You are on page 1of 60

..

,

~ I' . ~,~. . ~, f • -.;,. J •

.• .,r , r_."...... :-".": ... r-'

C'era Ulna, volta ... una vedova C'h'8 aveva un unico fiiglloll d~i nome Aladlno. IP,o,v8'rii com'erano, conoucevano una vita piena dl stenti, nonostante Aladino cercasse lin tutti i modi dli quadaqnare qualcosa andando ,8 raccoqliere benane nei posti IPiiilli lontani e

disapevoli. Un g~lo;rnOj cercando "~~L-

datteri selvat:ic:iiJ lin un palmeto lontano Idalli:a citta, incontro ur misterioso straniero. [Ben vestito, una corta barbetta nera, uno splendido zaffiro sul turbante, glli occhi neri e penetranti, (}OstUI~ sj' rivolse ad AI,adi'no ccn Uln,a strana proposta: ~"Vi'en~ qui, raqazzol Ti piacerebbe gluadagnare una moneta d'arqento?" "Ulna, moneta d'arqsnto?' Farei q IU. alsia "5" ,.,' ,C:O.···. s ,.8'·:1- rn I~O

.. .. It. . ... II .... . . . • ,. _ . 1_ _ . .. 'I' _.

,s,ignloF,e, pier una ricornpensa di' questo qenerel" "Non t~j cbiedero molto, vedrail IDevi

S- ·0' :'·1'0'1 S" ce ',n' d I,e'~,re"~' al m 1""0·" p 0": st 0':" , att ra v: ,,8'rs·· .. .o questa

I.", ".". "," • "_' _":_" '.::." ' .. ...:,~ _ ._.... .'. . '. ".' I~J. I .' . 1._," _. __ ."., ",:,:,,~, .} .

botota treppe stretta per me, e se farai

q. '-:, itc tm , bis d .. ' , . ra: ta ric .. omp··e· ~ -., ,'. P' I~I

uana JI C 1~le·· 0 ,a,v·, .,~ '.' 111 .•. ··.:. ··.'··· .. tnsa.. ~

raqazzo si fece aiutare ad alzare il copercbio

d'· . . t i- ' I·'·' I~

l~ pile ra.jroppo pesants per Ul~l; poi, P'ICCOIIO e

aqile corn'era, riuscl a inttlarsi senza difficolta nella stretta apertura, I suol pierf trovarono una fj~l~a di stretti gradinl~ e Aladino SC:€1'SE3' lentamente ,con prscauzione e." ..

,272

si '~trovo I~n un gr,and,e [antra pieno d~ strani luccichii, La lues, tremo ante di una veechia larnpada a olio lllurninava fiocamente ~I sotterraneo, Appena gii OICChli ,diil Aladino si furono abduati a quella semioscurita, uno spenacolo meraviqlioso 'Qlli siiJ presento davant! allberi da cui pendevano gemme sfaviiUlantli, anlore d'oro e scriqnl pieni d~ 'g~'olielli~ dalppertld10' rnilte cose preziose ... un vero tesoro, AI'adinoj[ s[I1[Jpef.atto B mcredulo. non sli era aneora ripreso ,dana sorpresa quando sentl urlare: "La lampada' La ~a"m,pada! Spegn~la, 18 portarnl solo que'lla~~;'[ Aladino, sorpreso e indispenitc cbs di tutto I~l tesoro 101 straniero desiderasse solo una lampada senza valore, penso c lh e' 10 straniero tosse un rnaqo 10 uno streoone.

273

· .

.r~;

J

E decise dii stare ~n guardia. Presa la tampada, sail i gradini per tornare verso

11'8' pertura uD' I P'- I" disse 'I rn ago

'~ •..•... ,~ . I" • -amme.a, 9 1 .1· ··1 ".

eQICI impazienza. "Darnrnela subito!" uric prepptente! ~cllungando la mana per

•• fIIelfra.lrla )JIa Aladino, sempre pili

n~. ''i' i-'" nT~ I ...'

S,08~'~~~j rrnuto.: II ascero qUI~ tutto

S 10 e ~, empr8, se non rnl darai la lam·.ada~' tn;ifli.··, . '0. all "'il, ~. 1;{€llot~~4Rfi~iJIl?, '\!Q~I ~IO usci re, ~:' J'I·[PeJQ~tJJ.o per, t9, all,lolraf' a QQ"f.11 un colpo sseeo iill' rnlstarloso straniere ' rie:tii~Fel la botota sopra Aladino, senza

.,.....f.""1:. 'l

acca'~~_$j pero che, nell fare questo,

un ,an,e~nQ.~ifi 'sl era, sfilato ,da,Ua rnano,

All ad intijl spavantato e' dubbioso sulle vere

.. ,. 'd-III- .' lib" ,'"

~lnt,e!n,Zllonll .• ·[8, 1m aq 0" nmase ne ·'U~IO P1IUI

profondo .. In quell memento sen"! 80t1:0 il piede I' B.ne ~~O:, 11'01 r,BCC Or lse e senza rilfllett:'9!r'6J s'e' [10 infilo" riiglir,an,dlollo con l'altra rnano, A quel gles'tilo, ta caverna S~I ililiumiinol dl COI~PO fa in ulna nuvola rosata cornparve davanf a Ilui un enorme glleln~iol a, mani giuntsJm "Sono qluii ai tuol ordinl, mlo slqnore, per esaudire due desldenl'' disse la Iml,agliica f[]glura"

All di · ''I; b I dit ' d i

a,1 · .. lln,o[, ,s'8!mlpre pilU S··~ ,8 or_ 11','0 9' Incre '. U Ojl

riuscl soltanto a balbettare, nel vedera l'apparizione: ~'V:Oglli[o[ tornare e. casal"

,27'4

In un lampo fu esaudit.o. 'Da dove sei

entrato?" gli chiese la madre china sui fornelli! appena si accorse del suo ritorno, vedendo

la porta ancora chiusa. Aladino tutta emozionato, racconto con affanno quanta

gli era accaduto: HE III m meta d'arqento?'

gli cmesc la madre A\~adin[o s"il batte con fo za la mana suua ttlnte'· ,[:}Ii tutta quel1a

I . .... ;',."!. .. ._

straordi, ~a' ~a: 1._' ~~.·eintl1_1fa glli era rirnas a solo

la veG'_.':I~,a lampada, 'I'Mi displace rnarnr iJ~~.

mi e 1Imlas~l91 9,0110 questa!' "Sperlarno alrnsno

che funzio n'I'11 Tuna spore a c om 'e :!:II ~ ta donna

-.' .':::_. '.' • '. IUI,,"- '.; '.1. ' .. :~. _.~I~' ,., ••• ' ~ _:'- .. ',1. . ,.'-1,

per pu~lirla slii mise a strounarta. Ma dal beccuccio deua tarnpada, in mezzo a un

dense fumo, cornparve lrnprovvlsamente un afro genio" "Dopo secoll ,di priqionia mii avete Ilibera.to!~ Era prlqlonlero centro la lampada e sarei paluto, uscire solo se qualcuno l'avesse strof~inata. Ora, sono qui, servo vostro per farvl avers qualsiasi dono!'

E: iI genio sii chino nspettoso in attesa di conoscere i loro desideri, Aladlino e sua. madre, a bocca apsrta, continuavano a g~'ardla[re, ta

strana apparizione senza rarseire ,a pronunciare una s~'k. parola, I111

genio, con una punta dll irnpazienza, riipetlB ancora: "Cornandatel Comandate pure IC~'OI che volete, io sono a vostra disposizfonel" Aladlno

'1'l"'I'Igl.-.'~OM~ lis s aliva .' "Po rtaci portae' in d "8- S- e- e sitante f' 'portae" un bel

1111I-~ ~iIIr:IIUL[~ !~-. '~,~_.lliJ.., ~. _'I~C :..1" ; III ~ I~~,,'~ [1,c,=·:: .. ··J.-: 1_' ·I~:.~, .... , 1·11' ~::_J c_ _ "::

P<eIS' to com - p l'le" 1'0: e'" a b :'. bo .:. In' d I a' nte In ·f·11 n "'[I la rna d re C'- ·Ih\e· .: n on" a' veva a- In' roo'" ra

a·: .... ..' .. IL· '.' . c '.~,. ~... ~ I _ . • .. . II . .. '. I .:_c.' v" . ~ _ 1,_ IIIJ, .

preparato da manqlare.

27·S

Da quel igiorn,o ta vedova e suo 'fi,glli'o non ebbero piu problerni.

I' Oualsiasi lore desiderio veniva esaudito dal maqico servitors: clilbo" vestiti, una. bella casa' Corn'erano lontani ~I ternoi della povertal Alia,dh10 intanto era, cresciuto e s~ era tatto un gliovane alto e d~ bell'aspetto, e gia. SU,B, madre corninciava a penS8JI8 che avrenbe dovuto, prima 0 poi, prendere mo'gilliiiell 'quando un glio,rno 'iilll raqazzo, uscendo dal rnercato, 50i trove a lncroclare la portantina della filgillia del Sulltano., lntravlde appsna la fanciulla. ma tanto baste per innamorarsene perdutamente, La vedova ricevstte Ie confidenze

del filglio e subito disse: "Parlero io al Sultaao per chiedere la mano dli SU,B f~gli,a .. Non potra dirrni di noll Lasota tare [8. me!"

Uno, scriqno ricolrno d~i qrossi diamant fu un arqornento che convlnse tacilrnente il Sultano a concedere udienza alla donna.

Quando ~I Su~tano conobbe ll motive del~la visita delUa vsdova, istiqato dal Ci,almbeUan,o che aspirava lu~ stesso a sposare Halma, 1,8 bella fiqlla dlagli

occhl nerl chiese che U futuro genera dimostrasse ta sua ricchezza e la sua potenza Icon un favoloso regal 01:'

HSe vuole sposare mlia fiigllii,B, dovra mandarmi dornani quaranta schiavl nubiiani. Oqnuno di Iorodovra portare

un 'forz,iere colmo di gemme e per prote'gger'8 un strnite tesoro, chieoo Quaranta gluerrieri arab" di scorta a cortsol' La madre, dl Ali,adino se ne

torno a casa sconso ata: fino alllora 1,9, lernpada maqica e il suo Ige1nio avevano compiuto prodiqi, ma non certo Idj'

qaeste dimensloni. Dopa aver spleqato ~e rchieste del Sultano, vlde chile

,A~ladino non g,j scomponeva: i~ giiov,ane press la larnpada, la stroflno pilu forte' del soliito e a,111 Igeniiio subito cornparso chlase di esaudire l'incrediblle richiesta. IIlgenio batte ~re volte Ie mani Ie, come'

incant · t

per mcanto, cornparvero I quaran a

s!:hiavii neri cOin gli scriqnl preziosl e' la om scorta II qiorno dOIP'O il Sultano non ere ceva ai IP ropri 10 cclh i: non avre b b e

mai ~mlmaginato dli vsdere tante ncchezze. Stava per accettare Aladino come sposo per la figlia! quando il ICiambellllano" raBIQ dal r~irrvl~,d iaj 9 I i

sugger'i: ~'~E dove andranno ad abitare?" II Sultano rirnase perplesso e. spinto daH'ingordigia, chiese ad A~adlino di 'fair costrulrs al plu presto un iiimmensio Ie

I Jo<

de,lle sua fortuna: t'unica a conoscerlo

era Ih3. madre che, naturalmente, n01n 10 avrebbe Iml,a,ii svelato a nessuno, Plyrtroppo' Halima non ne sapeva nieln,~:,el 8'" credendo ditare un atfare, ,MZ~ una gri8,dita, sorpresa ad Aladino, ando a, ce rica re' la vecchia lampada che glli aveva visto nascondere e la

b"'... ·'-11 h b· .

sca,m _ ~IO' con ~ mercante. c __ e su .•. Ito S~

mise a strotinarla ... , Orrnai Iii III rnaqo,

IPs re h e' dli I u ~i S i tranava j F'IB(;U pe rata ~,a lampada, aveva a sUia disposizione il potere de~1 qenio, ,Si imposseseo subito dli tutti iii benl di ,A~ladlino Ie ordinal che pier Imla,gli,a il pal azzo ,I compress la Principessa, Iosse trasportato in un passe sconoscluto.

sontuoso palazzo per la f~I'gUa~ Aladino non S'B 10 fece ripetere e tomato a casa, dove prim a' c'era un'incolta sterpa gl=a fee e'

~ . : '; •. . - I, !WI _ _I __ ' _', ~", •• ' .• ..' . ....... _I k, j. I'

costruire dal genl,o una relgl,gl~a, favolosa, Orrnal non potovano piu esserci ostacoj

a,l~ I~ e In 102.Z,8, ch e fu rono celebrate tra II a, 9 lola ,di tutti' e soprattutto del Sultano, che aveva trovato un qenero cosl ricco e' potente.

ILa notizia 'delll'i~lmprovvls,a, fortuna, 9, dl,e~lle ano rim i ri~ cchezze d i ,A lad ina. s.lli spa rse ovunque come un lampo, ftncbe.. un giorno uno strano rnercante si ferml() sotto ~e fnestre del palazzo dli Aladino,

"Cerco larnpade veccbie dando in camblo

l~ - d - - flijl d- i - - - - 1-1-1 - p" -' - _. - - h -

iarnpace nuover crsse at a r nncpessa cr Ie

si era, affaccl at-a, 81 balcone, AI~a.di nOI no n aveva ma: confidato a nessuno il seqreto

A~adino e il~ Sultano erano disperatl: nsssuno riusciva a spleqarsi cosa fosse suecesso. Solo Aladino sapeva C:h'8 la causa, non poteva che essere II,a. lampada ma'gica" Nel rl~mlpian'ge'rel ilqenio cha tanto glH aveva dato, si rico rid 0' anche dlelll'-altro genio, queJ!II,o dle'I~I"a,nelllo tncantato che il Imago a:vlev,a IP8Irso,"

S" d~' l ch

' I ncomo COlSl1 c 'e aveva ancora una,

'~b·l·t"'....I; d d"ff d

POSSLllcB rn veoere esa.U·II~:'O un seconoo

e u Itilmo des iderio,

lir\n\,lI'at·o· .'. p.. ,".' ,1111, '. I" '. " - '"III"~ ai-I d lto g'.' ra n'" do' "'110'

uv'I,. ~ ,ane 0" _0 mn o a I" I" :,mlll,e_, I. :1,.

Li~--t'a' 'm' ~ s ubito d '0\,1'8" "III rnaqo tisne

iruf __ ! I '" " ,." '.' ,' .. IV ," ,_ _ .I!",;.t,,' ~n~'11 I~'

pr~gio niliera, I a m ia sposa!" olf,di no alll'impr'ow'isa apparizione, S,ulbi~t() esaudliit:o; in un lampe si trove lontan o,

d t 'I ~I IN dO'

'~"I-' . -.~. ~ - .. . ... ",.,' ."_" .... .. .... _ . .'. ,'I _.J I'" ,' ... , .. , ..... - _=

en ro I suo pa ,8ZZ'0. '! ascosto ,_~Iet.r,o una

tenda, vide illl rnaqo che si~ faceva servire . ~.

d ,II· p' ," .,. ,_-'. , ",~':.::: "Psss 'ps"s""s" ,', chia " "":. A'"I""'ld1 " ... ', ' tt . "1"'" j~A"'II' dir ', .. ,- i'

a a . rlnc~lpessa." . SS~! I',~ '"~~ I~ lamo -.a Ina so ovoce,. ., a ~no".!. I~,UI

qui~ "Sllenzio, non tarf sennrel Prendi questa polverina e mettila nel ts del ~.·,,!ago," Ab.~lbi tiducia i~n rne.." IPOCO.' dopo, la pozione fece 'il suo ,effe,n,o, e II malo si aooormento dli un sonno Pi rofondo.

A.lla,d,ino si mise a cercare 1 a lampada ovunque, rna irwano, ILa lampada non ,si trovaval Eppure doveva essere in qualche posto, altrtmenf come avrebbe fatto il maqo a spostare ~i~ palazzo senza l'aiuto del glleniilo? F'ilinch,e~ gu,atdl,a,ndo ~I suo nemico

che russava, g[ii~ venae l'idea dli ce rca Ire'

dl" t I . III ~'l

" :. I ,''', " _-, .'.: c.'" " .: .' _" ".C-" .',' ",~ .', , ._- ... _-. , "

18JO ,8_ grolsso CUS-Clno ,8, qua e era

appoqqiato, La lampada era I~!

"Flnalrnente!" sospiro A' ladino e

. I (~ I··~~~I'II~,:":.~::,:,I~ ~ .. , I, ~I .••......

affannato strofino ta lampada "Bentomato padrone! Perche mi avete lasciato servire un'altra persona p'81r tanto tempo"!" eselamo sorpreso il genio, "Bentornatc, rnio bravo glenmo!

279

01

MW,"IIIr. ~ du futti 8Vevano perso ogni

~- .... re HaUma e I SUO sposo, laggiu lontano lontano

no nuovamente la lampada e ordinb: "Riporta me e la mia il palazzo. nel nostro paese piu presto che puoll"

udito in un attimo, mio signore!" E allo schioccare delle sue M1H1ZZ0 si alzo nel cielo come una meteora e poco dopo era capitale del regnol volanda veloce sopra Ie teste della gente Si peso dolcemente dove era prima e Aladino e Halima

ad abbracciare it Sultano. Ancora oggi in quel lontano paese si ammirare ~ restl di un antico palazzo, che tutti chiamano:

~ • .., venuto dal ,ci-elo!"

2:811

ALI BABA E I QUARANTA I ADRONI

C'erano una volta ..... in una sperduta cilia della Persial due' fraleU~ dl~ nome AlII Baba e Caslrn. II~ primo, pOVBJO' in canna", viveva con la mog~ie' hi una casupola, cercando legna nei bosctu, a la vendeva a.l~ rnercato raccolta in tascine, III secondo, invece, avendo sposato Ulna donna rlcca abltava in una casa grande e spaziosa Ie, commerclando in tappeti, dllventava sernpre piu rtcco, Un gli'orno Ail1 Baba, mentre raccoglieva la Iisigna in run bosco lontano dl.amla cltta senti a un tratto una cavalcata vociante arrivare all galo,ppo,.

2:82

lrnpaurito, pensendo che qualcuno potesse rimprove:rarlo p1e'r'che raccoqlieva legna non SUI a" sa 1 su un alllb6u'O

nescondendosl fra lie togUe e, poco dopo, vitle sfllare sotto di sa u banda d1i~ quaranta uorntni armati di tutto punto., Erano briganhl Non c'era dubbiol Lo dlcevano 1e facce slnlstre, te barbe lunqhe e incolte, ~I loro lingluag'gliol~ Ma soprattutto U bo ino, cbe stavano searcando d,ai cavaflll1i, frutto senz'ahro ,di q!uall1che ruberla. Un om a,c c iii '0 ne ,daUl',a!s,petto torvo e m,alvB'gi,o era ll loro capo e, quanda tutti frur'ono srnontati da cavalto, si dirasse sequito dagh ,altri verso la parste rocciosa d~ una rnontaqna che si alzava r vlcino. Aperte lie J bracda, mentre tutti: si zittivano, gr'idio: ",Se$Smlo!1 apritil,;' Alii B,aba non credeva ai propn occhil ,AIIII,e parole Idell b iiga,nte Ia. roccta s: ,aprl

II f d . fond . !,I

~entamente ' acen ,- _'0, appanre una ~rr~ -on, • a 9' nera caverna, fn CUI II" L

ladron entrarono con i loro sacchl, AI~ Baba,~ al Ift.b ito, non s_ rnosse ' suo nascondiqllo, Sent~va l'e vocl del briganti rlmbomoare dentro la

f' I,!.",,jl' rIIr tt " i~ ~ ~ " ] b · td "'L Jr,.I4

caverna, mcne ,~,U;':~I userrono e III toresapo, a,~za~e e _,raCCla, gn toor

I, - .' m,s - - h-·c d·~I,n ,- t .. ro~A.h!

nuovo a 1,3, rOCC:II,B,': ,'·e!sam,o" C, uuonu a pare e ;S~ nc IIUse', p r

magia~ mantra Ii ladroni, rlmontat a cavallo, sl allontanavarto,

- \

An 8abld, scese dah'a bero tremando ancora idailia paura e dana me rav~gl la, Ouasi senza accorqersens ,SlISSIU rro: "Sesame ~ apriti l" Me. Ila. parete non ,sii mosse, allora sernpra prliul torte g'ri~d61 I!a f' 'ase ,magiirca,: dii coh)o' l'entrata s,i a,pri i' Aecese una torcia e ai suoi occhl sl presento ~"'ncredirblile spsttacolo dil un immense teS'QIfO amrnucch.ato nell a caverna: vasi co~mlii ,dli monete d oro e dl",argentro, anfore preziose, armi ternpestats di rublnl e dli, srneraldi, coUane, dli,ademi, pilatt'ii intarslati, tappen, tuno arnrnassato alla rirfusa.

II t I" II "lIo··· .. I' h ..' d

povero a,g la~egna SI S'lIrOPICCIO 9 I IOCC _ _II e presa lin mano, treman o,

- ~ .

una moneta d'oro, la soppeso: "E proprio vera!" Confuse alla vista djl

tanta ricchezza, balbettando dal 'emozione, si disse:

"Prendero un podi rnonete, nessuno s.a ne accorperal"

E riempi quattro sacchetti: la sera, appena arrivato a casa, sprangata la porta, rovescio davanti alia moqiie sbalordita i sacchetti.

284

" .... M.. .

.H I' .,.~~ •

. ' ~ '.+

••

~Contale!;j ~e disse trionfante 18 poi lie racconto che cosa 'gli ,erra capitate. INonostante i tentativi. non ri usci rono a saps re quanto era.no ricchi. pe'r,che te monete erano treppe, "Non riusclrerno rnai a. contarls tuttel

Va~ a casa di rnio fratello 18 fatti prestare uno stale per rnisurare il qrano, provere'lmo oon qlUlellllol~n dissa Alii IB"aba. Ouando 1,8, mo'gllie di" Casim si

tl ri I I" · h ' I '" . ,... "C"'lh ... d

sen I nvo Ilgere 18 strana ncr testa S~ meunosi: I . '. usse cosa - evono

msurarel Poveri come SOl no ,I certsmente Igra.no non ne hanno!" e

spalmo, un po' di pece su~ fonda d1e~ recipiente, Piu ta rid ii 101 stale fu rlestitu~to rna, come aveva sperate la scaltra donna, una moneta era rimasta in mI9,Z,ZO alia pece. 'Una moneta d'oro? Possibilel Ma S8 sono in mseria.." ecorse dal marito tutta aftannata .. Casirn rincaro la dose: ~Come pub perrnettersi rmo frat,el~II'Q 'di avera, delle rnonete d'oro senza dirmi nlillente!" E ando subito a casa Idi AI~I Baba per avere spieqazioni.

285

1,

, .

I I •• l....... .. I

......

• ~. I I •

.... .... ;

• -i~'-:"· . .1 :1...; ~ •. rs ;,

~'.r.-'-' ... ~." .

t~ ... .-:.-=~. '.

I ..'..

;;.... : "'; .

.. . '.

. ...

c." ~

y.~~····.Aln Baba, inqenuarnente, racconto tutto al tratello, preqandolo pero

~' .di non svelare iill ssqreto a nessuno. Casirn promise, rna pOGO dopa , a casa sua riteriva tutto alla rnoqlie e ordlnava ,ai servi che pelf la mattina dopo gli tossero setlatl dieci mull robusti,

"Diventero ancora pilu rieco' ,Anzi rlcchissimol" penso andando a etto, ma per tutta la notte non rlusci a dormire, soqnando i~~1 tesoro, lLI,allba non era ancora spuntata, 'quando Casim con la sua

plccola carovana SIi! avvio verso i~l! luoqo che gli aveva indicate I~l~ fratsll o.

Dopa n bosco trove ~a rnontaqna con la pareto rocciosa e, pronunciata la trase maqica sntro I11le~~'antro del tesoro,

S'lenlt:iii'va ill eucre batterqli forte rnentre arnrnucchiava nelle caste qusnto drn p,iu prezioso gU caplteva tra Ie mani .. La sua ,avlidilta oero 10 tradl, perche si accorse che ~Ie oeste erano troppo plene e pesantl e non riusciva neanchs a spostarle ..

Con la rnorte nel eucre, devette sbarazzarsi di parte del bottino. Ma~, cosi tacendo, perse rnolto tempo e la scelta di' quanto volsva portar via non e'ra ancora terrninata quando ta 'gliotrnata finl..

28····6·::

, ..

.

. .,~

.. {l.. ~ '", :~,.;"';."~

. ..:_.,

~''r'~ .... ~,

'II.:

- . J' "

. ~l •....

Disg:. raziatamente i briqantl stavano tornando 18., ne~1 vedere 'entrata;'

. . I

aperta e ~ muli che aspettavano tuori, si preclpitarono nella caverna:

con ie spade .s'gLJainale'. n povero Casim fu scoperto ,8 uccisc, anzi f farocia del ladroru si spinse fino al punta ,d~ taqliarne II corpo in qlu:

- -

pezzl e arnrnucchtarll ai~ lan dsll'entrata .. II capo del briqanti urlo:

COS~I sa' qualcuno si azzardasse a entrare ancora qui, sapra la flne, che gli spettal'' Per due' giliornil 1 a mo'gli'8 dli Caslm attese invano, fine -, ~. angosciatJB corse Ida Aill Baba per raccontarqii dove era andato ill e ,chi 81d1erg Ii al uto, A I"i Baba scosse la testa: ," MI ~ aveva p rornesso ,dij. non..", ploj perc, affez~ona·t'o, com'era a,11 fratello, prese un rnulo e '. diresse subito verso la caverna. Ouando con errors vide i restl . Casim, s~ mise a pianqere, rna poi trove il coraqqio Id] avvolqe t8ppeto' che lelgol al basto del rnulo, La donna, quando vide' ill

, ... ~d >11* jff • .... di

marno COSI noono, per 0 sirazio I . ::. I .'~ I crepacuore.

un po del

287

~":.r.I~~,~~B,~ba, trasteritosi con la fami'glia ne[1 palazzotto del fratello, tecc

: noscenza con Mor'gantina, una schiava Iedele e astuta, dla tempo

.. nella casa. IFu lei, con la sua 'vivace int,en~ge·nza, a suqqerire il modo di ~I~"'" ... /·riunire Ie parf 'dell povero corpo, prima dii darqli una sepoltura

I.·~." 0·· n 0' ra V' ole

\ ... .. .. . ,

'M[ustafa, il ctabatnno dietro un lauto compenso, avreblbe senz'altro

accettato I' i nca rico. .

"Dovrai fa,rti bendare, perc, per. non sapere dove t'ij. portero ed evitare

cosl ii petteqotezzil" '. ~.,', _ .

E.s,e'guimo con scrupolo il suo lavoro, il ciabattiro Iu accornpaqnato,

· .... ~~,: .: sampre bendato, nella sua botteqa B' ricompensato con un sacchetto di

,,>~'.' '.'.. man' e* -. d ro '. .

" I 1'_.1 ··.'~e·.· 01':"

I ... - • _ I ~

. ,.r~, . • Iintanto iiil capo dei briqanti, accortos: ,dena sparizione de,l ca,davere~.·,:.""

'~-:". aveva capito che qualcuno aveva scoperro il tesoro della caverna, ,~;,'.'

, .. lnturiato e preoccupato, lncarieo uno de,i suoi uomini di indaqare in

otta, senza destare sosoeti it. III caso e un buco nolle stivale, portarono ill briqante nel neqozio del ciabaltino

e a q'. uest'ultimo non parve vera, d~' raccontare ai, r \ :';~1

, . j~' ••

nuov'o venuto la fortuna capitataqli. . .. ~:j1:~~

. . • ~."-Io

'~'."",e quando ho ricucito tutto ml~ :.,~

hanna dato un saechetto dli rnonete d'orol"

,.

• r

k 7";:'

.. ~ .. " ~ "

..

· .(". ~ . :~. -: ...

· . .

.. ''1 ' .. "',

:.a.:. . .... ".

..

. ..

. . ...

. . .

. . '

28,8

mi porti dove hai eseguito it tuo lavoro, ne 8- ~i imr·· ... iataments Itro uguale!" gH propose subito il ladrone. _. ustata non, ava pili in aUa gioia, rna un dubblo 10 colse: Come . vrebbe fa'to a rr rovare la ahe non aveva visto, essendo bendato? "Il tlenderiJ dli n ovo e I rai con calma di ritrovare nella memoria la giusta bire,z"1 nel" Per na sua e del brigante, Mus1afa !3-veva uno spieeatc sense I crlentarnento: in pill, quando era state benda 0, aveve ontato i ~i che aveva fatta: "'.OJ ~cinquecentodiecjJ cinqueceli1toundici; uecentododici! Ecco, dovrebbe essere ' uit" 6; ~ustafa St totse la

da. Erano proprio davanti at palazzotto di AJI Baba e il brigante, Mustafa con Is ricompensa promessa; senza tarsi notare, _._.._ una croce rossa sulla porta, correndo poi ad 8vvisare il capo scoperta fatta. c!)rmai era I'imbrunire e Morgantina stava nCto a casa, quando si aecorse defl,'insGlito segno. Insospettlta, ·

traeclo subito altre crocI . . su tu'tte Ie pQ~rte vicins:

fonda un gruppo di br ar:rh./"o per la vendetta, rna subito si

incerti e dubbiosi; . era ta porta giusta?

MOlrgl,ant:iln,Bjl senza saperlo ,a,V'8Va salvato da rnorte sicura il SUO' nuevo padrone mentre il CIB[POI f'ec:e irnrnediatamente uccidere i~1 briqante che

c- ,,:.-., .. _.-. d"I'-'.'·'1 ',= 4::,- ~I = - "="d--~' : . "'-"-"'1" ~~'S'"'tl' eel b ibbei '1""" ',-:.'. ,····1··", ta ',:' -. II· I

aveva . ato sa rarsa lin ,.I~c,aZlone.lle e ". 81B et, non sapete are nu 91"

Andre lo 1~ln c,~itta!~" Sii vestl da mercante e ando a trovare IMlustaf;,a,

II ciabattino, fe~liice dli continuare a gu,ad,agni8,re', 1,0 condusse di nuevo d~ fronts alta C,BS,B di All [Sabia", 1[11 capo non traccio nassun seqno, rna, fiiisso nella memo ria la slrada e lie easa poi, to rnato ne I suo CO'V'O, rnando atri due briqanf a cornprare un carro e trentanove orci Id~ gllrand~i dimension! lin o'gni orcio tece mettere uno del banditi, che erano rimasf "In' trentotto dopo l'uecisione del compaqno

I '_," .. _ 11'1":, I . __ '., ,_ '~lll ", .. ' '__ ' __ : "1 ._'~,:~ ..~."

I 'o rcio rim a- 8·0- 'f~UI rla rnp "1"tO' . 'd", o "11"1-'0 e caricato insierne aqli altri sul c arro

L.."'.:'~ .' _ ...•. I,: ~II '. . _" .· .. ·11 .••• i; _ •••.. .1'- I I .• ' I', ~.: i~, . '.'1 l', "._. ••... .'..,,:' ··IV ..

Occorsero quattro cavalli per tra,ilnllarlo" poi finalmente il capo dei ladroni s,ii dlresse verso ta citta" [Era tardli quando arrive davanti a,[llle ease Idi Am Baba e q uesti g~m chie se subito: 'Pos "so 'aliii"e oualccsa per --'nt'

~-'_ ··~·"I_ .,,-,' _~llll~ "I_:~,,~,::.~t··I:" I~I~':.,~ 1Ii,-,~I--I-.'_'J':· ~6,:~_ I'II~' VO,II!

"Sono un rnercante di olio e dornattina presto devo essere al mercato Orrnai e tardi e sono molto stance, non potreste ospitarmi?"

A~"~I'I B·~b-,·a~' felice d m p 1'0'- ter da re osplt ~m'I·lt-'a'" a qualcuno I-I lUI "1'1 I'C' he "In' passaic

1- __I__-.~, ..... 1", _.' ,_'ow ,I.)., '_'.1--:-, : .. ·a __ 'J~W_ .. 1, ..•. t"" ... :.' •..... , " .. - ,; ... , .. """ •. ,111.

era sempre vissuto ln una rnlsera casupola, aceolse con calore I'olspr~t:e e lordiinl'QI dii portare nel cortlle Ii II oarro dlel rnercante,

2-9"-:-:'0"'.'

, .

::- ""

Dopa la cena sontuosa, prima dli coricarsl, iill briqante, con la sei sa di[ controllare se un OlrIC~O si era rotto [durante il vi~ag[gi'o~ ando nell corfle ,9 sonevo a oqnl reclplente ill coperchio, avvertendo i tadrorn di[ stare

pronti durante' Ilia notte a usclre a un sU[Q ssqnale per uccidere gU at)itant~ d'9,IIIa casa, Piu tardiii tutti dormivano, solo Mlo,r[gantina era

rimasta ln lPiled~ pier' nassenare la, cucina. Le venne in mente dli assaggl~are l'ouo dl[el rnercante per contrornarto col suo [e uscl nel

cort~l,e[. Aveva, appena tolto al prime 01 rc to ill coperchio, quando senti

con spavento una voce' che chiedeva: "'E ora?' ILa donna pronta bofonchiio: "Non ancora, piu I'ardi In Per trertotto volte I ,a, sc:ena si ripete, ma quando arrive) all'orcio colrno d'olio la 'giolv,ane, che era molto forte, se [10 trascino iiin GUCin,8. 'QIU~ 110 travaso lin una e:aldaia. che mise sui

f ". -h '" tutt '1 I' 'do d' I~ f . C" b t '" I

uoco, nncnetutto I iquido drvenio tumanteOon una orocca torno ne

cort~lle' e verso i~n 0'91ni oreio l'olio bollente. A uno a unol [~ bandliti furono cosl tutf uccisi fa' IMo[rgl,antin,a sii nascoss in un anqolo aspettando, Di ll a poco n capo scese ~In cortile per dare II seqnale dell'attacco, [m18 via vi,a che alzava i I cope rchio, accorqendosi che i suoi uomtnl era n 0 tu tti mo rmlii , si :sen i afferrare dal terrors e dalla disperazione, Che f)OS 0 era

· II~ d ,tti '. .... . · - .,. ? C

rna que 110, '0 O'V19 t,u' 0 J [I SUOI pi en I ven IV,B,no sventati [In anticipo? I.:ome

una belva terlta scappo nella notte, tornando solo nell SUOI ICOIV'O.

2:91

La rnattina dopo Morqantlna racconto allo stupefatto ,A.ln Baba quanto era successo durante I[B not "[8. "Corne potre rinqraziarf pe quello che

- -

hal f[a.tto? ,S[eii una donna straordinarlal IDa og[gi~ non sarai piu sehlava,

ma vivrai Ilribera nella nostra casal" II corpi dei banditl furono sepolti nottetempo in un bosco v'iic:~n[o" e All IBalba pensava cosl di non avere piu nlente da ternere. Ma il cepo del briqanti, con ll passare dei giorni" sl era rimesso dailio spavento [e dl,a.~ terrore dlii quella notte e' la SU,8 sets dli vendetla aurnentava. Declse allora di usare l'asmzla lnvecs della

forza; si tag II lo lie barba 8' cerco dli carnoiare il p[iur possibile 1[8 sue sernbianze, travestenoosi d,a rnercante dli tappeti, Hiusc) COSil. al rnercato, a conoseere Tabit, il figno d~ An Baba, e adl accattivarsi ~a sua slmpatla e la sua fi[du[cia,

'Prima [0 poi questo sclocco mii mvltsra a casa sua e ri uscl ro f nal mente a fare u na straqe!' "Ti~ ..... a· ven" d" '·0 del . e' r· . 'lgll'IO· s· ~ lapp - i' -

~[ I[ I.···· .. :..... .. Ut~.[ .. ~ 'e'l rm·.···!.,av ••.. ' ·;·1 ::." I ~ ·:,·'e[ll ,a

P- rezzo m o lto bass- 0- IU disse A'· I~I' Bab a -·1

I.~ , .... , .:,' .. 'I . ~.' .. ": .1,·~.L·'~/~'.~. ii ,-., 1, . .'[ ',I:., ':,' 1.:·~:.I, _.[. I a.

flglli[o,~ "lnvitalo a casa nostrar'

292:

Q.- endo IMorgant'-n'a s tro -0'" a ssrvire a tavola l'ospite abbe' un d ubbio

Ul,: __ .: < .' :-,! I~),III 1.1 k __ "I~ I. '_V'_I e ._>'III ~II··,.··· ,I, I~,.[ .. ". ~ .•...... ·I~~ .. ',.'.' . '.' ", '.' I' '- ....•. r •. ·I~ .. i

ehe divs'lnt1o csnezza: il rnercante dl tappeti e n bri~ga,nt,e ,di quella nOitte arano la stessa persona! Torno mn cucina senza dire niente, ma quando t

a tavola passe vicino aid .An Baba, 'gllii chiese il permesso id~i e'slsgluiir'e ;rJ,_"-~,;--r_s,,'I--"

U-na d a" In '''7 a a'llllla' II ine d e' . ~ P" r a" In'" zo "I n 0"In'" 0'" r'e' d J '8" 11'0'" sp ite uS--:: '8' ""I 'Iiara'" IP'" "I a' Ice-I"'B' .'. tiIl

_ '_",'_, .l ~·_.II U~I ~'. -.1, I·~.I, II '.'". . ... : "," ~ I' I', '1. .. ," _.:, .:. . I," I.~.. ~ I ... ~. I '. :,1" :": '" I, ~ il! I:, :~ .. : ,I t II': ~ , '" :1: ,I,,"-,"""'~I', ,','II, ,

acconsenn questi. Dope i I caffe I II a raqazza arrlvo tra uno svolazzare dil'

ve,lii e il tint~nni~o, del tamburello, ma n,el~l~a mane destra tensva stretto: un PlJgna~e, Fu ana, fiine della danza cho lie llama luconte entre con 'flo,r.tZ8 1

""

nell p •. eno del false rnerca nte, U IE, lui i 1 banditol l: ho riconosci uto,

I ."

guardatelo benel VD~e;va uccidercl tutti, s,le non l'avessl ferlmato· ~n'"

1empo~!'J Ancora una volta IM,organUna ,BveV'B salvato tutto 8. I:uttii:

Talbit l'sbbracclo per prlrno, senza sapere chedl n a, poco 1,8 sua,

smpatia sa "'r'e' 'b''''b''[s- ,d' "I·V· entata a m ore ,e l'avrebbs 's-'p--'o-I~~irla" ~ .. ... tt',

t;! ",' •.. •. . .' .. " . " .•. ' . W II~ g' I, I, _ J 'W v ~ a _ 'V IU ,'V .... , "~ ~ ~ ~,I" ~.., t-;

- ~

AI~ 'B - ba -e8*0'" q ln dl' 'II sol n a' cono s ce r e '1' II s eg-lile' to" do] tesoro ehe

I [8_:. F·-~:'~' r U11 ' •• 1 I c,~. IV' a cc 1_'., ~-'~' iL I, '-.:":_J~'!il.;~_ r'J;'~, te L -~I,',j 1~lif~

, .... I". ..

amiminis:tro, .s'B,gl,g~amle'nte per molti anni, senza m~j IFivelare, s·· ,neS$tJino "

I a parcla Imag lea ehe ap rl va II a, cave rna ,-dls'i q ,lJ.a ta,nta II,aditio,ri,i! ,~'. ~ .

to II - J... ~ -..

, . }

• oi .';:,!iiI 1" ...

. """';:~. t ~ • j "Ii ~.... + /If'

- .. ~ • I. -

• "'~JI!' ... , ... "~' ~ ~~~.. ,

~ , ~ .1 .~l. II

~ It • I~ r t~.

. ,

IL PRINCIPE RUBINO

. ,

, .... ~

.: I 1-

, '

, .. .. I

'-.'#' ,:tJ'

....

C'era una volta. .. nella lontana Persia un rnendlcante a.1 quate cap,it.lo una grandle fortuna, III1 fiurne irnpetuoso che scorrsva vicino alla capitale ~ dope un' i nattesa alluvione, si e r,a, rU:~i rato nel suo letto 0 rilg male, lasciando sulle rive rnelma e f,a.n'go, Fra i ,de'mlrimi il mendicante 'vide luccicare una pletra rossa, la raccolse e', dope averla rimlrata a ~ungo,; corse da. un arnico che lavorava nelle cucine del palazzo reale. "Ouante eene rnl dJ 'a" "I '1"111" ca mb"IIO'" d' i~ questa 5"a"5S'0' luccicante?" qli chiese

.... : .::-: _II ,.'I~ f .. ' .. 1, .111" _. ' .. W .•. ~ ...:..:,.1 ',' •. ::: .. '.' ~ ': •.... ~"

sp era n -080

' _.'.-' ··· .. I,Z'· ... ,.; ... ,

luIM···· a questo a un rubino!" esclamo ~~ r-~'IOC'O" g": ua rd 'and 0" '['I'ln" ccntroluce 'II

_' IU ,,: ._.:-~11L1 > ~ ," _ " __ .:~l,_ ' .. :!! .. ~.::- '::. _1_1 I" ~~ t~11U .,'1 ~-,.: .. ~: .1'. i. . _,":'. '1 ••• I.. · 1 I~I : :_' .

" .: " ... ' .. 11,', "'D: .. :.,' . . ... '.* '.,., ',1·",· .. ,' bite 1111·' .... S····:' . h P'

91110'18 0, '. eVI ImlOSI[lrar 0 ,su . "II~,O a~ 0_ cIa "

U giorno dopo HI mendicants offrl Ilia pietra al suo Sovrano, che glli dcmando: "Dove l'hai trovata?"

~!Sul~lia riva d,e~l flume, in mezzo a,111 tanqo Maest.aV'j

"Uhrnrnrn! Corne puo il glrande! flume aver lasciato un s[~lml~iie tesoro proprio a te, senza motive? Till dare un sacco di monete d'oro in cambio

dl' .' '- ··t - .' "+' .... ·S·:·,···· ..... !If" .'. t ..... ?,,~'J

I questa pieira ··81 cornen ,0 r

A.~ rnendcante, che in vita sua aveva visto SIO~IOI qualche moneta

294

296

i it qioiellc e getto Ie braccia al collo

del padre: "E meraviglioso, grazie! Sento che mi pcrtera fortuna!"

Dopa qualche mese arrive il giorno del compleanno di Fatima e 10 Seiah, come promesso, ando a prendere il rubino.

Mat appena alzato il coperchio, feee un baiza indietro: dallo scrigno aperto era uscito un bellissimo giovane che gli disse sorridendo: "La pietra che cercavi non c'e piu! 10 ho preso il suo posto: sana il Principe Rubino! Non chiedermi il perche di questa prodigio, e un segreto che non posso svelare!" Lo Seiah, dopa essersi rtpreso dallo stupore ando su tutte Ie furie: "Possedevo una pietra meravigliosa e in cambia trovo un Principe e non posso avere spiegazioni?l"

"Mi splace, Maesta, ma niente e nessuno potra farmi dire perche sono qui!" Lo Sciah, risentito per la risposta del giovane, trove subito un

per punire la sua arroganza: 'Poiche hai preso il posto del mio 1u adesso sei il mio servo, vero?"

Meester' rispose il giovane sicuro di se. "So no ai vostri ordini!" dare la mia spada d'oro e f prometto anche la mana di mia se riuscirai a uccidere il drago delia Valie della Morte, che

i aile carovane di attraversare la forestal" Molti cavalieri e

i valorosi avevano fino allora perso la vita nel vano tentativo. di uccidere il terribile drago. Lo Sciah pensava che anche iI Principe Rubino avrebbe fatto la stessa fine; se invece fosse riuscito

nell'impresa, Fatima avrebbe trovato final mente un Principe valoroso come sposo. II Principe, con la spada delio Sciah, si avvio quindi verso la Valle della Morte e quando arrive davan1i alia paurosa foresta si

mise a chiamare a gran voce il mos1ro. Solo I'eco gli rispose, il

silenzio profondo. Di nuovo il giovane urlo la sua sfida, ma i

drago non si vedeva. Allora il Principe si appcqqto a un allbelrO)leAiI~va addormentarsi, quando un rumore di rami e, mentre la terra

298

due mani, il giovane per affrontare la lotta. l'enonne. -orribjle bestia era II di fronte a lui; aperte Ie fauci, era pronta ad afferrarlo con la zampa dai lunghi artigli. Contrariamente a tutti i cavalieri che 10 avevano preceduto, il Principe non fu preso

dal terrore e non indietreggib, anzi, fatta un passo avanti, assesto

un terribile fendente al collo del drago, e poi attn, aitri ancora ftnche

10 uccise. Quando tome alia reggia con la testa del drago, fu accolto come un eroe e chiese allo Seiah di mantenere la sua promessa

di poter sposare Fatima: fu accontentato. Ormai tutti erano felici,

rna col passare del tempo la curtostta di Fatima sulle origini della sposo aumentava sempre di piu.

II Principe ogni volta che si sentiva rivolgere queste domande, impallidiva: "Non posse!" rispondeva scuotendo il capo, "Non posso risponderti! Non devi chiedermi niente altrimenti rischi di perdermi per sempre!" II desiderio di conoscere e di sapere continuava a !armentare Fatima. Fu COS! che un giorno, mentre si trovavano sulla riva del fiume che attraversava il grande parco dello Sciah, Fatima si getto piangente ai piedi del marito e singhiozzando 10 preqo ancora una volta di rivelarle il suo segreto. II giovane sbianco.

: "Non posso!" Di nuovo Fatima insistette: "Ti prego! Ti "Sai che mi e impossibile risponderti ... " "Dimmi almeno chi era tuo padre!" II Principe Rubino sembro esitare, quardc a lungo la sposa che amava tanto e Ie cerezzo il capo tentamente, poi decise:

"Non voglio che tu soffra cos), se questa incertezza ti e davvero insopportabile ti dire allora che io .... " Stava per rivelare il segreto, quando un'onda immensa 10 trascino nel fiume e un vortice 10 travolse facendolo scomparire per sempre nelt'acqua. Invano la Principessa, straziata dal dolore, corse lungo la riva del fiume

299

chiamando a gran voce 10 scomparso! Niente! Le acque erano tornate a scorrere lente come se nulla fosse accaduto. Disperata, Fatima cntamo Ie guardie in aiuto e anche 10 Sciah accorse cercando di rincuorarla. La Principessa non si dava pace e da quel momenta plornbo in una profonda angoscia, perche capiva che erano state Ie sue incaute domande a provocare la tragedia.

Un giomo vide arrivare trafelata la sua schiava pill fida:

"Mia Principessa, questa notte ho visto qualcosa di straordinario! Prima tante piccole luci sono apparse sui fiume, Ie acque si so no aperte e mille genietti han no cosparso di fiori la riva, dove beltissimi giovani

han no danzato a lungo in onore di un vecchio che sembrava un Re, seduto su un grande trono d'oro. Ma accanto at trono c'era un giovane con un rubino in fronte, che sembrava ... "

Fatima senti un tuffo al cuore: forse quel giovane era il suo sposo. Quando arrive ta notte scese in giardino con la sua ancella e si nascose dietro gli alberi. A mezzanotte in punto, come Ie era stato detto, vide mille Iuci danzare come lucciole sull'acqua, e final mente, solenne, vestito con una lunga tunica dorata, un

vecchio dalla barba bianca con uno scettro in mano.

300

trono, il suo Principe. Copertasi il volto con un velo, ando a inchinarsi davanti al vecchio e si mise a danzare con grazia. In silenzio tutti la osservarono rapiti, e un lungo applauso salute la fine dell'esibizione. Oal trono si levo allora una voce: "Ignota danzatrice, chiedi qualsiasi cosa per averci cos1 divinamente allietato, e ti sara concessa!" Fatima si strappo il velo dal visa e indicando il Principe chiese con la voce spezzata da un singhiozzo: "Rendimi i mio sposo!" II vecchio si aizo in piedi: "Ormai hai la parola del Re di tuHe Ie acque della Persia e riavrai mio figlio, il Principe Rubino, ma rcordatl sempre il motivo per cui I'hai perso e in futuro cerca di essere r saqqla!" Subito, Ie acque del fiume si aprirono, richiudendosi sui Re i Fiumi e 11 suo seguito, ma lasciando sulla riva Fatima e il Principe

I ,finalmente felici e riuniti per sempre.

301

302

accoglievano gli sfortunati i Passavano i giorni e la lunga Ii delusi aumentava: indiani. circassi, arabi, turcomanni ..

Da tutte Ie province arrivavano nobili baldanzosi, pieni di flducla e di speranza, ma dopo averf visti la Principessa continuava sconsolata a piangere. l'Jmperatore sembrava felice, ogni Principe che fall iva nella sua impresa avrebbe continuato a pagare i tributi che gli erano stati imposti. Anche il popolo sembrava contento di questa situazione,

percne vedeva che anche Ie

persone plu fortunate non sempre possono avere quello che

desiderano.

ltnica a non essere felice, era la Principessa Sarah che continuava a piangere.

303

dissero, mentre gli veniva

loro appartarnenti, --.----- "' .. ,a_ sia mai venuto!"

interrcqavano.

sbirciarono da

AI mattino ' a Sara . I. Ma, '

Tutti pero s! fermarono allibiti nel dal gran col po, uscivano molle meccanismo. Sarah, la Principessa che una bambola, sia pur perfetta, che fino ad

tutti, ma non I'astuto Omar. .

che continuava a rtdere a pili non posso era Marika severo e accigliato: "Zitta, tu ... ", ma poi si accorse dell'assurdita In definitiva era. riuscito, col trucco di

imposte da tutti i suoi sudditi e ora che un i' ,.\'

Ii altri era riuscito a scoprire rtnqanno perch€! non .... untoea. ::;";

gli era venuta: si sarebbe liberato nella stesso tempo '

"ell'lnsolElnte Marika e avrebbe avuto un genera astuto che gli sarebbe in futuro per continuare a regnare.

tuo ardire dovrei farti uccidere, ma avrai salva la vita se sposerai i giovane delle mie figlie e, come promesso, non pagherai piu le

!' Omar annul in silenzio, mentre sorrideva a Marika felice, e gia suo pensava: "Un giorno, caro suocero, saro to a succederti sui imperiale!" e cost fu qualche anna dopo.

307

LE AVVENTURE OI

C'era una voila ... nellontano Oriente, un uomo chiamato Benezar che aveva sposato una donna di nome Zemira.

Benche j due si amassero molto e andassero d'accordo su tutto, una cosa Ii divideva: Zemira credeva alia magia, mentre Benezar, pill pratico, aveva fiducia soltanto nelie case di cui poteva rendersi ragione. Tutto cio perc non turbava in nessun modo la loro felieita, che giunse massimo quando, un giorna, Zemira mise al mondo un bel bambino. Non appena Benezar, che aveva atteso la nascita del figlio con grande trepidazione, guardb il neonata s'accorse che aveva appeso al collo uno strano fischietto d'argento.

"Coste questa?" chiese incuriosito alia moglie.

"E il magico regale di una fata mia arnica!" rispose Zemira, "Prendilo pure tu e conservalo fino ache nostro fiqlio avra vent'anni!" Benezar scosse la testa perplesso rna prese II fischietto.

buon musulmano deve visitare la Mecca, almena una volta nella sana contento che tu voglia partite!" disse Benezar. esaudisci un desiderio di tua madre e mettiti al colla questa fortuna che una fata Ie ha regalato per te!"

al pensiero della madre marta, prese il fischietto e se

II carnrnino verso la Mecca era molto lungo.

Said, dopo aver attraversato per giorni e giorni una sterminata e deserta pianura, arrive ai piedi di un'alta catena di montagne.

Qui la carovana fece sosta e, un pomeriggio, fu assai ita da un gruppo di uomini armati che attaccarono I'accampamento urlando.

I servi fuggirono, ma Said, sguainata la spada, gridb loro:

"Vigliacchi! Non cambierete la vostra sorte scappando! Meglio combattere!" e attronto da solo il nemico.

I guerrieri erano guidati da un bel giovane in sella a un cavallo nero:

Said 10 affrontb per primo e, dopo un duro combattimento, 10 uccise. Ma gli avversari erano troppi e il giovane, per quanto lottasse con val ore, fu fatto prigioniero.

Anche il magico fischietto, che Said aveva provato a usare per un ultimo tentativo di salvezza, non cambio la sua sorte. Mentre legavano il povero ragazzo al suo cavallo, i vincitori 10 accusarono:

"Hai ucciso Almansor, il figlio della Sceicco Selim, nostro capo! Sarai giustiziato per questa!" E finche non arrivarono alia tenda del potente Selim, continuarono a insultarlo.

Ma Selim, che era un uomo saggio e giusto, volle sapere come si erano svolti i fatf e, pur piangendo la morte del figlio, riconobbe che il combattimento era stato leale e che Said aveva il diritto di difendersi. Cos1 il giovane si trove nuovamente libero e pate continuare il suo viaggio unendosi a una carovana che stava partendo per la Mecca.

310

sera seguente pero, durante il bivacco notturno, alcuni amici di Almansor rapirono Said.

"Lo Sceicco Selim non ha volute vendicare la morte di suo figlio, ma noi non lasceremo impunito il tuo delitto!" gli dissero all'alba, lasciandolo legato su una duna di sabbia, "Soffrirai la sete e il calore del sole finche gli sciacalli non ti finiranno!"

Poi se ne andarono. Passarono due giorni, e Said stava ormai per morire, quando fu avvistato dalla carovana di un mercante di nome Kalum.

a poco rtprese i senst. "Come potro ricompensarvi?" chiese al suo salvatore appena fu in grado di parlare.

"Mi chiamo Kalum" rispose il mercante "e sono un uomo molta praticol Porche per salvarti ho rallentato il mio viaggio, lavorerai come commesso nel mio bazar finche non ti sarai sdebitato!" Arrivato a Bagdad, Said comincio COS! a svolgere un lavern per lui ingrato, che perc gli avrebbe permesso di raccogliere denaro sufficiente per proseguire il viaggio. Un giorno una donna velata corrorc molta merce al bazar e chiese a Said di portargliela a casa.

312

Con grande sorpresa il ragazzo si senti domandare dalla donna:

"Said, hai ancora il fischietto al colla?"

II giovane, stupefatto, Ie chiese a sua volta: "Come fai a sapere che possiedo il fischietto?"

La donna, calandosi il velo, rispose: "Guardami! 10 sana la fata che 10 regalo a tua madre ... "

Said la interruppe: "Ma finora non mi hai aiutato quando ne avevo bisogno!"

'Ti saro d'aiuto solo dopo che avrai compiuto vent'anni!"

Said chiese allora consiglio alia tata per pater continuare il suo viaggio. "Avrai bisogno di molto denaro; e I'unico modo per guadagnarlo in poco tempo e vincere i tornei che si tengono in questo momenta

a Bagdad in onere del Califfo! Dovrai combattere: rna sei forte e valoroso. e vincerai sicuramente! 10 ti procurerb un cavallo

e delle armi adatte!" Said comlncto cosl a prendere parte ai tornei e si aqqiudico molti premi.

In quel tempo Solimano, il Califfo di Bagdad, aveva I'abitudine di girare durante la notte per Ie strade della sua citta travestito da mendicante, per ascoltare quello che la gente diceva di lui.

313

Spesso si faceva accompagnare dal suo Gran Visir, anch'egli in abi1i dimessi. Una notte Said, tornando a casa, udl delle grida venire dall'angolo buio di un porticato: quattro banditi stavano aggredendo due passanti. Said, sguainata la spada, accorse e dopo aver ucciso due degli aggressori, mise in fuga gli altri due. II Califfo e il suo Gran Visir, poiche erano loro i due malcapi1ati viandanti, dopo essersi ripresi dallo spavento dell'aggressione, ringraziarano Said.

"Sono solo un commesso e lavora per il mercante Kalum" disse il giovane presentandosi, "rna per vostra fortuna conosco bene il mestiere delle armi!"

Solimano, erie nell'ombra non aveva riconosciuto in Said uno dei cavalieri che avevano partecipato al torneo, 10 abbracclo e gli disse:

"Hai rischiato la vita per salvare due poveri mendicanti. Ecco la tua ricompensa!" E gli porse una borsa piena di monete d'oro e un grosso anello che si era appena sfilato dal dito.

314

Said possedeva

per riprendere il i verso la Mecca: quindi il f seguente ando da Kalum Ii la sua

"Ho pagato con il mio

il debito che avevo con te: anche ricco, quindi trattenermil" II perfido perc non si diede per ecorse dal giudice per denunciare che Said, il suo commesso, gli aveva rubato una borsa piena di monete d'oro ed era fuggito.

Ilgiovane, subito rintracciato, fu arrestato e, quando gli fu chiesto chi

gli avesse dato il denaro che portava con se, rispose: "Un uomo a cui

ho salvato la vita, ma non conosco il suo nome" II giudice, che fra

I'allro era amico di Kalum, trove troppo vaga la giustificazione e, seduta stante, 10 obbliga a consegnare il denaro al mercante. Poi conoanno Said ai lavori forzati, da scontars su un isolotto in mezzo all'oceano. Ogni mese un vascello portava i condannati all'Isola maledetta e

, i insieme a ladri e assassin! si trove a rimpiangere

il suo destino: "Due anni fa ero partite da casa rtcco. felice e orgoglioso ed ecco come sana ridotto oggi, alia vigilia del mio ventesimo compleanno!"

Durante la notte una terribile tempesta sconvolse improvvisamente iI mare e la nave che trasportava Said ando a infrangersi contro alcuni scogli. Nel naufragio tutti morirono: solo Said si salve aggrappandosi a un grosse pezzo di leg no. Ma all'alba anche il giovane, che aveva ormai quasi perduto tutte Ie sue forze, si trove sui punto di annegare. Disperato, si ricordc allora del fischietto e softie, soffio piu forte che poteva ... Come d'incanto, in risposta a quellungo suono acuto, comparve un delfino e H giovane pote salirgli in groppa.

F~ice, s! ricordo allora che quello era il giorno in cui compiva vent'anni:

U fischietto magico aveva mantenuto la promessa della fatal

II delfino, docile al suo comando, 10 porto fino in vista della terra, e Said sporooo finalmente su una grande spiaggia sabbiosa. Ma fra Ie dune

Ie tende di un accampamento militare ...

fu avvistato da un gruppo di guardie che, dopo ave rio vestito, 10 portareno davanti alia tenda principale. Said si introdotto alia presenza del Califfo Solimano. "Sei un forzato

scampato al naufragio?" gli domendc subito questi scrutandolo a lungo. "51, sana l'untco superstite, ma sana state condannato ingiustamente!" rispase Said, e raccontc ere che gli era accaduto. Quando il ragazzo spiegb come aveva ricevuto la borsa piena d'oro e mostrc anche

fanello che gli era state donato e che portava sempre al collo, il Califfo di colpo riconobbe il giovane che gli aveva salvato la vita.

'Ti credo!" gli disse e, rivolto aile guardie: "Cercatemi Kalum e portatelo davanti a me in catene!" Poi volle Said alia sua mensa e chiese al giovane di raccontargli di nuovo tutte Ie sue awenture. "La sorte sta per !arti riunire a tuo padre" rfvelo infine interrompendo il racconto, "perche qui nel campo c'e un uomo di nome Benezar che cerca suo tiglio Said!" Piu tardi i due poterono riabbracciarsi: "II Califfo mi ha reso giustizia e sona di nuovo ricco" cornunlco. "Raggiungeremo insieme la Mecca!

Ormai ho vent'anni e con questo fischietto potremo superare qualsiasi pericoJo!"

318

SALEM E IL CHIODO

C'era una volta ... un commercrante malta furbo di nome Salem, che in un ineendia perse il suo negozio con tutti j tappeti che conteneva. Gli era rimasta solo la casa, e pctche la sua esistenza dipendeva dal commercia, decise di venderla. Con la somma ricavata avrebbe acquistato un altro negozio e nuovi tappetL La cifra che chiedeva per la casa non era malta alta, rna da tutti coloro che si presentavano per l'acquisto, esigeva il nspetto di una stram palata proposta.

"Ti venda tutta la casa, eccetto questa chiodo piantato nel muro, che restera mio,"

Tutti scuotendo la testa se ne andavano dubbiosi per la strana richiesta.

Ma Abramo, un compratore pill avaro degli altri, pensc che il prezzo era malta vantaggioso e riuscl, contrattando, a ottenere uno sconto ulteriore.

L'attare fu fatto e iI nuovo proprietario entre in possesso della casa, accettando senza riserve la condizione del chiodo. Trascorsa una settimana, Salem busso alia porta di quella che era stata una volta la sua casa: "Son venuto, come da accordo, ad appendere qualcosa al mio chiodo!" Abramo non trove niente da ridire e Salem appese un grosse sacco vuoto, poi dopo averlo salutato se ne ando, Passe qualche giorno ed ecco che Salem si presenta per attaccare at chiodo il vecchio mantello.

Oa quel momenta Ie visite di Salem alia casa si fecero sempre ptu frequenti: andava, veniva, prendeva qualcosa dal chiodo, attaccava qualcos'altro, insomma era un continuo viavai. Ma una sera, di fronte allo sguardo sbalordito di Abramo e dei suoi familiari, arrive trascinando un vecchio asino morto.

Con gran fatica 10 tsso, legandolo con una corda fino ad appenderlo al suo chiodo.

Tutti nella casa protestavano per il fetore e per la vista della bestia morta, ma Salem, calmo e tranquillo, nspose senza scomporsi:

"II chiodo e mio e posso appendervi quello che voglio!"

Abramo perc non poteva certamente accettare di vivere in una casa in simili condizioni. Salem irremovibile non volle togliere I'asino: "Se non sei d'accordo, vattene pure dalla mia casa, ma non ti restituiro un soldo!"

Abramo cerco in tutti i modi di convincere Salem a rimuovere I'asino che diventava sempre ptu puzzolente. Arrive persino a chiedere un giudizio in tribunale, ma i patti erano stati chiari: la casa a lui, il chiodo a Salem.

E Abramo dovette andarsene, mentre Salem riebbe la sua casa senza restituire un centesimo.

319

una volta ... in Persia giovane

Sclasid, arnato da tutti. Aveva un solo nemico: ,

mage potente e crudele che voleva porre il figlio Mirzah sui trono del Califfo. Sciasid amava circondarsi di oggetti antichi e preziosi e riceveva tutti i mercanti di passaggio. Fu cos1 che un giorno Kascenur, travestito da rnercante, fu condotto dal Gran Visir, Mansor, alia presenza del Califfo. Sciasid acquisto tutto quanto questi gli offriva, rna alia fine, curioso, volle sapere cosa ci fosse in un piccolo cassetto di uno scrigno antico.

"Non so bene neanch'io cosa ci sia!" disse Kascenur, estraendo dal cassettino una vecchia perqarnena scritta in una lingua sconosciuta e una tabacchiera piena di una polvere scura.

"Ad ogni modo, ve Ii lascio in regalo!" II Califfo, curioso, dette a un gruppo di saggi la pergamena da decifrare e dopo qualche giorno pote leggere: "Chiunque legga queste parole potra mutarsi nell'animale che desidera e cornprenderne il linguaggio, purche annusi questa polvere e pronunci la parola MUTABOA.

se vcrra lornare uomo dovra chinarsi Ire volte verso oriente dicendo la stessa parola" Ma attenzione, diceva il guai a chi avesse riso animale. Non s! sarebbe mai rcordato della parola magica tornare come prima. "Mansor, sentito? Possiamo tramularci in animali! Cosa ne pensi?" 'Maesta, qualslasi cosa facciate saro can voi!" rispose il Gran Visir, inchinandosi fino a terra. "Va bene! Domani proveremo!" AII'alba del qiomo dopo, j due uscirono dal palazzo e quando furono certi di non essere visti da nessuno, il Califfo eslrasse la tabacchiera. "In che cosa vogliamo Mansor non sapeva che cosa suggerire, ma a un tratto vedendo una

cicogna volare esclarno: Cicogne, dobbiamo diventare!"

Sciasid annuso per i nera, poi entrambi senza esitare

pronunciarono la Di colpo Ie lora gambe s!

, i vestiti mutarono in candide tutto illoro corpo.

I lora peste due

Ie ali

Quante nuove cose impararono quel uccelli: perfino la danza che fanno qU!ma'D_S(JnD innamorati. Era tal mente ridicolo ".".".-; ","ci';oo,nno

~:~::~~~~d:~~f~~1 ;~~~b~:I~~~~oa;;~:~:~~~~~~:~'

scoppiarono a ridere. PiC! tardi perc si

amaramente pentiti di quella risata ... Nel tardo pomeriggio, ormai appagati da tutte queste novrta, decisero di ritarnare alia reggia. Con vola lenta e maestosa arrivarano alia dtta e si accorsera che qualcasa di insclito stava succedendo: una gran

falla era ammassata nelle strade e via via s'infittiva.

Un lungo corteo stava entrando nella porta principale del palazza e Sciasid vide con incredullta e rabbia che un estraneo sedeva sulla sua partantina darata, scortata dai suoi servi e dalla sua guardia del corpo, t'asmto inganno del maga Kascenur aveva funzionata e suo figlio stava prendendo possesso del trono di Sciasid. "Presto, dobbiamo tornare aI palazzo! Chi e quell'impostore?" gridc il Califfo.

Mansor allibito esclamo: "E II 1iglio di Kascenur, il mage "

scacciato una volta dal palazzo e che giuro di vendlcarel. i' i

rna gia si senti afferrare dal terrore: non si ricordava pill la magica per tornare uomo. Si posarono al suolo a balbeUare: ricordo ... Non mi ricordo ... " Le due in1elici cicogne s! quardaronc mestamente: "Non possiamo piu tornare come eravamo p"r·~i~ :;,;;i:~~r~, 5i alzo in vole seguito dal Catiffo: "Andiamo alia Mecca a p tomba del Profeta, forse potra aiutarci a ricordare la I esse con tristezza. La Mecca era lantana, stava gia duecicogne, stanchee affamate, scesero tentamente antieo templo. Si guardarono intorno in cerca di acqua e

un lungo e straziante larnento Ie fece sobbalzare, Chi abitava in quel luogo desolato? Sciasid si fece coraggio: "Andiamo a vedere!" e' &i inoltrarono in mezzo aile rovlne. Arrivati in un antro buio, furono fermati da due enormi occhi gialli e iI lamento delle strano essere nsucno di nuovo piu forte, Una grossa eivetta net veders Ie due cicogne, svclazzo fino a lorc-'Hrtatmente! sooo anni che aspetto questo mofnejito! 'Forse la profezia sta per avverarsi .. ." S~jasid, e Manser nel sentire

"e ;r,i;

ucciderebbe! Sapete bene che arpia e!" Sciasid, sospirando, si giro verso la civetta: "Va bene! Prometto di sposarti,. rna solo se riusciro a sentlre la parola _', rnagica e rompere I'incantesimo!"

svolazzando, quido Ie "ft,"" •. ",r"-'-"

uno stretto cunicolo nel sotterraneo'derst-.

~it'·" . .'J " ~ ~ ," • _"',' ',;

,j 10 li:i ':~l;;.\·t.j0'~~;~, ;". _ per annunciare agli-"lti'iJ"'~M,ofl'''r,mo

~~J't~~{r~J;~1:lf ',~,'" \ sono riusclto a mettere mio figlie. sui ~~~/'l'i~·~;r~~t.'~·~:'d~!rqno del Califfo Sciasid?" e comincic a

• 'f1 :",1 '~/l/t'{:;:··.it·j. IsP.iegare I'inganno ... Quando arrive alia

.. 1 r~~;~' r,('.' 'p~(9Ia MUTABOR Ie due cicogne

, - ono, ripetendosi a vicenda:

or, Mutabor! Ecco la parola icata!" La civetta acccmpaqno

• 0 il Califfo e il suo compagno e inatis! tre volte verso oriente e ciata la parol a magica,

nero uomini. Ma i prodigi non finiti perche anche la civetta nella momenta si era trasformata in

~~~~~o;::ne~ ~n~~:~~~~ r:g:~~~cciavano

,'!:t,-'" .

~~~C1rnessL

·.to

325

COS! del tutto il piano che il mago aveva tanto ingegnosamente

. Mirzah, che can un manipolo di seguaci era riuscito a

il trona, sicuro che mai piu Sciasid sarebbe tornato, sentendo cerco di fuggire attraverso i glardini della reggia, rna ben scovato e arrestato. Anche Kascenur fin! in catene e fu il conosciute Ie sue malefatte, a ernettere il giudizio.

A morte!" gridarono tutti.

fece rotolare nella polvere la rnalfattore.

327

C'era una volta un grande tempio in cui buddisti. Tutt'intorno st estendeva un meraviglioso e di plante rare. I monaci passavano giornate tenet in preghiera contemplazione, e la bellezza delluogo bastava ad alleviate il peso lora isolamento. Un giorno perc qualeosa cambia in quest'oasi di tranquilla serenita, e Ie giornate comineiarono a sembrare lunghe e nolose. Fra loro non c'era piu la lieta armonia del passato, e cominciarono a litigare. Cos'era successo? Un giovane monaco era venuto a turbare questa pace con il racconto di quello che c'era oltre Ie mura del grande giardino: Ie citta, Ie luci, la vita della gente, piena di divertimento e di svaghi.

Nel sentire descrivere questa esistenza COS! diversa, i monaci non desideravano piu vivere in quello che fino allora era sembrato un paradise, e adesso era diventato solo un luogo di solitudine.

Un primo gruppo, guidato dal giovane ribelle, partt e dopo quello altri se ne andarono. Anche gli ultimi cinque monaci rimasti, combattuti tra la devozione per illuogo sacro e il desiderio di vedere e provare tutte quelle novita, si preparavano con tristezza alia partenza. Ma proprio quando stavano per lasciare il tempio, videro svolazzare sopra di loro un uccellino d'oro, dal quale pendevano cinque lunghi fill bianchi. Spinti

da uno strano impulso, i cinque monaci afferrarono ciascuno un filo e si trovarono di colpo trasportati nel mondo che sognavano. Videro com'era la reatta che non conoscevaro: odio, mise ria, violenza, un mondo senza pieta in cui I per sempre.

328

""!

'Lire 4,0:0001

You might also like