You are on page 1of 10

RIVISTA ICSAT

Italian Committee for the Study of Autogenic Therapy and Autogenic Training - Settembre 2010 - N°2 - www.icsat.it

Cari soci, nazionale di Ravenna del 23/24 ottobre in tempo reale) e di diffondere la rivista
ci ritroviamo di nuovo dopo l’estate a pro- prossimi. Infatti il primo aveva come tito- anche fra i non soci affinchè possa diveni-
muovere il secondo numero della nostra lo “Il sintomo in psicoterapia: linguaggio re oltre che un ottimo strumento per far
rivista e ad iniziare di nuovo il nostro la- e significato”, il secondo avrà come tema conoscere il nostro lavoro, anche un mo-
voro dopo le vacanze che mi auguro ci “Simbolo o sintomo”. Fra l’altro il vener- mento di crescita per la nostra categoria
abbiano consentito di ricaricare un po’ le dì 22 si terrà il consueto seminario na- professionale, la quale non può che par-
batterie e prenderci un meritato periodo zionale ICSAT il cui calendario, tema ed lare un multilinguismo culturale che co-
di riposo. interventi, potete consultare sul nostro stituisce comunque un arricchimento per
sito. Vi segnalo inoltre che fuori tempo noi tutti. Si rinnova a tutte le sedi locali
Questa volta debbo dire i contributi sono massimo abbiamo ricevuto richieste di l’invito a fornirci informazioni riguardo ad
stati, come del resto era prevedibile, assai pubblicazione sia da parte di singoli che iniziative quali congressi, convegni e se-
di più rispetto al numero di maggio e di di sedi locali ICSAT, vi rinnovo quindi la minari.
svariati argomenti ma spero comunque preghiera di stare dentro la “dead line” E’ sempre possibile, inoltre, far giungere
interessanti. Saremo lieti di riprodurre che viene sempre evidenziata nell’ultima alla redazione atti dei convegni (possi-
anche nei prossimi numeri articoli frut- pagina della rivista e che questa volta bilmente formato word/pdf o cartaceo in
to di lavori di convegni anche del recente sarà il 30/11/10. duplice copia) tra i quali provvederemo
passato, in questo numero ad esempio a selezionare e pubblicare gli interventi
troverete un articolo degli atti del conve- Infine preghiamo tutti voi di visitare pe- giudicati più interessanti e significativi.
gno di Ancona del 17 ottobre 2009 che fra riodicamente il sito ICSAT (infatti sul sito
l’altro è in linea con il prossimo convegno troverete tutte le notizie che ci riguardano Dott. Vinicio Berti
La prova cromatica nella
psicoterapia autogena
Dott.ssa Maria Teresa Gaggioli
Psicologa e Psicoterapeuta
Email: maria.teresa.gaggioli@hotmail.it

A
lcuni anni or sono, fui con- al paziente, che le osserverà e po- dominanza dell’emisfero sinistro.
tattata dalla mia amica pit- trà così interpretarle, descrivendo le
trice Carla Scoppa che mi sembianze di quelle forme originali e Tali risposte non vengono prese
parlò delle reazioni emoti- ambigue, dipinte da lui e che rasso- dall’emisfero destro, questo le trattie-
ve inaspettate e inspiegabili degli al- migliano a cose e a persone che fanno ne e le propone nel momento propizio
lievi durante i suoi corsi di formazio- scaturire ricordi, affetti ed emozioni. ossia nel momento in cui l’emisfero
ne pittorica. sinistro non è impegnato a risponde-
La fase di esecuzione prima e di inter- re all’ambiente esterno. Questo stato
Una tecnica particolare da lei ideata pretazione poi, fanno parte di un solo può crearsi anche grazie all’atteg-
con l’uso degli acquerelli: l’allievo è momento terapeutico che determina giamento distensivo che diventa uno
invitato ad usare liberamente il pen- nel paziente lo sblocco delle emozio- status vivendi mediante la pratica del
nello, bagnando solo di acqua la su- ni, il buon rapporto empatico con il Training Autogeno e con l’allenamen-
perficie da dipingere. Sceglierà poi i terapeuta e l’emergere del pensiero to quotidiano permette una osmosi
colori a suo piacimento distribuendoli creativo. mente corpo. Quindi in uno stato di
in più punti sul piano bagnato. Muo- distensione è più facile che l’emisfe-
vendo poi la tavola li farà scorrere Già Leonardo Da Vinci riteneva che le ro destro invii stimoli, suggerimenti e
nelle varie direzioni. Si formeranno macchie di forme indefinite, potesse- intuizioni all’emisfero sinistro con in-
così composizioni cromatiche che si ro stimolare la creatività dell’artista, formazioni che ritiene utili per risol-
espandono, si fondono scorrendo sul- teoria ripresa in seguito da Justinus vere problemi e produrre nuove idee.
le pennellate d’acqua e creando mac- Kemer, un medico svizzero che si in-
chie policrome di grande suggestio- teressava di arte e letteratura, il qua- La prova cromatica dà una predispo-
ne, ed è qui che l’allievo libera le sue le affermava che si potesse stimolare sizione al percorso di benessere e
emozioni raccontando ricordi antichi, l’ispirazione artistica con macchie di creatività, dando effetti terapeutici
gioiosi e tristi. forma incerta. nel recupero di vaste zone della vita
emotiva e nelle zone della personalità
Il raccordo tra due liquidi di densità Anche il Professor Tullio Bazzi soste- che sono fonti di ansia e di blocchi
diversa stimolano memorie antiche: neva che un buon prerequisito per esistenziali. Ritengo indispensabile
“scioglimento dei ghiacci sulla neve, apprendere il T.A. fosse il pensiero però che il terapeuta conosca il Lu-
magma dei vulcani, sangue versato, creativo che può dilagare con il rilas- scher - Test del Professor Max Lu-
fango sotto la pioggia, la nonna che samento. In uno stato di distensione, scher. Ci rendiamo conto che non c’è
unisce gli ingredienti di una torta”. infatti, è più facile che l’emisfero de- aspetto della nostra vita che non sia
Qualche volta la voce si rompe in un stro invii stimoli, suggerimenti e intu- connotato, intessuto dai colori: l’im-
singhiozzo. izioni all’emisfero sinistro, con infor- portanza del colore nell’indagine psi-
mazioni che ritiene utili per risolvere cologica può facilitare al paziente la
Così ho voluto proporre ad alcuni pa- problemi e produrre nuove idee. conoscenza di se stesso e la valuta-
zienti questa prova cromatica prima zione della propria personalità.
di iniziare un corso di Psicoterapia Emisfero destro e emisfero sinistro
Autogena. Durante la prova si sono colgono due aspetti differenti del La libertà di disegnare o di dipinge-
potuti cogliere momenti di ansia, di mondo a noi circostante: l’emisfero re con l’acqua ed i colori esprimono
insicurezza, di divertimento e di cu- destro spezza gli schemi e i modelli l’intera personalità del soggetto ed in
riosità; una maggiore apertura verso culturali, così da trasferire all’emi- particolare i suoi elementi subconsci
il terapeuta, dovuta alla distensione sfero sinistro una nuova metodologia ed inconsci che si proiettano all’ester-
iniziale per effetto della piacevolezza conoscitiva che non porti più ad una no grazie alla libertà che gli è data.
e giocosità dell’esercizio pittorico e cultura ripetitiva ma creativa. L’emi-
l’emergere della creatività. sfero destro, che in ogni circostanza Condividendo così il pensiero di Mag-
e situazione interattiva dell’individuo da Di Renzo, ricordo la sua frase: “Le
Terminata l’esecuzione delle tavole avrebbe risposte creative da dare, parole hanno un tempo, un luogo ed
(cartoncini), queste si porgeranno viene anticipato nella risposta alla anche una tavolozza per raccontarsi”.

2 - Settembre 2010 - Rivista Icsat


LE PAROLE DI PSYCHE nell’infanzia. La psicolinguistica si occupa princi-
Così come altri stati regressivi dell’Io, si palmente dei processi computazionali
FENOMENO DI ISAKOWER ritiene che il fenomeno di Isakower ser- messi in atto dal cervello per com-
va come difesa dall’angoscia derivante prendere e produrre il linguaggio. Pur
Gruppo di esperienze percettive descrit- dalla riesperienza di fantasie edipiche condividendo alcune nozioni ed alcuni
te per la prima volta da Otto Isakower disturbanti. livelli di analisi propri della linguistica,
negli anni ’30 che si verificano duran- si distingue da quest’ultima in quanto
te stati di regressione dell’Io e in stati Tratto da: Dizionario di tenta di definire teorie sull’architettura
ipnagogici come l’addormentamento; psicoanalisi-American Psychiatric Asso- funzionale dei processi implicati nell’uti-
più recentemente questi fenomeni sono ciation lizzo del linguaggio, indagando come il
stati riscontrati anche in consumatori ... linguaggio è rappresentato e processa-
accaniti di droghe. to a livello cognitivo e cercando di loca-
Le sensazioni riferite sono molto diverse In questo numero parliamo di: lizzarlo anatomicamente; ad esempio,
da quelle del normale stato di veglia e il modello cognitivo di Levelt descrive
riguardano principalmente la bocca, la Psicolinguistica la produzione linguistica dalle fasi del-
pelle, le mani, spesso simultaneamente la concettualizzazione fino al momento
e senza una localizzazione precisa. La psicolinguistica o psicologia del lin- della realizzazione fonetico-articolatoria
Il soggetto riferisce di sentirsi confuso, guaggio può essere definita come lo dei suoni linguistici. Altre aree di ricer-
come se stesse fluttuando o affondando studio dei fattori psicologici e neurobio- che si rivolgono all’acquisizione della
e le parti del corpo si confondono: bocca logici che stanno alla base dell’acquisi- prima e della seconda lingua nei bam-
e pelle, corpo e mondo esterno, interno zione, della comprensione e dell’utilizzo bini.
ed esterno. A livello visivo viene perce- del linguaggio negli esseri umani. È un
pito qualcosa come un pallone o una campo di studio interdisciplinare, che si I risultati ottenuti sono utili per defi-
sfera, in modo indefinito e nell’ombra, avvale dell’apporto di differenti discipli- nire sempre migliori tecniche di riabi-
che si avvicina e si ingrandisce sino ad ne come la neuropsicologia, la psicolo- litazione cognitiva delle afasie, delle
assumere dimensioni gigantesche. gia cognitiva, la linguistica ed in gene- patologie evolutive o delle malattie
A volte chi subisce il fenomeno di Isa- rale delle scienze cognitive. neurodegenerative che colpiscono il
kower sente una massa molle, gelatino- La psicolinguistica utilizza differenti linguaggio, applicabili in campi come
sa nella bocca, mentre a livello uditivo metodologie per raccogliere i dati spe- la neuropsicologia clinica o la logope-
sente mormorii, ronzii e fruscii. rimentali, come l’osservazione del com- dia, all’interno di programmi riabilita-
Certe volte si sente la mano gonfia o portamento, le misure comportamenta- tivi in uso nelle strutture ospedaliere
contratta e la bocca e la pelle sembrano li (tempi di reazione in compiti linguistici e nei centri di riabilitazione. Inoltre,la
ruvide, sabbiose o secche. ), le misure di tipo psico-neurofisiologi- comprensione sull’organizzazione
Queste sensazioni possono essere vis- co come i metodi elettrofisiologici o le anatomofunzionale del linguaggio ne-
sute in modi molto diversi: piacevoli, tecniche di neuro-imaging (movimenti gli esseri umani puo’ avere finalità di-
spiacevoli o , più spesso, neutre, ma oculari, elettroencefalografia, risonanza dattiche, ovvero migliorare le tecniche
solitamente accompagnate da un senso magnetica funzionale, tomografia ad di insegnamento della prima lingua o
di alienazione dall’esperienza che non emissione di positroni) in cui si misu- seconda lingua nei programmi scola-
viene considerata reale. rano le reazioni fisiologiche che hanno stici.
Queste sensazioni si manifestano ra- luogo nel cervello durante l’esecuzione
ramente nell’età adulta e più spesso stessa di compiti di natura linguistica.

IL FILM
IL MNEMONISTA
di Paolo Rosa
Primo violino nell’orchestra di una grande città, “S” è
dotato di una memoria straordinaria che lo porta a ricor-
dare ogni minimo dettaglio di ciò che cade sotto la sua
attenzione. Si rivolge al prof. “L”, psicologo di fama inter-
nazionale, il giorno in cui si accorge di non riuscire più a
suonare, perché le note dello spartito davanti ai suoi occhi
esplodono in punti mobili e coloratissimi. Comincia così un
affascinante viaggio nei misteri della mente...

Settembre 2010 - Rivista Icsat - 3


I neuroni specchio come base
neurofisiologica
dell’intersoggettività
Dott.ssa Caterina Serena
Email: caterinaserena@tiscali.it

A
ll’inizio degli anni ‘90 all’Istitu-
to di Fisiologia dell’Università di
Parma, diretto da Giacomo Riz-
zolatti fu scoperto un gruppo di
neuroni nella corteccia premotoria dei ma-
cachi, definito “neuroni specchio”, i quali
si attivano sia quando vengono eseguite
azioni finalizzate a uno scopo, sia quan-
do si osservano le stesse azioni eseguite
da altri.
Diversi studi neurofisiologici hanno di-
mostrato che anche il cervello umano è
dotato di un sistema di neuroni specchio
localizzato in regioni parieto-premoto-
rie, verosimilmente omologhe a quelle
descritte nella scimmia, che codifica le
azioni osservate sugli stessi circuiti ner-
vosi che ne controllano l’esecuzione.
In particolare, uno studio di risonanza
magnetica funzionale ha mostrato che
nell’osservatore l’eccitabilità degli stessi afferrare la tazza. Ciò ha indotto taluni a
i neuroni specchio non sono attivati solo
muscoli che normalmente impieghereb- sollevare obiezioni circa la rilevanza dei
dall’osservazione di azioni eseguite con
be per realizzare quegli stessi movimenti neuroni specchio nell’intelligenza sociale e,
la mano, ma anche dall’osservazione di
labiali. La comprensione di queste azioni in particolare, nella determinazione delle
azioni eseguite con altri effettori come la
comunicative sembra quindi che sia ac- intenzioni altrui .
bocca o il piede. Le aree parietopremo-
compagnata dalla simulazione motoria Ma allora capire perché un’azione sia stata
torie attivate dall’osservazione di azioni
delle stesse azioni. iniziata, può essere equivalente a intuire
eseguite da altri con diversi effettori,
lo scopo dell’azione seguente? Uno studio
sono le stesse che si attivano quando
Quando un individuo inizia un movimento recente ha cercato di rispondere a questa
l’osservatore esegue quelle stesse azio-
per prendere in mano una penna, ha chia- domanda.
ni. In altri termini, anche nell’uomo la
ro in mente il suo scopo finale,ad esempio Dei soggetti hanno osservato tre generi di
stessa organizzazione somatotopica
scrivere una nota su un pezzo di carta. La sequenze filmate che illustravano: azioni
dei circuiti parieto-premotori serve due
specificazione dell’intenzione di un’azio- manuali di afferramento di una tazza sen-
funzioni: controllare l’esecuzione delle
ne precede quindi l’inizio dei movimenti, za un contesto; solo contesto (due scene
azioni e consentirne la comprensione.
e questo significa che quando stiamo per contenenti oggetti disposti su un tavolo
Numerosi studi hanno inoltre dimostra-
eseguire una determinata azione noi pos- che suggerivano il contesto di una colazio-
to che i neuroni specchio sono coinvolti
siamo predirne le conseguenze. ne da cominciare o già ultimata); e azioni
sia nell’imitazione di movimenti semplici
Ma una determinata azione può essere ori- di afferra mento manuale della stessa taz-
delle dita che nell’apprendimento imita-
ginata da intenzioni molto diverse. Suppo- za all’interno dei due diversi contesti, che
tivo di nuove complesse sequenze di atti
niamo che qualcuno veda un altro afferrare suggerivano quale diversa intenzione po-
motori..
una tazza: i neuroni specchio per l’azione tesse essere associata all’azione di afferra
Il coinvolgimento del sistema motorio
di afferramento verranno probabilmente mento della tazza (rispettivamente, per
durante l’osservazione di azioni comuni-
attivati nel cervello dell’osservatore, ma il bere o per sparecchiare la tavola).
cative della faccia e della bocca è com-
collegamento diretto tra l’azione osservata L’osservazione delle azioni all’interno del
provato anche da uno studio di
e la sua rappresentazione motoria nel cer- proprio contesto rispetto alle altre due
stimolazione magnetica transcranica
vello dell’osservatore può dirci solamen- condizioni ha determinato un significativo
(TSM) che dimostra che l’osservazione
te cosa è l’azione (afferrare) e non quale incremento dell’attività della parte poste-
di un filmato muto di movimenti del-
sia l’intenzione che ha spinto l’agente ad riore del giro frontale inferiore e del set-
le labbra durante il parlare aumenta

4 - Settembre 2010 - Rivista Icsat


tore adiacente della corteccia premotoria Questa nuova proprietà dei neuroni spec- lui non ha accesso visivo, simula quindi
ventrale, dove sono rappresentate le azio- chio parietali suggerisce che, oltre a ri- correttamente quello dell’adulto, con un
ni manuali. Da ciò risulta che le aree pre- conoscere lo scopo dell’atto motorio os- meccanismo che è stato chiamato “map-
motorie dotate di proprietà caratteristiche servato, questi neuroni sono in grado di patura intermodale attiva” la quale defini-
dei neuroni specchio , aree cioè che si atti- discriminare atti motori identici a seconda sce uno “spazio reale supramodale” non
vano sia durante l’esecuzione che durante dell’azione globale in cui sono collocati, legato ad un singola modalità di interazio-
l’osservazione di un’azione (che prima si tali neuroni perciò non solo codificano ne, sia essa visiva, uditiva, o motoria.
ritenevano coinvolte solamente nel ricono- l’atto motorio osservato, ma sembrano Questo processo intersoggettivo, che ov-
scimento di azioni) , sono coinvolte anche anche permettere di predire il successivo viamente continua e si espande nel corso
nella comprensione del “perché” dell’azio- atto motorio dell’agente, e quindi la sua di tutta la vita, potrebbe essere alla base
ne, cioè dell’intenzione che l’ha motivata. intenzione complessiva. Questo mecca- del rispecchiamento materno di Winni-
Un altro risultato interessante di questo nismo può essere interpretato come il cott e anche del concetto di “sintonizza-
studio è che essere o non essere istruito correlato neurale dei primi segni di quelle zione affettiva” di Stern.
a determinare esplicitamente l’intenzione sofisticate abilità di mentalizzazione che
delle azioni osservate di altri non fa diffe- caratterizzano la nostra specie. In conclusione, mentre assistiamo al
renza in termini dell’attivazione dei neuro- comportamento intenzionale degli altri
ni specchio. Questo vuole dire che , alme- In uno studio di fMRI recentemente pub- esperiamo uno specifico stato fenomeni-
no per semplici azioni come quelle oggetto blicato è stato dimostrato che sia prova- co di “consonanza intenzionale”, che ge-
di questo studio, l’attribuzione di intenzioni re soggettivamente disgusto che essere nera una qualità particolare di familiarità
si verifica automaticamente ed è messa in testimoni della stessa emozione espressa con gli altri individui, prodotta dal “collas-
moto dall’attivazione obbligatoria di un dalla mimica facciale di un altro attivano samento” delle intenzioni altrui in quelle
meccanismo di simulazione incarnato. lo stesso settore del lobo frontale: l’insula dell’osservatore.
Il meccanismo neurofisiologico alla anteriore. Quando osserviamo l’espres- Ciò costituisce un’importante compo-
base della relazione tra predizione del- sione facciale di un altro, e questa per- nente dell’empatia che, a differenza del
lo scopo di un’azione ed attribuzione cezione ci conduce ad identificare nell’al- contagio emotivo, comporta la capacità di
d’intenzioni, è stato recentemente sve- tro un particolare stato affettivo, la sua esperire ciò che gli altri provano ed esse-
lato. Questo studio mostra che il lobo emozione è ricostruita e quindi compre- re al contempo capaci di attribuire queste
parietale inferiore della scimmia con- sa direttamente attraverso una simula- esperienze agli altri e non a se stessi. La
tiene neuroni specchio che si attivano zione incarnata che produce uno stato qualità ed il contenuto della nostra espe-
in associazione con gli atti motori della corporeo condiviso dall’osservatore. rienza viva del mondo degli altri implica la
scimmia (ad esempio afferrare un og- Questo stato corporeo comprende l’at- consapevolezza della loro esistenza non-
getto con la mano) solamente quando tivazione di meccansimi viscero-motori ché della loro alterità. La simulazione in-
questi sono parte di una specifica azio- neurovegetativi, o dei muscoli facciali carnata costituisce quindi un meccanismo
ne tesa a conseguire uno scopo distale coinvolti nell’espressione dell’emozione cruciale nell’intersoggettività e i diversi
diverso (portare l’oggetto alla bocca o osservata. È quindi l’attivazione di un sistemi di neuroni specchio ne rappre-
introdurlo in un contenitore). meccanismo neurale condiviso dall’os- sentano i correlati sub-personali. Grazie
Un dato neurone cioè si attiva quando la servatore e dall’osservato che permette alla simulazione incarnata non assistiamo
scimmia afferra un oggetto solamente se la comprensione esperienziale diretta di solo a una azione, emozione o sensazio-
l’azione di afferrare ha lo scopo di portare una data emozione di base. ne, ma parallelamente vengono generate
l’oggetto alla bocca e non se è mirata a delle rappresentazioni interne degli stati
metterlo in una tazza o viceversa. Que- Un simile meccanismo di simulazione in- corporei associati a quelle stesse azioni,
sti neuroni cioè programmano uno stesso carnata è verosimilmente anche alla base emozioni e sensazioni, “come se” si stes-
atto motorio in modo diverso a seconda della nostra capacità di comprendere il se compiendo un’azione simile o provan-
dello scopo distale dell’azione in cui tale contenuto esperienziale delle sensazioni do una simile emozione o sensazione.
atto motorio è inserito. I singoli atti moto- dolorose degli altri. Esperimenti di regi- La scoperta dei neuroni specchio non è
ri sono legati gli uni gli altri in quanto oc- strazione di singoli neuroni eseguiti su la scoperta di un nuovo fenomeno clinico,
cupano stadi diversi all’interno dell’azione pazienti neurochirurgici mostrano che le ma solo dei possibili meccanismi neurali
globale di cui fanno parte, costituendo stesse strutture cerebrali sono attivate che possono far luce su fenomeni clinici
così catene intenzionali predeterminate sia durante l’esperienza soggettiva del già noti.
nelle quali ogni atto motorio seguente è dolore che durante l’osservazione diret-
facilitato da quelli precedenti. ta o mediata che qualcun’altro sta pa- Studio tratto da:
Molti di questi neuroni specchio parietali tendo la stessa sensazione dolorosa. Psicoterapia e Scienze Umane, 1993,
mostrano lo stesso tipo di risposta anche XXVII, 2: 85-101. Edizione Internet:
durante l’osservazione degli atti moto- Interessanti ricerche sui neonati mostra- http://www.psychomedia.it/pm/mod-
ri altrui. Va sottolineato che i neuroni si no la precocità del processo di simulazio- ther/probpsiter/alexan-1.htm).
attivano prima che la scimmia osservi lo ne: neonati già a poche ore dalla nasci-
sperimentatore avviare il secondo atto ta sono capaci di riprodurre i movimenti
motorio (portare l’oggetto alla bocca o della bocca e del volto degli adulti che
nella tazza). li guardano. Il corpo del bambino, a cui

Settembre 2010 - Rivista Icsat - 5


Il significato esistenziale del sintomo
Dott.ssa Daniela Grieco - Dott. Mario D’Angelo
Email: info@studiologopedagogico.it

spinge la persona a rivolgersi al medico chico, che possono essere definiti quin-
Il seguente articolo è tratto dagli atti o allo psicoterapeuta. di somatogeni-fenopsichici (alterazioni
del convegno svoltosi lo scorso anno Gran parte del mondo scientifico oggi ormonali, che modificano, ad esempio,
ad Ancona ed abbiamo scelto di pub- riconosce che si è ormai da tempo am- il tono dell’umore)
blicarlo in quanto riteniamo possa dare piamente diffusa una nuova patologia,
un senso di continuità con il prossimo che difficilmente può essere classificata - sintomi derivanti da cause fisico-
convegno (Ravenna 23-24 Ottobre) secondo gli schemi tradizionali. Trattasi biologiche che si manifestano a livello
dato che entrambi affrontano il tema di quella sindrome che Frankl ha defi- noetico, che possono essere definiti
del sintomo. nito nevrosi noogena, che ha origine somatogeni-fenonoetici (alterazioni or-
nella dimensione noetica, spirituale, e monali che si ripercuotono, ad esem-

P
che può ripercuotersi in quella soma- pio, sul grado di soddisfazione esisten-
arlare di significato esistenziale tica o in quella psicologica. Secondo ziale, generando senso di frustrazione
del sintomo vuole dire intende- lo schema frankliano, nell’ambito del- e vuoto interiore)
re tale fenomeno in modo diver- la patologia umana, oltre alle malattie
so da come si fa abitualmente somatiche e psichiche, possiamo quindi - sintomi derivanti da cause psichiche
in medicina. Secondo i principi medici riconoscere anche quelle noetiche, cioè che si manifestano a livello somatico,
e psicoterapeutici, il sintomo non può spirituali. E’ utile sottolineare però che che possono essere definiti psicogeni-
mai essere considerato un’unica enti- il termine “noetico”, che etimologica- fenosomatici (malattie psicosomati-
tà, bensì l’esito finale di un insieme di mente deriva dal greco νòος e che, tra- che)
azioni e reazioni, derivanti da uno stato dotto letteralmente, significa “mente,
patologico, che conducono ad una alte- ragione, intelletto”, può avere un signi- - sintomi derivanti da cause psichiche
razione della normale sensazione di sé ficato più esteso e pregnante, allorché che si manifestano a livello psichico,
e del proprio corpo. Se entriamo però sta ad indicare la capacità intenziona- che possono essere definiti psicogeni-
nell’ambito del disagio esistenziale, le dell’uomo, cioè il tendere dell’uomo fenopsichici (psiconevrosi, ovvero pa-
inteso quale malessere derivante dal verso qualcosa, verso il perseguimento tologie ansiose, fobiche, ossessive, de-
sentimento della mancanza di senso di scopi e la realizzazione di valori, e, pressive, ecc.)
per la propria esistenza, il sintomo non quindi, sta ad indicare la caratteristi-
sarà riferibile alla manifestazione sog- ca capacità umana di progettualità. - sintomi derivanti da cause psichiche/
gettiva di una patologia in atto. Cosa Pertanto, dinanzi a sentimenti di noia, emotive che si manifestano a livello
intendiamo esattamente? Intendiamo di assurdità, di apatia, di vuoto, di in- noetico, che possono essere definiti
che la sofferenza di una vita senza sen- differenza, non è sufficiente rivolgersi psicogeni-fenonoetici (frustrazione esi-
so può condurre la persona ad un pro- all’uomo considerando soltanto la di- stenziale, vuoto di senso, mancanza di
fondo stato di frustrazione esistenziale, mensione biologica e quella psicologi- progettualità)
caratterizzato anche dalla presenza di ca, ma si rende necessario allargare
uno o più sintomi fisici o psichici, no- l’orizzonte anche alla terza dimensione, - sintomi derivanti da cause noetiche
nostante corpo e psiche siano sani. E’ cioè a quella spirituale, per una diversa che si manifestano a livello somatico,
infatti possibile affermare che una ma- comprensione di determinati sintomi, che possono essere definiti noogeni-
lattia di tipo fisico o psichico può non che andranno quindi considerati sia da fenosomatici (mancanza di una appa-
comportare necessariamente una “cri- un punto di vista eziologico che da un gante significatività esistenziale che si
si di senso”, mentre quest’ultima, cioè punto di vista fenomenologico. Si trat- manifesta attraverso sintomi somatici,
in altri temini una “crisi di vita”, può ta quindi di ricercare il logos che sta quali ad esempio nausea, cefalea, ta-
comportare determinati sintomi, seb- dietro al pathos, per poter individuare chicardia, ecc. )
bene corpo e psiche siano sani. E’ di l’autentico significato della sofferenza
quest’ultima possibilità che tratteremo che, talvolta, si annida, appunto, nella - sintomi derivanti da cause noetiche
nella presente relazione. terza dimensione. che si manifestano a livello psichico,
Per parlare di significato esistenziale del Per meglio comprendere ciò che stiamo che possono essere definiti noogeni-fe-
sintomo, riteniamo essenziale partire affermando, riteniamo utile evidenziare nopsichici (ansia, depressione, fragilità
da alcune importanti considerazioni. Al l’aspetto noetico di alcune manifesta- emotiva, stati di isolamento, ecc.)
di là e oltre l’esigenze fisiche e psichi- zioni somato-psichiche, elencando bre-
che, la fondamentale esigenza umana vemente i diversi sintomi, le loro cause - sintomi derivanti da cause noetiche
è quella di dare senso alla propria esi- e la loro fenomenologia, facendo tesoro che si manifestano a livello noogeno,
stenza; la fondamentale motivazione del pensiero di Frankl. Distingueremo che possono essere definiti noogeni-
umana è quella che V.E. Frankl ha defi- pertanto: fenonoetici (nevrosi noogena, risultan-
nito volontà di significato (in quanto di- te dalla mancanza di senso e valori per
stinta dal principo di piacere freudiano - sintomi derivanti da cause fisico- l’esistenza e assenza di progettualità).
e dalla volontà di potenza adleriana), biologiche che si manifestano a livello
che si radica nella dimensione noetica, somato-organico, che possono essere Le ultime tre categorie di sintomi sono
spirituale, della persona: l’uomo, per definiti quindi somatogeni-fenosomatici quelle che interessano la nostra argo-
vivere, ha bisogno di senso e, al di là di ( malattie fisiche ) mentazione, in quanto sintomi riferibili
situazioni patologiche psico-fisiche più alla mancanza di significatività esi-
o meno gravi, è proprio il sentimento - sintomi derivanti da cause fisico-bio- stenziale. Quanto fino ad ora esposto
relativo al vuoto di senso che spesso logiche che si manifestano a livello psi- ci permette di rilevare l’importanza di

6 - Settembre 2010 - Rivista Icsat


considerare l’uomo, all’interno di una dualità delle persone o delle situazioni. quei significati etici che orientano a lar-
relazione d’aiuto, nella sua unità tridi- Infatti, la comprensione clinica, intesa ghi tratti il comportamento del singolo,
mensionale somato-psico-noetica, pre- quale capacità di diagnosticare al meta- mentre i significati appaiono più imme-
scindendo dalla quale si potrebbe in- forico letto del malato, sarà indispensa- diati, legati al momento emotivo, a og-
correre in interpretazioni riduttive della bile per non incorrere in gravi errori di getti e situazioni che la persona incon-
patologia o del disagio. Quindi, anche valutazione, come, ad esempio, il non tra nel suo vivere quotidiano. Gli scopi
l’analisi di un sintomo dovrà essere riconoscimento di una forma precoce invece, non solo quelli a lungo termine,
multidimensionale, così come risulterà di patologia. Pertanto, soltanto l’occhio ma anche quelli del presente, interpre-
efficace una terapia multidimensionale. clinico sarà capace di andare oltre le tano le spinte comportamentali di ogni
Del resto, questo vale per qualsiasi in- apparenze e di percepire la singolarità momento. I valori, però, non possono
tervento terapeutico, in quanto il pro- dell’essere e delle diverse situazioni. essere insegnati o dati, bensì saranno
cesso di guarigione avrà risultato sol- Ogni persona bisognosa di aiuto costi- ricercati e trovati autonomamente, così
tanto se non verrà trascurato il principio tuisce infatti un’entità totalmente ori- come il senso non può essere offerto da
di totalità dell’essere vivente, nel pieno ginale, perciò unica e irripetibile, così qualcuno. Quindi, in un percorso di so-
rispetto, come sottolinea I.H. Schultz, come unico e irripetibile risulta essere stegno esistenziale, così come durante
delle leggi vitali, ovvero della biono- ogni momento vitale. L’uomo è quindi una terapia, sarà fondamentale favorire
mia. unico in termini di essenza e di esisten- l’emersione spontanea di senso e va-
Se la nevrosi consiste in un avvenimen- za e ognuno è insostituibile in virtù di lori per l’esistenza. I.H.Schultz, padre
to a-, o anti-, bionomico, quindi in con- tale unicità. del modello psicoterapeutico autogeno
trasto con le leggi e il senso della vita, bionomico, afferma che i valori esisten-
anche la nevrosi di tipo noogeno, nondi- L’intervento clinico ad orientamento ziali sono per gli uomini di importanza
meno, rappresenta un erroneo tentativo esistenziale si focalizza quindi sull’aiu- vitale tanto quanto l’ossigeno, l’acqua,
di dare un senso all’esistenza. In questo tare maieuticamente la persona a tro- il nutrimento e che “il loro essere in pe-
sforzo vitale la persona sarà portata a vare un senso per la propria esistenza, ricolo può essere di significato decisivo
realizzare valori non autentici e a svi- attraverso la ricerca di significati, valori per il formarsi della nevrosi o anche per
luppare un piano di vita non conforme e scopi che rendano la vita degna di es- la sua gravità”. Schultz propone uno
ai principi bionomici e alle proprie aspi- sere sempre vissuta, anche in situazioni schema di riferimento organizzato se-
razioni, per cui l’esistenza potrà appari- di sofferenza. E’ un intervento che può condo una gerarchia di categorie di va-
re senza senso, inutile, faticosa, priva di assumere, pur sempre in relazione al lori, che il soggetto dovrebbe realizzare
intenzionalità e, quindi, di progettualità. disagio noetico, una connotazione psi- all’interno del proprio percorso di vita,
Nell’ottica di un approccio esistenziale, cologica, medica, pedagogica o filosofi- per dare senso alla propria esistenza.
in considerazione di una dimensione ca , in base alla formazione personale e Frankl propone tre importanti categorie
noetica strettamente interconnessa con professionale dello psicoterapeuta o del di valori esistenziali, relative ai valori di
quella somato-psichica, evidenziamo counselor. creazione, di esperienza, di atteggia-
quindi che per l’uomo è vitale tendere mento, che riflettono le tre fondamen-
verso valori e scopi che diano senso alla E’ da tenere presente, inoltre, che oggi i tali direzioni lungo le quali l’uomo può
vita. Secondo tale prospettiva, la per- confini delle varie scienze si sono allar- trovare un senso all’esistenza. E’ quindi
sona che non soffre di alcuna patologia gati, per cui attualmente non è più tra- possibile trovare un punto di incontro
può stare noeticamente male quando scurabile il fenomeno innovativo riscon- tra l’indirizzo bionomico della psicotera-
non riesce ad orientarsi verso obiettivi trabile nella nascita della pedagogia pia autogena di Schultz e la logoanalisi
appaganti, quali ad esempio il dedicar- clinica. In realtà, la pedagogia clinica ha di Frankl, in quanto entrambe riserva-
si ad una attività, l’incontrare un altro origini antiche, anche se non dichiarate, no un ruolo fondamentale alla scoperta
nell’amore, l’immergersi in un impegno. e i suoi fondamentali paradigmi posso- e alla conquista personale dei più alti
La frustrazione esistenziale può trasci- no essere ritrovati nel lavoro di illustri valori esistenziali, dimostrando che la
nare quindi in un profondo baratro, dal pedagogisti sul campo, quali Itard, Sé- dimensione spirituale rappresenta la
quale sarà sempre più difficile uscire, e guin, Montessori, Decroly, Claparède e più elevata espressione dello sviluppo
colui che sarà vittima di tale naufragio altri. bionomico. Riteniamo pertanto effica-
potrà lamentare anche determinati sin- ce e utile, all’interno di un intervento
tomi, che non troveranno però soluzione Alla luce di quanto esposto, quale potrà esistenziale rivolto al trattamento di un
in un trattamento medico, bensì in un essere quindi l’intervento esistenziale sintomo di natura strettamente noetica,
sostegno esistenziale, eventualmente rivolto al trattamento di una nevrosi utilizzare il training autogeno basale di
come parte integrante di una psicotera- noetica che può manifestarsi attraverso Schultz, per offrire alla persona un più
pia o di un trattamento farmacologico. un sintomo? Fondamentale sarà l’aiu- completo aiuto per la attivazione di po-
tare la persona a ricercare, come già tenzialità interiori capaci di stimolare la
Ciò che in realtà stiamo proponendo è anticipato, significati, valori e scopi che comprensione autonoma dei personali
un intervento di counseling esistenziale diano senso all’esistenza. L’analisi esi- valori esistenziali. Se l’intervento esi-
che si basi sui principi della logotera- stenziale si svilupperà quindi come una stenziale sarà però parte integrante di
pia di Frankl e che si realizzerà in una affascinate ricerca del proprio logos e la una psicoterapia, l’autocomprensione
cura del disagio derivante dal vuoto di persona apprenderà a distanziarsi da se dei valori esistenziali potrà essere age-
significato: disagio che può comporta- stessa, a superare la visione egocentri- volata dagli esercizi del training auto-
re, ad esempio, l’incapacità di operare ca, a rispondere responsabilmente alle geno superiore. E’ importante rilevare
una scelta personale, di gestire una re- richieste implicite nelle diverse situazio- che in entrambi i processi la dimensione
lazione o di affrontare un cambiamen- ni esistenziali, nella loro unicità e irri- noetica andrà a consolidarsi progressi-
to. Tale intervento dovrà però essere petibilità. E’ però importante sottoline- vamente e questo auto-orientamento
condotto secondo un approccio clinico, are che i significati sono sempre unici e esistenziale porterà a conferire sempre
non nel senso medico/sanitario del ter- riferibili a situazioni individuali, mentre più senso e unità armonica alla perso-
mine “clinico”, ma in quanto attento allo i valori consistono in quei significati ri- nalità.
studio, all’analisi, alla diagnosi della, e feribili alla condizione umana e, quindi,
in quanto diretto alla, singolare indivi- universali. I valori rappresentano infatti

Settembre 2010 - Rivista Icsat - 7


Realtà virtuali, psicopatologia in rete
Dott.ssa Maria Letizia Rotolo
Psicologa-psicoterapeuta, Bologna
Emai: marialetizia.rotolo@hotmail.it

U
na delle sètte fondamentali sivamente dalla vita reale per lasciarsi distinzione tra la presenza e l’assenza,
dell’induismo venera in Visnù assorbire dal piccolo schermo del com- tra il vero e il falso, si relativizza: basta
il proprio dio supremo, un dio puter, o verso la realtà fattuale, come un click per sottrarsi a una chat divenu-
benevolo e misericordioso cui quando, ad esempio, conoscenze avve- ta sgradevole e un click per ricomparire
si collega tutta una collettività di figure nute in rete danno seguito a frequen- sulla scena, senza scomodi sentimenti
divine, suoi avatar, che ne rappresen- tazioni di persona. E’ negli ultimi anni di colpa o di vergogna. Basta ricorre-
tano le reincarnazioni. Alcune con sem- del secolo scorso che nelle moderne re a un avatar per assumere una qua-
bianze animali, altre in forma umana, società occidentali il concetto di realtà lunque identità, veritiera o fittizia che
una come uomo-leone, una come quel- virtuale diviene via via più pregnante, sia. In spazi virtuali come Facebook,
la di un nano capace di trasformarsi in fino a costituire un punto di riferimento Meetic, l’internauta deve in qualche
gigante,. Tutti questi avatar, discesi nel ineludibile in qualunque analisi socio- modo esporsi, mettendo in scena un
mondo, divengono presenze attive ogni psicologica dei comportamenti uma- personaggio che lo rappresenti, come
volta che l’ordine universale è minac- ni del terzo millennio. Se i bambini di appunto un avatar o tramite un sem-
ciato. Le loro caratteristiche, la capaci- cinquant’anni fa’ crescevano per lo più plice nickname, esprimendo desideri
tà di reincarnazione e trasformazione, in strada, progressivamente, i bambini e aspettative, giudizi e timori. A volte
il ruolo “eroico”, rendono conto delle delle generazioni successive hanno go- arrivando a disvelarsi, con foto, testi
ragioni per cui “avatar” è il termine ge- duto assai meno di questa opportunità, e dati biografici veritieri, a volte dissi-
nerico scelto per rappresentare sé stes- finendo per vivere reclusi in apparta- mulando in vario modo la propria iden-
si nei diversi personaggi in azione nei menti sempre più ingombri di telescher- tità, anche di genere. Un’identità che,
videogiochi o comunque in diverse re- mi, computer, play station, immersi in come si diceva, è multipla, plurale; non
altà virtuali. In spazi quali Second Life, una realtà fortemente influenzata non è raro infatti che una stessa persona
Facebook, Myspace, Meetic, Netlog solo dai mass media ma anche da que- sia titolare di più blog, che partecipi a
ogni partecipante,che potremmo defi- sti nuovi prodotti tecnologici in grado diversi videogiochi con diversi avatar,
nire internauta, è tenuto a costruire un di creare scenari in cui essi possono mettendo in scena diverse parti di sé
proprio profilo, un personaggio che do- collocarsi in modo magico-onnipotente, o, come negli adolescenti, seguendo le
vrà rappresentarlo in rete, e sappiamo incuranti d’ogni limite spazio-tempora- fluttuazioni delle proprie identificazioni,
bene come questo possa essere molto le. In una società sempre più simile a fenomeno che può presentare aspetti
veritiero o, all’estremo opposto, total- quella dominata dal “Grande Fratello” sia positivi, l’opportunità di usufruire di
mente inventato, rappresentando in tal (quella del romanzo “Farhenheit 451”, uno spazio potenziale in cui esercitare
modo, più che un’immagine di sé ragio- non quella del format televisivo che a la propria creatività, così come aspetti
nevolmente obiettiva, un coacervo di quello si ispira) in cui sono mille i mez- negativi, come il rischio di incentivare
tratti di personalità e di caratteristiche zi e i modi per limitare la privacy delle scissioni eccessive o di finire per con-
fisiche che parlano dell’ideale dell’Io del persone ed esercitare un controllo diffu- fondere realtà virtuale e realtà fattuale,
soggetto, dei suoi desideri ed eventual- so, l’identità del soggetto non può non soprattutto in soggetti dai fragili confini
mente delle sue propensioni perverse. misurarsi con una “identità sociale” alla dell’Io.
Ma prima di inoltrarci delle realtà vir- cui costruzione concorrono un fiume Rayan, un giovane paziente di Tisse-
tuali conviene soffermarsi su questo d’immagini e di dati dalla più svariata ron dice che i suoi genitori sono per lui
termine. provenienza, dai tradizionali documenti “meno veri” degli sconosciuti che fre-
La realtà virtuale va innanzitutto distin- d’identità alle telecamere installate in quenta su Internet. “Sono loro - dice
ta sia dalla realtà reale che dalla realtà ogni dove, dai cellulari alle carte di cre- - la mia vera famiglia” (Tisseron, 2009,
immaginaria. Seguendo Lacan, la real- dito, fino alle impalpabili tracce che dal p.80).
tà reale - il reale - è la realtà concreta, nostro computer si diffondono ubiqui- Come tutte le novità che per la propria
inconoscibile, indifferenziata, al di là tariamente in rete. Dopo il narcisismo forza innovatrice sovvertono radical-
dell’ordine simbolico. La realtà imma- di massa, glorificato dall’ossessione per mente i consueti modi di pensare e agi-
ginaria - l’immaginario - si colloca in il corpo nelle infinite declinazioni del re, l’irruzione epocale di Internet nella
una dimensione narcisistica, di rappor- fittness e del wellness, e il feticismo vita quotidiana viene accolta tanto con
to dell’Io con sé stesso, regno dell’im- di massa, esaltato dai consigli per gli curiosità e interesse quanto con diffi-
magine e dell’immaginazione, della acquisti e conseguenti consumi, pren- denza e timore. Nell’ottocento l’umori-
lusinga e dell’autoinganno. La realtà de corpo progressivamente un voyeu- sta francese Cham, in una famosa serie
virtuale, che non esiste se non per le rismo di massa. Affacciati alla finestra di vignette, irrideva allo sconcerto dei
proprie immagini, offusca la differenza del nostro monitor, moderno Panopti- parigini al cospetto dei primi lampioni a
tra immaginario e realtà reale, la quale con, possiamo spiare bulimicamente gas, raffigurando dei passanti che face-
esiste indipendentemente dalle proprie ogni anfratto della rete, in cerca sia vano il gesto di ripararsi gli occhi come
immagini. Questa posizione intermedia d’oggetti che d’interlocutori, sapendoci si trattasse di un’insopportabile luce
della realtà virtuale fa sì che la relazio- a nostra volta spiati e attesi. abbagliante, poiché tale doveva loro
ne con essa metta il soggetto in una Come si vede, stiamo parlando di una apparire quella fioca luce che veniva a
condizione “instabile” (Tisseron, 2008) vera e propria mutazione antropologica squarciare un buio millenario. All’inizio
costantemente esposta ad aperture ed caratterizzata dalla progressiva modi- del novecento l’esaltazione del colore
evoluzioni o verso l’immaginario, do- ficazione della relazione con la realtà nella pittura di Matisse e Derain, di Vla-
minato dai propri fantasmi, come nei che ci circonda. Una realtà sempre più minck e Rouault costituì un tale shock
casi in cui l’internauta si ritira progres- influenzata dalla realtà virtuale, dove la che un critico pensò bene di definirli

8 - Settembre 2010 - Rivista Icsat


belve, “fauves”, da cui fauvisme, il loro è difficile generalizzare. Certamente il aspetti positivi della rete, come la facile
movimento. Non sorprende quindi se navigare in Internet consente di alle- accessibilità a servizi e informazioni o
molti paventano nell’uso di Internet pe- viare, almeno in una certa misura, la la sensazione d’onnipotenza derivante
ricolose insidie, soprattutto quando gli solitudine e le angosce d’abbandono e dal controllo delle proprie attività on-
utenti siano adolescenti o bambini. In di crollo, soprattutto nei videogiochi in line. Secondo la ricercatrice americana
realtà il problema non è molto diverso cui vi è un avatar che ci rappresenta, i futuri rete-dipendenti, affascinati da
da quello costituito dall’esposizione alla perché questo in fondo, come ha fatto queste enormi potenzialità, passano da
TV che, sui diversi individui, può avere notare Tisseron, non crolla mai (Tisse- una fase cosiddetta “tossicofilica” ca-
effetto eccitante o calmante, passiviz- ron, 2008). Né vanno trascurati i van- ratterizzata da interesse ossessivo per
zante o antidepressivo. Vale quindi la taggi dell’anonimato, grazie al quale in l’e-mail e progressiva frequentazione
pena, prima di parlare delle specifiche Internet anche le persone più timide e e partecipazione a siti Internet e chat,
manifestazioni morbose, come la dipen- insicure difficilmente si trovano a prova- a una fase francamente “tossicomani-
denza patologica o l’utilizzo regressivo re sentimenti penosi come l’umiliazione ca”, caratterizzata da collegamenti così
del mezzo come “rifugio della mente” e la vergogna: qualunque situazione prolungati da compromettere la vita di
(Steiner, 1993), accennare anche alle spiacevole si trovino a vivere, possono relazione, sociale e professionale del
straordinarie opportunità che questa ri- sottrarsene all’istante senza alcuna re- soggetto. Una condizione, questa, che
voluzione tecnologica offre. Ad esempio mora. Una via di fuga che agevola, ad può assumere differenti configurazio-
bambini anche molto piccoli, attratti dai esempio, chi si accinge a partecipare a ni a seconda dell’interesse prevalente:
videogiochi, apprendono per questa via una chat, perché sa di poterlo fare col COMPULSIVE ON-LINE GAMBLING, il
i primi rudimenti dell’uso del computer minimo d’esposizione, gli basta celarsi gioco d’azzardo compulsivo. CYBERSEX
e della lingua inglese; possono svilup- dietro l’identità virtuale, più o meno ve- ADDICTION, la dipendenza dalla ricerca
pare notevoli abilità settoriali, affinando ritiera, che ha voluto assumere. Così, di materiale pornografico o di relazio-
qualità percettivo-discriminative, tempi anche chi si muove spinto dalle fantasie ni erotiche tramite chat. CYBER RELA-
di reazione, e ricevendone nutrimento più inconfessabili, può farlo con notevo- TIONSHIP ADDICTION, assillante ricer-
narcisistico. I più grandi, condividendo le tranquillità, sapendo di potersi ritirare ca di relazioni d’amicizia o sentimentali
il gioco con altri, possono entrare a far in ogni momento. Inoltre, e ciò vale per tramite e-mail, chat, newsgroup. MUD
parte di comunità virtuali sviluppan- chiunque, da un punto di vista emoti- ADDICTION, dipendenza da giochi di
do specifici aspetti di socializzazione; vo è sicuramente meno dispendioso dar ruolo mediante avatar con cui il sogget-
avendo a che fare con personaggi che vita a una conoscenza in questo modo to si identifica. INFORMATION OVER-
presentano la gamma delle motivazio- di quanto non lo sarebbe di persona, LOAD ADDICTION, ricerca d’informa-
ni e delle emozioni umane, sono spin- senza contare che spesso il tenore del- zioni estenuante e protratta nel tempo.
ti ad educarsi all’interazione sociale. la conversazione in rete è tutt’altro che (Cantelmi – Orlando, 2009).
Inoltre, mettendo in scena il proprio anonima e impersonale e consente a
mondo interiore, i propri conflitti, molti molti di farsi un’idea abbastanza pre- Tutti questi modi di navigare in rete,
adolescenti possono elaborare e supe- cisa della personalità dell’interlocutore. nella loro valenza patologica, costitui-
rare difficoltà passeggere. Certo non si Nel chattare, il linguaggio usato, i con- scono diverse declinazioni di una con-
può accettare acriticamente qualunque tenuti, i ritmi, tutto fornisce indizi sulla dizione di grave rete-dipendenza in cui,
videogioco o la frequentazione di qua- persona, la quale in tal modo tanto sve- teoricamente, chiunque può cadere. An-
lunque sito. E’ necessario che i genitori, la di sé quanto cela. Da ultimo, e non che se, in realtà, è molto più probabile
la comunità, vigilino sulle loro caratteri- ultimo, va detto che molti, nella misura succeda a persone che, non avendo go-
stiche, sul tipo di messaggio che da essi in cui si scoprono in grado di raggiunge- duto di relazioni primarie soddisfacenti,
può derivare, bloccando la diffusione di re tante persone, d’iniziare con esse un non sono state in grado di costruire una
quelli che possono avere un influsso ne- dialogo e magari di coinvolgerle susci- solida identità e non possono confidare
gativo su menti in formazione. Come ad tando il loro interesse, ne ricavano un in oggetti interni affidabili. Così, la di-
esempio nel caso di un videogioco in cui importante nutrimento narcisistico e un pendenza patologica da Internet in genere
le azioni di guerra, lo sparare e l’uccide- supporto alla loro precaria identità. maschera una, più o meno grave, condi-
re, fossero contro “sporchi negri” o qua- zione di sofferenza psichica. Il Surfing, il
lunque esponente di minoranze etniche Questi, alcuni dei più importanti aspetti navigare in rete, e il Wilfing, il navigare in
o religiose. In tal caso il messaggio non positivi. Purtroppo, col diffondersi della rete con continui spostamenti da sito a sito
avrebbe a che fare col generico combat- rete e il moltiplicarsi del numero degli senza scopo preciso, divengono un mezzo
tere contro un nemico di fantasia, cosa internauti, va diffondendosi anche la per tentare di non affondare, di procurarsi
che consentirebbe l’espressione ludica relativa patologia, in particolare quell’ “dosi”di gratificazione ed eccitamento per
di una normale aggressività, bensì con Internet Addiction Disorder con cui lo sfuggire al dolore di pensare ed evitare il
precise motivazioni razziste. psichiatra americano Ivan K. Goldberg, crollo. La qual cosa ci deve fare riflettere,
Ma, a parte questi rischi cui sono espo- nel 1995, designò scherzosamente la come ci ricorda Florence Guignard, sul fatto
sti soprattutto bambini e adolescenti, sindrome consistente nel bisogno di che nel corso degli anni, psicoanalisti e psi-
sono innegabili le straordinarie poten- far uso compulsivo e eccessivamente coterapeuti hanno “sempre più a che fare
zialità offerte dalla rete agli internauti. prolungato di Internet. Ma fu solo un con una ‘patologia dei limiti’: limiti tra sé e
La possibilità di comunicare in tem- paio d’anni dopo che una pubblicazio- l’altro, tra pensare e agire, tra realtà psi-
po reale con interlocutori in ogni par- ne scientifica di Kimberly S. Young, chica e realtà esterna e, da qualche anno,
te del globo, di ampliare a piacimento dell’Università di Pittsburg rese l’Inter- tra virtuale e reale. [si pensi alla paziente
il numero dei propri contatti, di avere net Addiction un disturbo riconosciuto di cui vi ho parlato nella precedente vignet-
accesso a un’inesauribile fonte di infor- dalla comunità psichiatrica internazio- ta clinica]. Fragili, mal organizzati, questi
mazioni e così via. Alcuni ritengono che nale, fino a divenire in pochi anni un limiti si disintegrano ancor più facilmente
ciò comporti un maggiore investimento quadro clinico ritenuto da alcuni perfino in quanto i limiti della società circostante
degli aspetti intellettuali e delle pre- più diffuso della depressione. Lo studio si sono essi stessi ammorbiditi, indeboliti,
stazioni piuttosto che un investimento della Young mise in luce come a favori- disorganizzati” (Guignard, 2009).
degli affetti e della responsabilità. Ma re la rete-dipendenza fossero gli stessi - segue a pag 10 -

Settembre 2010 - Rivista Icsat - 9


- segue da pag 9 - atto del moltiplicarsi delle esperienze e nere si instaura in soggetti in cui una
si può scommettere che queste non fa- preesistente sofferenza mentale spinge
Il cambiamento dei nostri pazienti sem- ranno che crescere, fino a dovervi fare ad approfittare delle suggestioni offerte
bra dunque accompagnare di pari pas- seriamente i conti. L’inevitabile misonei- da Internet e dai videogiochi per sot-
so i cambiamenti sociali. Se ai tempi smo che accompagna sempre l’avvento trarsi all’ansia e alla fatica psichica pro-
di Freud le psiconevrosi costituivano le di novità radicali non sarà sufficiente a dotta dalle relazioni sociali. Il progressi-
manifestazioni psicopatologiche più co- ostacolare la crescita tumultuosa del- vo ritiro dal mondo reale, per confinarsi
muni, ora dominano la scena i distur- le nuove tecnologie, e dovrà misurarsi in un mondo virtuale, diviene una sorta
bi narcisistici, quelli di personalità, la con i comportamenti e le patologie ad di rifugio della mente che consente alla
patologia del vuoto e quella borderli- esse relative. Tra queste stiamo assi- persona d’evitare al massimo le ferite
ne, unitamente ai disturbi alimentari, a stendo all’enorme diffusione di forme narcisistiche e i sentimenti spiacevoli,
quelli psicosomatici e alle varie forme di di addiction che già trovano posto nel- come colpa e vergogna, o di liberarsi
dipendenza patologica. la nosografia psichiatrica. Ma sarebbe dai legami propri di ogni situazione di
miope soffermarsi sugli effetti dannosi, dipendenza matura, alimentando inoltre
lasciando in ombra le enormi opportuni- subdoli sentimenti d’autosufficienza e
CONCLUSIONI tà offerte dal Virtuale: dalla sterminata onnipotenza. La condizione più grave è
accessibilità all’informazione alle pos- quella in cui l’internauta perde progres-
Gli straordinari progressi tecnologici del- sibilità di comunicazione globale, dallo sivamente ogni interesse per l’interazio-
la nostra epoca, in particolare nel cam- sviluppo di nuove abilità alla crescita ne con altri, va incontro a una crescen-
po della comunicazione globale, stan- della ricerca scientifica permessa da te desocializzazione, e nemmeno cerca
no producendo una sorta di mutazione un universo della simulazione sempre conferme narcisistiche, ma fa’ del sur-
antropologica che, per quanto riguarda più sofisticato. Né sarebbe ragionevole fing, unicamente, una pura ricerca d’ec-
il nostro campo specifico, comporta un enfatizzare i rischi di dipendenza pa- citamento che scacci, almeno momen-
sensibile cambiamento della psicopa- tologica pensando che dedicare alcune taneamente, gli affetti depressivi. Come
tologia dei pazienti, del metodo e della ore al giorno a chattare, a visitare siti nelle tossicodipendenze da sostanze,
tecnica psicoterapeutico-psicoanalitica. Internet, o a partecipare a videogiochi, l’importante è stordirsi, scacciare il
Se fino a qualche anno fa’, ad esempio, sia necessariamente uno scherzare col dolore psichico e l’angoscia del crollo.
parlare di “psicoterapia on line” nella fuoco. Il rischio di addiction non è su- Sono proprio questi casi che costitui-
comunità psicoanalitica era un’eresia periore a quello che si corre nel lasciarsi scono la nuova sfida umana e scientifica
inaccettabile, oggi, pur permanendo assorbire dai programmi televisivi pre- per gli psicoanalisti e gli psicoterapeuti
notevoli perplessità, si deve prendere feriti. Una vera rete-dipendenza in ge- del terzo millennio.

RIVISTA ICSAT
Italian Committee
for the Study of Autogenic Therapy
and Autogenic Training

Settembre 2010 - N°2 - www.icsat.it

REDAZIONE
Segretaria di redazione Dott.ssa Caterina Serena
Capo redattore Dott. Jacopo Fiorentino
Direttore Dott.Vinicio Berti

DEAD LINE
Il prossimo numero uscirà nel gennaio 2011
e la dead line per l’invio degli articoli e delle comunicazioni
è il 30 novembre prossimo venturo.

Ci scusiamo con gli autori e con i lettori per non aver pubblicato le bibliografie degli articoli dato l’elevato numero di articoli per-
venuti e la conseguente mancanza di spazio. A richiesta saranno pubblicate sul prossimo numero della rivista o sul sito Icsat

You might also like