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EGON SCHIELE. Oltre la bella parvenza.

Palazzo Reale, Milano

La mostra ripercorre l'universo della breve vita artistica di Schiele e al contempo del
paradosso Viennese a cavallo tra XIX e XX secolo. La Vienna di Schiele la Vienna di
Freud, che vede nascere la psicoanalisi. La capitale dell'Impero Austro Ungarico alla fine
del XIX secolo una capitale effervescente, in pieno sviluppo tecnologico ed economico, con
un grande fermento culturale, dove i caff ed i salotti sono i protagonisti, ma al contempo
una citt conservatrice, imbrigliata nelle sue certezze.
In questo clima culturale nasce la psicoanalisi e le teorie freudiane sulla sessualit creano
molte polemiche: l'erotismo viene messo a nudo. Schiele affronta in pittura il tema
dell'erotismo e nelle sue opere si intravede il passaggio da una sessualit immatura, tipica
dell'adolescenza, dei primi turbamenti giovanili, ad una sessualit consapevole, matura,
senza pi sensi di colpa, ben evidente nell'opera che conclude la mostra, la Donna
distesa del 1917.
I capolavori di Schiele sono caratterizzati da una forte introspezione psicologica: il volto
la sede dell'espressione e dei sentimenti; i personaggi che animano le sue opere
affascinano per lo sguardo, caratterizzato da occhi grandi e profondi, da un'ampia fronte e
da sopracciglia espressive, come il suo Autoritratto con alchechengi (1912) in cui l'artista
sembra osservare il mondo, e forse anche se stesso come di fronte allo specchio, con
espressione di schifata curiosit.
Schiele dipinge molti autoritratti, ad indicare un continuo dialogo con se stesso, dove la
sua immagine diventa un diario dei suoi sentimenti, intimo, pieno di tensioni e
contraddizioni. Come si ricorda nella mostra, schielen in tedesco significa essere strabici o
guardare di sottecchi; sembra che proprio il suo cognome abbia suggestionato l'artista
nello sviluppare il tema dello sguardo che scava nel profondo.
L'arte di Schiele cambia ed evolve con il contesto culturale e politico pieno di agitazioni di
quegli anni. A partire dal 1914 sembra concentrarsi su paesaggi e nature morte come
alternativa alle figure umane, da una prospettiva assolutamente originale, stravolta. Forse
la risposta di questa scelta risiede in questa sua frase, delusa e rassegnata:
Siamo diventati duri e impavidi: quello che esisteva prima del 1914 appartiene ormai a un
altro mondo. (Egon Schiele)

Dott.ssa Lucrezia Pepe


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