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Il GOLEM E' 'VIVO'

tratto dal blog http://ilgrandeignoto.blogspot.com di Angelo Ciccarella

Il mitico gigante d'argilla creato dal rabbino Loew nel 1600, fu vanamente cercato da nazisti e sovietici
nel XX° secolo. Ma...

''Il mago è un manipolatore totale '' Scandurra.

"Dio ha creato tutte le cose per mezzo delle trentadue 'meravigliose vie della sophia'. Queste vie sono
costituite dai dieci numeri originari, qui chiamati sefirot, che sono le potenze fondamentali dell'ordine
della creazione, e dalle ventidue lettere, cioè dalle consonanti, che sono gli elementi di base di tutto il
creato" Gershom Scholem, Il Nome di Dio e le teoria cabbalistica del linguaggio, Adelphi, Milano,
1998, trad. di Adriano Fabris, p. 30

Il Golem secondo Meyrink


Athanasius Pernath, il protagonista del romanzo 'Il Golem' di Gustav Meyrink, è un uomo che sa di
avere un passato tragico e circonfuso di mistero, ma non riesce a ricordarlo; vive nel ghetto, tra
persone strambe e ostili, in un ambiente da incubo.

Spesso, in sogno, assisto alle spettrali comunicazioni che si scambiano queste vecchie
case, e mi rendo conto con terrore che loro sono in realtà i veri padroni di questa strada,
della sua vita e della sua essenza, alla quale possono rinunciare a piacere, imprestandola
agli abitanti durante il giorno e riprendendosela, con interessi esorbitanti, durante la notte.
Per non parlare degli strani esseri che vivono fra le loro mura, esseri non di carne, né di
sangue, i cui fatti e misfatti sembrano accadere senza un piano. (...) Sempre più mi

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convinco che quei sogni nascondono qualche profonda verità, che luccica debolmente
nella profondità della mia anima, come il fievole riflesso dell'arcobaleno di una favola,
durante la veglia. Allora, non so come, mi torna in mente la leggenda del misterioso
Golem, l'uomo meccanico che tanto tempo fa, qui nel ghetto, un saggio rabbino creò
utilizzando i quattro elementi; poi gli diede una sterile vita di automa, rinserrata in una
formula magica che egli gli pose fra i denti.
(Il Golem e altri racconti di Gustav Meyrink, a cura di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco, Edizioni
Newton, 1994.).

Ogni trentatrè anni il Golem appare alla finestra di una stanza senza porte, situata vicino alla casa di
Pernath, in Altschulegasse. Chi lo incontra resta come paralizzato, esattamente come succede al
protagonista, che dopo l'esperienza viene riportato da amici nella sua casa, dove trova il vicino Hillel
che gli spiega che cosa è successo.

Non c'è niente di strano in tutto questo. Solo il soprannaturale può incutere terrore
nell'uomo. La vita ferisce ed irrita come un cilicio, ma i raggi del sole del mondo spirituale
sono dolci e ci recano conforto. (...) Il Golem raffigura il risveglio dell'anima attraverso la
vita più intima dello spirito. Ogni cosa sulla terra non è che un simbolo perenne, rivestito
di polvere. Impara a pensare con i tuoi occhi. Pensa con i tuoi occhi ed osserva
attentamente tutte le forme: tutto ciò che ha preso forma era prima uno spirito. (...) Colui
che è stato destato non si addormenterà più
( Da Il Golem e altri racconti, opera citata).

Il Ponte di Re Carlo a Praga

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Praga magica
Così raccontava Meyrink. Ma era solo frutto della sua immaginazione artistica? A Praga, città magica
al di là della pubblicistica delle agenzie turistiche, davanti al municipio cittadino, troneggia l'imponente
statua del gran rabbino Loew Jehouda ben Bezalel (1512-1609), detto il "MaHaRaL", il cabalista. La
statua ha più di un secolo e nessuno - né i nazisti, né i sovietici dopo di loro, e tanto meno i graffitari
odierni - si è mai azzardato a danneggiarla. È là, sempre identica, protetta dalla sua stessa leggenda.
Durante il processo dell'"Ebreo Slánský" nel 1952 - intentato dal potere stalinista contro le spie e i
"cosmopoliti", ovvero gli ex dirigenti comunisti di origine ebraica - il governo sistemò delle guardie tutto
intorno al monumento, per proteggerlo da eventuali aggressioni antisemite. Perché questa singolare
eccezione? È là che nacque, fatto di sillabe sacre e fango, il primo umanoide della storia, il Golem, e
a distanza di così tanto tempo dalla sua morte, il suo creatore incute ancora paura. I praghesi
raccontano che nel 1941 Heydrich, neoeletto governatore ausiliario del Reich in Boemia-Moravia -
regione che Hitler poi trasformò in protettorato - avrebbe proposto al suo Reichsführer delle
Schutzstaffeln, Heinrich Luitpold Himmler, di sfruttare la forza del Golem per vincere la guerra.
Seguace di circoli magici, Hitler approvò. Era tuttavia necessario decifrare le formule della Cabala che
una notte dell'anno 1600 avevano permesso l'apparizione del prodigio davanti alla folla ammassatasi
ai piedi della Sinagoga Vecchia-Nuova. All'epoca l'Europa era in fiamme: cattolici e protestanti si
facevano la guerra. Erano divisi su tutto, fuorché nell'odio per gli ebrei. Le persecuzioni antisemite si
moltiplicarono. Gli ebrei si rivolsero al loro rabbino chiedendo protezione. Egli esitò, ma alla fine si
fece consegnare migliaia di secchi pieni di fango argilloso estratto dal fiume Moldava che attraversa la
città. Con esso modellò una forma gigantesca, dai contorni vagamente umani, e in essa infuse la vita.
Era il Golem, forza bruta priva di bocca, perché il Verbo appartiene esclusivamente agli uomini. Quella
specie di colosso atomico impressionò gli antisemiti, ma il MaHaRaL disse anche che da un giorno
all'altro, senza preavviso, avrebbe potuto ribellarsi contro i suoi stessi creatori. Il mostro d'argilla
garantì la sicurezza della città ebraica, dove riportò la pace e il benessere. In seguito, però, il Golem
cessò di avere un'utilità pratica. Lo si impiegò per mansioni impegnative e compiti umili. I bambini
iniziarono a deriderlo. Lo si insultò. Del resto, non era un estraneo? Un giorno, come aveva previsto il
MaHaRaL, il Golem si ribellò e distrusse tutto ciò che incontrò sul suo cammino. Il suo creatore, il
gran rabbino Loew, fu avvisato immediatamente e dovette togliere la vita alla sua creatura: il Golem
tornò a essere fango. Gli abitanti della città ebraica, pieni di rimorso, trasportarono il fango nel solaio
della Sinagoga Vecchia-Nuova, la più vecchia d'Europa. Fu per ridar vita a quel mucchio di argilla che
il nazista Heydrich costituì addirittura un commando, denominato "Commando Golem". Suo compito
era quello di rintracciare gli ultimi officianti della sinagoga e, alla bisogna, torturarli per ottenere le
formule necessarie a farlo tornare in vita. Il Commando recuperò le informazioni desiderate. Ma
poiché non riuscì a rintracciare anche la melodia che accompagnava le parole pronunciate da
MaHaRaL, di fatto il Commando non riuscì a esaudire il sogno di Hitler. David Gans, che assistette al
prodigio affermò: "Nessuno, salvo MaHaRaL, fu mai puro a sufficienza per conoscere questo segreto
della Cabala". MaHaRaL, il gran rabbino Loew, illustre cabalista, era nato nel 1512 a Worms sul Reno
e ed era arrivato a Praga in età avanzata, su richiesta della comunità ebraica e dell'imperatore
romano germanico Rodolfo II. Rimase a svolgere il suo incarico di rabbino fino alla sua morte,

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sopravvenuta nel 1609, all'età di 97 anni. I nazisti, quelli del cerchio magico di Himmler, fino a guerra
finita, tentarono di animare il Golem, inutilmente; il quartiere ebraico di Praga fu comunque
risparmiato dai bombardamenti, diversa sorte ebbe il ghetto di Varsavia. Perché i nazisti hanno
risparmiato Praga? Per paura di MaHaRaL e del Golem? Goethe stesso aveva visitato la Sinagoga
Vecchia-Nuova prima di scrivere il suo Apprendista stregone. Il Golem di Gustav Meyrink (1915) è
stato uno dei primi best-seller della letteratura mondiale, letto da centinaia di migliaia di tedeschi. Del
resto, il fascino che gli ebrei esercitavano su Heydrich era tale che egli si era fatto preparare un
attestato dalla Commissione di valutazione razziale a riprova della sua origine tedesca e della
purezza del suo sangue. Scrissero che il suo sangue non conteneva "né sangue di nero né sangue di
giudeo". Portò quel documento sempre con sé, appuntato sul petto, e così fu ritrovato dopo essere
stato ucciso il 4 giugno 1942 dalla resistenza ceca. Nondimeno, prima di quel momento ebbe tutto il
tempo necessario a presentare a Hitler il suo progetto, consistente nel fare del quartiere di Josefov a
Praga il "museo esotico di una razza estinta". Considerato che era pericoloso toccare la Praga
ebraica a causa del MaHaRaL, demiurgo del Golem, perché non trasformarla - alla stregua di un
Jurassic Park - in un luogo nel quale osservare le tracce di un popolo malvagio, cancellato per
sempre dalla faccia della Terra?. Al numero uno di via Staré Školy, in un bell'edificio in stile Art
Nouveau dell'ex quartiere ebraico di Praga, si trova il Museo ebraico. Il suo storico e curatore, Arno
Parik, racconta che "sotto il controllo nazista, quaranta dipendenti lavorarono dodici ore al giorno per
ricostruire un altro museo nello stesso posto del nostro, chiuso nel 1939, inaugurato infine il 3 agosto
1942. Sui cataloghi classificarono oltre duecentomila reperti". La prima esposizione che
organizzarono, nella sinagoga detta Alta, riguardò i testi ebraici e i manoscritti che i nazisti avevano
fatto venire da tutta Europa. A quell'epoca vivevano a Praga circa centoventimila ebrei. Oggi sono a
malapena mille e settecento. Il loro quartiere non è cambiato, presenta ancora i suoi "angolini oscuri,
passaggi segreti, finestre cieche, cortili sudici, brasserie rumorose, alberghi sinistri", come scrive
Kafka. Anche quel quartiere si è salvato grazie alla paura che incuteva e incute ancora il cabalista di
Praga? All'ombra del Klaus, la scuola di studi di MaHaRaL, si trova il vecchio cimitero ebraico. Migliaia
di tombe - oltre dodicimila, si dice - alcune delle quali vecchie di parecchi secoli, si sovrappongono e
si puntellano a vicenda per non crollare. Nell'imponente basamento di pietra sotto il quale riposano il
gran rabbino Loew e sua moglie Perl, il tempo ha aperto numerose crepe, dentro le quali - come in
quelle del Muro del Pianto - i pellegrini infilano i loro fogliettini scritti, contenenti i loro messaggi.
Uscendo dal cimitero ci si imbatte in un edificio sbilenco di mattoni scuri a due piani. Come indica una
targa fissata sull'architrave della porta d'ingresso, è lì dentro che nel 1664 fu fondata la Confraternita
dell'Ultimo Dovere (Hevrah Kadisha). Questa confraternita, formata da volontari, aveva l'obbligo di
servire senza distinzione alcuna tutti i membri della comunità e di prendere a carico i più bisognosi e i
malati...

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La statua raffigurante il Golem, baluardo magico del quartiere ebraico a Praga

La ritirata strategica dei Nazi


I maghi neri di Himmler, come ho accennato, erano arrivati vicinissimi a rianimare il Golem. Chi è un
po' al dentro di cose magiche, o per dirla alla Scandurra, materie oscure, dovrebbe ben sapere che
nelle operazioni occulte tutti gli elementi, i riti, i dettagli, devono essere rispettati, pena il fallimento.
Nel circuito magico-simbolico, ogni componente è necessaria, un elemento mancante, anche il più
piccolo, comprometterebbe il funzionamento. I nazi, che non erano fessi né arrendevoli, dovevano
comunque trarre un profitto conoscitivo da quell'esperienza. Cosa fecero? Se a Praga non erano stati
capaci di compiere la missione, altrove, in luogo sicuro, neutro e lontano dalle difese psicomagiche
ben attive nel quartiere ebraico, i nazi sarebbero riusciti nell'impresa. Imballarono il Golem, lo
caricarono con tutte le precauzioni su di un camion speciale e lo portarono via per una destinazione
ignota. Prima però si diressero al castello di Wewelsburg, in Westfalia, che il Reichsfuhrer SS Heinrich
Himmler trasformò nella sede permanente delle SS e accademia per ufficiali superiori. Non conosco i
dettagli sulla breve permanenza del prezioso carico nel castello, ma non mi è sfuggito il piano di volo
che subito dopo Himmler ordinò: con due idrovolanti, fatti gli scali necessari per rifornimento
carburante fino a Buenos Aires, l'ultima tappa, sarebbe dovuta essere l'Antartide, nel territorio
chiamato Terra della Regina Maud. Perché proprio il Polo? Cosa c'era oltre al ghiaccio di così
importante da portare sin lì degli aerei con un bagaglio tanto unico quanto prezioso? Una base
militare segreta? Oppure, da lì si accedeva ad un altro mondo...?
No, amici, non è una trama alla Spielberg. Il propagandista cineasta ci descrive i nazisti come dei
feroci insufficenti mentali, che vengono regolarmente battuti da un fighetto archeologo cacciatore di
tesori, un eroe americano senza macchia e senza paura, sinceramente democratico come Uolter
Veltroni. No, la realtà è più dura, più tremenda e complessa delle sceneggiature di Hollywood. Il
potere dei media e il processo di acculturazione che il sistema adotta sulle coscienze della gente, è
diabolico come diabolica è la pretesa che l'attuale regime mondiale sia il migliore dei mondi possibili,
dopo millenni di barbarie. Hitler tentò di stabilire l'Ordine Nero sulla Terra, al fine di rendere possibile
la cratofania degli antichi titani, detentori della fiamma distruttrice. I teosofisti sanno a cosa alludo e gli

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amici del blog, pure. Mille anni di incubo. Così non fu, il piano concepito dai signori della fiamma fallì.
Ma c'è sempre un piano 'B'.
Da tempo mi sono convinto che nessuno creda più alla realtà così come appare. Scandurra mi ha
insegnato a scavare, chiedere, provocare. Seguendo queste indicazioni, si sono automaticamente
verificati fenomeni ed intromissioni metapsichiche, magiche, provenienti dal mondo sublunare. Questo
però ha sempre provocato una reazione distruggitrice di entità che non obbediscono alle leggi della
fisica e della percezione, capaci di oscurare la scena della realtà e del mondo.
Il Golem esiste e 'vive' in mezzo a noi
Il mio interesse per il Golem? Curiosità? No di certo. Scandurra mi ha insegnato a leggere i segni che
mi si presentano e che mi indicano la strada, al termine della quale niente è più lo stesso. Forze
occulte sono sempre all'opera, ed io son lì pronto a captarle o a 'beccarle'.
Il segno lo incontrai tanti anni fa. Frequentavamo periodicamente un amico, MF, che si occupava di
ermetismo. Ci riceveva sempre nel suo studio nei pressi dei Monti Cimini. Una sera decise di svelarci
alcune cose che riteneva importanti e le sentiva come un peso. Il suo anziano maestro austriaco, FW,
fu allievo del grande scrittore e magista Gustav Meyrink. FW prima di lasciare questo mondo,
depositò presso un notaio una specie di legato per il suo giovane discepolo viterbese: una scatola
minuta, contenente del fango secco. Essa era appartenuta al grande scrittore boemo di lingua
tedesca. Così come l'aveva ricevuta, MF la donò a Scandurra e gli svelò la natura del contenuto: si
trattava della particola dello stesso fango usato dal rabbino Loew secoli prima, per costruire il Golem.
Storia incredibile. Il mio maestro si mostrò assai interessato e disse che ci avrebbe fatto comodo un
domani. Hai visto mai! Chiesi più volte a Scandurra a cosa poteva servirci quel pezzetto di fango
intostato.
“Può tornarci utile. Meglio tenere sempre una chiave di riserva quando quella principale si perde. Un
amuleto non si rifiuta, si custodisce”.
Il segno mi avrebbe condotto anni dopo lungo strade poco illuminate. Bazzicate da neonazisti,
ricettatori di icone e residuati bellici, agenti dei servizi, massoni.
(continua)

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