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AMERICA LATINA
2007-2013
Il nuovo Strumento di Cooperazione allo Sviluppo DCI – America Latina
Un sentito ringraziamento a
Unioncamere
Si ringrazia
* Università degli studi di Perugia (Master in relazioni internazionali della facoltà di Scienze Politiche)
** Agriconsulting .Europe SA
Prefazione
Donato Di Santo
Sottosegretario agli Affari Esteri con delega per l'America latina
La Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione Europea a
Bruxelles ha voluto fornire un nuovo contributo per far conoscere le opportunità che offre
la Commissione Europea attraverso il programma di sostegno allo sviluppo dell’America
Latina per il periodo 2007-2013. Alla realizzazione hanno contribuito l’ICE, l’Unioncamere
e gli Uffici a Bruxelles delle Regioni Italiane che ringrazio vivamente per il loro sostegno.
Prefazione..............................................................................................................................3
Prospettive di partecipazione degli attori nazionali: fonti normative e riferimenti operativi..7
1. Introduzione.......................................................................................................................7
2. Come partecipare alle opportunità offerte dai nuovi strumenti per gli aiuti esterni...........8
2.1 I bandi di gara.......................................................................................................................9
3.2 Imprese................................................................................................................................13
2007-2013.................................................................................................................................32
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Prospettive di partecipazione degli attori nazionali: fonti normative e
riferimenti operativi
1. Introduzione
Con la nuova programmazione comunitaria dell’aiuto esterno previsto per il periodo 2007-
2013, la Commissione Europea (CE) ha ridotto il numero dei precedenti strumenti
finanziari, con una conseguente razionalizzazione degli interventi.
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Nello specifico:
2. Come partecipare alle opportunità offerte dai nuovi strumenti per gli aiuti esterni
Una volta analizzato il panorama comunitario dei programmi rivolti ai Paesi beneficiari, è
possibile far chiarezza su quali siano le principali opportunità operative che tali programmi
potranno offrire ai diversi “sistemi paese” dell’UE ed ai loro attori. Il target di attori a cui la
CE si indirizza per la realizzazione/ implementazione dei programmi è rappresentato dalle
seguenti realtà:
A questo riguardo, l’elemento che più di ogni altro dovrebbe spingere i differenti attori ad
unire le loro specificità per aumentare la competitività del “sistema Italia” è legato alle
prospettive che ogni singola commessa porta con sè. Le iniziative CE possono
rappresentare un volano fondamentale per la crescita e lo sviluppo del “sistema Italia” nei
paesi che beneficiano degli aiuti esterni comunitari. Una presenza costante e duratura nei
singoli paesi può infatti aprire nuovi orizzonti di crescita alle diverse aziende, che
beneficeranno di informazioni e possibilità inedite. Questa prospettiva può quindi
rappresentare nel medio-lungo periodo un elemento di sviluppo chiave per tutti gli attori
del “sistema Italia”, dalla Pubblica Amministrazione, al settore privato alle organizzazioni
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non governative.
I bandi di gara sono gare d’appalto con cui la CE richiede la fornitura di un certo servizio,
sia esso di natura intellettuale o materiale. Nel caso dei bandi di gara, tutte le informazioni
necessarie per parteciparvi sono facilmente accessibili e vengono pubblicate sulle
gazzette ufficiali della CE. A questo riguardo, la via più rapida e sicura per essere sempre
aggiornati su specifici bandi di gara come su ogni nuova iniziativa, è rappresentata dal sito
web dell’Ufficio di Cooperazione della CE, dove è a disposizione un motore di ricerca
dedicato esclusivamente a tali informazioni: http://ec.europa.eu/europeaid/cgi/frame12.pl.
I bandi sono divisi tra le diverse aree geografiche in cui opera la CE ma anche tra
programmi e settori (ad esempio lo sviluppo rurale piuttosto che l’istruzione).
Un bando di gara si struttura secondo uno schema ormai ben consolidato: i soggetti
interessati vengono chiamati a manifestare un interesse per un determinato servizio. Chi
riesce a superare questa prima selezione (criteri di eleggibilità tecnica ed amministrativa),
viene inserito in una lista ristretta di candidati (4-8 concorrenti) che vengono invitati a
proporre un’offerta tecnica e finanziaria. La miglior offerta si aggiudicherà l’appalto che
verrà finanziato al 100% dalla CE. E’ importante sottolineare che, nella valutazione delle
offerte, il peso ponderale nella valutazione complessiva si attesta all’80% sulla qualità
dell’offerta tecnica ed al 20% sull’offerta finanziaria (per un totale di 100).
I tempi di un’iniziativa (schematizzati nella tabella seguente), indicano una previsione sulla
tempistica di pubblicazione delle attività inerenti il bando di gara. L’iniziativa verrà
ufficialmente pubblicata (Procurement Notice) a partire dal trentesimo giorno di calendario
successivo alla pubblicazione già effettuata tramite il Forecast e sarà resa nota la
Procurement Notice. Da quella data (Procurement Notice) si avranno 30-40 giorni per
manifestare l’intenzione a partecipare all’iniziativa con una Letter of Interest (Loi). In base
alla Lettera di interesse la CE selezionerà una lista ristretta di candidati (max 4-8
concorrenti) che verranno successivamente invitati a proporre una offerta tecnica e
finanziaria nei successivi quarantacinque giorni.
La gara (schematizzata nelle due tabelle successive) inizia dunque con la preparazione
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della Lettera di Interesse (Loi). In questa fase, gli interessati a partecipare all’iniziativa,
cercano di consorziarsi per rafforzare la propria candidatura. Una volta finalizzata l’entità
del consorzio, si procede alla raccolta dei documenti amministrativi necessari a dimostrare
la propria eleggibilità tecnica ed economico/finanziaria e si selezionano le referenze.
Inoltre, prima che la società capofila del consorzio invii la Loi alla CE, si procede ad un
accordo pre-gara (Pre-bid agreement) tra i vari membri. Spesso, questo accordo viene
raggiunto attraverso un meeting tra consorzi.
Se la Loi ha dato esito positivo, il consorzio sarà chiamato a produrre la vera e propria
offerta tecnica e finanziaria: metodologia delle attività, curriculum vitae degli esperti con
cui vorrà implementare e raggiungere gli obiettivi programmati ed un’offerta finanziaria.
Le iniziative che vengono proposte dalla CE per i contratti quadro possono essere reperite
sempre sul sito di EuropeAid, in particolare utilizzando il motore di ricerca per i bandi di
gara.
Il procedimento che porta all’acquisizione di un contratto quadro è simile ad un normale
bando di gara, anche se con qualche specificità. Se infatti nella fase di invito a manifestare
interesse i procedimenti risultano pressoché identici, è nella seconda fase, quella dove si
propone l’offerta tecnica e finanziaria, che si possono riscontrare differenze, come, ad
esempio, dover presentare i CV dei membri del team di gestione del contratto. Queste
differenze, schematizzate nella tabella che segue, vengono evidenziate da un’ampia lista
di esperti corredata dai CV degli stessi, divisi per tipologia del contratto quadro: esperti di
categoria I, II, III e IV. Naturalmente, è prestabilita una percentuale cospicua da rispettare.
Ad esempio su un totale di 100 CV, il 60% dovrà essere di I categoria (almeno 15 anni di
esperienza), il 30% di II categoria (non meno di 10 anni) ed il 10% di III categoria (non
meno di 5 anni). Un’altra differenza sta nel garantire la copertura dei settori richiesti sia dal
contratto quadro, come per esempio il settore “educazione primaria”, sia da quelli
orizzontali, come il settore ”valutazioni”. Attraverso la presentazione dei CV corrispondenti
a tali bisogni, tutte le consulenze richieste verranno sostenute finanziariamente al 100%
dalla C.E.
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Ciononostante, nel caso degli inviti a presentare proposte è sempre possibile trovare
informazioni utili negli altri siti afferenti le relazioni esterne:
http://ec.europa.eu/dgs_en.htm.
Per quanto riguarda gli inviti a presentare proposte, il procedimento che porta
all’acquisizione di un co-finanziamento si struttura in modo diverso rispetto ai bandi di gara
classici ed a quelli del contratto quadro (vedi tabella seguente).
In questo caso, chi sia interessato a presentare proposte deve manifestare la propria
intenzione di partecipare ad un invito specifico presentando una “Concept Note” ed una
“Detailed Proposal”. La Concept Note è un documento di quattro pagine che sintetizza le
linee guida del progetto. Essa passa attraverso due gradi di giudizio separati, così da
favorire la trasparenza nelle valutazioni. In prima istanza viene valutata da un esperto
indipendente (normalmente viene acquisito mediante il contratto quadro) e
successivamente da un funzionario della CE. Di tutte le strutture, organi, università, ONG
che hanno proposto una Concept Note ritenuta idonea viene quindi successivamente
valutata la vera e propria proposta (Detailed Proposal), che se giudicata a sua volta
idonea, ottiene il co-finanziamento finale. E’ anche importante ricordare come tutte le
proposte ritenute inadeguate ricevano una nota ufficiale da parte della CE con i motivi per i
quali non è stato dato seguito, in modo da favorire la comprensione degli errori, per non
ripeterli in future proposte.
A questo riguardo, occorre sottolineare, vista l’alta competizione che negli ultimi anni si è
andata strutturando, come i proponenti debbano prestare particolare attenzione alla
“scrittura” della proposta, curandone ogni singolo dettaglio.
Infatti, ad oggi, soltanto le proposte ritenute dalla CE “eccellenti” riescono ad ottenere il co-
finanziamento richiesto.
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3. Chi sono gli attori chiamati a partecipare?
Una volta comprese le nuove linee programmatiche e gli strumenti con i quali queste
dovranno essere messe in pratica, appare necessario individuare verso quali attori queste
si indirizzeranno.
Infatti, non tutti gli strumenti operativi sono di interesse per lo stesso soggetto, per questo
riteniamo utile sottolineare le differenze analizzandole per singole esigenze dei diversi
attori.
L’attore istituzionale ricopre, all’interno dei vari strumenti operativi, una parte importante e
fondamentale. Infatti, sempre con maggiore insistenza, assistiamo all’ingresso nel settore
degli aiuti ai beneficiari da parte di Università, Enti pubblici, Aziende para-statali, ecc.. Le
Università, in particolare, sono storicamente interessate alla partecipazione all’interno di
consorzi che mirano all’acquisizione di commesse nell’ambito di singoli bandi di gara. In
aggiunta, ad esempio per le Università, le possibilità offerte dagli inviti a presentare
proposte stanno assumendo una rilevanza sempre maggiore. Oltre a questo, bisogna
anche sottolineare come alcuni di questi Enti siano recentissimamente riusciti a far parte di
consorzi che hanno acquisito contratti quadro. Da un punto di vista pratico, in effetti, il
contratto quadro risulta essere l’elemento innovativo per molti attori. Con le sue iniziative
costanti, può garantire una base di referenze essenziali per poi proporsi con maggior forza
e professionalità verso altre opportunità.
Nel quadro dei nuovi strumenti comunitari, è possibile intravedere nell’IPA, ENPI e
DCI delle opportunità interessanti per il mondo istituzionale.
3.2 Imprese
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con tutti i tipi di strumenti. Appare quindi evidente come l’attore privato ponga l’accento
sulla ricerca di una visibilità costante, che nella maggioranza dei casi viene espressa dalla
partecipazione alle iniziative pubblicate nei bandi di gara e dai contratti quadro.
Inoltre, come già precedentemente ricordato per il settore pubblico e privato, lo strumento
del contratto quadro rappresenta una risorsa sempre più imprescindibile in termini di
crescita. Negli ultimi anni si è notato, infatti, come realtà prima considerate ai margini della
efficacia commerciale, come ad esempio le aziende dei nuovi Stati membri che non
riuscivano ad imporsi fuori dal loro ristretto mercato nazionale, grazie ai contratti quadro
sono riuscite ad “emanciparsi”, scrollandosi di dosso la fastidiosa etichettatura di “neofita”
dell’aiuto allo sviluppo. La quotidiana possibilità di lavorare su nuove iniziative offerte dal
contratto quadro ha così permesso di raggiungere in breve tempo orizzonti commerciali
che sembravano irraggiungibili, aiutando i soggetti che se ne sono potuti giovare ad
imporsi sui nuovi mercati ed a raccogliere positivamente nuove sfide gestionali.
Dato per acquisito che l’esperienza maturata in anni di gestione di commesse comunitarie
rappresenta ancora l’elemento essenziale da cui difficilmente si può prescindere, si può
comunque stilare una lista di suggerimenti ed accorgimenti che possono favorire
l’acquisizione di una commessa CE.
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iniziative interessanti. L’optimum sarebbe senza dubbio affiancare alle necessarie
competenze tecniche la conoscenza del paese specifico in cui si andrà ad operare. La
conoscenza paese è dunque un aspetto fondamentale per lo sviluppo di un’iniziativa. Per
questo, è necessario conoscere ed informarsi sui vari programmi e priorità comunitarie e
del paese, soffermandosi sulle specificità/ necessità individuate dalla CE nel singolo paese
in modo da rispondervi con una proposta più competitiva.
Sistema Italia. Attivare la nostra Ambasciata per far conoscere le intenzioni di impegnarsi
in una determinata iniziativa. Anche in questo campo, l’azione comune per favorire il
sistema paese può risultare vincente.
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4.2 Lettera di interesse (Loi)
• Le Referenze. Altro aspetto importante da curare con attenzione nel contesto della
Lettera di interesse è rappresentato dalla scelta delle referenze da utilizzare come
prova delle precedenti esperienze nel settore e nel paese/ area geografica. Come
abbiamo visto, si cercherà prima di tutto di menzionare referenze in cui la CE sia
stato il donatore principale. La loro formulazione deve risultare agile, concisa e
mirare alle necessità dell’iniziativa. La scelta e la stesura di una buona referenza,
spesso, può far pendere l’ago della bilancia di una valutazione in favore di una
Lettera di interesse piuttosto che di un’altra.
La fase finale per l’acquisizione di una commessa comunitaria (il tender) passa
essenzialmente attraverso la realizzazione di tre elementi: la scrittura della metodologia, la
proposta dei curriculum vitae degli esperti con cui si intenderà realizzare l’iniziativa e la
proposta finanziaria.
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Gli esperti. L’individuazione degli esperti con cui si intende sviluppare l’iniziativa nella sua
fase di implementazione è un altro aspetto primario della offerta tecnica. Anche in questo
caso, la componente celerità gioca normalmente un forte ruolo. Infatti, la ricerca degli
esperti, per battere sul tempo la concorrenza, dovrà essere realizzata nel minor tempo
possibile dalla ricezione dei termini di riferimento della specifica iniziativa. A questo
riguardo, l’optimum è cercare di avanzare nella ricerca degli esperti già nella fase della
Lettera di interesse cercando di immaginare quali saranno le specificità da ricercare negli
esperti. La CE, nel valutare i CV proposti, si focalizza essenzialmente su:
• Esperienza paese/area;
• Esperienza del singolo esperto in progetti finanziati dalla comunità europea;
• Esperienza professionale collegata alla specifica iniziativa;
• Grado accademico.
A seconda dell’iniziativa, uno o più di questi elementi possono ricoprire un ruolo maggiore
rispetto agli altri. Proprio per questo, è necessario comprendere, in maniera dettagliata e
sicura, quali siano i punti cardine. In quest’ottica, può apparire importante una missione
esplorativa, come già visto precedentemente nel paragrafo relativo alla conoscenza
paese. A tal proposito, è preferibile far partecipare alla missione gli esperti indicati
nell’offerta tecnica.
E’ in linea di massima sconsigliabile avventurarsi in bandi di gara in cui non si abbia una
conoscenza delle reali necessità locali. Vanno privilegiate, invece, iniziative sulle quali la
conoscenza del paese è solida.
In questo contesto è dunque necessario individuare le aree geografiche prioritarie per
l’azienda/ente, evitando di pensare di concorrere in qualsiasi area geografica soltanto
perchè si posseggono in teoria le necessarie conoscenze tecnico/professionali per farlo.
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Evitare di impegnarsi su troppe iniziative contemporaneamente. Cercare di individuare
quali possano essere potenzialmente le iniziative di reale interesse per l’azienda/ente e
concentrarsi, in termini di personale e di impegno economico, solo su queste. L’esperienza
dimostra che presentare numerose lettere di interesse all’anno può risultare meno
produttivo che concentrarsi su poche.
Definire sempre i punti di forza e debolezza della propria candidatura rispetto ad
un’iniziativa può aiutare a costruire in modo migliore la propria partnership.
L’iniziativa deve essere quindi programmata con raziocinio, sia per calcolare le risorse
umane da impiegarvi sia per rispettare la tempistica definita dal quadro dell’iniziativa
intrapresa.
E’ quindi preferibile strutturare un’unità di lavoro snella, ma che sia dedicata soltanto alla
programmazione e gestione delle iniziative comunitarie nell’ambito degli aiuti esterni.
Questo favorirà non soltanto la maturazione di competenze specifiche da parte dello
stesso personale, ma velocizzerà anche l’individuazione delle iniziative veramente
interessanti per l’azienda/ ente.
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AMERICA LATINA
Sud America
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Strategie regionali
Contesto politico
Nonostante negli ultimi anni quasi tutti i Paesi dell’America Latina siano stati interessati da
grandi cambiamenti politici miranti alla democratizzazione e alla protezione di diritti umani
e da sforzi per superare la grave crisi economica degli anni Novanta, i sistemi democratici
che si sono andati affermando appaiono ancora in fase di consolidamento in alcuni Paesi.
Inoltre, il traffico di droga, strettamente connesso alla corruzione e al dilagare della
violenza, contribuisce all’instabilità della situazione politica, economica e sociale. Di
conseguenza, la risoluzioni di tali problemi e difficoltà rappresenta una priorità assoluta
degli aiuti internazionali, perseguita all’interno del quadro di sostegno ai processi di pace,
alla lotta contro la droga e contro il traffico di armi leggere. Un ulteriore elemento che
rende difficoltosa la costruzione e lo sviluppo di un contesto regionale stabile e prospero è
l’alto rischio di catastrofi naturali che interessa il territorio dell’America Latina, in particolare
fenomeni climatici e sismici spesso di notevole entità.
Per superare molti di questi ostacoli, l’America Latina sta attuando processi d’integrazione
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regionale, soprattutto attraverso accordi di libero scambio tra vari Paesi finalizzati ad aprire
la strada all’adozione di un’economia di mercato ed all’attrazione di investimenti esteri in
molti Paesi latinoamericani. Tuttavia, la situazione economica a livello regionale resta
molto eterogenea: nella regione coesistono infatti Paesi con scarso grado di sviluppo, in
particolare in America centrale e nella regione andina, insieme a Paesi come Messico,
Brasile, Cile, Uruguay o Argentina, che sono generalmente considerati potenze in
espansione, ovvero Paesi ad economia emergente, in virtù dei livelli relativamente elevati
di industrializzazione e di reddito medio raggiunti negli ultimi decenni.
Contesto economico
Dopo le difficoltà e le innumerevoli crisi economico-finanziarie che hanno caratterizzato gli
anni Ottanta, durante gli anni Novanta la regione dell’America Latina ha visto l’introduzione
di nuovi sistemi di integrazione regionale, così come un’ondata di privatizzazioni e di
liberalizzazioni, nel tentativo di creare un clima favorevole per investimenti ed apertura ai
mercati internazionali.
Tutti i Paesi hanno adottato economie di mercato (liberalizzazioni e privatizzazioni) ed
alcuni di essi hanno beneficiato di un afflusso massiccio di investimenti esteri, tuttavia la
situazione economica rimane alquanto eterogenea a livello regionale. Negli ultimi anni, la
regione ha inoltre risentito dell’instabilità finanziaria. Secondo gli indicatori economici, la
ripresa della crescita dovrebbe proseguire nei prossimi anni con tassi stimati al 5,3 e al
4,7.
Va sottolineato che, a partire dal 2000, gli scambi commerciali dell’Unione Europea con
l’America Latina hanno registrato un sostanziale aumento conseguente al generale
ampliamento degli scambi globali, anche se rimane dominante il commercio con gli Stati
Uniti.
Sebbene la regione sia in media la più ricca fra i Paesi in via di sviluppo, con un PIL medio
pro-capite di 3.900 dollari nel 2005, si rilevano notevoli differenze da un Paese all’altro. La
popolazione è caratterizzata da un’elevata speranza di vita (in media 71 anni) e da un
basso tasso di mortalità infantile.
Tuttavia, la regione detiene il record delle diseguaglianze, poiché metà della ricchezza è in
mano al 10% della popolazione, oltre 200 milioni di persone vivono al di sotto della soglia
di povertà e circa 88 milioni in condizioni di estrema povertà (dati 2005). Le popolazioni
indigene e le minoranze etniche sono spesso vittime della precarietà e dell’emarginazione.
Sono tre gli ambiti d’azione verso cui si intende indirizzare e concentrare la
programmazione futura per il periodo 2007-2013:
• La coesione sociale, intesa come veicolo necessario per ridurre la povertà, le
ineguaglianze e l’emarginazione, contemporaneamente alla cooperazione in ambito
di lotta contro il traffico di droga;
• l’integrazione regionale e la cooperazione economica;
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• la collaborazione e lo scambio culturale a livello di istruzione superiore.
Il quadro istituzionale, giuridico e politico entro cui si sono sviluppati e continuano a
svilupparsi i rapporti UE - America Latina prevede, oltre all’articolo 177 del Trattato
istitutivo CE e al regolamento (CEE) 443/92 del Consiglio (25 febbraio 1992), un
documento recente e rilevante come la Comunicazione adottata dalla Commissione
europea l’8 dicembre 20051.
In tale Comunicazione, viene espressa la volontà dell’UE di rafforzare la politica di
partenariato strategico attraverso Accordi di Associazione che coinvolgano tutti i Paesi
della regione latinoamericana e che possano contribuire ad una maggiore integrazione
regionale.
Secondo la Commissione, un rafforzamento del dialogo politico tra le due regioni è
indispensabile per svolgere un ruolo di primo piano e di maggiore rilevanza in ambito
internazionale.
Tale rafforzamento è necessario per focalizzare con chiarezza gli obiettivi ed i settori
comuni; contribuire alla creazione di un contesto sociale, politico ed economico stabile e
democratico, anche con lo scopo di favorire e di attirare gli investitori europei, migliorare le
politiche di cooperazione, tenendo conto delle specificità dei Paesi cui sono indirizzate, e
creare sistemi di collaborazione e di integrazione a livello accademico e culturale.
In generale, si ritiene che una maggiore coesione sociale, la lotta alla povertà,
all’ineguaglianza e all’emarginazione da una parte, il rafforzamento delle strutture
democratiche, della legittimità istituzionale, la difesa dei diritti umani ed una maggiore
partecipazione della società civile dall’altra, siano le problematiche fondamentali e le sfide
prioritarie che la maggior parte dei Paesi latinoamericani sono chiamati ad affrontare. Dal
punto di vista economico, sono presenti grandi disomogeneità e disuguaglianza tra Paese
e Paese, insieme ad una eccessiva dipendenza dagli investimenti stranieri. A tal proposito,
si ritengono necessarie diversificazioni negli investimenti, in particolare nelle esportazioni,
con maggiori stanziamenti destinati all’innovazione e al miglioramento della competitività
delle infrastrutture.
Alla luce della situazione descritta, si ritiene che l’integrazione regionale sia uno strumento
efficace per lo sviluppo dei mercati e delle economie di scala, per creare opportunità di
diversificazione delle esportazioni e ridurre la dipendenza ad un numero limitato di prodotti
soggetti alle variazioni di prezzo.
L’Unione Europea intende assistere ed aiutare l’America Latina, in vista di un
1
Comunicazione della Commissione europea al Consiglio e al Parlamento europeo, “A stronger
partnership between the European Union and Latin America” (COM(2005) 636 final), 8 dicembre
2005.
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potenziamento delle relazioni economiche e commerciali, concludendo Accordi di
Associazione con il Mercosur e seguendo le fasi di integrazione che sono state indicate a
Guadalajara nel 2004 ed a Vienna nel 2006.
Azione 1: ALFA II (istruzione, 52 milioni di euro): finanziamento in due rate, nel 2002
e nel 2004 – valutazione nel 2005;
ALBAN (borse d’istruzione superiore, 88,5 milioni di euro): attivato nel
2002, seconda rata nel 2005 – valutazione di metà percorso nel 2005;
AL-INVEST III (rapporti e incontri tra imprese, 46 milioni di euro): attivato
nel 2002 - valutazione 2005/2006 di AL-INVEST II;
Azione 2: EUROSOCIAL (30 M euro) attivato nel 2004 – valutazione nel 2009/2010
Azione 3: Prevenzione e azioni contro le catastrofi naturali (budget previsto di 32
milioni di euro);
Azione 4:Osservatorio permanente delle relazioni UE-AL (OBREAL, 1,5 M euro),
inaugurato nel 2004 – valutazioni nel 2007.
Gli ambiti di azione di tali programmi concernevano:
2
Ufficio di Cooperazione EuropeAid, http://ec.europa.eu/europeaid/index_it.htm
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programmazione futura tenendo conto delle esperienze del passato.
In particolare, sarà necessario:
• equilibrare la partecipazione dei beneficiari, con una maggiore attenzione alle parti
rappresentative della regione ed un maggiore coinvolgimento di una pluralità di
soggetti;
• migliorare la visibilità dei programmi di cooperazione con campagne di
comunicazione;
• rafforzare la partecipazione dei governi e delle istituzioni nazionali e regionali,
possibilmente anche attraverso una compartecipazione finanziaria: a tale proposito,
la Commissione svilupperà un dialogo informale con i membri del Gruppo
Latinoamericano (GRULA) presenti a Bruxelles; razionalizzare i programmi, la loro
durata e la loro gestione, per garantire l’efficacia ed il controllo dei risultati e per
assicurare la continuità nel tempo.
La Commissione ritiene, allineandosi alle dichiarazioni dei vertici UE-AL, che gli
orientamenti strategici applicati nella cooperazione, anche a livello regionale in conformità
del DCI, debbano rispecchiare le priorità del partenariato biregionale: multilateralismo,
coesione sociale e integrazione regionale. Sono quindi tre le linee guida per la
programmazione futura:
1. Coesione sociale, riduzione della povertà, dell’ineguaglianza e dell’emarginazione:
dialogo politico e obiettivi comuni tra Paesi differenti; scambio di esperienze e di
differenti evoluzioni culturali; messa in pratica del programma EUROSOCIAL;
collaborazione e monitoraggio tra Commissione, UNDP, la Banca Inter-Americana
per lo sviluppo, la CEPAL, la Banca Mondiale, il Fondo Mondiale per gli
Investimenti, la Banca Europea degli Investimenti. Si pone comunque la priorità di
affrontare la problematica connessa alla produzione e allo spaccio di stupefacenti,
fattore destabilizzante per l’intera regione latinoamericana.
2. Integrazione regionale, attraverso la promozione di attività commerciali ed
economiche che mettano in relazione operatori di differenti Paesi e siano atte a
creare nuovi rapporti e scambi tra imprese; promuovere il dialogo tra le autorità
politiche, per facilitare la mobilità di merci e di persone attraverso i confini, per
stabilire standard e norme tariffarie, per favorire i flussi d’investimento tra le due
Regioni; favorire studi, ricerche e conferenze all’interno del quadro della
promozione regionale; dialogo normativo a livello latinoamericano, segnatamente
nell’ambito del nuovo mandato della BEI (Banca Europea degli Investimenti).
3. Investimenti nelle risorse umane attraverso una programmazione destinata a
migliorare l’insegnamento e l’istruzione a livello superiore, con la finalità di
avvicinare il mondo accademico con il mondo del lavoro. Tale programma avrà lo
scopo di promuovere l’immagine dell’Europa in America Latina e di conferire la
visibilità adeguata alle attività promosse.
Si ritiene di primaria importanza rinvigorire il legame tra priorità politiche e
cooperazione, un legame che dovrà essere verificato ad ogni livello, dalla definizione alla
messa in pratica dei programmi di cooperazione, attraverso l’adozione di politiche di
trasparenza e la gestione di un flusso continuo d’informazioni.
Inoltre è necessario massimizzare l’efficacia dei programmi per la regione e gli attori
coinvolti, attraverso la diffusione della conoscenza delle azioni intraprese e dei risultati
ottenuti. In particolare, gli strumenti di cooperazione utilizzati e le politiche adottate si
concentreranno nei settori considerati prioritari per la coesione sociale, e gli attori pubblici
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e privati saranno coinvolti nei programmi futuri, principalmente nei settori dell’istruzione,
degli investimenti, del lavoro e del trasferimento di tecnologie.
In tale contesto, dovranno sempre essere tenute in considerazione le problematiche
trasversali, quali le discriminazioni di genere, i diritti umani, le popolazioni indigene e
l’ambiente: verranno sistematicamente introdotti dei criteri di controllo e di valutazione dei
programmi avviati, in conformità alle normative della CE.
Infine, sarà favorita una gestione decentralizzata delle azioni future, che possa migliorare
la complementarietà e le sinergie tra le varie iniziative regionali.
Obiettivi generali:
• Elaborare strategie e politiche sociali, anche per quanto riguarda la componente
fiscale;
• Sostenere la cooperazione intraregionale per promuovere il dialogo tra governi;
• Sostenere la partecipazione della società civile, in particolare dei popoli indigeni e
degli afrodiscendenti emarginati;
• Tenere conto delle regioni più povere, delle zone svantaggiate e delle popolazioni
più emarginate;
• Rafforzare le sinergie positive tra la coesione sociale e la tutela dell’ambiente
mediante una migliore integrazione dei progetti volti a ridurre la povertà e a
migliorare la gestione delle risorse naturali sostenibili.
Obiettivi generali:
Nell’ambito del DCI, promuovere la cooperazione per la lotta contro la droga, in
particolare il traffico, e le attività di condivisione dell’intelligence e delle altre
informazioni con le istituzioni giuridiche competenti della regione, nonché tra le
autorità dell’UE, dell’America Latina e dei Caraibi.
Obiettivi generali:
• Promuovere l’integrazione e l’intensificazione delle relazioni economiche nella
regione latinoamericana, migliorandone al tempo stesso la rete di connessioni,
onde favorire lo sviluppo sostenibile;
• Promuovere una migliore intesa ed impostazioni comuni tra le due regioni,
attraverso il dialogo sulle politiche e sugli strumenti nei settori interessati, a livello
normativo ed a livello economico;
• Promuovere lo sviluppo delle infrastrutture e la creazione di un contesto sicuro per
le attività economiche attraverso reti integrate, tenendo conto di dimensioni sociali
ed ambientali.
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Obiettivi generali:
• Migliorare le capacità degli istituti d’istruzione superiore, anche a livello
amministrativo;
• Intensificare il dialogo sui sistemi d’istruzione superiore;
• Favorire il riconoscimento reciproco tra istituti (soprattutto in ambito
d’insegnamento, formazione e diplomi) e favorire la mobilità degli insegnanti;
• Promuovere il collegamento in rete degli istituti d’istruzione superiore, dei centri di
ricerca e formazione e delle imprese.
Programma di finanziamento
Totale Totale
Priorità 2007 2008 2009 2010
2007-2010 2007-2013
Coesione sociale e territoriale
EUROSOCIAL, URB-AL, 50 36 40 131 194
Controllo del traffico di droga
Azione trasversale: Ambiente 5
Integrazione regionale:
50 22 72 139
AL-INVEST, @LIS
Comprensione reciproca Istruzione
superiore:
ALFA 45 40 128,4 223
ERASMUS MUNDUS Cooperazione 41,6
Comprensione reciproca 1,8
Totale milioni € 146,8 63,6 76 45 331,4 556
Siti utili:
26
http://www.parlacen.org.gt
Corte centroAmericana di giustizia:
http://www.ccj.org.ni
NAFTA:
http://www.nafta-sec-alena.org
Mercosur:
www.mercosur.org.uy
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DOCUMENTO DI STRATEGIA REGIONALE DELL’AMERICA CENTRALE
2007-2013
La regione dell’America centrale è costituita dal Costa Rica, Panama, Salvador, Honduras,
Nicaragua e Guatemala.
Economia
In seguito ad un decennio caratterizzato da uno sviluppo economico relativamente vivace
durante gli anni Novanta, la crescita del PIL dell’America centrale ha raggiunto una media
pari al 4,2% nel periodo tra il 2003 ed il 2005: tale dato rappresenta un miglioramento
rispetto all’andamento degli anni precedenti, ma non raggiunge i recenti risultati ottenuti
dall’America Latina nel suo complesso, dovuti soprattutto alle risorse naturali della regione
e all’attuale situazione del mercato mondiale.
Nello stesso periodo, anche le importazioni e le esportazioni di beni dell’America centrale
si sono espanse insieme ai trasferimenti di capitale privato nella regione, principalmente
costituiti dalle rimesse degli emigranti, che hanno superato gli investimenti diretti stranieri
nel Centro-America. Il settore delle esportazioni è cresciuto negli ultimi anni, soprattutto
alla luce dell’espansione dell’industria maquila che, tuttavia, sta affrontando la crescente
competizione delle produzioni asiatiche nei mercati statunitensi, in particolare nel settore
del tessile.
Gli Stati Uniti sono il principale partner commerciale (45% del totale delle importazioni e
delle esportazioni nel 2004), seguiti dall’Unione Europea (9% nel 2004). Il commercio
intra-regionale dell’America centrale rappresenta il 27% delle esportazioni totali e il 13%
delle importazioni totali (2003). Sebbene siano presenti diversi gradi di diversificazione
nelle esportazioni dei Paesi considerati, i prodotti tipici della regione come il caffè, le
banane e lo zucchero tuttora ne costituiscono la porzione principale, soprattutto verso
l’Europa. La partecipazione dell’America Centrale nel totale delle importazioni ed
esportazioni europee è piuttosto limitata (0,3% nel 2005), con le esportazioni
centroamericane costituite principalmente da prodotti agricoli e importazioni dall’Europa da
beni industrializzati.
L’America centrale beneficia delle preferenze della tariffa unilaterale dell’Unione Europea,
garantite attraverso il Sistema Generalizzato di Preferenze (Generalised System of
Preferences, GSP), il quale, dal 1990, si è concluso con la sospensione dei dazi sulle
esportazioni agricole ed industriali verso l’Unione Europa. Nel 2005 il GSP è stato
sostituito dal nuovo GSP Plus, il quale sarà utilizzato fino al 2008 e continuerà a
consentire l’accesso preferenziale al mercato a quei Paesi impegnati nella promozione
dello sviluppo sostenibile e della good governance. A partire dal gennaio 2006, è stato
introdotto un nuovo sistema a tariffa unica per le esportazioni di banane.
Tutti i Paesi dell’America centrale sono membri del WTO-OMC (Organizzazione Mondiale
del Commercio).
La generale stabilità macroeconomica si è appoggiata soprattutto al miglioramento
dell’andamento fiscale, in parte accompagnato dalle iniziative per la riduzione del debito in
Nicaragua e Honduras, grazie al programma di assistenza per i Paesi gravemente
indebitati (Heavily Indebted Poor Country, HIPC). Sebbene la bilancia commerciale ed il
deficit in conto capitale siano peggiorati nel 2004, gli investimenti esteri diretti sono
incrementati del 2,6% fino a circa 2 milioni di dollari. Tuttavia, migliorare il sistema fiscale
rimane un importante sfida per l’intera regione centroamericana: l’esazione delle tasse
resta molto bassa in alcuni Paesi e tale dato limita seriamente le possibilità di spesa
sociale finalizzata alla coesione sociale.
28
PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO REGIONALE
29
cooperazione regionale tra polizia e autorità giudiziarie; scambi delle migliori pratiche per
l’individuazione dei criminali e per la prevenzione e la lotta contro il traffico illegale; studi
per rafforzare ulteriormente l’effettività del sistema legale a livello regionale. La coerenza
verrà assicurata attraverso il supporto necessario fornito in ambito di sicurezza, good
governance e politica sociale nel contesto delle strategie nazionali dei singoli Paesi.
Programma di finanziamento
PIR 1 PIR 2
Priorità Totale
2007 2008 2009 2010 2011-2013
Rafforzare il sistema
istituzionale per
15 5 20
l’integrazione
regionale
Consolidare l’unione
doganale e le
25 22 47
relative politiche di
armonizzazione
Rafforzare la
4 4 8
sicurezza regionale
Totale milioni € 15 25 4 31 75
Donatori:
Tra i Paesi membri dell’Unione Europea, sicuramente la Spagna è uno dei più attivi e
presenti nella regione dell’America centrale. Le principali aree d’intervento spagnolo per la
cooperazione includono il rafforzamento dell’amministrazione pubblica, la sanità,
l’istruzione, lo sviluppo sostenibile, le risorse naturali e la loro gestione, la prevenzione dei
disastri, la riduzione della vulnerabilità ambientale, il turismo e lo sviluppo delle piccole
imprese.
La Germania è stata ed è tuttora presente con approcci sub-regionali, soprattutto nello
sviluppo di occupazione, competitività aziendale, energie rinnovabili, micro-credito e
prevenzione e gestione delle catastrofi ambientali. Inoltre, Italia, Paesi Bassi, Svezia e
Finlandia forniscono contributi significativi alla cooperazione attraverso programmi
regionali.
Al di fuori dell’UE, la Banca Inter-Americana per lo Sviluppo (IDB) rimane l’istituto di
credito che fornisce prestiti multilaterali all’America centrale. Il suo programma regionale è
focalizzato su tre aree principali: la crescita economica e le infrastrutture; lo sviluppo
umano e lo sviluppo sostenibile.
Nel settore della prevenzione e della lotta alla diffusione di HIV/AIDS, molti programmi
nazionali sono stati consolidati a livello regionale, grazie ad 8 milioni di dollari concessi
dalla World Bank.
Infine, la nuova strategia di USAID (Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo
Internazionale) rivolta ad America centrale e Messico (2003-2008) ha come obiettivo il
sostegno della democratizzazione della regione
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Siti utili:
Riferimenti giuridici:
“Vertice dei capi di Stato e di governo UE-America Latina e Caraibi” (Rio de Janeiro 1999), COM(2000) 670
http://www.europa.eu.int/servlet/portail/RenderServlet?search=DocNumber&lg=it&nb_docs=25&domain=Pre
paratory&in_force=NO&type_doc=COMfinal&an_doc=2000&nu_doc=670
“Accordo di cooperazione CE-America centrale”
http://europa.eu.int/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEXnumdoc&lg=IT&numdoc=21999A03
12(01)&model=guichett
31
DOCUMENTO DI STRATEGIA REGIONALE
DELLA COMUNITA’ ANDINA
2007-2013
Presentazione
L’organizzazione regionale delle Ande, detta Comunità Andina (CAN), formata da Bolivia,
Colombia, Ecuador e Perù, è una delle più antiche del continente Latino-Americano.
Nonostante le ragguardevoli differenze tra i quattro Stati membri, che hanno comportato
una serie di costanti difficoltà, il percorso dell’integrazione si sta approfondendo ed
estendendo dalle problematiche economico-commerciali ad una larga varietà di settori
come quelli concernenti la coesione sociale, l’occupazione, la lotta contro gli stupefacenti
e la protezione dell’ambiente.
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PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO REGIONALE
(PIR)
Obiettivi generali:
• accrescere il grado di integrazione economica regionale;
• stabilire un mercato comune andino funzionante;
• facilitare il dialogo negoziale UE-CAN per un Accordo di Associazione che includa
anche un accordo di libero commercio.
Obiettivi specifici:
- accrescere l’integrazione economica regionale attraverso una legislazione
armonizzata (settori di beni e servizi, dogane, diritti di proprietà intellettuale ed
industriale, ecc.);
- incidere sulla crescita del mercato interno e di quello con l’UE;
- promuovere la facilitazione dell’ingresso degli standard internazionali quali quelli del
WCO (Organizzazione Mondiale delle Dogane);
- rendere la CAN più appetibile per gli investimenti diretti esteri;
- sostenere l’integrazione dell’economia CAN in quella mondiale.
Obiettivi generali:
• accrescere la coesione economica e sociale nella CAN.
Obiettivi specifici:
- stimolare un ulteriore sviluppo della politica sociale della CAN , attraverso l’avvio di un
approccio integrato alla coesione economica e sociale, ivi incluse la riduzione della
povertà, il coinvolgimento sociale, la qualità e la creazione d’occupazione;
- incoraggiare i progetti di sviluppo territoriale;
- rafforzare le sinergie positive per la coesione sociale e la protezione ambientale,
integrando la gestione sostenibile delle risorse naturali ai progetti finalizzati alla
riduzione della povertà.
Obiettivi generali:
• assistere i Paesi della CAN nella loro lotta alla droga.
Obiettivi specifici:
- stimolare un approccio integrato alle politiche anti-droga;
- fornire analisi e consulenza politica per assistere i governi nazionali nella lotta contro
la droga.
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Programma di finanziamento
Coesione economica e
6,5 6,5 40% (13)
sociale
Lotta al traffico di droga 3,25 3,25 20 %(6,5)
Totale milioni € 6,5 9,75 6,5 9,75 100%
Siti utili:
Riferimenti giuridici:
“Dichiarazione di Roma” Giugno 1996.
http://www.europa.eu.int/comm/external_relations/andean/doc/decl_rome_en.htm
“Accordo quadro di cooperazione tra la CE e l’Accordo di Cartagena ed i suoi Stati membri”
http://europa.eu.int/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEXnumdoc&lg=IT&numdoc=21984A06
08(01)&model=guichett
http://europa.eu.int/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEXnumdoc&lg=EN&numdoc=31998D0
278&model=guichett
“Protocolli dell’Accordo di Cartagena sull’impegno della CAN sulla democrazia e sulle elezioni dirette
universali al Parlamento andino” rispettivamente del 1998 e del 1997.
http://europa.eu.int/abc/doc/off/rg/it/1998/x0919.htm
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DOCUMENTO DI STRATEGIA REGIONALE DEL MERCOSUR
Il Mercosur (Mercado Comun de Sur, Mercato comune del Sud America) è un processo
dinamico di integrazione regionale tra Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, membri a
pieno titolo, Bolivia e Cile, membri associati. Nel Mercosur trova spazio un’ampia serie di
questioni strategiche: dalle garanzie regionali per la salvaguardia della democrazia e il
rispetto dei diritti umani, alla cooperazione militare, alla creazione di un mercato comune
regionale, al pieno coordinamento macroeconomico, all’armonizzazione delle politiche
sociali e alle iniziative politiche congiunte. Tuttavia, il trattato di Asuncion del 1991 ha
sostanzialmente stabilito solo riduzioni tariffarie automatiche tra i Paesi membri.
Partendo dal nome, si comprende che l’obiettivo finale del Mercosur è la creazione di un
mercato comune nel quale la libera circolazione di merci, servizi, capitali e persone sia
integrata da tariffe esterne comuni e da una cooperazione politica sempre più stretta tra i
Paesi membri. In breve, l’agenda di integrazione regionale del Mercosur è articolata in due
parti: da una parte, l’obiettivo a breve termine concernente l’istituzione di una completa ed
efficiente unione doganale e, dall’altra, una serie di obiettivi politici a medio termine
compresa la creazione di un mercato comune e l’introduzione di politiche comuni in
determinati settori.
Economia
Il blocco del Mercosur rappresenta la quarta economia al mondo dopo il NAFTA, l’UE e il
Giappone, con un PIL totale di 1.002 miliardi di dollari e una popolazione di 235 milioni di
abitanti nel 2005. Il Brasile produce la quota maggiore del PIL totale del gruppo, circa il
79%, seguito dall’Argentina con il 18 %, dall’Uruguay con 2%, e dal Paraguay con l’1%.
In seguito alle gravi crisi economiche e finanziarie subite da Argentina, Uruguay e
Paraguay e al fermento finanziario sperimentato dal Brasile tra il 2000 e il 2002, le
economie del Mercosur sono state risanate a partire dalla metà del 2003. La ripresa è
stata sorprendente in Argentina con un tasso di crescita del 9,2% lo scorso anno,
combinata con la stabilizzazione della moneta e dei prezzi ed un graduale ritorno alla
fiducia nei sistemi bancari. Miglioramenti simili si sono verificati in tutti i Paesi del
Mercosur. In Brasile, le prudenti politiche economiche attuate dal governo di Lula da Silva
hanno cercato di ricostruire la fiducia nei mercati finanziari, evitando impatti negativi. In
generale, i tre fattori principali che hanno contribuito alla ripresa economica nella regione
sono Stati: il miglioramento della competitività ottenuta tramite il deprezzamento della
moneta sperimentato durante le crisi; il successivo guadagno in termini di commercio; la
crescita nei prezzi internazionali di beni chiave d’esportazione.
Inoltre, i Paesi del Mercosur hanno beneficiato del miglioramento del contesto economico
regionale e globale. Sebbene l’Argentina, per il momento, rimanga largamente tagliata
fuori dai mercati di capitali internazionali a causa della propria insolvenza debitoria, essi
hanno anche beneficiato del generale miglioramento della predisposizione degli investitori
internazionali verso i mercati emergenti, i quali hanno condotto ad un significativo ingresso
di flussi di capitali.
Nel 2005, infatti, le economie del Mercosur hanno registrato una crescita del 4%,
superando la più ottimistica delle previsioni.
A tale proposito, è importante notare che la crescita del PIL ha registrato il passaggio dei
conti correnti da deficit a surplus. Contemporaneamente, si è verificata una graduale
riattivazione dei flussi di capitali verso la regione ed il livello delle riserve di moneta
straniera si è innalzato considerevolmente, dopo i valori minimi raggiunti durante la crisi
finanziaria del 2001-02.
35
Tuttavia, nonostante il notevole miglioramento registrato negli ultimi anni, le economie del
Mercosur restano vulnerabili. Tutti e quattro i Paesi hanno bisogno di perseverare nella
direzione di riforme strutturali (in particolare il rafforzamento del sistema bancario e riforma
del settore delle aziende di pubblico servizio), il consolidamento fiscale e la riduzione della
povertà e delle ineguaglianze nella distribuzione del reddito per aumentare le possibilità
affinché l’espansione economica già in atto possa essere sostenuta nel tempo.
Per quanto riguarda il commercio, va detto che gli scambi intra-regionali del Mercosur
hanno registrato una media del 15% del commercio totale nel periodo 2002-2005, un
tasso relativamente basso se paragonato ad altre regioni come l’UE (65,9%) o il NAFTA
(45,3). Per comprenderne il motivo, vanno analizzate attentamente le dinamiche
commerciali delle due economie più importanti del Mercosur: Brasile ed Argentina. Infatti,
negli ultimi anni, il Brasile ha registrato una consistente diminuzione degli scambi
commerciali con i propri partner del Mercosur, dovuta alla rapida espansione delle
esportazioni brasiliane nei mercati mondiali. In termini assoluti, le esportazioni del Brasile
verso l’Argentina sono cresciute in modo significativo (2,5 miliardi di euro nel 2002, 8
miliardi di euro nel 2005). D’altra parte, l’Argentina ha ridotto le esportazione nell’area
Mercosur mentre sono aumentate le importazioni dagli altri Paesi membri, registrando, dal
2003 in poi, un deficit derivante dalla diminuzione di esportazioni argentine di energia, beni
primari, autovetture e prodotti agricoli.
Nel periodo 2002-2005, la partecipazione del Mercosur al commercio mondiale
rappresentava solo l’1,05% del totale. Nel 2005, l’Unione Europea era la maggiore partner
commerciale del Mercosur, con il 24,6% del commercio totale, seguita dagli Stati Uniti, che
rappresentano il 20%. Il resto dell’America Latina raggiungeve circa il 13,4%, ma, negli
ultimi tre anni, si sta registrando una crescita costante e vigorosa dei flussi commerciali.
Il Mercosur sta cercando di diversificare i propri canali commerciali per promuovere il
commercio regionale e quello “Sud-Sud”, strategia adottata per esempio con la
conclusione di un Accordo di Libero Scambio tra Mercosur e Comunità Andina (ottobre
2004). Tuttavia, UE e NAFTA rappresentano ancora i pilastri principali della struttura
commerciale del Mercosur, ed è difficile prevedere cambiamenti radicali in questo senso
nel prossimo futuro.
Obiettivi generali:
• Sostegno al Parlamento del Mercosur, promuovendo il modello democratico nei
suoi processi decisionali interni ed ottimizzando le relazioni politico-parlamentari tra
le due regioni;
• Sostegno al Tribunale Permanente di Revisione del Mercosur, finalizzato al
consolidamento della sicurezza legale nell’area del Mercosur;
• Supporto al Segretariato del Mercosur, allo scopo di migliorare il processo
d’integrazione e la coesione regionale, attraverso la capacità istituzionale e la
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struttura organizzativa di tale organo.
Obiettivi generali:
• Incoraggiare l’integrazione del mercato e della produzione del Mercosur, in
particolare attraverso l’abolizione delle barriere non tariffarie;
• Sicurezza alimentare, igiene alimentare, creazione di un’area fito-sanitaria del
Mercosur;
• Promuovere la protezione ambientale, attraverso lo sviluppo sostenibile della
regione e la gestione sostenibile delle risorse naturali.
Obiettivi generali:
• Creazione di 10 centri studio UE-Mercosur, per diffondere la conoscenza e la
consapevolezza del processo d’integrazione e favorire la cooperazione intra-
Mercosur nel settore dell’istruzione;
• Supporto all’attuazione del “Plano operativo del sector educativo del Mercosur
2006-2010”;
• Rafforzamento del settore cinematografico e audiovisivo del Mercosur per
promuovere l’identità regionale;
• Workshop, seminari ed altre attività finalizzate a fornire personale esperto e di
assistenza per ogni questione riguardante l’integrazione regionale, l’esperienza
dell’unione Europea e la trasmissione di tale esperienza.
Programma di finanziamento
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PIR 1 PIR 2
Priorità Totale
2007-2010 2010-2013
Supporto all’istituzionalizzazione del
4
Mercosur
Sostegno il Parlamento del Mercosur 2
Sostegno al Tribunale Permanente di
1
Revisione del Mercosur
Supporto al Segretariato del Mercosur 1
Sostegno all’approfondimento del Mercosur e
all’attuazione del futuro Accordo di 27
Associazione UE-Mercosur.
Prima fase 12
Seconda fase 15
Rafforzare e promuovere la partecipazione
della società civile, la conoscenza del
9
processo d’integrazione regionale, la mutua
comprensione e visibilità
Creazione di 10 centri studio UE-Mercosur 7
Rafforzamento del settore cinematografico e
audiovisivo del Mercosur per promuovere 2
l’identità regionale
Totale milioni € 40
Donatori:
L’Unione Europea è uno dei principali donatori della regione del Mercosur, nessun altro
donatore persegue una strategia finalizzata all’incoraggiamento e al consolidamento
dell’integrazione regionale. Vanno tuttavia ricordati il contributo della Banca Inter-
Americana per lo Sviluppo (4, 05 milioni di dollari) per il supporto alle istituzioni del
Mercosur e ad istituti di statistica nei quattro Paesi membri ed il contributo finanziario della
Germania, che sostiene principalmente progetti regionali in materia di ambiente e di
sviluppo industriale.
Siti utili:
Riferimenti giuridici:
Accordo di Cooperazione Eu-Mercosur, 1996
http://europa.eu.int/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEXnumdoc&lg=IT&numdoc=
21996A0319(02)&model=guichett
http://www.delarg.cec.eu.int/es/ue_y_argentina/acuerdos/coopcomecon.doc
Memorandum D'intesa, Luglio 2001:
http://www.mercosur.org.uy
38
Strategie Paese
Popolazione 38.800.000
Superficie 2.767.000 km2
Capitale Buenos Aires
Unità monetaria Peso Argentino
Lingua Spagnolo
Religione Cattolica
Forma di governo Democrazia
Presidenziale
Economia
2004 2005 2006
PIL (% crescita) 8,5-
9,00 -
9,00
PIL (US $ pro capite, migliaia) 4,059 4,799 5,745
PIL (US$, miliardi) 151 181 219
Inflazione (%) annuale 4,4 9,6 12,3
Disoccupazione sulla forza lavoro
12,1 11,1 -
totale (%)
Debito estero ($ miliardi) - 88,5 -
Le principali sfide che l’Argentina ha iniziato ad affrontare a partire dal 2002 riguardano le
dolorose, ma necessarie, riforme politiche ed economiche, la lotta contro la povertà (alla
fine del 2005, il 38% della popolazione era al di sotto della soglia della povertà, di cui il
13,6% in povertà assoluta), il rafforzamento della coesione sociale (anche attraverso un
riequilibrio dei differenti gradi di sviluppo nelle varie aree regionali) e la riorganizzazione
amministrativa dei ministeri e del sistema giudiziario.
Dal 2002, l’Argentina ha intrapreso un percorso di graduale ripresa economica, come si
evince dai dati riguardanti il PIL, il tasso di disoccupazione, il tasso di interesse (questo
aveva superato il 100% nel 2002 ed ora, fin dall’agosto del 2005, è stato ricondotto a livelli
“normali”, con il 4,13% per i depositi, il 6,5% per i prestiti). Gli investimenti diretti esteri
(FDI) hanno raggiunto un totale di 4,2 miliardi di dollari, circa il 19,4% degli investimenti
totali.
Nel settore produttivo, nonostante i noti contributi dell’agricoltura, del settore minerario e
delle fonti energetiche, l’Argentina ha conosciuto un sensibile cambiamento nella sua
economia durante l’ultimo ventennio. Le politiche di liberalizzazione e privatizzazione,
sebbene abbiano generato periodi di alta crescita e di aumento dei flussi di investimenti
esteri, sono state gestite con la conseguenza di dare vita ad una forte concentrazione di
capitali con una massiccia de-industrializzazione e conseguenti livelli record di
disoccupazione.
Nel 2004, il settore dei servizi copriva il 58,8% del PIL, l’industria il 31,5% e l’agricoltura il
9,6%. L’ottima crescita economica del paese nel periodo successivo alla crisi è stata
39
stimolata dalla crescita industriale, soprattutto nel settore automobilistico, nel minerario,
dell’editoria e siderurgico. La produzione agricola è cresciuta del 2,5% nel 2004, grazie
alla richiesta internazionale crescente di soia e di carne bovina e del settore caseario. Il
sistema produttivo argentino è primariamente formato da piccole e medie imprese (PMI),
le quali assorbono il 70% dei lavoratori del Paese. Lo sviluppo delle PMI è stato
fortemente condizionato dalla grande crisi del 2001 e l’attuale ripresa economica non
sembra sufficiente a rafforzare la loro competitività e generare le condizioni per superarne
i limiti nel processo di sviluppo.
Nel settore finanziario il Governo deve ancora affrontare temi fondamentali come la
ristrutturazione dei servizi pubblici (da regolamentare sono soprattutto le problematiche
delle privatizzazioni del settore energetico e di quello idrico) e la riforma del settore
bancario, il quale resta una fonte di grandi preoccupazioni, nonostante il trend dei depositi
bancari privati risulti attualmente di segno positivo.
L’Argentina beneficia attualmente di un buon vantaggio di competitività nel mercato
internazionale (rilevante positività della bilancia commerciale), dovuto soprattutto al suo
favorevole tasso di cambio. Questo risulta evidente dalla crescita del livello delle
esportazioni (+ 6,4% nel 2003 e + 17% nel 2004) e può generare il processo di re-
industrializzazione del Paese.
L’UE è il principale partner commerciale dell’Argentina, rappresentandone, nel mercato
con l’estero, il 20% delle esportazioni (davanti a Brasile, Cile e Stati Uniti) ed il 26% delle
importazioni (dietro solo al Brasile).
Al fine di favorire una sua più profonda penetrazione nel mercato internazionale,
l’Argentina sta negoziando, come membro del MERCOSUR, un Accordo di Associazione
con l’UE.
Indicatori sociali
Demografia 2004-2006
Crescita annuale in % della popolazione 1,3
Popolazione urbana (% popolazione totale) 89,9
Aspettativa di vita alla nascita, anni totali 74,3
Educazione
Alfabetizzazione (% della popolazione con età > 15) 97,2
Iscrizione alla scuola dell’obbligo (%) 99
Iscrizione femminile alla scuola dell’obbligo (%) 104
Obiettivi generali:
• il programma ha come obiettivo il sostegno alle politiche di governo per
l’inserimento nel quadro dell’istruzione delle fasce deboli del mondo giovanile,
fornendo loro le competenze richieste per ottenere l’ingresso nel mercato del
lavoro: assistenza tecnica e formazione professionale saranno fornite per sostenere
attività come lo sviluppo di un sistema di qualifiche e competenze, la previsione di
moderni dispositivi pedagogici e la formazione della classe docente, la creazione e
40
il rafforzamento dei contatti tra scuole e mercato del lavoro.
Obiettivi generali:
Il programma opererà a tre livelli:
• macro-economico, attraverso un sostegno al miglioramento del quadro giuridico-
legale del mondo degli affari, mirante a semplificare e ridurre le procedure del
sistema di concessione delle licenze e dei permessi, nonché ad attuare schemi di
diritto societario trasparenti e semplificati. Un’attenzione particolare verrà dedicata
al miglioramento dei meccanismi legali funzionali alla risoluzione delle controversie
commerciali;
• medio-economico, assistendo il consolidamento di quelle istituzioni fondamentali al
raccordo tra il settore pubblico e quello privato, il cui dialogo è indispensabile per un
sano sviluppo del settore delle PMI;
• micro-economico, attraverso il cofinanziamento del Servizio per lo Sviluppo degli
Affari (BDS), fondato sul principio della condivisione dei costi, con l’obiettivo di
promuovere la produttività e la competitività delle PMI. Questo potrebbe includere
ogni tipologia di servizio non finanziario alle PMI, come studi di settore, tecniche di
marketing, meccanismi di trasferimento del know-how, preparazione dei business
plan, accorpamenti strategici e creazione di reti industriali, piani di esportazioni,
formazione dei lavoratori, ecc.
Obiettivi generali:
• Programma di istruzione superiore: l’obiettivo è quello di agevolare l’accesso alla
Formazione Superiore Europea ai laureati e ai ricercatori universitari, per
accrescerne sia le competenze funzionali all’ingresso nel mondo del lavoro, sia il
ventaglio di opportunità all’interno del loro Paese. Sarà a disposizione uno specifico
programma di convenzioni e scambi a livello universitario per gli studenti e
probabilmente anche per i professori;
• Sostegno alle politiche di dialogo: il programma dovrebbe includere la realizzazione
di una serie di attività congiunte e comunemente concordate con le Autorità
argentine, per rendere possibile il trasferimento di know-how, lo scambio di
informative su esperienze positive, l’approfondimento delle relazioni bilaterali già
indicate nei settori prioritari ed in ogni altro eventuale settore sul quale le parti
dovessero decidere e rendere prioritario in futuro (attraverso seminari, incontri tra i
rappresentanti della società civile, piccoli progetti su temi specifici individuati dalle
parti e rilevanti ai fini del dialogo in corso, ecc.).
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Programma di finanziamento
Donatori:
Nonostante si sia verificata una riduzione graduale dei fondi per l’aiuto allo sviluppo,
l’Italia è tra i primi donatori (sono attualmente in corso d’opera 37 progetti in Argentina, per
un totale di 140 milioni di Euro, riguardanti soprattutto lo sviluppo delle PMI, l’istruzione ed
i settori del welfare e della sanità). La Spagna, la Francia e la Germania forniscono
ancora estesi contributi alla causa argentina, principalmente attraverso sovvenzioni e
prestiti. Il Regno Unito si concentra sullo sviluppo delle attività nel settore della good
governance e delle istituzioni in genere, mentre Austria, Belgio, Finlandia, Grecia,
Olanda, Ungheria, Irlanda, Polonia e Slovenia sono impegnati in più limitati programmi
nei settori dell’energia, della ricerca, dell’istruzione, della cultura, della good governance e
del turismo.
Altri donatori significativi sono: il Giappone, la Banca Inter -Americana per lo Sviluppo
(IADB), la Banca Mondiale e l’ONU, attraverso l’UNDP (Programmi gestiti delle Nazioni
Unite).
Siti utili:
CSP ARGENTINA:
www.europa.eu.int/comm/external_relations/argentina/csp/index.htm
DELEGAZIONE CE:
www.delarg.cec.eu.int/index.htm
Rappresentanze Istituzioni italiane:
AMBASCIATA ITALIANA:
http://www.ambbuenosaires.esteri.it/ambasciata_buenosaires
UFFICIO ICE:
http://www.ice.gov.it/estero2/buenos/defaultuff.htm
Riferimenti giuridici:
“ACCORDO QUADRO ECONOMICO E COMMERCIALE TRA LA CE E L’ARGENTINA” 1990
http://www.delarg.cec.eu.int/es/ue_y_argentina/acuerdos/acuerdo_marco.doc
http://europa.eu.int/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEXnumdoc&lg=IT&numdoc=31990D05
30&model=guichett
ARGENTINA OVERVIEW CE:
http://ec.europa.eu/comm/external_relations/argentina/intro/index.htm
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CSP BOLIVIA 2007- 2013
Popolazione 9.427.000
Superficie 1.098.580 km²
Capitale La Paz
Unità monetaria Boliviano
Lingua Spagnolo
Religione Cattolica
Forma di governo Repubblica
Presidenziale
Economia
2000 2003 2004 2005 2006
PIL (% crescita) 2,5 - 3,6 4,4 -
PIL (US $ pro capite, migliaia) - 0,897 0,948 0,992 1,07
PIL (US$, miliardi) 8,4 8,1 8,7 9,3 10,3
Inflazione (%) annuale 5,2 3,3 4,4 5,4 4,1
Disoccupazione sulla forza lavoro
- 7,6 11,7 9,2 8,0
totale (%)
Debito estero (US $, miliardi) - 5,9 5,3 5,4 6,3
Fonte: CSP Bolivia 2007 – 2013, World Bank, FMI, Undp, Index Mundi, Latin Focus.
Indicatori sociali
Demografia 2004-2006
Crescita annuale in % della popolazione 1,9
Popolazione urbana (% popolazione totale) 64
Aspettativa di vita alla nascita, anni totali 64,8
Educazione
Alfabetizzazione (% della popolazione con età > 15) 86,7
Iscrizione alla scuola dell’obbligo (%) 98,9
Obiettivi generali:
• riduzione delle divisioni sociali;
• consolidamento delle prospettive economiche per i più poveri;
• promozione di condizioni di lavoro accettabili.
Obiettivi specifici:
- rafforzamento del settore produttivo (micro, piccole e medie imprese);
- miglioramento del quadro istituzionale per accrescere la produttività e la competitività;
- facilitazione dell’accesso al mercato e funzionalità di questo rispetto alla creazione di
posti di lavoro decorosi e stabili.
44
Priorità 2: Appoggio alla Bolivia nella sua lotta contro la produzione illecita ed il
traffico di droga, attraverso lo sviluppo integrato e la razionalizzazione della
produzione di cocaina grazie a meccanismi di controllo sociale
Obiettivi generali:
• aiutare il governo boliviano nella lotta e prevenzione della produzione e del traffico
di droga;
• sostegno per la prevenzione e l’attenuazione dei conflitti collegati al traffico di
droga;
• incoraggiamento alla coesione sociale ed al rispetto del diritto nazionale ed
internazionale.
Obiettivi specifici:
- sostegno alla messa in opera di una politica nazionale settoriale di ampio respiro in
materia di sviluppo integrato a sostegno di approcci innovativi per la riduzione della
produzione illecita di cocaina;
- relativa previsione di meccanismi di controllo sociale.
Obiettivi generali:
• rafforzamento dell’integrazione regionale della Bolivia attraverso il dialogo e le
azioni comuni con i Paesi limitrofi riguardo la gestione comune dei bacini idrografici
condivisi.
Obiettivi specifici:
- aumento della capacità del governo in termini di gestione integrata delle risorse
d’acqua e dei bacini idrografici;
- sostegno alla creazione di organizzazioni di gestione dei bacini con il compito di
concepire ed applicare programmi di miglioramento delle condizioni di vita degli
abitanti;
- rafforzamento generale della cooperazione con i Paesi limitrofi.
Programma di finanziamento
Il contributo finanziario complessivo previsto dall’UE fino al 2013 è di 224 milioni di euro.
Il piano si divide in due Programmi Indicativi Nazionali, il primo che coprirà il periodo 2007
- 2010 (PIN I: circa 134 milioni di euro ), il secondo che riguarderà invece gli anni 2011-
2013 (PIN II: circa 100 milioni di euro, la scansione settoriale dei finanziamenti verrà
stabilita in seguito).
45
2007 2008 2009 2010 2011-2013
Totale
Priorità milioni milioni milioni milioni (PIN II)
Pin I
€ € € € milioni €
Creazione di prospettive
economiche durevoli per un lavoro
10 25 - 20 55
accettabile nelle micro, piccole e
medie imprese
Appoggio alla Bolivia nella sua
lotta contro la produzione illecita
ed il traffico di droga, attraverso lo
sviluppo integrato e la 20 10 15 - 45
100
razionalizzazione della produzione
di cocaina, grazie a meccanismi di
controllo sociale
Utilizzo sostenibile delle risorse
naturali, soprattutto grazie al
5 14 15 - 34
sostegno della gestione comune
dei bacini idrografici internazionali
Totale 35 49 30 20 134
Donatori:
Nove sono gli Stati membri dell’Unione Europea che hanno contribuito e contribuiscono a
vario titolo alla cooperazione in Bolivia attraverso programmi di cooperazione bilaterale
(soprattutto nei settori di governance, insegnamento, gestione idrica e sviluppo rurale). E’
attiva la cooperazione della Germania, dei Paesi Bassi e della Spagna.
Vi sono poi:
altri donatori bilaterali quali Stati Uniti, Giappone, Canada e Svizzera;
istituzioni finanziarie che erogano prestiti a tariffe vantaggiose, guidate dalla Banca
Mondiale (World Bank), dalla Banca Inter-Americana dello Sviluppo (BID) e dalla
Società Andina di Sviluppo (SAD);
le Nazioni Unite, sono rappresentate in Bolivia da nove loro agenzie, tra le quali l’UNDP
(Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite), l’UNICEF, l’UNODC (ufficio delle
Nazioni Unite per le droghe ed il crimine), il PAM (Programma Alimentare Mondiale).
Siti utili:
CSP Bolivia:
http://www.europa.eu.int/comm/external_relations/bolivia/csp/index.htm
Relazioni bolivia – unione europea e riferimenti giuridici
http://ec.europa.eu/comm/external_relations/bolivia/intro/index.htm - 2
Rappresentanze Istituzioni italiane:
AMBASCIATA ITALIANA:
http://www.amblapaz.esteri.it/Ambasciata_Lapaz
ICE BOLIVIA:
http://www.ice.gov.it/estero2/bolivia/
46
59
CSP BRASILE 2007-2013
Popolazione 186.771.000
Superficie 8.547.403 km²
Capitale Brasilia
Unità monetaria Real
Lingua Portoghese, Idiomi amerindi
Religione Cattolica, Protestante
Forma di Repubblica federale
governo
Economia
2004 2005 2006
PIL (% crescita) 4,9 2,3 3,6
PIL pro capita (US$) 3325 4319 5176
PIL (US$, Miliardi) 603,7 795,6 966,8
8 7 3
Inflazione (%) annuale 6,6 6,9 4,5
Disoccupazione sulla forza lavoro 11,5 9,4 10,6
totale (%)
Debito estero ($ miliardi)
Fonte: FMI (settembre 2006), World Bank, UNDP, CSP Brasile 2007-2013.
Il Brasile è il quinto Paese più grande del mondo, sia per le sue dimensioni territoriali, che
di popolazione, ed è considerato una delle potenze economiche emergenti più rilevanti,
che, potenzialmente, potrebbe divenire una delle principali economie del mondo entro il
2050.
Durante gli anni Novanta, il sistema economico del Paese è stato caratterizzato da
instabilità economica, inflazione e volatilità macroeconomica. Per tale motivo, nel 1999, il
governo brasiliano ha negoziato un programma di aggiustamento fiscale con il Fondo
Monetario Internazionale (FMI) e ha promosso un pacchetto di riforme strutturali per
ristabilire l’equilibrio macroeconomico, includendo l’adozione di un sistema di cambio
flessibile per il real ed una politica fiscale incisiva.
Dal 2003, l’amministrazione guidata dal Presidente Luiz Inacio “Lula” da Silva continua a
promuovere una strategia macroeconomica principalmente indirizzata al mantenimento
della stabilità ed al contenimento dell’inflazione. Tale politica economica ha determinato
una rapida caduta del debito pubblico/PIL, mettendo il Brasile in condizioni di non
rinnovare il suo accordo con il FMI e di ripagare al Fondo stesso tutti i prestiti accordati nel
2005 (pari a 15,5 miliardi di dollari). Tuttavia, nonostante segnali positivi nella gestione del
debito pubblico, esso rimane una fonte di vulnerabilità per l’economia brasiliana.
Nel 2004, l’economia del Paese ha raggiunto la quattordicesima posizione mondiale,
sebbene la quota di commercio internazionale sia rimasta limitata (0,9%); il settore dei
servizi rappresenta circa il 75% del PIL nazionale, l’industria il 19% e l’agricoltura il 6%.
Negli ultimi anni, il Brasile ha registrato significativi surplus commerciali e le esportazioni
hanno contribuito positivamente alla crescita del PIL, soprattutto nei settori dei trasporti,
della carne, del ferro e dell’acciaio. Anche nel settore agricolo sono stati raggiunti risultati
significativi, tanto da rendere il Brasile una delle maggiori potenze agricole mondiali.
47
59
Sempre nel 2004, è emerso che i principali partner economici del Paese sono l’Unione
Europea (26,8%), gli Stati Uniti (21,9%), l’Argentina (6,9%), la Cina (6,9%) ed il Giappone
(3,7%). Negli ultimi tempi, tuttavia, l’UE ha registrato una diminuzione significativa dei
flussi commerciali in favore del Brasile, mentre il Paese sudamericano rimane uno dei
principali destinatari degli investimenti europei, il cui ammontare complessivo è di circa 80
milioni di euro.
Il Brasile è un paese importatore di petrolio, ma è riuscito a diventare autosufficiente entro
la fine del 2005, grazie ai massicci investimenti operati recentemente nel settore: la
produzione petrolifera del Brasile è attualmente equivalente a quella del Kuwait (1,8 milioni
di barili al giorno).
Durante lo scorso decennio, il Paese brasiliano si è dimostrato molto attivo nelle
dinamiche del commercio internazionale, impegnandosi, in ambito di WTO-OMC, a
migliorare l’accesso al mercato dei propri prodotti agricoli. Attraverso il Mercosur, il Brasile
ha cercato di diversificare i propri mercati, concludendo accordi commerciali preferenziali
con paesi quali l’India ed il Sud Africa. Sono stati definiti accordi preferenziali anche con
altri Paesi latinoamericani e, inoltre, è prevista la conclusione di intese commerciali con
Marocco ed Egitto.
Indicatori sociali
Demografia 2004-2006
Popolazione urbana (% popolazione totale) 83,7
Aspettative di vita alla nascita (anni) 71
Mortalità infantile (per 1000) 32
Educazione
Alfabetizzazione (% della popolazione con età >15) 88,6
Obiettivi generali:
• Capacità di offrire supporto ai dialoghi settoriali, specialmente in ambiti di comune
interesse tra le parti rilevanti coinvolti nelle relazioni UE - Brasile (governi, pubbliche
amministrazioni, altre istituzioni, associazioni industriali, organizzazioni non
governative);
• Programma di istruzione superiore per il Brasile, con lo scopo di facilitare l’accesso
allo European Higher Education Area (Area di Istruzione Superiore Europea) a
studenti universitari e ricercatori brasiliani, accrescendo le loro capacità
professionali e le loro opportunità di impiego in Brasile. Si prevedono borse di
studio destinate a studenti brasiliani e scambi tra insegnanti. In questo modo, si
vuole contribuire al rafforzamento dei legami politici, economici e culturali tra
Unione Europea e Brasile;
• Creazione di un Istituto di Studi Europei in Brasile, con lo scopo principale di
promuovere la conoscenza dell’Unione Europea e rafforzare il sistema d’istruzione
48
superiore. Tra le varie attività, s’intende: fornire a professionisti brasiliani del mondo
accademico programmi di formazione specializzati in differenti campi dell’Unione
Europea; offrire master in materie europee e corsi di formazione mirati a soddisfare
la crescente domanda delle istituzioni brasiliane; promuovere l’integrazione di
moduli di studi europei nei corsi esistenti e fornire informazioni su borse di studio ed
attività di ricerca.
Obiettivi generali:
• Supporto alla protezione degli ecosistemi minacciati e miglioramento delle
condizioni di vita delle popolazioni indigene delle foreste: in particolare, s’intende
partecipare al finanziamento di progetti di protezione ambientale, come il
“Programma Amazzonia Sostenibile”, concentrando gli sforzi per la difesa delle
biodiversità e delle fondamentali attività di produzione di ossigeno della regione
amazzonica. Inoltre, la protezione delle foreste implica necessariamente la presa in
considerazione dei bisogni delle popolazioni che vivono nell’area, maggiormente
dipendenti dalle risorse naturali e vulnerabili in conseguenza del degrado
ambientale. Per promuovere lo sviluppo sostenibile ad ogni livello, è fondamentale
assicurare l’accesso delle popolazioni indigene ai territori della regione amazzonica
e promuovere attività produttive che non distruggano l’ecosistema della foresta.
Programma di finanziamento
Donatori
49
contributi finanziari è di circa 3 milioni di euro. Negli ultimi anni, anche la Spagna ha
intensificato le relazioni bilaterali con il Paese, soprattutto finanziando progetti di sviluppo
sostenibile, per circa 7,4 milioni di euro. Il Portogallo, in virtù della storia comune e delle
affinità linguistico culturali, ha relazioni molto forti con il Paese brasiliano: gli aiuti pubblici
portoghesi, gestiti dall’IPAD3, interessano numerosi settori, tra cui la sanità, l’istruzione, la
ricerca scientifica e l’appoggio alle imprese. IFrancia, Finlandia, Irlanda, Gran Bretagna
ed Italia, infine, partecipano a progetti di protezione ambientale, di promozione dei diritti
umani e della good governance.
Donatori rilevanti sono anche il Giappone (soprattutto in ambito ambientale ed industriale)
e la World Bank, che attualmente sta finanziando 48 progetti, per un ammontare di 4,2
milioni di euro.
Siti utili:
CSP BRASILE ORIGINALE (da aggiornare):
www.europa.eu.int/comm/external_relations/brazil/csp/index.htm
DELEGAZIONE CE:
www.delbra.cec.eu.int/
Rappresentanza Istituzioni italiane:
AMBASCIATA ITALIANA:
http://www.ambbrasilia.esteri.it/Ambasciata_Brasilia
ICE (San Paolo):
http://www.ice.gov.it/estero2/sanpaolo/defaultuff.htm
CAMERA DI COMMERCIO DI SAN PAOLO:
http://www.italcam.com.br
Riferimenti giuridici:
Accordo quadro di cooperazione tra l’UE e il Brasile" Ottobre 1995:
http://europa.eu.int/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEXnumdoc&lg=IT&numdoc=21995A11
01(01)&model=guichett
3
L’IPAD (Istituto Portoghese per il Sostegno allo Sviluppo) è un organismo statale finalizzato alla gestione e controllo
della politica di cooperazione.
50
CSP CILE 2007-2013
Popolazione (giugno
16.432.000
2006)
Superficie 756.102 km²
Capitale Santiago
Unità monetaria Peso (CLP)
Lingua Spagnolo
Religione Cattolica
Forma di governo Repubblica
Parlamentare
Economia
2003 2004 2005
PIL (% crescita) 3,3 5,9 5,8
PIL (US $ pro capite, migliaia) 4568 5573 6151
PIL (US$, miliardi) 175,7 198,6
-
21 73
Inflazione (%) annuale 2,8 2,9 2,7
Disoccupazione sulla forza lavoro
8,5 8,5 8,1
totale (%)
Debito estero ($ miliardi) - - 48,0
Il Cile, a partire dalla fine della dittatura avvenuta nel 1989, ha conosciuto un costante
periodo di crescita che lo ha collocato tra le economie più dinamiche del mondo.
Se si guarda al dettaglio storico degli ultimi 18 anni, si nota che dopo un decennio
caratterizzato da notevoli tassi di crescita (1989-1999), il Cile ha risentito, seppure
moderatamente, della congiuntura economica globale iniziata nel 1999 e l’economia ha
allentato le sue performance, pur mostrando chiari segni di ripresa a partire dal 2003,
come dimostra il relativo tasso di crescita tornato prepotentemente al 3,3%. L’economia
cilena ha chiuso il 2005 con una ottima crescita del PIL pari a circa il 6,3%.
Il ruolo dello Stato nell’economia è limitato principalmente alla sfera della
regolamentazione e del controllo, sebbene esso continui a gestire la più grande
compagnia di rame del Paese e alcune altre rilevanti imprese. La disoccupazione si è
attestata, negli ultimi anni, tra l’8% e il 10%, mentre risultava di poco superiore al 5-6%
negli anni Novanta; tra il maggio e il luglio del 2006, la disoccupazione ha toccato quota
8,8%. Con un PIL pro-capite di 6151 dollari nel 2005, il Cile è stato inserito, dagli operatori
della World Bank, tra il gruppo dei Paesi a reddito medio-alto caratterizzati da
un’economia solo moderatamente indebitata. L’economia cilena, inoltre, non solo è
considerata la meno afflitta dal problema della corruzione dell’intera America Latina, ma ne
è anche la prima in assoluto per quanto riguarda la competitività; a conferma di ciò, uno
studio dell’IMD (Istituto per la Gestione dello Sviluppo) ha classificato il Cile al
diciannovesimo posto al mondo quanto a competitività dell’economia.
La Banca Centrale del Cile porta avanti una politica di mantenimento dell’inflazione tra il
2% ed il 4%. Nel 2006, ad agosto, il tasso di inflazione ha raggiunto il 3,8%. Fondamentale
è stato, complessivamente, il processo di intensa liberalizzazione del commercio con
l’estero iniziato nel 1986, che ha consentito al Cile di diventare un attivissimo membro del
51
OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio).
Un altro aspetto decisivo per il positivo trend dell’economia cilena, è stata la crescita degli
investimenti, sia esteri che nazionali (il 24% del PIL nel 2004 e 25% nel 2005), che la
rendono terza nel ranking generale dell’America Latina.
L’Unione Europea è il principale investitore in Cile. Nel 2005, circa il 30% degli investimenti
diretti esteri (1,9 miliardi di dollari) è arrivato dall’Europa e ciò ha mostrato, tra l’altro,
quanto positivo sia stato l’impatto dell’Accordo di Associazione (AA) concluso nel 2002 tra
l’UE ed il Cile.
L’AA con l’Unione Europea è l’accordo più ambizioso mai siglato dal Cile e comprende tre
importanti pilastri: il dialogo politico, la cooperazione ed il commercio. Da quando è entrato
in vigore, il volume degli scambi commerciali è salito da 5,6 miliardi di Euro nel 2002 a
10,9 miliardi nel 2005. Nell’ambito dell’UE, i cinque principali investitori sono la Spagna
(22,7%), il Regno Unito (9,2%), l’Olanda (2,6%), l’Italia (2,5%) e la Francia (2,2%). La
presenza europea è particolarmente forte nel settore dei servizi di base (32%), in quello
delle telecomunicazioni (17%) e in quello minerario (16%). Le importazioni europee dal
Cile riguardano invece i prodotti minerari, il rame ed altri prodotti agro-alimentari. L’UE è il
principale destinatario delle esportazioni cilene (22,9% del totale), mentre il MERCOSUR è
ancora il fornitore leader per le importazioni cilene (26,8%).
A causa della complessa situazione del settore energetico, il Cile è un Paese fortemente
dipendente dall’importazione di energia ed è necessaria una ben delineata strategia
politica di lungo periodo per la diversificazione nell’approvvigionamento e per progetti
votati allo sviluppo interno di fonti alternative (una nuova legge sull’energia del 2005
promuove gli investimenti privati in questo settore).
Indicatori sociali
Demografia 2005-2006
Crescita annuale in % della popolazione 1,01%
Aspettativa di vita alla nascita, anni totali 76
Educazione
Alfabetizzazione (% della popolazione con età > 95,7
15) - 2003
Iscrizione alla scuola dell’obbligo (%) 86,5
Obiettivo generale:
• A livello sociale, la società cilena ha realizzato un importante processo di
modernizzazione, il quale, tuttavia, risulta ancora incompleto come dimostrano le
significative disuguaglianze che permangono soprattutto per quanto concerne la
distribuzione dei redditi, l’accesso al mondo del lavoro, alle cure sanitarie,
all’istruzione ed alla giustizia.
52
Obiettivi specifici:
- ottenere una più corretta redistribuzione sociale e fiscale;
- aumentare l’accesso alle tematiche dell’impiego, della sanità, dell’istruzione, della
previdenza sociale e della giustizia;
- ridurre le disuguaglianze per genere, razza e regioni di provenienza;
- promuovere il dialogo sociale tra le parti interessate;
- rafforzare le sinergie tra una maggiore coesione sociale e la protezione ambientale,
attraverso una più stretta integrazione dei progetti finalizzati alla riduzione della povertà
ed alla gestione sostenibile delle risorse naturali.
Obiettivi generali:
• facilitare l’accesso al sistema europeo d’istruzione superiore agli studenti cileni, al
fine di accrescere la spendibilità delle loro competenze e il ventaglio delle
opportunità lavorative nel loro Paese. Il tentativo è quello di contribuire al
rafforzamento dei collegamenti politici, economici e culturali tra il Cile e l’UE. L’idea
generale è quella di dare sostegno al rapporto diretto tra università a livello di
dottorati e di ricerca avanzata, alla creazione di reti specializzate di ricerca, alla
nascita di laboratori congiunti UE – Cile e alla mobilità degli studenti e degli
insegnanti.
Obiettivi generali:
• promuovere l’innovazione e la competitività economica cilena, per meglio affrontare
le sfide proposte dalla crescente competizione globale, contribuendo in tal modo al
rafforzamento reciprocamente benefico della relationship UE–Cile. Più nel dettaglio,
il fine è quello di facilitare e sviluppare un’innovazione tecnologica nel comparto
produttivo che:
- introduca una produzione più competitiva a più alto valore aggiunto;
- raccordi le problematiche ambientali, soprattutto riguardo alle PMI;
- coincida con le direttive europee ed internazionali sanitarie e fitosanitarie;
- continui a promuovere la convergenza con la regolamentazione europea sulle produzioni
industriali;
- assista le imprese e le istituzioni cilene nell’ottenere benefici dall’apprendimento delle
innovazioni e dei know-how europei;
- promuova il trasferimento di Scienza e Tecnologia (S&T) e la messa in opera di stretti
collegamenti tra i partner coinvolti;
- assista nello sviluppo di politiche energetiche e nella crescita dell’accesso alle fonti di
energia sostenibile;
- promuova la protezione, l’uso legittimo e la diffusione dei diritti di proprietà intellettuale.
53
59
Programma di finanziamento
%
2011- PIN
Priorità 2007 2008 2009 2010 Budge
2013 milioni €
t
Coesione sociale 10,25 6,15 16,40 40%
Donatori:
Oltre al loro contributo alle attività comunitarie, alcuni Stati membri dell’Unione Europea ed
altri Stati ed Organismi internazionali contribuiscono alla cooperazione bilaterale con il
Cile.
L’AGCI (Agenzia di Cooperazione Internazionale) ha fornito un puntuale prospetto dei
donatori al 2005, fra cui:
Organismi internazionali:
FMI,ONU (UNDP), IDB (Banca per lo Sviluppo Inter-Americano) e World Bank;
Paesi Membri dell’UE:
Francia, Germania, Belgio, Finlandia, Italia (attraverso sovvenzioni al settore
privato), Portogallo, Svezia, Spagna, Olanda e Svezia;
Altri Paesi:
Canada, Stati Uniti e Giappone.
Siti utili:
CSP CILE :
http://www.europa.eu.int/comm/external_relations/chile/csp/index.htm
DELEGAZIONE CE:
http://www.delchl.cec.eu.int
Rappresentanze Istituzioni Italiane:
AMBASCIATA ITALIANA:
http://www.ambsantiago.esteri.it/ambasciata_santiago
ICE IN CILE:
http://www.ice.gov.it/estero2/santiago/tool_sx_up2.htm
Riferimenti giuridici:
ACCORDO DI ASSOCIAZIONE CILE – UE:
http://www.delchl.ec.europa.eu/ing/detalletitulosEUCHILE.asp?id=117
“PROTOCOLLO DI INTESA TRA CE E CILE”- MARZO2001:
http://europa.eu.int/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEXnumdoc&lg=IT&numdoc=22002A12
30(01)&model=guichett
54
59
CSP COLOMBIA 2007-2013
Popolazione 42.954.000
Superficie 1.138.910 km2
Capitale Bogotà
Unità monetaria Peso Colombiano
Lingua Spagnolo
Religione Cattolica (90%)
Forma di governo Repubblica
Presidenziale
Economia
2000 2003 2004 2005 2006
PIL (% crescita) 2,9 4,0 4,0 5,1 4,8
PIL (US $ pro capite, migliaia) - 1,78 2,13 2,65 2,76
PIL (US$, miliardi) 83,8 79,8 83,7 87,9 92,2
Inflazione (%) annuale - 7,1 5,9 5,0 4,7
Disoccupazione sulla forza lavoro
17,0 16,3 17,1 14,0 13,6
totale (%)
Debito estero (US $, miliardi) 36,0 37,0 39,00 38,00 -
Fonte: CSP Colombia 2007 – 2013, World Bank, Undp, Latin Focus.
55
Congresso una proposta di riforma fiscale (si tratta del cd. Atto di Finanza 2006) che
stabilisce che il 35% della spesa sarà rivolto al programma per la sicurezza democratica, il
33% alla spesa sociale, il 18% all’amministrazione del sistema giudiziario ed a quello
statale, il 10% alle infrastrutture.
Secondo gli studi effettuati dalla Commissione Europea, la Colombia, fra tutti i Paesi
dell’America Latina, occupa il terzo posto dopo il Brasile ed il Guatemala quanto a
disuguaglianze sociali. Il 10% delle famiglie più ricche dispone del 45% dell’intero reddito
nazionale, mentre il 20% di quelle più povere ne gestisce solo il 2,7%.
La disuguaglianza nella distribuzione dei redditi colpisce con evidenza lo sviluppo delle
risorse umane: l’UNDP (il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo) classifica la
Colombia al sessantanovesimo posto nel mondo quanto ad indicatori di sviluppo umano.
Indicatori sociali
Demografia 2004-2006
Crescita annuale in % della popolazione 1,5
Popolazione urbana (% popolazione totale) 85,2
Aspettativa di vita alla nascita, anni totali 71,7
Educazione
Alfabetizzazione (% della popolazione con età 92,8
> 15)
Iscrizione alla scuola dell’obbligo (%) 87,4
Obiettivi generali:
• promozione in molte regioni della Colombia di uno sviluppo umano sostenibile,
attraverso il supporto alle istituzioni locali e la difesa dei fondamentali diritti
dell’uomo;
• riduzione di tutte le attività illecite (soprattutto la produzione e il traffico di droga e di
armi di piccole dimensioni);
• creazione di aree di coesistenza pacifica;
• sviluppo della sfera pubblica e promozione del dialogo e dello sviluppo socio-
economico sostenibile come strumenti per la risoluzione del conflitto sociale in atto.
56
Obiettivi generali:
• rafforzamento dello stato di diritto, attraverso un più incisivo sistema che garantisca
la legalità;
• sostegno al consolidamento della presenza dello Stato sul territorio;
• salvaguardia dei diritti umani;
• good governance e promozione del dialogo sociale;
• lotta contro l’impunità di chi commette crimini.
Obiettivi generali:
• crescita della competitività e delle capacità professionali degli operatori economici;
• sostegno alle operazioni di immissione dei beni prodotti in Colombia nel mercato
nazionale ed internazionale;
• fornitura di sbocchi di mercato per i prodotti provenienti da aree di sviluppo
alternativo dove i progetti di produzione sono impiantati per combattere l’economia
illecita.
Programma di finanziamento
Priorità %
2007 2008 2009 2010 2011-
Budget
milioni milioni milioni milioni 2013
PIN I+
€ € € € milioni €
PIN II
Pace e stabilità, compreso lo
- 36,4 - 36,4 70
sviluppo alternativo
Stato di diritto, giustizia e diritti
7,28 - 13,52 - 20
umani 56
Produttività, competitività e
7,28 - - 3,12 10
mercato
Totale 14,56 36,4 13,52 39,52 100
Donatori:
Numerosi sono gli Stati Membri dell’Unione Europea e altri Stati non membri che hanno
contribuito e contribuiscono a vario titolo alla cooperazione in Colombia: Germania,
Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Spagna, Stati Uniti, Finlandia, Francia, Italia,
57
59
Giappone, Norvegia, Olanda, Regno Unito, Svezia e Svizzera.
Vi sono poi anche alcuni organismi internazionali come: FAO, UNICEF, UNFPA (Fondo
delle Nazioni Unite per le popolazioni), UNESCO, UNODC (ufficio delle Nazioni Unite per
le droghe ed il crimine), UNDP, OMS, UNAIDS (Programma delle Nazioni Unite per la lotta
all’HIV-AIDS), UNIDO (Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale), ILO
(Organizzazione internazionale del lavoro), IOM (Organizzazione internazionale per le
migrazioni), OEI (Organizzazione degli Stati iberico-Americani), UNHCHR (Alto
Commissariato delle Nazioni Uniti per i diritti umani) , World Bank, Banca per lo
Sviluppo Inter-Americano.
In particolare, l’Italia è stata ed è attiva nell’ambito di programmi di cooperazione nei
settori dello sviluppo sociale, della sostenibilità ambientale e della modernizzazione
dell’apparato statale.
Siti utili:
58
CSP COSTA RICA 2007-2013
Popolazione 4.100.000
Superficie 51.100 km2
Capitale San Josè
Unità monetaria Colòn
Lingua Spagnolo
Religione Cattolica
Forma di governo Repubblica
Presidenziale
Economia
2000 2003 2004 2005 2006
PIL (% crescita) 1,8 6,5 4,2 3,9 5,9
PIL (US $ pro capite, migliaia) 4.062 4.194 4.361 4.619 4.873
PIL (US$, miliardi) 15,94 17,49 18,53 19,98 21,45
Inflazione (%) annuale 11,0 9,3 9,4 11,70 13,60
Disoccupazione sulla forza lavoro
- 6,3 6,7 6,6 6,6
totale (%)
Debito estero (US $, miliardi) 3,150 3,733 3,883 - -
Fonte: CSP Costa Rica 2007 – 2013, World Bank, Undp, Latin Focus.
Gli ultimi quindici anni hanno significativamente cambiato la struttura economica del Costa
Rica: ad oggi, l’agricoltura rappresenta l’8,4% della produzione totale, l’industria il 25,3%
ed i servizi il 66,3%.
Con i suoi quattro milioni di consumatori, è l’economia più industrializzata dell’America
Centrale. La strategia economica del governo, considerata la crescita annuale media del
4,3% negli ultimi dieci anni, prosegue l’apertura sistematica verso l’esterno e mira
contestualmente ad una crescente diversificazione all’interno dei suoi settori produttivi.
L’amministrazione, tuttavia, si trova ad affrontare anche alcune difficili situazioni che
frenano sensibilmente lo sviluppo socio-economico del Paese: il debito pubblico cronico
(al 3,6% del PIL), dovuto al basso prelievo fiscale (13,4% del PIL, oltre ad un ulteriore
4,4% del PIL che va per i contributi alla sicurezza sociale); l’evasione fiscale ed il debito
interno (57% del PIL nel 2004).
L’inflazione è cresciuta fino al 13,6% nel 2005 e ciò rappresenta un’ulteriore minaccia per
la stabilità economica e sociale. Le due maggiori voci del bilancio, i salari ed il pagamento
del debito, rappresentano l’80% delle uscite, pertanto, pochissimo spazio è lasciato agli
investimenti pubblici (infrastrutture, edilizia, sanità, ecc.). Questo comporta una sempre
maggiore dipendenza del Paese dai flussi d’investimenti diretti esteri (FDI) e, di
conseguenza, una vulnerabilità macroeconomica sostanziale.
Sebbene il deficit ed il debito pubblico siano simili a quelli di alcuni Stati Membri dell’UE, la
differente debolezza delle finanze pubbliche del Costa Rica risiede proprio nella loro
struttura.
Infatti, il debito pubblico è costantemente in crescita e la sua parte principale è legata
all’amministrazione centrale del Governo. Nel 2004, i pagamenti per interessi sul debito
rappresentavano almeno il 26% delle spese totali del Governo centrale: secondo la
Commissione Europea, vi è davvero pochissimo spazio per compiere una manovra
finanziaria veramente significativa. Sempre secondo la Commissione Europea, oltre a
59
59
combattere l’evasione fiscale, una soluzione possibile potrebbe essere quella di
aumentare la pressione fiscale.
Passi in avanti vanno poi effettuati per accrescere il livello della trasparenza
amministrativa e della gestione degli strumenti di cooperazione internazionale, in linea con
gli standard sviluppati nel forum dell’OECD (Organizzazione per la Cooperazione
Economica e lo Sviluppo).
Il Costa Rica riceve il 60% delle esportazioni provenienti dal mercato dell’UE verso
l’America Centrale ed è il secondo principale punto d’arrivo degli investimenti diretti
europei, dopo Panama. Gli investitori stranieri restano molto attratti dalla stabilità politica
del Paese e dagli alti livelli d’istruzione della popolazione, il turismo, infine, continua ad
attirare valuta estera. I bassi livelli dei prezzi internazionali, tuttavia, hanno in qualche
modo colpito il settore agricolo, che comunque resta la voce trainante quanto ad
esportazioni.
L’UE è il terzo maggiore beneficiario delle esportazioni del Costa Rica (16,3%), dopo
l’America Centrale (17%) e gli Stati Uniti (42,7%) ed è al quarto posto per quanto riguarda
le importazioni, con il 13,1% del totale, dopo gli Stati Uniti, l’Asia ed il Sud America.
Indicatori sociali
Demografia 2004/2006
Crescita annuale in % della popolazione 1,45
Popolazione urbana (% popolazione totale) 63
Aspettativa di vita alla nascita, anni totali 78,6
Educazione
Alfabetizzazione (% della popolazione con età > 15) 96,0
Iscrizione alla scuola dell’obbligo (%) 92,0
Obiettivi generali:
• sostegno alla riduzione della povertà e dell’emarginazione;
• lotta alle disuguaglianze sociali e geografiche;
• modernizzazione dello Stato nelle aree dello sviluppo locale, della politica sociale e
del sistema fiscale.
Obiettivi specifici:
- miglioramenti nelle politiche pubbliche per innalzare il livello degli indicatori sociali.
Particolare attenzione sarà rivolta all’organizzazione dei servizi sociali locali nei settori
della sanità, dell’istruzione, dell’ingresso nel mondo lavorativo e dell’ambiente. Le attività si
concentreranno nelle regioni economicamente più arretrate, dove vivono i gruppi più
deboli (con tassi di povertà più alti della media nazionale) ed in particolare le comunità
degli immigrati;
- rafforzamento della decentralizzazione alle autorità locali di funzioni di responsabilità nel
quadro della generale riforma fiscale e del welfare, anche attraverso la previsione di fondi
ad hoc. Le misure riguarderanno programmi di formazione rivolti alle autorità locali per la
gestione delle risorse, la good governance, le pari opportunità, la trasparenza e la lotta alla
60
corruzione.
Obiettivi generali:
• facilitazione dell’integrazione del Costa Rica nella regione del Centro America;
• attenzione particolare alle necessità legate all’unione doganale del Centro America;
Obiettivi specifici:
- armonizzazione della legislazione in materia di sanità industriale e veterinaria e
regolamentazione degli standard tecnici della proprietà intellettuale;
- misure che promuovano l’integrazione del Costa Rica nella regione centroamericana e
che incontrino le condizioni tecniche richieste per i futuri negoziati in vista dell’Accordo di
Associazione tra UE e Centro America;
- misure finalizzate a rendere il Paese più competitivo per far fronte all’apertura dei
mercati.
Programma di finanziamento
61
Donatori:
Numerosi sono gli Stati, membri e non membri dell’Unione Europea, che hanno contribuito
e contribuiscono a vario titolo alla cooperazione in Costa Rica:
Argentina, Belgio, Germania, Canada, Corea, Cile, Cina (Taiwan), Danimarca,
Spagna, Stati Uniti, Finlandia, Olanda, Regno Unito, Israele, Italia, Giappone,
Messico, Norvegia, Ordine di Malta, Repubblica Ceca, Svezia, Svizzera, Venezuela.
Vi sono poi anche alcuni organismi internazionali come:
FAO, UNICEF, UNESCO, UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), OMS,
ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro), IOM (Organizzazione internazionale per
le migrazioni), BCIE (Banco Centro-Americano di Integrazione Economica), CATIE
(Centro di Ricerca ed Istituto Superiore per l’Agricoltura Tropicale), UNFPA (Fondi delle
Nazioni Unite per le Popolazioni), UN-HABITAT (Agenzia delle Nazioni Unite per la
Sostenibilità Sociale e Ambientale degli Insediamenti Umani), IICA (Istituto Inter-
Americano per la Cooperazione in Agricoltura), ILANUD (Istituto Latino-Americano delle
Nazioni Unite per la Prevenzione del Crimine e della Tortura), OEA (Organizzazione degli
Stati Americani), WWF, World Bank, BID (Banca per lo Sviluppo Inter-Americano).
Siti utili:
62
59
CSP ECUADOR 2007-2013
Popolazione 13.363.000
Superficie 283.560 km²
Capitale Quito
Unità monetaria Dollaro Statunitense
(USD)
Lingua Spagnolo
Religione Cattolica
Forma di governo Repubblica
Presidenziale
Economia
2003 2004 2005 2006
PIL (% crescita) 3,6 6,6 3,9 4,2
PIL (US $ pro capite, migliaia) 2.229 2.505 2.761 3.081
PIL (US$, miliardi) 28,63 32,63 36,48 41,29
Inflazione (%) annuale 7,9 2,7 2,1 3,2
Disoccupazione sulla forza lavoro
7,7 9,8 11,1 10,7
totale (%)*
Debito estero ($ miliardi) 14,4 15,6 16,8 18,1
Fonte: CSP Ecuador 2007 – 2013, World Bank, FMI, Undp, Sottoccupazione
(stima settembre 2005: 47%).
A seguito della grave crisi economica del 1998-2000, che ha provocato tra l’altro la
chiusura di diverse banche del Paese, la “dollarizzazione” dell’economia, avvenuta
all’inizio del 2000, ha contribuito ad una stabilizzazione degli indicatori macroeconomici
dell’Ecuador. Da una parte, infatti, si è posto un freno all’inflazione, che aveva toccato il
91% nel 2000, dall’altra, si è innescato un nuovo significativo progresso del tasso di
crescita economica. Il PIL è cresciuto del 5,4% nel 2001 (ovvero al tasso più alto in tutto il
Sud America), è rallentato nel 2002 e nel 2003 ed è nuovamente risalito nel 2004 ad un
apprezzabile 6,6%.
Bisogna tuttavia notare che la recente crescita è principalmente riconducibile all’aumento
del prezzo del petrolio, senza il quale il PIL sarebbe cresciuto appena del 2% circa. La
produzione petrolifera è significativamente aumentata grazie alla creazione di un secondo
oleodotto che è entrato in funzione nel 2003: mentre l’Ecuador può goderne dei benefici
quando il prezzo del petrolio si mantiene alto, potrebbe risultare estremamente vulnerabile
qualora si verificassero shock esterni, proprio a causa dell’alta dipendenza del Paese
rispetto alle entrate del relativo mercato.
Complessivamente, sebbene la dollarizzazione abbia avuto un impatto negativo in certi
settori dell’economia come conseguenza dell’iniziale crescita dei prezzi, questa, come
detto, ha innescato la realizzazione di un quadro macroeconomico fondamentalmente
orientato alla stabilità.
Nonostante i problemi ancora manifesti della sua economia, l’Ecuador è considerato, nel
quadro dell’indice UNDP del 2006, un Paese a reddito intermedio ed è classificato
all’ottantatreesimo posto tra 177 Paesi, dopo che nel 2004 era stato inserito al centesimo
posto. Il livello degli investimenti diretti esteri (FDI) e le rimesse in dollari sono elevate,
sebbene risultino ancora al di sotto delle possibilità effettive del Paese. I diversi programmi
63
di Governo degli ultimi anni sono stati tutti estesamente condizionati dall’obiettivo di
assicurare l’approvazione del Fondo Monetario Internazionale per sbloccare i prestiti
provenienti dai donatori multilaterali, come la World Bank e la Banca per lo Sviluppo Inter
-Americano (IADB).
I principali prodotti di esportazione dell’Ecuador sono il petrolio ed i suoi derivati, le
banane, i fiori freschi, i gamberetti ed il caffè. Negli ultimi anni, anche il settore turistico ha
iniziato a fornire un crescente contributo allo sviluppo.
Gli Stati Uniti sono il principale partner economico dell’Ecuador, ma anche l’UE ha un ruolo
rilevante quanto a volume di scambi commerciali, coprendone il 13, 6% delle esportazioni
ed il 12,4% delle importazioni. Nel 2004, le importazioni sono cresciute dell’8,4%, quasi
due punti percentuali in più rispetto alla crescita del PIL, con un livello di esportazioni
verso l’UE stimato intorno ai 1229 milioni di euro ed uno di importazioni vicino ai 718
milioni. Quanto detto permette all’Ecuador di avere una bilancia commerciale positiva di
500 milioni di euro. Grazie alla clausola della “nazione più favorita”, l’87% delle
esportazioni verso l’UE sono libere da tariffe doganali. I principali partner commerciali
membri dell’UE sono la Germania, l’Italia, il Belgio, la Spagna, l’Olanda, il Regno Unito, la
Francia e la Polonia.
Le sfide più importanti per il futuro sembrano, per quanto riguarda le relazioni commerciali
ed economiche, il perseguimento di una maggiore integrazione con gli altri Stati della
Comunità Andina e, quanto al settore agricolo ed agro-industriale, il sostegno alla
modernizzazione delle piccole e medie imprese, che hanno le potenzialità per diventare
tra le più competitive del continente sudamericano.
Indicatori sociali
Demografia 2004/2006
Crescita annuale in % della popolazione (2004-2015) 1,6
Popolazione urbana (% popolazione totale) 62,8
Aspettativa di vita alla nascita, anni totali 76,2
Educazione
Alfabetizzazione (% della popolazione con età > 15) 91
Iscrizione alla scuola dell’obbligo (%) 97,5
Obiettivi generali:
• il miglioramento del sistema dell’istruzione primaria, atto a raggiungere gli obiettivi
fissati dal secondo Millenium Development Goal, che stabilisce un livello universale
per l’istruzione primaria;
• il rafforzamento del sistema di formazione tecnica e professionale come parte
integrante del processo di riforma complessiva del settore dell’istruzione.
64
Priorità 2: Realizzazione di opportunità di sviluppo economico sostenibile e
promozione dell’integrazione regionale.
Il fine ultimo è quello di promuovere la coesione sociale e l’integrazione regionale
attraverso il consolidamento e la nascita di opportunità imprenditoriali di economia
sostenibile per i più poveri, per permettere loro di avere un lavoro decente in piccolissime,
piccole o medie imprese competitive.
Obiettivi generali:
• promozione di imprenditoria basata su prodotti a più alto valore aggiunto, finalizzata
soprattutto ai settori della società più emarginati e svantaggiati;
• inserimento e consolidamento delle piccole e medie imprese nei mercati interno ed
internazionale soprattutto con la Comunità Andina e l’UE; rafforzamento delle
istituzioni nazionali; consolidamento dell’integrazione del Paese con i suoi vicini
regionali;
• sviluppo di un quadro legislativo favorevole alla creazione di posti di lavoro ed alla
crescita della competitività.
Programma di finanziamento
Priorità 2011-13
2007 2008 2009 2010 2007-10
%
milioni milioni milioni milioni % Budget
Budget
€ € € € milioni €
milioni €
Contributo alla crescita degli
investimenti sociali del Governo
L’istruzione. 29,92
7 34
- Istruzione primaria; (41)
-Formazione tecnica e
professionale.
Realizzazione di opportunità di
sviluppo economico sostenibile e
45 (62)
promozione dell’integrazione
regionale.
- produzione a più alto valore
25,54
aggiunto; 21 14
(35)
- inserimento PMI nel mercato
interno e internazionale;
- evoluzione del quadro
legislativo nel settore economico-
commerciale.
Totale 7 21 34 14 55%
65
Donatori
Numerosi sono gli Stati, membri e non membri dell’Unione Europea, che contribuiscono a
vario titolo alla cooperazione in Ecuador:
Belgio, Spagna, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda, Regno Unito,
Svezia, Giappone e Stati Uniti (USAID).
Vi sono poi anche alcuni organismi internazionali :
IADB (Banco di sviluppo inter – Americano), CAF (Organizzazione per lo Sviluppo
Andino), FMI (Fondo Monetario Internazionale), IICA (Istituto inter – Americano per lo
sviluppo agricolo), Nazioni Unite (FAO,OMS, UNHCR, UNDP, UNFPA, UNICEF,
UNIFEM), World Bank.
L’Italia rivolge il suo impegno soprattutto a: riduzione della povertà, tutela della sanità
pubblica, condizioni ambientali, sviluppo istituzionale, istruzione e cooperazione
universitaria, produzione industriale, salvaguardia dei diritti umani.
Siti utili:
66
CSP GUATEMALA 2007-2013
Popolazione 14.076.000
Superficie 108.890 km2
Capitale Guatemala
Unità monetaria Quetzal
Lingua Spagnolo (uff.), dialetti maya
Forma di Stato Repubblica costituzionale
democratica
Economia
2004 2005 2006
PIL (% crescita) 2,7 3,2 4,1
PIL pro capita (US$) 1.940, 1.994, 2.107,
7 7 5
PIL (US$, Miliardi) 25,96 27,37 29,66
Inflazione (%) annuale 7,6 9,1 6,9
Disoccupazione sulla forza lavoro - 7,5 7,6
totale (%)
Debito estero ($ miliardi)
Fonte: FMI (settembre 2006), World Bank, UNDP, CSP Guatemala 2007-
2013.
Indicatori sociali
Demografia 2004-2006
Popolazione urbana (% popolazione totale) 46,8
Aspettative di vita alla nascita (anni) 67,6
Mortalità infantile (per 1000) 33
Educazione
Alfabetizzazione (% della popolazione con età >15) 69,1
68
PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO NAZIONALE (PIN)
Obiettivi generali:
• Promozione dei principi democratici e della good governance, rispettosa delle
popolazioni indigene e dei loro diritti, attraverso politiche pubbliche a sostegno
dell’integrazione culturale e della promozione dei diritti delle comunità indigene;
• Riduzione della violenza sociale e dell’insicurezza dei cittadini, insieme al
miglioramento del livello d’integrazione dei giovani nella vita sociale del Guatemala,
attraverso la creazione di opportunità lavorative e la promozione di corsi di
formazione professionale. Inoltre, s’intende aumentare la consapevolezza dei
problemi giovanili (alcolismo, tossicodipendenza, educazione sessuale, bande
giovanili) e facilitare il dialogo su tali tematiche tra società civile e governo.
Obiettivi generali:
• Rafforzamento delle strutture sociali nelle aree rurali;
• Riduzione dell’isolamento delle piccole zone rurali facilitando l’accesso attraverso
infrastrutture di tipo economico (mercati regionali e locali, sviluppo spaziale, ecc.);
• Promozione dell’integrazione dei mercati.
Programma di finanziamento
Per il periodo 2007-2013, è stato previsto un contributo di 135 milioni di euro per il
Guatemala. La programmazione viene suddivisa in due fasi la prima parte (PIN I) coprirà il
periodo 2007-2010, mentre la seconda (PIN II) interesserà il periodo 2011-2013.
Donatori:
Dieci Stati membri dell’Unione Europea (Austria, Spagna, Germania, Svezia, Paesi
Bassi, Danimarca, Italia, Francia, Finlandia e Regno Unito) svolgono attività di
cooperazione in Guatemala e concentrano la loro assistenza (281,5 milioni di dollari nel
periodo 2002-2006) nei settori dell’istruzione, della sanità, della acqua, dell’ambiente, della
governance, dei diritti umani e della società civile in genere.
Altri importanti donatori sono attivi in Guatemala: dal 1997, gli Stati Uniti hanno erogato
400 milioni di dollari per l’attuazione degli Accordi di Pace e l’agenzia di aiuti statunitense
USAID versa annualmente 50-55 milioni di dollari per aiuti allo sviluppo. La World Bank
finanzia programmi per lo sviluppo macroeconomico e settoriale, mentre le Nazioni Unite
69
59
sono presenti nel territorio soprattutto per favorire il dialogo e coordinare la cooperazione.
Infine, anche il Fondo Monetario Internazionale, nel 2003, ha approvato delle
facilitazioni di credito per incentivare i programmi di sviluppo economico in Guatemala.
Siti utili:
http://www.ambguatemala.esteri.it/Ambasciata_Guatemala
Ambaguat@intelnet.net.gt
ICE per il Guatemala:
http://www.ice.gov.it/estero2/guatemala/
70
CSP HONDURAS 2007-2013
Popolazione 7.405.000
Superficie 112.492 Km2
Capitale Tegucigalpa
Unità monetaria Lempira
Lingua Spagnolo
Religione Cattolica, Protestante
Forma di Repubblica presidenziale
governo
Economia
2004 2005 2006
PIL (% crescita) 4,6 4,2 4,5
PIL pro capita (US$) 1057, 1148,0 1217,
58 6 58
PIL (US$, Miliardi) 7,45 8,29 9,02
Inflazione (%) annuale 8,1 8,1 5,8
Disoccupazione sulla forza lavoro 27,5 28,5 28
totale (%)
Debito estero (% PIL) 68,2 50,1 48,4
Fonte: FMI (settembre 2006), World Bank, UNDP, CSP Honduras 2007-2013.
Durante il lungo periodo che va dal 1960 al 2000, l’Honduras ha registrato una crescita
economica lenta ma progressiva, dall’andamento imprevedibile, principalmente trainata
dalla crescita dell’America Latina nel suo complesso. Nonostante il temporaneo arresto
dovuto ai disastri provocati dall’uragano Mitch (1998), negli anni recenti, l’economia
onduregna ha registrato una ripresa costante ed equilibrata, con una crescita media
annuale pari al 3% (quasi 4,6% nel 2004 e nel 2005).
Con un debito estero piuttosto alto (intorno al 66-68% del PIL nel 2004), l’Honduras è
considerato un Paese fortemente indebitato. A tale proposito, è opportuno ricordare che,
durante il meeting del giugno 2005, i G8 hanno aperto la strada verso un’ulteriore ed
adeguata riduzione del debito con l’intervento della World Bank e del FMI, seguiti, nel
2006, dalla Banca Inter-Americana per lo Sviluppo. Tali significativi provvedimenti
dovrebbero più che dimezzare il pesante debito del Paese, riducendolo da 5 miliardi a
meno di 2 miliardi di dollari, ampliando notevolmente il margine d’azione per fronteggiare il
problema della povertà.
In ambito di gestione finanziaria pubblica, sono stati compiuti progressi significativi nello
sviluppo del bilancio pubblico come strumento completo e pluriennale per la gestione delle
spese statali. In particolare, l’Honduras ha compiuto importanti progressi nel migliorare la
trasparenza nelle attività fiscali, come l’accesso alle informazioni sul sistema fiscale, la
regolamentazione dell’impiego, la pianificazione annuale del bilancio e la
regolamentazione per il controllo interno. Sono comunque necessari ulteriori progressi per
migliorare la pianificazione pluriennale, chiarire i ruoli e le responsabilità all’interno
dell’esecutivo e migliorare il rafforzamento delle capacità di controllo interno e la verifica
contabile esterna.
Attualmente l’Honduras è l’economia più aperta dell’America centrale; il partner
commerciale di gran lunga predominante è costituito dagli Stati Uniti. Intrinsecamente
71
59
vulnerabile agli shock esterni, nell’ultimo decennio, il Paese ha cercato di ridurre la propria
fragilità economica, con la diminuzione delle esportazioni dei prodotti tradizionali (banane,
caffè e gamberi) e la loro sostituzione con prodotti non tradizionali. In particolare, nel
settore tessile è stata favorita l’esportazione di maquila, le quali hanno raggiunto il 22%
delle esportazioni totali. Questo sviluppo del settore ha però esposto l’Honduras alla
crescente competizione con i produttori asiatici, soprattutto da quando si è concluso
l’accordo del WTO sulle quote tessili nel gennaio 2005. Sebbene l’Honduras benefici già di
un accesso preferenziale al mercato statunitense, attraverso l’Iniziativa del Bacino
Caraibico (CBI), la DR-CAFTA (Dominican Republic–Central America Free Trade
Agreement) intende ampliare ulteriormente e consolidare le proprie opportunità per le
esportazioni.
Il processo di sviluppo del Paese è tradizionalmente intralciato da fattori di produttività
intrinsecamente lenti, specialmente nel settore agricolo. Nonostante le condizioni naturali
favorevoli, l’Honduras rimane un importatore netto di prodotti agricoli, tradizionalmente
assistito da programmi di sicurezza alimentare. Il modello economico onduregno riflette la
composizione evolutiva delle esportazioni: il declino del settore agricolo, la ripresa recente
dell’industria del caffè, il mercato in espansione delle attività correlate ai maquila e la
recente crescita del turismo. Il Paese risulta criticamente dipendente dalle importazioni di
prodotti petroliferi e la crescita nel 2005 della spesa energetica, stimata al 40%, ha colpito
duramente l’economia, esacerbando il malcontento sociale.
Un altro importante cambiamento strutturale dello scorso decennio è rappresentato dalla
costante crescita delle rimesse estere, pari a circa il 20% del PIL nel 2005, le quali
contribuiscono a contrastare gli shock esterni.
La partecipazione del settore privato nei servizi pubblici si è ampliata gradualmente, ma
rimane tuttora limitata. Il lavoro sommerso risulterebbe diffuso, specialmente tra i giovani e
le donne.
Indicatori sociali
Demografia 2004/2006
Popolazione urbana (% popolazione totale) 46
Aspettative di vita alla nascita (anni) 68,1
Mortalità infantile (per 1000) 41
Educazione
Alfabetizzazione (% della popolazione con età
80
>15)
Obiettivi generali:
• Istruzione: migliorare l’istruzione primaria ampliando l’accesso all’istruzione nelle
4
I Poverty Reduction Strategy Papers (PRSP, Documenti di strategia per la riduzione della povertà) vengono preparati
e forniti dal Fondo Monetario Internazionale: http://www.imf.org/external/np/prsp/prsp.asp#H.
72
zone rurali; riformare e sviluppare l’istruzione secondaria, facilitando l’accesso alle
popolazioni più povere delle zone rurali e contrastando le discriminazioni di genere;
riformare e sviluppare l’istruzione tecnica e la formazione professionale; migliorare
l’efficienza dell’istruzione.
• Sanità: ridurre il tasso di mortalità infantile e la malnutrizione infantile; ridurre la
mortalità materna.
Obiettivi generali:
• Governance, ovvero offrire supporto alla riforma ed al consolidamento del contesto
giuridico, inserendo la cura delle foreste in un più ampio schema per l’utilizzo dei
terreni; rivolgersi ai problemi di governance della capacità amministrativa per
rafforzare l’attuazione degli impegni internazionali (con particolare riguardo al
cambiamento climatico); assicurare la partecipazione di tutte le parti interessate e
rafforzare la posizione di autorità e comunità locali.
• Gestione sostenibile: prevedere e promuovere la rigenerazione delle risorse
naturali, conservare le biodiversità ed evitare effetti dannosi sull’ambiente, allo
scopo di garantire la prevenzione di bacini idrografiche e la prevenzione all’erosione
del suolo; promuovere alternative all’uso del legno per la produzione di energia ed
alle pratiche agricole basate sul disboscamento; determinare e valutare costi e
benefici ambientali; promuovere la certificazione ed il commercio equo di prodotti
naturali delle foreste.
• Sviluppo economico, occupazione e commercio: promuovere l’occupazione,
specialmente ai giovani emarginati, sviluppando il settore privato nell’ambito della
silvicoltura; sviluppare il potenziale commerciale del disboscamento legale;
aumentare i guadagni economici ed ambientali derivanti dagli ecosistemi forestali.
Obiettivi generali:
• Rafforzamento della legalità: potenziare il comando di polizia ed i sistemi di
controllo per migliorare le forze dell’ordine, supportare la polizia impegnata nelle
attività investigative, con particolare riguardo alle morti violente giovanili; fornire
formazione in ambito di diritti umani; sostenere programmi speciali per la protezione
di chi testimonia.
• Prevenzione: estendere la copertura decentralizzata delle forze di polizia ed i
programmi di prevenzione; promuovere la cooperazione inter-istituzionale tra
polizia, istituzioni giuridiche e leader delle comunità locali; sviluppare programmi di
prevenzione al crimine e programmi educativi, presso le scuole, specificatamente
indirizzati ai giovani socialmente a rischio;
• Riabilitazione e reinserimento: supportare la formazione tecnica ed attività
remunerative per ex membri di bande giovanili, incrementandone l’occupazione
negli schemi lavorativi della comunità; promuovere progetti di rimozione dei tatuaggi
e ampliare programmi di riabilitazione per giovani tossicodipendenti.
73
Programma di finanziamento
PIN I PIN II
Priorità Totale
2007 2008 2009 2010 2011-2013
Coesione sociale 21,5 22 22 45,5 111
Silvicoltura 13 13 42 68
Giustizia e
sicurezza 9 9 9 9 8 44
pubblica
Totale 9 30,5 44 44 95,5 223
Donatori:
Oltre al contributo dell’Unione Europea, nove Stati membri forniscono assistenza bilaterale
diretta; soltanto cinque Stati membri attualmente hanno delle ambasciate in Honduras
(Francia, Germania, Svezia, Italia e Spagna) e solo Francia ed Italia gestiscono
direttamente i propri programmi di cooperazione.
L’Honduras possiede i requisiti per poter usufruire di prestiti da parte della Banca
Europea per gli Investimenti (BEI), infatti, nonostante non sia ancora direttamente attiva
nel Paese, la BEI sembra sempre più interessata a coinvolgere l’Honduras in progetti per
la costruzione di infrastrutture.
Oltre all’UE ed ai suoi Stati membri, altri donatori perseguono programmi di cooperazione
a medio termine nel Paese: l’USAID, l’IDB e la World Bank. Gli USA sono i maggiori
donatori, con circa il 40% dei finanziamenti totali nel settore pubblico: le priorità della
strategia per il periodo 2004-2009 sono la governance, la salute, l’istruzione, la giustizia e
la trasparenza. Canada e Giappone concentrano i loro contributi alla cooperazione nei
settori della sanità, dell’istruzione e delle infrastrutture.
Siti utili:
74
59
CSP MESSICO 2007-2013
Popolazione 105.263.388
Superficie 1.964.375 km2
Capitale Città del Messico
Unità monetaria Peso messicano
Lingua Spagnolo - 56 lingue
indigene
Religione Cattolica
Forma di governo Repubblica federale
Economia
2004 2005 2006
PIL (% crescita) 4,2 3 4
PIL pro capita (US$) 6.585, 7.297, 7.593,
5 5 5
PIL (US$, Miliardi) 683,5 768,4 811,3
Inflazione (%) annuale 4,7 4 3,5
Disoccupazione sulla forza lavoro 3,2 3,3 3,6
totale (%)
Debito estero ($ miliardi)
Fonte: FMI (settembre 2006), World Bank, UNDP, CSP Messico 2007-2013.
Il Messico è considerato la tredicesima potenza economica del mondo, uno dei principali
Paesi esportatori di beni e produttori di petrolio a livello mondiale, con il PIL pro-capite più
elevato di tutta l’America Latina (intorno a 7.300 dollari). Nonostante la crisi economica e
finanziaria del 1994, il Messico è riuscito a mantenere un discreto livello di stabilità
economica. Per molti aspetti, dopo tale crisi, le performance economiche del Paese sono
migliorate durante tutti gli anni Novanta: la crescita del PIL è stata vigorosa, l’inflazione si
è stabilizzata ed il deficit in conto corrente è rimasto contenuto. Anche la flessione
economica, dovuta al rallentamento economico degli Stati Uniti nel 2001, è stata più
moderata del previsto.
Superato il periodo 2000-2003, la ripresa economica del Messico si è rinvigorita ed è
diventata anche più estesa dal 2004 in poi, con una crescita reale che ha raggiunto una
media annuale del 4,4%. La fiducia per gli affari e gli investimenti è cominciata a crescere,
i flussi di investimenti diretti esteri si sono rafforzati, le esportazioni sono aumentate, le
percezioni del mercato messicano sono rimaste favorevoli e la modernizzazione del
settore finanziario sta continuando. Va quindi riconosciuto che tale progresso in ambito
economico è dovuto principalmente all’attuazione di solide politiche macroeconomiche.
Le rendite provenienti dal petrolio e dal gas, gestite dalla compagnia statale “Premex”,
forniscono circa un terzo delle entrate del governo messicano. Di conseguenza, il bilancio
dello Stato è decisamente dipendente dall’andamento del mercato petrolifero.
Nonostante un deficit persistente nella bilancia commerciale, lo stesso è compensato dalle
rimesse estere e dal flusso positivo di Investimenti Diretti Esteri (FDI). Attualmente, il
Messico è il Paese con i più alti Investimenti Diretti Netti (NDIs) di tutta le regione, e
l’effetto combinato delle rimesse e dei FDI può garantire la sostenibilità del debito anche a
medio termine.
Tuttavia, l’economia messicana ha registrato un relativo declino nella competitività, se
75
comparata ai suoi maggiori antagonisti a livello mondiale. Un rilevante impatto negativo
nella sostenibilità della performance economica è stato fornito sia dal degrado ambientale,
che dalla limitata crescita dell’economia statunitense, a cui l’andamento economico del
Messico è strettamente correlato.
Nel prossimo futuro, il Messico dovrà affrontare tre principali sfide economiche: in primo
luogo, va sostenuta l’attuazione di riforme in ambito fiscale, energetico e del mercato del
lavoro; secondariamente, va incentivato l’utilizzo più efficace e razionale delle risorse
destinate all’istruzione, alla formazione e allo sviluppo tecnologico; infine, il Messico deve
riuscire ad alleggerire l’apparato burocratico e rimuovere i tanti ostacoli che impediscono il
pieno sviluppo delle attività imprenditoriali e degli investimenti finanziari.
Nell’ambito del commercio internazionale, va sottolineato che il Messico, durante tutti gli
anni Novanta, ha perseguito un’ambiziosa politica di liberalizzazione, culminata con la
conclusione di vari Accordi di Libero Scambio (Free Trade Agreements, FTAs) tra cui il
NAFTA con gli Stati Uniti ed il Canada, il Global Agreement con l’Unione Europea e,
recentemente, un accordo commerciale con il Giappone. Dall’entrata in vigore del NAFTA,
i rapporti commerciali con USA e Canada sono triplicati, e gli Stati Uniti, in particolare,
sono i destinatari dell’85% delle esportazione di prodotti non-petroliferi provenienti dal
Messico.
Sin dall’entrata in vigore dell’accordo commerciale bilaterale, la partecipazione dell’UE nel
complesso del commercio messicano ha mostrato una significativa crescita (dal 6,5% del
1999 all’8,2% nel 2005) ed i flussi commerciali bilaterali sono aumentati del 90%. Tuttavia,
l’equilibrio commerciale con l’Unione Europea rimane sbilanciato in senso negativo per il
Messico: le esportazioni europee verso il Messico rappresentano il doppio di quelle
messicane verso l’UE.
Indicatori sociali
Demografia 2004/2006
Popolazione urbana (% popolazione totale) 75,7
Aspettative di vita alla nascita (anni) 75,3
Mortalità infantile (per 1000) -
Educazione
Alfabetizzazione (% della popolazione con età >15) 91
76
Priorità 1: Coesione sociale e supporto al dialogo politico legato a tale processo
Obiettivi principali:
• Supporto al processo legislativo messicano, sostenendo gli sforzi del governo di
elaborare misure finalizzate al miglioramento della coesione sociale nel Paese;
• Introduzione di cambiamenti ed innovazioni a livello amministrativo ed operativo,
attraverso il supporto delle strutture amministrative che riguardano più direttamente
le tematiche inerenti la coesione sociale;
• Promozione della coesione sociale e del lavoro, attraverso un’interazione coerente
tra legislazione, processi politici, strumenti finanziari, partenariato tra autorità e
società civile.
Obiettivi principali:
• Facilitare l’attuazione di Free Trade Agreement, incluso il capitolo commerciale del
Global Agreement;
• Promuovere la crescita del commercio e degli investimenti (supporto alla Piccola e
Media Impresa), incoraggiando la costituzione di alleanze tra attori economici
europei e messicani, e tenendo sempre presenti gli impatti sociali ed ambientali.
Obiettivi principali:
• Fornire un contributo consistente agli sforzi attuati dal governo per la diffusione, la
promozione ed il miglioramento dell’istruzione di livello superiore e della cultura e
aiutare lo sviluppo di rapporti tra l’UE e il Messico in tali ambiti, aumentando la loro
reciproca visibilità;
• Promuovere la cooperazione universitaria ed il finanziamento di borse di studio, sia
per facilitare a studenti e professori universitari messicani l’accesso all’Area
d’Istruzione Superiore Europea, sia per aumentare la loro professionalità e quindi le
loro opportunità di lavoro in Messico;
• Creazione di un “Fondo Speciale per la Cultura, la Divulgazione d’informazioni e la
Visibilità”, con lo scopo di offrire supporto specifico ad iniziative culturali, forum tra
esponenti dell’UE e le autorità messicane, attività di diffusione mediatica,
campagne informative, seminari e dibattiti. Inoltre, tale Fondo contribuirebbe alla
promozione dei valori dell’Unione Europea e ad una maggiore comprensione
reciproca tra diverse culture.
77
59
Programma di finanziamento
Donatori:
Soltanto tre Stati membri dell’Unione Europea sono impegnati in significative attività di
cooperazione in Messico: Francia, Germania e Spagna. In termini quantitativi, la più
importante forma di cooperazione è sostenuta dalla Germania che, con un contributo
medio annuo di 4,5 milioni di Euro, partecipa a progetti per la salvaguardia ambientale. Il
secondo contributo più consistente proviene dalla Spagna, che, con una media di 4,4
milioni di Euro annui, finanzia soprattutto progetti per la partecipazione sociale, lo sviluppo
istituzionale e la promozione del contesto economico. Infine, la Francia, con 3,4 milioni di
Euro nel 2004, finanzia progetti in ambito amministrativo, scientifico e culturale.
Altri importanti donatori sono: la Banca Europea di Investimento (BEI), impegnata
soprattutto nella promozione di joint ventures tra imprese locali ed europee e nel supporto
finanziario alla diffusione delle tecnologie europee; la World Bank, che da sola
contribuisce al 65% dell’assistenza multilaterale complessiva in Messico; l’UNDP; l’Inter-
American Development Bank; la FAO; l’USAID, l’agenzia di assistenza degli Stati Uniti
impegnata soprattutto nell’ambito di good governance, Stato di diritto, sanità, energia,
micro-imprese e istruzione e, infine, il Giappone, che contribuisce annualmente con circa
20,2 milioni di euro.
Siti utili:
Riferimenti giuridici:
Lista accordi bilaterali:
http://www.delmex.cec.eu.int/es/ueymexico/221.htm
"Accordo di partenariato economico, cooperazione politica e cooperazione"- Dicembre 1997
78
59
CSP NICARAGUA 2007-2013
Popolazione 5.628.000
Superficie 129.494 km²
Capitale Managua
Unità monetaria Cordoba
Lingua Spagnolo
Religione Cattolica
Forma di governo Repubblica
Presidenziale
Economia
2003 2004 2005 2006
PIL (% crescita) - 5,1 4,0 2,5
PIL (US $ pro capite, migliaia) 747 799 850 908
PIL (US$, miliardi) 4,3 4,5 4,9 5,3
Inflazione (%) annuale 6,6 9,3 9,6 8,6
Disoccupazione sulla forza lavoro - - - 3,8
totale (%)*
Debito estero ($ miliardi) 6595, - - 3763,
8 0
Nonostante anni di aggiustamenti strutturali, tre anni di PRGF (Riduzione della Povertà e
Facilitazione del processo di Crescita) e un miglioramento nella crescita economica e nel
controllo dell’inflazione, la situazione macroeconomica del Nicaragua resta delicata. Il
Paese ha dovuto affrontare serie difficoltà nell’attuazione del suo programma di riforme
economiche. Il debito interno è alto ed il deficit commerciale resta notevole. La bilancia dei
pagamenti resta condizionata sia dalle rimesse degli emigrati (dal 13 al 18 % del PIL), sia
dalle dinamiche della cooperazione internazionale (circa il 13 % del PIL). La cooperazione
finanzia l’80% degli investimenti pubblici, anche se, nel medio lungo termine, si ritiene che
la dipendenza dalle politiche di cooperazione sarà progressivamente ridotta e sostituita da
risorse nazionali.
La politica fiscale e la riduzione del debito pubblico appaiono due sfide fondamentali per il
futuro, per questo, il programma fiscale del governo per i prossimi anni comprende il
rafforzamento dell’amministrazione tributaria e la crescita della qualità della spesa
pubblica, compresa quella rivolta a combattere la povertà. Inoltre, sono in programma
anche la riforma delle pensioni, la decentralizzazione, la riforma del servizio civile ed il
perseguimento di standard più elevati di trasparenza fiscale.
Per la crescita economica, è fondamentale che aumentino gli investimenti, in particolare gli
investimenti stranieri. Il miglioramento della coesione sociale, della regolamentazione del
mondo degli affari e la crescita della competitività sono le sfide cruciali per il futuro del
Nicaragua e, certamente, possono rappresentarne la chiave decisiva anche per
l’espansione del mercato interno.
Sebbene in misura minore rispetto agli altri paesi suoi vicini, la politica industriale del
Nicaragua si fonda sullo schema-maquilas (manifatture per l’esportazione con un basso
valore aggiunto ed un basso impatto sull’economia). Largamente basate sull’industria
79
tessile, le maquilas nicaraguesi hanno sofferto la fortissima competizione asiatica. Le
industrie locali, incluse quelle piccole e medie (PMI), non risultano competitive nel mercato
internazionale. C’è bisogno di standard di qualità, controlli, nuove tecnologie e politiche e
regole chiare. Il Paese dovrebbe trarre vantaggio dalle opportunità delle liberalizzazioni del
mercato internazionale, ma ha urgente bisogno di un’industrializzazione più competitiva,
ad alto valore aggiunto, tecnologicamente moderna, con una migliore organizzazione delle
condizioni di lavoro e un maggior rispetto delle esigenze ambientali. Sarebbe importante
anche il sostegno al turismo, settore potenziale di investimento privato, particolarmente nel
contesto del “Pacchetto Centro-Americano”, principalmente basato sulle risorse naturali.
Quanto al mercato internazionale, il Nicaragua occupa solo il centoquattordicesimo posto
tra i partner commerciali dell’Unione Europea, mentre, viceversa, l’Unione Europea è il
terzo partner commerciale per il Nicaragua, dopo gli Stati Uniti e l’America Centrale.
Un’integrazione economica seria ed un miglioramento del clima regolamentare nel mondo
degli affari e degli investimenti potrebbero rendere il Nicaragua più appetibile
all’investimento europeo.
Indicatori sociali
Demografia 2004/2006
Crescita annuale in % della popolazione (2004-2015) 1,9
Popolazione urbana (% popolazione totale) 58,7
Aspettativa di vita alla nascita, anni totali 70
Educazione
Alfabetizzazione (% della popolazione con età > 15) 76,7
Iscrizione alla scuola dell’obbligo (%) 88
Obiettivi generali:
• facilitazione della governance;
• governance e democrazia.
80
Priorità 2: Istruzione
Obiettivi generali:
• sostegno al programma di formazione.
Il programma ha come obiettivo globale quello di accrescere la qualità del livello di vita,
con particolare attenzione ai processi di insegnamento e alla formazione professionale.
Obiettivi generali:
• sostegno macroeconomico: si tratta di fornire finanziamenti al sostegno della
Strategia Nazionale per lo Sviluppo (NDS);
• settore degli investimenti e degli affari: di fondamentale importanza risulta l’aiuto al
miglioramento del clima regolamentare del mondo degli affari e degli investimenti,
soprattutto quelli legati alle sfide dell’integrazione regionale.
Programma di finanziamento
81
59
Donatori:
Numerosi sono gli Stati che, membri o non membri dell’Unione Europea, contribuiscono a
vario titolo alla cooperazione in Nicaragua:
Germania, Austria, Danimarca, Spagna, Finlandia, Irlanda, Italia, Lussemburgo,
Olanda, Regno Unito, Svezia, Canada, Cile, Taiwan, Giappone, Norvegia, Svizzera e
Stati Uniti.
Vi sono poi anche alcuni organismi internazionali come il Nordic Development Fond,
l’OECD (Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo),le Nazioni Unite,
la World Bank e la Banca per lo Sviluppo Inter-Americano.
In particolare, l’Italia, attraverso un accordo di cooperazione, rivolge la sua attenzione a:
promozione dello sviluppo sostenibile, pace, democrazia, soddisfazione dei bisogni
primari, promozione delle opportunità per le donne, difesa dei diritti dei bambini e degli
adolescenti, ricostruzione e stabilizzazione nelle fasi di emergenza o di crisi e
conservazione del patrimonio culturale ed ambientale.
Siti utili:
DELEGAZIONE CE:
http://www.delnic.ec.europa.eu/
CSP NICARAGUA (da aggiornare):
http://europa.eu.int/comm/external_relations/nicaragua/csp/index.htm
Rappresentanze Istituzioni Italiane:
AMBASCIATA ITALIANA:
http://www.ambmanagua.esteri.it/Ambasciata_Managua
ICE IN NICARAGUA:
http://www.ice.gov.it/estero2/managua/
82
59
CSP PANAMA 2007-2013
Popolazione 3.284.000
Superficie 77.381 km2
Capitale Panama
Unità monetaria Balboa (parità con US$)
Lingua Spagnolo
Religione Cattolici, protestanti.
Forma di Repubblica presidenziale
governo
Economia
2004 2005 2006
PIL (% crescita) 7,6 6,4 6,5
PIL pro capita (US$) 4482, 4794, 5138,
12 21 91
PIL (US$ miliardi) 14,2 15,5 16,9
Inflazione (%) annuale 0,5 2,9 2,8
Disoccupazione sulla forza lavoro 13,8 12,6 9,8
totale (%)
Bilancia commerciale (US$ -1,13 -0,81 -0,68
miliardi)
Debito estero (US$ miliardi)
Fonte: FMI (settembre 2006), World Bank, UNDP, CSP Panama 2007-2013.
Insieme al Costarica, Panama è il paese più industrializzato dell’America Centrale, con gli
indicatori economici e sociali più elevati della regione. In seguito ad un periodo di crescita
lenta dovuta alla domanda internazionale ed al settore manifatturiero debole, a partire dal
2002 è stata registrata una ripresa della crescita economica che ora si attesta intorno al 5-
6%.
Lo sviluppo economico del Paese è strettamente legato al Canale di Panama (la cui
giurisdizione è stata trasferita al governo panamense alla fine del 1999), al settore dei
servizi, alla Zona Libera di Colon (Colon free zone), al Centro Bancario Internazionale e,
infine, alle relazioni privilegiate con gli Stati Uniti. Con il 21% del tonnellaggio (traffico
marino) mondiale, Panama è la potenza leader mondiale del settore marittimo e gli
armatori provenienti dai Paesi dell’Unione Europea ne sono i principali fruitori. Inoltre, il
Paese continua ad essere una destinazione privilegiata per molti investimenti esteri,
soprattutto in ragione della qualità delle infrastrutture e del Canale di Panama. Il maggior
volume di investimenti per migliorare le infrastrutture portuali proviene dall’Asia,
specialmente da Taiwan ed Hong Kong, mentre Regno Unito, Francia e Germania stanno
cercando di sviluppare i propri investimenti nel Paese. Complessivamente, nel 2004, il
Paese ha attirato, dall’UE, oltre 500 milioni di dollari in Investimenti Diretti Esteri, più di
ogni altro Stato dell’America Centrale. Piani d’investimento includeranno anche il progetto
di estensione della Autostrada inter-oceanica, un investimento stimato intorno ai 5,5
miliardi di dollari, nel quale è previsto un considerevole coinvolgimento europeo.
Per quanto riguarda il settore commerciale, fino al 1997 il Paese era completamente
chiuso a politiche di mercato liberiste, ma, con l’accesso al WTO ed all’Associazione degli
Stati caraibici, ha iniziato a perseguire politiche di maggiore apertura e a ricercare nuovi
83
59
mercati per seguire il processo della globalizzazione economica.
Panama ha firmato accordi preferenziali con El Salvador e la Repubblica Dominicana, ha
stretto accordi commerciali parziali con Colombia e Messico, e ha concluso accordi di
investimenti bilaterali con Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, Uruguay e
Cuba. Il Paese, inoltre, ha concluso tre importanti Accordi di Libero Scambio con El
Salavador, Taiwan e Singapore; simili soluzioni commerciali sono previste, poi, con il Cile,
alcuni Paesi dell’America Centrale, tra cui il Messico, e gli Stati Uniti. Con gli USA, tuttavia,
tali accordi potrebbero creare alcune difficoltà, in particolare a settori agricoli, come quelli
del riso e delle patate, e ad altri, come quelli del pollame e di altri tipi di carne. Infine,
Panama è tra i 34 Paesi coinvolti nei negoziati per l’Area di Libero Scambio delle Americhe
(FTAA, Free Trade Area of the Americas).
Nel 2004 l’Unione Europea rispondeva del 25,3% delle esportazioni panamensi, seconda
soltanto agli Stati Uniti (49%). Inoltre, l’UE era la quarta principale fonte di importazioni
(5,2%), dietro a USA (30%), Asia (11%) ed America Centrale (9%). I principali prodotti
esportati nell’area UE sono le banane (48,7% delle esportazioni in UE), mentre le
principali importazioni dall’UE sono imbarcazioni ed equipaggiamento navale (50% delle
esportazioni dall’UE). In generale, va detto che la struttura economica del Panama
differisce da quella dei Paesi vicini a causa del “Canale di Panama”, per cui il settore dei
servizi (banche, assicurazioni, compagnie di spedizioni) interessa il 76% del PIL, l’industria
il 16,5 % e l’agricoltura il 7,4%, con una scarsa influenza complessiva del settore
manifatturiero ed agricolo. Diversamente da altri Paesi della regione, Panama non è una
tradizionale meta turistica, nonostante, negli ultimi anni, il settore stia vivendo una fase di
significativa espansione.
Indicatori sociali
Demografia 2004-2006
Popolazione urbana (% popolazione totale) 69,9
Aspettative di vita alla nascita (anni) 75
Mortalità infantile (per 1000) 19
Educazione
Alfabetizzazione (% della popolazione con età >15) 91,9
84
Commissione possa decidere se la propria strategia necessiti di eventuali modifiche.
Obiettivi generali:
• promuovere lo sviluppo rurale;
• migliorare le politiche pubbliche allo scopo di migliorare gli indicatori sociali, in
particolare le capacità dei servizi sociali locali nell’ambito di sanità, occupazione,
istruzione e protezione ambientale;
• trasferire parte delle risorse centrali agli enti locali, per attuare il processo di
decentralizzazione sociale e politica;
• fornire sostegno alla riforma fiscale per combattere i crimini di frode ed evasione
fiscale;
• rafforzare la partecipazione delle comunità indigene, in modo particolare delle
donne.
Obiettivi generali:
• armonizzare la legislazione, le norme e gli standard in materia di tecnologia, di
sanità, di fito-sanità e di proprietà intellettuale;
• incoraggiare l’integrazione del Panama nella regione ed aiutare a soddisfare la
richiesta tecnica dell’Unione Europea per i futuri negoziati finalizzati al
raggiungimento di un Accordo di Associazione tra UE ed America centrale.
Programma di finanziamento
85
Donatori:
Siti utili:
Riferimenti giuridici:
“Memorandum d’intesa tra UE e Panama” marzo 2001:
http://www.delcri.cec.eu.int/es/eu_and_panama/memorandum.htm
86
59
CSP PARAGUAY 2007-2013
Popolazione 6.200.000
Superficie 406.752 km
Capitale Asunciòn
Unità monetaria Guaranì
Lingua Spagnolo
Religione Cristiana Cattolica
(90%)
Forma di governo Repubblica
Presidenziale
Economia
2003 2004 2005 2006
PIL (% crescita) -2,5 2,9 2,8 2,7
PIL (US $ pro capite, migliaia) 986,1 1.218, 1.287, 1.459,
9 8 7
PIL (US$, miliardi) 5,552 6,950 7,468 8,633
Inflazione (%) annuale 14,2 4,3 6,8 8,9
Disoccupazione sulla forza lavoro 18,2 18,5 15,1 16,0
totale (%)
Debito estero ($ miliardi) 3,20 2,96 3,23 3,45
Fonte: CSP Paraguay 2007 – 2013, World Bank, FMI, Undp, UNFPA.
La struttura del PIL paraguaiano mostra un Paese poco sviluppato nel settore industriale
(14% del PIL), con un settore terziario in crescita (59% del PIL) e con quote decisive
provenienti dal settore primario, che rappresenta il 27% del PIL e che costituisce la voce
principale nel capitolo “esportazioni”. Nel periodo 1999-2002, l’economia del Paese ha
risentito delle crisi dei suoi partner regionali (primi fra tutti l’Argentina e il Brasile) e della
caduta del livello delle esportazioni dei suoi prodotti. Questa forte congiuntura ha
comportato una prolungata stagnazione economica e problemi nel settore bancario e
finanziario, oltre che nei conti pubblici. Il Governo ha dato priorità assoluta alla
stabilizzazione macroeconomica, ottenendo buoni risultati. I conti pubblici hanno vissuto
una fase di riassesto dopo il 2001, anche se, in tal senso, i migliori risultati sono stati
raggiunti nel 2004 (eccedenza primaria allo 0,5% del PIL, senza ritardi nei pagamenti).
Nel corso degli ultimi cinque anni, l’inflazione è restata stabile e sotto controllo, con livelli
che non hanno mai superato il 10% annuo, a parte il 2002, dove si è toccato il 14,6%. Nel
2004, la moneta nazionale, il Guaranì, ha conosciuto un deprezzamento del 3,6% rispetto
al dollaro (in termini nominali), dell’8,5% rispetto al Peso Argentino e del 21,9% rispetto al
Reale Brasiliano (gli ultimi due in termini reali). Gli indicatori finanziari sono anch’essi
migliorati dopo il 2002, con un aumento annuale dei depositi del settore privato del 12,4%
ed un aumento del credito privato del 16%. Allo stesso modo, il tasso di crediti a rischio del
sistema bancario è stato ricondotto al 10%. Tutti questi buoni risultati macroeconomici,
sostenuti dal FMI, non si riflettono tuttavia pienamente sul livello di vita dei cittadini.
L’evoluzione dell’attività in questi ultimi anni (si veda la tabella “Economia”) non è stata
sufficiente a compensare l’importante crescita demografica, attualmente pari allo 2,2%
annuo, ma che, tra il 1975 ed il 2002, è stata in media del 2,9%, né ad invertire le
performance del PIL pro-capite che, secondo le stime europee, è stato addirittura in trend
87
59
decrescente tra il 1996 ed il 2004, con il risultato di un aumento della povertà soprattutto
nelle zone rurali. Secondo l’IDB (Banca Inter-Americana di Sviluppo), la povertà, tra il
1995 e il 2003, è passata dal 30% della popolazione totale al 41%. Più inquietante ancora
è il fatto che il 20% della popolazione totale viva in condizioni di estrema povertà (il 13%
nelle città e il 29% nelle campagne).
L’economia paraguaiana, come detto, è ancorata alla produzione ed alle esportazioni
agricole e questo la rende complessivamente vulnerabile e dipendente dai fattori climatici
e dalla volatilità dei prezzi internazionali, anche se, nel 2004, proprio l’aumento dei prezzi
delle derrate paraguaiane (soia, carne, oli vegetali e cotone) ha comportato una crescita
del 30% del valore totale delle esportazioni.
Benché esistano segnali di ripresa e certi indicatori parlino di una crescita intorno al 2,7%
nel 2006, quest’ultima resta complessivamente inferiore a quelle osservate a livello
regionale o mondiale. Nell’indice di competitività del 2004, il Paraguay occupa il centesimo
posto su 104 Paesi presi in considerazione ed è l’ultimo del Sud America.
Da segnalare sono comunque le importanti riforme strutturali realizzate a partire dal 2003:
la legge sulla riorganizzazione amministrativa, la sistemazione del bilancio, la legge
finanziaria, le riforme del codice tributario e delle pensioni, il nuovo sistema d’imposte sulle
persone fisiche ed il moderno codice doganale. La speranza è che queste riforme, insieme
a quelle in preparazione riguardanti il settore finanziario, le imprese pubbliche,
l’amministrazione centrale, possano contribuire, nel loro complesso, a migliorare la
situazione economica del Paese.
Indicatori sociali
Demografia 2004/2006
Crescita annuale in % della popolazione (2004-2015) 2,3
Popolazione urbana (% popolazione totale) 58,5
Aspettativa di vita alla nascita, anni totali 71,3
Educazione
Alfabetizzazione (% della popolazione con età > 15) 91,6
Iscrizione alla scuola dell’obbligo (%) 86,6
Obiettivi generali:
• migliorare la coesione sociale e territoriale nel Paese, favorendo l’offerta di servizi
educativi, in favore soprattutto degli strati sociali più sfavoriti, al fine di ridurre le
differenze di livello nell’accesso ai servizi di base esistenti tra individui e tra regioni.
Obiettivi specifici:
- elargire offerta formativa;
- migliorare la qualità dell’insegnamento di base, a livello primario e secondario;
- rafforzare la formazione professionale, nonché l’alfabetizzazione e il bilinguismo,
sostenendo gli sforzi del governo e degli altri donatori.
88
Obiettivi generali:
• contribuire alla crescita economica del Paraguay, rinforzando le capacità nazionali
di gestione nei settori economico, fiscale e commerciale.
Obiettivi specifici:
- rafforzare l’integrazione economica e commerciale del Paese a livello nazionale
(regolarizzazione delle imprese), sub-regionale (Mercosur), interregionale (Mercosur-UE)
e internazionale (WTO).
Programma di finanziamento
Donatori:
Numerosi sono gli Stati, membri e non membri dell’Unione Europea, che contribuiscono a
vario titolo alla cooperazione in Paraguay:
Giappone, Stati Uniti, Spagna, Germania, Francia, Olanda, Svezia, Canada, Taiwan,
Brasile, Argentina e Italia. Quest’ultima, in particolare, opera nel campo dell’istruzione e
della cultura.
89
Siti utili:
Riferimenti giuridici:
“Memorandum di Intesa tra la CE e la Repubblica del Paraguay”, Luglio 2001:
http://www.delury.cec.eu.int/ue_paraguay/cooperacion_marco.htm
90
CSP PERÙ 2007-2013
Popolazione 28.302.603
Superficie 1.285.216 km2
Capitale Lima
Unità monetaria Nuovo sol
Lingua Spagnolo, Quechua, Aymarà
Religione Cattolica, protestante
Forma di Repubblica presidenziale
governo
Economia
2004 2005 2006
PIL (% crescita) 5,2 6,4 6,0
PIL pro capita (US$) 2528, 2840, 3150,
9 9 6
PIL (US$, Miliardi) 69,66 79,39 89,32
Inflazione (%) annuale 3,7 1,6 2,4
Disoccupazione sulla forza lavoro 9,7 9,6 7,6
totale (%)
Bilancia commerciale (% PIL) - 1,3 0,7
Fonte: FMI (settembre 2006), World Bank, UNDP, CSP Perù 2007-2013.
Con una superficie territoriale pari a circa 1,3 milioni di km², il Perù è il quarto Paese più
esteso dell’America Latina. E’ caratterizzato da una geografia e da paesaggi
estremamente variegati, comprendenti una vasta area costiera (11% della superficie
totale), la regione andina (34%) ed il bacino del Rio delle Amazzoni (55%).
Nel 2006, il Perù è diventato la settima potenza economica della regione latinoamericana,
nonostante i diversi gradi di sviluppo economico interni al Paese dimostrino le grandi
disparità tra le differenti regioni. Le prospettive di crescita economica sono comunque
buone, considerato che, nel 2005, il PIL è cresciuto del 6,4% e vari indicatori
macroeconomici hanno registrato delle tendenze decisamente positive. Tuttavia, non
vanno trascurati indicatori che rivelano uno scenario meno favorevole, come la crescita del
tasso di disoccupazione, passato dall’8% al 10% del 2005. Purtroppo, poi, il lavoro
sommerso è un aspetto consolidato nel Paese che interessa il 60% dell’economica
peruviana. Una delle principali sfide che deve affrontare il Perù è il miglioramento del
sistema fiscale, le cui debolezze principali sono: la bassa pressione fiscale, centrata sulla
tassazione indiretta; l’erosione della base fiscale e una riscossione fiscale limitata ad un
numero ristretto di contribuenti ed indebolita dalle numerose esenzioni ed evasioni. In
queste condizioni, è importante che il Paese sia in grado di costruire un efficiente sistema
di scambio informativo tra le amministrazioni principali, rispettando gli standard
internazionali stabiliti, per esempio, dalla OCSE.
Negli ultimi anni, le esportazioni sono aumentate considerevolmente, con una crescita del
36,8% tra il 2004 ed il 2005, e hanno raggiunto un volume pari a 17 miliardi di dollari. La
crescita maggiore ha interessato i prodotti tradizionali del mercato peruviano (+44%
rispetto al 2004), mentre per i prodotti non tradizionali si è avuta una crescita del 18,8%.
Il volume delle importazioni, tra il 2004 ed il 2005, è passato da 10,1 a 12,502 miliardi di
dollari. A partire dal 2000, la bilancia commerciale è migliorata sensibilmente: se prima
91
59
registrava un deficit di 602,4 miliardi di dollari, nel 2000 godeva di un surplus pari a 4,498
miliardi.
Le politiche di integrazione commerciale intraprese dal governo peruviano non sono
indirizzate esclusivamente al Sud America, infatti, la negoziazione di Accordi di Libero
Scambio incoraggerà la crescita dei commerci anche con: Stati Uniti, attualmente al primo
posto come origine delle importazioni (19,6% del totale) e destinazione delle esportazioni
(28,8% del totale); Asia (Singapore. Tailandia e Cina, che attualmente occupa il secondo
posto come destinazione delle esportazioni peruviane) e Unione Europea. L’Accordo di
Libero Scambio con gli Stati Uniti è stato firmato nel dicembre 2005: il Congresso
peruviano lo ha già ratificato, mentre si attende la ratifica del Congresso USA affinché
l’Accordo entri in vigore.
Indicatori sociali
Demografia 2004-2006
Popolazione urbana (% popolazione totale) 72,4
Aspettative di vita alla nascita (anni) 70,2
Mortalità infantile (per 1000) 24
Educazione
Alfabetizzazione (% della popolazione con età >15) 87,7
Obiettivi generali:
• Modernizzazione dello Stato, attraverso un efficace supporto logistico e/o
assistenza tecnica agli enti e/o ministeri interessati. Verrà inoltre offerto supporto
anche per la formulazione di nuove politiche, con la partecipazione del Ministero
dell’Economia e della Finanza (MEF) e l’Agenzia peruviana di Cooperazione
internazionale (APCI). Sarà fornita assistenza anche al Segretariato del National
Agreement sia per il monitoraggio, l’evoluzione e l’aggiornamento del consenso
raggiunto sul processo di decentralizzazione (Accordi di governance regionale), sia
per il miglioramento delle capacità di garanzia e previsione della conformità tra il
consenso raggiunto e le politiche settoriali risultanti.
• Integrazione sociale: supporto agli enti che emettono le carte d’identità ai cittadini
peruviani, progetto che intende fornire assistenza tecnica alle istituzioni pubbliche e
promuovere tra i cittadini peruviani l’identificazione dei loro diritti civili ed il loro
esercizio. Tale iniziativa si inserirà in un programma per l’integrazione sociale di più
larga scala, che interesserà le politiche nel settore dell’istruzione e della sanità,
riguardanti in particolare la salute materna e la nutrizione infantile.
92
Obiettivi generali:
• Contribuire alla riduzione di povertà ed estrema povertà e migliorare la coesione
sociale in zone specifiche, in cui le condizioni di vita estremamente difficili e il
progetto potrà avere l’impatto più efficace;
• Fornire assistenza all’attuazione dal basso verso l’alto del processo di
decentralizzazione, attraverso la formazione degli attori locali e il rafforzamento del
loro ruolo nei rapporti con lo Stato.
Programma di finanziamento
PIN I PIN II
Priorità
2007 2008 2009 2010 2011-2013
Sostegno allo Stato di diritto e al
20% PIN
rafforzamento della governance
Sostegno allo sviluppo sociale integrato
in regioni specifiche attraverso la 40% PIN I 40% PIN I
coesione sociale
Totale (65%) (35%)
Donatori:
Gli Stati membri dell’Unione Europea mantengono rapporti bilaterali con il Perù da
decenni: a novembre del 2004, la cooperazione complessiva dell’Unione Europea
(Commissione e 13 Stati membri) ha totalizzato 1,265 miliardi di euro. La Spagna ha
fornito il contributo maggiore (403 milioni di euro), seguita dalla Germania (330 milioni di
euro) ed dall’Italia (182 milioni di euro).
Siti utili:
93
CSP SALVADOR 2007-2013
Popolazione 7.002.000
Superficie 21.046 Km²
Capitale San Salvador
Unità monetaria Colón e Dollaro USA
Lingua Spagnolo, Nahua e Maya
(Amerindi)
Religione Cattolica, Protestante
Forma di governo Repubblica presidenziale
Economia
2004 2005 2006
PIL (% crescita) 1,8 2,8 3,5
PIL (US$, Miliardi) 15,82 16,97 18,21
PIL pro capite (US$) 2.342 2.468 2.602
Inflazione (%) annuale 4,5 3,7 4,1
Disoccupazione sulla forza lavoro 6,5 6,3 6,5
totale (%)
Debito estero ($ miliardi) - - 8,84
Fonte: FMI (settembre 2006), World Bank, UNDP, CSP El Salvador 2007-2013.
94
chimici. Va detto che negli ultimi dieci anni la partecipazione europea al mercato del
Salvador è andata diminuendo in modo consistente: nel 1996, il 28% delle esportazioni
salvadoregne erano dirette verso l’UE, mentre, nel 2002, solo il 3%. Questo vistoso
declino può essere spiegato dal crollo del prezzo del caffè e dalla sostituzione di beni
industriali europei con beni provenienti da altri fornitori, specialmente da USA e Paesi
dell’America Centrale. Una questione problematica nel rapporto commerciale tra l’UE e il
Salvador è costituita dalla mancata applicazione di standard e regolamentazioni di
adeguamento alla legislazione europea, soprattutto nel settore ambientale ed ecologico.
Tale situazione, oltre ad ostacolare l’integrazione del Paese nell’economia mondiale,
costituisce un ostacolo all’effettiva modernizzazione e al rapido sviluppo dei settori
produttivi fondamentali del Salvador. Inoltre, la mancata applicazione degli standard
economici internazionali rappresenta una tenace barriera alla partecipazione dell’imprese
europee ai mercati del Salvador.
In ambito di negoziati del WTO, il Salvador condivide la posizione della maggior parte dei
Paesi dell’America centrale, i quali ambiscono ad una maggiore liberalizzazione del
commercio di prodotti agricoli ed hanno un interesse specifico nell’estensione del regime
fiscale. Va ricordato che l’integrazione a livello regionale e mondiale è un elemento
cruciale per lo sviluppo del Paese, infatti, una delle sfide principali che il Salvador dovrà
affrontare sarà quella di adattare le proprie politiche economiche al nuovo contesto
globale, con lo scopo di trarre beneficio dalla globalizzazione ed attenuarne gli effetti
negativi. L’integrazione a livello regionale dell’America centrale rimane una priorità per il
Salvador, un processo che intende incrementare il livello di liberalizzazione commerciale
all’interno della regione allo scopo di ridurre i costi, aumentare la competitività e
promuovere le esportazioni. In pratica, però, sono ancora predominanti gli accordi
bilaterali, attraverso cui il Paese richiede principalmente la liberalizzazione del commercio
dei servizi, il miglioramento dei collegamenti stradali e la semplificazione delle procedure
di controllo dei confini.
Indicatori sociali
2004/2006
Demografia
Popolazione urbana (% popolazione totale) 59,5
Aspettative di vita alla nascita (anni) 70,7
Mortalità infantile (per 1000) 28
Educazione
Alfabetizzazione (% della popolazione con età
79,9
>15)
95
Priorità 1: Perseguimento della coesione sociale attraverso investimenti sociali
Obiettivi generali:
• Accesso ai servizi di base (sanità ed acqua), attraverso maggiori investimenti in:
infrastrutture, qualità dei servizi fondamentali e attività di prevenzione e di
educazione sessuale, soprattutto nelle zone rurali più povere. Inoltre, s’intendono
ridurre le patologie legate al degrado ed all’inquinamento degli ambienti naturali e
migliorare l’accesso alle fonti d’acqua potabile nelle zone maggiormente disagiate,
attraverso il supporto alla gestione decentralizzata delle risorse d’acqua.
• Investimenti in capitale umano e promozione dei giovani, attraverso il miglioramento
del sistema dell’istruzione, della formazione dei docenti e dei loro metodi
d’insegnamento. Grazie a tale progetto, s’intendono introdurre nuove tecnologie
informatizzate e specializzare maggiormente gli insegnamenti, per creare un
legame più diretto ed efficace tra scuola e mondo del lavoro. Inoltre, si attende un
impatto positivo sulla situazione di sicurezza interna del Paese, offrendo alternative
valide ai membri delle bande giovanili (maras).
Obiettivi generali:
• Supporto alla crescita progressiva dell’economia, attraverso la prosecuzione di
programmi quali il FOMYPE (Fortalecimiento de la Competitividad de las MYPEs,
Micro y Pequeñas Empresas, Rafforzamento della competitività delle piccole e
micro-imprese), promosso dalla Commissione Europea nel 2004 per lo sviluppo del
settore privato, il miglioramento della gestione aziendale e dei processi di
amministrazione e di produzione;
• Supporto al processo prioritario di integrazione regionale, insieme a quello di
rafforzamento del mercato interno, con particolare attenzione alla possibile
negoziazione del futuro Accordo di Associazione tra America Centrale e Unione
Europea, che si prefigge un’area di libero scambio. Tale processo di integrazione e
di sviluppo dei flussi commerciali verrà ulteriormente elaborato sulla base di uno
studio specifico di valutazione dei bisogni del commercio (Trade Needs
Assessment), che sarà realizzato entro il 2007.
Programma di finanziamento
PIN I PIN II
milioni € milioni €
Priorità
2011-
2007 2008 2009 2010
2013
Perseguimento della coesione
sociale
18,15 18,15 48,40
Servizi base;
Capitale umano/giovani.
Crescita economica,
integrazione regionale e 12,10 24,20
commercio
Totale 30,25 18,15 24,20 48,40
96
59
Donatori:
Nonostante il Salvador benefici di aiuti provenienti da più della metà dei Paesi membri
dell’Unione, solo Francia, Germania, Italia e Spagna sono rappresentate da Ambasciate
nel Paese.
Dal punto di vista quantitativo, Germania e Spagna hanno contribuito a più della metà del
totale dei flussi provenienti dai Paesi dell’UE nel periodo 2000-2003. Vanno comunque
ricordati i contributi di Paesi Bassi (3,23%), Svezia (3,22%), Lussemburgo (2,51%) ed
Italia (1,05%).
Altri donatori fondamentali per lo sviluppo del Salvador sono:
l’USAID, principale donatore e impegnato nel fronte della governance, della
diversificazione economica e degli investimenti per la sanità e l’istruzione; il Giappone,
che, oltre a contribuire nell’ambito dei disastri ambientali, quali, per esempio, l’uragano
Mitch ed il terremoto del 2001, si occupa di aiuti alla ricostruzione e allo sviluppo integrato
delle zone rurali e la Banca Inter-Americana di Sviluppo (BIS). Quest’ultima opera al fine di
ammodernare lo Stato, sostenere la riattivazione economica e lo sviluppo locale, ridurre la
povertà, incrementare il capitale umano, fornire accesso al credito e cooperazione tecnica
non rimborsabile in tema di PMI, istruzione, sanità, alloggi, genere e catastrofi naturali.
Altre agenzie dell’ONU (PAHO, OMS, FAO, UNICEF e PAM) affrontano i seguenti ambiti:
la crescita economica, lo sviluppo sostenibile, la good governance e il capitale umano e
sociale.
Siti utili:
97
59
CSP URUGUAY 2007-2013
Popolazione 3.431.000
Superficie 176.220 km²
Capitale Montevideo
Unità monetaria Peso Uruguayano
Lingua Spagnolo
Religione Cattolica Cristiana
Forma di governo Repubblica
Presidenziale
Economia
2003 2004 2005 2006
PIL (% crescita) 2,8 11,9 6,5 -
PIL (US $ pro capite, migliaia) 3.316 3.902 5.274 5.809
*
PIL (US$, miliardi) 11,21 13,26 16,87 18,59
Inflazione (%) annuale 19,4 9,2 4,7 5,9
Disoccupazione sulla forza lavoro 19,4 16,0 13,0 12,2
totale (%)
Debito estero ($ miliardi) 11,8 10,73 12,8 13,24
Dopo decenni di prosperità vissuti a partire dagli anni Sessanta, resi possibili soprattutto
sulla scorta di un modello di esportazioni agricole che ha permesso al Paese di sostenere
un largo settore pubblico, l’economia uruguaiana si è imbattuta in un lungo periodo di
stagnazione.
Dagli anni Novanta, il Paese ha dovuto misurarsi con una crescita debole, con rilevanti
squilibri fiscali, una bilancia commerciale negativa ed un crescente debito estero. La crisi
più acuta ha avuto luogo tra il 1999 ed il 2002. In funzione dello shock economico e
finanziario regionale, in questo periodo il PIL è crollato del 18% in termini reali ed il tasso
d’investimento sul PIL è sceso dal 16,5% del 1998 al 9,8 del 2002.
Un sostanziale deprezzamento della valuta nazionale rispetto al dollaro nel 2002, uno
scambio positivo di buoni del tesoro nel maggio 2003 ed alcuni aggiustamenti fiscali (in
sostanza un considerevole aumento delle tasse) hanno finalmente ricondotto l’economia
verso un trend positivo, facendola tornare a crescere di circa il 21% nel periodo 2003-
2005. Grazie agli effetti della forte ripresa ed all’indebolimento del dollaro, la World Bank è
arrivata a stimare il PIL pro capita Uruguaiano a circa 4.360 $ nel 2005.
Nonostante il boom economico, la crisi ha comunque lasciato il suo segno: il 12% della
popolazione economicamente attiva è disoccupata, quasi un terzo di tutti i cittadini si
ritiene vivano sotto la soglia della povertà ed il 50% dei bambini vivono in famiglie povere.
Circa il 15% degli uruguaiani sono attualmente residenti all’estero e la maggior parte di
questi ha lasciato il Paese per motivi economici.
In ogni caso, e come confermato dal FMI, il Paese intravede brillanti prospettive per gli
anni a venire. L’economia, nel 2007, dovrebbe crescere del 4%, la disoccupazione
dovrebbe scendere, i salari in termini reali crescere, l’inflazione attestarsi al 6,5%. La
crescita delle esportazioni dovrebbe proseguire ed il deficit commerciale dovrebbe tornare
98
modesto. Questo scenario presuppone una significativa crescita degli investimenti, sia
pubblici che privati ed il rilancio del credito privato, che è caduto vertiginosamente come
conseguenza della recente crisi bancaria.
Negli ultimi anni l’Uruguay ha attirato una media dell’1% degli investimenti esteri in
Mercosur e lo 0,5% di quelli in America Latina. Con l’eccezione di due fabbriche di carta
che rappresentano il 10% del PIL del Paese, il tasso di FDI (investimenti diretti esteri) non
supera il 2,5% del PIL. Il Paese resta fiscalmente molto vulnerabile a causa dell’alto livello
del debito estero (68% del PIL nel 2005).
Il governo si è incaricato di portare avanti un’importante politica fiscale ed ha programmato
di ottenere un surplus fiscale di circa il 3,5% per il periodo 2005-2007.
Oltre alle difficoltà correlate alla stabilità macroeconomica ed ai necessari miglioramenti
nell’efficienza amministrativa, le principali sfide da affrontare sono: l’apertura più profonda
delle relazioni commerciali (esportazioni non più fondate esclusivamente sui prodotti
agricoli) con i Paesi del Mercosur e del resto del mondo; la crescita del livello degli
investimenti (privato e pubblico); il consolidamento del sistema bancario ed una spesa in
investimenti nel campo della scienza, della tecnologia e dell’innovazione, attualmente
ferma allo 0,3% del PIL, pari all’1% del Prodotto Interno Lordo (a tal proposito, è stato
istituito anche un apposito Ministero dell’Innovazione).
Indicatori sociali
Demografia 2004/2006
Crescita annuale in % della popolazione (2004-
0,7
2015)
Popolazione urbana (% popolazione totale) 93,0
Aspettativa di vita alla nascita, anni totali 75,2
Educazione
Alfabetizzazione (% della popolazione con età >
98
15)
Iscrizione alla scuola dell’obbligo (%) -
Obiettivi generali:
• promuovere azioni che migliorino il livello delle condizioni di vita dei segmenti più
poveri della società;
• aiutare a ridurre le disuguaglianze di reddito e d’accesso ai servizi sia tra gli
individui che tra le varie regioni del Paese.
Obiettivi specifici:
- sviluppo e consolidamento di una programmazione strategica nazionale e regionale;
guida al rafforzamento dei servizi fiscali;
- formulazione e valutazione di programmi-obiettivo per l’integrazione sociale dei segmenti
più poveri della società;
- rafforzamento dei Ministeri e delle altre istituzioni responsabili delle politiche sociali;
- sviluppo e attuazione di una strategia nazionale per il decentramento amministrativo;
99
- attuazione di un piano programmatico nazionale che migliori la qualità ed il livello
dell’investimento pubblico;
- formulazione di un programma nazionale per la costruzione della capacità istituzionale
della gestione decentrata locale.
Obiettivi generali:
• contribuire al rafforzamento del Sistema Nazionale dell’Innovazione (SNI), al fine di
costruire una capacità di sviluppo tecnologico e scientifico ed accrescere la
produttività e la competitività del settore produttivo nazionale;
• sostenere un ingresso più lineare nei mercati internazionali per i prodotti
uruguaiani, attraverso un contributo alla creazione di lavori professionalizzati per i
cittadini;
• promuovere la creazione di un sostegno alle istituzioni nelle aree delle scienze,
dell’ambiente, della tecnologia, dell’innovazione e della sanità.
Obiettivi specifici:
- rafforzamento del SNI;
- forum per l’interazione tra le sfere pubbliche e quelle private;
- aiuto alle piattaforme scientifiche e tecnologiche che sono incaricate di rispondere, in
termini di ricerca, sviluppo ed innovazione, ai bisogni del Paese.
Programma di finanziamento
100
Donatori:
Numerosi sono gli Stati Membri dell’Unione Europea ed altri Stati non membri che
contribuiscono a vario titolo alla cooperazione in Uruguay: Spagna, Italia, Francia,
Germania, Svezia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Polonia, Portogallo, Grecia, Canada e
Giappone.
Vi sono poi anche alcuni organismi internazionali come: Nazioni Unite, World Bank, BID
(Banca per lo sviluppo inter-Americano), FMI, UNDP (Programma delle Nazioni Unite per
lo Sviluppo), UNICEF, UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per le Popolazioni), UNESCO,
FAO.
L’Italia, in particolare, rivolgerà la sua attenzione: al programma PYMES (per le piccole e
medie imprese), al programma REDEL (per l’occupazione) ed all’assistenza nello sviluppo
dell’economia locale nei settori agricolo, industriale, del turismo e della cultura. Gli aiuti si
concentreranno poi nel sistema sanitario pubblico, attraverso il finanziamento di 35 milioni
di euro in crediti e donazioni.
Siti utili:
101
CSP VENEZUELA 2007-2013
Popolazione 25.375.281
Superficie 912.050 km²
Capitale Caracas
Unità monetaria Bolìvar
Lingua Spagnolo, idiomi indigeni
Religione Cattolica
Forma di Repubblica federale
governo presidenziale
Economia
2004 2005 2006
PIL (% crescita) 17,9 9,3 7,5
PIL (US$, Miliardi) 110,104 132,848 164,416
PIL pro capita (US$) 4.249 5.026 6.098
Inflazione (%) annuale 21,7 15,9 12,1
Disoccupazione sulla forza lavoro totale 15 17 12,8
(%)
Debito estero ($ miliardi) 39,1 37,1 34,2
Fonte: FMI (settembre 2006), World Bank, UNDP, CSP Venezuela 2007-2013.
102
gran parte delle politiche commerciali del governo venezuelano sono mirate alla
diversificazione delle esportazioni ed all’accesso a nuovi mercati: uno dei principali
obiettivi è quello di completare l’integrazione alle dinamiche economiche e commerciali
internazionali, con lo scopo di migliorare gli standard di vita dei cittadini. A tale proposito, il
Paese ha preso parte a numerosi accordi commerciali, compresi quelli condotti durante il
processo di Valutazione Congiunta di Integrazione Economica Regionale (Joint
Assessment of Regional Economic Integration) tra Unione Europea e Comunità Andina,
accordi tra Comunità Andina e Mercosur, o accordi individuali con altri Paesi. I rapporti
commerciali del Venezuela con i Paesi della Comunità Andina, e soprattutto con la
Colombia, sono notevolmente aumentati negli ultimi anni, sebbene tali rapporti potrebbero
affievolirsi a causa della decisione del Venezuela di aderire formalmente al Mercosur.
Attualmente, il commercio venezuelano con il Mercosur rimane limitato, e, soprattutto la
bilancia commerciale, è fortemente orientata in favore dell’organizzazione internazionale,
essendo il Venezuela principalmente un Paese d’importazione.
L’Unione Europea è partner commerciale di media portata: nel 2005, solo l’8% del
commercio venezuelano interessava l’UE, a differenza del 48% degli Stati Uniti. I principali
prodotti esportati in Europa sono del settore energetico (64% nel 2005), ed i principali
prodotti importati sono costituiti da macchinari (30%) e prodotti chimici (15%). La bilancia
commerciale ha tradizionalmente favorito l’UE, dipendendo in qualche misura dal prezzo
del petrolio.
Indicatori sociali
Demografia 2004/2006
Popolazione urbana (% popolazione totale) 93
Aspettative di vita alla nascita (anni) 73,7
Mortalità infantile (per 1000) 25
Educazione
Alfabetizzazione (% della popolazione con età
93
>15)
Obiettivo generale:
• Assicurare una maggiore coesione sociale e assistere il governo nel processo di
consolidamento delle istituzioni democratiche, dello Stato di diritto e della difesa dei
103
diritti umani. In particolare, si intende offrire supporto al governo per: la
modernizzazione ed il miglioramento della qualità dei servizi pubblici, l’autonomia e
l’efficienza delle istituzioni locali, la sicurezza, l’accesso all’apparato giudiziario alla
vita politica, soprattutto a livello locale, per i cittadini.
Obiettivi generali:
• Contribuire agli sforzi del Venezuela tesi ad assicurare una crescita economica
giusta e sostenibile ed una conseguente riduzione della povertà e della
disoccupazione. In particolare, s’intende promuovere e sviluppare le condizioni per
una crescita sostenibile in ambito di competitività delle imprese private in
Venezuela, specialmente per le piccole e medie imprese, ed incoraggiare una
maggiore diversificazione delle esportazioni. Le attività in ambito di PMI avranno
come scopo la creazione di lavoro e la dimunizione della povertà, attraverso una
crescita equa e sostenibile.
• Offrire supporto per una maggiore integrazione nei mercati regionali ed
internazionali, e in particolare incrementare e facilitare i rapporti commerciali tra
l’Unione Europea ed il Venezuela.
Programma di finanziamento
Per il periodo 2007-2013, è stato previsto un contributo indicativo pari a 40 milioni di euro
per il Venezuela.
Priorità PIN
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
milioni €
Supporto alla modernizzazione e
8 8 4 20
decentralizzazione dello Stato
Crescita economica giusta e
sostenibile e differenziazione 8 6 6 20
economica
Totale 8 8 8 6 4 6 40
Donatori:
Quattordici Stati membri dell’UE hanno rappresentanze diplomatiche in Venezuela, tre dei
quali (Francia, Italia e Spagna) sono ufficialmente impegnati in attività di cooperazione nel
Paese. Tuttavia, molti altri Paesi portano avanti politiche di cooperazione in varie forme. La
Germania, per esempio, tra il 2000 e il 2003 ha investito in attività di assistenza più di 4,6
milioni di dollari, e attualmente, finanzia diversi progetti in ambito di protezione ambientale
e di promozione della democrazia e dell’istruzione. La Gran Bretagna, poi, finanzia progetti
per l’ambiente, la protezione dei diritti umani, la lotta alle droghe e la prevenzione dei
conflitti. Anche altri Stati membri, come Finlandia, Grecia ed Olanda, partecipano infine ad
iniziative di cooperazione in Venezuela.
Tra il 2000 ed il 2003, tuttavia, è stato il Giappone il maggior donatore in Venezuela, il
quale ha stanziato un ammontare pari a 14 milioni di dollari. La cooperazione degli Stati
Uniti, invece, rimane limitata, con un contributo di 5 milioni di dollari nel 2003 destinato
principalmente, oltre che alla sicurezza, alla lotta al traffico di droga e al terrorismo.
Infine, in Venezuela intervengono alcune agenzie delle Nazioni Unite, in particolare
l’UNDP (UN Development Programme) e l’UNPFA (UN Population Fund).
104
Siti utili:
105
ELENCO DEI SITI UTILI DI CARATTERE GENERALE
Riferimenti Giuridici
http://europa.eu/scadplus/leg/it/s05151.htm
Banca Mondiale
http://web.worldbank.org/WBSITE/EXTERNAL/COUNTRIES/0,,pagePK:180619~theSiteP
K:136917,00.html
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