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esperıenze
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Pietro Scarnera Terapia attiva insieme ai volontari
Per vedere cos’è La Casa dei risvegli. Intitolata a Luca De Nigris, dal 2004
assiste a Bologna persone con gravissime lesioni cerebrali.
È una struttura pubblica dell’Asl, nata dall’esperienza
il coma il mio
dell’associazione di volontariato Gli amici di Luca, onlus attiva
fumetto è meglio
‘‘ dal 1997. Tra i testimonial illustri c’è Alessandro Bergonzoni.
Le attività dei volontari sono rivolte al singolo ospite ma
prevedono anche il coinvolgimento dei familiari, ritenuti parte
attiva della terapia. I volontari sono coinvolti il sabato o la
domenica in attività artistico e socioculturali, organizzate
dall’educatore. Dal 2005, fra gli ospiti ricoverati, l’80% è
tornato a casa con un buon livello di autosufficienza, ma
anche con disabilità che lo accompagneranno per il resto della
vita. «Bisogna poi pensare a quel 20% che non ha avuto
di una fiction
significativi miglioramenti: anche la loro storia, la loro vita ha
valore», dice Fulvio De Nigris, direttore del Centro studi
per la ricerca sul coma.
Per diventare volontario offrendo tempo e idee si può
contattare Maria Vaccari (maria.vaccari@amicidiluca, tel. 051.
6494570, fax 051.6494865)
U
di Antonio Sgobba Ha tradotto in graphic novel il dramma, vissuto in diretta, pre di «macchine da cui staccare la
spina», ma queste macchine non ci
del padre in stato vegetativo. Per raccontare di che cosa
N FUMETTO PUÒ METTERE D’ACCORDO I sono effettivamente, non esistono.
FRONTI OPPOSTI SUL FINE VITA. È succes- si parla, davvero, quando si affronta il tema del fine vita. Volevo restituire l’impatto forte che
so per Diario di un addio, la graphic E il suo “Diario di un addio” ha messo d’accordo i fronti ho provato la prima volta, in un pas-
novel di Pietro Scarnera pubblicata saggio parlo dell’aspiratore per la
dalla piccola casa editrice Comma opposti degli “Englaro” e dei “de Nigris” trachea, un oggetto che per me era
22. Il libro si chiude con una doppia sconosciuto. Sono queste le cose
postfazione, una di Beppino Engla- Per me era importante riuscire a derlo graficamente, tutto il libro si cui fai più fatica ad abituarti. Poi ci
ro e una Fulvio De Nigris, direttore raccontare nel modo più chiaro pos- gioca su quello. Sapevo di non voler sono gli oggetti della vita preceden-
della Casa dei risvegli: in pratica, i sibile come si è svolta la mia vicen- disegnare mio papà in coma così te, disegno gli occhiali di mio papà,
due fronti opposti nel dibattito sul da. Senza prendere posizione, non com’era. Non volevo che un estra- la pipa. Questi avevano dentro di sé
fine vita, che si ritrovano qui - forse è quello che mi interessava. Volevo neo lo vedesse, non sapevo che co- molta più memoria di com’era mio
per la prima volta - a confrontarsi semplicemente mostrare come l’a- sa avrebbe voluto lui. Così l’ho di- papà del corpo che avevo davanti
senza i soliti toni polemici da dibat- vevo vissuta io, e farlo vedere. Il fu- segnato in modo molto neutro, tutti in ospedale e non riuscivo a ricono-
tito tv. Come ha fatto? Scarnera nel metto riesce a far vedere una per- i personaggi nella sua stessa condi- scere.
suo libro racconta i cinque anni vis- sona in questa condizione senza of- zione li ho resi simili. Nelle prime pagine parli della paura
suti vicino al padre in stato vegeta- fenderla. C’è una grande attenzione per i det- che avevi all’inizio. Come si è evoluto
tivo persistente: «Nell’estate del Descrivere la realtà di questa con- tagli. Luoghi e oggetti disegnati con questo sentimento?
2003 ha avuto un arresto cardiaco, dizione senza essere realistico non grande precisione, mentre i volti dei Nessuno ti può dire cosa fare e co-
io avevo 24 anni. È morto nell’otto- è paradossale? personaggi si somigliano tutti. Per- me comportarti: non c’è un modello
bre del 2008», spiega Pietro, 31 anni, Sin dal primo momento ho avuto ché? di comportamento. Così mi sono
giornalista quando non disegna. l’impressione di trovarmi di fronte Era importante far vedere tutto detto che dovevo fare quello che mi
Nelle prime pagine del suo Diario un’altra persona. Ho cercato di ren- quello che c’è intorno. Si parla sem- veniva, quello che mi sentivo di fa-
vediamo delle barchette di carta. re, senza sforzarmi. Ogni coma è di-
Prima una, poi tre, sfogliando di- verso, ogni familiare reagisce in mo-
venteranno «una piccola flotta che do diverso. Per questo bisogna la-
avrebbe dovuto proteggermi in sciare la libertà di decidere.
quelle acque sconosciute», scrive. Alla fine ti chiedi se è sbagliato pro-
«Era un metodo per non pensare, vare sollievo. Che risposta ti sei da-
una forma di autodifesa per non ap- to?
partenere solo a quella cosa. Co- Che è inevitabile. Riguarda la ma-
L. Marongiu