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Psicologia e malattia cardiaca

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Quadro generale
• Oggi, in Italia come pure negli Stati Uniti e in
Gran Bretagna, la principale causa di morte è
costituita dalle cardiopatie.
• Molte ricerche internazionali evidenziano come
alla malattia cardiaca sia spesso associato
uno stress psicologico che rappresenta un
importante fattore di rischio sia nell’insorgenza
sia nel suo decorso
• Fattori biologici, sociali e psicologici, individuali e
relazionali, interagiscono in modo
interdipendente nel causare la salute o causare
la malattia→ competenze del cardiologo e dello
psicologo dovranno operare in modo sempre più
integrato.
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• Esseri umani come entità bio-psico-sociali,
influenzate da una gamma di sottosistemi
interni e sistemi sociali esterni che si
influenzano reciprocamente in un circolo di
causalità.

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La malattia cardiaca e i fattori
psicosociali
• Circa un terzo dei decessi legati a malattie
croniche sono dovuti a malattia cardiovascolare
• Le principali cause comportamentali delle
malattie cardiovascolari sono: l’uso di tabacco,
le diete non bilanciate e l’inattività fisica.
• Inoltre fattori sociali, economici, culturali,
politici e ambientali incentivano e supportano
l’adozione di abitudini malsane.
• Molti studi rilevano il legame causale tra
l’incidenza delle coronopatie e i fattori
psicosociali 4
La malattia cardiaca e i fattori
psicosociali
• I fattori psicosociali includono: depressione,
ansia, alcuni tratti di personalità, isolamento
sociale e stress cronico
• Questi fattori possono influenzare abitudini
strettamente connesse alla salute come il
consumo di tabacco, abitudini alimentari
scorrette e inattività fisica,che di conseguenza
favoriscono lo sviluppo di importanti fattori di
rischio per l’apparato cardiovascolare: obesità,
elevato tasso di pressione sanguigna, glicemia e
colesterolo 5
La malattia cardiaca e i fattori
psicosociali
• In secondo luogo, i fattori psicosociali possono
produrre cambiamenti fisiopatologici che
aumentano il rischio di coronopatie. Includono
disturbi del sistema nervoso, squilibri ormonali,
anomalie metaboliche, infiammazioni, resistenza
all’insulina e disfunzioni dell’endotelio.
• Inoltre i fattori psicosociali come la depressione
possono essere un ostacolo all’adesione e al
riconoscimento della necessità di cure mediche,
dando così adito ad un peggioramento della
malattia. 6
La malattia cardiaca e i fattori
psicosociali
• Quindi l’approccio delle istituzioni
pubbliche alla prevenzione dovrebbe
avere come target il consumo di tabacco,
la mancanza di attività fisica, la dieta
sbilanciata, l’obesità, l’elevata pressione
sanguigna, il diabete e i fattori psicosociali.
• A questo scopo è necessaria una
combinazione di strategie di
sensibilizzazione della popolazione e di
strategie mirate ad una diagnosi precoce 7
Una psicologia clinica per la malattia
cardiaca
• Partendo dal presupposto che l’essere umano
costruisce la sua identità all’interno delle
relazioni → il processo di cura non può limitarsi
all’organo o al tratto, ma deve estendersi anche
a tutto ciò che è collegato e ricollegabile al
disturbo.
• In quest’ottica la malattia viene quindi intesa
come il risultato di una complessa interazione
tra dinamiche evolutive, individuali, processi
biologici geneticamente determinati ed
esperienze sociali critiche. 8
Una psicologia clinica per la malattia
cardiaca
• Si è abbandonata la visione meccanicistica => ogni
elemento di un sistema (familiare, sociale, biologico)
influenza gli altri e ne è influenzato.
• Importante tenere conto della descrizione dei processi di
percezione e di significazione da parte del paziente
rispetto alla malattia → si può intervenire sulla
percezione della malattia del paziente e dei suoi familiari
attraverso un “modello” di malattia co-costruito dal clinico
e dal paziente nel momento in cui mettono a confronto il
rispettivo punto di vista su un particolare disagio →
ridimensionamento delle aspettative di onnipotenza
terapeutica → il pz sperimenta un maggiore senso di
controllo e di autonomia che contrasta con il forte senso
di impotenza derivante dalla malattia → maggiore
aderenza terapeutica. 9
Una psicologia clinica per la malattia
cardiaca
• Le attività della psicocardiologia:
- PREVENZIONE
- DIAGNOSI
- CURA
- RIABILITAZIONE
in ambito sia ospedaliero che extraospedaliero
verso pazienti che presentano una cardiopatia oppure che rischiano di
sviluppare una patologia cardiaca.
Lo psicologo
si occupa delle difficoltà comportamentali, emotive e relazionali delle
persone che vengono curate in regime di degenza e ambulatoriale.
si occupa sia dei pazienti ma anche dei loro familiari e degli
operatori sanitari.

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Una psicologia clinica per la malattia
cardiaca
• Alcuni tratti di personalità possono influire negativamente sulla
salute ed in particolare sulla salute cardiaca:
- schema comportamentale di tipo A→ tendenza a voler
raggiungere risultati sempre più elevati
-personalità di tipo D→ affettività negativa ed inibizione sociale:
tendenza a esperire un disagio diffuso ed un pessimismo
pervadente e difficoltà a manifestare le proprie emozioni ed
idee, alla consuetudine a tenersi tutto dentro e alla tendenza a
trovarsi in difficoltà nelle relazioni sociali.
- nonostante personalità di tipo opposto, in comune hanno la
“desiderabilità sociale”:
D → non esprimere stati d’animo per paura di essere giudicati
negativamente e non accettati socialmente
A → ricercare in maniera compulsiva esperienze in grado di 11
fornire conferma sociale.
Una psicologia clinica per la malattia
cardiaca
• Lo psicologo aiuta il cardiologo :
- nell’offrire un supporto extra e intra-opsedaliero
su temi quali l’aderenza terapeutica, la
modificazione dello stile di vita, la rielaborazione
del trauma dovuto al fatto di essere stato
“vittima” dell’evento cardiaco;
- nella personalizzazione della terapia:la
comprensione delle pressioni relazionali e
professionali con cui si scontra quotidianamente
il pz, e l’anticipazione delle difficoltà emotive e
delle conseguenti ripercussioni a livello fisico,
sembrano facilitare l’aderenza dei pz e diminuire
i tassi di ospedalizzazione dovuti a recidive; 12
Una psicologia clinica per la malattia
cardiaca
- nel miglioramento della comunicazione tra
medico e paziente;
- nella conduzione di una diagnosi
differenziale: è necessario distinguere
sintomi legati alla presenza di un disturbo
cardiaco e disturbi legati a disturbi
psicologici (es. attacco di panico- senso di
costrizione al torace e difficoltà
respiratoria, formicolii… )

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Una psicologia clinica per la malattia
cardiaca
Caratteristiche dell’intervento psicologico: aiutare i
pz e i loro familiari a
- riconoscere ed esprimere le proprie emozioni
riguardanti la malattia
- individuare ed attuare strategie per il controllo dei
fattori di rischio e per la modificazione dello stile
di vita
- implementare la corretta autogestione dei
trattamenti riabilitativi sulla base di
caratteristiche individuali
- riacquistare una soddisfacente qualità di vita

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Fattori psicologici di rischio nella
malattia cardiaca
La cardiopatia ischemica (malattia collegata ad
una riduzione del flusso del sangue arterioso
nelle coronarie con conseguente sofferenza del
muscolo cardiaco) riflette le realtà tipicamente
legate al vivere nella società moderna come lo
stress, la mancanza di tempo, la competitività e
l’eccessiva ambizione, le quali concorrono alla
cosiddetta dinamica del successo molto
presente nelle culture contemporanee.
Tuttora non si ha una conoscenza completa
dell’eziologia della cardiopatia ischemica: è un
fenomeno complesso, dinamico e multifattoriale.
Dobbiamo quindi concentrarci sui fattori di rischio
piuttosto che sulle cause. 15
Una psicologia clinica per la malattia
cardiaca
Tra i fattori di rischio cardiovascolare accertati si conoscono,
oltre all’età crescente, il sesso maschile e la
predisposizione genetica (che sono aspetti non
modificabili), anche alcune condizioni che possono
favorirne l’insorgenza: diabete, ipertensione arteriosa,
elevato colesterolo LDL.
In questo quadro di ricerca in costante evoluzione gli aspetti
psicologici sono tuttora alla ricerca di un ruolo stabile e
definitivo. Tra questi:
- Alcune particolari forme di comportamento e di stile di vita,
come il fumo di sigaretta (che ha un’azione diretta), la
sedentarietà e una dieta scorretta (che agiscono invece
favorendo la presenza dei fattori di rischio convenzionali.
Anche se considerate condizioni favorenti l’insorgere della
malattia cardiovascolare, la depressione, l’esaurimento
dell’energia vitale e lo stato socioeconomico non
soddisfano i requisiti necessari per poter essere considerati
fattori di rischio a tutti gli effetti. 16
Come la psiche interagisce con il
benessere fisico nella cardiopatia ischemica
• Benessere psicofisico→ mantenuto da una complessa
interazione di influenze regolatrici che seguono una dinamica
non lineare.
• Alcuni parametri come la pressione arteriosa devono essere
mantenuti in un ambito di variabilità ristretta (cioè meno varia
la pressione durante il giorno meglio è per la nostra salute)
• Altri parametri come la variabilità della frequenza cardiaca
devono assumere il comportamento opposto: maggiore è la
variabilità migliore è l’indice di un buono stato fisiologico
• I meccanismi omeostatici efficienti controllano parametri come
la pressione arteriosa e “rispondono” a vari stimoli nella
regolazione della frequenza cardiaca. Questo meccanismo
perde progressivamente efficienza con l’aumentare dell’età
ma anche a seguito di varie condizioni patologiche.
• Gli aspetti psicologici condividono con il controllo omeostatico
la complessità e il funzionamento non lineare.
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Come la psiche interagisce con il
benessere fisico nella cardiopatia ischemica
• La vitalità (uno stato positivo associato
con entusiasmo ed energia) è un serbatoio
per la nostra mente: lo stress cronico e le
emozioni negative influenzano
negativamente la vitalità e danno inizio a
un circolo vizioso → riduzione energia
vitale aumenta lo stress, mentre adeguata
risposta emotiva + buona capacità di
adattamento => aumenta la nostra energia
vitale
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Come la psiche interagisce con il
benessere fisico nella cardiopatia ischemica
Quando viene persa la flessibilità psicologica si perde la
capacità di affrontare adeguatamente le difficoltà della
vita di ogni giorno, in particolare le più gravose.

Ridotta flessibilità→ base delle reazioni patologiche agli


eventi stressanti.

Varie condizioni, in questo stato di ridotta flessibilità, sono


in grado di determinare una eccessiva stimolazione:
pessimismo, stress da lavoro o emotivo, carenza di
riposo e altre circostanze possono causare una
stimolazione continua del sistema nervoso simpatico e
dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene→ questo a sua volta
causa una serie di alterate regolazioni che influenzano lo
stato clinico
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Come la psiche interagisce con il
benessere fisico nella cardiopatia ischemica
MODELLO COMPORTAMENTALE DI TIPO A:
-comportamento altamente competitivo, potenziale ostilità,
impazienza pronunciate (questi sogg. doppio di possibilità di
sviluppare la cardiopatia ischemica rispetto ai sogg di
controllo)
-lo stress mentale di lunga durata e le emozioni negative
(rabbia, ostilità) attitudine eccessivamente competitiva,
ambizione sproporzionata + timidezza sociale =>
peggiorano la sopravvivenza
- Caratteristica principale: ostilità (rabbia, sfiducia, cinismo) =>
influenza sfavorevole sull’apparato circolatorio sia attraverso
uno stile di vita sfavorevole che ad esagerate reazioni a
stimoli ambientali stressanti

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Come la psiche interagisce con il
benessere fisico nella cardiopatia ischemica
DEPRESSIONE
Dopo insorgenza della cardiopatia ischemica→ depressione
clinicamente persistente determina aumento di mortalità:

Sia legato a comportamenti sfavorevoli direttamente determinati


dall’umore negativo (dieta inadeguata, abuso di alcolici,
scarsa adesione alle prescrizioni mediche)

Sia legato a meccanismi biologici → faticabilità, esaurimento


cronico grave, irritabilità, sentimenti di demoralizzazione
associati a vari sintomi di natura somatica sono una
condizione prodromica /aumentano la possibilità alla malattia
coronarica e all’infarto miocardico

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Come la psiche interagisce con il
benessere fisico nella cardiopatia ischemica
ANSIA

L’ansia è debolmente associata con


l’insorgenza di malattia cardiovascolare;
principalmente disturbi di panico e
preoccupazione.
Anche l’ansia favorisce comportamenti non
salutari
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Come la psiche interagisce con il
benessere fisico nella cardiopatia ischemica
DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS:
Condizione definita come una risposta ad un
“evento che va oltre l’ambito delle usuali
esperienze umane e che sarebbe marcatamente
stressante per chiunque”
Possibile fattore che influenzano l’insorgenza e la
progressione della coronopatia ischemica , ma
anche una possibile conseguenza della malattia
stessa

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Come la psiche interagisce con il
benessere fisico nella cardiopatia ischemica
STRESS MENTALE
Da tempo lo stress da lavoro è riconosciuto come
causa di aumentata coagulazione
Lo stress da lavoro permanente e temporaneo, lo
stress in ambiente domestico, lo stress per
problemi economici,e più in generale, tutti gli
eventi stressanti sono stati identificati come
fattori di rischio indipendenti per l’incidenze di
infarto miocardico
Gli stress acuti possono anche favorire la morte
improvvisa: circa il 20% dei sogg che sopravvive
ad un arresto cardiaco ha avuto un’esperienza
stressante nel periodo immediatamente
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precedente l’evento.
Come la psiche interagisce con il
benessere fisico nella cardiopatia ischemica
ISOLAMENTO SOCIALE
Anche questo favorisce la malattia, anche se
alcuni ricercatori sostengono che agiscono in
maniera indiretta.

Scadente rete di supporto sociale, scarsità di


amicizie → ridotte attività che promuovono la
salute come hobby, sport, gioco con i figli,
conversazione…

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Come la psiche interagisce con il
benessere fisico nella cardiopatia ischemica
CONCLUSIONI:
I fattori di rischio possono essere influenzati dall’intervento
psicologico – se la terapia cardiologica standard è
associata ad un intervento psicologico di sufficiente durata
ed intensità può verificarsi un miglioramento dello stile di
vita e quindi dei fattori di rischio legato ad essi così come
un miglioramento della qualità della vita.

Lo stato psicosociale è un aspetto rilevante nello sviluppo


delle malattie cardiovascolari così come nella prognosi dei
soggetti con cardiopatia già presente.

Fattori di rischio: basso livello socioeconomico, isolamento


sociale, conflitti familiari cronici, stress da lavoro cronico,
stress acuto, emozioni negative (depressione, ansia,PTSD)
e e gli stili di comportamento negativi (fumo, dieta, alcol,
ridotta attività fisica)
26
LO STRESS

27
•Stress: può essere definito come
l’insieme delle reazioni messe in atto
dall’organismo di fronte a qualunque
stimolo negativo, fisico, mentale o
emotivo che tende a perturbare
l’equilibrio.
•Un evento è ritenuto stressante in
base al significato che gli
attribuiamo.
•Eustress /Distress

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Lo stress
•Eustress- stress buono. Indispensabile
alla vita, si manifesta sotto forma di
stimolazioni ambientali costruttive ed
interessanti. (es promozione lavorativa,
maggiori responsabilità ma maggiori
soddisfazioni)
•Distress- stress cattivo, che provoca
grossi scompensi emotivi e fisici (es
licenziamento inaspettato, intervento
chirurgico..)
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Lo stress
Lo stress è necessario alla vita e ha un significato
positivo quando rimane sotto controllo, diventa negativo
quando supera le possibilità di adattamento
dell’organismo.

È alla base dell’evoluzione perché mette in moto una


reazione aspecifica: risposta di “attacco” o “fuga” di fronte
ad una possibile minaccia.

Minaccia → attivazione di una condizione di allarme →


aumenta lo stato di vigilanza e di tensione muscolare →
attacco o fuga (scarica di adrenalina)

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Lo stress
La risposta di stress si esplica in 3 fasi:
1.F. di allarme: attivato il sistema nervoso simpatico
(adrenalina) → pupille si dilatano, aumenta la frequenza del
battito cardiaco, le vie aeree si dilatano, i muscoli entrano in
tensione.
2.F. di resistenza: l’organismo tende ad adattarsi alla
situazione e gli indici fisiologici tendono a normalizzarsi anche
se lo sforzo attuato è molto intenso. Nel caso in cui
l’adattamento non sia sufficiente si arriva alla terza fase
3.F. dell’esaurimento:l’organismo non riesce più a difendersi
e la naturale capacità di adattamento viene meno.
L’esposizione prolungata ad una situazione stressante può
provocare l’insorgenza di patologie sia fisiche che psichiche.

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Lo stress
Sintomi più frequenti dello stress:
- frequente sensazione di stanchezza generale
- accelerazione del battito cardiaco
- disturbi del sonno
- dolori muscolari
- difficoltà di concentrazione
- attacchi di panico
- crampi allo stomaco; colite; ulcera dello stomaco
- irritabilità
- malfunzionamento della tiroide
- abbassamento delle difese immunitarie
-Ipertensione
-cefalee
-Mancanza di entusiasmo/perdita di interessi/pensieri tristi…
- …… 32
Eventi stressanti e malattia coronarica
Studi sul rapporto tra stress emozionale e successivi
episodi di ischemia miocardica hanno dimostrato
che c’è un aumento statisticamente significativo di
eventi e situazioni stressanti nelle settimane e nei
mesi immediatamente precedenti l’episodio acuto.
Esempi:
-perdite affettive
-protratto sovraccarico di lavoro
-frustrazione e insoddisfazione nel lavoro
-conflittualità con colleghi e superiori
-perdite finanziarie
-conflitti familiari
-altri eventi percepiti come “negativi” ed “incontrollabili”
-perdita di prestigio
-un fallimento
-bancarotta o improvvise difficoltà finanziarie
-…
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Eventi stressanti e malattia coronarica
Ruolo importante riguarda gli eventi cosiddetti di perdita
emozionale.

Studio “Morte da crepacuore”, Perkes e coll., 1969 su


4486 vedovi dai 55 anni in su.
Valutato lo stato di salute nei successivi 9 anni.

Morirono 213 sogg. Durante i primi 6 mesi di lutto, un


dato superiore del 40% rispetto alla frequenza attesa per
uomini sposati della stessa età.
Dal 6°mese in poi la frequenza di morti decrebbe
progressivamente.

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Eventi stressanti e malattia coronarica
L’ischemia da stress mentale, fenomeno identificato recentemente in
cardiologia, è caratterizzata dal verificarsi di ischemia durante
l’esperienza di episodi mentalmente o emotivamente stressanti.

Il Pz. a rischio viene descritto come una persona sottoposta


quotidianamente ad eventi stressanti di natura emozionale, ai quale
egli risponde con emozioni di rabbia. Inoltre tali pazienti sono
propensi ad esprimere la loro rabbia in maniera aggressiva e a
legittimare la pertinenza di tale comportamento aggressivo nelle
ordinarie interazioni sociali.

Vari studi dimostrano l’importanza dell’attivazione mentale, del range


di sensibilità emotiva e delle specifiche emozioni di rabbia e
frustrazione come stimoli scatenanti l’ischemia durante le attività di
routine quotidiane e durante lo svolgimento di compiti mentalmente
impegnativi.

Sarà necessaria la standardizzazione e la validazione di un protocollo di valutazione 35


per inserire la valutazione clinica dello stress mentale per scopi prognostici.
LA DEPRESSIONE: caratteristiche
Presenza di almeno 5 di questi fattori per almeno 2 settimane, per la
maggior parte della giornata:
-umore depresso
-diminuzione dell’interesse e del piacere nello svolgimento delle attività
quotidiane
-significativo cambiamento di peso non voluto
-disturbi del sonno
-ritardo psicomotorio o agitazione
-fatica o perdita di energia
-sentimenti di inutilità o di colpa eccessivi ed inappropriati
-diminuita capacità di concentrazione
-pensiero di morte o di suicidio

Ne soffrono circa 23 milioni di persone in Europa; più le donne; fascia


d’età più colpita: 25-44 anni.
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La Depressione e la cardiopatia
Pazienti con MI: ci si aspettano sintomi depressivi→ pz riferiscono
sentimenti di colpa per il possibile contributo del loro stile di vita allo
sviluppo della malattia

Quasi un terzo dei pz sviluppa livelli significativi entro un anno dall’MI.

Per alcuni è un fenomeno reattivo per altri transitorio (anche con


remissione spontanea).

Può procedere lo sviluppo della malattia (ruolo causale nella sua


insorgenza) e non solo una conseguenza.

Inoltre contribuisce all’adesione ai consigli medici.

Necessità di ulteriori ricerche.


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L’ANSIA
• Stato emotivo negativo → percezione di
situazione di pericolo (convinzioni relative
all’inabilità di predire, controllare o raggiungere i
risultati sperati in determinate situazioni)
• Sorge dall’interazione con l’ambiente e ha
componenti cognitive, neurobiologiche e
comportamentali.
• Processo adattivo fino a quando in una risposta
disfunzionale.
• Manifestazioni dell’ansia lungo un continuum.
• Tra i disturbi psichiatrici maggiormente diffusi
• Risposta di attacco/fuga
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L’ANSIA e MALATTIA CARDIACA
• Tasso di prevalenza tra i pz che soffrono di episodio
cardiaco acuto: 70-80%
• Pz con cardiopatia coronarica: persiste in maniera
cronica in circa il 20-25%
• Reazione prevedibile e “normale” ad un evento
cardiaco acuto o al senso di minaccia legato al
vivere con una malattia cronica; ma se persiste o
raggiunge livelli estremi→effetti dannosi:
-ostacolo per l’adattamento psicosociale alla malattia(interferendo con
l’abilità di prendersi cura di sé)che per la guarigione fisica in seguito
ad episodio acuto
-peggiore qualità della vita
-non permette di far apprendere nuove informazioni riguardanti i
necessari cambiamenti legati allo stile di vita
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L’ANSIA e MALATTIA CARDIACA
-ansia persistente: variabile predittiva di forme di disabilità
particolarmente critiche, numero maggiore di sintomi fisici
-ripresa attività lavorativa meno frequente o con tempi di assenza più
lunghi
-maggiori problemi a riprendere l’attività sessuale
-rispetto agli individui non ansiosi , possono seguire una dieta meno
salutare, fumare, fare uso di droghe o alcol, non aderire alla terapia,
dormire male e non praticare esercizio fisico.

Tutto ciò è associato ad una maggiore incidenza e progressione della


malattia cardiaca.

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PERSONALITA’ E MALATTIE CARDIACHE
Il legame tra personalità stress e malattia
cardiovascolare è largamente riconosciuto sia in
ambito medico che psicologico.

La personalità non è una realtà naturalmente ed


oggettivamente data, ma un insieme di processi
psicologici (stati mentali, costrutti autopercettivi,
schemi interattivi) prodotti dalle persone in
interazione con l’ambiente, all’interno di contesti
normativi e storico- culturali.

L’osservazione che i normali fattori di rischio


coronarico non erano in grado di spiegare da soli il
preoccupante aumento delle malattie cardiache.
41
PERSONALITA’ E MALATTIE CARDIACHE
Varie ricerche→suddivisione dei comportamenti
umani in due gruppi, definiti di tipo A e di tipo B
(Friedman e Rosenman, 1959).
TABP
Tipo A→più esposti allo stress, maggiore probabilità
di soffrire di soffrire di qualche disturbo sia fisico
che psichico. Più vulnerabili nei confronti delle
malattie cardiovascolari.

La differenza tra le 2 tipologie non dipende dal fatto


di possedere due diverse strutture di personalità
quanto al modo in cui viene organizzata la risposta
a situazioni stressanti.
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PERSONALITA’ E MALATTIE CARDIACHE
Comportamento di Tipo A Comportamento di Tipo B

- Competitività spinta e diffusa a -Competitività selettiva e


tutti gli aspetti della vita. Tendenza proporzionata alla reale
alla sfida e alla lotta. importanza degli obiettivi da
raggiungere.
-Aggressività (spesso repressa)
presente costantemente in tutte le -Aggressività "fisica" indotta da
interazioni personali e sociali. stimoli adeguatamente frustranti.
Aggressività di base ridotta.
-Impazienza, insofferenza per i
diversi ritmi altrui e per -Capacità di adeguarsi e di
l'insufficienza degli altri. tollerare la diversità degli altri ed i
loro differenti ritmi.
-Tensione muscolare, discorso
"esplosivo", ipervigilanza, difficoltà -Rilassamento muscolare,
discorso tranquillo, facilità di
al rilassamento.
rilassamento. 43
PERSONALITA’ E MALATTIE CARDIACHE
Comportamento di Tipo A Comportamento di Tipo B
-Tendenza a voler fare e ottenere un -Tendenza a proporzionare le cose da fare
illimitato numero di cose in un limitato e da ottenere in rapporto al tempo
periodo di tempo. disponibile.

-Necessità spinta di avere -Ridotta importanza dell'avere


costantemente il controllo totale nelle costantemente il controllo in tutte le
situazioni. situazioni.

-Spinta all'acquisizione di cose, -Relativa indifferenza al consumo e


oggetti, beni e in generale al all'acquisizione di cose inutili.
consumo.

-Spesso fumo, alcool, attività orali


-Fumo e alcool molto limitati.
ripetitive.
-Attività fisica.
-Poca attività fisica.
-Interessi alternativi al lavoro.
-Pochi interessi alternativi al lavoro.
-Alimentazione controllata.
-Alimentazione irregolare ed
44
eccessiva.
PERSONALITA’ E MALATTIE CARDIACHE
TABP → risultati contraddittori

Studio sulla RABBIA e sull’OSTILITA’ come


fattori di rischio autonomi.

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PERSONALITA’ E MALATTIE CARDIACHE
Personalità D (distress, letteralmente,
angosciata) Denollet J. 1996.
Tratti principali: affettività negativa (tendenza ed esperire
forti emozioni negative in modo stabile nel tempo e in
diverse situazioni) e inibizione sociale (tendenza ed
inibire l’espressione delle emozioni negative nelle
interazioni sociali).
Le persone tendono a preoccuparsi, visione pessimistica
della vita, sentirsi ansiosi e infelici, si irritano facilmente.
Non condividono emozioni negative per paura di essere
rifiutati o disapprovati. Poche amicizie, a disagio con
estranei.

Studi sul rischio di eventi cardiaci→ associata ad un rischio


di morte 6 volte più grande rispetto alla sua assenza.
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Reazioni psicologiche alle malattie
cardiache
• Due momenti principali:
a) Valutazione e ascolto sintomi fisici +
ricerca delle cause della malattia
b) Fase di coping o fronteggiamento, cioè
strategie di fronteggiamento
emotivo/affettivo,cognitivo,
comportamentale a seguito della
diagnosi
Varie strategie di fronteggiamento

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Reazioni psicologiche alle malattie
cardiache
• Malattia come evento critico che può
attivare vari cambiamenti:
-di identità
-di ambiente
-di ruolo
-di percezione del futuro

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La malattia come evento critico
familiare
• Entità dell’evento critico non dipende solo dalle
caratteristiche dell’evento stesso ma in larga
misura anche dal significato che l’intero sistema
familiare gli attribuisce.
• Relazione di coppia: ne risente di più
• Diade medico-paziente è un’illusione, perché i
membri della famiglia influiscono: condizionano
la scelta del medico, l’aderenza alla terapia, il
reinserimento sociale e lavorativo, cambiamenti
degli stili di vita…
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Ruolo dei terapeuti della
Riabilitazione
COMPLIANCE

• La scarsa compliance è molto frequente,


soprattutto nel proseguimento dei
programmi a lungo termine
• Per ogni singolo individuo si rende
necessaria una verifica della
MOTIVAZIONE
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L’aderenza ai programmi di training fisico sia nella fase
fisica che a lungo termine può essere condizionata da
vari fattori:
- Inadeguata informazione sui vantaggi del training fisico e
scarsa conoscenza dei programmi;
- Scarso entusiasmo a fare attività fisica;
- Atteggiamento negativo del medico curante e della
famiglia;
- Attese inutili, distanza dal centro, costi;
- Interferenza con l’attività lavorativa del pz;
- Problemi psicologici ( depressione, rifiuto della malattia,
personalità del pz…)

51
COME MIGLIORARE LA MOTIVAZIONE
- Informazioni complete al pz riguardanti la malattia
affinchè possa prendere le necessarie decisioni
relative alla sua salute;
- Conoscenza adeguata dei programmi e delle finalità
del t.f.;
- Coinvolgimento dei familiari nel programma
educazionale
- Rinforzo periodico con informazioni sui vantaggi del
trattamento
- Capacità di stabilire una efficace comunicazione

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CAPACITA’ DI ASCOLTARE E FARSI ASCOLTARE

“ASSISTENZA CENTRATA SULLA RELAZIONE”


• Atteggiamento empatico
• Controllo di alcune abitudini di ascolto che possono
risultare irritanti e dannose ai fini di una efficace
comunicazione:
- non lasciare che il pz spieghi interamente il suo
problema interrompendolo dopo poche frasi
- tentare di anticipare il suo pensiero
- respingere qualsiasi suggerimento
- ironizzare anche su argomenti seri
- sbirciare l’orologio dando l’impressione di aver
cose più importanti da fare
- dedicarsi a più persone contemporaneamente

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EFFICACE COMUNICAZIONE
“FARSI ASCOLTARE”
• Atteggiamento di attenzione e ascolto
• L’intenzione di quanto viene detto, abilità
che non si esaurisce nel possesso di una
tecnica della formulazione delle risposte,
ma deve riflettere un atteggiamento di
accettazione, rispetto, interesse, simpatia
e desiderio di dare un aiuto efficace
• Aiutare l’altro a: - esplorare il problema
- chiarificare le sue sensazioni
- individuare una soluzione alle sue diffic.
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OBIETTIVI DELL’INTERVENTO PSICOLOGICO
NELLA RIABILITAZIONE CARDIOLOGICA
1) Promuovere la gestione efficace della
malattia
- Fornire informazioni corrette sulla malattia e
sui fattori di rischio:
STILE DI VITA NON SALUTARE
dieta non equilibrata
obesità
abitudine al fumo
sedentarietà
- Sostenere l’espressione e l’elaborazione
delle emozioni (la malattia può interrompere
bruscamente il progetto di vita)

55
OBIETTIVI DELL’INTERVENTO PSICOLOGICO
NELLA RIABILITAZIONE CARDIOLOGICA

2) Rilevare le espressioni di disagio


valutare la presenza di sofferenza che evidenzia la
difficoltà ad affrontare la malattia: sintomi psicologici
(ansia, instabilità emotiva, frustrazione, sentimento di
fallimento)

56
OBIETTIVI DELL’INTERVENTO PSICOLOGICO
NELLA RIABILITAZIONE CARDIOLOGICA

• VALUTAZIONE: colloquio psicologico


(stato patologico, stile di vita, reazioni
emotive prevalenti, eventi significativi,
aspettative..) + questionari
• INTERVENTO: individuale (umore,
preoccupazioni); familiare; di gruppo

57
SALUTE: CONDIZIONE DI COMPLETO
BENESSERE FISICO, PSICHICO E SOCIALE E
NON SEMPLICE ASSENZA DI MALATTIA (OMS)

Uno stile di vita sano ed equilibrato


rappresenta una solida base per la nostra
salute ed è essenziale nel mantenimento
di uno stato di benessere globale, fisico e
mentale.

58
EFFETTI DELLA PRATICA
SPORTIVA
L’attività fisica può e deve essere considerata un comportamento
di autoprotezione della salute.
Oggi si sa con certezza che fare sport con regolarità:
-aumenta le prestazioni fisiche
-migliora l’efficienza dell’apparato respiratorio
-riduce la tendenza ad eventi trombotici
-riduce l’incidenza di asma e allergie
-previene patologie cardiache
-previene il diabete
-riduce il colesterolo cattivo e quello totale
-riduce i trigliceridi nel sangue
-…..
59
EFFETTI PSICOLOGICI DELLA
PRATICA SPORTIVA
• Riduce il rischio di sviluppare depressione
• Riduce l’intensità dell’ansia e della tensione
• Incrementa la propria sensazione di
benessere
• Migliora la sensazione di fiducia in se stessi e
nella propria capacità di fare (se riusciamo a
rispettare gli obiettivi che ci poniamo)
• Aumenta la nostra autostima
• Fornisce contatti ambientali e umani
60
E’ UN FARMACO A DISPOSIZIONE DI TUTTI,
NON COSTOSO, PRIVO DI ESSETTI
COLLATERALI E CON NOTEVOLI
POTENZIALITA’ PERCHE’ PERMETTE DI
CURARE IL NOSTRO CORPO E LA
NOSTRA MENTE. UN FARMACO CHE SE
UTILIZZATO IN PICCOLE DOSI E
REGOLARMENTE, PUO’
RAPPRESENTARE UN MOMENTO DI
PIACEVOLE SVAGO E DEL TEMPO DA
DEDICARE A NOI STESSI.
61
ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
o caratteristiche del processo comunicativo

• Non si può non comunicare, anche il silenzio


è comunicazione

• Ogni comunicazione ha un aspetto di


contenuto e un aspetto di relazione

• Noi comunichiamo attraverso i canali di


comunicazione quali: la parola, i gesti, la
mimica, il tono … e se abbiamo la persona di
fronte li usiamo tutti 62
Numerose ricerche dimostrano che noi
proiettiamo le nostre idee o i nostri
sentimenti sugli altri in queste percentuali:

• 7% con le parole (contenuto)


• 38% con il modo di dire (volume, tono,
velocità..)
• 55% con le espressioni del volto o del
corpo

63
LA COMUNICAZIONE

• Aspetto di CONTENUTO: VERBALE


• Aspetto di RELAZIONE: NON VERBALE

• Prestando attenzione al solo contenuto non


è possibile comprendere il messaggio,
fondamentale è il modo in cui viene
espresso.
64
Il linguaggio non
verbale
• “Quando gli occhi dicono una cosa
e la lingua un’altra la persona
accorta crede al messaggio dei
primi”…
65
Il linguaggio non
• Sguardo
verbale
• Espressioni del viso
• Postura
• Gesti
• Abbigliamento
• Cura dell’aspetto
66
COMPORTAMENTI CHE
OSTACOLANO LA COMUNICAZIONE

• Far valere il proprio ruolo


• Parlare sull’altro
• Rimproverare
• Negare i sentimenti altrui
• Contraddire per principio
• ……

67
COMPORTAMENTI CHE
FACILITANO LA COMUNICAZIONE

• Messaggi chiari e coerenti


• Incoraggiare
• Essere appropriati al livello di conoscenza
di chi li riceve
• Mantenere contatto visivo col ricevente,
ma non continuo per non creare
imbarazzo
68
RAPPORTI CON GLI UTENTI

• MODALITA’ EFFICACI PER LODARE


POSITIVAMENTE, RINFORZARE LE
PESONE MENTRE FANNO QUALCOSA
DI BUONO

• MODALITA’ EFFICACI PER IL


RIMPROVERO COSTRUTTIVO,
CRITICARE LE PERSONE PER
AIUTARLE A MIGLIORARE LE PROPRIE
AZIONI
69
Linee guida per lodare, rinforzare
positivamente
Cogliere le persone mentre fanno qualcosa
di buono

COSA FARE COSA EVITARE


•Essere tempestivi •Risparmiare la lode
•Essere specifici (dire ciò •Essere falsi
che la persona ha fatto •Essere critici (es. “questa
bene) volta hai fatto bene,ma…”)
•Incoraggiare ad andare
avanti con il comportamento
positivo

70
Linee guida per il rimprovero costruttivo
Aiutare le persone a migliorare

COSA FARE COSA EVITARE


•Essere tempestivi •Attaccare la persona
•Essere specifici (dire •Essere aggressivi
ciò che la persona ha •Rimproverare in
fatto male) pubblico
•Ricordare altri aspetti
positivi
71

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