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Pero in questo clima vi era 1 gruppo di architetti che si interessava della pittura manierista quindi alla
pittura di Michelangelo studiava molto la struttura ,gli ordini classici . In tutto questo arriva anche da
Parigi 1 libro di Le Corbusier , questo libro illumina questi studenti. Il libro in questione è “ Verso una
architettura” che apre a questi studenti orizzonti nuovi , tanto è che dopo essersi laureati Terragni insieme
ad altri sette , cioè insieme a Pollini , Rava ,Larco ,Frette ,Figini, Castagnola inizialmente e poi Libera ;
firma il manifesto , il primo documento dell’ architettura razionalista italiana e nasce cosi , ufficialmente il
gruppo sette. Poi la sostituzione di Castagnola con Libera, il quale era collocato a Roma darà la
possibilità al Gruppo 7 di uscire dai confini di Milano e quindi poi di organizzare anche una mostra sul
movimento razionalista a Roma. Durante gli anni dell’ università Terragni conosce Piero Lingeri con il
quale stringerà 1 forte amicizia e con il quale ci sarà 1 collaborazione professionale che durerà tutta la vita
. Terragni scrive molti testi pubblicati sulla Rassegna italiana , la rivista dell’ epoca , in cui fa suoi alcuni
concetti di Le Corbusier a cui alterna , in quanto affianca la professione di architetto a quella di pittore ,
anche alcune mostre .Nel 1939 viene chiamato alle armi in quel periodo egli sta seguendo il cantiere della
casa Giuliani Frigerio e quindi dalla caserma di Verona attraverso 1 epistolare con Luigi Zuccoli riesce a
dirigere i lavori di questa casa , che sara tra l’ altro il suo ultimo lavoro , in quanto come è entrato in guerra
nel ’40 l’ Italia viene spedito nei Balcani e poi sul fronte russo . Dal fronte russo verra rimpatriato dopo
qualche anno e alcuni mesi dopo il suo rimpatrio muore per 1 trombosi celebrare sul pianerottolo di casa
della sua fidanzata. È morto nel 1943 quindi Terragni aveva solo 39 anni. In 1 cosi breve vita ha prodotto 1
quantità straordinaria di opere realizzate e non e quindi anche soltanto progettate.
Hotel Metropole Suisse
Il suo primo lavoro
come architetto ,nello
studio di Como che ha
aperto insieme Alberto
Pico a che era l’
ingegnere fu la facciata
dell’ hotel Metropole
Suisse. Questo lavoro
visto oggi è abbastanza
sempliciotto, alquanto
eclettico . Pone delle
lesene ai fianchi della
porta d’ ingresso , fa 1
rivestimento in marmo
del piano terra e del
primo piano e riproduce
, le vedete sulla destra ,
anche delle finte finestre
ritagliate nel marmo .
Nonostante la semplicità
Terragni comincia ad
avere 1 scontro con la
Commissione d’Ornato
della città.
In quanto aveva posto
alla base di questo
rivestimento 1 mezzo
toro in appoggio verso il
terreno. La
Commissione d’Ornato
lo aveva richiamato in
quanto , secondo la
lettura filologica dell’
ordine classico ,1 mezzo
toro non poteva essere
da basamento per 1
lesena. Proprio in questa
occasione che Terragni
Novocomum capisce chi ha di fronte ,
cioè 1 commissione che
non riesce a leggere al di
là di questi parametri
classici e che quindi non
riesce a leggere la
modernità dell’
operazione che fa
Terzagni .
Secondo Terzagni questo mezzo toro doveva servire essenzialmente ad impedire che le lesene si
avvicinassero troppo alla parete, quindi danneggiassero il rivestimento .Quindi sara forse per questo motivo
che Terragni nel momento in cui riceve l’ incarico dalla società immobiliare, società Novocomum , per la
riduzione di edificio per appartamenti da dare in locazione ,1 casa da investimento.Il Novocomum occupa la
metà di 1 lotto trapezoidale ,1 prima metà era gia occupata ,da 1 edificio costruito dall’architetto Caranchini .
Terragni si rifà in tutto e per tutto alla preesistenza , quindi riprende sia gli stessi allineamenti stradali dell’
edificio esistente , riprende anche le altezze , 5 piani fuori terra . Al contrario degli edifici caranchini però
per 1 questione di sfruttamento della volumetria , vi sono all’ interno della coorte 2 appendici , 2 torri da
Appendici , tali dare all’
edificio la stessa
conformazione ?interna.
In questa immagine si
riesce a vedere 1 altra
opera di Terragni ,
proprio sul lago è il
Monumento ai caduti di
Como.Sarà per questo
contrasto che terragni
ha avuto con la
Commissione d’Ornato
, che presenta alla
commissione 1 progetto
per il Novocomum di
chira impronta fascista :
regolato da simmetrie , c’ è il piano attico arretrato . È 1 edificio senza grandi slanci di inventiva pero a
differenza di questo progetto presentato perché tolte poi le impalcature dell’ edificio viene fuori il primo
edificio di forma trapezoidale meglio conosciuto come il transatlantico che suscito tante polemiche ed
elogi in tutta Italia. Circolarono foto in bianco e nero di questo edificio che esaltavano ancora di più
questo effetto di svuotamento , di movimenti di masse di questo edificio . Fu nominata inoltre 1
commissione di inchiesta la quale doveva stabilire le responsabilità dell’ architetto, di quanto aveva
realizzato .Nel realizzare l ’edificio ( sulla destra) Novocomum probabilmente si rifaceva al costruttivismo
russo . Egli era influenzato molto dall’ architettura di Le Corbusier , di Gropius dalla bauhaus e guardava
gli olandesi . In questo caso si rifa molto al costruttivismo russo in particolare al gruppo operaio Zuyev
di Golosov. E’ un edificio come investimento immobiliare cioè erano case da dare in locazione. Otto alloggi per
piano gruppi di scale collocate negli angoli interni della coorte e una centrale di distribuzione. Gli appartamenti
chiaramente sono sia di dimensioni diverse come vani ma anche come affacci. Gli appartamenti di ……. setti
all’interno prendono luce essenzialmente dalla coorte interna. In pratica l’edificio
viene svuotato sulle parti laterali che vengono arrotondate, alleggerite. La parte arrotondata al secondo piano
abbraccia questi due cilindri di vetro che sono probabilmente arretrati rispetto alla facciata. a di grande cornice
sull’edificio. Una assonometria della parte interna con la coorte interna con questi alti volumi aggettanti.
C’è poi il plastico originale dell’epoca nel quale si ha la percezione di quelli che erano i colori
di questo edificio che dalle foto in bianco e nero si supponeva fosse stato realizzato in
intonaco bianco, invece lo studio di Terragni aveva concepito tutte le facciate verticali in un
color nocciola con le parti rientranti ed anche i suggelli delle sporgenze in arancione vivo, il
tutto sottolineato da delle ringhiere e parti metalliche orizzontali che erano in azzurro.
Successivamente l’edificio fu molto rimaneggiato ed addirittura ci fu un periodo in cui fu
rivestito con delle piastrine di marmo perdendo così completamente la sua immagine
originale.
Fu proprio Zuccoli, che aveva condotto il recupero ed il restauro del NOVOCOMUM, a
riportare l’edificio a quello che era lo stato originario anche se non nella più completa fedeltà
perché le facciate adesso sono completamente bianche e non c’è più il color nocciola.
Questa è una foto del
lato sinistro del
NOVOCOMUM in
cui si può notare
l’attacco con
l’edificio preesistente.
Dall’immagine
possiamo leggere
l’intervento di
svuotamento di
rapporti tra pieni e
vuoti e qui per vuoti
dobbiamo intendere le
parti vetrate,
trasparenti
dell’edificio operate
dal Terragni. E’ un
edificio per l’epoca
straordinario.L’edifici
o è simmetrico
nell’impostazione
della facciata.
Terragni, inizialmente
si è adattato in toto
agli edifici
preesistenti anche per
l’altezza, perché il
terrazzo nel
NOVOCOMUM era a
filo del colmo del
tetto dell’edifio
esistente.
Successivamente però
l’altro edificio è stato
poi sopraelevato di
ulteriori due piani, per
cui questo rapporto è
venuto a perdersi.
Terragni risolve
brillantemente anche
l’attacco tra i due
edifici attraverso una
sorta di stretto, una
rientranza del corpo
di fabbrica quindi a
creare un distacco in
cui sono collocati dei
balconi.
Questa è l’immagine di dettaglio dalla parte della sporgenza in cui il colore all’interno è un bel arancione
vivo, che era il colore originale pensato da Terragni.
Questa invece è una immagine prima del restauro, cioè come si presentava l’edificio prima dell’intervento
di restauro : era completamente grigio quindi aveva perso la sua colorazione originaria e l’aveva mantenuta
nella parte basamentale dove comparivano questi azzurri, questi bleu che prima non c’erano.
Quest’altra è una foto
originaria, perché il
rivestimento esterno qui
aveva mantenuto i colori
originali, i succielli del
balcone al primo piano
sono in arancio.
Anche qui vengono fuori i due corpi
all’interno della coorte ed anche qui la
colorazione è quella originaria,
nuacette(nocciola) e arancio vivo.
Questo invece è l’immagine presa dal basso in cui si evidenziano queste due
grandi bucature dell’edificio.
Veniamo ora al capolavoro assoluto
di Terragni, l’edificio che gli ha dato
notorietà internazionale ovvero la
Casa del fascio a Como. La Casa del
fascio secondo Terragni doveva
seguire l’idea del fascismo. Secondo
Mussolini il fascismo doveva essere
trasparente , ovvero una sorta di casa
Casa del fascio
di vetro ove ognuno poteva guardare
ciò che c’era dentro, quindi non
doveva esserci alcun distacco tra
potere e cittadino. Questa trasparenza
della casa era la trasparenza tipica del
movimento. Terragni quindi nella
sua opera cerca di riproporre questo
concetto. L’edificio è impostato un
un lotto quadrangolare ed ha un lato
di 33,20 mt ed una altezza di 16,60
mt.quindi esattamente la metà del
lato. Con questo edificio si
incomincia a far capolinea l’idea del
telaio come elemento ordinatore
dell’architettura.
Questo telaio è evidente in tutta l’opera. Ognuna della quattro facciate sono indipendenti una dall’altre. Le
quattro facciate hanno delle battiture e aperture diverse che comunque lasciano vedere il telaio ordinatore dell’
intero edificio.
L’edificio anke al suo interno è svuotato, perché a piano terra vi era un salone(sulla sinistra), in cui si
svolgevano le adunate il quale poteva anche ampliarsi perché vi erano delle grandi vetrate che dividevano
l’interno dalla piazza interna e quindi vi poteva essere collocata altra gente, in continuità spaziale . Questo è un
salone a doppia altezza, quindi occupa sia il piano terra sia in primo piano dove si blocca. Il secondo piano
affaccia sulla copertura del primo piano. Sia il secondo che il terzo piano affacciano sul una corte interna
svuotata. In questa assonometria la facciata principale è quella in basso a sinistra . Il telaio diventa
leggibilissimo sia quando diventa elemento strutturale esterno , quindi filtro, una facciata virtuale rispetto a
quello che poi avviene all’interno, sia quando viene legato alla muratura nella facciata laterale destra. La
lettura del telaio è comunque evidente anche nella loggia all’ultimo piano sulla parte retrostante.
Qui ancora un dettaglio della parte strutturale del telaio, in questo caso la trave aumenta di tanto
perché deve supportare una luce più grande che è quella dell’ampio salone.
Si può vedere il taglio
centrale, quindi la
parte rialzata della
copertura e l’intera
copertura realizzata
interamente in vetro
cemento.
Mentre questo è il terzo piano dalla parte posteriore. Questa è la parte centrale quella
relativa alla corte interna, completamente aperta in questo loggiato.
Questo è un dettaglio del terzo
piano sull’altra strada. All’ultimo
piano c’è questa grande cornice di
chiusura nell’impaginato della
facciata, il resto è libero.
Un altro dettaglio
della chiusura in
vetri dalla parte della
scala quella che da
sul retro.
Casa sul lago
. La casa sul lago per l’artista era impostata nella pianta su un rettangolo di 16 metri per 8 metri. A sinistra
vi era l’ alloggio vero e proprio, suddiviso in due piani quindi la zona giorno a piano terra e la zona giorno
a primo piano. A destra invece c’era l’atelier vero e proprio che aveva un’altezza di 5 metri e mezzo ed era
collegata al volume dell’abitazione attraverso una passerella. Sul fronte non è molto leggibile il gioco e
l’inserimento del telaio di questa architettura. Sul retro l’immagine del telaio è leggibilissima. La parte, che
sul fronte è soltanto una passerella qui viene completamente chiusa nella parte superiore, quindi si crea una
grande loggia e vi è questo architrave di collegamento che richiude tutto il telaio. All’interno della
abitazione c’è un patio su cui si affaccia il soggiorno. La zona dell’atelier vera e propria è molto
interessante .
In questa riproduzione
fatta in 3D ,vista
frontalmente, si può
leggere la passerella tra
idue volumi e il grande
telaio sul retro che
richiude la
composizione. La
facciata era
completamente in vetro
chiusa verso sud quindi
verso la zona di forte
luce e completamente
aperta a nord con una
grande vetrata che non
occupava soltanto tutta
l’altezza della facciata
ma addirittura risvoltava
all’interno dell’edificio
per circa 5 metri
facendo una L di vetro e
quindi annullando l’idea
della scatola del volume.
Sempre nella modulazione 3D riusciamo a leggere meglio rispetto alle foto l’impostazione generale
dell’intero progetto: il telaio dietro che richiude completamente la facciata e quindi collega i due volumi e il
patio interno all’interno dell’abitazione stessa.
In questa foto d’ epoca dell’atelier si può vedere la
grande vetrata che risvolta fino allo spazio della
scaletta.
Questo è un altro modello 3D in cui il risvolto della vetrata è inferiore rispetto a quello
di due metri però serve a dargli l’idea dell’annullamento della copertura e quindi la
vista che si aveva dell’Atelier verso il cielo.
Casa Ghiringhelli
La parte interessante è il fronte, la facciata su Corso Sempione. Su Corso Sempione si affacciava l’ingresso
principale e le testate dell’’edificio con finestre, ma erano le due facciate più strette dell’edificio , per cui per
uniformare il tutto e dare l’idea di un'unica grande facciata i due progettisti uniscono i due blocchi dell’edificio
con dei balconi, quindi con delle passerelle più che dei balconi, orizzontali di collegamento che creano una
facciata virtuale di grande effetto, di grande trasparenza verso la coorte. Poi vi era un altro elemento interessante
all’ultimo piano a 25 metri di altezza la villa del proprietario. Qui all’inizio voleva realizzare una villa , poi data
l’importanza del luogo e le possibilità future che questo luogo rappresentava,si decise di costruire non soltanto
una villa ma di fare una palazzina con appartamenti da dare in locazione e di costruire la villa all’ultimo piano.
Qui vi è una villa vera e propria , immersa nel verde, posta a 25 metri di altezza. La villa è suddivisa in una
zona giorno a sinistra ed una zona notte sull’altra palazzina collegata da un percorso coperto, una passerella
coperta. Questi grandi quadrati che leggiamo in questa foto sono delle fioriere basse in cui è piantato del verde,
del prato, ci sono arbusti ed alberelli, proprio l’effetto di un tetto giardino .Questa è un’immagine d’epoca
dell’edificio, questo è il fronte su Corso Sempione. Si può notare la torre , elemento che si stacca rispetto al
blocco vero e proprio. C’è proprio l’effetto di separazione di questo volume prismatico proprio attraverso
l’inserimento di logge proprio nel punto di attacco.
Questa è sempre una foto d’epoca, del fronte su Corso Sempione ed è straordinario l’effetto che si ricava da
queste passerelle di collegamento e dove lo spessore della soletta di collegamento è riproposto anche sulle parti
piene dell’edificio per cui si legge una sorta di intelaiatura orizzontale
Davvero interessante.
Questo è il dettaglio della torre
laterale la cui massa
volumetrica è resa ancora più
evidente, più forte proprio
dall’inserimento di semplici
balconcini, proprio piccoli,
proprio stretti sul fronte,
Un altro particolare di questi collegamenti, di queste passerelle, la vista delle stesse dalla parte interna
dell’edificio.
La grande scalinata di accesso monumentale rispetto a questa grande struttura superiore, che da accesso
alla grande portineria, a spazi condominiali molto grandi.
Questa è la zona di ingresso, la portineria . Anche in questo caso la copertura della stessa è tutta
realizzata in vetro mattone quindi si crea un effetto di grande trasparenza. Questa grande trasparenza da
anche la sistemazione di queste passerelle sulla facciata.
Casa Lavezzari
Nel 1935 un anno dopo il ritrovamento sui monti di Asiago del corpo di Roberto Sarfatti, Terragni
realizza un monumento in suo onore. Sarfatti morì a diciassette anni sui Monti di Asiago in battaglia ed
era figlio di Margherita Sarfatti , famosa pittrice dell’epoca nonché amante di Mussolini. Roberto
Sarfatti morì durante la prima guerra mondiale ma il suo corpo fu ritrovato solo nel 1934 sul Colle
D’echele e la stessa Margherita partecipò al riconoscimento dei poveri resti del figlio e commissionò a
Terragni un monumeto per il figlio nel luogo in cui era stato ritrovato. Terragni elaborò diversi schizzi
sacri, si pensò ad una croce in pietra monumentale sul luogo dove era stato ritrovato il ragazzo.
Nnell’ultima soluzione, pensa ad una sorta di monumento che visto dall’alto dà quasi l’idea di un
soldato a braccia aperte seduto sul campo.
E’ un edificio molto pulito nelle forme, forme essenziali. Sono tutti dei parallelepipedi in pietra del
luogo in cui è scavata una scalinata di 15 scalini che conduce al monolite, il cubo su cui vi è l’incisione
ed il nome di Sarfatti. Questa è una immagine del monumento come si presenta oggi completamente
libero in questo luogo isolato.
Villa per un floricolture, Rebbio
Casa realizzata per Amedeo Bianchi meglio nota come casa per un floricultore, lavoro che Amedeo Bianchi faceva.
Terragni elaborò parecchie soluzioni ma sempre in contrasto di risoluzione con la
Committenza . Nel primo progetto Terragni guardava…………..e guardava in particolar modo al neoclassicismo,
all’architettura quasi adimensionale. Per cui il primo progetto era una rottura della scatola muraria.. Da un lato la
villa riprendeva gli insegnamenti di Corbusier quindi era sospesa. ………poi non aveva alcun muro che si chiudeva
con un altro ad angolo retto. Quindi era tutto un elemento di quinte che separavano gli ambienti collegati da vetrate
e da cornici esterne. Un progetto davvero molto interessante. Fu un progetto talmente innovativo e costoso che non
fu capito dal proprietario il quale gli chiese di ridimensionare il progetto stesso ed anche di dargli una abitazione
che si svolgesse su più piani, mentre il primo progetto si sviluppava solo su un piano. Nel risultato finale
La scatola ritorna compatta, ci sono degli elementi di dissonanza nell’edificio: questa grande cornice che inquadra il
balcone e le finestre su questa facciata laterale che addirittura sborda rispetto al corpo di fabbrica stesso e quindi
crea questa risonanza, quessto effetto di trasparenza così come la scalinata di accesso che sembra sospesa, così come
la grande cornice in cui si raccoglie l’arrivvo della stessa con il balcone superiore.
Quindi la soluzione adottata è molto ridimensionata in quella che erano gli aspetti originali. Però purtroppo dopo la
realizzazione di questo edificio il proprietario per esigenze proprie, legate alla sua attività lavorativa chiuse anche il
piano………… per cui la villa ha perso completamente questa immagine iniziale voluta da Terragni.
Questa è la villa come di presenta oggi, è completamente murata, chiusa però ha mantenuto quei caratteri
principali detti in precedenza, la grande scalinata d’accesso con questi che sporgevano dall’ingresso e
questa grande cornice che riquadrava il balcone laterale. Anche in quest’altra immagine la lettura del
telaio è leggibile allo sato iniziale perché sporgeva il telaio strutturale denunciato anche in facciata
all’interno di quelle grandi aperture. Questa grande cornice che si stacca anche qui dalla muratura
laterale quindi sembra completamente sospesa nel vuoto.
Qui si vede in dettaglio di come sporge rispetto al corpo di fabbrica, con questa rampa di accesso
che è una soletta abbastanza esile che poggia soltanto cioè su questo setto centrale quindi ha una
leggerezza straordinaria.
Asilo Infantile
Vedete la scritta dell’ asilo è quella originaria, era quella ipotizzata dallo
stesso architetto.
Un’ altra immagine dell’
ingresso con il pronao.
Queste sono le mensole ke
sorreggono la pensilina a
sbalzo , è proprio staccata ,
completamente dal blocco
dell’ edificio , staccata anke
da questa grande vetrata che
abbiamo posteriormente
pero ovviamente è sorretta
anke da questi piastrini
laterali.
Quindi il fronte della
facciata , il pronao, la parte
laterale
L’ adattamento a questa rientranza con il
refettorio . Questa invece è la parte relativa
alla palestra, la parte esterna .
La parte laterale destra è quella delle aule .
Le aule sono rientrate rispetto al filo della facciata . Il filo della facciata ha 1 collegamento
ideale , cioè viene racchiuso idealmente in 1 grande quadrato attraverso l’ inserimento di
questo portale con pilastri effetto terminale ke creano 1 sorta di quinta architettonica. La
funzione di questi elementi non era soltanto riquadrare idealmente l’ edificio ma avevano
anke 1 funzione tecnica, ovvero definivano 1 sorta di spazio , di ampliamento dell’ aula
verso l’ esterno. Infatti le aule con queste grandi vetrate sembravano come se fossero
all’esterno , erano apribili quindi consentivano l’uscita e durante le belle giornate era
consentito la sistemazione di grandi tende qui , per poter usufruire anke di questo spazio
coperto all’ esterno
In quest’altra immagine si vede il sistema di apertura
delle tende. Qui il sistema è aperto, mentre nella
foto precedente era chiuso .
Questo è il meccanismo in cui venivano collocate le
tende.
Qui è aperto per creare continuità tra interno ed
esterno .
Questo grande setto finale ke serve quasi a dare l’
idea di 1 chiusura volumetrica . Questo setto crea 1
asimmetria in questo telaio , in questa logica , ma
serve ad alloggiare 1 altro elemento di chiusura di
questo ideale quadrato. L’ edificio è impostato a
forma di C pero è chiuso verso il giardino attraverso
1 grande pensilina di raccordo ke poggia su questo
setto terminale ke abbiamo visto sulle facciate delle
aule , e poggia con 1 grande sbalzo su 1 pilastro
centrale ke è decentrato , quindi con dei forti
sbilanciamenti di carico .
La percezione ke si ha da questo lato del giardino è
di grande trasparenza di tutto l’ edificio . La
chiusura qui è semplicemente 1 pensilina
completamente aperta. Anke la chiusura verso la
strada è vetro . L’atrio infatti è vetrato verso il
giardino e verso la strada . Dietro leggiamo questo
pronao di accesso pero su strada . quindi vi è questo
effetto di trasparenza e compenetrazione di spazi tra
interno e esterno davvero straordinari .
Questa è una foto dell’ atrio verso il giardino in cui si può notare questa pensilina.
Sempre nello stesso atrio attrezzato di giochi per i bambini si leggono gli elementi
a C dell’ edificio , la zona aule , l’ atrio , la zona palestra e questa pensilina di
chiusura .
Villa Bianca Seveso
Insieme a Lingeri partecipa al concorso per il palazzo dei congressi , concorso ke superarono in
primo grado e in secondo grado.Il concorso pero fu vinto da 1 progetto 1 po più monumentale e
quindi rispondente al gusto dell’ epoca , vinto da Adalberti.
Il progetto presentato sia nel concorso di 1 grado ke di secondo grado da Terragni era di 1 modalità
straordinaria , nel senso ke andava contro il monumentalismo classicista tipico dell’ epoca ,
presentando 1 impianto con 1 grande salone centrale , la sala dei congressi di forma rettangolare , e
la facciata era caratterizzata da 1 serie di piastrini in acciaio , ke riquadravano le grandi aperture
vetrate quindi 1 elemento di forte modernità come possiamo vedere in questo schizzo prospetto .
Vedete la parte relativa all’ ingresso del salone , svuotato in 1 gioco di trasparenze nn soltanto
ottenuto attraverso i pieni e i vuoti ma anke attraverso parti piene e parti vetrate in questo grande
gioco .
Nel progetto del concorso di
secondo grado rimane il
grande salone principale , la
sala dei congressi da
rettangolare assume 1
conformazione ovoidale ed
inoltre i piastrini sul fronte
nn sono più ammorsati all’
interno delle finestre ma
sono poste in avanti , quindi
creano 1 sorta di griglia
nelle facciata anteriore e
posteriore .In questa
assonometria si leggono i
vari volumi relativi al
salone al piano terra ke crea
1 coorte nel 1 piano , la
parte relativa alla grande
sala dei congressi e i grandi
spazi interni sempre in
questo gioco di trasparenze
e simmetrie .
Lo stesso fronte x es. ke è
caratterizzato da 1 ritmo di
pilastri minati? sarebbe
precipitato in 1 sorta di
classicità statica se fossero
stati uguali ?. Invece sul
fronte il passo diventa
simmetrico , i due elementi
terminali sono asimmetrici e
questo crea 1 slancio , 1
dinamismo fortemente
moderno in questa
composizione
Nel plastico leggiamo ancora meglio questo effetto di trasparenza tra il telaio e la parte
retrostante dell’ edificio. Le aperture creano questi giochi di pieni e di vuoti straordinari. E’ 1
prospettiva di quella ke è la sala ovoidale dei congressi.
realizzata perché l’ Italia entra in guerra e
quindi vengono a mancare i fondi. Il progetto
Danteum iniziale era costruire su quella ke oggi è la via
dei poggi imperiali , la via dell’ impero ke
travaguardava il colosseo. Quindi in questa
via doveva essere inserito il progetto di
Terragni : il Danteum , ke doveva essere 1
sorta di centro studi dell’ opera di
Dante.Terragni aveva pensato a questo
edificio nn tanto come museo o biblioteca (
luogo e sede) ma l’ ha concepito come 1 vero e
proprio tempio al genio italico . Infatti nel
Danteum si leggono gli elementi della divina
commedia e quindi la partizione: inferno ,
purgatorio e paradiso .Questa tripartizione nn
soltanto nelle sale ma anke nelle parti
ascensionali xkè tutto si sviluppa con 1
percorso a spirale ma anke ascendente .
Qui vi era 1 muretto basso ke separava l’
accesso all’ edificio verso questa coorte interna
. L’ingresso vero e proprio avveniva attraverso
1 sala gremita di colonne ke stava a
rappresentare la selva oscura , quindi 1 selva di
pilastri , di colonne e di qui attraverso 1
percorso ascensionale , attraverso degli scalini
si entrava nella sala dell’ inferno . Anke
questa sala era suddivisa ,suddivisa al livello
di pavimentazione , nn al livello di diaframmi,
secondo 1 percorso a spirale , in questo caso
discendente ,cioè cambiavano di quota gli
scalini e cambiava di quota anke il soffitto .
Da questo percorso poi , sempre attraverso il
corridoio e 1 altra rampa si arrivava alla sala
del purgatorio , anke in questo caso il percorso
era a spirale attraverso 7 quadrati sempre più
piccoli, pero in questo caso ascendente cioè
crescevano di quota i quadrati. Da questo
sempre attraverso 1 percorso sempre più
piccolo e ascendente si sbucava all’ interno
della sala del paradiso . Sala caratterizzata da 1
riquadratura nel pavimento ke doveva avere
delle colonne in vetro ke sorreggevano 1 tetto
completamente in vetro. Di lato poi vi era
questa galleria riamata la sala dell’ impero e
poi si usciva lateralmente attraverso questa
scalinata molto stretta laterale e quindi si
ritornava sulla via principale. Il tutto era
accompagnato da dei disegni prospettici molto
esplicativi di quella ke era l’ idea del progetto.
Questa era la coorte di accesso , questa era la
selva oscura di pilastri. Questa era la sala dell’
inferno , vedete i quadrati con questo gioco a
spirale i quali venivano caratterizzati ognuno
al centro di 1 colonna, quelli discendenti
scendevano di quota pian piano
Questa è la sala del purgatorio
svuotata verso l’ alto anke qui c’è il
gioco a spirale dei quadrati ,pero
ascendente quindi cresce di
quadrati sempre più piccoli.
L’accesso posteriore , perke era distinto in 2 blocchi . I l blocco sul fronte principale era x gli uffici ,
invece il blocco retrostante era x la sala delle riunioni .
Questa è 1 foto d’
epoca della sala
della riunioni ke
poteva contenere
800 posti
Queste invece sono foto
recenti , di restauro della
stessa sala
Casa Giuliani Fregerio
L’ ultima opera è la Casa Giuliani Fregerio a Como che abbandona durante la fase
della costruzione xke viene chiamato in guerra. Quando quindi si trova a Verona
spedisce disegni a 1 epistolario con Zuccoli per portare avanti quest’ opera . E’ 1 opera
straordinaria di 1 nuova stagione aiettonica di Terragni , perche ha degli appartamenti
3 per piano ma con livelli diversi ke sono anke denunciati in facciata , ma anke le
facciate sono staccate le une dalla altre .
Qui nella parte posteriore vi questa facciata con 1 taglio , 1 rientranza e 1 loggia superiore di
chiusura ke incornicia la parte laterale . Questo è 1 dettaglio dello stesso . Vedete anke qui l’
attacco tra la facciata laterale e il retro , la chiusura è negata da queste aperture .
Vedete anke qui i balconi proseguono con
delle parti metalliche sulla facciata ke
servivano ad alloggiare delle tende per
frangi sole, così come nella rientranza del
fronte principale la parte relativa alla scala
è mimetizzata pero è più mimetizzata
verso l’ esterno dai parapetti svuotati dei
balconi