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A.A. 2007-2008
I LATERIZI
II^parte
CARATTERISTICHE FISICHE E PROVE
“I laterizi di qualsiasi tipo e forma, debbono nella massa essere scevri da sassolini e da
altre impurità; avere facce lisce e spigoli regolari; presentare alla frattura (non vetrosa)
grana fine ed uniforme; dare al colpo di martello suono chiaro; assorbire acqua per
immersione; asciugarsi all’aria con sufficiente rapidità; non sfaldarsi e non sfiorire sotto
l’influenza degli agenti atmosferici e di soluzioni saline; non screpolarsi al fuoco ed inoltre
avere resistenza adeguata agli sforzi ai quali dovranno essere assoggettati in relazione
all’uso.” (art. 3 R.D. 16 Novembre 1939 n° 2233)
MISURAZIONE DEGLI ELEMENTI LATERIZI
A. UNITA’ MISURA: mm; kg/m3; N/mm2 ; g
UNITA’ DI MISURA:
Se si tratta di provini con superficie irregolare (linguette e scanalatura, cavità, ecc.) usare il
procedimento a) senza tenere conto dell’ dell’irregolarità, salvo specificazioni precisa nella parte
appropriata della UNI EN 771:”
771:”Le dimensioni di un elemento di muratura di laterizio devono
essere dichiarate dal fabbricante in millimetri per lunghezza, larghezza e altezza, in questo
ordine. Devono essere indicati in termini di “dimensioni di fabbricazione”
fabbricazione”.
Precisione di misurazione.
Errore di misurazione
Tolleranza sulle dimensioni misurate (massimo)
conformemente alle prescrizioni della parte mm
appropriata della UNI EN 771 (mm)
!1 0,2
>1 0,5
Si calcola la lunghezza, la larghezza e l’l’altezza del campione come media dei valori di un
minimo di sei provini.
Il peso del laterizio dipende dal modo di produzione e dalla qualità dell’
dell’argilla; per lo stesso
tipo di argilla, se il laterizio è confezionato a mano, si avrà una massa più porosa e di
conseguenza un peso minore. Per i laterizi pressati o estrusi sotto vuoto la massa e molto
più compatta ed il peso maggiore.
In genere il peso di volume del comune laterizio varia da 1600 a 1800 Kg/mc. Il peso di
volume del laterizio alveolato, varia da 1400 a 1500 kg/mc.
CONDUCIBILITA! TERMICA
Il laterizio comune è un materiale che offre una buona coibenza termica; il valore del
coefficiente di conducibilità termica (che in genere è indicato con !, calore che nell’
nell’arco di
1 ora passa attraverso 1 metro quadrato di parete di 1 metro di spessore, per una
differenza di temperatura di 1°C fra le sue superfici; si esprime in Kcal/h x m x °C, oppure
in W/m x °C) può variare per il laterizio fra 0,55 e 0,65.
Il laterizio alveolato, studiato per aumentare il potere coibente delle pareti, ha un
coefficeinte ! pari a circa 0,24 Kcal/h x m x °C.
POROSITA! E IMBIBIZIONE (UNI-EN 772-7)
La porosità viene misurata essiccando i laterizi in stufa fin a che il peso non divenga
costante, per la perdita totale di umidità, immergendoli poi in acqua pura per 48 ore,
asciugandoli con carta assorbente e pesandoli. La quantità di acqua assorbita viene
espressa in percentuale di peso, che deve essere compresa fra l’l’8% ed il 28%.
La prova di capillarità viene eseguita con il campione posto in un recipiente con uno strato
di acqua di 1 cm; l’l’acqua salirà lentamente.
Il comune tipo di laterizio può presentare fenomeni di gelività, avendo una porosità
alquanto elevata. Se il materiale è pressochè saturo di acqua, nel caso di temperature
prolungate al di sotto di zero gradi, l’acqua contenuta nei pori, gelando, ne provoca la
rottura, che si manifesta sotto forma di scagliature (distacco di ampie porzioni di laterizio)
oppure di sfarimamento degli spigoli e delle pareti esterne. I laterizi prodotti con argille che
hanno una elevata temperatura di cottura (intorno ai 1000°C) in genere risultano poco
gelivi.
È tuttavia opportuno procedere alla prova di gelività, specialmente per i laterizi che
vengono posti in opera all’aperto.
La prova viene eseguita mediante cicli ripetuti (almeno cinquanta); il campione viene
imbevuto di acqua e posto in frigorifero alla temperatura di - 10°C per almeno 3 ore.
Successivamente il campione è portato in acqua tiepida a +20-25°C per almeno
un‘ora.
Alla fine di ogni ciclo ed alla fine della prova il campione deve risultare integro, senza
presentare incrinature o distacchi di particelle.
La resistenza al gelo non fornisce, comunque, un metodo sicuro nella totalità dei casi,
poiché le condizioni cui il materiale è sottoposto in opera sono molto diverse da quelle
della prova in laboratorio.
INCLUSIONE DI CALCE
Le inclusioni per il laterizio sono quelle dovute a piccoli noduli di ossido di calce, che si
formano durante la cottura (calcinaroli
(calcinaroli)) e che, a seguito di assorbimento di acqua da parte
del laterizio, rigonfiano, determinando i caratteristici crateri. Per i laterizi che devono
rimanere a faccia a vista questo difetto è molto grave; è bene effettuare la prova di
inclusione, molto semplice bollendo il campione di laterizio in acqua per 3 ore.
La presenza di noduli si manifesta dai crateri provocati dall’ dall’espansione della calce. Se i
crateri hanno diametro maggiore di 15mm, il laterizio non è accettabile; per il laterizio da
rivestimento il diametro non può essere superiore a 5mm.
EFFLORESCENZE
Sulla superficie dei laterizi possono formarsi delle macchie biancastre (efflorescenze), dovute
ai sali solubili che si manifestano a causa dell’
dell’umidità. Si tratta dei solfati provenienti dal
laterizio stesso, che reagiscono con gli alcalini del cemento e della malta. Le efflorescenze
possono anche essere causate dall’dall’acqua del suolo, che risale per capillarità.
Possono essere eliminate mediante lavaggio a getto d’ d’acqua e spazzolatura o con acqua
leggermente acidula.
Prova di efflorescenza
Per i mattoni forati la prova viene eseguita su un pezzo intero, con l’l’avvertenza di
spianare le due facce del mattone con malta di cemento. La compressione deve essere
esercitata in direzione normale ai fori.
Anche per i forati devono essere fatte 4 prove su provini asciutti e 4 su provini imbevuti
d’acqua. I valori della tabella V sono riferiti alla sezione lorda del laterizio, per questo
motivo i valori dei forati sono molto piccoli rispetto al corrispondente mattone pieno;
inoltre tali dati sono validi per i laterizi asciutti. Per quelli imbevuti d’
d’acqua il carico di
rottura a compressione risulta inferiore; tuttavia esso non deve essere minore del 75%
per le prime tre classi e dell’
dell’80% per le ultime due.
classe I II III IV V
Consiste nel sottoporre a flessione i campioni appoggiati agli estremi su due coltelli
arrotondati. Il carico viene trasmesso da un terzo coltello arrotondato posto nella
mezzeria. Occorre una preparazione adeguata affinché il contatto dei coltelli e la
superficie del laterizio sia uniforme secondo tre rette parallele. Si assume come
resistenza a flessione la sigma derivante dalla formula:
s = M/W
Dove:
- W è il modulo di resistenza e risulta pari a 0.150 cm3 e il momento flettente massimo
- M = (5/2) P in kg cm.
Prova di flessione su campione di laterizio e su tegola marsigliese
I laterizi in genere hanno un comportamento di tipo fragile; sono cioè soggetti a rottura per
urto o sollecitazioni concentrate. Tale caratteristica è sfruttata dal muratore per tagliare i
mattoni nel punto voluto con precisi colpi di martello.
Per questo motivo la prova di resistenza agli urti viene effettuata solo sui laterizi che
saranno soggetti a tale sollecitazione.
PROVA DI USURA
Per tale prova esistono due sistemi. Per i materiali omogenei si usa il tribometro,
tribometro, una
macchina a disco rotante con abrasivo su cui vengono premuti i campioni con una
pressione di 0,03 N/mmq
N/mmq (0,3 Kg/cmq
Kg/cmq). ). Lo spessore di materiale che è eliminato
dall’
dall’abrasione, per un numero di giri pari ad un percorso di 1000 mt, si indica come il
coefficiente di abrasione.
abrasione. Per i laterizi tale coefficiente è pari a 1,5mm.
Per i materiali non omogenei invece, viene utilizzata la prova a getto di sabbia, consistente
nel proiettare sui campioni un getto di sabbia mediante un iniettore ad aria compressa; la
zona da colpire è limitata da un diaframma con foro di 6 cm di diametro. La prova dura due
minuti. L’
L’aspetto della superficie colpita, della quale vengono messe in evidenza le
irregolarità del materiale e la sua perdita di peso, sono elementi di giudizio per
l’accettabilità del tipo di materiale.
PROVA DI DUREZZA
solo portanti:
portanti: R;
portanti e di separazione:
separazione: R, E e I;
solo di separazione:
separazione: E e I;
portanti, di separazione e soggette a urto meccanico:
meccanico: R, E, I e M;
di separazione e soggette ad urto meccanico:
meccanico: E, I e M.
Dove:
Criterio tenuta “E” – criterio per mezzo del quale viene valutata la capacità di una
membratura di separazione (parete) di prevenire il passaggio di fiamme o gas caldi.