You are on page 1of 1

persone

7 VITA 21 GENNAIO 2011

esperıenze

‘‘
Pietro Scarnera Terapia attiva insieme ai volontari

Per vedere cos’è La Casa dei risvegli. Intitolata a Luca De Nigris, dal 2004
assiste a Bologna persone con gravissime lesioni cerebrali.
È una struttura pubblica dell’Asl, nata dall’esperienza

il coma il mio
dell’associazione di volontariato Gli amici di Luca, onlus attiva

fumetto è meglio
‘‘ dal 1997. Tra i testimonial illustri c’è Alessandro Bergonzoni.
Le attività dei volontari sono rivolte al singolo ospite ma
prevedono anche il coinvolgimento dei familiari, ritenuti parte
attiva della terapia. I volontari sono coinvolti il sabato o la
domenica in attività artistico e socioculturali, organizzate
dall’educatore. Dal 2005, fra gli ospiti ricoverati, l’80% è
tornato a casa con un buon livello di autosufficienza, ma
anche con disabilità che lo accompagneranno per il resto della
vita. «Bisogna poi pensare a quel 20% che non ha avuto

di una fiction
significativi miglioramenti: anche la loro storia, la loro vita ha
valore», dice Fulvio De Nigris, direttore del Centro studi
per la ricerca sul coma.
Per diventare volontario offrendo tempo e idee si può
contattare Maria Vaccari (maria.vaccari@amicidiluca, tel. 051.
6494570, fax 051.6494865)

U
di Antonio Sgobba Ha tradotto in graphic novel il dramma, vissuto in diretta, pre di «macchine da cui staccare la
spina», ma queste macchine non ci
del padre in stato vegetativo. Per raccontare di che cosa
N FUMETTO PUÒ METTERE D’ACCORDO I sono effettivamente, non esistono.
FRONTI OPPOSTI SUL FINE VITA. È succes- si parla, davvero, quando si affronta il tema del fine vita. Volevo restituire l’impatto forte che
so per Diario di un addio, la graphic E il suo “Diario di un addio” ha messo d’accordo i fronti ho provato la prima volta, in un pas-
novel di Pietro Scarnera pubblicata saggio parlo dell’aspiratore per la
dalla piccola casa editrice Comma opposti degli “Englaro” e dei “de Nigris” trachea, un oggetto che per me era
22. Il libro si chiude con una doppia sconosciuto. Sono queste le cose
postfazione, una di Beppino Engla- Per me era importante riuscire a derlo graficamente, tutto il libro si cui fai più fatica ad abituarti. Poi ci
ro e una Fulvio De Nigris, direttore raccontare nel modo più chiaro pos- gioca su quello. Sapevo di non voler sono gli oggetti della vita preceden-
della Casa dei risvegli: in pratica, i sibile come si è svolta la mia vicen- disegnare mio papà in coma così te, disegno gli occhiali di mio papà,
due fronti opposti nel dibattito sul da. Senza prendere posizione, non com’era. Non volevo che un estra- la pipa. Questi avevano dentro di sé
fine vita, che si ritrovano qui - forse è quello che mi interessava. Volevo neo lo vedesse, non sapevo che co- molta più memoria di com’era mio
per la prima volta - a confrontarsi semplicemente mostrare come l’a- sa avrebbe voluto lui. Così l’ho di- papà del corpo che avevo davanti
senza i soliti toni polemici da dibat- vevo vissuta io, e farlo vedere. Il fu- segnato in modo molto neutro, tutti in ospedale e non riuscivo a ricono-
tito tv. Come ha fatto? Scarnera nel metto riesce a far vedere una per- i personaggi nella sua stessa condi- scere.
suo libro racconta i cinque anni vis- sona in questa condizione senza of- zione li ho resi simili. Nelle prime pagine parli della paura
suti vicino al padre in stato vegeta- fenderla. C’è una grande attenzione per i det- che avevi all’inizio. Come si è evoluto
tivo persistente: «Nell’estate del Descrivere la realtà di questa con- tagli. Luoghi e oggetti disegnati con questo sentimento?
2003 ha avuto un arresto cardiaco, dizione senza essere realistico non grande precisione, mentre i volti dei Nessuno ti può dire cosa fare e co-
io avevo 24 anni. È morto nell’otto- è paradossale? personaggi si somigliano tutti. Per- me comportarti: non c’è un modello
bre del 2008», spiega Pietro, 31 anni, Sin dal primo momento ho avuto ché? di comportamento. Così mi sono
giornalista quando non disegna. l’impressione di trovarmi di fronte Era importante far vedere tutto detto che dovevo fare quello che mi
Nelle prime pagine del suo Diario un’altra persona. Ho cercato di ren- quello che c’è intorno. Si parla sem- veniva, quello che mi sentivo di fa-
vediamo delle barchette di carta. re, senza sforzarmi. Ogni coma è di-
Prima una, poi tre, sfogliando di- verso, ogni familiare reagisce in mo-
venteranno «una piccola flotta che do diverso. Per questo bisogna la-
avrebbe dovuto proteggermi in sciare la libertà di decidere.
quelle acque sconosciute», scrive. Alla fine ti chiedi se è sbagliato pro-
«Era un metodo per non pensare, vare sollievo. Che risposta ti sei da-
una forma di autodifesa per non ap- to?
partenere solo a quella cosa. Co- Che è inevitabile. Riguarda la ma-
L. Marongiu

struivo le barchette, facevo i cruci- lattia in generale. Fisicamente non


verba, disegnavo», racconta oggi. Il ce la puoi fare, nonostante il bene
libro nasce proprio da schizzi but- che tu possa volere a una persona.
tati giù in sala d’attesa. Il volume si chiude con le postfazioni
Quando nasce il libro? di Beppino Englaro e Fulvio De Ni-
Il bisogno di raccontare mi è ve- gris. Come mai hai voluto i loro in-
nuto quando, con il caso Englaro, terventi?
lo stato vegetativo è diventato Ci tenevo a far parlare due per-
argomento di dominio pubblico. sone che stimo, anche se hanno
L’identikit Se ne parlava dappertutto, ma opinioni opposte. Loro cono-
Pietro Scarnera, 31 in maniera non corretta: nessu- scono l’argomento e fanno un
anni, è nato a Torino no spiegava che cosa voleva di- gran lavoro di sensibilizzazione.
ma vive a Bologna, do- re trovarsi in quella condizione, Su come deve finire questa vi-
ve si occupa di giornali- condizione che io e la mia fami- cenda la pensano diversamen-
smo e comunicazione. glia stavamo attraversando ac- te, ma ci tenevo che ci fossero
Nel 2009 ha vinto la compagnando lo statro vegeta- entrambi. Mi ha fatto piacere
selezione regionale di tivo di mio padre. Facevamo fa- che il libro sia piaciuto tutte e
fumetto “Komikazen”: il tica a guardare la tv: nelle fiction due: vuol dire che il mio lavoro
premio è stato la pub- c’è sempre quello che va in coma, almeno è sincero.
blicazione della sua di solito l’immagine standard di Diario di un addio è uscito da po-
opera prima presso uno che dorme. Poi gli parlano, e co, hai già avuto delle reazioni?
una vera casa editrice. lui si sveglia. È quello che avevamo Non so come venga letto. Mi fareb-
Ha lavorato anche per in mente anche noi, e i primi giorni be piacere se riuscissi a spiazzare.
l’ong Amici dei popoli e io ero arrabbiato perché quell’im- Molti piangono, c’è chi lo trova
nel 2008 è stato fra i magine non è la realtà. Allora mi è freddo, molto razionale, chi deli-
vincitori del concorso venuta voglia di dire la mia. Ci sono cato, chi un pugno nello stomaco.
“Coop for Words”. Per riuscito solo molto tempo dopo. Forse dipende dal modo di rappor-
Tunué ha scritto un Durante, il dolore era difficile da tarsi alla malattia in generale. Se è
saggio su graphic novel raccontare. Avevo degli abbozzi, era così vuol dire che sono riuscito al-
e politica, pubblicato in una storia che già si poteva raccon- meno in parte a rendere il senso di
Politicomics. Schizzi e tare ma non lo volevo fare. quei giorni. Non volevo far pian-
note di Scarnera li tro- All’origine c’è stata indignazione... gere. Il pianto è la reazione più dif-
vate qui: http://pensieri ma poi cosa ti ha spinto a continuare fusa, mi sento un po’ in colpa per
dieri.blogspot.com/ a disegnare? questo.

You might also like