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EXHIBITION

Gio Ponti ritratto nella sua


abitazione privata di via Dezza
a Milano, con la moglie Giulia
e due dei suoi tre figli: Giulio
Ha trentadue anni Gio Ponti quando nel 1923 e Letizia.
viene nominato direttore artistico della Richard
Ginori. Ha da poco aperto il proprio studio, dopo
la laurea al Politecnico di Milano, e sta lavorando
al progetto della casa di via Randaccio a Milano,
la sua prima architettura e anche la prima delle Qui e nella pagina
quattro case da lui pro­gettate e abitate: quasi un accanto, cassettone
piccolo monumento palladiano. Da qui parte una caratterizzato dai frontali
straordinaria attività che lo colloca tra i dei cassetti verniciati
a mano con maniglie Dall’infinitamente piccolo
protagonisti del Novecento, non solo italiano. applicate in varie essenze;
Ponti può essere semplicemente definito come i piedini sono in ottone all’infinitamente grande.
“artista e promotore delle arti”. satinato. Disegnato La mostra antologica
Oggi Parigi celebra il maestro con una grande in diverse varianti
antologica al Musée des Arts Décoratifs di Rue de
tra il 1952 e il 1955, è oggi che il parigino Musée
rieditato da Molteni&C
Rivoli: “Tutto Ponti. Gio Ponti Archi-Designer”, dal sulla base dei disegni des Arts Décoratifs dedica
19 ottobre 2018 al 10 febbraio 2019, curata da originali custoditi nei Gio al maestro del design italiano
Olivier Gabet, direttore del Museo, Dominique Ponti Archives,
Forest, curatrice del dipartimento Contemporary con la direzione artistica racconta il suo entusiasmo
dello Studio Cerri &
& Modern, Sophie Bouilhet-Dumas e Salvatore Associati per la Gio Ponti nel progettare a diverse scale
Licitra, direttore dei Gio Ponti Archives. La mostra Collection. In alto

PONTI, PONTI,
ne copre l’intera carriera, dal 1921 al 1978 a sinistra, villa Planchart,
attraverso oltre 500 pezzi, alcuni esposti per la Caracas 1955. (©Gio
Ponti Archives)
prima volta: architetture, arredi, ceramiche,

FORTISSIMAMENTE
lampade, vetri, riviste, in un allestimento firmato
da Wilmotte & Associés, con il progetto grafico di

PONTI
Italo Lupi per la segnaletica e con l’agenzia Betc
che si è occupata della grafica dei documenti di
comunicazione.
A sostenere l’esposizione, la prima in Francia
sull’opera di Ponti, è Molteni&C, azienda parte del di Danilo Premoli

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EXHIBITION

Accanto, lo showroom
Alitalia di New York
realizzato negli anni ’50.
In primo piano, la poltrona
D.153.1 disegnata da Ponti
nel 1953 per la sua
abitazione privata in via
Dezza a Milano.

rieditava con Richard Ginori vasi fenici, si più come “Amate il progetto” (nel 1954 aveva Sotto, il tavolo D.859.1
appassionava agli obelischi palladiani, ci parlava inventato il premio Compasso d’Oro per i grandi originariamente progettato
per l’auditorium del Time &
con passione di Serlio: tutte queste, e tante altre magazzini La Rinascente di Milano), un invito
Life Building, New York
suggestioni, sono intervenute nel suo lavoro a rivolto a tutti e non solo a quegli artisti, architetti, 1959, riproposto
formarne l’impulso creativo, ma da lui designer contemporanei in tutto il mondo che da Molteni&C sia
consapevolmente trasfigurate con quella distanza all’universo pontiano fanno riferimento. ■ in versione originale
che un artista ha con i colori della sua tavolozza, che in frassino tinto nero.
Accanto, un disegno
di cui apprezza e conosce le vibrazioni, ma che di progetto del 1958. (©Gio
Gruppo Molteni (insieme a Dada, Unifor e utilizza con quella libertà e invenzione necessarie Ponti Archives)
Citterio), a conferma del percorso di riscoperta e a nuove proposte”.
riedizione degli arredi firmati dall’architetto Le espressioni utilizzate da Ponti per presentare il
milanese iniziato nel 2010 come contributo alla Sopra e accanto, veduta suo lavoro, come il “Giallo fantastico” della
esterna e interno di Palazzo
valorizzazione del design italiano nel panorama pavimentazione del grattacielo Pirelli o “La
Montecatini a Milano.
internazionale. Inoltre, Molteni&C non partecipa In alto a sinistra, sedia finestra arredata”, segnalano sì un pensiero ma
solo come mecenate, ma contribuisce disegnata nel 1935. Oggi privilegiano la comunicazione, la formulazione di
all’esposizione prestando al Musée des Arts fa parte della Heritage un messaggio chiaro e immediato (proprio come il
Décoratifs alcuni arredi originali, oggi parte della Collection di Molteni&C nome “Superleggera”), anziché attardarsi in sterili
(come gli altri arredi
collezione del Molteni Museum. presentati in queste pagine)
schermaglie teoriche o accademiche.
“Abbiamo voluto una mostra su Ponti a 360 gradi”, che la propone realizzata “Sarà questa la cifra che consentirà a Ponti”,
spiega Salvatore Licitra, “dove si potessero completamente in alluminio conclude il direttore degli Archives, “in tutta la
incontrare tutte le diverse espressioni della sua esempi di questi ‘sguardi’ le scale con alzate in lucidato oppure con sedile sua lunga carriera, di non rimanere
e schienale rivestiti in cuoio.
lunga carriera creativa. Questo è necessario non marmo di diversi colori alla Montecatini, nelle impigliato in battaglie
solo per obbligo di completezza, ma per afferrare ville degli anni Cinquanta o negli alberghi del ideologiche e di
il senso del suo lavoro. Non si tratta dunque di decennio successivo: la capacità di Gio Ponti di impegnare il suo
render conto di una personalità di un tempo fare della percezione visiva uno dei cardini del entusiasmo e la sua energia
passato e concluso, ma di occuparsi dell’oggi e da suo lavoro, con un distacco da regista/ creativa per la costruzione di un nuovo
quali sorgenti prendono le mosse o fanno compositore, è uno degli elementi che più patrimonio culturale moderno, con opere ma
riferimento importanti espressioni creative contribuisce a far intendere la sua opera come anche con le riviste Domus (fondata nel 1928) e
contemporanee. A proposito di ‘universo anticipatrice di un modo contemporaneo di Stile (fondata nel 1941) e la promozione delle arti.
pontiano’ e della rinnovata attenzione che suscita percepire spazi, architettura, design, colori. Infine, un ricordo personale: nella casa di Gio
oggi presso artisti, designer e architetti, due sono “Il secondo termine che mi pare utile per Ponti in via Dezza c’era un cassettone, di quelli
i termini che mi preme mettere in rilievo: il primo comprendere il lavoro di Ponti”, prosegue Licitra, con le maniglie a placca in legno su fondo laccato,
è ‘lo sguardo come misura’. Se osservate alcune “è ‘rifrazione’, nel senso che l’elemento che ci che esibiva un fronte ritmico architettonico quasi
piante delle architetture di Ponti, le troverete interessa è atemporale, interno all’opera, e pare fosse la facciata di un edificio. Ebbene, le spalle
disseminate di occhi e trafitte da linee che ne riconoscersi in opere precedenti o successive. dei tre cassetti, assolutamente invisibili, erano
tracciano il campo visivo, è un’architettura che si Emerge così un sistema a rete di riferimenti, rastremate alla maniera di Ponti, come le mensole
forma e si modella non solo sulle funzioni e le forme, archetipi, termini che descrivono il suo delle sue famose librerie, e si rivelavano solo a chi
disponibilità degli spazi, ma trova le sue ragioni universo. Ponti certamente visitava musei facesse uso di quel mobile”. Anche per questo, il
anche nello sguardo di chi la abiterà”. Tra gli etruschi annotandosi i decori, ridisegnava e suo “Amate l’architettura” del 1957 è da leggersi

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