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POETICA

Traduzione di Manara Valgimigli



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Della poetica in Sf e de' suoi generi, equal funzione abbia 144'. ciascuno di essi ; come dehbano essere costituite le favole 1 se si

vuole che I'opera del poeta riesca perfetta ; inoltre, di quante e di 10 quali parti ogni singolo genere si cornpone ; e similmente, di tutti

gli altri problemi che rientrano in questa medesimo campo di ricerca, ecco gli argomenti di cui voglio trattare: e ne trattero incominciando, secondo l'ordine naturale, da cib che viene prima ..

L I epopea e la tragedia, come pure 1a commedia e la poesia ditirambica, e gran parte dell' auletica e della citaristica, tutte 15 quante, considerate da un unico punta di vista, sono mirnesi [0 arti

di imitazione], Ma differiscono tra loro per tre aspetti: e cioe in quanto, 0 imitano con mezzi diversi, 0 imitano cose diverse, 0 irnitano in maniera diversa e non allo stesso modo,

Come infatti ci sono artisti i quali, per imitare e ritrarre pili soggerti 2 - 0 10 facciano con coscienza della loro arte 0 per mera consuetudine - adoperano forme e colori, mentre altri 20 si valgono della voce; cosi accade anche nelle arti sopra dette. Nelle quali, per cia che hanno di cornune, i mezzi della rnimesi sono il ritmo, il linguaggio e l'armonia ; e questi mezzi 0 sono adoperati separatamente l'uno dall'altro 0 si trovano mescolati

Per questa traduzione, Manara Valgimigli si avvalse di diverse edizioni , pur adottando come testa base 1 'edizione teubneriana del Christ (1910); per I'Lndice delle lezioni , che riporta i luoghi ove il curatore si e discostato da tale edizicne, si rimanda a ARISTOTEI..EJ Poetica, a cura di ~f .. Valgimigli, Bari 1964 " pp .. 255-6211

1 Le favole, ol ~u60L. Si tratta esclusivamente del contenuto 0 rnateriale ond'e costituito I'Intreccio di una lragedia 0 commedia 0 poerna epico. Che quesri soltanto, come risulta anche da 6~ 1449 b 21, sono i generi letterari, Ta Itra-r" di cui doveva occuparsi la Poetica, La poesia Iirica non vi era considerata.

2 4: Piu soggetti », 1t'OAA&:, non «tutti tt Anche per Arisrotele, come per altri scrittori antichi (per esernpio XENOPH. M~,".. III lOt 1; e specialmente DIONE OJ PRL-'SA, Or .. XII), I'arte dei pittori e scultori e sottoposta a certi limiti e non puo rappresentare ogni cosa.

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Poetica J 1 t 14-17 a-b

Poetica, 1-2, 1447 b-1448 a

insierne. Cosi, per cscmpio, si valgono esclusivamente dcllarmonia e del ri trno l' a uletica e la cita ristica e quante altre arti vi 25 IlOSS()no essere virtualmentc simili a qucstc .. come I'artc di sonar la zampogna; del sulo ritrno senza I'arrnonia si vale ill gent:re 1 'arte dei danzatori: anche costoro di fatti col ritrno di ccrti lor

poeta. Ma in realta non c'e niente di comune fra Omero ed Empedocle a eccezione del verso ; e percio quello sarebbe giusto chiamario poeta, questa invece non poeta rna fisiologo. Ci troverernrno 20 nella stessa condizione con uno scrittore il quale facesse un'opera

di rnimesi mescolando insierne ogni sorta di metri, come feee Cherernone nel suo Centauro, che e una rapsodia composta di

,

tutti i versi possibili: eb bene, anche castui [in quanta imitatore]

.

sarebbe giusto chiamarlo poeta,

Queste sono le distinzioni che si dovevano fare su questa

argomcnto. Ci sano poi alcune forme di arte le quali si valgono

di tutti insieme i mezzi sopra detti, cioe del ritrno, della melodia 25 e del verso: cosi la poesia ditirarnbica e quella dei nomi da un lato, la tragcdia e la commedia dall'altro. Con questa differenza pero, che le prime due adoperano tutti codesti rnezzi conternporanearnente, le altre due [separatamente~ cioe] parte per parte.

Ecco dunque quali credo siano Ie differenze tra Ie varie arti

per cio che appartiene ai mezzi onde si fa la rnimesi,

-

• .. •• + .. ...,

gestl e movrmcnti nescono a ra I)P resentare ell ratterr, cast e azroru 3+

(~'~ poi uri'altra forma di arte la quale si vale del 1inguaggio puro e sernplicc [, cioc scnza l'accompagnarncnto musicale], 0 in prosa

1447 b 0 in versi ; e, se in versi, sia mescolandone insierne di pili specie, sia adoperandonc di una specie sola. Questa forma di arte, fino a uggi, si trova a essere senza nome ,1 .. E veramente io non saprei

10 con qual 110me generico chiarnarc i mimi di Sofronc c di Xenarco e i dialoghi socratici ~; c non 10 saprei neanche se la mimesi [in questi due casi SO}Jra detti] fosse fatta in trimetri 0 in elegiaci o iu altri versi di simil gencre. Vcro C che gli uornini, congiungcndo insierne il nome di ' cornpositore ' 0 ' poet a ' col nome del metro, dicono <_gli uni . (~poeti elegiaci ll, gl i altri « poeti epici *"

15 come sc codcsto appellative di "poeti ' derivasse loro non gla daIla mimesi rna ill generale e senz 'altra distinzionc dal metro: tanto chc, per cscrnpio, sc l100 da fuor i, in versi, qualche trattato di medicina 0 di scienza naturale, cestui per abitudine 10 chiamano

2.

:i ~ Caratrcri ~ (-r.0·r.)t disposizioni mora] i ~ {) casi ~ (7':ie~). cio che ag1i uom ini accade ~ ~ azioni It (rrpx;f;L~), CIO che gli uormru fanno (efr l' 1451 1) 1 t).

-l Leg-go questa passo come i pill dcgli cditori anche rccenti t espungendo t;:""J1:"rJ~(X (I,' ehe rweg) e integrando :i,\I(:)'r j[LrJ~ (Bcrnays): I'uno e I'altro mutamento sono conferrnati dalla versione araba.

s Secondo un passo d l A ri store 1 e net di alogo irE? t -:-:;0 ~ ~ T(:}V ( efr .. fro 61 Rose), it primo a cornporre dialoghi socratici sarebbe state Alexamcno di Teo: cd e norabilc che anchc in questo passe siano ricordati in si erne com e ~·/.jSe. z !.t!l€:·:"F Q~J~ ..• 4 )~6 .. (r)'J~ It:xt J.I.~ ~ ~ d't t,; i rn im i d i Sof rone. Ora, se si perlSH che jl nome stesso di mirno doveva suggerire ad ~~ristotele di collocare questa forma di artc ncl!a stcssa 1 inea delle altre opere di mirnesi ~ 0 anche si pensa alia tradizionc conservataci da Suida (9.[\ ~(;l9P(!<f'J) e da Diogcne Laerzio (II I 18) che Platone sarebhe stato st ud ioso e irnrtatore dei mimi di Sofrone e chc Ii avrebbc cgli stcsso Introdotti in Atene t si capisce facilrnente come ... Aristotclc senti I'affinita del mirno col dialogo socrut ico in genere, non pur di Alcxarncno rna e di Platone c di Eschine e degli alrri , in quanta erano arnbcduc forme

6~a, siccome gli imitatori imitano persone che agiscono, e 1448.a queste persone non possono essere altrimenti che 0 nobili 0 igno-

hili, - perche i due unici criteri so cui si fonda la diversita dei caratteri possiamo pur dire che siano sempre questi, e tutti gli

• •

uornini infatti differiscono nel carattere in quanto sono VirtUOSI

o non virtuosi, - {costoro dunque imiteranno] 0 uomini migliori

di noi 0 peggio di noi 0 come noi, Cosi fanno i pittori. Polignoto, 5 per esempio, raffigurb esseri migliori, Pausone peggiori, Dionisio simili. E chiaro pertanto - che anche ciascuna delle forme di rnimesi sopra nominate avra di queste differenze, e che l'una sara diversa dall'altra in quanto siano diversi, net modo che ho detto,

i soggetti imitati. Anche nell' orchestra, nella auletica e nella citaristica si possono dare di tali differenze ; c COSt anche nelle arti 10 della parola, sia prosa siano versi senza accompagnamento musicale. Per esempio, Omero rappresento personaggi migliori di noi, Cleofonte simili anal, Egemone di 'Taso, i1 prirno che scrisse parodic, e Nicocare, l'autore della Diliade, peggiori di noi. Lo

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Poetica, 2-3, 1448 a

Poetica, 3-4t 1448 a-b

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stesso si pub dire a proposito dei ditirambi e dei nomi: dove i personaggi possono essere [diversamente] rappresentati, come

15 fecero, ad esernpio, < .. " e Ar)ga (nei loro, .. ), Timoteo e Filosseno nei lora Cirlopi 6. E questa e appunto la differenza onde anche si distinguono tragedia e commedia: che l'una tende a rappre .. sentare personaggi peggiori, l'altra migliori degli uomini di oggi~

3.

imitatorc dello stesso genere di Ornero, in quanto ambedue imitano personaggi nobili ; dall'altro possiamo considerarlo dello stesso genere di Aristofane, in quanto ambedue imitano personaggi che operano e agiscono. Questa e anche la ragione, dicono alcuni, per cui codesti componimenti sono chiamati * drammi It-

[f! cioe C( azioni .. ]: appunto perche imitano persone che « agiscono ., [8p(;)v"l"oc~]. E questa stessa e la ragione per cui e della tragedia e della cornmedia pretendono essere stati inventori i Dori: piu 30 precisarnente, della commedia si vanta no inventori i Mcgarcsi, tanto quelli della Grecia continentale i quali credono che la commedia sia nata fra loro quando Megara si reggeva a governo democratico, quanta i Megaresi della Sicilia, perche di codesta regione era il poeta Epicarmo che era molto pill antico [dei piu antichi poeti comici attici] Chionide e Magnete; e della tragedia si vantano inventori alcuni Dori del Peloponneso 8. Tutti costoro si 35 fondano su argomenti etimologici ~ osservando che mentre essi, nella loro lingual i villaggi Ii chiamano xhlflcxL, gli Ateniesi invece

li chiamano 8~fLOt. 9; e cosl, secondo loro, gli attori comic], )(tt)f.L<p8ot, avrebbero derivato codesto nome non dal verba XWl-LtXCttVI

~ far baldoria &, rna dal loro andar vagando di villaggio in villaggio, XCl-r« XWfLctC:;1 perocche in citra non erano tollerati ; e aggiungono

che mentre essi il concetto di ' fare' 10 esprimono con la parola 1448 b 8pa.v, gli Ateniesi invece dicono 7tPOCTTEtV 10.

E cosl delle varieta della mimesi, quante sono e di che natura sono, pub bastare questo che s'e detto.

C'e poi, oltre queste, una terza differenza, la quale consiste

20 nel modo onde i singoli oggetti possono essere irnitati. I nfatti, dato che siano eguali i mezzi della imitazione ed eguali gli oggetti, iI poeta puo tuttavia imitare in due modi diversi ~ e cioe, 0 in forma narrativa, - e in questo caso egli pub assumere personalita diverse, come fa Omero, 0 pub narrare in persona propria, rimanendo sempre 10 stesso senza alcuna trasposizione ; -- 0 in forma drammatica: e allora sono gli attori i quali rappresentano direttamente tutta intiera l'azione come se ne fossero essi medesimi i personaggi viventi e operanti 7 ~

Queste dunque, come dissi a principio, sono Ie tre differenze in cui si distingue la mimesi, e cioe nei mezai, negli oggetti, nei 25 modi, Cosi che, se da un lato Sofocle possiamo considerarlo un

• Poiche T'irnoteo e Filosseno scrissero ciascuno un Ciclup~) ditirambo, e non e improbabile che Is citazione di Aristotele corrisponda per il primo a un esernpio del ll~fUtcr6txt ~cATtOU<;; per il secondo del ~l~£lcr6at XEtPOlJ<;, cosi neanche e improbabile che precedesse il ricordo di due poeti di nomi, ciascuno con egual valore esemplificativo, E siccome Arga fu veramente un poets assai noto di ignobili nomi, credo che il vecchio integramento I Ap)yit:; del Castelvetro sia ancora quanto di meglio e stato pensato, Quante alIa terza possibilita, Ia realistica, del fltJU!dOa.t 6f.Lotou~1 poteva benissimo, come osserva it Bywater, non esserci: ne era richiesta dalla successiva distinzione di tragedia e commedia, dove infatti questa terza possibillta non e presentata e dove anzj si insiste (Ia lezione iv au~ e sicuramente confermata dalJa versione araba: • in hac differentia ipsa ~) esclusivamente su le altre due.

7 Le ggo Xelt Y lip bJ 't'o i.:; a.u 1'0 i c; XtXt 1'& ex U TO: tl t!-1£ i a6CXl l a':' L ~ 0 ~t J.LEv .i7t'~£llo'IT(x - ~ Ittp6v Tt yt~~OVt W(J1t'£p ~O~YJPo; :rote!} ~ we; "'t"Ov a.UTOV XIX 1 1-11; I-'-t TlX ~ iAAoV"rtt ~ ~ rrclv't'a: ( C asa u bon t rt'iVTr:tJ; 1\.1 ss) W ~ 7t pa. TTOVTtl.::; xa.l £v£ pyouv,,:,ac; '"rou,; ~ l floU ~£vou; .

4.

Due sembrano essere, in generate, Ie cause che hanna dato origine alla poesia; e tutte due sono proprie della natura umana,

8 S'intende i Sicionii (efr .. HERODOT .. V 67).

I: Veramente in Atene Ja parola Xh.fL7j significava un quartiere della citta e si distingueva dai a~~Ot della campagna. Cfr, ISOCRAT4> 149 at

10 E quindi, essi intendono, se il dramma 10 avessero inventato g1i Ateniesi, 10 avrebbero chiamato 7:"piy~, non 8p&~.ux" ~ chiaro che Aristotele non accetta quesr'argornentazione, ritenendo attic he ambedue le parole 8pav e 1tPcXrt'£tV, se pur con qualche sottile differenza, rna da Aeistotele non sernpre osservata (per esempio 34 1448 a 27), di significato.

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Poetica, 4, 14-1R b

Poetica, 4t 1448 b-144 9 (1

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5 La prima causa i.: questa. L'imitare c un istinto di natura comune a tutti gli uornini fino dalla fanciuIlczza; ed c anzi uno dei caratteri oride I'uorno si differenzia dagli altri csseri vivcnti in quanto egli e di tutti gli esseri viventi il pili inclinato alla irnitaz ione, Anche si noti chc Ie sue prime conoscenze l'uorno lc acquista per via di irnitazione : e che dei prodotti dcll'irnitazione si dilettano tutti. C na prova di cia chc dico i: quel che succcdc nella cornune

1 0 esperienza: poiche quelle cose rncdcsime lc quali in natura non possiamo guardare senza disgusto, se invece Ie contempliamo nelle lorn riproduzioni artistiche, rnassirnc se riprodotte il piu rcalisticamente possihilc, ci recano diletto ; come per esernpio Ie forme degli animali pit'l sprcgcvoli c dei cadaveri. E il rnotivo i: questo, che l'apprcnderc non e solarnente per i filosofi un piacere grandissirnc, rna anchc per gli altri uomini allo stcsso modo; solo

15 che gli altri uornini vi partccipano cun minore inte nsita. Infatti il dilctto che proviarno a vederc Ie immagini delle case deriva appunto da cia, chc, attentamente guardando, ci interviene di scoprire e di riconoscerc cht:' cosa ogni immaginc rappresenti, come se, per esempio [davanti a un ritratto, uno esclamasse i] Si, c proprio lui! Che se per avventura non si sia veduto prima, in natura, l'originale, non sara certo l'immagine sua in quanta ne sia la fedele imitazione che ci rechera diletto, rna ci dilette .. ranno l'esattezza dell 'esccuzionc, il colorito 0 qualche altra causa

20 di simi! gcnere 11. La seconda causa e questa, Essendo naturali in n01 [non pur la tendcnza all'imitazionc in gcnere, rna anche e pill precisamente] la tendenza a imitarc :' mediante il linguaggio l'arrnonia e il ritrno, - i rnetri si sa bene che sono varieta del ritmo, - cosi c avvenuto che coloro i quali fin da prjncipio avevano per queste cosc, piu degli altri, una loro disposizione natu-

rale, procedendo poi con una serie di lenti e graduali perfezionamenti. dettero originc alia poesia ; )a quale appunto si svolse e perfcziono da rozze improvvisazioni 12.

Questa poesia si diffcrcnzio sccondo l'indole particolarc dci 25 diversi poeti: che quelli che erano di animo pili clcvato rappresentavano azioni nobili e di nobili pcrsonaggi, quelli di animo menu elevato rappresentavano azioni di gente dappoco ; e COS!,

da principio, questi cOlnposero canti di vituperio, altri, inni cd cncomii .. Di ncssuno dci l)oeti anteriori a Omero possiarno ricordare poesie di questo genere, pur csscndo probahile che [di pocti che componessero canti di vituperio] ce ne fossero anche allora parecchi ; Ina possiarno ricordarne a partirc da Omero : per esempio

il .J.llorgite, che c di Omcro, c cosi via, In queste poesie venne in 30 1.ISO naturalmente, poiche vi si adattava, anche il metro dell'invettiva 0 ~< giamhico ~,~ il qualc anchc oggi si chiama giambico

_perche appunto in questo metro solevano inveire [~cX!L~L~OV] gli uni contra gli altri .. E cosi ci furono, tra gli antichi, poeti in metro eroico e poeti in metro giambic()~ :\Ia come anche nel genere serio Ornero fu il poeta l)er eccellenza, - egli infatti fu unico non sola- 3S mente per la bellezza del suo stile rna anche per it caratterc drammatico che seppe dare alle su~ composizioni poctiche, - cosi egli fu anche il primo che rivclo c scgno le linee fondamentali della commedia, poctando drammaticamente non gia l'invettiva personale rna il ridicolo puro e semplicc. I~ di fatti il Margite

ha con lc nostre commcdie quello stesso rapporto che hanno con 14-49 a le nostre tragedie l~ [liade e l'Odissea 1:J. :\Ia appcna t:omparvero

in luce la tragedia e la comrncdia, quclli che da lor propria natura

si sentivano attratti verso l'uno 0 verso l'alrro dei due generi

di poesia gia esistenti, ecco che costoro divennero, gli uni scrit-

11 Quesre osservazioni sono state fatte anchc altrove da .. -\tistotele t Rhet, A 1371 h 4; De. part. anim. A 645 a 11) e ripet ute poi abbondan ... temcnte da altri (cfr. PL1~TAnCH~ De audio POt." ~ 18 a ~ Quaest. C071t\ \" 1 t 674 a), Aristotcle osserva che, se Itogg~tto della riproduzionc ci c ignoto, il diletto proviene da altre C€lUSC1 per cscmpio dalla esccuzione (COS) anche in De part. anim, ~\ 645 a 11)~ dal colorito (efr. Probl. t 9. 9;9 a

24 ~ a proposito del verde); e conclude anche piu i ndeterminatamcnte pensando Forse alia bel lezza ob iettiva della persona 0 cosa raffigllrata (Pol~

H 1340 a 25),

12 Propo rre i d i legge re x:t ':"i ~/)at 'J 8~ e"7fj~ +. :-Lt'oJ 't'CtG ~.Ll :J.£ icr6cr. ~ x.2i

'~~ - ... J \ . .... I , '1,..... f 0 - ....

< ol'X "':'CJ~.J "":"! AO"~'YJ )('XJ .. :., ":"T.:: x:::u.'J\'~:2"'" x:%t. ~~tJ 0') U,)tJ K"t'A.

, ~, ~_ 1Io" ~ I t

lj Sono state notate in tutto questo hrano alcurie contraddiz ioni,

massirne sulla posizione del Margite. Qui diro solo che in h 30 il Margite non va inteso come esempio di ~6yQ::; a vituperio persoriale, hensi come esern p io d i '~(.I'"("_j; im personale 0 gene rico 0 ti p ico, i 1 quale puo berii s .. simo coritener e ~ corne suo elernento, il ridicolo, ~O .. tg)~(jt()"'J+ Piu sotto, in b 37 t ,,4 ri store 1 t' non fa che metre re meg 1 to in ri 1 icvo t est raendo 10 e separandnlo distintarnente dallo '~l"~'(.J~~ questo secondo clcmento.

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tori di cornmedie anzi che di giambi, gli altri scrittori di tragedie 5 anzi che di canti epici: e cia perche queste due nuove forme di arte avevano ormai acquistato piu importanza di quelle e pili di quelle erano tenute in pregio dal pubblico.

Riguardo alia questione se la tragedia, cosi a giudicarla in se stessa come in rapporto alle rappresentazioni teatrali, siasi ormai svolta compiutamente ne' suoi elementi costitutivi 11 0 no, questa potra esser materia di altra ricerca.

Or dunque la tragedia fu da principio una rudimentale im-

10 provvisazione .. - E~ come la tragedia, cosi anche la commedia: se non che la tragedia ripete la sua origine dai cantori del ditirambo, la commedia dai cantori de' canti fallici, i quali sono in uso ancor oggi in parecchie citta. Ma poi lentamente si accrebbe, aiutando i poeti a sviluppare tutti que' suoi germi che si venivane man mana rivelando; e dopa che fu passata attraverso rnolti

15 mutamenti ed ebbe raggiunta la sua propria fonna naturale, allora si arresto. [I principali gradi del suo sviluppo furono questi.] Primo. Eschilo porto da uno a due il numero degli attori ; dirninui l'importanza del coro, e fece del dialogo la parte principale, Tre attori introdusse Sofocle e aggiunse la decorazione della scena. Anche si noti che solo in un momento relativamente lontano dalle

20 sue origini 1&, e cioe quando, mediante I'abbandono di ogni elernento satiresco, si distacco dalle favole brevi e dallo stile giocoso, ella consegui la sua propria estensione e gravita, Allora, anche it tetrametro trocaico fu sostituito dal trimetro giambico. Perche dapprima, essendo codesta poesia satiresca, si era adoperato il tetrametro trocaico come quello che meglio si addiceva alla danza mimica dei satiri 16; rna poi, sviluppatosi it dialogo, la natura stessa della coea aiutb a trovare it metro conveniente. E veramente il giambo e di tutti i metri quello che imita piu da vicino il lin-

2S guaggio parlato; di che e prova il fatto che, nella conversazione ordinaria, di giambi ne facciamo spessissirno, di esametri invece poche volte e solo se ci allontaniamo dal tono familiare. Un'altra

mutazione fu l'aumento del numero degli episodi 17. Di altre case secondarie, come e quando, per esempio, secondo la tradizione, furono aggiunti via via singoli abbellimenti, sia come gia detto ; perche sarebbe, credo, un'irnpresa assai faticosa discorrere di 30 ogni cosa dettagliatamente.

5.

La commedia fJ come dissi, imitazione di persone piu volgari dell 'ordinario ; non pero volgari di quaIsivoglia specie di bruttezza [0 fisica 0 morale], bensi [di quella sola specie che e it ridicolo: perche] il ridicolo e una partizione speciale del brutto 18t II ridicolo e qualchc cosa come di sbagliato e di deforme, senza essere peri) cagione di dolore e di danno. Cost, per esernpio .. tanto 35 per non uscire dall'argomento che trattiarno, la maschera cornica:

la quale e qua1chc cosa di brutto e come di stravolto, rna senza dolore.

Ora, i successivi mutamenti della tragedia e coloro che Ii produssero non ci sono ignoti; rna della commcdia, poiche da principio non fu tenuta in gran conto, non possiamo dire altrettanto.

Di fatti una compagnia di attori e coreuti comici solamentc tardi 1449 b fu dall'arconte conceduta ai poeti ; e i commedianti fin allora avevan dovuto provvcderc a ogni cosa da se 19. Di poeti cornici propriarnente detti si ha notizia quando gia 13 commedia erasi

in qualche modo costituita entro sue forme determinate; rna chi introdusse le maschere corniche, e chi i prologhi, e chi aumento

il numero degli attori, di tutto questo e di altre cosc siffatte non sappiamo nientc. A comporre favole di argomento non personale 20 5

14 SoDO lei e saranno noverati in 1450 a 9-10.

1:1 Forse Aristotele pensa .11 'eta di Frinico ; del quale la prima vir ... toria fu tra it .51 t e it 508 (olimpiade 67)6

1. err. RMt. r 1408 b 36. dove il trochee e detto Xop3O:LXWUpO~ ..

17 Sui valore della parola £1t'£u:r68l0\l si veda piu oltre 1452 b 21.

II Luogo incerto di lezione (13 stessa versrone araba induce a sospetto di lacuna) e variamente ernendato, rna di chiaro significate, Mantengo Ia lezione tradizionale e intendo &'Ua X~O' tv Tl £Iao~ XctXLat;1t TO\) yap «to:xp.ou X':"A. (efr. Bywater),

It l:6£AO'rt"Cl£: a Tebe £e£Aov""nlc; era appunto il nome di certi attori comici non pagati, volontari, come noi diremmo « dilettanti. (efr. ATH£'l~ 621 0), attori e autori.

%U Nel teste ~ueou~ soltanto ; rna questo suo significato e dichiarato espressamente pili sotto dove J.Lu60u.; e epesegetico di xa:60AOU -:r. A6you~.

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Poetica, s, 1449 b

Poetica, S-6~ 1449 b

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sappiamo chc corninciarono Epicarmo e Formide 21 ; cosicche anche per questa rispetto la commedia ci vcnnc originariamente daIla Sicilia. Degli scrittori ateniesi il primo che abbandono la commedia giambica 0 di invettiva personale e si dctte a scrivcrc cornposizioni di carattcrc gcncrico" cioe favole [con personaggi e intrcccio di sua propria invenzione], fu Cratete.

Per tornare alia tragcdia 22, questa c l'epopea sono venute a trovarsi d'accordo in questo soltanto, che tutte due SOllO mirnesi

10 di soggetti eroici, per mezzo della parola 23 .. :\Ia in quanta la poesia cpica adopcra un metro unico e ha carattere narrative, questa e un primo punta di differenza. Anche differiscono nella cstensione, perche la tragcdia ccrca quanto pill pub di tenersi entro un sol giro di sole 0 10 sorpassa di poco, mentre l'epopea non ha lirniti di tempo 2·l. E COSt questa e un secondo punta di ditferenza,

sebbene da principia, a questa riguardo, si praticasse anche nelle tragedie la stessa liberta che nei poerni epici. l+ n tcrzo punto di 15 differenza c nei loro clementi costitutivi : dei quali alcuni sono cornuni alIa tragedia e all'epopea, altri sono peculiari della tragedia soltanto 25. Percio chi c capace di vedere se una tragedia

e bella 0 brutta, cestui sara anche capace di vedere sc c bello 0 brutto un poema epico; perche tutti gli clernenti del poema epico

si trovano nella tragcdia, mentre non tutti gli elementi della tra-

gedia si trovano nel poema epico. 2()

:H Xon SI debbono affarto, col Suscmihl e con 1a pall parte deg1i editori, espungere 11: parole * E1t~ZXPilfj~ X2.t q)6p!-L~~~ S i veda, tra I'altro, della versione araha, ed , Tkatsch, la nota 8 a p. 230.. jt~ facile sortintcndcrc un ~p~Cl" 0 un irr£8wxxv. E leggo di seguito ~O fJ-S:v oov X~A," come in alcuni 1\Iss; dove il 1'0 tL£V non e tanto l'equivalente di )(l1)~~8t:xv quanto del ~O ~,j6ou~ 7tOL£r" ncl senso sopra dichiarato.

~2 II rrapasso non e certo scnza difficolta. Tutto questa brano, nel quale sono toccari breverncnte alcuni punti di concordanza e di differertza fra tragedia e poema epico, e 1 'anticipazione di pi':' lungo discorso che leggeremo ai capp. 23~ 24, 26.

23 .s "intende, della parolu in versi ; 1 ~ cspressione e generica perche il verso C ricordato expl icitarnerrte subito dopo come terrnine di distinzione. La lezionc non e sicura ; rna sicuro e che almcno un elemento del la lezione originaria cc 10 da il Rice. 46 nelle parole f-le::'t""&' l6:'OlJ, che anche la versione aruba confenna. E chiaro pertanto che la parola t-Le:YUQ'J degli alt ri :!\lss e cor ruziorie di ~E"';'d: l.o"!"'o'PJ; come gia vide, per congettura fe l icissirna, Costantino Lascaris. Fermata e accolta codesta lezione, il meglio che resta da fa re e correggere in ~LgV -;o~ la parola ~!"rP()-j (Rostagni), e non fl'':'VQ'J (Thurot), che invece sara bene coriservare.

24. Non sara inutile avvertrrc che questa proposizione non ha alcun valore prcccttistico cd e soltanto una constatazione j ncidentale di quello che accadeva ne lla prarica consueta del teatro greco : rna appunto da questa proposizione nacque, per opera dei cr itici italiani del Rinascirnento (ve ... dine la stor ia in J. E. SP]~GARX~ l ... a critica letteraria nel Rinascimento, Bari t 905~ pp. 89 sgg.)~ quclla famosa Lruta di tempo che con le alt re due non meno famose, Unita di azione e LTnita di luogo, fece le spese per parecchio tempo di ogni forma di crjtica dramrnatica. Cfr, per I'Llnita

Della mirnesi in esarnctri c della commedia diro piu avanti 241; parliamo ora della tragedia e anzi tutto riassumiarno quella definizione della sua essenza che risulta dalle cose gia dette. Tragedia dunquc c rnimesi di un'azione ser ia e compiuta in se stessa, con una certa estensione ; in un linguaggio abbellito di varic specie 25 di abbellimcnti, rna ciascuno a suo luogo nellc parti diverse; in fonna drammatica e non narr ativa ; la quale, mediante una serie di casi che suscitano pieta e tcrrore, ha per effetto di sollevare e purificare l'anirno da siffatte passioni, Dico linguaggio abbcllito

q uello che ha ritmo, armenia e canto; e dieo di varie specie di

ab bcllirncnti rna ognuno a sur) luogo, in quanto che in alcune parti e adoperato esclusivarnente il verso, in altre invecc c'e anchc 30 il canto.

Ora, poiche la m irnesi e fatta da pcrsone che agiscono diretta-

mente, ne segue anzi tutto chc uno degli elerncnti della tragcdia dovra pur esserc 1 ~ ordinamento materialc dello spettacolo ; poi c'e la cornposizione musicale e terzo il linguaggio. Questi [du~ ultimi] sono i mezzi della rnimesi 27. Chiarno linguaggio la stessa

di luogo 24. 1459 b 26; per 1 'l:nlta di azione , chc C 13 sola di cui ctfcttivarnente ragioni Arisrotclc, i capp. 7, 8, 23.

25 Cioe Is melodia t! 10 spcttacolo scenico, Per gli altri cfr. 6. 1449 h

31 s~g., 24~ 1459 h to sgg.

26 Dellepopea discorre infatti nci capp. 23 .. 24~ c, cornparuta con lu tragcdia, nel cap, 26: della comrnedia ncl secondo Iibro, oggi perduto.

'27 E cruaro da cio che segue subito dopo, e rnassirnarnente da 1450 a

204

POI!tica, 6, 1449 b-1450 a

Poetica, 6t 1450 a

205

35 composizrone dei versi ; e quanta alia composizione musicale e cosa chiarissima in tutto it suo valore. Ma siccorne la tragedia e rnimesi di un'azione, e un'azione implica un certo numero di persone che agiscono, le quali non possono non avere 0 questa 0 quella qualita sia riguarrlo al loro carattere sia riguardo al lorn pensiero; - per questo infatti noi usiamo dire che anche le azioni

1-450 a. hanno certe loro qualita; e due sona naturalmente Ie cause determinanti delle azioni, pensiero e carattere, dalle quali, e cioe daJle azioni che ne risultano, dipendono la buona e la mala fortuna di tutti gli uomini; - COSt dunque mimesi dell'azione c la favela 28: e qui appunto io intendo per favola la composizione di una serie di atti 0 di fatti, Dico poi carattere qucll'elernento per cui alle

5 persone che agiscono attribuiamo 0 questa 0 quella qualita; e dico pensiero tutto cio per cui i personaggi di un dramma dimostrano,. parlando, qualche cosa di particolare 0 anche enunciano una verita generate .. Sono sei dunque gli elementi costitutivi di ogni tragedia, onde resulta quel carattere speciale che distingue la tragedia [da altre composizioni letterarie]: e sono, la favela, i caratteri, il 1inguaggio, il pensiero, 10 spettacolo e la composizione

10 musicale. Di questi sei elementi due concernono i mezzi della mirnesi, uno il modo, tre gli obbietti 29; oltre a questi non c'e altro. E non e certo piccolo, per dir cosi, il numero dei poeti che hanna adoprato tutt'e sei questi elernenti ; ne c'e infatti tragedia la Quale non abbia, alla pari di ogni altra, spertacolo, carat .. tere, favela, linguaggio, canto, pensiero.

15 II pili importante di questi elementi e la composizione dei

casi [cioe la favola]. Perche la tragedia non e rnirnesi di uornini,

bensi di azione e di vita, che e come dire di felicita (e di infelicita:

e la felicita) e la infelicita 30 si risolvono in azione, e il fine stesso [della vita, cioe la felicita.] e una specie di azione, non una qualita, Ora gli uomini sono di questa 0 queIla qualita se considerati rispetto al carattere, rna rispetto aile azioni sono felici 0 infelici. Xon dunque i personaggi di una azione drammatica agiscono per 20 rappresentare determinati caratteri, rna assumono questi caratteri per sussidio e a cagione dell'azione. D'onde segue che il complesso dei casi, ossia la favela, e cia appunto che costituisce il fine della tragedia ; e si sa bene che di tutte le cose il fine e sernpre la pili importante .. Anche si osservi che senza azione non ci potrebbe esser tragedia, senza caratteri sl. Infatti le tragedie della 25 piu parte de' poeti recenti sono assai povere di caratteri; e in ge~ nerale tra i poeti [anche non drammatici] ce ne sono parecchi che hanna questa difetto. E cosi anche tra i pittori, Zeusi, per esernpio, si trova, di fronte a Polignoto, in questa medesima condizione: perche Polignoto e un valente dipintore di caratteri, mentre la pittura di Zeusi di espressioni di carattere e piuttosto sfornita 31 ..

Ancora: se uno metta insieme soltanto una bella serie di parlate che siano espressione di caratteri e anche siano perfette rispetto alla dizione e al pensiero 32t costui non potra mai raggiun- 30 gere quell' effetto che dicemmo proprio della tragedia; rna multo meglio potri. raggiungerlo con una tragedia che sia men ricca di cotesti elementi e abbia invece la favela, cioe un ben ordinate intreccio di fatti. Si aggiunga poi che i mezzi piu efficaci onde 13 tragedia trascina l'anirno degli spettatori, le peripezie e ~ riconosci-

10. che qui Aristotele intende parlare soltanto della melopea e del linguaggio (rnezzi : tv "t'OU'TO~C;: cfr, 1447 a 16 ~" C1'iPOLC;)t e non anche dello spettacolo scenico (modo); sui quale cfr, la fine del capitolo, 1450 b 17 sgg ..

28 La struttura sintattica di tutto questo periodo non e troppo sicura ; ed e stata infatti nelle sue parti variamente distribuita. Considero pertanto in parentesi (Butcher, Thurot, Rostagni) .. le parole 3&4 ya.~ 't'OtJ''rwv ... 1't&.V"t'~~, leggo con alcuni Mss (che la versione araba mi pare confermi) 7tctpU)(C 8t~ e muto in 8~ il 8£ dopa faTtv (Euchen, Bywater).

" Mezzi: linguaggio e melopea; modo: spettacolo ; obbietti: favola, pensiero, caratteri. I] che rientra nella distinzione gia posta in 1447 a 16-17.

30 Luogo di tradizione corrotta, e di antica corruzione, per confusione e omissione di parole sirnili. Accetto l'integramento del Vahlen che da anche ragione, in certo modo, dellavvenuta co rruzione. Purtroppo la versione araba, in questa punto lacunosa, non offre aiuto, e la stessa parola vita (Margoliouth) 0 felicitas (Tkatsch) sono congetturali.

31 Ho smorzato nella traduzione l'assoiutezza dell" ouatv ExCt ~60~t come. aIcune righe pill sopra, del1'a+,6ItL~.

12 Accetto I'emendamento del Vahlen, rna credo debba essere integrato ),j~c, < re > XClt 3tGtVo(q;.; anche per giustificare I 'antica lezione errata di tutti i codici, compreso it testa greco supposto dalla versione araba (<< dictionem et ingenium I) ..

206

Poetica, 6~ 1450 a-b

Poetica, 6, 1450 b

207

rnenti 33, sono parti della favela (, non de' caratteri 0 d'altro cle-

35 mento]. E un'altra pro\·a di cio che dico e il fatto che anche quelli che incominciano a poetare riescono pill presto a dirnostrarsi abili nello stile e nella pittura de; caratteri che non nella composizione della favola ; e del resto e quello che e capitate su per giu a tutti quanti i primi poeti dramrnatici. Dunque la favela e l'clemento primo c come l'anirna della tragedia ; in scconda linea 'vengono i caratteri. Qualche cosa di simile accade anche nella

1450 b pittura: chc sc uno difatti irnbrattasse, Fosse pur dei colori pili belli, una. tela, rna senza un disegno prestabilito, costui non potrcbbc dilettare allo stesso modo che se disegnasse in bianco i soli contorni di una figura. E la tragedia, ripeto, e mimesi di azione; e appunto per cod esta azionc c11a c sopra tutto rnimesi di persone che agiscono, I n terzo Iuogo viene il pensiero : il quale

5 consiste nella capacita di esprimere sopra un data argomcnto tutto cio c he gli e incrcntc e che g1i conviene ; i 1 chc t rispetto alia eloquenza in genere, e sottoposto alle leggi della politica e del1a retorica. Di fatti gli antichi pocti introduccvano i lor personaggi a parlare come uornini di stato, i rnoderni invece Ii fanno parlare da retori+' .. E [c'e tra carattere e pcnsiero questa differenza:] il

carattere e qucll'elemento on de risultano chiare le intenzioni morali di una persona, quali cosc cioe, ove codeste intcnzioni non siano chiare per se mcdesime, una persona prcfcrisce e quaIi 1() schiva ; percio mancano di carattere quei discorsi nei quali chi parla non ha motivo alcuno ne di preferire ne di schivare alcunche ;

il pensiero si ha in quelle espressioni nelle quali si dimostra come una cosa e 0 non e, 0 dove si enuncia una rnassima geneTale. II quarto dcgli elementi, in quanto si considera la tragedia come opera letteraria 35, C la dizione: e intcndo per dizione, come gia fu detto 36, la csprcssionc del pensiero mediante la parola;

iI chc va1e ugualmcnte cosi per le opere in vcrsi come per Ie opere <in prosav, Restano altri due elementi [non letterari]: la cornposi- 15 zione musicale, che degli abbellimenti [estcrni] di una tragedia

i: il pit'} importante, e l'apparato scenico ; il quale ha senza dubbio una grande cfficacia su l'animo dcgli spettatori, rna non ha che

far niente con la nostra ricerca [sull'csscnza della tragcdia] c nernmeno con la poetica in generalc. Perocche il fine proprio della tragedia e conseguibile anche senza rappresentazione scenica e senza attori ; diro di pili, che per Iornire un bell'apparato scenico

e piu adatta I'arte dello sccnografo che non quella del pocta. 20

33 Se ne parlera espressamente piu innanzi ai capp. 10, 11, 12; rna sono parole dellinguaggio tecnico teatrale che Aristotele presuppone pra-

. ~ ...

ticarnente gta note.

84 Dice Aristotele ne1 primo della Retorica (1356 a 25) che la retorica e come una ramificazione della dialettica e dena politica ; e anche altrove insiste su questo rapporto della retorica con 1a politica in quanto la prima pub esscre, sotto un cerro rispctto, subordinata e utile alIa seconda. C'e pero tra Ie due discipline una sostanziale differenza: perche la politica e una scienza con precisa final ita, mirando a un felice e razionale ordinamento degli uomini nella stato : la retor'ica non ha altro scopo che di scoprire e sisternare metodicamente Ie forme del ragionare. Ora io credo appunto che la proposizione (;t tJ.!V "''(ip ipZ~i[,t r=OAt-r .. I':W~ .... at 8e vUv F~r,'":'~FtX.W,;~ .. vada intesa non nel sensa delle affiriita tra politica e retorica, hens! delle loro divergenze, conterieridn gia in gcrmc quel pill netto valore antitetico che assunsero piu tardi come di chi parla con serieta 0 sincerita 1'0 rrol!. Tt)(iJ~ i ... £y(r)v e di chi arzigogola sofismi e cavilli I '0 F~",:"OFtxi:J~ i~~!wv. Che nella tragedia a cominciare da Euripide fosse entrato su la scena il vano dibattito giudiziario e cosa nota: rna anche quit come piiJ sopra, non credo possa essere allusione a Euripide, it quale del resto anchc da scrittori posteriori e indicate come -:::OJ ... t "':~X(~)

Sf: &;,\fopl 7::XV) N<ptAt~O;:;; bensi a quei tragici del ]\r secolo conternporanei di Aristotele, dei quali sappiamo che furono la piu parte rragici e retori e teorizzatori di retorica al tempo stesso, Ripensando poi a una proposizione preceden te che le tragedie ~wv \Jew" sono 0:+,6£~.;, e allo stretto rapporto nel concerto aristotelico tra etica e politica (~c; 7tE-pl ""ri ~~ ~pcX'ytJ.a:'t'E(Cl~ ~ v 8lXct.t6" iO'T~ v 7tpotT(Ope,JE ~ v 'itO)l~ -r ~xiJv : Rhet . ..\ 1358 a 26), non troverei difficolta a vedere col Vahlen nell 'espressione r.Oj. .. t~Lxid~ )~£yE" v qualche cosa di simile all ' ~6e.)(:W~ j. .. £-ye t y 4 Qua nto poi agl i antichi poeti, non bisogna intendere gli anrichi poeti drarnmatici 901amente: Omero, per esernpio, e sopra tutti, era gia consjderuto maestro di eloquenza, e di severa eloquenza politica.

35 Intendo COS! pUT conservarido la lezionc -:W\I ~t.v )~61'wv~ la quale mi pare sufficientemcntc chiarita clul seguente -rwv 8e )~(_ltit(~)v.

3& 11 richiamo e a 6. 1449 h 34~ dove la A€.~t~ e definita x'Jri, ~ ~wv ut't"p{t)v tTJvf1£O"!.c:;, cioe niente altro che it materiale della versificasione, il iinguaggio; e il richiarno mi pate esatto senza bisogno ne di mutare cola ne di pensare qui a un lapsus di Aristotele.

208

Poetica, 7~ 1450 b-1451 11

Poetica, 7 ... 8, 1451 Q

209

-

I.

giudicati belli,] deve esserci una certa grandezza, e questa ha da essere facilmente visibile nel suo insieme con un unicn.sguardo, cosi anche nelle favole dev'esserci una certa estensione, e questa S ha da potersi con facilita abbracciare nel suo insieme con la mente,

Se non che, definire it limite pratico di questa estensione della favola in rapporto ai concorsi drammatici e alia tolleranza d~gli spettatori, non e ufficio di questa nostra ricerca intomo alia poesia = che Be si dovessero [, per cos! dire, in un solo concono drammatico,] rappresentare un centinaio di tragedie, bisognerebbe rappresentarle regolandosi con la clessidra, come dicono che - una volta in certa occasione fu fatto. Ma la definizione teorica, quale risulta dalla natura della cosa in se, e questa: tanto piu bella, ri- 10 spetto alla lunghezza, sari. sempre quells favola che piu sari. lunga senza oltrepassare i limiti entro cui pub essere chiaramente abbracciata da un unico sguardo dal principio alla fine. E, per dare una definizione piil semplice, possiamo aggiungere: una lunghezza tale in cui, mediante una serie di casi che si vengano consecutivamente svolgendo l'uno dall'altro secondo Ie leggi della veriaimiglian.z.a 0 della necessita, sia possibile [ai personaggi principali dell'azione] di passare dalla felicita alla infelicits 0 da questa

a quella. Ecco un limite sufficiente per la grandezza di una favola 15 tragica.

Definiti cosi questi elementi, diciamo ora come ha da essere la struttura dell'azione [0 della favela], visto che e questa il primo e il piu importante elemento della tragedia. Noi abbiamo gia stabilito che la tragedia e mimesi di uri'azione perfettamente compiuta in se stessa, tale cioe da costituire un tutto di una certa gran-

25 dezza: perche ci pub essere un tutto anche senza grandezza. Un tutto e cia che ha principio e mezzo e fine. Principio e cia che non ha in se veruna necessita di trovarsi dopo un'altra cosa, rna e naturale che un'altra cosa si trovi 0 sia per trovarsi dopo di lui .. Fine al contrario c cio che per sua propria natura viene a trovarsi dopa un'altra cosa, 0 che ne sia la conseguenza necessaria 0 che

30 semplicemente Ie sussegua nell'ordine normale [e verisimile] dei fatti ; e dopa di esso non c'c altro. Mezzo e cio che si trova dopo un'altra cosa, e urr'altra e dopo di lui. Bisogna dunque che le favole, se vogliono essere ben costituite, ne comincino da qualunque punto capiti, ne dovunque capiti finiscano ; rna si attengano a quelle idee di principio e di fine che abbiamo ora dichiarato .. Inoltre, siccome il bello, sia esso un essere animato a sia un qua .. lunque altro oggetto purche egualmente costituito di parti, non solo

35 deve presentare in codeste parti un certo suo ordine, rna anche deve avere, e dentro determinati limiti, una sua propria grandezza ; - di fatti il bello consta di grandezza e di ordine: ne quindi potrebbe esser bello un organismo eccessivamente piccolo, perche in tal caso la vista si confonde attuandosi in un momenta di tempo quasi irnpercettibile ; e nernmeno un organismo eccessivamente

1451 a grande, come se si trattasse, per esempio, di un essere di dieci mila stadi, perche allora l'occhio non pun abbracciare tutto l'oggetto riel-suo insieme e sfuggono a chi guarda l'unita sua e la sua



organica totalita ; ~ da tutto questo adunque risulta che, come

nei corpi in genere 31 c negli organismi viventi, [se vogliono essere

8.

A costituire l'unita di una favela non basta, come credono alcuni, ch'ella si aggiri intomo a un unico personaggio, Molte, anzi innumerabili cose possono capitare a una persona senza che tuttavia alcune di esse sian tali da costituire [fra loro e con Ie altre] unita ; e cosl, anche Ie azioni di una persona possono essere molte senza che tuttavia ne risulti un'unica azione. Percio mi pare siano in errore tutti quei poeti che hanno compos to un' Eracleid«, 20

37 Mantengo la lezione Er:t TWV aWllrXTt:.lV" ne so risolverrni ad accogliere nessuna delle artificiose interpretazioni che se ne danno, Credo che tutta la frase !lTd Tiuv O'6l{J.cX't'wv xcz.l £1tt TWV ~~w" possa utilmente ri ... chiamarsi alia precedente )Ccxt ~(~OV X~l &1ttX~ 1t'piytLlX, e che Ie parole

awtJ-11 e TtpiiYll(% in questi due luoghi devana intendersi in modo non dissimile ed egualmente indeterminato. Del resto aWIJ4, in questo aipi. fieato generico di 1t'piiYI-lClj e assai comune, specie net linguaggio aristotelico e platonico.

210

Poetica, 8, 1451 a

Poetica, 8-9, 1451 a-b

211

una Teseide e altrettali pocmi: costoro credono che, essendo uno I'eroe, per esernpio, Eracle, abbia da esserc una anche la favola che tratta di Eracle. Omcro invece, come per ogni altro rispetto si distinguc da tutti i poeti, cosi anche in questo, mi sernbra, vide giusto, 0 per conosccnza di teorie artistiche 0 per naturale genio: perocche, poctando l'Od£ssea, non si mise a poetare tutti

25 i casi che capitarono a Odisseo, come, per esernpio, chc fu ferito sul Parnaso, c chc si fece passare per pazzo quando i Greci si radunarono per la spedizionc; - title casi de' quali, perche ne accadde uno, non era affatto ne necessario ne ver isirnile che dovesse accadere anche l'altro 38; - rna compose la Odissea, e cosi anche la Iliade, intorno a unaz.ione unica nel sense che veniarno dichiarando, Come dunque nelle altrc arti di imitazione la rnimesi

30 e una se uno e it suo obbictto, cosi anche la favela, poiche e mirnesi di azione, deve esser mirnesi di un'azione che sia unica, e cioe tale da costituire un tutto cornpiuto ; e Ie parti che la com-

pongono devono essere coordinate per modo che, spostandone o sopprimendone una, ne resti come dislogato e rotto tutto l'in ... sieme. E in verita quella parte la quale, ci sia 0 non ci sia, non porta una difJerenza sensibile, non pub essere parte integrale

del tutto, 35

9.

38 Non deve far difficolta che it primo di questi episodi, come cioe Odisseo andato aneor bambino a caccia sul Parnaso fu morso da un cinghiale, Si3 narrate nella Odissea (XIX 392-466); ne per Arjstorele, e dire che sbaglio 0 scelse male I'csernpio ; ne per Ornero, c dire, come fu detto dai soliti cacciatori di intcrpolazion i, che nel testo omerico di .LI\. ristotele 1 "episodic ancora non c'era. Aristotcle non vuol dire che in un pocma non possa e anzi non debba esserci moltcplice varjeta episodica : tutto sta che gli episodi e in Renerale Ie varie parti non si trovino tutte in fila su 10 stesso piano. XelltOdissea codesto racconto della ferita e come in parcntesi a prepararc e a giustificare il riconoscimento di Euriclea : e un episodio della fanciullczza di Odisseo, non il primo 0 tra i primi di una serie cronologica; e 'VIe richiamato solo in quanto scaturisce da esso, x~":'Ct ciY~YA:C(rQV, 1a scena del riconoscirnento, L'altro episodic, come cioe Odisseo si finse PClZZO qU311do s'adunarono i Greci per la sped iz ione contra Troia, era sviluppato nei Cipria ; Y.~t ~~(veGeO:L itP{;O'r.:ot-~fji~.tV')v ~ov '()3IJ~O'E:x. XTA., dice, come Aristotcle, anche Proclo, it qualc, corn'e noto, ci da dei Cipria una assai larga notjzia. Ora Aristotele, osscrvando che questi due episodi non hanno fra loro nessun rapporto ne di nccessita ne di verisirniglianza, non V1Jol dire cosa che si riferisca tanto al Tapporto di essi due episodi fra loro, .,_ chc non avrebbe valore per la sua stessa banale evidenza, - quanto al rapporto di ciascuno di questi a1tri t e di altri fra loro, t! del loro reciproco collocamento, e cosi via. Quello che importa a11a poesia, egli intende, non C successione cronologtca di fatti. non corrrpiutezza storica, bensi intima concatenazione, concentra-

Da quello che si e detto risulta chiaro anche questo, che ufficio

del poeta non e descriver cose realmente accadute, hensi quali possono [in date condizioni] accadere: cioe cose le quali siano possibili secondo Ie leggi della verisimiglianza 0 della necessita. Infatti 10 storico e it poeta non differiscono perche l'uno scriva 1451 b in versi e I' altro in prosa; la storia di Erodoto, per esempio, potrebbe benissimo esser messa in versi, e anche in versi non sa ..

rebbe meno storia di quel ~ che sia senza versi ~ la vera differenza

e questa, che 10 storieo descrive fatti realmente accaduti, il poeta

fatti che possono accadere. Percio la poesia e qualche cosa di 5

pill filosofico e di piu elevato della storia ; la poesia tende piut ..

tosto a rappresentare l'universale, la storia it particolare. Dell'uni-

'versale possiamo dare un'idea in questo modo = a un individuo

di tale 0 tale natura accade di dire 0 fare cose di tale 0 tale natura

in corrispondenza aIle leggi della verisimiglianza 0 della necessita;

e a cib appunto mira 1a poesia sebbene a' suoi personaggi dia nomi propri. 11 particolare si ha quando si dice, per esempio, 10 che cosa feee Alcibiade 0 che cosa 'gli capite. Tutto questo, nella commedia, oggi [che la nuova ha sostituito l'antica], e divenuto chiarissimo: i poeti dapprima, con una serie di casi verisirnili, inventano e compongono la favola, e poi, allo stesso modo, inventano e mettono i nomi ai personaggi; non fanno come gli [antichi] poeti giarnbici che poetavano intorno a persone verc e proprie 39,

+

zrone e coerenza,

II Allude sicuramenee, oltre che ai giarnbografi, anche ad Aristofane: efr. 4't 1448 b 27 e specialmente 5. 1449 b 8, dove il X~66AOU no ... LItL" A6yo'J~ x~t llu6ol.)~ della commedia nuova e antitetico allt~q>tll£VOC; "tile; t~lJ..rlu<~C; t8t«r;.. Dobbiamo concludere che Aristotele condanni fuor dell'universale, cioe fuori della poesia, la commedia aristofanesca? Intanto no, per una testirnonianza di fatto, 3. 1448 a 27. E poi da questo

212

Poetica, 9. 1451 b

15 ~ ella tragedia i poeti si attengono ai nomi gia fissati dalla tradi .. zione [0 rnitica 0 storica], E la ragione e questa, che e credibile cio che e possibile. Or appunto, finche Ie cose non sono accadute, noi non siamo disposti a crederle possibili, rna e ben chiaro che sono possibili quelle che sono accadute, perche non sarebbero accadute se non erano possibili. Cio non ostante, anche fra le tragedie, ce n'e di quelle in cui uno 0 due nomi soltanto sono

20 conosciuti e gli altri sono inventati; in alcune poi di noto non c' e addirittura niente, come nell' Ante 40 di Agatone, dove e nomi e fatti sono egualmente inventati, e non per cotesto la tragedia piace meno. Non bisognerebbe dunque esigere che ci si mantenesse rigidamente fedeli ai miti tradizionali su cui si fondano

2S [in genere] le tragedie .. E in verita sarebbe ridicolo aver di queste esigenze quando poi anche Ie case note non a tutti sana note e tutti non di meno ne sono dilettati, D'onde si conclude chiaramente che il poeta ha da esser poeta [cioe creatore] di favole anzi che di versi, in quanta egli e poeta solo in virtu della sua capacita mimetica [cioe creatrice], e sono Ie azioni che egli imita [0 crea, non i versi]. Se poi capiti a un poeta di poetare su fatti realmente

30 accaduti, costui non sara meno poeta per questo : perocche anche tra i fatti real mente accaduti niente impedisce ve ne siano alcuni di tal natura [da peter essere concepiti non come accaduti realmente, rna] quali sarebbe stato possibile e verisimile che accades ....

criterio resterebbe condannata anche la tragedia it cui materiale talvolta e addirittura storico e, quand'anche mitico, et per certo rispetto, egual ... mente storico, perche anche i miti sono un data della tradizione, un accaduto, TtX yC\'6J.U"«.

'0 III Av&n e lezione di til; 18 Quale sembra confermata da !:, dove la versione araba, • velut Qui ponit bonum esse unum t. presuppone,. non dico un testo greco, rna una lettura del testo greco di questa specie: oiov iv TO ciycr;60'Y 0<; riv ftr.,. II Welcker, che non conosceva ne q, ne ~, emendo 0 meglio lesse • Av6Et. Antt'o. Da escludere in ogni modo, direi, la lezione di tutti i Mss &v6tt, perche se il traduttore siriaco avesse letto ~J.~v6Et, egli che in genere i nomi propri intendeva e traduceva strana ... mente come nomi e parole comuni (efr .. J. TKATSCH, Die arabische Ueber. setzung der Poetik des Aristoteles, Und die Grundlag« der Kritik der gritchischen Textes, Wien u. Leipzig 1932, p. 204), tanto pill questo. Inutile aggiungere che di questa tragedia di Agatone non abbiamo nessuri'alrra

• t

nonzra.

Poetica, 9, 1451 b

213

...

sero ; ed e appunto sotto questo aspetto [della loro possibilita e verisimiglianza] che colui che li prende a trattare [non e if loro storico] rna il loro poeta.

Delle favole e azioni semplici 41, queIle episodiche sono le peggiori. E chiamo episodica quella favola in cui gli episodi 42 non sono legati fra loro da alcun rapporto ne di verisirniglianza

ne di necessita, Di tali favole ne compongono di solito poeti di 35 cattivo gusto, appunto per difetto di gusto; rna ne compongono anche poeti di valore per soddisfare a certe esigenze della rappresentazione teatrale 43t E di fatti questi poeti scrivendo declarnazioni 44 e sforzando il mito piu di quanto sarebbe possibile, si trovano costretti molto spesso a spezzare la linea di successione degli avvenimenti ..

41 Alcuni editori vorrebbero trasportare questo brano (1451 b 34- 1452 a 2) 0 dentro 0 di seguito a1 cap. 10 .. In verita it brano, rispetto alla coesione sua col rimanente, non guadagnerebbe nulla dallo spostamento. 42 Episodic, corn'e noto e come dice 10 stesso Aristotele (12. 1452 b 20). e tutta quells parte di una tragedia che sta fra due interi canti corali,

..a Piu precisarnente • a cagione degli attori :i dice il testo, Ma la espressione 3 Let -roU.; U7tO)( P' 'tel c, dovu ta a parallelismo con 18 e spressi one antirerica precedente 8t' a;UTOuC;, mi pare abbia valore pili generico (cfr, nota seguente), ed equivalga a 8ux ~v Un6XpLGlV. Del resto, a proposito di questa influenza degli attori sugli autori, si raccontava, per esempio, di Sofocle (cfr, il ~loc;, p. 128, 30 Westenn.). che scrisse drammi adattandoli appunto alia natura dei suoi attori (r.pOC; T&'t; tptitnL'; a.VTWV [scil, UTrOXpt"t'wvl ypritftXt 't'a 8ptitJ.~TtX); e la tradizione ci ha trasmesso anche nomi di attori prediletti e privilegiati, Clidemide e Tlepolemo di Sofocle, Cleandro e Minnisco di Eschilo, Cefisofonee di Euripide, Anche Aristotele scrisse che 81 tempo suo gli attori avevano piu pot ere degli stessi poeri tRhet, r 1403 b 33~ [.J.t~oV 8UVt2VTrx~ WV )('tA~): se non che codesta espressione, piu che 8 influenza degli attori sui poeti contemporanei, allude a quelle alterazioni delle compagnie drammatiche sui testo dei poeti tragici antichi Ie quali avevano provocato, verso il 330. il famoso decreta di Licurgo ..

~ t Declamations. Margoliouth ; che richiama giustarnente Rhet .. r t 413 b 10. E cosi anche il Rostagni. Si tratta, in generale, di quei pezzi di bravura che i poeti componevano a per compiacere agli attori i quali meglio potessero rivelare Ie loro abilita agonistiche, 0 anche per suscitare piu facili applausi dal pubblico in determinate occasioni ; 0 per altri moti vi. Cosi., per esernpio, uno scolio aIle Fenicie di Euripide, v. 88, dopo it gran prologo di Giocasta, dice: • Qui il dramma diviene piu vivace: la parlata di Giocasta era stata tirata in lungo per gli spettatori s,

214

Poetica, 11 t 1452 a

215

1452 .t Ora, siccome la tragedia non solo e mimesi di un'azione com-

piuta in se stessa, rna anche di fatti che destino pieta e terrore; e questi fatti saranno tali da destare assai efficacemente 1a pieta e il terrore, e anzi pili efficacemente che in altro modo 45, allorche sopravvcngono fuor d'ogni nostra aspettazione e al tempo stesso con intima connessione e dipendenza l'uno dall'altro: - perche

5 con tale rapporto di dipendenza it meraviglioso sara pill grande che se cotesti fatti avvenissero ognuno da Sf e a C3S0; tanto e vero che anche dei fatti che dipendono unicamente dal caso i pill meravigliosi ci sembrano quelli i quali si direbbc fossero accaduti quasi per un fine determinate, come quando, per esempio, 1a statua di quel l\liti, in Argot uccise proprio colui chedella morte di Miti era stato cagione, cadendogli addosso mentre la stava guardando; e in verita casi di questo genere non semhra _

10 si possano dare senza un disegno prestabilito: - da tutto cia dunque risulta che Ie favole cosl concepite saranno necessaria-

mente piiI belle.

11.

10.

Peripezia e il mutamento improvviso, nel modo che ·s'e detto,

da una condizione di case nella condizione contraria ; e anche questa mutamcnto c sottoposto, secondo la nostra teoria, aile Jeggi della verisimiglianza 0 della necessita, Cosl, per esempio, nell' Edipo [re di Sofocle], venuto [it mcsso da Corinto] con la 25 persuasione di annunziare cosa gradita a Edipo e di sgombrargli l'anirno dal terrore in cui era pe' suoi rapporti con la madre, ecco che, rivclandogli il segreto della sua nascita, produsse l'effetto contrario -16 .. E cosl, nel Linceo [di TeodetteJ, mentre Linceo e condotto a morire e Danao 10 segue per farlo uccidere, ecco che dallo svolgimento dei fatti venne fuori it contrario, che cioe Danao mori e Linceo si salvo.

II riconoscirnento, come indica la parola stessa, e il passaggio 30 [anche questo inatteso] dalla non conoscenza alla conoscenza, e quindi alIa rcciproca arnicizia 0 inirnicizia tra i pcrsonaggi dell'azione drammatica destinati alia buona 0 alla cattiva fortuna ..

La pili bella forma di riconoscimento si ha quando intervengono contemporanearnente casi di peripezia, come, nell'esernpio sopra citato dell" Edipo, Ci sono senza dubbio anche altrc forme di riconoscimento: cosi, per esernpio, pub darsi che esso a\"vengat nel 35 modo che s'e detto, anche di cose inanimate e purarnente acci?entali; come pure pub essere un mezzo di riconoscimcnto [scoprire] se uno - ha fatto 0 non ha fatta alcunche ~ rna in ogni modo

la forma di riconoscimento pili intimamente connessa con la fa\·o]a e con l'azione e quella di cui fu detto prima. Infatti cotal forma di riconoscirnento, come anche cotal forma di peripczia,

Delle favole alcune sono sernplici, altre cornplesse ; e Ie azioni che coteste favole imitano sono anch'esse, per lora propria natura, o semplici 0 complesse. Dico semplice quell'azione che svolgen-

1 5 dosi, come fu definite, con coerenza e con unita, giunge alla soluzione senza peripezia e senza riconoscimento ; complessa quella che giunge alla soluzione 0 col riconoscimento 0 con la peripezia o con ambedue insierne. ::\la peripezia e riconoscimento bisogna che scaturiscano direttamente dal1a intima struttura della favola,. in modo cioe che siano la conseguenza 0 verisimile 0 necessaria dei fatti precedenti: perche c'e molta differenza che un fatto av-

20 venga in conseguenza di un altro 0 che avvenga semplicemente

dopo di un altro.

4S, Conserve la lezione tradizionale.

-16 Si riferisce aile due scene che vanno rispettivamcntc dal v. 924 al v. 1085 e dal v. 1 t to al ,\T. 1 t 85. I "a pcripezia e propriamente in questa seconda scena, quando il vccchio pastore, costretto dal1e domanrle di Edipo e dal confronto col messo di Corinto, confessa di aver ricevuto Ed"ipo appena nato dalle rnani di Giocasta ; e COS! tutto si chiarisce, La t cosa gradita • e la morte di Polibo, re di Corinto, per la quale Edipo sarcbbe di,"enutor re di un nuovo regno; rna l"w~~+~ .. i1:"7AAci~wv va inteso con molta liberta, perche II messo non poteva certo esser venuto con co-

desta inrenzione. .

216

Poetica, 11; 1452 b

Poetica, 12, 1452 b

J,'"

_ t

1452 b produrranno sentimenti di pieta e di terrore ; e sono appunto Ie azioni che suscitano siffatti sentimenti quelle di cui la tragedia, come gia fu definite, e imitatrice, E si aggiunga che proprio da ccdesti riconoscimenti e peripezie dipende 10 scioglimento infelice 0 anche felice [della tragedia]. Siccorne poi, com'e ovvio, it riconoscimento e riconoscimento di persone, cosi, talora, avremo riconoscimento di una persona sola rispetto all'altra, quando I'altra sia gil. manifesto chi e ; talora, invece, sara necessaria che

5 tutt'e due le persone si diano a riconoscere reciprocamente: cosi, per esempio, [nella lfigenia in Tauride di Euripide.] lfigenia fu riconosciuta da Oreste mediante la 1ettera ch'ella consegno [a Pilade] da portargli; rna c'era hisogno di un altro mezzo di riconoscimento perche Oreste fosse riconosciuto da lfigenia 47.

Due parti della favola dunque si aggirano intorno a questa specie di casi, e sono la peripezia e il riconoscimento. Una terza

10 parte e la catastrofe. Di queste tre parti la peripezia e il riconoscimento sono state trattate; la catastrofe e un'azione che reca seco rovina ° dolore, dove si veggono, per esempio, cadaveri sulla scena 48, si assiste a dolori strazianti, a ferite e ad altre e simili sofferenze 49 ..

47 Si riferisce ad EURIP~ Iph. Taur. 727 sgg.: lfigenia e riconosciuta da Oreste (v. 769) mediante 18 lettera ch'ella consegna e legge a Pilade perche I. porti a Oreste in Argo; Oresre e riconosciuto facilmente perche Pilade, presente Ifigenia, gli presenta senz"a1tro 18 lettera (V9 794). Ma certo (cfr, 16. 1454 b 32) Aristotele comprende fca i mezzi di riconosci ... mento anche le prove che Ifigenia chiede al fratello per meglio assicu-

rani della sua identita .

.... Si S3 che di morti sulla scena non ne avvenivenc 0 assai raro,

figurando sempre la scena la facciata e non l'intemo di un'abitazione. E si rammenti il famoso precetto di HORATt Poet, 185: e ne pueros coram populo Medea trucidet ....... Ma su 18 scena ai rnostravano i morti 0 per mezzo dell 'enciclerna 0 a traverse le porte stesse del fondo. Percio tradussi • che si veaono • e dissi «cadaveri , per togliere ogni Ilmbiguita. Del res to il plurale di ol 6mTOI. ehbe anche questo significate,

48 Esempi, i dolori di Filortete, Edipo che toma in iscena dopo aversi

strappati gli occhi, e infiniti altri t

Quali siano Ie parti che una tragedia non puo non avere, come quelle che costituiscono gli elementi essenziali alIa sua qualita 15 di tragedia, gia dicernmo precedentemente ; vediarno ora le sue parti sotto il rispetto della quantita, quelle cioe nelle quali una tragedia si puo dividere e che [non si trovano, come Ie prime" frammischiate I'una nell'altra, rna] l'una dopo l'altra si seguono separate c distinte 50, Qucste parti 0 sczioni sono lc seguenti = prologo, episodio, esodo, canti del coro. I canti del coro si distinguano in parodo e stasimo, che sono comuni a tutte quante Ie tragcdie ; mentre, speciali di alcune tragedic soltanto, sono i canti cantati su la scena [da uno 0 da pili attori] e i commi. Prologo e tutta quella parte della tragedia che precede l'entrata del cora [, cioe it parodo]. Episodic e quella parte della tragedia che 20 sta tutta quanta fra due interi canti corali. Esodo e quella parte della tragedia che sta tutta quanta do po l'ultirno canto corale. Dei canti corali it parodo e la prima cantata che sia detta intieramente dal coro, 10 stasimo e un canto del cora senza versi anapestici e trocaici. ]1 comma i: un canto lamcntevolc cantato a vicenda dal coro < e da uno 0 piu personaggi della scena ; e i canti della scena sono canti propri di attori che cantano: dalla scena.

Quali siano dunque Ie parti che una tragedia non puo non 25 avere come quelle che costituiscono gli elernenti essenziali alia sua qual ita di tragedia, gia dicemmo precedentemente ; le sue parti sotto it rispetto della quantita, e precisamente le diverse e distinte sezioni nelle quali una tragedia si pub dividere, sono queste che ora abbiamo descritte.

50 Ho creduto necessario mettere in luce, pur con I'aiuto di supplementi, it preciso valore del x.tzwp~G~tv% chc non mi pare sia statn rnteso ordinariamcnte con piena esattezza, e che richiama il ZCt.lpL; del luogo citato sopra 1449 b 25-30.

218

Poetica, 13~ 14S2b-14S3a

Poetica ~ 1 J~ 1453 a

219

13.

colpita da sventura, si prova terrore 54 per una persona la quale

[t egualmente colpita da sventura.] abbia parecchi punti di somi ... glianza con noi ; e insomma, pieta per l'innocente, terrorc per chi 5 ci somiglia: cosicche, dunque, casi come questa non potranno mai aver nientc ne di pietoso ne di tcrribile b5. Resta, fra queste due vie estreme 56, la via di mezzo. Sara cioe huon personaggio da tragedia colui il quale, senza essersi particolarmentc distinto per sua virtu 0 sentirnento di giustizia, neanchc sia tale da cadere

in disavventura a cagione di sua rnalvagita 0 scelleragginc, bensi 10 a cagione soltanto di qua1che errore 57: sul tipo insomma di coloro chc, come Edipo, Tieste e altri ben noti personaggi nati da simili famiglic, [finirono sventuratissimi, mentre dapprima] erano in grande reputazione e prosperita .

....

E nccessario dunque che una favola ben costituita sia semplice 58

anzi che doppia, come vorrebbero alcuni: e che non vi sia passaggio dalla infelicita alIa felicita, rna al contrario dalla felicita

Ora, quali scopi deb b a aver di mira il poeta, e da che cosa guardarsi nel comporre le sue favole ; inoltre, per quali vie la tragedia potra raggiungerc il suo proprio fine; ecco cio che mi resta tuttavia da dire clopo quello che gia ho detto 51.

30 Poiche dunque 1a pili perfetta tragedia dcv'cssere di conlpo-

sizione non semplice rna cornplessa, e anche bisogna che c1la sia mirnesi di casi i quali destino pieta e terrore, - che questa appunto e il carattere peculiare di tal gcnere di mimesi ; - cgli e chiaro, prima di tutto, che non bisogna siano rappresentati su la scena, in atto di passare dalla felicita alia infelicita, uomini

35 dabbene, non potendo cia ispirar terrore ne pieta rna solo ripugnanza; secondo, che non vi siano rappresentati in atto di passare dalla infelicita alia felicita uornini malvagi, essendo questa, fra tutte, la cosa piu aliena dallo spirito tragico, in quanto non possiede nessuno de' requisiti di cui la tragedia bisogna, e difatti ne soddisfa il pubblico 52, ne suscita alcun sentirnento ne di

145J. pieta ne di terrore; e finalmente, terzo, neanche bisogna ch'ella rappresenti uomini estremamente malvagi cadere dalla felicita nella infelicita, perche, se anche una composizione siffatta potrebbe soddisfare per un certo rispetto il gusto del pubblico, non potrebbe peri> suscitare ness un sentimento ne di pieta ne di terrore: si prova pieta per una persona la quale sia irnmeritamente 53

s i Nci capp. 7-11 .. R.iprende dunque a trattare del ILUOo~ in genere e in particolare di quella forma di lLu6o.; chc deve suscitate i due affetti essenzialmentc tragici, pieta e terrore. Ma a suscitare questi due affetti giovano sopra tutto gli elementi di sorpresa (1452 a 4)~ cioe la peripezia e it riconoscimento ; e questi elementi sono proprii della tragedia complessa, non della semplice (1452 a 16 sgg.): percio la tragedia cornplessa e la tragedia ideale.

5.2 '1'tA&:v6pwn-o\t, interpretato ordinariamente, e qui e in altri due luoghi (1453 a 3; 18 1456 a 23), a significate un sentimento di simpatia urnana per chi soffre , anche se la sofferenza e meritata.

53 Inteso alIa lettera, cioe come se fosse al tutto senz 'ombra di colpa, si troverebbe in contraddizione col primo caso, e sarebbe non £A££t.,,6v rna [l-t~p6". S"intcnda dunque di una sproporzione tra la colpa c la pena:

e anche e rnassimamente, come e detto poi (1453 a 10- t 5), di colpa e sventura cagionate da &.tL~p~('X, non da tJ.~')Z~P~:t.

~.~ Tcrrore, in tutte queste espressioni, significa piu propriamente trepidazione.

55 Manoa il quarto caso, cioe del personaggio dabbene che passi dalla irifelrcita alia felicita. Caduto dal testo, come prctendono alcuni, che per cia tentarono vari supplementi (cfr, 1 'ediz. del Susemihl), 0 voluta orrussione ? In rcalta questa caso sarebbe identico al terzo, cioe del malvagio che cade dalla felicita nella infelicita : cosi 1 'uno come I "altro, per la esatta corrispondenza tra la colpa e la pena, tea Ie virtu e it premio, non hanno niente ne di pietoso ne di terribile, cioe di tragico, E anzi questo quarto caso, e 10 nota cspressarnente Aristotele poco piu innanzi. presents una situazione pi':' da commedia che da tragcdia; e rientra nel numero del le tragedie a lieto fine che posson piacere solo a spettatori e a crrtici di cartivo gusto e che Aristotele condanna.

se Cioe tra I'uomo interamente huono c I'uomo interamente cat .. tivo, con 18 duplice possibilita per ciascuno.

b7 .Errore di giudizio derivante da ignoranza di qualche fatto 0 circostanza rnater iale. cr-. Eth. l\Tic. E 1135b 12; r 1110b 31.

:;g Qui la parola ir:AO;)~ (f,L:jO(;;} riccve dalla sua antitetica 8t.7tAQ~~ un valorc affatto diverse da quel chc vedemmo in 9. 1451 b 34~ in 10. 1452 a t 3 sgg., e in t 3. 1452 h 32l dove :t'-:) .. Ol.)~ aveva per antitesi 1t't ... 'T:)r(~~::;. Dobbiamo anzi aggiungere che Qui un ct7t'AOS; ~~eCt~ e a1 tempo stcsso un ~£~A£'_f'tJ.tV(;; ~GOf)';, e che solo e sernpl ice in quanta ha una semplice e unica linea di so] uzione ..

22U

POl!tica, 13. 1453 a

Poetica, 13-14, 1453 a ... b

221

15 alla infelicita ; e che questo mutamento di fortuna non dipenda da scelleraggine, rna solo da qualche grave errore; e che colui che cornmette l'errore, 0 sia del tipo gia descritto, 0 tutt'al pili migliore, non peggiore 591 Una prova di cia che dico e quello che succede nella realta .. Dapprima infatti i poeti accettavano qua· lunquc mito capitasse loro tra le mani ; ora invece le tragedie pili belle si sogliono comporre intorno a un numero limitato di

20 famiglie, per esempio, intorno ad Alcmeone, a Edipo, a Oreste, a Meleagro, a Tieste, a Telefo, e a quanti altri accadde di trovarsi impigliati in qualchc situazione terribile, sia che la subissero, sia che ne fossero essi stessi la causa diretta.

Concludendo, la tragedia teoricamente piu perfetta sara quella che avra una struttura di questo genere .. Percio cadano nel medesima errore [dei critici sopra ricordati] 80 colora i quali accusano Euripide di seguire nelle sue" tragedie questa criterio, e cioe che

25 in gran parte Ie sue tragedie hanna uno scioglimento doloroso. :\Ia c proprio questa, come s'e detto, 10 scioglimento giusto. Ed eccone la prova migliore. Su la scena e ne' pubblici concorsi sono appunto le tragedie con fine dolorosa quelle che, se eseguite bene, raggiungono evidentemente l'effetto piu tragico; ed Euripide, se anche riguardo al resto non da alle sue tragedie una struttura ottima 61, si dimostra pur sempre il piu tragico dei poeti ..

3(1 Di secondo ordine invece, e non di prirno come pretendono

alcuni, e quella forma di tragedia che ha, come I'Odissea 62. una duplice combinazione di casi, e quindi un duplice e contrario scioglimento per i personaggi migliori e per i peggiori. E chiaro

ch 'essa e detta di primo ordine a cagione di certa mollezza di animo da parte degli spettatori 63; perche i poeti nelJe loro crea .. zioni amano secondare i desideri del pubblico, Ma non e questo 35 il diletto che si richiede dalla tragedia, il quale e proprio piuttosto della commedia. Qui vi difatti, se anche nella favola figurina per~ sonaggi tra loro nernicissimi, per esempio Oreste ed Egisto, ceca che alla fine se ne partono da buoni amici e nessuno uccide,

... .

nessuno C UCClSO"

14.

59: Con queste parole, che del resto riecheggiano altrove nella Poetica (2. 1448 a 3 sgg.t a 18; 15. 1454 b 9; 25. 1460 b 34), Aristotele viene un poco a temperare la rigidezza di sue precedenti proposizioni: it OfLOto~ e 1 tE7tr..£tX~t; possono bene incontrarsi in un personaggio che sia f3.CA~(W\t i'; xa6· 1; tl&~·

60 Conservo 18 lezione TO OClj-ro. E 10 stesso errore di colore i quali vorrebbero che la tragedia avesse (1453 a 13) una duplice combinazione di casi, 8~7tAOUV f.Lu6ov, e quindi una duplice e diversa soluzione 0 catastrofe per i buoni e per i cattivi,

61 Per esempio, riguardo ai miti (efr. 15. 1454 b 1, 16. 1454 b 31), a i cara tte ri ( efr . 15 ~ 1454 a 27 sgg., 25.. 1461 b 20 sgg.) ,. a1 co ro (efr.. 18. 1456 a 27); cioe a dire, in tutto cia che non apparteneva direttamente alla soluzione : dove appunto convergeva il biasirno dei critici e dove invece, come quella che pill profondamente era agitata dalle due ernozioni caratterisriche della tragedia, pieta e terrore t era la ragione principale de' suoi successi teatral i.

II terrore e la pied. possono dunque esser suscitati dallo spet- 1453 b tacolo scenico, rna anche possono scaturire dalla intrinseca composizione dei fatti; e questa naturalmente viene in prima linea

ed e segno di miglior poeta 64. Perche 1a favela, anche indipendentemente dal vederla rappresentata su la scena, bisogna sia costi-

tuita in modo chc pur solo chi ascolti la narrazione dei fatti acca- 5 duti riceva dallo svolgersi di codesti fatti un brivido di terrore e

un senso di pieta. II che si puo provare ascoltando leggere, per esempio, la tragedia di Edipo. Cerear di promuovere questi sentirnenti mediante 10 spettacolo scenico e cosa che non ha che fare

con l'arte del poeta e ci deve pensare il corego, Quelli poi che mediante 10 spettacolo scenico vogliono darci, non gia, dico, il

senso del terribile [tragico] , rna del mostruoso puro e sernplice, castoro non hanna niente di comune con 13 tragedia, Perche 10

82 Lo schema del duplice svolgimento e scioglimento delllOditsea e dato dallo stesso Aristotele ill 17. 1455 b 16-23t

63 Mollezza 0 fiacchezza di animo che poi si risolve in difetto di gusto ed errore di giudizio ; in quanto, per desiderio che Ie tragedie finiscano Iietamente, non si distingue piu fra tragedia e commedia, che e distin .. zione easenziale alla intelligenza dell 'una e dell 'altra e del diverse fine 0 diletto di ciascuna.

&4 In quanto it poeta e per sua natura ~ttJ.l'J't'lJr; tv j,.6Yl!J (efr .. t .. 1447 a passim).

222

PQl!tiCQ, 14t 1453 b-1454 a

223

dalla trage dia non si deve riccrcare ogni sorta di diletto, rna quello solo che le e proprio. E siccorne il diletto proprio della tragedia, e che il poeta deve procurare, l: quello che scaturisce, mediante 1a mimcsi, da fatti che destino pieta e terrore, e chiaro che esso poeta deve introdurre nell'interno dell'azione drammatica [e non in accidenti esteriori] cio appunto che potra suscitare

possibile che I'azione si compia se nza che chi la compie sia consa- 3l) pevole della speciale terribilita sua, e solo pill tardi venga a conoscenza dei vincoli di parentela fche 10 legavano a coloro contro

cui opere]: per esempio, l'Edipo [re] di Sofocle, Veramente netl'Edipo sofocleo questa azione ha luogo fuori della tragedia propriamente detta GIl; rna ne possono accadere anche nell'intemo

della tragedia medesima, corn'e il caso di Alcmeone [nella tra-

gedia omonima] di Astidamante 0 di Telegono nelltOdisseo ferito

[di Sofocle]. \,.' e poi anche un terzo modo, oltre questi, e cioe di

colui il quale, non conoscendo [qual vincolo di parentela 10 leghi 35 ad una data persona], sta per fare contra di essa qualche cosa di irreparabile; rna ecco che, prima di fare, viene a conoscere in tempo [codesta persona chi e], Oltre questi tre, non ci sono altri

casi possibili. E veramente non si possono dare che queste quattro situazioni: 0 fare 0 non fare consapevolmente ; 0 fare 0 non fare inconsapevolmente 67. Di queste situazioni quella di colui che in

piena coscienza sta per fare e poi non fa e la peggiore perche repugnante e non tragica, e difatti non si risolve in nessuna eata ... strofe. Percio nessun personaggio opera in codesto modo se non raramente; come nelJJArrtigone [di Sofocle] Ernone [quando Ita 1.54. per uccidere] Creonte [e poi non 10 uccide] 68 .. Viene in secondo

. .. '"

quest! sentimenti,

Vediarno dunque, dei casi che intervengono, quali possono

colpire di terrore il nostro animo, 0t pili tosto, quali possono de-

15 stare la nostra cornmiserazionc. Azioni che straordinariamente ci colpiseano debbono di necessita accadere tra persone le quali, o siano amichc fra loro, 0 siano nemiche, 0 non siano nc amiche ne nemiche, Se e un nemico [che compia 0 rncditi compiere] contro un nemico [alcuna di cotali azioni], non c'e niente in questo che muova la nostra pieta, sia che costui eseguisca di fatto la sua azione, sia che stia per eseguirla; e rimane solo quel senso di per~ turbamcnto che reca seeo la catastrofe in se medesima. La stesso accadrebbe trattandosi di persone Ie quali non siano fra loro ne amiche ne nerniche. ~'1a quando codeste catastrofi avvengono

20 tra persone legate da vincoli di parentela. come quando, per esernpio, un fratello uccida 0 mediti di uccidere it fratello, 0 un figlio il padre, 0 una madre il figlio, 0 un figlio la madre, 0 comunque I 'uno nuoccia all'altro in qualche simile modo" ecco quali sono i soggetti [veramente tragiei] che il poeta deve ricercare. Percio i rniti bisogna lasciarli eosi come li abbiamo avuti: dieo [cioe che non bisogna mutarli nei loro punti capitali;] per esempio, chc Clitennestra mori uccisa dal [suo figliuolo] Oreste ed Erifile dal

25 [suo figliuolo] Alcmeonc; rna al tempo stesso devc il poeta troyare un suo modo personale di valersi bellamente anche di cia

che la tradizionc gli fornisce.

Diro pili chiaro che cosa voglio intendere con queste parole

«( valersi bellamente ». E possibile che l'azione si svolga alIa maniera de' poeti antichi i quali, di solito, facevano che i loro personaggi operassero in perfetta coscienza e conoscenza [di se e delle personc con cui avevano rapporto]; come fece anche Euripide rappresentando Medea che uccide i propri figli 65, :\la e anchc

IS EURTP. Med+ 1236 sgg.

" Narrata da Edipo, vv .. 800 sgg.

" Questa contraddizione tra Ie due proposizioni. 0 rneglio, tra I. enumerazione precedente che esamina di fatto solo tre cui poaaibili e Is enumerazione successive che riesamina quesri tre pill un quarto, ha fatto pensare a una probabile lacuna da integrarsi e collocarsi variamente .. Non mi pare necessario. Aristotele comincia con I'enurnerare tre possibilita ; 1. operare con conoscenza della persona contro cui .i opera (es., Medea e j figli); 2. operare senza questa concscenza, e il riconoscimento vien dopo (es, Edipo e Laio}; 3 .. non ope-rare perche soccorre in tempo it passaggio dalla non conoscenza alla conoscenza (es ... lfigenia e Oreste), E conclude che questi tre casi esauriscono ogni possibilita, In realra, egli aggiunge, i casi, Iogicamente, sono quattro; se non che questo quarto caso, non operare pennanendo la conoscenza, senza eiee ehe ci sia palsaggio dal non conoscere al conoscere, non merita considerazione, e infatti e.rarissimo (~S4> Emone e Creonte). E cosl, liberatosi da questa quarto caso che diventa il primo della nuova serie, seguita a riesaminare e giudicare gli altri tee che diventano, a loro volta. secondo il prime, terao it

'secondo e Quarto il terzo.

158 0 non si tratta dell 'AntigOftt' di Sofocle, it che e asui poco pro-

224

P~tica, 14, 1454 Q

luogo che l'azione [consapevolmente meditata] di fatto si compia. Migliore' e il caso di colui che senza conoscere operat e riconosce do po avere operato. Qui non c'e niente di repugnante, e anzi if riconoscimento ci colpisce di stupore e di costernazione 69. Ottima fra tutte e la situazione che ricordammo per ultima: qual e quella,

5 per esernpio, del Cresfonte [di Euripide], dove Merope sta per uccidere it figlio, rna 10 riconosce in tempo e non 10 uccide; 0 quella della lfigeni.a [in Tauride di Euripide], dove la sorella [sta per uccidere] il fratello [, rna poi 10 riconosce e non 10 uccide]; o quella dell' Elk, dove il figlio, suI punta di consegnar la madre [ai nernici i], la riconosce [e non 13 consegna].

Ecco dunque perche, come gia fu detto 70, Ie tragedie si aggi- 10 rano intorno a un numero limitato di famiglie: perche i poeti,

babile ; 0 bisogna ammettere che Aristotele Ii lascio andace a questo primo esempio che gli capite per una pun coincidenza di forma e senza preoccuparsi che 1 'episodic non riguardava 10 svolgimento sostanziale dell'azione. Che Emone, visto Creonte (Antig .. 1231 !lgg.; e, si badi, non e azione rna racconto del nunzio), gli si getti contro e poi volga in se stesso la spada, non ha valore se non a giustificare psicologicamente I'esalta .. zione che conduce Emone 8 uccidersi. Note questo anche 10 sco1iasta (al v, 1232). richiamando acutamente i1 v. 751 .. E invero l'incoerenza ci sarebbe stata se Emone avesse ucciso Creontc e non se.

.. Verrebbe da sospettare col Susemihl che I'ottima delle soluzioni non sia Ia seguente, rna questa: che e quells dell' Edipo re e che corrisponde in ogni punto alia perfetta tragedia secondo il tipo aristotelico, con passaggio dal1a felicita alia infeliciti com 'e detto e ripetuto nel cap .. 13; e che quindi sia avvenuto uno spostamento nelf'ordine tradizionale .. t poco sostenibile sospetto. Tanto piu che ... -\ristotelet volutamente, nella ripetuta classificasione, sembra attenersi all 'ordine dei tee casi esaminati prima. Cte piuttosto un mutate punto di vista! Aristotele, ora, guards al l-'tt&p6v; in questa modo: il primo caso (Emone) e solo Ilt1P6\t e rimane tale; il secondo (Medea) e anche (Lta:p6v" ma la repugnanza dell'utto e dominata e giustificata; it terzo (Edipo) porrebbe essere l-LL«POVt e non ct perche chi opera non sa; il quarto (Ifigenia etc.) non e lll«p6v assolutamente ..

70 Aristotele torna al ragionamento che aveva intermtto in 1453 b 24 Per 1. lunga parentesi sui modo di valersi bellarnente della materia tradizionale. E come in 9. t 451 h 15 sgg" aveva da to ragione perche i poeti tragici si attenessero COSI scrupolosarnente ai dati della tradizione, eosi qui e nel cap .. precedente (13; 1453 a 18 sgg.) vuol dar ragione perche, rispetto a una cosl abbondant:e fioritura di tragedie, il numero degli argornenti fosse proporzionatamente .assai scarso.

f

I

I

Poetica, 14-15~ 1454 a

nella loro ricerca di soggetti tragici, non gia per alcuna conoscenza di norme artistiche, rna solo per caso, trovarono da intro ... durre nelle loro tragedie siffatto genere di situazioni ; e cosi furon costretti a ricorrere a quel numero limitato di famiglie a cui cotati dolorosi accidenti erano capitati.

Della composizione de' fatti e di che natura le favole hanno t 5 da essere s'e discorso dunque sufficientemente4

15~

T

Per cia che riguarda i caratteri, quattro sana i punti a cui si deve mirare, II primo e il pili importante e che essi siano nobili 71 .. L'n personaggio avra carattere se, Come fu osservato ';'2, cio ch'egli dice 0 fa mostri chiaramente qualche sua inclinazione morale; e quindi avra carattere nobile se questa sua inclinazione sara nobile,

e cosi via. Siffatta nobilta e possibile in ogni classe di persone : anche una donna e anche un servo possono avere nobilta di ca- 20 rattere ; benche verarnente di questi due tipi l'uno sia piuttosto

di natura inferiore, e I'altro sia generalmente di assai poco pregio .3.

Il secondo punto e che i caratteri siano appropriati. C'e, per esempio, il carattere virile; rna non sara proprio di una donna essere allo stesso modo di un uomo virile ed eloquentc, Terzo punta e che i caratteri siano conformi [alIa tradizione 0 rnitica

o storica J; e questa, in realta, e cosa di versa dalla creazione di caratteri nobili e di caratteri appropriati nel sense chc abbiamo 25

t

71 Cioe, superiori a1 normale (err. 2. 1248 a 2 sgg.); e questo relativarnentc a ogni classe di persone, corrr'e dichiarato piu irinanzi.

72 In 6_ 1450 b 8 sgg ..

73 • Porche la donna "'t come leggiamo in Hist, anim. 1 608 h 8, _ e piu dell'uomo rniserico rdiosa e piu facile aIle lacrirne, oltre che piu irividiosa piu querula Plu propensa ai Iitigi e aIle risse ; e anchc e meno coraggiosa e pili disposta alla disperazione e piu menzognera ", CCCt eCC4 Non si negano virtu alla donna. rna sono diverse che nell 'uomo (Pol+ ;\ 1260 a 20). E quanta allo schiavo, egli e scnza dubbio utilissimo ai bisogni della vita, rna appunto percio non grande virtu gli e necessaria, bensi quella poca che g1i basta a compiere con solcrzia e con ordine i suoi uffici (a

1~ )

"':. sgg ..

..

I

226

Poetica, 15, 1454 (I

227

74 Aristotele presenta una obiezione che risolvera piu oltre (b 8) ~ se i personaggi, egli pensa, hanno da essere di carattere nobile, zp~a--:6v~ e appropriate, .:ip(.L6~ov, come POSSOI10 esscre In ogni caso eguali 0 simili all'originale che imitano, cosi da essere pur scmpre riconoscibili (cfr. per questo sensa di o~ot.f)V pill avanti, 1454 b 10; cui non contraddicono 2 .. 1448 a 6-12t t 3. 1453 a 5, dove t}f-LO~f)" vale simile al normalc t ne meglio ne peggio), e insomma conforrui a quel che di [oro ci dice e dcscrive la tradizione mitica 0 storica ? Per cia. aggiungc per il rnornento, come a chi gli movesse questa obiezione .. che si tratta , infatti It, ... tip, di cosa diversa,

7~ Questa Scilla, come rcsulta chiaro dalla scoperta di un papiro pubblicato dal Gomperz (err. la nota del Bywater ad Joe.), e il ditirambo, Scilla. di "I'imoteo, nel qualc Odisseo cantava una lamentazione che non si addiceva a quell'idea del carattere di Odisseo chc ci siamo formata per tradizione. O~OLOV Trv~..... i)\,). ~ o,j t()8~)0'G'Ei". Percio si sarebbe ten .. tati di interpretare questo esempio come que l!o del non confo.rme alIa tradizione (:i.vo{J.o{ou), che appunto manca. Anche perche sernbrerebbe singolare che del f.11J ~pfJ.6tto,,"toC; si dessero due esempi e non uno come degli altri casi: ne credo farebbe difficolra i7:P€it'~L)~,; ::._ i"Q~GifJ~+ Se non che 18 frase e cosl costituita (-:Q;j. 8"t~ .. ~. x~i ~Y; .. r •• .0 "fE. - .. ~ xxi ~) che non si pub scindere senza violenza a significare due concetti distinti, Tutt'al pili potrernmo supporre che I'uno e I'altro eserripio fossero citati ciascuno per ambedue i difetti: e cioe Odisseo fosse citato come esernpio di disformita con 18 tradizione e al tempo sresso con la sua natura di uorno-eroe :

Melanippe, di disforrnita con la sua natura di donna e a] tempo stesso con la tradizione.

7' [ph. Aut. 1211 sgg, e t 368 sgg. Ma bisogna confessare che non si pUG esser d' accordo col se ve ro g t udiz i 0 d i A ristotele.

Dunque, anchc nella pittura dei caratteri, come nella composizione dei fani, bisogna aver sempre di mira cia che e richicsto dalle lcggi del ncccssario 0 del vcrisimile ; cosicchc, dato, per 35 csempio, un personaggio di questa 0 quel carattere, cia che egii dice 0 fa deve rcsultare appunto da cotcsto suo carattere conformerncnte alle leggi della necessita 0 della verisimiglianza ; allo stesso modo chc, dato un fat to , sc un altro fatto succede a quello, anchc questa successione ha da resultare confonne alle leggi della necessita 0 della verisimiglianza 77 I

...

~: evidente pertanto che anche gli scioglimenti delle tragedie

debbono vcnir fuori dal1a struttura della tragcdia in se stessa, e 1~5"" L non da un artificio meccanico come nella Medea [di Euripide],

e come pure in que) punta della Iliade che si riferisce alIa [provo-

cata c pui impedita] partenza (dei Greci da Troia] 78, Dell'artificio scenico si puo far uso per cio solo che e fuori dell'azione drammatica, sia per quci fatti chc accaddero prima e che 10 spettatorc

non e in grado di conoscere, sia per quelli che dovranno accadere

poi e che quindi hanno bisogno di csscr predctti e annunziati I

Si sa che noi attrihuiamo agli dei questo privilegio di pater vedere 5 ogni COS3. XI: ha da esserci nello svolgimento dell'azionc alcunche di irrazionale : e, se questa e inevitabile, sia fuori della tragedia, corn'e nell' Edipo [reJ di Sofocle ~9.

Ora, siccome la tragedia e mimesi di persone superiori al livella comune, sara bene che i poeti seguano l'esernpio dci buoni pittori di ritratti : i qual i, producendo Ie fattezze peculiari di un

ora dato a queste parole 74. Quarto punto c che i caratteri siano sempre coerenti a se stessi, Cosi chc, l)er esernpio, se anchc la persona che fornisce il soggetto alIa mirnesi c incoerente, e di tale natura [nella tradizione rnitica 0 storica] e il carattere che il poeta si e proposto di rappresentare, ebbene, bisogna chc [anche nella mirnesi] esso sia coerentemente incoerente. en esempio di perversita di carattere non richiesta necessariamente dall'azione ce 10 da la figura di :\lenclao nelltOreste [di Euripide]; esempi di

30 sconvenienza [rispctto alIa tradizionc?] c di mancanza di proprieta di carattere sono la larnentazione di Odisseo nella Scilla [di Timoteo] e la tirata oratoria di Melanippe [nella ~llelanippe La saggia di Euripide] 75; un esempio di incoerenza ce 10 da I'Jfi-

genia in Aulide [di Euripidc]: dove 1'1 figenia che supplica [per la propria vita] non rassomiglia niente all'Ifigenia [che vuol morire] nella fine del dramma 76.

-rf In sostanza tre alrneno delle quattro varieta esaminate si riducono a un unico concetto di cocrenza: 1 t coerenza per necessita 0 verisimiglianza con la classc 0 specie 0 condizione a cui il pcrsonaggio apparticne, &.p~6~"":0'1; 2t coercnza eodem modo con la tradizione e con la realta, 3~o~Qv; 3. coerenza eodem modo con se medesirno, 6r.L~/1.6v. Vedremo piu oltre per il concetto di zp.,. a-:ov.

-:~ Tradussi genericamente f artificio meccanico » perche vi si potessero comprendere ambedue gli esempi: 1. 1 'apparizione del carro alato donato a Medea da Elio ond'ella potesse sfuggire aIle mani dei nernici (~:t ~RI P. Med. 1317 sgg.); 2. l'apparizione di .. Arena in II. I I 155 sgg., la quale irnpedi, insierne e dJaccordo con Odisseo, la partenza dei Greet da Troi~L

;9 £. rrruzionule, secondo .. Aristorele, che Edipo non fosse mai riuscito a sapere come rnor i Laio. Cfr~ 24. 1460 a 30 ..

228

Poetica, 15 .. 16. 1454 b

Poetica, 161 1454 6-1455 a

229

dai porcai 81. E in verita quei riconoscimenti nei quali il segno e adoperato consapevolmente come mezzo di persuasione, SODa meno artistici di altri, e COS) in genere tutti quelli che avvengono

in questo modo; quelli invece che capitano inaspcttatamente, come il riconoscimento [eli Odisseo] nella scena del bagno 83, questi so no migliori, La seconds forma comprende quei riconosci- 30 menti che sono creati artificialmente dal poeta, e percio n~n sono artistici ~ per esernpio, it modo come [Oreste] nella lfigenia [in

Tauride di Euripide] dette a riconoscere che era Oreste, Di fatti, mentre I figenia si di a riconoscere per mezzo della lettera, Oreste invece dice da se stesso [che e Oreste], come appunto volle il

poeta e non it mito .. Percib questa forma di riconoscimento si 35 avvicina in certo modo al difetto che notai piu sopra: e in vero Oreste avrebbe pur potuto avere anche lui qualche segno [per

farsi riconoscere] to Un altro esempio di questo genere e la * voce

della spola I nel Tereo di Sofocle. La terza fonna di riconoscimento e quella che si ha mediante la memoria, in quanta cioe

una persona, per cosa che veda [0 oda], prorompe in una manifestazione del proprio sentimento [, onde si rivela]. Cosi nei Ciprii !43S. di Diceogene, dove [Teucro], alia vista del quadro, dette in uno scoppio di pianto; e cosl nell'episodio di Alcinoo, dove [Odisseo], all"udire il citarista, si ricordb de' suoi casi e pianse = e in tal modo

I'uno e l'altro furono riconosciuti. La quarta forma e quella che

nasce da un ragionamento. Per esempio, nel1e CM/lWt [di Eschilo, Elettra ragiona cost] = • E giunto uno che mi sorniglia: rna nessuno 5

mi somiglia eccetto Oreste ~ dunque e Oreste che e giunto s 84~

l O individuo, ne disegnano un ritratto che, senza venir meno alla somiglianza, e tuttavia piu bello dell'originale. E COS1 anchc il pocta che vog1ia riprodurre pcrsone 0 troppo facili all'ira 0 troppo remissive 0 con altrettali infermita di carattere, deve, pur conser ... vando in loro codesti tratti speciali, improntarle a una conveniente nobilta e grandezza. l: n esempio [del modo come pub essere idealmcnte raffigurato] un carattere duro e caparbio ce 10 offre il tipo di Achille in Agatonc e in Ornero.

15 Questi principi e bene che il poeta li abbia sempre presenti ;

ma oltre questi e anche bene egli tenga conto di certe norme che si determinano relativamente allc impressioni del pubblico, - e s'intende che io parlo solo di quelle impressioni che sono direttamente connesse con la sua arte di poeta ; - perche non e difficile anche sotto qucsto rispetto cadere in parecchi crrori. Ma di cio e stato discorso abbastanza negli scritti che ho gia pubblicati 8°1

Che cosa sia in genere il riconoscimento e stato detto pill

20 innanzi Rl; Ie sue diverse specie sono Ie segucnti. La prima, che e fra tutte la menD artistica e della qualc pur fanna usa grandissimo i poeti quando non sanno trovare di meglio, e it riconosci ... mento mediante segni. Di questi segni,. alcuni sono congeniti, come, per esernpio, « la lancia _ che portano [impressa sul corpo gli Sparti] « nati dalla terra»; 0 come ~ Ie stelle j) di cui si vale Carcino nel Tieste; altri sono acquisiti: e di questi, alcuni sono nel corpo, come le cicatrici, altri fuori del corpo, per esempio, Ie collane, 0 come quella barchetta onde avviene il riconoscimento

25 nella Tiro [di Sofocle]. Anche di questi segni ci si pub servir bene e ci si puo servir male: Odisseo, per esernpio, mediante la cicatrice, in un modo fu riconosciuto dalla nutrice e in un modo

80 Appunto, nel dialogo oggi perduto 7":&pl -::Ol1iT(~'J~

81 In 11. 1452 a 30 sgg. E sull'importanza in genere di Questa elemente nella struttura di una tragedia cfr. 6. 1450 a 37, e soprartutto t 14 1453 b 28 sgg.

8t Cioe, bene nel prime modo e male nel secondo, com'e chiariro da cio che segue. Nella seen. del bagno, Od. XIX 386 sgg., Odisseo e riconoaciuto dalla nutrice Euriclea contro la propria volonta, percio il riconoscirnento accede inaspettatamente ; ptu tardi invece e 10 stesso Odissec che ha interesse a farsi rieonoscere dal porcaio Eumeo e dal bovaro Filetio (Od.. XXI 193 sKg~)t e appunto percio, 1t{aT!:(Il-; fvcx~,. mostra egli stesso 18 propria cicatrice ..

U Su questo modo di cirare Omero (iv TOrt; Ni.7tTPOL';t come piiJ. sotto tv ' A).x(vou «1toA6y~) vedi nota 146.

at Veramente in Eschilo (ChlHplJ.. 168 sgg.) Elettra non ragiona proprio cosl: la veste sillogistica e tutta e solo di Aristotele. 11 quale pe-r altro e singolare che non abbia seguiro, a proposito di questo riconoscimento, l'aperto biasima di Euripide in El. 520 sgg+-

230

Poetica, 16, 1455 a

Poetica, 16-17~ 1455 a

231

Delio stesso genere e it riconoscimento che immagina per la [sua] lfigenia il sofista Poliido: e di fatti era naturale che Oreste ragionasse in questo modo: • La mia sorella fu sacrificata, e COSt tocca a me ora di essere sacrificato », U n altro esempio e nel Tideo di Teodette, dove [il padre] dice: « Venni per trovare mio figlio,

10 ed ecco che io stesso devo rnorire ». E un altro e nei Finidi, dove [Ie donne], alIa vista del luogo, argomentarono il proprio destino e dissero: s Qui fummo esposte, e qui dunque e nostro destine morire •. C'e poi anche una forma composita di riconoscimento, la quale involge un paralogismo da parte degli spettatori ; come avviene nell'Odisseo il falso messaggero. Infatri, chc solamente Odisseo fosse capace di tendere l'arco e nessun altro, questo e cio che e voluto dalla immaginazione del poeta, e anzi e it presupposto centrale del dramma; anche se [a un certo punto dell'azione] Odisseo diceva che avrebbe riconosciuto l'arco, il qualc [, non essendo Odisseo.] non poteva aver visto. Ora, l'avere immaginato che Odisseo si faccia riconoscere mediante questa mezzo

15 [del tendere l'arco], mentre avrebbe dovuto mediante l'altro [del riconoscimento dell'arco], questa e paralogismo 85.

~Ia, fra tutte, la miglior forma di riconoscimento e quella che scaturisce dalle vicende dell'azione medesima 86, quando cioe ci colpisce inaspettatamente e al tempo stesso avviene per cause verosimili, come nell' Edipo [re] di Sofocle e nell' lfigenia [r~n Tau-

rille di Euripide] 87; e difatti era naturale che lfigenia desiderasse . di far arrivare una sua lcttera [ad Argo], Casi di riconoscimento come qucsti sono gli unici che non dipendano da artifici di segni

e di collane. Vengono in second'ordine i riconoscimcnti chc deri- 20 vano da un ragionamentOt

17.

Xel comporrc Ie sue favole e specialmente nel dare a ciascun personaggio la propria espressione verbalc, bisogna chc il poeta

si ponga quanto pill e possibilc dinanzi agli occhi 10 svolgimento dell'azionc, Porche COSt, vedendo ogni cosa nella pili chiara luce come se Fosse presente egli stesso allo svolgersi di quegli avvenirnenti, potra trovarc cio chc conviene e rnolto difficilmente gli 25 sfuggiranno errori di incoerenza, Una pro\·a di cia che dico e it rirnprovero che si faceva al pocta Carcino : il suo Amfiarao ritornava fuori del tempio [quando ancora avrebbe dovuto esser dentro]: e questo sfuggi al pacta che non s'era bell raffigurati dinanzi agli occhi la scena e il suo effetto teatrale ; e cosi it dramma alia rappresentazione cadde perche gli spcttatori furono infastiditi

di quell'errore M8~ E hisogna che il poeta, per quanta puo, si im-

I~ Leggo secondo l'edizione del Margoliouth (eccetto I'emendamento del Tkatsch di TO in ~6v), il quale introdusse per la prima volta nel testo della Poetica due linee che solo un manoscritto del XIV secolo, it Ric .. cardiano 46, conserve, e che, cadute per ornoioteleuto della parola T6~ov dal rimanente della tradizione rnanoscritta, erano state sempre trascurate. II supplemento e anche daccordo con la versione araba. Trascrivo

·per comodita il testo (1455 a 14-16) indicando con due segni it passo integrato: TO\I llEv ya p TO T6~ ov I tv-c-t,( veL v, OCllov 8E: tLT, 8 £Vet: , 1t£rrOt 7J !_l.!vov U7tO rou 1tortfrou XIX! u7t66£(Jt..;, X3:t Et yt: ,:"Q TO;OV I f~l) YVW(fe:a02l & 'U~X twpWl. TO 8£ ,w~ 8L' tXEtVO'.J civCt~WptQuvroc; 8ti TO,j1'Ot.J r:ot.~a~l, ::OCpcxAQYUlrtL6~~ Si tratta, a quel che pare, di un dramma che doverte avere per argomento I 'uccisione dei Proci, Odissco v'e introdotto in veste di [also messaggero ..

II cr-, 1 O. 1452 a 1 9; 11.. 1452 a 3 7 sgg.; 14. 1453 b 2; 1 5 ~ 1 4 54 a 37; e altrove.

~; Per Oed. rex 1110 sgg., cfr. 11.. 1452 a 25~ a 31 .. Per Lph, Taur_ 582 sgg.j 72i sgg.t cfr, 11. 14-52 b 6 sgg.; 14. 1454 a 7; 16. 1454 h 31 sgg .. : da non confondere, dunque, della lfigeuia T'aurica, questo primo riconoscirncnto, di Ifigenia riconosciuta da Oreste .. con I'altro, 791 sgg., di Oreste riconosciuto da Ifigcnia: lodato il p rimo, riprovato it secondo.

8& La lezione e quindi ]a traduzionc c I'jnterpretazjone di questo brano sararmo sempre incerte finche non si abbiano altre notizie su questa tragedia e su questa episodio, Probabilmente il tempio e il luogo dove Amfiarao si era nascosto per non partecipare alIa guerra dei Sette centro Tebe. In- ogni modo, quello che a me pare meno dubbio e ; 1 .. che il ~~ ~JP(:'v-::x riceve luce dal precedente 0 [scil. ;:OLl1~;) OP(7Jv e chc quindi si rifeTisca 31 poeta e non allo s'pettatore : 2. che non si puo trattare, come alcuru credettero, per esernpio it Gomperz, di un puro e sernplice errore di disrllusione scenica, in quanta I'attore che doveva far la parte di Amfiarao sarebbc uscito dal tcrnpio per assurnere urr'ultra parte; bensi di un vero c proprio errore di concczione 0 costruzione poetica (che a questa intende runo il capitolo e non alla ey~:; 0 materiale rappresentazione), cioe di uno di quegli errori di incocrcnza di cui discOTTC la Poetica in pili

--

Poetica, 17, 1455 a-b

Poetica, 17-18, 1455 b

...,3 ....

... )

30 medcsimi perfino negli atteggiamenti de' suoi personaggi. Infatti i poeti che riescono pill persuasivi sono quelli che, movendo da una cguale disposizione di animo coi loro personaggi, vivono di volta in volta le stesse passioni che vogliono rappresentare : cosicche, per esempio, con molto maggior verita riuscira a rappresentare un animo in tempesta chi abbia l'animo in ternpesta, un animo adirato chi si senta adirato. E percio il poetare c proprio di colui che ha da natura 0 una versatile genialita 0 un temperamenta cntusiastico ed esaltato ; gli uni per la loro duttile c facilmente plasmabile natura, gli altri per l'estasi che Ii rapisce.

Quante poi agli argomenti delle tragedie 89 t si quelli che gia

1455 h furono trattati da altri, SI quelli di sua propria invenzione. e bene che il poeta anzi tutto se li proponga come schemi generali; dopo cio, Ii distribuisca in cpisodi e dia lora iJ necessaria svolgimento. Or ecco come io credo si possa guardare un argornento nel suo schema generale. Prendiamo per esempio I'argornento della Ifigenia [TauTica di Euripide]. {-'~ na giovinetta e offerta in sacrificio : a un tratto mistcriosamente scompare dagli occhi dei sacrificatori cd e trasportata in altro luogo dove e costume sacrificare alia divi-

5 nita tutti gli stranieri che vi capitano. E la giovinetta diviene sacerdotessa di cotesta divinita, Dopo qualche tempo si da il caso che a quel luogo giunge proprio il fratello della sacerdotessa .. :\'·Ia si noti: che di recarsi cola gliel'ordino per qualche ragione I'oracolo di Apollo, e per qual fine egli vi si reco, tutto questo e fuori dello schema generale della tragedia. Dunquc, giunto egli cola e fatto prigioniero, gia stava per esscrc sacrificato allorche dette a riconoscere chi era; e il riconoscimento pore avvenire a

nel modo che imrnagino Euripide 0 in quello che immagino 10 Poliido : e in verita era ben naturale chc colui esclamasse: « Dunque non la mia sorella soltanto, rna anch'io era destinato at sacrificio! ".

E di qui la sua salvezza, Dopo cio, e dati onnai i loro nomi ai personaggi, si distribuisce il rnateriale in episodi ; rna gli episodi devono essere tutti intimamente collegati con l'azione dramrnatica, come, per esernpio, nel caso di Oreste, l'episodio della pazzia, che fu la cagione del suo arresto, e quello della purificazione, da cui derive la sua salvezza,

Mentre peru nei drammi gli episodi devono essere [relativa- 15 mente] concisi, I'epopea invece riceve da questi una sua considerevole estensione 90. Per escrnpio, l'argomento generale dell'Odissea non sarebbe di per se molto lungo. Un uomo vive per molti anni lontano dalla patria; Poseidone e sempre in agguato con-

tro di lui; ed cgli [. perduti i compagni,] c rimasto solo. Intanto Ie condizioni di casa sua sono queste, che i suoi beni glieli vengono dissipando i pretcndenti della rnoglie, e anche suo figlio e da 20 costoro insidiato e minacciato. Ma ecco che, dopo sofferta ogni calarnita, giunge finalmente in patria ; e, fattosi riconosccre egli stesso da alcune personc 91, assale senz'altro i suoi nemici, ed egli c salvo e i nemici distrutti 92 .. Questa e la parte propriamente essenziale dell'Odissea; il rcsto sono episodi ..

18.

luoghi, sia che esso derivasse da una contraddizione fra 1 'uscita di Amfiarao dal tempio e gli avverrimeriti che intanto si venivano svolgendo, come proposi in via provvisoria e complementare traducendo, 0 da altro. Conservando la lezione Mss hisogna intendere -:-ov e£Cl~V complemento oggetto di OPWV"Trx~ ed e costruzione amhigua; sospctto che ~Jv Btctn1" , lezione gia implicita nella versione araba, sia un'antica glossa rnarginale i nserita si ne I testo (efr L 13 linea seguente) all uogo di un ~6 OtCl":'P.OV ~ nel sense di • pubblico ~~ t spettatori ,~ come in 1453 a 33, 1455 a 13t

fl9 Leggo -;0';:; 8t~ 11 "':'o,jc; e di R, c anche il at sembra risalire a tradizione manoscritta (cfr. Susernihl ad loc.i. 11 ~e e dovuro a errato congiungimento col X~( seguente, mentre sono i due xtXf che devono esser congiunti fra loro.

In ogni tragedia sono da distinguerc il nodo e 10 scioglirnento.

Tutti quei casi chc sono estranei all'azione propriamentc detta, c spesso anchc taluni di quelli che fanno parte di essa azione,

to Cfr. 5. 1449 b 12 sgg.J dov-e e gia una prima comparazione fra tragedia ed epopea dal punto di vista della lunghezza; e pill oltre, 24. 1459 b 17 sgg.

91 Cfr. per questi riconoscirnenti 16. 1454 b 26 sgg. Qui Aristotele piu specialmente ricorda Od .. XXI 193 sgg., quando Odisseo si fa riconoscere volontariamente dal porcaro Eumeo e dal bovaro Filctio; e subito dopa assale i Proci,

9~ Ecco ]3 duplice fine dell·Odissea in 13t 1453 a 31 t

234

PottiCQ, 18, 1455 b

Potl;ca, 18, 1455 b-J4S6 a

235

costituiscono il nodo; il resto e to scioglirnento 93. In altre parole,

25 chiamo nodo quella serie di casi che vanno da cio che si prende come principio della favela fI4 fino a quel punto della tragedia da cui immediatamente si inizia la mutazione [da uno stato di infelicita] a uno stato di felicita a viceversa ; e chiamo scioglimcnto quella serie di casi che vanno dal principia di codesta mutazione sino alia fine. Cosi, per esernpio, nel Linceo di Teodette 95 il nodo

30 comprende non solo gli avvenimenti anteriori dell'azione, rna anche l'arresto del figlio e quindi <la scoperta) di codesti avvenimenti 96; 10 scioglimento va dall'accusa di morte fino alla fine.

Ci sono quattro diverse specie di tragedia, secondo che prevalga l'uno 0 l'altro dei quattro elementi che gia sono stati descritti &7. Primo, v' e la tragedia cornplessa, in cui sono tutto la

peripezia e il riconoscimento; poi, v'e la tragedia catastrofiva, come gli Aiaci e gli lssioni; terzo, v'e la tragedia di carattere,

come Ie Ftiotidi e if Pelto; quarto, v'e 13 tragcdia spettacolo, come 1456 a Ie Forcidi, il Prometeo, e in genere tutte quelle 13 cui azione si

$1 Per questi casi -ca: l~WeEV efr. 14~ 1453 b 30t 17. t 455 b 9, Possono anche trovarsi nel dramma stesso, rna come narrati, non come rappresentati. Sono, in sostanza, cia che noi diciamo I'antefarto. Ho manten uta I traducendo, Is posizione di 1to))~nl~,

N Non • dal prmcipio ." rna da quel punto che in una data aerie di avvenimenti si pUG prendere come principio: cfr ~ 79 1450 b 28. E si capisce che 1'&,PX'; viene a cadere di solito nei 1:"a l~(Il6cv~ cioe fuori della tragedia ..

t:. C f r. 11.. 1452 a 28.

'" I. ... uogo corrotto. L'emendamento piiJ comunemente accolto, ~ ~UT(tlV 3iJ(lwO'lt;, AUoL~ 8~ ~) (Christl Gomperz; il supplemento AVOt~ 8' ~ e anche in un Ms), sembrerebbe confcnnato dalla versione araba (t atque etiam ea quae manifestavir, dissolutio autem illa 8: Tkatsch) e giu8tificahile palcograficamente. 11 guaio e che di questa tragedia non abbiamo altra notizia che qui e nel luogo ricordato sopra,

t1 Tutta questo brano ("'rpayc:>aLtX~ at. ~ 4 + 4 I:v q8ou) e oscu ra to da grande incertezza. Le difficolta fondamentali sono due: la prima e che non sappiamo di certo a qual luogo della Poetica riferire Ie parole ~OGa.a.T2 "'I~. "r. J.L. i:).qffi). la seconda e la lacuna dopo -rha.PTOV. Rispetto alia prima diffiooltA non e possibile, per quanti sforzi si facciano, pensare a quartro dei sei elementi eriurnerati in 1450 a 9. Del resto, di questi quattro, tre sono indican qui stesso esplicitsmentc: 1. peripezia e riconoscimentn, di cui si ragiona nei capp. 1 (), 11 e 16; 2. il T:&eo~, di cui vedi 11, 1452 b 11 sgg., e in genere il cap. 13; 3. I '~6o~" di cui il cap .. 15: tutti tre costituiscono e definiscono, rispettivamente. la tragedia complessa, la tragedia catastrofica e quella di carattere. Qual e la quarta specie, 0 ,!80~1 della tragedia, e quindi il suo quarto elemento, 0 I-Ltpo~? Qui e 1a s'Pconda e piil grave difficolta. E facile supporre chc la quarta specie sia la tragedia sernplice, O:1t'j .. ~., e che quindi il quarto ~£P(U;, piuttosto che element a po-

sirivo, sis elemento negative, perche e proprio la mancanz.a della peri .. pezia e de1 riconoscimento .che costituisce e definisce 1a tragedia sernplice, com'e detto in 10. 1452 a 25 sgg. E tanto piu facile e sicuro apparisce I "integramento "t'o 8i: tt"'t'rxp~ov < ~ arrA7) >, gia suggerito da Susemihl e accettato da gran parte degli editori in quanto questa quadruplice partizione degli :tt8-1j della tragedia e confermata dallo stesso Aristotele dove, parlando degli £(81) del poema epico, dice che sono i medesimi della tragedia ed enumera appunto questi quattro, &1t~ij, 7tE1TA£y~ I 1j6t(1)t r."lX.er~'Tr.x~ (24. 1459 b 9-10). Se non che centro questa integrazione ci sono obiezioni. Anzi tutto, it mancato riferirnento a un positive IJ.cpO~, come per le altre tre specie, Sopra tutto, ragioni paleografiche, I due Mss piu autorevoli della Poetica, it Parisino 1741 e il Riccardiano 46t leggono tutti due TtTap-rov o~r:; otOY; e il Laurenziano XXX 14 legge f)Uc£i'o",. che e lezione evidentemente congetturale e interpretatrice del non comprensibile 071~ olo" , Dunque in 0lJ~ si cela 1a parola giusta: 1a Quale non puo essere .,. i7tAi1. Anche in altro Iuogo della Poet it: a , in 21 .. 1458 a 6. i Mas hanno OT,'i. che e sicuramente da leggere 6q,t~, glossa della parola 6"0/, la Quale va restituita nel testo .. E il Bywater, movendo da questo raffrontol integra, o, meglio Jegge Tt,!,CE.tJTOV ~4t~ oIt)v. La lenura appare, se non certa, probabilissirna. Dunque it quarto elemento e la 6~t.~; if' la quarta specie dells tragedia, mancando ad Aristotele come per gli altri tre casi l'aggettivo corrispondente, e la tragedia ~~tc;, 18 tragedia spertacolo. Sta bene. Ma noi non possiamo con cia rinunciare a tuno it ragionamento precedente, E allora dobbiamo dire che 18 tragedia 6tft'i, e la tragedia &1t'/ .. ~. 0 tragedia 0 epopea, se prevalgono peripezia e ricono .. scimento, I'una e l'altra e 1tE1tlcy(J.£vr) ~ se prevale ;t&:6o~,. l'una e I'altra e !tCX~TtX~ ~ se prevale ~O~~ l'una e I'altra e ~6LX~: rna se non prevalgono ne 1tci6o~ ne ~OO~t e mancano addirittura peripezia e riconoscimento, la tragedia si distingue principalmente per 10 spettacolo scenico, che Ie rimane come suo elernento positivo e prevalente, ed e tragedia I)q.,LC;; la epopea e semplicemente, ne altro pub esse-ret che epopea d7fA1). In sostanza, tolto il punta di vista speciale di ciascuna, I luna definixione vale l'altia .. E le due enumerazioni sono identiche. Solo che qui, rispetto alla eragedia, la enumerazione e in ordine gerarchico: eccellcnte su tutte la tragedia complessa ; subito dopo viene la catastrofica ; terza la tragedia di carartere (efr. 6. 1450 a 24 sgg.~ sul minor -valore di questo elemento nella tragedia); ultima la tragedia spettacolo, perche la o~~C;. com'e detto e rlpetuto piu volttt (cfr. 1450 b 171 14. 1453 b t sgg.)" e elemento del tutto estemo e secondario. Anche si capisce chc queste quattro specie" come avverte piu oltre 10 stesso Aristotelet non 81 escludono reciproca ...

236

Poetica, 18l 1456 a

Poetica, 18, 1456 a

237

mente se non Ia prima e la quarta e solo in quanta la quarta sia considerata non come 5~~~ rna come a.1t'A~; e i quattro elementi possono trovarsi anche tutti quattro variamente combinati in una tragedia rnedesirna, Ia cui definizione specifics e data soltanto dal prevalere di uno su gli altri tre,

~8 Queste ultime parole indicano senza piu alcun dubbio che Aristotele non intese riferirai nella esemplificazione a tragedie speciali di speciali autori, rna a gruppi di tragedie di speciale argomento .. Cosicche, anche quando egli sembra alludere 0 di fatto allude a una tragedia singola, cia signifies solo che, nella sua memoria, 0 it ricordo di quella tragedia, sernpre s'intende da quel medesimo punto di vista, era unico, 0 era pre .. valso su Ie altre della stesso argomento 0 di argomento affine; e che quindi in quella tragedia egli vedeva come un saggio di tutte le altre che potevano nascere da una medesima 0 simile struttura mitica, Pertanto questa classificazione importa si una graduatoria delle quattro specie, rna in rap porto alle rnaggiori 0 rninori possibilita di sviluppo tragico di certi miti, non al maggiore 0 minor valore effettivo di certe tragedie,

~9 La rnaggior parte degli editori trasportano questo brano 8(xa:tov ••..• a".J1'J(pr;T£ia6a.L pill indietro, dopo 1455 b 33 .. Non rni pare. Dalla precedente classificazione, e rnassime dal modo della esemplificazione, poteva crcdersi che il rnito, la favola, I'argomento, fossero un criterio di valutazione e quindi di distinzione di una rragedia da un'alrra : ne cia del resto dove esser inftcquente presso i cririci d'allora, data la non grande varieta nel contenuto delle tragedie e la facilita dei rapporti da un simile punto di vista. Uno dei luoghi piu comuni nelle u1toOea£t~ delle tragedie era appunto questo, notare se il mito era state gia trattato da altri oppure no. Ora e questa pensiero che Ar'istofele vuol precisare. Che due tragedie trattino il mito di Aiace e siano percio ambedue 1'tCl6TJTtXC&t e una constatazione di fatto sulla natura del mito e suite sue possibilita tragiche, non un giudizio di valore su codeste tragedie propriamente dette e di-

Bisogna anche ricordare quello che ho gia detto piu duna I (j volta 100, che cioe non si deve fare una tragedia di un cornponimenta epico, ~ chiamo componimento epico quello che contiene

in se piu miti 101, - come se uno, per esempio, volesse fare una sola tragedia di tutto il materiale epico dell'Iliade. Nel poema epico, a cagione della sua estensione, ogni parte pub avere it suo conveniente sviluppo; rna nelle azioni drammatiche la cosa sorpasserebbe molto i limiti di cio che in genere concepiamo come azione drammatica, Ed eccone la prova: tutti coloro i quali si 15 accinsero a ridurre in una tragedia unica tutta la storia della distruzione di Ilio, e non in una serie di tragedie come feee Euri pide ;

o vollero drammatizzare [tutto intero il mito di] Niobe, e non [una parte soltanto] come fece Eschilo ; costoro, nei concorsi drammatici, 0 caddero addirittura, 0 riuscirono malamente: tanto che anche Agatone [alia rappresentazione di un suo dramma] cad de ; e cadde proprio e unicamente per questo. Eppure questi poeti nei loro drammi con peripezia, come in quelli con azione 20 sernplice, si sforzano con mirahile abilita di raggiungere il fine a

cui aspirano, che e appunto di creare situazioni le quali siano tragiche e at tempo stesso soddisfino il gusto del pubblico: e questa e possibile allorche, per esempio, pongano in scena un uorno astute rna perverso che e tratto in inganno .. come Sisifo:

o un uomo forte rna ingiusto che e vinto, Anche questi possono

svolge __ nell'Ade 981> Sarebbe bene che il poeta si sforzasse quanto piu puo di riunire insieme tutti questi elementi: e, se non e possibile tutti, almena i pili importanti e la maggior parte; tanto pill oggi che i poeti sono presi di mira dalla critica, e si pretende,

5 poiche ci furono un tempo poeti valentissimi ciascuno ne] suo genere, che un poeta sorpassi egli solo quei diversi gradi di valentia che erano proprii di ciascuno dei suoi predecessori. Ora e giusto dire che due tragedie per nessun altro motivo sono tra loro simili 0 dissimili come per il mito ; rna s'mtenda benet quando siano simili 0 dissimili it nodo e 10 scioglimento. Molti riescono bene ad annodare un intreccio, e poi 10 sciolgono male: e invece bisogna che nodo e scioglimento siano bene accordati tutti due".

stinte. ]1 giudizio di valore incomincia dall'esame del modo come cotesti elementi, carattere, catastrofe ecc., sono singolarmente adoperati e rispettivamente combinati. I miti tradizional i, disse Aristotele piu avanti (14. 1453 b 21), bisogna lasciarli stare nelle loro linee generali come sono ; rna il poeta deve pur avere un suo modo personale di servirsene bellamente. 11 nodo e 10 scioglimento, in quanto riftettono questo personale atteggiamento del poets sul'la materia tradizionale, forniscono essi gli elernenti per un giudizio di valore ; per essi soltanto si potrs dire se due tragedie che trattino 10 stesso mito, che siano per esernpio egualmente l)tJ~lI.~£, anche siano nella loro realta artistica simili 0 dissimili e~ parallelamente, Quale delle due 0 se tutte due buone 0 non buone.

100 Precisamente cosi non e detto altrove, rna bastano espressioni e pensieri come in 5 .. 1449 b 10~ 9. 1451 b 33, t 7. 1455 b 16, per giu ... stificare il richiamo aristorelico. II collegamento con cia che segue e pre ... cede e sempre la scelta de llargornento,

10) Cioe argomenti non di una rna di pill tragedie : efr.. 26. t 462 b

~~ rna vedi anche 23. 1459 b 4.

...

238

Poetica, 18-19, 1456 a-h

Poetica, 19, 1456 b

239

essere casi verisirnili: al modo chc intcndc Agatone quando dice che e pur verisimile succedano spesse volte cose anche non verisimili.

25 Quaato al coro, bisogna considerarlo come uno dei perso ....

naggi del drarnma ; e deve essere parte integrale del tutto c deve partecipare all'azione ; non come in Euripide, rna come in Sofoele. Ne' poeti posteriori lc parti cantate hanno che fare con 10 svolgimento della tragedia cui appartengono non piu che con quello di una qualunque altra tragedia, Percio oggi usano cantare intermezzi, e il prime a darne l'esempio c stato Agatone. Ebbene,

30 dornando, che differenza c' c tra il cantare intermezzi e il trasportare e adattare da una tragedia in un'altra una parlata 0 addirittura un intero episodio P }02

19.

di terrore, 0 produrre impressioni di grandezza 0 di verisimiglianza, bisognera valcrsi di quegli stessi principi [di cui si vale il discorso): l'unica differenza e questa, che, nell'azione [pura c sernplice], codesti sentimenti 0 impressioni debbono rivelarsi in piena luce 5 da se, scnza bisogno di ncssuna interpretazione vcrbalc; ncl discorso, invece, dcbbono esser prodotti da colui che parla, e anzi debbono svolgersi conseguentcmente alla sua parola. Ache si ridurrebbe infatti it compito di chi parla, se le azioni apparissero piacevoli per se stesse 105 e non mediante la parola ?

Dei problcmi che riguardano la elocuzione ce n'e uno che, sotto lin ccrto aspetto, sembra rientrare nella nostra ricerca, ed

c quello che tratta dci vari modi di cspressione nel linguaggio [parlato]. Se non che, la conosccnza di questa argomento e piu 10 propria dell'arte declamatoria e in particolare di colui che di quest'arte fa professione ; come, per esempio, saperc che differenza c'e tr~ comando e preghicra, tra una [scmplice] esposizione

e una minaccia, tra domanda e risposta, e COSt via. ... ~1 poeta, in quanto poeta, per il conoscere 0 non conoscere queste distinzioni non e stata mai fatta dai critici alcuna censura che fossc degna

di considerazione .. Come si pub ammettere, per citare un esernpio, 15 che ci sia errore in que) punto dell'Iliade censurato da Protagora,

il quale afferrnava che Ornero, mcntre aveva in mente di fare una preghiera, da un ordine, quando dice

Cosi, dunque, degli altri clementi costitutivi della tragedia ormai e stato discusso 103; rimane a dire della elocuzionc c del pensiero. Quante al pensiero, quello che in gcnerale se ne dovrebbe dire sara a suo posto nei libri della Retorica, perche e argomento

35 che piu direttamente appartiene a quella disciplina ; qui bastera notare questo, che rientrano nel dominio del pensiero tutti quegli effetti che devono esser prodotti mediante la parola. Sono sue parti il dimostrare e il confutare, it destare ernozioni, come la

1 ... 56 b pieta il terrore I'ira c sirnili, e anche l'accrescere e il dirninuire il valore delle cose .. Ora e chiaro che, anchc nell'azione [pura e semplice] 104, allorche si dcbbonu suscitare sentiment] di pieta 0

L'ira canta, 0 dea,

102 Dunque Aristotele vuol tornare allantico ; se non proprio allantico in cui il coro era turro, a lmeno all 'antico del pili rcccnre Eschilo o di Sofocle, quando ancora il coro era parte integrale dell 'azione. Anchc in scrirtori posteriori e negli scolrasti e facile trovar traccia di questo cri ... ticismo (cfr. il mio Jolla critica leiter-aria di Dione Cnsostomo, Bologna 1912t p. 66)t

103 Dell t ~OQ~ ne1 cap. 15; de] l-LuOo~ nei capp, 7-11 e ~ possiamo aggiungere, nei capp .. 13-14 .. 16-18. I. ... a g·~t~ e 'a ~£)IoQ~f')Lt.x sono, come fu detto (6. 1450 h 16 sgg.), clementi estrinseci alIa poetica propriamenre dena; a ogni modo per la o~t.~ cfr, anche 18 .. 1456 a 3.

104 Come in 6. 1450 a t~ Aristotele nato che anche 1~ azioni hanno

perche, diceva Protagora, l'ordinare di eseguire 0 di non eseguire alcunche e comando ?

Percio lasciamo da parte questa ricerca, come quella che appartiene ad altra arte e non alia poetica propriamente detta ..

una lor propria qualita, e in 15. 1454 a 18" a proposito del] t ~O(j~, distinse una espressione etica del A6·'(o~ e una della T':pi:~~~ cosi qui eg1i distingue

~, .. I ~,'11 ... '

una 0 r.~"o~~ tv 7tp:XYl-L:ta~ 'V C \1 na 6 !.GlVfJtCl £V ".'J:.a'Ott;.

]0:) Leggo ~3ict senz'altro, lezione dei Mss conservata dal :\largoliouth e conferrnata dall ' .. ~rabo. E qui ~8£Cl si riferisce evidentcmente a quella specie di ~8ovf, che il poeta deve produrre mediante Ia mimesi tragrca ; cfr .. 13_ 1453 a 35'11 14. 1453 b lO-12J 26. 1462 b t 3, e altrove.

....

240

Poetica, 10. 1456 b .. 145 7 a

Poaica, 20, 145 7 a

241

20.

o pill voci significative, e capace per sua natura di formare un'unica ;. voce significativa: (per esempio.i.: oppure) e una voce sensa significato, la quale indica 0 il principio 0 la fine 0 un punto di divisione della proposizione: per esempio, «l1ep(, Tttp( e COli via.

II nome e una voce significativa composta; non contiene idea 10 di tempo; nessuna delle parti che 10 compongono, presa per Be stessa, ha significate. Per esempio nei nomi costituiti di due elementi, noi non possiamo valerci dell'uno 0 dell'altro di cotesti elementi come se anche avessero ciascuno un significate per ~ solo: COSt nel nome I Deodato ' la voce "dato ' non significa

20 Della elocuzione in gcnere si distinguono Ie seguenti parti:

lettera, sillaba, particella congiuntiva '~o' articolazione, nome, verbo, case, proposizione,

La lettera c una voce indivisibile ; non pcro una voce indivisibile qualunque, bensi quella che per propria natura puo divenire elemento di una voce intclligibile: \~OCi indivisibili ne emettono anche le bestie, rna nessuna di queste voci e una lettera come io

25 intendo. Di queste lettere ci sono tre specie: la vocale, la semivocale e la muta. La vocate e quella lettera che ha suono udibile senza bisogno di nessun incontro speciale [ne della lingua ne delle labbra]; semivocale C quella che ha suono udibile mediante uno speciale incontro [della lingua 0 delle labbra], come il ~ e il P; muta e q uella che, pur con speciali incontri [della lingua o delle labbra], non ha per se stessa alcun suono e diventa udibile

30 solo con l'aggiunta di elernenti che hanno suono, come il r c il ~.

Queste lettere poi differiscono tra lora in vario modo: e cioe, primo, rispetto aile varie forme che assume la bocca; secondo, rispetto ai diversi punti della bocca in cui il suono si produce; terzo, in quanta possono essere aspirate, tenui e medic: quarto, in quanto possono essen! lunghe, brevi e ancipiti ; e finalmente, quinto. in quanto possono avere accento acuto, grave e circonflesso. :\la dei dettagli di questa materia devono occuparsi gli studiosi di rnetrica.

35 La sillaha e una voce senza significato, composta di un ele-

mento che non ha suono [- muta] e di uno che ha suono [= vocalc 0 semivocaleJ. Infatti iI gruppo I'P anche senza I'A e sillaba, allo stesso modo che con 1 ~ A come r p .. ~. :\13 anche la ricerca di queste differenti specie di sillabe appartiene alIa metrica,

1437 a La particella congiuntiva e una voce senza significate Ia quale

ne impedisce nc contribuisce che da un gruppo di piu voci si formi un'unica voce significativa ; la sua posizione naturale ~ 0 alle due estremita della proposizionc {principio e fine], 0 nel mezzo; rna aI principio non puo stare se la proposizione si consideri a se [c non legata ad altra preccdentc 1: per esernpio, j .. tEV, ~':'Ol, 8£; oppure, e una voce senza significate, fa quale, da due

..

mente.

II verbo e una voce significativa com posta ; contiene idea di tempo; . nessuna della parti che 10 compongono ha significato 1 S per se stessa, come s'e detto anche del nome. Per esempio, Ie parole "uorno ', 'bianco', non irnplicano idea alcuna di tempo;

rna le parole 'va ',. , e andato " aggiungono all' idea d i ' andare " quella, il concerto di presente, questa .. di passato.

II caso e proprio del nome e del verbo; e serve, 0 a indicare rapporti di genitivo, dative [, per esempio, 'dell'uomo', 'aJ .. l'uomo J]t e altri simili; 0 a esprimere it numero singolare 0 plurale, per esempio, 'uomini '~ "uorno "; 0 a rappresentare i vari 20 modi dell'espressione parlata, secondo che, per esempio, si fa una interrogazione 0 si da un comando: cosl Ie forme ~ andb ? " oppure • va! " sono casi del verbo 'andare t da questa punto di



vista.

La proposizione e una voce significativa composta, di cui alcune parti hanno significato per se stesse 1M. Invero non ogni proposizione e comp?sta [esclusivamente di parti significative, cioe] di verbi e di nomi; ci pub esser benissimo una proposizione 25 senza verbi, come, per esernpio, la definizione di uomo, e tuttavia anche questa avra sernpre qualche sua parte significativa per se stessa. Cosi, dunque t nella proposizione 4' Cleone cammina s,

1M I Proposizione t, A6yo:;, e parola che ahbraccia tanto I. proposizione piu semplice t per esempio Is definizione di uomo (. animale terrcstre bipede 1:, Top. A 103 a 27; oppure .. animale capace di conoscenza ., Top. E 130 b R), quanto la proposizicne piu complessa, per esempio 1 t J liade.

242

Poetica, 20.2 J ~ 1457 a-b

Poetica, 21, 1457 b

243

1a parola 'C:leone' [ha sen so di per se] I La proposizionc puo avere unita in due modi: 0 perche significhi una cosa sola, 0 perche, qualora sia costiruita di pili proposizioni-elementi, queste ricevono unita mediante particelle congiuntivc. La Iliade e un esernpio di proposizione che riceve unita mediante particellc con-

30 giunrive : la definizione di uorno C un cscmpio di proposizione che ha unita in quanto significa una cosa sola 107.

stiera per noi <; allo stesso modo che la parola 8lpu [lancia] e comune per noi, forestiera per quci di Cipro) 109.

La mctafora consiste nel trasferire a un oggctto il nome che

i: proprio di un altro: e questo trasfcrirnento avviene, 0 dal genere alIa specie; 0 da11a specie al genere, 0 da specie a specie, 0 per analogia, Un esempio di metafora dal genere alla specie e questo: 10

perchc l' (( csscrc ancorato I), OP!Lc:tv,. e un modo speciale del generico 4( esser fermo ), fcr"':"i'J~t 110. Dalla specie al genere, qucsto :

I nomi sono di due specie, 0 scmplici 0 doppi. Dico sernplici quelli che non risultano di elernenti significativi, per csempio, n [terra]. Dei nomi doppi, alcuni sono cornposti di una parte significative e di una non significativa; - si intende pero che questa distinzione di parte significativa e non significativa nel nome composto non ha valore; ~ altri di due parti ambedue significative .. Ci possono poi csser nomi composti di tee, di quattro e

35 anche di pili elernenti, come rnolti di quei nomi foggiati dai Massalioti, per esernpio, "Ermo-caico-xanto '.

1457 b Ogni nome, 0 e una parola d'uso comune, 0 e una parola fore-

stiera, 0 t: una metafora, 0 C una parola ornamentale, 0 e una parola coniata artificialrnente, 0 e una parola allungata, 0 accorciata, 0 alterata.

Dico parola d'uso comune lOA quella di cui si valgono ordinariamentc tutte le genti [di un dato paese]; dico parola forestiera quella che e d'uso comune presso genti di altro pacse .. Cosi c chiaro chc una stessa parola puo essere egualmente e foresticra

5 e comune ; non perc) presso gcnti di uno stesso paese. Per esempio, cr~,J'JOV [lancia] e parola comune per gli abitanti di Cipro, fore-

Chc mille emilie gloriose imprese ha Odisseo compiute Itl;

dove (t mille e mille ~). tL'JpLx, vale « mo1te )), Tto))~i; e appunto di questo terminc spccifico si e valso qui il poeta anziche del gencrico «( molte ». Da specie a specie:

poi che con [l'arma

di] bronze attinsegli la vita.v.;

e anche :

poi che con [la coppa

di] duro bronzo [I'acqua] ebbe recisa ..... 112.

Dove il poet a disse &'ptJ(j':Xt, (( attingere )), invece di ~:xtLE ~ v, « ta- 15 gliarc *, e ( tag1iarc » per (( attingere ~: e tun' e due q ueste parole sono modi speciali del generico &?Ej~E:~"'J, (. toglier via ). Si ha poi

la mctafora per analogia quando, di quattro termini, il secondo,

B, sta al prime, A, nella stesso rapporto che il quarto, D, sta al

107 Cfr ... /1 '1. post. 1~ 93 b 35; Metaph, H 1 045 a 13 ~ dov'e ripetuto 10 stesso esernpio de11'Iliade.

108 Piu esattamentc x,jptOV QVG~:r; e quello che i latini dicevano proprium nomen. cioe 1 'appellative ordinaria di una data cosa, in opposizione quindi con I a meta fora, che e un &)')~6TP ~t)y o\t(J;..t x~ :Vla Qui e anche in opposizione al ~£\ftx,)v ovr..lJ.%t cioe alIa parola forest ie ra 0 di a [etta le, a 11:a ;)~(:)T'7~, e in generale a tutte le parole di forma c significato non ordinari ; efr. 22. 1458 a 19 ..

l~ Si pUG restituire dall' Arabo 1a riga <x~t "":~ 86plJ ~1LLV f:-LE:v K~PE.QV, K~j'Tt'p~ot; (t~t~()~.; Rostngni) 8e yJ.(U~~>, caduta per omoiotclcuto della parola ·yj.~)77':i (cfr. 16.. 1455 a 14).

110 ()d. 1 185; ~XI\~ 308 ..

1) 1 11. II 272.

ll~ Sembra che siena turr'e due citazioni dai KCl6rl~f.LQt di Ernpedocle,

244

Purtic(lt 21, 1457 b-14S8 a

245

tcrzo, C; perche allora, invece del secondo terrnine, B, si potra usare il quarto, D, oppure invece del quarto, DJ si potra usare il secondo, B. Qualche volta anche si aggiunge it termine (0 A 0 C) in rapporto al quale sta queUo che e stato sostituito dalla meta-

20 fora (0 BoD). Esempio: it termine • coppa' (B) e col termine I Dioniso I (A) nello stesso rapporto che it terrnine "scudo ' (D) e col termine I Ares I (e). Il poeta dunque potra dire che la , coppa' (B) e 10 C scudo di Dioniso' (D + A), e che 10 I scudo ' (D) e la C coppa di Ares' (B + C). Altro esempio : la ' vecchiezza ' (B) e con la ' vita' (A) nella stesso rapporto che la 'sera' (D) col • giorno ' (e); percio si potra dire che la ' sera' (D) e la I veechiezza del giomo' (B + e), oppure come disse Empedocle; e anche si potra dire che la C vecchiezza ' (B) e la I sera della vita'

25 (D + A) 0 it 'tramonto della vita'. Talvolta, per alcuno dei termini della proposizione, per esempio D, non esiste it nome d'accezione ordinaria it quale sia col suo corrispondente, B, in relazione analogica, e cio nonostante si potra avere egualmente la metafora. Per esempio, «luciar cadere i chicchi del grano s si dice <mdpCL'.I, «seminate t; rna l'atto di «lasciar cadere i raggi », detto del sole, non ha un suo nome speciale. .Tuttavia, questa «lasciar cadere i raggi. [, che non ha suo proprio norne.] (D) sta at «sole. (e) nella stesso rapporto che it • seminare - (B) sta a [t colui che lucia cadere] i chicchi del grana. (A), e

percib fu detto

Parola coniata artificialmente e quclla che non fu rnai adoperata prima da alcuno, e se la foggib da se stcsso il poeta. Di parole nate in questa modo credo ce ne siano parecchie : come chi dissc, per esernpio, ep\luyCl~ [gcrmogli?] invece di xe:p~'":"~p [corna), 35 e ~p~~p [supplice] invece di t~PE')~ [sacerdote].

C'e poi la parola a11ungata e la parola accorciata .. La prima si 1458. ha quando una vocale lunga venga sostituita a1la breve ordinaria

o quando sia stata inserita una sillaha in pili; 13 seconda si ha quando alla parola sia stata tolta una sua parte. Esernpi di parole allunga te: ~6)~""G:;, in vccc di 7r6i~£(U~ [della citra] t I J Yj),.y, tiSetu, invecc di IJ-r;)~E~oou [del Pe1ideJ. Esempi di parole accorciate:

xp~ [invcce di X?L~~ (orzo)], 8(;) [invcce di 8wIJ.Ct: 0 8WIJ.~Tc( (casa)], bti (In\-cce di O~l~, nell'ernistichio di· Empedocle]:

, J ,. I 'tI ,

•• ~ • ~ • + J-LE.Ct yL"['":'~t 7:J.~OTe:P(O" oy

Un lam po solo uscl d'amho quegli occhi.

Parola altcrata si ha quando del vocabolo d'uso comune, parte 5 e Iasciata corri'e, parte e rifatta dal pocta: cosi la parola 8E~~-

Disseminando la divina fiamma 111 ..

parola )(6a~o; sarebbe un termine generico collettivo it Quale comprenderebbe in se, come sue varieta, gJi OV61J.a.T~ 7t'E1:0tljfJ,€vGtt £:r£X,";"E"TCXP.tvCl, iqJ~plj~tv~, i:;~li~x:l1-£VCl~ Anche a prescindere da ogni altro argomento, onde, per esempio, anche 13 'Y)~(~"':""':"l: e la f-1-£-:'Gltp0P:X dovrebbero rientrare nel x6a-~o~, come gia in ISOCR~ 190 D; questa interpretazione non e possibile soprattutto per 13 strutruru del rcsto, dove abbiamo una 'vera e propria enurnerazionc di termini esattamente distinti 1 'uno dal l'altro .. II che e conferrnato da 22. 1458 a 32, 1459 a 1 S. Ma quale sia il prcciso valore che ... Aristotele da qui a questa parola e difficile chiarire .. Secondo alcuni sarebbe ltepithtton ornans ; secondo altri (BY\V3ter, 145i b 2) si tratterebbe di parole sinonirniche come fl i1 Pelidc ~ per Achille, .. Efesto , per .1 fuoco, e simili, che nell'antica retorica si chiamavano sineddoche, antonomasia, rnetorurnia ecc, Che proprio di sinonimi abbia rrattato Aristotele nella Poetica risulta da SI!\IPLIC~ In categ, 36, 13 Kaibcl (~ fr. 1 Bvwater, 3 Christ), dove dice: • Aristotele scrisse nella Poetica chc sono sinonirni quej nomi j quali, essendo piu d'uno, hanno e~a.le significate, cioe i pohonirni, come ).~i:tr.lV~ tll&;":'t(,~~ ~a.pt)~:w;.. E qtresto conferma a sua volta la lacuna, percbe i sinonirni erano certo parte del xrjn~Lo,; e qui, dunque, e non nella parte pcrduta i:tpt iC.W~lP8[7:; (Christ), dovevano avere il loro luogo. err. anche Rhet. 1-' 1404 b 37 sgg. e CleER. De or. III 167.

30 C'e poi anche un altro modo di adoperare questa specie di metafora, e cioe, chiamato un oggetto col nome che e proprio di un altro, aggiungere in forma negativa alcuna delle qualita che so~o naturalmente associate a codesto nome; come se uno, per esernpio, chiamasse «coppa. 10 scudo, rna non dicesse [, come nel caso precedente.] t:la coppa di Ares I, hensi 41 la coppa senza vino It.

(La parola ornamentale.v.) 114.

111 • Utrum lyrici sit an tragici, incertum esse dicit Bergk [ ... 1 qui <w AAI.O<;) supplet e ; Nauckt TGFt, p.. 856.

114 Mancano Is definizione e la esemplificazione del )(6a~o~. Secondo

it Margoliouth, 8e ho inteso bene, non mancherebbe niente perche questa

246

Poetica~ 21l 1458 a

Poetica, 22, 1458 a

247

7z.~6"V invece di 8e ~ ~6" nella frase OE;~ 7Ep6v XOC7:X :.s-a.~6v, « alla



mamrnella destra » 115.

Dei norni considerati in se stessi, alcuni sono maschili, altri sono fernminili, altri di gencre intcrmedio [0 neutri] 116. Sono rnaschili tutti quelli che cscono in N, in P, <in l:> e in quel1e consonanti che sono cornposte del L" lc quali sono due, \Il e ~.

10 Sono femminili tutti quei nomi chc escono in quellc tra le vocali che sono invariabilrnentc lunghc, cioe in II e in 11. e, tra Ie vocali che possono esser fatte lunghe, quclli cbe escono in A: cosi if numero delle terminazioni dei norni maschili viene a essere uguale al nurnero delle terrninazioni dei nomi femrninili, perche le terminazioni in 'ira c in 2 sono incluse nella terruinazione in L.

22.

..

In consonante muta non esce nessun nome, e neppure In nessuna

15 delle due vocali invariabilrnente brevi [E e OJ. In I escono tre 110mi soltanto: tJ..£At [rniele], Kr)~fl~ [gomrna] e7tE7tEpt [pepc]; in 11, cinque 11-;: 7tW'J [gregge], vir::'J [senapa]. y6v'J [ginocchioJ, 86pu [lancia], ~(j"":1) [citra]. I nomi di g~nere interrnedio [0 neutri] escono nelle trc vocali di variabile quantita I, )~,. .i.\' e nclle consonanti No. ~ /e P'-:·118.

~ -, ;I

Dote della c1ocuzione 119 e ch' ella sia chiara e a1 tempo stesso non pedestre. Chiarissima c scnza dubbio quella elocuzione che c costituita di vocaboli nella lor forma e accezionc ordinaria, ma

e pedestre : esernpi, la pocsia di Cleofonte e quella di Stenelo. 20 Invccc c elevata, e si distingue dal linguaggio volgare, quella che

si vale di vocaboli peregrini: c dieo voeaboli peregrini Ie parole forcsticrc [ 0 rare]. le rnetafore, le parole allungatc, tutto cia insomma che si allontana dall'uso normale. Se uno peru si rnetta

a poctarc adunando insieme ogni sorta di qucstc peregrinita,

ne verranno fuori 0 enigmi 0 barbarismi: enigmi, se la elocuzione 2S sia costituita totalmcntc di rnctaforc 120; barbarisrni, se sia costituita totalmcntc di parole forestiere [0 rare]. L'enigma, in sostanza, consiste in questo: dire quello che s'ha da dire mettendo insieme cose irnpossibili: il che, naturalrnente, non si puo averc congiungendo insieme vocaboli nella loro significazione ordinaria, bensi adoperando i loro sostituti metaforici. Per cscmpio:

lin uorno io vidi che con fuoco sulla pelle d'altr'uorno incollo bronzo 111

,

llfi II.. V 393 ..

1 Hi La nostra parola • neutri -.:., che rappresenta I ,(),j8e"t'Ep~ de i grammatici, mette ill rihevo la differcnza dei neutri dai maschili c dai femm inil i; i I '":'0: tLtTO:; U di Aristotele mette in ril ievo la ) 0 ro som igl ianza, Essi occupano, dice ... Aristotele, una posizione intermedia, perche t delle lora terrninazioni, alcune rassomigliano al le tcrminazioni dei maschi'li, altre a quelle dei femrninil i ; cssi mancano infatti di loro proprie rerminazioni distintive (BYV{3ter).

117 I cinque nomi che seguono ci sono dati non soltanto da Mss in[crior'i. rna anche dalla versione araba ; pcrcio col Margoliouth e col Ro .. stagni l i ho accolti nel testo. Inutile dire che i nomi in Y sono assai piu di questi cinque, e che in genere tutte queste dcterminazioni e c] assificazioni sono poco csatte,

118 Si puo conservare il testo tradizionale, a cccezionc de] 1 "integramento (xcr:L P> che apparisce necessario, intendendo "t"I):UT% riferito non solamente aile due vocali precedenti leY,. rna anche all "A che fu gia cerisiderata poco prima come una vocale di variabilc quantita (Bywater).

119 Piu che dello stile poetico in gcncre Aristotcle tratta in questo capitola del Iinguaggio 0 vocabolario poetico, determinando fino a qual punta il linguaggio poetico puo discostarsi dal linguaggio ordinario senza perdere di chiarezza. E che 1a poesia, massimamente I 'epico-eroica, dovesse valersi di un linguaggio ben distinto da quello della prosa 0 cornune, divento con .. Aristotele uno dei canorii fondamentali di tutta la critica posteriore; efr. Rhet, T 14-04 a 28 sgg,; DIO!'l. HAL YC. De comp, cerb, III p. 11 (L;sener-Radennacher).

1 "20 ltd ,. ~ ~ • .. ~ r ~

n en 0 £:tv "";'~:; ct tJ. ~ ~2r. ~ 7':0 l Yl a-n ~x tL Z"1" a.-cp o~ ctlV x"':' A. , e cos i

nella proposizione seguente. Si capisce che l'i,:,,:xV":'X e una forma di esa-

~

geraZlone.

121 Si tratta della venrosa 0 coppetta per cavar sanguc. L"indo·vinello eo costruito su due metafore, una da genere a specie (cfr. 21. 1457 b 9 s~g.?, in quanto si e dato un nome di gencre, Z2.).x6~, a un -oggetto che nchtedeva un nome di specie, l'JLl(,j2. t; coppetta di bronzo ,; una da specie

~ spcci~, in quanto per un .u~to speciale anonimo (XvwvujJ.ov YO:? 't'o ~i6o:;,

het, I 1405 a 35 sgg.) SI e ndoperato un vocabolo speciale, wJ),).iv, il Quale non e proprio se riferito a un oggetto di bronzo ; e cosl questo '"0-

248

Poetica 21 .. 1458 (l-h

Poetica, 22t 1-158 b

30 e sirnili. Se la frase e costituita totalmentc di parole forestiere si ha il barharismo.

Or dunque una certa mescolanza di questi diversi elementi

c necessaria: perche, se da un lato Ie parole furestiere [0 rare], le rnetafore, gli abbellirnenti e tuttc le altre varieta gia descritte faranno si che la elocuzionc non sia ne volgare ne pedestre, dall'altro i vccaboli adoperati nel loro proprio significato e nella lor

1451' b propria forma le daranno la dovuta chiarczza. :\1a alla chiarezza della espressione e, al tempo stesso, a tenerla lantana daHe volgarita. del linguaggio ordinario, conferiscono in modo specialissirno gli allungamenti, gli accorciamenti e Ie alterazioni [propr iamente dette] delle parole: perche questi modi, in quanta si discostano dalle forme proprie e deviano dall'uso corrente, danno alia elocuzione un andamento non volgare; in quanta conservano alcunche di cornune con Ie forme dellinguaggio corrente, sono un elcmento

di chiarezza,

5 Cosicche non hanno ragione quei critici che censurano siffatti

modi di espressione e mettono in ridicolo i poeti che ne fanno uso. l~ no di costoro fu Euclide il vecchio ; il qualc diceva che sarebbe cosa abbastanza facile poctare se ai poeti si concedesse di allungar Ie parole )22 a loro piacirnento [; e metteva in caricatura codesto modo] cornponendo degli esametri epico-burleschi in quelIo stile appunto [che presumeva burlare]. Cosi, per esernpio:

10 sono dunque d'accordo che it valersi a cotesto modo, as tentataruentc, di siffatte 1 icenze i: ridicolo ; rna c ~ c un cri terio di misura il quale e applicabile cosi a queste come a tutte le altre varieta della esprcssionc poctica, F difatti, anche con lc metaforc, anche con le parole forestiere [ 0 rare], anche con le altre forme

·di esprcssione, chi le adoperassc scnza verun criterio di convenicnza e col proposito eli provocare il r iso, costui raggiullgerebbe facilmente it rnedcsimo etfetto [chc raggiungc\Ta Euclide con Ie: altre licenzc sOI)ra dette], Ora~ Iler al)I)rezzare quale differenza 15 importi l'adopcrare ill giusta misura [qucsti allungamcnti c accorciarnenti c alterazioni di parole], si consideri la cosa nella poesia epica, introducendo nel verso parole nella loro normalc integrita,

E anche riguardo alle parole forcstierc, alle metafore e alle altre varieta di elocuzione, bastera che uno pOIlga in luogo di qucstc

i vocaboli propri corrispondenti, c vedra SlJ bito se t: vero cio che io dico. Per esernpio, Eschilo ed Euripide fecero 10 stesso tri- 2u metro giambico ; rna Euripide, con la sostituzionc di una sola parola, e cioc mcttendo al posto del vocabolo 1) roprio e di comunc uso un vocabolo raro 12·', feee un bel verso ; invcce il verso di Eschilo non 'Talc un gran chc .. Eschilo-t nel suo Filottete, scrisse :

Ulcera che Jet mio piede le carni mangia ]~~;

Vidi Epicare andarsene a Maratona ~

Od. XII 423) c della di ;1x ne l pcnultimo ; il secondo, di cui la lezione e assai dubbia e molto incerto il scnso, Sl scande cosi : r_)~j}(. ~v "o(t ep:XtLt : \Jtj:; -:;i)v E: z!i "'.JIJ e))~~ I ~'J pfJV. C c ioe co n all u ngame n to de II ~ .£ nell a prima sill a ba del secondo piede t de II's ne 11,,1 scconda si II a ba de I q uin to picdc, dello nella prima sil laba del S~5tO. E srato osservato chc anche nel significate de lIe parole c ~ e 1 ntonazione hurlesca t in quunto il ~:r.8l~I!:~'J (. andar passe passo +, T)On e parola epica) di Epicare al ludercbbe al zoppjcare de 1 vc rso : c l ' elle bo ro , mcd iei na de i rna rti , a 11 a poca sa n i ta di mente del pocta. Pcrranto ~7l~l;~rJ:-':~~lt~v non sigriitica qui atfatto t:r;~.l~(J" 7':"J~.~V! berisi solamcntc ~ far versi COTtle un t'X;lrjr ... ,:,,:r.J~~~ ~t cine come un c .. rricaturista; c poiche si trattava di rncttcre in caricatu ra esarnetrt epici, questi ve rsi dovcvano essere naruralrnentc csarnctr i cpici J e appunto in quello st ile, i~ 'X')7~ 7?, A~ ;~':~ che E uclide attribui va csagcrat ament e a coresti

.

poeti.

12-i O~~'~i :-Xt sernbra pi u vocabolo raro che forcsticro.

1 ~5 C f r. :\'.\ t"e K, 1~G F:! ~ pp. 81 c 6 t 8. C~Ot\ O"-.Jt vi~:x roO pi: r(') 11 \·e rso nOll tor fla; onJt! EUfipide do\·~ mutar-c anchc altro .. p-cr e~. aipx~~ itl aipzx-

oppure:

10 Di costui non amando l'elleboro ... 12~

4

cabolo improprio xoij,.i\j1 come it proprio se ci fosse, sono arnbedue specie di un gerierico 1tPQO'-:lO£ v ~L, I applicate f (Rhet. T 1405 a 35: lO''':'t S' cX(J.qlW r:p6a6toL~ on,:;). L'indovincllo, che era formate da un distico di cui ATHBr. p. 452 b ci conserve anche i1 pentametro, e attribuiro tra-

diziona]nlentc a Cleobul ina (cfr. fr. 1 Diehl).

1.22 Allungando I~ vocah 0 irisererido sillabc ~ corn'e detto in 21. 1458 a

2. I due esempi, come veclremo , si riferiscono solo ad allungamt'nto di

vocali "

1~3 Questi due versi vogliono esscre due esarnctri epici con falsi

allungamenti di srllabe e rnischinnza di parole vojgari e prosaichc. Il primo si scande COS!: ·F.r.tZa. I P't) v tt ' nGv ~'hpx' f}(,) ... ~a~ . ~h8L ' ~rJ·I-;"X. e eEOC con al1ungamento dell't: nel primo piede (come in £TI"l"":'O \J(_J; ..

'-0 _J

Poetica, 22, 1458 b

Poetica, 21-23. 1458 b-1459 a

251

Eu ri pidc, invece di Ean-tEL, «rnangia )}, po~e &Gt 'Ji--:-xt, (f banchetta ),) 126+ La stessa differenza sentiremmo in questa verso,

Fan rumore le rive .. +

conversazione : comet per esernpio, dire S'WI-La:'"':'(vV :X7t(J! (j dalle case via », e non &.7:0 8wtJ.:X'tW\I, «via dalle case »; ai:&zv [c non crfjU] ,

di IP '\~, [ ,.. ~"I "] d i 1· ~ \ ...

~~ I t e »; E y W n E V ~ "'J e non E "t (,.) 0 £ ,~ U "': (_j 'J +" ( e lOU I ~}; .: ~~ L J, -

... J , d ."- h·ll . , 'A ..... , •

I ~ E W ~ 1: e: p t , « a .~t1. C leI n tor no» , e non rr E P !.. .:1._ Z t J J ... c.iJl ~ ., «( 1 n -

torno ad Achille »130~ e COSt via, Appunto perch': tutte queste e 1459 a simili rnaniere di elocuzionc non si incontrano nel linguaggio corrente, danno allo stile una impronta di nohilta : ed e cia che Arifradc non voleva riconoscere.

Dunque, sapcrsi valere convcnicntcmente di ciascuno dei sopra dctti modi di espressione [. allungamenti, accorciamenti, alterazioni di parola], come anche de' nomi composti e delle .5 parole forestiere [ 0 rare], c senza dubhio cosa di grande pregi(); di molto maggior prcgio e che il poeta sia abile a trovare meta-

...

forc .. E la sola cosa questa che non si puo apprendcr da altr i, ed

e segno di una naturale disposizione di ingcgno; infatti if saper trovare bc11e mctafore significa sapcr vcdere e cogliere la sorniglianza delle cose fra loro.

Dei vari gcncri di parole, quelle cornposte si addicono sopra tutto alia poesia ditirambica ; Ie parole forestierc [(l rare] alla poc-

sia eroica ; le mctaforc ai trimetri giambici [del dialogo drammatico], Invero nella poesia eroica qucste varieta di espressione sono uti- 1 O lizzabili tuttc quante ; nel dialogo drammatico invecc, pcrche tende a imitare quanto piu c possibile il linguaggio parlato, meglio

si addicono quellc parole di cui ci si sen s e appunto nel parlare, cioe Ie parole duso comune, le metafore e gli abbellimenti,

Cosi dunquc della tragedia, e precisamcntc di quella special 15 forma di mimesi che si svolge nell'azione, basti qucllo che s ~(: detto ..

25 Ed ora invece un nanercllo, un nulla, un mostriciattolo, ecco chi meH+ 127 t

se uno vi sostituissc le parole proprie e diccsse :

Ed ora invece un piccoletto, un senza forza, di brutto aspetto, ecco chi me ...

E cosi in {illest' altro :

E un indegno sgahello e una modesta

1 ".. d i es

tavo a giu ponen OH.. t

30 E uno sgabello incomodo e una piccola tavola giu ponendo.v,

E cosi della espressione

se Fosse mutata in questa:

Similmente Arifradc metteva in ridicolo gli attori tragici perche si servono di espressioni chc nessuno adoprerebbe nella comune

23.

126 In verita tcrettt:- detto di un'ulcera, non parrebbe un X .. jPL(lY (;VO[.LX, bensi un £lwea~ G\lotJ.~ ~ solo in comparazione del non comune &1 -va ~2. 1. pote esse r considerate un XlJFt.()V 0VQy~02 ..

127 Od + IX 515, leggendo i~tx~;.

iss Od. XX 259 ..

129 11. X\TII 265. Anche Dionigi di .. Alicarnasso cita con amrnirazione questo verso (De comp, eerb. X\:" p. 60 Usener-Radermacher) per la sua armonia im itatjva.

Diciamo ora 131 di quella forma di mimesi che e narrativa e in esametri, E chiaro anzi tutto chc anche qui, come nelle tra-

1300 Cfr. ~."L"CK, TGP2, p. 856; • sicut ~/w OE VlV habcrnus in SOPH.

Oed. Col. 986, ita '''-\Z~JJ,,£w; f:tFt verba ex tragico poe-fa desumpta arbitror .. Ltern fortasse 8W[.1i~w" a.T:() verba iWlotae nobis tragoediac deben .. tur : 36tJ.w\I cXrro dixit Er:n. Hec, 665; Andr . 73 ~ ..

131 QUt"sto e i J cap itolo seguerite trattario delle somiglianze e dlf-

Poetica, 23-24~ 1459 a-b

253

gl·dit, la Favela deve esser costituita dra mmaticamente = dcve cioe comprendere unto axione u nica, la quale sia un tu tto coerente e cornpiuto it) se stcsso, e abbia principio, mezzo e fine; e cosi .. [anche il pocma epico.] simile nella sua unita e cornpiutezza a un

2() perfetto organismo vivcnte, 11rodurra quclla specit: di diletto che

'IL

gli e peculiare. ~: chiaro inoltre chc non deb bono codcstc favole

esser cornposte sul 1110dcl1o delle cornposizioni storiche. Xelle storie, necessariarncnte, la esposizione non I)UQ riguardarc uri sol fatto, rna un solo periodo di tempo: riguarda cioe ~ cornprende tutti quei fatti chc accaddero i11 qucsto periodo di tempo in re1az ionc a uno o a piu personaggi ~ e ciascuno di questi fatti si trova

25 rispetto agli altr i in un rapporto purarncnte casuale (~OrJ1C~ per esempio, nello stcsso ten1l)(J l32 accaddero la battaalia di Salarnina e q u c: 11 a J e i Cart a gill e s i in S i ci 1 i a , sen za c h e pc rei U l' una e l' al t ra convergesscro al mcdesimo scopo ~ cosi anche, ill due periodi di tempo successivi, avviene talora che un fatto sussegua a 'In altro senza che ne derivi per 4 uesto un u n ico C' COIllUI1e resu 1 tato .. Eppurc Ia pill parte dei nostri pocti [~l)ici] si ~)llO dire che fanno

]() cosi. Ecco perche, come gia dicernmo l3~, anche per questa ragionr Omero ci apparisce, di Ironte a tutti gli altri poeti, di una divina superiorita, Egli, difatti, ncppllr la guerra di Troia, benche avesse principio e fine, si accinse a poctarc nella sua totalita : troppo lunge senti che sarebbe statu codesto racconto c difficilmente si sarehbe potuto abbracciare di un unico sguardo ; OpPllTC senti chc, sc anche fosse stato di misurata lunghezza, era pur sernpre troppo complicate dalla varieta degli avvcnimenti che contcneva.

35 E allora egli ne stucco una parte, e molti di queg1i avvenirnenti tratto come episodi ; e cosi, con la introduaionc; I)er esernpio, del Cal(l/ogo delle naci e con episodi altri e diversi, pore rornpere la uniforrnita del suo pocma, I nvece gli altri pocti epici trattano eli Utl sol personaggio 0 di un s010 periodo di ternpo ; e [sc anche]

di una sola azione, [quest'azione non e una quale io intendo,

bensi e] costituita di piu parti [fra lore indipendenti]: co~e fe .. 1"'51) b cero appunto I'autore dei Cant; Ciprii e quello della Piccola Iliade. Ond'e che mentre da poemi come l'lliade e l'Odissea si possono trar fuori una tragedia per ciascuno 0 al massimo due,

dai Cant£ Ciprii se ne possono trarre parecchie .. e dalla Piccola Iliade pili di otto, per esernpio, it Giudisio delle armi, H Filottete,

il Neottolemo, l'Euripilo, Odisseo men dico , Ie Don7U! di Sparta. la 5 Distrusione di Ilio, la Partenza della flotta; e cosl pure il Si"Q1U

e le Donne di TTQ£a.

24.

L n secondo punto di somiglianza e questo, che il poema epico deve necessariamente avere Ie stesse varieta della tragedia 134: e cioe ha da essere anch'esso 0 scmplice .. 0 complesso, 0 di carattere, 0 catastrofico; e anche i suoi elementi costitutivi, fatta eccezione della composizione musicale e dello spettacolo scenico, hanno da essere gli stessi. Anche nell' epica infatti ci devono essere 10 peripezie, scene di riconoscirnento, (pitture di caratteri,) avveni-

+

menti calamitosi ; come pure ha da esserci bellezza di pensieri e

di elocuzione. Di tutti insieme questi elementi il primo che se De valse e bene fu Omero: e veramente i suoi due poemi sono

. esempio ciascuno di una particolare composizione, essendo

I 'Lliade semplice e catastrofica, I ~ Odissea cornplessa, - vi sono t 5 scene di riconoscimento sparse da per tutto, - e al tempo stesso

di carattere; oltre che questi due poemi sono superiori a ogni altro nella elocuzione e nel pensiero.

It poema epico differisce dalla tragedia per due ragioni, per la lunghezza della composizione 135 e per il metro ..

In quanta alIa lunghezza della composizione e sufficiente it limite gia detto IS8: se ne devono cioe peter comprendere di un

fcrenze trn la poesia tragica e la poesia eprca. l~ n breve ccnno ~C" n 1 era gia avuto in 5. 1449 b 10-204

1.12 CiOt: nel 480 .. Anz: Erodoto dice che la vittoria di Gclonc e Terone in Sicilia contro i Cartagincsi e [a hattaglia cit Salarnina a vvcnnero ad d i ri ttur a ne 110 stesso giorno (\.r' I I t 66) 1

LJ3 I n 8. 1 451 a 2 t .

134 Cfr. 1St 1455 b 34 sgg.

135: Si tratta della lunghezza rnateriale del poema, com'e detto in 5. 1449 b 131 e come in nota e dichiarato.

131 In 77 1451 a 3 sgg"l doe che sia "jmjVOTtt'o'Y e eU~Y1ltJ.6wv'tOv. Cfr, anche 23. 1459 a 33.

''''t ... ')~

Poetica, 1.J~ 1459 b-1460 a

255

2tJ solo sguardo it principio C la fine. E questo scopo si potra raggillngere facilmente se lc composizioni saranno piu brevi di quellc dei pocti antichi e al tempo stesso si estcnderanno per una lunghczza non infcriore a quclla che pub avere una serie di tragedic quante si usa rapprcscntarne in un solo spettacolo i37. Per cstcndere la propria ampiezza 11 poema epico ha un suo speciale e grande vantaggio : mcntre infatti nella tragcdia non e possibilc rapprcsentare insjcrne, contcrnporaneamcntc, pili parti di un 'azio-

25 ne, e bisogna limitarsi di volta in volta a sola quella parte chc si svolge su la scena c che e rapprcgentata dagli attori 13~; nel poema epico invece, come qucllo che e narrazione pura c sernplice, si possono esporre pili parti di uri'azione nel luro svolgimento simultaneo, e da questi singoli cpisodi, purche siano intirnamente appropriati al soggetto fundamentalc 13f), aurncntano al poerna maesta c bellezza. Questo privilcgio ha dunque Sll ]a tragedia il pocma epico: onde acquista magnificcnza, suscita varieta e contrasto di sentirnenti ncll'animo degli ascoltatori, si arricchisce

3{) di cpisodiI'uno dall'altro divcrsi, La mancanza di varieta, come (luella che subito sazia, c appunto una delle ragioni uncle cadono spesso Ie tragedic.

Quanto al verso, C stato provato dall' esperienza che l'unico il qualc si adatti all'cpopea e it verso eroico .. Se uno si pro\·asse a comporre un poema epico, che e mimesi di natura essenzialrncnte narrativa, in qualchc altro metro 0 in pill altri metri mcscolati insierne, la incongruenza della cosa salterebbe subito agli occhi.

35 II verso eroico e di tutti i versi il pili posato e solenne ; percio amrnette pili di ogni altro parole forestierc [0 rare] e metafore: c cosi anche (per questo) la mirnesi narrativa e superiore alle altre 140. Invece il trimetro giamhico e it tctrametro trocaico sono metri adatti al movimento: e infatti questa c proprio della danza, quello

dell'azione dramrnatica 141~ [Or dunque sarebbe fuor di luogo adopcrare in un poema epico 0 l'uno 0 I'altro di qucsti versi i]

ma anchc pill sarebbe fuor di luogo mescolar questi e altri versi 1460 3 insieme, come fece Chcr~mone [ncl suo eentauro] 1421t E percio nessuno ha mai scritto un lung() componirnento [epico ] ill altro

verso che nell'esametro eroico e del resto, come dicemmo, t: l'istinto naturale per se stesso che guida il pacta a scegliere caso

per caso il metro conveniente,

Omcro per infinite altre ragioni e dcgno di lode, rna in modo S specjalissjrno l)er questa, che egli c l'unico dei poeti epici il quale non ignori qual parte il poeta deve assurncre nel poema in propria i)ersona. II poeta epico deve parlare in pers()na propria il meno che

i: possibile ; quando fa codesto, cgli non C imitatore [nella stretto senso della parola]. Gli altri poeti 143 entrano sernpre ill campo con la propria persona; poco 0 raro si irnrnedesimano in colore che vogliono rappresentarc. Omero invece, dopo poche parole come di presentazionc, suhito introduce 0 Ull uomo 0 una donna 1 0 o (} ualche altro carattere ; nessun pc-rsonaggio ill lui i: senza carattere ; tutti si distinguono gli uni dagli altri per un loro carat-



tCT(! ciascuno.

Or dunque nellc tragedie [, come gia diccmrno.] si deve introdurre il mcraviglioso ; ncll'cpopea pub essere amrnesso addirittura l'irrazionale, chc e cia da cui il rneraviglioso principal ... mente deriva : c questo perche [nell' epopca] non si hanna davanti agli occhi [come nella tragedia] i personaggi in azionc 4 Cosi, 15 per esempio, l'inseguimento di Ettore, portato su 1a scena con tutti i suoi particolari, con quei Grcci da una parte che stanno

137 Cioe tre tragedic.

138·E I'unico punto questo in tutta 13 Poetica da cui pore nascere la famosa C nita di luogo.

139 Cfr. 17. 1455 b 14t

140 In Rhet, I" 1406 b 3 e in Poet. 22 .. 1459 a lOJ Aristotele aveva detto che le parole foresticre 0 rare si convengono all "epjcu, le rnetafore ai giambi del dialogo drammatico.

141 Cfr. 4 .. 1449 a 21 sgg.

14!! II mio supp1emento nella traduzionc interpreta un facile sottinteso dinanzi a £~t. O£ ctTO~w":'Epav, che si deduce dallz] yip. ~ ~ i7:?£r.e~ iv 92['VOt70 preccdente ; rna non irnplica affatto eguale supplemerito ncl resto. Intendo poi o:~j-;-i ~ giambi e trochei Itt rna cornpicndo 0 sottinrendendo 'ij~)~(J t~ -:,~at v :.1.i~po!.~: cfr. 1.. 144 7 b 21, dov' e dctto che questo Centauro di Chercmone era una rapsodia cornposta in ogni sorta di mctri,

14-3 Chi sono qucsti poeti ? L~ 113 precisa distinzione tra Ornero e g1 i altri poeti non drammatici dal punto di vista della rnirnesi in stretto senso C in 4. 1448 b 35: Omero e l'unico poeta chc ci abbia dato tlt!-L+,at~; t;P%lJ.OC-;~xci; .. Ariche Qui SJ tratta dcllo stesso punto di vista c dell a sressa disrinzione: Omero c I'unico poeta che si a ver arn errte ~J.t:L·t: ~+j;.

..

256

Poetica, 24t 1460 a

Poetica, 24-25, 1460 a-b

fermi e non inseguono, e ... Achille dall'altra che -Ii trattiene con cenni del capo 144~ sarebbe cosa da ridere ; invece nell'epica tutto questo sfugge. Ansi, questa specie di meraviglioso [nella poesia narrativa] e piacevole: it che e provato dal fatto che tutti, quando raccontano, amano aggiungere al racconto qualche cosa di lor propria invenzione, persuasi con cio di riuscire pill dilettevoli a chi ascolta. E Omero e superiore anche in questo a tutti gli altri poeti, ai quali ha insegnato come si debbono dire menzogne. Si

20 tratta dell'uso del paralogismo; che e questa .. Allorche, data un fatto A,. ne segue un altro B, ovvero, accadendo un fatto A1 ne accade conseguentemente un altro B. credono gli uomini che se B, il fatto conseguente, e vero, anche A~ I'antecedente, sia vera 0 accada veramente, E questa e [Iogicamente] una falsa argomenta .. zione li5" Ma appunto sulla base di siffatta argornentazione, se A, l'antecedente, e falso, e, d'altra parte, da questa antecedente,

~ I -.

In quanto 51 presuma vero, conseguc necessarramente che S13 0

accada un altro fatto, B, bisogna aggiungere [questo secondo fatto reale B all'antecedente falso A]; perche, dal conoscere che e vero il fatto conseguente B, la nostra mente e indotta a ritenere con una

25 erronea inferenza che anche l'antecedente Asia vero. Se ne pub avere un esempio dalla scena del bagno [nella Odissta] 146.

[Onde si conclude che] I'impossibile verisimile e da preferire al possibile non credibile. [D'altra parte, nella tragedia,] non bisogna che l'azione dramrnatica sia costituita di parti irrazionali ; sarebbe bene anzi che di irrazionale non contenesse nulla assolutamente, E se questa non e sempre evitabile, che almena Ie irra-

zionalita siano relegate fuori dell'azione propriamentc detta, come [nell' Edipo re di Sofocle] l'ignoranza di Edipo Sll Ie circostanze 30 della morte di Laio 147; C non nell'interno di essa azione, come nell'Elettra [di Sofocle] la descrizione dei giochi Pitici 14R 0, come ne' Misi [di ... , il silenzio di Telefo] che viene da Tegea nella ~lisia senza profferirc parola. Dunque, venirci a dire che [senza l'irrazionale] un dramma sarehbe spacciato e una ridicolaggine .. Bisogna che per principio il poeta non componga drammi di codesto gcnere; se poi ne componga, c riesca a dare all'irrazionale

un certo aspetto di verisimiglianza, allora [anche l'irrazionale] ha

da essere accettato non ostante la sua assurdita 149. E difatti quelle 35 stesse irrazionalita che si trovano nella Odissea a proposito dello sbarco [di Odisseo addormentato su la spiaggia di Itaca], e chiaro che non sarebbero state tollerabili se le avesse poetate un pacta

da strapazzo ; rna un poeta corne Omero, date le altre sue mirabili qualita, c riuscito a dissimulate e a render gradevole perfino l'assurdo.

Quanto alia elocuzione, bisogna averrie gran cura in qucl1e 1460 b

parti in cui l'interesse dell'azione e minore e dove non sia gTan rilievo ne di caratteri ne di pensieri ; che dove, al contrario, caratteri e pensieri devon esscre in pieno rilievo, possono rimanere 5 offuscati da una elocuzione troppo brillante,

25-

1" u. XXII 20S sgg.

145 E la cosi detta «fallacia consequentis s .. Cfr, Soph, ,1. 167 b 1 sgg.

I" Con questo titolo Ta: Ntl'tTPrx non s'mtendeva soltanto l 'episodio del bagno vero e proprio, come in 1611 1454 b 29. rna anche, come qui (e il riferimento non mi par dubbio, pensando anche alla coincidenza del ~1'U3'ii AtyEt-V di Aristotele col ~E"ja£rx tiyCJlV di Omero), il dialogo tra: Odisseo e Penelope che codes to episodic precedeva e occasionava ; insomma tutto illibro XIXt Ci sono rimasti altri titoli di questo genere, che sono certamente anteriori all 'eta alessandrina: per esernpio IJ tv , • .c\)..x(vou (sci 14t 86f.l~) Ii '1t6)~o:l)r:;: comprerrdente i 1 ibri \r I I I -X I I e chc gil trovammo in 16_ 1455 a 2~ e cosi via. Ed erano I'antico modo di citare Omero.

Riguardo ai problemi e aJle loro soluzioni, quanti siano c quali siano i punti di vista da cui si possono esaminare, si vedra chiaramente ragionando come segue ..

II poeta e irnitatore allo stesso modo del pittore 0 di un qualunque altro artefice di immagini ; egli pertanto non potra rnai esimersi dall'imitare [0 rappresentare] Ie cosc se non nell'uno 0

14' cr-. SOPl'. o-« R. 112 sgg., 729 sgg~; e 15.1454 b 7.

148 .. Allude alia lunga descrizione del giochi Pitici in El, 680-760. 14Q Leggo e intendo: iv 8± &n (sci 1. 0 ~Qt ~ -:-f.~. ~ t ~fJtf'.i~"':'{)'V ~bv [L~-

f)~v)t x:x~ r.p2(~'":'!X~ (scil. -;0 t!i) .. ~ .. tov) ~~j .. 0'_/(tl,,:,ipw~ (scil, ~Zttt;J)~ ~~£--I.:ta6:xt ( s c j 1. -1 e f: ~;~ :t:- ~'j"-/ (,v ) x ~ 1 ~ ~(_j T;(i'J < ;_; V > ( B II t c her) .

25S

Poetica, zs. 1~60 b

Poetica, 25, 1460 b-1461 a

259

fine e stato gia detto, egli riesce con tali impossibilita a rendere pili sorprendente e interessante 0 quella parte stessa dell'opera che Ie contiene 0 un'altra parte. Esempio, l'inseguimento di Ettore [nel!a Iliades. Se pero questo fine si poteva raggiungere piu 0 meno bene anche senza vioJare sotto questo rispetto le regale dell'arte, allora l'errore non c pili giuetificabile: perche l'opera d'arte deve essere, se si pub, interamente esente da siffatti errori,

Si pUG anche domandare: a quale delle due categorie sopra dette appartiene il punto criticato? si tratta di un errore diretta- 30 mente connesso con l'arte del poeta, 0 di un errore in altra materia che con l'arte del poeta ha solarnente un rapporto accidentale ] Perche, per esempio, se un artista non sa che Ia femmina del cervo non ha corna, questa e un errore assai meno grave che se

[, pur sapendo cio.] non fosse riuscito a raffigurare cotesta cerva

[in modo _riconoscibile. cioe] senza violare le leggi della rnimesi .

Ancora: se si biasima it poeta di non essere fedele alla verita delle cose, ~ «rna Ie cose s, egli potra rispondere (t come debbono cssere io Ie ho rappresentate t. - Cosi appunto rispondeva anche Sofocle: dicendo che Ie persone del suoi drammi egli Ie rappresentava quali avrebbero dovuto essere, ed Euripide invece Ie rappresentava quali erano .. Ecco dunque in che modo questa obiezione deve essere risoluta.

Se poi si afferma che la rappresentazione poetica non e con- 35 forme alia verita, ne si ammette che sia migliore, si potri rispondere che e d'accordo con l'opinione comune, In questo modo si giustificheranno, per esempio, Ie narrazioni dei poeti intomo agli dei. E probabile infatti che quel che si dice dai poeti intomo agli dei ne sia vero ne migliore del vero, e che Ie cose stiano per avventura come pensava Senofane ; comunque, si potra rispondere, questa e l'opinione comune.

Per altri casi [in cui egualmente si accusi il poeta di 'dir cose 1+61 anon conformi al vero], non potendosi sostenere che la rappresentazione poetica e migliore della realta, si dira che tale era cotesta realta una 'volta. Cosi, per esernpio, 13. dove Omero parla delle

arrni e dice:

IlJ nell'altro di questi tre aspetti : 0 come esse furono 0 sono, 0 come si dice e si crede che siano [0 siano state], 0 come dovrebhero esscre.

Come mezzo di espressione il poeta si vale del linguaggio, che e quanta dire anche di parole forestiere [0 rare] e di metafore. Ci sono poi anche molte alterazioni formali di cui il linguaggio e suscettibile ; e ai poeti si concedono liberta di questo genere.

Si aggiunga inoltre che non puo esservi una stessa norma di correttezza per la politica e per la poetica, e tanto meno per la

15 poetica e per un'altra arte qualsiasi, Ora, dentro i Iimiti della poetica, sono possibili due categorie di errori: gli uni riguardano Ia poctica dircttarnente, nella sua essenza, gli altri riguardano la poetica solo indirettamente e incidentalmente. Infatti, se c' e incapacita (da parte del poeta] <: di ; rappresentare un oggctto . ( quale egli. 150 si propose di rappresentarlo ; allora I'errore riguarda la poetica in se stessa, Se invece il pacta, dell'oggetto che si propose di rappresentare, ha un'idea sbagliata, come chi. per esempio, dipingesse un cavallo nell'atto di spingere innanzi tuu'e due insierne Ie zampe di destra ; allora l'errore, 0 dipenda

2() da ignoranza di qualchc scicnza particolare, come potrebb'csserc la medicina, 0 insomma di altra scienza, qualunquc sia, onde nascano rapprcsentazioni lontane da ogni possibilita : in ogni caso e errore che non riguarda la poetica in se stessa.

Or dunque Ie critiche che sono implicitamcnte contenute nei diversi problemi devono essere sciolte movendo da questi tre punti di vista ..

Vediarno anzi tutto qucllc critiche che si riferiscono direttamente all'arte del poeta.

In un'opera di poesia sono state introdotte cose irnpossibili. t un errore. ::\Ia non e pill un errore se il poeta raggiungc il fine 25 chc e proprio della sua arte : se cioe, secondo quello che di questo

Dritte su' lor puntali [aveano in terra conficcate] Ie lance,

260

Poetica, 25, 1461 a

Poetica, 25~ 1461 a

261

codeste parole si possono difendere osservando che cosi usavano allora, come ancor oggi usano gl'Illiri 151.

Riguardo poi alIa questione se bene 0 non bene fu detta 0

5 fat to alcunche da alcuno, non si puo sciogliere avendo di mira soltanto il valore intrinseco del fatto 0 del detto, e guardare se e nobile 0 ignobile; rna bisogna anche considerate la persona che fa 0 che dice, e rispetto a chi ella fa 0 dice, e quando e come e perche: se, per esempio, a causa di un maggior bene da raggiungere 0 di un maggior male da evitare ..

Altre difficolta si devono sciogliere avendo di mira il valore della espressione adoperata.

10 Cosi, per esernpio, nella frase [omerica]

non voleva intendere chc Dolone avesse deforrne il corpo, rna solo che era brut to nel volto ; infatti la parola zUE~8E;t ~~ bello di aspctto », i Cretesi I' adopcrano nel sensa di ~'Jr:?60'(l)':-:(,"', (i beJ 10 nel volto » 1~)34 E parirnente, [quando Achille dice a Patroclo r]

4'f11'. ~ ~ ~

~ (1) ~ ")"';t?O~ t) e xc: p:% tE' ...

Pill forte mcsci ... ,

non si dcve intcndcrc ~~ ~Icsci vin puro ~)t come se ubriaconi, rna solo (i :\ I esci pi l~l in fretta : 15~.

Altre espressioni si giustificano come adoperate taforico. Cosi, per esernpio, nei versi

si trattasse di 15



In scnso me-

t.... " _

OUp7f«'; f.L'" 1t P W TO'Y • ....

E i muletti da primal .. ,

~

t--, .. ~ r r. '.)""'''' I • .... .) T •. .J r'" v • ..A. ..

Ia difficolta si scioglie interpretando la parola in questione come un vocabolo forestiero [0 rare]: infatti con la parola OUPll(l~ probabilmente Omero volle intendere non i muli rna Ie sentinelle 162. E cosi, quando Omero dice di Dolone:

o~ ~' ~ ~o~ .t30~ ~ ~v xa6:; ....

Brutto d'aapetto egli era [rna veloce],

1""';.'IIr, -

t:;Ij(/v -:-:"W'J~_ tfJt + ~ ~ ..

E gli altri tutti nel profondo sonno erano imrnersi della notte, e dei

e cavalieri .. + t

[la parola ij"j"Q ~ y- 0 t xi~i/j ~ T;&'J~E~, t( gli altri tutti I']. Perche ~ raffrontando con cill chc segue subito dopo,

• • • • • • 6 • • • ~ ~ ~ ~ ~ ~ • • .. •

III II prob1ema (ad II. X 152) ci e stato conservato anche negli • A7toP~J.lm:'t'~ 'OJ.LlIPuui (Ir, 155 Rose == 160 Teubner, PORPH. lid 116 P6 145 Schrader), dove e suggerita Is medesima sol uz.i one. Una egual soluzione negli ' ... \1t". 'O~ .. (fr. 158 Rose = 166 Teubner, PORPH. ad 11 .. p, 267 Schrader) e data a proposito di Il. XXIV 156

1:.2 Le parole citate 1000 effettivamente in II. I 50, e la difficolli che si poneva a codesto verso, e che era stata notata da Zoilo (cfr, PORPH. ad 11. p. 4 Schrader), era questa: se Apollo smcitb 1. pestilenza ncl campo dei Greci per vendicare I'oltraggio fafto a Crise da Agamennone-t perche comincio a pigliarsela proprio coi muli? Se non che, la soluzione suggerita da Aristotele di intendere OUP~IX'; come un equivalente di oUpOUC;, guardie, non risolve in venti. niente : .prima perch': insieme coi muli Omero parla anche dei cam, e infani Zoilo piu logicarnente condanna tutto it verso; poi per la contraddizione con l'cllJTOiot del verso seguente, come fu avvertito dallo stesso scoliasta ad locum. Viene it sospetto ehe ci sis errore di memoria nella citazione aristotelica e che questa sua AOOLt; si riferisca nO(1 gia ad Il. I SO. bensl ad II. X 84, dove effettivarnente solo interpretando ooplj6JV = q;.UA:XxW" si avrebbe un senso ragionevole.

' .. -.. , .,. , ( \ ...... rf ~I ( -,

:t 'J/~(o" O'tJPt ..... 6.'( • .)\) 7 t .. V(J:-:·~ V) (;!J. %i5~v .. 7£ > .... ~

::\Ia quando al piano de" Troiani il guardo volse, e di ftauti e di srririghc <il suono. [udr e d'uornini] tumulto ...•

1 ~3 I I. X. 3 t 64

l."H 11. IX 202-3:

Pill grande tazza t 0 figlio di :.\Ienetio,

prendi, pi II forte rnesci ... ~

cioe fa una bevarida piiJ forte del sol ito, con meno acqua, dove appunto ~Wp6TEFf,,, vale &:.xp2,,:,6~tPf_JV~ com ~c dichiarato qui e altrove dagl i scol iasti e dai lessicografi. Ma gi~ Zoilo aveva rimproverato Omero di rappresenrarci Achille come un bcone ~ e Porfirio ri peteva ad locum ] 'accusa di i T:F Ei':t.; accettan d 0 in difesa di Orne ro Ia i nte rp retaz i one a ri stotc 1 ica t e PI uta reo sc ri veva un i n tero ca pitolo su q ues ta q uesti one (Q It(JC_~ t _ (0117.'. 4 t 677 C SRg4)~ citando ,ia altri f: proponendo di suo Ie SOIUZIOIli piu diYt: rse (c fr, Prj HI-' H. a d I I.. p.. 1 3 5 S ch r ad e r),

262

Poetica, 25, 1461 a

Poetica, 25, 1..161 a

263

si ca pisce che la parola [V~/~~ ~ =l 1'C&.VTE~, ~ tutti s, i: qui adoperata metaforicamente invece di 1to))~ot., ~ molti .; infatti la parola 7t~", ~ tutto e e una specie del generico 1to),,'J, «molto » 13-5 .. I~ cosi pure nella frase

1a parola t:. ta~, « sola .), va in terpretata ill senso mctaforico; (I i 1 pili conosciuto » [in un certo senso] t ({ un ico )) 1:-~6.

Talora la difficolta si risolve modificando l'accc:nto della parola: come feee I ppia di Taso nella frase

20

ot" 8' &~~OPQ;H ~,

Ed ella sola [dai lavacri] esclusa [dell'Oceano] II t,

~"::'II. ~z ~ T ", 0

· · · · · · · .. at1(..+!lZ~J ~ e 0 ~ C') Z"J~ :tp,£ tj' ~ ~ f

E gloria a lui concedercmo.,; 1:');

1~ Poiche i versi 1j "rot ........ O[.LI'XOOV ('7£) provengono da Il, X 11-13t e chiaro che nella mente di Aristotele anche i versi citati precedentemente, &llot"" ... 1tl%WJXtQt, che con questi sarebbero in contraddizione, dovevano provenire dallo stesso libro, e p recisarnente dovevano corrispondere a 11. X 1-2 .. Ma net fatto vi corrispondono assai male, e meglio invece vi corrispondono i versi 11 .. II 1·2. Niente di piu probabile che Aristotele, citando, come pare, a memoria e corrispondendo nei due luoghi il prin .. cipio e la fine, mo~ ~!v ... , rJBo'J 1t'a:wUXtat, del passe citato, abbia confuso e scamhiato un passo con I'altro, Fin qui dunque nessuna difficolta, La difficolts e che tanto in II .. II 1-2, quanto in II. X t -2, manca la parola 1t2:VTC~" su Is quale unicamente si fondano I 'i:1t'LT(fL~tL~ e la soluzione. Bisognerebbe amrnettere che nel testa aristotel ico di II. X 1-2~ che e it passo con troverso, la parola 1trXV-:-&; veramente ci fosse, e su questa ipotesi gli editori propongono supplernenti 0 ernendarnenri. Se non che ogni tentative in questo senso non solo una contro tutta la tradizione manoscritta ornerica, rna sopra tutto contro la tradizione manoscritta aristotelica, la quale si trova perfettamente daccordo con Omero nella mancanza dalluno e dallaltro dei due luoghi della parola 1tM£,; .. 10 credo che ogni difficolra cada interpretando normalmenre, secondo l'uso omerico, IDOt, per cl &J.~Olt senza neppur bisogno di ernendare la lezione aristotelica in mOl. (Margoliouth : ~llo~; Zenodoto, nei due luoghi delltIliade, leggeva <1lloL., Iezione respinta da Aristarco che voleva mantenuto IDol); e ricordando quante volte in Omero ~MO~, che spesso e anche seguito da T:'iVT(~ con valore epesegetico, sia appunto I'esatto equivalence di 7t'iVT&r; (efr. EBELINGt Lex, Hom., p, 84). E cosi il verso 11. X t t massirne nella supposta forma di 11. II 1, sernbrava contraddire ai versi 11 .. X 11-13. La soluzione di Aristotele e che qui si e adoperato rnetaforicamente un termine specifico, 7t2V't'£; (== roOt), invece di un rermine generico, 1tO)AOt, meta fora dalla specie al genere secondo 21. 1457 b t t t· Questa mia interpretazione e sicuramente confermata da un luogo di APOLL. DYSCt Synt, p .. 36 sgg. Bekker (che leggo in una nota aristotelica del l\IARGOLIOt.riH, t The Classical Review », \'01. XXVII. 1913), dove e detto che roOL, con articolo espresso 0 sottinteso, e parola 1t'~t.lV T:Ep'..£x:rtx6" (= T:~VTC:;). Quanto al verso II. X 13 ne Ila cita .. zione aristotelica, per 1a singolare significazione che '\.'errebbe ad 3\"ere 18 parols OtL:x8'); se riferita ad '%!~) .. ('";)'V e (r)plyywv, ~ per 10 stesso errore di

e nel 1 ~ altra

. . .. . . . .. . . ..

~ • t • • • • • • • che da pi~)ggia parte s t infradicia ... 1~~

accen tuaz j one /; !J.~8 r)V (-:'t ;):.L x86\1) in .. -\, e ch ia ro che devc es sere pa rz ialmen tc j n reg ra to da Orne ro i n ':t.~~)~(~j''J G"' J~ ~ ... ~:'(~)\I ~~ t ('1')~i: ".J \ ;; ~J. -x,s- 6~J /' -~ .'.

.. I. ~., ~ <.1Wo ~

come anche la ve rsiorie a raba conferma.

1~6 11 .. X\TIII 489 (--=-= Od. ,. 275). Detro dell'Orsa ma~gior~. La difficolta che si poneva era questa: non la grande Orsa soltanto, rna tune in genere Ie coste llazioni artichc non rramontano, x2.06)~QtJ .{O:p ~iv~~

11,.. ...,. .... \ ':111,1

-:-~ tv 7~_) :xpx.~~X{~} ~~Ij fj"'JVE:r.v (PONPH. ad Joe.). La soluzione di .. Aristotele

e che qui Omcro inrendeva parlare soltanto della piu nota fra Ie stcJle che non tramontano, 0 rneg lio che tra le stel le p iu note cssa e l 'tmica che non tramonta,

1.$7 Da un passo del Soph, el, 4. 166 h 1 sgg." risulta chiaro che I 'emi-

sri hi fi 1 di ::"\.1:,\ ~~ ~ r "__ll

ic 10 113 e 1 veTSO 6~oo~Z\I ;jz ~~ t"'_jZIj~ ~p~ovXt va collocate inTI.

I I 15) alla fine del discorso di Zeus al Sogno, dove oggi in vece leggiamo Tpw€aa~ a± x+,8e~ E9~ :"":":"x~+ Ed C anchc chiaro che si tratta di una- vera e prop~ia var ianre e non di una errata citaz iorie , perche dove oggi lcggiamo effettlvamente I'crnistichio sopra d~tto~ cioe in II. XX I 297'1 nicnte ha che fare cotesto ne col sogno di .. -\garnennone nc con la qucstione di di\"ina immoral its sollevata, a quanta pare, da Platone (Rtsp. II 382 et

t5..t 11 passo orrier ico, dove anchc noi lcggiamo '-)~~ negativa secondo la correz.ionc che vi avrebbe introdotto I ppia di Taso, e questo (II. XXI I I 327) :

Sorge da terra, alto sei piedi , un secco tronco, di querela u pino, che da pioggia non infradicia ....

).,Ia in che cosa prccisamente corrsistesse la difficolta e come poresse esis~erc net testa omerico tina leziont: ",:)) :J.~\I ')~J, e cioe COtl 0') relativo, geni .. :1 \~O 0. locati,~o, in q uella posizione e .assai duhbio. N ci .. Soph. el. 166!)

"'I \r t I +f' 'J \"7'

~! .L IS ott'" ~, fl erlto 1 passo 7'_J ;..L2'J t:i'J %'7j~_ t aggtunge: it Sciolgono 1a

264

p(jel;ca~ 25~ 1461 a

Poetica, 2St 1461 Q

265

[leggendo rispcttivamente lh36fL~'Y ~~ concedigli », e (/~, (, non »]. .. Altrc difficolta si risolvono modificando la punteggiatura.

Cosi, per esernpio, nel seguentc passo di Empedocle :

FinaJmente, altre, difficolta si risolvono richiamandosi a cern usi comuni del linguaggio.. Per esempio, la mescolanza di vino e di acqua noi la chiamiamo senz'altro col nome di vino ; e, allo stesso modo, Omero dice

~ p ~,

( ..... ,., _ ... -"'t~1 ... ~~~~,.,rf~r

~ ~ t-"..,... .. ..w J .. ~ ... ~ '-~"_r--'."'".)" ... •

Tosto mortali divennero case dapprima irnmortali,

C' non mischiate dapprima mischiate s'erano.,;

,~ ,

• • ~ 4 • • ~ ~ ~ t; Vi£O":'I£UX"':'O lJ X '% GO' t -:'£ po ~ 0 ,

· " gambiera

di fresco lavorato stagno.c,

[il senso muta solo che si congiunga 7rpt'J, «dapprima .), a ~wp~~ ~! nOI\ mescolate ~)~ anzicllfaxExp~::Q~ (4 si erano mescolate ~)].

.2 5 Altre difficolta si risolvono ammettendo arnbiguita nella esprcs-

sione Cosi, per csernpio, nel verso

[sebbene con 10 stagno fosse mescolato altro metallo] 161,. E come diciamo J.!XAX£a.~, s lavoratori in bronzo s, quelli che lavorano il ferro, cosi e stato detto di Ganimede

• • . • • . •• ~ Ll

'I ,

OL'IOl O£U.£L v,

a Zeus vino versava,

r - • • •

1-

V')~

... oil II- ..... che

Piu che due parti della notte SOllO

.

(~rmal trascorse ...

benche si sappia che gli dei non bevono vino 182", Questo per 30 altro potrebhe anch'essere un esernpio di mctafora.

Quando pero un vocabolo sembra racchiudere in se qualche significato contraddittorio, allora bisogna vedere in quanti modi codesto vocabolo pub essere inteso nel passo in questione. COSt. per esernpio, nel verso

dove 7:'i~E[(u 1.~9, ~c pi II ~), c parola ambigua [~ potendoanche significare <~ piena )] 160.

d i ff co 1 ta le gge ndo () 1· 0 ~ tj:-t F ".I~ ~" t4 Pi La acute .-> ~ ;~~ ~'":'"£.F(;V ~ e 1 t eq ui '·3 Iente

di i.J; 'J~6,,(u~? Cosi scm bra; e anche sernbra che la ne_2'Hti\'"a "J~j fosse un tern po accen ta ta ( cfr. B ywa te r t ad lac .),

~:,~ ~I I .a lezione 7:/.£(t} (== -;:i.e-tw)~ che tuttavia sopravvive in alcuni

:\Iss di Omcro e fu variante riconosciuta dagli anrichi, ha un certo in ... teresse in quanta ci dimostra l'affinita del l'Ornero di Aristotele con quello di Zenodoto, il quale e noto che ammctteva forme come :(!-L£~VW invece di i:;'Et'J(J)\,~ •. ~J.1)X[(~ invece di .. t'j ... ·Jx.~w", xpttaac.,J invece di x~E:~arJ'('uv»

(Bywater, ad loe.).

160 / I. X 25 1 s g g. :

.. Andiarno dunque , che la nottc ha fine; vicina e I 'alba e calano le stclle.

Pili che due part i della norte sono ormai trascorse : ed una terza ancora

• t

.... '" ......... 9". qU1VI

Is bronzea lancia s'arresto ....

.

rrmane.

scorsa Is piil gran parte. e chiaro che ne e trasccrsa tutu una meta, 8/1t,: piu una quantita x di ore che possono essere una 0 due 0 piu, Questa quantita x e determinate nel caso speciale dall'intero terzo ./11 che rimane, cioe, 1/12. Dunque della norte sono trascorse 8 ore e ne restano 4 .. un terzo precise ...

. III Si poneva forse da alcuni critici la difficolta che gli schinieri non potevano esser fatti di un metallo cosi tenero come 10 stagno, II. XXI 502. La soluzione di Aristotele si fonda sulla teoria della mescolanza dei corpi (efr .. D~ gen". et torr. A 5, paSJim)~

1" Perche Omero (fl. XX 234) adopera un verbo che signifies • veraar vino ., se gli dei bevono nettare e non vino, corn'e detto espressamente in II. V 341 ? E tanto piu la contraddizione e palese in II. IV 3, dove e detto di Ebe che vt:)(-:-~p i:~voZ6t~. E 10 stesso caso del nome X:xAxclc;. Anche gli scoliasti, p .. es. ad II. XIX 283,. notarono questo antico uso di chiamar bronzo il ferro e X:XAxt2:C:; i [avoratnrj in ferro.

~t: piu che due rcrzi sorio trascorsi. come poteva rimancre 1 'altro terzo inriero e non una parte del terzo ? Questa la difficolta che Porfirio dice (ad loc . p. 147 Schrader) frJ le piu antiche, Tra gli ' _\7:up~;..tO:-:-7 '()~~pt.xi ~ I 56 R us e - 161 Tell bne r) s i trova questa so luz ion e : ~ La nottc si di vide j n due purti eguali di 6 ore ciascuna ; se si dice che delle due parti e tra-

)66

Poetica t 25, 1-161 u-b

2b7

Ifl.i II. XX 267 sgg.:

~e anche al lora

de 1 grande Enea la \'igurusa lancia spezzo 10 scudo, I .. a rattenne 1 'oro, dono del dio .. Pcrforo due piastre,

rna cc n'cra ancor tre. Che cinque piastre l 'una su I 'altra avea distcse Efcsto:

di bronze due, e due, dentro, di stagno, e una d 'oro; qui 1 a bronzea 1 uncia

t ~

S arresto.

similmente di un errore di nome chc ha dato origine alla centroversia 1&4 ..

In gcnerale dunque io diro chc l'impossibile deve esscrc giustificato in trc modi e cioc, 0 rift:rc:ndosi aIle esigenze della poesia, 10 o guardando alla idealizzazione del vcro, 0 richiamandosi alla opiniorie cornunc. Riguardo allc esigenze della poesia, hisogna teller presente che cosa impossibile rna credibile, e sempre da prcfcrirc

a cosa incredibilc anche sc possibile. (Clle se non semhra possibile> csistano personc come, per esempio, ne dipingeva Zeusi, cbberie, [si rispondcra.] mcglio cosi ; I'ideale ha da essere appunto superiorc alIa realta. L'irrazionale puo essere giustificato mostrando che si trova d'accordo con quel che si dice [0 si pensa] comunemente ; e anche si potra difenderc osservando che in ccrtc circnstanze [cia che pare irrazionale] non e propriamente irrazionalc. E del rcsto c pur verisimile che accadano talora anchc cose 15 non verisimili 16,,). Rispctto poi a quc11c espressioni chc appariscono contraddittorie, si devono esaminare con 10 stesso metodo che si adopera nelle confutazioni dialettichc: e cioe bisogna veder bene se si tratta della stessa cosa, nella stesso rapporto e ncllo stesso senso, prima di risolversi ad afferrnare che il poeta si trova

in contraddizione con cio che realmcnte ha detto egli stesso, 0 con cio chc lcgittimamente un lettore di buon senso potrebbe supporre che egii avesse detto 166. :\Ia giustissime suno Ie censure di irrazionalita e di malvagita di carattcre quando irraziona-

hi~r}gtla considerarc in quanti modi si 11110 intcndere cotesto ~I quivi cssersi fermata .) 103. [In casi come questa dunque hisogna 35 porsi distintamente il problema:] Qual C il miglior modo di intendcrc, COS! U cosi ? E sara proprio l'opposto di q uel modo di

J ~t, 1 b cui parla GlallC011e, che cioe certi critici avanzano talora prernesse assurde, e poj, affermat<:1c essi stcssi come verc, ne traggono COI1- clusioni: e~ quando ci sia contraddizione COIl cit> che essi hap-no l)ensa to~ 11C fanno rcsponsabi Ie c ne accusano il porta, Ql13Si clle il pocta avesse effettivamente d-rro quello che era soltanto nella

....

loro immaginazionc. E accaduto cos] a proposito di Icario. Hanno

suppostn che colui Fosse Lacedemonio. Dunque e assurdo, hanno

~ detto, che con cestui 110n sincontrasse Telcn13CO quando ando a Laccdcmone. La cosa forse sta come dicono i Ccfalleni .. I quali sostcngono che Odisseo prese mog1ie presso di loro c che [11 padre della moglie] si chiamava Icadio e non Icario, Si rratra veri-

II nostro tcsto omcrico ha l-l-e:tA~VOV e non X:r)..xE:G\I~ rna questa non importa .. La difficolta, conservataci da Porfirio ad /OC4 (pp. 243 sgg. Schrader), era questa: fr Siccome la lamina d'oro dOVCV~l cssere vcrisimilrncnte l~\ prima, se e vero ehe Efesto ce In mise per ornamcnto, e quindi nella parte esterrra e visibjle ; e sotto questa, per dare allo scudo solidita, aveva rnesso le due di bronzo, e per ultime, affinche 10 scudo piu facilrnente cede sse ~j colpi (!J.~)~ci"\,·~.J.:x"'t·r).; j(1pt\l)~ le due di stagno, corn'e che la lancia di Enea attfaverso cornpiutamente due piastre e si arresto in quella d'oro che era esterria e dove esser atrraversatu per intero ? ". La soluzione di Arixtorel e ~ a giudieate da cia che segue, potrebbe essere Questa: che la Iamina d 'oro Fosse la prima e Ul1 presupposto gratuito dei critici, e bisogna appunto vedere, prjma di dichiarare il poeta in contraddizione, come si puo intendere codesto 7~ == ,":,Cl~:r:-~, cioe la posiz]one di questa lamina d" orot la {luale ~ dal testo orne-rico, 110n 5i puo escludt're clle occupa~tSc i l posto centrale de110 Rcudo fra Ie due lanline di brol1zo e Ie due di stagna.

1M Altro esempio suI tipo del precedente. La quesrione fu sollcvata piiJ volte dagli antichi interpreti e ne abbjarno ncgli scol ii pili tracce (cfr. PORPIL ad Od. l\~ 1; Schol. o«. I 285t II 52). La soluzione accettata da Aristotele e anche da qualche scoliasta era che questa Icario non fosse Laccdcrnonio rna Itaccsc, 0 .. piu precisarnente, sccondo 10 scolio ad Od, X\"" 16~ di Messene Cefallenia. Si sa che Omero chiama Cefalleni tutti i sudditi 111 gcncra1e di Odisseo. A rjstotele aggiunge un nuovo particolare, che it padre di Penelope avcsse nome lcadio, nome cefallenio, e non Icario, nome spartano ; onde parrcbbe doversi inferire chc 1 "erroneo presupposto dei critici essere Icario di Sparta derrvasse appunto da codesto suo nome.

1M II dctto e di Agatonc : cfr. 1St 1456 a 24.

1 '66 I d .. r It.. ,t J'" ~ "'1'1 ~ r~ ..

nten 0 (1)0""":"£ x~t '":'O\' 7:v~ ~ ~v 'JT:£VlXv--rLW:: tt.~·~XE'J~~ T. i':"pO; ::t X7/~.

Dicendo ~ ct.'.' ~p6vt!-Lo; u':":vf}y(:,rx~~ Aristotele intende nletter da parte- Ie COIltr;!dliizioni chc sano do\,'ute soltanto a maligna intcllzione 0 a stolta. 1 n terpretazionc (cf r. H y,,,ater, ad loc.) ~

268

Poetica, 25-26, 1../.61 h

Poetica, 26~ 1461 b-1462 a

269

lita e malvagita siano ad()llt:rate senza che nessuna interna neces-

2(_) sita Ie giustifich i~ Cosi, per esernpio, e gi usta la censu ra di irrazionalita a proposito della introduzionc di ~:gt:o [nella ... lledea] di Euripide, come e giusta la censura di malvagita di carattere a proposito di :\Icnelao nell'()reste 167 ..

Concludendo, le censure che si fanno ai poeti muovono da questi cinque punti di vista: in quanta cioe le case derte dal poeta posson() essere denunciate [a] come impossihili, [bJ come irrazionali, [c] come immorali, [d] come contraddittorie, [e] come violatrici de lle diritte normc pertinent] ad altre arti 0 disci pline [estrance alla poetica propriamentc detta], E lc soluzioni a queste censure devono cssere ricercate sotto l'uno 0 sotto I'altro degli

25 argornenti che abbiamo cnumerati ; i quali sono dodici,

26.

se stessi se capiti loro, per esempio, di dover rappresentare it Disco, 0 si tiran dietro [per le vesti] il capo del coro se suonano

la Scilla. Ebbene, [dicono dunque costoro.] la tragedia e una mimesi di questo tipo ; ed e [, rispetto alia epopea.] quello stesso che agli occhi dei loro predecessori sono gli attori della genera· zione successiva, Minnisco dava della scimmia a Callippide 118 perche [co" suoi gesti] passava ogni misura, e della stessa specie 3S era anche la opinione che si aveva su [l'attore] Pindaro 189" E COS! questi attori recenti stanno agli antichi nello stesso rapporto che

tutta quanta I'arte [drammatica] sta all'epopea .. Mentre dunque 1"'62 a. [, essi concludono.] l'epopea si indirizza a persone colte le qual~

non hanno bisogno di nessun materiale accompagnamento di

gesti, la tragedia si indirizza a spettatori incolti e grossolani. Se

per tanto e vero che la tragedia e una mimesi materiale, non c'e dubbio ch'ella dev'essere inferiore all'epopea.

Se non che, prima di tutto, questa critica non riguarda la 5 tragedia in quanta e opera di poesia, rna solo in quanta e artificio di attori; tanto e vero che si puo esagerare nei gesti anche recitando rapsodie corne faceva Sosistrato, e anche cantando in gare

• musicali, come faceva Mnasiteo di Opunte, E poi non e detto che ogni .movimentn in genere sia da condannare, salvo che non si voglia condannare addirittura anche la danza ; rna solo i1 gestire

di artisti volgari e inetti ~ che era appunto il difetto che si rimpro- 1() verava a Callippide e che si rimprovera oggi ad altri i quali [, se debbono, per esernpio, sostener su la scena parti di donne.] si direbbe che non sono capaci di rappresentare altro che donne di mal affare, Si noti inoltre che la tragedia anche senza I'aiuto dell'azione raggiunge il suo proprio fine, ne pill ne meno della epopea: perche una tragedia basta leggerla, e si vede subito che tragedia

e [, se buona 0 cattiva] .. Se dunque si ammette che sotto ogni altro rispetto la tragedia e superiore all'epopea, si deve anche ammettere che questo suo elemento di inferiorita non le pertiene nella sua essenza ..



E ora qualcuno potrehhe porre la questione 5C sia rnigliore la mimesi epica 0 la mimesi tragica.

Se e vero [, dicono alcuni critici.] che la mirnesi migliorc i: quella meno materiale, - ed c la meno materiale quella che si indirizza a un pubblico piu elevate, - non c'e dubbio che sara materialc quella mimesi che si propene di rappresentare in tutti i suoi aspetti ogni soggetto. E di fatti gli attori, come se it pubblico non fossc in grado di capire scnza che aggiungessero cssi qualchc cosa per proprio con to [alla espressione del pocta], si

30 lasciano andarc su la scena a movirnenti di ()gni genere; non diversamente da quei cattivi suonatori di flauto chc si rotolano su

16' II primo esernpio si riferiscc evidentemente, non gi~t COOle da tal uno fu sospertato, al dramma perduto di Euripide ..:\t"/E'J~, bensi alla inrroduzione di Egeo nella Medea (vv. 663 -759). Cotesta scena fu giudicata un i).o"{o'J" sernbrando poco vcrosirnrle che Egeo fosse capitate a Corinto proprio in quell 'unico giorno di dilazione al bando che Crcontc aveva conccduto a Medea: c un !J.i~'Jy()v J10n necessa rio pcrche da codesta scena non rcsultava alcun rnutarnerito sostanziale nella econornia della azione drammatica e perc he Medea, che « di tanto porerc conosceva farmachi » (v. 718), non aveva ccrto bisogno per ness una ragione di r icorrer e all'aiuto di ~:geo. Quante al secondo escrnpio si veda 15. 1454 a 28-

116 Cfr. Rl'Utt T 1413 a 31 olav ,:,,:~6";p(~ (scil, E[xi~ouat\t) a:u),.~~v: .dove senza dubbio I'auleta scimrnia e Callippide,

1" S'mtende, da parte di Minnisco e dei contemporanei di Minnisco: cfr. piu oltre, 1462 a 9 .. Questa Pindaro doveva essere, come CalIippide, di una gencrazione posteriore ; rna chi fosse ci e ignoto del tutto.

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Poetica ~ .2fi, 1462 a-b

Poetica, 26, 1462 b

271

In secondo luogo [Ia tragcdia C superiore all'epopea anche] per questc ragioni, Tutti gli elementi di cui l'epopea puo disporrc, anche la tragedia puo averli ; tanto chc, per esernpio, puo adoperare perfino il verso epico 170; C in piu - ne sono elerncnti di

15 piccola importanza - ha 1 'accompagnarnento musicale e 10 spettacolo scenico, i quali conrribuiscono in modo efficacissimo a render piu vivi quei diletti [che le sono propri naturalmente] 171. .. Anche si aggiunga che ella ha una sua particular vivezza rappresentativa, 1a quale si rivela egualmente bene cosi alIa sernplice lettura come su la scena. l· na terza ragione di superiorita e anche in questo, che la mimesi tragica raggiunge it suo proprio tine in pit'. breve spazio che non la mimesi epica ; [e questo e un grande vantaggio.] perche cio che c pin condensate produce un diletto assai maggiore che se diluito in un lungo periodo d i tempo 172.

: 46] h Quale effetto produrrcbbe, per escmpio, I' Edipo [re] di Sofocle, se uno 10 allungassc in tanti versi quanti sono quclli (1{~11a Iliade ? Finalmente: la mimesi epica ha minore unita ; di che c prOVll i 1 fatto che da qualunque mirnesi epica si ~lossono trar fuori pill tragedie, Cosicchc, se un poeta epico compone un suo p()eIlla in-

S torno a un'unica favola [sufficiente per una sola tragcdia], 0 cgli svolge cotesta favola con 13 [dovuta] brevita, e il suo l)oema sembrera strozzato ; 0 la tira in lungo fino a raggiungere la lunghezza conveniente alIa misura epica, e il suo pocma sernbrera annacquato. E [s'intende Ilene: che quando i(J parlo di minore unita epica]

'Toglio riferirrni a poemi cpici chc siano costituiti di pill azioni sul tipo della Iliade c dt=ll'Odissea; i quali sono bensi costituiti di molte parti in corrispondcnza alle varie azioni, e ciascuna di qucstc 10 parti, anche presa per se, ha una certa arnpiczza, rna cia non ostante tutti due questi poemi non potevano essere costruiti in modo pili perfetto, e ogni po~ma e, nel pili alto grado [compatibile a poema epico], mimesi di uri'unica azione .

Concludendo, sc per tutte queste ragioni la tragedia e superiore all'epopea, e inoltre le C superiore anche per la piu dirctta efficacia de"! suoi rnezzi artistici [al raggiungimento del proprio fine]; ~ pcrche queste due forme di mimesi non devono procurare 0 questo 0 quel dilctto a caso, rna quello soltanto [che C loro proprio e J che gia abbiamo dcfinito 1';3; ~ c chiaro che la 15 tragcdia, come quella che mcglio e piu immediatamente dell'epopca raggiunge il SlID proprio fine, dovra ritenersi una piu nobile forma di poesia,

E cosi, dunque, della tragedia e dell'epopea, sia gc:n~ricamente in se stesse, sia rispetto alle loro variets c ai loro elementi costitutivi ~ e anche, quante S0110 e in che differiscono fra loro queste varieta c questi elementi ; c quali SOl10 le cause onde una tragcdia e un pot'rna cpico possono rjuscir bene 0 no; c delle varie critiche chc si possono muovere, e delle soluzioni corrispondenti, basti oramai quello chc ho detto 174. [Diciamo ora] dei giamhi e della cornmedia, ..

170 Detto per eccez iorre , come per esernp io in SOPII. 'Frach: 1()09 sgg"t Phil. 840 sgg-.: Ernrr-. 'l'road, 590 sgg. E percio non e cia vcdcre contraddizione con al tri luoghi (5. t 449 h Ll ; 24. 1459 b ~ 2 ~ c altrove) dov t e nota to c he I a forma 111 et rica e a P 1111 11 to U 11 e lenten to d i di ffe renza,

171 La lcz ionc manosc ri tta "":l: ~ G ~ e: t ~ 8: t.' ~ :; e di fcsa dal BY\\'a ter che riferisce il relative al prcccdcnte ~~v !.L()')rr~x.+'v; rna non mi pare in verita sosrcnibilc. Accetro 1 'cmcndamcnro n~' i~ (\T ahlen) osservando che il pJurale -::X~ G'~£t~ richiarna su di se in modo spccia1 e il riferimento del re lativo : sia in risposta a coloro che la ;;.~~~ considcravano elernento di irrfe rior i ti~, sia perche la 0~~~:;.. in cerro scnso c massime re lativarnente al1a letrura, comprende anche 1 'accompagnarncnto musica le.

..

1-:2: E chiaro c he an ch e qui ( efr . 5 . 1449 b 1 2; 1 7 . 145 5 b 16; 24-.

1459 b 17) non si tratta del tempo come elernento irrtrinseco cle lla favola, non, cioe, dellirnrnaginato ambitus actiouis, bensi della materiale lun .. ;ghezz:l dell "opera poetica ~ trnged ia 0 poerna.

1~3 In 23t 1459 a 21 e dctto che I'epopea deve produrre anch'cssa 7;~\I O~Xt[~v T.8r.J~~"J, rna non dice quale. :-\e e dctto altrove, Parrebbe rutravia, massime da questo lUORO, trattarsi per ambcdue di una stessa Y,8ov+,~ q'uel.la che scaturisce mediante la mirnesi da fatti che destine pieta e te rrore (14. 1453 b 10; 13" 1452 b 32). La differenza e solo nei

mezzi e nel modo"

1~·! Sernbra chiaro chc queste parole, piu che conchiudere la tratta-

.zione prccederite, preludano a una trattazione successiva. La quale fu intorno ai glamhi e ~llia commedia, Ci6 risulta non solo da allusioni evidenti nella parte medesima della Poetu:a che ci r'imane e altrove (per esernpio 6~ 1449 h 21: T::e:~t x(u~<fI8(~:; ~JO'-:£~(_''_J tr;oG~£v), rna anche da una {rase onde coritirrua, in pill deg1 i alrri )'"1ss, il Rice, 46, e che deve esse re aggiunta al testo vulgate,

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