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UNI riconosce al cliente di questo prodotto scaricato on-line dal For this product downloaded online from the UNI webstore (hereafter
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Il cliente ha riconosciuto che: The client acknowledged that:
– il prodotto è di proprietà di UNI in quanto titolare del copyright -così – The product is property of UNI, as copyright owner –as specified in
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– tutti i diritti, titoli e interessi nel e sul prodotto sono e saranno di UNI, property of UNI, including those of intellectual property.
compresi i diritti di proprietà intellettuale.
LUGLIO 2007
TESTO ITALIANO
ICS 13.220.20
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di Unificazione può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza
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Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione per l’eventuale revisione della norma stessa.
Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o
di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso
dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti alle
norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.
INTRODUZIONE 1
2 RIFERIMENTI NORMATIVI 1
3 TERMINI E DEFINIZIONI 2
4 GENERALITÀ
4.1 Finalità ............................................................................................................................................................ 4
4.2 Estensione degli impianti ...................................................................................................................... 4
7 INSTALLAZIONE 8
7.1 Installazione delle tubazioni ................................................................................................................ 8
7.2 Sostegni delle tubazioni ..................................................................................................................... 10
prospetto 4 Dimensione minima dei sostegni.......................................................................................................... 10
7.3 Collegamenti di alimentazione ........................................................................................................ 10
7.4 Valvole di intercettazione................................................................................................................... 11
7.5 Posizionamento di idranti e naspi ................................................................................................. 11
7.6 Segnalazioni ............................................................................................................................................. 12
7.7 Manometri di prova ............................................................................................................................... 12
7.8 Attacchi di mandata per autopompa ............................................................................................ 12
8 PROGETTAZIONE 13
8.1 Dati di progetto ........................................................................................................................................ 13
8.2 Criteri di dimensionamento ............................................................................................................... 13
prospetto 5 Dimensione minima delle tubazioni ..................................................................................................... 13
9 DOCUMENTAZIONE E COLLAUDO 13
9.1 Documentazione .................................................................................................................................... 13
9.2 Collaudo degli impianti ........................................................................................................................ 14
2 RIFERIMENTI NORMATIVI
La presente norma rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute in
altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del testo e
sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche o
revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nella presente
norma come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l’ultima edizione
della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli aggiornamenti).
UNI 804 Apparecchiature per estinzione incendi - Raccordi per tubazioni
flessibili
UNI 810 Apparecchiature per estinzione incendi - Attacchi a vite
UNI 811 Apparecchiature per estinzione incendi - Attacchi a madrevite
UNI 814 Apparecchiature per estinzione incendi - Chiavi per la manovra
dei raccordi, attacchi e tappi per tubazioni flessibili
UNI 7421 Apparecchiature per estinzione incendi - Tappi per valvole e
raccordi per tubazioni flessibili
UNI 7422 Apparecchiature per estinzione incendi. Requisiti delle legature
per tubazioni flessibili
UNI 9032 Tubi di resine termoindurenti rinforzate con fibre di vetro (PRFV)
con o senza cariche. Tipi, dimensioni e requisiti
UNI 9487 Apparecchiature per estinzione incendi - Tubazioni flessibili
antincendio di DN 70 per pressioni di esercizio fino a 1,2 MPa
UNI 9795 Sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di
allarme d’incendio - Sistemi dotati di rivelatori puntiformi di fumo e
calore, rivelatori ottici lineari di fumo e punti di segnalazione manuali
UNI EN 545 Tubi, raccordi ed accessori in ghisa sferoidale e loro assemblaggi
per condotte d'acqua - Prescrizioni e metodi di prova
3 TERMINI E DEFINIZIONI
Ai fini della presente norma si applicano le seguenti definizioni1).
3.1 alimentazione idrica dedicata: Alimentazione idrica adibita ad esclusivo uso antincendio.
3.2 alimentazione idrica promiscua: Alimentazione idrica adibita ad uso antincendio e ad altri
utilizzi idrico-sanitari dell’edificio.
3.3 altezza antincendio (*): Altezza massima misurata dal livello inferiore dell’apertura più alta
dell’ultimo piano abitabile e/o agibile, escluse quelle dei vani tecnici, al livello del piano
esterno più basso.
1) Le definizioni contrassegnate con (*) sono tratte dal Decreto Ministeriale 30 novembre 1983 "Termini, definizioni generali
e simboli grafici di prevenzione incendi" del Ministero dell’Interno; le integrazioni sono riportate in corsivo.
3.6 collettore: Tubazione che alimenta uno o più tubi di diramazione e/o montanti.
3.7 diramazione: Tubazione di alimentazione di uno o più idranti/naspi, a sviluppo per lo più
orizzontale.
3.14 pompe automatiche: Dispositivi atti a fornire portate e pressioni alla rete prelevando
acqua da un serbatoio, da vasca di accumulo o da rete idrica; sono comprese fra queste
anche le pompe di surpressione.
Nota Tali dispositivi sono disciplinati dalla UNI EN 12845.
3.16 pressione residua: Pressione manometrica, misurata in un dato punto della rete di
alimentazione idrica mentre viene erogata una certa portata.
3.17 pressione statica: Pressione misurata, in assenza di portata, in un dato punto della rete
di alimentazione idrica.
3.18 rete di idranti (*): Sistema di tubazioni fisse in pressione per l’alimentazione idrica, sulle
quali sono derivati uno o più idranti e/o naspi antincendio.
3.19 tubazione flessibile (*): Tubo la cui sezione diventa circolare quando viene messo in
pressione e che è appiattito in condizioni di riposo.
3.20 tubazione semirigida (*): Tubo la cui sezione resta sensibilmente circolare anche se non
in pressione.
4.1 Finalità
Le reti di idranti sono installate allo scopo di fornire acqua in quantità adeguata per
combattere, tramite gli idranti ed i naspi ad esse collegati, l’incendio di maggiore entità
ragionevolmente prevedibile nell’area protetta.
La presenza di altri sistemi antincendio non esclude la necessità di installare una rete di
idranti, a meno che l’acqua sia controindicata come estinguente (vedere punto 4.2.2).
5.2.1 Generalità
L’alimentazione idrica a servizio delle reti di idranti deve essere realizzata secondo i criteri
di buona tecnica, che devono essere tali da soddisfare le caratteristiche di sicurezza ed
affidabilità dell’impianto.
5.2.3 Interconnessioni
Le reti di idranti devono avere alimentazioni idriche adibite a loro esclusivo servizio con le
eccezioni per gli acquedotti e le riserve virtualmente inesauribili.
Quando la rete di idranti è alimentata in comune con un sistema automatico antincendio,
l’alimentazione deve essere conforme alla UNI EN 12845 e devono inoltre essere
soddisfatti i criteri previsti relativamente alla durata, alla contemporaneità delle
alimentazioni ed alle interconnessioni.
6.1 Generalità
I componenti degli impianti devono essere costruiti, collaudati ed installati in conformità
alla legislazione vigente ed a quanto precisato nella presente norma.
La pressione nominale dei componenti del sistema non deve essere minore della
pressione massima che il sistema può raggiungere in ogni circostanza e comunque non
minore di 1,2 MPa.
6.2 Tubazioni
Altri sistemi di tubazioni (tubazioni, raccordi, giunzioni e pezzi speciali) sono ammessi,
purché si tenga conto delle caratteristiche di resistenza meccanica ed alla corrosione
richieste per assicurare la voluta affidabilità dell’impianto. Essi devono essere realizzati in
conformità alla specifica normativa di riferimento ed alle prescrizioni del fabbricante, e
devono comunque rispettare gli spessori minimi specificati nel prospetto 2.
6.4.4 Naspi
I naspi devono essere conformi alla UNI EN 671-1.
7 INSTALLAZIONE
7.1.1 Ancoraggio
Le tubazioni fuori terra devono essere ancorate a mezzo di adeguati sostegni conformi a
quanto indicato nel punto 7.2.
7.2.1 Caratteristiche
Il tipo, il materiale ed il sistema di posa dei sostegni delle tubazioni devono essere tali da
assicurare la stabilità dell’impianto nelle più severe condizioni di esercizio
ragionevolmente prevedibili.
In particolare:
a) i sostegni devono essere in grado di assorbire gli sforzi assiali e trasversali in fase di
erogazione;
b) il materiale utilizzato per qualunque componente del sostegno deve essere non
combustibile;
c) i collari devono essere chiusi attorno ai tubi;
d) non sono ammessi sostegni aperti (come ganci a uncino e simili);
e) non sono ammessi sostegni ancorati tramite graffe elastiche;
f) i sostegni non devono essere saldati direttamente alle tubazioni né avvitati ai relativi
raccordi.
7.2.2 Posizionamento
Ciascun tronco di tubazione deve essere supportato da un sostegno, ad eccezione dei
tratti di lunghezza minore di 0,6 m, dei montanti e delle discese di lunghezza minore di
1 m per i quali non sono richiesti sostegni specifici.
Il posizionamento dei supporti deve garantire la stabilità del sistema. In generale la
distanza fra due sostegni non deve essere maggiore di 4 m, per tubazioni di dimensioni
minori o uguali a DN 65, e di 6 m per quelle di diametro maggiore.
7.2.3 Dimensionamento
La sezione trasversale netta di ciascun sostengo di acciaio, oppure il diametro minimo se
costituito da barra filettata, non deve essere minore dei valori indicati nel prospetto 4.
Se il sostegno è formato da più componenti, la sezione trasversale di ciascun
componente non deve essere minore del 150% di quella minima sopra specificata.
Nella valutazione della sezione trasversale netta di un sostegno non si tiene conto dei fori
per bulloni, chiodi e simili.
prospetto 4 Dimensione minima dei sostegni
DN Minima sezione netta dei sostegni Spessore minimo1) dei sostegni Dimensioni barre filettate dei sostegni
mm2 mm mm
Fino a 50 15 2,5 M8
tra DN 50 e DN 100 25 2,5 M 10
tra DN 100 e DN 150 35 2,5 M 12
tra DN 150 e DN 200 65 2,5 M16
tra DN 200 e DN 250 75 2,5 M 20
1) Per sostegni a collare: 1,5 mm.
7.4.2 Distribuzione
La distribuzione delle valvole di intercettazione in un impianto deve essere accuratamente
studiata in modo da consentire l’esclusione di parti d’impianto, per manutenzione o
modifica, senza dover ogni volta mettere fuori servizio l’intero impianto.
Il progettista, in relazione al livello di pericolosità dell’area da proteggere ed al grado di
affidabilità dell’impianto, deve determinare il numero massimo di idranti/naspi che
possono essere contemporaneamente esclusi dal servizio.
Nota In generale si considera accettabile l’esclusione di non più del 50% degli idranti/naspi al servizio di ciascun
compartimento e di non più di cinque idranti esterni, ove presenti. Parimenti si considera accettabile che ogni
collettore di alimentazione di una sezione d’impianto, che serve un edificio o una parte di attività distinta dalle
altre, sia dotato di valvola di intercettazione in modo tale da poter essere sezionato singolarmente.
7.4.3 Sorveglianza
Le valvole di intercettazione devono essere bloccate mediante apposito dispositivo nella
posizione di normale funzionamento, oppure sorvegliate mediante dispositivi di controllo
a distanza.
7.6 Segnalazioni
I componenti delle reti di idranti devono essere segnalati in conformità alle disposizioni
legislative vigenti.
Nota La specificazione del tipo di impianto e dell’area servita è richiesta nel caso di più attacchi per autopompa
nell’ambito dell’attività protetta.
9 DOCUMENTAZIONE E COLLAUDO
9.1 Documentazione
10.1 Generalità
L’utente è responsabile del mantenimento delle condizioni di efficienza dell’impianto, che
rimangono sotto la sua responsabilità anche esistendo il servizio di ispezione periodica da
parte della ditta installatrice o di altro organismo autorizzato.
Spetta al manutentore di rendere edotto l’utente sulla condizione dell’impianto con
apposita comunicazione scritta, affinché l’utente, consapevolmente, possa attendere alla
messa in efficienza dell’impianto.
11.1 Generalità
Gli interventi su impianti esistenti si distinguono in modifiche ed estensioni.
11.1.1 Modifiche
Si intende per modifica di un impianto idrico di estinzione incendi qualsiasi intervento sulla
rete idranti nel suo complesso che non comporti un incremento dell’area protetta e del
numero di apparecchi serviti.
11.1.2 Estensione
Si intende per estensione qualsiasi intervento che comporti un aumento dell’area protetta,
o del numero di apparecchi serviti.
B.1.1 Livello 1
Aree nelle quali la quantità e/o la combustibilità dei materiali presenti sono basse e che
presentano comunque basso pericolo di incendio in termini di probabilità d’innesco,
velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell’incendio da parte delle
squadre di emergenza.
Rientrano in tale classe tutte le attività di lavorazione di materiali prevalentemente
incombustibili ed alcune delle attività di tipo residenziale, di ufficio, ecc., a basso carico
d’incendio.
Nota Le aree di livello 1 possono essere assimilate a quelle definite di classe LH ed OH 1 dalla UNI EN 12845 cui
si può fare riferimento per ulteriori indicazioni.
B.1.2 Livello 2
Aree nelle quali c’è una presenza non trascurabile di materiali combustibili e che
presentano un moderato pericolo di incendio come probabilità d’innesco, velocità di
propagazione di un incendio e possibilità di controllo dell’incendio stesso da parte delle
squadre di emergenza.
Rientrano in tale classe tutte le attività di lavorazione in genere che non presentano
accumuli particolari di merci combustibili e nelle quali sia trascurabile la presenza di
sostanze infiammabili.
Nota Le aree di livello 2 possono essere assimilate a quelle definite di classe OH 2, 3 e 4 dalla UNI EN 12845 cui
si può fare riferimento per ulteriori indicazioni.
B.1.3 Livello 3
Sono le aree nelle quali c’è una notevole presenza di materiali combustibili e che
presentano un alto pericolo di incendio in termini di probabilità d’innesco, velocità di
propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell’incendio da parte delle squadre di
emergenza.
Rientrano in questa categoria le aree adibite a magazzinaggio intensivo come definito
dalla UNI EN 12845 le aree dove sono presenti materie plastiche espanse, liquidi
infiammabili, le aree dove si lavorano o depositano merci ad alto pericolo d’incendio quali
cascami, prodotti vernicianti, prodotti elastomerici, ecc.
Q = K 10P
dove:
K è il coefficiente caratteristico di erogazione; è un dato fornito dal produttore dell’idrante/naspo.
Nota 2 I requisiti prestazionali fissati possono essere empiricamente verificati in opera come segue: una volta nota
la curva caratteristica degli apparecchi (o il K coefficiente caratteristico di erogazione) sarà sufficiente leggere
la pressione residua all’ingresso in condizioni di erogazione e verificare che:
- la pressione residua all’ingresso non sia minore di 0,2 MPa;
- la portata corrispondente non sia inferiore alla portata richiesta per l’apparecchio in esame.
Per la visualizzazione delle condizioni di misurazione della pressione residua all’ingresso vedere le figure B.1
e B.2.
Nota 3 Le misurazioni delle prestazioni degli apparecchi devono essere previste almeno nei punti idraulicamente più
sfavoriti.
- idranti a colonna soprasuolo secondo UNI EN 14384 con uno o più attacchi DN 70,
sono previste due diverse caratteristiche idrauliche minime: portata per ciascun
attacco DN 70 non minore di 0,005 m3/s (300 l/min), pressione residua all’uscita non
minore di 0,3 MPa per prestazione normale e di 0,4 MPa per prestazione elevata;
- idranti sottosuolo secondo UNI EN 14339 con uno o più attacchi DN 70, sono
previste le stesse caratteristiche idrauliche richieste per gli attacchi degli idranti a
colonna soprasuolo.
Al fine del dimensionamento idraulico, le perdite di carico concentrate nel corpo
dell’idrante devono essere desunte dalle caratteristiche idrauliche dell’idrante specificate
secondo le norme tecniche applicabili. Qualora non note, possono essere assunte in
prima approssimazione non minori di 0,03 MPa. Per la visualizzazione delle condizioni di
misurazione della pressione residua all’uscita vedere figure B.3, B.4 e B.5.
figura B.1 Misurazione delle prestazioni per gli idranti a muro
Legenda
1 Rete di alimentazione
2 Idrante a muro
3 Manometro (misura la pressione residua all’ingresso)
4 Valvola di intercettazione
5 Tubazione flessibile
6 Lancia di erogazione
2) Per gli idranti soprasuolo e sottosuolo, per pressione residua all’uscita s’intende la pressione residua valutata all’attacco
di uscita del corpo dell’idrante. In prima approssimazione i requisiti di pressione e portata equivalgono, nel caso di
prestazione normale, ad ottenere in sede di verifica la pressione residua all’uscita del corpo dell’idrante pari ad almeno
0,30 MPa quando l’erogazione idrica avvenga da una bocca DN 70, utilizzando una lancia dotata di bocchello da 16 mm:
tale condizione corrisponde approssimativamente ad una portata di circa 300 l/min. Analogamente per prestazione
elevata la verifica corrisponde ad ottenere la pressione residua all’uscita del corpo dell’idrante pari ad almeno 0,40 MPa
quando l’erogazione idrica avvenga da una bocca DN 70 utilizzando una lancia dotata di bocchello da 15 mm
corrispondente ancora ad una portata di circa 300 l/min, ovvero di 0,37 MPa quando l’erogazione avvenga utilizzando
una lancia dotata di bocchello da 16 mm.
B.2.3 Dimensionamento
Di seguito sono riportati i criteri di dimensionamento degli impianti per ogni livello di
pericolosità. Se ne propone una visione sintetica nel prospetto B.1 che non sostituisce
quanto più dettagliatamente riportato nei punti successivi.
Nel caso di contemporanea presenza di aree con livelli di pericolosità diversi serviti dallo
stesso impianto, questo deve essere dimensionato per la condizione più gravosa.
C.1 Generalità
Il calcolo idraulico della rete di tubazioni consente di dimensionare ogni tratto di tubazione
in base alle perdite di carico distribuite e localizzate che si hanno in quel tratto.
Nota Tenendo in considerazione le UNI EN 671-1 e UNI EN 671-2, che definiscono la portata degli idranti a muro
e dei naspi solo in funzione della caratteristica di erogazione dell’idrante/naspo e della pressione al punto di
attacco dell’idrante/naspo stesso alla rete di tubazioni, non occorre preoccuparsi di verificare le portate al
bocchello, né di tenere conto delle perdite di carico nelle tubazioni flessibili, ecc., ma è sufficiente conoscere
la caratteristica di erogazione dell’idrante o naspo (in termini di coefficiente caratteristico di erogazione K
dell’apparecchiatura, che deve essere stabilito dal costruttore dell’idrante o naspo). La portata
dell’idrante/naspo è univocamente definita dalla pressione al punto di attacco secondo l’espressione con Q
espresso in litri al minuto e P espresso in mega Pascal (MPa):
Q = K 10P
C.2 Alimentazione
L’alimentazione deve assicurare la massima portata e la massima pressione richieste
dall’impianto quali risultano dal calcolo idraulico.
Nella determinazione delle perdite di carico localizzate si deve inoltre tener presente che:
- quando il flusso attraversa un pezzo a T o un raccordo a croce senza cambio di
direzione, le relative perdite di carico possono essere trascurate;
- quando il flusso attraversa un pezzo a T o un raccordo a croce in cui, senza cambio
di direzione, si ha una riduzione della sezione di passaggio, deve essere presa in
considerazione la "lunghezza equivalente" relativa alla sezione di uscita (la minore)
del raccordo medesimo;
- quando il flusso subisce un cambio di direzione (curva, pezzo a T o raccordo a
croce), deve essere presa in conto la "lunghezza equivalente" relativa alla sezione di
uscita.