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LETTERA APERTA AL DOTTOR CRUZ

Sulmona, 7 gennaio 2011

Egregio dottor Cruz,


noi ci conosciamo, ma farò finta di non conoscerLa. Le scrivo dopo aver letto il Suo commento su Rete5.

Le scrivo apertamente perché i miei genitori mi hanno insegnato a metterci la faccia. Sempre.
Così come l'ho messa nell'Amministrazione di questa città; così come la sto mettendo nell'avventura di
ProgettoM6.5; così come la metto tutti i giorni nella mia attività.

Mi dispiace leggere che io stia "sfruttando le problematiche del terremoto". Crede davvero che possa
trarre qualche beneficio dal dileggiare (bonariamente) il Governatore di una Regione?
Vede, dottor Cruz, quando qualcuno (chiunque esso sia) prende decisioni pubbliche, io mi pongo solo la
domanda se quelle decisioni siano sagge o meno. Questa è l'ottica con cui osservo le cose.

Quello che faccio (o meglio, facciamo, come ProgettoM6.5) va anche a Suo giovamento, dottor Cruz.
Non debbo farmi spazio da nessuna parte: non ne ho bisogno. Non potevo fare le stesse proposte da
amministratore, perché le risorse finanziarie non erano state nemmeno immaginate dal nostro Governo.
E poi queste beghe non interessano a nessuno; senz'altro non ai nostri concittadini.
Quindi parliamo d'altro; ne approfitto per dirLe quello che vorrei, quello che immagino per la mia (la Sua)
città. Quello che sogno.

Vorrei che si parlasse più spesso di come vediamo la nostra città tra 10, 20 o 50 anni; di cosa possiamo
fare, o di cosa vogliamo morire. Vorrei che questa città tornasse a contare qualcosa; che non fosse più la
Cenerentola della nostra Regione. Vorrei che quest'angolo d'Abruzzo trovasse l'attenzione che merita. Vorrei
che tirassimo fuori l'orgoglio di essere figli di questa terra meravigliosa, senza sindromi da ultimi della classe.
E che, ogni tanto, qualcuno lo ricordasse a se stesso e a chi ci governa.

Quello della prevenzione sismica è uno dei tanti motivi per i quali dobbiamo rivendicare una priorità
che ci spetta. Dopo (forse) ci saranno 20 milioni di FAS ed altre mirabolanti risorse. Ma dopo (e forse), se
siamo (oggi) bravi nel progettare il nostro futuro.
Io, intanto, Le propongo un uovo oggi: per la gallina ci stiamo organizzando? (anzi, se Lei ne sa
qualcosa: cosa pensa di farne di 20 milioni di euro?).
Allora, nel frattempo, accontentiamoci di quel poco che c'è. Ci sono i soldi per tenere in piedi il nostro
patrimonio costruito, quel poco (poco?) che abbiamo. C'è qualche briciola per tutelare l'unica, vera,
irriproducibile, risorsa del nostro territorio, la nostra storia, il nostro DNA fatto di pietra.
Le sembra poco, dottore?

Forse lo vorrà anche Lei, dottor Cruz, ma bisogna esserne capaci, non basta volerlo. Anch'io non credo,
come Lei, che "a Sulmona siano tutti fessi": per questo sono ottimista. Come pure spero che qualcuno chieda
il conto, ma non a me (umile professionista), piuttosto a chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica, a
qualunque livello.

Vede, dottor Cruz, se riduciamo sempre tutto ad una sterile polemica, a vane chiacchiere da bar, a
puerili accuse di faziosità, continuiamo ad azzuffarci in un pollaio, mentre fuori il mondo ci ignora.

La saluto e Le auguro buon lavoro; ne ha bisogno.


E' questione di stile, dottore.

f.to arch. Giuseppe Consorte

P.S.: quando vorrà chiarimenti sulle iniziative di ProgettoM6.5 sono pronto a dargliene, il mio recapito Le è
ben noto. Ma niente maschere in faccia.

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