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SIMONE CONSORTI

PERCHÉ HO SMESSO DI SCRIVERTI VERSI


Simone Consorti

PERCHÉ HO SMESSO DI SCRIVERTI VERSI


Il tuo modo d’amare è lasciare che io ti ami
Il sì con cui ti abbandoni è il silenzio
Mai parole e abbracci mi diranno che esistevi
O mi hai amato: mai.

Pedro Salinas

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 2


I

Da “ARMI DA DIFESA”

SOMIGLIA AD UN FUMETTO TUTTO QUESTO

Somiglia ad un fumetto tutto questo


Con te che te ne vai piena di denti
Ed io che piango e svengo e tutto il resto

Te li ho gettati in blocco i salvagenti


Ed ora che sei in salvo e navigata
Tu m' hai dimenticato in mezzo ai venti

Ricordo il giorno quando sei arrivata


Sembravi uno straccetto da strizzare
Più brutta di una scimmia appena nata

Avevi tutto intorno il grande mare


E gli occhi quelli chiusi i denti muti
Già avevi una gran voglia di scappare

Fu un attimo la scena dei saluti


La voglio ricordare più che posso
Restammo pressappoco sconosciuti

Eppure da allora ti porto addosso


E non mi importa che sto fuori sesto
E non mi importa più del mare mosso
Quest' acqua è stata pure tua del resto

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 3


ARMI DA DIFESA

Qui al buio davanti a un computer


a battere parole bare
quando poesia sarebbe uno scooter
che ci portasse fino al mare

Poesia è forse bugia


che sogna la verità
Poesia è amnesia
che lascia le pagine a metà

Ma ho sempre usato il bilancino


anche in prosa
Sono anni che spino
una rosa

Per non rischiare di graffiarmi


uso guanti da presa
Sento il bisogno di armi
da difesa

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 4


TRA GLI INTERESSI DI ALCUNI VECCHI

Tra gli interessi di alcuni vecchi


Ci sono i cassonetti
Capita che si irrigidiscano,fermi
A guardare lische
piatti di plastica e altri avanzi
Attratti come da una verità
Se assisti a certe scene
Lì per lì li compatisci
Ma più che altro resti perplesso
Tu che ormai non ti soffermi
Nemmeno sui tramonti o su di lei

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 5


DOMANDE GIUSTE

Se davvero vuoi risposte


Fammi le domande giuste
Non mi chiedere
Se c’ è posto per te nel mio cuore
Il cuore è una pompa senza forma
O dimensione
A volte può diventare enorme
Alterandosi fino a confondere
Sole e notte
Non domandarmi se lì c’è
Uno spazio
Un cantuccio o un riparo
Anche piccolo
Chiedimi semmai
Come fare per entrarci

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 6


PRECIPIZIO

Ho spezzato la
punta di una ma
tita
nella foga di
dare un segno di
vita

Ho finito l’ in
chiostro e adesso in
tingo
nella mia poesia
e che sia bugia
fingo

Ho spezzato ver
si soltanto per
vizio
come in una reci
ta davanti a un preci
pizio

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 7


L’ AMARE ME STESSO

Forse so solo chiedere


il mio incedere
zoppicante
le mani in tasca il tic alle guance
la mia spalla reclinata
da Madonna botticelliana
e i miei sguardi che su tutto si gettano
che chiedono come i cani
e più dei cani si aspettano

Forse so solo dare


i miei regalini
inutili troppo stupidi
per esser ricambiati
e la risata stentata
per la strada la mia aria precaria
che dona a tutti sicurezza leggendaria

Forse tra il chiedere e il dare


ho sempre omesso il compromesso
il chiedere a me stesso
il dare a me stesso
l' amare me stesso

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 8


TRA LETTERE E COSE NON DETTE

Tra lettere e cose non dette


Ci siamo lasciati per bene
E mica per scherzo
O così come viene

I pugili rotti gli indugi


Cominciano a darsele forte
E c' è pure quello
Che incontra la morte

Ma spegnersi in lettere indegne


Lontani dal gran riflettore
E' un gioco più innocuo
E non c' entra l' ardore

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 9


AVREI VOLUTO ESSERE UN TUO FANS

Non l' ho scelto mi ci sono trovato dentro


quasi si può dire che non c' entro
con questo amore senza chance
Avrei voluto essere un tuo fans
uno con la foto nella tasca
non quello in mezzo alla burrasca
La gente che parla di un amore per gioco
tutte schermaglie e niente fuoco
mi pare che ne sappia davvero poco
di che significa scrivere lettere
e di iniziarle e non riuscire a smettere
anche quando sai che finiranno tra tante
e non saranno nulla di importante
anche quando sai che passerai per invadente
o per completo deficiente
Io che lo so sto attento a un tuo gesto
per trovarci ancora un pretesto
per scriverti sognarti e tutto il resto
L' occhio freme il cuore freme
Ah potere stare insieme
su una spiaggia per il tempo di un tramonto
per il tempo di perdere il conto
Ma questi sono sogni e sono niente
e forse a leggerli è un tuo assistente
E allora tanto vale fingere fare i bari
darti un appuntamento sulla luna magari
Dove non ci andrebbe nessuno e staremmo pari

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 10


CON L’ ARIA CHE TIRA

Con l’ aria che tira


È meglio lasciarci
Non vale una lira
Questo trascinarci

Diciamoci addio
E basta rimpianti
Paghiamolo il fio
Per andare avanti

E’ tardi e già sento


La vita salpare
Ma crederci al vento
Ma crederci al mare

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 11


LA BOCCA A FORMA DI CHIGLIA VICHINGA

La bocca a forma di chiglia vichinga


si aggirava come sempre ubriaca
tra i divani, con le mani da zingara
esperta in amore ed il cuore staka-
novista, vuoto come una siringa
Girava col suo umore di lumaca
si fermava preparando un' arringa
Ma appena apriva bocca... una cloaca

Voleva le provassimo il respiro


perché il suo uomo lui l' avrebbe uccisa
se la scopriva. E se gli davi retta
appena gli giungevi sotto tiro
crollava come una torre di Pisa
con quella sua bocca a forma sospetta

Io in genere non mi trovavo il naso


quando passava lei: me lo schiacciavo
per renderlo meno ovvio e, nel caso
me lo scopriva, agghiacciato gridavo
di non averlo, che ero tutto raso
da quando ero finito accanto, a tavola
a un noto assaggiatore sadomaso
smorsato prima e quindi fatto incavo

Mi risparmiò sempre, per tenerezza


forse. E fu una fortuna tutta mia
che quella strana vita sia passata
Solo a distanza colsi la sua brezza
Ma oggi, forse, dalla nostalgia
mi ci sottoporrei, alla fiatata

Giuro che sembrava di stare dentro


un racconto di Poe: proprio nel centro.

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 12


PER NON AVERE RISPOSTA

Lo so che non esisti come esisti in questa poesia


E so che certe cose
Potevo dirle a voce
Invece di scappare
Ma è andata così questa volta

Diceva quel tuo amico


Essere pronti è tutto
Ma essere pronti a cosa?
A quando Mike Bongiorno fa la domanda?

Ricordo quel 6 di gennaio


In due parole due
Mi avevi detto tutto
E io zitto

Che imprevisto regalo


E io l' ho impacchettato
E mi è rimasta carta
Nemmeno un po' di nastro
O qualche impacciato coriandolo

Ma era bello quel giorno aspettarlo


Trovare le parole
Insieme cercare una rima con Pàncreas

Eppure niente esiste come esiste in questa poesia


Ed è la nostra storia
Perché anche in una notte come questa
Se stendo righe pensili e non arrivo al fondo
Se scrivo frasi senza un francobollo
E’ per non avere risposta.

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 13


CASE TOCCATE DA UNA LUCE

Case toccate da una luce


Uomo che cerca la sorgente
Sta diventando sempre più truce
Questo scherzo di non trovare niente

Pacificazione di un interno
Ombra e ambra sui muri
Essere eterno e moderno
Si dice ogni tanto il pittore

Ma ogni volta è una cosa diversa


E forse è troppo impari la lotta
Cercare la luce persa
E' indagare la propria disfatta

Pacificazione di un lungo bagno


Pittore a bocca aperta guardando in alto
Spera di agguantare a volo il ragno
Perché non sporchi lo smalto.

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 14


GELIDI SCHELETRI E VERMI

Gelidi scheletri e vermi


Intrecciati in amplessi eterni
Il futuro è servito!
Ma tu sostieni che hai altri progetti
Più impellenti
Dopo le Municipali
Infatti vuoi presentarti
alle Comunali
E poi alle Provinciali
E poi per la Regione
- Bastano tremila voti
Quanto le copie che hai venduto - dici
E questo ti sembra che un minimo
Ancora ci avvicini

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 15


ESTRANEI

Almeno tra due estranei


C’è la curiosità
Noi estranei
lo siamo diventati
Giorno dopo giorno
Conoscendoci sempre meglio

L’ odore di lavanda dappertutto


Il tuo portascarpe
Impeccabile e sempre brillante
Le orate con patate il venerdi

Almeno tra due estranei


C’è qualche novità

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 16


Tra gli altri si spinge si sgomita
da soli carponi si vomita

GLI SPOSATI E GLI SPAESATI

- Niente ha senso tranne


il farsi le canne!
La festa era bella che andata
e stavo diventando concettoso
Avevo una ragazza sottobbraccio
che toccavo un po' a casaccio
Misi su una faccia impaurita
e dissi che il mio alito
non sapeva più di alito
di chiamare un' ambulanza
- Vuoi baciarmi - le chiesi - per sentire?
Ma lei non si trovava le gengive
Mi passarono al telefono
un tizio bilingue
che credeva nella reincarnazione delle unghie
E mentre strillavamo
un' agitata andò di stomaco
sulla punta della mia scarpa destra
Poi provò l' alito con una finestra
e brindò al Leninismo con un posacenere

Passava la giovinezza
- senza fretta e con poca gloria -
di angoscia in baldoria
Anni avanti ci saremmo ritrovati
le stesse persone alle stesse feste
gli Sposati e gli Spaesati.

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 17


SE NE ANDAVA VIA

Dove va chissà
tutta l'energia da ragazzini
Dove porterà
questo trascinarci per giardini

Ne parlavi piano
con quell’ espressione indifferente
E sulla mia mano
c' era sempre il segno di un tuo dente

Il nostro futuro
era un' ombra grande come i tigli
C' era di sicuro
che non li volevi proprio i figli

In me ci credevi
certo che avrei scritto prima o poi
Ma ti sorprendevi
se provavo a scrivere su noi

Erano racconti
ecco dove andava l' energia
Ma a far bene i conti
non andava
se ne andava via

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 18


OGNI ETA’ HA IL SUO PRIMO BACIO

Il primo bacio senza mani


senza lingua
il primo bacio di camomilla
su una guancia
ci mise un secondo a tradirmi
e ad infliggermi un gran mal di pancia

Il primo bacio ardente


senza respirare
giù come un tuffo
a ripensarci oggi
mi sembra ancora buffo

Un bacio che posso soltanto


immaginare
il bacio sulle ciglia di una figlia
Un bacio che mi potrebbe saziare

Il bacio insospettato
del nonno
Non è Natale né Capodanno
neppure è festa
e dalla sorpresa
la nonna quasi ci resta

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 19


MI MANDAVI BACI IN BOCCA

Mi mandavi baci in bocca


Col piccione viaggiatore
La bestiola mezza tocca
Ci metteva quindici ore

Delegavi le minacce
Al tuo falco da primato
Se perdeva le mie tracce
C’ era un’ aquila in agguato

Mi mandavi a quel paese


Grazie a un pappagallo giallo
Quello pieno di pretese
Si portava il piedistallo

Ma venivi di persona
Quando c’ era da volare
Sento ancora l’ aria buona
Sopra un mare di zanzare

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 20


IL BUON BYRON SPUTEREBBE

“Visse a lungo
senza aggiunger
vita agli anni”

E a mio nonno
gli starebbe
pure bene

Ma il buon Byron sputerebbe


su una lapide
del genere

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 21


LEI NON MI CONOSCE MA IO SO IL SUO NOME

Lei non mi conosce ma io so il suo nome


Un nome dolce un nome gentile
Vorrei parlarle ma non so come
Scappo ogni volta mi sento un vile

La guardo e la guardo svanire


E quel che mi resta è un po' d' ombra
Mi chiedo se è lei l' avvenire
Ma solo oggi ho la mente sgombra

Sono pochi gli amori che vanno in porto


Come le poesie quasi tutti
Si fermano ad un punto morto
E mai che diano frutti

E io so il suo nome: Francesca


E mi vergogno a dire che l' amo
Forse spero solo in una tresca
Ed è Cupido lui il preso all' amo

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 22


COME DOPO UNA CANZONE

S’ aprono giorni come finestre


Giorni da cui si affacciano
Ragazze come cucù

Mi sento un extra-terrestre
Quando ogni volta mi cacciano
Perché non torni più

S’ aprono mani come rose


Ne escono parole in rima
E poi disperazione

Si richiudono le solite cose


E tutto è come prima
Come dopo una canzone

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 23


ARCHITETTO CONDIVIDO IL TUO PROGETTO

I
Architetto condivido il tuo progetto
un bambino e un matrimonio
Più una macchina più larga e un’ altra casa
In un quartiere di gente perbene
Ti ascolto perché a volte hai gli occhi dolci
Quando sogni
Dalla tua voce trapela una luce
E diventi misteriosa come un’ ombra
Eppure se ci penso tutto è chiaro
Tu hai appaltato il futuro

II

Il tuo progetto è più o meno lo stesso


Mi pare solo l’ uomo che è diverso
… Vi incrocio un mese dopo a uno spettacolo
Lui ti tiene per mano
E dove ci stava il mio anello
Ce n’è un altro un po’ più bello
Niente più lapislazzuli falsi
Ma veri carati
E anche tu luccichi meglio
Con più orgoglio
Distrattamente
Si incrociano i nostri occhi
Ma non si incrociano più le lame
Ora sei di un altro reame
E non mi guardi più dall’ alto in basso
Ma solo da lontano

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 24


BELLI COME LA LUNA PALLIDA

Che poi ogni minima discussione


addirittura sul sesso di un clone
debba finire ogni volta
con uno che sbatte la porta
questa è una cosa che non si sopporta

Fossimo meno razionali


o almeno avessimo meno ideali
Ma così come siamo
che possibilità abbiamo
di un altro ti amo

Scrivere questo degli uccelli


che controvento sono più belli
Impotenti come buste di plastica
e furiosi come un vento che scalpita
Belli come la luna pallida

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 25


PER VIA DI QUELLA SPECIE DI CANCRENA

“Per via di quella specie di cancrena


Ero per metà tutta nera…”
disse indicandosi sulla pancia
Quell’ abbronzatura immaginaria
“…a sentire l’ anestesista
mi restavano due ore di vita”
continuò segnandosi dove
l’ abbronzatura si affievoliva
Lui pensò…due ore
Poco più di una partita
Coi supplementari e coi rigori
Meno di certi film di Antonioni
Poi gli venne in mente
che erano più di due ore
Che stavano insieme
A scambiarsi parole
E che già un’ altra volta
Aveva fatto conversazione
Con uno che era stato in coma
Quel tizio era uno enorme
Non ricordava se anche lui fosse abbronzato
Ma solo dei suoi rotoli di grasso
Perché dopo il coma
Aveva preso a mangiare intortandosi
Lei invece
A dar retta a quel che diceva
In quegli istanti era entrata in un tunnel
Che finiva in un sottilissimo canale
una specie di piramide
Dove per un tempo breve
si era sentita bene
Come un faraone
Lui pensò che del ciccione
Si sarebbe ricordato giusto il grasso
Mentre di Elisa (si chiamava così)
A parte la sua storia
Non avrebbe mai dimenticato
I suoi occhi verdi intanto
E poi come muoveva
La sua piccola bocca parlando
La sua piccola bocca un po’ storta
In quel giorno d’ agosto
Davanti al mare
All’ ora del tramonto

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 26


CARA EX AMORE EX AMICA EX TUTTO

Cara ex amore, ex amica, ex tutto


Facesti male i calcoli a piantarmi
D' autunno, perché è stato senza frutto
Svegliarmi dal torpore per mummiarmi
Subito, il sogno di noi già distrutto

Ricordi? Ti seccavano i miei carmi


Li chiamavi "bugiardi" e "farabutto"
Il tempo che toglievo a noi per farmi
Bello, così lasciandoti all' asciutto

Indifeso ti piacevo: lo charme i


Trucchi, le maschere da ciucco o a lutto
Le odiavi come tutte le mie armi

Ed io che ti amavo perché eri forte


Io sì, che ria(ni)masti e ti pentisti
Io ti credevo toccatami in sorte

Sento ancora i tuoi occhi-specchi tristi


(Si aprivan cigolando come porte!)
Avevi lacrimoni come cisti
Che sezionavi, gelosa alla morte

E sopra certe pagine di Liszt, i


Concerti, ne inzuppavi intere scorte
Di stoffe. Ma sto bluffando... noi artisti
Lo sai, per spazzar via le foglie morte
Le inventiamo, avviando il repulisti.

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 27


L’ ALBERO DELLE SPERANZE MATURE

Più giù delle onde l’ orizzonte


Più qui delle onde le mie orme
E poi le speranze mature
In bilico anche loro tra il cadere
E il rimanere in bilico tra il cadere
E il rimanere in bilico

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 28


D’IN SULLA VETTA D’UNA TORRETTA

D' in sulla vetta d' una torretta


Visionario, solitario stai
Passero che sogni ben altra vetta
Passero che non ti passerà mai

Di lì vedi dentro una toletta


Una donna che con gesti gai
E' più di mezz' ora che si umetta
Mentre in cucina il forno fa guai

Vedi ragazzi andare di fretta


Chissà dove, verso quali viavai
Dalla toletta spunta una tetta
Ma tu te la sei persa. Ahi

Tutto il mondo non è che disdetta


Canti e trapassi questo lo sai
E sempre è la parola non detta
Quella che in punta di lingua hai

Dovremmo fondarla questa setta


Di disperati! Che società! I
Membri saremmo io te chi è in bolletta
Leopardi, e quant' altri. Dai

Figurati che mi innamorai


E lei era talmente abietta
Che quando una volta mi ammalai
Si rifiutò di farmi la peretta

Passero, questa vita va stretta


A te come a me, vita di guai
Senza donne o qualcuno che ammetta
di amarci con l’ anima; in mezzo a vespai

E a libri buoni solo a far cassetta


Senza più editori buongustai
...No, pur senza l' alloro che ti spetta
Tu del tuo costum non ti dorrai

Né io cercherò una mia vendetta


Io scriverò e tu il volo prenderai
Quando l' uomo che tra sé balbetta
La sua noia più non capirai.

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 29


II

Da “PERCHE’ HO SMESSO DI SCRIVERTI VERSI”

VERITA’

Verità non è svuotarsi la coscienza


Verità è mantenere una promessa
- Non lo vedrò mai più - mi avevi detto
Per caso ti ha bendata
portandoti a letto?

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 30


LA TUA CONSOLAZIONE

Hai una paura oscura


Dell’ amore
Dici che niente come il cuore
Fa soffrire
Poi però aggiungi
Che tra gli organi interni è l’unico
Non aggredito da tumore
E questa è la tua consolazione

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 31


PER CASO

Come cassetti semiaperti


i tuoi vestiti che riempi
Qualsiasi cosa metti
attirano gli sguardi come specchi
I tuoi sono segreti che non celi
E a cui a volte accenni
Ma che non manifesti
Sono lettere d’ amore esclusive
Dimenticate lì per caso
Per chiunque abbia voglia
Di sentirsi escluso

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 32


LE LACRIME SON FATTI INVOLONTARI

Le lacrime son fatti involontari


un po’ come le erezioni
Il problema nasce quando te le causa
e scientificamente te le provoca
la stessa persona

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 33


UN CUORE INCARTATO

Un cuore non è un pesce puzzolente

Un cuore “incartato”
È un libro che non puoi aprire
Una caramella che non puoi succhiare
È una lettera illeggibile
Scritta non so come
E sigillata colla ceralacca
Come un’ingiunzione
Può essere al massimo
Se ti sforzi proprio tanto
Giusto una bella confezione

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 34


IN QUALCHE MODO TU SEI ENTRATA IN ME

Non so se i nostri occhi a sovrapporli


Si specchierebbero gli uni negli altri
O i tuoi si insinuerebbero nei miei
Oppure se a unire
i nostri sorrisi
Potremmo illuminare
Come una candela
Lo spazio e il tempo di una cena
O tutta una stanza
Oppure un’ intera esistenza
Nemmeno ho cognizione
Se le nostre bocche
Com-bacerebbero come ventose
O la mia comprenderebbe
Tutte le tue parole
Però io so
Che in qualche modo tu sei entrata in me
E devi essere entrata credo
Da qualche porta scorrevole
Perché da un po’ di tempo
Giuro che gira tutto

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 35


FURTO DOPO FURTO

Qui c’ è un uomo che di te


vuole prendersi tutto
attimo dopo attimo
furto dopo furto
Lui non vuole
solo rapirti il cuore
Lui vuole continuare a rubare
e non ravvedersi mai

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 36


SCUSA SE TI CREDO MA NON POSSO FARNE A MENO

Scusa se ti credo ma non posso farne a meno


ho bisogno che il tuo sole splenda
perché il mio cielo sia sereno

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 37


ALCUNI SCIENZIATI SOSTENGONO

E’ stata trovata la formula


Della felicità
Per l’ Australopiteco:
“Serenità X Soddisfazioni
X Pi Greco”
Più difficile è quella per l’ uomo
Alcuni scienziati sostengono
Che sia irraggiungibile a causa di un pomo

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 38


PERCHE’ HO SMESSO DI SCRIVERTI VERSI

Dopo tre mesi di lettere


e poesie d’ amore a tutto spiano
finalmente ti sei arresa
però con un altro
Per giunta mi chiedi
perché ho smesso di scriverti versi

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 39


COME MACCHINE DA USARE

Della tua vita ti sei portata


A letto il peggio
Poco amore
E nessun nodo in gola tra le lenzuola
Semmai qualche maschio attrezzato
Muscoli oliati affidabili
Come macchine da usare

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 40


TUTTO E’ SOTTILE

Il rapporto si è fatto più casto


Siamo confidenti più che altro
Nei suoi occhi trasparenti
Continuo a vederci un acquario
Ma non ci affondo e affioro più
Ad ogni attimo
Lei ha respiri sottili
E soffia a stento l’ aria
Come se senza l’ amore
Le mancasse una branchia
Tutto è sottile in lei
Anche i pensieri in effetti
E dev’essersi accorta anzi
Dentro quali acque agitate da tormenti
Stiano fluttuando i miei pesci

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 41


IO NON AVREI AVUTO DUBBI

Tra avere l’ uomo con cui ridi accanto


Oppure dentro
un rimpianto
Io francamente
Non avrei avuto dubbi
Ma io non sono te
E forse nemmeno quell’ uomo
Magari quello lì
Preferivi ancora attenderlo
Piuttosto che dargli le mie mani
la mia bocca e certi altri
miei connotati
Lo capisco
Ma siccome ci sono passato
E un po’ so come ti senti
Cerca casomai
di non avere ripensamenti

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 42


ARRAMPICANDOMI SUGLI SPECCHI

Anche se non erano trofei


coccarde volpi imbalsamate
o avorio di elefante
i tuoi piccoli sorrisi
e i tuoi grandi sguardi
li tenevo molto in alto
come su di un piedistallo
in cima a tutti gli altri sentimenti
Ma in realtà stavo solo
arrampicandomi sugli specchi

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 43


ANDAVANO D’ ACCORDO I NOSTRI SEGNI

Al netto di tutto
Quello che lei mi contesta
È che non l’ ho mai resa felice
Non è proprio una cosa da poco
Come lagnanza
Né una faccenda di scarsa importanza
C’ era il sentimento e pure il sesso
Andavano d’ accordo i nostri segni
- perfino gli ascendenti -
Insomma erano perfetti gli ingredienti
Eppure per lei la ricetta
Risultava troppo sciapa
Mentre per me la pietanza
Era sempre un po’ troppo salata

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 44


COME SI SCRIVE AUSCHWITZ

Dopo il film su Anna Frank i ragazzi


Mi chiedono come si scrive “Auschwitz”
Un’ unica domanda
Asettica e ortografica
Che non mi crea imbarazzi
Non mi domandano
Quante persone
Stipavano in ogni vagone
se l’odio nasce dalla testa o dal cuore
O perché ti scambiavano il nome
con un numero di targa
Come se fossi un fuoristrada

In ogni caso ad Auschwitz ci sono stato


All’ entrata c’ era un chiosco
Dove vendevano wurstel
E la mia domanda
-quella che a me sorgeva spontanea-
Era come si fa
Ad addentare carne
In un posto così
Intanto dentro
La gente scattava foto a mitraglia
Alcuni addirittura in posa
E uno perfino impostando un sorriso

Guardo i ragazzi
Che hanno visto il film
E che nonostante le immagini
Di cenere e sangue
non hanno proprio altre domande
- A come Ancona - gli dico
U come Udine
S come Savona
C come Como
H come hotel
W come Washington
I come Imola
T come Torino
Z come Zorro

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 45


Davanti alla Cnn mentre abbattono
un busto di Saddam Hussein

CON L’ EUFORIA DEGLI UBRIACHI

Con l’ euforia degli ubriachi


tirano giù la statua
che hanno idolatrato per 30 anni
E’ come se buttassero giù in un attimo
dalla finestra di Capodanno
l’ intera loro vita
come una lavatrice sgangherata

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 46


TERRA DI GUERRA

Un’altra cosa grave è che a Las Vegas


già hanno brevettato
riempito e venduto una boccetta
con su scritto “Terra di guerra”
sopra la linguetta

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 47


QUALCOSA COME UN FILO DI RAME

Pare che un rumeno


Sia caduto da un’ impalcatura
Sembra che era in nero
E che il Palazzinaro rischi la galera
Sui suoi giornali intanto
Il rumeno è già passato per un ladro
caduto mentre stava scavalcando
Per rubare nel palazzo in costruzione
Qualcosa come
un filo di rame

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 48


MELE CON PERE

- E allora quelli
Sempre col santino e tutto quanto
Che si sono schiantati con la macchina
Andando dal santo?

A livello statistico - risponde lui


Non sono casi rilevanti
- Inoltre la statistica - aggiunge
Non puoi paragonarla coi miracoli
Non si tratta di faccende
comparabili o sommabili
- Come le mele - dice - con le pere

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 49


NON MI DOMANDO PIU’

Non mi domando più


Se come simbolo
Sia più bianco il cigno o il giglio
O se affinando
Determinate tattiche
Si possa dar forma geometrica
All’incommensurabile
Tante domande
Non me le sono più fatte
Ma il tragico è che certe volte
Rimango chiuso in camera
Per non doverti dare risposte

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 50


È COMODO MA È COME

È comodo ma è come
Se qualcosa gli mancasse
A stare da soli
In un letto a due piazze
Per quanto ti allunghi
O stiracchi
Non troverai mai le sue mani
Capaci anche al buio
Di capire tutto

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 51


OGNI VOLTA CHE MI UCCIDI

Che cosa gli manca


A questo frappè di banana con panna?
E cosa non ha
questa splendida spiaggia
Con mille ragazze
Mollemente adagiate?
Il gusto di panna è appannato
La voglia di arrivare all’ arenile
Si è arenata
E l’ idea di buttarmi
con quasiasi ragazza
Mi dà la stessa eccitazione
di una ragazzata
Il fatto è che quello che cerco
È altrove
Su altri lidi
Vorrei essere lì
Ogni volta che mi uccidi

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 52


NON SI TRATTAVA DI RIEMPIRE UN FOGLIO

Inevitabilmente
Questa sarà probabilmente
L’ ultima delle mie lettere
Ne riceverai a pacchi da altri
Ogni giorno sicuramente
Anche in lingue morte volendo
Tipo sanscrito o greco
Il problema però è proprio
che io le vivevo troppo
Perché per me non si trattava
Solo di riempire un foglio
Come si riempirebbe
Di carburante un serbatoio

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 53


III

LA REALTA’ VA E VIENE

L’ UOMO CHE SCRIVE SULL’ ACQUA “AIUTO”

Di una ragazza stesa su una spiaggia


Davanti a un mare che non ha mai sosta
Di una fumata che di nero irraggia
E il sole squarcia, e pare farlo apposta

Di un guardone di dune, lui che assaggia


La sua disperazione. Di una costa
Morsa, che trova un' espressione saggia
Di un' onda che non avrà mai risposta

Di un signore malinconico e ironico


Vissuto, che scrive sull' acqua “aiuto”
Di una morte che nessuno si immagina

Di un sangue che di-scorre su una pagina


Bianca, chiuso in una stanza, laconico
Di un morso, di un amore mosso muto.

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 54


CERCHERO’ SULL’ AGENDA

Cercherò sull' agenda


un bel sabato senza
vento
per uscire all' aperto
Cercherò tutto intorno
dove andare quel giorno

Avrò in testa una musica


e occhi delusi
da matto
per il cielo un po' fiacco
Avrò note ubriache
e parole più rauche

Resterò affascinato
dall' applauso smodato
notturno
del barista di turno
Resterò come chi
si è trovato così

E avrò voglia di vivere


quel che si scrive
da sé
Avrò limpida in me
una nuova poesia
per rimettermi in via.

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 55


L’ ANGELO

Ho seguito per ore


la gente camminare
su e giù per questo viale
Io ero tra loro ed ero tra voi

Ho dato alla più bella zingarella


non i soliti centesimi
ma un bracciale di plastica
l' hula hoop di Barbie

Sono stato per ore


a fare giri
e a sentire di un tenore
che pesava cento chili

La zingarella è tornata
con le dita pitturate
Chiedeva sempre cento lire
ma sapeste con che stile

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 56


SPESSO IL MALE DI VIVERE HO INCONTRATO

Sono sempre stato


fragile
Per mangiarmi le
escargots
avevo bisogno
di berci su vino
fin quasi ad ubriacarmi
Ma almeno allora avevo soldi e tanti

Sono sempre stato


fragile
E' sempre stato facile
farmi piangere
e disperare
e mangiare caviale su caviale
coi vecchi film di Hollywood al cinema

Sono sempre stato


ricco
e adesso andato a picco
mi sento un po' più buono
Signore/a
sia buono/a pure lei
non è da tutti mendicare
con sul cartone un verso di Montale

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 57


POCO PIÙ DI UN VIAGGIO CON LA MENTE

Un treno è un lungo viaggio che comincia


Con il dare la caccia a un finestrino
E va avanti tra un’ occhiata sguincia
E una frase audace a chi ci è vicino

Un treno è tirar fuori le parole


Che possano dar vita ad un salotto
E raccontare quello che si vuole
Ed inventare storielle col botto

Un treno è diventare qualcun’ altro


Giocare al bimbo sperso nel baillamme
Mi credevo un buon viaggiatore scaltro
Ma a un sorriso di lei finisco in fiamme

Un treno è guardarsi perdutamente


Per poi lasciarsi innamoratamente
Un treno è tutto questo e non è niente
Poco più di un viaggio con la mente

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 58


SONETTO DELL’ ANELLO

Portavi al dito un
Anello di fidan
Zamento grosso quan
To un tumore dun

Que stavi già con un


Montato ed al roman
Tichese del mio slan
Cio misi presto un pun

To e venne finalmen
Te il tuo ragazzo un
Quattrocchi senza nien

Te da invidiare tran
Ne l’ aria da defun
To e il coso di fidan

Zamento che però


Gli si sfilava un po’

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 59


MOMENTI FETICISTI

L' ho sempre aspettata


la vita
Le davo dei nomi comuni
e attendevo
che come i cani
venisse a me
Felicità- la chiamavo-Trasgressione Piacere
ma lei niente
Presi a chiamarla Tristezza
e piano piano quella
senza fretta
cominciò col rispondermi un po'
Fu dapprima la voglia di scrivere
poi una voce di attrice di prosa
che nei sogni mi fu sposa

Le donne
quelle le ho sempre spiate
Credevo che fossero vita anche loro
Spiavo nasi dritti
sguardi persi
zigomi sporgenti
discorsi tra sorelle
Nei momenti feticisti
mi fissavo sulle ascelle

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 60


L’ ARIA CHE SULLA FACCIA MI PASSA

L’ aria che sulla faccia mi passa


Il sole che mi scalda,il vento
Che ogni tanto si alza
A tempo con la mia bonaccia
Sono da tempo i più fidati compagni
Non quelli che mi mettono i soldi in mano
E che “barbone” mi chiamano
E i giorni che ho i miei attacchi
Sono tutti lì che sciamano
Tutti quanti lì ad indicarmi
Barbone! Ma ho solo qualche chiazza
Di barba, e se mi attacco alla vinaccia
Davvero che sembro Van Gogh
E comunque a me piace chiamarmi
Ciglione o baffone
o qual era l’ altro nome?
E’ quella finta tonda della luna
È lei che ogni tanto mi oscura
E son quelle le volte che bevo
O ci provo, perlomeno
Grassezza mezza bellezza, Signora Luna!
Lasciati vedere, non vergognarti
Non andare per lasciarmi al buio
Dove i compagni urlano
“Meglio un giorno da beone
Che cent’anni da leone”
Ma che tremano come le pecore
Ad ogni giorno dopo
Barbone! E dormo nel cartone!
Ma io scrivo sonetti e se mi tira
Canto da tenore
E in fondo, in fondo a me ho la presunzione
Di averci capito qualcosa
Per esempio che sono caduto
Per esempio caduto in peccato
Ma non è detto, non è ancora calato
Il sipario
E anche se fossi caduto
Caduto nella stima di qualcuno
La cosa, seppure ridicola
Non può essere reciproca?
Di certo, lo so pure io che sto al verde
Però ho ancora alcune frecce

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 61


Al mio arco
E non è mica giunta l’ ora del bilancio
Sapete cosa? Qual che adesso sento
È strano ed è illogico
Ma questo nuovo, vecchio nuovo giorno
Forse cade a proposito

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 62


PER AFFONDARE

Di questa donna
conosco solo
la professione
E so che come
cammina mi
ricorda che
io sono qui
per affondare

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 63


NOTTE

Come quel cane


che annusa distratto
la propria fame

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 64


SOLO INCHIOSTRO

Diceva vienimi dentro


Diceva giusto per fare un esperimento
L’ esperimento che aveva in mente
Aveva l’ occhio ceruleo
Il volto giocondo e il capello biondo
Io le rispondevo in questo mondo
Son capace di schizzare solo inchiostro
Per questo quando se ne andò
Mi urlò contro che ero un mostro

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 65


I MURI

Come è difficile abbattere


i muri
Più che costruire zattere
e attraversare mari

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 66


IL TG2 NON LA SCOCCERA’ PIU’

Sdraiata in posa plastica su un prato


una vecchia col fiasco in mano
ride come un pagliaccio
passando dall’ allegria alle lacrime
in un attimo
Chissà che ci fa
davanti al Policlinico
Forse è malata
di sicuro la vita che conduce
non è sana
Quando ho detto al vigilante
che ci avrei scritto sopra qualcosa
mi ha fatto notare
che come soggetto
non gli sembrava il più degno
Non c’ è molto decoro in effetti
A scolarsi la realtà
dove gli altri si intubano l’ anima
Per mantenere un goccio di lucidità
Unica consolazione
Il Tg2 non la scoccerà più
Con quelle domande
Tipo se il grasso è bello o brutto
Se il cioccolato fa bene o male
O se si può davvero fare a meno
del televisore o del cellulare.

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 67


SCOLLATURA LASCIAVA VEDERE

La scollatura lasciava vedere


un gran paio di spalle
E che avesse troppo poco sedere
erano tutte balle
Aveva braccia di alabastro bianche
proprio come le statue
e quel che diceva con le sue anche
non eran cose fatue
Quando le chiesi di ballare mi
rispose con un soffio
effervescente di acqua di Vichy
- Ah, che povero loffio!
E mi nascosi allora il più vicino
che potevo, a tre tavoli
Di lì presi a sbirciare un quadratino
di lei. Per tutti i diavoli
se era in forma! Si mise a demolire
la mia camicia blu
Fumando scompariva e tra le spire
sembrava far cucù
Il pianista ballista era bevuto
oramai da un bel po'
Io rimasi ipnotizzato zitto muto
suonato k.o.
La mia faccia tutta era fatta ostaggio
eppure in quell' istante
trovai in me non so dove il coraggio
di tornare galante
Lei questa volta si alzò e mi puntò
addosso le sue cosce
da valzer (lunghe e calde come un paletot
e come due galosce
dure!). Appena cominciò la musica
ne rimasi schiacciato
Lei ripeteva - Illusi illusi illusi
Ed io rimasi secco
senza fiato

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 68


AVEVA MALINCONICI OCCHI IRONICI

Scriveva la sua regola di vita


sulle banconote da duemila
Ci metteva che pensava dell' amore
e lasciava scritto nome e indirizzo

Gli piaceva quel giocare a fare il cane


Aveva malinconici occhi ironici
e come i vecchietti a Napoli
mai nulla chiedeva tranne i miracoli

In vita sua mai aveva chiesto "aiuto"


Per paura di essere compatito
o che qualcuno gli desse
più di un dito

Non era cinismo il suo bastarsi


il suo guardare agli altri
pieno di meraviglia non era invidia
Aveva bisogno di qualcosa
ma non sapeva cosa
E non sapeva chiederla

Provarsi con i gesti


sarebbe stato ridicolo
tentare con gli occhi era patetico
Ma riuscirci scomparendo
sarebbe stato tremendo

Avrebbe scritto la sua regola di vita


sulle banconote da diecimila
Ma in fondo nulla sarebbe cambiato
anche se un dio trino e quattrino
magari per denaro
gli avrebbe teso la mano

D' altronde non esistono risposte


se non a domande
e il suo silenzio era ormai troppo pesante

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 69


IN LIBERA USCITA

Forse ho visto più tette oggi


che in tutti gli altri pomeriggi
Il sabato è speciale, se è per questo
Sarà perché è maggio, sarà il primo caldo
ma sono tre sabati ormai
che dovunque vado
a spasso o in locali da ballo
incrocio seni e tette
e mille cose belle
Su alcune c' è passato San Giuseppe
con la sua pialla, dico
ma quelle non le guardo, mica sono un pervertito
In caserma, c' è chi fuma l' erba
per sognarsele di notte, le tette
Però quelli sono suonati qua
e quando è l' ora della sveglia
di tutto gli piglia! Non vogliono alzarsi
si nascondono sotto il cuscino
fanno così col dito!
E' da un po' che vado da solo, il sabato
All' inizio gli altri mi andavano
ma ora mi sono stufato: si acchittano
allo specchio fanno i fichi
mettono gli orecchini quelli finti
E poi quando vedono una che è bella
gli piglia la tremerella
Da solo, con tutta la strada per me
mi fermo dove voglio
e in genere lo trovo, un posto
Imparo anche, guardando
e forse perché tengo la divisa
- e pure la bustina -
anch' io mi sento guardato
in libera uscita.
Di notte è un' avventura
a prendere l' ultimo auto: il 7 Notturno
Non ho mai ritardato di brutto
ma una volta che l' avevo quasi perso
mi è toccato di corrergli appresso
e la città mi sembrava un deserto
Poi mi sono fermato
perché era meglio la consegna
(che poi non è arrivata!)
che prendermi uno svenimento

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 70


NOVEMBRE '43

Eccola lì che si dà arie


con le sue tre tessere annonarie
per pasta zucchero
e una farina che è un sollucchero
lì contenta che non sgomita neanche
anzi sogna di montagne bianche
in attesa che la fila si esaurisca
fiduciosa che la neve non finisca.
Se non fosse per la cognata (quella mucca
stupida come una zucca!)
sarebbe un paradiso quest' inferno
né lei si accorgerebbe dell' inverno
di guerra, senza riscaldamento
e notti impossibili tra sibili e vento.
E' innamorata, Anna
e non le importa che è povera in canna
Il marito richiamato tornerà
a fine mese in città
e allora l' avranno, il tempo per parlare
e stare a letto quanto gli pare.
La fila, ecco, si esaurisce; Anna fa provviste
A casa la cognata fa le viste
di non sentirla; dacché è rimasta senza l'uomo
si è fatta davvero un bel tomo
la parola giusta è “mucca”.
Da un pezzo poi si trucca
Anna lei non vuol saperne niente
lei è rispettata dalla gente
Tantomeno si interessa
se l' altra non va neanche più alla Messa

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 71


OTTO BUONI MOTIVI

Dammi otto buoni motivi


perché non debba ucciderti
- mi disse il terrorista col coltello
Il mio cuore era in assedio
Sentivo la lama sulla gola scorrere
Non sapevo che dire e avevo timore
Di non saper contare fino a nove
Ma mi feci coraggio e segnando
Con le dita cominciai:
- Perché sono tuo amico- dissi esitante
- Perché tengo famiglia- supplicai
- Perché devo terminare il mio romanzo in dieci tomi
- Perché non ho mai visto New York
Sudavo freddo, perdevo colpi, il coltello
Sul mio collo cercava uno zampillo
Mi mancavano quattro ragioni
- Perché non sono pronto-urlai
- Perché voglio morire da eroe
Niente, non ero convincente
E ne mancavano due
Che non avessi un motivo?
Non uno per volermi vivo?
- Perché io sono un essere innocuo
Provai a impietosirlo
E fu in quel momento che si aprì l’ abisso
Io, che ero io, non ne avevo mezzo, di appiglio
Sentii tutto crollarmi, mi sfilarono davanti gli anni
Vidi il cielo gonfiarsi
E aspettavo ormai che agisse
.. Sono troppo poco Ulisse
Per la tua isola, Circe
Eppure
Ancora qualcosa mi tratteneva
Qualcosa che scorreva in ogni vena
Come un torrente, una rabbia, un insulto, una violenza
E dissi
- Perché voglio sopravvivermi

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 72


MADRIGALE PER UN’ AMICA

Siamo arrivati a rimpiangere i giorni


Quando avevamo paura di tutto
E passavamo i silenzi a rimpiangere

Sono tre estati che tu non ritorni


Ma lo so bene che per ogni frutto
Addentato c’è un passato da infrangere

E che ogni morso è un ri-morso e non vale


Ma non sognarti fa ancora più male

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 73


MATRIMONIO MORTORIO

Tu hai coronato
Di spine il mio sogno
Tu hai trasformato
In un calvario il matrimonio
Che cosa ti costava regalarmi
un abito bianco
come un giglio immacolato
Uno strascico senza inciamparci
E un tenore che ci desse il via
con l’ Ave Maria?
Che cosa ti costava
un ristorante degno della mia famiglia
E lasciare organizzare a mia sorella?
Startene un poco in disparte
A far scegliere a noi il menù
E se non avevi fame
non mangiare tutt’ al più?
Che cosa ti costava regalarmi un solitario
Come mia cugina
E fare contenta mia nonna
Che ero io la preferita?
Subito dopo avrei lasciato
Che mi mettessi incinta
E avresti scelto tu perfino il nome
se era una bimba
Che cosa ti costava
Farmi mettere un velo
Per mantenere un soffio di mistero?
Hai boicottato pure i fuochi d’artificio
E tanto hai fatto che, ti dico, ho preferito
Trasformare in una fine il nostro inizio

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 74


SARA’ PURE UN PARADOSSO

Sarà pure un paradosso


ma proprio in nessun altro posto
sulla Terra
giace tanta pace
come in un cimitero di guerra

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 75


LA BARA NON E’ ANCORA SIGILLATA

La bara non è ancora sigillata


Ancora entrano
Spiragli d’ aria
Il vento c’è
Il sole c’è
Il cielo c’è
Solo tu non ci sei più
Nella cassetta
Arriva ancora la pubblicità
E le lettere di chi non sa
L’ erba in giardino cresce
La bici in cantina arruginisce
Il gatto spilucca in un altro terrazzo

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 76


PASSATI GLI ANNI I GIORNI SON RIMASTI

Passati gli anni i giorni son rimasti


I giorni da sfogliare e da sfiorare
Passati gli anni si son fatti casti
I sogni e care le esperienze amare

Nessun litigio mai, niente contrasti


Memoria ti inganna, lasciala fare
E spera però che il cuore ti basti
Quando si tratterà di non barare

La vecchiaia è una confessione,no?


E tante fantasie vengono fuori
Quando nasconderle più non si può...

Che sorpresa i nonni rivelatori!


Alcuni si accontentano di un po’
Di ascolto per aprire i loro cuori

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 77


TORNO TRA POCO

Torno tra poco


Vado a scrivere una poesia
Speriamo ne esca qualcosa di buono
Per ora in mano ho solo
Una barca a vela
E un gabbiano in volo
Se si scontrano
Verrà fuori una poesia corta
Se invece come rette parallele
Continueranno a planare
Una di qua e l’ altro di là
Verrà fuori un testo sulla libertà
Torno tra poco
Sento che c’è molta carne al fuoco

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 78


SONO VENUTO SOPRA LA TUA FOTO

Sono venuto sopra la tua foto


quella che guardavo
furtivamente come un ladro
e di cui volevo fare un quadro
I tuoi occhi fissavano un figlio
Avevi denti bianchi come un giglio
e con labbra acerbe e ghiotte
parevi sporgerti
verso qualche oltre
L’ho guardata ancora
un'ultima volta
l’ho ammirata e mirata
e poi l’ho travolta

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 79


AH LECCARSI LE FERITE

Ah leccarsi le ferite
Sotto un sole così mite
E tra tante margherite

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 80


IL KILLER DELLE CAPRE

Se il Killer delle Capre


Raggiunge mio marito
Assisteremo al rito

Quel vecchio pervertito


Scommetto che ci spia
Dal party di tua zia

Per la sua eredità


Se il Killer lo fa a pezzi
Noi due faremo a mezzi

Perché tu intanto non


Ti spogli e resti con
I boxer col pompon

Qui siamo riparati


Tranne metterci a lutto
Possiamo fare tutto

Che amore avventuroso


Che storia da romanzo
Qui sola col mio ganzo

Per me è una meraviglia


Io preferisco il Killer
Perfino ad Arthur Miller

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 81


E’ IMBARAZZANTE NON ESSERE AMATI

C' è da aspettarsi altri tiri beffardi


Da questo Robin Hood da fondo quinta
Che invece di puntarli al cuore, i dardi
Te li scaglia più giù, sotto la cinta

Bisogna proprio essere codardi


E intanto a noi ci tocca di far finta
Di amarci. E' stato un attentato far di
Un' ora qualsiasi una scena spinta

Io li odio i Cupidi troppo impulsivi


E oggi che questa freccia ci minaccia
Certi angeli mi appaiono privi

Di alibi, colpevolmente bendati


E avidi, se hanno perso anche la traccia
Dei miei voti, più volte pronunciati

Ecco, indietreggio: e dietro del fard i


Tuoi tratti imbiancano, come respinta
Cerchiamoci domani, adesso è tardi
Ma il bianco non è rabbia... è fondotinta

Io ti guardo i fianchi tu non mi guardi


Parli di digiuni poco convinta
Io resto muto senza più riguardi
E allora è l' impaccio ad averla vinta

Carezze e poi parole come brividi


Ingannano le linee della faccia
E alcune, strane, ci lasciano lividi

E forse è che non siamo abituati


A far l' amore come andare a caccia
E' imbarazzante non essere amati.

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 82


FUORI NELLA

Fuori nella
Sicurezza
Della gente
Non c' è niente
Da rubare

Ma qui dentro
Qui nel centro
Della stanza
Tutto danza
Troppo adagio

Sa di stallo
Questo ballo
Sa di troppo
Né un intoppo
Può fermarlo

Non rimane
Che la fame
Di stanchezza
E con essa
L' amarezza

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 83


UNA FIGURA PIU’ BRUNA

Solo un viale sai


Di periferia
In una notte di gelo
Può essere così solo

Il viale non lo so
Ma io me ne compiaccio
Freddo non fa né caldo
E poi ci sono alberi
Pallidi trasparenti
Gialli come in dicembre
Deve essere
Un paesaggio tracciato dal gesso
Dove sta per entrare e passare
Una figura più bruna

Sono io
Io che interrogo l’ inverno
Con parole solitarie
Da spalare
Io che provo con un gatto
E mi va male

Il viale sta passando


La luna lo risale

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 84


LA REALTA’ VA E VIENE

La realtà va e viene
come tutto va e viene
e come te

Come nei film


quando sdraiati
ci si trova scorpioni nel letto
io anche mi muoverò con cautela
I miei tondi grandi occhi intenti
scorgeranno allo specchio
i miei piccoli e rossi occhi spenti
e si chiederanno questo
- Quel che appare di notte è reale?
Ma non avendo altra gente per confrontare
ancora torneranno a te
perfettamente bella

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 85


ECLISSE

Prima che il ricordo svanisse


Guardò in alto le stelle fisse
Segnò Amore in ordinate e Rimpianto in ascisse
E piegato il foglio scrisse:

"L' autunno, la stagione degli amanti


E' andato, annacquato dai rimpianti
Le foglie cadute, i rami pesanti
Danno ombre sorde, in certi istanti

L' autunno mi ha visto protagonista


Ho perso foglie, già! Ho perso di vista
I sogni...in letargo senza una provvista
Né la certezza che un risveglio esista

Mi son tagliato dietro tutti i ponti


Con te ho chiuso per sempre i conti
Per distruggerti, sai, senza sconti
Per raccontarmi nuovi racconti

Oggi mi lascio indietro tutto il resto


Voglio star bene, rimettermi in sesto
Poi so che non ti importa più di questo
E non ti importò mai, se sono onesto"

Prima che il diagramma apparisse


Cambiò Rimpianto con Dolore in ascisse
E vedendo tremolare le stelle fisse
Parlando al foglio disse:

"Se penso che mi tocca andare avanti


Senza miraggi più di nuovi incanti
Tra passi falsi e granchi ingombranti
L'idea mi schiaccia. Molto meglio che la pianti

Questa mia difesa oltranzista


Tutti i calcoli le pose da artista
Queste lacrime che annebbiano la vista
E che, pieno di dubbi, torni in pista

Tornerò a scalare monti


A sfidare i giorni, mi ritorneranno i conti?
Riuscirò ad affrontare i vecchi affronti
prima che nuovo addio mi smonti?

O finirò nel buio pesto


sprofondato troppo presto

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 86


magari dopo avere scritto un manifesto
col sangue di un ultimo gesto?"

In cielo più non c' erano stelle fisse


Tutto nero, tutto scuro, un' eclisse
Ma era un istante, non l'apocalisse
Da quel giorno, senza più calcoli, visse.

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 87


NON C’ E’ PIU’ GRANDE

Non c' è più grande


disperazione
dell' uomo solo
che incontra la sua ombra
nel fiume

Niente è più grande


dei suoi sorrisi pazzi
bugiardi
Niente è più piccolo
dei suoi sorrisi finti
da circo

Non c' è più grande


disperazione
dell' uomo solo
che cerca la sua stella
nel fiume

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 88


BATTITI D’ALI E DI ANIME

È un uccello
Che copre una nuvola
Che vela il sole
Che nasconde l’orizzonte
Il nostro amore
Ma almeno lui vola o ci prova
Battiti d’ ali e di anime
Voltano le pagine
Dei nostri calendari
Ci scompigliano i capelli
Confondendoci i giorni e i pensieri

Il siluro puntato sul futuro


Ora occulta quell’ uccello
che non è del malaugurio
e vela una stella cometa
che gravita leggera eppure gravida
intorno a una sposina di Chagall
Tutto quanto è celato
Compreso il giorno sul calendario
Oggi è tra una settimana che è passata
Se con il tuo dito nascondi la data
E indichi giorni impossibili

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 89


POESIA PER PAOLA

Ecco una bambina così piccola


Che riesce a ricordarsi nei dettagli
Le sue mille vite precedenti
Proprio una bambina che scodinzola
E abbaia sorridendo al suo domani
Sarà ingegnere edile
E innalzerà palazzi tanto alti
Che faranno ombra ai platani
E ripareranno i cani
Così alti che le Torri di Babele
Diventeranno rosse dall’invidia
E per nascondersi si faranno
Più piccole di lei da bambina
Paola l’ ho incontrata in un giorno di ottobre
Senza palazzi giganti all’ orizzonte
Anzi l’ ho incontrata adesso
In questo momento
E vi assicuro che in nessuna
Sua vita precedente
È mai stata così piccola e presente

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 90


MI SONO SVEGLIATO IN UN SOGNO

Mi sono svegliato in un sogno


E’ inutile che bevo caffè
È inutile che stropiccio l’ occhio
Dovunque mi rivolto ti ho davanti
Come una bussola che si intrufola
In ogni specchio
Come una stella polare
Che indica un Nord interiore
Ma ora che tu mi sei dentro
Mi sa che non posso più perdermi
In questo universo

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 91


UN UOMO CON UNA PENNA IN MANO

Un uomo con una penna in mano


Questo sono
In attesa di parole
Che mi aiutino a descrivere il tuo dono

Che non è un tesoro


Che non sono arcobaleni di colori
O infiorescenza di madreperla
Ma è una semplice istantanea che a vederla
Diventa eterna

Perché durano per giorni


I tuoi occhi nei ricordi
Perché sono incancellabili
Tutti i graffi dei tuoi smalti
Perché risplende per ore
Controsole
L’ eco della tua voce

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 92


SOLO QUANDO PASSO DAI TUOI OCCHI

Anche adesso che ho imparato a scavalcare


E conosco mille porte a cui bussare
Cunicoli sotterranei e fessure varie
Solo quando passo dai tuoi occhi
Mi sento davvero dentro
Il tuo cuore
Il fatto è che sono sempre accesi
Quei due fari luminosi
che m’ incendiano spegnendo tutto il resto
Comunque sai
Dopo tanto tempo
Inciampo ancora guardandoti
Ma pure se ogni volta è un tonfo nuovo
Io dentro di te
Non mi sono mai sentito sporco
C’ è qualcosa di limpido anzi
Nel tuo modo di farmi entrare
Per me guardarti è come sciacquarmi la faccia
Carezzandoti mi rinfresco le mani
Alla fine mi fai sentire
Come un carovaniere assetatissimo
E nudo di tutto
Che punta l’ oasi in mezzo al deserto
Solamente per tuffarci dentro
Se stesso

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 93


I BALLERINI DI RUMBA

Quelli che tu chiamavi


"i ballerini di rumba"
erano sì bravi
ma mi stavano facendo la macumba

Come non mi sono accorto


come non ho capito
E domani sarò morto
morto per colpa di quel rito

Domani sarò polvere


povero me! povero cristo!
Meglio un colpo di revolver e
Chi s'è visto s' è visto

Solo lo stolto pietà impètra


il poeta si congeda con la cetra

Visse a tempo perso


E scrisse qualche verso
In attesa di tornare all’ universo

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 94


A mia nonna

NELLA CHIESA DELLA SPERANZELLA

Nella chiesa della Speranzella


a Napoli mi seppellirebbero dentro
una nicchia laterale, da incassare
Dopo un tanto d' anni, però, le ossa
verrebbero tolte da cassaforte
e dopo un tanto ancora coperte
solo con un velo bianco.
Nelle cassette di zinco
di mio zio a Scafati, invece
le custodirei per sempre, le ossa
e lo zinco non si scorna.
Dallo zio Acanfora, però
la cappella è di famiglia
E potrebbe anche succedere che un giorno
(tra pronipoti e contronipoti)
qualcuno vedendo diverso il cognome
e venendogli a mancare il posto
mi cacci via chissà dove: dal reliquiario
all' ossario comune. E resta, allora
solo la tomba a Pompei
dove nessuno c' è andato, tranne il figlio
di zio Roberto, il piccino appena nato
sepolto, poco più che uovulo, in quel loculo
lì da solo - io accanto a lui
E nessuno verrebbe a cacciarci! Ma i parenti
vogliono donarli al Comune, i posti restanti
Mio marito lui si fece
seppellire a Roma, pur sapendo
che sarebbe stato distacco eterno
Con Peppino, a ogni novembre, ci andiamo sempre
ma a Pompei, chi ci verrebbe!
Certo che dopo la vita così
dover finir là sola, sarebbe il colmo proprio
Quando che scenderò giù
bisogna che chieda per bene
per la storia del Comune…
... Da bambina, dalle zie
ci giocavo alle nocélle
"Assuntina, vieni a farti un po' di frutta?"
mi diceva Ziabbella, ma se veniva Ziabbrutta
sembrava che stavo rubando
Devo chiedere, oltre ai soliti
pazzotici, chi c' è ancora a Pompei.
Che poi non ha senso

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 95


regalare la tomba al Comune!
Davvero che sembra un deserto
quel cimitero-appena dentro
anche lì c' era un campetto...

… La radio è ancora in attivo, meglio che la spengo


Sennò mi scordo di addormentarmi.

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 96


INDICE

da “ARMI DA DIFESA”
Somiglia ad un fumetto tutto questo p.3
Armi da difesa p.4
Tra gli interessi di alcuni vecchi p.5
Domande giuste p.6
Precipizio p.7
L’ amare me stesso p.8
Tra lettere e cose non dette p.9
Avrei voluto essere un tuo fans p.10
Con l’ aria che tira p.11
La bocca a forma di chiglia vichinga p.12
Per non avere risposta p.13
Case toccate da una luce p.14
Gelidi scheletri e vermi p.15
Estranei p.16
Gli sposati e gli spaesati p.17
Se ne andava via p.18
Ogni età ha il suo primo bacio p.19
Mi mandavi baci in bocca p.20
Il buon Byron sputerebbe p.21
Lei non mi conosce ma io so il suo nome p.22
Come dopo una canzone p.23
Architetto condivido il tuo progetto p.24
Belli come la luna pallida p.25
Per via di quella specie di cancrena p.26
Cara ex amore ex amica ex tutto p.27
L’ albero delle speranze mature p.28
D’ in sulla vetta d’ una torretta p.29
da “PERCHE’ HO SMESSO DI SCRIVERTI VERSI”
Verità p.30
La tua consolazione p.31
Per caso p.32
Le lacrime son fatti involontari p.33
Un cuore incartato p.34
In qualche modo tu sei entrata in me p.35
Furto dopo furto p.36
Scusa se ti credo… p.37
Alcuni scienziati sostengono p.38
Perché ho smesso di scriverti versi p.39
Come macchine da usare p.40
Tutto è sottile p.41
Io non avrei avuto dubbi p.42
Arrampicandomi sugli specchi p.43
Andavano d’ accordo i nostri segni p.44
Come si scrive Auschwitz p.45
Con l’ euforia degli ubriachi p.46
Terra di guerra p.47
Qualcosa come un filo di rame p.48
Mele con pere p.49
Non mi domando più p.50
E’ comodo ma è come p.51
Ogni volta che mi uccidi p.52
Non si trattava di riempire un foglio p.53
da “LA REALTA’ VA E VIENE”

L’ uomo che scrive sull’ acqua “aiuto” p.54


Cercherò sull’agenda p.55
L’ angelo p.56
Spesso il male di vivere p.57
Poco più di un viaggio con la mente p.58
Sonetto dell’ anello p.59
Momenti feticisti p.60
L’ aria che sulla faccia mi passa p.61
Per affondare p.63
Notte p.64
Solo inchiostro p.65
I muri p.66
Il Tg2 non la scoccerà più p.67
La scollatura lasciava vedere p.68
Aveva malinconici occhi ironici p.69
In libera uscita p. 70
Novembre ’43 p.71
Otto buoni motivi p.72
Madrigale per un’ amica p.73
Matrimonio mortorio p.74
Sarà pure un paradosso p.75

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 97


La bara non è ancora sigillata p.76
Passati gli anni i giorni son rimasti p.77
Torno tra poco p. 78
Sono venuto sopra la tua foto p.79
Ah leccarsi le ferite p.80
Il Killer delle capre p.81
E’ imbarazzante non essere amati p.82
Fuori nella p.83
Una figura più bruna p.84
La realtà va e viene p.85
Eclisse p.86
Non c’è più grande p.88
Battiti d’ ali e di anime p. 88
Poesia per Paola p.90
Mi sono svegliato in un sogno p.91
Un uomo con una penna in mano p.92
Solo quando passo dai tuoi occhi p.93
I ballerini di rumba p.94
Nella chiesa della Speranzella p.95

Perché ho smesso di scriverti versi

Tutti i diritti sono riservati e protetti a norma di legge.

© Simone Consorti - 2010

È consentita la sola lettura! ad uso personale e privato. L'utilizzo del testo!per qualsiasi altro
scopo deve essere! autorizzato dall'autore.

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 98


Simone Consorti è nato a Roma, dove insegna Materie Letterarie in un Istituto
Superiore. Il suo primo romanzo “L’ uomo che scrive sull’ acqua ‘aiuto’”(Baldini e
Castoldi, 1999) ha vinto il premio Linus. Ha pubblicato “Sterile come il tuo
amore” (Besa,2008) e “In fuga dalla scuola e verso il mondo”(Hacca, 2009).
Questo libro di amore dolente, ironico a volte nei toni, raccoglie versi invecchiati in
oltre quindici anni.

• Simone Consorti Perché ho smesso di scriverti versi • pag. 99


Questo ebook è gratuito e condivisibile con altri.

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