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Pantelleria, nasconde una forma di allevamento della vite anticha in via di estinzione .

Pantelleria, una delle tre Doc d’eccellenza della Regione dal


carattere vulcanico (Etna, Eolie e Pantelleria), nasconde
una forma di allevamento della vite antichissima ormai in
via di estinzione, rendendo ancora più unico il continente
Sicilia nel patrimonio vitivinicolo mondiale.
I tre territori vulcanici della Regione entrano a pieno diritto
a fare parte della Viticoltura Eroica di Montagna con i
loro 3200 (ha) complessivi di superficie viticola con
difficoltà strutturali, su un totale che supera i 4000 (ha) di
superficie viticola.
L a viticoltura montana in Europa rappresenta il 5%

Le condizioni che portano all’ottenimento di tale classificazione sono quattro:


I)Superficie viticola ad altitudine > di 500 m. S.l.m.
2)Superficie con pendenza >30%.
3)Vigneti con terrazzamenti .
4)Viticoltura delle piccole isole caratterizzate da difficoltà strutturali con un
permanente carattere di isolamento e inserite in un contesto socioeconomico
penalizzato sotto il profilo della redditività aziendale.

In questi nostri tre territori vulcanici d’elezione sussistono tutti e quattro i requisiti.
Normalmente, ne serve solo uno per rientrare nella classificazione di: Viticoltura
Montana - CERVIM - (Centro di Ricerca, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura
Montana).
In Sicilia esistono altre realtà di coltivazione della vite e produzione di Vini da
Montagna, d’alta quota o in condizione estreme, ad un’altitudine > di 500 m .s.l.m., in
particolare, sui Monti Madoniti.

Pantelleria è la più grande delle isole minori che circondano la Sicilia con una
superficie di 83 Km2. Dista 84 Km da Capo Bon (Tunisia) e 102 Km da Capo Granitola
(Italia).Rappresenta la parte emersa di un edificio vulcanico che si eleva dalla
profondità del mare da più di 1000 m., da una crosta oceanica dallo spessore di 20
km circa che è costantemente sollecitata dagli stress tettonici provocati dai continenti
Africano ed Euroasiatico. L’Isola vive in una grande area ( canale o stretto di Sicilia)
ricca di spaccature chiamata: Sicily Channel Rift Zone. Quest’area parte da Pantelleria
fino ad arrivare a Malta passando per Linosa che sta emergendo anch’essa nel pianeta
vino da territorio lavico. La SCRZ ha catalizzato l’attenzione al livello scientifico nel
1831, quando è stato, di notevole rilievo, potere studiare e ammirare fenomeni eruttivi
sottomarini che videro l’emersione dell’isola Ferdinandea o Graham nel braccio di
mare fra Pantelleria e Sciacca. Nel Luglio dello stesso anno.
La parte affiorante del suolo di Pantelleria è composta da rocce vulcaniche. Per il 98%
vulcaniti acide, dette anche pantelleriti, ricche di silice con un forte contenuto alcalino
(sodio e potassio), sostanze minerali che apportano un’ottima vigoria all’apparato
vegetativo di tutte le specie botaniche dell’isola. Il restante 2% sono vulcaniti basiche,
lave dall’aspetto scuro vetroso-cristallino (ossidiana ). Nell’isola, Il punto più alto è
Montagna Grande 836 m. S.l.m. La superficie vitata supera i 500 (ha), di cui circa 400
(ha) hanno difficoltà strutturali ( altitudine,forte pendenza, terrazzamenti). Di questi,
60 (ha) sono posti ad un’altitudine > di 500 m,s.l.m., fino alla quota di 600 m, s.l.m.,
che è il limite altimetrico massimo dei vigneti di Pantelleria. Ancora, 200 (ha) è la
superficie viticola posta in pendenza >30% e meno di 400 (ha) è la superficie di
vigneto terrazzato.

L’isola è irradiata dal sole per 300 giorni l’anno raggiungendo una temperatura media
di 19° C circa, la piovosità è molto ridotta. Sono stati calcolati in media 370 mm di
pioggia l’anno suddivisi in 50 gg circa. Calcolando con l’indice di De Martonne, che
lavora su una scala formata da sei livelli che parte da clima desertico fino ad arrivare a
clima con abbondante acqua e molta vegetazione, pone Pantelleria al secondo livello
di tale scala cioè: regione a clima con vegetazione povera.

L’elemento che caratterizza il clima pantesco è il vento che condiziona le attività


agricole. Spira con una velocità media di circa 12,50 nodi/ora, ma può raggiungere
e superare con agilità punte di 30 nodi/ora. Questo, ha reso quasi impossibile le
coltivazioni arboricole. Invece, nella viticoltura, l’uomo ha creato a protezione della
vite, terrazzamenti, muretti a secco, giardini panteschi ecc. Però, il vento, in
condizioni ideali, funge anche da anticrittogamico naturale.

Nell’isola sono state osservate da 35 a 40


“Cuddie” ( ex centri eruttivo o coni vulcanici
ormai spenti). In una di queste, a Kamma Fuori
(Cuddia Catalana), si nasconde una forma di
allevamento della vite molto antica tipica delle
isole aride è ventose che è ormai in via di
estinzione. Il Sig. Salvatore di Marco di 76 anni,
tiene in vita, per una produzione di vino
casalingo, una sessantina di ceppi di Catarratto
di circa 30 anni di età allevati a cesto o
paniere. In un fazzoletto di terra di 2000 mq
circa, si alterna al filare di vite quello di
cappero. Le piante si trovano ad un’altitudine di
100/120 m. s.l.m. Questa forma di allevamento viene chiamato in loco Tuppa. Gli
affibbiano somiglianze con il Tuppo dei capelli delle donne. I tralci non vengono
mai potati e intrecciati ogni anno. I grappoli crescono all’interno del cesto o
paniere riparandosi dagli eventi atmosferici.
Il cesto, all’interno, trattiene anche la preziosa umidità notturna. La torsione dei
tralci e l’intreccio, produce una vicinanza delle gemme proteggendole, rallentando,
però, l’attività vegetativa che si sposterà verso la parte apicale della pianta
(acrotonia).
I ceppi, giacciono in un terreno formato da Pomice di granulometria crescente fino
a 2 cm. circa, chiamato dai Panteschi Soki Soki.

Nel Pianeta sono rimaste solo due zone vitivinicole con


quest’antichissima forma di allevamento. L’altra è
nell’isola di Santorini (Grecia). Lì le condizioni sono
pressoché uguali alla nostra Pantelleria e si chiama
Kouloures (anello) o Kalathia (cestino).
Producono, del vino secco di qualità da un’antica cultivar
autoctona: Assyrtiko, che loro identificano con il Riesling.
Da noi, anche il nostro Zibibbo (Moscato d’Alessandria)
vinificato secco si può identificare con il Gewurztraminer.
Quando l’azienda Donnafugata, nel ’90, approdò
nell’Isola di Pantelleria, trovarono nel
fondo di contrada Kamma circa 50 di ceppi di
Catarratto allevato a cesta o paniere che furono
reinnestati con lo Zibibbo (Moscato
d’Alessandria) per allevarlo ad alberello pantesco
basso per produrre il Ben Ryé. Passito di
Pantelleria DOC che è un assemblaggio di
Zibibbo degli undici fondi Aziendali. Questi,
hanno differenti epoche di maturazione,
altimetrie, esposizioni e diversificazione
nella struttura del suolo di origine vulcanica. Le contrade di cui è composto il Ben
Ryé sono: Khamma, Cala Levante, Ghirlanda, Mueggen, Martingana, Barone,
Bukkuram, Sibà, Punta Karace, Favarotta, Kania.

La forma di allevamento a cesto o paniere sta ormai scomparendo bisognerebbe


creare un vigneto museo per far conoscere l’antica storia della viticoltura
nazionale. Il nostro paese possiede un patrimonio unico al mondo.

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