Professional Documents
Culture Documents
FEBBRAIO 2011
NEWSLETTER
Trifirò & Partners Avvocati
Editoriale
Avevamo aperto la newsletter di gennaio con una notizia dell’“Ultima ora”:
un’ordinanza con cui la Corte di Cassazione rimetteva alla Corte
Costituzionale la questione di legittimità dell’art. 32, commi quinto e sesto,
del Collegato Lavoro, relativi alla liquidazione del risarcimento danni (da 2,5
a 12 mensilità) nelle cause concernenti la legittimità dei contratti a termine.
Riprendiamo e sviluppiamo l’argomento nell’Attualità della sezione Diritto del
Lavoro.
Il Collegato Lavoro ha avuto una grande risonanza ed il nostro Studio è stato
impegnato in numerosi convegni. Anche altre disposizioni nel Collegato (per
esempio quelle relative ai procedimenti di conciliazione e l’arbitrato) hanno già
posto numerosi problemi interpretativi e, quindi, non si può certo dire che il
Collegato Lavoro sia partito con il piede giusto. Soggiungiamo che la Legge n.
10/2011 - c.d. decreto milleproroghe - appena promulgata (supplemento
ordinario n. 53 della «Gazzetta Ufficiale» n. 47 del 26 febbraio) interviene
anch’essa sulla materia trattata dal Collegato. È stato stabilito che le
disposizioni relative al “termine di sessanta giorni per l'impugnazione del
licenziamento, acquistano efficacia a decorrere dal 31 dicembre 2011”.
Nelle sentenze di lavoro si segnala una “Sentenza del mese” di particolare
SOMMARIO interesse sul tema del mobbing: un caso curato dal nostro Studio e di cui si è
parlato anche sulla stampa nazionale e in televisione. La sentenza concerne
✦ EDITORIALE un ingentissimo risarcimento danni chiesto in relazione ad una pretesa
situazione di mobbing che è stata respinta in sede giudiziaria.
✦ DIRITTO DEL LAVORO Seguono le “Altre sentenze” che riportano casi di lavoro autonomo e
subordinato, licenziamento e mobbing, diritto di precedenza nell’ambito del
✦ ATTUALITÀ 2 lavoro part-time, risarcimento danni conseguenti a malattia professionale.
La parte dedicata al “Rapporto di agenzia” chiude la sezione.
✦ LE NOSTRE SENTENZE 3
E veniamo al Diritto Civile con una nostra sentenza in tema di
✦ RAPPORTO DI AGENZIA 6 risarcimento danni per mancata vacanza dovuta a problemi di salute.
La rinuncia non ha comportato un risarcimento danni a carico dell’agenzia
viaggi, poiché, come ha deciso il Tribunale di Modena, il cliente ha l’onere di
✦ CIVILE, COMMERCIALE,
seguire personalmente la propria pratica assicurativa, attivandosi con la
ASSICURATIVO
compagnia di assicurazione. E, a proposito di “Assicurazioni”, non manca la
parte espressamente dedicata all’argomento, egregiamente curata dai colleghi
✦ ATTUALITÀ 7
che seguono questa materia.
✦ ASSICURAZIONI 8 Altro appuntamento fisso è “Il Punto su …” che questa volta tratta di
pubblicità ingannevole. Si esamina una recente pronuncia della Corte di
✦ IL PUNTO SU... 10 Giustizia dell’Unione Europea che ha visto protagonisti due importanti
gruppi che operano nella grande distribuzione organizzata.
✦ EVENTI 12 Eventi e Rassegna Stampa completano il numero della newsletter di
febbraio. Buona lettura!
✦ R. STAMPA 13
Stefano Beretta e il Comitato di Redazione composto da: Stefano
✦ CONTATTI 14 Trifirò, Marina Tona, Francesco Autelitano, Luca D’Arco, Teresa
Cofano, Claudio Ponari, Tommaso Targa e Diego Meucci
TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°44 ANNO V
PAG. 2
TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°44 ANNO V
PAG. 3
Le Nostre Sentenze
LA SENTENZA DEL MESE
RISARCIMENTO DANNI DA MOBBING - ESCLUSIONE
(Corte d’Appello di Genova, 16 dicembre 2010)
La Corte di Appello di Genova, in sede di rinvio dopo la cassazione della sentenza di secondo
grado, ha rigettato nel merito un’ingente domanda di risarcimento del danno da mobbing
anche sessuale e dequalificazione professionale proposta da una lavoratrice contro una
Società nostra cliente.
La particolarità del caso risiede nel fatto che la causa aveva avuto esito favorevole per la
Società in primo ed in secondo grado ma la Corte di Cassazione, con una sentenza che ha
avuto notevole risalto pubblico, aveva cassato con rinvio la sentenza della Corte di Appello
di Torino per avere questa, tra l’altro, affermato che per la configurazione del mobbing è
richiesta una minima consistenza temporale (almeno sei mesi) della ipotizzata aggressione.
All’esito di una attenta rivalutazione in termini unitari dei vari fatti già oggetto di minuziosa
istruttoria in primo grado, la corte genovese afferma che:
✦ildiritto ad un proprio ufficio in una azienda organizzata con open space non spetta che ai
dirigenti, mentre erroneamente la Cassazione aveva ritenuto che la ricorrente avesse tale
qualifica, nemmeno richiesta in causa;
✦una conflittualità, anche accesa, in ambiente lavorativo è altro dal mobbing;
✦laassegnazione o meno di risorse umane a supporto, il cambio di incarico, la collocazione
della postazione lavorativa e la coltivazione o l’abbandono di un progetto di lavoro
costituiscono oggetto della discrezionalità organizzativa del datore, in mancanza di prova di
volontà persecutoria, arbitraria e di emarginazione ad personam;
✦frasi offensive rivolte dal superiore (che, però, chiedeva scusa pubblicamente) non sono
attribuibili al datore, venendo meno il nesso causale per esorbitanza rispetto alle norme di
lavoro;
✦il
pronto intervento dell’Azienda a fronte della denuncia della lavoratrice costituisce condotta
che tiene esente il datore da responsabilità, anche per aver rimosso il greve superiore
gerarchico;
✦lemolestie sessuali che hanno fortemente connotato l’iniziativa giudiziaria al suo sorgere non
erano state provate né avevano costituito specifico oggetto di appello anche se avevano
portato ad articoli sulla stampa nazionale ed ad un servizio di “denuncia” sulla Tv.
TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°44 ANNO V
PAG. 4
ALTRE SENTENZE
AUTONOMIA E SUBORDINAZIONE
(Corte d’Appello di Milano, 28 gennaio 2011)
La Corte d’Appello di Milano ha confermato la sentenza del Tribunale di Milano ed ha rigettato la
domanda di un consulente di una società fallita, il quale rivendicava la natura subordinata del rapporto.
La Corte d’Appello di Milano ha così deciso:
a) per dimostrare la subordinazione, il consulente avrebbe dovuto dimostrare la soggezione del prestatore
d’opera al potere organizzativo, di controllo o disciplinare del datore di lavoro;
b) non è stato provato un mutamento della volontà del committente di trasformare il contratto di
collaborazione, in contratto di natura subordinata;
c) le modalità di svolgimento dell’attività prestata dal consulente sono state ritenute più compatibili con un
contratto di prestazione d’opera, che non con un contratto di natura subordinata.
(Causa curata da Stefano Trifirò e Mariapaola Rovetta)
TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°44 ANNO V
PAG. 5
La società datrice contestava l’asserita violazione della clausola di riserva, opponendo, tra le altre, la
circostanza che alcuna nuova assunzione aveva avuto luogo, non potendosi considerare tale l’intervenuta
prosecuzione del rapporto con una dipendente apprendista.
Riformando la sentenza di primo grado, che aveva accolto la domanda della ricorrente, la Corte d’Appello
di Brescia ha ritenuto che il prospettato diritto di precedenza non insorga se non in presenza di nuove
assunzioni, non essendo consentita dalla lettera, né essendo coerente con la ratio della disposizione,
l’estensione di tale diritto al di fuori del caso di nuove assunzioni. Su queste basi, il Collegio ha stabilito
che il diritto di precedenza per la trasformazione a tempo pieno del rapporto di lavoro non compete al
lavoratore a tempo parziale né nel caso di apprendistato, né nel caso di conversione di rapporto di
formazione e lavoro in rapporto a tempo indeterminato, essendo, queste ultime, ipotesi di mere
prosecuzioni senza soluzione di continuità di rapporti già instaurati, del tutto inidonee a configurare nuove
assunzioni con contratto a tempo pieno.
(Causa curata da Claudio Ponari)
TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°44 ANNO V
PAG. 6
Rapporto di agenzia
A cura di Luca Peron
I N T E G R A G L I E S T R E M I D E L L A G I U S TA C AU S A D I R E C E S S O I L
COMPORTAMENTO DELL’AGENTE CHE ABBIA MOLESTATO UNA COLLEGA
AGENTE
(Tribunale di Foggia, 4 febbraio 2011)
Un agente era stato revocato per giusta causa, in quanto accusato di aver molestato con profferte a
sfondo sessuale una collega agente, nei confronti della quale esercitava altresì un potere di
coordinamento. L’agente receduto impugnava il recesso, negando la sussistenza dei fatti addebitati
e sostenendo, in via subordinata, che si trattava di fatti estranei al rapporto di agenzia e, pertanto,
giuridicamente irrilevanti sul rapporto medesimo. Il Tribunale, dopo aver istruito la causa con
assunzione di prove testimoniali che avevano sostanzialmente confermato i fatti addebitati, ha
ritenuto legittimo il recesso della preponente per giusta causa (dunque senza preavviso e senza
pagamento delle indennità di cessazione), affermando il principio secondo cui l’agente che abbia
compiuto atti gravemente lesivi della dignità personale di uno degli agenti dallo stesso coordinati si
rende gravemente inadempiente agli obblighi derivanti dal mandato, pregiudicando l’interesse della
società preponente al buon andamento e all’efficiente gestione dei propri affari, non potendosi
dubitare dell’inscindibile connessione tra il livello qualitativo e quantitativo del lavoro di una squadra e
l’equilibrio dei rapporti tra i suoi componenti. Il Tribunale ha altresì affermato che ai fini della
valutazione della gravità della condotta nell’ambito del rapporto di agenzia, l’elemento fiduciario, in
ragione della maggiore autonomia di gestione dell’attività per luoghi, tempi, modalità e mezzi,
assume maggiore intensità rispetto al rapporto di lavoro subordinato; sicché si può affermare che ai
fini della legittimità del recesso per giusta causa nel rapporto di agenzia è persino sufficiente un fatto
di minore consistenza rispetto a quello idoneo ad integrare la giusta causa di risoluzione del rapporto
di lavoro subordinato ai sensi dell’art. 2119 cod. civ., disposizione che per insegnamento consolidato
trova applicazione analogica anche al rapporto di agenzia.
(Causa curata da Luca Peron)
TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°44 ANNO V
PAG. 7
Civile, Commerciale,
Assicurativo
Attualità
NON SEMPRE IL CLIENTE HA DIRITTO AL RISARCIMENTO DEI
DANNI IN CASO DI MANCATA CONSUMAZIONE DELLA VACANZA
ORGANIZZATA TRAMITE AGENZIA …
(Tribunale di Modena - Sez. Carpi, sentenza n. 4159/2010)
A cura di Francesco Autelitano e Mario Gatti
Il signor Tizio, dopo aver prenotato una vacanza all’estero con l’ausilio della propria
Agenzia di fiducia, era stato successivamente costretto a rinunciarvi per problemi di
salute.
TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°44 ANNO V
PAG. 8
Assicurazioni
A cura di Bonaventura Minutolo e Teresa Cofano
La clausola "claims made" cd. pura, in virtù della quale l'assicurazione copre
le richieste di risarcimento del danno pervenute all'assicurato nel periodo di
efficacia della polizza, ma relativamente a tutti i rischi (dedotti in polizza)
CLAUSOLA “CLAIMS
MADE” verificatisi nel decennio precedente, cioè fino al momento in cui l'assicurato
può ritualmente eccepire la prescrizione del diritto del danneggiato di
chiedere il risarcimento del danno, non è di per sé vessatoria, perché non è
limitativa della responsabilità.
(Tribunale di Milano, 18 marzo 2010, n. 4527)
Tra le nostre sentenze: Tizio, ex agente della Compagnia Alfa, otteneva dal Tribunale di Milano un
REGOLAZIONE DEI decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo nei confronti della Cassa di
CONTI CON LA Previdenza agenti, avente ad oggetto il pagamento delle somme accantonate
PREPONENTE ED sul proprio conto individuale presso la cassa.
ESIGIBILITÀ DEL La Cassa di previdenza proponeva opposizione avverso il decreto ingiuntivo -
CREDITO
di cui chiedeva e otteneva preliminarmente la sospensione della provvisoria
DELL’AGENTE NEI
esecutività - eccependo l’applicabilità, nella fattispecie, dell’art. 18 del
CONFRONTI DELLA
CASSA DI PREVIDENZA Regolamento della Cassa Previdenza Agenti, secondo il quale:
TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°44 ANNO V
PAG. 9
“nel caso di revoca del mandato per giusta causa e nei casi di scioglimento
del contratto per una delle ipotesi elencate all’art. 19 degli accordi nazionali
10 ottobre 1951, le disponibilità e le attività del conto individuale comunque
investite non possono essere liquidate o consegnate prima che siano stati
regolati i rapporti di debito e credito con l’impresa. Se le attività del conto
fossero investite in una polizza vita o in un contratto di capitalizzazione, la
cassa provvede al riscatto e l’importo corrispondente si aggiunge alle
disponibilità del conto individuale”.
Il rapporto di agenzia tra Alfa e Tizio, infatti, era stato risolto dalla Compagnia
a seguito di una verifica ispettiva in occasione della quale era emerso un
pesante sbilancio di cassa; e l’agente non aveva provveduto ad estinguere il
debito né in sede di riconsegna dell’agenzia, né successivamente.
Costituendosi in giudizio, Tizio eccepiva che la previsione regolamentare
citata dalla Cassa era stata soppressa dall’Accordo Nazionale Agenti del
2003. La Cassa, tuttavia, replicava che per espressa previsione delle parti
contrattualcollettive la soppressione dell’art. 18 riguardava esclusivamente gli
agenti inseriti in uno dei regimi di esclusiva previsti dagli Accordi, tra i quali,
incontestabilmente, Tizio non rientrava.
TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°44 ANNO V
PAG. 10
Il Punto su...
A cura di Vittorio Provera
PUBBLICITÀ INGANNEVOLE
Le strategie pubblicitarie e di comunicazione delle imprese nei confronti dei consumatori fanno
sempre più uso delle cosiddette pubblicità comparative, ovvero di messaggi promozionali nei
quali vengono direttamente citati i prodotti dei concorrenti, per un raffronto con quelli della
propria impresa.
In materia, la normativa nazionale (contenuta nel Codice del consumo di cui al Decreto Legislativo 6
settembre 2005 n. 206, modificato dal Decreto Legislativo 2 agosto 2007 n. 146) ha sostanzialmente
recepito la disciplina europea di cui alla Direttiva CE dell’11 maggio 2005 n. 29, che ha modificato la
Direttiva CEE 84/450/CEE.
La controversia prende spunto dalla pubblicazione di una pubblicità (apparsa su un giornale locale
francese), nella quale erano stati riprodotti scontrini che, tramite designazioni generiche, riportavano
prodotti acquistati in due esercizi appartenenti alle due società. Dal raffronto sarebbe risultato che il costo
complessivo della spesa effettuata nel primo esercizio era inferiore alla spesa effettuata nel secondo.
A fronte di ciò la seconda chiedeva al Tribunale del Commercio di Bourges di condannare la prima al
risarcimento dei danni per concorrenza sleale, sostenendo il carattere ingannevole della pubblicità, poiché
avrebbe indotto i consumatori in errore in quanto erano stati selezionati unicamente i prodotti a proprio
vantaggio. I prodotti, inoltre, non sarebbero comparabili stante che, in ragione delle loro differenze
qualitative e quantitative, non soddisfacevano gli stessi bisogni. L’istante lamentava, altresì, che la mera
riproduzione di scontrini di cassa (ove erano genericamente elencati i prodotti) non permetteva agli
acquirenti di cogliere le caratteristiche degli stessi prodotti, né di comprendere le ragioni delle differenze di
prezzo.
La convenuta respingeva tutte le lamentele, argomentando - fra l’altro - che un confronto ben può
riguardare anche beni non identici, a patto che soddisfino gli stessi bisogni e presentino un
sufficiente grado di intercambiabilità.
Il Tribunale del Commercio di Bourges ha rimesso la causa, alla Corte di Giustizia Europea, chiedendo di
valutare se l’art. 3 bis. n. 1 della Direttiva 84/450 (come modificata nel 2005 e come peraltro recepita nel
nostro ordinamento) debba essere interpretata nel senso che non consente di effettuare una pubblicità
comparativa tra prezzi di prodotti che, pur diversi, soddisfano gli stessi bisogni o si propongono gli stessi
obiettivi; tenendo presente che trattandosi di prodotti alimentari la commestibilità di ciascuno di questi
varia significativamente in funzione delle condizioni, del luogo di produzione, degli ingredienti e delle
esperienze del produttore.
Prima di riportare la decisione, è bene premettere, sia pur sinteticamente, che l’articolo 3 bis n. 1
della citata direttiva prevede la liceità della pubblicità comparativa in presenza di determinate
condizioni, fra le quali: che detta pubblicità non sia ingannevole in relazione ai principi previsti dalla
normativa in materia; che confronti beni o servizi che possono soddisfare gli stessi bisogni o si
pongono gli stessi obiettivi; che confronti obiettivamente uno o più caratteristiche essenziali,
pertinenti, verificabili compreso il prezzo di tali beni e servizi.
TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°44 ANNO V
PAG. 11
Sono questi gli aspetti presi in esame dalla Corte, la quale ha concluso che l’art. 3 bis deve essere
interpretato nel senso che una pubblicità come quell’oggetto del procedimento può rivestire carattere
ingannevole e, quindi, viola le disposizioni normative allorché sia accertato che:
tenuto conto di tutte le circostanze rilevanti del caso (comprese le omissioni nell’inserzione), la decisione
di acquisto di un numero significativo di consumatori venga presa nell’erronea convinzione che la
selezione dei prodotti compiuti dall’operatore pubblicitario sia rappresentativa del livello generale dei
prezzi di quest’ultimo rispetto a quelli praticati al suo concorrente; cosicché il consumatore sia
indotto a considerare che realizzerà risparmi di entità uguale a quella vantata dalla pubblicità effettuando
regolarmente i propri acquisti presso detto operatore inserzionista piuttosto che presso il concorrente;
ai fini del confronto effettuato esclusivamente sotto il profilo dei prezzi, siano stati selezionati prodotti
alimentari che presentano, tuttavia, differenze tali da condizionare sensibilmente la scelta del
Consumatore medio, senza che tali differenze emergano dalla pubblicità (anche per le genericità
degli scontrini).
Pertanto occorre - per una lecita pubblicità comparativa nella quale sono messi a confronto
sostanzialmente i prezzi di diversi assortimenti di beni - che detti beni siano individuati con
precisione, nell’ambito delle informazioni contenute nello stesso messaggio pubblicitario.
Si tratta di una decisione autorevole e rilevante, che può costituire un punto di riferimento per la
pianificazione delle strategie commerciali e pubblicitarie delle imprese, nel rispetto delle norme
vigenti.
TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°44 ANNO V PAG. 12
Eventi
✦Roma, Università La Sapienza, Aula Calasso - Facoltà di Giurisprudenza
2 Marzo 2011, 9.30
Federmeccanica - Università La Sapienza
Premio Roberto Biglieri
Convegno: Diritti sindacali in azienda e crisi della rappresentanza
Relatore: Avv. Giacinto Favalli
Programma
Archivio Eventi:
✦Parma, Palazzo Soragna, 21 Febbraio 2011
Unione Parmense degli Industriali
Convegno: La costituzione del rapporto di lavoro
Relatori: Avv. Stefano Beretta, Avv. Anna Maria Corna, Avv. Luca Peron
Rassegna Stampa Convegno e Video intervista
TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
NEWSLETTER T&P N°44 ANNO V PAG. 13
✦ilGiornale: 13/02/11
“Giustizia”. Parlano i professionisti del Diritto
Per richiedere la Newsletter T&P (versione in lingua italiana o inglese) scrivere a: newsletter@trifiro.it
L’archivio delle Newsletter T&P è consultabile nella sezione Newsletter del sito www.trifiro.it
Realizzazione Newsletter: Emanuela Zocchi
Contatti
Milano
20122 Milano
Via San Barnaba, 32
Tel.: + 39 02 55 00 11
Fax.: + 39 02 54 60 391;
+ 39 02 55 185 052;
+ 39 02 55 013 295
Roma
00192 Roma
Lungotevere Michelangelo, 9
Tel.: + 39 06 32 04 744
Fax.: + 39 06 36 000 362;
www.trifiro.it
+ 39 06 32 12 849
trifiro.partners@trifiro.it
Genova
16121 Genova
Piazza della Vittoria, 12
Torino
10121 Torino
Via Raimondo Montecuccoli, 9
Tel.: + 39 011 52 10 266
Fax.: + 39 011 51 19 137
Trento twitter.com/TrifiroPartners
38122 Trento
Via Galileo Galilei, 24
Tel.: + 39 0461 26 06 37
Fax.: + 39 0461 26 44 41