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Italian Committee for the Study of Autogenic Therapy and Autogenic Training - Settembre 2010 - N°2 - www.icsat.it
Cari soci, nazionale di Ravenna del 23/24 ottobre in tempo reale) e di diffondere la rivista
ci ritroviamo di nuovo dopo l’estate a pro- prossimi. Infatti il primo aveva come tito- anche fra i non soci affinchè possa diveni-
muovere il secondo numero della nostra lo “Il sintomo in psicoterapia: linguaggio re oltre che un ottimo strumento per far
rivista e ad iniziare di nuovo il nostro la- e significato”, il secondo avrà come tema conoscere il nostro lavoro, anche un mo-
voro dopo le vacanze che mi auguro ci “Simbolo o sintomo”. Fra l’altro il vener- mento di crescita per la nostra categoria
abbiano consentito di ricaricare un po’ le dì 22 si terrà il consueto seminario na- professionale, la quale non può che par-
batterie e prenderci un meritato periodo zionale ICSAT il cui calendario, tema ed lare un multilinguismo culturale che co-
di riposo. interventi, potete consultare sul nostro stituisce comunque un arricchimento per
sito. Vi segnalo inoltre che fuori tempo noi tutti. Si rinnova a tutte le sedi locali
Questa volta debbo dire i contributi sono massimo abbiamo ricevuto richieste di l’invito a fornirci informazioni riguardo ad
stati, come del resto era prevedibile, assai pubblicazione sia da parte di singoli che iniziative quali congressi, convegni e se-
di più rispetto al numero di maggio e di di sedi locali ICSAT, vi rinnovo quindi la minari.
svariati argomenti ma spero comunque preghiera di stare dentro la “dead line” E’ sempre possibile, inoltre, far giungere
interessanti. Saremo lieti di riprodurre che viene sempre evidenziata nell’ultima alla redazione atti dei convegni (possi-
anche nei prossimi numeri articoli frut- pagina della rivista e che questa volta bilmente formato word/pdf o cartaceo in
to di lavori di convegni anche del recente sarà il 30/11/10. duplice copia) tra i quali provvederemo
passato, in questo numero ad esempio a selezionare e pubblicare gli interventi
troverete un articolo degli atti del conve- Infine preghiamo tutti voi di visitare pe- giudicati più interessanti e significativi.
gno di Ancona del 17 ottobre 2009 che fra riodicamente il sito ICSAT (infatti sul sito
l’altro è in linea con il prossimo convegno troverete tutte le notizie che ci riguardano Dott. Vinicio Berti
La prova cromatica nella
psicoterapia autogena
Dott.ssa Maria Teresa Gaggioli
Psicologa e Psicoterapeuta
Email: maria.teresa.gaggioli@hotmail.it
A
lcuni anni or sono, fui con- al paziente, che le osserverà e po- dominanza dell’emisfero sinistro.
tattata dalla mia amica pit- trà così interpretarle, descrivendo le
trice Carla Scoppa che mi sembianze di quelle forme originali e Tali risposte non vengono prese
parlò delle reazioni emoti- ambigue, dipinte da lui e che rasso- dall’emisfero destro, questo le trattie-
ve inaspettate e inspiegabili degli al- migliano a cose e a persone che fanno ne e le propone nel momento propizio
lievi durante i suoi corsi di formazio- scaturire ricordi, affetti ed emozioni. ossia nel momento in cui l’emisfero
ne pittorica. sinistro non è impegnato a risponde-
La fase di esecuzione prima e di inter- re all’ambiente esterno. Questo stato
Una tecnica particolare da lei ideata pretazione poi, fanno parte di un solo può crearsi anche grazie all’atteg-
con l’uso degli acquerelli: l’allievo è momento terapeutico che determina giamento distensivo che diventa uno
invitato ad usare liberamente il pen- nel paziente lo sblocco delle emozio- status vivendi mediante la pratica del
nello, bagnando solo di acqua la su- ni, il buon rapporto empatico con il Training Autogeno e con l’allenamen-
perficie da dipingere. Sceglierà poi i terapeuta e l’emergere del pensiero to quotidiano permette una osmosi
colori a suo piacimento distribuendoli creativo. mente corpo. Quindi in uno stato di
in più punti sul piano bagnato. Muo- distensione è più facile che l’emisfe-
vendo poi la tavola li farà scorrere Già Leonardo Da Vinci riteneva che le ro destro invii stimoli, suggerimenti e
nelle varie direzioni. Si formeranno macchie di forme indefinite, potesse- intuizioni all’emisfero sinistro con in-
così composizioni cromatiche che si ro stimolare la creatività dell’artista, formazioni che ritiene utili per risol-
espandono, si fondono scorrendo sul- teoria ripresa in seguito da Justinus vere problemi e produrre nuove idee.
le pennellate d’acqua e creando mac- Kemer, un medico svizzero che si in-
chie policrome di grande suggestio- teressava di arte e letteratura, il qua- La prova cromatica dà una predispo-
ne, ed è qui che l’allievo libera le sue le affermava che si potesse stimolare sizione al percorso di benessere e
emozioni raccontando ricordi antichi, l’ispirazione artistica con macchie di creatività, dando effetti terapeutici
gioiosi e tristi. forma incerta. nel recupero di vaste zone della vita
emotiva e nelle zone della personalità
Il raccordo tra due liquidi di densità Anche il Professor Tullio Bazzi soste- che sono fonti di ansia e di blocchi
diversa stimolano memorie antiche: neva che un buon prerequisito per esistenziali. Ritengo indispensabile
“scioglimento dei ghiacci sulla neve, apprendere il T.A. fosse il pensiero però che il terapeuta conosca il Lu-
magma dei vulcani, sangue versato, creativo che può dilagare con il rilas- scher - Test del Professor Max Lu-
fango sotto la pioggia, la nonna che samento. In uno stato di distensione, scher. Ci rendiamo conto che non c’è
unisce gli ingredienti di una torta”. infatti, è più facile che l’emisfero de- aspetto della nostra vita che non sia
Qualche volta la voce si rompe in un stro invii stimoli, suggerimenti e intu- connotato, intessuto dai colori: l’im-
singhiozzo. izioni all’emisfero sinistro, con infor- portanza del colore nell’indagine psi-
mazioni che ritiene utili per risolvere cologica può facilitare al paziente la
Così ho voluto proporre ad alcuni pa- problemi e produrre nuove idee. conoscenza di se stesso e la valuta-
zienti questa prova cromatica prima zione della propria personalità.
di iniziare un corso di Psicoterapia Emisfero destro e emisfero sinistro
Autogena. Durante la prova si sono colgono due aspetti differenti del La libertà di disegnare o di dipinge-
potuti cogliere momenti di ansia, di mondo a noi circostante: l’emisfero re con l’acqua ed i colori esprimono
insicurezza, di divertimento e di cu- destro spezza gli schemi e i modelli l’intera personalità del soggetto ed in
riosità; una maggiore apertura verso culturali, così da trasferire all’emi- particolare i suoi elementi subconsci
il terapeuta, dovuta alla distensione sfero sinistro una nuova metodologia ed inconsci che si proiettano all’ester-
iniziale per effetto della piacevolezza conoscitiva che non porti più ad una no grazie alla libertà che gli è data.
e giocosità dell’esercizio pittorico e cultura ripetitiva ma creativa. L’emi-
l’emergere della creatività. sfero destro, che in ogni circostanza Condividendo così il pensiero di Mag-
e situazione interattiva dell’individuo da Di Renzo, ricordo la sua frase: “Le
Terminata l’esecuzione delle tavole avrebbe risposte creative da dare, parole hanno un tempo, un luogo ed
(cartoncini), queste si porgeranno viene anticipato nella risposta alla anche una tavolozza per raccontarsi”.
IL FILM
IL MNEMONISTA
di Paolo Rosa
Primo violino nell’orchestra di una grande città, “S” è
dotato di una memoria straordinaria che lo porta a ricor-
dare ogni minimo dettaglio di ciò che cade sotto la sua
attenzione. Si rivolge al prof. “L”, psicologo di fama inter-
nazionale, il giorno in cui si accorge di non riuscire più a
suonare, perché le note dello spartito davanti ai suoi occhi
esplodono in punti mobili e coloratissimi. Comincia così un
affascinante viaggio nei misteri della mente...
A
ll’inizio degli anni ‘90 all’Istitu-
to di Fisiologia dell’Università di
Parma, diretto da Giacomo Riz-
zolatti fu scoperto un gruppo di
neuroni nella corteccia premotoria dei ma-
cachi, definito “neuroni specchio”, i quali
si attivano sia quando vengono eseguite
azioni finalizzate a uno scopo, sia quan-
do si osservano le stesse azioni eseguite
da altri.
Diversi studi neurofisiologici hanno di-
mostrato che anche il cervello umano è
dotato di un sistema di neuroni specchio
localizzato in regioni parieto-premoto-
rie, verosimilmente omologhe a quelle
descritte nella scimmia, che codifica le
azioni osservate sugli stessi circuiti ner-
vosi che ne controllano l’esecuzione.
In particolare, uno studio di risonanza
magnetica funzionale ha mostrato che
nell’osservatore l’eccitabilità degli stessi afferrare la tazza. Ciò ha indotto taluni a
i neuroni specchio non sono attivati solo
muscoli che normalmente impieghereb- sollevare obiezioni circa la rilevanza dei
dall’osservazione di azioni eseguite con
be per realizzare quegli stessi movimenti neuroni specchio nell’intelligenza sociale e,
la mano, ma anche dall’osservazione di
labiali. La comprensione di queste azioni in particolare, nella determinazione delle
azioni eseguite con altri effettori come la
comunicative sembra quindi che sia ac- intenzioni altrui .
bocca o il piede. Le aree parietopremo-
compagnata dalla simulazione motoria Ma allora capire perché un’azione sia stata
torie attivate dall’osservazione di azioni
delle stesse azioni. iniziata, può essere equivalente a intuire
eseguite da altri con diversi effettori,
lo scopo dell’azione seguente? Uno studio
sono le stesse che si attivano quando
Quando un individuo inizia un movimento recente ha cercato di rispondere a questa
l’osservatore esegue quelle stesse azio-
per prendere in mano una penna, ha chia- domanda.
ni. In altri termini, anche nell’uomo la
ro in mente il suo scopo finale,ad esempio Dei soggetti hanno osservato tre generi di
stessa organizzazione somatotopica
scrivere una nota su un pezzo di carta. La sequenze filmate che illustravano: azioni
dei circuiti parieto-premotori serve due
specificazione dell’intenzione di un’azio- manuali di afferramento di una tazza sen-
funzioni: controllare l’esecuzione delle
ne precede quindi l’inizio dei movimenti, za un contesto; solo contesto (due scene
azioni e consentirne la comprensione.
e questo significa che quando stiamo per contenenti oggetti disposti su un tavolo
Numerosi studi hanno inoltre dimostra-
eseguire una determinata azione noi pos- che suggerivano il contesto di una colazio-
to che i neuroni specchio sono coinvolti
siamo predirne le conseguenze. ne da cominciare o già ultimata); e azioni
sia nell’imitazione di movimenti semplici
Ma una determinata azione può essere ori- di afferra mento manuale della stessa taz-
delle dita che nell’apprendimento imita-
ginata da intenzioni molto diverse. Suppo- za all’interno dei due diversi contesti, che
tivo di nuove complesse sequenze di atti
niamo che qualcuno veda un altro afferrare suggerivano quale diversa intenzione po-
motori..
una tazza: i neuroni specchio per l’azione tesse essere associata all’azione di afferra
Il coinvolgimento del sistema motorio
di afferramento verranno probabilmente mento della tazza (rispettivamente, per
durante l’osservazione di azioni comuni-
attivati nel cervello dell’osservatore, ma il bere o per sparecchiare la tavola).
cative della faccia e della bocca è com-
collegamento diretto tra l’azione osservata L’osservazione delle azioni all’interno del
provato anche da uno studio di
e la sua rappresentazione motoria nel cer- proprio contesto rispetto alle altre due
stimolazione magnetica transcranica
vello dell’osservatore può dirci solamen- condizioni ha determinato un significativo
(TSM) che dimostra che l’osservazione
te cosa è l’azione (afferrare) e non quale incremento dell’attività della parte poste-
di un filmato muto di movimenti del-
sia l’intenzione che ha spinto l’agente ad riore del giro frontale inferiore e del set-
le labbra durante il parlare aumenta
spinge la persona a rivolgersi al medico chico, che possono essere definiti quin-
Il seguente articolo è tratto dagli atti o allo psicoterapeuta. di somatogeni-fenopsichici (alterazioni
del convegno svoltosi lo scorso anno Gran parte del mondo scientifico oggi ormonali, che modificano, ad esempio,
ad Ancona ed abbiamo scelto di pub- riconosce che si è ormai da tempo am- il tono dell’umore)
blicarlo in quanto riteniamo possa dare piamente diffusa una nuova patologia,
un senso di continuità con il prossimo che difficilmente può essere classificata - sintomi derivanti da cause fisico-
convegno (Ravenna 23-24 Ottobre) secondo gli schemi tradizionali. Trattasi biologiche che si manifestano a livello
dato che entrambi affrontano il tema di quella sindrome che Frankl ha defi- noetico, che possono essere definiti
del sintomo. nito nevrosi noogena, che ha origine somatogeni-fenonoetici (alterazioni or-
nella dimensione noetica, spirituale, e monali che si ripercuotono, ad esem-
P
che può ripercuotersi in quella soma- pio, sul grado di soddisfazione esisten-
arlare di significato esistenziale tica o in quella psicologica. Secondo ziale, generando senso di frustrazione
del sintomo vuole dire intende- lo schema frankliano, nell’ambito del- e vuoto interiore)
re tale fenomeno in modo diver- la patologia umana, oltre alle malattie
so da come si fa abitualmente somatiche e psichiche, possiamo quindi - sintomi derivanti da cause psichiche
in medicina. Secondo i principi medici riconoscere anche quelle noetiche, cioè che si manifestano a livello somatico,
e psicoterapeutici, il sintomo non può spirituali. E’ utile sottolineare però che che possono essere definiti psicogeni-
mai essere considerato un’unica enti- il termine “noetico”, che etimologica- fenosomatici (malattie psicosomati-
tà, bensì l’esito finale di un insieme di mente deriva dal greco νòος e che, tra- che)
azioni e reazioni, derivanti da uno stato dotto letteralmente, significa “mente,
patologico, che conducono ad una alte- ragione, intelletto”, può avere un signi- - sintomi derivanti da cause psichiche
razione della normale sensazione di sé ficato più esteso e pregnante, allorché che si manifestano a livello psichico,
e del proprio corpo. Se entriamo però sta ad indicare la capacità intenziona- che possono essere definiti psicogeni-
nell’ambito del disagio esistenziale, le dell’uomo, cioè il tendere dell’uomo fenopsichici (psiconevrosi, ovvero pa-
inteso quale malessere derivante dal verso qualcosa, verso il perseguimento tologie ansiose, fobiche, ossessive, de-
sentimento della mancanza di senso di scopi e la realizzazione di valori, e, pressive, ecc.)
per la propria esistenza, il sintomo non quindi, sta ad indicare la caratteristi-
sarà riferibile alla manifestazione sog- ca capacità umana di progettualità. - sintomi derivanti da cause psichiche/
gettiva di una patologia in atto. Cosa Pertanto, dinanzi a sentimenti di noia, emotive che si manifestano a livello
intendiamo esattamente? Intendiamo di assurdità, di apatia, di vuoto, di in- noetico, che possono essere definiti
che la sofferenza di una vita senza sen- differenza, non è sufficiente rivolgersi psicogeni-fenonoetici (frustrazione esi-
so può condurre la persona ad un pro- all’uomo considerando soltanto la di- stenziale, vuoto di senso, mancanza di
fondo stato di frustrazione esistenziale, mensione biologica e quella psicologi- progettualità)
caratterizzato anche dalla presenza di ca, ma si rende necessario allargare
uno o più sintomi fisici o psichici, no- l’orizzonte anche alla terza dimensione, - sintomi derivanti da cause noetiche
nostante corpo e psiche siano sani. E’ cioè a quella spirituale, per una diversa che si manifestano a livello somatico,
infatti possibile affermare che una ma- comprensione di determinati sintomi, che possono essere definiti noogeni-
lattia di tipo fisico o psichico può non che andranno quindi considerati sia da fenosomatici (mancanza di una appa-
comportare necessariamente una “cri- un punto di vista eziologico che da un gante significatività esistenziale che si
si di senso”, mentre quest’ultima, cioè punto di vista fenomenologico. Si trat- manifesta attraverso sintomi somatici,
in altri temini una “crisi di vita”, può ta quindi di ricercare il logos che sta quali ad esempio nausea, cefalea, ta-
comportare determinati sintomi, seb- dietro al pathos, per poter individuare chicardia, ecc. )
bene corpo e psiche siano sani. E’ di l’autentico significato della sofferenza
quest’ultima possibilità che tratteremo che, talvolta, si annida, appunto, nella - sintomi derivanti da cause noetiche
nella presente relazione. terza dimensione. che si manifestano a livello psichico,
Per parlare di significato esistenziale del Per meglio comprendere ciò che stiamo che possono essere definiti noogeni-fe-
sintomo, riteniamo essenziale partire affermando, riteniamo utile evidenziare nopsichici (ansia, depressione, fragilità
da alcune importanti considerazioni. Al l’aspetto noetico di alcune manifesta- emotiva, stati di isolamento, ecc.)
di là e oltre l’esigenze fisiche e psichi- zioni somato-psichiche, elencando bre-
che, la fondamentale esigenza umana vemente i diversi sintomi, le loro cause - sintomi derivanti da cause noetiche
è quella di dare senso alla propria esi- e la loro fenomenologia, facendo tesoro che si manifestano a livello noogeno,
stenza; la fondamentale motivazione del pensiero di Frankl. Distingueremo che possono essere definiti noogeni-
umana è quella che V.E. Frankl ha defi- pertanto: fenonoetici (nevrosi noogena, risultan-
nito volontà di significato (in quanto di- te dalla mancanza di senso e valori per
stinta dal principo di piacere freudiano - sintomi derivanti da cause fisico- l’esistenza e assenza di progettualità).
e dalla volontà di potenza adleriana), biologiche che si manifestano a livello
che si radica nella dimensione noetica, somato-organico, che possono essere Le ultime tre categorie di sintomi sono
spirituale, della persona: l’uomo, per definiti quindi somatogeni-fenosomatici quelle che interessano la nostra argo-
vivere, ha bisogno di senso e, al di là di ( malattie fisiche ) mentazione, in quanto sintomi riferibili
situazioni patologiche psico-fisiche più alla mancanza di significatività esi-
o meno gravi, è proprio il sentimento - sintomi derivanti da cause fisico-bio- stenziale. Quanto fino ad ora esposto
relativo al vuoto di senso che spesso logiche che si manifestano a livello psi- ci permette di rilevare l’importanza di
U
na delle sètte fondamentali sivamente dalla vita reale per lasciarsi distinzione tra la presenza e l’assenza,
dell’induismo venera in Visnù assorbire dal piccolo schermo del com- tra il vero e il falso, si relativizza: basta
il proprio dio supremo, un dio puter, o verso la realtà fattuale, come un click per sottrarsi a una chat divenu-
benevolo e misericordioso cui quando, ad esempio, conoscenze avve- ta sgradevole e un click per ricomparire
si collega tutta una collettività di figure nute in rete danno seguito a frequen- sulla scena, senza scomodi sentimenti
divine, suoi avatar, che ne rappresen- tazioni di persona. E’ negli ultimi anni di colpa o di vergogna. Basta ricorre-
tano le reincarnazioni. Alcune con sem- del secolo scorso che nelle moderne re a un avatar per assumere una qua-
bianze animali, altre in forma umana, società occidentali il concetto di realtà lunque identità, veritiera o fittizia che
una come uomo-leone, una come quel- virtuale diviene via via più pregnante, sia. In spazi virtuali come Facebook,
la di un nano capace di trasformarsi in fino a costituire un punto di riferimento Meetic, l’internauta deve in qualche
gigante,. Tutti questi avatar, discesi nel ineludibile in qualunque analisi socio- modo esporsi, mettendo in scena un
mondo, divengono presenze attive ogni psicologica dei comportamenti uma- personaggio che lo rappresenti, come
volta che l’ordine universale è minac- ni del terzo millennio. Se i bambini di appunto un avatar o tramite un sem-
ciato. Le loro caratteristiche, la capaci- cinquant’anni fa’ crescevano per lo più plice nickname, esprimendo desideri
tà di reincarnazione e trasformazione, in strada, progressivamente, i bambini e aspettative, giudizi e timori. A volte
il ruolo “eroico”, rendono conto delle delle generazioni successive hanno go- arrivando a disvelarsi, con foto, testi
ragioni per cui “avatar” è il termine ge- duto assai meno di questa opportunità, e dati biografici veritieri, a volte dissi-
nerico scelto per rappresentare sé stes- finendo per vivere reclusi in apparta- mulando in vario modo la propria iden-
si nei diversi personaggi in azione nei menti sempre più ingombri di telescher- tità, anche di genere. Un’identità che,
videogiochi o comunque in diverse re- mi, computer, play station, immersi in come si diceva, è multipla, plurale; non
altà virtuali. In spazi quali Second Life, una realtà fortemente influenzata non è raro infatti che una stessa persona
Facebook, Myspace, Meetic, Netlog solo dai mass media ma anche da que- sia titolare di più blog, che partecipi a
ogni partecipante,che potremmo defi- sti nuovi prodotti tecnologici in grado diversi videogiochi con diversi avatar,
nire internauta, è tenuto a costruire un di creare scenari in cui essi possono mettendo in scena diverse parti di sé
proprio profilo, un personaggio che do- collocarsi in modo magico-onnipotente, o, come negli adolescenti, seguendo le
vrà rappresentarlo in rete, e sappiamo incuranti d’ogni limite spazio-tempora- fluttuazioni delle proprie identificazioni,
bene come questo possa essere molto le. In una società sempre più simile a fenomeno che può presentare aspetti
veritiero o, all’estremo opposto, total- quella dominata dal “Grande Fratello” sia positivi, l’opportunità di usufruire di
mente inventato, rappresentando in tal (quella del romanzo “Farhenheit 451”, uno spazio potenziale in cui esercitare
modo, più che un’immagine di sé ragio- non quella del format televisivo che a la propria creatività, così come aspetti
nevolmente obiettiva, un coacervo di quello si ispira) in cui sono mille i mez- negativi, come il rischio di incentivare
tratti di personalità e di caratteristiche zi e i modi per limitare la privacy delle scissioni eccessive o di finire per con-
fisiche che parlano dell’ideale dell’Io del persone ed esercitare un controllo diffu- fondere realtà virtuale e realtà fattuale,
soggetto, dei suoi desideri ed eventual- so, l’identità del soggetto non può non soprattutto in soggetti dai fragili confini
mente delle sue propensioni perverse. misurarsi con una “identità sociale” alla dell’Io.
Ma prima di inoltrarci delle realtà vir- cui costruzione concorrono un fiume Rayan, un giovane paziente di Tisse-
tuali conviene soffermarsi su questo d’immagini e di dati dalla più svariata ron dice che i suoi genitori sono per lui
termine. provenienza, dai tradizionali documenti “meno veri” degli sconosciuti che fre-
La realtà virtuale va innanzitutto distin- d’identità alle telecamere installate in quenta su Internet. “Sono loro - dice
ta sia dalla realtà reale che dalla realtà ogni dove, dai cellulari alle carte di cre- - la mia vera famiglia” (Tisseron, 2009,
immaginaria. Seguendo Lacan, la real- dito, fino alle impalpabili tracce che dal p.80).
tà reale - il reale - è la realtà concreta, nostro computer si diffondono ubiqui- Come tutte le novità che per la propria
inconoscibile, indifferenziata, al di là tariamente in rete. Dopo il narcisismo forza innovatrice sovvertono radical-
dell’ordine simbolico. La realtà imma- di massa, glorificato dall’ossessione per mente i consueti modi di pensare e agi-
ginaria - l’immaginario - si colloca in il corpo nelle infinite declinazioni del re, l’irruzione epocale di Internet nella
una dimensione narcisistica, di rappor- fittness e del wellness, e il feticismo vita quotidiana viene accolta tanto con
to dell’Io con sé stesso, regno dell’im- di massa, esaltato dai consigli per gli curiosità e interesse quanto con diffi-
magine e dell’immaginazione, della acquisti e conseguenti consumi, pren- denza e timore. Nell’ottocento l’umori-
lusinga e dell’autoinganno. La realtà de corpo progressivamente un voyeu- sta francese Cham, in una famosa serie
virtuale, che non esiste se non per le rismo di massa. Affacciati alla finestra di vignette, irrideva allo sconcerto dei
proprie immagini, offusca la differenza del nostro monitor, moderno Panopti- parigini al cospetto dei primi lampioni a
tra immaginario e realtà reale, la quale con, possiamo spiare bulimicamente gas, raffigurando dei passanti che face-
esiste indipendentemente dalle proprie ogni anfratto della rete, in cerca sia vano il gesto di ripararsi gli occhi come
immagini. Questa posizione intermedia d’oggetti che d’interlocutori, sapendoci si trattasse di un’insopportabile luce
della realtà virtuale fa sì che la relazio- a nostra volta spiati e attesi. abbagliante, poiché tale doveva loro
ne con essa metta il soggetto in una Come si vede, stiamo parlando di una apparire quella fioca luce che veniva a
condizione “instabile” (Tisseron, 2008) vera e propria mutazione antropologica squarciare un buio millenario. All’inizio
costantemente esposta ad aperture ed caratterizzata dalla progressiva modi- del novecento l’esaltazione del colore
evoluzioni o verso l’immaginario, do- ficazione della relazione con la realtà nella pittura di Matisse e Derain, di Vla-
minato dai propri fantasmi, come nei che ci circonda. Una realtà sempre più minck e Rouault costituì un tale shock
casi in cui l’internauta si ritira progres- influenzata dalla realtà virtuale, dove la che un critico pensò bene di definirli
RIVISTA ICSAT
Italian Committee
for the Study of Autogenic Therapy
and Autogenic Training
REDAZIONE
Segretaria di redazione Dott.ssa Caterina Serena
Capo redattore Dott. Jacopo Fiorentino
Direttore Dott.Vinicio Berti
DEAD LINE
Il prossimo numero uscirà nel gennaio 2011
e la dead line per l’invio degli articoli e delle comunicazioni
è il 30 novembre prossimo venturo.
Ci scusiamo con gli autori e con i lettori per non aver pubblicato le bibliografie degli articoli dato l’elevato numero di articoli per-
venuti e la conseguente mancanza di spazio. A richiesta saranno pubblicate sul prossimo numero della rivista o sul sito Icsat