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che vai...
Nelle Marche
saranno sanati
solo i piccoli
abusi: 150 metri
cubi per
l'edilizia
qualità. Le associazioni promotrici scrivono ai presidenti delle regioni: «Tolleranza zero per la residenziale, 75
contaminazione in agricoltura biologica e promozione delle tavole ogm free» nei centri
storici. Anche la
Basilicata
approva una
legge che limita
le tipologie di
opere
condonabili
rispetto a quelle
previste dal
governo
Stabilire il limite di tolleranza zero per quanto riguarda la contaminazione delle produzioni
biologiche. Dichiarare le proprie Regioni libere da ogm. Assicurare meccanismi di responsabilità
civile al fine di includere anche il caso di danni derivanti da contaminazione genetica accidentale.
Biodomenica 2002
Paolo Bedoni, di Legambiente Ermete Realacci e di Aiab (Associazione Italiana per l’Agricoltura
Biologica) Vincenzo Vizioli in una lettera aperta indirizzata a tutti i Presidenti Regionali divulgata
oggi, in occasione della conferenza stampa di presentazione di Biodomenica 2003, la festa
dell’ambiente, dell’alimentazione e del gusto che, il 5 ottobre, nelle piazze delle maggiori città
italiane, offrirà a migliaia di cittadini degustazioni e informazioni sui prodotti di un’agricoltura che
ha scelto di offrire alimenti sani e di qualità, legati al territorio, alle sue tradizioni e alla sua cultura.
"Come rappresentanti delle imprese agricole e del mondo ambientalista, accomunati dal nostro
impegno per la difesa e la promozione delle produzioni agricole italiane di qualità, temiamo
fortemente - scrivono Bedoni, Realacci e Vizioli – che la coesistenza, nel nostro Paese possa far
venir meno il confine tra ogm ed ogm-free, facendo della patria della buona agricoltura e dei
prodotti tipici la terra di conquista dell'agricoltura transgenica. L'Italia, infatti, ha un sistema
agroalimentare unico, fortemente interconnesso con i contesti territoriali e culturali delle varie
regioni del Paese, la cui produzione tipica e di qualità si è affermata a livello internazionale in un
contesto tendente alla globalizzazione ed all'appiattimento del gusto.
Questa qualità diffusa della nostra produzione ha origine nella peculiarità del sistema produttivo:
l'agricoltura italiana è caratterizzata da una superficie aziendale molto parcellizzata e con una
stretta interazione tra aree coltivate ed aree naturali e boschive. Immaginare una coesistenza fra
colture transgeniche, convenzionali e biologiche in contesti di questo genere appare improponibile,
soprattutto se ci si limita solo a misure aziendali. Rinviare le azioni a livello regionale
all'accertamento del fallimento delle misure aziendali, significa rendere irreversibile la
contaminazione delle coltivazioni tradizionali e biologiche compromettendo fortemente la
competitività dell'agricoltura italiana fondata sulla qualità e tipicità delle sue produzioni. Pertanto -
concludono Bedoni, Realacci e Vizioli - chiediamo di intervenire in tal senso tenendo in piena
considerazione la specificità del sistema agroalimentare nazionale, introducendo in particolare
misure atte a:
· stabilire il limite di tolleranza zero per quanto riguarda la contaminazione accidentale delle
sementi agricole e dei prodotti derivati da agricoltura biologica;
· assicurare meccanismi di responsabilità civile al fine di includere anche il caso di danni derivanti
da contaminazione genetica accidentale.
Come principio generale, gli agricoltori che, al di fuori delle aree rurali ogm-free, intendono
introdurre in azienda colture transgeniche devono assumersi l'onere di attuare tutte le misure
necessarie a prevenire qualsivoglia contaminazione delle colture convenzionali e/o biologiche
confinanti. E nel caso di accertata contaminazione saranno ritenuti responsabili e dovranno
risarcire i confinanti danneggiati".
2 ottobre 2003
npeace, mascherati da polli giganti, hanno distribuito le liste che riguardano produttori di pollame, uova, suini, pesci d’allevamento e piatti pronti
preparati con ingredienti provenienti da animali nutriti con mangimi “con o senza ogm”.
Oggi la maggior parte degli ogm che entrano nella nostra catena alimentare passano attraverso i mangimi animali, composti in gran parte da mais,
soia o colza geneticamente manipolati.
“I produttori non sono tenuti per legge a dichiarare la presenza di ogm nei mangimi e di conseguenza i consumatori non sanno se i prodotti che
acquistano derivano da animali nutriti con ogm- spiega Federica Ferrario, della campagna Ogm di Greenpeace – vogliamo dare, con queste liste,
la possibilità ai consumatori di scegliere prodotti senza ogm e far capire loro che hanno un grande potere, quello di orientare il mercato verso la
sicurezza alimentare. Rispetto alle prime liste, pubblicate nel ’99, molti prodotti non sono più segnalati in rosso, grazie alla pressione dei
consumatori. Ora il problema si è spostato prevalentemente sui prodotti di origine animale ”
Le informazioni sui prodotti sono state fornite a Greenpeace direttamente dalle aziende, ma l’associazione si riserva di effettuare delle analisi per
verificare la veridicità delle dichiarazioni.
Le liste sono caratterizzate da un semaforo: in verde sono i prodotti per i quali le aziende hanno assicurato di non usare ogm, in arancione le
aziende che sono in una fase di transizione, ossia che si stanno impegnando per diventare “ogm free” ed in rosso, infine, le aziende che non hanno
garantito di escludere l’utilizzo di mangimi ogm o che si sono rifiutate di rispondere.
Poiché il mercato è in costante evoluzione, la lista, costantemente aggiornata e arricchita, è reperibile presso il sito web di Greenpeace Italia
http://www.greenpeace.it/ogm
Ma si possono evitare gli ogm, senza andare a fare la spesa con la lista a semaforo di Greenpeace? “Gli alimenti biologici garantiscono di
escludere gli ogm in ogni fase della preparazione, compresi i mangimi animali- spiega Federica Ferrario –attenzione però all’etichetta, i prodotti
devono essere certificati da uno degli enti autorizzati"
Sarebbe auspicabile che anche i prodotti tipici, dal parmigiano reggiano al prosciutto di Parma, vanto della nostra gastronomia, inserissero nei
loro disciplinari, l’assenza di ogm dall’alimentazione del bestiame.
26/06/2002 11.36.39 - Greenpeace Italia
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L’appello lanciato anche agli altri presidenti. «Non può diventare una terra di conquista la patria degli
alimenti tipici»
«Come rappresentanti delle imprese agricole e del mondo ambientalista, temiamo che nel nostro paese
venga meno il confine con la contaminazione genetica»
Coldiretti, Legambiente e Aiab: Illy dichiari la regione libera dai prodotti transgenici
UDINE. Il presidente della regione dichiari che il Friuli Venezia Giulia dovrà essere libero dagli Ogm.
Questo, in estrema sintesi, l’appello lanciato dal presidente di Coldiretti, Claudio Filipuzzi, da
Legambiente e Aiab al governatore Riccardo Illy e anche al resto dei presidenti delle regioni. E’ chiaro
tuttavia che Illy non potrà sopravanzare la normativa Ue che fissa la soglia di tolleranza agli Ogm allo 0,1.
Stabilire il limite di tolleranza zero per quanto riguarda la contaminazione delle produzioni biologiche,
dichiarare dunque il Friuli-Venezia Giulia libero da ogm, assicurare meccanismi di responsabilità civile al
fine di includere anche il caso di danni derivanti da contaminazione genetica accidentale.
Come si diceva, lo hanno chiesto al presidente della Giunta regionale Riccardo Illy e a tutti i presidenti
delle regioni d'Italia la Coldiretti, Legambiente e l'Aiab (Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica) in
una lettera aperta inviata in occasione della presentazione di Biodomenica 2003, la festa dell'ambiente,
dell'alimentazione e del gusto che si svolgerà il 5 ottobre nelle piazze delle maggiori città italiane e in
Friuli-Venezia Giulia (a Udine in piazza XX Settembre e a Pordenone a Villa Carinzia) per offrire ai
cittadini informazioni sui prodotti di un'agricoltura che ha scelto di offrire alimenti sani e di qualità, legati al
territorio, alle sue tradizioni e alla sua cultura oltre ovviamente ad assaggi dei prodotti.
«Come rappresentanti delle imprese agricole e del mondo ambientalista, accomunati dal nostro impegno
per la difesa e la promozione delle produzioni agricole italiane di qualità, temiamo fortemente - hanno
scritto i presidenti nazionali di Coldiretti Bedoni, di Legambiente Realacci e di Aiab Vizioli - che la
coesistenza, nel nostro Paese possa far venir meno il confine tra ogm e ogm-free, facendo della patria
della buona agricoltura e dei prodotti tipici la terra di conquista dell'agricoltura transgenica». L'Italia, infatti,
scrivono ancora – ha un sistema agroalimentare unico, fortemente interconnesso con i contesti territoriali
e culturali delle varie regioni del Paese, la cui produzione tipica e di qualità si è affermata a livello
internazionale in un contesto tendente alla globalizzazione e all'appiattimento del gusto. Immaginare una
coesistenza fra colture transgeniche, convenzionali e biologiche in contesti di questo genere appare
improponibile, soprattutto se ci si limita solo a misure aziendali. Rinviare le azioni a livello regionale
all'accertamento del fallimento delle misure aziendali, significa rendere irreversibile la contaminazione
delle coltivazioni tradizionali e biologiche compromettendo fortemente la competitività dell'agricoltura
italiana fondata sulla qualità e tipicità delle sue produzioni. Pertanto - affermano Coldiretti, Legambiente e
Aiab - «chiediamo di intervenire in tal senso tenendo in piena considerazione la specificità del sistema
agroalimentare nazionale, introducendo in particolare misure atte a stabilire il limite di tolleranza zero,
dichiarando le proprie Regioni "libere da ogm", senza dover prima attendere l'inefficacia delle misure
aziendali.
Intanto, al convegno di Torino sugli Ogm è intervenuto l’economista Jeremy Rifkin. «La fame nel Terzo
Mondo è un fenomeno complesso che non risolverà con l'introduzione di coltivazioni Ogm», ha riferito,
ribadendo che «lo scontro sulle coltivazioni Ogm smaschera le debolezze sulla globalizzazione». «È
probabile - ha aggiunto Rifkin - che l'idea infelice di forzare gli europei ad accettare gli Ogm fallisca. In
realtà, potrebbe essere l'ultima goccia che fa traboccare il vaso per le relazioni tra Europa e Stati Uniti. La
battaglia contro i cibi Ogm unisce gli europei e dà alle popolazioni un nuovo significato alla loro comune
identità europea, allontanandole sempre più dal vecchio alleato al di là dell'Atlantico».
Mondo Bio
OGM: AIAB, ASPETTIAMO CON Tecnica, Ricerca e
Sperimentazione
FIDUCIA DOPO ANNUNCIO ALEMANNO Quale Agricoltura
Mangiar Bene
06/10/2004 ''Aspettiamo con fiducia che l' annuncio fatto oggi dal ministro Alemanno diventi prestissimo una
realta'''. E' questo il commento di Andrea Ferrante, vice presidente dell' Associazione nazionale agricoltura Movimenti,
biologica (Aiab), all' annuncio dato oggi dal ministro delle Politiche agricole sul decreto sulla coesistenza Ogm che Ambiente e Società
andra' venerdi' al Consiglio dei ministri. ''E' diventato ormai improcrastinabile e ineludibile - ha proseguito Ferrante Aggiornamento
- che il decreto sulla coesistenza diventi operativo, dal momento che e' l' unico strumento per garantire la scelta di normativo
agricoltura di qualita' operata dal nostro paese e in particolare per tutelare l' agricoltura biologica, fiore all'
occhiello dell' Italia che ancora oggi vanta il primato europeo in questo settore''. Da una prima lettura, secondo l'
Aiab, il decreto sulla coesistenza ''sembra essere uno strumento adeguato, contenente quanto indicato dall' Ue e allo
stesso tempo utile a impedire una semina incontrollata di sementi Ogm, che sin dalla prossima primavera si
potrebbe avere nel nostro Paese; ragione in piu' per ribadire l' estrema urgenza per l' approvazione del decreto''.
(ANSA)
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http://www.iworks.it/
Intanto, sulla questione, continua lo scontro in consiglio dei ministri. Silvio Berlusconi «sbaglia», insiste il
ministro alle Politiche argicole — e padre del decreto nella bufera — Gianni Alemanno.
Che annuncia: «Io andrò avanti su questa linea», non escludendo che sul testo possa esserci «qualche modifica».
Tipo?
«Magari prevedere un termine per la moratoria» che impedisce la semina di ogm fino a quando le regioni non
avranno fissato delle regole per evitare la commistione tra biologico e non.
Con Berlusconi si schiera invece il titolare delle Attività produttive Antonio Marzano: «Se le regioni non decidono
è tutto vietato? Questo non mi piace».
Prova a mediare l’altro ministro di An Altero Matteoli: sugli Ogm, afferma, «è necessario che si continui
l’approfodimento scientifico e l’Italia non può starne fuori, quindi troveremo una soluzione».
Parole che scatenano Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi): «E’ un passo avanti per spalancare le frontiere italiane ai
prodotti geneticamente modificati».
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Venezia 11 Ott. (Adnkronos) - ''Mi piacerebbe sapere a chi rispondono alcuni Ministri del nostro Governo -
afferma, in una nota, la consigliera Regionale del Veneto Elena Donazzan commentando la votazione che ha
rinviato la proposta del Ministro Alemanno in relazione alle colture Ogm in Italia - forse a qualche multinazionale
d'oltreoceano oppure a qualche estremista della manipolazione genetica a tutto campo''.
Il presidente del Veneto: ''Deve essere indirizzata bene e correttamente sul fronte degli ogm, cosi' come sul
nucleare''
Venezia, 11 ott. (Adnkronos) - ''Io credo che la ricerca scientifica non possa e non debba fermarsi. Credo che
debba essere indirizzata bene e correttamente sul fronte degli ogm, cosi' come sul nucleare, che deve essere
utilizzato per le tac e non per le bombe. E questo lo puo' fare la democrazia e il controllo popolare''.
Cosi', il presidente del Veneto, Giancarlo Galan interviene nel dibattito che vede alcuni suoi colleghi critici
sull'utilizzo degli ogm in agricoltura.
''La ricerca scientifica non si ferma davanti a niente -avverte il governatore forzista del Veneto- se non la facciamo
qui, la fa qualcuno di la'. Se non la facciamo in Europa, la fanno Israele o l'Egitto. Non si puo' fermare''.
Secondo il presidente del Veneto quindi sugli ogm ''il problema vero e' quello dell'informazione alla gente. Io
credo che non ci sia nulla di male anzi lo voglio e lo pretendo: su un prodotto alimentare si deve sapere se ci sono
ogm o meno. Io non ne faccio un problema. Qualcun altro ha tutto il diritto di non mangiarlo o di esercitare una
forma di pressione commerciale di contrarieta' alla produzione di ogm''.
''L'importante -sottolinea Galan- e' la tracciabilita' del prodotto: dobbiamo pretendere di sapere cosa mangiamo,
cosa beviamo. E non c'e' niente di male: sono solo i produttori non onesti che hanno da nascondere qualcosa''.
Da parte sua il presidente del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy presente a Venezia per la firma dell'accordo di
collaborazione con il Veneto sulla vicenda degli ogm si limita ad un diplomatico : ''noi come sempre abbiamo
fatto, applicheremo le leggi dello Stato e le normative dell'Ue''.
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BONELLI (VERDI LAZIO), LA REGIONE DIVENTI OGM FREE
Roma, 11 ott. (Adnkronos)- Il capogruppo dei Verdi alla Regione Lazio Angelo Bonelli presentera' una mozione
in Consiglio regionale per determinare e vincolare la posizione della Regione Lazio in materia di Ogm.
''E' sempre piu' evidente - spiega Bonelli - che in materia di organismi geneticamente modificati le pressioni delle
multinazionali possono modificare le posizioni dei governi. Chiediamo garanzie alla giunta Regionale del Lazio ed
e' per che questo alla conferenza Stato Regioni di giovedi' la Regione dovra' andare con una posizione chiara e
definita.
Mercoledi', il giorno prima della Conferenza Stato Regioni che esaminera' il decreto anti Ogm, presentero' una
mozione in Consiglio regionale proprio per determinare e vincolare la posizione della giunta regionale in materia
di Organismi geneticamente modificati, chiedendo alla Regione di essere Ogm free''.
Roma, 11 ott. - (Adnkronos) - ''Spiace che l'onorevole Bonelli, preso a dichiarare su tutto, naturalmente senza
costrutto, si sia dimenticato di leggere la legge finanziaria regionale 2004, dov'e' scritto, a chiare lettere, che la
Regione Lazio e' 'Ogm Free', come ha ribadito oggi anche il presidente Storace''.
L'assessore all'Agricoltura del Lazio, Antonello Iannarilli, replica cosi' al consigliere regionale dei Verdi Angelo
Bonelli.
''Una posizione piu' chiara di questa non riusciamo ad assumerla'' sottolinea l'assessore, che manda un consiglio a
Bonelli: ''prima di parlare rifletta, perche' le sue sono dichiarazioni sempre piu' ''buonsenso free''.
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CGIL SICILIA A CUFFARO, SUBITO LA LEGGE PER VIETARE L'USO DEGLI OGM
Palermo, 11 ott. - (Adnkronos) - La Flai Cgil siciliana chiede al presidente della regione, Salvatore Cuffaro di
''stringere i tempi sugli organismi geneticamente modificati, promovendo il varo di una legge che ne vieti l'uso in
agricoltura''.
''Sull'argomento - ha aggiunto il segretario generale del sindacato Cgil dell'agroindustria, Italo Tripi - abbiamo
colto nel recente passato, a seguito della costituzione di un vasto cartello di forze contro gli Ogm, una
disponibilita' di Cuffaro a dichiarare la regione 'Ogm free'. Adesso che su scala nazionale il governo sta aprendo
sul'uso degli Ogm - ha concluso - al governatore chiediamo di bruciare i tempi, facendo valere l'autonomia della
regione''.
Palermo, 11 ott. - (Adnkronos) - Sono 72 i comuni siciliani che hanno approvato la delibera, proposta dalla
Coldiretti, con cui il territorio di competenza viene dichiarato 'Ogm free'. A questi si aggiungono le Province di
Palermo, Caltanissetta, Enna e Trapani. Oltre a garantire la tutela dei consumatori i rappresentanti degli Enti locali
hanno assunto l'impegno di ''invitare le aziende fornitrici di pasti e derrate delle mense pubbliche, tra cui quelle
scolastiche, a dichiarare formalmente il non utilizzo di alimenti contenenti Ogm''.
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vedi anche:
Le strateia di tutela contro ogm sono legate ala tutela del territorio, a bandire
coltivazioni ogm e nel Veneto
Bioagricoltura notizie
Naturvalley grande economia
Idee valorizzazione territorio che escluda
Circuito città ogm free a livello europeo
Aiab.it città del bio
Luca Colombo Greepeace
Anci
Regione puglia, basilicata didichairare propria regione libera da ogm per tutelare
agricoltura di qualità
Strumento legislativo
GREENPEACE
INCOMPRENSIBILE IL RINVIO DEL DECRETO OGM
Roma, 8 ottobre 2004 – Greenpeace esprime forte disappunto per la mancata approvazione del decreto legge
sulla coesistenza tra agricoltura convenzionale, biologica ed ogm, presentato questa mattina al Consiglio dei
Ministri dal ministro Alemanno. "È inaudito il rinvio del decreto. È una misura non più rinviabile, specialmente
dopo l'inserimento di 17 varietà di mais Ogm nel registro comunitario delle sementi. In assenza di questa misura,
c'è il rischio che sementi transgeniche possano essere impiegate anche in Italia" afferma Federica Ferrario,
responsabile campagna Ogm di Greenpeace.
Per Greenpeace il decreto, anche se presenta ancora alcune lacune, come la mancanza di un'assicurazione
obbligatoria per rimborsare l'agricoltore in caso di eventuale contaminazione genetica, è indispensabile. "C'è da
chiedersi quali interessi stiano salvaguardando il governo Berlusconi e i suoi ministri, visto lo stop imposto oggi al
provvedimento proposto dal ministro Alemanno. Tutto questo in barba al chiaro rifiuto degli Ogm espresso non solo
dai consumatori, ma anche dal mondo agricolo, della produzione e della distribuzione dei prodotti alimentari. Già
gran parte delle Regioni ha dichiarato il proprio territorio Ogm free e altre si stanno attivando in questo senso"
conclude Ferrario.
"%Egrave; un successo per i coltivatori di tutto il mondo. Abbiamo dimostrato che si trattava di un vero e proprio
furto della Monsanto ai danni dei contadini indiani. Nel mondo non dovrebbero esistere brevetti sulle sementi per
garantire il libero accesso alle sementi e quindi la sicurezza alimentare".
Dopo la revoca, rimangono alcuni problemi: quello sul frumento indiano e brevetti simili sono stati autorizzati in
Australia, Stati Uniti, Canada e Giappone. Greenpeace chiede alla Monsanto di rinunciare a questi brevetti in tutto il
mondo. "Chiediamo anche all'Unione Europea di rivedere la legge sui brevetti al più presto, per escludere che si
possano brevettare le sementi. Quello della Monsanto è già il secondo caso di biopirateria dimostrata: nel 2003,
l'Epo ha revocato un brevetto sul mais messicano dopo l'opposizione presentata da Greenpeace" conclude Ferrario.
Per informazioni:
Ufficio stampa, tel. 06 57299903 - 348 3988615
Federica Ferrario, tel. 06 57299921 - 348 3988616
Roma, 20 settembre 2004 - Greenpeace esprime soddisfazione per la bocciatura di una nuova varietà di mais
Ogm: il Comitato europeo di regolamentazione degli Organismi geneticamente modificati (Ogm) infatti, riunitosi
oggi a Bruxelles, non ha accolto la richiesta della multinazionale Monsanto di importare nell'Ue una nuova varietà
di mais transgenico, la Mon 863. "Il giudizio critico di numerosi Stati che hanno votato contro o che si sono
astenuti ha impedito l'approvazione di un Ogm probabilmente pericoloso, come emerso da alcuni studi scientifici.
Rimane il fatto che eravamo arrivati alla votazione con procedure di autorizzazione che certo non ci fanno stare
tranquilli. La valutazione dell'impatto degli Ogm non ci tutela in alcun modo" afferma Federica Ferrario,
responsabile campagna Ogm di Greenpeace.
Greenpeace aveva criticato nei giorni scorsi la secretezza che circonda questa e altre autorizzazioni agli Ogm
nell'Unione Europea. Uno studio sui ratti condotto per la Monsanto aveva mostrato che gli animali nutriti con mais
Mon 863 (modificato per contenere la tossina Bt) presentavano una serie di anomalie non riscontrate sui ratti nutriti
con mais convenzionale. L'alimentazione dei ratti con il mais Ogm Mon 863 ha causato danni ai reni e al sangue che
dovrebbero essere analizzati con attenzione. Greenpeace torna a chiedere la pubblicazione integrale di tutti i dati
dello studio: secondo la legislazione Ue, non devono essere tenuti segreti dati rilevanti per la valutazione del rischio.
Per informazioni:
Roma, 17 settembre 2004 - Greenpeace esprime forte preoccupazione per l'impiego nel cibo e nella mangimistica
di una nuova varietà di mais Ogm: il Comitato europeo di regolamentazione degli Organismi geneticamente
modificati (Ogm) esaminerà, infatti, lunedì a Bruxelles la richiesta della multinazionale Monsanto di importare
nell'Ue una nuova varietà di mais transgenico, la Mon 863. Greenpeace critica la secretezza che circonda
questa e altre autorizzazioni agli Ogm nell’Unione Europea.
"I documenti che segnalano il potenziale pericolo per la salute di questi prodotti dovrebbero essere disponibili a
tutti. Con questo mais abbiamo un altro esempio di come il sistema di approvazione Ue degli Ogm sia orientato
alla segretezza" afferma Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace.
Uno studio sui ratti condotto per la Monsanto ha mostrato che gli animali nutriti con mais Mon 863 (modificato per
contenere la tossina Bt) mostravano una serie di anomalie non riscontrate sui ratti nutriti con mais convenzionale.
Greenpeace ha chiesto alle autorità tedesche, alle quali la Monsanto si era originariamente rivolta per
l'autorizzazione, di rendere noti i risultati di questi test. Dopo mesi di negoziati, la richiesta è stata rifiutata e i dati
classificati come "confidential business information". Un riassunto di 19 pagine dello studio di oltre 1.000 pagine è
tutto quanto Greenpeace é riuscita a rendere pubblico. Eppure anche in queste informazioni viene segnalato il reale
danno agli animali sui quali sono stati condotti gli esperimenti.
Monsanto ha tentato di negare i risultati di questi studi, sostenendo che i dati ottenuti da ricerche precedenti
mostrano che queste anomalie non sono fonte di preoccupazione. Eppure, secondo Greenpeace, questi argomenti
non sono scientificamente validi, nè sufficienti per spiegare i fatti. Gli esperti di Greenpeace sottolineano che le
differenze osservate tra i due gruppi di ratti, nutriti con mais Ogm o meno, durante i test, sono preoccupanti ed è
sorprendente che la Monsanto non abbia svolto ulteriori indagini. "L'alimentazione dei ratti con il mais Ogm Mon
863 ha causato danni ai reni e al sangue che dovrebbero essere analizzati con attenzione" sostiene Janet Cotter
dell'unità scientifica di Greenpeace. Greenpeace chiede la pubblicazione integrale di tutti i dati dello studio:
secondo la legislazione Ue, non devono essere tenuti segreti dati rilevanti per la valutazione del rischio.
Per informazioni:
Ufficio stampa, tel. 06 57299903 - 348 3988615
Federica Ferrario, tel. 348 3988616
Roma, 8 settembre 2004 – Greenpeace accoglie con soddisfazione il posticipo della decisione della Commissione
Europea sulla soglia di Ogm accettabile nelle sementi. "E un'ottima cosa che la Commissione abbia riconosciuto
che la proposta non era ben ponderata e che era saggio lasciare alla nuova Commissione di riconsiderare l'intera
questione della contaminazione delle sementi e della coesistenza" ha detto Federica Ferrario, responsabile
campagna Ogm di Greenpeace. "I commissari devono agire responsabilmente e fissare la soglia ammissibile di
Ogm al livello di rintracciabilità, così da garantire la libertà di scelta ai consumatori".
La proposta della Commissione Europea di legalizzare la contaminazione delle sementi convenzionali con semi
Ogm, senza alcuna etichettatura, doveva essere discussa questa mattina ma il presidente Romano Prodi ha detto che
mancava una completa valutazione dell’impatto economico della proposta, decidendo quindi di rinviare la
discussione. La bozza della decisione adottata oggi dai Commissari avrebbe consentito una soglia di Ogm in mais e
colza dello 0,3%, senza che la presenza di Ogm dovesse essere segnalata in etichetta. La proposta avrebbe permesso
la coltivazione di 300 piante di mais e più di 2.000 di colza geneticamente modificate per ettaro senza che
coltivatori, autorità e consumatori ne fossero informati. Queste soglie, oltre a minare la libertà di scelta fanno salire i
costi lungo tutta la catena di produzione.
D'altro lato, Greenpeace critica con forza la decisione odierna della Commissione riguardo l’inserimento di 17
nuove varietà di mais transgenico Mon810 (della multinazionale Monsanto), nel registro comunitario delle sementi,
che agevola così il via libera all’acquisto in tutta Europa di semi di mais transgenico. Greenpeace sollecita i governi
ad attivare clausole di salvaguardia a livello nazionale contro queste varieta’ in modo da proteggere l’agricoltura
convenzionale e biologica.
"Solo Danimarca e Germania stanno definendo misure nazionali per proteggere l’agricoltura convenzionale e
biologica dalla contaminazione genetica. Gli altri 23 Paesi dell’Unione, Italia inclusa, non hanno previsto alcuna
misura per tutelare il biologico ed il convenzionale dalla contaminazione con Ogm. Permettere la vendita di varieta’
transgeniche quando la maggior parte degli stati membri non hanno misure di salvaguardia in essere significa che
difficilmente si arriverà ad assicurare la sopravvivenza di colture non Ogm" conclude Ferrario.
Roma, 6 settembre 2004 - La Commissione europea potrebbe regolamentare mercoledì prossimo la soglia
massima di Ogm consentita nelle sementi tradizionali, in particolare mais e colza. Secondo la proposta della
Commissione si arriverebbe ad uno 0,3% di sementi geneticamente modificate, senza che la presenza di Ogm
venga segnalata in etichetta.
Si tratta di una decisione allarmante per Greenpeace, a cui potrebbe seguire un altro grave provvedimento: la
Commissione dovrebbe inserire 17 nuove varietà di mais transgenico Mon810 nel registro comunitario delle
sementi, agevolando così il via libera alla coltivazione in tutta Europa del mais transgenico. "Come mai la
Commissione, a fine legislatura, vuole approvare a tutti i costi un provvedimento che aprirà la strada
all'inquinamento genetico in campo? È una via senza ritorno. Facciamo appello al presidente Prodi perché faccia un
doveroso passo indietro" chiede Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace.
Greenpeace si sta battendo per avere l’Italia Ogm free, visto che è possibile garantire, nel nostro Paese,
l'approvvigionamento di soia non Ogm. "Con le nuove norme che la Commissione UE vorrebbe approvare, la libertà
di scelta dei consumatori non viene garantita perché non sarà più possibile la totale separazione delle filiere OGM e
OGM-free. La domanda che Greenpeace fa a Prodi, allora è: chi sarà responsabile di questa contaminazione genetica
senza precedenti?".
Per informazioni:
Ufficio stampa, tel. 348 3988615
Federica Ferrario, tel. 348 3988616
Roma, 8 ottobre 2004 – Greenpeace esprime forte disappunto per la mancata approvazione del decreto legge sulla
coesistenza tra agricoltura convenzionale, biologica ed ogm, presentato questa mattina al Consiglio dei Ministri dal
ministro Alemanno. "È inaudito il rinvio del decreto. È una misura non più rinviabile, specialmente dopo
l'inserimento di 17 varietà di mais Ogm nel registro comunitario delle sementi. In assenza di questa misura, c'è il
rischio che sementi transgeniche possano essere impiegate anche in Italia" afferma Federica Ferrario, responsabile
campagna Ogm di Greenpeace.
[>>] continua