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LUGLIO 2010
NEWSLETTER
Trifirò & Partners Avvocati
Editoriale
Prima di andare in vacanza Vi regaliamo una newsletter che può essere letta anche
nel tempo libero. Molte le novità e gli argomenti di cui trattiamo.
Prima, però, vogliamo riprendere un argomento della newsletter di giugno: la
pubblicazione online del nostro nuovo sito. www.trifiro.it è un sito di immediata
consultazione, moderno, veloce, rinnovato nei contenuti e nella grafica e progettato
con l’intento di coniugare la tradizione dello Studio con l’innovazione tecnologica e
le tendenze globali contemporanee.
www.trifiro.it è un luogo d’informazione e approfondimento multimediale,
interattivo, multipiattaforma. Fruibile su iPhone, iPad, BlackBerry, il nuovo sito T&P
è integrato con i principali social media e i suoi profili TrifiroPartners su twitter e
TPAvvocati su Scribd. Novità principale della sezione News, suddivisa nelle
categorie Newsletter, Eventi, Rassegna Stampa, Highlights è la possibilità di
condividere in Rete tutti i contenuti presenti. Grazie all’integrazione con Scribd, le
Newsletter T&P sono consultabili on line e scaricabili in formato pdf. Visitatelo!
Passando al contenuto della newsletter, torniamo a trattare, nell’Attualità del
Diritto del Lavoro, dello stress sul lavoro già trattato nella precedente
newsletter, poiché il termine del 31 agosto per rilevare e valutare i rischi è
stato rinviato al 31 dicembre 2010: rinvio opportuno per la mancanza di
chiarezza al riguardo.
SOMMARIO
Nelle “Nostre Sentenze” trattiamo di licenziamenti, individuali e collettivi, con
✦ EDITORIALE un interessante caso, nella sentenza del mese, relativo alla questione
dell’affissione del codice disciplinare ritenuta non necessaria nel caso di
✦ DIRITTO DEL LAVORO licenziamento per giusta causa. Altri interessanti casi sono esposti nelle nostre
sentenze.
✦ ATTUALITÀ 2 Nell’ambito del Diritto Civile si tratta dell’attuazione da parte della CONSOB
dell’art. 2391 bis cod. civ. che ha lo scopo di garantire la maggior tutela
✦ LE NOSTRE SENTENZE 3 degli azionisti di minoranza e degli altri portatori di interessi: un articolo
molto interessante di cui consigliamo la lettura anche ai non addetti ai lavori.
✦ CIVILE, COMMERCIALE,
ASSICURATIVO Segue la sezione Assicurazioni con interessanti casi relativi ad aspetti processuali.
Il “Punto su…” concerne la disamina delle nuove disposizioni in materia di
✦ ATTUALITÀ 6 lavoro e previdenza per la stabilizzazione e la competitività introdotte dal
D.Lgs. n. 78/2010 pubblicato lo scorso 31 maggio. Vengono segnalate le
✦ ASSICURAZIONI 8 disposizioni maggiormente interessanti relative ai temi trattati nel provvedimento
legislativo.
✦ IL PUNTO SU... 10
La sezione News e la Rassegna Stampa chiudono come di consueto la
✦ NEWS 11 newsletter.
Buone vacanze, buona lettura e arrivederci al prossimo numero!
✦ RASSEGNA STAMPA 12
Stefano Beretta e il Comitato di Redazione composto da: Stefano Trifirò,
✦ CONTATTI 13 Marina Tona, Francesco Autelitano, Luca D’Arco, Teresa Cofano, Claudio
Ponari, Tommaso Targa e Diego Meucci
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NEWSLETTER T&P N°38 ANNO IV
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Il termine del 31 agosto per rilevare e valutare il nuovo rischio da stress lavoro-correlato, sia
per i datori di lavoro pubblico che per quelli del settore privato, slitta al 31 dicembre, a seguito
dell'emendamento introdotto al comma 12 dell'articolo 8 del Dl 78/2010 dal Senato.
Occorre ricordare che il comma 1-bis), articolo 28 del D.Lgs. 81 del 2008 stabilisce che la valutazione
dello stress lavoro-correlato deve essere effettuata nel rispetto delle indicazioni fornite dalla commissione
consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro ex articolo 6, comma 8, D.Lgs. 81/08, e che il
relativo obbligo decorre dall'elaborazione delle predette indicazioni e comunque dal 1° agosto 2010. Ora
tutto è rinviato al 31 dicembre 2010.
Abbiamo trattato diffusamente della questione nella scorsa newsletter, a cui si rimanda. Qui val la pena di
precisare che lo stress lavoro-correlato non deve essere confuso con il mobbing, che consiste in un
comportamento volutamente persecutorio, ripetuto per un apprezzabile periodo di tempo (6 mesi,
secondo la giurisprudenza), allo specifico scopo di indurre il dipendente alle dimissioni o comunque ad
estrometterlo dalla vita aziendale.
L’intento è quello di prevenire, ridurre o eliminare il problema migliorando, in tal modo, le condizioni di
salute e sicurezza sul lavoro. Si tratta, quindi, di riconoscere nell'organizzazione del lavoro alcuni indicatori
di rischio che possono causare stress, quali:
In attesa delle indicazioni della commissione, i datori di lavoro avrebbero dovuto organizzarsi in proprio.
Peraltro, il comitato, appositamente istituito all'interno della commissione, ha temporaneamente sospeso
l'attività, dopo che il Ministero del Lavoro ha espresso la necessità di approfondimenti nella materia.
La materia è di particolare rilievo ed occorrono procedure certe che consentano interventi adeguati.
Staremo a vedere quali saranno gli sviluppi.
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Le Nostre Sentenze
LA SENTENZA DEL MESE
L’AFFISSIONE DEL CODICE DISCIPLINARE NON È NECESSARIA LADDOVE IL
LICENZIAMENTO SIA STATO INTIMATO PER VIOLAZIONI DEI DOVERI
FONDAMENTALI CONNESSI AL RAPPORTO DI LAVORO OPPURE PER L’EVIDENTE
CONTRASTO CON LA COSCIENZA COMUNE E CON LE REGOLE FONDAMENTALI
DEL VIVERE CIVILE
(Corte d’Appello di Palermo, 9 giugno 2010)
Così statuendo, il Giudice d’Appello ha fatto corretta applicazione di principi più volte
affermati in giurisprudenza dalla Corte di Cassazione: in tema di sanzioni disciplinari,
nell’ambito del rapporto di lavoro, il principio di tassatività degli illeciti non può essere inteso
nel senso rigoroso, imposto per gli illeciti penali dall’art. 25 Cost., comma 2, dovendosi,
invece, distinguere tra gli illeciti relativi alla violazione di prescrizioni strettamente attinenti
all’organizzazione aziendale, per lo più ignote alla collettività e quindi conoscibili solo se
espressamente previste ed inserite, perciò, nel codice disciplinare da affiggere ai sensi della
Legge n. 300 del 1970, art. 7, e quelli costituiti da comportamenti manifestamente contrari
agli interessi dell’impresa o dei lavoratori, per i quali non è necessaria la specifica inclusione
nello stesso codice disciplinare, poiché, in questi ultimi casi, che possono legittimare il
recesso del datore di lavoro per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, il potere
sanzionatorio deriva direttamente dalla legge (ex multis: 18 settembre 2009 n. 20270; Cass.
23 agosto 2006 n. 18377; Cass. 25 settembre 2004 n. 19306; Cass. 1 settembre 2003 n.
12735; Cass. 26 luglio 2002 n. 11108; Cass. 18 febbraio 1995 n. 1747; Cass. 18 giugno
1996 n. 5583).
In termini più generali, si è affermato che l’affissione del codice disciplinare costituisce,
dunque, requisito essenziale per la validità del licenziamento solo quando questo costituisca
la sanzione per l’infrazione ad una disposizione corrispondente ad un’esigenza peculiare
dell'azienda, non quando riguardi doveri previsti dalla legge, o comunque appartenenti al
patrimonio deontologico di qualsiasi persona onesta (Cass. 10 maggio 2010 n. 11250).
Il licenziamento non è dunque viziato, per violazione dell’art. 7 legge n. 300/1970, anche
qualora non sia dimostrata l’affissione del codice disciplinare, nei casi in cui il lavoratore si
sia reso autore di comportamenti rispetto ai quali l’illiceità della violazione, per
inadempimento dei doveri fondamentali connessi al rapporto o per l’evidente contrasto con
la coscienza comune e con le regole fondamentali del vivere civile, possa essere conosciuta
ed apprezzata dal dipendente senza bisogno di previo avviso, ossia ogniqualvolta il
comportamento sanzionato sia immediatamente percepibile come illecito.
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ALTRE SENTENZE
È LEGITTIMO IL LICENZIAMENTO PER GIUSTA CAUSA DEL LAVORATORE CHE SIA STATO
SCOPERTO A SVOLGERE UN’ATTIVITÀ DI VENDITA ESTRANEA A QUELLE FUNZIONALMENTE
ASSEGNATE ALL’UFFICIO, ACCORDANDOSI CON SOGGETTI ESTRANEI AL RAPPORTO DI
LAVORO
(Tribunale di Lodi, 4 giugno 2010)
Un lavoratore, preposto alla direzione di un’unità produttiva, era stato licenziato per giusta causa aver essere stato
scoperto nel mentre esercitava all’interno dell’ufficio un’attività di vendita di valori bollati, accordandosi con soggetti
estranei al rapporto di lavoro, pur sapendo di contravvenire alle direttive aziendali - per avere il datore di lavoro
cessato l’attività di vendita di valori bollati - senza darne comunicazione ai superiori. Il dipendente aveva impugnato il
licenziamento, in via cautelare, innanzi al Giudice del lavoro, rilevando che aveva agito non già per conseguire un
profitto personale, essendosi limitato a trasferire le marche da bollo acquistate da terzi e poste a sua disposizione al
prezzo di costo, ma al fine di agevolare l’utenza, in difficoltà a reperire, nelle vicinanze, un esercizio abilitato alla
vendita dei valori bollati, e di consentire il più efficiente disbrigo dell’ordinaria attività lavorativa, evitando un inutile
andirivieni della clientela in ufficio. La Società ha resistito in giudizio evidenziando che la massima sanzione esplusiva
si appalesava come reazione legittima e proporzionata alla gravità del comportamento, atteso che il lavoratore aveva
consapevolmente disatteso una direttiva aziendale - quella che vietava la vendita di valori bollati a decorrere da una
determinata data - preferendo svolgere in proprio detta attività nel luogo di lavoro, esponendo, peraltro, la Società
datrice di lavoro al rischio di incorrere in sanzioni amministrative da parte dell’Autorità competente a vigilare sulla
corretta vendita dei predetti valori. Il Tribunale di Lodi ha rigettato le istanze cautelari proposte dal lavoratore,
ritenendo che “l’effettuare all’interno di un ufficio il commercio - anche senza fini di lucro - di valori bollati, materia
espressamente disciplinata dalla legge, che deve essere autorizzata con decreto dell’intendente di finanza e, quindi,
rigorosamente sottoposta a procedimenti di natura pubblicistica - art. 39 DPR 26 ottobre 1972 n. 642 -, esponendo
il datore di lavoro a eventuali sanzioni e richiami da parte dell’Autorità competente è condotta del tutto priva di
giustificazione”.
(Causa curata da Claudio Ponari)
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Civile, Commerciale,
Assicurativo
Attualità
CONSOB - DISCIPLINA DELLE borsa o patrimonio netto, attivo totale, passività
O P E R A Z I O N I C O N PA RT I totali). La soglia scende al 2,5% per le società
controllate da un’altra società quotata.
CORRELATE
A cura di Francesco Autelitano e In tutti questi casi gli amministratori indipendenti
Alessandra Landi devono essere coinvolti nelle trattative, ricevendo
un flusso di informazioni e potendo chiedere
Dopo un lungo iter di consultazione, il 12 marzo chiarimenti e formulare osservazioni agli esecutivi.
2 0 1 0 l a C o n s o b h a fi n a l m e n t e d a t o La delibera deve essere assunta dal consiglio di
attuazione all’art. 2391 bis cod. civ., amministrazione nella sua interezza, non potendo
introducendo la normativa che disciplina le formare oggetto di delega, e con il parere
operazioni realizzate dalle società quotate e vincolante degli indipendenti, che possono
dagli emittenti azioni diffuse con le c.d. parti avvalersi della consulenza di esperti esterni,
correlate, intendendosi per tali le società remunerati dalla società. Qualora il CdA intenda
controllanti, quelle controllate ovvero quelle procedere malgrado l’avviso contrario degli
soggette a comune controllo. indipendenti, l’operazione deve essere approvata
dall’assemblea, che decide - oltre che con le
Lo scopo precipuo della disciplina è quello di maggioranze prescritte dal codice civile - anche
garantire una maggiore tutela degli azionisti di con il voto favorevole della maggioranza dei soci
minoranza e degli altri portatori di interessi, non correlati (il meccanismo del cosiddetto
contrastando gli eventuali abusi, che potrebbero whitewash).
scaturire nelle operazioni in potenziale conflitto
d’interesse effettuate con parti correlate (tra Al fine di garantire un’adeguata trasparenza, le
queste, a mero titolo di esempio, fusioni, operazioni di maggiore rilevanza devono essere
acquisizioni, dismissioni, aumenti di capitale comunicate al mercato entro sette giorni dalla
riservati). delibera, con indicazione del parere degli
indipendenti e degli eventuali consulenti.
Il nuovo Regolamento Consob n. 17221 effettua
una distinzione delle operazioni con parti ✦ Operazioni di minore rilevanza
correlate in ragione del superamento di
determinati parametri. Sono quelle che per dimensioni non superano la
soglia del 5% di nessuno dei parametri sopra
✦ Operazioni di maggiore rilevanza: indicati. In questi casi è previsto un parere
obbligatorio ma non vincolante da parte di un
sono quelle che superano la soglia del 5% di comitato formato da amministratori non esecutivi,
almeno uno tra più parametri (capitalizzazione di in maggioranza indipendenti.
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In caso di parere negativo la società è tenuta ad importo esiguo; le operazioni ordinarie concluse
informare il mercato, alla scadenza del trimestre a condizioni equivalenti a quelle di mercato o
di riferimento, sui motivi che hanno indotto ad standard; le operazioni urgenti (quelle indifferibili
effettuare le operazioni malgrado tale parere. o legate a situazioni di crisi aziendale);
l’assegnazione di compensi agli amministratori e
Sono previste facilitazioni per le società neo- agli alti dirigenti in attuazione di politiche di
quotate (nei primi due anni dall’ammissione in remunerazione già passate al vaglio
borsa) e per le società di minori dimensioni dell’assemblea.
(fatturato e patrimonio netto inferiori ai 500
milioni di euro). Ferma restando la disciplina di
trasparenza, queste società possono applicare
la normativa per le operazioni di minore rilevanza Link: www.consob.it
anche alle operazioni di maggiore rilevanza. ✦DISCIPLINA DELLE OPERAZIONI
CON PARTI CORRELATE
Sono esentate in tutto o in parte
dall’applicazione della disciplina le operazioni di
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Assicurazioni
A cura di Bonaventura Minutolo e Teresa Cofano
Causa del contratto è lo scopo pratico del negozio, la sintesi, cioè, degli interessi che
lo stesso è concretamente diretto a realizzare (c.d. causa concreta), quale funzione
individuale della singola e specifica negoziazione, al di là del modello astratto
utilizzato. (Nella specie, la S.C. ha cassato la sentenza di merito che - in relazione ad
CONTRATTO DI un contratto di assicurazione sulla vita stipulato da un privato per il rischio connesso
ASSICURAZIONE allo svolgimento dell'attività di volo sportivo o da diporto - aveva interpretato la
SULLA VITA - CAUSA clausola contrattuale che escludeva dall'assicurazione l'ipotesi di volo a bordo di
CONCRETA aeromobile non autorizzato senza tener presente in modo adeguato la finalità
concreta che l'assicurato intendeva perseguire con la stipula del contratto, tanto più
che l'incidente si era verificato mentre questi viaggiava a bordo del proprio veicolo da
diporto, peraltro privo delle caratteristiche di un "aeromobile").
(Cass. civ., 12 novembre 2009, n. 23941)
Con sentenza n. 15169 del 23 giugno 2010 le Sezioni Unite della Corte di
Cassazione, componendo il contrasto rinvenibile nella giurisprudenza della Corte,
hanno affermato il principio secondo cui le scritture private provenienti da terzi
PROVA CIVILE -
possono essere liberamente contestate, non applicandosi alle stesse la disciplina
SCRITTI PROVENIENTI
sostanziale di cui all'art. 2702 c.c. né quella processuale di cui all'art. 214 c.p.c.,
DA TERZI
atteso che le stesse costituiscono prove atipiche il cui valore probatorio è puramente
indiziario e che possono quindi contribuire a fondare il convincimento del giudice in
armonia con altri dati probatori acquisiti al processo.
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La Corte di legittimità ha, peraltro, precisato che il principio deve essere attenuato in
considerazione della diversa valenza probatoria di alcune scritture provenienti da terzi
e, quindi, nell'ambito delle scritture private, deve riservarsi diverso trattamento a
quelle la cui natura le connota di una carica di incidenza sostanziale e processuale
intrinsecamente elevata, tale da richiedere la querela di falso onde contestarne la
autenticità (nel caso di specie, trattandosi di scrittura privata proveniente da una
procuratrice della ditta, moglie del titolare, la Corte ha ritenuto che se, in senso
processuale, può parlarsi di terzo estraneo alla lite, altrettanto non può dirsi sul piano
sostanziale, quanto meno in ragione della qualifica institoria spettante al soggetto
stesso. Conseguentemente, la contestazione deve avvenire mediante la proposizione
di querela di falso).
(Cass. sez. unite, 23 giugno 2010, n. 15169)
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Il Punto su...
A cura di Vittorio Provera
Detto provvedimento - il cui obiettivo finale è quello di ottenere un abbassamento del rapporto tra deficit e
pil dall’attuale 5% al 2,7% nel 2012 attraverso tagli e misure di contenimento della spesa della Pubblica
Amministrazione, misure antievasione e per la sostenibilità finanziaria - contiene, altresì, una serie di
disposizioni che incidono direttamente nella vita delle Società e nei rapporti di lavoro privato.
Riteniamo utile segnalare le disposizioni che maggiormente interessano questo particolare ambito.
In punto si evidenzia, innanzitutto, l’art. 12, il quale stabilisce nuove regole per il pensionamento a
partire dal 1 gennaio 2011. In sostanza, per i soggetti che intendono accedere alla pensione di
vecchiaia, maturando il requisito contributivo e l’età massima pensionabile (65 anni per gli uomini e 60 per
le donne nel settore privato), il trattamento pensionistico spetterà decorsi 12 mesi dalla maturazione di
entrambi i requisiti. Anche per i lavoratori che intendono accedere al pensionamento di anzianità in base
alle regole vigenti, occorrerà attendere 12 mesi dalla maturazione ed i requisiti (età anagrafica ed anni di
contribuzione). Per coloro che sono iscritti alla cd. gestione separata, l’accesso al trattamento
pensionistico avverrà decorsi i 18 mesi e successivi alla maturazione del doppio requisito (anagrafico e
contributivo).
All’art. 23 è espressamente previsto che l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza debbano
pianificare i controlli nei confronti delle Società che cessano la loro attività entro un anno dalla
nascita; mentre l’articolo successivo prevede specifici controlli per le Imprese che presentano
dichiarazioni in perdita fiscale per più di un periodo di imposta (in questo caso, però, sono da escludere le
situazioni in cui le perdite sono determinate da compensi erogati ad Amministratori e Soci). E, ancora,
all’art. 28 è stabilito che l’Agenzia delle Entrate esegua dei controlli specifici nei confronti delle persone
che risultano aver percepito e non dichiarato redditi di lavoro dipendente ed assimilati per i quali, in base
a controlli incrociati con le banche dati dell’INPS, risultano versati i contributi previdenziali.
Con specifico riferimento alle retribuzioni e benefit corrisposti dalle Aziende si segnala, innanzitutto, la
nuova disciplina sulle stock options e sugli emolumenti variabili, di cui all’art. 33, riguardante i
Dirigenti e soggetti che operano con rapporti di collaborazione coordinata e continuativa nel settore
finanziario. In merito a detti istituti viene introdotta un’aliquota fiscale addizionale del 10% sui corrispettivi
che sono riconosciuti ai Dirigenti e collaboratori sotto forma di stock options e di retribuzione variabile,
per la parte che eccede il triplo della retribuzione fissa. Sarà l’Azienda a trattenere direttamente la parte
fiscale al momento dell’erogazione degli emolumenti.
Di segno opposto, invece, la disposizione contenuta dall’art. 53 che, per il periodo 1 gennaio 2011 -
31 dicembre 2011, dispone sgravi fiscali e contributivi. Infatti sulle somme erogate ai lavoratori
dipendenti del settore privato (a fronte di accordi o contratti collettivi, territoriali, aziendali) - se correlate ad
incrementi di produttività, qualità, redditività, innovazione, efficienza organizzativa, collegate all’andamento
economico od agli utili dell’Impresa od ad altri elementi indicativi del miglioramento della competitività -
sarà prevista l’applicazione di un’imposta sostitutiva, sia dell’IRPEF che delle addizionali regionali e
comunali, che dovrebbe essere pari al 10%, con un limite di 6 mila euro lordi di retribuzione, al netto
della contribuzione qualora il reddito di lavoro dipendente risulti pari o inferiore a 40 mila euro.
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Inoltre su detti importi verranno applicati gli sgravi contributivi previsti per la contrattazione di secondo
livello. Tuttavia, con riferimento a questa disposizione, il Governo deve provvedere alla determinazione dei
benefici in modo specifico entro il 31 dicembre 2010.
Ovviamente - essendo in corso un forte confronto politico e con le parti sociali in materia - non è escluso
che siano introdotte talune modifiche sempre, ci si augura, finalizzate a migliorare la competitività
economica.
News
Luglio 2010 è stato per il nostro Studio un mese particolare, in quanto i media hanno mostrato
interesse per le novità legislative di cui si discute nel mondo del lavoro.
I nostri Partners hanno rilasciato interviste a diversi giornali, ed in breve, riportiamo il contenuto.
Un argomento molto attuale è quello della “flessibilità”. Perdurando la crisi, il problema che emerge è
quello di coniugare la flessibilità di cui le aziende hanno necessità, con un livello adeguato di
protezione - sicurezza per i lavoratori. Un primo passo sarebbe quello di modificare gli ammortizzatori
sociali che dovrebbero essere concessi con criteri più selettivi.
Vi è poi l’annosa questione del vincolo della stabilità “reale” imposto dall’art. 18 Statuto dei
Lavoratori.
Un altro argomento trattato dagli intervistati è quello relativo alla riduzione della pressione fiscale e
contributiva al fine di incentivare la competitività ed il recupero del potere di acquisto dei salari.
Occorrerebbe prevedere incentivi per le imprese che guardano al futuro, meglio se create da giovani,
che hanno voglia di rischiare, cercando di eliminare i vincoli burocratici, fiscali e amministrativi.
Infine, la riforma del processo del lavoro volta a deflazionare il contenzioso giudiziale in Tribunale, è
una necessità primaria. Il Collegato al lavoro, che ha dato adito a tante critiche, è fermo alle Camere
oramai da mesi, dopo il rinvio del Capo dello Stato.
✦Corriere.it:
12/07/10
“LAVORO Quando la crisi aiuta gli studi”
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RASSEGNA
STAMPA ✦CorrierEconomia - Corriere della Sera: 12/07/10
“LAVORO Quando la crisi aiuta gli studi”
Intervista a Stefano Trifirò
✦Corriere.it:
12/07/10
“LAVORO Quando la crisi aiuta gli studi”
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