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Casal Bertone – A great green way of living

Casal Bertone è il nome della zona urbanistica 5a del V Municipio del comune di Roma. Si estende sul quartiere Q.VI
Tiburtino.

Il quartiere
Casal Bertone è un quartiere a dimensione umana dove si trova ancora il fascino dei luoghi della vita “popolare” con le
sue piazze, botteghe, luoghi di incontro e aree pedonali - dove la memoria e la storia determinano ancor oggi una
migliore qualità della vita; la sua vicinanza a quartieri come San Lorenzo, Pigneto e al Centro Storico, alla Stazione
Tiburtina che diventerà un importantissimo nodo di scambio, la Stazione Termini, la Tangenziale Est, il GRA e la A24
ne esaltano la posizione strategica. Casal Bertone riesce a vivere la centralità della città senza rimanerne
“imprigionato”. L’obiettivo che tutti desiderano: una qualità di vita migliore all’interno della città.

Storia

Il quartiere nacque sul finire degli anni venti del XX secolo in una zona dell'allora Agro Romano caratterizzata da
un'ampia collina, facente parte dei colli del Portonaccio, sulla quale sorgeva l'antico Casale o Vaccheria Bertone, che
prendeva il nome forse dagli antichi proprietari o forse dal manto, detto bertone, dei cavalli che vi venivano allevati.

Nelle vicinanze era ancora tracciata una via risalente almeno al primo medioevo, il vicolo di Malabarba, che doveva il
suo nome alla presenza di un oratorio con annesso un molino, la Mola di Santa Barbara[2]. Questa strada costituiva ciò
che rimaneva del tratto suburbano della via Collatina, strada romana che collegava Roma con Collatia, cittadina che
sorgeva nei pressi dell'attuale Lunghezza.

Nella zona inoltre era stata tracciata una via Militare, prevista dal Piano Regolatore del 1883, che prese il nome di via di
Casal Bertone, e che avrebbe dovuto far parte di un complesso di strutture di difesa della città progettato dal Ministro
della Guerra Luigi Mezzacapo. La via Militare collegava la via Tiburtina a via Casilina percorrendo la valle della
Marranella che in questa zona prendeva il nome di Fosso dell'Acqua Bullicante.

L'area era già delimitata dai tracciati ferroviari delle linee Roma - Ancona, Roma - Tivoli e Roma - Orte, e dalla
Stazione Ferroviaria Prenestina a sud e Tiburtina a nord, costruite nell'ultimo ventennio dell'Ottocento a seguito dei
lavori di ammodernamento della neo capitale del Regno d'Italia. Inoltre vi erano sorti nello stesso periodo significativi
impianti industriali quali la Società per l'elettrificazione delle ferrovie (presso la Stazione Prenestina) e l'industria
chimica della CISA-Viscosa (nei pressi dell'odierno Largo Preneste).

Le prime costruzioni degli edifici avvennero a seguito dell'approvazione, nel 1926, di una variante al Piano Regolatore
del 1909 di Edmondo Sanjust di Teulada, che prevedeva l'edificazione di case popolari, e vennero realizzate da privati o
società statali quali le Ferrovie o la Società dei Tranvieri.

Le strade del nuovo quartiere, indicato inizialmente come Suburbio Tiburtino, presero il nome dai personaggi del
Risorgimento e dell'Italia unita.

Nel marzo del 1944, durante la seconda guerra mondiale Casal Bertone venne colpito dai massicci bombardamenti
alleati che interessarono molti quartieri popolari della città. Sebbene non vi furono vittime civili, il quartiere subì
numerosi danni agli edifici. Uno di questi, parzialmente crollato, è stato visibile in via Antonio Baldissera fino al 2006
quando iniziarono i lavori di restauro e ricostruzione terminati nel 2010.

Nel 1945 venne ultimato l'edificio della chiesa parrocchiale, intitolato a Santa Maria Consolatrice.
Nel 2010 il quartiere è stato scelto dall'amministrazione comunale come area pilota per la sperimentazione di un
modello di quartiere sostenibile, nell'ambito del progetto Cat-Med (Change Mediterranean Metropolis Around Time -
Cambiare le Città Mediterranee nel tempo), promosso dalla Comunità Europea e che coinvolge complessivamente 12
città del Mediterraneo[3].

Casal Bertone diventerà il primo “quartiere sostenibile” di Roma

Lo storico distretto alla periferia di Roma è stato inserito in un progetto comunitario che punta ad individuare
soluzioni per contrastare l'effetto serra e ridurre l'impatto ambientale delle città. Insieme ad 111 quartieri di
altrettante città del Mediterraneo, dovrà diventare ecosostenibile. Il 27 maggio, ai Musei Capitolini, un incontro
per l'avvio del progetto

Il quartiere romano di Casal Bertone è stato scelto dalla Comunità Europea per sperimentare un modello urbano
sostenibile finalizzato al contrasto del cambiamento climatico. Lo storico distretto è infatti entrato a far parte di un
Osservatorio dell'Unione che, in collaborazione con 11 città del bacino del Mediterraneo (Malaga, Barcellona,
Valencia, Siviglia, Marsiglia, Aix-en-Provence, Genova, Torino, Salonicco, Atene e, appunto, Roma), proverà ad
individuare soluzioni operative che possano incidere concretamente sulle abitudini dei cittadini, in modo da ridurre
l'impatto ambientale dell'urbanizzazione e limitare le emissioni di gas serra. Casal Bertone, in particolare, nell'ambito
del programma Cat-Med (Change Mediterranean Metropolis Around Time - Cambiare le Città Mediterranee nel
tempo), dovrà essere trasformato in un vero e proprio “quartiere sostenibile”. In occasione dell'avvio del progetto, il
prossimo il 27 maggio, a partire dalle ore 9.30, presso la sala "Pietro da Cortona" dei Musei Capitolini, il Comune di
Roma ospiterà una delegazione comunitaria e alcuni esponenti di spicco del mondo scientifico e accademico, che
confronteranno le proprie idee sui possibili sviluppi dell'iniziativa. Saranno protagonisti anche i residenti di Casal
Bertone.

"Gli obiettivi del progetto Cat-Med sono principalmente due - spiega Pedro Marin Cots - Il primo e' quello di creare una
piattaforma operativa condivisa con tutti i paesi del mediterraneo. Una piattaforma che sia in grado di indicare quali
siano i giusti criteri (comportamenti urbani sostenibili) da seguire per contrastare i cambiamenti climatici. questo per
raggiungere il secondo obiettivo, ovvero creare una urban way of living, che noi sintetizziamo nello standard Green
Apple, cioe' l'adozione da parte delle citta' che decidono di aderire a questo standard di precisi comportamenti green
oriented adottati su tutto il territorio metropolitano. Il mio sogno e' che un domani Londra Roma Barcellona Atene e
tutte le citta' partecipanti diventino delle Green Apple".

"Il Comune di Roma, tramite il Dipartimento Politiche Economiche e di Sviluppo, in sinergia con il Dipartimento
Ambiente e Tutela del Territorio - spiega Silvia D'Annibale, project manager del progetto Cat Med per il Comune di
Roma - hanno scelto di aderire al progetto Cat Med a partire dal 1 aprile del 2009. Entrati nel secondo anno, il
Campidoglio ha deciso di individuare l'area metropolitana in cui applicare i parametri di ricerca. La scelta e' ricaduta su
Casal Bertone, quartiere che risponde a pieno ai requisiti necessari: presenza di almeno un immobile con caratteristiche
di piena sostenibilita' energetica e la prossima realizzazione della prima isola ambientale della citta'. Una zona
fortemente urbanizzata, che in virtu' di dinamiche sociali profondamente radicate, rappresenta la situazione ideale per
sperimentare i dettami del Cat Med".

"Il nostro interesse, inoltre - prosegue D'Annibale - e' quello di capire come estendere sinergie sostenibili anche ad altre
aree metropolitane. Da giugno, infatti, attiveremo dei gruppi di metropolitani (formati da Comune di Roma, Provincia
di Roma, Regione Lazio, Atac Ama e Comitati Cittadini), al fine di studiare il comportamento sostenibile di questi
stake holders. Studio si, ma anche pratica, come dimostra la prossima integrazione di realta' gia' pienamente operative
nel campo della sostenibilita' metropolitana come Casal Bertone".

La sostenibilità nell'edilizia residenziale è diventata un'esigenza imprescindibile, tanto da entrare nei testi legislativi.
L'edilizia sostenibile ha oggi una definizione normativa che tiene conto di diversi parametri costruttivi ai fini della
classificazione energetica delle nuove costruzioni e di quelle in ristrutturazione. L'utilizzo di energia pulita per il
riscaldamento e il raffreddamento delle abitazioni e degli edifici in genere costituisce il principale parametro per
l'identificazione dell'edilizia sostenibile.

Si può parlare di edilizia sostenibile (o edilizia ecologica) solo per quelle costruzioni che, per scelte progettuali,
tipologia di materiali e impiantistica, garantiscono un elevato risparmio energetico certificato. Ecco che il ruolo
della certificazione energetica assume una posizione chiave in quello che viene definito come il nuovo paradigma
dell’edilizia detta, appunto, sostenibile.

Il fine principale della certificazione energetica è quello di esplicitare i consumi di un edificio, incentivando, così, il
mercato degli immobili eco-efficienti a innescare un meccanismo in cui sia lo stesso mercato a premiare quelli di classe
superiore. La relativa normativa è stata introdotta per la prima volta in Europa con la direttiva EU 2002/91 (conosciuta
come EPBD Energy Performance of Building Directive) ed è stata recepita in Italia con il D.Lgs.192/05, modificato dal
D.Lgs.311/06. Non meraviglia, quindi, il fatto che tra l’opinione pubblica sia crescente l’interessamento verso quelle
realtà immobiliari che fanno della certificazione energetica il vero valore aggiunto quando si tratta di vendere
una casa.

Ma attenzione, un conto è la certificazione che riguarda i singoli materiali, come infissi, impianti di riscaldamento,
altro discorso, completamente diverso è quello che riguarda la certificazione dell’intero immobile come struttura in
grado di garantire un consumo energetico entro certi limiti. Consumo che tradotto in termini di risparmio
economico, sul lungo periodo, assicura all’acquirente la tranquillità di sapere che, grazie alla sua scelta, non
avrà contribuito esclusivamente alla salvaguardia dell’ambiente, ma – e non è un argomento di poco conto – avrà reso il
suo portafogli più “pesante”.

In termini puramente geografici – e qui la nota dolente – il nostro Paese è virtuoso solo a metà. Mentre il centro-nord
Italia è più attento a queste considerazioni, lo stesso non può essere detto per il resto dello stivale. Roma rappresenta,
poi, un caso a parte. Al fine della Seconda Guerra Mondiale, a causa dei bombardamenti, la ricostruzione che ha
interessato la Capitale non è stata certo attenta alle esigenze dell’ambiente. Questo trend è proseguito, purtroppo, fino ai
giorni nostri. Ma sbaglia chi pensa che nulla stia cambiando. Un esempio per tutti è l’immobile che Rèdais – Abitare
Sostenibile, sta realizzando a Casal Bertone. Quartiere tradizionalmente considerato di periferia, Casal Bertone è oggi,
grazie all’allargamento progressivo dei confini cittadini e alla ricollocazione di trasporti (vedi riqualificazione della
Stazione Tiburtina, sede della TAV) e dei centri direzionali, il nuovo centro della città.

In questo piccolo quartiere a misura d’uomo Rèdais sta costruendo il primo immobile interamente certificato
Classe A sia da CasaClima che da LEED, due capisaldi della certificazione energetica mondiale. Questo immobile
rappresenta solo il primo di una lunga serie di progetti di ristrutturazione e riqualificazione ambientale che vedranno
coinvolto Casal Bertone, come dimostra la scelta della Comunità Europea di inserirlo nel progetto CAT MED come
case history di quartiere modello a livello europeo.
Il progetto
L’edificio è stato progettato per creare uno spazio a dimensione umana di grande comfort. Questo è stato ottenuto con la
scelta di materiali di elevato pregio, ampie finestre e balconi e con l’utilizzo di tecniche costruttive di grande efficienza
energetica. I balconi sono stati progettati come estensione della casa e resi vivibili anche di inverno, grazie al
posizionamento di apparecchi riscaldanti. L’utilizzo della maglia forata metallica e dei pannelli scorrevoli in facciata
oltre alle funzioni di brisoleil hanno anche quella schermante a tutela della privacy e, allo stesso tempo, creano un
suggestivo gioco di luci e riflessi. L’alto livello di efficienza energetica è stato raggiunto con:
• tecniche costruttive volte con particolare attenzione all’isolamento termico ed acustico
• finiture che rispondono a determinati requisiti quali ad esempio gli infissi certificati della Schuco
• riscaldamento a pavimento che migliora il benessere e riduce i consumi,
oltre a lasciare le pareti libere.
• pannelli solari per la produzione del 50% del fabbisogno di acqua calda sanitaria
• centrale termica condominiale con conteggio autonomo dei consumi
Per dare ancora maggior comfort, tutti gli appartamenti sono dotati del sistema domotico My home di Bticino, che
permette:
• l’applicazione automatica di sistemi di sicurezza (valvole di chiusura per le perdite di gas,
antiallagamento e sovraccarico elettrico per la gestione ottimale degli elettrodomestici) la gestione automatizzata di
termoregolazione degli ambienti, serrande di sicurezza, tende oscuranti e filtranti, sistema di illuminazione, irrigazione
ed antintrusione gestione rete dati e segnali (TV, telesoccorso, controllo a distanza) della parabola satellitare
centralizzata.
Sarà Casal Bertone il primo quartiere'ecosostenibile' della capitale

Edifici con certificazione energetica, aree verdi per fare giocare i bambini e automobili elettriche per spostarsi. Nel
progetto la prima isola ambientale di Roma. L'iniziativa è promossa dalla Comunità europea
Il rendering del progetto Cat Med
Un quartiere dove non si spreca l'energia e si rispetta l'ambiente. Edifici con certificazione energetica, aree verdi per
fare giocare i bambini e automobili elettriche per spostarsi. Casal Bertone, periferia Est della capitale, si rinnova nel
pieno rispetto del verde e dell'ecologia.Parte qui la sperimentazione del 'quartiere sostenibile', iniziativa promossa dalla
Comunità europea attraverso il progetto Change mediterranean metropolises around time. Verranno avviate una serie
di iniziative per cambiare in modo innovativo questo quartiere cresciuto sui colli del Portonaccio. In quella che è stata
scelta come area pilota del progetto Cat Med, si punterà soprattutto al risparmio energetico degli edifici. Nascerà il
primo immobile interamente certificato a classe A che permetterà di ridurre di metà i consumi energetici. In pratica,
la palazzina avrà una copertura che permetterà di evitare la dispersione termica sia d'estate che d'inverno. In un secondo
momento saranno ristrutturati altri edifici seguendo questi stessi criteri. Ogni struttura dovrà rispettare la normativa
europea introdotta dalla direttiva Eu 2002/91. Fra i progetti c'è anche quello di creare nel quartiere la prima Isola
Ambientale di Roma. Un'area dove dare spazio ai pedoni, creando vaste aree di aggregazione con impianti sportivi e
aree dedicate ai bambini. Nell'area potranno circolare solo veicoli elettrici e ci sarà un sistema di car sharing e bike
sharing. "Il Comune di Roma - ha spiegato Silvia D'Annibale, Project Manager del progetto per il Comune di Roma -
ha scelto Casal Bertone perché è un quartiere che risponde a pieno ai requisiti necessari. Fra questi lo spazio per la
prossima realizzazione della prima isola ambientale della città. E' una zona fortemente urbanizzata, che in virtù di
dinamiche sociali profondamente radicate, rappresenta la situazione ideale per sperimentare i dettami del Cat Med". "Il
nostro interesse è quello di capire come estendere sinergie sostenibili anche ad altre aree metropolitane. Da giugno,
infatti, attiveremo dei gruppi di metropolitani al fine di studiare il comportamento sostenibile ", ha aggiunto D'Annibale.

Cat Med, il progetto europeoLo scopo del progetto Cat Med è quello di individuare soluzioni operative che
permettano di ridurre l'impatto ambientale dell'urbanizzazione cercando così di dare un taglio netto alle emissioni di gas
dannosi che provocano l'effetto serra. Un lavoro ampio che, coinvolgendo 11 città del Mediterraneo, cercherà di
promuovere la convergenza degli atteggiamenti verso un modello di comportamento urbano e sostenibile.La Capitale ha
aderito al progetto europeo dal 1 aprile 2009 e resta ancora da capire quando la rivoluzione 'ecologicà di Casal Bertone
sarà completata.La direttiva europea prevede che a partire dal 1 gennaio 2019 le case dovranno produrre da fonte
rinnovabile tanta energia quanta ne consumano. Casal Bertone è il primo quartiere romano a porsi questo difficile
obiettivo. Resta da capire quando e se la città riuscirà a essere ecocompatibile entro il 2009.

Edifici che consumino meno energia. E’ l’idea su cui si basa la nuova isola ambientale che sorgerà presto a Casal
Bertone su progetto di Redais. “Gli edifici consumano circa il 40 per cento dell’energia che utilizziamo – afferma
Stefano Tersigni, ideatore di Real Estate Development Advanced Integrated Services – senza un miglioramento delle
prestazioni ambientali del comparto edile sarà difficile raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni serra e di
efficienza energetica decisi dall’Unione Europea”. Anche Roma quindi fa un piccolo primo passo verso il risparmio
energetico con un quartiere interamente ecosostenibile in cui sarà dato ampio spazio al verde, saranno collocate
postazioni di car sharing e bike sharing e allestitti nuovi collegamenti ciclopedonali; verrà, inoltre, riqualificato l’arredo
urbano, sistemati i marciapiedi, rimossse le barriere architettoniche e migliorato il sistema di illuminazione. Ma
l’ambizioso progetto, realizzato in stretta collaborazione con l’amministrazione comunale, mira anche a migliorare la
vivibilità dei quartieririorganizzando il trasporto pubblico e inserendo mezzi elettrici meno inquinanti oltre a valorizzare
servizi come biblioteche, teatri, piscine. “Si tratta, come spiega Tersigni, di un’operazione urbanistica pensata per
ricostruire e rimodellare il modo di abitare delle persone, ma anche le loro teste”.
Cas al B er ton e: ri man gon o s ul l a car ta i l avori di ri q u al i fi cazi on e.

E' oramai una triste realtà: la riqualificazione ambientale di Casal Bertone disattende le promesse iniziali. E i disagi che
ne derivano sono tanti e sono troppi.

Sull'argomento, è opportuno fare un passo indietro: nel 2005, nell'alveo di un progetto di riqualificazione ambientale ed
urbanistica del territorio, veniva siglato un accordo di programma cui seguiva lo stanziamento di fondi da parte del
Comune di Roma direttamente al V municipio. Tale accordo, firmato fra le forze sociali più rappresentative del
quartiere, le amministrazioni pubbliche ed i costruttori incaricati, aveva ad oggetto la creazione, a Casal Bertone, di una
serie di opere pubbliche denominate “di compensazione“, che, cioè, gli appaltatori dovevano realizzare prima dei
complessi immobiliari e residenziali contenuti nel medesimo progetto.

Il menzionato accordo prevedeva “su carta” la creazione di nuove infrastrutture pubbliche e l'ampliamento ed
ammodernamento di quelle già esistenti quali, a titolo esemplificativo, la nascita di centri di accoglienza per immigrati e
per anziani, l'ampliamento del parchetto di via Morozzo, la riqualificazione dell'asilo nido comunale, la costruzione di
una struttura sportiva e socio – culturale in via De Dominicis e, infine, lo spostamento dello storico mercato di Casal
Bertone da via Cesare Ricotti ad un altro spazio, appositamente previsto, situato in via A. Pollio – angolo via di Casal
Bertone, dirimpetto al Centro Commerciale Auchan.

Quanto ai tempi, l'accordo di programma prevedeva l'allestimento e successiva chiusura dei cantieri predisposti entro
due anni dalla loro messa in opera: conclusa questa prima fase, le società appaltatrici potevano passare alla successiva,
avente ad oggetto la realizzazione di complessi immobiliari e nuovi condomini, coerentemente con le esigenze del
cosiddetto “piano casa”.

Ebbene, a distanza di cinque anni dall'approvazione del progetto originario, i cantieri sono fermi, i lavori bloccati e i
disagi aumentati. Infatti, delle cosiddette “opere di compensazione” non si vede la fine mentre, al contrario, i complessi
immobiliari asseritamente “secondari” sono quasi finiti e i relativi lavori procedono senza sosta. Ancora una volta,
secondo una prassi tristemente consolidatasi nella Capitale, i cantieri destinati alle infrastrutture sociali lavorano “a
singhiozzo”, mentre la grande speculazione edilizia corre veloce, con conseguente peggioramento delle condizioni di
vita del quartiere: più smog, più inquinamento, crisi della viabilità, inefficienza dei trasporti pubblici e privati.

E' evidente che dei disagi descritti fa le spese, ancora una volta il cittadino. Il cittadino uomo della strada, che non ha
voce, che paga le conseguenze di scelte di vertice teoricamente pregevoli e praticamente irrealizzate o irrealizzabili.

Cristina ha all'incirca 60 anni, abita in via D. Cucchiari da quando è nata, conosce il quartiere, ne respira l'aria. Porta i
suoi nipoti a giocare al parchetto di via Morozzo, unico fazzoletto di terra verde esistente in una zona urbanistica nata
senza un piano regolatore. Parla di un quartiere – Casal Bertone – cresciuto a ridosso del centro della città, periferico e
fin da sempre poco considerato a livello comunale. Dice che il parchetto in cui ci troviamo significa molto per chi,
come lei, è nato e vissuto nel quartiere: lo racconta come una conquista dei cittadini che, quindici anni or sono, lo
imponevano al Municipio, rivendicandolo con la forza. Racconta come i suoi figli dovevano giocare a pallone in strada,
in mezzo alle automobili che, per fortuna, a quel tempo erano molte di meno. Dice che proprio per questo il parchetto
rappresenta ancora una conquista, spera che non verrà cantierizzato e poi abbandonato com'è accaduto per l'area del
nuovo mercato perché questo non sarebbe giusto verso chi si è battuto per averlo, per assicurare ai propri figli uno
spazio di gioco libero, tutto per loro.

Fra i banchi del mercato, la maggior parte dei negozianti è reticente, non accetta di parlare dell'imminente spostamento
e smantellamento dei banchi. Solo Mario, dopo molte insistenze, racconta la sua storia: lui ha quarant'anni, un banco di
prodotti gastronomici ed una licenza comprata dai genitori. Tutte le mattine, alle sei, apre il suo banco. Dice che ci sono
delle grosse difficoltà nella concessione e nel rinnovo delle licenze di coloro che già si trovano nella zona perché
sembra che queste non bastino per tutti: anche se lo spazio di nuova creazione coprirà una metratura più ampia, infatti,
alcune aree sono già state concesse a terzi negozianti, con la conseguenza che non è detto che lui potrà proseguire la
propria attività in quel posto. Aggiunge come questa situazione sia ingiusta per il suo lavoro e, prima ancora, per quello
dei suoi genitori, per i risparmi di una vita investiti in quell'attività.

Anche Maria, che da anni fa la spesa al mercato, dice che non sarà la stessa cosa non trovarselo più là, davanti al
portone, non sentirne più gli odori e i rumori al mattino. Dice che il mercato rionale rappresenta un momento di ritrovo
soprattutto per gli anziani, che escono da casa al mattino con la voglia di raccontare e raccontarsi le rispettive vite, di
prendere un caffè o semplicemente di passeggiare fra i banchi. Dice che il nuovo mercato è più fuori mano, che non ci
sono bar lì vicino, che chi ha difficoltà di deambulazione non potrà raggiungerlo facilmente. Le citate testimonianze
raccontano una realtà di quartiere non dissimile alle tante che si registrano, allo stato attuale, nel Comune di Roma.
Nell'operazione edilizia denominata “housing sociale”, che ha interessato tutte le aree più o meno periferiche della città,
che avrebbe dovuto riqualificare quelle già esistenti accanto alla creazione di nuovi alloggi per i cittadini, il patrimonio
pubblico è stato svenduto. E' così che nascono nuovi quartieri fuori dal raccordo, che quelli più antichi non vengono
riqualificati e valorizzati ma, al contrario, diventano invivibili per chi ci abita. La città si sviluppa nella logica della
rendita facile, del caro affitto, dei centri commerciali, dei box auto che costano come appartamenti. Quindi, ancora una
volta gli interessi privati prevalgono sui bisogni dei singoli, gli accordi originari non si rispettano e le promesse si
trasformano in illusioni non appena i seggi vengono chiusi.

Pertanto, stando così le cose, la situazione di Casal Bertone non costituisce che un triste esempio della fredda razionalità
con cui i vertici cittadini gestiscono la vivibilità di Roma, ovvia conseguenza di una politica amministrativa che non
reca benefici ma, al contrario, profondissimi disagi.

Bibliografia e riferimenti:

http://www.visitgenoa.net/IMG/pdf/cat_med.pdf

Gerardo D'Andreta, Casal Bertone. Quartiere della Consolata, Roma, 1995.

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