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Testamento biologico, presentato il lavoro della


commissione. Bori: «Un servizio alle persone»
Dopo la metà di gennaio l'atto tornerà in commissione
Scritto il 14/12/10 • Categoria: Attualità

Con l’istituzione del registro dei testamenti biologici il Comune di Perugia non vuole aggiungere un diritto, «che sarebbe

illegittimo, ma ribadire semplicemente una possibilità sancita dalla Costituzione italiana, che consente al cittadino di scegliere

se sottoporsi o meno alle cure». Così il consigliere comunale del Pd Tommaso Bori ha presentato questa mattina in una

conferenza stampa il lavoro svolto dalla Commissione consiliare sui registri dei testamenti biologici. «Per chi non ne vorrà
usufruire – spiega Bori – non cambia nulla. Cambierà moltissimo invece per chi vorrà decidere di sottoscrivere il documento

sulle disposizioni anticipate di trattamento».

No agli scontri Il rischio, in questa vicenda, è quello di un rinfocolare dello scontro tra laici e cattolici.
Scontro che Bori tiene a smorzare: «Non c’è alcuno scontro tra le parti anche perché l’obiettivo finale
dell’intera operazione, in ogni caso, resta quello di rendere un servizio – spiega il giovane democrat,
ossia dare un’interpretazione autentica e non equivocabile della volontà della persona. Ciò potrà essere
fatto attraverso uno strumento che non contiene soluzioni di parte, perché al suo interno è prevista sia la
possibilità di chiedere la rinuncia che la prosecuzione delle cure».

Il coordinamento con l’Asl2 Nell’atto, inoltre, è stata inserita anche la possibilità di rendere la
dichiarazione in merito all’intenzione del paziente di donare o meno gli organi in seguito alla morte.
Sempre Bori ha inoltre sottolineato che la Commissione ha ritenuto utile e necessario coordinarsi con la
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Asl2 e l’Azienda ospedaliera di Perugia affinchè sia data massima diffusione al nuovo strumento, in
modo tale che possa essere trasmesso ai medici di base, onde permettere la massima informazione ai
cittadini. «Vorrei chiudere evidenziando che la richiesta fondamentale avanzata dalla Commissione
consiliare è e rimane ai nostri parlamentari, affinchè procedano a legiferare in materia, uniformando la
stessa a livello nazionale, come già avviene in molti altri paesi europei e mondiali».

Gli aspetti giuridici Gli aspetti giuridici della questione sono stati trattati invece dalla professoressa
Alessandra Pioggia, la quale ha ribadito che la Commissione ha deliberato sapendo di trovarsi all’interno
di un panorama giuridico già delimitato: l’articolo 32 della Costituzione, infatti, stabilisce con precisione
che nessuno può essere sottoposto a trattamenti medici non desiderati, coordinandosi così con i principi
di uguaglianza e dignità. In virtù di ciò, di fronte ad una dichiarazione anticipata sui trattamenti,
quest’ultima assume validità giuridica ed il Consiglio Comunale di Perugia non ha fatto altro se non
disciplinare un servizio che sia di supporto all’esercizio di un diritto già esistente; un servizio, è bene
precisare, gratuito e di facile accessibilità a tutti. Il documento, però, è e resterà sempre un atto privato; la
conservazione da parte del Comune delle dichiarazioni, infatti, non attribuirà alle stesse alcun valore
aggiuntivo.

Gli aspetti medici Il dottor Fausto Grignani, professore di medicina interna e già Preside della facoltà di
medicina e chirurgia, ha evidenziato, invece, alcuni aspetti tecnici. Nel caso specifico, in particolare, la
Commissione ha inteso misurare le parole all’interno del testo licenziato, confermando che si tratta di
dichiarazioni utilizzabili nel caso in cui vi sia una lunga ed accertata perdita di coscienza da parte del
paziente, per il quale non sia verosimile il recupero delle facoltà. Grignani ha confermato, inoltre, l’inutilità
di un servizio di accesso alle dichiarazioni di trattamento 24 ore su 24: infatti la scelta relativa alla
prosecuzione o interruzione di una strategia medica di sostegno vitale ad una persona che abbia perso
definitivamente la propria capacità di coscienza si colloca sempre in un momento di alcuni mesi
successivo al verificarsi dell’evento che ha determinato tale situazione; quindi c’è tutto il tempo per
acquisire le dichiarazioni anticipate di volontà rispettando gli orari di ufficio dell’Amministrazione.

L’iter istituzionale La consigliera Tiziana Capaldini (Pd), presidente della commissione Affari
Istituzionali, ha invece illustrato le prossime tappe che porteranno all’approvazione del regolamento
comunale sull’istituzione e la disciplina del registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento. «L’atto
votato dal Consiglio Comunale, con cui è stato dato mandato alla speciale commissione di occuparsi
della materia, prevedeva espressamente la necessità di riportare il materiale prodotto all’attenzione della
massima assise cittadina. Dunque nella prossima seduta di lunedì ci sarà questo passaggio, dopo il
quale sarà consentito alla IV Commissione Consiliare di avviare i propri lavori per procedere alla
definitiva elaborazione del Regolamento. Dopo l’ulteriore analisi a cura della Commissione, infine, il
documento verrà nuovamente riportato in Consiglio Comunale per la votazione finale». Quanto ai tempi, è
prevedibile che la IV Commissione sarà investita della questione dopo il periodo di festa e, dunque, a
partire dalla prima metà del mese di gennaio. Per l’approvazione finale, invece, rimane un punto
interrogativo, stante la presenza di un contrasto in essere ad oggi tra le interpretazioni date alla questione
dai Comuni e quelle offerte da alcuni Ministeri.

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