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Appello a Chiodi
2 messaggi
nico frattura <nicofrattura@gmail.com> 28 novembre 2008 01:22
A: presidente@giannichiodi.com
Getilissimo candidato Presidente,
Le invio una nota che credo possa interessarLa.
Non mi aspetto una risposta, ma le chiedo di meditarla.
Io mi chiamo Nico Frattura, sono Ingegnere, ho 55 anni e sono un abruzzese
delle colline del Chietino, precisamente di Pennadomo.
Spero un giorno di poterLa incontrare.
Saluti, Nico Frattura.
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Gent.mo Dott. Chiodi,
devo premettere, per onestà intellettuale, che faccio parte di una associazione, che
rappresento anche a livello nazionale, denominata Ecologisti Democratici.
Ciò premesso La invito, non a rispondermi, ma a riflettere su alcuni argomenti da Lei
posti durante questa campagna elettorale: la prima sulla cancellazione del limite del
40% di raccolta differenziata a livello regionale (così come previsto dalla L.R.
45/2007), al di sotto del quale non sarà possibile realizzare inceneritori; la seconda
sulla prospettiva mineraria della nostra regione.
Lei è prima di tutto un professionista, perciò non ha bisogno della politica per vivere, e
ciò ci accomuna in quanto anch'io (ingegnere esperto in ingegneria ambientale con
esperienza ultraventennale) non ne ho mai avuto bisogno, anzi più di una volta è la
politica ha avuto bisogno di me. Questa sua libertà le fa senz'altro onore e perciò
confido nelle sue riflessioni.
Credo anche di condividere con Lei un amico in comune: xxxxxxxxxxxxxxxx, che mi
conosce benissimo e sa come la penso, al di là di ogni convinzione politica.
Lei deve sapere che in Abruzzo, quando si tocca la questione dei rifiuti urbani, si
toccano gli interessi particolari di un grande gruppo imprenditoriale, che gestisce più
del 60% di questo particolare mercato. Orbene, se questo mercato fosse gestito in
maniera trasparente così come vuole la normativa nazionale sugli appalti, non ci
sarebbe niente da dire; purtroppo, però, un buon 70% di queste gestioni è avvenuta
tramite trattativa diretta, che si perde nella notte dei tempi; ed ancora oggi restano dei
dubbi su come la discarica di Colle Cese di Spoltore, possa essere gestita dallo stesso
gruppo che detiene una quota di partecipazione nella S.p.A. pubblica denominata
"Ambiente" (proprietaria della discarica). Perciò Lei mi capirà a volo, soprattutto
quando Le affermo che questo mercato dei rifiuti urbani assume una valenza
economica di oltre 80 mln di euro anno, fra trattamento e smaltimento dei rifiuti.
Perché so queste cose? Le so perché fino a luglio scorso ho lavorato con una azienda
controllata da quel gruppo a cui prima accennavo. Un'azienda che però ha sempre
camminato nella trasparenza degli appalti, e che ha vinto regolarmente. Un'azienda
che è cresciuta anche e soprattutto grazie a me. Poi, evidentemente, chi sa troppo da
fastidio e deve andar via ad ogni costo, anche inventando delle infamie. Adesso li ho
citati in tribunale; si vedrà. Detto questo le dirò cosa penso degli inceneritori (perché è
così che è giusto chiamarli – lo afferma la CE e non io): sono degli impianti a
tecnologia complessa indispensabili per chiudere per il più delle volte il ciclo dei rifiuti.
Non basta però appoggiarsi a questi impianti per ottenere una gestione oculata dei
rifiuti anche ai fini di una maggior tutela ambientale.
Se, secondo Lei, è necessario intraprendere la strada del solo incenerimento lo dica
apertamente, non abbia paura. Sappia, però, che commetterà un errore. Se vuole,
sempre che lei vinca, rimediare a questo errore deve innalzare il limite della raccolta
differenziata così da ridurre il carico di rifiuti da trattare e smaltire. Lo sa che già
trattando i rifiuti potremmo allungare la vita delle nostre discariche per altri quattro
anni? E siccome con le discariche che abbiamo e quelle che si apprestano a venire
già potremmo andare avanti cinque anni, avremmo tempo per ragionare e magari
arrivare a costruire un solo inceneritore invece che tre. Non si fidi troppo dei depositari
della verità sui rifiuti, ci sono troppi soldi in ballo (600 mln di euro per tre inceneritori)
per potersi fidare a cuor leggero. Si ricordi che un inceneritore è per sempre, ma al
contrario di un diamante sarà costretto a divorare sempre la stessa quantità di rifiuti
altrimenti sarebbero un fallimento economico.
Così se ne faremmo tre, non potremmo incrementare la raccolta differenziata (che
comunque, a parità di rifiuti trattati costa meno di un inceneritore) perché sarebbe
antieconomico la loro gestione. Rifletta, perché secondo me le stanno tendendo una
trappola che potrebbe sì arricchire qualcuno, ma a scapito del bell'ambiente del nostro
Abruzzo.
Poi vi è un altro grosso problema: il cosiddetto "Centro Oli". Nato non per calcolo,
secondo me, ma perché qualcuno ha immaginato di tener vincolato all'Abruzzo un
colosso come l'ENI, ignorando ciò che l'ENI fa. E così per evitare il trasferimento di
poche centinaia di persone da Ortona ad altri impianti sparsi per l'Italia, hanno pensato
bene di offrire in cambio l'insediamento di un impianto, che nemmeno chi ha portato
avanti la trattativa sapeva cosa fosse. Né hanno immaginato che le dimensioni di
quell'impianto a tutti sconosciute, poteva far gola a molte compagnie petrolifere che si
sono buttate a pesce sull'Abruzzo, così da farlo diventare il centro minerario petrolifero
più importante del centro sud. È questo purtroppo che rischiamo con il cosiddetto
"Centro Oli"; rischiamo che l'Abruzzo diventi un centro petrolifero da spremere come
un arancia per poi buttar via ciò che rimane. Ma perché le scrivo questo? Perché sono
sicuro che Lei, da buon abruzzese Teramano non è d'accordo con questo progetto da
suicidio ambientale. Tanto che credo che Lei coinvolgerà quegli stessi parlamentari
che l'hanno voluta candidato Presidente della nostra regione, a darsi da fare per
scongiurare questo politico. Siamo chiamati a rimediare, come abruzzesi, ad una
grossa svista che ci potrebbe costare caro. Ma se l'immagina Lei, proprio oggi che
potremmo risolvere i nostri problemi economici, investendo sulle tecnologie ambientali
e sui sistemi di energia rinnovabile (così come ha fatto la Germania, creando in pochi
anni centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro), investiamo, invece, sul petrolio. Mi
creda, e soprattutto creda alla mia onestà intellettuale, perché non Le direi questo se
non ci credessi veramente: l'Abruzzo non merita una mortificazione del genere.
L'Abruzzo dei parchi e del verde è un patrimonio di tutte le forze politiche abruzzesi e
non di una sola parte.
Saluti, Nico
2 allegati
Elenco Comuni CCSRL.pdf
60K
nico frattura <nicofrattura@gmail.com>
Impianto al limite
1 messaggio
Colin Break <farwaste@gmail.com> 23 maggio 2008 01:27
A: Adiconsum Chieti <chieticisl@virgilio.it>, Adiconsum Teramo <rosaria.digiuseppe@cisl.it>, "Albanese
Dott.
Giordano" <giordano.albanese@impreservices.it>, Alessandro Spadano <alessandro.spadano@alice.it>,
Alessio
Giancristofaro <alessio.giancristoforo@yahho.it>, Ansa <abruzzo@ansanet.it>, Antitrust
<antitrust@agcm.it>,
Antonio Bianco <bia.anto@gmail.com>, Ate channel <redazione@atechannel.com>, "Bozza Dott.
Ermanno"
<bozza@lanciano.eu>, Camillo Di Giuseppe <camillodigiuseppe@gmail.com>, Caterina D'Ortona
<cdortona@libero.it>, Comune di Atessa <ragioneria@comunediatessa.it>, Comune di Casoli
<sindaco@comune.casoli.ch.it>, Comune di Fossacesia <sindaco@comune.fossacesia.ch.it>,
"Coordinamento
PD Prov.le" <pdchietiprovinciale@gmail.com>, Cronaca d'Abruzzo redazione
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nazionale <s.alessandrelli@partitodemocratico.it>, Elisabetta Gaeta <eli.gaeta@tin.it>, Enrico
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Marfisi
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Petragnani
Avv." <petragnani@libero.it>, Gioia Salvatore <gioiasalvatore@antenna10.com>, Giuseppe Lalli
<lalligiuseppe@virgilio.it>, Il messaggero Redazione <abruzzo@ilmessaggero.it>, Il Tempo Redazione
<abruzzo@iltempo.it>, "Lanciano.it" <news@lanciano.it>, Lucio Russi <luciorussi@libero.it>, Lucio
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3 <l.valentini@rai.it>, Marcello De Angelis <info@marcellodeangelis.it>, Marino D'Amico
<damico@wiseconsulting.it>, Marino D'Amico <marino@wiseconsulting.it>, Mario Martinelli
<ing.martinelli@libero.it>, "Nanni Prof. Torquato Idrogeologo" <torquato.nanni@unife.it>, Nico Frattura
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Meditate, gente, meditate.
Impianto Chieti Scalo.doc
22K
24/09/2010 Gmail - Impianto al limite
https://mail.google.com/mail/?ui=2&… 1/1
Un impianto al limite
Ci si chiede: ma come fa un privato ad ottenere un’autorizzazione regionale per trattare rifiuti urbani? La risposta è
questa: o esiste una convenzione con un ente pubblico, oppure siamo in presenza di un trattamento per recupero
di materia. Nel primo caso dovrebbe esistere un atto pubblico che investa il privato del necessario potere di
sostituzione; ma in questo caso l’autorizzazione dovrebbe essere intestata ad un ente pubblico. Nel secondo caso
non è necessario nessun atto pubblico perché l’attività di trattamento per recuperare materia, si colloca nell’ottica
del libero mercato. Ma se si guarda da vicino il regime autorizzativo dell’impianto di proprietà della DECO SpA si
scopre che il titolo dell’incartamento depositato per l’ottenimento della V.I.A. (vedi sito regionale dell’ufficio VIA) è il
seguente: “Sistema integrato di smaltimento rifiuti-Impianto di trattamento meccanico-biologico in località Casoni
di Chieti”; ma, visto che si parla di “Sistema integrato di smaltimento rifiuti”, come ha potuto mai un privato inserirsi
in programma che è di competenza del pubblico? Chi è che ha programmato questo intervento? Il comune di
Chieti? E se così è: come ha fatto il Comune di Chieti a programmare un simile intervento senza l’esperimento di
una gara d’appalto aperta a tutti gli operatori? Ed ancora: poteva il comune di Chieti, nel quadro normativo
abruzzese, definire una qualsiasi programmazione autonoma, slegata dal contesto normativo? La Regione
Abruzzo come ha potuto autorizzare questo programma, incluso l’impianto che deve realizzarlo?
Ritorniamo sempre al solito problema: il controllo del mercato della gestione integrata dei rifiuti nelle Province di
Chieti e Pescara. Chi è che detiene la maggioranza di mercato nelle due province? La DECO SpA. Quello che è
strabiliante è che nessuno parla, né a livello politico, né a livello informativo. Tutto tace e tutto va avanti a scapito
dei consumatori.
Sarebbe ora di indagare seriamente sulle aziende impegnate nell’attività di trattamento e smaltimento rifiuti nelle
Province di Chieti e Pescara, perché si possa stare tranquilli sul rispetto delle regole. Indagare, d’altronde, non è
mica un peccato o chissà ché; indagare è normale quando in un ambito territoriale che abbraccia due Province, il
mercato del trattamento e smaltimento dei rifiuti domestici è controllato per la maggioranza da un privato.
Speriamo che qualcuno recepisca e diffonda il messaggio.