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Corso di Formazione per Genitori

PON 2007/2013 “COMPETENZE PER LO SVILUPPO”


PROGETTO F-1 -FSE-2009-2365
Anno scolastico 2009/10

Educare a tutto campo


II PARTE:
10°INCONTRO -I linguaggi non verbali:
il disegno come altra
modalità di comunicazione

Tutor d’aula: Docente Anna Guarracino


EDUCARE A TUTTO CAMPO

Il bambino non comunica solo con il linguaggio verbale ma


anche attraverso altri canali espressivi come quelli motori,
gestuali, sonori e grafico-pittorici.

Il disegno rientra tra queste altre modalità espressive e per


questo è stato sempre considerato come autentico
specchio delle dinamiche emozionali e del progressivo
sviluppo cognitivo del bambino.
EDUCARE A TUTTO CAMPO

Se si osserva un bambino in età scolare disegnare


lo si vede assorto e impegnato a tal punto che,
se distolto da quel compito, si stizza e non vede l’ora di
riprendere il lavoro.
Tutto questo perché egli è preso dalla voglia di esprimere
i suoi pensieri, le sue emozioni e le sue percezioni
personali della realtà che non sempre corrispondono a
visioni realistiche del mondo perché sono convinzioni
soggettive, legate alla sua età e alle sue conoscenze.
Se un adulto guarda con occhio distratto il disegno del
bambino non può comprenderne l’essenza, anzi quello
che ai suoi occhi sembra uno scarabocchio per il bambino
potrebbe aver un’importanza assoluta.
EDUCARE A TUTTO CAMPO

Per questo non è mai consigliabile correggere il disegno


prodotto da un bambino.
L’adulto può chiedere solo spiegazioni ma se il bambino si
rifiuta il messaggio descritto con tratti e colori
apparentemente illeggibili rischia di rimanere indecifrabile.
Eppure il disegno parla… racconta e dice molto: basta
saperlo osservare nelle sue caratteristiche di base ovvero
colore, forma, impostazione, linea, tratto, ecc.
La pratica clinica, considerando l’importanza del disegno,
se n’è servito per indagare e valutare
la personalità dei bambini soprattutto in
presenza di soggetti con disturbi psichici.
EDUCARE A TUTTO CAMPO

La scuola invece considera il disegno una risorsa ineludibile


di espressività e di creatività valida anche per attestare il
grado di maturità cognitiva dell’alunno.
Quindi il disegno per i docenti ha una valenza prettamente
didattica più che diagnostica, ma non per questo se ne
evita una lettura più approfondita.
Nell’analizzare un disegno bisogna considerare tre modalità
di azione del bambino, ossia la sua capacità di operare:
1. Generalizzazione.
2. Cancellazione.
3. Spostamento.
EDUCARE A TUTTO CAMPO

Man mano che il bambino cresce si evolve anche il


disegno fino a che diventa, in età più matura, libera e
creativa interpretazione e descrizione di realtà
oggettive.
Rimane certo che il bambino soprattutto in età scolare
attraverso il disegno manda innu-merevoli messaggi al
mondo degli adulti che lo circondano: basta saperli
interpretare per poterlo capire meglio e aiutarlo a
crescere serenamente.
EDUCARE A TUTTO CAMPO

Elaborata da MaX Pulver negli anni 30, questa teoria si è


mostrata validissima e tutt’oggi è considerata efficace.
Essa sostiene che:
Il bambino nell’atto del disegnare proietta sul foglio
l’ambiente nel quale vive, mostrando chiaramente come
egli ci si orienta, .
EDUCARE A TUTTO CAMPO

Le quattro zone spaziali di orientamento sono:


ZONA SUPERIORE

aspirazioni
interessi intellettuali
fantasia

SINISTRA
DESTRA
passato IO
futuro
introversione
estroversione
figura materna
figura paterna
passività
attività

ZONA INFERIORE

pulsioni - vita istintuale


esigenze materiali
concretezza
INCONSCIO
EDUCARE A TUTTO CAMPO

Secondo quest’autore anche la scelta della posizione del


foglio in verticale o in orizzontale ha la sua importanza.
Quattro sono per lui gli elementi di
maggior significatività:
1. Il sole
2. L’acqua
3. La casa (aria)
4. Il serpente (terra)
EDUCARE A TUTTO CAMPO
Questa teoria di Pulver rientra in quelle della personalità ed
essendo strutturata sul meccanismo della proiezione ha
una interpretazione squisitamente affettiva e non
considera altri elementi del disegno che invece sono
ritenuti essenziali da altre interpretazioni come ad esem-
pio: la dimensione del disegno, la scelta e l’abbinamento
dei colori, la pressione del tratto grafico, le proporzioni, la
preferenza data agli strumenti, la sequenza, le cancellatu-
re, i dettagli, la simmetria, il movimento e, soprattutto, l’età
del bambino, considerando che l’evoluzione del disegno,
come della scrittura, segue determinate tappe, ma che
ogni bambino è un caso a sé.
Roseline Davido, psicologa e specialista dei disegni dei
bambini, ha analizzato 5 disegni considerando 5 archetipi
che possono svelare molti segreti sullo stato d’animo
dell’autore…

L’omino
L’albero I pianeti,
il cosmo
La casa

I colori
L’uso di un colore predominante nei disegni dei bambini indica:
BLU – Indica la calma, la contemplazione. Il bambino che lo predilige questo colore
comunica che ha bisogno che vengano rispettati i suoi tempi e non ama sentirsi sotto
pressione.
VERDE – È il punto centrale di equilibrio tra i toni freddi e quelli caldi: indica la
tensione della crescita, quel particolare stato d’animo che serve per superare una
prova. Se utilizzato troppo, però, rivela un perenne sentirsi messo alla prova e quindi
un’insicurezza di fondo.
GIALLO – Colore vivace che comunica il bisogno di stare con gli altri ed è tipico dei
bambini allegri e bendisposti. Un bambino che utilizza quasi solo il giallo, o il giallo
unito al rosso può essere un tipo un po’ superficiale, poco riflessivo e in cerca di
continue avventure.
ROSSO – Rappresenta il consumo energetico quindi il dinamismo. È tipico di
bambini che non stanno mai fermi e che amano la competizione. Troppo rosso è
indice di un comportamento troppo aggressivo o iperattivo.
MARRONE – È il colore della terra, della rinascita e della gioia di vivere. Il bambino
che lo utilizza spesso rivela il bisogno di sentirsi bene fisicamente (come nel caso dei
piccoli malati per tanto tempo).
NERO – rappresenta l’”opposizione”, il “no” tipico dei 2 anni di vita, l’inquietudine e la
ribellione. Il bambino che utilizza prevalentemente il nero si trova in un periodo in cui
si sente contro tutto e tutti.
In ogni caso certi segni devono preoccupare l'adulto e cioè:
- L'impressione ricorrente di malessere nei disegni.
- Alcune parti dei personaggi mancano sistematicamente.
-Gli occhi sono senza pupilla o strabici.
- Prevalenza di nero nei colori.
- Il disegno è minuscolo o relegato in un angolo del foglio.
- Il bambino rifiuta sistematicamente di disegnare o strappa i
suoi disegni.
- Gli stessi disegni si ripetono per mesi.
- Le forme non sono chiuse.

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