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Gianni Golfera
Un discepolo del XXI secolo
24 anni, romagnolo, residente a Orte, ha raccolto l'eredità
dell'insegnamento Bruniano
E' stata una inattesa, gradita sorpresa la conoscenza di Gianni Golfera.
Mi era stato segnalato da alcuni di voi il sito della sua società, la
Gigotec, e avevo deciso di incontrarlo. Sospettoso per le numerose
strumentalizzazioni che, specie negli ultimi tempi, sono state fatte della
figura e dell'opera del Nolano, pensavo di imbattermi in un abile
imprenditore che sfruttasse il nome di Bruno per pubblicizzare i suoi
corsi di memotecnica ad uso di manager e aspiranti cervelloni.
Mi sono invece trovato di fronte, con somma gioia, ad un "Bruniano"
autentico, che non vuole nemmeno sentir nominare la parola "mnemotecnica",
rivendicando la sua fonte originale nell' Arte della Memoria e
specificamente in quella elaborata da Giordano Bruno!
Del "De umbris idearum", che quella dottrina contiene, Gianni Golfera ha
perfino realizzato una traduzione, che, forte della sua perfetta
comprensione della praxis dell'ars memoriae, risulta a mio avviso la più
riuscita e fedele al pensiero originale, di cui possiamo oggi disporre. Al
una cosa ne richiama l'altra. Io invece no. Posso memorizzare anche per
ordine sparso o capovolto, come faceva Bruno". Durante le dimostrazioni
che lei tiene nei teatri, quali sono state le richieste più strane che ha
avuto dal pubblico? "Spesso il pubblico che viene agli spettacoli è il
"nemico" e fa di tutto per renderti la vita dura. Una volta hanno preso
dieci mazzi di carte da poker, li hanno mescolati insieme e poi hanno
scoperto le carte una alla volta in successione, chiamandole per nome. Io
ero bendato e non potevo vederle. Erano 520 carte. Poi mi hanno tempestato
di domande terribili. Per esempio, chiedevano di dire che carta era la 421
esima, o la 19esima. Oppure mi chiedevano di ripetere il nome delle carte
dalla 120 alla 98, andando quindi al contrario di come me le avevano
indicate". Memorizzando così tante informazioni non si corre il rischio di
saturare il cervello? "Beh, esiste una precisa tecnica per dimenticare,
anche se è difficile da applicare. Noi abbiamo una predisposizione
naturale a cancellare le cose che non interessano più. Dimentichiamo, per
esempio, la lista della spesa perché il giorno dopo non serve più. Ma
quando abbiamo appreso una cosa seguendo le tecniche dell'arte della
memoria, questa è come inchiodata nel cervello ed è difficile rimuoverla.
Io ho messo a punto delle tecniche per "cancellare" queste informazioni,
ma non sempre funzionano". Ma nell'era di Internet e del computer, a che
serve possedere una memoria del genere? "Serve moltissimo. È vero che
questo è il tempo dei computer, ma anche quello della fretta, della
frenesia, del voler fare mille cose al giorno. L'arte della memoria
permette di compiere tutto con meno fatica e meno sforzo".
Giordano Bruno, il vero maestro
Nel Cinquecento ritroviamo i più importanti mnemonisti della storia,
soprattutto tra i Frati Domenicani
"Per me Bruno è stato il più grande mnemonista che sia mai esistito", ci
racconta Golfera. "Conosceva la Bibbia a memoria dalla prima all'ultima
parola e dall'ultima alla prima, così come tutti i testi che aveva letto
nel corso della sua vita. Lui è anche il mio "vero" maestro. Ho cominciato
a interessarmi all'Ars Memoriae, l'arte della memoria, dopo aver letto un
suo libro e ancora oggi, tutto quello che so e che insegno su questo
argomento ha i suoi fondamenti sulle teorie di Giordano Bruno". In quale
periodo storico c'è la maggiore concentrazione di mnemonisti? "Nel
Cinquecento". Come mai proprio in quel secolo? "L'arte della memoria era
coltivata soprattutto dai Frati Domenicani che, svolgendo l'attività di
predicatori, avevano necessità di conoscere bene i libri sacri per poterli
citare in modo perfetto. Giordano Bruno, che era Frate Domenicano, imparò
l'arte della memoria in convento e poi si dedicò a studi particolari per
perfezionarla". Oltre a Giordano Bruno chi altro è stato campione ad
altissimo livello di memoria? "Cicerone, per esempio, aveva una memoria
prodigiosa e fu anche uno storico dell'arte della memoria. Nel suo libro
"De Oratore", riporta ciò che dell'argomento sapevano e insegnavano i
greci e gli altri popoli antichi". Altri personaggi della storia? "Un
altro formidabile campione fu Plinio il Vecchio. Sapeva a memoria tutti i
nomi dei cittadini di Roma. Non solo si ricordava tutti i loro nomi ma
poteva anche dire dove ciascuno di essi abitava". Cultori della memoria un
po' più "moderni"? "Furono Pietro da Ravenna, un avvocato del Medioevo e
anche un certo Giulio Camillo, un professore universitario vissuto nel
1400. Camillo aveva l'abitudine di memorizzare tutto quello che sentiva e
che leggeva e che per questo era chiamato "il divino". E poi Pico Della
Mirandola, Enrico Cornelio Agrippa, mago di corte di Francesco I e John
Dee, figura emblematica alla corte della Regina Elisabetta, anche lui mago
e scienziato". Anche lei si sente un "divino" grazie alle sue capacità
fuori dalla norma? "No. Sono un ragazzo come tanti altri con una passione
un po' particolare".
IL SEGRETO
Pensare per immagini e astrarre
"Il segreto della memoria di ferro - spiega Gianni Golfera - è pensare per
immagini. In questo modo si chiamano in causa entrambi gli emisferi del
cervello. L'emisfero destro o "dormiente" è in genere sfruttato molto poco
e invece io ho imparato a servirmene, appunto pensando per immagini". In
questo modo non si corre il rischio dl "consumare" il cervello? "Tutto il
contrario. Utilizzare la memoria in modo così massiccio è una medicina Con
l'allenamento della memoria si sviluppano i collegamenti tra neurone e
neurone e questo rallenta l'invecchiamento cerebrale". Può darci cinque
consigli? "Dunque, innanzitutto pensare per immagini e formulare immagini
quando si devono ricordare soprattutto concetti astratti. Poi procedere
per associazioni Non avere paura di dimenticare. Condurre una vita il più
possibile serena e sana. E per ultimo mantenere sempre vivo l'interesse,
che crea motivazioni e la motivazione crea memoria".
"La "vocazione" a dedicarmi all'Arte della memoria - racconta Gianni
Golfera - è venuta dalla "curiosità", dopo aver letto un libro su Giordano
Bruno. Fui enormemente colpito dal fatto che egli poteva ripetere a
memoria tutto ciò che aveva letto, e poteva ripeterlo anche partendo
dall'ultima parola. Una cosa fantastica che mi esaltava. Cominciai allora
a leggere tutto ciò che riguardava Bruno e lessi anche il suo libro "De
Umbris Idearum"', che è il trattato per eccellenza sull'arte della
memoria, un testo dimenticato ma ancora importantissimo. Dovetti leggerlo
in latino e ne feci una traduzione. Quel libro fu una rivelazione per me.
Divenne una specie di guida, di vademecum per le mie ricerche. Negli studi
successivi sull'arte della memoria non ho fatto altro che seguire quel
libro, aggiornandolo con le cose nuove che man mano venivo scoprendo e
sperimentando. In realtà, io insegno ancora ciò che Giordano Bruno
catalogò". Partecipando ai corsi che lei tiene, quali risultati si
ottengono? "E come imparare la matematica: si apprendono delle regole, che
poi vengono applicate e i risultati sono automatici. Ho messo a punto un
metodo facile e semplice, che ho chiamato "Gigotec", cioè "Gianni Golfera
Tecnica", che è una guida pratica alla "rivisitazione" del sistema di
Giordano Bruno fatta con criteri moderni. Chi lo studia e lo applica con
serietà e costanza, ottiene risultati veramente importanti". Quanto durano
i suoi corsi? "Non portano via tanto tempo. I corsi li tengo nei weekend e
durano perciò circa 38 ore. Però, per avere risultati bisogna seguirne
almeno quattro o cinque, e quindi sacrificare i fine settimane di almeno
un mese e poi continuare ad applicare gli insegnamenti e le regole per
sempre. Ho richieste per tenere corsi dappertutto, ma non posso
accontentare tutti. Non riesco a sdoppiarmi. Ma per venire incontro alla
molteplici richieste, sto scrivendo un libro in modo che molte persone
possano cominciare a conoscere l"'Arte della memoria" anche restando
comodamente a casa". R.A.
Da il Giornale di Giovedì 12 luglio 2001
Il destino dell'uomo condannato a non dimenticare mai
di Massimiliano Lussana
Il viaggio nella mente di un uomo che non dimentica niente è un triplo
giro d' ottovolante nella memoria, una navigazione verso una meta che non
c'è. Perché è sterminata e perché non ha limiti, ma è sempre affacciata su
un ricordo ulteriore, eternamente il penultimo. Per definizione. E così il
viaggio nella mente di Gianni Golfera, 24 anni, l'unico "mnemonista"
d'Italia, quasi un ammalato di memoria, destinato a non dimenticare nulla,
è un viaggio che non finisce mai. Chi gli parla non fa a tempo a
dimenticare una domanda, che già lui si è ricordato una risposta.
L'accento della voce è romagnolo di Lugo, gli accenti delle attività di
Gianni non hanno confine: racconta storie che hanno tratti d'umanità
profonda; confinano con la scienza; viaggiano nella storia dei mnemonisti
celebri, da Cicerone a Pietro da Ravenna, da Giordano Bruno a Pico della
Mirandola, da John Dee a Robert Fludd: a volte rischiano dl diventare
fenomeni da baraccone, carne (e memoria) umana da gettare a pubblici
vogliosi di metterle alla prova e di azzannarle; sono anche storie di
economia, visto che Golfera della memoria ha fatto un'azienda. Insomma,
sono storie degne di entrare nella storia: non a caso Andrea Vitali,
iconografo e direttore artistico delle Feste medievali di Brisighella, ha
voluto Golfera nel programma di quest'anno, per non far dimenticare
Gianni, icona della memoria d'Italia, al pubblico delle Feste. Che, dal
canto suo, ha risposto, non lasciando libera nemmeno una poltrona del
teatro comunale del paese della collina ravennate dove la Romagna inizia a
profumare di Toscana. Il titolo della conferenza alle Feste medievali era
I fantasmi della mente. E, nella mente di Golfera, i fantasmi sono ricordi
che affiorano quando non dovrebbero: passare una giornata con lui
significa magari vederlo improvvisamente per strada, toccarsi il ginocchio
senza alcun apparente motivo e scoprire che, proprio in quel momento, si è
ricordato il momento in cui si è sbucciato un ginocchio quando aveva tre
anni: "E mi ricordo che quel giorno ero vestito con un palo di calzoncini
azzurri, che ho incontrato per strada la signora mia vicina di casa con
suo figlio, che lui aveva in mano un pallone nero e rosso e che lei
portava tre borse, due nella destra e una nella sinistra. E poi la mamma
mi ha portato a fare le spese...".
Qualche piccolo inconveniente
Potrebbe continuare per tutta la giornata, per tutte le giornate. E' il
destino del mnemonista, nel bene e nel male (anche nel male per il
ginocchio sbucciato). Così come è il destino del mnemonista quello di
scoprire ogni bugia, comprese quelle che fanno male e che fa male
scoprire. La fidanzata di Gianni un martedì gli disse di aver passato la
serata precedente in un locale della provincia di Bologna che lui non
frequenta e quindi pensava di essere in una botte di ferro. E invece. Due
anni prima, incidentalmente, Gianni era passato davanti a quel locale e si
ricordava che era chiuso il lunedì. Da quel ricordo alla ricostruzione del
tradimento della fiducia, quindi del tradimento tout court, è passato un
secondo. È stato un bene? È stato un male? Domande da mnemonista.
A memoria 251 libri
Ma, intendiamoci, non è che la vita del mnemonista sia tutta un inferno.
Il piccolo Gianni, quando andava a scuola, nomi aveva nemmeno bisogno di
aprire il libro per imparare le canoniche venticinque pagine assegnate dal
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