Sette Segrete di Epiphanius
leggiamo:
"Gli Altri istituti di Affari Internazionali
RIIA e CFR a loro volta diedero origine a tutta una serie
di istituti omologhi (circa una sessantina), dapprima nel
Commonwealth, secondo la volontà di Rhodes, quindi in
Europa e nello stesso blocco comunista.
Entrambi ispirati nei loro contenuti dalla Fabian Society,
RIIA e CFR hanno perciò sempre mirato a realizzare la
rivoluzione silenziosa – "dall'alto", in luogo di quella
nelle strade - per giungere alla sintesi definitiva fra
capitalismo e socialismo. Programma affine a quello del
Patto sinarchico francese, al quale si sono sostituiti
perseguendone e diffondendone su scala mondiale i
contenuti.
Detti istituti si pongono come influenti "centri di studio"
filobritannici, ad orientamento socialista "fabiano",
costituendo veri e propri punti di controllo delle ricchezze
e della cultura del paese che rappresentano; in una
parola, centri di potere. Nell'elenco dei loro membri
spiccano le principali banche, le industrie più rilevanti, le
maggiori società di assicurazione, le università, i centri di
ricerca e le fondazioni. Non solo: vi sono compresi anche
i sindacati, le confederazioni degli imprenditori, i migliori
giuristi, personalità politiche, i giornalisti più famosi e
altro.
L'Istituto Affari Internazionali italiano (IAI) venne
fondato nel 1965 dalla Fondazione Olivetti, dalla
Associazione di Cultura politica "Il Mulino" e dal Centro
Studi Nord-Sud in seguito a una proposta di un esponente
del Movimento Federalista europeo, il comunista Altiero
Spinelli. Ricordiamo che Altiero Spinelli, primo direttore
dell'Istituto, era membro del Bilderberg Club e
legatissimo al vero patron dell'IAI Gianni Agnelli, il
Rockefeller italiano.
Presidente dell'IAI è Stefano Silvestri (n. 1942), professore
dell'Università di Firenze, membro del Bilderberg e del
Consiglio dell'IISS di Londra.
Esaminando da vicino la rete internazionale generata dal
RIIA, si può constatare come, confusi con i membri
dell'Istituto del paese considerato, vi siano molti
"delegati" di "club" riservati di altri paesi, in omaggio al
principio di infiltrazione trasversale, tanto caro alle
società occulte e necessario alla verifica diretta
dell'applicazione fedele delle disposizioni emanate dai
centri di potere.
L'IAI, ad esempio, accanto ai suoi 55 dirigenti e fra i suoi
270 membri, ospitava negli anni '80 personalità come il
massone d'alto grado Boutros Boutros-Ghali, ex
Segretario delle Nazioni Unite, allora presidente
dell'Istituto di Studi Politici e Strategici del Cairo; Robert
Bowie, membro di Harvard, del Bilderberg Club, della
Trilaterale, del CFR, dell'IISS e della CIA; Z. Brzezinski,
teorico della Trilaterale e mondialista d'alto profilo;
l'israelita Etienne Hirsh, dell'èquipe di Jean Monnet,
presidente del Movimento Federalista europeo per
quindici anni; il professore israelita di Scienze Politiche
di Harvard Stanley Hoffman, membro del CFR e del
Bilderberg Club; Francois Duchene, già direttore
dell'IISS, membro del RIIA, del Bilderberg Club, della
Trilaterale e dell'Istituto Atlantico; Richard Gardner,
presente in alti cenacoli mondialisti; l'alto iniziato Max
Kohnstamm, fondatore della branca europea della
Trilaterale, legatissimo a Kissinger, presidente del
comitato J. Monnet, membro del Bilderberg Club e
presidente dell'Università europea di Firenze, centro studi
supercapitalista; Karl Kaiser, presidente dell'Istituto
Affari Internazionali tedesco (DGAP), membro del
Bilderberg Club, della Trilaterale e dell'Istuituto
Atlantico; il banchiere israelita Pierre Uri, uomo dei
Rothschild, membro del Bilderberg Club, della Trilaterale
e dell'Isituto Atlantico; Alvin Schuster, corrispondente per
l'Italia del New York Times."
Movimento Federalista Europeo
Il MFE fu fondato da Spinelli nel 1943. Esso dichiara le seguenti
caratteristiche:
• è autonomo dalle forze politiche tradizionali e non partecipa
direttamente alle elezioni;
• svolge un ruolo di iniziativa politica mirante a mobilitare e
far convergere le forze politiche e sociali e tutti i cittadini
sugli obiettivi strategici che di volta in volta consentono di
avanzare verso la Federazione europea e, in prospettiva,
verso la Federazione mondiale;
• elabora la sua politica a livello sovranazionale come sezione
italiana dell'Unione Europea dei Federalisti (UEF),
costituita nel 1947, e del World Federalist Movement,
fondato anch'esso nel 1947;
• è un insieme di centri di cultura politica di carattere
militante, che collaborano a elaborare e diffondere la teoria
generale del federalismo - che rappresenta il nucleo vitale
della cultura della pace - e la critica degli aspetti falsi
dell'idea nazionale;
Esiste anche un braccio giovaline del MFE che si chiama
Gioventù Federalista Europea, la quale è la sezione italiana degli
Jeunes Européens Fédéralistes (JEF). Dallo Statuto leggiamo
all'Articolo 2:
"Art. 2 – Il MFE ha come scopo la lotta per la creazione
di un ordine politico razionale, che, secondo la visione di
Kant, può essere tale solo se abbraccia l’intera umanità.
Il suo obiettivo ultimo è pertanto la federazione mondiale.
I suoi obiettivi intermedi sono la Federazione europea,
l’unificazione federale delle altre grandi famiglie del
genere umano e la trasformazione dell’ONU in un
governo mondiale parziale."
Il progetto federalista europeo si ispira al modello di aggregazione
tra stati adottato dagli USA con la Convenzione di Filadelfia del
1787, dove prende forma la prima Costituzione federale della
storia.
"La Federazione Europea
L'obiettivo strategico immediato del MFE é la
Federazione europea, in quanto il grado di
interdipendenza raggiunto dai rapporti politici, economici
e sociali rende indispensabile e possibile portare a
compimento il processo di integrazione sviluppatosi nel
corso degli ultimi cinquant'anni e giunto ormai allo
stadio cruciale della cessione della sovranità monetaria e
politica da parte degli Stati europei. La Federazione
europea non solo garantirà agli europei il controllo
democratico sulle decisioni che li riguardano, ma
costituirà la prova più evidente che è possibile superare la
divisione dell'umanità in Stati sovrani. Il popolo europeo
sarà il primo nucleo del popolo mondiale in
formazione."
Il MFE è un sostenitore della tesi del gradualismo:
"Ma in certe fasi del processo di integrazione è emersa la
necessità di battersi per obiettivi strategici più limitati,
scegliendo quindi la via del gradualismo, definita da Jean
Monnet come l'identificazione di "un'azione concreta e
risoluta su di un punto limitato ma decisivo che provochi
un cambiamento fondamentale su questo punto e
modifichi progressivamente i termini dell'insieme dei
problemi". Il gradualismo è, in definitiva, il metodo che
permette avanzamenti parziali del processo di
integrazione come base per una successiva e più incisiva
battaglia costituente."
Il gradualismo è un termine orwelliano che si può benissimo
tradurre con: totalitarismo per gradi.
Se la schiavitù centralizzata europea e mondiale fosse imposta in
modo chiaro ed evidente fin dall'inizio le persone se ne
accorgerebbero e si ribellerebbero: se l'obiettivo finale viene
invece diluito in tanti piccoli obiettivi apparentemente slegati gli
uni dagli altri le persone non si accorgono cosa stà accadendo e
non si ribellano anche dopo che si è raggiunto l'obiettivo finale. Si
prenda una rana viva e reattiva e la si getti in una pentola d'acqua
bollente. Lotterà per la sua vita con tutte le sue forze, cercherà di
saltare fuori dalla pentola e insomma, sola di fronte ad un destino
noto e non piacevole, in lotta per la sua stessa vita, le proverà tutte
per salvarsi.
La si metta invece in una pentola di acqua tiepida e si alzi poi
molto lentamente la temperatura....Il benessere iniziale della
nostra povera rana si tramuterà piano piano in malessere ma la
poverina non riuscirà a darsene una spiegazione.
Incapace di cogliere i segnali di pericolo continuerà a rimanere
nella vasca di acqua sempre piu' calda e morirà senza sapere
perchè. Recentemente Nicola Vallinoto, Membro della Direzione
nazionale del Movimento Federalista Europeo, ha scritto un
articolo dedicato al terremoto di Haiti e pubblicato su eurobull.it,
in cui auspicava "un governo mondiale per gestire le catastrofi
umanitarie e ambientali". Anche questo articolo, come tutti gli
altri documenti a favore del NWO, sostiene l'idea che ci siano
delle pressanti minacce globali alle quali deve essere data una
risposta globale attraverso l'accentramento di potere in un forte
organismo elitario che risponda alle emergenze in modo rapido e
deciso; la diversità di vedute, espressa dai molteplici stati
nazionali, è interpretata come intoppo alla presa di decisioni
rapide in risposta alle pressanti minacce, e quindi deve essere
abolita, e con essa la libertà. Leggiamone una parte:
"Partendo da queste considerazioni sarebbe auspicabile
che l’esperienza negativa del post-terremoto haitiano
porti i governi dei paesi più ricchi, a cominciare dai
membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, a prendere
le necessarie e conseguenti decisioni.
Ovvero decidere di delegare una parte della propria
sovranità a un governo democratico mondiale sotto
l’egida dell’ONU, responsabile di fronte all’Assemblea
generale, in quei settori o ambiti nei quali gli stati
nazionali divisi hanno dimostrato di non essere in grado
di dare risposte efficaci. L’ultima dimostrazione, in ordine
di tempo, di tale inefficacia l’abbiamo avuta al vertice sul
clima di Copenhagen dove dopo due settimane di incontri
e confronti i leader di oltre cento paesi non sono riusciti a
trovare un accordo minimamente soddisfacente per
ridurre le emissioni di CO2, causa prima del
riscaldamento del pianeta.
La domanda che si pone a coloro che hanno un ruolo di
leadership nei partiti politici, a coloro che governano gli
stati nazionali e agli intellettuali che riflettono sul futuro
del mondo è la seguente:
«A quante altre disgrazie dovremo assistere, ed anche
subire, prima di ammettere l’inutilità della divisione
politica del mondo in stati nazionali, solo formalmente,
sovrani e di lavorare per superare tali divisioni a favore
di integrazioni federali a livello regionale e a livello
planetario?»"
La posizione è: o Governo Mondiale o Disgrazie. Nella sezione
Fondamenti e Scopi del loro documento introduttivo al MFE c'è
scritto:
"Verso un governo mondiale
La lotta per la creazione della Federazione europea è
sempre stata concepita dal MFE nel quadro più vasto del
processo di unificazione mondiale, presupposto
essenziale per la realizzazione della pace e della
democrazia internazionale. Solo con un governo
mondiale, in grado di elaborare e far rispettare leggi
comuni, si può garantire la sicurezza di ogni popolo e di
ogni individuo, che ormai riguarda non solo la pace, ma
anche la difesa dell'ambiente e lo sviluppo dei paesi
arretrati. Per questo il MFE è diventato la sezione
italiana del World Federalist Movement, che è
attivamente impegnato per la riforma e la
democratizzazione dell'ONU, in quanto potenziale
governo mondiale."
Le parole "democrazia" e "democratizzazione" in questi
documenti dovrebbero essere interpretate attraverso la neolingua
orwelliana; sembrano messe li apposta per indorare la pillola e
confondere le idee; infatti ricorda molto da vicino il concetto di
invasione trasformato in "esportazione della democrazia"
adottato dal Governo USA; "elaborare e far rispettare leggi
comuni" sembra infatti proprio il contrario del concetto
democratico di autodeterminazione nazionale e locale. Il MFE
parte dal principio che costringere forzatamente tutte le nazioni ad
abbracciare un Governo Mondiale sia di per se democratico,
mentre è in contraddizione palese con il concetto di libertà e
autodeterminazione dei popoli e delle nazioni; autodeterminazione
che potrebbe estrinsecarsi nel rifiuto delle persone a sottomettersi
a tale ordine; un ordine che è imposto dall'alto e appare
giustificato solo ed esclusivamente come reazione rapida a
emergenze che si rivelano, alla prova dei fatti, solo dei falsi
pretesti per imporlo. Il MFE aderisce, come tutti gli altri think
tank globalisti, al consenso pseudoscientifico sul riscaldamento
globale antropogenico; nel loro documento Mozione sull'Unione
europea e sulla conferenza sul clima di Copenhagen leggiamo che
il Comitato Centrale del M.F.E., riunito a Roma il 4 luglio 2009, si
dice "preoccupato per l’aggravarsi della crisi climatica globale
che si manifesta con il riscaldamento del Pianeta e l’aumento dei
fenomeni meteorologici estremi cui, fino ad ora, non è stato
contrapposto alcun provvedimento, misura o politica, a livello
globale, capace di contrastarla efficacemente" e quindi:
ritiene che:

le misure del “pacchetto clima e energia” adottate
dal Consiglio europeo dell’11 e 12 dicembre 2008,
pur non essendo sufficienti a risolvere i problemi su
scala planetaria, vadano nella giusta direzione;
quindi debbano essere applicate, senza dilazioni e,
anzi, accelerate nei tempi di attuazione;

l’U.E. vada dotata di adeguate risorse finanziarie
proprie e che alla Commissione vadano attribuiti
reali poteri di governo nei settori dell’energia e
dell’ambiente, in modo da garantire l’attuazione, in
modo efficiente, delle misure decise e lo sviluppo
della ricerca scientifica e tecnologica in detti settori
su scala europea;

l’U.E. debba assumere un ruolo di leadership
internazionale, parlando con una voce sola, nel
processo di riconversione in senso ecologico
dell’economia mondiale, proponendo al mondo
intero un Piano Mondiale di misure impegnative per
la salvaguardia del clima del Pianeta, che preveda
una sostanziale diminuzione delle emissioni
climalteranti e il lancio di un vero e proprio nuovo
“New Deal” in grado di rilanciare l’economia
mondiale con massicci investimenti nel campo delle
energie rinnovabili, del risparmio e dell’efficienza
energetica;

l’U.E. debba proporre a Copenhagen di andare oltre
i trattati internazionali, troppo limitati nella loro
efficacia e spesso non sufficienti a migliorare la
“governance” internazionale, e di dare vita a una
Comunità mondiale per l’ambiente, costituita sul
modello della C.E.C.A. nel processo di unificazione
europea, dotata di adeguati mezzi finanziari propri
derivanti dall’applicazione di una Carbon-tax a
livello mondiale e gestita da un’Alta autorità, avente
reali poteri e autonomia, responsabile di fronte
all’O.N.U.
Per tutti questi motivi
chiede:
che l’U.E. si impegni, con determinazione, nel processo
di riconversione in senso ecologico dell’economia,
attuando il pacchetto clima-energia deciso a Bruxelles
nel dicembre 2008, senza ritardi e condizionamenti;
• che l’U.E. assuma il ruolo di leadership a livello
internazionale nella indicata direzione, avanzando e
sostenendo nella prossima Conferenza Mondiale di
Copenaghen, un Piano Mondiale di misure per la
salvaguardia del clima del Pianeta che preveda la
costituzione, a livello dell’ONU, di una Comunità
Mondiale per l’ambiente, dotata di mezzi finanziari
propri e di reali poteri, sul modello della C.E.C.A..
Ripetiamo i loro obiettivi: "Comunità Mondiale per l’ambiente,
Carbon-tax a livello mondiale e gestita da un’Alta autorità,
avente reali poteri e autonomia, responsabile di fronte
all’O.N.U.". Il Council on Foreign Relations che la Rivista
dell'Istituto Affari Internazionali, sono poi concordi nello sviluppo
di tecniche di geoingegneria, tra cui l'infame operazione delle scie
chimiche, per contrastare gli effetti dello stesso; si veda a
proposito il mio articolo Lovelock, la depopolazione, l'effetto serra
e la geoingegneria. Non c'è bisogno di ricodare nel detattaglio tutte
le prove che contraddicono la tesi del riscaldamento globale da
CO2 antropogenica; ho già scritto alcuni articoli al riguardo. Il
Global Warming da CO2 antropogenica serve solo ed
esclusivamente a imporre la centralizzazione del potere mondiale
con la scusa dell'emergenza ambientale. Riguardo al sistema
monetario il MFE in una Mozione economica del del 13 marzo
2010 afferma:
"la necessità di una profonda riforma del sistema
monetario internazionale che evolva verso una moneta
mondiale di riserva sottratta all’arbitrio di un solo Stato,
che non è in grado, come aveva previsto chiaramente
Robert Triffin, di garantire nel medio periodo il
funzionamento di un equo mercato mondiale;
- l’attualità della proposta di una moneta mondiale
di riserva, il “bancor”, formulata da Keynes a
Bretton Woods nel 1944 e rilanciata con forza dal
Presidente della Banca del Popolo Cinese Zhou nel
2009 -, a partire dal Diritto Speciale di Prelievo
(SDR) emesso dal Fondo Monetario Internazionale -,
come richiesto dai federalisti nel Congresso
mondiale di Ginevra del 2007 e nel Congresso
europeo di Parigi del 2008;"
Avevo già parlato di questo argomento e delle sue conseguenze in
un articolo intitolato Verso una moneta unica mondiale dove
citavo Gavin Marshall di globalresearc.ca:
"In definitiva, ciò che tutto questo implica è che il futuro
dell'economia politica è fatto di passi sempre più rapidi
verso un sistema globale di governance, ovvero di
governo mondiale, con una banca centrale mondiale e
una valuta globale, e che, contemporaneamente, questi
sviluppi avverranno a fronte o a seguito di un declino
della democrazia in tutto il mondo, con un conseguente
incremento della gestione autoritaria del potere politico"
Insomma in questo Movimento Federalista Europeo troviamo
proprio tutti gli elementi fondamentali del Nuovo Ordine
Mondiale espressi chiari e tondi.

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