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Nr. 3750/2003 R.G. notizie di reato/Mod.

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PROCURA DELLA REPUBBLICA


PRESSO IL TRIBUNALE DI CATANZARO
Avviso all’indagato della conclusione delle indagini preliminari
- art. 415 bis c.p.p. -

Il Pubblico Ministero,

visti gli atti del procedimento di cui in epigrafe nei confronti di:

1. TUFANO Vincenzo, nato a Napoli il 3.10.1935, con domicilio eletto alla Procura
Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Potenza, difeso di fiducia
dagli Avvocati Nicola Cantafora del Foro di Catanzaro e Gaetano Basile del Foro
di Potenza;
2. BONOMI Gaetano, nato a Napoli il 23.7.1946, con domicilio eletto alla Procura
Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Potenza, difeso di fiducia
dagli Avvocati Antonio Molinari e Rocco Liccione del Foro di Potenza;
3. GENOVESE Felicia, nata a Potenza il 11.9.1955, con domicilio eletto in Potenza
alla via Due Torri n. 21, difesa di fiducia dagli Avvocati Antonio Russo del Foro
di Locri e Giancarlo Pittelli del Foro di Catanzaro;
4. CANNIZZARO Michele, nato a Laganadi (RC) il 19.3.1948, con domicilio eletto
in Potenza alla via Due Torri n. 21, difeso di fiducia dagli Avvocati Angela
Pignatari del Foro di Potenza e Giancarlo Pittelli del Foro di Catanzaro;
5. CHIECO Giuseppe, nato a Bari il 28.10.1946, con domicilio eletto in Matera alla
via Tortorella n. 3, difeso di fiducia dagli Avvocati Nicola Cantafora ed
Ermenegildo Massimo Scuteri entrambi del Foro di Catanzaro;
6. GRANESE Iside, nata a Nusco (AV) il 28.2.1939, con domicilio eletto presso lo
studio Pittelli in Catanzaro al corso Mazzini n. 269, difesa di fiducia dagli
Avvocati Giancarlo Pittelli del Foro di Catanzaro e Gaetano Pecorella
quest’ultimo con studio in Roma alla via Poli n. 29;
7. CARUSO Attilio, nato a Platì (RC) il 12.5.1944, con domicilio eletto in Matera alla
via Cappuccini n. 8/B, difeso di fiducia dagli Avvocati Arturo Frojo e Gerardo
Maria Cantore entrambi del Foro di Napoli;
8. BUCCICO Emilio Nicola, nato a Matera il 28.12.1940, con domicilio eletto in
Matera alla via IV Novembre n. 25, difeso di fiducia dagli Avvocati Giuseppe
Iannello del Foro di Catanzaro e Giuseppe Frigo del Foro di Brescia;
9. GENTILI Pietro, nato a Bari il 10.2.1943, con domicilio eletto in Policoro (MT) alla
via San Giusto n. 19, difeso di fiducia dall’Avv. Francesco Mele del Foro di
Matera;
10. VITALE Vincenzo, nato a Rotondella (MT) il 14.10.1940, residente a Policoro
(MT) alla via Del Lido n. 26, difeso di fiducia dagli Avvocati Aldo Casalinuovo
del Foro di Catanzaro e Paola Severino del Foro di Roma;

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11. VITALE Marco, nato a Matera il 29.3.1967, con domicilio eletto presso lo studio
Laviola in Policoro (MT) alla via Siris n. 183, difeso di fiducia dagli Avvocati
Aldo Casalinuovo del Foro di Catanzaro e Riccardo Laviola del Foro di Matera;
12. BUBBICO Filippo, nato a Montescaglioso (MT) il 26.2.1954, con domicilio eletto
presso lo studio Petrucci in Roma alla via Premuda, difeso di fiducia dagli
Avvocati Donato Pace del Foro di Potenza e Luca Petrucci del Foro di Roma;
13. MARIOTTI Arnaldo, nato a Cappelle Sul Tavo (PE) il 8.2.1947, residente a San
Salvo (CH) alla Piazza A. De Gasperi n. 9, difeso d’ufficio dall’Avv. Nicola
Marcella del Foro di Catanzaro, con studio a Catanzaro Lido alla via Eraclea n. 2,
tel. 0961*31963;
14. GOTI Massimo, nato ad Arezzo il 18.6.1941, residente a Roma alla via S. Teodoro
n. 18 int. 10, difeso d’ufficio dall’Avv. Nicola Marcella del Foro di Catanzaro, con
studio a Catanzaro Lido alla via Eraclea n. 2, tel. 0961*31963;
15. BARBIERI Vincenzo, nato a Roma il 23.8.1949, ivi residente alla via M. Musco n.
77, difeso di fiducia dall’Avv. Vincenzo Ioppoli del Foro di Catanzaro;
16. FASANO Luisa, nata a Potenza il 29.7.1970, con domicilio eletto presso lo studio
Pace in Potenza alla via Nazario Sauro n. 102, difesa di fiducia dagli Avvocati
Antonio Donato Pace del Foro di Potenza e Fabio Viglione del Foro di Roma;
17. LABRIOLA Giuseppe, nato a Tursi (MT) il 23.7.1953, con domicilio eletto in
Tursi (MT) alla via Roma n. 244, difeso di fiducia dagli Avvocati Nicola Rocca del
Foro di Matera ed Aldo Casalinuovo del Foro di Catanzaro;
18. DE FILIPPO Vito, nato a S. Arcangelo (PZ) il 27.8.1963, con domicilio eletto
presso lo studio Ferrara in Potenza al Corso 18 agosto 1928, difeso di fiducia
dagli Avvocati Domenico Antonio Ferrara del Foro di Potenza e Fabio Viglione
del Foro di Roma;
19. SPITZ Elisabetta, nata a Roma il 22.1.1953, con domicilio eletto presso lo studio
Olivo in Roma alla via Eleonora Duse n. 35, difesa di fiducia dall’Avv. Riccardo
Olivo del Foro di Roma;
20. PEPE Giuseppe, nato a Gravina in Puglia (BA) il 31.1.1946, con domicilio eletto in
Gravina in Puglia (BA) alla via Di Vittorio n. 43, difeso di fiducia dall’Avv.
Annalisa Pepe del Foro di Roma;
21. VICECONTE Felice, nato a Bari il 4.4.1954, con domicilio eletto in Francavilla in
Sinni (PZ) alla via Roma n. 136, difeso di fiducia dall’Avv. Francesco Viceconte
del Foro di Roma;
22. LOPATRIELLO Nicolino, nato a Rotondella (MT) il 7.10.1957, con domicilio
eletto in Policoro (MT) alla via Sinfisi n. 43, difeso di fiducia dagli Avvocati
Piermaria Lista del Foro di Matera e Filippo Vinci del Foro di Matera;
23. MONTESANO Nicola, nato a Policoro (MT) il 25.6.1975, con domicilio eletto
presso lo studio Di Pierri in Policoro (MT) alla via Siris n. 8, difeso di fiducia
dall’Avv. Gianni Di Pierri del Foro di Matera;
24. VITA Michele, nato a Satriano di Lucania (PZ) il 13.11.1952, con domicilio eletto
in Potenza alla c/da Piani del Mattino n. 8/D, difeso di fiducia dall’Avv. Federico
Massa del Foro di Lecce;
25. DE LUCA Claudia, nata a Napoli il 12.6.1971, ivi residente alla via Del Rione
Sirignano n. 6, difesa d’ufficio dall’Avv. Nicola Marcella del Foro di Catanzaro,
con studio a Catanzaro Lido alla via Eraclea n. 2, tel. 0961*31963;
26. CENCI Daniele, nato a Perugia il 22.1.1968, ivi residente al Viale Pellini Pompeo
n. 23, difeso d’ufficio dall’Avv. Nicola Marcella del Foro di Catanzaro, con studio
a Catanzaro Lido alla via Eraclea n. 2, tel. 0961*31963;

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27. SANTARSIERO Vito, nato a Potenza il 2.3.1955, ivi residente c/da Macchia
Marcone, difeso d’ufficio dall’Avv. Nicola Marcella del Foro di Catanzaro, con
studio a Catanzaro Lido alla via Eraclea n. 2, tel. 0961*31963;
28. MAURO Vincenzo, nato a Salerno il 5.9.1948, residente a Potenza al Viale G.
Marconi n. 42, domiciliato c/o la Questura di Messina, difeso d’ufficio dall’Avv.
Nicola Marcella del Foro di Catanzaro, con studio a Catanzaro Lido alla via
Eraclea n. 2, tel. 0961*31963;
29. CETOLA Massimo, nato a Roma il 17.7.1946, ivi residente alla via Giulia n. 81,
difeso d’ufficio dall’Avv. Nicola Marcella del Foro di Catanzaro, con studio a
Catanzaro Lido alla via Eraclea n. 2, tel. 0961*31963;
30. GARELLI Emanuele, nato a Cuneo il 12.4.1949, residente ad Ameno (NO) alla via
Fratelli Neri n. 2, difeso d’ufficio dall’Avv. Nicola Marcella del Foro di
Catanzaro, con studio a Catanzaro Lido alla via Eraclea n. 2, tel. 0961*31963;
31. IMPROTA Nicola, nato a Teverola (CE) il 21.8.1949, residente a Potenza alla via
Livorno n. 120, difeso d’ufficio dall’Avv. Nicola Marcella del Foro di Catanzaro,
con studio a Catanzaro Lido alla via Eraclea n. 2, tel. 0961*31963;
32. POLIGNANO Pietro Giuseppe, nato a Putignano (BA) il 5.12.1959, residente a
Palermo alla via Vittorio Emanuele n. 475, difeso d’ufficio dall’Avv. Nicola
Marcella del Foro di Catanzaro, con studio a Catanzaro Lido alla via Eraclea n. 2,
tel. 0961*31963;
33. COSTANZO Biagio, nato a Lagonegro (PZ) il 17.5.1969, residente ad Episcopia
alla via Ing. Bruno n. 133, difeso d’ufficio dall’Avv. Nicola Marcella del Foro di
Catanzaro, con studio a Catanzaro Lido alla via Eraclea n. 2, tel. 0961*31963;

TUFANO Vincenzo, BONOMI Gaetano, GENOVESE Felicia, CANNIZZARO Michele,


CHIECO Giuseppe, GRANESE Iside, BUCCICO Emilio Nicola, GENTILI Pietro,
BARBIERI Vincenzo, FASANO Luisa, LABRIOLA Giuseppe,

a) in ordine al reato p. e p. dall’art. 416, commi 1-2-5, cod.pen. perché si


associavano tra loro – TUFANO quale Procuratore Generale presso la
Corte d’Appello di Potenza, BONOMI quale Sostituto Procuratore
Generale presso la Corte d’Appello di Potenza, GENOVESE quale
Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Direzione Distrettuale
Antimafia di Potenza e per un periodo anche quale Procuratore della
Repubblica Vicario presso il Tribunale di Potenza, nonché Procuratore
della Repubblica FF, CANNIZZARO quale marito della GENOVESE e
Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza,
CHIECO quale Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di
Matera, GRANESE quale Presidente del Tribunale di Matera, BUCCICO
quale Avvocato componente del Consiglio Superiore della Magistratura e
successivamente quale Senatore della Repubblica, GENTILI quale
Ufficiale dell’Arma dei Carabinieri Responsabile della Sezione di Polizia
Giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Potenza, BARBIERI
quale Capo della Direzione Generale Magistrati presso il Ministero della
Giustizia, FASANO quale Dirigente della Squadra Mobile della Questura
di Potenza, LABRIOLA quale Avvocato Presidente del Consiglio
dell’Ordine degli Avvocati di Matera, ed altri per cui non si procede in
questa sede, al fine di commettere più delitti, ed in particolare quelli di

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corruzione e corruzione in atti giudiziari, come indicato nei capi che
seguono, con le loro condotte, occultando anche i legami tra di loro e
soprattutto tenendo segrete le finalità e gli scopi del sodalizio criminoso,
svolgevano attività diretta ad interferire sull’esercizio delle funzioni di
organi costituzionali (Ordine Giudiziario, Consiglio Superiore della
Magistratura e Ministero della Giustizia, in particolare attraverso attività
di ostacolo, pressioni e delegittimazione di magistrati in servizio presso la
Procura della Repubblica di Potenza e l’Ufficio del Giudice delle indagini
preliminari presso il Tribunale di Potenza, impegnati in indagini difficili
e complesse che avevano ad oggetto in particolare, per reati gravi contro la
pubblica amministrazione ed altro, settori dei cd. colletti bianchi) e di
amministrazioni pubbliche (attraverso la delegittimazione ed il tentativo
di condizionamento della Polizia Giudiziaria delegata ad indagini
preliminari delicate e complesse, in particolare nei confronti di
appartenenti alla Polizia di Stato, alla Polizia Municipale ed all’Arma dei
Carabinieri ed altresì attraverso il condizionamento di persone informate
sui fatti), nonché attraverso il condizionamento di amministrazioni
pubbliche (quali la Regione Basilicata, il Comune di Potenza e l’Azienda
Ospedaliera San Carlo di Potenza). Tale sodalizio diveniva punto di
riferimento di politici (anche di opposti schieramenti), amministratori
pubblici, avvocati, imprenditori e faccendieri vari che avevano necessità di
interventi illeciti per il condizionamento, in loro favore e di persone di cui
erano referenti, dell’attività giudiziaria che si svolgeva presso gli uffici
giudiziari di Potenza e Matera. Sodalizio che operava con distribuzione di
ruoli ed avvalendosi in modo servente agli interessi associativi di mezzi e
strutture pubbliche. I pubblici ufficiali, partecipanti al sodalizio,
asservivano, pertanto, in modo stabile, la loro funzione ad interessi di
privati, ricevendo utilità varie, quali incarichi in ruoli di vertice all’interno
dell’Ordine Giudiziario, incarichi presso la Commissione Parlamentare
Antimafia, la disponibilità diretta dell’Azienda Ospedaliera San Carlo di
Potenza, la promessa di assunzione di parenti presso strutture pubbliche,
interventi indebiti presso il Consiglio Superiore della Magistratura ed il
Ministero della Giustizia, il consolidamento di posizioni di prestigio e di
influenza dominante all’interno dei gruppi di potere, in primo luogo
politici (con rilevanti componenti massoniche), operanti in Basilicata ed in
Roma, condotte di favore da parte di appartenenti alle forze dell’ordine,
nonché divenendo interlocutori privilegiati di esponenti di primo piano
della Camera Penale degli Avvocati di Potenza e Matera. Atti di ufficio di
mercimonio che si concretizzavano, in particolare, con comportamenti
contrari ai doveri di fedeltà (attraverso la violazione sistematica di norme
giuridiche), di obbedienza (attraverso l’asservimento di funzioni
pubbliche, anche di rilevanza costituzionale, per il perseguimento di
interessi personali e di gruppo), di segretezza (attraverso la diffusione tra i
sodali ed i beneficiari delle condotte illecite di notizie coperte da
segretezza e riservatezza), di imparzialità (attraverso le coperture fornite ai
sodali ed ai magistrati che non creavano “problemi” agli interessi dei
centri di potere, anche occulti, protetti dal sodalizio, ed ostacolando
l’attività giudiziaria compiuta da magistrati che esercitavano le funzioni in
ossequio ai principi di uguaglianza alla legge ed all’obbligatorietà

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dell’azione penale), di onestà (piegando le loro funzioni, attraverso il
mercimonio delle stesse, in favore di centri di potere extragiudiziari) e di
vigilanza (offrendo coperture a magistrati e pubblici ufficiali collusi ed
esercitando, in violazione di legge, asseriti poteri di vigilanza per
contrastare magistrati e pubblici ufficiali che agivano per l’interesse
pubblico in modo conforme a legge). Condotte illecite concretizzatesi non
solo attraverso fatti di mercimonio dei doveri dell’ufficio per atti formali
(provvedimenti giudiziari ed amministrativi), ma anche attraverso il
sistematico e generalizzato favoritismo in violazione anche del principio
costituzionale del buon andamento e dell’imparzialità della pubblica
amministrazione ed asservimento dei beni pubblici protetti ad interessi
privatistici di singoli e di gruppi.
Ed in particolare, sodalizio che ha operato anche con le seguenti condotte:
TUFANO e BONOMI, avvinti da solidi legami anche di natura personale,
collocati ai vertici degli uffici giudiziari requirenti di Potenza,
esercitavano indebita attività d’interferenza nei confronti del Procuratore
della Repubblica di Potenza Giuseppe GALANTE, dei Sostituti
Procuratori della Repubblica Vincenzo MONTEMURRO ed Henry John
WOODCOCK, dei Giudici per le indagini preliminari Alberto IANNUZZI
e Rocco PAVESE, nonché garantivano illecita copertura, attraverso
l’omissione della dovuta attività di vigilanza, ad appartenenti del
medesimo sodalizio, quale il Sostituto Procuratore della Repubblica della
DDA di Potenza, nonché Procuratore della Repubblica Vicario, Felicia
GENOVESE; condizionavano procedimenti penali in cui risultavano
interessati Avvocati a loro “vicini”; condizionavano la polizia giudiziaria
impegnata in indagini delicate e complesse soprattutto per reati contro la
pubblica amministrazione ed anche al fine di dirigere le loro attività
contro Magistrati della Procura della Repubblica di Potenza e di loro
collaboratori;
GENOVESE e CANNIZZARO garantivano l’esito di procedimenti penali
di loro interesse e delle persone di cui erano garanti (in particolare quelli
nel settore della sanità, cd. processo PANIO in primo luogo) ed offrivano
utilità varie attraverso il ruolo del dott. CANNIZZARO all’interno della
più grande azienda ospedaliera della Basilicata;
BUCCICO, in particolare quale Avvocato e Consigliere del Consiglio
Superiore della Magistratura, quale controprestazione di interventi
giudiziari in suo favore e/o di persone a lui comunque riconducibili,
garantiva il suo intervento presso pratiche (disciplinari, para-disciplinari
incarichi direttivi e semi-direttivi ed altre ancora) innanzi al Consiglio
Superiore della Magistratura che riguardavano sodali ed altri magistrati
(tra cui il TUFANO ed il CHIECO), nonché incarichi presso Organi
Costituzionali ed il consolidamento di posizioni negli ambienti politici e
professionali della Basilicata. Il BUCCICO garantiva, in particolare,
interventi di favore presso il CSM nei confronti del Presidente del
Tribunale di Matera, Iside GRANESE, con riferimento ad un debito che
questa aveva con la Banca Popolare del Materano, Istituto Bancario più
volte patrocinato dallo stesso studio legale BUCCICO; prometteva e faceva
avere, inoltre, al Sostituto Procuratore della Repubblica presso la
Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, Felicia GENOVESE,

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l’incarico di Consulente presso la Commissione Parlamentare Antimafia
(quale controprestazione del suo asservimento agli interessi illeciti dello
stesso BUCCICO);
GRANESE, quale Presidente del Tribunale di Matera, al fine di assicurare
l’impunità a CARUSO Attilio, Presidente della Banca Popolare del
Materano, per alcuni fatti illeciti commessi nella gestione del Consorzio
Anthill (in particolare la turbata libertà degli incanti durante la gara
UMTS) e della ILM srl, compiva condotte finalizzate all’ottenimento
dell’illegittimo fallimento del predetto Consorzio; la GRANESE risultava
Giudice in diverse cause nella quali era convenuta la Banca Popolare del
Materano nello stesso periodo in cui il Presidente del Tribunale aveva
contratto un rapporto di mutuo, a condizioni di eccezionale favore, con il
predetto Istituto Bancario;
LABRIOLA, nel suo ruolo di Avvocato ed anche Presidente della Camera
Penale di Matera, assumeva il ruolo (anche in virtù dei suoi legami di tipo
massonico) di condizionamento di processi, unitamente al BUCCICO, nel
distretto giudiziario di Potenza, in particolare nella vicenda relativa ai cd.
brogli di Scanzano Jonico;
CHIECO, quale Procuratore della Repubblica di Matera, garantiva l’esito
favorevole di taluni procedimenti presso la Procura della Repubblica di
Matera anche attraverso i legami con l’Avv. BUCCICO e l’Avv.
LABRIOLA (con particolare riferimento ai fascicoli procedimentali in cui
risultavano interessati Michele Francesco ZITO, Carlo GAUDIANO e
l’Avv. Beatrice Maria GENCHI, ed in generale tutti quelli che
riguardavano persone con le quali intratteneva rapporti di interesse o
persone offese che potevano danneggiare persone a lui vicine);
GENTILI, quale alto Ufficiale dell’Arma responsabile dell’aliquota
Carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura della
Repubblica di Potenza, unitamente alla FASANO dirigente della Squadra
Mobile della Questura di Potenza, rappresentavano i punti di riferimento
del sodalizio nell’ambito della polizia giudiziaria: in modo tale da dirigere
attività di ostacolo nei confronti di altri appartenenti alla polizia
giudiziaria che prestavano doverosamente il loro lavoro nel
perseguimento della giustizia, carpire in modo indebito informazioni
riservate, divulgare notizie coperte da segreto investigativo, condizionare
avvocati e persone informate sui fatti;
BARBIERI rappresentava uno dei punti di riferimento presso il Ministero
della Giustizia al fine di indirizzare attività di accertamento ispettivo di
tipo strumentale, nonché attività di indebita pressione e condizionamento,
nei riguardi di magistrati impegnati in procedimenti delicati e complessi
presso gli uffici giudiziari di Potenza, e di offrire, contestualmente,
garanzie di “coperture” istituzionali ai magistrati del sodalizio e di quelli
a loro a qualsiasi titolo collegati che pure a fronte di nefandezze varie non
subivano accertamenti altrettanto pervasivi dagli organi istituzionali di
vigilanza.
Sodalizio criminoso che ha operato, in particolare, nelle vicende di seguito elencate:
1) la c.d. vicenda PANIO nella quale centrale è il ruolo del PM GENOVESE, la quale non
solo non si astiene dalla trattazione del procedimento n. 4271/01 R.G.N.R., nonostante un
evidente interesse riconducibile al marito e sodale dott. CANNIZZARO, ma anche, al fine

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di perseguire il controllo illecito delle notizie di reato all’interno della Procura della
Repubblica di Potenza, si fa nominare Procuratore Vicario e coordinatore delle indagini
riguardanti la pubblica amministrazione, pur essendo nota la riconducibilità alla stessa ed
alla sua famiglia del centro di fiosikinesiterapia “Camillo Genovese”, convenzionato con
l’ASL; incompatibilità accentuatasi dopo la nomina del CANNIZZARO a Direttore
Generale dell’ASL 2 San Carlo; addirittura, per un periodo, svolge le funzioni di
Procuratore della Repubblica facente funzioni in tal modo avendo il controllo di tutte le
notizie di reato e dell’intera posta in ricezione presso l’Ufficio di Procura, quindi venendo
a conoscenza di ogni eventuale notizia su fatti aventi ad oggetto il settore della sanità, ed
in particolare quello relativo all’azienda ospedaliera San Carlo, oltre ovviamente a tutti i
reati afferenti la pubblica amministrazione.
In merito alla “vicenda Panio” si evidenzia che:
- Il dott. PANIO, in data 15.10.2001, presentava presso il Comando CC di Matera,
indirizzandola alla Procura di Matera, una denuncia relativa ad alcuni abusi che
sarebbero stati commessi dalla Giunta Regionale della Basilicata presieduta da Filippo
BUBBICO, che aveva provveduto al suo licenziamento senza un giustificato motivo. Da
questa denuncia scaturiva un procedimento penale il cui fascicolo veniva affidato alla
dr.ssa GENOVESE (P.P. 4271/01, mod.21). Tra i soggetti denunciati vi erano il
Presidente pro-Tempore della Regione Basilicata (Filippo BUBBICO), l’Assessore
Regionale alla Sanità (Vito DE FILIPPO), oltre al subentrato D.G. dell’ASL 1 di Venosa;
- Il P.M. GENOVESE, trascorsi due anni ed otto mesi dall’iscrizione nel registro del
procedimento penale (avvenuta il 22.10.01), inoltrava al G.I.P. richiesta di archiviazione
in data 29.6.04;
- La dr.ssa Genovese, in data 23.7.04, in seguito alla presentazione, da parte del marito
(CANNIZZARO Michele), della domanda di partecipazione al concorso per la nomina a
Direttore Generale dell’A.O. San Carlo di Potenza, faceva istanza al Procuratore Capo di
Potenza affinché fosse autorizzata ad astenersi dal trattare procedimenti già iscritti a
carico di componenti della Giunta lucana, dovendo la procedura per l’espletamento del
sopra menzionato concorso concludersi con un provvedimento della Giunta stessa (per
come si indicherà in seguito la stessa si asterrà da tutti i procedimenti penali riguardanti
la giunta regionale tranne che del P.P. 4271/01 – inerente la vicenda PANIO e nel quale
risultavano indagati Bubbico Filippo + altri);
- Il 14.10.2004 il Procuratore Capo dr. Galante autorizzava la suddetta richiesta della dr.ssa
GENOVESE;
- Il dott. PANIO, il 29.04.05, presentava “atto di opposizione alla richiesta di archiviazione
e richiesta di prosecuzione delle indagini” al GIP di Potenza;
- Il 23.6.2005, la dr.ssa Genovese, in seguito all’istanza di opposizione all’archiviazione del
dott. Panio (della quale ne era venuta a conoscenza perché ancora in possesso del
fascicolo) ed alla conseguente fissazione dell’udienza, scriveva al Procuratore Generale
dr TUFANO, lamentandosi delle calunnie, a suo dire, indicate dal Panio nella sua
opposizione, laddove lo stesso ricollegava la scelta della GENOVESE di richiedere
l’archiviazione del fascicolo alla nomina del marito della stessa presso l’ASL San Carlo;
- Il G.I.P. dr. IANNUZZI, a seguito dell’opposizione del dott. Panio, fissava l’udienza
camerale per il 5.10.2005. A seguito di tale udienza respingeva la richiesta di
archiviazione e rimandava gli atti al PM richiedendo ulteriori indagini. A seguito delle
ulteriori indagini, delegate ai Carabinieri di Potenza, il dr. GALANTE (che nel frattempo
si era autoassegnato il fascicolo) riproponeva la richiesta di archiviazione rifacendosi alla
precedente richiesta formulata dalla dr.ssa GENOVESE. A seguito di tale nuova richiesta
di archiviazione il GIP IANNUZZI disponeva al PM di formulare imputazione coatta a

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carico dei soggetti indagati, ravvisando a carico degli stessi gli estremi per essere rinviati
a giudizio.
Emergeva quanto segue:
Il dott. Michele CANNIZZARO, marito della dr.ssa GENOVESE, presentava la domanda
di partecipazione al concorso per la nomina a Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera
San Carlo di Potenza in data 22.7.2004.
La domanda di astensione della dr.ssa Genovese dalla trattazione di procedimenti penali
che vedevano coinvolti componenti della Giunta Regionale lucana è datata 23.7.2004.
La delibera di G.R. per la nomina del D.G. dell’A.O. S. Carlo di PZ è datata 31.7.2004 ed
all’interno di essa alcuni dati sono inseriti a penna, ovvero, il nome del dott.
CANNIZZARO, parte delle motivazioni in base alle quali la scelta ricade sullo stesso, che
l’Assessore Cataldo Collazzo si allontana poco prima della votazione.
Il bando di concorso, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata,
prevedeva che i partecipanti non si trovassero in alcuna delle condizioni di incompatibilità
di cui al comma 9 dell’art. 3 del D. Lgs. 502/92, a norma del quale “la carica di Direttore
Generale è incompatibile con l’esistenza di rapporti, anche in regime convenzionale con l’unità
sanitaria locale presso cui sono esercitate le funzioni o di rapporti economici o di consulenza con
strutture che svolgono attività concorrenziali con la stessa”.
Il 29.11.2004 la Giunta Regionale si riuniva nuovamente per prendere atto della variazione
di incarichi nell’ambito della struttura sanitaria di fisiokinesiterapia “Genovese Camillo”,
presso cui il dott. Michele CANNIZZARO ricopriva la carica di responsabile sanitario,
prima che vi subentrasse il dr. Riccardo Fuzio, con decorrenza (secondo quanto scritto nella
delibera di Giunta) 21.7.04.
Nella medesima delibera è riportato che il sig. Salvatore Spadaro (amministratore unico
della struttura sanitaria Genovese Camillo) aveva comunicato – con nota 78/07/04 del
23.7.2004, acquisita al prot. n. 193757/72E del 6.9.2004 del Dipartimento Sicurezza e
Solidarietà Sociale – che, con decorrenza 22.7.2004, il dott. Michele CANNIZZARO aveva
ceduto le sue quote societarie al sig. Camillo Cannizzaro (figlio), giusto atto avente Rep.
1289 registrato a Potenza in data 26.7.04, al n. 1752/1.
In data 30.8.2004 la dr.ssa GENOVESE, facendo seguito alla nota n.989/04 del 23.07.2004,
con la quale richiedeva di astenersi da tutti i procedimenti penali riguardanti la Giunta
Regionale, riservandosi di indicarli compiutamente, comunicava al Procuratore della
Repubblica che, a seguito di apposita ricerca nella sua segreteria, erano stati rinvenuti i
fascicoli inerenti i procedimenti penali nn. 763/2004 -21, 3469/02 -21, 895/2003 -44,
1117/02 -21, che venivano trasmessi allo stesso Procuratore. Con la nota sopra indicata la
dr.ssa GENOVESE trasmetteva, a suo dire, tutti i fascicoli che riguardavano la Giunta
Regionale Basilicata. La suddetta nota veniva depositata in data 30.08.2004.
Il dr. GALANTE apponeva in calce alla stessa nota il visto con il quale riteneva fondate le
ragioni esposte ed autorizzava l’astensione della dr.ssa Genovese, con provvedimento
datato 14.10.2004.
Per quanto suindicato si pone in evidenza che tra i fascicoli trasmessi dalla dr.ssa
GENOVESE, con la sua richiesta di astensione, non vi è quello inerente il P.P.4271/01 - 21,
riguardante la cosiddetta “vicenda Panio”.
A seguito degli atti della richiesta di archiviazione da parte della dr.ssa GENOVESE, il
dott. Panio, in data 29.4.2005, integrata con nota datata 20.5.2005, denunciava la
concomitanza della suddetta richiesta di archiviazione con la nomina a Direttore Generale
dell’A.O. San Carlo di Potenza del dott. CANNIZZARO Michele, marito della
GENOVESE, con nota datata 23.06.2005, indirizzata al Procuratore Generale di Potenza,
dr. TUFANO, (protocollata presso la Procura Generale al n.4858 del 23.06.2005); la stessa

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dr.ssa GENOVESE esponeva la sua ricostruzione dei fatti in merito a quanto denunciato
dal Panio, chiedendone, laddove lo stesso Procuratore Generale ne avesse ravvisato gli
estremi di reato, “non esclusa quella di calunnia a mio danno”, la trasmissione alla Procura di
Catanzaro, ex art.11 c.p.p..
Il dott. Panio, con nota datata 2.5.2005, trasmetteva il suo atto di opposizione alla richiesta
di archiviazione al Procuratore Generale della Repubblica di Potenza. Lo stesso, con nota
del 26.05.2005, protocollo 4130, richiedeva al G.I.P. competente, dr. IANNUZZI, copia
della richiesta di archiviazione in oggetto e la comunicazione delle determinazioni a
seguito della opposizione. Con nota datata 9.6.2005 l’Ufficio del G.I.P. trasmetteva alla
Procura Generale copie della richiesta di archiviazione e del decreto di fissazione
dell’udienza a seguito dell’opposizione alla stessa.
Il Procuratore Generale, in data 23.6.2005 (stessa data della nota della dr.ssa GENOVESE)
trasmetteva, con nota 4869, ai sensi dell’art.11 c.p.p., l’opposizione alla richiesta di
archiviazione presentata dal Panio, nonché copia della nota nr.4858 prot., inviata a
quell’Ufficio dalla dr.ssa GENOVESE. Allegata a tale nota vi è anche un provvedimento
del Procuratore Generale, datato 23.6.2005, con il quale quest’ultimo, ritenendo di non
dover procedere all’avocazione, in quanto nella richiesta del Panio non era indicata una
richiesta in tal senso e rilevando la competenza ex art.11 c.p.p., disponeva la trasmissione
degli atti alla Procura di Catanzaro.
Inoltre, rilevante risulta la lettura della nota datata 23.6.2005, della dr.ssa Genovese,
indirizzata esclusivamente al Procuratore Generale della Repubblica di Potenza e
protocollata presso quell’Ufficio al n. 4858 del 23.6.2005. Infatti, con tale nota, la dr.ssa
GENOVESE scrive:
“Nella mia qualità di titolare del procedimento penale 4271/2001 -21 a carico di Pinto Michele ed
altri, avendo appreso dalla consultazione del RE.GE, effettuata dalla mia segreteria, che nel
procedimento suddetto, inviato al GIP con richiesta di archiviazione, è stata fissata udienza a
seguito di opposizione della parte offesa, ho avuto modo di prendere visione del fascicolo e dell’atto
di opposizione, presentato dal denunziante Panio Giuseppe ed ho rivelato quanto
segue……..OMISSIS”.
Quanto sopra indicato, oltre a riscontrare in maniera inconfutabile la circostanza sopra
indicata circa la mancata astensione da parte della dr.ssa Genovese nel procedimento
penale in oggetto, a differenza di quanto avvenuto per gli altri procedimenti, avvenuta con
nota del 23.7.2004, integrata dalla nota del 30.8.2004, fa emergere ulteriori condotte poste
in essere dalla dr.ssa Genovese. Infatti, la stessa giustifica la visione di atti che
diversamente non avrebbe potuto vedere (vedi atto di opposizione del Panio) con il fatto
di essere titolare del procedimento. Analoga giustificazione viene data per la
consultazione al RE.GE effettuata dalla sua segreteria.
A tal proposito, si precisa che il magistrato se si fosse astenuto anche nel P.P.4271/01 -21,
non avrebbe potuto essere a conoscenza dell’opposizione del Panio e, conseguentemente,
non avrebbe potuto formulare la sua “nota di chiarimenti” indirizzata al Procuratore
Generale, sopra in parte riportata, salvo non fosse stato lo stesso P.G. o il suo ufficio a
comunicare alla dr.ssa Genovese il contenuto dell’atto di opposizione del Panio, di cui lo
stesso ufficio era venuto a conoscenza in data 2.5.2005, in quanto trasmesso dal Panio
stesso.
Sempre in merito all’astensione della dr.ssa GENOVESE si evidenzia che quest’ultima
trasmette il fascicolo inerente il P.P.4271/01 -21 al dr. GALANTE solo in data 15.11.2005.
Anche in tal caso emerge un certo ritardo nella trasmissione degli atti, dal momento che
già in data 23.6.2005 la GENOVESE era venuta a conoscenza dell’atto di opposizione del
dott. Panio.

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Con riferimento alle modalità operative del sodalizio si riporta anche stralcio di
conversazione telefonica intervenuta tra gli esponenti politici lucani Lacorazza e Curcio,
nel corso della quale i due interlocutori dicevano:
…………………………….omissis………………………………………………………………….
LACORAZZA: Noi tentammo di fare un accordo… per lavorare sull’operazione al San Carlo su
MARRA con DE FILIPPO. Il pezzo della Margherita, Margiotta non lo fece passare per altre
vicende, proponendo e mettendo sul piatto Cannizzaro. Noi in grande
CURCIO: Ah… l’hanno…
LACORAZZA: Difficoltà…
CURCIO: Ah, l’hanno proposto… questa Margherita Cannizzaro?...
LACORAZZA: CHIURAZZI l’ha proposto… Margiotta e Chiurazzi in giunta Regionale…
………………………………omissis………………………………………………………………..
Da quanto emerge la nomina di CANNIZZARO sembra essere stata proposta ed avallata
proprio dal CHIURAZZI e dal MARGIOTTA (esponente di primo piano della margherita,
oggi partito democratico, marito della dr.ssa FASANO punto di riferimento del sodalizio
nell’ambito della polizia giudiziaria); proprio il CHIURAZZI è uno dei due soli soggetti
(l’altro è BUBBICO) appartenenti alla giunta regionale che ha nominato il marito ad essere
indagati nel P.P. 4271/01 – 21 (vicenda PANIO), per il quale la stessa aveva richiesto
l’archiviazione.
Inoltre, dall’esame delle conversazioni telefoniche intercettate sull’utenza intestata al
Centro FKT “Genovese Camillo S.r.l.” , si è avuto modo di rilevare che il centro è gestito,
di fatto, dal nipote di CANNIZZARO Michele, SPADARO Michele, che, a sua volta, è
anche il sindaco del Comune di Laganadi (RC), ove è nato il predetto CANNIZZARO
(risultato anche nel passato in rapporti con persone vicine all’organizzazione mafiosa
denominata ‘ndrangheta, nonché già iscritto alla loggia massonica “Mario Pagano).
Ne deriva anche che CANNIZZARO Michele, nonostante ricopra l’incarico di Direttore
Generale dell’AO San Carlo, carica incompatibile con altre attività di natura privatistica,
continuava ad occuparsi del Centro fisioterapico che, tra l’altro, risulta convenzionato con
il S.S.N.. A riscontro di tale circostanza, dalle conversazioni in esame emerge che il
predetto dott. CANNIZZARO si sia informato su alcuni problemi sorti nella pratica
relativa alle convenzioni di cui il centro beneficia, stipulate con la Regione Basilicata e che
abbia dato direttive su come predisporre la contabilità relativa alle prestazioni
convenzionate fornite dal centro.
In una conversazione telefonica è addirittura la dr.ssa GENOVESE ad accertarsi
dell’intestazione di una fattura inerente un acquisto di libri per il Centro FKT.
Inoltre, le due utenze cellulari in uso rispettivamente al dott. CANNIZZARO ed alla dr.ssa
GENOVESE risultano intestate al centro Genovese Camillo S.r.l..
Il conflitto di interessi evidente scaturisce dai rapporti in convenzione tra il Centro
Genovese e la ASL di Potenza. Del resto il CANNIZZARO, per poter partecipare al
concorso per Direttore Generale dell’AO San Carlo di Potenza aveva ceduto le sue quote,
detenute fino ad allora nel centro, a CANNIZZARO Camillo, proprio perché
incompatibile. Tale cessione appare meramente formale. E’ da dire che il ruolo della
GENOVESE presso la Procura della Repubblica di Potenza serviva anche per iniziative
giudiziarie, mercimonio delle funzioni pubbliche alle quali era preposta, nei confronti dei
professionisti concorrenti con il marito (quale ad esempio la vicenda SILLETTI).
All’interno del sodalizio i legami risultano consolidati anche da una matrice di tipo
massonico, come si evince dall’avvenuta appartenenza a logge massoniche del dott.
CANNIZZARO, dell’Avv. LABRIOLA e del MARUGGI (Direttore Generale della Banca
Popolare del Materano), risultato essere vicino al BUCCICO ed al CARUSO, presidente

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pro-tempore della Banca Popolare del Materano, corruttore del Presidente del Tribunale di
Matera, dr.ssa GRANESE.
Con riferimento alla stessa vicenda PANIO si riporta quanto riferito da Don Marcello
COZZI:
Don Marcello COZZI – Penso 2000-2001... 2000-2001. Dico questo, anche perché chi mi riferisce
questo mi riferisce anche un altro fatto. Mi riferisce che, parlando, mi dice: “Guarda non sono poche
le cose strane che sono accadute nell’ufficio della Squadra Mobile in questi ultimi anni”. Per
esempio, in riferimento al caso di Elisa CLAPS, vengono mandati tre poliziotti a casa di RESTIVO
per prendere… per fare una perquisizione. Questi tre poliziotti non vengono fatti entrare a casa, si
telefona alla dottoressa GENOVESE, si chiede… l’ispettore GRIMALDI il Capo della Mobile…
Maresciallo MUSARDO – Da chi vengono mandati questi tre poliziotti a casa di RESTIVO?
Don Marcello COZZI – Dal Capo della Mobile…
Maresciallo MUSARDO – Di iniziativa o su delega della Procura?
Don Marcello COZZI – Di iniziativa, di iniziativa per una perquisizione. Ovviamente lì nel
frattempo, da quello che mi viene detto, l’avvocato MARINELLI (che è l’avvocato della famiglia
RESTIVO) viene avvisato e telefona a casa di RESTIVO e dice: “Arrivano tre poliziotti, non li fate
entrare se non hanno il mandato di perquisizione…” Intanto i tre poliziotti non vengono fatti
entrare, telefonano in Questura (poi probabilmente le cose non sono avvenute così, però io riferisco
quello che mi è stato detto) telefonano in Questura e il Capo della Mobile dice: “Ora io telefono alla
dottoressa GENOVESE…” Fatto sta che questi tre staranno lì un paio di ore, un’ora, due ore, tre
ore, il mandato di perquisizione non arriverà mai e loro faranno marcia indietro. Questi tre mi
risultano essere l’ispettore EUFEMIA, un certo SERRA (se ricordo bene), un certo DI
BENEDETTO o BENEDETTO (adesso non ricordo bene), ma erano tre persone. Mi viene detto:
“Guarda non ti meravigliare più di tanto sul fatto…”
Maresciallo MUSARDO – Questo che periodo è più o meno?
Don Marcello COZZI – Quando è scomparsa Elisa CLAPS, il ’93… nel ’93. Allora io dico: “Ma
questi tre oggi sarebbero disposti a parlare, a dire questo fatto, a dire che hanno aspettato tre ore,
due ore e il mandato non è mai arrivato?” Mi viene detto: “Probabilmente l’ispettore EUFEMIA sì,
probabilmente uno degli altri due che non so se è SERRA o DI BENEDETTO no, perché…”, mi
dicono, “…è calabrese, è uno che parla poco; l’altro invece no non parlerà mai”. Perché? Perché
porta un segreto lui che è collegato al Capo della Mobile GRIMALDI. Qual è questo segreto?
Maresciallo MUSARDO – Sta parlando di Luigi GRIMALDI?
Don Marcello COZZI – Sì, Luigi GRIMALDI…
Maresciallo MUSARDO – Della Squadra Mobile…
Don Marcello COZZI – Quest’altro, il terzo, anni prima gli era stato riferito che avevano
visto entrare il dottore CANNIZZARO a casa di Bruno POLIMENI che all’epoca viveva a
Bucaletto ed era, se non mi sbaglio, legato ad una cosca calabrese e quindi soggiorno
obbligato. Quando lui torna in Questura con questa notizia, parla con il Capo della Mobile Luigi
GRIMALDI e lui deve verbalizzare questa notizia. Il Capo della Mobile dice a questo – non so se un
ispettore comunque un poliziotto – dice: “No, lascia stare, è un’esagerazione, non diamogli troppa
enfasi…” Quindi sembrerebbe quasi esserci stata una intesa non esplicita, mai verbalizzata tra il
Capo della Mobile e questo. Questo si portava un segreto dentro che riguardava il Capo della
Mobile. Il fatto, ripeto, che avevano riferito dell’ingresso del dottor CANNIZZARO nel
fabbricato – nel prefabbricato all’epoca abitava a Bucaletto – di Bruno POLIMENI e il
Capo della Mobile ha detto: “Lascia stare…” Anche perché mi viene detto: “Perché che
vuoi? Non poteva dire sì, sì, fallo, perché la moglie di Luigi GRIMALDI all’epoca
lavorava come segretaria nel centro di Fiosiochinesiterapia di Michele CANNIZZARO”.
Quindi questo, ripeto, io su questo poi mi riservo di dire anche chi mi ha riferito questa cosa, però
voi capite, io non faccio l’investigatore per cui le cose che mi vengono a dire le dicono in confidenza

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al prete. Ora, c’è chi dice: “Ti autorizzo a fare anche il mio nome…” C’è chi invece dice: “No, per il
momento io voglio aiutare tutta questa baracca a sbrogliare certe cose, però per il momento… se poi
nel caso in cui dovesse essere davvero una cosa che bisogna fare, io ti do l’autorizzazione a fare il
mio nome”. Tutto qui.
Maresciallo MUSARDO – Solo una precisazione e poi per me potrebbe anche bastare.
Riguardo al Capo della Squadra Mobile Luigi GRIMALDI, sa se successivamente lo
stesso ha in qualche maniera avuto qualche altro rapporto con il dottor CANNIZZARO?
Ovvero, lei può confermare il fatto che attualmente sia un Dirigente dell’ASL San Carlo?
Don Marcello COZZI – Sì, sì. Devo dire questo. Proprio oggi l’ho incontrato…
Maresciallo MUSARDO – Sì…
Don Marcello COZZI – …proprio oggi l’ho incontrato a prendere l’autobus, che è
l’autobus che di solito prendono gli impiegati dell’Ospedale San Carlo. La settimana
scorsa io l’ho incontrato nel corridoio dell’Ospedale San Carlo proprio nel reparto della
Direzione Amministrativa. Quindi Luigi GRIMALDI oggi lavora all’Ospedale San Carlo.
Maresciallo MUSARDO – E’ un dato certo?
Don Marcello COZZI – E’ un dato certo. Mi viene anche detto che all’epoca c’era un
rapporto di estrema confidenza fra Luigi GRIMALDI e la famiglia CANNIZZARO, perché
quando telefonava a casa della GENOVESE si davano del “tu” e chiamava i figli per
nome. Quindi assolutamente sì, assolutamente sì.
Dovrei aggiungere anche un’altra cosa…
Maresciallo MUSARDO – Prego……..OMISSIS”.

Il dr. GRIMALDI, già appartenente alla Polizia di Stato, ha prestato servizio presso la
Squadra Mobile della Questura di Potenza e, successivamente, è stato assunto presso
l’Ospedale San Carlo di Potenza, ed è risultato in stretti rapporti con i coniugi
GENOVESE/CANNIZZARO.
Si riportano alcune conversazioni telefoniche intercettate sull’utenza cellulare in uso alla
dr.ssa FASANO, dalle quali emerge che Luigi GRIMALDI:
- era stato dirigente della Squadra Mobile di Potenza all’epoca delle indagini sulla
scomparsa di Elisa CLAPS;
- era, poi, stato trasferito alla Sezione di P.G. di Salerno ed, una volta congedatosi
dalla Polizia di Stato aveva lavorato come Dirigente dell’Università di Salerno;
- attualmente ricopre la carica di Dirigente del settore amministrativo
dell’Ospedale San Carlo di Potenza;
- tale vicenda sarebbe stata oggetto di un’interrogazione parlamentare.

Chiamata intercorsa in data 5.6.2007 alle ore 18.40.21 avente numero di progressivo 3434 numero chiamate
3346908468 in uso a Giancarlo numero chiamato 3281508556 in uso a Fasano Luisa.

F: FASANO Luisa;
G: Giancarlo.
^^^^^^^^^^^^^^^
F: pronto?….
G: Luisa…..
F: dimmi tutto bello…
G: ascolta ciao un’interrogazione parlamentare…ci sono degli elementi che mi dovresti fornire tu…..
F: si…
G: perché riguardano il tuo precedesessore….che secondo…notizie del settimanale “Controsenso”…
F: si….
G: dovrebbe poi lavorare per l’ASL….in quanto assunto….
F: a Grimaldi si….ma è predecessore parliamo dei tempi di Elisa Claps….93…
G: esatto, esatto….

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F: si, si….
G: qundi mi serve sapere questo quando è stato alla Mobile, da quando a quando….
F: te lo dico leggendo semplicemete il quadretto….perché altro non so dirti…e poi vediamooo….adesso vengo
da te….hum….
G: ..inc…
F: perché ti posso dire questo che èstato…inc…dal 93 al 94 i tempi de…della scomparsa di Elisa Claps….poi fu
trasferito alla sezione di P.G. di Salerno e dopo poco uscì dall’amministrazione entrando a lavoarare per
l’Univerità da Dirigente….e quindi è dal 94 fuori dall’amministrazione
G: questo si….
F: però credo……che dobbiamo chiedere cioè non abbiamo notizie noi io ti posso dire leggendo il quadretto il 94
è stato dirigente qua….altro non sono notizie che so darti io le so….(cade la linea)….

Chiamata intercorsa in data 5.6.2007 alle ore 18.41.54 avente numero di progressivo 3435 numero chiamate
3346908468 in uso a Giancarlo numero chiamato 3281508556 in uso a Fasano Luisa.

F: FASANO Luisa;
G: Giancarlo.
^^^^^^^^^^^^^^^
F: caduta la linea….stavo dicendo questo te lo posso dire oggettivo il resto delle notizie sono informali nel
senso che io non so quando è uscito bene dall’amministrazione….cioè lo so così….
G: eh va bene poi un’altra cosa che interessa la Mobile….eh..per il fatto di Elisa Claps non è mai stata chiusa
laaa…cosa…...quindi i fatti nuovi
F: no è stata chiusa l’indagine….
G: di Elisa Claps?
F: si fu chiu… è stata archiviata da Salerno…adesso noi abbiamo tentato di riaprire l’indagini di fatto non ci
sono elementi nuovi che ai sensi del codice di procedura penale ti permette la riapertura delle indagini…..
G: mi devi fare…mi devi fare una re…e allora una nota anche su questo
F: si, si la stiamo preparando già comunque a prescindere per lo SCO….
G: eh maa….
F: ma è un’interrogazione parlamentare?
G: serve per un’interrogazione parlamentare…
F: e va bene allora lo deve decidere..lo scrive il Questore…tanto io la sto preparando…
G: …inc….preparare le note per poi portargliele….poi lui..
F: si, si….
G: se la vede…
F: a dir la verita….
G: ..inc…vari elementi hai capito?
F: eh lo so…no già per il capo della Polizia stava scrivendo lui una nota…quindi è già pronta….eh…ti faccio
avere tutto….
G: ok…
F: ciao…
G: poi tu non hai avuto nessuna delega cose per quanto riguarda Catanzaro….
F: delega?…no…
G: he…Catanzaro quindi non ha interessato la Procu…hem la Mobile di…hem noi come struttura?
F: no…
G: ok….
F: sta sentendo delle persone…per esempio sarà sentito come persona informata dei fatti il buon Di Tolla….ma
cioè l’indagine è la loro noi non abbiamo niente…
G: no…inc…. mi chiede se noi abbiamo assunto iniziative etc.
F: no assolutamente no…..
G: va bene ok
F: ci vediamo tra cinque minuti…ciao, ciao…
G: ciao.

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Da una conversazione intercettata nell’ambito del P.P.1265/05 mod.21 della
Procura di Potenza si desume che il GRIMALDI rivestirebbe l’incarico di dirigente
dell’Economato del San Carlo al posto di tale PERGOLA, ancora in servizio.

INTESTATARIO UTENTE
CHIAMANTE
LN TASSINARI Ugo
DATA +393351447258
432 VERSO IMPORTANTE DURATA
24/03/2007
PROGRESSIVO Entrante ! 00:02:09 INTESTATARIO INTERLOCUTORE
12.17.32 CHIAMATO
1286 GENOVESE CAMILLO CANNIZZARO
+393356225432
S.R.L. Michele

SINTESI
CANNIZZARO Michele viene chiamato da TASSINARI il quale riferisce che i suoi colleghi
(giornalisti) lo stanno chiamando per l'articolo riguardante GRIMALDI dell'economato che è uscito
su Controsenso. TASSINARI chiede se il GRIMALDI dell'Economato è l'ex capo della Squadra
Mobile. CANNIZZARO conferma e ribatte dicendo che a lui non interessa in quanto la valutazione
la deve fare sulla correttezza e la trasparenza degli atti. CANNIZZARO aggiunge che il suo obbligo
istituzionale è quello di verificare la legittimità degli atti ed ogni ufficio effettua le istruttorie.
TASSINARI in seguito domanda se PERGOLA è ancora in servizio e CANNIZZARO conferma
aggiungendo che comunque ha fatto domanda di pensione. sd

Circa le modalità operative del sodalizio criminoso rilevante appare quanto segnalato dal
dott. Carlo GAUDIANO circa la gestione delle nomine nelle ASL da parte dell’ex
Presidente della Regione, Filippo BUBBICO. Dalle dichiarazioni emergono elementi di
contatto con la “vicenda PANIO”, laddove il procedimento penale che ha interessato
presso la Procura della Repubblica di Matera il dott. GAUDIANO (3368/02 – 21) è lo
stesso del quale si trova traccia tra gli atti del fascicolo n.4271/01 – 21, della Procura di
Potenza (vicenda PANIO).
Si evidenzia, altresì, che da intercettazioni telefoniche emergono indicazioni del dott.
CANNIZZARO in favore di pazienti già a lui segnalati da politici ed amministratori della
Regione, per i quali lo stesso si prodiga al fine di “raccomandare” i malati dagli stessi
segnalati. Emergono anche i contatti telefonici tra il dott. CANNIZZARO ed il Sen.
BUCCICO e l’oggetto del contatto con il predetto parlamentare sarebbe esplicitato da una
successiva conversazione tra il dott. CANNIZZARO ed un medico presso l’A.O. San Carlo
di Potenza, al quale il CANNIZZARO dice che per la paziente DI MARZIO aveva
chiamato il Sen. BUCCICO; pertanto sarebbe dovuto andare a trovarla per riferirle di tale
interessamento.
Altra condotta centrale nella realizzazione del programma criminoso del sodalizio è la
vicenda dei cd. brogli di Scanzano Jonico, che riguarda in particolare i sodali GENOVESE,
LABRIOLA e BUCCICO. Sul punto riferiva il dr. IANNUZZI::
“……..OMISSIS. PROCURATORE – Le risultano rapporti piuttosto stretti tra la dottoressa
GENOVESSE e l’avvocato attuale Senatore BUCCICO?
IANNUZZI Alberto – Ma, diciamo che personalmente non so adesso, nel senso che non ho avuto
modo di verificarlo direttamente, anche se mi hanno riferito insomma che sì che ci sono dei rapporti
piuttosto stretti, diciamo molto cordiali, non so poi se travalicano insomma poi quelli che possono
essere i normali rapporti. So soltanto per esempio che, una cosa che si dice ma ovviamente ripeto
questo poi dovrà essere verificata, che per esempio la campagna elettorale dell’avvocato BUCCICO,
attuale Senatore BUCCICO, sia stata sponsorizzata anche dal dottor CANNIZZARO, diciamo
nella sua veste di Direttore Generale dell’Ospedale San Carlo. Ripeto, però è un fatto che mi ha
riferito più di qualcuno, ma non…
PROCURATORE – Indagini che coinvolgono ovviamente quest’aria di riferimento delle persone
di cui stiamo parlando, quindi sanità, dottore CANNIZZARO, insomma vicende che lei ha visto
nel procedimento PANIO persona offesa, anche in altri, è emerso qualcosa che potesse avvincere le

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persone da vincoli di natura massonica? Cioè che la Massoneria possa essere un collante tra alcune
di queste persone?
IANNUZZI Alberto – Beh, insomma, su questa domanda praticamente non saprei… nel senso
che…
PROCURATORE – No, magari è uscito in qualche intercettazione, in qualche…
IANNUZZI Alberto – Ricorre spesso questo fatto insomma della Massoneria, insomma di questo.
So per esempio che il dottor CANNIZZARO è iscritto alla Loggia Massonica, però francamente
non so… Una delle chiavi, diciamo una delle letture della vicenda di Elisa CLAPS, per cui appunto
ad un certo punto il dottor CANNIZZARO, almeno da quello che alcuni dicono, sembrerebbe è
intervenuto per aiutare il padre di Danilo RESTIVO che era il principale… colui che veniva
sospettato, insomma, fosse proprio questo tipo di legame insomma. Ovviamente… però, diciamo,
che di ufficialmente verificabile non sono in grado di riferirle niente.
MARESCIALLO – Dottore mi scusi, alla vicenda Scanzano si ricorda in particolare se quello di
cui lei ha riferito si riferiva per caso all’indagine relativa ai cosiddetti brogli elettorali, quindi da
quello che si è letto nei documenti quell’attività che fu fatta per favorire in qualche maniera tale DI
LORENZO nelle elezioni regionali, ecc.? Si ricorda se in quel fascicolo emerge qualche soggetto
particolare per il quale poi non è stata approfondita l’indagine o cosa?
IANNUZZI Alberto – Allora, diciamo, che per quanto
riguarda questa vicenda dei brogli di Scanzano io non me ne sono occupato direttamente, quindi
non sono in grado di poter dare un contributo qualificato. Però un po’ di tempo fa uscì un articolo
in cui si ipotizzava insomma la mancata iscrizione dell’avvocato Giuseppe LABRIOLA, che è
attualmente credo anche il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Matera. Però
nell’appunto, nel registro degli indagati… ma, ripeto, questa è una notizia giornalistica che io ho
avuto modo di acquisire. Su cui, tra l’altro, credo che abbia più possibilità di interloquire il collega
PAVESE insomma che si è occupato insomma di questa vicenda. La mia è una conoscenza non
qualificata…..OMISSIS”.
In merito sempre a tale vicenda riferiva il dr. MONTEMURRO, Sostituto Procuratore della
Repubblica presso il Tribunale di Potenza:
“……………OMISSIS. Così come nell’ottica delle – chiedo scusa adesso ritorno alla mancata
iscrizione del CAPPIELLO – in tale ottica avevo evidenziato all’Ispettorato, nel tentativo di
difendermi da quelli che poi sono gli attacchi quotidiani del Procuratore Generale, un articolo di
stampa apparso sul “Corriere della Sera” che in relazione ad una vicenda inerente un’indagine della
dottoressa GENOVESE nei confronti del Sindaco di Scanzano Ionico, ipotizzava – articolo del
“Corriere della Sera” – ipotizzava una presunta omessa iscrizione da parte della stessa dottoressa
GENOVESE. Presunta omessa iscrizione che avrebbe dovuto riguardare sicuramente un cancelliere
della Corte d’Appello di Potenza, presunta mancata iscrizione che avrebbe dovuto riguardare anche
alcuni appartenenti al Foro materano, alcuni avvocati appartenenti al Foro materano. Tra l’altro
dico questo perché su questa vicenda sono stato più volte, almeno in un paio di occasioni, presente
in Ufficio unitamente alla dottoressa GENOVESE e al dottore GALANTE, su questa vicenda il
dottor GALANTE ha più volte invitato la dottoressa GENOVESE, anche con una certa urgenza, a
provvedere all’aggiornamento di queste iscrizioni. Essendo pubblicamente notorio – poi arriveremo
anche agli aspetti televisivi – che il dottor CANNIZZARO partecipa in prima fila, probabilmente
nella veste istituzionale di Direttore Generale del San Carlo, a convegni politici dell’asse di sinistra
della politica regionale ed essendo altresì abbastanza notorio che il recente incarico della dottoressa
GENOVESE è fatto assolutamente ascrivibile a quota AN – essendo questo a me noto anche per
altre circostanze – avevo evidenziato all’Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia se chi
(quindi la dottoressa GENOVESE e il dottor TUFANO) accusano me di illeciti disciplinari di
reato, forse non dovessero verificare – e quindi in questo caso pongo lo stesso interrogativo a lei –
chi fossero i soggetti a cui si riferisce il Corriere della Sera nel pubblicamente denunciare la mancata

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iscrizione, rispetto poi a chi sono i soggetti che hanno consentito la nomina della dottoressa
GENOVESE a componente non esterno ma interno della Commissione Parlamentare Antimafia, il
che restringe di molto, per quanto è notorio, il campo rispetto alla stessa presenza del Senatore
BUCCICO in quel consesso…….OMISSIS”.
Lo stesso dr. MONTEMURRO, in data 24.05.2007, in merito alla medesima vicenda,
riferiva quanto segue:
“…………OMISSIS. ADR: Come ho già specificato nella relazione per l’ispettorato del Ministero
della Giustizia consegnata anche al dott. de Magistris, in almeno due occasioni sono stato presente a
colloqui tra il dott. Galante e la d.ssa GENOVESE in cui, nell’ambito di riunioni interne all’ufficio
della DDA, lo stesso dott. Galante sollecitava la d.ssa GENOVESE a voler provvedere
all’aggiornamento delle iscrizioni nell’ambito del procedimento relativo ai cosiddetti “Brogli
elettorali di Scanzano”. Per il contesto argomentativo ho avuto la possibilità di desumenti che tale
argomento avesse già formato oggetto di precedenti colloqui tra il dott. Galante e la d.ssa
GENOVESE. Tale argomento peraltro di pubblico dominio a seguito di un articolo del Corriere
della Sera.
ADR: Non mi risulta che successivamente alla pubblicazione del citato articolo, il Procuratore
Generale abbia richiesto chiarimenti a questo ufficio così come invece sistematicamente è avvenuto
ogni qualvolta vi sono stati articoli riguardanti la mia persona e quella del dott. Woodcock.
……OMISSIS”.
Il dr. PAVESE, G.I.P. presso il Tribunale di Potenza, in merito a tale vicenda, in data
30.3.2007, riferiva quanto segue:
« ……omissis……P.M. dott. DE MAGISTRIS – Vogliamo parlare dei procedimenti adesso di
cui si è occupato lei?
PAVESE Rocco – Allora, c’è questo scenario. Sia all’epoca, ma maggiormente ex post, io ho posto
l’attenzione sul procedimento cosiddetto dei “brogli di Scanzano”. Ora io mi occupai di uno stralcio
di questo procedimento perché, in effetti, questo procedimento consta della riunione di numerosi
sub-procedimenti. Uno di questi, per ragioni di assegnazione automatica - numerica, lo trattai io ed
è precisamente quello in cui il PM, che era la dottoressa GENOVESE, chiese il sequestro dei seggi
elettorali… e c’erano delle intercettazioni in atto, anche ambientali, nei locali dei seggi, poi c’erano
delle intercettazioni telefoniche… no? Allora, in quei giorni, cioè nella primavera del 2005, quando
si svolsero le elezioni amministrative, io seguii questa vicenda che, da un punto di vista giudiziario,
sfociò in una richiesta di sequestro dei seggi. Io ricordo che strutturai il provvedimento nel senso
che doveva essere eseguito, accolsi la tesi accusatoria… – perché c’erano evidenti, non solo fumus
dei reati ipotizzati, ma anche gravi indizi di pilotamento delle lezioni – …e accolsi questa richiesta
di sequestro disponendo un sequestro con l’accortezza che venisse eseguito alle ore 15:00, cioè
immediatamente dopo la chiusura dei seggi, per non influenzare lo svolgimento delle operazioni
elettorali e la libera determinazioni degli elettori. E così avvenne. Successivamente questo
provvedimento – che ebbe una risonanza anche a livello nazionale, mi ricordo che il Corriere della
Sera ne parlò con un certo rilievo – questo procedimento fu riunito ad un altro, per così dire
principale, che spettava, tabellarmente parlando, alla dottoressa ROMANIELLO, il che sfociò poi in
una misura ben più importante che fu la misura personale. Ora io ricordo che la misura
personale non coinvolse coloro che avevano, come dire, preso parte attivamente alla
designazione di presidenti di seggio compiacenti. Perché lì c’erano delle intercettazioni,
che io ricordo bene, in cui era coinvolto anche un cancelliere della locale – parlo di
Potenza – Corte di Appello e in cui si diceva:”Nomina questo, nomina quell’altro”, si
facevano dei nomi, dei cognomi. Naturalmente mi sembrò anomalo, singolare, non è un
procedimento mio quindi maggiori ragguagli potranno certamente essere forniti alla
signoria vostra dalla collega Gerardina ROMANIELLO che fu l’estensore del
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provvedimento. Ma insomma, da quello che io so e ne sono certo, non ci fu richiesta
cautelare assolutamente a carico di coloro che avevano svolto, secondo me, una frazione
della condotta complessiva, una frazione importante, perché insomma avere dei
presidenti di seggio compiacenti mi pare che fosse un elemento fondamentale per poter
arrivare a un risultato elettorale utile.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Lei si è fatto un’idea del perché è accaduto questo?
PAVESE Rocco – Beh, certamente.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ce la può esternare visto che fa parte anche dell’indagine nostra?
PAVESE Rocco – Certamente è un atto di riguardo.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – In particolare poi introduco – le dico anche questo – un tema sul
quale stiamo investigando, sui rapporti in particolare tra la GENOVESE e il marito
CANNIZZARO con alcuni esponenti anche importanti sia della politica che dell’avvocatura. Mi
riferisco all’avvocato BUCCICO, all’avvocato LABRIOLA e altri.
PAVESE Rocco – Si, perché pare che uno degli interlocutori fosse proprio l’avvocato
LABRIOLA che notoriamente è assai vicino, in Matera, ma in tutta la Basilicata, alla
figura dell’avvocato BUCCICO che è notoriamente un esponente di AN molto importante.
È chiaro che io intesi questo fatto come lo avrebbe inteso un quisque de populo, cioè come
un atto di riguardo nei favori di un livello politico amministrativo, del notabilato di un
livello superiore che non era il caso di toccare. Questo è… senza volere fare particolari
illazioni mi pare che sia proprio in re ipsa.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Oltre ad un ambito politico si può parlare anche o le consta di un
ambito di legami massonici tra alcune di queste persone?
PAVESE Rocco – Se ne parla, se ne parla molto, è un tema ricorrente in Basilicata e certamente io
devo dire che esaminando tutte le vicende Lucane – come funziona o come non funziona la giustizia,
come funziona l’amministrazione o come non funziona l’amministrazione della politica – devo dire
che queste voci hanno certamente un fondo di verosimiglianza, forte verosimiglianza, perché sembra
che chi ha degli agganci riesce a risolvere i propri problemi, chi non ha agganci, pur avendo ragione
da vendere, non li risolve. Naturalmente questa che ho appena fatto è una riflessione generale, poi in
dettaglio io non sono in grado di… Si potrebbe dire che la vicenda “Iena”, ad osservare freddamente
il dettaglio, è uno dei casi in cui questi legami, queste amicizie, queste vicinanze, si sono poi
estrinsecate in condotte concrete, perché ci fu all’unisono una reazione della stampa, reazione della
stampa contro la magistratura che procedeva, sia inquirente che anche giudicante. Si potrebbe dire
questo. Si può dire che anche sulla vicenda dei brogli elettorali di Scanzano si colpì una frazione
soltanto di coloro che avevano preso parte a questa più ampia vicenda illecita, forse quella che non si
poteva non colpire, devo ritenere…….omissis………..
Riferiva, quindi, in data 12.5.2007, la dr.ssa ROMANIELLO, G.I.P. presso il Tribunale di
Potenza, che si era occupata, nell’ambito delle sue funzioni, della vicenda cosiddetta
“brogli di Scanzano” emettendo nell’ambito della stessa misura cautelare personale a
carico di numerosi soggetti:
“….OMISSIS. P.M. dott. DE MAGISTRIS – ……………..OMISSIS. A noi risulta, in
particolare, che lei si è occupata, quale GIP, di una vicenda che ha portato anche alla emissione di
una ordinanza di custodia cautelare riguardante i cosiddetti brogli nel Comune di Scanzano Ionico.
Ci vuole illustrare un po’ questo? Il PM dovrebbe essere stata la dottoressa GENOVESE.
ROMANIELLO Gerardina – Sì, unitamente al Procuratore GALANTE.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Unitamente al Procuratore GALANTE. Ricorda un po’ la vicenda?
Ovviamente a noi non interessa la ricostruzione del fatto, anche perché abbiamo disposto ed
abbiamo acquisito una serie di atti, ci interessa sapere più che altro se lei ha rilevato delle anomalie o
dei fatti curiosi, particolari, che possono essere interesse di questo ufficio, che non hanno magari

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formato oggetto di un approfondimento investigativo dovuto o che dalle intercettazioni sono
risultati dei fatti che poi hanno avuto un inusuale sviluppo o un’assenza di sviluppo investigativo.
ROMANIELLO Gerardina – Dunque, diciamo che di quel procedimento sui brogli elettorali io ho
curato la parte relativa all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare, la parte immediatamente
precedente era stata curata dal dottor PAVESE che emise un provvedimento di sequestro preventivo
delle schede elettorali. La vicenda riguardante il Sindaco ALTIERI riguardava più procedimenti.
Dopo il sequestro questi procedimenti furono riuniti e quindi ci fu questa richiesta di misura
cautelare nel maggio 2005 a carico, se non erro, di quindici, venti persone: scrutatori, presidenti di
seggio e, appunto, il Sindaco, il vice Sindaco e alcuni componenti della Giunta di Scanzano Ionico.
Diciamo che nelle intercettazioni erano coinvolti, erano state intercettate telefonate del Sindaco
ALTIERI con un funzionario della Corte D’Appello di Potenza (Eugenia LO NIGRO) e che a sua
volta aveva parlato con un avvocato del foro di Matera (LABRIOLA), e anche contatti telefonici tra
ALTIERI e LABRIOLA. La misura cautelare non riguardava nè l’avvocato LABRIOLA nè questo
funzionario. Negli atti, diciamo, come esposizione della richiesta, neppure il pubblico ministero
aveva evidenziato aspetti di liceità penale attinenti, diciamo, a queste due persone.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Erano iscritte al modello 21 queste due persone?
ROMANIELLO Gerardina – Guardi, che io ricordi, diciamo che questo aspetto immediatamente
io non l’ho rilevato, per un motivo, diciamo per più motivi. Uno di questi è che le telefonate tra
ALTIERI e la dottoressa LO NIGRO riguardavano segnalazioni per la nomina di presidente di
seggio. L’accusa per ALTIERI era di broglio elettorale. Poi l’avvocato LABRIOLA, dopo l’emissione
dell’ordinanza lui difese non mi ricordo chi, o uno o più indagati, quando lo vidi rimasi sorpresa
perché, diciamo, anche per ragioni di opportunità – a prescindere dalla rilevanza penale del suo
comportamento – rimasi sorpresa forse in relazione all’accettazione del mandato difensivo. Elementi
di liceità io non ne ho immediatamente rilevati perché altrimenti li avrei segnalati, quantomeno
insomma avrei scritto qualcosa, nella mia ordinanza avrei evidenziato questi aspetti. D’altra parte
l’indagine non era neanche conclusa. Diciamo che lì per lì, in quel momento, si poteva anche
pensare che si fosse trattato di una semplice segnalazione.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Dopo l’ordinanza su questi aspetti riguardanti LO NIGRO e
LABRIOLA ci sono stati sviluppi investigativi che lei sappia?
ROMANIELLO Gerardina – Guardi, che io so no, perché praticamente la vicenda con l’emissione
dell’ordinanza e gli interrogatori di garanzia, poi non mi è più giunto insomma nessuna richiesta se
no forse qualche richiesta di proroga.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quindi lei, appunto, non ha avuto più richieste…?
ROMANIELLO Gerardina – No, no, no, richieste in quel senso no.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – …che abbiano interessato l’ufficio GIP?
ROMANIELLO Gerardina – No, la richiesta di misura cautelare riguardava varie persone. Io per
alcuni scrutatori non accolsi la richiesta perché non emergevano dagli atti una diretta
partecipazione o una consapevolezza per quanto riguarda i brogli. Vi era anche una richiesta di
misura cautelare per il consigliere DI LORENZO, però anche per quella posizione, diciamo, gli
indizi di reato da me valutati, non portavano… e infatti rigettai, feci il rigetto anche per…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Erano numerose le conversazioni telefoniche che riguardavano
l’avvocato LABRIOLA?
ROMANIELLO Gerardina – Mah, penso… guardi… così, a memoria, un tre o quattro, però se
vuole nell’ordinanza…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Si va bene, poi su questo…
ROMANIELLO Gerardina – Diciamo che per l’avvocato LABRIOLA e per Eugenia LO NIGRO
almeno io, in quel momento, non ho rilevato elementi che potessero portare una dimostrazione della
loro consapevolezza e della loro partecipazione, perché…OMISSIS”.

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Il dr. GALANTE, in sede di interrogatorio, riscontrava le sollecitazioni che egli avrebbe
effettuato nei confronti della dr.ssa GENOVESE finalizzate all’aggiornamento delle
iscrizioni degli indagati nel procedimento penale relativo ai cosiddetti “brogli di
Scanzano”. Emergeva la circostanza secondo la quale la dr.ssa GENOVESE non ha mai
riferito al dr. GALANTE circa la posizione dell’avv. LABRIOLA. Circostanza questa che
conferma, ulteriormente, la volontà da parte della GENOVESE di voler “occultare” la
posizione dell’Avv. LABRIOLA, tenuto, altresì, conto del fatto che le indagini, sarebbero
state interamente condotte dalla medesima.
Il dr. GALANTE riferiva quanto di seguito riportato:
“………OMISSIS. M.llo MUSARDO – Perfetto. Allora, dottore GALANTE, ora cambiamo
argomento. Noi vorremmo capire, per quello che è a sua conoscenza naturalmente, perché non
sappiamo se lo ha seguito lei quel tipo procedimento penale…
GALANTE Giuseppe – Scanzano.
M.llo MUSARDO – Scanzano Ionico, i brogli elettorali di Scanzano Ionico. Per quello che è a sua
conoscenza, ci riferisce eventuali anomalie che ha notato in questo procedimento penale? Ovvero
relativamente a – da quello che è potuto emergere – mancate iscrizioni di alcuni soggetti nel registro
degli indagati, se è di sua conoscenza chi fossero questi soggetti, perché non sono stati iscritti e se in
qualche maniera lei ha sollecitato il magistrato delegato (la dottoressa GENOVESE) a questa
iscrizione.
GALANTE Giuseppe – Dunque, io posso riferire gli eventi che attengono al procedimento
cosiddetto “Brogli di Scanzano Ionico” sino al 6 marzo del 2006. Fu la data in cui – apro questa
piccola parentesi – occasionalmente ebbi a scoprire che il Consigliere Regionale di AN, si chiama DI
LORENZO, aveva sposato la figlia di una mia cugina. Non lo sapevo! Siete padroni di credermi, il
Procuratore Generale è padrone di credermi, io lo affermo, io non conoscevo questa circostanza. Era
accaduto che la sera – ricordo perfettamente la data, del 6 marzo – mi abbia telefonato mia cugina
che vive a Mottola in provincia di Bari, dopo venti anni che non ci sentivamo – i rapporti erano, per
così dire, rotti – e con uno stato di apprensione mi chiedeva notizie in ordine al genero. Dico:
“Scusa – si chiama Isa, Isabella – Isa ma chi è tuo genero?”. “Come non lo sai? E’ il marito di mia
figlia, di Titti e cioè il Consigliere Regionale di AN”. “Lo sto apprendendo in questo momento. Ora
tu sai perfettamente che non sono venuto né al matrimonio di tua figlia, non so alcunché di questa
situazione, va bene apprendo che il Consigliere Regionale DI LORENZO è il marito di tua figlia.
Naturalmente non ti posso dire nulla in ordine al procedimento”. Cercai di tranquillizzarla.
M.llo MUSARDO – Perché all’epoca già era venuto fuori, insomma… era stata eseguita la misura
cautelare.
GALANTE Giuseppe – Certo. Alchè, il giorno dopo, io rappresentai per iscritto questa situazione
al Procuratore Generale il quale, dopo una interlocutoria, una missiva interlocutoria, accolse la mia
astensione e nominò al mio posto il dottor Francesco BASENTINI che da quel momento in poi ha
condotto il procedimento insieme alla dottoressa GENOVESE.
M.llo MUSARDO – La GENOVESE era delegata anche?
GALANTE Giuseppe – Era delegata già dal primo
momento e ha svolto , sostanzialmente , tutte le
indagini, sia quelle di carattere tecnico, intercettazioni telefoniche in particolare, sia quelle di
carattere testimoniale, di assunzioni di informazioni e di acquisizioni documentali. Gli arresti
furono fatti, mi pare, nell’aprile del 2005 quando io, coincidenza volle, ero fuori per un viaggio, ero
negli Stati Uniti. Cosa accadeva? Molto dopo, cioè credo nella seconda parte del 2005, io poi…
Vabbè gli arresti furono fatti…, ovviamente gli atti a rilevanza esterna del procedimento portano la
mia firma ovviamente, oltre quella della dottoressa GENOVESE, però le indagini sono state svolte
sostanzialmente e prevalentemente da lei. La dottoressa GENOVESE poi, dopo gli arresti, dopo

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tutto il clamore che ne venne fuori, mi portò a conoscenza che vi erano delle particolari
intercettazioni telefoniche nel novero di tutto il materiale intercettativo e alcune intercettazioni
telefoniche riguardavano un funzionario della Corte di Appello di Potenza, la dottoressa Eugenia
LO NIGRO, peraltro di Matera, che aveva interloquito con l’allora Sindaco ALTIERI di Scanzano
Ionico in ordine alla attribuzione…
M.llo MUSARDO – Che è stato poi arrestato.
GALANTE Giuseppe – Che noi abbiamo arrestato insieme ad altri. In ordine alle attribuzioni delle
cariche di Presidente, Segretario, in questo o in quel seggio, vi sono tre quattro intercettazioni
abbastanza, diciamo, problematiche, ecco, diciamo così. E in quel momento – ma credo che siamo
quasi alla fine del 2005 perché prima io non avevo preso visione delle intercettazioni telefoniche o
perché non erano state ancora sbobinate o perché non mi ricordo se queste erano nella richiesta di
ordinanza cautelare, non lo so dire veramente perché non me lo ricordo, sinceramente non me lo
ricordo – in quel momento presi visione di questo materiale e prospettai alla dottoressa
GENOVESE la opportunità che la posizione della dottoressa LO NIGRO era da valutare.
M.llo MUSARDO – Mi scusi se la interrompo dottor GALANTE, ma era solo questa dottoressa
LO NIGRO o c’erano anche degli avvocati?
GALANTE Giuseppe – Della questione dell’avvocato
LABRIOLA io sinceramente ho appreso dalla stampa, non ho memoria né visiva né memoria tecnica
della presenza o di intercettazioni o di interventi dell’avvocato LABRIOLA in questo procedimento.
M.llo MUSARDO – Perché non gli furono riferiti dalla dottoressa GENOVESE, presumo,
eventuali…? Se ci sono, comunque non le sono stati riferiti dalla dottoressa GENOVESE?
GALANTE Giuseppe – Credo proprio di no. Ma stiamo parlando dell’avvocato LABRIOLA?
M.llo MUSARDO – Sì.
GALANTE Giuseppe – Oh.
M.llo MUSARDO – Lei può dire con estrema certezza di aver, in qualche maniera, avvicinato il
brogliaccio, trascrizioni e riscontrare stasera che non vi erano intercettazioni dell’avvocato
LABRIOLA che potessero indurre all’eventuale iscrizione dello stesso?
GALANTE Giuseppe – Che io abbia visto i brogliacci, no, assolutamente.
M.llo MUSARDO – Lei non ha cognizione tecnica di tutte le intercettazioni che sono state fatte?
GALANTE Giuseppe – No, assolutamente no. Io ho cognizione soltanto delle intercettazioni con
la dottoressa LO NIGRO perché – le spiego perché – perché la dottoressa GENOVESE mi portò…
M.llo MUSARDO – Gliela portò in visione.
GALANTE Giuseppe – Ma non il brogliaccio, mi portò la trascrizione, quelle tre, quattro
telefonate.
M.llo MUSARDO – Non le pose in visione nessun’altra intercettazione?
GALANTE Giuseppe – No, per l’avvocato LABRIOLA sono ragionevolmente certo di no, tanto è
vero che io ho appreso di questa posizione, diciamo così, dell’avvocato LABRIOLA – che non so
neanche tecnicamente quale sia, in che cosa sia consistita – credo dagli organi di stampa, in
particolare, debbo dire, in quel giornalaccio che si stampa a Matera “Il Resto” di cui è giornalista o
cronista tale PICCENNA che io ho già querelato sei sette volte presso il vostro ufficio.
M.llo MUSARDO – Quindi comunque in ogni caso la dottoressa GENOVESE di queste eventuali
intercettazioni, se vi sono, non gliene parlò.
GALANTE Giuseppe – Di quelle dell’avvocato LABRIOLA…
M.llo MUSARDO – Di quelle lì parlo io.
GALANTE Giuseppe – Credo proprio di no, credo proprio di no. Della dottoressa LO NIGRO sì.
M.llo MUSARDO – Del fascicolo comunque lei ha cognizione soltanto di quello che praticamente
le diceva la dottoressa GENOVESE?
GALANTE Giuseppe – Sicuramente.
M.llo MUSARDO – Era lei ad aver condotto le indagini, quindi…

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GALANTE Giuseppe – Sì, sì, ha fatto tutto lei. Mi ricordo che in una occasione però facemmo
insieme una cosa, venne il consulente tecnico – credo dalla provincia di Salerno se non vado errato
– le demmo un incarico di verificare tutte le schede elettorali e a quell’atto istruttorio partecipai
personalmente anche io. Però questo qualche giorno prima della mia uscita dal processo.
M.llo MUSARDO – Ho capito.
GALANTE Giuseppe – Ecco, in ordine alla dottoressa
LO NIGRO, questa è la domanda che lei mi ha fatto, io chiesi alla dottoressa GENOVESE – e l’ho
detto non una sola volta ma anche in altre occasioni successive – di valutare la posizione della
dottoressa LO NIGRO. Cioè, capisca, io – non è che avevo soltanto il procedimento di Scanzano –
io, una volta che il procedimento, il fascicolo materialmente era nella disponibilità della dottoressa
GENOVESE, una volta che io ero venuto a conoscenza di questa particolare problematica posizione
della funzionaria della Corte di Appello, una volta che io abbia detto e abbia ripetuto più volte alla
dottoressa GENOVESE: “Guarda, verifichiamo bene perché le telefonate non mi sembrano
troppo…, sono da valutare”, è finita lì, poi me ne sono uscito dal procedimento e non so cosa…
M.llo MUSARDO – Non sa se la dottoressa GENOVESE aveva provveduto alla iscrizione della…
GALANTE Giuseppe – No, no, non lo so perché dopo il 7 marzo, dopo il provvedimento del
Procuratore Generale, mi sono rifiutato di prendere… E’ accaduto soltanto – ecco questo devo dirlo
– è accaduto soltanto che in una delle tante riunioni della DDA tra me, la dottoressa GENOVESE
e il dottor BASENTINI, due sostituti parlassero tra di loro, naturalmente in mia presenza come
capo dell’ufficio, di problemi DDA e del problema di Scanzano perché era un procedimento DDA,
in ordine alla destinazione che questo procedimento doveva avere, si parlava della possibile
trasmissione per competenza a Matera, sì o no, dell’articolo 7, tutte questioni di ordine giuridico,
nelle quali però io non interloquivo, mi limitavo ad ascoltare senza esprimere alcun punto di vista
perché ero fuori dal procedimento, anche come Procuratore Distrettuale……..OMISSIS”.
Dall’ordinanza di custodia cautelare applicata a carico di ALTIERI Mario + 14 e dalla
lettura delle conversazioni telefoniche riportate emerge che l’avv. LABRIOLA,
coordinatore provinciale di Matera del partito di alleanza nazionale (lo stesso partito di
appartenenza del sodale BUCCICO) e la sig.ra Eugenia LONIGRO impiegata alla Corte di
Appello di Potenza, partecipano, unitamente all’ALTIERI, alla condotta per la nomina
“pilotata” dei Presidenti di Sezione per i seggi del Comune di Scanzano Jonico per le
elezioni regionali del 2005. Né l’avv. LABRIOLA, né la Sig.ra LONIGRO risultano iscritti
dal PM dr.ssa GENOVESE nel registro degli indagati nell’ambito del procedimento penale
985/04, mod.21.
A fronte di tale condotta di favore da parte della dr.ssa GENOVESE nei confronti dei
sodali LABRIOLA e BUCCICO, il PM ottiene, quale, controprestazione la nomina a
consulente presso la Commissione Parlamentare Antimafia (poi revocatagli a seguito del
decreto di perquisizione eseguito dalla Procura della Repubblica di Catanzaro ed al suo
coinvolgimento nell’inchiesta cd. Toghe Lucane).
Sempre in merito a tale vicenda si segnala quanto riferito, altresì, dal dr. MONTEMURRO,
il quale, in data 4.4.2007, dichiarava:
“….OMISSIS. M.llo MUSARDO – Lei prima ha parlato di mancata iscrizione. Il procedimento
penale qual’era? Quello dei brogli di Scanzano?
MONTEMURRO Vincenzo – Sì.
M.llo MUSARDO – La mancata iscrizione di alcuni avvocati. A chi si riferiva? Conosce qualche
nominativo in particolare che non sarebbe stato iscritto?
MONTEMURRO Vincenzo – Guardi, io personalmente – ho qui l’articolo di stampa a cui mi
riferisco – io personalmente il collegamento non sono in grado di farlo. Ho appreso dalla lettura di
alcuni giornali e solo in questa ottica mi permetto di evidenziare anche il collegamento con la

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nomina della commissione parlamentare. Un testimone oculare riferisce nell’ambito della
vicenda brogli elettorali – e lo riferisce poi la Stampa – di un incontro che si verifica
presso la stanza, l’ufficio della dottoressa GENOVESE, tra gli avvocati LABRIOLA e
BUCCICO.
M.llo MUSARDO – E lei ha idea, per conoscenza, se l’avvocato LABRIOLA per caso è presente in
quella lista dove c’è il dottor CANNIZZARO?
MONTEMURRO Vincenzo – Guardi, adesso…
M.llo MUSARDO – Mi riferisco alla lista dei massoni.
MONTEMURRO Vincenzo – Sì, forse sì, però non lo ricordo con…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quindi i rapporti GENOVESE-BUCCICO anche sono rapporti
stretti?
MONTEMURRO Vincenzo – Sì…….OMISSIS”.
Le condotte illecite della dr.ssa GENOVESE trovavano la copertura istituzionale del dr.
TUFANO, il quale non esercitava adeguate iniziative di vigilanza nei confronti della sua
sodale, pur in presenza di fondati motivi per approfondire determinate circostanze emerse
nella conduzione di alcune indagini. Rilevante con riferimento all’omessa vigilanza del
dr. TUFANO è anche la vicenda relativa all’utilizzo indebito di autovettura di Stato da
parte della dr.ssa GENOVESE.
Tale comportamento omissivo è in evidente contrasto con quanto, invece, fatto, dal
medesimo Procuratore Generale, con illecita solerzia, nei confronti di altri magistrati
(MONTEMURRO, WOODCOCK e IANNUZZI) per i quali ha intrapreso numerose
iniziative, muovendo diversi rilievi, anche su input provenienti dalla stampa (notizie di
stampa che utilizza solo nel caso in cui deve assumere iniziative di tipo disciplinare e/o
paradisciplinare nei confronti dei magistrati che sono titolari di procedimenti che hanno
ad oggetto persone ed ambienti collegati al sodalizio criminoso).
Il LABRIOLA all’interno del sodalizio aveva anche il ruolo di ostacolare – anche nella sua
precipua qualità di Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Matera – tutti
quegli avvocati che, in qualche modo, ponevano difficoltà e davano fastidi agli interessi
garantiti dal sodalizio (così come rappresentato anche dagli Avvocati STALFIERI e
GENCHI).

Altra modalità illecita operativa del sodalizio criminoso è quella finalizzata a condizionare
ed ostacolare l’operato di appartenenti alla polizia giudiziaria delegati in indagini
preliminari delicate e complesse da parte della Procura della Repubblica di Potenza.
Sul punto, in particolare, si evidenzia quanto riferito dal dr. MONTEMURRO circa le
dichiarazioni rese, in sede dibattimentale, innanzi al Tribunale di Catanzaro, dal
brigadiere La Vecchia dei Carabinieri di Tricarico (PZ) e dal Colonnello Rotondi, all’epoca
dei fatti, Comandante provinciale dei Carabinieri di Potenza. I predetti appartenenti
all’Arma dei Carabinieri procedevano a delegittimare l’operato del predetto Magistrato e
quello degli Ispettori della Polizia di Stato in servizio presso la Squadra Mobile di Potenza
che, più direttamente, si erano impegnati nelle indagini relative a due fatti delittuosi assai
rilevanti: la scomparsa di Elisa CLAPS ed il duplice omicidio GIANFREDI-
SANTARSIERO, vicende in cui erano risultati coinvolti la dr.ssa GENOVESE ed il marito
dott. CANNIZZARO. Gli appartenenti alla polizia di Stato in questione, MENNUTI e
PACE, sarebbero stati entrambi trasferiti ad altro ufficio dopo che la stessa dr.ssa
GENOVESE aveva fatto “pervenire” i verbali di udienza in questione nelle mani del
Questore di Potenza. In tale attività la dr.ssa GENOVESE otteneva l’avallo del dr.
TUFANO nella sua qualità di Procuratore Generale.

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Il PACE ed il MENNUTI dovevano essere esautorati dalla dr.ssa GENOVESE, con l’ausilio
del Questore dr. MAURO, in quanto avevano rilevato la sostituzione della richiesta di
intercettazione telefonica a seguito dell’omicidio dei coniugi GIANFREDI –
SANTARSIERO, richiesta effettuata dalla dr.ssa GENOVESE con l’eliminazione del
nominativo di MARTINELLI Marco (persona vicina ai coniugi GENOVESE-
CANNIZZARO), nonché in quanto avevano individuato la strategia di delegittimazione
messa in atto nell’interesse della GENOVESE dal brigadiere LAVECCHIA e dal
Colonnello ROTONDI, che puntavano anche ad intimidire Don Marcello COZZI, persona
informata sui fatti su vicende in cui era interessata la dr.ssa GENOVESE (in particolare, il
gravissimo fatto delittuoso relativo alla scomparsa di Elisa CLAPS). Colonnello ROTONDI
il quale risulta in rapporti particolarmente stretti anche con altri sodali, quali il dr.
BARBIERI ed il dr. TUFANO.
Con riferimento al trasferimento del vice-commissario MENNUTI ed al tentativo di
depotenziamento della Squadra Mobile di Potenza, attraverso l’allontanamento dei suoi
uomini più validi, tra i quali lo stesso MENNUTI, che collaboravano con il dr.
MONTEMURRO in indagini delicate ed importanti, si evidenzia il contenuto di una
conversazione telefonica intercettata tra la dr.ssa FASANO (sodale della dr.ssa
GENOVESE) ed un uomo non meglio identificato, in data 10.5.2007, e di un ulteriore
conversazione tra la stessa dr.ssa FASANO e l’ex dirigente della Squadra Mobile di
Potenza, Leopoldo Quinto, in data 25.5.2007. Dal contenuto intercettivo emerge anche il
ruolo del Questore MAURO il quale avrebbe, almeno fino ad un certo punto, appoggiato
un progetto del Procuratore Generale dr. TUFANO, relativo proprio alla vicenda che ha
visto coinvolto il MENNUTI, nonché il dr. WOODCOCK e l’Ispettore Pasquale DI TOLLA
della Polizia di Stato (collaboratore di quest’ultimo in importanti e delicate indagini
preliminari), contro i quali lo stesso avrebbe dovuto rendere testimonianza a Catanzaro.
La Dr.ssa FASANO precisa, inoltre, al suo interlocutore quanto segue:
U:cioè voglio dire, la battaglia di due anni si risolve... si risolve insomma con ah ritorniamo a a due anni e
mezzo fa...
F:eh si...
U:con tutti i casini...
F:si eh...
U:questo è stato male, è stato assente, l'ha preso per il culo...
………………………………………………..omissis……………………………………………………….
F:Quello è bravo, il problema è che quello è bravo, quindi figurati non è... però cacchio a prevedè... cioè
questo lo cacci dalla porta e rientra dalla finestra non ci sta ...(inc.)...
U:si va bè però, quello sarà diabolico però è questo che...
F:il Questore è tremendo...
U:è una banderuola no eh eh voglio dì...
F:è tremendo, è tremendo guarda, ormai io lo riesco a prevedere ma...
U:no no... non c'è più niente fìda fare no ma non c'è più niente da fà allora...
F:è assurdo, se ne deve solo andare...
U:allora eh... evitiamo pure di discuterne perchè a sto punto questo...
F:infatti io per questo oggi non ho detto niente que... dice bè... ...(inc.)...
U:a sto punto voglio dire non non si salva allora...
F:premiato (fonetico), gli ha ridato il telefonino di servizio...
……………………………………..omissis…………………………………………………
Facendo riferimento esplicito ad una “guerra” condotta negli ultimi due anni,
verosimilmente oltre che dalla stessa, dalla dr.ssa GENOVESE e dal dr. TUFANO, che a
causa della retromarcia del Questore si era risolta, in un nulla di fatto, con il reintegro del
MENNUTI.
……………………………………………….omissis……………………………………….

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F:si-si-si-si... cioè, quello va da TUFANO e non mi dice che ci va, non mi dice cosa fa, poi, si metta bella e
venga a pranzo con me... e io, buon viso e cattivo gioco, tanto gia sapevo tutto dal Procuratore Generale,
però, per dirti cioè eh eh piglio e vado, come se niente fosse, ho detto ormai, buon viso e cattivo gioco...
che devi fa? Se gli dici qualcosa quello ti caccia non è che... cioè, se ti metti di traverso è la fine, a me
conviene se-sapere tuttoquello che succede, per cui dico si si e poi faccio come dico io...
……………………………………………….omissis……………………………………….
F:cioè è una cosa guarda ed io ci sto sempre, che poi la mia forza è quella,tutto mi viene riferito, tutto
vedo, tutto incastro...
……………………………………………….omissis……………………………………….
Dalla medesima conversazione emerge l’interesse della dr.ssa FASANO per la posizione
del dr. MONTEMURRO, per il quale lei si attende il trasferimento.
La dr.ssa FASANO fa, infine, riferimento all’Ispettore DI TOLLA, il quale è stato stretto
collaboratore in delicate indagini di polizia giudiziaria del dr. WOODCOCK:
……………………………………………….omissis……………………………………….
F:No! E' assurdo, infatti mi diceva pure il mio vicario, diceva guarda ormai tu hai la polizia privata nella
polizia, una Squadra Mobile in cui c'hai Di Tolla(fonetico) incontollabile(fonetico) difficile da
controllare, perchè comunque lui gli dà carta bianca... perchè il Questore...
U:ah...
F:dà carta bianca a Di Tolla(fonetico) poi ti piazza Mennuti, poi ti piglia queste due e io c'ho la polizia
nella polizia...
……………………………………………….omissis……………………………………….
Dalle conversazioni sopra riportate si conferma il programma criminoso del sodalizio
contro magistrati ed appartenenti alla polizia giudiziaria impegnati in delicate attività
investigative, ed in particolare in questo caso contro il MENNUTI e la Squadra Mobile di
Potenza, nonché nei confronti del dr. WOODCOCK (in sintonia con quanto condotto, in
particolare contro quest’ultimo dal dr. TUFANO).
Con riguardo all’attività di intimidazione messa in atto nei confronti di Don Marcello
COZZI impegnato concretamente a contribuire non solo ad un generico ed importante
percorso di legalità, ma anche ad offrire un doveroso ausilio all’autorità giudiziaria ed alle
forze dell’ordine con riferimento a fatti inquietanti che hanno visto anche il
coinvolgimento di settori deviati delle Istituzioni (quali la vicenda della scomparsa di
Elisa CLAPS, nonché del duplice omicidio dei cd. fidanzatini di Poliporo, Marirosa
ANDREOTTA e Luca ORIOLI, ed altresì gravi fatti di usura verificatisi in Basilicata in cui
emergeva anche il nominativo del dott. CANIZZARO), si evidenzia quanto segue.
Don Marcello COZZI era venuto a conoscenza di fatti attinenti la scomparsa di Elisa
CLAPS, per i quali aveva rilasciato un’intervista ad un giornale senza specificare né i fatti
nè le fonti, ma facendo solo riferimento a “fatti nuovi”; lo stesso, nel corso delle sue
dichiarazioni specifica che nel medesimo periodo si era fatto autorizzare a recarsi in
carcere al fine di parlare con tale CAPPIELLO Gennaro (collaboratore di giustizia). Di tale
circostanza, secondo quanto dallo stesso indicato, era anche a conoscenza la dr.ssa
GENOVESE.
A seguito di tale articolo veniva convocato dal dr. GALANTE e presso l’ufficio di questi
trovava anche la dr.ssa GENOVESE, la quale gli aveva contestato il fatto che,
nell’intervista, avesse detto che vi erano fatti nuovi e che tali fatti gli erano stati riferiti dal
CAPPIELLO, con cui il sacerdote aveva avuto un colloquio nel carcere di Paliano. Tali
fatti, come riferito da Don COZZI, non gli erano però stati riferiti dal CAPIELLO. Tali
nuovi fatti gli erano stati riferiti da altra persona. Dalle dichiarazioni di Don COZZI si
rileva che l’articolo che la GENOVESE gli pose in visione, in quella circostanza, era lo
stesso mostratogli dal Lavecchia, con il quale si era incontrato pochi giorni dopo l’incontro
con la GENOVESE, dietro pressante richiesta da parte dello stesso LAVECCHIA. La
GENOVESE non esita, quindi, a convocare Don Cozzi ed esercitare pressioni su di lui su

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fatti e circostanze dai quali si sarebbe dovuta astenere per le investigazioni in corso
innanzi alla Procura della Repubblica di Salerno (evidente era l’interesse della dr.ssa
GENEVOSE di apprendere fatti con riguardo alla vicenda di Elisa CLAPS).
Il COZZI mette in evidenza anche il ruolo del dr. TUFANO, del dr. MAURO e della dr.ssa
FASANO nel garantire il consolidamento di “gruppi di potere” che operano in Basilicata,
anche grazie alle radicate collusioni con ambienti istituzionali deputati ad attività di
controllo (quali magistratura e forze dell’ordine).
Don Marcello COZZI evidenzia pure la circostanza che la dolosa sottovalutazione delle sue
denunce nel settore dell’usura era dovuta anche al fatto che la dr.ssa FASANO, ai vertici
della Questura di Potenza ed in stretti rapporti con il Questore ed i vertici della Procura
Generale di Potenza, è la moglie dell’On. MARGIOTTA, legato al dott. CANNIZZARO
anche per aver “sponsorizzato” la nomina di questi a direttore generale dell’ASL San Carlo.
Riferiva Don Marcello Cozzi:
“COZZI Marcello – ……..OMISSIS. Se devo ancora dire la sensazione riguardante il mio
operato, la mia attività, qui devo dire che sempre più terra bruciata ho intorno da parte delle
istituzioni. Quando io dico istituzioni, dico, per carità, senza voler accusare nessuno, ma
sono delle sensazioni. Vengo ostacolato da sempre in questo dal Prefetto di questa città, per
certo io sono anche stato dal sottosegretario Ettore Dosato a chiedere se era lecito o illecito
quello che ha fatto il Prefetto ultimamente. Noi abbiamo qui una situazione di usura che è
dilagante, non è grande criminalità, è una usura dilagante, sistematicamente lui deve
smentire quello che io dico a proposito dell’usura, sistematicamente il Prefetto di Potenza…
P.M. dott. De MAGISTRIS – L’attuale Prefetto?
COZZI Marcello – L’attuale Prefetto, Mauriello, sistematicamente mi richiama all’ordine
ogni qual volta faccio presente che in questa regione ci sono stati clan e ci sono affiliati con
tanto di nome e cognome alla ndrangheta, lui ha fastidio, non vuole assolutamente che qui si
parli di mafia. Ma l’ultima è la più grossa, perché l’ufficio del commissario antiracket e
antiusura – fecero questa campagna di informazione contro l’usura e il racket – manda i
tabulati delle persone che telefonano al numero verde, li manda a tutte le prefetture, magari
loro sono i loro tramiti e ci possono aiutare. Lui mi chiama, intanto mi dice una cosa –
questo accade nel gennaio scorso, tralascio tanti altri particolari perché non finiremo più –
lui mi dice: “Tu in questi anni parli di usura ma non ci hai mai dato una segnalazione, non
ci hai mai fatto una segnalazione”. Io dico al Prefetto: “No, io le segnalazioni le ho fatte, le
ho fatte e referenti ne abbiamo”. Io non sono un investigatore e non posso neanche tradire la
fiducia delle persone che vengono da me, per cui io ho un referente, un conoscente, ho
costruito un rapporto di amicizia con chi di dovere alla Polizia, con chi di dovere coi i
Carabinieri, con chi di dovere alla Guardia di Finanza, non vado ai vertici, con questi
cerchiamo di intersere delle relazioni anche di collaborazione. Lui dice: “No, tu devi andare
ai vertici”. “Ma io non ci posso andare ai vertici perché – gli spiego – io non faccio il
magistrato”. “Ora lei mi deve dire – mi dice – chi sono le persone con cui lei si rapporta
nella Polizia, nella Guardia di Finanza”. “Io questi nomi – dico a lui – non glieli dico”. “No,
lei mi deve dire questi nomi, perché allora vuol dire che sono loro che non fanno il loro
dovere”. Allora io cerco di fargli capire che non sono investigatore, se c’è una persona che mi
dice Tizio e Caio, io dico all’amico che ho in Polizia o nei Carabinieri, dico: “Guarda, verifica
se questo Tizio e Caio è un nome che ti è noto”. “E allora se lei non fa questi nomi vuol dire
che lei si inventa tutto”. Siamo a questi livelli con il Prefetto! Io dico al Prefetto: “Io ho un
data base che ho raccolto in questi anni di attività, ho un elenco di circa trecento nomi che
abbiamo raccolto in tutte le storie che sono circa settecento ascoltate in questi anni, lo
abbiamo fatto appositamente per capire se qualche nome lo troviamo in più storie, lì dove noi

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riscontriamo che in più storie troviamo questi nomi, ci rendiamo conto che c’è qualcosa che
non va”. Punto. Una settimana dopo c’è stata l’inaugurazione dell’anno giudiziario e
durante la relazione il Procuratore Generale TUFANO dice a chiare lettere: “C’è chi in
questa terra semina allarme inutilmente riguardo alla presenza dell’usura, per favore
qualcuno ascolti questa persona… – senza mai fare il mio nome ma era evidente e chiaro –
…anche perché una fonte autorevole mi dice che questo non fa segnalazioni”. Io lo so chi era
questa fonte autorevole, perché anche altre volte è successo. Stessa trafila. Posso anche
passarci sopra, posso anche pensare che questo rientra in un rapporto istituzionale che non
condivide il mio operato, però poi quando io, una settimana dopo, vengo chiamato dal
Questore di questa città su questi fatti e il Questore mi dice, in maniera molto forte:
“Dobbiamo collaborare, lei è uno che si prodiga, lei deve collaborare con noi…”, io lì faccio
presente e lo dico anche apposta: “Io alcuni nomi eccellenti che da sempre girano come noti
usurai, anche collegati a certe organizzazioni criminali… – io lo dico a lui appositamente –
…io li vado a fare a quattrocento chilometri da qui perché qui non mi fido più di nessuno”.
E lì lo dico anche perché dico: “Se questo è in buona fede incassa, se non è in buona fede è
bene che lo sappia, è bene che sappia che io so alcuni nomi perché è vero, perché è vero”. Mi
riferivo, per esempio a TANCREDI, mi riferivo a tanti personaggi che sono collegati ad
onorevoli, insomma… Lui fa: “Ma io le metto intorno una squadra, persone fidate, persone
fidate, persone fidate”. Entra nella stanza, fra queste persone fidate, anche la dottoressa
FASANO, il capo della mobile. Quando entra la dottoressa FASANO, il capo della mobile,
mi cadono le braccia – ancora una volta volevo fidarmi del Questore – perché tra questi nomi
eccellenti ci sta un amico intimo del marito della dottoressa FASANO che è l’onorevole
Margiotta. Ora io dico, ma come faccio io a dire alla dottoressa FASANO certi nomi quando
so che poi al congresso della Margherita, introduzione dell’onorevole Margiotta dice: “Chi
più di me vi può dire che in Basilicata non c’è criminalità organizzata”. Se ero lì io avrei
risposto: “Ma perché chi più di te? Perché sei un magistrato? Cosa vuol dire: chi più di te?”
Allora devo pensare che tua moglie ti viene a dire tutto quello che accade in quell’ufficio.
Non finisce lì, perché la cosa che io dico a chiare lettere, che mi ha fatto saltare sulla sedia, è
quando poi facciamo questo colloquio con la dottoressa FASANO, c’era anche l’ispettore Di
Tolla che mi guarda come per dire: “Non ci fare caso”, cioè noi ci guardiamo e ci capiamo
soltanto con gli occhi, io non lo conosco, non lo conosco se non di vista, però capisco che cosa
mi vuole dire. Dottoressa FASANO: “Poi dobbiamo collaborare, lei ci deve mettere a
disposizione il suo data base, noi dobbiamo conoscere, dobbiamo capire…”. Poi io – non so se
questo lo posso dire, però lo dico – una settimana dopo inizio a verbalizzare, no, avevo già
iniziato a verbalizzare, in quel periodo avevo già cominciato a verbalizzare con
MONTEMURRO, perché oltre a questo anche MONTEMURRO mi chiama: “Guarda qui
è meglio che verbalizzi tutto, in modo tale che tu sei a posto, nessuno ti può accusare che ti
inventi le cose, viene a fare nomi e cognomi”. Io una settimana prima inizio a verbalizzare
con MONTEMURRO, una settimana dopo mi chiama il Questore e quindi ho questo
incontro con la FASANO. Dopo un po’ di tempo mi chiama MONTEMURRO e mi dice:
“Non dovrei fartelo vedere, però ti faccio vedere un fascicolo che mi è arrivato dalla
Questura”. Apre la cartella, una relazione fatta dalla FASANO. Cosa era successo? Era
successo che in quell’elenco che dal commissariato del governo di persone che telefonano al
numero verde mandano alle prefetture da dirottare alle fondazioni, il Prefetto prende tre
persone, le segnala alla Questura dicendo: “Ascoltate queste persone”. Già questo è un fatto
che politicamente è sbagliatissimo, perché già le persone non denunciano, telefonano al
numero verde, vengono alla fondazione, non vanno a denunciare appunto perché hanno
timore per tanti altri motivi… va bene. Che fa questo? Manda in Prefettura i nominativi,
coincidenza vuole, fortunatamente, che questi tre nominativi sono di tre persone che noi

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stavamo già ascoltando, perché lo stesso elenco lo manda anche a noi in contemporanea, sono
tre persone che hanno soltanto problemi di sopraindebitamento, non ci stanno tracce di
strani rapporti con usura, non c’è niente di questo, solo che li ascolta la dottoressa
FASANO, li ascolta, racconta in breve la loro storia di indebitamento e alla fine scrive:
“Pertanto – adesso non ricordo bene il dettaglio – c’è da ritenere che tutto quello che dice
don Marcello COZZI sull’usura in questa regione sia falso”. Ora io dico se è professionale
un modo del genere! Siccome purtroppo devo incominciare a pensare che aldilà della scarsa
professionalità di tanta gente qui ci sia anche altro, io vi dico anche questo, perché sappiate
che probabilmente non c’è soltanto scarsa professionalità, ma probabilmente il tentativo di
voler delegittimare il lavoro che si sta facendo. In più – ultima cosa perché poi ce ne sono
tantissime e rischio di perdermi – in questo ultimo periodo capita… (agli inizi del mese di
dicembre), c’è in corso al Tribunale di Potenza il processo sui Basilischi, per noi, è un
processo importante perché se a questi signori viene dato il 416 bis è importante come segno
che si dà in questo momento particolare, invece se non viene riconosciuto qui crolla tutto il
castello che si sta facendo, tutta questa battaglia che si sta facendo in questa regione. E
quindi ora che facciamo? Chiamiamo alla mobilitazione i cittadini e diciamo: “Venite in aula
in Tribunale, stiamo dietro il PM che ha bisogno di sentire la gente comune perché lì ci
saranno tutti loro e bisogna finirla con questa storia che i processi vengono svolti con
l’assenza di tutti, che se li fanno tra di loro”. Noi arriviamo lì – era un bel gruppetto, una
trentina di persone – il primo giorno quando finisce la sua arringa MONTEMURRO, quei
signori erano tutti a piede libero, ci notano tutti quanti, mi notano tutti quanti, l’udienza
successiva Giovanni COSENTINO chiede di fare delle dichiarazioni spontanee, il giudice
glielo concede e lui parte in quarta dicendo: “Questo processo si sta trasformando in un
processo politico, un processo politico perché qui in aula ci stanno persone che parlano di
mafia, non sanno niente, non capiscono niente”. Da premettere che io avevo incontrato
Giovanni COSENTINO qui, era venuto a chiedermi che voleva redimersi, voleva che io lo
riabilitassi e io dissi a Giovanni COSENTINO: “Facciamo finire il processo e poi vediamo,
in qualunque modo vada il processo io sono qui a tua disposizione, non c’è nessun
problema”. Però gli dissi all’epoca: “Tu però devi anche…, insomma ci sono ragazzi che
continuano a dirmi che tu gli vai a smerciare roba…”
……………………………………..OMISSIS……………………………………..
COZZI Marcello – Io dico: “Giovà ci sono ragazzi che mi dicono che tu ancora vai
smerciando roba”. E lui mi dice:“E chi sono questi infami?”, in maniera molto… e io già là
capisco che questo di redimersi non è che aveva molta voglia. Dico: “Tu non ti preoccupare,
però facciamo andare avanti il processo, quando finirà io sono qui, qualunque esito avrà il
processo”. Quindi io lo conoscevo Giovanni COSENTINO, lui era venuto qui da me a
chiedere di essere aiutato. In aula lui attacca me, è chiaro, lui qui mi disse: “Dobbiamo
finirla con l’antimafia qui in Basilicata, qui l’antimafia fa campare giusto due o tre persone,
qui dobbiamo smantellarla l’antimafia, però ce la faremo”. E’ la sparata di un imbecille e va
bene, oggi, se io la devo leggere in altro modo, con tutta la paranoia che mi è venuta la leggo
in altro modo, no? E va bene. In aula lui spara queste cose: “C’è chi parla di mafia, questo è
un processo politico, qui e lì”. Il giudice sospende l’udienza per dieci minuti, il tempo che io
esco dall’aula, sono lì all’ingresso, partono Giovanni COSENTINO, Riccardo MARTUCCI,
Saverio RIVIEZZI, ma me ne dicono tantissime, ma tantissime, ma…, si mettono a gridare.
Poi io che faccio? C’erano dei ragazzi con me, quelli che lavorano con me, dico loro:
“Guardate, sta diventando imbarazzante, io non voglio creare elementi di disturbo, non mi
piacciono queste situazioni, andiamocene”. Loro ci passano a fianco, insomma si era creata
davvero una situazione insostenibile, anche di minacce. Io esco dal Tribunale, telefono subito
al Questore: “E’ successo questo, che faccio?”. “Vieni subito a denunciare perché domani

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viene il comitato per la sicurezza, io porto subito la cosa in evidenza al comitato”. Io vado a
denunciare, vado dal Questore, il Questore chiama la FASANO, la FASANO chiama
l’ispettore Brucella, se non mi sbaglio, era l’una meno un quarto: “E’ successo questo, io
faccio questa denuncia…”, dico anche chi sono i testimoni presenti, perché poi
COSENTINO e company anche per le scale mi hanno seguito, quindi c’erano testimoni,
persone che erano con me e io faccio notare questo. Questo è successo a dicembre. Gennaio,
febbraio, marzo, aprile, maggio, nessuno ha chiamato questi testimoni, ma non solo,
malelingue, dico soltanto malelingue perché poi nel comitato del giorno dopo, non si è risolto
un bel niente, perché qualcuno in comitato avrebbe detto: “Lasciatelo stare”.
P.M. dott. De MAGISTRIS – Chi lo avrebbe detto?
COZZI Marcello – Il Prefetto, no? Come al solito avrebbe sminuito ancora una volta.
Fatto sta che alle successive udienze io comunque ci sarei tornato. Quindi vado dal Questore
e dico: “Dottò io ci vado in udienza, non voglio creare un’altra volta disturbo, è antipatico”.
E lui manda in udienza tutta la Squadra Mobile con il capo in testa, quindi fanno l’ingresso
del capo della Squadra Mobile che arriva in aula e si mette a salutare gli avvocati di quelle
persone che erano in gabbia, quindi il segnale che si dà in certi frangenti, che poi non so che
tipo di segnale è, però fatto sta che lì è evidente che questi signori, vari RIVIEZZI,
COSENTINO, tentano di avvicinarsi a me, però io ogni volta che vedo che uno di loro parte
verso di me, io mi avvicino vicino ad uno della Polizia e così, tutta la mattinata così. Alle
udienze successive io mi sarei aspettato la stessa presenza, perché poi comunque abbiamo
continuato ad andarci, perché lì non possiamo noi fermarci. E’ inutile dire che non ci stava
nessuno. Io non sono più libero di uscire in mezzo alla strada perché una volta che l’ho fatto
in quel periodo sono stato avvicinato da amici di questi signori. Non posso dire che non mi
sento tutelato, però devo dire che per me – ecco usiamo questo eufemismo – è molto
imbarazzante camminare liberamente in mezzo a queste strade, “molto imbarazzante”, ecco
uso questo eufemismo. Un po’ di anni prima era capitato che pure i CASSOTTA, i fratelli
CASSOTTA chiesero di me mentre erano in carcere a Melfi perché io avevo avuto qualcosa
da ridire su di loro, insomma ebbero parole non molto educate nei miei confronti, ne parlai
con MONTEMURRO e subito mi mandò dall’ispettore Mennuti e io lì feci una denuncia di
questo fatto e non uscì niente fuori, nessuno ha mai fatto niente di questa vicenda, né la
stampa, né i giornalisti, nessuno, neanche i miei collaboratori, nessuno ha saputo niente,
qualcuno se ne è accorto perché c’era qualche pattuglia che ogni tanto veniva, però nessuno
ha mai sentito niente. Solamente che – questo l’ho annotato perché sono cose che uno poi a
leggerle dopo… – solamente che capita che quando il Colonnello Polignano dei
Carabinieri, un anno fa penso o due estati fa non mi ricordo, va via da Potenza a fa
la sua conferenza stampa, in piena conferenza stampa, per dire che in Basilicata
non c’è mafia, lui dice: “E non andate dietro a quello che dice don Marcello COZZI
che si inventa di essere stato minacciato”. Io ai Carabinieri non ho mai fatto
nessun tipo di denuncia di questo genere. Ora tu perché devi dire una cosa del
genere? Ora io finisco qui…….OMISSIS”.

Altra attività messa in atto da appartenenti al sodalizio criminoso (soprattutto il dr.


TUFANO, il dr. BONOMI e la dr.ssa FASANO) è quella relativa all’allontanamento di
appartenenti alla Polizia Municipale dalle indagini che stava espletando il dr.
WOODCOCK, utilizzando, in particolare, il Sindaco di Potenza, Vito SANTARSIERO
(strettamente collegato al MARGIOTTA), il quale, con diverse e reiterate note richiedeva,
insistentemente, il rientro presso il comando degli appartenenti alla polizia municipale
“distaccati” presso la Procura di Potenza, che, in realtà, erano semplicemente delegati per
attività di polizia giudiziaria.

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Con riferimento, quindi, ai collegamenti tra i sodali ed ambienti politici lucani e nazionali
si evidenziano i rapporti tra il dr. BONOMI ed il Sottosegretario allo sviluppo economico,
già presidente della giunta regionale, Filippo BUBBICO, esponente di primo piano del
partito democratico. In particolare, il dr. BONOMI, partecipava al congresso del partito
dei democratici di sinistra, nel quale si doveva procedere all’elezione del nuovo segretario
regionale, circostanza che avveniva quasi in concomitanza con l’imputazione coatta della
cd. “vicenda PANIO” che aveva riguardato proprio il BUBBICO.

Il sodalizio – attraverso in particolare i suoi organizzatori TUFANO, BONOMI, FASANO


e GENOVESE – mira in modo precipuo ad ostacolare l’attività di due Pubblici Ministeri
della Procura della Repubblica di Potenza (dr. MONTEMURRO e dr. WOODCOCK).
Dal contenuto delle intercettazioni telefoniche si evidenzia anche un rapporto stretto
all’interno del sodalizio tra la dr.ssa FASANO ed i vertici della Procura Generale (dr.
TUFANO e dr. BONOMI).
La FASANO, nelle intercettazioni, oltre ad augurarsi il trasferimento del dr.
MONTEMURRO, si occupa anche della vicenda dell’Ispettore DI TOLLA.
L’Isp. DI TOLLA, il Magg. SENATORE e l’Ag. DE FELICE (questi ultimi due addetti alla
polizia municipale di Potenza) riferiscono di pressioni subite da parte della Procura
Generale finalizzate al loro allentamento dalle indagini in corso dirette dal dr.
WOODCOCK. Questo avviene, in particolare, attraverso le continue richieste di rientro in
sede formulate dal sindaco SANTARSIERO, compulsate da esponenti di primo piano
dell’attuale partito democratico (MARGIOTTA), rivolte direttamente dal dr. TUFANO e
dal dr. BONOMI, ed anche attraverso la segnalazione dell’illegittimo utilizzo della polizia
municipale da parte del dr. WOODCOCK, evidenziando la mancata autorizzazione, per la
polizia giudiziaria in questione, delle necessarie autorizzazioni a prestare il loro servizio
presso la Procura della Repubblica. Per quanto riguarda il DI TOLLA, l’attività di ostacolo
interviene, invece, attraverso il promuovimento, nei suoi confronti, di azioni disciplinari,
in quanto avrebbe portato al macero materiale di risulta, vicenda sorta su segnalazione al
Questore formulata dal dr. TUFANO. Si evidenzia che i tre appartenenti alla polizia
giudiziaria avevano partecipato ad indagini, tra l’altro in corso nel momento in cui
venivano fatti oggetto delle attenzioni della Procura Generale, nei confronti di personaggi,
quali il sodale dr. BARBIERI, Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri, il cd. Savoiagate, nonché
nei confronti della sodale FASANO (moglie del MARGIOTTA).
Con riferimento all’attività messa in atto ai danni del dr. MONTEMURRO, da parte dei
sodali prima indicati, si evidenziano varie conversazioni telefoniche intercettate tra la
dr.ssa FASANO ed il dr. BONOMI, che si interessano congiuntamente di produrre attività
di ostacolo nei confronti del dr. MONTEMURRO e di suoi collaboratori, quale il vice-
commissario MENNUTI. Il legame tra la FASANO ed il BONOMI emerge ancora da altra
conversazione telefonica nel corso della quale i due discutono di un’indagine ancora in
corso da parte della Procura della Repubblica di Potenza ed in particolare da parte del dr.
WOODCOCK e riguardante la massoneria. La FASANO informa illecitamente il BONOMI
dell’attività delegata dal predetto magistrato e fanno riferimento ad una fuga di notizie
relativa alla stessa indagine, riconducendola ad una richiesta inviata a tutte le Questure
d’Italia dalla stessa FASANO. Il BONOMI dimostra di avere cognizione dell’indagine.
Inoltre i due dimostrano di essere contenti di un documento durissimo fatto dagli avvocati
(a dimostrazione della colleganza dei sodali con taluni avvocati operanti in Basilicata ed
espressione di quei centri di potere nei quali sono compiutamente inseriti i sodali).

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Dalle intercettazioni telefoniche emerge anche che il dr. BONOMI aspira a divenire
Procuratore della Repubblica di Potenza in maniera tale da garantirsi, in tutti gli uffici
requirenti di Potenza, il controllo totale delle illecite attività del sodalizio.
Da una conversazione telefonica emerge l’interesse del dr. BONOMI e della dr.ssa
FASANO per il dr. WOODCOOCK, ed in particolare per delle foto che dovrebbero essere
pubblicate sul giornale “Chi”. A tal proposito si segnala che nello stesso periodo la dr.ssa
FASANO è impegnata in delicate indagini delegate da quest’ultimo.
In altre conversazioni, la FASANO rivela illegalmente al BONOMI attività perquisizione
che avrebbe svolto il giorno dopo, specificando che il giorno successivo ne sarebbe stato
avvisato formalmente.
Nel corso delle medesime conversazioni i due si compiacciono di articoli redatti da Nino
Grasso (impegnato a sostenere le ragioni di appartenenti al sodalizio criminoso).
Nello stesso tempo i sodali, ed in particolare il dr. TUFANO, esercitano attività di
“copertura” in favore della dr.ssa GENOVESE, nonostante avesse consumato condotte
dalla chiara valenza quanto meno disciplinare (come evidenziato, poi, dalla stessa
relazione ispettiva dell’Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia solo a seguito
dell’esecuzione dei decreti di perquisizione eseguiti da quest’ufficio anche nei confronti
della dr.ssa GENOVESE).
Riferisce il dr. IANNUZZI:
“…….OMISSIS. PROCURATORE – Voleva aggiungere qualcosa dottore?
IANNUZZI Alberto – Avrei cose da… Per esempio, a Potenza c’è un – vabbè questo non so se può
rilevare ma – c’è un giornale “Nuova Basilicata” si chiama, che assume posizioni piuttosto singolari
insomma su alcune vicende che hanno visto… e che pare, non so se il direttore o qualcuno di questo
genere, è anche… ha un incarico presso l’Ospedale San Carlo di Potenza e che quindi le posizioni
che assume sono, diciamo, spiccatamente favorevoli insomma rispetto per esempio al dottor
CANNIZZARO. Nonostante, per esempio, quando ci fu la sua nomina come direttore generale ci
sia stato un fondo estremamente critico in cui si parlava di ingombrante presenza con delle illazioni
insomma piuttosto pesanti, e che evidentemente insomma furono modificate e dopo un po’ di tempo
forse, non lo so, per questo incarico che fu dato al… Ed è un giornale questo tra l’altro che fu
utilizzato per attaccarmi ma per diciamo l’inchiesta “IENA 2” insomma, nella quale furono
pubblicate addirittura delle lettere dell’avvocato BARDI dal carcere, cosa che non si è mai visto
insomma. Durante la detenzione di BARDI al carcere questo giornale pubblicò delle lettere che
ovviamente mi accusavano per una serie di cose che io tra l’altro non ho mai commesso.
………………………………….omissis………………………………………….
IANNUZZI Alberto – E non lo so se… la cosa anche che mi colpisce in questa vicenda insomma,
non so se è il caso, se lei ritiene che possa essere rilevante…
PROCURATORE – Prego vediamo…
IANNUZZI Alberto – Anche per via di quella, diciamo, quello che ho avuto modo di leggere sui
giornali di questa vicenda… ovviamente ho una conoscenza di tipo giornalistico. Qui si parla
appunto di questo comitato d’affari, insomma qualcosa che va al di là delle singole responsabilità
individuali, ma che accomuna tutte queste persone. E io ritengo insomma che…
PROCURATORE – Questo ci interessa sicuramente…
IANNUZZI Alberto – …la diciamo… forse, forse, è un’ipotesi che ovviamente… la dottoressa
GENOVESE insomma la cosa che mi colpisce è che è stata invischiata in vicende
piuttosto gravi insomma, non riguardano fatti di piccoli abusi d’ufficio, ma insomma
fatti… i più gravi che insomma sono accaduti in Basilicata, o lei o il marito insomma.
Mi, diciamo, stupisce il fatto che non abbia avuto mai diciamo nessun problema nel senso
che… lo dico questo anche perché essendo io magari interessato, essendo oggetto di
segnalazioni varie per fatti che attendono l’esercizio delle mie funzioni…

30
………………………………….omissis………………………………………….
IANNUZZI Alberto – Per esempio io sono stato, diciamo, ancora diciamo ancora deve essere
definito, spero insomma che finisca quanto presto, procedimento disciplinare che è scaturito da un
provvedimento che ho adottato, che è qualcosa veramente anomala, nel senso che per un presunto
difetto di motivazione per alcune posizioni nell’ordinanza emessa nell’ambito del procedimento
“IENA 2”. Cioè, siccome il Tribunale del Riesame aveva annullato alcune misure perché non avrei
motivato la loro posizione, ma poi dimostrerò…
PROCURATORE – Vabbè questo poi… Mi colpisce il dato che non ci siano state iniziative…
IANNUZZI Alberto – Ma dico, come mai io sono stato così bersagliato e adesso magari se il fatto
magari che ho fatto l’intervista al giornale e mi accusano e mi vogliono sottoporre ad ispezione,
procedimento disciplinare e poi, diciamo, per fatti così gravi…
PROCURATORE – Ma, per esempio, le risulta che segnalazioni su profili di eventuale rilevanza
disciplinare, per esempio, siano stati fatti dagli organi di vigilanza interna dell’Autorità Giudiziaria
nei confronti della dottoressa GENOVESE? Cioè mi riferisco, per quanto lei può sapere, mi riferisco
per esempio al Procuratore della Repubblica o al Procuratore Generale o di altre Autorità.
IANNUZZI Alberto – Che io sappia no. Per esempio credo proprio di no, anche perché insomma…
PROCURATORE – I rapporti, per quanto lei sappia, tra la dottoressa GENOVESE e il Procurare
Generale dottor TUFANO?
IANNUZZI Alberto – Sono sin troppo cordiali, ma che è un fatto normale insomma nel senso…
però credo che la cordialità vada al di là di quella che è la fisiologia dei rapporti tra colleghi.
PROCURATORE – Cioè, può essere più preciso?
IANNUZZI Alberto – Per esempio io, veniamo al dunque, io sono stato… il dottor TUFANO ha
fatto una vera e propria segnalazione nei miei confronti, dopo che io avevo arrestato alcune persone
tra le quali Vittorio Emanuele di Savoia, accusandomi di aver deciso in troppo pochi giorni
(c’ho qui la segnalazione)…
PROCURATORE – Ce la può lasciare questa, sì?
IANNUZZI Alberto – Sì, sì. La cosa veramente, che tra l’altro l’ha ripetuta anche in occasione
dell’audizione al CSM, dove testualmente si dice nell’articolo di giornale che (c’ho anche qui
l’articolo di giornale): <<Il dottor TUFANO durante… praticamente ha detto che il GIP… è troppo
appiattito che ha deciso l’arresto di Vittorio Emanuele nel giro di poche ore>>. Che è una cosa
assolutamente falsa, tanto è vero che nella segnalazione che aveva fatto in precedenza avevo
calcolato esattamente il tempo in 17 giorni e X ore insomma, arriviamo a questo punto insomma,
no? Sono dei rilievi ovviamente…
PROCURATORE – Ma è usuale questo atteggiamento di vigilanza del Procuratore Generale nei
confronti dell’Ufficio GIP, per esempio?
IANNUZZI Alberto – No, diciamo che si è manifestato nei miei confronti perché soprattutto dopo
la vicenda di “IENA 2”, che ha un po’ segnato si può dire storicamente proprio il momento di
spaccatura all’interno degli uffici giudiziari…
PROCURATORE – Perché?
IANNUZZI Alberto – Perché diciamo quel provvedimento, che era forse il provvedimento più
delicato, più importante, al di là di questi ultimi, andava a colpire un centro di potere politico,
economico, poi c’era diciamo coinvolto un avvocato, poi c’erano i politici, amministratori, insomma
era una vicenda piuttosto grave insomma, o perlomeno lasciava intravedere, avrebbe consentito
appunto di far emergere tutti questi legami tra politica, economia e così via insomma. Che cosa è
successo poi in realtà? Che le proteste… come dire? …c’è stato uno sciopero di oltre un mesi degli
avvocati, uno sciopero proclamato la prima volta per cinque giorni dal segretario della Camera
Penale. Allora BARDI era il Presidente della Camera Penale, fu arrestato alle 5:00 del mattino, così
dice il provvedimento, alle ore 7:00 c’è un comunicato ANSA in cui il segretario della Camera
Penale preannuncia uno sciopero di cinque giorni per l’arresto dell’avvocato BARDI. Come si fa a

31
prendere in giro così? Io ovviamente ho ritenuto, ma non credo che siano illazioni, che loro fossero
già a conoscenza di questo...
PROCURATORE – Lei quando dice - torniamo a quella riflessione sua di prima - “…ha provocato
una demarcazione, una spaccatura”, cioè in che senso all’interno della magistratura?
IANNUZZI Alberto – Una spaccatura diciamo tra avvocati innanzitutto, perché questo qua ha
provocato oltre un mese di sciopero…
PROCURATORE – Tra i magistrati?
IANNUZZI Alberto – Io direi anche tra i magistrati, nel senso che ecco, per esempio, soprattutto
per alcuni magistrati in particolare, per esempio, il Procuratore Generale, il quale è diventato una
sorta di punto di riferimento non dico di tutti gli avvocati ma di alcuni avvocati e soprattutto gli
avvocati che contano. Per cui ogni volta che c’era da prendere qualche iniziativa andavano sempre
dal Procuratore Generale. Mi stupì veramente una delibera della Camera Penale che, ovviamente,
tradiva questo rapporto stretto con il dottore TUFANO, che fu adottata all’indomani della vicenda
della “SAVOIAGATE”. Che cosa era successo? Che a seguito di una serie di attacchi diciamo il
CSM, cinque consiglieri del CSM (mi pare di MD), decisero di aprire, chiedere l’apertura di una
pratica a tutela per il collega Woodcock e stigmatizzarono gli atteggiamenti del dottor TUFANO.
La Camera Penale, che è insomma sostanzialmente un’associazione privata, una corporazione, fece
un comunicato estremamente duro nei confronti del CSM, che è un organo costituzionale, dicendo:
<<Cessino le interferenze del CSM nell’esercizio delle delicate funzioni del Procuratore dottore
TUFANO>>. Questi fatti qua sono chiaramente indicativi di un…
PROCURATORE – Ritornando una attimo indietro invece alla riflessione iniziale dei
rapporti particolarmente cordiali tra il Procuratore Generale TUFANO e la dottoressa
GENOVESE. Li possiamo in qualche modo concretizzare in qualcosa?
IANNUZZI Alberto – E…
PROCURATORE – A lei non risulta, lo abbiamo detto, ecco iniziative nei confronti
della GENOVESE a fronte di una serie di fatti invece seri come stiamo narrando? Non le
risulta che vi sia stata alcun tipo di segnalazione?
IANNUZZI Alberto – A me, ripeto, io non so se siano avvenute…
PROCURATORE – A lei non risultano…
IANNUZZI Alberto – A me non risultano, anche perché poi tra l’altro tra di noi se ne
parla, insomma. Quindi se ci fosse stata una segnalazione del genere… Però io, ripeto,
non me la sento di confermarlo o meno perché…
PROCURATORE – E quindi quando lei parla di rapporti molto cordiali?
IANNUZZI Alberto – Di rapporti molto cordiali nel senso che così… io sono stato anche
in consiglio insieme insomma c’era… ma, ripeto, questo è un aspetto così molto… poco
significativo, nel senso che ci possono essere rapporti cordiali con tutti. Però non… era la
sostanza, il fatto che non ci sia stato… cioè il fatto che il Procuratore Generale faccia una
segnalazione in cui chiama in causa il GIP – cioè il Procuratore Generale è quello che
sorveglia diciamo i Pubblici Ministeri – faccia segnalazione al GIP con delle motivazioni
in riferimento a fatti, insomma, francamente di scarso rilievo…
PROCURATORE – Il consiglio giudiziario…
IANNUZZI Alberto – …e non lo faccia per quei fatti così gravi…
PROCURATORE – Visto che lei è stato, come mi stava dicendo, in consiglio giudiziario, in che
anni?
IANNUZZI Alberto – Sono stato… allora io attualmente sono supplente e poi sono stato diversi
anni fa, però mi pare che non c’era il dottor TUFANO…
PROCURATORE – Quindi diversi anni fa. Si è mai discusso all’interno del consiglio
giudiziario di vicende riguardanti la dottoressa GENOVESE, sui fatti di cui stiamo
parlando?

32
IANNUZZI Alberto – Assolutamente, nel senso che sembrava un argomento quasi tabù.
Anzi spesso, il collega PAVESE insomma potrà confermare, mi ha detto che durante le
sedute del consiglio giudiziario il dottor TUFANO sembrava molto preoccupato di
lanciare i suoi… diciamo di esprimere rilievi critici soprattutto nella vicenda “IENA 2”.
Ovviamente non lo poteva fare davanti a me per… giudicarlo e anche per la vicenda
CAPPIELLO. Cioè questi erano… come dire? …i due ritornelli ricorrenti. Però, ripeto, io
non sono stato testimone diretto ma ne ho appreso de relata.
PROCURATORE – Vediamo se posso in qualche modo sintetizzare. Quando lei parla di
schieramenti all’interno della magistratura potentina si riferisce soprattutto a quest’asse, mi dica se
ho compreso bene o ho compreso male, TUFANO–GENOVESE?
IANNUZZI Alberto – Beh… sì, diciamo loro erano più… come dire? …c’era una maggiore
vicinanza tra di loro insomma. Questo però, ripeto, è un capitolo che potrà approfondire il dottor
PAVESE. Però mi colpiva il fatto insomma di quest’accanimento nei miei confronti. Per esempio lui
mi ha accusato di essere troppo appiattito sulle posizione dei due Pubblici Ministeri, uno in
particolare il dottor Woodcock, di accogliere le sue richieste ecc., ecc. e di usare la tecnica del copia e
incolla, cosa che per la verità non ho mai usato, mi basta confrontare gli atti. Vabbè questo l’ho
scritto già…
PROCURATORE – Vabbè, l’avete già……..omissis
Successivamente il dr. IANNUZZI esponeva:
“Il dr.TUFANO ha continuat o an che n ei giorni scorsi ad assumere nei conf ront i
dello scriv ente un atteggi ament o ingiustificatam ente “ostil e”. Per comprender e
ciò occorre fare un passo indi etro, evi d enziand o che in passato il Procu ratore
Generale di Poten za, n ell’occuparsi dello scrivent e, ha dedi cato particolare
attenzion e soprattutto, se non esclusivamente, a quei procedim enti, che hann o
visto il coinvolgim ento di person e che ricopri vano in carichi di g rande riliev o
pubblico, nei confronti dei qual i l’ esponente si è limitato ad appli care la l egg e con
lo st esso rigore adop erato n ei conf ronti dell e person e “ comuni”, in ossequio al
princi pio costituzionale per cui tutti i cittadini sono ugu ali davanti alla l egg e,
sen za di stinzi oni di condi zioni personali e sociali. Non risulta, invece, ch e
analoga attenzione il dr. TUFANO abbia manifestato in altre vicend e
giudiziarie e nei conf ronti di altri col leghi, ai quali potevano essere mo ssi,
in misura maggiore, gli stessi rilievi formulati allo scrivente. All’uopo, a
titolo meram ente esemplifi cativo e non esau stivo, si menzi onano l e ordinan ze
emesse da alt ro magi st rato dell’Uffici o GI P 1 nei procedim enti denominati:
1) “Basili schi”, in cui la richi esta di applicazion e della cust odia caut elare i n
carcere, nei confronti di 83 person e, v enn e accolta con l’ adozion e di ordinanza d el
tutto conforme, ridim ensi onata n otevolmente dal Tri bunal e del Ri esam e, ed emessa
per di più a di stanza di un anno e due m esi dalla ri chi esta, tanto da determinare
dopo pochi giorni l a revoca, da parte dello stesso GIP, di molt e delle misu re
cautel ari appl icat e n ei conf ronti di el ementi apparten enti all a c.d. crim inalità
organ izzata tradizion ale (i delinqu enti di cui il dr. TUFANO parla n ell’aud izion e,
aventi spessore di verso d a quell o di molti destinatari dell’ ordinanza cautel ar e
adottata n el procedim ento cd. “I ena 2”, che invece int eressava anche personaggi
apparten enti all’imprenditoria, al mon do politico- amminist rativo, ovvero alla c.d.
crimin alità dei “coll etti bianchi”);

1
Consta allo scrivente che la collega, che attualmente presta servizio in altra sede, ha avuto buoni rapporti
personali con il dr. TUFANO e soprattutto con altro magistrato della Procura Generale.

33
2) SILLETTI + altri, in cui l’ordinanza ricopiava ed accogli eva
integralment e la richiesta del P.M., disponendo l’applicazion e di ben 52
misure cautel ari nei conf ronti di al cuni f unzionari della Region e Basi licat a
e d ell’ASL di Pot enza, m edi ci, fisi oterapi sti e ufficiali dell’ Anag raf e, quasi
tutte annullat e, o comunqu e f ort em ente ridim ensionat e (l’impi anto
accu sat ori o ipoti zzava l’ esi sten za d i un’associazi one a delinqu ere,
cap eggiat a dal titolare d i un cent ro di fi sioterapia, diretto concorrent e con
quello d ella fami glia della dr. ssa GENOVESE, di cui si parlerà in seguito);
3)“No smoking”, nell’ambito della quale vennero sottoposti a custodia cautelare in carcere
oltre 80 persone, per reati legati al contrabbando di sigarette, con una motivazione che
ricopiava la richiesta del P.M.: quasi tutte le misure cautelari vennero annullate dal
Tribunale del riesame”.
“Del tutto anomala è l’attenzione ch e il dr. TUFANO ha dedicato e
continua a dedicare al sottoscritto giudice, attrav erso la
formulazione di rilievi, di intrinseca scarsa con sistenza e d el tu tto
privi di fondamento. A fron te di ciò, si registra l’inerzia
nell’assumere iniziative rispetto ad altre situazioni oggettivamente
ben più gravi, che – a quanto consta all’esponente - non sono state
oggetto di segnalazione da pa rte dell’Alto Magistra to Requi ren te,
malgrado abbiano visto coinvolti mag istra ti requirenti, so ttoposti al
suo potere di sorv eglianza, ed avuto una grandissima eco, dapprima a
livello locale e successivamen te nazionale, sì da rendere
estremamen te improbabile che il PG non ne abbia avuto conoscenza.
La più eclatante è quella che si riferisce alla dr.ssa Felicia
GENOVESE, già indagata dalla Procura della Repubblica di Salerno
per i rea ti di associazione di stampo mafioso e co rruzion e,
unitamente al coniuge d r. Michele CANNIZZARO, indagato anch e
quale mandante d el duplice omicidio di stampo mafioso nei confron ti
dei coniugi Santa rsiero Patrizia e Gianfredi Giusepp e, nonch é
coinvolto nella vicenda della scomparsa di una giovane ragazza
poten tina, Elisa Claps, avvenuta nel settembre del 1993.
Non è certamente compito dello scri vente en tra re nel merito della
valutazione di fatti così gravi e deli cati, risp etto ai quali peral tro
l’A.G. di Salerno ha di sposto l’archiviazione; comunque sia, alcun i
dei fatti che sono emersi nel corso dell’indagine, anche a carico del
dr. CANN IZZARO, iscri tto ad una l oggia massonica, erano di una
porta ta tale da giustifica re - ad avviso del sottoscri tto - la dovero sa
segnalazione da pa rte del d r. TUF ANO di quei fatti, con ogni
evidenza suscettibili di valutazione sotto il profilo dell’eventuale
incompatibilità di sede o di ufficio, essendo emersi in occasione d el
procedimen to penale, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 2 comma 2
del R.D. n. 511/1946, così come novel lato dal D.L.vo n.109/2006 ( cfr.
circola re del CSM n. 13682 del 5 ottob re 1995). Invero, è sta to
accerta to ch e: 1) il dr. CANN IZZARO aveva rapporti di
frequen tazioni con Gianfredi Giusep pe, esponen te di spi cco d ella
locale criminalità organizza ta, dedito all’usura e ad altri traffici
illeciti; 2) il giorno prima d ell’omicidio il dr. CANNIZZARO avev a
avuto un incontro nell’abitazione del Gianfredi e, nonostante ciò, le
indagini erano state condotte dalla moglie, dr.ssa GENOVESE, che

34
soltanto a distanza di sei mesi dal grave fatto di sangue si astenn e
dalla trattazione del pro cedimen to; 3) a seguito della manifestazion e
della volontà di collaborare con la giustizia da parte di Cappiello
Gennaro, principale fonte di accu sa del dr. CANNIZZARO, il
difensore ch e sino ad allora lo aveva assisti to, avv. Sergio Lapenna,
unitamente all’avv. Pervito Bardi, o rganizzarono un p ranzo con i
coniugi GENOVESE-CANN IZZARO, l e cui finalità erano intuibili,
tanto da indu rre il maggiore dei Ca ra binieri, Savino Paternò, che era
sta to invita to a pa rtecipa rvi, a decli nare l’invito; 4) nel maggio d el
1992, a seguito di a ccertamenti effettu ati all’interno di un’abitazion e
calabrese di pertinenza del CANN IZZARO, i Carabinieri d ella
stazione di Calanna riscon tra rono l a presenza di alcuni elemen ti
legati all’ambiente d ella criminalità calabrese, tra cui il figlio di una
persona con sidera ta capo mandamento .
Nonostante la gravità ed il clamore susci tato da qu esti fatti, non
risulta che il d r. TUFANO, così a ttento a stigma tizzare p resun te
violazioni di legge da parte d ello scrivente giudice 2, abbia intrapreso
alcuna iniziativa isti tuzionale nei co nfronti della d r.ssa GENOVESE,
in servizio presso la Procu ra della Repubblica di Potenza d a
moltissimi anni e titola re di un in carico estremamente delica to,
essendo addetta alla trattazione d ei procedimen ti di competenza
della DDA e di alcuni fascicoli rela tivi a rea ti con tro la pubblica
amministrazione, oltre a ricop rire il ruolo di Procura to re vica rio,
come tale prepo sta all’organizzazio ne dell’Ufficio in assenza del
Procu ra tore capo ed investita di com piti delicatissimi. Anzi, l’unica
preoccupazione esp ressa dal dr. TUFANO rispetto a tale gravissima
vicenda è sta ta sempre e soltan to quella di stigmatizzare le accu se
mosse dal collaborato re di giustizia, spesso anche in occa sioni
ufficiali, quali le riunioni del Consi glio Giudiziario (all’uopo può
essere sen tito quale persona informata il dr. Rocco Pavese,
componente per molti anni del Consiglio Giudiziario), senza
preoccuparsi di verifica re se i fatti sopramenzionati po tessero avere
un fondamento, ed omettendo sopra ttutto di segnalare una palese
situazione di incompatibilità ambien tale. C’è da chi edersi, infatti,
come sia possibile che un pubblico ministero si possa occupare di
procedimen ti di mafia, pur essendo coniugata con una persona che,
oltre ad esser iscri tta ad una loggia m assonica, ha avuto con tatti con
elementi lega ti alla n’drangheta calabrese, ha frequenta to un
importante esponen te d ella criminalità locale (il Gianfredi), con il
quale si è incontra to il giorno prima che costui fosse trucida to in un
agguato di stampo mafioso ?
Lo st eso dr. Pav ese, coll ega dell ’Uffici o GIP, mi ha riferito che il dr.
TUFANO a margine delle riuni oni del Consiglio Giudi ziario ha espresso
valutazion i molto critiche sui provvedimenti da me adottati,

2
Al punto da calcolare addirittura i tempi necessari per fotocopiare l’ordinanza cautelare emessa nei
confronti di Vittorio Emanuele di Savoia, nel tentativo di far emergere presunte irregolarità e la falsa
attestazione dell’orario di deposito del provvedimento, smentita dalle conclusioni dell’indagine svolta dalla
Procura di Catanzaro.

35
parti colarm ente n elle vicende processuali conv enzi onalm ente denomin at e
“Iena 2” e “Savoiagate”.
Del resto un’analoga si tuazione di incompatibilità, relativamente a i
procedimen ti aven ti ad oggetto rea ti contro la pubblica
amministrazione, in pa rti colare quell i in cui ri sultava coinvolta la
Regione Basilica ta, sembrava emergere già prima che il marito della
dr.ssa GENOVESE fosse nominato diretto re g enerale d ell’Azienda
Ospedaliera S. Carlo, av endo co stei interessi nella so cietà familiare
“GENOVESE Camillo s.r.l.”, importan te Centro sanita rio
convenzionato con la Regione Basilicata, intesta ta al padre defunto,
e successivamen te gesti ta dal marito, dr. Michele CANN IZZARO.
Iden tica inerzia da parte del dr. TUFANO è stata registrata in
relazione ad un delica tissimo p rocedi mento penale, da cui è scatu rita
nei giorni scorsi l’azion e disciplinare nei confron ti della GENOVESE,
sfociata nell’applicazione in via cautela re della sanzion e del
tra sferimen to ad altra sede, su richiesta del Ministro della Giustizia,
a dimostrazion e della particola re gra vità della condo tta a ccertata. I
fatti sono stati già ampiamente riferi ti nella relazione allegata alla
presente, oltre ch e richiama ti nella deposizione resa alla S.V. Ciò ch e
è importan te segnalare è che anco ra u na volta, nonostante il clamore
mediatico su scita to dalla vicenda (v. articoli di gio rnale di cu i
all’all. 1 alla relazione del dott. Ian nuzzi), soprattu tto in relazione
alle pesanti illazioni sollevate dal denunciante circa la connession e
tra la richiesta di archiviazione avanzata dalla dr.ssa GENOVESE e
la nomina del coniuge quale diretto re gen erale dell’aziend a
ospedaliera S. Ca rlo di Potenza, nonché la necessità che la stessa si
asten esse dalla trattazione del p rocedimento, non risulta che il dr.
TUFANO, che aveva un preciso potere-dovere di far luce sulla
vicenda, nell’ambito di quelle che erano le sue prerogativ e
istituzionali di titolare del potere d i sorveglianza, abbia svolto le
opportune verifiche ed effettua to le necessa rie a cquisizioni,
finalizzate ad accerta re la corretta gestione del pro cedimen to,
sopra ttu tto in presen za dell’illazione pesantissima, sollevata dal dr.
PANIO, volta ad accredita re l’ipotesi dell’esistenza di un patto di
scambio, sino a ventilare la gravi ssima ipotesi delittuosa della
corruzione in atti giudiziari.
Ma il dr. TUFANO andava oltre, perch é, dimostrando di essere
animato da un ingiustificato pregiud izio in merito alla fondatezza
dell’ipotesi adombra ta dal dr. PAN IO, sconfessa to dagli esi ti delle
iniziative ispettive e disciplinari in traprese nei conf ronti d ella dr.ssa
GENOVESE, non solo non prend eva alcuna iniziativa, nei termini
testè menzionati, ma faceva p rop ria u na nota a firma di quest’ultima,
in cui, nel ten ta tivo di difendersi dalle pesan ti illazioni avanzate da l
denunciante, definiva le a ccuse esp resse dal dr. PANIO d el tu tto
calunniose. (Il riferimento del dott. IANNUZZI è alla nota datata
23.06.2005, protocollata p resso la P ro cura Generale a cui e ra diretta
esclusivamente al n.4858, di cui si è detto in precedenza. ndr)

36
A margin e di tal e vicend a si regi st rava un episodio piuttosto inqui etante,
che v edeva com e protagoni sta il sostituto della Procu ra Gen eral e di Potenza
dr. Gaetano Bonomi, il qual e, a distan za di qual che giorno dall a ri chi est a d i
rinvio a giud izio (giugno 2006), formu lata an che nei confronti del sen.
Filippo BUBBICO, attualmente sottosegretario all e Infrastruttu re e
all’ep oca dei f atti presi dent e dell a Giu nta Regi onal e, veniva ri preso dal
local e TG3 a fi anco del sen. BUBBICO durante il congresso d ei DS, in cui
occorreva n ominare il coordin atore regi onale. Il com portament o d el dr.
Bonomi ap pariva a dir poco in opportun o e tal e da gettare discredito sul
prestigio dell’ordin e giudiziario, poi ché si verifi cava n el corso di un a
manifestazi one squi sitam ente politica, esprim endo un atteggi ament o di
“coll aterali smo” nei conf ronti di un influente uomo politico, imputat o
nell’ambito di un procediment o particolarm ente deli cato e di grande
risonanza pubblica. Anche qui, malgrad o l’epi sodio si a stato riportato in un
articolo, apparso su un’i mportante rivi sta nazionale (Microm ega), non
risulta che si a stata m ai intrapresa da parte del dr. TUFANO alcun a
iniziativa n ei conf ronti del dr. Bonomi , peraltro non est ran eo ad alt re
iniziative di rette a del egittimare lo scrivente.
Il dr. Bonomi, infatti, quale magist rato della Procura Gen eral e, in due
distinte occasioni ha espresso parere fav orevole in rel azion e alle istan ze di
ricu sazion e del sottoscritto giudi ce, una dell e quali proposta dall’avv. Pier
Vito Bardi (il m ed esim o che parteci pò all’in contro con i coniug i
GENOVESE- CANNIZZARO dopo il “pentimento” di Genn aro Cappi ello) e
l’altra dal Sindaco di Campi one d’Itali a, Robert o Salmoi raghi.
Al rigu ardo, colpi sce l a motiv azion e espressa a sostegn o del p arere, l addov e
si consideri che l e i stanze sono stat e ritenut e dall a Cort e di Appell o
palesem ent e inammissibi li.In particolare, desta perplessità il parere
favorevole all’accoglim ento dell ’istan za presentata dall’avv. Bardi,
parti colarm ente vicin o agli ambi enti della Procu ra General e, poich é
implicava il riconoscim ento in capo all’i mputato-indagat o del la possibilit à
di scegli ersi il giudice, dal mom ento che faceva scaturi re l’incom patibilit à
del giu dice n ella t rattazion e del p rocedi mento dalla proposizi one da part e
dell’indagato di un atto di citazi one civi le nei confronti del giudi ce st esso
(v. all. 10 alla relazion e del dott. Iannuzzi). Né è un caso che lo stesso avv .
Bardi, a carico del qual e pendono procedim enti pen ali per gravi ipot esi
delittuose, abbia p resent ato, nel corso del procedim ento in cui fu propost a
l’istanza di ri cusazion e, un esposto, depositandolo n egli uffici della Procu ra
Generale, com e se l’int erl ocutore istit uzional e fosse il P.G. e non i l
President e del Tri bunal e o dell a Corte di Appell o.
Ancor più capzioso era il secondo parere, mi rante a stigmatizzare l e
dichiarazioni rese alla stampa dall o scrivent e a seguito dell’ arresto d i
Vittorio Emanu ele di Savoi a, dichiarazioni che avevano qu ale unico scopo
quello di dif endere la solidità dell’impi anto accusatori o, pur senza mai
entrare nel merito d el p rocedimento, n onch é di respingere gl i attacch i
denig ratori che piovev ano d a più parti, nell’esercizi o di un diritt o
riconosciuto al magi strato d alla Costituzi one e dall e circol ari del C.S.M. (v.
rel azion e di cui all’ all. 4 alla relazi one d el dott. Iannuzzi).
La Corte di App ello evid enzi ò la m anifest a infondat ezza della di chiarazion e
di ricu sazion e, ril evan do, tra l’altro, che “…il GIP dott. Iannuzzi si è

37
limitato ad una gen erica illu strazion e di un’attività d’in dagin e, culm inat a
nell’adozion e di un provvedimento rest rittivo già emesso. Si è trattato,
insomma, di un’inf orm azi one diretta tramite gli org ani di st ampa all a
pubblica opini one, p er f orni re el em enti di conoscenza relativi ad
un’indagine che…pare abbia avuto vasta rison anza e diffusi one. E’ quindi
da escludere, nel la m aniera più t assati va, che il giudi ce Iannuzzi abbi a
anticipato il proprio convin ciment o sull e su ccessive f asi e sugli svilupp i
processuali dell’in dagin e preliminare a carico di Salmoiraghi…In definitiv a
è da escludere che i l dott. Iannuzzi abbia int eso, si a pu re in mani era
implicita, antici pare il proprio giud izio i n merito ad una eventual e ist anza
de libertat e del Salm oiraghi all’ esito dell e prospettazioni dif ensive”.
Particol are non t rascu rabi le, in quan to sintomati co della fin alità d i
delegittimare lo scrivente GIP, è qu ello per cui il parere del PG, ch e avrebbe
dovuto riman ere ri serv ato quanto men o sin o alla comuni cazion e d ell a
deci sion e agli int eressati, venn e reso p ubblico all’ esterno dell’ Uffici o d i
prov eni enza p rima dell a suddetta comu nicazi one, malgrado – a quanto è
dato di sapere – l’intenzi one del collegio della Cort e di Appello f osse stat a
correttament e qu ella di ri spettarn e la ri servat ezza. Tal e ci rcostanza pot rà
essere verificata attraverso l’esam e del president e, dr. Angel o Vaccaro.
Anch e qui l’evident e infondatezza d elle t esi sostenut e dal d r. Bonomi e l a
sudd etta ci rcostanza appaiono indi cative dell’assun zion e di un
atteggiam ento ostile nei conf ronti dell o scrivente, peralt ro in una fase del
procedimento particolarment e deli cata, laddove l’accoglim ento d ell a
richi esta di ri cusazion e avrebbe comportato la del egittimazi one d ell o
scriv ente.
Né risulta essere sta ta mai esperi ta alcuna indagine ed intrapresa
qualsivoglia iniziativa volta a chiarire i motivi della mancata
iscrizione d ell’avv. LABRIOLA, presidente del con siglio dell’Ordin e
degli avvocati di Matera e seg retario provinciale di Matera di AN, nel
registro degli indagati in relazione a l procedimen to, assegna to alla
dr.ssa GENOVESE, avente ad oggetto i brogli elettorali commessi nel
Comune di Scanzano Jonico, essendo stata adombra ta l’ipotesi che la
tale mancata iscrizione sia collega ta alla proposta di nomina della
dr.ssa GENOVESE, quale consulen te d ella Commissione An timafia, da
parte del sen. Emilio BUCCICO, sena tore eletto n elle liste di AN in
Basilicata, presso il cui studio l’avv. LABRIOLA ha collaborato per
molti anni (v. l’articolo pubbli cato su “Il Resto”, di cui all’all. 5 all a
rel azion e del dott. Iannuzzi).
A fronte di tal e inerzi a, si regist ra, invece, un particolare “attivi smo” oltre
che nei confronti di al cuni pubblici mini steri, an che, in mani era del tutto
anomala, del sottoscritto, attivi smo che si è manif estat o soprattutt o
nell’ambito del procedim ento cd. “Savoi agate”. Signifi cativa è l’indagine,
svolta dal Procuratore General e, al fin e d i verifi care la regol arit à dei t empi
di esecuzion e dell e ordinan ze caut elari em esse dal sottoscritto. Tal e
indagine è stata appresa dall ’espon ente attraverso la l ettura dell’articolo
apparso sul giornal e l ocale “Il Quotidi ano”, che riportava, in m aniera
virgol ettata, alcuni brani contenuti n el verbal e di audizi one del dr.
Wood cock e d el dr. Galante al P rocu rat ore Gen erale di Pot enza, a su a volt a
delegato dall’Ispettorato Generale del Min istero (cf r. all. 6 all a relazione del

38
dott. Iannuzzi). Nell’arti col o si attri buisce al dr. TUFANO la formulazion e
di un interrogativo, ch e, se fosse stato ri portato in quei termini nell a nota
person ale in diri zzat a al dr. Arcibaldo Mil ler, capo dell’I sp ettorato General e
del Mini stero d ella Giu stizia, pot rebbe rivesti re carattere penal ment e
rilevante, l addove il P.G. di Potenza si chi ede “come si a st ato possibil e
approntare, nel breve lasso di tempo corso tra le 21.15 e la parten za degli
automezzi, le copi e occorrenti per l’ esecuzione di alm eno 26 ordinanze (olt re
54.000 pagine). Trattasi di operazion e che ri chiede più fotocopi atri ci per
vari giorni (per con segnare la sola docum entazi one ri chi est a dall’i spettorat o
la Procura ha imp iegato di eci giorni)”. Trattasi con evidenza di illazion i
piuttosto p esanti, che, pu r chiam ando in causa di rettam ente il P.M.,
sottintendono l’i potesi che qu est o GIP abbi a potuto attestare il f also
nell’indi cazi one del l’orario di d eposito dell’ordin anza original e e dell e copi e
da notificare ai destinat ari dell e misu re cautel ari. Tal e illazi one è pri va d i
qualsi vogli a fondamento, ove si con sid eri che il dr. TUFANO, il qual e
prima di segnalare il fatto avrebbe d ovuto compi ere l e necessarie verifi che,
tralasci a di considerare che l e ordin an ze da esegui re eran o state tutte
consegn ate e deposit ate dall a cancelleria dell’Uffi cio GIP alla segreteria d el
PM alle ore 21.15 del 15.6.2006, in numero corri spon dent e a quello d ei
destin atari dell e mi sure st esse, per cui il lasso di t empo n el qual e sono stat e
fatte le copie dell’ordin anza in qu esti one non è quell o compreso tra l e 21.15
del 15.6.2006 e “l a part enza degli aut om ezzi ”, bensì quell o precedente all e
21.15 del 15.6.2006, compreso nell ’arco d ella stessa giornata del 15.6.2006,
utilizzata evid entem ente per stampare e per fotocopiare l e ordinanze in
esame. Tal e vi cenda, volta a chiarire nei d ettagli ed a sciogli ere tutti i dubbi
soll evati dal dr. TUFANO, appare an ch’essa sintomati ca dell’intento da
part e di qu est’ultim o di voler a tutti i costi rinveni re n ella gestion e del
procedimento d ell e irregolarità, da segnal are agli organi superi ori ed è stat a
chiarita n ei suoi termini esatti nel la rich iesta di archiviazion e avanzata al
GIP dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro in data 16.4.2006 (cf r.
all. 7 alla rel azi one d el dott. Iannuzzi).
Peralt ro, ci si chi ede com e sia stat o possibil e che un atto così ri servato,
trasm esso dal Procuratore Gen erale al Capo d ell’Ispettorato del Minist ero
della Giu stizia, possa essere finito in man o ai giorn alisti.
A qu esto punto, n on può sfuggi re che le iniziative del dr. TUFANO,
laddov e esprimono rilievi criti ci anche n ei conf ronti del sottoscritto GIP e
stigmatizzano l e modalità di eserci zio d ell a funzion e giurisdi zional e, semp re
in relazi one a vi cende giu diziari e contraddistinte dal comun e denominatore
del coinvolgim ento di personalità di rili evo pubblico e da prese posizi one e
polemi che proveni enti da alcuni espon enti del mondo politi co (per av ere
un’idea soltanto in relazione alla vicenda sfociata nell ’arrest o di Vittori o
Emanuele di Savoi a, v. all. 8 alla relazion e del dott. Iannuzzi),
costituiscono una vera e propria an omalia, già evidenziat a da al cuni
compon enti d el CSM, olt re che dagli org ani di informazi one, in quanto si
risolvon o in una impropri a interf eren za nell’esercizi o di una funzion e che
istituzional ment e comp et e ad alt ri organi . Invero, il Procuratore General e è
titolare d el pot ere-dov ere di sorveglianza sui m agi strati del pu bbli co
ministero, e non anche nei conf ronti di coloro che, com e l’espon ente,
svolg ono funzi oni giudicanti. Tale prin cipio è espressi one di una regol a

39
organ izzativa fondament ale, che di sci plin a la riparti zion e dell e funzi oni di
controllo demandate agli organi superi ori , ed è stato conf erm ato dall’ art. 6
del D.L.vo n. 106/2006, d opo essere stato più volt e ribadit o dal CS M (v. d a
ultimo la ri solu zion e in data 24 f ebbraio 2 005, di cui all’al l. 12 all a
rel azion e d el dott. Iannuzzi), con ri ferim ento alla previgente normativa di
cui agli artt. 14 e 16 del R.D.Lgs n. 511/1946; è noto, inf atti, che l a
suddivi sion e dell e comp etenze tra il Presi dente della Cort e ed il Procu ratore
Generale si basa sulle fun zioni svolte d ai magi strati sottoposti all a loro
sorveglianza al momento d ell’ effettuazione degli accert amenti o di quando
questi si rendan o necessari, e comport a la preclu sion e di qual siasi attivit à
di accertam ento n ei conf ronti degli uffi ci e d ei magist rati non sottoposti
alla loro sorvegli anza ai sen si dell e citat e norm e.
Nella condotta in esame, p ertant o, il dr. TUFANO ha agito in viol azion e
della norma regolat rice dell a comp eten za, quella di cui all’ art. 6 del D.L.vo
n. 106/2006, che è norma di legge, viol azi one ch e si verifi ca tutte le volt e in
cui – com e nel caso di sp eci e – l’atto venga emanat o da un organo diverso da
quello avente la pot est à di provvedere ovvero da un soggetto ch e non è
legittimato ad agi re. In particolare, tal e ultima ipotesi ricorre quando i l
pubblico funzionari o, pur aven do una legi ttimazione generi ca ad agi re com e
organ o stat ale, tuttavia non ha la l egit timazion e sp eci fica a disporre in
ordin e ad un determin ato oggetto o nei confronti di det ermin ati soggetti.
Particol arment e signi ficativa, in quant o anal ogicament e appl icabile all a
fattispeci e in esam e, è la pronun zia dell a S.C. di Cassazion e sez. VI, del 26
giugno 2003, n. 35127, che h a statuito che “Integra il reato di cui all’art.
323 c.p., la con dotta di un m agist rato dell a Procu ra Gen eral e d ell a
Repu bbli ca presso la Cort e d’Ap pell o, che incari cato dal di rigent e
dell’uffi cio di sv olgere una indagin e am ministrativa di retta ad acqui si re
informazioni su di un’istan za di rim essi one del p rocesso, con duca una vera
e p rop ria ind agin e prelimin are, senza essere l egittimat o, nei conf ronti di u n
magist rato d ello st esso di stretto dell a cort e di appell o, in tal modo
cagion ando inten zional ment e un danno ingiusto”.
Tali iniziative son o stat e conn otate, sotto il profilo psi colog ico, dal l’intento
di arrecare un d anno all o scrivente, post o ch e la vicenda t est é rif erita non
costituisce af fatto un episodio i solato, ma è soltanto una dell e tant e vi cende,
al punto da potersi in seri re all’int ern o d i una vera e propri a escal ation d i
iniziative e prese di posizion e, anche ri sal enti nel tem po, i cui prodromi
vanno fatti ri sali re n egli sviluppi del procedim ento n. 1916/2000, di
comp etenza dell a DDA, meglio noto come “IENA 2”, che portò all’adozi on e
di misu re cautelari n ei conf ronti, tra gl i altri, dell’al lora presidente dell a
cam era penal e di Basilicat a, avv. Bardi Piervito, e d ell’on. Blasi di Forza
Italia, nonch é di amminist ratori pu bbli ci, funzionari e imp rendit ori. Da tal e
epoca il Procu rat ore Gen erale non perde occasi one per esprim ere le proprie
valutazion i criti che, oltre ch e n ei conf ronti dei magi strati d ella Procu ra di
Potenza che chiesero l’ appli cazi one dell e misu re cautel ari (ci ò ch e gli è
consentito, qual e org ano titolare del pot ere di sorveglianza su t ali uffici),
anche nei riguardi dei giu dici appart enenti all a sezion e GIP, ma in
parti colare del sottoscritto, reo – a su o dire – di autorizzare con troppa
facilità le intercettazioni tel efoni che ri chieste dal P.M., di f are un u so
eccessivo d ella custodia cautelare, reiterando l’accu sa di essere tropp o

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appiattito sull e posi zioni d el P.M. e in al cuni casi di lim itarmi a ri copi arn e
le ri chieste.
Particolarmen te grav e e sin tomatica dell’inten to di danneg giare
ingiustamente lo scrivente è la segnalazione in data 23.6.2006, fatta
dal dr. TUFANO subito dopo l’a rresto di Vittorio Emanuele di Savoia
(v. all. 9 alla relazione del dott. Iannuzzi), nella quale lo stesso
evidenziava aspetti di possibile valenza disciplinare, facendo
riferimen to ad alcuni articoli apparsi su due quotidiani a diffusione
nazionale, che si sono occupati d ella vicenda, vale a dire “La
Repubblica” e “L’Unità ” (ma numerosi son o stati quelli che hann o
dedi cato ampi o sp azi o alla vi cend a, tra cui si indi can o a titol o
esemplifi cativ o, Il Corriere della sera, La Stampa, Il Giornal e, Libero ecc.).
Tali rili evi, privi di fondamento e l esivi della reputazi one dello scrivente,
hanno provocat o un’isp ezi one mini st eri ale, che tra l ’altro, ha cost retto lo
scriv ente anch e a rinviare il godim en to dell e f eri e, gi à concesse dal
President e del Tri bunal e (cfr. all. 10 alla rel azion e del dott. Iannuzzi).
La segnalazione in esam e costi tuisce un’iniziativa parti colarmen te
grave ed anomala, sia perché rapp resen ta un’indebita interferen za
nell’esercizio di un potere istitu zionalmente riconosciuto a l
Presiden te della Corte di Appello, il quale, a differenza del dr.
TUFANO, non ha mai formulato alcun rilievo di qualsivoglia natura
nei confronti del sottoscritto magistrato, così com e il Presidente del
Tribunal e (cfr. rapporto del p residente del Tribunal e sulla nomina a
magist rato di cassazione, di cui all’all. 9 alla rel azion e del dott. Iannuzzi),
sia perché la segnalazione non è diretta – come avrebbe dovuto essere
- ai predetti organi, pur essendo ti to lari del potere di sorv eglianza
nei confron ti del so tto scritto giudice e del consegu ente po tere d i
apprezzamen to e di iniziativa discipl inare o pa radisciplinare, b ensì
alla Presidenza della Repubblica, al Ministro della Giustizia, al
Consiglio Superio re della Magi stratu ra ed al Procu rato re General e
presso la Corte di Ca ssazione. Tale modalità di esercizio del potere d i
segnalazione – ripetesi, non riconosci uto al Procura to re Generale nei
confronti d ei magistra ti con funzioni giudicanti - deno ta in maniera
evidente la volontà di scavalcare gli organi isti tuzionalmente
preposti allo svolgimento delle funzi oni di sorv eglianza, creando i
presuppo sti per un in terven to disci plinare o ispettivo, co sa ch e
effettivamente si è v erifica ta. L’inten to di arrecare un p regiudizi o all o
scriv ente si ri cava d allo stesso t enore della segnal azi one, l addove il d r.
TUFANO scrive: “...si reputa necessario, sin da questo mom ento, far
conoscere alcuni prelimin ari aspetti ev entualm ente m eritevoli d i
apprezzam ento di sciplinare o paradisciplin are”, aggiungen do
successivam ente “S empre ai fini della eventual e evidenzi azion e di aspett i
valutabili sotto p rofili disciplinari, qu esto Uffi cio si accing e an che ad
accertare: se e qu ante conversazi oni intercettat e e contenute n ella richi esta
e nell a ordinan za di mi su re cautel ari e ri port ate int egralment e in
virgol ettati di stam pa si ano st rettam ente funzi onali all e valutazion i
cautel ari piuttosto che (se percepite dai massmed ia att rav erso la richi esta o
la ordinanza) gratuitament e l esiv e dell a ri servat ezza e della on orabilit à
dell e p erson e coinvolte, speci e se non i ndagate o addi rittura totalm ent e

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est ran ee alla vicend a e del tutto i rril evan ti ai fini decisori.” Attraverso tal e
ultima osservazi one, il Procu ratore Generale finisce per vulnerare un
princi pio basilare, che atti ene all’ esercizio della fun zion e giu risdizion ale,
avendo la sezion e disciplinare del CSM e le sezi oni unite dell a Cassazion e
affermato in più occasioni ch e “I provv edim enti giudiziari posson o
richi edere l’indi cazi one di fatti o di situazioni riguardanti soggetti diversi
da quelli int eressati al processo, i quali p ossono risu ltare dann eggi ati dall a
diffusion e di notizi e l esive d ella l oro riservatezza o identità personal e, s e
non del loro onore. Tale lesion e deve, tuttavia, considerarsi lecit a ed
autori zzata qu alora si a necessari a al provvedim ento e per l’espli cazione d el
potere giuri sdi zional e. Peralt ro, l a n ecessità o men o dell’indi cazi one d el
fatto relativo a t erzi costituisce ogg etto di una valutazi one che non pu ò
essere com piuta se non dal magi strato ch e deve em ettere il provv edim ento e
non può essere sindacata in sede di sciplin are in base al prin cipi o
costituzional e della indipenden za d el giu dice, sog getto solt anto all a l egge”
(cfr. sent enza del 26.11.199 9/14.2.2000 – all. 11 alla relazion e d el dott.
Iannuzzi). Fatto sta che lo scrivent e è stato destinatario di ben du e
ispezioni di sposte dal Mini st ero della Gi ustizia (pri mi giorni d el mese d i
luglio 2006 e m arzo 2007), sia di un ’azion e di scip linare ( cfr. atto di
incolpazion e del 19.7.2006 all. 12 all a rel azi one d el dott. Iannuzzi),
conclu sasi n ei giorni scorsi con la ordinanza di non diversi proced ere,
scaturita non dalla vi cenda dell’ arresto del Di Savoia o del Corona, ma dal
procedimento “Iena 2”, “ripescato” a di stanza di poco m eno di due anni
dall’esecuzi one delle misu re cautel ari ordinate dall’ espon ente, con
l’addebito di non aver moti vato l’ordin anza con riferim ento all a posizi one d i
alcuni dei destinatari dell e mi sure (moti vazion e man cante o apparent e). E’
evidente il danno Procu rato allo scrivente attrav erso le condotte
abusive ascrivibili al dr. TUFANO nei termini ampiamente sopra
illustra ti, che hanno avuto gravi ripercussioni so tto il profilo
dell’immagine professionale e del disagio personale, ripercuo tendo si
anche sull’organizzazione del p roprio lavoro, atteso ch e tali rilievi
hanno comportato la so ttoposizio ne a verifiche i spettive, l a
formulazione di proposte di trasf eri mento e di esercizio di azioni
disciplinari, con tutte le consegu enze che ne sono derivate.
La con sap evol ezza di abu sare d el proprio ruolo i stituzion ale al solo fin e d i
danneggi are l o scrivente ri sulta evi dente lad dove si con sideri che i l
Procu ratore Gen erale, pu r non essendo t itolare del p otere di sorveglianza
nei conf ronti del sottoscritto, ha formulato a carico dello scrivente rilievi ,
privi di fondamento ed attinenti esclu siv amente al l’esercizio della funzi on e
giurisdizion ale, p eraltro nell’ ambito di p rocedim enti a carico di personaggi
pubblici particolarment e influ enti (uno per tutti Vittori o Emanul ele d i
Savoia). Ciò ha fatto, richi amando espressament e l a norma che disciplin a
tale p otere, esercit ato strum entalm ente al fine di provocare inizi ative degli
ispettori mini steriali, d el Mini stro della Giusti zia e del CSM, ben
consapevol e che il richiamo alla fun zion e istituzional e di vigilanza avrebbe
avuto degli effetti ed un peso ben div erso dalla mera denunci a.
Tutto ciò – sia ben chiaro – vi en e evi den ziato dallo scrivente giudi ce, nell a
consapevol ezza che doverosament e gli organi istituzi onali, investiti dell e
segn alazioni del dr. TUFANO, hann o svolto le verifich e n ecessari e, al fin e

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di chiari re l a fondatezza dei rili evi segn alati, p erv en endo tuttavi a
all’accertam ento d ell’assoluta infondat ezza degli addebiti contestati.
La con sapevolezza di abusare dell a funzi one nei confronti di questo giu dice
si desum e dalla stessa p rem essa, contenuta nella segn alazione in dat a
23.6.2006, laddove il dr. TUFANO così esordi sce: “I fatti oggetto della not a
indagine in corso presso gli uffici giudizi ari di Potenza a carico di SAVOI A
Vittorio Emanuel e + alt ri e i cont enuti dell a consegu ente copi osi ssim a
campagna massm edi a hanno imm ediat amente attivat o questo Uffi cio in
ordin e a quant o di sua d overosa sp ettanza sul pian o dell a sorveglian za sui
magist rati requirenti (art. 16 R.D.L. 31/5/1946 n. 511 e art. 6 D.L.vo
20/2/06 n. 106)”. E’ evidente - ammesso che vi fossero dei dubbi - che il dr.
TUFANO, il quale si è mosso, non sulla base di iniziative intraprese da
terzi, ma soltanto sulla scorta di notizi e apprese da giornali e tel evisi oni,
era pi enam ente con sapevole che il potere di vigilan za poteva esser e
esercitato direttam ente soltanto n ei conf ronti del P.M., aven dolo afferm ato
nella p rem essa. Perciò, assum endo tale inizi ativa, ha interf erit o
nell’esercizi o del potere di controllo riconosciut o innanzitutto al capo
dell’Uffi cio, val e a di re al Presi dent e del Tribun ale, e di sorvegli anza,
istituzional ment e dev oluto al Presidente della Corte di Appell o, titolari di
uffici direttivi giudicanti, che pure hanno avuto modo di leggere i giornali e
di ascolt are la tel evi sion e, senza per questo ri scontrare situazioni tali da a
giustificare l a f ormul azion e di rili evi n ei conf ronti del sottoscritto, pu r
avendone il potere. E, si badi bene, ch e il dr. TUFANO si è rapportato
direttam ent e al President e della Repubbli ca, al Mini stro, al CS M ed al P.G.
presso l a Cassazion e, senza interloqui re, così come sarebbe stato doveroso,
con g li organi p reposti i stituzionalm ent e alla vigilan za n ei conf ronti del
giudice, scavalcandoli compl etam ente.
Ai fini della v alutazi one dell e condotte poste in essere dal Procu ratore
Generale, che – non bisogna dim enticarlo – è anche il magist rato requirent e
di ran go più el evato nel dist retto giudizi ario dell a Basilicata, va messa i n
risalto l’assonan za, a volt e an che sotto i l profil o terminol ogico, fra i rili evi
e gli argom enti espressi d al dr. TUFANO e quelli cont enuti nel cosi ddett o
“libro bian co”, scritto da alcuni avvocat i, conten ente un a serie di accuse,
per null a disint eressat e, formul ate n ei conf ronti di quei m agist rati ch e
hanno osato “ alzare il tiro” al di là della pi ccola delin quen za di strada,
successivam ente al l’arrest o dell’ avvocat o Bardi, asson anza che sembrerebb e
esp ression e di un’anom ala alleanza tra du e organi che persegu on o
istituzional ment e finalità diverse. Tale assonanza, peraltro, ha avut o modo
di manifestarsi in numerose occasioni, tanto da far assurgere il Procu ratore
Generale, non tanto a pal adino dei com uni cittadini, qu anto a punto d i
riferim ento costante degli avvocati pen ali sti, in parti colar modo di un not o
ed autorev ol e rappresentant e del foro l ocal e e dello stesso avv. Piervit o
Bardi, che – è ben e ricord arl o – è a giudi zio p er un a seri e num erosa di reati,
alcuni dei quali all arm anti, quali il f avoreggiam ento mafioso, la bancarotta
fallimentare fraudol enta, la calunnia, l a ri cettazion e, la fal sità in atti
pubblici, ecc. Peralt ro, a riprova dell’ esi stenza di t ale anom ala alleanza si
richi ama il contenuto della nota d el direttivo dell a Cam era pen ale d i
Basilicata in data 8 luglio 2006, in cui si manifest a “massima solidari età al
P.G. TUFANO, nei confronti del qual e, nei giorni scorsi, cinqu e con sigli eri

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del CSM dell a corrente ‘magi stratura democratica’, avevan o chiesto di
veri ficarn e l’op erato”. Nel comuni cato si d efini sce “grav ement e
inopportuna” l’inizi ativa d ei cinqu e consiglieri del Csm”, au spicandosi “l a
cessazi one di ogni indebita ingeren za n ell o svolgiment o del deli cato com pito
assegn ato a TUFANO”. La notizi a non m erita commenti e lascia senza fi ato
(cfr. all. 12). Vi è da aggiungere, altresì, che la camera p enal e in questi one,
alla qual e sono i scritte p oche p erson e, non è nemm eno rappresentativa d ell a
categ oria, essend o stat a creata in P otenza un’altra camera penal e,
presi eduta dall’ avv. Ivan Russo, all a qual e son o iscritti molti più avvocati.
Particolarmen te dimostra tiva dell a gravità dell’abuso è la
circostanza che il dr. TUFANO, pur essendo pa rticola rmente attivo e
solerte nel segnalare presunte violazioni dello scrivente GIP,
rivelatesi del tu tto infondate, non ha segnalato fatti oggettivamente
molto più gravi, che hanno avuto grande ri sonanza media tica,
ascrivibili a magistrati requi renti, pu r essendo co sto ro soggetti alla
sua vigilanza, tra i quali quello ampiamente sopra illustrato
probabilmente è soltan to quello più noto (v. articoli di giornal e, di cui
all’all. 13 alla relazion e del dott. Iannuzzi ).
Peralt ro, al d r. TUFANO sem bra essere sfuggita un’altra ci rcost anza,
rel ativa al processo attualm ente pendent e in dibattiment o, per il qu ale l o
scriv ente di spose l’im putazion e coatta, a carico d ei compon enti dell a Giunta
Regi onal e presiedut a all’ epoca dal sottosegret ari o BUBBICO Filippo, la cu i
delicatezza è di tutta evid enza, t enuto con to dei profili di connession e con i l
procedimento a carico di al cuni magi strati indagati presso l a Procu ra d i
Catanzaro: invero, sembra (il condizion al e è d’obbligo solo per la d eli catezza
della ci rcost anza, che inv este anche, m a non soltanto, l a p rivacy dell e
person e coinvolte) che il presi dent e del coll egi o, dr. D aniel e Cen ci, gi à
destin atari o di una segn alazione a f irma del lo scrivente di retta al
President e del Tri bunal e (cfr. all. 14 alla rel azion e del dott. Iannuzzi) e, ciò
nonostant e, compon ente del coll egio e co-esten sore dell e ordinan ze emess e
dal Tribun ale del ri esame n ella vicenda “Iena 2”, da cui è scaturit a
l’incolpazion e disciplinare a carico del sot toscritto (cf r. all. 15), intrattenga
da tempo una relazi one sentim entale con il P.M. del processo, dr.ssa
Claudia D e Luca, la stessa ch e regi strò, ad insaput a dell’int erlocut ore, un
colloquio con il dr. Gal ante, relativo ad una conversazi one con cernent e il
processo suddetto (la ci rcost anza è stata già accertat a e valutata in sede
ispettiv a, nell ’ambito dell’indagine amministrativa ch e h a portat o a
richi edere il trasf erimento del d r. Gal ante). Tale relazi one sentimentale,
spesso ogg etto di “battute” salaci da parte di al cuni avvocati del foro di
Potenza, può essere conf ermata, tra gl i altri, dai colleghi Ferdinando
Esposito, Rocco Pav ese e d al capitano dei Carabini eri Pasqual e Zach eo e,
pur costituendo un fatto di per sè del tutto legittimo, non lo è più nel
momento in cui gli int eressati si t rov ano a sv olgere nell’ ambito dell o st esso
procedimento fun zion e di stinte, rapp resentando ri spettivament e l’organ o
accu sat ori o e quell o giudicant e, finendo per comprom ettere, per via di tale
rel azion e, l’immagin e di terzi età e di indi pend enza, che costitui scono val ori
essen ziali ed intrin seci all’ esercizi o dell a funzione giu risdizion ale.
L’“accanim ento” del dr. TUFANO n ei riguardi d el sottoscritto, peraltro,
non sem bra subi re battute di arresto, com e comprovato da due episod i

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veri ficati si nei giorni scorsi. Mi è stat o riferito, infatti, che in occasion e
della d efini zion e di un delicato processo di crim inalità organizzata a carico
Riviezzi Saverio + 13, il cui coll egio era presi eduto dall o scrivente (cf r. all.
16 all a rel azi one del dott. Iannu zzi), il dr. TUFANO ha chi est o ad uno d ei
compon enti del collegi o, il dr. Dani el e Cen ci, di rif eri rgli sui tem pi di
definizi one del p rocesso, stigmati zzando l a circostanza che tal e processo era
durato più a lungo di un altro, ri spet to al quale nei gi orni scorsi era
apparso sul quotidiano “La Stam pa” un articol o, in cui si addebit ava al d r.
TUFANO di “non aver mosso un dito” i n relazi one al processo cosidd etto
“Basili schi ”, che si trascina da m olti an ni (cfr. all. 17 alla rel azi one del
dott. Iannuzzi), al punto da ri chiedere al P residente del Tribun ale d i
interp ellare an che lo scrivente, p er chi ari re i l tenore delle aff erm azion i
riportate sul qu otidiano, peralt ro attribuite g enericament e ai m agist rat i
sentiti dal P.M. di Catanzaro.
Ancora più sintomati co dell’intento di arrecare un danno al sottoscritto è
l’epi sodio v erif icat osi nell a seduta d el Consiglio Giudiziario in dat a 9
maggio u.s., in occasi one dell’ esame dell a prati ca relativ a al parere ci rca la
nomina a magi strato di cassazi one del sottoscritto, che si t rascin ava d a
diversi mesi e che era ormai matura per la defini zion e, essendo stati
acqui siti tutti i rapporti, largament e positivi, ed i provvedim enti da
valutare. Malgrado ciò il d r. TUFANO, compon ente di diritto del Con sigli o
Giudiziario, gi à sostituito in altre sedut e da altri magi strati dell a Procu ra
Generale, ha chiesto che il sottoscritto venisse interpell ato, al fine d i
comunicare l’ev entual e presentazi one di d enunce o qu erel e n ei conf ronti d ei
suoi conf ronti, motiv ando t ale iniziat iva come diretta a valut are l a
possibilità di asten ersi n ell a part ecip azi one alla d elibera (cf r. all. 18 all a
rel azion e del dott. Iannuzzi). All o scriven te tal e ini ziativa ap pare a dir poco
prov ocatori a, essend o alqu anto singol are la pretesa, avanzata da chi si
ritien e possibil e destinatario di un a d enu ncia, di essere informato in m erito
alla presentazione di una denun cia a suo cari co da parte dell o stesso
denunci ante (un a sorta di informazion e di garanzia in forma pri vata), per
cui non è da escludere che l a ri chi est a fosse final izzata a ritardare l a
deci sion e da parte del Con sigli o Gi udiziario, in rel azion e ad una
prog ression e di carriera, da cui derivano import anti eff etti economi ci e
giuridi ci.
Riferiva, quindi, il dr. Rocco PAVESE:
“Facendo seguito alle mie precedenti dichiarazioni rese al dott. De Magistris, e richiesto sul
punto dalla S.V., preciso quanto segue. Nell’ambito della pratica pendente presso il
Consiglio Giudiziario di Potenza, relativa al parere per la nomina del dott. Vincenzo
MONTEMURRO a magistrato di Tribunale, il dott. TUFANO ebbe a verbalizzare
osservazioni a carico del suddetto magistrato in valutazione, a fronte delle quali ritenni
doveroso verbalizzare, a mia volta, una serie di osservazioni.
Le mie osservazioni furono verbalizzate nella seduta del 18.1.06 (il relativo verbale è stato
da me consegnato in copia al dott. De Magistris in occasione dell’esame avvenuto in
Catanzaro il 30.3.07); quelle del dott. TUFANO, ma non posso ricordare con assoluta
esattezza, una o due sedute prima.
Preciso che il sistema di verbalizzazione in uso presso il Consiglio giudiziario di Potenza è
di tipo manuale e riassuntivo, e che non è prevista alcuna forma di stenotipia e/o
fonoregistrazione.

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A prescindere da quanto verbalizzato, ricordo che il dott. TUFANO aveva un
atteggiamento chiaramente critico verso il dott. MONTEMURRO, e che la ‘gestione’ del
pentito Cappiello da parte di esso MONTEMURRO aveva una parte importante in tale
atteggiamento. Più specificamente il dott. TUFANO ebbe ad esporre rilievi critici sulla
tardiva iscrizione del pentito Cappiello Gennaro, nel registro notizie di reato. Infatti
nell’ambito del P.P. 931/99 Procura di Potenza, sorto su denuncia del dott. Michele
CANNIZZARO, a seguito della intrapresa collaborazione di Cappiello, l’indagato (appunto
Cappiello) non era stato iscritto compiutamente se non nel giugno 2004. Più esattamente
preciso che detto procedimento, a me noto per avervi svolto funzioni di G.U.P. era stato
iscritto a carico di Cappiello Gennaro da identificare. Sul punto ritenni doveroso
verbalizzare le mie osservazioni facendo rilevare che tale tardiva iscrizione era da attribuirsi
al dott. Galante; ciò mi constava avendo cognizione del fascicolo, da me definito con
sentenza del 28.04.2006, dichiarativa di incompetenza in favore della Procura di Salerno.
Copia di detta sentenza esibisco e consegno in questa sede. Le vicende processuali relative a
Cappiello Gennaro sono piuttosto complicate. Ritengo necessario a riguardo osservare che
nella primavera del 2004, pressoché in coincidenza con la formale iscrizione nel
Proc.931/99, sorse, ovvero ebbe sviluppi, altro procedimento, che vedeva Cappiello indagato
quale mandante dell’omicidio Gianfredi – Santarsiero. In tale procedimento, di cui non
ricordo il numero, Cappiello fu attinto da misura cautelare custodiale nel luglio 2004,
adottata dal G.I.P. Dott. Alberto Iannuzzi. Tale procedimento fu successivamente trasferito
alla Procura di Salerno, giusta provvedimento della Procura Generale della Cassazione in
data 10.02.2005. Mi consta, da notizie di stampa, che all’esito del dibattimento la Corte di
Assise di Salerno ha assolto il Cappiello. Personalmente non ritengo che la gestione del
pentito Cappiello sia stata efficace da parte della Procura di Potenza. Ciò per il suddetto
ritardo nell’iscrizione e più in generale per l’evidente comprensibile imbarazzo che le
dichiarazioni del medesimo devono aver creato all’ufficio, atteso che nell’ufficio stesso
prestava servizio una collega (la d.ssa GENOVESE) a cui carico il Cappiello aveva mosso
gravi accuse.
Ricordo inoltre che il dott. TUFANO accennò (non credo che ciò sia stato verbalizzato) a un
qualche ruolo di depistaggio o qualcosa del genere da parte di tale Bonadies, agente della
Polizia di Stato in servizio a Potenza, nipote del Gianfredi, il quale intervenne sul luogo del
delitto nell’immediatezza, e che per primo avrebbe accennato alla presenza del dott.
CANNIZZARO a casa delle vittime la sera prima dell’omicidio. L’atteggiamento
complessivo del dott. TUFANO era di evidente critica al dott. MONTEMURRO, e di presa
di posizione a favore della d.ssa GENOVESE e del coniuge CANNIZZARO, facendo
intuire che egli ipotizzava una sorta di accanimento a carico degli stessi. In quel periodo
(gennaio 2006) la questione Cappiello formava oggetto di ampia attenzione sui mass media
locali, essendo stata diffusa la notizia di un procedimento derivante da un presunto
proposito omicidiario del Cappiello a danno della d.ssa GENOVESE. La cosa ebbe
risonanza pubblica anche perché furono adottate, presumo dal Comitato per l’ordine e la
sicurezza pubblica di Potenza, misure visibili presso l’abitazione della d.ssa GENOVESE
(divieto di sosta per un tratto della strada e presidio permanente di una pattuglia di forze di
polizia). Ignoro gli sviluppi di tale procedimento…….OMISSIS”
Dall’esame degli atti del Consiglio Giudiziario di Potenza si evinceva l’attività di
ostacolo del dr. TUFANO nei confronti del dr. MONTEMURRO.
Nella adunanza del 18.1.2006, interveniva il dr. Pavese il quale osservava:
“In relazione alle circostanze segnalate per iscritto dal Procuratore Generale ed alla
discussione che ne è seguita, relativamente al parere per la nomina del dott.
MONTEMURRO a magistrato di appello, pongo l’attenzione ad alcune considerazioni.

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In questa situazione appare ingiustificato una particolare acribia nei confronti del dottor
MONTEMURRO, che peraltro ha curato procedimenti che non ignorano esiti positivi per la
pubblica accusa. Posso ricordare in proposito (trattasi di condanne irrevocabili): il proc.
2512/01 RGNR (c.d. “Magna Grecia”), in materia di criminalità organizzata nella zona
jonica; il proc. 1574/94 (c.d. “epilogo”) in materia di criminalità organizzata in Matera e
provincia; il proc. 2041/94 (c.d. “Penelope”) in materia di criminalità organizzata tra Melfi e
Potenza (da notare che qui la condanna è stata inflitta dalla Corte d’Assise di Appello su
gravame del dott. MONTEMURRO); il proc. 1529/97 in una fattispecie di sequestro di
persona seguita da omicidio della vittima”.
In riferimento a quanto segnalato dal dr. Iannuzzi, relativamente alla posizione
dell’avv. Bardi e del fatto che lui, unitamente ad altri indagati “eccellenti”
nell’ambito del P.P.1916/00 cd. “Iene”, facessero direttamente riferimento al
Procuratore Generale, con il quale i PP.MM. Woodcock e Montemnurro
intrattennero copiosissima corrispondenza, è riscontrato da quanto emerge dalla
lettura della documentazione acquisita. In particolare, tale carteggio riguardante la
corrispondenza tra la Procura Generale e i predetti PP.MM. consta di numerose
richieste di avocazione delle indagini, molte delle quali presentate al Procuratore
Generale dall’avv. Pace Donato, del Foro di Potenza. Il P.G., dalla corrispondenza
acquisita, risulta aver dato sempre corso a quanto previsto dall’art.412 c.p.p.,
formulando specifiche e ripetute richieste di notizie in merito a tali “personaggi”,
arrivando in alcuni casi ad uno scontro epistolare con il dr. Galante.
Riferiva ancora il dr. PAVESE:
“ …..omissis………. P.M. dott. DE MAGISTRIS – Visto che trattiamo di Consiglio
Giudiziario, potremmo introdurre adesso, magari poi sviluppiamo su altri argomenti, questo
dato. A noi risulta che c’è stata una certa attività di “sensibilità” del Procuratore Generale
TUFANO nei confronti di alcuni magistrati del distretto, in particolare abbiamo ascoltato
oggi dal dottore IANNUZZI, ma potremmo anche dire dal dottore WOODCOCK e altri
magistrati. Le risulta, visto che fa parte del Consiglio Giudiziario, segnalazioni, rilievi,
appunti o attenzioni, per esempio, del Procuratore Generale TUFANO nei confronti della
dottoressa GENOVESE, visto che è stata coinvolta direttamente o indirettamente in alcune
vicende piuttosto delicate?
PAVESE Rocco – Attenzioni particolari io non ne ho rilevate, devo rilevare che insomma
sono sempre, come dire, unanimi, questo sì.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – No, dico rilievi nel senso disciplinari.
PAVESE Rocco – No, no, no.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – In questo senso, cioè segnalazioni di appunto, contestazioni
da parte di TUFANO?
PAVESE Rocco – No, no, no.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Anzi mi di capire che i rapporti sono molto stretti.
PAVESE Rocco – Piena unanimità. Laddove i rapporti… Invece c’è stato l’inverso, cioè
una particolare attenzione del dottore TUFANO verso certe problematiche, il che ha
suscitato anche delle discussioni in Consiglio Giudiziario, pacate ma ci sono state. Ci sono
poi state tutta una serie di riflessioni del Procuratore Generale a margine del Consiglio
Giudiziario, che mi sembra doveroso portare alla sua conoscenza, alla sua attenzione. E cioè
una sistematica attenzione, ho rilevato in questi due anni di attività nel Consiglio
Giudiziario, attenzione critica in senso negativo ben inteso, verso il procedimento “Iena”, il
1916/00 RGNR DDA Potenza, a proposito del quale e a proposito dei provvedimenti ivi
adottati, il Procuratore Generale ha sempre manifestato aperti sferri su una serie di critiche,
critiche che hanno investito l’operato dei pubblici ministeri e anche l’operato del dottore

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IANNUZZI, quale GIP che ha adottato il provvedimento. Devo aggiungere che questa
attenzione critica verso il procedimento “Iena”, io credo che si sia poi estesa anche alla
persona del dottor MONTEMURRO che era uno dei pubblici ministeri, l’altro era il dottor
WOODCOCK, che si è occupato del procedimento “Iena” , cosiddetto “Iena” , in realtà
1916/00 RGNR. Perché dico questo? Perché quando si trattò di deliberare sul parere per la
nomina del dottor MONTEMURRO a magistrato di appello, il dottor TUFANO espresse
dei rilievi anche per iscritto a riguardo, lamentando che le statistiche del dottor
MONTEMURRO erano inverosimili perché risultava un numero eccessivo di udienze,
lamentando una serie di inefficienze professionali del medesimo. A riguardo io ritenni
doveroso mettere a verbale una serie di considerazioni, che ho in copia qui e che posso porre
alla sua attenzione, in cui rilevavo…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Diamo atto che lei le esibisce e dopo le acquisiremo.
PAVESE Rocco – … rilevavo che non mi sembrava equo una particolare attenzione
negativa, un particolare spirito critico verso il dottor MONTEMURRO…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Le faccio questa domanda perché ho sentito stamattina il
dottore WOODCOCK e il dottore IANNUZZI. Vi siete dati una spiegazione del motivo
per il quale c’è stata in questi anni e nei mesi un’attenzione particolare nei confronti di
alcuni magistrati che, mi pare di capire, sono stati particolarmente sovra esposti in indagini
delicate? Parliamo di “Iena” , “Iene 2” , quindi il dottore IANNUZZI, il dottore
WOODCOCK. Vi siete fatto una idea? Ne avete discusso?
PAVESE Rocco – Sì, se n’è parlato fra me e il dottore IANNUZZI che operiamo nello
stesso ufficio e con il quale ci sono rapporti di colleganza molto stretti perché abbiamo un
percorso professionale simile, perché prima di venire in Tribunale siamo stati insieme presso
l’ufficio del Tribunale di Sorveglianza di Potenza, dal quale poi entrambi siamo scappati, ma
qui si aprirebbe un altro capitolo, però ne rimane una traccia a verbale. E quindi sono dieci
anni che siamo insieme con il dottore IANNUZZI e c’è una particolare, non lo nascondo,
consonanza professionale, anche amicizia. E se ne è parlato, certo che se ne è parlato. Che
dire? A noi sembra, a me personalmente, sembra una reazione di parte della magistratura a
carico di magistrati che fanno il loro dovere, che perseguono senza guardare in faccia
qualunque indagato.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quando lei parla di una parte della magistratura, è in grado
di dare qualche riferimento di persona, per comprendere i collegamenti tra schieramento…
Abbiamo parlato del dottor TUFANO, per esempio.
PAVESE Rocco – Nel distretto di Potenza direi che particolarmente il dottor TUFANO si
è sbilanciato, si è esposto, si è messo in una posizione di aperto rilievo critico in occasione del
Consiglio Giudiziario, in occasione di colloquio a margine del Consiglio Giudiziario, in
occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma c’è anche una condotta di consonanza con altri
ambienti extragiudiziari in questa attività?
PAVESE Rocco – Beh, a me pare evidente in modo assoluto, una consonanza con parte
della avvocatura. Perché? Perché dal procedimento “Iena”, il 1916/00, a quel procedimento,
seguirono una serie di polemiche molto virulente, anche in virtù della stampa locale che
praticamente si schierò pressoché unanimemente, sia pure con alcune diversità di accenti,
contro la magistratura che procedeva e a sfavore, genericamente parlando, alla classe
politica. In realtà non è che la classe politica lucana era tutta sotto accusa in quel
procedimento; c’erano singole persone che erano indagate; c’erano singoli “colletti bianchi”
che erano indagati; c’erano imprenditori che erano indagati; c’erano anche delinquenti di
strada; c’era e c’è MARTORANO Renato che è un noto pregiudicato di Potenza, forse il più
importante esponente della mafia lucana, vicino alla ‘ndrangheta, che ha una condanna per

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416 bis passata in giudicato ed emergevano chiaramente dei collegamenti tra il signor
MARTORANO, tra suoi accoliti, con colletti bianchi, con imprenditori. Insomma il nucleo
accusatore, detto in termini molto sintetici, era questo. Ne seguirono polemiche virulente. Si
disse che la magistratura voleva mettere sotto accusa la Basilicata, voleva infangare il buon
nome della Basilicata e così via, secondo un cliché che la sua signoria vostra può bene
immaginare. Successivamente, a distanza di alcuni mesi, gli avvocati elaborarono – ma una
parte degli avvocati, intendiamoci, adesso dettaglierò anche questa affermazione – il
cosiddetto “libro bianco” contro la magistratura, che è un insieme, a mio parere, di falsità
anche, di illazioni, di insinuazioni, di affermazioni offensive su di noi, affermazioni offensive
sull’ufficio del GIP che, a loro dire, ricopierebbe integralmente, senza vaglio critico, le
richieste del pubblico ministero. E in tutta questa massa di accuse, di cose gravi contro il
mio ufficio, io vedo chiaramente la mano dell’avvocato Pier Vito BARDI, che fu attinto da
misura cautelare in quella vicenda, vedo chiaramente la mano dell’avvocato Francesca
SASSANO, che ha chiari motivi di risentimento nei confronti del dottor WOODCOCK e
anche del sottoscritto, perché la suddetta è stata condannata, in sede di giudizio abbreviato
chiesto ovviamente dalla medesima, dal sottoscritto per una vicenda di bancarotta
fraudolenta e il PM, nell’occasione, era il dottore Henry WOODCOCK. Perché riconosco la
mano di costoro? Perché i continui riferimenti a vicende processuali in cui essi sono stati
protagonisti, il riferimento a presunti nostri errori, rappresentano, a mio modo di vedere, un
collegamento inequivocabile con le loro persone, quali autori principali del “libro bianco”.
Devo aggiungere che l’avvocatura non è univoca su questo, tanto è vero che a Potenza –
recentemente direi un anno, un anno e mezzo fa – è stata fondata un’altra Camera Penale. A
Potenza ci sono praticamente, per quello che mi risulta, due Camere Penali, la vecchia
Camera Penale che era quella in cui figura eminente era proprio l’avvocato Pier Vito
BARDI e che sostanzialmente scrisse questo libro bianco, ma recentemente è stata fondata e
istituita una nuova Camera Penale il cui promotore è l’avvocato Ivan RUSSO che ha preso
atteggiamenti certamente non così virulenti, cioè ognuno rispetta il ruolo dell’altro, da
questi professionisti io non ho mai colto nessun attacco personale contro la categoria dei
magistrati, fermo restando che molti di loro fanno appello, ci criticheranno anche
ferocemente nei loro appelli, ma insomma c’è un rapporto di reciproco rispetto con questi
professionisti. Quindi io, il discorso della contrapposizione tra avvocatura e magistratura, lo
vorrei ridurre in realtà a contrapposizione tra alcuni pochi avvocati – e particolarmente i
due che ho citato prima, nonché alcuni professionisti a loro vicini – e parte della
magistratura, parte della magistratura. Quindi non è che c’è un conflitto tra l’avvocatura e
la magistratura.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Certo, è chiaro.
PAVESE Rocco – Questo deve essere assolutamente chiaro. In questo scenario è evidente
che il Procuratore Generale (il dottor TUFANO), ha preso più volte e anche
pubblicamente…, o per lo meno in tal modo inequivocabilmente si ponevano e potevano
essere interpretate le sue affermazioni a favore, ripeto, degli avvocati contro i magistrati,
naturalmente non tutti i magistrati, il dottor WOODCOCK e il dottor IANNUZZI in
particolare, ma anche il dottor MONTEMURRO. Devo aggiungere che nei miei confronti il
dottor TUFANO non ha mai mosso critiche, io però mi sono sempre sentito in dovere, per
amore di verità e anche per ristabilire fatti storici a mio parere incontrovertibili, di replicare
garbatamente – sia in Consiglio Giudiziario, in una occasione, ripeto, per iscritto (e questo
lo esibirò), sia nei colloqui a margine dello stesso Consiglio Giudiziario, numerosi colloqui a
margine del Consiglio Giudiziario – di replicare queste affermazioni facendogli notare che
non ero assolutamente d’accordo e facendogli anche notare – vorrei che anche questo lei
conoscesse – che in Basilicata in realtà esistono numerosi altri e secondo me più gravi

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problemi giudiziari. Il dottor TUFANO ha ritenuto rimuovere rilievi gravi al dottor
IANNUZZI e non sta a me sindacarne la giustezza. Io rilevo, come fatto storico, che ciò è
avvenuto, però non ha mai ritenuto, per esempio, di prendere in considerazione il fenomeno,
anch’esso ascrivibile “all’attività dei giudicanti”, dei processi che non vengono celebrati.
Perché noi a Potenza abbiamo – secondo me, ma che è sotto gli occhi di tutti, lo ho anche
messo a verbale al Consiglio Giudiziario – un gravissimo problema dei giudizi
dibattimentali collegiali che durano un tempo assolutamente spropositato. Citerò l’esempio,
ma è solo un esempio, del cosiddetto processo “Basilischi” in cui la misura cautelare che
coinvolgeva decine di persone, fu eseguita il 22 Aprile 99, il rinvio a giudizio che concerneva
una cinquantina di imputati fu fatto esattamente, se non vado errato, sette anni fa, il 30 o il
29 Marzo 2000, il dibattimento non è ancora finito. Il dibattimento non è ancora finito, a
mio parere con dei danni anche erariali gravissimi, perché spese di traduzione, spese di
verbalizzazione, spese di videoconferenza e comunque oneri per i gratuiti patrocini e così
via. Insomma poi inevitabilmente, alla fine, a prescindere dal merito processuale, del quale
non mi posso e non mi voglio occupare, ci saranno degli indennizzi per eccessiva durata del
processo ai sensi della legge Pinto. E questo è un problema che è sotto gli occhi di tutti e con
il quale però io rilevo, constato, non viene adottato nessun provvedimento. Non viene
adottato nessun provvedimento e io questo l’ho scritto al Consiglio Giudiziario, l’ho
verbalizzato. Questa cosa non ha attirato gli strali di nessuna Camera Penale, nessun
avvocato se ne lamenta, il che devo ritenere che questo faccia comodo, il dottor TUFANO
questo non lo ha mai rilevato. Eppure che si combatta la criminalità facendo i processi e
condannando si dà il caso i colpevoli, dovrebbe essere un interesse collettivo innanzitutto
della magistratura. Quindi questo devo rilevare, c’è una attenzione di tipo
unilaterale.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma questo contraddistingue solo TUFANO o, per esempio,
anche gli altri vertici degli uffici giudiziari? Il Presidente della Corte d’Appello, il
Presidente del Tribunale?
PAVESE Rocco – Il Presidente della Corte d’Appello ha sempre tenuto un atteggiamento di
calma, di buon senso, ha evitato toni polemici e assolutamente non ha dato… come dire…,
critiche da lui io non ne ho mai sentite.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma questo atteggiamento che lei ha descritto in modo molto
preciso, connota TUFANO, se ho capito bene.
PAVESE Rocco – Sì, sì, sì.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Va bene, andiamo avanti.
PAVESE Rocco – Questo lo posso affermare a chiare lettere. Purtroppo i vertici del
Tribunale da anni in pratica, per una serie di vicissitudini e di sfortune personali, non ci
sono, perché nel 2002 andò in pensione il presidente Stella, poi è subentrato… poi il dottor
CALLISTO purtroppo si è ammalato (che aveva preso il suo posto), si è ammalato ed è
deceduto, è scomparso due anni fa, poi abbiamo avuto una reggenza da parte del dottor
MARRESE che era il Presidente della Sezione Penale che poi sei, sette mesi fa se n’è andato
in pensione, da sei mesi c’è il nuovo Presidente il quale, ritengo – di fronte ad una massa di
problemi anche del civile, una massa enorme di problemi – non è che ha potuto raddrizzare
una situazione organizzativa generale problematica…….omissis…………
Riferiva ancora il dr. PAVESE:
“Facendo seguito all e dichiarazi oni rese alla S.V. in data 3 0.3.07, riteng o
necessario portare a Sua conoscenza ulteriori ci rcostan ze (da m e apprese per
avervi direttam ente assi stito) che mi sembran o ril evanti nell’ ambito dell e
vicende di cui al p rocedi mento.

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In particolare, d evo segnalare che persist e l’att eggiam ento d i evi dent e
ostilità del Procu ratore general e di Potenza, dott. Vin cen zo TUFANO, nei
conf ronti dei magi strati Hen ry John Woodcock, Albert o Iannuzzi e Vincenzo
MONTEMURRO.
Durante l e riunioni del Consi glio giudiziario, del qu ale facci o part e com e
compon ente eff ettivo (rectius n ei colloqui a margine dello stesso, trattan dosi
di questi oni non oggetto di deli berazi one), il dott. TUFANO è solito
esp rim ere continui comm enti all e condot te tenute dai sudd etti magist rati,
che egli non n omina m ai e che t uttavia son o inequivocabi lment e
riconoscibil i. Il tono u sato d al dott. TUFANO è di critica radicale ed
ossessiva, arti colat a sui segu enti leit-moti v:
- i metodi di indagine del dott. Wood cock sarebbero spregiudi cati e non
immuni da aspetti ill egali (in un a recente seduta, egli ha alluso
addirittu ra ad un arresto, non m eglio preci sato, di sposto dal d ott.
Wood cock in assenza d el titolo cu stodial e) ;
- il medesimo dott. Woodcock intratt errebbe rapporti pri vilegiati con
alcuni gi orn alisti, e ci ò sarebbe la ragione dell’ attenzi one m edi atica
riservata all e vi cend e lucane (an cora senza alcun nom e d ei giornali sti,
ma con allu sioni di n atura personal e alla conduttri ce del prog ramm a ‘ Chi
l’ha visto’, non ché al ‘ Corri ere della Sera’, asseritament e destinatario d i
notizie riservate);
- il dott. Iannuzzi sarebbe ‘ appiattito’ sull e posizioni del dott. Woodcock,
nonché aut ore d i p rovvedim enti caut elari abnormi, in qu anto adottati a
carico di p ersone innocenti (il rif eriment o è costant ement e volto al proc.
1916/00 RGN R, c.d. ‘Iena 2’);
- anche il dott. MONTEMURRO intratterrebbe rapporti privilegiati con
alcuni giornali sti e con don Marcello Cozzi (non n ominato, ma anch’ egl i
perf ettam ente riconoscibile), con i quali il suddetto p.m. organ izzerebbe
‘tram e’ o qual cosa del gen ere (le all usioni rivolt e al sacerdote si
est endono an ch e alle modalità di fi nanziam ento dell’ associazion e
‘Libera’-sezione di Poten za, presieduta appunto da don Cozzi).
Il tutto è accompagn ato dal la ripetuta affermazion e secondo cui l e
iniziative e le critiche di esso d ott. TUFANO sarebbero l a m era
est rinsecazi one dei suoi poteri-doveri i stituzionali.
In una occasion e, poi, siff atto atteggi amento del dott. TUFANO si è
est rinsecato n ell’am bito della trattazion e di una pratica. Nell a sedut a del
9.5.07, il dott. TUFANO -essendo fi ssato all’o.d.g. il parere per l a
nomina del dott. Iannuzzi a magi strato di cassazion e - ha verbali zzat o, in
via preliminare, un a richiesta al P resi dente della Corte, con si stent e
nell’interpellare il dott. Iannuzzi sul la circostanza se il ri petut o
Iannuzzi avesse querelato o denunci ato esso TUFANO; ci ò al fine di
valutare, in caso positivo, una propria astension e dalla pratica. E con l a
anticipazion e, fatta però verbalm ente, che in caso di propri a
part ecip azion e all a trattazion e egl i av rebbe manif estato ri lievi critici, a
carico d el magi strato in valutazi one, sulle note vi cende (qui il dott.
TUFANO ha fatto espresso riferim ento all’arresto, da part e del dott.
Iannuzzi, di person e poi destin atari e di archiviazion e).
L’iniziativa (a cui è seguito un rinvio del la pratica) e le parol e u sate dal
P.G. mi sono sembrat e un evidente atto di malanim o nei conf ronti d el

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dott. Iannuzzi (si mile a qu anto avvenuto in occasion e d el parere reso n ei
conf ronti del dott. MONTEMU RRO per la n omina a magi strato d i
appell o; sul punto mi riporto alla copia del verbal e depositato all a S.V. il
30.3.07)”.
Il dr. TUFANO interveniva in Consiglio Giudiziario anche contro il dr. IANNUZZI,
in merito alla nomina del predetto a magistrato di Cassazione.
Significative sono le dichiarazioni del PAVESE con riguardo anche all’attività di
ostacolo del dr. TUFANO nei confronti dei Pubblici Ministeri dr. WOODCOCK e
dr. MONTEMURRO, nonché dei rapporti tra il TUFANO ed una delle due camere
penali di Potenza, quella in cui elemento di primo piano è l’avv. Piervito BARDI,
destinatario di ordinanza di custodia cautelare nell’ambito del P.P.1916/00,
denominato “Iena”.
Riferiva il dr. Henry John Woodcock:
“WOODCOCK Henry John – Devo dire che io leggo sui giornali, ma rimango ancora
esterrefatto, forse perché io ho un’idea ancora romantica della magistratura, leggo sui
giornali. Quindi, per carità, non voglio assolutamente poi essere frainteso, ci mancherebbe
altro essere poi accusato di diffamazione o ancor peggio di calunnia, ma io leggo sui giornali,
sui quotidiani nazionali, cioè sul giornale la Stampa e sul quotidiano Repubblica, che ho
portato anche appresso, che il Procuratore Generale di Potenza, che è il dottore Vincenzo
TUFANO, sentito avanti al Consiglio Superiore della Magistratura, se non mi ricordo male
lunedì scorso, 19 credo di marzo, avrebbe – e sottolineo avrebbe, perché il verbale credo che
fosse anche segretato anche se poi è stato pubblicato quasi integralmente o meglio per larghi
brani sul giornale – avrebbe addirittura affermato che io mi servirei di strutture, questo è il
temine virgolettato, di “strutture parallele”, facendo riferimento addirittura ad un gruppo
di vigili urbani e di agenti della polizia stradale. Cioè addirittura – cosa che francamente,
conoscendo anche l’intelligenza e la statura professionale del collega dottor TUFANO mi
sembra veramente strano che abbia mai potuto dire e concepire una cosa di questo genere –
avrebbe definito degli onesti pubblici ufficiali dipendenti dell’amministrazione comunale e
della polizia di stato (cioè i vigili urbani e gli agenti della polizia stradale), come una
“struttura parallela”.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – E lei come se lo spiega, a questo proposito, questa…
WOODCOCK Henry John – Non so se lo abbia…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Allora facciamo una ipotesi, visto che me lo sta dicendo, lei
evidentemente ipotizza che possa essere vero in qualche modo.
WOODCOCK Henry John – No, io ipotizzo, l’ho letto
sul giornale.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Se fosse vera una cosa di queste… Allora ragioniamo in
questi termini, se fosse vera una cosa di queste, lei mi sa dare una spiegazione del perché?
WOODCOCK Henry John – Io francamente una spiegazione l’ho cercata, ho tentato
appunto di trovarla, per la verità, tante volte. Perché questa, è inutile negarlo, non è che sia
la prima, spero che sia l’ultima, ma non la prima “manifestazione” di un atteggiamento
critico che il Procuratore Generale ha avuto nei miei – nei nostri, ma a me poi non interessa,
nei confronti degli altri sono affari loro – ma ha avuto nei miei confronti, perlomeno per
quello che leggo sui giornali. Devo fare una premessa. Io dal punto di vista strettamente
personale ed interpersonale, proprio con il Procuratore Generale TUFANO ho sempre avuto
buoni rapporti, anzi diciamo ottimi rapporti, fra l’altro veniamo dalla stessa città, cioè da
Napoli, siamo espressione in qualche modo della stessa cultura, diciamo così, TUFANO è
sicuramente appunto uomo intelligente e giuridicamente colto e io lo consideravo, per la
verità, anche uomo dalla statura magistratuale elevata. E’ evidente che leggere sui giornali

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che lui definisce dei poveretti – perché voglio dire, insomma, è gente che lavora e che per
quattro soldi che lo stato gli dà sacrificano spesso le loro famiglie per svolgere una attività
investigativa che hanno dimostrato e che continuano a dimostrare ad oggi di aver svolto
egregiamente – che li abbia definiti come delle “strutture parallele”, se li ha definiti come
delle “strutture parallele”, per me è un grosso dolore. E i motivi che lo abbiano spinto a dire
– se ha detto una cosa di questo genere – io non li so. Posso dire anche – io sempre ormai
parlo per quello che leggo sui giornali – che sulla stessa Stampa, credo che sia un articolo del
18 marzo ultimo scorso, addirittura sull’articolo di Stampa, c’è anche scritta una cosa che a
me sorprende ancor di più. E cioè che sarebbe stato addirittura il Procuratore Generale a
sollecitare il Prefetto di Potenza – parlo del luglio ultimo scorso, cioè della vicenda
riguardante, per intenderci, l’arresto di Vittorio Emanuele di Savoia – sarebbe stato
addirittura il Procuratore TUFANO a sollecitare, ad indicare (non so in quali termini, se
formalmente, informalmente, per iscritto, per telefono) il Prefetto di Potenza a porre, mi
permetto di dire la famosa questione – perché è diventata famosa anche perché è veramente
una barzelletta – della password che alcuni giornalisti avrebbero avuto della Procura della
Repubblica di Potenza. L’ho letto sul giornale la Stampa del 18 marzo. Ci sono degli articoli
di stampa, invece, se non mi ricordo male, del luglio ultimo scorso, che diffusamente parlano
di questo intervento del Prefetto e poi del Ministro AMATO e poi del Ministro
MASTELLA, che poi ha evidentemente investito, credo, l’autorità giudiziaria di Catanzaro
sull’esistenza di questa fantomatica password che è veramente una barzelletta; ed è una
barzelletta sia che si faccia riferimento ad una password in senso stretto, sia che si faccia
riferimento a qualsivoglia altro strumento informatico, vedi pen-drive o vedi appunto CD,
perlomeno per ciò che mi riguarda. Il mio ufficio è sempre stato trattato come un sacrario,
dal mio ufficio non è mai uscita né una carta, né una notizia, neppure quanto – perché
questo poi, tra l’altro, è il caso di cui si parla – neppure quando gli atti erano perfettamente
depositati. Perché, per quanto riguarda la questione del “Savoiagate” cosiddetto, di Vittorio
Emanuele di Savoia e delle notizie di stampa, erano comunque e sempre, tengo a
sottolinearlo, notizie di stampa successive alla notifica dell’ordinanza e al deposito degli atti.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma c’erano motivi di contrasto tra lei e il dottor
TUFANO ?
WOODCOCK Henry John – Ma non c’è nessun…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – O ci sono stati fatti che abbiano potuto…?
WOODCOCK Henry John – Ci sono stati dei fatti, ma non di contrasto. Perché io ho fatto
quella precisazione, a cui tengo, prioritaria? Dal punto di vista personale con me il
Procuratore TUFANO… – con gli altri due Sostituti io ho avuto sicuramente meno
occasione e meno consuetudine, con gli altri tre Sostituti, che sono LIBUORI, ROCA e
BONOVI – con TUFANO ci sono sempre stati, dal punto di vista personale, ottimi rapporti
che io pensavo anche – e per questo sono ancora più dispiaciuto quando poi leggo questo tipo
di articoli – che io pensavo essere anche di reciproca stima e considerazione professionale. Si
sono verificati dei fatti, che sono fatti storici che io posso sottoporre alla vostra attenzione,
che sono dei dati. Ora ovviamente io non posso sapere, come il discorso aristotelico della
premessa maggiore e della premessa minore e della conclusione. Ci sono dei fatti, delle
circostanze che, perlomeno secondo me – alcuni dei quali, tra l’altro, sono stati già oggetto
della cognizione dell’autorità giudiziaria di Catanzaro e proprio appunto della sua
cognizione, cioè della cognizione del dottor Luigi DE MAGISTRIS, altri invece no – che
sono fatti che io considero meritevoli, almeno entro certi limiti, di un approfondimento. Mi
spiego. C’è, in particolare, un procedimento penale, o meglio due procedimenti penali
(perché uno nasce dall’altro), in cui si sono verificati a margine, non nel procedimento in
senso stretto specificamente considerato, ma a margine, dei fatti che meritano, secondo me,

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un approfondimento. Qualche tempo fa – se non mi ricordo male nel novembre ultimo
scorso, dovrebbe essere il novembre 2006 – è stata escussa e sentita come testimone nel
processo GENTILI, cioè nel processo a carico del colonnello GENTILI, è stata sentita la
collega Mariangela MAGARIELLO, già in servizio presso la Procura della Repubblica di
Potenza. Ed è stata sentita la dottoressa MAGARIELLO nel processo a carico di GENTILI
celebrato per il reato di favoreggiamento, perché il reato di favoreggiamento contestato al
Colonnello GENTILI, nel procedimento penale iscritto a carico del colonnello GENTILI,
nasce (come favoreggiamento appunto) da un procedimento, diciamo così, presupposto, che
riguardava alcuni Carabinieri e un Magistrato in servizio alla Procura di Trani. Ora, in
questo procedimento penale, quello originario – quello cioè istruito originariamente dalla
collega Mariangela MAGARIELLO a carico appunto di Raiola, Pesarini, Lovino + altri – la
collega Mariangela MAGARIELLO fece, espletò delle operazioni di intercettazioni
telefoniche. Parlo di cose di cui probabilmente lei si ricorda perché questo fascicolo, come lei
ricorderà, è transitato anche per il suo ufficio, per la Procura di Catanzaro, perché io lo
trasmisi e poi in parte mi fu restituito. Credo che fosse il 1097/03, credo, o meglio, prima
aveva un altro numero, credo il 5077/03, poi è venuto a Catanzaro, poi ha preso…, insomma
comunque adesso, quando è stato definito credo che fosse il 1097/03. Ora, in queste
intercettazioni telefoniche, gli interlocutori delle intercettazioni stesse – che erano due…
erano Carabinieri, prevalentemente il Raiola Pesarini e il Lovino – tra le tante cose che
dicevano, facevano anche riferimento a questo famigerato Colonnello GENTILI, allora
responsabile della Sezione Polizia Giudiziaria dei Carabinieri, il quale, secondo quello che
dicevano questi signori, avrebbe in qualche modo attivato le sue amicizie presso il
Procuratore Generale di Potenza, presso lo stesso Procuratore Generale della Repubblica di
Potenza, in qualche modo per dare una mano a questi Carabinieri indagati dalla collega
MAGARIELO, per ottenere una “definizione” fausta di questo procedimento. Propalazioni,
quelle del Raiola e del Lovino – questa però è chiaramente una mia idea – palesemente
millantatorie, non tanto perché il GENTILI non fosse capace di intercedere nel loro
interesse, quanto perché, lo devo dire ad onor del vero, sia il Procuratore Generale di
Potenza, il dottor TUFANO, sia il dottore GALANTE non sono proprio i tipi da farsi
coinvolgere in cose di questo genere. Questo lo devo dire ad onore del vero, però questa
ovviamente è una mia idea. Cioè questi due signori, Raiola Pesarini e Lovino, in queste
conversazioni concitate, siccome sapevano di essere indagati e siccome sapevano di dover
essere interrogati, praticamente dicevano: “Abbiamo chiamato il capo, GENTILI, il generale
GIANNATTASIO, GIANNATTASIO ha parlato con questo, con quell’altro…”. Ma
l’impressione netta che si ha, sentendo e guardando queste telefonate, che io poi ho guardato
perché sono stato coodelegato – quando la collega è andata in maternità il fascicolo è passato
a me e poi sono stato io ad iscrivere il colonnello GENTILI in questo procedimento e poi
istruire il suo procedimento, quindi ho guardato queste intercettazioni – in realtà il respiro e
il carattere millantatorio di queste propalazioni a me perlomeno – so che non me ne devo
occupare io perché se ne è già occupata l’autorità di Catanzaro – ma mi sembra piuttosto
evidente. Non è questa però la cosa che secondo me dovrebbe essere in qualche modo
analizzata più diffusamente, ma è quella appunto che mentre la collega MAGARIELLO
faceva le intercettazioni telefoniche (parliamo del marzo 2002, quindi febbraio, marzo, aprile
2002), ci fu una indagine amministrativa interna della Procura Generale. E cioè a seguito di
una iniziativa – che tutt’ora dopo cinque anni io non mi riesco a spiegare – del collega
BASENTINI che andò in Procura Generale a fare una serie di dichiarazioni che
coinvolgevano un po’ tutti i Sostituti Procuratori e il Procuratore, il Procuratore –
nell’esercizio della funzione di vigilanza, di sorveglianza che, per carità, legittimamente gli
appartiene – in realtà fece una sorta di indagine di istruttoria amministrativa e chiamò tutti

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noi Sostituti. Ora, la collega MAGARIELLO, in sede dibattimentale, ovviamente dopo
sollecitazioni con le contestazioni dei verbali di sommarie informazioni, ma soprattutto
escusso a sommarie informazioni – in particolare da lei, cioè dal dottor DE MAGISTRIS in
un verbale di sommarie informazioni di cui ho anche la disponibilità – in realtà, diciamo, ha
detto delle cose che, secondo me, andrebbero quantomeno, approfondite, ma io non voglio
fare nessuna considerazione che non appartiene alla mia sfera. Precisazione fondamentale.
Nel corso dell’udienza dibattimentale, gli avvocati e il pubblico ministero hanno dato il loro
consenso alla acquisizione – e quindi alla allegazione al verbale stesso – dei verbali di
sommarie informazioni resi dalla dottoressa MAGARIELLO, sia avanti al dottor DE
MAGISTRIS, sia davanti alla autorità giudiziaria di Potenza, nonché il verbale di sommarie
informazioni, se non ricordo male, del maresciallo VIGNOLA. Quindi, questi atti (parlo dei
verbali di sommarie informazioni), formano in tutto e per tutto parte integrante di questo
verbale di udienza del mese di novembre, se non ricordo male, ultimo scorso 2006. Ora, nel
verbale di sommarie informazioni rese in particolare davanti a lei, cioè al dottor DE
MAGISTRIS, la collega MAGARIELLO dice una cosa che a me, appunto, sembra in
qualche modo significativa. Cioè lei dice che nel corso di questa indagine amministrativa
coeva, contemporanea alle intercettazioni telefoniche che lei stava facendo nel processo a
carico di Raiola Pesarini + altri, il Sostituto Procuratore ROCA e poi anche il Procuratore
Generale TUFANO, intervenuto poi, appunto, nel corso della audizione, si soffermarono –
comunque le fecero delle domande, adesso non ricordo bene le parole del verbale della
MAGARIELLO – ma comunque fu toccato anche l’argomento riguardante questo
procedimento che era ancora in corso, non solo che era ancora in corso, ma le cui
intercettazioni erano appunto contestuali. Questo, voglio dire, è un dato…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma lei questo perché lo mette in correlazione poi
all’audizione di TUFANO?
WOODCOCK Henry John – All’audizione di TUFANO in che senso?
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Cioè, voglio dire, siamo partiti dal punto…
WOODCOCK Henry John – No, io non lego…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Non c’è una correlazione?
WOODCOCK Henry John – Che sia chiaro, io non lo metto in correlazione… Siccome lei
mi ha chiesto, il motivo per il quale secondo lei TUFANO parla davanti al CS, o meglio
parla, il motivo per il quale i giornali riferiscono appunto che TUFANO parla di strutture
parallele, io ho dato una risposta secca, fondamentale e ho detto: “Non lo so”. Ecco, diciamo,
questo non lo so. E cioè, posso dire, è possibile che TUFANO, titolare della sua funzione di
Procuratore Generale – e quindi in qualche modo titolare di una funzione di sorveglianza,
vigilanza, vertice di un organo sovraordinato non gerarchicamente ma
amministrativamente alla Procura della Repubblica – non condivida il mio metodo
investigativo, non condivida, diciamo, la direzione dell’ufficio da parte del Procuratore
GALANTE e la gestione del Procuratore GALANTE e dei suoi Sostituti. Potrebbe essere
questo. Poi mi ha chiesto, appunto, ancora se, diciamo…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quindi non c’è una correlazione tra le due cose?
WOODCOCK Henry John – Non c’è una correlazione… Ecco, non c’è una correlazione…
Quello che… adesso non voglio, per carità… Questa correlazione io non so se c’è o meno, io
stavo solamente proponendo e formulando…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Alcune letture…
WOODCOCK Henry John - …dei fatti, fino ad arrivare poi…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – I rapporti tra TUFANO e GALANTE?
WOODCOCK Henry John – Vorrei solo finire questa cosa, perché in questo procedimento
poi c’è un’altra cosa, ecco perché poi ci colleghiamo, la mia è solo una rappresentazione

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storica. Quindi la dottoressa MAGARIELLO viene sentita da TUFANO e da ROCA anche
su vicende riguardanti un procedimento in corso. Secondo me, a questo punto per voi –
ovviamente se ritenete perché ci mancherebbe altro – potrebbe essere utile acquisire il verbale
di audizione della MAGARIELLO per vedere se questo argomento è stato verbalizzato o
meno. Perché, voglio dire, sicuramente c’è il fatto storico rappresentato dalle dichiarazioni
dibattimentali rese innanzi a lei, dottor DE MAGISTRIS, della MAGARIELLO che dice:
“A me mi furono fatte queste domande”, bisogna vedere se poi queste domande sono state
verbalizzate e in che termini sono state verbalizzate. Tra l’altro, nello stesso frangente, cioè
siccome fu sentita la MAGARIELLO ma fui sentito anche io, francamente anche a me
furono poste delle domande – che io lo devo dire sinceramente, a cui io poi risposi, perché io
poi sono una persona garbata e ispiro la mia attività al rispetto istituzionale – però mi
furono fatte dallo stesso Procuratore TUFANO in persona delle domande che a me in quel
momento, io non posso negare, anche se ero molto più giovane, avevo molti meno anni di
funzione, ma mi lasciarono francamente un po’ perplesso. Perché a me, per esempio,
TUFANO chiese, non nel merito, ma mi chiese di un interrogatorio, anzi di un verbale di
sommarie informazioni che io e la dottoressa SANTUCCI (coodelegata nel procedimento a
carico di Nardelli Mauro + altri), di un verbale di sommarie informazioni che io avevo fatto
all’avvocato SASSANO Francesca. Cioè, in realtà, appunto, tra le propalazioni che il collega
BASENTINI aveva evidentemente inteso fare al Procuratore Generale, non penso io, mi fu
dato atto – adesso, chiaramente, a distanza di cinque anni non posso ricordare la
“contestazione” – ma mi fu detto, tipo: il suo collega BASENTINI, tra le tante cose che ha
detto (perché poi ne aveva dette tante altre), ha detto pure che l’avvocatessa SASSANI si era
lamentata con lui (dottor BASENTINI, e non si capisce poi perché con lui, appunto, perché
l’aveva usato come una sorta di confessore), comunque si era lamentata con lui di essere
stata sentita dal dottor WOODCOCK e dalla dottoressa SANTUCCI che, a fronte della
opposizione da parte della stessa avvocato SASSANI, del segreto professionale ex articolo
200, i due Sostituti cioè, il dottor WOODCOCK e la dottoressa SANTUCCI, avevano
ritenuto – sempre ai sensi dell’articolo 200 e tra l’altro nella più assoluta adesione di un
orientamento tra l’altro stigmatizzato in una sentenza della Corte Costituzionale –
“avevano ritenuto”, di farla rispondere ugualmente trattandosi di domande che non
attenevano al suo ministero difensivo. Orbene, che in un verbale “amministrativo” di una
audizione di una istruttoria amministrativa, mi sia stato chiesto del perché io avessi
interpretato l’articolo 200 in un modo invece che in un altro, a me, io lo devo dire
sinceramente, mi lasciò alquanto perplesso, avendo io una idea diversa, appunto, dei
rapporti istituzionali. Probabilmente sarà più corretta quella del Procuratore TUFANO, ma
insomma io un’idea diversa dei rapporti tra la Procura Generale e la Procura della
Repubblica, ho un’idea probabilmente diversa della funzione ispettiva di sorveglianza. E cioè
ritengo appunto che l’interpretazione giurisdizionale e giudiziaria della norma giuridica
dell’articolo 200 e cioè la ragione del merito del perché io abbia ritenuto, nell’esercizio della
mia funzione giurisdizionale, di far sentire, di “far parlare” la SASSANO, sia una scelta
giurisdizionale, soprattutto in pendenza del procedimento, di cui non mi può essere chiesta
ragione, soprattutto non mi si possa chiederne ragione nel corso di una indagine
amministrativa. Tra l’altro poi l’avvocatessa SASSANO, appunto successivamente, sulla
base poi di una consulenza tecnica depositata qualche mese dopo, fu anche indagata, apro e
chiudo parentesi, è stata anche processata e condannata in primo e secondo grado. In questo
stesso processo, o meglio… no scusi, non in questo stesso processo, nel processo GENTILI –
e quindi voglio chiudere in qualche modo il cerchio per dare e offrire una rappresentazione la
più completa possibile dei rapporti tra la Procura della Repubblica, la Procura Generale, me
e il Procuratore Generale, ma ripeto questo è un fatto, è un dato storico che io rappresento a

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lei e poi è chiaro che dovranno essere fatti i relativi accertamenti – nel processo GENTILI si
è verificato un altro fatto sicuramente particolare, sempre a margine del procedimento
stesso, il procedimento GENTILI, lo ripeto, nato dal procedimento a carico di Raiola
Pesarini + altri. Parlo in particolare della nomina dell’avvocato difensore del GENTILI
stesso. Un giorno venne nel mio ufficio lo stesso Colonnello GENTILI con l’avvocato
Donatello CIMADOMO, vennero entrambi nel mio ufficio o meglio nella mia segreteria,
prima nella mia segreteria e poi sulla soglia del mio ufficio, con l’avviso di conclusione
indagini che io avevo fatto notificare al colonnello GENTILI (per il reato di
favoreggiamento, lo ripeto) e mi dissero entrambi (sia l’indagato sia in particolare
l’avvocato, Donatello CIMADOMO che è un avvocato noto del Foro di Cosenza), mi disse
l’avvocato: “Sono stato investito dal colonnello GENTILI, mi ha incaricato della sua difesa,
questo è l’avviso di conclusioni delle indagini, adesso vedrò, selezionerò gli atti da
fotocopiare”. Dopodiché io non ho più visto l’avvocato CIMADOMO. Sottolineo che questo
discorso fu fatto nella mia segreteria, quindi se voi, ovviamente se lo ritenete importante,
oltre a convocare ovviamente la fonte originaria che è l’avvocato CIMADOMO, c’era
presente l’allora mia assistente signora Angela SANTANGELO, che era presente perché
ovviamente la disponibilità degli atti era nella mia segretaria. Ripeto, non vidi più
l’avvocato CIMADOMO. Tra l’altro ci fu la richiesta di rinvio a giudizio che invece poi fu
dichiarata nulla perché era un reato per cui si doveva procedere con decreto di citazione.
Comunque in ogni caso il GENTILI, appresi dai fatti, nei fatti constatai che il colonnello
GENTILI era difeso, il ministero difensivo fu assunto dall’avvocato Donato PACE, avvocato
per carità non anziano, ma insomma avvocato affermato, principe, diciamo così, del foro di
Potenza, conosciuto e affermato come tale. Per la verità alla cosa non ci feci caso più di tanto
perché francamente uno ha tante cose a cui pensare, comunque non ci feci caso più di tanto.
Finché…, adesso non mi ricordo quando, ma insomma teniamo presente che credo che
l’avviso al colonnello GENTILI io l’ho fatto e l’ho fatto notificare credo nel 2005, all’inizio
del 2005, forse appunto marzo, aprile, adesso non me lo ricordo, marzo o aprile 2005, poi c’è
stata la richiesta di rinvio a giudizio, l’udienza preliminare, la declaratoria di nullità e
quindi il decreto di citazione, quindi il decreto di citazione è della fine del 2005, il tutto si
deve esser consumato nel 2005. Comunque, ad un certo punto l’avvocato CIMADOMO, in
una occasione, appunto nel mio ufficio, parlando di tutt’altro, mi disse una cosa che io vi
rappresento e poi, non è che lascia il tempo che trova, è chiaro che sarà l’avvocato
CIMADOMO che dovrà chiarirla più di quanto non possa fare io, perché io, come si sul
dire, relata refero. Mi disse: “Dottore, sa, poi lei si ricorda che io ero stato investito del
ministero difensivo dal colonnello GENTILI…”. E dissi: “Sì”, io per la verità non lo
ricordavo neanche. Disse: “…che venni nella sua segreteria con l’avviso, con il Colonnello,
che dovevo fare gli atti”. Ho detto: “Sì, sì”. Successe – se non ricordo male, lui mi disse
quello stesso giorno – successe una cosa che, mi disse l’avvocato, che io francamente ho
considerato molto incresciosa, che mi ha turbato molto. Quello stesso giorno, dopo essere
venuti al quarto piano nel suo ufficio, lui e GENTILI, il GENTILI andò in Procura
Generale. GENTILI aveva ottimi rapporti in particolare con alcuni magistrati della Procura
Generale e questo non è un mistero, ma non c’è nulla da dire; in particolare con il Sostituto
ROCA e con il Sostituto BONOMI c’era proprio una consuetudine, ma ripeto non c’è nulla
di strano, ci mancherebbe altro, il colonnello GENTILI era responsabile della Sezione della
Polizia Giudiziaria, il collega ROCA e il collega BONOMI due magistrati in servizio alla
Procura di Potenza. Quindi mi disse che era andato a salutare in Procura Generale i
magistrati della Procura Generale e poi – sempre l’avvocato CIMADOMO – mi disse che
nella stessa mattinata ad un certo punto era stato chiamato sul telefono cellulare e gli era
stato chiesto, comunque avevano fatto appuntamento dopo una mezz’oretta, un’oretta,

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adesso non mi ricordo quanto tempo, al terzo piano, cioè al piano della Procura Generale e
che in quella occasione si era avvicinato, se non ricordo male, il collega ROCA con il
GENTILI – adesso io non posso essere più preciso perché fu un discorso che poi si è
consumato ed esaurito nel giro di pochi minuti e un po’ di tempo fa, comunque credo che
fossero al terzo piano, adesso non so se vicino alla porta di ROCA, erano comunque al terzo
piano – e che il collega ROCA disse all’avvocato CIMADOMO: “Guardi avvocato, ci
dispiace, ma questo processo, questo di GENTILI, non è un processo per cui lei è adatto, non
perché non è bravo… – mi disse CIMADOMO – …perché anzi… – disse ROCA – …lei
tecnicamente è uno dei migliori avvocati di Potenza…” Ed effettivamente è così, l’avvocato
CIMADOMO è allievo del professore Dalia, credo che sia ricercatore di procedura penale, è
obiettivamente un ragazzo, è un giovane avvocato particolarmente attrezzato e preparato. E
mi disse CIMADOMO, dopo che ROCA aveva fatto tutto questo discorso e disse: “Non è
per la sua preparazione tecnica, ma lei per questo processo non è adatto, ci vuole un
avvocato più anziano, un avvocato più in grado…”. Ed è questo francamente il particolare
che più mi dispiace, perché non so se queste siano cose rilevanti o non rilevanti, non
significative – non lo devo stabilire io se lo siano ed entro che limiti lo siano – ma sono cose
che a me, lo dico sinceramente, mi hanno profondamente colpito e addolorato, proprio per i
rapporti umani che io pensavo di avere con quell’ufficio giudiziario. Disse: “Guardi, non è
per la sua preparazione o non preparazione tecnica, qui ci vuole un avvocato che è in grado
di contrapporsi, di… – mi pare che usò il termine – …di urlare… – adesso non mi ricordo se
usò il termine di urlo, di scontro, ma insomma – …di contrapporsi al dottor Woodcock, al
Pubblico Ministero che ha istruito questo procedimento, sa si tratta di un processo delicato,
il colonnello GENTILI, responsabile della sezione…”. Tra l’atro – io apro e chiudo sempre
parentesi – il colonnello GENTILI è stato il titolare forse delle mie indagini più rilevanti; il
colonnello GENTILI è quello che ha istruito il processo a carico dei dirigenti dell’INAIL, a
carico di imprenditori accusati di tangenti che poi hanno anche patteggiato; il colonnello
GENTILI è quello che ha istruito il procedimento di associazione a delinquere e di falso a
carico dei titolari di un istituto scolastico potentino. Cioè io avevo con la Sezione di Polizia
Giudiziaria e i Carabinieri sicuramente un feeling investigativo particolare. Comunque
l’avvocato CIMADOMO mi fece tutto questo discorso e mi disse: “Praticamente io sono
stato “allontanato” dalla difesa, cioè praticamente mi hanno detto, mi disse ROCA con
GENTILI al terzo piano: abbiamo convenuto che non sei tu l’avvocato adatto per fare questo
processo, per urlare… – per scontrarsi per contrapporsi, adesso il termine non me lo ricordo
– …al dottor Woodcock, ci vuole un avvocato più anziano di tipo diverso…”, avvocato che
poi, evidentemente, è stato scelto ed individuato nell’avvocato PACE. Ora, che sia ben
chiaro, io non so e non credo affatto che l’avvocato PACE sappia e sia a conoscenza di
questo…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Questo processo che fine ha fatto?
WOODCOCK Henry John – E’ ancora in dibattimento. Questo preludio e questo
preambolo perché l’avvocato PACE è persona seria e per bene, quindi io non credo affatto che
sia parte, forse è stato messo a parte dopo, ma con l’avvocato PACE non ho mai parlato di
questa vicenda. Devo solo precisare che di questa vicenda, cioè questa “confessione”,
l’avvocato CIMADOMO oltre a farla a me direttamente, l’ha fatta anche al collega dottore
MONTEMURRO con il quale l’avvocato CIMADOMO ha un rapporto credo di buona
conoscenza, di amicizia, a me non riguarda.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Dottore una domanda sola e poi, per quanto mi riguarda,
abbiamo concluso. I rapporti tra il Procuratore GALANTE e il Procuratore TUFANO.
WOODCOCK Henry John – I rapporti fra il Procuratore GALANTE e il dottor
TUFANO. Guardi, in realtà è difficile, questa è una domanda a cui è veramente difficile

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rispondere. Perché in realtà, secondo me, all’origine di tutti questi problemi che
innegabilmente sono sotto gli occhi di tutti e che sono sui giornali, sono proprio legati al
fatto che tra questi due signori e illustri signori, vertici appunto, di questi due uffici, uno
sovraordinato all’altro, non c’è stato mai un rapporto. Nel senso appunto che,
probabilmente, se si fosse instaurato fin dall’inizio un rapporto, ma anche di cordialità
istituzionale… È chiaro che sono perfettamente convinto che ognuno debba fare il suo
lavoro, cioè che il Procuratore della Repubblica debba fare il suo lavoro con i suoi Sostituti e
che il Procuratore Generale debba fare il suo lavoro con i suoi Sostituti, però io, quel che
dico, che se ci fosse stato, secondo me, fin dall’inizio, un rapporto proprio umano diverso, un
rapporto anche di cordialità diversa, forse non si sarebbe arrivati a questo punto. E
probabilmente la spiegazione è molto più semplice, molto più banale e molto meno
“drammatica” di come possa apparire. Probabilmente il problema è stato proprio un
problema caratteriale, nel senso che si tratta di due persone – appunto, secondo me,
ovviamente come tutti – con i loro caratteri. TUFANO da una parte l’uomo all’antica, un
magistrato all’antica, che tiene ad alcune cose in maniera particolare. Dall’altra parte il
Procuratore GALANTE, anche lui non è un uomo estroverso…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Aldilà di queste cose caratteriali, c’è stato qualche caso in
cui il Procuratore della Repubblica vi ha rappresentato – a lei o ad altri Sostituti – di una
ingerenza, per esempio, in fascicoli, del Procuratore Generale?
WOODCOCK Henry John – Di una ingerenza, io non so se definirla o meno ingerenza,
ma di iniziative che io non ho condiviso, sono stato io stesso testimone. Prima ho fatto,
appunto, l’esempio del procedimento 1916/00 modello 21, cosiddetto “Iene”, che è un
procedimento, purtroppo, che è un po’ stato il pomo della discordia nell’ambito giudiziario,
non solo giudiziario, ma anche proprio cittadino, nel sociale della città di Potenza, perché poi
è un processo le cui misure cautelari sono state in buona parte annullate, in cui il riesame ha
praticamente censurato una buona parte delle ordinanze, salvo qualcuna. Ora, per esempio,
faccio un esempio, in questo procedimento, all’indomani dell’esecuzione delle misure
cautelari, quindi già ad un domani dell’esecuzione delle misure cautelari, io ricordo
perfettamente che il Procuratore Generale fece una nota, fece una richiesta in cui formulava
all’ufficio della Procura – e ovviamente al Procuratore della Repubblica come vertice
dell’ufficio della Procura – una serie di richieste alle quali io, se fossi stato il Procuratore
della Repubblica, non avrei risposto o meglio avrei risposto con una risposta di tipo
interlocutorio. Ovvero, se tra l’altro anche prima che il Tribunale del Riesame in qualche
modo travolgesse una parte dell’impianto investigativo… Perché i procedimenti, ci sono
procedimenti che vanno bene, male, benino, malino. Insomma quel procedimento nel merito,
è stato sicuramente un procedimento che è stato censurato dal Tribunale del Riesame, che
adesso, tra l’altro, in parte è stato definito con alcune richieste di archiviazione e adesso è
pronta una richiesta di rinvio a giudizio per quelli che sono rimasti. Tanto premesso, se
ancor prima della celebrazione del riesame, cioè all’indomani dell’esecuzione delle misure, la
Procura Generale formula una serie di quesiti, che io adesso non mi ricordo perfettamente,
ma chiede: “Perché a Tizio hai mandato l’avviso di garanzia e a Caio no? Perché quindi sul
giornale a Tizio risulta che hai mandato l’avviso di garanzia?”, e cioè appunto delle
domande che in qualche modo esorbitano la funzione, quella che secondo me è una funzione
ispettiva e di sorveglianza – perché io adesso non voglio fare il sofista – ma che è una
funzione ed è l’espressione di una attività squisitamente amministrativa… Attenzione: cioè
di fronte ad un fatto di rilevanza, diciamo così, paradisciplinare, attinente cioè ad un
rapporto che si incardina nell’alveo di un rapporto o di una relazione di tipo amministrativo,
legittimamente il Procuratore Generale può e deve intervenire nell’esercizio della sua
funzione e del suo potere ispettivo e di sorveglianza. Aldilà di queste ipotesi, almeno a mio

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modestissimo avviso, le ipotesi di “ingerenza” del Procuratore Generale e della Procura
Generale in ambito giurisdizionale, perlomeno e soprattutto sulla base del vecchio
ordinamento giudiziario, erano solo ipotesi tipiche e tipicamente previste, vedi (faccio un
esempio tra tutti): istituto della vocazione.
P.M. dott. DE MAGISTIS – Va bene, è chiaro.
WOODCOCK Henry John – E’ un esempio. Allora, se il Procuratore Generale a me chiede
e mi fa una domanda (a me, al Procuratore) che non riguarda questo rapporto
amministrativo, ma riguarda in qualche modo il meglio di una scelta investigativa… Perché
se io mando l’avviso di garanzia a x e non ritengo di mandarlo ad y anche se quello sta nella
rubrica del capo di imputazione dell’ordinanza che mi hanno notificato e io mando a uno
l’avviso e all’altro no, questa è una scelta giurisdizionale che non può e non deve investire i
rapporti tra il Procuratore Generale ed il Procuratore della Repubblica, perché può darsi che
io non glielo abbia mandato perché è sottesa a questa scelta una strategia, per esempio,
investigativa, di stimolazione…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – E’ chiaro, è chiaro.
WOODCOCK Henry John - …rispetto alla quale io non devo poter dare una spiegazione,
nell’ambito giurisdizionale, al Procuratore Generale. In quella occasione – chiudo e concludo
– il Procuratore GALANTE e anche il collega MONTEMURRO, che era con me delegato,
non mi diedero, diciamo, retta e mentre io volevo fare una risposta garbata, educata
istituzionalmente e non è che volevo negargli quello che lui aveva chiesto, volevo appunto
semplicemente dirgli: “Se è possibile che la signoria vostra, la sua eccellenza vostra, spieghi
le ragioni per le quali…”. Voglio dire, volevo in qualche modo… Invece in quella occasione e
anche poi in tutte le altre, gli fu data ampia spiegazione. Devo dire che da questo punto di
vista, perlomeno fino ad un certo punto, tutte le domande, le istanze che il Procuratore
Generale ha fatto alla Procura della Repubblica sono state evase, dopodiché credo che poi il
Procuratore della Repubblica, da un certo punto in poi alcune istanze ha cominciato a non
evaderle più. Ma insomma che tra i due ci fosse una frizione è stato, ad un certo punto –
civilisticamente, si direbbe – fatto notorio. Cioè il discorso di questo attrito ormai attuale tra
il Procuratore Generale e il Procuratore GALANTE è un fatto che oltre ad imperversare su
tutti i quotidiani, è un fatto che è oggetto anche di riunioni della Procura
insomma………OMISSIS.
WOODCOCK Henry John – No, io non è che voglio rilasciare nessuna dichiarazione, io
devo però dire che ho appreso dal giornale la Stampa del 18 marzo 2007, cioè di qualche
giorno fa, una cosa che per la verità mi ha lasciato quasi sorpreso come il paradosso, la
barzelletta della password. E cioè ho appreso, c’è scritto su questo giornale che praticamente
– cosa che per la verità io non immaginavo neanche – che a sollecitare questa brillante
iniziativa del Prefetto di Potenza sul punto della password, è stato appunto il Procuratore
Generale. Io adesso ovviamente questo non posso sapere se è vero o non è vero, però io credo
che questo doverosamente dovevo rappresentarlo. Le pagine dei giornali…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Facciamo così: l’ufficio acquisisce il materiale che viene
depositato del dottore WOODCOCK che fa parte integrale del presente verbale.
WOODCOCK Henry John – Che sono:
- articolo di giornale sulle strutture parallele.
Ancora… io poi questo me lo ero dimenticato. Credo che anche qui c’è un procedimento
pendente, perché non è l’unica, ma insomma è una querela che io ho recentemente fatto
alla Procura di Catanzaro. Qualche mese fa si è verificata una cosa veramente grave e
questa io non posso non sottolinearla. Praticamente sui due maggiori quotidiani locali,
cioè sul Quotidiano e sulla Gazzetta del Mezzogiorno, ad un certo punto io al bar, la
mattina, mentre sfogliavo questi giornali, ho praticamente appreso che su questi giornali

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– attenzione – era finito il contenuto dei verbali di audizione mio e del Procuratore della
Repubblica GALANTE che il Procuratore Generale, su delega dell’ispettorato, aveva
assunto nel mese di luglio. Non solo, oltre a finire parte del contenuto letterale di questi
due verbali, era finito anche il contenuto di una relazione che il Procuratore Generale –
sempre prima dell’estate, nell’estate ultima scorsa cioè quando c’è stata l’ispezione –
aveva mandato all’ispettorato, che si riferiva all’utilizzazione delle fotocopiatrici da parte
mia, dei vigili urbani, al tempo in cui erano state fatte queste fotocopie. Una cosa sulla
quale io ho fatto una ampia e diffusa querela che ho trasmesso. Ora, voglio dire, questo è
un fatto gravissimo – mi permetto di sottolinearlo ancora che è un fatto gravissimo –
perché in realtà come e in che termini siano usciti questi due verbali di audizione e
questa relazione ispettiva indirizzata – cioè sottoscritta direttamente dal Procuratore
TUFANO – indirizzata al dottor MILLER, cioè al capo dell’ispettorato, è una cosa che,
mi permetto di dire, inquietante. Perché i due verbali di audizione sono stati assunti –
tra l’altro segretati ritengo, perché erano due verbali riservati il mio e quello del
Procuratore GALANTE – e mandati direttamente all’ispettorato. Allo stesso modo la
relazione del dottore TUFANO era indirizzata direttamente al Capo dell’Ispettorato.
Come i due giornalisti locali, Rivelli ed Amendolara, si siano impossessati di questi due
atti riservati, francamente io ho chiesto all’autorità giudiziaria di Catanzaro di
accertarlo e non ho dubbi che lo stia facendo.
Dunque questi sono gli atti. Li elenco velocemente. Allora sono:
- Articoli di giornale riguardanti la rivelazione delle audizioni, le mie audizioni e quelle
del Procuratore e la relazione ispettiva, più una copia della mia querela, che è una
querela che tra l’altro io ho trasmesso anche al Ministero della Giustizia, al Consiglio
Superiore della Magistratura;
- Articoli di giornale della Stampa e della Repubblica del 20 marzo 2007 nei quali si fa
riferimento a queste “strutture parallele”, espressione che avrebbe usato il Procuratore
Generale;
- Vicenda riguardante la password.
A questo proposito io ho portato e vorrei allegare, sia gli articoli di giornale del luglio del
2007, quelli cioè in cui si faceva riferimento e si dava atto dell’esistenza di questa
fantomatica e – mi permetto di dire io – ridicola password, sia la pagina della Stampa (qua
non è venuta la data, ma è il 18, poi lo possiamo scrivere, perché questa è la Stampa del 18
marzo 2007), in cui c’è scritto testualmente: <<Ma TUFANO si è già mostrato nemico
implacabile di WOODCOCK. Fu lui a segnalare al Prefetto, che girò la questione al
ministro AMATO, che indignato informò il Parlamento che la fuga di notizie in merito
all’inchiesta su Vittorio Emanuele era dovuta al fatto che i cronisti accedevano dall’esterno,
tramite password, ai computer della Procura>>.
Ripeto, leggo il giornale, io non so se né il Procuratore Generale, né il Prefetto, né il
Ministro AMATO, né chi per loro, si siano mai sognati di dire una cosa di questo genere, se
abbiano parlato di password, di drive-pen. Quello che è sicuro è che ha offeso e offende
gravemente la mia dignità di magistrato, perché dal mio ufficio non è mai uscita né una
carta, né una notizia.
Dopodiché abbiamo:
- Il verbale di udienza, ricordavo bene, del 27 novembre 2006 a cui sono allegati, formando
parte integrante dello stesso: 1) verbale di assunzione sommarie informazioni innanzi al
dottor DE MAGISTRIS di Mariangela MAGARIELLO il 19 maggio 2003; 2) sommarie
informazioni MAGARIELLO Mariangela davanti al dottore WOODCOCK 16.3.2004;
3) Mariangela MAGARIELLO 16.11.2004 dottore WOODCOCK; 4) interrogatorio di
VIGNOLA Domenico del 5.3.2004 sempre avanti al dottore WOODCOCK.
61
- ………………………………………..OMISSIS…………………………..
Poi ci sono alcune intercettazioni – direte voi se è opportuno che io le produca o meno – ci
sono alcune di quelle intercettazioni che io ho qualificato come millantatorie, cioè alcune di
quelle intercettazioni del procedimento 1097/03… no, questo non è il 1097/03, questo è il
procedimento originario, quello a carico di Raiola Pesarini + altri, in cui si fa riferimento –
lo dico ancora – in forma millantatoria, al Procuratore Generale. Tengo a precisare che
queste fanno parte del fascicolo del Pubblico Ministero e cioè che non sono state prodotte o
meglio, delle stesse non è stata chiesta la trascrizione nel dibattimento, fanno parte del
Pubblico Ministero, sono state depositate, quindi estensibili. Un’ultima cosa volevo dire – e
concludo – per i rapporti tra la Procura Generale e la Procura della Repubblica ed in
particolare tra me e la Procura Generale. Un’ultima considerazione la devo fare per
correttezza. C’è un ultimo ulteriore episodio che riguarda nel complesso questa vicenda, che
francamente a me ha lasciato un po’ perplesso. Ma poi ripeto – io adesso non voglio
allungare e rubare troppo del vostro tempo – è chiaro che queste sono vicende che devono
essere approfondite sentendo l’avvocato CIMADOMO e il padre dell’avvocato
CIMADORO che anche lui fu scosso da questa vicenda, così come la vicenda che sto
rappresentando deve essere ovviamente approfondita sentendo il collega Luigi SPINA. Il
collega Luigi SPINA questa estate… Cioè il collega Luigi SPINA è membro del Tribunale
del Riesame di Potenza, collega bravo, esperto e serio, il quale mi disse – credo questa estate,
subito prima o subito dopo le vacanze, sicuramente dopo lo svolgimento del Tribunale del
Riesame di Vittorio Emanuele – mi disse: “Sai Henry… (noi siamo dello stesso concorso,
abbiamo ottimi rapporti) – dopo il riesame e contestualmente, mentre la Procura Generale
era stata delegata dall’ispettorato e dal CSM a svolgere una ispezione nei miei confronti per
il procedimento di Vittorio Emanuele – …mi è accaduto che il Procuratore TUFANO mi ha
chiamato sul cellulare due o tre volte, mi ha chiamato nel suo ufficio. Io poi ci sono andato –
mi dice Luigi SPINA – anche io con TUFANO ho ottimi rapporti, mi ha chiamato nel suo
ufficio, c’erano lui e il dottor ROCA e in buona sostanza avevano già l’ordinanza del
riesame…”, l’ordinanza cioè con la quale il Riesame aveva confermato gli indizi per Vittorio
Emanuele per l’associazione a delinquere e soprattutto aveva affermato il principio della
competenza territoriale a Potenza per l’associazione a delinquere – “…e sai, con questa
ordinanza alla mano mi dissero: ma spiegaci un po’ i passaggi…”, no spiegaci, forse spiegaci
non è il termine esatto, perché non è il tipo di termine che probabilmente è stato usato.
Insomma chiamarono nell’ufficio di TUFANO, Luigi SPINA, membro del Collegio del
Riesame, per chiedergli, definiamole spiegazioni, per chiedergli di esemplificare, di
rappresentare alcuni passaggi dell’ordinanza stessa. Ora, il motivo per il quale due
magistrati dell’esperienza e del livello culturale… – e lo dico sinceramente, sia il
Procuratore TUFANO, sia il collega ROCA sono (e l’ho constatato io ascoltandoli e
leggendone negli atti) sono due ottimi giuristi – …perché il collega TUFANO e il collega
ROCA abbiano ritenuto addirittura di convocare nel loro ufficio un membro del Tribunale
del Riesame, diciamo, per confrontarsi con lui sui passaggi dell’ordinanza estesa dal giudice
SPINA riguardante Vittorio Emanuele di Savoia, francamente io questo non me lo riesco a
spiegare! Credo che TUFANO abbia detto: “Devo rispondere all’ispettorato, dimmi qualcosa
così io faccio più presto”. Però, siccome non è un’ordinanza di seicento pagine, ma di dieci,
venti, trenta pagine, io penso che se la sarebbero potuta leggere anche loro e penso pure che
chiamare e convocare nel loro ufficio il giudice del Tribunale del Riesame francamente è una
cosa che a me lascia un po’ perplesso!”.
Riferiva ancora il dr. Woodcock:
“……OMISSIS.

62
ADR: Con riferimento alla questione riguardante l’utilizzo della polizia municipale di
Potenza come polizia giudiziaria da me delegata per le indagini – argomento questo da me
già accennato nel precedente verbale di sommarie informazioni reso innanzi al dott. Luigi de
Magistris – posso solo aggiungere e ribadire ancora una volta che la suddetta forza di polizia
(delegata in particolare per l’espletamento delle indagini nell’ambito dei procedimenti
153/03 mod.21, 648/05 mod.21, 2298/05 mod.21, di cui si sono diffusamente occupati sia gli
organi di stampa che altri organi istituzionali) risulta da me regolarmente e formalmente
delegata ex art.109 cost., 55, 2° comma c.p.p. e 267, 4° comma c.p.p. (norma quest’ultima
specificamente riferita alle operazioni tecniche di intercettazione); a tal riguardo non posso
che far integrale riferimento alle note ed al carteggio intrattenuto sul punto tra il Sindaco di
Potenza, il Procuratore della Repubblica ed il sottoscritto (e alla copiosa documentazione in
particolare allegata alle note che ho redatto sul punto, trasmettendole al Procuratore della
Repubblica che ha a su/a volta risposto al Sindaco di Potenza. Sul punto desidero solo
aggiungere e ribadire di aver parlato e di aver interloquito con i due comandati succedutisi
nel tempo della Polizia Municipale di Potenza; in particolare ho parlato sia personalmente
sia alla presenza del Procuratore della Repubblica con il Dott. Franco Solimeno; ancora
l’originaria attività investigativa del procedimento 153/03 è scaturita proprio da una
informativa sottoscritta dal comandante Salvatore Monserrati, il quale peraltro poche
settimane fa ha partecipato personalmente ad una riunione investigativa avvenuta in
Procura con tutte le altre forze di polizia coodelegate (Squadra Mobile di Potenza, Polizia
Stradale di Potenza e le Sezioni di P.G. dei Carabinieri e della Polizia ala sede). Preciso
ancora che la Polizia Municipale di Potenza è stata, unitamente alle altre forze di polizia
coodelegate, destinataria (oltre che di decine e decine di deleghe, in particolare contenute nel
corpo dei numerosi decreti esecutivi delle operazioni di intercettazione, tutti regolarmente
versati agli atti) degli ordini di esecuzione delle numerose ordinanze di custodia cautelare
eseguite nell’ambito dei suddetti procedimenti, compresa quella eseguita nei confronti di
Savoia Vittorio Emanuele – esecuzioni che hanno, peraltro, avuto ampia risonanza
mediatica. (A tal riguardo produco nr.4 ordini di esecuzione di OCC del GIP di Potenza,
regolarmente ritirate dalla Polizia Municipale). A tal proposito aggiungo che la d.ssa Maria
Carmela Senatore (Vice Comandante del Corpo di Polizia Municipale di Potenza) e l’agente
Michele De Felice, mi hanno riferito che sugli ordini di servizio del Corpo della Polizia
Municipale, regolarmente sottoscritti dal comandante della Polizia Municipale, il loro
servizio risulta regolarmente annotato, e in particolare la d.ssa Maria Carmela Senatore
risulta destinata ad “accertamenti di P.G.” e l’agente De Felice risulta “a disposizione del
Magg. Senatore”, e ciò a comprova della piena ed assoluta legittimità del servizio dai
medesimi svolto, nonché della altrettanto piena consapevolezza del servizio in questione da
parte del comandante. In proposito desidero ancora aggiungere che, sempre per quanto
riferitomi dal suddetto personale, negli archivi del Corpo di Polizia Municipale risultano
custoditi e conservati anche atti inerenti ai suddetti procedimenti, e ciò ad assoluta ed
ulteriore comprova del pieno coinvolgimento del Corpo di Polizia Municipale nell’inchiesta
in esame. Aggiungo ancora che la d.ssa Senatore mi ha riferito di alcuni colloqui avvenuti
nel tempo sia con il comandante Monserrati sia con il comandate Solimeno, colloqui nel
merito dei quali io non ho ritenuto neppure di entrare nello specifico, sui quali
evidentemente la d.ssa Senatore e l’agente de Felice potranno riferire più diffusamente.
Sempre sul punto mi riservo di trasmettere alla Procura della Repubblica di Catanzaro le
copie di alcuni articoli di giornale aventi ad oggetto la suddetta questione, emblematici, a
mio avviso, del contesto e della situazione generale. A tal riguardo codesta A.G. e la polizia
giudiziaria delegata potrà acquisire agli atti di questo Ufficio le informative redatte con la
collaborazione della Polizia Municipale dalle quali, tra l’altro, è scaturita anche la

63
trasmissione di atti alla Procura della Repubblica di Catanzaro ex art.11 c.p.p., in
particolare, se non ricordo male, nel settembre 2005 e nel novembre 2006.
ADR: confermo che le notizie apparse sulla stampa corrispondono a verità e che
effettivamente qualche giorno fa, la sezione disciplinare del CSM, disattendendo alla
richiesta di proscioglimento avanzata dalla Procura Generale della Cassazione ha disposto
nei mie confronti il dibattimento disciplinare in relazione ad una vicenda scaturita da un
esposto presentato alla Procura Generale di Potenza sottoscritto dall’avv. Piervito Bardi,
nella sua qualità di presidente della Camera Penale; l’intera documentazione risulta
custodita (oltre che ovviamente negli uffici della Procura Generale della Cassazione ovvero
della sezione disciplina del CSM, uffici presso i quali risulta versata anche la
documentazione prodotta da me e dalla mia difesa) negli uffici della Procura Generale presso
la Corte di Appello di Potenza, ufficio presso il quale io stesso ho provveduto ad estrarre
documentazione. A tal riguardo preciso che il P.G. dott. TUFANO, a seguito della
presentazione del suddetto esposto provvide, nell’esercizio del suo potere di sorveglianza di
cui all’art.16 R.D.L.vo nr.511 del 1946, ad escutere Piervito Bardi, Luigi Pisati e Sergio La
Penna, i primi due non direttamente coinvolti nella vicenda oggetto dell’esposto; ricordo che
il Procuratore della Repubblica, evidentemente su richiesta del P.G., mi chiese una memoria
sul punto e che lo stesso Procuratore della Repubblica provvide poi ad inoltrare la mia
memoria con un suo scritto al P.G.. Sul punto preciso che ho provveduto a redigere sulla
questione una memoria difensiva che ho prodotto al Sig. Procuratore Generale presso la
Corte di Cassazione in sede di interrogatorio.
A tal riguardo desidero produrre in questa sede sia la richiesta di archiviazione formulata
dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro in relazione alla nota vicenda della
“password” e più in generale in relazione alla vicenda della esecuzione dell’OCC nei
confronti di Vittorio Emanuele di Savoia + altri; produco inoltre copia di una nota a mia
firma redatta in data 26.09.2006, già trasmessa al Procuratore di Catanzaro, al CSM e
all’Ispettorato Generale del Ministero……..OMISSIS”.
Riferiva il dr. Vincenzo MONTEMURRO:
“MONTEMURRO Vincenzo – Arriviamo anche a quello. Anche a momenti antecedenti
alla nomina del dottor CANNIZZARO alla carica di Direttore Generale del San Carlo. Nel
senso che il dottor CANNIZZARO, prima di assumere questa carica, era… ora io non
conosco le formule interne societarie del centro di fisioterapia CAMILLO-GENOVESE
s.r.l., non lo so, però certo è che in assoluto, pubblicamente, senza poter essere in alcun modo
smentito, questo centro di fisioterapia, che è un centro tra l’altro non solo all’avanguardia
ma assolutamente molto ben organizzato, era organizzato e diretto dal dottor Michele
CANNIZZARO. Atteso che il centro di fisioterapia è convenzionato con la regione
Basilicata, e non sono moltissimi i centri di quel tipo convenzionati con la regione
Basilicata, una situazione di presunta incompatibilità alla trattazione di determinati
procedimenti, a mio modo di vedere, forse era sicuramente antecedente persino alla più
eclatante situazione ascrivibile alla Direzione Generale dell’Ospedale San Carlo. Questo
anche per gli inevitabili sviluppi e per l’inevitabile percezione che la società civile potesse
avere di alcune vicende giudiziarie. Ho già rappresentato all’Ispettorato che sono stato
personalmente involontario protagonista della seguente situazione. Unitamente al collega
SETOLA, nell’ambito di un procedimento che nasceva da una serie di indagini avviate dal
collega e rispetto al quale poi abbiamo assunto la codelega, abbiamo richiesto ed ottenuto il
sequestro preventivo di un parallelo centro di fisioterapia: il centro di fisioterapia SILLETTI.
Il giorno dopo l’esecuzione del sequestro preventivo e la relativa pubblicità, l’affidamento del
centro all’Assessore alla Sanità pro-tempore ed altro, ho ricevuto nel mio Ufficio una lettera
anonima nella quale venivo di fatto additato quale braccio armato della dottoressa

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GENOVESE. Nel senso che il centro SILLETTI era oggettivamente uno dei pochi centri
della città di Potenza e della provincia di Potenza che fosse in grado di, in qualche modo,
contrapporsi tanto come servizi quanto come prestazioni al centro CAMILLO–
GENOVESE. Fatto sta che evidentemente questo tipo di attività che unitamente al collega
SETOLA, avevamo posto in essere, è stata così interpretata. Io mi sono permesso di
evidenziare all’ispettorato appunto che questo tipo di contenuto di lettera anonima, a mio
modo di vedere, era esattamente rappresentativa della inopportunità che una famiglia che
gestisce questo tipo di attività pubbliche poi rivesta, in uno dei suoi massimi componenti,
anche il ruolo di addetto ad un Ufficio Requirente. Così come avevo evidenziato
all’Ispettorato Generale, nell’ottica di un più ampio discorso che a loro facevo e
che faccio anche a lei inerenti i rapporti tra la dottoressa GENOVESE e il
Procuratore TUFANO, facendole innanzitutto una premessa. A me i rapporti tra la
dottoressa GENOVESE e il Procuratore Generale TUFANO non mi interessano, mi
interessano solo nella parte in cui rispetto a fatti pubblici il presunto insuccesso
del dottor MONTEMURRO viene evidenziato, viene sovraesposto e cominciano
dall’indomani dell’essersi verificato una serie di richieste di chiarimenti od altro.
Situazioni di questo tipo ascrivibili alla dottoressa GENOVESE è una richiesta che
spesso, in particolare nei momenti successivi all’esecuzione della misura custodiale
del procedimento cosiddetto “Iena 2”, noi per circa due mesi, unitamente al collega
Woodcock, il nostro lavoro è consistito nello scrivere al Procuratore Generale
deduzioni e determinazioni, stranamente però non ci arriva mai una deduzione,
una determinazione, che riguarda MARTURANO Renato o altri imputati per 416
bis pure arrestati in quell’indagine, ma inerisce sempre il settore imprenditoriale e
politico. Ci siamo visti arrivare…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – In particolare quali?
MONTEMURRO Vincenzo – Beh, un po’ tutta l’imprenditoria potentina, in particolare
l’allora governatore BUBBICO, in particolare l’allora Sindaco SANTARSIERO, in
particolare i vari appartenenti al Parlamento, all’Onorevole BLASI ed altri. Tenga presente
che già all’indomani (l’esecuzione di questa misura cautelare era nella notte tra il 23 e il 24
novembre 2004) il Procuratore Generale – e lì forse abbiamo anche sbagliato a non opporci a
questo tipo di valutazione così penetrante – il Procuratore Generale ci chiedeva notizia su
quante informazioni di garanzia avessimo notificato, sui nominativi delle persone a cui
avessimo notificato le informazioni di garanzia, sui tempi dell’esecuzione delle…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Questo per iscritto l’ha chiesto?
MONTEMURRO Vincenzo – Per iscritto, è uno dei documenti che poi le consegnerò. Sui
tempi dell’esecuzione delle informazioni di garanzia e ci chiedeva altresì il perché –
una frase più o meno testuale – il perché le informazioni di garanzia fossero state
eseguite contestualmente all’esecuzione della ordinanza di custodia cautelare in
carcere, ancora così si esprimeva il Procuratore Generale, così ingenerando nella
collettività lucana, l’equivalenza che i soggetti solo colpiti da informazione di
garanzia dovessero in qualche modo rispondere degli stessi reati dei soggetti
attinti da misura custodiale in carcere. Chiaramente le informazioni di garanzia
riguardavano solo ed esclusivamente i politici. Ritengo che le motivazioni che ci
avevano indotti a quella forma che ritenevamo di garanzia e di cautela
processuale, fossero esattamente le opposte di quelle che ci venivano contestate,
atteso che successivamente per l’unico che non è stato raggiunto da informazione
di garanzia e che era un altro consigliere regionale la cui posizione era
assolutamente sfumata, allorquando - con la pubblicità dell’ordinanza e delle
intercettazioni - allorquando ha appreso in qualche modo di rivestire un ruolo in

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questa indagine, attraverso la stampa, lo stesso Procuratore Generale ci ha
contestato del perché questa persona avesse saputo del suo ruolo dalla stampa.
Quando invece andavamo a spiegare che forse l’informazione di garanzia aveva proprio
quella funzione di garanzia di evitare che poiché i nomi dei politici erano stati riportati
nell’ordinanza di custodia cautelare dopo mezzora che chiunque avesse letto quell’ordinanza
avrebbe scoperto dall’ordinanza della presenza dei politici, questa giustificazione nei nostri
confronti non è stata sufficiente. È tra l’altro pendente nei mie confronti procedimento
disciplinare per una presunta ritardata iscrizione del collaboratore di giustizia CAPPIELLO
Gennaro nel registro degli indagati. Ho rappresentato al Ministero che il Procuratore
Generale, in atti ufficiali che ho prodotto al Ministero e che produco alla Signoria
Vostra, fa propria la tesi della dottoressa GENOVESE, accettandola in maniera
assolutamente acritica e basandosi sempre sul contenuto di questi benedetti
verbali del procedimento monocratico innanzi al Tribunale di Catanzaro, verbali
che conoscono – per quello che è stata la relazione che io ho fatto al Procuratore –
che sono basati sua una ricostruzione (i documenti saranno posti alla sua
attenzione) una ricostruzione dei fatti assolutamente falsa e destituita di
fondamento. Le faccio un esempio perché lei già conosce questa situazione. Innanzi al
Tribunale Monocratico di Catanzaro LA VECCHIA e ROTONDI per consolidare il ruolo di
complotto in danno della dottoressa GENOVESE e dottor CANNIZZARO, ordito da
appartenenti alla Procura della Repubblica di Potenza e da appartenenti alla Squadra
Mobile di Potenza, inserisce, in maniera maliziosa e falsa, addirittura la famosa questione
del memoriale Riviezzi. Tant’è che presso lo stesso Ispettorato, nel dare atto della storia di
quel memoriale, ho espressamente riportato una parte della sua richiesta di archiviazione in
cui inserisce questo fatto in una ben più ampia vicenda e soprattutto una delle affermazioni
che lei ha utilizzato per affermare che forse inopportunamente si attribuiva la qualifica di
bravo, bello e buono ad alcuno ed altrettanto inopportunamente di non bello, non bravo e
non buono ad altri. Così come nell’ottica delle – chiedo scusa adesso ritorno alla mancata
iscrizione del CAPPIELLO – in tale ottica avevo evidenziato all’Ispettorato, nel
tentativo di difendermi da quelli che poi sono gli attacchi quotidiani del
Procuratore Generale, un articolo di stampa apparso sul “Corriere della Sera” che
in relazione ad una vicenda inerente un’indagine della dottoressa GENOVESE nei
confronti del Sindaco di Scanzano Ionico, ipotetizzava – articolo del “Corriere
della Sera” – ipotizzava una presunta omessa iscrizione da parte della stessa
dottoressa GENOVESE. Presunta omessa iscrizione che avrebbe dovuto riguardare
sicuramente un cancelliere della Corte d’Appello di Potenza, presunta mancata
iscrizione che avrebbe dovuto riguardare anche alcuni appartenenti al Foro
materano, alcuni avvocati appartenenti al Foro materano. Tra l’altro dico questo
perché su questa vicenda sono stato più volte, almeno in un paio di occasioni,
presente in Ufficio unitamente alla dottoressa GENOVESE e al dottore GALANTE,
su questa vicenda il dottor GALANTE ha più volte invitato la dottoressa
GENOVESE, anche con una certa urgenza, a provvedere all’aggiornamento di
queste iscrizioni. Essendo pubblicamente notorio – poi arriveremo anche agli
aspetti televisivi – che il dottor CANNIZZARO partecipa in prima fila,
probabilmente nella veste istituzionale di Direttore Generale del San Carlo, a
convegni politici dell’asse di sinistra della politica regionale ed essendo altresì
abbastanza notorio che il recente incarico della dottoressa GENOVESE è fatto
assolutamente ascrivibile a quota AN – essendo questo a me noto anche per altre
circostanze – avevo evidenziato all’Ispettorato Generale del Ministero della
Giustizia se chi (quindi la dottoressa GENOVESE e il dottor TUFANO) accusano

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me di illeciti disciplinari di reato, forse non dovessero verificare – e quindi in
questo caso pongo lo stesso interrogativo a lei – chi fossero i soggetti a cui si
riferisce il Corriere della Sera nel pubblicamente denunciare la mancata iscrizione,
rispetto poi a chi sono i soggetti che hanno consentito la nomina della dottoressa
GENOVESE a componente non esterno ma interno della Commissione
Parlamentare Antimafia, il che restringe di molto, per quanto è notorio, il campo
rispetto alla stessa presenza del Senatore BUCCICO in quel consesso.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Le volevo fare due domande. Quando cominciano gli
attacchi – come li vogliamo chiamare – una certa attenzione nei suoi confronti, da parte del
Procuratore Generale? In occasione di “Iena 2”?
MONTEMURRO Vincenzo – Assolutamente a partire da “Iena 2”. A partire da lì si
scatenano, cioè da lì è quotidiano, anche se, devo dire che avevano avuto dei momenti, ma
abbastanza isolati, già di estrinsecazione in relazione ad un piccolo incidente diplomatico che
aveva riguardato una richiesta di intercettazioni per la cattura di un latitante.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma lei si è fatto una ragione del perché, in occasione di
“Iena 2”, nei suoi confronti e nei confronti del dottor WOODCOCK, vi sia stata questa
iniziativa che, se ho capito bene, è stata massiccia tanto da “costringervi” per due mesi a
scrivere, rispondere alla Procura Generale? Cioè, si è fatto un’idea? Ci ha ragionato?
MONTEMURRO Vincenzo – Un’idea, devo dire che io personalmente… Allora,
chiaramente l’idea della attenzione che il Procuratore Generale rivolgeva a
determinate istanze, era abbastanza comprensibile sulla base di quello che io ho
detto. Cioè, poiché noi abbiamo arrestato 51 persone e abbiamo inviato 15…, ecco,
avrei anche compreso e poiché il Tribunale del Riesame, rispetto al quale lui si
appoggia, aveva ritenuto di scarcerare 40 persone, avrei potuto comprendere del
perché il Procuratore Generale richiedesse notizie su tutti e 40 i soggetti. Fatto sta
che il Procuratore Generale richiedeva notizie solo su determinati soggetti…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Questo lo ha spiegato bene.
MONTEMURRO Vincenzo – …e solo su determinate difese – adesso arriviamo
all’altro aspetto – solo sugli assistiti di determinati avvocati del Foro di Potenza.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Cioè?
MONTEMURRO Vincenzo – E cioè facenti capo, in maniera diretta e/o indiretta
attraverso Sostituti, all’avvocato Donato PACE. Questa situazione, del resto…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Le risultano rapporti tra il dottor TUFANO e
l’avvocato PACE?
MONTEMURRO Vincenzo – Allora, questa situazione, tra l’altro, mi vede personalmente
protagonista di una vicenda assai significativa. Nel senso che tra l’altro – come a lei ben
noto – nei vari procedimenti penali pendenti presso il suo ufficio, sono assistito di fiducia
dall’avvocato Donatello CIMADOMO che, tra l’altro, è anche mio amico personale di
vecchia data e rispetto al quale sono stato anche suo testimone di nozze. L’avvocato
Donatello CIMADOMO in più di una occasione mi ha riferito…, la vicenda è descritta in
ogni suo particolare nel memoriale all’Ispettorato…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Che lei mi lascia.
MONTEMURRO Vincenzo - …che io le lascerò, al quale mi riporto anche per il dettaglio.
Sostanzialmente la vicenda è che l’avvocato CIMADOMO era stato già nominato, se pur
informalmente, però, attenzione, perché anche su questo avrei da dire la mia. Perché, per
esempio, uno dei momenti di maggior attacco della Procura Generale alla attività di “Iena
2”, aveva riguardato l’arresto del Presidente della Camera Penale, avvocato BARDI Pier
Vito. La Procura Generale era l’ufficio che, unitamente alla Camera Penale e unitamente
agli avvocati, asseriva il concetto che non fosse necessaria la formalità della nomina scritta

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per assumere il ruolo di difensore di un indagato. E in questo caso, per quello che le vado a
dire, mi va benissimo, però se deve valere per l’avvocato BARDI deve valere anche per
l’avvocato CIMADOMO. Quindi, benché l’avvocato CIMADOMO fosse stato solo
telefonicamente investito della nomina da parte del Tenente Colonnello, dell’allora Tenente
Colonnello…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – GENTILI.
MONTEMURRO Vincenzo – …GENTILI, nel momento in cui si riunisce con il
dottor TUFANO e con il dottor ROCA, all’uscita da questo incontro, il dottor
ROCA e il Tenente Colonnello GENTILI invitano l’avvocato CIMADOMO, del
quale elogiano le capacità tecniche, a farsi una ragione della mancata
formalizzazione della nomina, atteso che – riferisce a me l’avvocato CIMADOMO
– atteso che il Procuratore Generale aveva consigliato al GENTILI di nominare ben
altro difensore, ancora una volta da identificarsi nell’avvocato Donato PACE,
perché in quel momento era l’unica persona in grado di fare la guerra alla Procura e
in particolare al dottor WOODCOCK. Tenga presente che successivamente al
deposito, nei momenti precedenti al deposito del verbale presso l’Ispettorato –
quindi nel momento in cui stilavo il verbale ed acquisivo anche documentazione –
ho rivolto una istanza scritta al collega WOODCOCK affinché potessi prendere
visione di alcuni verbali pubblici di una udienza dibattimentale presso il Tribunale
di Potenza in cui si è verificato che proprio nel procedimento del GENTILI, la
dottoressa MAGARIELLO, all’epoca Sostituto Procuratore presso il Tribunale di
Potenza, era stata sottoposta – nell’ambito di una, a questo punto io devo dire,
“apparente” verifica ex poteri disciplinari o di sorveglianza da parte del
Procuratore Generale – ad un vero e proprio interrogatorio circa il contenuto di
alcune intercettazioni che riguardavano proprio il Tenente Colonnello GENTILI,
Tenente Colonnello GENTILI più volte prorogato alla giuda della Sezione
Carabinieri della Procura della Repubblica. Del resto, che ci fossero dei momenti di
accesa conflittualità tra il nostro ufficio e la Procura della Repubblica,
soprattutto…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – La Procura Generale.
MONTEMURRO Vincenzo - …e la Procura Generale, soprattutto quando sono
state rese pubbliche alcune intercettazioni telefoniche, ciò è apparso abbastanza
chiaro.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Dottore, vorrei tornare un attimo adesso indietro invece
su…, se mi può dire qualcosa in più sui rapporti TUFANO-GENOVESE. Lei ha fatto il
ragionamento che, mentre nei confronti suoi o anche ritengo del dottor WOODCOCK –
visto che parlavano di “Iena 2” – c’era una richiesta particolarmente pressante di
chiarimenti e di informazioni, mi pare di capire che questo non avveniva sostanzialmente
per i procedimenti o per gli – lei li ha chiamati – “insuccessi procedimentali”…
MONTEMURRO Vincenzo – “Presunti insuccessi”.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Presunti, che poi insuccessi è un temine assolutamente non
proprio.
MONTEMURRO Vincenzo – Uso quel termine dato che, nei nostri confronti, è stato
usato dal Procuratore Generale…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ah ecco, perciò lei lo ha
usato.
MONTEMURRO Vincenzo – Lo uso casualmente. Per indicare una debacle il Procuratore
Generale, in sede di inaugurazione dell’anno giudiziario ha parlato, rispetto a “Iene 2”, di
dilettanti dell’antimafia. Rispetto ad analoghi procedimenti, le faccio un esempio…

68
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Forse perché non c’erano politici ed imprenditori?
MONTEMURRO Vincenzo – Beh, le faccio un esempio concreto. Forse perché non
c’erano politici ed imprenditori di un certo colore politico. Perché, per esempio,
sempre nel procedimento ALTIERI, allorquando il Tribunale della Libertà…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Parliamo dei brogli di Scanzano?
MONTEMURRO Vincenzo – Dei brogli di Scanzano, allorquando il Tribunale
della Libertà afferma la incompetenza territoriale della Procura della Repubblica
di Potenza-Direzione Distrettuale Antimafia, trasferendo buona parte di quel
processo alla Procura della Repubblica di Matera, per quello che mi ha riferito il
dottor GALANTE, nessuno ha richiesto informazioni, come invece avviene
quotidianamente allorché, per esempio, è il dottor WOODCOCK a vedersi
“tacciato” – anche questa è una espressione assolutamente impropria ma utilizzata con il
dovuto rispetto, ma con il dovuto senso di retorica – viene tacciato dal Tribunale del
Riesame di incompetenza territoriale rispetto ad alcuni suoi procedimenti. E poi –
questo lo affermo, è la mia convinzione – qui stiamo parlando anche di reati, atteso
che io ritengo che siano configurabili estremi di reati nelle telefonate che
l’avvocatessa Maria DELFINO del Foro di Matera ha ricevuto numerose, pressanti
e reiterate da parte di appartenenti alla Procura Generale presso la Corte di
Appello di Potenza – e mi riferisco a magistrati, non a personale amministrativo,
non ne conosco le generalità perché non me le ha riferite, comunque uno o entrambi
i Sostituti Procuratori Generali – affinché si presentasse spontaneamente, quindi
non a seguito di un eventuale rituale invito, affinché si presentasse
spontaneamente a denunciare il sottoscritto per averla illecitamente sottoposta ad
intercettazione telefonica nel mentre svolgeva il proprio mandato defensionale.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Dove ci sarebbero queste intercettazioni? In quale fascicolo?
MONTEMURRO Vincenzo – Allora, questo è il fascicolo – che poi è quello che le
riferivo anche prima come motivo dei possibili contrasti con la Procura Generale –
questo è il fascicolo che riguarda appunto la latitanza di SCARCIA Antonio.
Durante la latitanza di SCARCIA Antonio, SCARCIA Antonio – e non il suo
avvocato – venne effettivamente sottoposto ad intercettazione telefonica,
nell’ambito della quale SCARCIA Antonio parla anche con il suo legale. Ma l’unico
telefono sottoposto ad intercettazione era quello del latitante SCARCIA Antonio.
Questa notizia è pervenuta ad uno o ad entrambi i Sostituti della Procura
Generale, i quali hanno iniziato a chiamare telefonicamente l’avvocatessa
DELFINO. Quando il fatto mi è stato riferito io ho detto alla avvocatessa
DELFINO: “Ma, scusami, il vero problema lì non è che… – insomma poveretta mi
chiedeva anche spiegazioni – …il vero problema non è se sia vero o no che tu sei
stata sottoposta ad intercettazioni, perché tutti sappiamo che non è vero, il vero
problema è del perché uno o due Sostituti Procuratori Generali, se hanno qualcosa
da chiederti, non ti convocano nelle forme di legge”. Cioè perché insistevano
affinché si presentasse spontaneamente.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Il numero del procedimento lei lo sa?
MONTEMURRO Vincenzo – No, in questo momento no.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Va bene, poi lo recuperiamo.
MONTEMURRO Vincenzo – Ma è facilmente recuperabile. Lei ha riferito di questa
situazione all’avvocato Nicola CATALDO, presso il cui studio collabora, tanto da indurre
l’avvocato CATALDO a palarne prima con il dottore GALANTE e poi successivamente con
me, riferendomi esattamente questa frase, dice: “Scusa, ma perché la Procura Generale ce
l’ha con te, tanto da addirittura fare questo tipo di pressioni?”.

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P.M. dott. DE MAGISTRIS – I rapporti sono stretti, comunque, anche sul piano
personale, tra il dottore TUFANO e la dottoressa GENOVESE?
MONTEMURRO Vincenzo – Allora, guardi, io le posso fare un esempio, le faccio un
esempio che probabilmente le rende una idea. Io ritengo che, per le considerazioni anche in
parte critiche che io sono andato a muovere con il documento all’Ispettorato, io ritengo che la
dottoressa GENOVESE – io almeno per un senso di moralità la vedo così – la dottoressa
GENOVESE debba moltissimo al dottor GALANTE da un punto di vista morale. Nel senso
che…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Al dottor GALANTE o al dottor TUFANO?
MONTEMURRO Vincenzo – Al dottor GALANTE. Debba moltissimo perché, voglio
dire, lei era stata estromessa con un provvedimento del dottor Cornetta (opportuno) dalla
Direzione Distrettuale, faceva il Sostituto assolutamente ordinario. Quando arriva il dottor
GALANTE, a seguito chiaramente di provvedimenti di archiviazione ed altro, non solo,
viene riproposta in DDA con un provvedimento che, non il dottor MONTEMURRO, ma
sei Sostituti hanno impugnato davanti al CSM; non il dottor MONTEMURRO, sei
sostituti che hanno addirittura messo in rilievo anche momenti di capacità professionale
evidenziando che, a seguito di uno dei più grossi maxi processi (il cosiddetto processo
“Siris” della Costa ionica), laddove non fu – rispetto alle richieste del PM di udienza che era
la dottoressa GENOVESE – laddove non fu accettata la tesi del 416 bis, non ci fu appello.
L’appello non ci fu – lo dice in maniera larvata, io ve lo confermo – l’appello non ci fu,
perché la dottoressa GENOVESE doveva andare in ferie. Questo a me consta personalmente
perché fui invitato dal dottor GALANTE a redigere, a cinque giorni dalla scadenza,
l’appello, perché la dottoressa GENOVESE era in ferie. Io mi sono rifiutato e ho riproposto
al dottor GALANTE dicendo: “Io non sono in grado, in un processo che è durato tre anni,
un processo di criminalità organizzata, di fare in cinque giorni un appello, te lo piangi tu e
il tuo Sostituto, visto che l’hai mandato in ferie”. Questo è. Allora, questo, la nomina a
Procuratore Vicario, quindi moralmente veramente gli doveva la sua rinascita, era morta e
lui l’ha resuscitata. Nonostante tutto questo, quando cominciano gli screzi
GALANTE-TUFANO, lei parteggia per TUFANO. Ecco la connessione a cui volevo
arrivare.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – E sì, perché poi si incrinano i rapporti con GALANTE.
MONTEMURRO Vincenzo – Certo. Lei parteggia per TUFANO portando a
TUFANO una serie di atti – io gliene posso indicare con certezza almeno due –
lasciando scivolare nelle mani, prima del Questore di Potenza e poi del
Procuratore Generale, i famosi verbali delle udienze di Catanzaro e così
determinando nel Questore provvedimenti di allontanamento di validi ed
indipendenti – come li definisco – ufficiali di Polizia Giudiziaria, gli unici che
avevano osato indagare su di lei e sul marito, lasciandolo poi scivolare anche nelle
mani del Procuratore Generale che ipotizza nei miei confronti anche il reato penale
rispetto alla presunta tardiva iscrizione. Praticamente è un fatto notorio – lo
potete chiedere a tutti i Sostituti dell’ufficio di Procura – nel momento in cui si
incrinano i rapporti tra GALANTE e TUFANO, l’alter ego, anche istituzionale
dell’ufficio, diventa la dottoressa GENOVESE. Quando poi lei…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Il secondo episodio? Lei diceva almeno due episodi. Uno è
questo…?
MONTEMURRO Vincenzo – Uno è questo. L’altro è… Noi siamo ancora nelle fasi
che precedono la richiesta di archiviazione di “Iena 2”, siamo nelle fasi
immediatamente successive – forse o il giorno dopo o al massimo due o tre giorni
dopo – alla pubblicità che il provvedimento del dottor IANNUZZI di imputazione

70
coatta aveva avuto rispetto alle vicende della giunta regionale. Beh, insomma, io
penso che l’intera, almeno la parte della magistratura che questi fatti era in grado
di capire da un punto di vista tecnico giuridico, sia rimasta abbastanza stupita
dalla presenza, ancora una volta, in prima fila, non in un convegno pubblico, ma in
una vera e propria riunione di partito – ossia nella riunione in cui i democratici di
sinistra eleggevano il proprio segretario (non ricordo se provinciale o regionale) –
del dottor BONOMI presente a fianco all’allora Presidente della Regione
BUBBICO. Quindi questo è un po’ il contesto generale. Così come bisognerebbe verificare,
nei vari momenti della storia temporale e processuale del nostro ufficio, come mai la
dottoressa GENOVESE – che alla fine, anche giustamente, rifiutava le applicazioni presso il
Tribunale di Lagonegro in quanto facente parte della DDA, situazione questa che determinò
addirittura una consultazione del CSM che poi si espresse in questi sensi – a me risulta che
qualche procedimento contro la pubblica amministrazione lo abbia trattato in regime di
procedimento ordinario.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Di questa cosa se ne è occupato pure il Consiglio
Giudiziario credo?
MONTEMURRO Vincenzo – Infatti. Per non parlare – qui è detto – della mia vicenda
personale al Consiglio Giudiziario e di quelli che sono…
P.M. dott. DE MAGISTRIS - Senta, dottore, siccome lei, ormai sta da quanto a
Potenza…?
MONTEMURRO Vincenzo – Nove anni.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ha una esperienza molto ampia di processi anche molto
delicati e vedo – da quello che sta dicendo – è anche molto puntuale nella descrizione dei
fatti. Le dico che l’ufficio di Procura sta lavorando per cercare di comprendere se dietro a
fatti che possono apparire isolati o singoli, ci possa stare invece qualcosa che li unisce, cioè
qualcosa che collega una serie di vicende riconducendole a dei personaggi che tirano un po’
le fila di tutto questo discorso. Lei qualcosa l’ha già detta, in modo molto preciso, nel
momento in cui io le ho fatto la domanda dei rapporti tra il Procuratore Generale ed alcuni
avvocati. Lei può aggiungere qualcosa sotto questo profilo? Cioè ritenere che vi siano…
Anche perché stiamo notando che un collante, per esempio, è l’appartenenza a logge
massoniche, che noi abbiamo riscontrato, comunque comitati di affari…
MONTEMURRO Vincenzo – Io lì posso solo…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Concludo la domanda… Quindi che ci possa stare…
Siccome sia lei e altri colleghi avete fatto indagini e fate indagini molto delicate, avete potuto
ragionare su questo aspetto? Cioè se ci possa stare, appunto, una qualche forma di regia, una
qualche forma di collegamento palese o occulto tra alcuni personaggi? Non so se è chiara la
domanda.
MONTEMURRO Vincenzo – E’ assolutamente chiara. E’ chiara ed è intonsa di tutta la
sua drammaticità la sua domanda. Ora, aldilà degli episodi che io ho citato, episodi che
hanno una loro oggettività, quello che può essere la valutazione, è una sola. E’ chiaro che nel
momento in cui alcuni giornali pubblicano alcune iscrizioni massoniche, se non altro – ma
le ripeto, senza voler con questo affermare… – se non altro sorgono dei sospetti, io continuo
a dire, sorgono dei sospetti sull’opportunità che la dottoressa GENOVESE, in particolare,
rivesta quel ruolo all’interno del nostro ufficio. Perché, avendo gestito malamente – come
dicono TUFANO e la GENOVESE – il collaboratore di giustizia CAPPIELLO, nel
momento in cui è stata pubblicata la lista della massoneria e in quei nominativi,
oltre al dottor CANNIZZARO, c’erano anche appartenenti alla famiglia RESTIVO,
beh, chiaramente la mia mente storica di conoscenze degli atti processuali – senza
voler esprimere nessun giudizio perché sono stati atti che non ho trattato io in

71
quanto devoluti alla competenza della Procura della Repubblica di Salerno – però
questo fatto mi è saltato all’occhio per evidenziare che probabilmente questa
situazione doveva esser venuta anche al CAPPIELLO nel momento in cui
affermava che alcune vicende relative alla gestione processuale della vicenda
CLAPS – affermava e sulla base di queste affermazioni veniva trasmesso a Salerno
il relativo procedimento – erano da attribuire ad una sponda giudiziaria che
rappresentava la dottoressa GENOVESE, anche per il mondo della massoneria.
M.llo MUSARDO – Lei prima ha parlato di mancata iscrizione. Il procedimento penale
qual’era? Quello dei brogli di Scanzano?
MONTEMURRO Vincenzo – Sì.
M.llo MUSARDO – La mancata iscrizione di alcuni avvocati. A chi si riferiva? Conosce
qualche nominativo
in particolare che non sarebbe stato iscritto?
MONTEMURRO Vincenzo – Guardi, io personalmente – ho qui l’articolo di stampa a cui
mi riferisco – io personalmente il collegamento non sono in grado di farlo. Ho appreso dalla
lettura di alcuni giornali e solo in questa ottica mi permetto di evidenziare anche il
collegamento con la nomina della commissione parlamentare. Un testimone oculare riferisce
nell’ambito della vicenda brogli elettorali – e lo riferisce poi la Stampa – di un incontro che
si verifica presso la stanza, l’ufficio della dottoressa GENOVESE, tra gli avvocati
LABRIOLA e BUCCICO……….OMISSIS”.
A supporto e precisazione delle dichiarazioni rese, il dr. MONTEMURRO
produceva una relazione, indirizzata all’Ispettorato Generale del Ministero della
Giustizia, con la quale ricostruiva le dichiarazioni rese in sede dibattimentale,
innanzi al Tribunale di Catanzaro, dal brigadiere La Vecchia dei Carabinieri di
Tricarico (PZ) e dal Colonnello Rotondi, all’epoca dei fatti narrati, Comandante
provinciale dei Carabinieri di Potenza. In particolare, il Magistrato ha ripercorso i
passaggi di molte indagini condotte dal suo Ufficio e dalla Squadra Mobile di
Potenza.
Evidenziava il dr. MONTEMURRO:
“…….OMISSIS. Il complotto, quello vero, invece, emerge dalle vicende di questi giorni,
atteso che il Lavecchia Domenico oltre ad aver dichiarato il falso al Tribunale di Catanzaro a
compendio di una incredibile quanto inquietante testimonianza per la quale si era preparato
con premeditazione e con atti acquisiti attraverso chissà quale fonti, risulta particolarmente
impegnato ed interessato a condurre attività “investigative” extraterritoriali.
A questo va aggiunto inoltre che il citato Lavecchia Domenico di recente si è reso
responsabile di reiterate pressioni sul conto di Don Marcello Cozzi ( responsabile del centro
anti-usura e presidente del C.E.S.T.R.I.M), perché rivelasse a lui i contenuti dei colloqui
avuti dallo stesso nel carcere di Paliano con il Cappiello Gennaro e ancora perché rivelasse in
quale contesto inserire le nuove iniziative “giudiziarie” della famiglia Claps presso la
Procura di Salerno……….OMISSIS”.
Il MONTEMURRO attraverso il riferimento a fatti e documenti, richiama
l’attenzione sulle dichiarazioni dei predetti appartenenti all’Arma, che avrebbero
tentato di delegittimare il suo operato e quello degli appartenenti alla Polizia di
Stato in servizio presso la Squadra Mobile di Potenza che, più direttamente, si
erano impegnati nelle indagini relative ai due fatti delittuosi sopra indicati, in cui
era coinvolta la dr.ssa GENOVESE ed il marito. Gli ispettori (poi divenuti vice-
commissari) in questione, Mennuti e Pace, sarebbero stati entrambi trasferiti ad
altro ufficio dopo che la stessa dr.ssa GENOVESE aveva fatto “pervenire” i verbali

72
di udienza in questione nelle mani del Questore di Potenza. In particolare lo stesso
scrive:
“……OMISSIS. Si tratta di fatti (quelli raccontati dai testi) risultati totalmente infondati,
falsi e calunniosi nonchè risalenti nel tempo (addirittura nel 1997) il cui riutilizzo
(amplificato dalla sede e udienza nella quale sono stati raccontati) appare chiaramente
strumentale, fuorviante e senz’altro finalizzato a produrre effetti devastanti sulla struttura
della Squadra Mobile di Potenza e addirittura sulla dignità e sulla professionalità degli
esponenti chiamati in causa.
Non vi è chi non veda, infatti, anche alla luce delle circostanze in cui questi fatti sono stati
portati a conoscenza del Sig. Questore di Potenza e del Procuratore Generale, come
l’interesse perseguito da chi ha consegnato i documenti testimoniali in questione (rectius la
dott. GENOVESE ) non sia quello di perseguire realmente ufficiali di PG responsabili di
gravi abusi o peggio di delitti ma piuttosto quello di delegittimarli, infangarli per allontanarli
dalle loro funzioni, dalle loro conoscenze e soprattutto dalle loro attività professionali, svolte
sempre al servizio dello Stato democratico, dei suoi cittadini e nell’interesse esclusivo della
Repubblica e non del potente di turno….OMISSIS”.
Nell’ultima parte della sua relazione il dr. MONTEMURRO illustra il
comportamento del dr. TUFANO sempre pronto a fare continui rilievi nei confronti
suoi e del dr. Woodcock e completamente omissivo nei confronti della dr.ssa
GENOVESE:
“In relazione, ancora, a quello che nel verbale di audizione da me definita come “percezione”
di una attenzione negativa nei confronti della mia persona da parte del Dott. TUFANO, sono
in grado di specificare che, a fare data dal 24.11.2004, data dell’esecuzione delle misura
cautelari nell’ambito del proc. cd. IENA 2, sono stato continuamente tempestato di richieste
di chiarimenti e di richieste di dati al fine di dedurre su esposti allo stesso PG presentati da
avvocati del foro di Potenza, i quali, per instaurata consuetudine, rivolgono allo stesso PG
ogni e qualsivoglia doglianza, anche di carattere procedimentale, che riguarda il mio operato
di Sostituto Procuratore, richiedendo, per esempio, allo stesso di valutare se in determinati
procedimenti io abbia ritualmente operato la qualificazione giuridica dei fatti.
A tal fine, intendo specificare che simili doglianze provengono sempre ed esclusivamente dai
medesimi difensori che, sulla base di quanto vado ad esplicitare, costituiscono un “gruppo
affiatato” con i rappresentanti della Procura Generale (cfr. allegato documento. n. 8 allegato
alla relazione del dott. MONTEMURRO).
Per quanto riferitomi dal Procuratore Galante, invero, tali richieste non hanno minimente
interessato le attività processuali della Dott. GENOVESE anche in ipotesi di presunti
“insuccessi” giudiziari.
In particolare, si appalesa emblematico il contenuto dell’articolo apparso su IL CORRIERE
DELLA SERA del 6.3.2006 dal titolo “si ricandida il Sindaco arrestato per brogli” (cfr.
allegato documento nr. 7 allegato alla relazione del dott. MONTEMURRO), che con
riferimento all’indagine sui brogli elettorali nel Comune di Scanzano sull’arresto del Sindaco
Altieri, evidenziava una serie di omissioni nella iscrizione delle notizie di reato relative ad
avvocati del forod i Matera e a funzionari di cancelleria in servizio presso la Corte di Appello
di Potenza.
Stante l’ostinazione e la pervicacia del Dott. TUFANO, nel perseguire la mia presunta
omissione nell’iscrizione del nome di un collaboratore di giustizia nel registro delle notizie di
reato, mi chiedo come non sia possibile procedere anche nei confronti delle dott.
GENOVESE.
Mi chiedo altresì se eventualmente individuati i beneficiari di tale omessa iscrizione, anche
con riferimento alla relativa appartenenza politica, non sia il caso di verificare le modalità

73
attraverso le quali la dott. GENOVESE ha conseguito la nomina a consulente della
Commissione parlamentare antimafia. Su tale specifico argomento, ancora, ho almeno in due
occasioni partecipato ad incontri in ufficio tra il dott. Galante e la dott.ssa GENOVESE in
cui il primo invitava la seconda a procedere all’aggiornamento dell’iscrizione delle notizie di
reato nel relativo procedimento.
Un’ulteriore considerazione: è singolare che il dott. TUFANO accusi altri (tra i quali il
sottoscritto) di scarsa cultura quando – solo per citare un episodio banale – è stato proprio
costui ad incidere sulla libera determinazione di un cittadino nella scelta del difensore di
fiducia nell’ambito di un procedimento penale per fatti di competenza dell’Autorità
giudiziaria di Potenza. Il sottoscritto intende riferirsi ad un episodio avvenuto qualche tempo
fa e del quale si offrono i seguenti particolari per evidenziare il contesto dei fatti del
sottoscritto ora denunciati e, anche, l’animo e l’intento che hanno mosso e muovono il PG
TUFANO nel riferire in merito al lavoro della Procura della Repubblica presso il Tribunale
Ordinario di Potenza.
L’ accaduto che Pietro Gentili, tenente colonnello dei Carabinieri ora in congedo, raggiunto
da avviso di conclusione delle indagini ex art. 415 bis c.p.p., abbia creduto di telefonare,
mentre si stava recando a Potenza per prendere copia degli atti del fascicolo del P. M.,
all’Avv. Donatello Cimadomo del Foro di Potenza (che è anche il difensore di fiducia del
sottoscritto, nell’ambito di indagini della Procura della Repubblica presso il Tribunale
Ordinario di Catanzaro proprio su denuncia del dott. TUFANO), ottenendo da questi
l’assenso per essere assistito nella difesa tecnica.
Incontratisi nella stanza del dott. Molestino Roca, Sostituto Procuratore Generale di
Potenza, il Gentili ha confermato, alla presenza del citato magistrato, di voler essere assistito
dall’Avv. Cimadomo.
Va sottolineato che le indagini nei confronti di Gentili erano state condotte, nella loro
interezza, dalla dott.ssa Magariello, già Sostituto presso la Procura di Potenza, e che il
fascicolo, contenente indagini già effettuate e giunte al “capoilinea” erano state ereditate dal
dott. Woodcock, che firmava l’avviso ex art. 415 c.p.p.
Il Gentili, pertanto, nell’informare brevemente l’avv. Cimadomo del merito dei fatti, si
allontanava dicendo che, prima di andare presso la segreteria del dott. Woodcock per estrarre
copia delgli atti, intendeva porgere i suoi saluti al dott. TUFANO, lasciando così la stanza
del dott. Roca e dando all’avv. Cimadomo appuntamento di li a poco per procedere
all’adempimento della copia.
Senonchè, quando anche l’avv. Cimadomo è ritornato nella stanza del dott. Roca, trovandovi
anche il Gentili, si vedeva rappresentare dal Sostituto, in evidente imbarazzo, che l’ex
militare, altrettanto imbarazzato, aveva ottenuto il “ consiglio del dott. TUFANO di
rivolgersi ad altro legale, individuato nella persona dell’avv. Donato Pace del Foro di Potenza
(poi effettivamente nominato) “tecnicamente non si discute”, la difesa di Gentili doveva
concretizzarsi in un “attacco“ alla Procura poiché si trattava di “andare contro” il dott.
Woodcock (che, si ripete, non aveva condotto le indagini) “reo” di aver voluto perseguire
ingiustificatamente l’ex militare; la scelta, a detta del dott. Roca, che comunque manifestava
stima nei confronti dell’avv. Cimadomo, si concretizzava – a suo avviso – proprio
nell’opportunità di “tutelare” il citato avvocato, di “tenerlo fuori”, onde evitare di esporlo ad
una “guerra”.
Il dott. TUFANO, in sostanza, aveva individuato nell’avv. Donato Pace la persona adatta a
“combattere”.
Riprendendo l’attestazione di stima del dott. TUFANO, il Gentili ringraziava comunque
l’avv. Cimadomo per la disponibilità e, rappresentando una difficoltà legata all’imbarazzo
della situazione derivante dal procedimento pendente nonché uno stato d’animo non felice,

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chiedeva al predetto avvocato di accompagnarlo, sia pure informalmente, presso la segreteria
del dott. Woodcock.
Occorre, infine, rimarcare, che il Gentili è ora responsabile della sicurezza del villaggio
MARINAGRI di Policoro (MT), in relazione al quale pendono indagini della Procura di
Catanzaro, anche nei confronti del dott. Chieco, Procuratore della Repubblica di Matera, del
quale però il dott. TUFANO – secondo quando riportato da quotidiano IL GIORNALE del
23 marzo 2007 pagina 8 – ha speso parole di elogio.
Se queste le premesse, è davvero difficile, se non intollerabile, che il dott. TUFANO dispensi
lezioni in materia di “cultura giuridica e di rispetto delle regole”.
E su queste premesse occorre ponderare le dichiarazioni del dott. TUFANO – quelle riportate
da IL GIORNALE e quelle trasmesse dai TG – per evidenziare eventuali profili di
responsabilità anche in capo a costui. In definitiva, per usare ancora parole proprio del dott.
TUFANO, una vera e propria “guerra tra magistrati”, guerra però nella quale è valido
combattente proprio il Procuratore Generale di Potenza, il quale – sempre riprendendo le
parole a lui attribuite della giornalista Anna Maria Greco – non si comporta come il dott.
Galante, Procuratore Capo di Potenza (che “non ascolta nessuno […] non riceve neppure gli
avvocati)”, ma ascolta bene e si prodiga affinché altri, come il Gentili, vadano da avvocati da
lui indicati.
Appartengono alle stesse modalità di operato le pressanti e reiterate telefonate che l’avv.
Maria Delfino del foro di Matera ha ricevuto da magistrati in servizio presso la Procura
Generale di Potenza affinché si presentasse spontaneamente per denunciare di essere stata
illegittimamente sottoposta ad intercettazione nel proc. n. ___ così come inerente la ricerca
del latitante SCARCIA Antonio.
Tale episodio, che ha costituito oggetto di più inviti, sempre seguiti dalla ricerca di una
presentazione spontanea in luogo di una formale convocazione (che evidentemente non
poteva avere luogo in assenza di elementi giustificativi) è stato personalmente riferito a me
dall’avv. Delfino ed ancora al Procuratore Galante dall’avv. Nicola Cataldo del foro di
Matera presso il cui studio legale l’avv. Delfino collabora.
Non può nemmeno sottacersi la seguente circostanza:
i rilievi di “mala gestio” delle funzioni di PM addebitata al sottoscritto dal dott. TUFANO –
rilievi ripetutamente espressi anche attraverso quelle infelici espressioni riportate dal
quotidiano IL GIORANALE (ad es., “polizia privata”, “disinvoltura” nella conduzione delle
indagini, ecc.) – appaiono di grande stonatura se rapportati al “silenzio” dello stesso PG in
relazione alla vicenda che, anche nella sede giudiziaria di Catanzaro, interessa allo stato la
dott. GENOVESE.
Queste le premesse:
- il Procuratore GALANTE – a parere del dott. TUFANO – è “capo” assente e, pertanto,
non persona adatta a reggere l’Ufficio di Procura;
- il Procuratore GALANTE – sempre a parere del dott. TUFANO – non riesce a “tenere a
bada” il sottoscritto ed il dott. Woodcock;
- il Procuratore GALANTE, infine, non riesce – sempre secondo il PG – ad evitare che vi
sia tanta disinvoltura nella conduzione delle indagini da parte del sottoscritto e del dott.
Woodcock;
- il Procuratore GALANTE – conseguentemente – non ha adottato alcuna iniziativa nei
confronti dei suoi “vice” all’indomani degli insuccessi investigativi, “conditi” di spreco
di soldi spesi per le intercettazioni telefoniche, anche a danno di chi poi è stato giudicato
estraneo ai fatti oggetto di indagine.
Queste, di contro, le considerazioni del sottoscritto:

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- la dott. GENOVESE è vicario dell’Ufficio di Procura tanto biasimato dal PG, il quale
non sembra però dare particolare rilevanza – se non proprio alcuna rilevanza – a tale
importante dato;
- la dott. GENOVESE non ha certo mancato di chiedere – ed ottenere – misure cautelari
poi annullate dal Tribunale del Riesame, non ultima la decisione di questi giorni (passata
quasi inosservata agli occhi della stampa locale, ma questo è un dato al quale il
sottoscritto è abituato, a fronte di attacchi sistematici e analitici allorquando le indagini
sono condotte dal sottoscritto medesimo);
- la dott. GENOVESE è stata la titolare delle indagini relative ai “brogli” elettorali del
Comune di Scanzano (MT), nel corso delle quali pure sono state arrestate persone
estranee ai fatti (eppure la stampa ha elogiato la dott. GENOVESE per la iniziativa
investigativa).
Trascrivo altresì alcuni passi del parere del Consiglio Giudiziario della Corte di Appello di
Potenza per la mia nomina a Magistrato di Corte di Appello, in cui è dato ancora una volta
evidenziarsi un particolare accanimento del PG TUFANO nei miei confronti che, per
espressa definizione del dott. Pavese, componente dello stesso Consiglio, si traduce “in una
ingiustificata e particolare acribia nei confronti del dott. MONTEMURRO”:….OMISSIS
Riferiva ancora il MONTEMURRO:
Nell’esercizio delle funzioni di Procuratore della Repubblica ff, sono altresì venuto a
conoscenza di una missiva del Sig. Questore di Potenza “impropriamente” indirizzata al
Sig. Procuratore Generale della Corte di Appello, nella stessa missiva infatti il Sig. Questore
lamentava la scarsa corrispondenza ai dettami della L.626 dei locali adibiti a centro
intercettazioni di questo Ufficio e richiedeva al Sig. Procuratore Generale un immediato
intervento al fine di tutelare la salute degli appartenenti alla Polizia di Stato impiegati in
indagini del dott. WOODCOCK. Il Sig. Procuratore Generale trasmetteva a questo Ufficio
la stessa missiva riconoscendo, e non poteva essere altrimenti, al solo Procuratore della
Repubblica la qualifica di datore di lavoro rilevante ai sensi della sopra indicata legge 626:
ciò nonostante, sebbene quindi avesse riconosciuto che la questione era di esclusiva
pertinenza del Procuratore della Repubblica, nella medesima lettera di trasmissione della
nota del Questore richiedeva altresì di essere informato sulle iniziative assunte a riguardo, al
fine di notiziare delle stesse il Sig. Questore. Non è la prima volta che atti di esclusiva
competenza del Sig. Procuratore della Repubblica vengono fatti transitare soprattutto da
avvocati, ma anche da appartenenti ad organi istituzionali, attraverso il vaglio del
Procuratore Generale presso la Corte di Appello”.
Con riferimento al controllo illecito di talune notizie di reato da parte della dr.ssa
GENEVOSE, quale Procuratore della Repubblica Vicario e/o facente funzioni si
evidenzia quanto emerso dall’esame della copia dei fascicoli n. 560/06 e n.02/07.
Il proc. pen. 560/06, dalla lettura della copertina, risultava relativo ad “Anonimo
relativo a presunte inerzie della d.ssa Felicia GENOVESE, magistrato della Procura della
Repubblica di Potenza, nella trattazione di procedimento penale”. Il suddetto fascicolo
veniva iscritto al n. 419/2006 – Procura Potenza, “riguardante presunti peculati
commessi da Sabino Altobello ai danni della Regione Basilicata”. Poiché in tale fascicolo
venivano rilevate condotte imputabili alla dr.ssa GENOVESE veniva trasmesso per
competenza, ex art.11 c.p.p., dal dr. GALANTE alla Procura della Repubblica di
Catanzaro. Dall’esame della scheda di iscrizione, datata 13.9.2006, è emerso che in
calce alla stessa risulta esserci il timbro “IL PROC. REP. VICARIO d.ssa Felicia
GENOVESE”. Inoltre, da una nota datata 13.9.2006 (stessa data della scheda di
iscrizione), presente all’interno del fascicolo redatta dal cancelliere B3 Anna Rosa
Mancino, assistente della d.ssa GENOVESE ed a questa indirizzata, veniva

76
comunicato che allo stato non vi erano altri procedimenti penali iscritti a carico di
Altobello Sabino e/o amministratori della Provincia di Potenza a lei delegati. Tale
richiesta era stata verosimilmente dettata, - da quanto si legge all’interno
dell’esposto anonimo da cui traeva origine il fascicolo, ovvero: “…….OMISSIS. Le
indagini sono nelle mani della Guardia di Finanza e le indagini sono affidate alla d.ssa
GENOVESE (magistrato di Potenza) che dovrebbe indagare (ma non indaga) e mantiene
parcheggiata l’inchiesta con tutto il suo fascicolo)….OMISSIS”, - dalla circostanza che la
d.ssa GENOVESE, nonostante l’esposto riguardasse anche lei, aveva avuto
conoscenza di quanto denunciato ed aveva provveduto anche a preparare la
giustificazione a quanto indicato in denuncia.
Il proc. pen. 02/07 riguarda un esposto anonimo per presunte irregolarità per
l’espletamento di gare di appalto per il servizio di pulizia bandito da ASL della
Basilicata. Nel corpo dell’esposto si fa chiaro riferimento ad alcuni direttori generali
delle ASL lucane, al governatore BUBBICO ed anche a Salvatore MARGIOTTA
(marito della sodale FASANO). Per quanto detto in precedenza, relativamente ai
collegamenti tra il Sottosegretario di Stato BUBBICO, l’On. MARGIOTTA, il dott.
CANNIZZARO e la dr.ssa GENOVESE, sono evidenti le ragioni che ritenevano
quanto meno inopportuno che detto esposto potesse essere letto dalla GENOVESE,
tenuto conto che sulla busta con la quale era stato recapitato vi era anche il nome, il
cognome e l’indirizzo del possibile denunciante.

Altra attività messa in atto dal sodalizio è stata quella relativa ad intervenire sui
difensori, come nel caso del mandato difensivo dell’avv. Donatello CIMADOMO,
del Foro di Potenza, dapprima ricevuto e successivamente revocato da parte del
sodale Gentili dopo che quest’ultimo aveva avuto un colloquio con il Procuratore
Generale dr. TUFANO.
Riferiva l’Avv. CIMADOMO:
“ADR: Sono l’avv. Cimadomo Donatello avvocato del Foro di Potenza, confermo le
generalità sopra indicate. Per quanto attiene alla data del fatto del quale mi chiedete, si puo’
agevolmente ricavare dalla richiesta di copie atti che il Ten. Col. Gentili compilò nella
segreteria del dott. Woodcock alla presenza della sig. Santangelo, all’epoca assistente del
citato magistrato. Quel giorno il Col. Gentili che era già in congedo, mi telefonò sul
cellulare, dicendomi che gli era arrivato un avviso di conclusione delle indagini, riferendomi
che stava per raggiungere Potenza e mi chiedeva di incontrarci in quanto necessitava della
mia assistenza tecnica. Lo stesso aggiunse che avremmo approfonditamente parlato nella
stanza del dott. Roca, Sost. Proc. presso la Procura Generale. Preciso che quanto riferisco
atterrà esclusivamente al contenuto di quella parte della conversazione estranea al rapporto
professionale che sa pure per breve mi ha legato al Ten. Col. Gentili. Con riguardo a ciò che
egli mi ha riferito in merito al fatto che gli veniva contestato intendo ovviamente opporre il
segreto professionale.
ADR: Nella stanza del dott. Roca il Col. Gentili mi riferì alla presenza dello steso, alcuni
particolari del fatto che gli veniva contestato con l’avviso della conclusione delle indagini.
Quindi convenimmo immediatamente che era opportuno estrarre copia degli atti ed invitai il
Col. Gentili ad accompagnarmi presso la segreteria del dott. Woodcock, firmatario
dell’avviso notificatogli, per l’adempimento formale di estrazione delle copie. Il Col.
Gentili, sempre alla presenza del dott. Roca mi disse che avrebbe voluto prima
andare a salutare il Procuratore Generale TUFANO e mi invitò pertanto a rivederci
qualche attimo più tardi, non ricordo se mezz’ora o di più. Di lì a poco dopo essermi
allontanato dalla stanza del dott. Roca, per sbrigare altre faccende, ritornai nel predetto

77
luogo ove già vi erano il citato Colonnello ed il Sostituto Roca. Non appena raggiunsi
costoro il sostituto Roca, mostrò un evidente imbarazzo e alla presenza del Col.
Gentili disse che il Procuratore Generale TUFANO, aveva consigliato all’ex
militare di rivolgersi all’avv. Donato Pace, dicendo che “se pure Cimadomo
tecnicamente” non si discute era necessario che la difesa fosse affidata ad un
avvocato capace di afe “la guerra” alla Procura ed andare contro il dott.
Woodcock”. Ripeto: il dott. Roca in evidente imbarazzo, in considerazione dei nostri buoni
rapporti personali, riferì di un colloquio avvenuto tra il Col. Gentili ed il Procuratore
Generale TUFANO ed aggiunse che in definitiva il cambio di difesa mi avrebbe tenuto fuori
da una lotta e che dunque alla fine era una forma di riguardo nei miei confronti.
Aggiungo che sempre alla presenza del col. Gentili il Sostituto Roca evidenziò che l’ex
militare era preoccupato per la vicenda processuale che lo riguardava ed era anche
imbarazzato di doversi recare presso la segreteria di Procura nelle vesti di indagato per
estrarre copia degli atti. Il Sostituto Roca mi chiese quindi la cortesia, di accompagnare il
col. Gentili nella segreteria del dott. Woodcock per prendere visione degli atti ed estrarne
copia. Sebbene io fossi rimasto a dir poco perplesso di quanto mi era stato rappresentato in
merito alla scelta del difensore ritenni opportuno accogliere la richiesta appena descritta per
non dare l’impressione di essere particolarmente risentito e confidando nella estraneità del
dott. Roca nella scelta operata dal col. Gentili acconsentii ad accompagnare l’ex militare per
un atto di riguardo nei confronti del sostituto Procuratore generale. Mi diressi dunque in
compagnia del col. Gentili nella segreteria del dott. Wodcock dove il colonnello Gentili chiese
alla sig. Santangelo, assistente del dott. Wodcock, di ottenere copia degli atti del
procedimento che lo riguardava. Rappresentai al Col. Gentili che non avendo io
depositato formale atto di nomina come difensore non potevo assolutamente
aiutarlo nella consultazione degli atti come dallo stesso richiestomi e alla
richiesta del colonnello circa gli atti da fotocopiare risposi che a mio avviso era
opportuno che lui facesse la copia integrale del fascicolo. A questo punto lui compilò
la richiesta e la consegnò alla sig. Santangelo e non so dirvi e quando lo stesso ritirò le copie
degli atti in quanto mi allontanai.
ADR: Non ricordo perfettamente ma mi pare che ad un certo punto dott. Il Bonomi
entrò nella stanza del dott. Roca ma non intervenne nella discussione sopra
riferita.
ADR: Ho riferito di tale episodio sia al dott. Woodcock e sia al dott.
MONTEMURRO, nonché ad altre persone tra cui mio padre.
ADR: Dopo che si è saputo di questo accadimento perché in parte uscito sui giornali, il
Sostituto Roca si è mostrato un po’ risentito nei miei confronti.
ADR: Sono a conoscenza della profonda amicizia che lega il Col. Gentili al Dott.
Roca e l’interessamento dello stesso e del TUFANO nei confronti del Col. Gentili
credo derivi da tali rapporti.
ADR: In definitiva posso ragionevolmente credere che effettivamente il sostituto
Roca non è intervenuto nella scelta di Gentili di non continuare a servirsi della mia
assistenza e che tale convincimento nello stesso Gentili sia avvenuto solo dopo il
colloquio che lo stesso dice di aver avuto con il dott. TUFANO. Ciò anche in
considerazione del fatto che se il dott. Roca avesse avuto fare dei rilievi, li avrebbe
fatti durante il primo incontro o avrebbe quantomeno suggerito l’assistenza
dell’avv. Pace prima che il Gentili chiamasse me”.

Circa l’attività messa in atto dal sodale dr. BONOMI contro il dr. MONTEMURRO
si evidenzia anche la vicenda degli avvocati DELFINO Maria Lourdes Anna e

78
CATALDO Nicola, circa la richiesta da parte di uno o entrambi i Sostituti
Procuratori Generali della Repubblica presso la Corte d’Appello di Potenza, rivolta
all’avv. DELFINO, affinché si recasse da loro per rendere spontanee dichiarazioni
in merito alla circostanza secondo la quale la stessa sarebbe stata sottoposta ad
intercettazione telefonica illegale durante l’esplicazione del suo mandato difensivo.
Tale vicenda è da ricollegarsi alla circostanza secondo la quale, nel P.P.1916/00,
denominato “IENA 2”, l’avv. Piervito BARDI del Foro di Potenza, veniva tratto in
arresto a seguito di conversazioni telefoniche intercettate tra lo stesso e tale
MARTORANO Renato. La tesi della difesa del BARDI punterà, poi, sul fatto che
tali conversazioni erano intrattenute tra difensore e assistito, motivo per il quale
sarebbe venuta meno l’ipotesi accusatoria nei suoi confronti.
Riferiva l’Avv. DELFINO:
“ADR: In riferimento a quanto mi chiedete, premetto che nella primavera del 1999, sono
state eseguite varie OCC per il procedimento BASILISCHI, tra i destinatari dell’OCC vi era
tale SCARCIA Antonio, per il quale non fu possibile eseguire l’ordinanza di custodia
cautelare in quanto resosi irreperibile. Successivamente lo stesso mi nominò quale suo
difensore e la nomina mi pervenne attraverso lettera raccomandata. Successivamente lo
stesso SCARCIA Antonio mi contattò più volte sulla mia utenza cellulare.
Ad un certo punto proposi istanza di riesame ed il Tribunale del Riesame di Potenza annullò
l’OCC nei suoi confronti. Lo stesso in ogni caso rimase irreperibile. Nel corso di una
conversazione telefonica lo stesso mi comunicò che nonostante l’OCC BASILISCHI era
stata annullata lui non rientrava in quanto sapeva di essere destinatario di altra OCC. Vi
furono varie conversazioni telefoniche con il mio assistito. Durante questo periodo di
irreperibilità dello SCARCIA notavo di essere osservata dai CC di Policoro, senza curarmi
più di tanto di tale situazione, anche se immaginavo fosse dovuta al mio rapporto
professionale con lo SCARCIA. Una mattina uscita presto di casa, fui contattata da mia
madre in quanto ero richiesta dai CC di Policoro. Mi recai in caserma per chiedere
spiegazioni e parlando con il M.llo SERIO seppi di alcune telefonate dalle quali sarebbero
emerse delle minacce dello SCARCIA Antonio nei miei confronti e quindi avevano
predisposto un servizio finalizzato a tutelare la mia persona. Comunque non diedi peso
all’accaduto in quanto non mi sentivo lesa in alcun modo, anzi mi ritenevo più tutelata.
Successivamente lo SCARCIA fu catturato. Il tutto si svolse regolarmente fino a
qualche tempo fa, quando all’interno del Palazzo di Giustizia di Potenza, per il
clima che vi era in quel periodo, parlo di fine dello scorso anno, si sentiva parlare
insistentemente di intercettazioni a carico di alcuni avvocati ed in particolare
ricordo di un episodio relativo ad un intercettazione in una stanza della Procura di
Potenza dove durante una pausa di un’udienza erano stati intercettati alcuni
avvocati di cui non ricordo il nome.
ADR: Ricordo con chiarezza nello stesso periodo in più di un occasione sono stata
avvicinata dai Sostituti Procuratori Generali BONOMI e ROCA, il più delle volte
durante le sospensioni dei processi o durante la mia permanenza presso il Palazzo
di Giustizia, i quali mi hanno invitata informalmente più volte a presentarmi da
loro per rendere delle dichiarazioni relative al fatto che io fossi stata intercettata
quando svolgevo il mio mandato difensivo a favore dello SCARCIA Antonio. Io in
tutte le occasioni ho risposto sia al dott. ROCA che al dott. BONOMI che non
ritenevo di dover fare tali dichiarazioni, in quanto oltre ad essere passati molti
anni dagli accadimenti, non mi sentivo lesa da tali fatti.
ADR: non so come mai il dott. ROCA ed il dott. BONOMI siano venuti a
conoscenza di tale circostanza, credo che vi fosse qualche voce di corridoio

79
ADR: Durante qualche pausa dei processi ho potuto riferire di tale circostanza al
dott. MONTEMURRO.
ADR: Ho parlato di tali circostanze anche con il mio collega di studio, Avv. Nicola
CATALDO, al quale ho relazionato l’accaduto. Lui mi rispose di valutare la
situazione, ma anche a lui riferii che non mi sentivo lesa e non vedevo il motivo di
rendere dichiarazioni al dott. ROCA e BONOMI, che se avessero voluto sentirmi
mi potevano convocare ufficialmente e che non volevo entrare nelle loro diatribe di
Palazzo”. (cfr. all.to n. 19 all’informativa di polizia giudiziaria n.17036/G.T.ECO
del 01.06.2007)
Riferiva l’avv. CATALDO Nicola:
“ADR: Da circa un anno è venuta fuori la circostanza di cui mi chiedete relativa a
queste intercettazioni telefoniche a cui sarebbe stata sottoposta l’avv. DELFINO,
mia collaboratrice di studio, a seguito di una richiesta verbale alla stessa
formulata dal Sostituto Procuratore Generale della Repubblica di Potenza, dott.
BONOMI, il quale non so bene in che occasioni, verosimilmente durante qualche
pausa di qualche udienza o a seguito di incontri presso il Palazzo di Giustizia di
Potenza, ebbe a chiedere alla d.ssa DELFINO di recarsi presso gli uffici della
Procura Generale al fine di rendere dichiarazioni in merito a tale circostanza.
Voglio premettere che i fatti si riferiscono ai tempi dell’esecuzione di un OCC a carico di
SCARCIA Antonio, che però si era reso irreperibile. In tale periodo l’avv. DELFINO, aveva
notato movimenti insoliti dei CC di Policoro intorno alla sua persona. La stessa chiese lumi
in merito agli stessi CC con i quali aveva e credo che abbia buoni rapporti. Il Cap.
PATERNO’ all’epoca comandante della Compagnia di Policoro ed il M.llo SERIO sempre
dei CC di Policoro, le dissero che la stessa era stata sottoposta ad una più attenta vigilanza
in quanto da alcune intercettazioni era emersa una certa insistenza dello SCARCIA
Antonio relativa a delle richieste dallo stesso formulatele. Successivamente io seppi che
probabilmente l’acredine cui si riferivano i CC era relativa ad una richiesta dello SCARCIA
Antonio di copia dell’OCC Basilischi che la stessa si era rifiutata di dargli per ovvie ragioni,
che io condividevo.
In merito alla vicenda più specifica ovvero sul dubbio se la stessa fosse stata veramente posta
sotto intercettazione, io riferì alla stessa che tale ipotesi poteva anche avere un fondamento,
se connessa alla ricerca del latitante SCARCIA Antonio, eventualità che sarebbe stata
legittima solo se i telefoni posti sotto controllo eventualmente fossero i suoi personali e non
quelli del mio studio dove la stessa collabora, ipotesi per la quale io avrei sicuramente
presentato denuncia. In merito avanzai anche l’ipotesi che i PM che potevano aver
eventualmente richiesto tale attività potevano essere o GALANTE, ma ne dubitavo perché
non faceva tali attività o il dott. MONTEMURRO. Ma ripeto fu una ipotesi a cui non
demmo neanche peso in quanto non ci sentivamo lesi in alcun diritto. C’è il fatto però che
da circa un anno a questa parte, ci sono state queste richieste, da quello che mi ha
riferito l’avv. DELFINO, da parte del Sost. P.G. BONOMI, che a me, secondo
quanto ho anche detto alla stessa sono sembrate molto insolite. La stessa mi riferì di
tale circostanza, anche al fine di avere un consiglio da me. Io le dissi che se l’avessero
invitata formalmente sarebbe dovuta andare e non si doveva sottrarre al suo dovere,
altrimenti senza invito formale poteva anche evitare. La stessa avv. DELFINO concordava
con me su questa circostanza.
ADR: Probabilmente ho avuto occasione di parlare con il dott. MONTEMURRO di
tale circostanza, verosimilmente esternando anche a lui il fatto che ritenevo
insolita la richiesta del Sost. P.G. BONOMI.

80
ADR: non ho idea di chi sia stato il primo informatore del Sost. P.G. BONOMI in
merito a tale circostanza, ma credo che l’abbia saputo da voci di corridoio che
circolavano nel Palazzo di Giustizia di Potenza.
ADR: ripeto rimasi meravigliato che il Sost. P.G. BONOMI ed in generale la
Procura Generale si interessasse di questa circostanza, tra l’altro datata nel tempo.
ADR: l’ultima richiesta, che io sappia, pervenuta all’avv. DELFINO da parte del
Sost. P.G. BONOMI è di circa 3 mesi fa”.

Determinante per il rafforzamento delle finalità illecite del sodalizio è anche la


capacità di condizionamento di appartenenti all’Arma dei Carabinieri, attraverso i
rapporti del dr. TUFANO e del dr. BONOMI con i vertici del predetto Corpo in
Basilicata.
In particolare, la vicenda che ha visto contrapposti i vertici dell’Arma dei
Carabinieri di Potenza, soprattutto il Gen. GARELLI, comandante regionale pro-
tempore ed il Col. IMPROTA, capo di stato maggiore pro-tempore, al Procuratore
della Repubblica di Potenza, dr. GALANTE ed alcuni suoi Sostituti, con particolare
riferimento agli eventi accaduti nel corso dell’inchiesta amministrativa disposta dal
Ministro della Giustizia e svolta dal Sostituto Procuratore Generale, dr. BONOMI.
Da attività investigativa svolta dal dr. WOODCOCK, Sostituto Procuratore della
Repubblica di Potenza, nei confronti di PESSOLANO Nicola (noto imprenditore nel
settore degli autoveicoli di Potenza), per i delitti di estorsione ed usura, erano
emersi frequenti contatti tra quest’ultimo e personaggi delle Istituzioni, tra i quali
appartenenti all’Arma dei Carabinieri in servizio a Potenza.
Emergevano, tra l’altro, episodi di cessione di beni e servizi; in particolare, cessione,
in comodato d’uso, di autovetture e riparazione gratuita delle stesse, effettuate dal
PESSOLANO a favore di appartenenti alle forze dell’ordine, in particolare ad alti
Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri. La polizia giudiziaria delegata relazionava
sull’attività svolta circa alcune condotte poste in essere dal Col. CC IMPROTA
Nicola e dal Ten.Col. CC POLIGNANO Pietro Giuseppe, rispettivamente Capo di
Stato Maggiore presso il Comando Regionale dei Carabinieri di Potenza e
Comandante Provinciale dei Carabinieri di Potenza. Dall’esame delle conversazioni
telefoniche emergeva che i predetti ufficiali avevano beneficiato, più volte, dei
servigi del predetto PESSOLANO, verosimilmente in maniera gratuita. Dalla
medesima attività emergeva, altresì, che gli stessi ufficiali, all’atto dell’arresto del
PESSOLANO, venivano sollecitati con richieste di intervento, per la sua posizione
processuale, sia dall’indagato, che dai suoi familiari, tanto che i citati ufficiali ed, in
particolare, il Ten. Col. POLIGNANO sarebbe stato intenzionato a fargli visita in
carcere. Dalla medesima attività tecnica affiorava, altresì, che ad un certo punto, gli
stessi ufficiali risultavano avere la quasi certezza di essere sottoposti ad
intercettazione telefonica, tanto da rivolgere, in numerosissime occasioni, pesanti
apprezzamenti nei confronti del personale addetto all’ascolto delle loro utenze.
Le conversazioni telefoniche che consentivano di ricostruire il quadro dei rapporti
tra la Procura Generale di Potenza ed i vertici dell’Arma in Basilicata, venivano
captate sulle utenze in uso al Ten. Col. POLIGNANO Pietro ed in uso al Col.
IMPROTA Nicola. Nell’informativa di reato relativa all’imprenditore PESSOLANO
emergeva che: ”….omissis….nell’ambito dei rapporti da lui intrattenuti (PESSOLANO,
n.d.r.) con autorevoli personalità del mondo istituzionale potentino e lucano, frequentava
assiduamente proprio l’IMPROTA ed il POLIGNANO. Con costoro, infatti, il

81
PESSOLANO intratteneva cordiali e assidue relazioni essendo amico personale e
commensale abituale degli stessi….omissis”.
Le conversazioni telefoniche rilevanti, con particolare riguardo al ruolo del sodale
BONOMI, sono afferenti ai seguenti fatti:
• Nota n. 55/6-4 del 22.6.2005, a firma del Gen. GARELLI, Comandante della
Regione Carabinieri Basilicata, relativa allo stato dei rapporti tra l’Arma
dei Carabinieri di Potenza ed alcuni magistrati della Procura della
Repubblica, inviata in data 22.6.2005 al Sostituto Procuratore Generale
della Procura Generale di Potenza, dr. Bonomi. I motivi di doglianza
esternati dal Comandante Regionale dei Carabinieri attengono ad alcuni
episodi che avrebbero incrinato “le relazioni tra l’Arma dei Carabinieri e la
locale magistratura”. In particolare, si fa riferimento ad una vicenda che ha
visto coinvolto il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Potenza, Ten.
Col. Pietro Giuseppe POLIGNANO, indagato dalla Procura di Potenza
perché “non avrebbe inoltrato alla Procura della Repubblica di Potenza, mediante
apposita <<comunicazione di notizia di reato>>, un processo verbale dal quale si
evinceva la commissione di un reato da parte di altro ufficiale dell’Arma, la cui
procedibilità era d’ufficio”…Nel corso dell’interrogatorio (svoltosi il 16 giugno
2005) la dott.ssa Piccininni ha chiesto al Ten. Col. Polignano di specificare se egli
avesse mai impartito precise disposizioni – di avere, cioè, ordinato – all’ufficiale
dipendente – uno dei due estensori del verbale – di non avvisare la Procura della
Repubblica perché <<…com’è noto, tra di voi vige una legge non scritta in base
alla quale tendete a proteggervi l’un l’altro…>>. Atteso che l’iscrizione a
modello 21 del Ten. Col. POLIGNANO risalirebbe a novembre del 2004, il
Gen. GARELLI si meravigliava del fatto che si fosse dovuto attendere la
proroga della data del termine delle indagini preliminari “…per porgli
alcune semplici domande…atteso che non parrebbe esserci stata necessità di chissà
quale attività probatoria od investigativa in merito…”. Invero “…vi è
un’ulteriore – e ben più grave – considerazione che non posso esimermi dal far
rilevare…Non è un segreto che il Ten. Col. POLIGNANO avesse presentato la
propria candidatura a ricoprire l’incarico di <<Responsabile della Sezione di
Polizia Giudiziaria>> della Procura della Repubblica presso il Tribunale di
Potenza…E’ palese che l’essere sottoposto ad indagini avrebbe rappresentato un
elemento di sicura esclusione in sede di riunione collegiale decisiva, talchè il Ten.
Col. POLIGNANO, al fine di non subire l’onta di una tale esclusione, si è visto
costretto ad esprimere la propria rinuncia formale al concorso di che trattasi, cosa
che ha formalizzato il 23 maggio 2005…”. Altro episodio citato, tra gli altri, dal
Gen. GARELLI al punto 3 lett. G della sua nota riguarda il Sostituto
Procuratore, dr. WOODCOCK. Ed infatti: “…Nel corso del mese di marzo
2005, al Ten. Salvatore Luciano, Comandante del N.O.R. della Compagnia CC di
Potenza, era in modo inusuale richiesto da parte del Sost. Proc. dott. Woodcock di
fornire alcune informazioni sul fascicolo processuale nr. 4393/04 Mod. 21, in
carico al Sost. Proc. dott.ssa De Luca, per il quale quel Comando stava svolgendo
indagini…L’ufficiale, ovviamente, non forniva le informazioni richieste e
consigliava a quel magistrato di rivolgersi direttamente alla sua collega…”
• Una relazione a firma del Procuratore della Repubblica di Potenza, dr.
GALANTE, datata 15.07.2005 ed inviata al Procuratore Generale della
Repubblica di Potenza e, per conoscenza, al C.S.M., al Ministro della
Giustizia ed al Comandante Generale dei Carabinieri, con la quale

82
controdeduce, punto per punto, alla nota del Gen. GARELLI prima
riportata.
Il dr. GALANTE, in merito al punto 3, lett. G della citata nota, richiama
“…la esauriente relazione dei Sostituti chiamati in causa dall’esponente, dottori
Henry Woodcock e Claudia De Luca…Le affermazioni dei due Sostituti sarebbero
state bastevoli a troncare di netto l’episodio…la documentazione allegata e gli
accertamenti che ho ritenuto di svolgere personalmente nel fascicolo aperto presso
il mio Ufficio confermano che la vicenda ha avuto uno svolgimento fisiologico,
assolutamente opposto a quello rappresentato dal Generale Garelli…”. Il dr.
Woodcock ha querelato il Gen. Garelli, con atto del 15.7.2005, ritenendo
diffamatorie le considerazioni espresse dall’ufficiale dell’Arma nella nota
inviata al Procuratore Generale, dr. BONOMI. In merito alla descritta
vicenda, di cui si fa riferimento al punto 3, lett. G della nota del Gen.
GARELLI, il dr. Woodcock nella relazione inviata al Procuratore della
Repubblica, dr. GALANTE in data 28.6.2005 precisa: “…In data 27.6.2005 si
presentavano presso l’ufficio dello scrivente …il tenente Salvatore Luciano, unitamente al
maresciallo Fausto Iannaccone (entrambi in servizio presso la Compagnia CC di Potenza),
i quali chiedevano di avere un colloquio riservato coni l sottoscritto su una vicenda – a loro
dire – delicata…Il tenente Salvatore Luciano, immediatamente, rappresentava che la visita
sua e del maresciallo F. Iannaccone era legata alla necessità di chiarire una vicenda
riguardante una nota che il Comandante della Regione Basilicata dei CC, generale
Emanuele Garelli, aveva inviato al Procuratore Generale di Potenza;… al riguardo
entrambi i menzionati militari, nel loro racconto, facevano riferimento, in modo evidente,
all’episodio descritto alla lettera g) del punto n. 3) della segnalazione a firma del generale
E. Garelli, trasmessa dalla S.V al sottoscritto in data 24.6.2005…In particolare. A tal
proposito, sia il tenente Salvatore Luciano che il maresciallo Iannaccone sottolineavano che
la rappresentazione e lo svolgimento della vicenda in esame…era stata completamente
travisata e, addirittura, <<strumentalizzata>> dall’autore della segnalazione medesima;
anzi, a tal riguardo, proprio il Luciano sottolineava che…la segnalazione in esame non era
altro che l’espressione delle tensioni e del disappunto maturato da alcuni ufficiali dei
Carabinieri <<in servizio in Basilicata>> nei confronti della Procura della Repubblica di
Potenza, scaturito…da talune vicende giudiziarie riguardanti alcuni ufficiali dei CC in
servizio in Basilicata…. Il dr. GALANTE svolgeva personalmente ulteriori
indagini costituendo un fascicolo (n. 768/05-45), in relazione al quale
escuteva a S.I.T. i due ufficiali dei Carabinieri del Comando Provinciale di
Potenza, Ten. LUCIANO e Cap. ANGIULLI. Il primo, sentito dal Dr.
GALANTE in data 4.7.2005 riferisce: “…Informalmente sono venuto a conoscenza
di una nota che il Comandante di Regione avrebbe inviato recentemente alla Procura in
ordine ai rapporti intercorrenti tra detto Ufficio e l’Arma dei CC…Ai fini della
ricostruzione dei fatti attinenti alle indagini sul Centro Disturbi Alimentari dell’Ospedale
S. Carlo riferisco quanto segue: nel dicembre 2004 la d.ssa De Luca ha conferito al NOR
delega all’espletamento di dette indagini nell’ambito del pron. N. 4393/04-21. Nel corso
delle indagini abbiamo verificato che alcune persone da noi sentite erano già state sentite
dalla Guardia di Finanza sulla stessa vicenda o su circostanze analoghe. Stante questa
situazione il m.llo Iannaccone mi riferì di aver chiesto al m.llo Iula della Guardia di
Finanza se anche loro stessero svolgendo indagini sulla vicenda…Tutto ciò accadeva nel
mese di marzo 2005 quando il m.llo Iula ebbe modo di riferire ancora al m.llo Iannaccone
di portarsi un certo giorno dal dott. Woodcock per motivi di indagini. A quell’incontro mi
portai io personalmente e ricordo che nell’occasione il dott. Woodcock mi chiese se anche
noi Carabinieri stessimo svolgendo indagini sulla vicenda del Centro del S. Carlo. Alla
domanda del dott. Woodcock mi limitai a rispondere che, a mio parere, sarebbe stato
opportuno che lui si rapportasse direttamente alla d.ssa De Luca per conto della quale

83
stavamo svolgendo indagini. Di tale incontro con il dott. Woodcock, al quale diedi un
taglio di assoluta normalità, io non feci cenno ad alcuno, tanto meno alla mia
gerarchia…Posso presumere che la nota inoltrata dal Comando Regione sia l portato di
uno stato di disagio o di tensione esistente tra l’Arma e la Procura a causa di altre
situazioni che vedono indagati altri Ufficiali dell’Arma…” . Il secondo, sentito in
data 7.7.2005 riferisce: “…so in maniera informale e generica della esistenza di una
nota trasmessa dal Generale Garelli alla Procura Generale della Repubblica di Potenza; di
tanto io ed altri ufficiali siamo stati notiziati dal Comandante Provinciale Tenente
Colonnello Polignano dopo la trasmissione della nota medesima…nei primissimi giorni di
maggio 2005 ho interpellato il Tenente Luciano…per chiedergli di ragguagliarmi in ordine
alle indagini in corso e alle attività in genere del Nucleo Operativo…Non ricordo con
assoluta certezza, ma mi sembra di no, se il Tenente Luciano mi abbia riferito, altresì, che
le indagini per conto del dott. Woodcock erano in corso di svolgimento da parte della
Guardia di Finanza…Non ricordo se il Tenente Luciano nel riferirmi la richiesta del dott.
Woodcock l’abbia qualificata con l’aggettivo <<inusuale>>; è più possibile che abbia usato
il termine <<strano>>, e dico questo perchè tale termine è più appartenente al lessico del
mio collega…preciso altresì che il Tenente Luciano mi riferì che alla domanda del dott.
Woodcock ebbe a rispondere che ove lui avesse inteso ottenere quella informazione avrebbe
dovuto rivolgersi alla Dott.ssa De Luca con ciò implicitamente facendogli capire che le
indagini dei carabinieri effettivamente erano in corso…Accadde però che in data
27.05.2005, se ben ricordo, si sia tenuta una riunione convocata dal Generale Garelli degli
ufficiali della sede del Comando Provinciale; in quella occasione il Generale ci rappresentò
il suo convincimento che le indagini dei carabinieri segnassero il passo e che ciò fosse la
risultante di un rapporto non buono tra l’Arma e la Procura della Repubblica di
Potenza…Nel corso della riunione del 27.05.2005 il Generale Garelli chiese ai comandanti
della sede provinciale una relazione sull’argomento rapporti tra l’Arma e la Procura della
Repubblica di Potenza. Sull’argomento specifico affermo che il Tenente Luciano, tra le
altre cose, ebbe a formalizzare l’episodio che aveva formato oggetto delle sue dichiarazioni
orali a me del precedente mese di maggio; detta relazione da me visionata e fatta mia, è
stata da me subito inviata al Comandante Provinciale; ciò è accaduto dopo la festa
dell’arma, credo intorno al 09-10/06 di quest’anno allorquando il Comandante Provinciale
chiese formalmente ai comandanti di sede di approntare la relazione di cui aveva parlato il
Generale nella riunione del 27 maggio…Nella riunione del 27.05.2005 sopra citata il
Generale Garelli non palesò il suo intento di informare della questione la Procura Generale
di Potenza. Aggiungo che sempre in quella riunione del 27.05.2005 il Generale Garelli ci
chiese il nostro parere in ordine ala possibilità di parlare della questione, o per meglio dire,
il Generale usò l’espressione <<per aprire uno scontro frontale>>, con la Procura della
Repubblica ovvero con la Procura Generale…”
Il Ministero della Giustizia, ricevuta la relazione del dr. GALANTE, delegava il
Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Potenza, nella veste del facente
funzioni, Sostituto Procuratore Generale, dr. Gaetano BONOMI, già in servizio
all’Ispettorato del Ministero della Giustizia, a svolgere le indagini del caso.
Dalla disamina delle intercettazioni si evince che l’interlocutore principale degli
alti ufficiali dei Carabinieri coinvolti nella vicenda è stato il dr. BONOMI, attesa
anche la temporanea assenza del Procuratore Generale, dr. TUFANO. In
particolare, è emerso che il BONOMI, incaricato dell’istruttoria e, quindi,
dell’accertamento sui fatti con particolare riferimento a quanto affermato dal Gen.
GARELLI e quanto risultante dall’istruttoria successiva del dr. GALANTE, si sia
adoperato, unitamente al Col. IMPROTA ed al Ten. Col. POLIGNANO, per
“aggiustare” la versione fornita dai due ufficiali dei CC che non avevano
confermato al Procuratore della Repubblica alcune delle lamentele formulate dal
proprio Comandante Regionale nella nota di doglianza. Dalle conversazioni

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emergono precise ingerenze dei vertici dell’Arma di Potenza, in relazione all’
audizione dei due testi avanti al Sostituto Procuratore Generale, finalizzate a
modificare il contenuto delle dichiarazioni già rese al Procuratore Galante, nonché
taluni commenti sul dr. Bonomi il quale tenderebbe ad acuire lo scontro con la
Procura tanto da “gettar fuoco” piuttosto che acqua sulla vicenda. Dalle telefonate
esaminate emerge, inoltre, che l’obiettivo del dr. BONOMI non sarebbe stato solo
quello di salvaguardare gli Ufficiali dell’Arma ai quali era collegato, quanto
piuttosto di screditare la Procura della Repubblica di Potenza, nella persona del
suo Capo, il dr. Galante, e di alcuni Sostituti al fine di poter ottenere, nel futuro,
l’incarico di Procuratore della Repubblica (obiettivo non raggiunto tenuto anche
conto del coinvolgimento in fatti penali del dr. BONOMI).
A tal proposito, emergeva che il Gen. CETOLA (Comandante Interregionale pro-
tempore dei Carabinieri), interveniva a Potenza per tentare di dirimere la
problematica sorta con i due ufficiali inferiori dell’Arma escussi dal dr.
GALANTE. Ciò in quanto gli stessi avevano fornito al Procuratore della
Repubblica una versione dei fatti divergente da quella relazionata dal Gen.
GARELLI alla Procura Generale. Difatti, il Gen. Cetola, in una conversazione
telefonica, riferiva al suo interlocutore, Col. IMPROTA, quella che era la volontà
del BONOMI, ovvero, di “…gettare fuoco anziché acqua….”. Il Col. IMPROTA
ribadiva nell’ambito della stessa conversazione che era in atto un aspro contrasto
tra il BONOMI e la Procura della Repubblica ed, in particolare con alcuni dei
magistrati coinvolti, ovvero, il dr. GALANTE, il dr. WOODCOCK ed il dr.
MONTEMURRO.
Ancora, dalle conversazioni telefoniche emergono ulteriori elementi
dell’evoluzione nella vicenda dei rapporti intercorsi fra i vertici dell’Arma ed il
Sostituto Procuratore Generale Dr. Bonomi indirizzati soprattutto a delegittimare i
magistrati della Procura della Repubblica sopra indicati, attraverso la
strumentalizzazione capziosa dei contenuti delle relazioni di servizio dalle quali
è, poi, scaturita la segnalazione del Gen. Garelli alla Procura Generale, ed i
successivi tentativi di far modificare ai due ufficiali dell’Arma le dichiarazioni già
rese al Dr. Galante, nell’ambito della sua istruttoria, al fine di creare una versione
dei fatti a loro più confacente e, quindi, favorire, di conseguenza, le ambizioni del
BONOMI interessato a ricoprire l’incarico occupato dal Procuratore Galante.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in entrata sull’utenza
telefonica mobile in uso a POLIGNANO Pietro ed in uscita dall’utenza telefonica
in uso ad IMPROTA si comprende che il dr. BONOMI chiede al Col. IMPROTA
di fornire della documentazione a sostegno di quanto segnalato dal Generale
GARELLI, rivelando, seppure non richiesto, la circostanza di essere stato delegato
dal Ministero della Giustizia a compiere accertamenti, sia sulla relazione inviata
dal Generale GARELLI che sulla risposta pervenuta dal dr. GALANTE. Infatti,
come anche rivelato dalle successive conversazioni intercettate, il dr. GALANTE
aveva interrogato il Ten. Luciano ed il Cap. ANGIULLI, i quali avevano fornito
dichiarazioni divergenti con la relazione del Generale GARELLI; sulla base di
questi e di ulteriori elementi il dr. GALANTE aveva deciso di inviare una
relazione sui fatti emersi, tra gli altri, al Ministero della Giustizia che,
successivamente, aveva delegato per gli accertamenti la Procura Generale di
Potenza.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza
telefonica mobile in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza telefonica in

85
uso a GARELLI Emanuele, avvenuta in data 1.8.2005 alle ore 17.26, emerge che il
Col. IMPROTA ed il Ten. Col. POLIGNANO, in data 1.8.2005, si recavano dal dr.
BONOMI il quale comunicava loro che prima di iniziare “..una certa attività…”
avrebbe voluto parlare con il Generale GARELLI che, in quel momento, però, si
trovava in licenza a Milano e non poteva rientrare. Lo stesso Generale GARELLI,
infatti, contatterà telefonicamente il dr. BONOMI per parlargli in merito ad una
relazione che era stata inviata al Ministero della Giustizia, facendo riferimento a
quella trasmessa dal dr. GALANTE.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in entrata sull’utenza
telefonica mobile in uso a POLIGNANO Pietro ed in uscita dall’utenza telefonica
in uso a tale VINCENZO, avvenuta in data 3.8.2005 alle ore 12.19, emerge un
riferimento alla circostanza relativa alla presentazione da parte del Ten. Col.
POLIGNANO della domanda per partecipare alla selezione per la scelta del nuovo
responsabile della Sezione di Polizia Giudiziaria – aliquota Carabinieri – presso la
Procura della Repubblica di Potenza (in sostituzione del Col. GENTILI).
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza
telefonica in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza telefonica in uso al
Generale CETOLA avvenuta in data 05.08.2005 alle ore 16.49, emerge che il
Generale CETOLA, Comandante Interregionale dei Carabinieri, contatta il Col.
IMPROTA, riferendogli della relazione a lui pervenuta, con la quale il dr.
GALANTE, dopo aver interrogato il Ten. LUCIANO ed il Cap. ANGIULLI,
avrebbe rilevato che gli accertamenti da lui esperiti “confermano che la vicenda ha
avuto uno svolgimento fisiologico, assolutamente opposto a quello rappresentato dal
Generale Garelli“. Lo stesso Generale manifesta l’urgente bisogno di incontrare il
dr. TUFANO, il dr. BONOMI, nonché i due ufficiali che avevano reso le
dichiarazioni al dr. GALANTE ed il Magg. ZOLLI. Infatti, lo stesso riferisce di
essere in possesso della documentazione dalla quale emergerebbe che i due
ufficiali avrebbero detto che i fatti non si sarebbero svolti come relazionato dal
Generale GARELLI alla Procura Generale.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in entrata sull’utenza
telefonica mobile in uso a IMPROTA Nicola ed in uscita dall’utenza telefonica in
uso a GARELLI Emanuele avvenuta in data 05.08.2005 alle ore 17.11, tra il
Generale GARELLI ed il Col. IMPROTA sembra emergere che il Generale
CETOLA avrebbe ricevuto la relazione del dr. GALANTE dalla quale risulterebbe
che “…quello che hanno scritto loro…” sarebbe stato smentito dal Ten. LUCIANO e
dal Cap. ANGIULLI. Lo stesso Generale GARELLI chiede al Col. IMPROTA di
convocare i due ufficiali in questione per conoscere il contenuto delle propalazioni
fatte al dr. GALANTE.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza in
uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza in uso a GARELLI Emanuele,
avvenuta in data 05.08.2005 alle ore 18.29, emerge che il Col. IMPROTA si trova
nell’ufficio del dr. BONOMI e discute degli ultimi eventi, in particolare, della
relazione del dr. GALANTE. Il dr. BONOMI, parlando al telefono con il Gen.
GARELLI, riferisce dell’opportunità che il Col. IMPROTA gli richieda la copia
di alcuni atti, facendo riferimento alla documentazione redatta dal dr.
GALANTE (“e... e il quale mi richiederà per suo... per suo conto una copia di tutte
queste... queste dichiarazioni…”), in modo da consentire loro di predisporre delle
controdeduzioni e “…non essere al buio…”, rimanendo d’accordo, comunque, che il
successivo martedì si sarebbe recato da lui il Gen. CETOLA. Il dr. BONOMI,

86
avrebbe, quindi, fornito al Col. IMPROTA, copia della documentazione a lui
giunta dal Ministero della Giustizia attinente alla relazione inviata allo stesso
Ministero dal dr. GALANTE, per consentire di conoscere gli addebiti a loro mossi.
La circostanza della consegna della suddetta documentazione ai predetti ufficiali
da parte del dr. BONOMI emerge ancora più chiaramente dalla lettura delle
ulteriori conversazioni di seguito riportate.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza
telefonica mobile in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza telefonica in
uso al generale CETOLA avvenuta in data 05.08.2005 alle ore 20.53, emerge che il
Col. IMPROTA chiama il Gen. CETOLA per avvisarlo che il Procuratore Generale,
dr. TUFANO, da lui incontrato in occasione della manifestazione nel corso della
quale gli era stata conferita la cittadinanza onoraria del Comune di Pietragalla,
sarebbe stato assente all’incontro in Procura Generale perché in ferie. TUFANO
avrebbe raccomandato ad IMPROTA di far riferire al Gen. CETOLA che non
aveva ancora letto le carte ma che, successivamente, “….sarebbe stato parte
attiva….”, nel senso che anche lui avrebbe espresso la sua opinione “….posso anche
e... diciamo esprimere la mia…”.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in entrata sull’utenza
telefonica in uso a POLIGNANO Pietro ed in uscita dall’utenza telefonica in uso
al generale CETOLA, avvenuta in data 06.08.2005 alle ore 09.39, il Col.
IMPROTA comunica al Gen. CETOLA che “poi ieri sera io.. mi sono messo sotto per
tutta la serata l'eccellenza Bonomo…” e che il medesimo, nella stessa mattinata, gli
avrebbe consegnato tutta la documentazione attinente la relazione del dr.
GALANTE, incluse le dichiarazioni rese a quest’ultimo dal Ten. LUCIANO e dal
Cap. ANGIULLI. Lo stesso Gen. CETOLA riferisce di esserne già in possesso e
chiede al Col. IMPROTA, che tipo fosse il dr. BONOMI e cosa pensasse della
situazione che li vedeva coinvolti. Il Col. IMPROTA riferisce testualmente che
“…... e... la vede... perchè dobbiamo irrobustire e... proprio per le dichiarazioni di
cui io ignoravo, perchè come vi dicevo... non c'ero e non mi sono interessato di
queste cose qua... e... di irrobustire la cosa proprio perchè il tutto è stato...
diciamo e... buttato giù da questa presentazione dei due ufficiali a Woodcock e
allo stesso Galante ……”, facendo emergere la circostanza che sarebbe stata
intenzione del dr. BONOMI irrobustire il quadro accusatorio nei confronti dei
magistrati della Procura della Repubblica di Potenza. Ciò anche alla luce delle
dichiarazioni rese dal Ten. LUCIANO e Cap. ANGIULLI al dr. GALANTE, che
avrebbero ridimensionato quanto indicato nella relazione del Gen. GARELLI.
Il Gen. CETOLA esterna, altresì, al Col. IMPROTA tutto il suo disappunto
riguardo l’invio da parte del Gen. GARELLI della relazione alla Procura Generale
dalla quale era nata tutta la vicenda. Infatti, lo stesso, testualmente, riferisce
“……Va bene! Garelli, insomma questo, gliel'ho detto da subito appena ho letto quel Ris
che ha fatto e quindi mi sono reso conto di quello che aveva fatto, gli avevo detto subito
che aveva fatto una cosa inopportuna, perchè se lui mi avesse chiesto prima a me glielo
avrei detto che non era proprio il caso di mettere per iscritto quelle cose che ha messo e poi
in quel modo così... e... e... pesante e gli ho detto: " stai accorto, perchè vedrai che si
ritorce contro di te" e infatti si sta ritorcendo perchè naturalmente leggendo quelle cose,
ma tu vuoi che il Procuratore e i sostituti non lo attacchino adesso e.... e......”
Alla fine della stessa conversazione il Gen. CETOLA chiede al Col. IMPROTA se il
dr. BONOMI fosse ben disposto nei loro confronti, ricevendo una risposta

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positiva, con la significativa precisazione che quest’ultimo non sarebbe stato
dalla parte del Procuratore GALANTE.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in entrata sull’utenza
telefonica mobile in uso a POLIGNANO Pietro ed in uscita dall’utenza
telefonica in uso a CARAMIA Giovanni avvenuta in data 06.08.2005 alle ore
09.40, emerge che il Ten. Col. POLIGNANO contatta il maresciallo CARAMIA
chiedendogli di vedersi immediatamente in quanto “era successo un casino”,
riferendosi alla situazione in esame. Il Maresciallo CARAMIA chiede se sono
cose “…sfavorevoli a loro…” ricevendo risposta affermativa ed aggiungendo che
c’è qualcuno “….sotto di loro…che ha fatto il voltafaccia…” alludendo al Ten.
LUCIANO ed al Cap. ANGIULLI, per i quali lo stesso si ripropone di fare
immediatamente una proposta di allontanamento.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza
telefonica mobile in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza telefonica
in uso a GARELLI Emanuele avvenuta in data 06.08.2005 alle ore 11.19, emerge
che il dr. BONOMI ha fornito agli Ufficiali dei Carabinieri chiamati in causa dalla
relazione del dr. GALANTE tutti gli atti inerenti la stessa, in modo da permettere
loro di “…tessere…sta tela…”. Infatti, il Col. IMPROTA riferisce al Gen. GARELLI
di avere avuto copia di tutti gli atti e che sta provvedendo a farglieli recapitare.
Questo emerge da quanto di seguito riportato:
I: Anche se... ho fatto il mio (...) ma gl'ho detto " ma scusate, ma noi come
dobbiamo lavorare qua, se noi non c'abbiamo su che cosa dobbiamo tessere sta
tela e... e... Nico! Parliamo così!
G.: Muh, muh!
I.: a mezze parole, qua dobbiamo incardinare le cose come si deve
G.: Muh, muh!
I.: E mi sono fatto dare la copia degli atti

Lo stesso Col. IMPROTA, inoltre, comunica al Gen. GARELLI che troverà delle
belle sorprese da parte “….di quei due …imbecilli…”, facendo espresso riferimento
al Ten. LUCIANO ed al Cap. ANGIULLI.
Sempre il Col. IMPROTA, inoltre, aggiunge, avendo letto tutti gli atti, che se vi
fossero altre storie dovrebbe rispondere il Ten. Col. POLIGNANO non loro. A tal
proposito la relazione inviata alla Procura Generale da parte del Gen. GARELLI
era basata anche sulla relazione del Ten. Col. POLIGNANO.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza
telefonica in uso a POLIGNANO Pietro ed in entrata sull’utenza telefonica
mobile in uso a IMPROTA Nicola, avvenuta in data 06.08.2005 alle ore 12.36,
emerge che il Ten. Col. POLIGNANO riferisce al Col. IMPROTA che, letti gli
atti, ci sarebbe “….tra le pieghe…” la possibilità di trovare “una bella formula che
possa stoppare un pochettino questo contrattacco del procuratore..”. Tale
conversazione, oltre a confermare la consegna della documentazione attinente la
relazione del dr. GALANTE, da parte del dr. BONOMI ai Carabinieri, si incentra
sul fatto che il Cap. ANGIULLI avrebbe fatto delle affermazioni innanzi al dr.
GALANTE in contrasto con la relazione del Gen. GARELLI.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in entrata sull’utenza
telefonica in uso a IMPROTA Nicola ed in uscita dall’utenza telefonica mobile
in uso a POLIGNANO Pietro, avvenuta in data 06.08.2005 alle ore 17.59, emerge
che il Ten. Col. POLIGNANO è in possesso della documentazione consegnata in

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mattinata dal dr. BONOMI al Col. IMPROTA. Il POLIGNANO riferisce ad
IMPROTA che, essendo in ufficio intento a “riparare un pò questa...questa matassa”,
avrebbe bisogno di venire ufficialmente in possesso degli atti che sta
esaminando, attraverso la trasmissione ufficiale degli stessi da parte del
Comando Regionale (Col. IMPROTA). Il Ten. Col. POLIGNANO riferisce al Col.
IMPROTA che in questa occasione, più che in altre, devono essere molto cauti e
formali. Il Col. IMPROTA lo rassicura dicendogli che gli avrebbe mandato
ufficialmente tutta la documentazione in oggetto attraverso una lettera
retrodatata.
Le trascrizioni integrali delle conversazioni telefoniche rispettivamente in entrata
sull’utenza telefonica mobile in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza
telefonica in uso a GARELLI Emanuele avvenuta in data 08.08.2005 alle ore
16.45, e della conversazione telefonica in uscita dall’utenza telefonica mobile in
uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza telefonica in uso a GARELLI
Emanuele avvenuta in data 08.08.2005 alle ore 16.49, intercorse tra il Gen.
GARELLI ed il Col. IMPROTA, fanno emergere la volontà degli interlocutori di
sanzionare disciplinarmente i due ufficiali inferiori per aver reso le dichiarazioni
al dr. Galante contrastanti con la relazione del Gen. Garelli. I due interlocutori,
infatti, ed in particolare il Gen. GARELLI sarebbe determinato a procedere nei
confronti degli stessi con “….una punizione che gli lasci il ricordo…”, trovando il
pieno assenso del Col. IMPROTA.
Gli interlocutori si rammaricano del fatto che la Procura della Repubblica fosse
venuta a conoscenza della relazione redatta dal Gen. GARELLI diretta alla
Procura Generale, che aveva consentito al dr. GALANTE, tramite l’escussione dei
due ufficiali, di predisporre una controrelazione. Il Gen. GARELLI si ripromette
di “…dover strapazzare questi qui…” facendo, verosimilmente, riferimento al Ten.
LUCIANO ed al Cap. ANGIULLI, il primo dei quali ha informato dell’esistenza
della relazione del Gen. GARELLI il dr. WOODCOCK che, a sua volta, aveva
riportato l’accaduto al Procuratore dr. GALANTE.
Gli interlocutori concordano anche sul fatto che devono mettere in evidenza che i
due ufficiali sono persone non affidabili, dando cenno del fatto che il Gen.
CETOLA, proprio per tale motivo l’indomani vuole incontrarli.
La conversazione prosegue sull’esigenza di una strategia comune da adottare nel
tentativo di contrastare le accuse mosse nei loro confronti dal Procuratore dr.
GALANTE.
Dalla stessa conversazione emerge, altresì, che il dr. BONOMI, avrebbe invitato il
Ten Col. POLIGNANO a ripresentare la domanda per partecipare al concorso
per l’assegnazione del posto di responsabile della Sezione di Polizia Giudiziaria
presso la Procura della Repubblica di Potenza.
Inoltre, sarebbe stato lo stesso BONOMI, delegato dal Ministero della Giustizia, a
compiere gli accertamenti sia sulla relazione del Gen. GARELLI che su quella di
risposta del dr. GALANTE:
• a consegnare la documentazione inerente la seconda ai diretti interessati;
• a mostrarsi benevolo nei confronti dei Carabinieri ed “agguerrito” contro la Procura
della Repubblica ed, in particolare, contro il dr. GALANTE ed alcuni dei suoi
Sostituti (dott.ri MONTEMURRO e WOODCOCK);
• ad aver suggerito al Ten. Col. POLIGNANO le “….altre cose da preparare…”.
Da ciò si evince che sarebbe stato il dr. BONOMI che avrebbe indicato agli stessi
Carabinieri chiamati in causa cosa portare alla sua attenzione, al fine di orientare, a

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loro favore, le sue valutazioni, cercando, in tale maniera, di “riparare il danno”
causato dalle dichiarazioni del Ten. LUCIANO e del Cap. ANGIULLI rese al dr.
GALANTE.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza
telefonica mobile in uso a POLIGNANO Pietro ed in entrata sull’utenza in uso a
BONOMI Gaetano, avvenuta in data 09.08.2005 alle ore 10.06, emerge che il Ten.
Col. POLIGNANO ed il Col. IMPROTA contattano il dr. BONOMI e gli
comunicano che il Gen. CETOLA si sta recando da lui. Nella medesima
conversazione il dr. BONOMI chiede al Col. IMPROTA se “…hanno parlato…..”.
Il Col. IMPROTA gli riferisce che “……abbiamo parlato, abbiamo stabilito una linea...
che poi il signor Generale e…..“. Il dr. BONOMI appare concorde su tale
circostanza. Il Col. IMPROTA, inoltre, gli riferisce che dovranno andare a
rivedere tutte le posizioni ed, a tal proposito, il dr. BONOMI gli chiede se
“….avevano concordato qualcosa di immediato……”. Il Col. IMPROTA risponde
affermativamente aggiungendo che lo stesso Gen. CETOLA ha dato “…le
indicazioni che dovranno seguire…”;
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza
telefonica mobile in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza telefonica
in uso a GARELLI Emanuele avvenuta in data 09.08.2005 alle ore 10.13, emerge
che il Col. IMPROTA ed il Gen. GARELLI discutono dell’incontro che il Gen.
CETOLA ha avuto a Potenza con il Ten. LUCIANO ed il Cap. ANGIULLI. Il Col.
IMPROTA riferisce che “….circola parecchia aria nuova….”, facendo
verosimilmente riferimento ad un eventuale trasferimento dei due ufficiali
monitorati dal Gen. CETOLA il quale, a suo dire “…..ha sistemato bene il
Capitano...”:
Dalla medesima conversazione emerge, altresì, che ai due ufficiali sarebbe stato
consigliato, a seguito del colloquio in questione, di andare “….dal procuratore
Generale a deporre….subito di corsa….”. Gli stessi interlocutori fanno riferimento
alla circostanza secondo la quale il dr. GALANTE avrebbe interrogato i due
ufficiali non avendone la prerogativa, alludendo, altresì, alla circostanza che
quest’ultimo avrebbe travisato il senso delle loro dichiarazioni.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in entrata sull’utenza
in uso a IMPROTA Nicola ed in uscita dall’utenza in uso a generale CETOLA
avvenuta in data 09.08.2005 alle ore 11.20, emerge che al termine del colloquio
con il Sostituto Procuratore Generale di Potenza, dr. BONOMI, il Gen. CETOLA
chiama il Col. IMPROTA riferendogli che il loro obiettivo, a questo punto,
sarebbe stato quello di “smorzare” i toni della vicenda. In tal senso, si ripropone
di riportare questo suo intendimento al predetto magistrato. Nello stesso tempo,
però, riferisce che il dr. BONOMI ha intenzione di “…buttare fuoco……invece che
acqua…”. Lo stesso dr. BONOMI sentirà i due ufficiali (Ten. LUCIANO e Cap.
ANGIULLI) in modo che confermino la relazione del Gen. GARELLI, contro
“…quello che dice…….il Procuratore…” (dr. GALANTE).
Il Gen. CETOLA afferma, inoltre, che dopo l’escussione dei predetti due ufficiali,
a suo parere, il dr. BONOMI dovrebbe riferire al Ministero cercando di
ridimensionare l’accaduto, riconducendolo a delle incomprensioni, ciò al fine di
evitare di “….fare morti e feriti….”, anche se ha dei dubbi che tali siano le reali
intenzioni del dott. BONOMI.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza
telefonica mobile in uso a POLIGNANO Pietro ed in entrata sull’utenza in uso a

90
BONOMI Gaetano avvenuta in data 09.08.2005 alle ore 12.34, emerge che il Ten.
Col. POLIGNANO contatta telefonicamente il dr. BONOMI, riferendogli che il
Col. IMPROTA lo ha informato delle prossime audizioni del Ten. LUCIANO,
Cap. ANGIULLI e Magg. ZOLLI. Il Ten. Col. POLIGNANO chiede al dr.
BONOMI di anticipare l’audizione del Magg. ZOLLI, che per tale motivo viene
fissata per il pomeriggio della stessa giornata, in quanto l’ufficiale in questione si
era recato a Potenza solo per l’incontro con il Gen. CETOLA.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza in
uso a POLIGNANO Pietro ed in entrata sull’utenza n. in uso a CARAMIA
Giovanni avvenuta in data 09.08.2005 alle ore 13.36, emerge che il Ten. Col.
POLIGNANO ed il Mar. CARAMIA, discutono del fatto che il dr. BONOMI,
dopo la visita del Gen. CETOLA, inizia le audizioni degli ufficiali e sottufficiali
coinvolti nella vicenda (ANGIULLI, LUCIANO, ZOLLI, IANNACONE), per i
primi due dei quali, gli interlocutori evocano provvedimenti disciplinari e di
impiego.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in entrata sull’utenza
in uso a IMPROTA Nicola ed in uscita dall’utenza in uso a GARELLI Emanuele
avvenuta in data 09.08.2005 alle ore 16.42, tra il Gen. CETOLA ed il Col.
IMPROTA, emerge che il primo, dopo aver incontrato il dr. BONOMI, si reca
presso il Comando Provinciale dei Carabinieri in visita ispettiva. Nella stessa
mattinata il Col. IMPROTA si sarebbe recato presso l’ufficio del dr. BONOMI con
il quale avrebbe predisposto il calendario delle audizioni da effettuare agli
appartenenti all’Arma dei Carabinieri indicati in precedenza, con particolare
riferimento al Cap. ANGIULLI ed al Ten. LUCIANO. Il dr. BONOMI avrebbe
espresso la volontà di concludere lui stesso tutti gli accertamenti, prima di
andare in ferie, in quanto non voleva che vi provvedesse il suo sostituto, dallo
stesso definito “…un altro dottore…”, secondo quanto riferito dal Col. IMPROTA.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza
telefonica mobile in uso a POLIGNANO Pietro ed in entrata sull’utenza
telefonica in uso a tale VINCENZO avvenuta in data 10.08.2005 alle ore 09.33, il
Ten. Col. POLIGNANO riferisce al suo interlocutore il vero motivo della visita
del Gen. CETOLA a Potenza:
P.: si, lui è venuto ufficialmente per visitarmi il provinciale, però ufficiosamente per
l'inchiesta amministrativa interna perchè ha sentito due - tre Ufficiali, poi ha avuto
un colloquio con il Procuratore Generale, insomma sai, eh eh,
Dalla medesima conversazione emerge la vicinanza tra il Ten. Col.
POLIGNANO, il Procuratore Generale di Potenza, dr. TUFANO ed il suo
sostituto anziano (dr. BONOMI) “…..a livelli di baci in bocca…”:
P.: con il Procuratore Generale e col sostituto anziano io sono in ottimi rapporti, maaa,
V.: ma il problema
P: ma quasi a livelli di baci in bocca, insomma .
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza
telefonica mobile in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza telefonica
in uso a GARELLI Emanuele avvenuta in data 10.08.2005 alle ore 12.36, tra il
Col. IMPROTA ed il Gen. GARELLI, emerge che le audizioni del dr. BONOMI
sono finalizzate a “…..chiarire che loro sono stati intimiditi….”. Inoltre, emerge la
volontà del dr. BONOMI di “……fare sul serio, nel senso che...gli voglia proprio
far la guerra, no?....”, come chiesto dal Gen. GARELLI e confermato dal Col.
IMPROTA. I due interlocutori sono preoccupati che tutto vada per il meglio,

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ripromettendosi, il Col. IMPROTA, di fare una telefonata al dr. BONOMI per
sincerarsi di ciò.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in entrata sull’utenza
in uso a POLIGNANO Pietro ed in uscita dall’utenza in uso a CARAMIA
Giovanni avvenuta in data 11.08.2005 alle ore 19.46, tra il Ten. Col.
POLIGNANO ed il Mar. CARAMIA, emerge che l’ufficiale dell’Arma, a seguito
della vicenda, potrebbe essere trasferito. Di tale possibilità, il POLIGNANO
avrebbe informato il dr. BONOMI, il quale si era offerto di interessare il
Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri affinché fosse scongiurato
l’eventuale trasferimento. Il Ten. Col. POLIGNANO si raccomanda di non far
trapelare che fosse stato lui a sollecitare un magistrato (BONOMI) per
scongiurare il suo trasferimento. Relativamente alla sua incompatibilità a
ricoprire il ruolo di Comandante Provinciale dei Carabinieri di Potenza, a causa
degli attriti con il Procuratore della Repubblica di Potenza, dr. GALANTE,
riporta l’intenzione del dr. BONOMI di informare il Comando Generale dei
Carabinieri, che entro l’anno (2005) se ne sarebbero andati “….più loro che noi…”,
facendo riferimento, verosimilmente, ai magistrati della Procura di Potenza, con
particolare riferimento “…al tizio….” (verosimilmente il dr. GALANTE).
A dire ancora del POLIGNANO, il Gen. GARELLI, prima di andare via perché
trasferito ad altro incarico, si sarebbe occupato della vicenda legata agli “…altri di
sotto..”, facendo verosimilmente riferimento al Cap. ANGIULLI ed al Ten.
LUCIANO. Il suo interlocutore, a tal proposito, avrebbe fatto rilevare che,
probabilmente, non sarebbe stato il caso che procedesse il Gen. GARELLI, in
quanto coinvolto nella vicenda (la relazione in contrasto con le dichiarazioni rese
dai due ufficiali al dr. GALANTE, l’aveva scritta lui) e che, pertanto, siffatto
provvedimento avrebbe potuto essere interpretato come un atto di ritorsione.
Infine, viene ribadito che mentre il Gen. CETOLA avrebbe voluto “buttare acqua
sul fuoco”, dopo aver comunque operato nel senso concordato con la Procura
Generale, il dr. BONOMI era di tutt’altro avviso.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza
telefonica mobile in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza in uso a
BONOMI Gaetano, avvenuta in data 12.08.2005 alle ore 10.21, emerge che il Col.
IMPROTA, dall’ufficio del dr. BONOMI telefona al Gen. CETOLA. Nel corso
della conversazione il dr. BONOMI ed il Gen. CETOLA concordano le modalità
di svolgimento degli accertamenti delegati alla Procura Generale, tanto che il
BONOMI riferisce al Gen. CETOLA che quanto indicato nell’appunto che gli
aveva dato continuava ad andare abbastanza bene.
Inoltre, il dr. BONOMI riferisce al Gen. CETOLA, di aver redatto già una bozza
dell’esito degli accertamenti condotti nell’ambito dell’inchiesta amministrativa,
riferendo, tra l’altro, che ne avrebbe fornito copia informale al Col. IMPROTA.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza in
uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza in uso a GARELLI Emanuele
avvenuta in data 12.08.2005 alle ore 10.44, tra il Gen. GARELLI ed il Col.
IMPROTA, emerge che il primo chiede notizie circa l’andamento dell’inchiesta
amministrativa condotta dal dr. BONOMI, soffermandosi, in particolare, su
“…l’interrogatorio dei due….”, intendendo il Cap. ANGIULLI ed il Ten.
LUCIANO. Il Col. IMPROTA, a tale richiesta, risponde che era andato tutto bene.
A questo punto il Gen. GARELLI chiede se gli stessi avessero ritrattato quello che

92
avevano detto (al dr. GALANTE) ricevendo risposta affermativa dal Col.
IMPROTA, che aggiunge di stare tranquillo.
Il Gen. GARELLI, inoltre, sollecita il Col. IMPROTA ad esaminare le posizioni
disciplinari dei due ufficiali in questione (Cap. ANGIULLI e Ten. LUCIANO). Il
Col. IMPROTA risponde di aver già avviato tale pratica.
La trascrizione integrale della conversazione telefonica in entrata sull’utenza
telefonica mobile in uso a IMPROTA Nicola ed in uscita dall’utenza telefonica
in uso al generale CETOLA, avvenuta in data 13.08.2005 alle ore 13.02, risulta
essere significativa in ordine alle dinamiche che hanno determinato il nuovo
cambio di versione del Cap. ANGIULLI e Ten. LUCIANO. Il Col. IMPROTA
comunica al Gen. CETOLA che il Tenente (LUCIANO) ha “chiaramente messo per
iscritto che lui non..., assolutamente si dissociava da quando riferito….. dal
magistrato…” , facendo riferimento alla relazione redatta dal dr. GALANTE. In
merito a quanto riferito, invece, dal capitano ANGIULLI, il Col. IMPROTA
riferisce che “……..Il capitano si è mantenuto un poco più vago ma in effetti ha fatto
capire che c’è stata la quella e... oppressione diciamo psicologica quindi lui..., ha
dichiarato quelle cose ….”. A tal riguardo, nelle conversazioni in precedenza
indicate sarebbe emerso che il Gen. CETOLA avrebbe pesantemente richiamato i
due ufficiali, anzi a dire dello stesso Col. IMPROTA, aveva “…sistemato bene il
Capitano...” e riferendosi sempre al colloquio del Gen. CETOLA con i due ufficiali
riferisce: “……I quale li ha fatto proprio... non ti dico come...”. Nella conversazione
sottostante pare consacrarsi il fatto che i due testi abbiano assecondato le
direttive del Gen. CETOLA tese a far emergere “…i cattivi comportamenti della
Procura…”. Ed infatti il Col. IMPROTA afferma che tutto stava andando secondo
le indicazioni impartite dal Generale: “……Eh secondo indicazioni sue signor
Generale ….”.
Inoltre, anche il Gen. CETOLA riferisce al Col. IMPROTA che, nonostante la loro
ritrattazione, i due dovranno essere perseguiti disciplinarmente, ricevendo in
risposta che la pratica è gia avviata.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza
telefonica in uso a POLIGNANO Pietro ed in entrata sull’utenza telefonica
numero in uso CARAMIA Giovanni avvenuta in data 14.08.2005 alle ore 09.42,
emerge che il Ten. Col. POLIGNANO, il Col. IMPROTA ed il Mar. CARAMIA,
hanno predisposto una relazione da sottoporre al Gen. GARELLI, anche in vista
della sua audizione innanzi al dott. BONOMI.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza in
uso a POLIGNANO Pietro ed in entrata sull’utenza in uso CARAMIA
Giovanni avvenuta in data 16.08.2005 alle ore 09.26, emerge che il Ten. Col.
POLIGNANO, si ripropone di “…fare le pratiche disciplinari a carico di ANGIULLI,
LUCIANO e IANNACCONE……”. Nella stessa conversazione i due interlocutori
fanno nuovamente riferimento alla relazione in corso di preparazione in vista del
rientro in servizio del Gen. GARELLI.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza in
uso a POLIGNANO Pietro ed in entrata sull’utenza in uso a tale FAUSTO
avvenuta in data 16.08.2005 alle ore 12.34, emerge che il Ten. Col. POLIGNANO
riferisce al suo interlocutore della volontà del dr. BONOMI di contattare il
Comando Generale dell’Arma al fine di evitare di essere trasferito. Il dr.
BONOMI gli avrebbe detto che se lui se ne fosse andato “…tutto il
castello….sarebbe crollato…”, facendo evidentemente riferimento all’inchiesta

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amministrativa in corso che vedeva contrapposti i Carabinieri alla Procura della
Repubblica di Potenza.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza
telefonica mobile in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza in uso a
tale DE MASI avvenuta in data 17.08.2005 alle ore 12.09, emerge che il Col.
IMPROTA, trovandosi presso la Procura Generale di Potenza, nell’ufficio del dr.
BONOMI, chiede al suo interlocutore di farsi portare della documentazione,
anche fotografica, in quanto utile a ciò che sta facendo. Tale documentazione
fotografica riguarderebbe, tra gli altri, anche il dr. GALANTE ed il dr.
MONTEMURRO.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in entrata sull’utenza
telefonica mobile in uso a POLIGNANO Pietro ed in uscita sull’utenza in uso a
GARELLI Emanuele avvenuta in data 22.08.2005 alle ore 18.47, emerge che il
Gen. GARELLI comunica al Ten. Col. POLIGNANO che il rapporto disciplinare
a carico dei due ufficiali, ovvero, il Ten. LUCIANO ed il Cap. ANGIULLI,
andrebbe modificato in quanto ci sarebbero da aggiungere ulteriori contestazioni
a loro carico.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in entrata sull’utenza
telefonica mobile in uso a POLIGNANO Pietro ed in uscita dall’utenza
telefonica in uso a GARELLI Emanuele, avvenuta in data 22.08.2005 alle ore
18.47, emerge che il Gen. GARELLI, sempre in riferimento al procedimento
disciplinare a carico dei due ufficiali più volte indicati, fa riferimento al fatto che
il Ten. LUCIANO sarebbe andato dal dr. WOODCOCK e gli avrebbe riferito di
una riunione, specificando di esserne venuto a conoscenza attraverso personale
del Comando Regionale. A tal proposito, il Gen. GARELLI chiede di individuare
anche l’autore di questa fuga di notizia e “mandarlo via”. Pertanto, emergerebbe
la volontà dei due interlocutori di voler perseguire anche quanti, dall’interno del
Comando Regionale, avrebbero fornito al Ten. LUCIANO l’informazione in
oggetto:
G.: e.... che ci... che... nel... nel malloppone, no, che ci ha dato
P.: Si nella...
G.: la Procura Generale, a un certo punto il Woodcock dice che si è presentato da lui
Luciano parlandogli di questa riunione
P.: Eh!, eh!, eh!, va bene signor Generale, visto che lo devo rifare quello, me lo guardo
bene e controllo pure gl'altri dettagli
G.: Esatto, si, si, quin... quindi c'è anche da fargli questa domanda qua, tutto
P.: Va benissimo
G.:quello che hai saputo, da chi l'hai saputo perchè c'è anche da mandare via quello che
gliel'ha detto, di qua!
P.: Va benissimo, d'accordo!
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in entrata sull’utenza
telefonica mobile in uso a POLIGNANO Pietro ed in uscita dall’utenza
telefonica in uso a tale ANGIULLI avvenuta in data 31.08.2005 alle ore 19.54,
emerge che il Cap. ANGIULLI contatta telefonicamente il Ten. Col.
POLIGNANO, suo comandante diretto, per riferirgli del suo trasferimento alla
Compagnia di Imperia.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza
telefonica mobile in uso a POLIGNANO Pietro ed in entrata sull’utenza
telefonica in uso a tale PACO avvenuta in data 01.09.2005 alle ore 08.49, emerge
che il Ten. Col. POLIGNANO parlando con il suo interlocutore sostiene di non

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aver condiviso la relazione inviata dal Gen. GARELLI alla Procura Generale di
Potenza che ha poi innescato la vicenda in esame.
Dalla trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza
telefonica mobile in uso a POLIGNANO Pietro ed in entrata sull’utenza
telefonica in uso a voce maschile da identificare avvenuta in data 01.09.2005 alle
ore 17.14, emerge che il Ten. Col. POLIGNANO riferisce al suo interlocutore che
alla direzione della Sezione di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri presso la
Procura della Repubblica di Potenza sarebbe stato, verosimilmente, nominato, il
Magg. ZOLLI, con il placet sia del dr. TUFANO che del dr. BONOMI. Inoltre,
riferisce al suo interlocutore che il dr. GALANTE non sarebbe rimasto a lungo a
Potenza. Il Magg. ZOLLI sarebbe stato convocato con urgenza a Potenza, benché
fosse in licenza, per essere sentito dal dr. BONOMI.
Si evidenziano, altresì, ulteriori contatti che sono significativi dei rapporti tra il
dr. BONOMI ed il Col. CC IMPROTA. Tanto emerge dalla trascrizione integrale
della conversazione telefonica in uscita dall’utenza in uso a IMPROTA Nicola
ed in entrata sull’utenza in uso a BONOMI Gaetano, avvenuta in data
29.08.2005 alle ore 10.51, laddove l’alto ufficiale dei Carabinieri, venuto a
conoscenza di ulteriori indagini sul suo conto da parte del dr. WOODCOCK,
nell’ambito del procedimento penale riguardante il già citato PESSOLANO,
contatta il dr. BONOMI, per lamentarsi di tale situazione. Il dr. BONOMI gli
consiglia di rivolgersi al dr. TUFANO, aggiungendo, con riferimento alla
predetta indagine di “….fargli fare il loro mestiere e poi voi farete il vostro. E'
chiaro?” . Il Col. IMPROTA, inoltre, si lamenta del fatto che l’indagine del dr.
WOODCOCK sarebbe un atto di ritorsione nei suoi confronti, considerati i
rapporti tra l’Arma e la Procura di Potenza. IMPROTA aggiunge che
WOODCOCK starebbe creando dei problemi anche a suo genero per via di una
procedura fallimentare. Il dr. BONOMI suggerisce di parlarne di persona, in
quanto i telefoni potevano essere sotto controllo, rivolgendo all’eventuale
personale delle forze di polizia in ascolto, un saluto “…agli amici vicini e
lontani…”. Infine, lo stesso magistrato riferisce al suo interlocutore che avrebbe
potuto trovare il dr. TUFANO in ufficio.
In merito si mette in evidenza quanto dichiarato da DI TOLLA Pasquale, che
all’epoca conduceva le indagini in questione:
Dopo circa 20 giorni dall’attivazione delle operazioni tecniche sono emerse numerose
conversazioni telefoniche tra i predetti ufficiali (Polignano e Improta) ed il Sostituto
Procuratore Generale dott. Bonomi Gaetano. Preciso che dette conversazioni telefoniche
sono state trascritte da me, dall’assistente Taddei, nonché dalla d.ssa Senatore e Agente
De Felice, e trasmesse ex art.11 c.p.p., ovvero senza che sia stata fatta alcuna attività
investigativa. In particolare tra le predette conversazioni ricordo in particolare di una.
Ovvero nel mentre era in corso da parte nostra su delega del dott. Woodcock l’escussione
ex art.351 c.p.p. degli autisti dei predetti colonnelli, al fine di verificare se gli stesi
quando prendevano in prestito o noleggio le autovetture dal Pessolano, pagavano o meno,
il Colonnello Improta telefonò al predetto Bonomi lamentandosi di questa nostra attività
d’indagine. il predetto dott. Bonomi, non ricordo bene le parole, la conversazione è stata
trascritta, rispose “fategli fare il loro lavoro che poi dopo voi farete il vostro”. Voglio
precisare che da quello che ricordo, la maggior parte delle conversazioni aveva ad oggetto
“problemi” che vi erano stati tra l’Arma dei Carabinieri e la Procura della Repubblica,
anche se non posso riferire compiutamente in merito, in quanto come già detto ai sensi
dell’art.11 c.p.p. non approfondimmo tali emergenze.

95
Difatti, le lamentele che il Col. IMPROTA fa al BONOMI sono relative proprio
alle indagini condotte dal DI TOLLA e dirette dal dr. WOODCOCK, che
vedevano coinvolti gli alti ufficiali in oggetto.
Riferiva il Ten. Salvatore LUCIANO,:
ADR: Ho prestato servizio quale comandante del N.O.R.M. dei Carabinieri presso la
Compagnia di Potenza dal settembre del 2003 al 09.01.2006.
ADR: Ricordo che fin dal primo momento quando arrivai a Potenza vi era una situazione
abbastanza delicata relativa al comportamento di un ufficiale dell’Arma, il Col.
PERILLO Gennaro, il quale, anche quando era in divisa, andava nei bar ad ubriacarsi ed
a creare disordine e disagio per l’Arma dei Carabinieri. In più di una occasione sono stato
io stesso a dover andare a recuperare il predetto ufficiale dai bar in quanto i proprietari
degli stessi chiamavano perché lo stesso per lo stato di ubriachezza poteva creare danno a
se stesso ed agli altri. Ad un certo punto di iniziativa provvidi ad escutere il proprietario
di un bar a Potenza, dove era solito recarsi il PERRILLO, in quanto si trovava di fronte
al Comando dei Carabinieri. Redatto l’atto lo trasmisi gerarchicamente al mio superiore
diretto, il Cap. ANGIULLI, comandante della Compagnia di Potenza. Lo stesso
ANGIULLI trasmetteva gli atti a sua volta al Comando Provinciale ed in particolare al
Ten. Col. POLIGNANO. Preciso che anche altri militari dell’Arma dei Carabinieri
avevano redatto e trasmesso per scala gerarchica alcune relazioni riguardanti il
comportamento del PERILLO Gennaro. Successivamente lo stesso PERILLO venne
denunciato per violenza sessuale in quanto aveva palpato la cuoca della mensa della
caserma. A seguito di tale ultimo evento essendosi incardinato procedimento penale sia
presso la procura militare che presso la procura Ordinaria di Potenza, venne trasmessa
tutta la documentazione relativa al PERILLO, tra la quale anche il SIT da me redatto alla
stessa Procura. Da qui nacque il procedimento penale per omissione di atti di ufficio a
carico di alcuni ufficiali dell’Arma in quanto non avevano provveduto ad inviare
immediatamente in Procura la notizia di reato relativa al PERILLO. In tale procedimento
penale venne indagato il Ten. Col. POLIGNANO che come comandante provinciale al
quale noi avevamo inviato i documenti relativi al PERILLO non aveva provveduto a
trasmetterli in Procura. Io in merito a tale procedimento penale venni sentito a sommarie
informazioni dalla d.ssa PICCINNINI alla quale ricostruì tutti i fatti così come indicati.
ADR: A seguito di tale atto il Ten. Col. POLIGNANO venne a sapere della sua
iscrizione nel registro degli indagati, pertanto chiede di essere sentito dalla d.ssa
PICCININNI contestando davanti a quest’ultima che sarei dovuto essere io a trasmettere
gli atti in Procura e non lui. Successivamente fui sentito presso la procura Generale
presso la Corte di Cassazione di Roma per via di un procedimento disciplinare
incardinato a carico della d.ssa PICCININNI che scaturiva, credo, proprio da tali
vicende. Alla d.ssa PICCININNI, da quanto ho avuto modo di capire, veniva contestato il
fatto, lamentato dal POLIGNANO, di avere tenuto aperta la posizione a carico del
POLIGNANO per troppo tempo, in tal modo danneggiandolo. La d.ssa PICCININNI si
giustificò che tale lungo lasso di tempo era da ricondurre alla mia prolungata assenza dal
servizio per malattia, in quanto doveva procedere, alla mia escussione. Io confermai
innanzi alla Procura Generale presso la Corte di Cassazione in Roma tale circostanza.
ADR: Presumo che i motivi di risentimento del POLIGNANO contro la Procura
della Repubblica di Potenza siano da ricondurre a tale episodio.
ADR: Tra maggio e giugno del 2005, venimmo convocati, se non ricordo male, presso il
Comando Regione di Potenza dove si tenne una riunione cui partecipò, oltre al
sottoscritto, il Cap. ANGIULLI, il Magg. ZOLLI, il Ten. Col. POLIGNANO e se non
ricordo male anche il Gen. GARELLI. Si era soliti essere convocati presso il Comando

96
Regione per il cosiddetto “rapporto ufficiali”, ovvero riunioni operative nel corso delle
quali si provvedeva al coordinamento delle attività in corso. In tale occasione oltre a
discutere di fatti riguardanti il servizio ci fu richiesto se vi fossero delle situazioni o
accadimenti ritenuti anomali da parte della Procura della Repubblica di Potenza. In
merito io feci presente che avevo in corso molte attività d’indagine con il dott.
WOODCOCK, motivo per il quale ogni mattina mi recavo da lui per il coordinamento
investigativo relativo a tali attività. Una mattina nel parlare lo stesso mi chiese se
stessimo svolgendo delle indagini sul dipartimento alimentare del San Carlo di Potenza,
io risposi affermativamente, aggiungendo che però non potevo aggiungere altro e che altre
notizie potevano essere richieste alla d.ssa DE LUCA, titolare del procedimento. Finì
tutto lì’. Di tale episodio mi venne richiesto, dalla scala gerarchica di fare una
relazione. Io credendo che la stessa servisse come atto interno al reparto,
provvidi a redigerla ed a trasmetterla al mio superiore, Cap. ANGIULLI, il quale
la trasmise al Ten. Col. POLIGNANO. Non sapevo a cosa servisse tale relazione
e ripeto che credevo fosse solo un atto interno, anche se poi per quanto accaduto
ho saputo che la stessa è stata trasmessa con apposita relazione del Gen.
GARELLI alla Procura Generale di Potenza. Se solo avessi intuito l’utilizzo che
si voleva fare della mia relazione non l’avrei mai redatta.
ADR: Io ho sempre avuto ottimi rapporti sia con la Procura di Potenza che con tutti i
magistrati in servizio presso la stessa e non ho mai avuto motivi di astio o risentimento
nei confronti di alcuno degli stessi, i miei rapporti con i medesimi sono stati sempre
improntati al massimo rispetto e reciproca stima.
ADR: Quando venni a sapere per voci che giravano all’interno degli uffici del
Comando Regionale di Potenza, dell’invio della relazione da parte del Gen.
GARELLI e dell’utilizzo che lo stesso aveva fatto della stessa rimasi molto
contrariato ed allo stesso tempo amareggiato. Ripeto io sapevo, per quanto ci
era stato detto, che la relazione che avevo fatto doveva rimanere un atto interno
da inviare alla scala gerarchica.
ADR: Preciso che una mattina mentre mi trovavo in Procura ebbi modo di rilevare posata
su una scrivania della segreteria di un Pubblico Ministero, una richiesta di chiarimenti
da parte della Procura Generale di Potenza relativa proprio a questa relazione del Gen.
Garelli della quale avevo sentito parlare. Trovandomi molto imbarazzato e
amareggiato per tale accadimento, trovandomi nell’ufficio del dott.
WOODCOCK per altri fatti, mi sentì in dovere come persona a chiarire gli
accadimenti relativi a tale relazione con il dott. WOODCOCK, con il quale
ripeto avevo un rapporto di reciproca fiducia e stima. Sentivo di dovermi
chiarire con lo stesso magistrato anche perché avevo notato il suo
atteggiamento un po’ cambiato nei miei confronti. Preciso a tal proposito che lo
stesso era già a conoscenza della suddetta relazione. Ritenni giusto a questo
punto chiarire con lo stesso gli accadimenti. Riferii al predetto magistrato che
per me il fatto era risultato molto increscioso e che ero molto amareggiato per
l’accaduto, in quanto non era mia intenzione andare a ledere il rapporto di stima
e fiducia tra di noi, riferendo che in qualche maniera l’accaduto era frutto di
fraintendimenti, relativi all’utilizzo che si sarebbe dovuto fare della mia
relazione. Mi scusai personalmente per quanto accaduto. Da subito il dott.
WOODCOOCK dimostrò di aver capito i fatti rinnovandoci la sua stima nei
nostri confronti.
ADR: A tale incontro con il dott. WOODCOCK partecipò anche il maresciallo
IANNACCONE.

97
ADR: Successivamente fui convocato dal Procuratore, dott. GALANTE, il quale mi
escusse a sommarie informazioni, chiedendomi di ricostruire i fatti di cui alla richiesta del
dott. WOODCOCK di notizie circa il procedimento penale di cui vi ho prima indicato.
Inoltre lo stesso Procuratore della Repubblica mi chiese se fossi a conoscenza delle
motivazioni per le quali il Gen. GARELLI aveva redatto la relazione contro la Procura
della Repubblica di Potenza ed alcuni magistrati che vi facevano servizio. Io ricostruii i
fatti così come prima vi ho indicato specificando che in qualche maniera era
stata interpretata in maniera errata la mia relazione in quanto io non avevo
nulla da lamentare sul comportamento del dott. WOODCOCK e dei magistrati
in servizio a Potenza, io avevo solo provveduto ad esporre i fatti. Ripeto i miei
rapporti con il dott. WOODCOCK erano ottimi.
A questo punto si dà atto che i verbalizzanti procedono alla lettura delle
dichiarazioni rese dal Ten. LUCIANO Salvatore innanzi al dott. GALANTE
Giuseppe. Lo stesso in merito dichiara: “confermo integralmente quanto già
dichiarato al dott. GALANTE”. Pertanto le suddette dichiarazioni si intendono
qui integralmente richiamate.
ADR: Successivamente mi pare nel mese di Agosto del 2005 fui convocato presso
il Comando Regione dove mi venne detto che ci voleva parlare il Comandante
Interregionale dell’epoca, Gen. CETOLA. Fu convocato, oltre al sottoscritto
anche il Cap. ANGIULLI, il Magg. ZOLLI ed il M.llo IANNACCONE. In tale
sede, con colloqui privati, il Gen. CETOLA alla presenza del Col. IMPROTA, mi
chiese di ricostruire tutta la vicenda con particolare riferimento a quanto da me
dichiarato al dott. GALANTE e del motivo per il quale mi ero recato da
WODCOOCK. Quindi, in particolare mi veniva contestato di essere andati dal
dott. WOODCOOCK a parlare male del Gen. GARELLI. Io riferii di essere
andato dal dott. WOODCOOCK, come ero solito fare sempre e di non aver
parlato male del Gen. GARELLI, esponendogli solo l’uso distorto, per quello che
constava a me personalmente, che era stato fatto della mia relazione, in quanto
non mi era stato specificato l’uso che se ne doveva fare, ovvero essendo io a
conoscenza del fatto che la stessa doveva rimanere un atto interno all’Arma.
Aggiungo che ricordo chiaramente, che ad un certo punto essendo mareggiato per
tali accadimento, dissi ai miei superiori che se intendevano punirmi in caso
avessi commesso delle violazioni, di farlo e basta.
ADR: Nella stessa sede mi fu contestato che non sarei dovuto andare dal dott.
WOODCOCK.
ADR: Non ricordo se nella stessa sede mi fu anticipato che saremmo stati sentiti dal dott.
BONOMI. Fatto sta che di lì a breve fummo convocati attraverso i nostri
superiori dallo stesso. A me lo comunicò formalmente il Cap. ANGIULLI al
quale era stato comunicato dal Comando Provinciale. Io mi recai dal dott.
BONOMI unitamente al M.llo IANNACCONE.
ADR: L’escussione del dott. BONOMI fu incentrata su quanto accaduto con il dott.
WOODCOCK. In particolare lo stesso, senza farmi prendere contezza dell’atto, ovvero
farmelo leggere, mi riferì che il dott. WOODCOCK in una sua relazione aveva scritto che
io sarei andato da lui e gli avrei riferito che il Gen. GARELLI non doveva prendere
quell’iniziativa sbagliata e mi chiede se ciò corrispondesse al vero. Io dissi che non era
vero ciò. Inoltre lo stesso mi chiese se corrispondeva al vero la circostanza secondo la
quale io avrei chiesto scusa per l’Arma dei Carabinieri. Anche in questo caso io risposi
che non era vero. A questo punto intendo specificare le circostanze appena
indicate. Infatti io riferii al dott. WOODCOOCK che in qualche maniera era

98
stata la mia di relazione ad essere stata travisata e male interpretata dai miei
superiori in quanto io non avevo alcun motivo per lamentarmi del
comportamento del dott. WOODCOOCK. Io potevo non condividere l’iniziativa
del Gen. GARELLI ma il mio colloquio con WOODCOOCK non era stato
incentrato su tale circostanza. Io non ero d’accordo su quanto fatto dal Gen.
GARELLI, tanto che se avessi saputo che lo stesso avrebbe fatto l’uso che poi ha
fatto della mia relazione non l’avrei mai redatta, ma non lo riferii al dott.
WOODCOOCK. Allo stesso ripeto mi scusai solo personalmente per l’accaduto in
quanto non era ciò che io volevo accadesse essendo utilizzata in maniera difforme alla mia
volontà la mia relazione.
A questo punto si dà atto che i verbalizzanti procedono alla lettura delle
relazione redatta in data 28.06.2005 dal dott. WOODCOOCK indicate. Lo stesso
in merito dichiara: “quanto relazionato dal dott. WOODCOCK corrisponde al
vero, infatti noi esprimemmo allo stesso magistrato, come peraltro già indicato
la nostra amarezza per l’accaduto e per l’uso che era stato fatto della mia
relazione”
ADR: Successivamente venne attivato nei miei confronti un procedimento
disciplinare su iniziativa del Ten. Col. POLIGNANO il quale mi contestò i fatti
relativi al procedimento penale istruito dalla d.ssa PICCININNI nel quale lo
stesso poi venne indagato, che vi consegno in copia. Inoltre fu attivata nei miei
confronti anche la procedura per il trasferimento. Infatti fui trasferito a Napoli.
ADR: L’aria presso il Comando di Potenza era divenuta irrespirabile, motivo per il quale
fui anche contento di essere trasferito, in quanto per via di tali accadimenti non ce la
facevo più a stare in quel posto. Aggiungo inoltre che oltre al procedimento
disciplinare con la richiesata dell’applicazione della sanzione della consegna di
rigore, il ten. Col. POLIGNANO nella redazione delle mie note caratteristiche mi
abbassò la valutazione relativa all’aggettivazione di tre voci della valutazione.
ADR: A suo dire anche per le contestazioni che mi ha fatto io avrei tradito la
scala gerarchica. Ma ciò io presumo derivi da un suo risentimento nei miei
confronti per i fatti di cui vi ho appena detto.
ADR: Ricordo di essere stato convocato dal Ten. Col. POLIGNANO il quale mi chiese
dell’oggetto della mia escussione da parte del dott. GALANTE. Io riferì di essere stato
escusso ma che non potevo riferire nel merito in quanto vincolato al segreto istruttorio.
ADR: Sono a conoscenza che il Ten. Col. POLIGNANO aveva fatto domanda per
andare alla Sezione di Polizia Giudiziaria presso la procura di Potenza, ma che
poi a seguito credo di tali vicende, ed in particolare della sua iscrizione nel
registro degli indagati per la vicenda relativa al Ten. Col. PERILLO, abbia
ritirato la domanda. Questo potrebbe essere un motivo di risentimento nutrito
dal ten. Col. POLIGNANO contro al Procura di Potenza.
ADR: Il posto presso la Sezione di P.G. presso la Procura fù poi assegnato al Magg.
ZOLLI.
ADR: Per quanto indicato nello stesso periodo si era diffusa la voce che io fossi un
“traditore” dell’Arma dei Carabinieri in quanto ero andato a riferire notizie riservate al
dott. WOODCOCK ed particolare della relazione del Gen. GARELLI. Di tale circostanza
ho avuto anche conferma dalla lettura della stampa.
A supporto delle dichiarazioni rese il Tenente LUCIANO forniva della
documentazione dalla quale emergeva l’avvio del procedimento disciplinare a
suo carico da parte del Ten. Col. POLIGNANO

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Riferiva il Cap. CC Angiulli Antonio:
ADR: Ho prestato servizio quale comandante della Compagnia dei Carabinieri di Potenza
dall’ottobre del 2003 al settembre del 2005, con l’interruzione di un periodo di missione a
Sarajevo dal 17.11.2004 al 07.04.2005, con rientro effettivo in servizio il 28.04.2005.
ADR: Alla fine del mese di maggio del 2005, dopo poco tempo dal mio ritorno dalla missione
all’estero, ricordo che fu convocata presso il comando regionale dei Carabinieri di Potenza
una riunione straordinaria su input del Comandante Regionale, Gen. GARELLI. A tale
riunione ricordo che parteciparono, oltre al sottoscritto, il Gen. GARELLI, il Col.
IMPROTA, il Ten. Col. POLIGNANO, il Magg. ZOLLI, il Ten. MILONE ed il Ten.
LUCIANO. In tale sede il Gen. GARELLI ci comunicò che le indagini in quel momento
stavano segnando il passo e che i reparti alla sede non stavano ottenendo risultati,
invitandoci a darci da fare. Ad un certo punto, non ricordo se il Ten. Col. POLIGNANO od
il Col. IMPROTA o altri, cercarono di giustificare la mancanza di risultati da parte dei
reparti ovvero la mancanza di indagini di rilievo a pregiudizi da parte della Procura della
Repubblica di Potenza. Quindi vengono citati alcuni episodi. A questo punto il Gen.
GARELLI o IMPROTA, non ricordo di preciso chi dei due, ci chiesero come si volesse agire
relativamente a questo problema, se aprendo uno scontro frontale con la Procura della
Repubblica, ovvero avvisando di tali accadimenti la scala gerarchica anche al fine di
giustificare la mancanza di risultati operativi. All’unanimità si decise di limitarsi ad
informare la scala gerarchica. Quindi il Gen. GARELLI, chiese a ciascuno di redigere
una relazione con la quale rappresentare i “rapporti con la Procura della
Repubblica”. In parole povere si giunse alla decisione di redigere delle relazioni che
sarebbero dovute rimanere interne all’Arma.
ADR: Inizialmente, fui titubante relativamente a tale richiesta ed attesi. Verso la metà di
Giugno del 2005, la relazione richiesta fu sollecitata più volte dal Comandante Regionale al
Comandante Provinciale ed a sua volta a me, tanto che fui costretto a redigerla. La mia
relazione era il risultato di alcuni fatti riferitimi dal Ten. LUCIANO e dei quali, tra l’altro
non avevo neanche una conoscenza diretta per via del mio periodo di assenza per la missione
all’estero. Alla relazione in questione diedi la classifica di “riservato” in quanto
credevo che la sua divulgazione avrebbe potuto recare nocumento alle Istituzioni,
palesando un potenziale conflitto tra l’Arma dei Carabinieri e la Procura della
Repubblica, anche perché, come da accordi raggiunti nel corso della riunione di cui
vi ho detto in precedenza, la relazione sarebbe dovuta rimanere un atto interno.
Quindi consegnai tale relazione al Ten. Col. POLIGNANO, che a quanto mi fu detto la fece
sua e la trasmise al Gen. GARELLI. Successivamente appresi che il Gen. GARELLI aveva
redatto una relazione contenente, fra le altre, alcune delle notizie da me riferite con la
relazione in questione, alla Procura Generale di Potenza, il Ministero della Giustizia, il
CSM, quindi facendo delle informazioni richieste un uso diverso da quanto
inizialmente dichiarato. Per tale motivo sentii venir meno la mia fiducia verso la
mia gerarchia in quanto il documento mi era stato richiesto per uno scopo e poi
utilizzato per un altro totalmente diverso.
ADR: In tale contesto venne fuori uno scontro istituzionale tra la Procura della
Repubblica di Potenza e l’Arma dei Carabinieri dello stesso capoluogo, ed
iniziarono a circolare delle voci relative all’ambizione da parte del dott. BONOMI,
Vice Procuratore Generale di ricoprire l’incarico di Procuratore Capo al posto del
dott. GALANTE.

100
ADR: In quel periodo vi era una certa tensione tra alcuni esponenti dell’Arma dei
Carabinieri e la Procura della Repubblica, presumibilmente dovuta ad alcuni
episodi ed indagini in essere presso il predetto ufficio giudiziario che avevano
interessato alcuni nostri ufficiali ed in particolare il Ten. Col. PERILLO ed il Ten.
Col. POLIGNANO per la vicenda relativa al comportamento del primo tra i due
ufficiali che era solito ubriacarsi anche quando era in divisa creando problemi sia
per se stesso che per gli altri e sia per una indagine cha aveva visto coinvolto un
noto imprenditore potentino, tale PESSOLANO, dalla quale erano emersi non
chiari rapporti tra quest’ultimo ed altri ufficiali dell’Arma, tra i quali lo stesso
POLIGNANO ed il Col. IMPROTA.
ADR: Oggi ritengo di poter affermare ragionevolmente che forse il motivo per il quale la
Procura di Potenza non ci assegnava deleghe di indagine di un certo rilievo era dovuto ad
una mancanza di fiducia della stessa nei confronti di alcuni ufficiali posti ai vertici
dell’Arma a Potenza.
ADR: Nei primi del mese di luglio del 2005 ricordo che fui convocato dal dott. GALANTE il
quale mi escusse proprio sulla relazione fatta dal gen. GARELLI chiedendomi dei
chiarimenti in merito ad alcuni punti indicati nella stessa. Io riferii di non essere a
conoscenza di alcuni episodi in quanto assente da Potenza, per altri riferii anche che mi ero
sentito in qualche maniera tradito nella mia dignità di uomo ed ufficiale dalla mia scala
gerarchica.
A questo punto si dà atto che viene letto al Cap. ANGIULLI Antonio il verbale
delle dichiarazioni rese al dott. GALANTE Giuseppe in data 07.07.2005. Lo stesso
in merito dichiara: “confermo nella sua interezza quanto dichiarato al dott.
GALANTE Giuseppe in tale sede”. Pertanto si dà atto che dichiarazioni rese dal
Cap. ANGIULLI al dott. GALANTE si ritengono integralmente richiamate nel
presente atto.
ADR: Ricordo che a seguito della mia escussione da parte del dott. Galante mi fu richiesto
dal Ten. Col. POLIGNANO di riferire circa la mia escussione con una relazione,
chiedendomi di riferirgli sul contenuto delle mie dichiarazioni. Quindi provvidi a redigere
una relazione nella quale però indicavo in maniera assolutamente generica l’argomento
dell’escussione, non entrando nei particolari relativi alla mie dichiarazioni. Successivamente
lo stesso mi chiese nuovamente una relazione chiedendomi il contenuto esatto delle mie
dichiarazioni al dott. GALANTE. In questa seconda circostanza opposi il segreto istruttorio.
Dopo qualche tempo, ovvero qualche giorno prima che venisse a Potenza il
Comandante Interregionale, Gen. CETOLA, il Ten. Col. POLIGNANO mi convocò e
mi chiese se veramente credevo che loro non avrebbero saputo cosa avevo detto al
GALANTE. Ai primi del mese di Agosto del 2005 venne a Potenza il Gen. CETOLA,
il quale mi convocò presso gli uffici del Comando Regione, dove alla presenza del
Col. IMPROTA mi contestò “la mancanza di lealtà nei confronti della scala
gerarchica”, accusa assai pesante per un militare, in quanto avevo riferito al dott.
GALANTE il mio stato d’animo, cioè il fatto di essermi sentito tradito dai miei
superiori. Lo stesso Gen. CETOLA mi riferì nel corso dello stesso incontro che di lì
a breve sarei stato sentito dal dott. BONOMI presso la Procura Generale, per
chiarire alcuni punti. In particolare lo stesso Gen. CETOLA riconduceva la mia
mancanza di lealtà ad una frattura che avrei creato all’interno della scala
gerarchica per aver palesato una diversità d’intenti.

101
ADR: In sede di escussione da parte del dott. BONOMI mi venne richiesto da questi se c’era
unità d’intenti con i miei superiori ovvero se io condividessi quanto relazionato dal Gen.
GARELLI. Io risposi che mi era stato richiesto di relazionare su alcuni fatti, io, ubbidendo
ad un ordine legittimo lo avevo fatto, e che non era mia competenza l’uso che i superiori
avevano fatto delle informazioni fornitegli.
ADR: Dal comportamento tenuto dal Col. IMPROTA è mia impressione che
sperava in una mia ritrattazione.
ADR: Non mi è stato indicato direttamente di ritrattare o cosa dire al dott.
BONOMI, posso però riferire che in quel periodo la pressione che si era creata sulla
mia persona era molto forte. In particolare tale pressione era resa evidente dalla
continua richiesta di notizie sul contenuto delle mie dichiarazioni al dott.
GALANTE da parte del Ten. Col. POLIGNANO, ma anche dal fatto di essere stato
convocato a rapporto sull’argomento dal Comandante Interregionale, Gen.
CETOLA che sia era recato fino a Potenza per tale situazione.
ADR: Ho avuto la netta impressione che sia il Gen. CETOLA che il dott. BONOMI
erano a conoscenza di quanto io avessi dichiarato al dott. GALANTE.
ADR: Il 19.08.2005 fui convocato dal Ten. Col. POLIGNANO il quale mi comunicò
che il Comando Regionale, quindi IMPROTA o GARELLI, avevano fatto pressioni
affinché fosse avviato nei miei confronti un procedimento disciplinare e che di
conseguenza lui mi aveva fatto rapporto con la richiesta di attribuzione della
punizione della consegna di rigore. Di lì a qualche giorno ebbi comunicazione del
mio trasferimento alla Compagnia di Imperia.
ADR: Dopo tali accadimenti non ho avuto più notizie del procedimento disciplinare a mio
carico, che fù avviato con la constatazione degli addebiti da parte del Ten. Col.
POLIGNANO a cui non seguì mai però la formale contestazione degli addebiti. Presumo,
quindi, che sia stato archiviato.
ADR:, Ritengo che il mio trasferimento alla Compagnia di Imperia sia stato
verosimilmente determinato dagli eventi in questione o causa diretta degli stessi.
Infatti solitamente il Comando Generale è solito preavvisare telefonicamente gli
ufficiali in corso di trasferimento nei mesi precedenti ad Agosto, di solito infatti in
caso di movimento la comunicazione viene data nei mesi di maggio – giugno.
ADR: Il mio trasferimento ad Imperia anche se non previsto per me è stato
comunque ben accetto in quanto non gradivo rimanere ulteriormente a Potenza per
la situazione che si era venuta a creare con la Procura e sia per le mille difficoltà
che ho incontrato nell’espletamento della mia attività di servizio, in quanto ogni
qualvolta si iniziava un’attività sembrava si andasse a ledere l’interesse di
qualcuno in una realtà nella quale avevano notevole importanze aderenze e
cointeressenze di vario tipo.
ADR: Le pressione che si erano venute a creare ed una più razionale valutazione dei
fatti da parte mia mi spinsero ad “addolcire” davanti al dott. BONOMI le
espressioni utilizzate con il dott. GALANTE nel corso dell’escussione.
ADR: Ho sempre avuto buoni rapporti con molti dei magistrati in servizio presso
la Procura della Repubblica di Potenza, comunque con nessuno ho avuto mai
motivi di astio e/o risentimento.

102
Appare di tutto rilievo la circostanza scatenante della vicenda che prende spunto
da una relazione presentata dalla più alta carica dell’Arma dei Carabinieri della
Basilicata, Gen. Emanuele Garelli, indirizzata, in modo irrituale, alla Procura
Generale – S. E. Dr. Gaetano Bonomi - nella quale vengono rappresentate doglianze
relative ai rapporti intercorrenti fra l’Arma dei Carabinieri di Potenza e la Procura
della Repubblica di Potenza ed in particolare con il Capo dr. Galante ed i Sostituti
Woodcook, Montemurro e Piccininni. E’ opportuno evidenziare che l’irritualità
rilevata non appare fine a se stessa ma atta a determinare la rimozione dall’incarico
del Procuratore della Repubblica titolare e quindi un avvicendamento a suo favore,
al quale sembra mirare il Sost. Procuratore Generale Dr. BONOMI.
Si delineano una serie di azioni fra le quali assumono particolare rilievo
l’interscambio fra i soggetti di informazioni, documenti, atti, alcuni dei quali
sicuramente tutelati dal segreto (atti investigativi di procedimenti penali),
indirizzati ad ottenere dichiarazioni di pubblici ufficiali divergenti dalla realtà dei
fatti.
E’ di tutto rilievo la pressione psicologica da parte dei vertici dell’Arma sopra
indicati finalizzata a modificare le dichiarazioni rese, in sede procedimentale, dagli
Ufficiali Ten. Luciano e Cap. Angiulli raccolte dal Procuratore Galante e che
andavano in senso inverso a quanto affermato dal Generale Garelli nella sua
relazione. In ciò avvalendosi attraverso varie azioni del potere di coazione,
potenzialmente idoneo a coartare la libertà di azione e autodeterminazione,
derivante dalla carica rivestita.
Preminenti sono i ruoli svolti dal Ten. Col. Polignano e dal Col. Improta,
assumendo gli altri, ed in particolare il Gen. Cetola, un ruolo strumentale
all’intendimento dei principali autori. In tal senso si evidenzia che l’intendimento
del Gen. Cetola, ad un certo punto, appare orientato a comporre i rapporti fra
l’Arma e la Procura della Repubblica. Non appare così definibile il comportamento
del Gen. Garelli per via della sua posizione di Comandante Regionale interlocutore
istituzionale e quindi responsabile degli atti prodotti (relazione indirizzata al Dr.
Bonomi) e superiore gerarchico degli ufficiali Ten. Luciano e Cap. Angiulli e che
manifesta e determina la richiesta di provvedimenti disciplinari.
La posizione assunta dal dr. BONOMI traspare da più atti fra i quali emerge
l’accordo con i vertici dell’Arma teso a determinare la ritrattazione nel senso più
favorevole ai suoi obiettivi, delle dichiarazioni rese dagli Ufficiali al Dr. Galante. Il
BONOMI, tra l’altro, propala gli stessi atti e documenti pervenuti dalla Procura
della Repubblica di Potenza e, quindi, posseduti in ragione del proprio ufficio,
coperti dal segreto investigativo, e tra l’altro, inseriti nel procedimento penale
iscritto presso la Procura della Repubblica di Potenza. Tale condotta è anche
relativa ad atti pervenuti dal Ministero della Giustizia in ragione di apposita delega
alla sua persona, finalizzata all’accertamento dei fatti relativi al procedimento
amministrativo. Tali documenti sono stati utilizzati al fine di precostituire
testimonianze ed atti finalizzati ad indirizzare gli accertamenti ad una soluzione
confacente gli obiettivi che dovevano favorire la rimozione del Procuratore
Galante.
Altresì, emerge chiaro l’interessamento del dr. BONOMI a ricoprire l’incarico di
Procuratore della Repubblica di Potenza
Riferiva il maresciallo CC PAGANO Antonio:
“ADR: Ho prestato servizio quale componente della Sezione di P.G. – aliquota CC – presso
la Procura della Repubblica di Potenza dal 2001 al settembre 2004, anche se effettivamente il

103
mio trasferimento dalla Sezione di P.G. è avvenuto nei primi mesi del 2005. Dal Settembre
2004 sino a tale data sono stato assente per motivi di salute. Ufficialmente il mio
trasferimento fu fatto in quanto in sovra organico. All’epoca la pratica amministrativa del
mio trasferimento fu seguita dal Comando Regionale dei CC Basilicata tramite il Comando
Provinciale ed in particolare dal T. Colonnello POLIGNANO. Voglio inoltre precisare che il
Comando Generale dell’Arma chiese il recupero di un’ unità in servizio presso la Sezione di
P.G. di Potenza. Quindi attivò il Comando Regionale che fece seguire la pratica al Comando
Provinciale. Inizialmente non mi spiegai il motivo del mio trasferimento, pertanto feci un
accesso agli atti. Da tale accesso ebbi modo di rilevare che la scelta su chi trasferire fu fatta
dal Procuratore Generale TUFANO su proposta del Colonnello GENTILI. In particolare il
Procuratore Generale TUFANO motivò il mio trasferimento in quanto ultimo arrivato. Tale
circostanza non corrispondeva al vero e io la riferii al Proc. Generale TUFANO. Questi a
seguito della mia comunicazione specificò formalmente che come ultimo arrivato doveva
intendersi quello per il quale ci fosse stata l’assegnazione a seguito dell’ultimo concorso.
Risultando, anche considerando quest’ultimo parametro, non ultimo arrivato, risegnalai la
discrasia. A seguito di ciò il P.G. TUFANO indicò un nuovo parametro e cioè che per
ultimo arrivato doveva intendersi quello per il quale era stata fatta per ultimo la
determinazione da parte del Comando Generale. Da tali accadimenti capii che comunque
c’era la volontà di trasferirmi dalla Sezione di P.G.. In merito a tale vicenda dal 2005 pende
un ricorso al T.A.R. Basilicata da me promosso. Appresi che il mio nome per il trasferimento
fosse stato fatto dal Col. GENTILI da un’annotazione che rilevai posta in calce su uno dei
documenti acquisiti presso la Procura Generale.
ADR: Storicamente voglio rappresentare alcuni episodi precedenti al mio allontanamento
dalla Sez. di P.G. . A tal proposito preciso che ero assegnato dal febbraio 2004 alla
Dottoressa PICCININNI, magistrato in servizio presso la Procura di Potenza. Con la stessa
stavo seguendo dal maggio 2004 una delicata e complessa indagine che era sorta a seguito di
alcuni fatti reato commessi dal T.Col. CC PERILLO. Da tali fatti l’indagine si allargò sino
ad accertare fatti reato nei confronti di altri ufficiali dell’Arma della Regione CC Basilicata,
tra i quali il Col. IMPROTA , il Gen. GiANNATTASIO, il Gen. GARELLI, il T.Col.
POLIGNANO e il Cappellano militare Don Rocco SMALDONE. I fatti riguardavano
l’utilizzo in maniera gratuita della mensa di servizio senza averne diritto, l’occupazione di
ambienti destinati ad uffici che invece erano utilizzati come alloggio del Gen.
GIANNATTASIO e giustificati come foresteria. In particolare lo stesso Generale utilizzava
tutte le utenze a servizio dell’appartamento giustificandole, grazie ad attestazioni di ufficiali
dipendenti, come utenze di servizio. Altro fatto reato fu l’utilizzo improprio di autovetture
di servizio. Al fine di accertare tali fatti reato acquisimmo numerosa documentazione presso
gli uffici dell’Arma e sentimmo diversi militari. A tal proposito preciso che il Col.
IMPROTA, a seguito di alcuni degli episodi a lui addebitati, fu condannato anche in appello
per aver utilizzato l’autovettura di servizio per scopi privati e personali. Nel corso delle
indagini più volte il mio responsabile di Sezione Col. GENTILI Pietro chiedeva particolari
circa il proprio coinvolgimento o quello di altri ufficiali. Di tali episodi rendevo edotto il
magistrato con il quale collaboravo che mi invitava per il futuro qualora si fossero ripetuti a
segnalarglieli formalmente. A tal proposito voglio precisare che ebbi indicazione precisa e
formale da parte della Dott.ssa PICCININNI di non riferire nulla ai miei superiori. Il Col.
GENTILI, avuta risposta negativa da parte mia, iniziò una azione diffamatoria nei miei
confronti andando a riferire continuamente alla Dott.ssa PiCCININNI che ero uno sfaticato
e professionalmente non preparato con l’intento di farmi allontanare dal predetto
magistrato. Infatti lo stesso GENTILI le propose in mia sostituzione due altri ufficiali di
P.G. L’opera di diffamazione da parte del GENTILI era tanto più forte quanto più si andava

104
avanti nelle indagini. Gli episodi appena narrati mi sono stati riferiti direttamente dalla
Dott.ssa PICCININNI.
Cito tre episodi, ovvero: in una occasione ebbi modo di rilevare che venivano prese le
impronte digitali al Col. GENTILI in merito ad una segnalazione fatta da un vigilantes del
palazzo di giustizia relativa al fatto di aver trovato aperta la porta dell’ufficio della Dott.ssa
PICCININNI. Successivamente lo stesso vigilantes mi riferì che a seguito di quell’episodio
venne allontanato da quella sede di servizio; ulteriore episodio fu quello relativo alla
scomparsa per qualche ora del fascicolo riguardante l’indagine sui Carabinieri di cui sopra,
da me istruito. In proposito preciso che cercai tale fascicolo su richiesta della Dott.ssa
PICCININNI ,ma non lo trovai salvo poi rinvenirlo dopo qualche ora nello stesso posto dove
precedentemente non c’era; ultimo episodio è quello relativo alla sparizione della chiave della
cassaforte della Dott.ssa PICCININNI dove era custodito il fascicolo del P.M. riguardante le
stesse indagini. Preciso che per ben tre volte il Col. GENTILI ha cercato di allontanarmi
dalla Sez. di P.G.. La seconda e terza volta in merito era concorde anche il P.G. TUFANO,
anche se la seconda volta non fui trasferito perché vi si oppose Galante.
ADR: per quanto è in mia conoscenza il Col. Gentili si rapportava direttamente con il P.G.
Tufano.
ADR: cito inoltre un altro fatto. Nel corso delle indagini fui avvicinato dal Ten. Col. Perillo
il quale mi disse di voler rendere dichiarazioni alla Dott.ssa Piccininni, chiedendomi come
poteva fare, visto che lui era a conoscenza delle indagini a suo carico solo in maniera
ufficiosa. Io gli proposi di chiedere una certificazione ex art. 335 CPP, in base alla quale
chiedere di rendere spontanee dichiarazioni . In merito preciso che il giorno dopo il Col.
GENTILI si presentò nell’ufficio della Dott.ssa Piccininni riferendole che il PERILLO
voleva rendere dichiarazioni, che aveva un dossier che avrebbe consegnato. Unica condizione
era quella che non doveva partecipare alla verbalizzazione il sottoscritto. La d.ssa
PICCININNI chiese le motivazioni di tale circostanza, e lo stesso riferì che era una precisa
volontà della parte riferitagli dai suoi avvocati, Avv. CHIRIACO e BARDI Giuseppe. La
d.ssa PICCININNI, chiese di tale circostanza ai predetti avvocati che negarono di aver mai
avanzato una simile richiesta al Col. GENTILI. Pertanto messi sull’allarme da tale
accadimenti decidemmo di sentire il PERILLO immediatamente ed in maniera riservata,.
Tutte le cautele da noi messe in atto all’arrivo del PERILLO in Procura servirono a poco,
rilevato che nel corso dell’esecuzione dell’atto fui contattato telefonicamente da collega del
Comando provinciale che mi chiedeva se stessimo interrogando il PERILLO. Comunicai
l’accaduto alla d.ssa PICCININI che interruppe l’atto e lo rimandò ad altra data.
Decidemmo in proposito con lo stesso magistrato di eseguire l’atto fuori dagli uffici della
Procura, dove a questo punto risultava chiaramente fossimo monitorati. L’atto fu eseguito
presso la Stazione CC di Vaglio di Basilicata.
In merito riferisco che una sera passando dagli uffici della Sezione di P.G., per consegnare le
chiavi dell’autovettura di servizio ebbi modo di vedere il Col. GENTILI a colloquio con il
Ten. Col. PERILLO. Accortisi della mia presenza interruppero la conversazione
visibilmente sorpresi, ed in tale momento vidi che il GENTILI sventolava in mano una busta
gialla. Siccome il giorno dopo sarebbe stata eseguita misura cautelare proprio al carico del
PERRILLO, notiziai di ciò la d.ssa PICCININNI. In merito a tale episodio preciso che il
PERILLO riferì che quella sera stavano parlando di situazioni relative all’indagine in corso
sullo stesso e che il GENTILI gli stava comunicando che era arrivato il mio trasferimento,
contenuto nella busta gialla che aveva in mano, e che da quel momento dell’indagine se ne
sarebbe occupato lui.
In merito ancora preciso che mi risulta che il GENTILI è stato trattenuto in servizio per ben
due anni dopo aver raggiunto il limite massimo di età, su richiesta presumo del P.G.

105
TUFANO. Prima di andare in pensione, il 29.09.2004 il GENTILI avanzò al Procuratore
Generale TUFANO, al dott. GALANTE ed al Comandante della Regione una mia
violazione ai doveri d’ufficio, anche relativamente alla relazione di servizio da me redatta e
relativa all’episodio della presenza del PERILLO nel suo ufficio. Preciso che il GENTILI
all’epoca non avrebbe potuto essere a conoscenza di tale relazione in quanto ancora coperta
dal segreto istruttorio. Per una migliore ricostruzione del fatto mi rifaccio alla denuncia da
me presentata alla Procura Militare di Napoli che vi consegno in copia.
A seguito di tale comunicazione il Procuratore ed il P.G. comunicarono che gli episodi
segnalati esulavano dalla propria competenza e rientravano in quella dei CC. Gli stessi
specificarono di voler essere edotti delle determinazioni adottate e sullo stato della pratica di
trasferimento. A seguito di tali accadimenti mi fu fatto procedimento disciplinare conclusosi
con l’irrogazione della sanzione.
Quando la d.ssa PICCININNI chiese al Gen. GARELLI di trattenermi ancora in servizio
almeno fino alla conclusione delle indagini, lo stesso le rispose che il giorno prima, alla festa
della Polizia, il PG TUFANO non gli aveva stretto neanche la mano ed aveva ulteriormente
sollecitato il mio trasferimento. Preciso che all’epoca io non conoscevo nemmeno di vista il
PG TUFANO.
ADR: Dopo qualche tempo seppi della relazione del Gen. GARELLI contro alcuni
magistrati della Procura di Potenza, tra i quali la d.ssa PICCININNI. In merito, da colloqui
con il Ten. LUCIANO, seppi che alcune loro affermazioni erano state travisate ed utilizzate
per muovere accuse pretestuose, tra gli altri alla d.ssa PICCININNI. In particolare il
LUCIANO mi negò di aver mai riferito quello che risultava essere scritto nella relazione.
ADR: Sono a conoscenza degli ottimi rapporti che vi erano all’epoca tra il Col. Gentili ed il
PG TUFANO, nonché con il dott. BONOMI, per aver in alcune occasioni assistito a
conversazioni tra il BONOMI ed il GENTILI, in occasione di una convocazione dello stesso
BONOMI per essere sentito presso il suo ufficio.
Da voci che ho sentito, risulterebbe che nei giorni precedenti l’invio della relazione del Gen.
GARELLI al PG TUFANO, in molte occasioni sarebbe stato visto uscire dagli uffici della
Procura Generale il Col. IMPROTA.
ADR: sono a conoscenza che il P.G. Tufano e la dott.ssa Genovese erano all’epoca molto
amici.
Dalle dichiarazioni rese dal m.llo CC PAGANO Antonio, emerge il riscontro alla
circostanza secondo la quale la relazione del Gen. GARELLI, con la quale venivano
segnalati i comportamenti dei magistrati indicati, era un atto che scaturiva
direttamente dalla conoscenza degli ufficiali dell’Arma coinvolti in indagini a loro
carico condotte dalla Procura di Potenza ed in particolare dai magistrati chiamati in
causa. Emerge anche la circostanza secondo la quale, pure in questo caso, come atto
di ritorsione contro l’ufficiale di polizia giudiziaria che stava svolgendo le indagini,
sia stato utilizzato in modo illegittimo lo strumento del trasferimento di ufficio e
della promozione nei confronti dello stesso di procedimento disciplinare.
Infine, si evidenzia quanto emerge circa la “vicinanza” tra il dr. TUFANO ed il dr.
BONOMI con il Col. GENTILI. Ciò anche al fine di collegare la medesima
circostanza a quanto indicato circa il “consiglio” dato allo stesso GENTILI inerente
la nomina dell’Avv. PACE invece che dell’Avv. CIMADOMO, in quanto l’unico in
grado “di fare la guerra a WOODCOCK”.

Altro punto stabile del sodalizio criminoso è rappresentato dal ruolo del Presidente
del Tribunale di Matera dr.ssa GRANESE ed i suoi rapporti corruttivi con il dr.
CARUSO, con riguardo in particolare al Consorzio ANTHILL ed alla gara per
106
l’assegnazione delle licenze relative alla telefonia di terza generazione UMTS (in
cui emerge anche un ruolo dell’allora Ministro delle Comunicazioni Maurizio
GASPARRI del partito di alleanza nazionale): il magistrato interviene in favore del
CARUSO ed ottiene, quale controprestazione illecita del mercimonio delle sue alte
funzioni giudiziarie, trattamenti economici di assoluta convenienza dalla Banca
Popolare del Materano di cui il CARUSO era Presidente.
In particolare, alla GRANESE viene concesso un fido della somma finale di €.
430.000,00, senza garanzie da parte dei beneficiari, nonché successivamente un
mutuo, emergendo anche in relazione alla concessione di tale ultimo prestito, le
particolari condizioni di trattamento riservate dalla Banca alla GRANESE, nonché
la consistenza dell’importo erogato e non adeguatamente e realmente garantito, il
tasso applicato e, soprattutto, per il tipo di tasso (fisso), visto in relazione alla
durata del mutuo (20 anni) e l’età (anni 84) della mutuataria alla scadenza del
mutuo (27 febbraio del 2023).
La GRANESE tratta i procedimenti in cui è interessata la Banca Popolare del
Materano quale controprestazione illecita, appunto, dei trattamenti bancari
eccezionalmente favorevoli ricevuti.
In tale contesto si inserisce anche l’altro sodale BUCCICO (esponente di primo
piano del partito di alleanza nazionale in Basilicata), il quale garantisce alla
GRANESE la copertura per ogni sua problematica – così come per altri sodali e
magistrati dei quali diviene con il tempo “garante” - innanzi al Consiglio Superiore
della Magistratura di cui era componente.
Riferisce la persona offesa PICCENNA Nicola:
…ha accertato che l’Avv. M. B. Frangione (patrocinante il Dr. Quintano) ha la sede dello
studio legale coincidente con la sede dello studio legale dell’Avv. Nicola Emilio Buccico
(Consigliere del C.S.M.) e riporta sul timbro ufficiale del proprio studio il medesimo
numero telefonico dell’Avv. Buccico. L’aspetto singolare in aggiunta alla considerazione che
l’Avv. Buccico non può esercitare attività forense sino a quando ricopre la carica in seno al
C.S.M. e che la chiusura transattiva del contenzioso aperto dal Dr. Quintano, si conclude
con il riconoscimento allo stesso delle abbondanti spese sostenute (paga la Banca Popolare
del Materano) e con nessuna segnalazione alla Procura da parte dei magistrati giudicanti,
dei numerosi e dettagliati reati di cui il Quintano dava notizia esplicita nelle
argomentazioni addotte alla sua tesi …omissis… recentemente, con una nota veemente ha
sollecitato (l’Avv. BUCCICO) il C.S.M. a sospendere dalle funzioni e dallo stipendio il Dr.
Panebianco della Procura di Parma in quanto indagato per corruzione in atti giudiziari.
Intervento sacrosanto se non fosse in antitesi con il silenzio totale dello stesso Buccico sulla
vicenda Granese. L’Avv. Emilio Nicola Buccico sa perfettamente delle mie denunce delle
procedure da voi avviate ed ha persino ricevuto copia dettagliata di tutti i documenti forniti
a corredo delle denunce per la corruzione in atti giudiziari della Dr.ssa Iside Granese.
Perché non è intervenuto per sollecitare sospensioni o trasferimenti? O forse è intervenuto
solo per favorire i processi da egli patrocinati attraverso il prestanome Avv. Maria Bruna
Frangione? ...omissis…”””.
Al fine di delineare i fatti il PICCENNA aveva allegato alla denuncia sopra
menzionata un ulteriore esposto riportante in intestazione “Prospetto riepilogativo”
del quale di seguito si riportano i passi più salienti:

107
“””Nel luglio del 2002 il Dr. Eustachio Quintano nella sua qualità di socio della Banca
Popolare del Materano impugna il bilancio al 31.12.2001 della stessa banca. Il procedimento
viene affidato alla Dr.ssa Iside Granese che non dovrebbe seguirlo avendo in essere un
rapporto di debito con la Banca Popolare del Materano. Infatti alla Dr.ssa Granese viene
concesso un fido chirografario di 50-100 mila euro nel settembre - ottobre 2002. Detto fido
viene costantemente utilizzato oltre l’importo deliberato e via via adeguato sino a
raggiungere uno scoperto di 300-400 mila euro. In tutto questo periodo (ottobre 2002 -
febbraio 2003) la Dr.ssa Granese continua a seguire, irridendo il codice, l’impugnativa
Quintano. Nel marzo 2003, poco dopo la sottoscrizione del contratto di mutuo (27.02.2003)
la Dr.ssa Granese si astiene ed il procedimento passa alla D.ssa D’Elia. Nel merito il Dr.
Quintano contesta la nullità del Bilancio argomentando principalmente, sulla base delle
gravi irregolarità nella gestione degli affidamenti contestate dalla Banca d’Italia alla Banca
Popolare del Materano in seguito ad una visita ispettiva (ottobre 2000 - marzo 2001). Fra le
gravi irregolarità vi è la concessione di fidi senza garanzie per importi consistenti (come
avverrà successivamente proprio per la Dr.ssa Iside Granese) e la apocrifia delle firme con
cui sono state disposte operazioni miliardarie (in lire) su alcuni conti correnti. Quintano a
sostegno delle proprie tesi, riporta stralci del verbale ispettivo della Banca d’Italia
estremamente espliciti. Le argomentazioni difensive della Banca Popolare del Materano,
stranamente, negano in maniera generica le tesi del Quintano mentre si concentrano sulla
riservatezza e sulle violazioni in merito del verbale della Banca d’Italia. Alla richiesta del
Quintano di produrre il contestato verbale la Banca Popolare del Materano oppone un
rifiuto mentre la Dr.ssa Granese non ritiene di procedere all’acquisizione giudiziale. La
matassa viene sbrogliata dall’Avv. Buccico che, operando in maniera occulta attraverso
l’Avv. Maria Bruna Frangione (difensore di Quintano e domiciliata presso lo studio legale
dell’avv. Buccico) concorda il ritiro dell’impugnativa da parte di Quintano e la liquidazione
a quest’ultimo di congrue spese da parte della Banca Popolare del Materano
…omissis…”””.
Con riferimento alla GRANESE la Banca Popolare del Materano riconosce ulteriori
particolari e vantaggiose condizioni con riferimento alle tre aperture di credito di
rilevante importo, perché concesse in assenza di qualsiasi garanzia, al tasso
debitore applicato in quanto risultato essere al di sotto di quello costituente la
media regionale rilevata ai fini statistici, alla concessione del mutuo di €. 620.000
perché risultato non adeguatamente e realmente garantito ed erogato ad un tasso
sicuramente svantaggioso per l’Azienda di Credito sotto il duplice l’aspetto: della
quantificazione (addirittura al di sotto del costo medio sostenuto dalla banca per la
raccolta obbligazionaria) e della durata (venti anni, alla scadenza dei quali,
peraltro, la mutuataria avrà compiuto ben 84 anni).
Con riferimento al mutuo concesso si osserva che, dall’esame dell’elenco dei mutui
che la B.P.M. ha deliberato nel primo trimestre del 2003 (pari a 50), solo il tasso
applicato alla dr.ssa GRANESE è stato del 3,00% - quindi il più basso in assoluto
rispetto a tutti gli altri evidenziati - mente il mutuo a lei concesso si colloca, per la
sua entità, al secondo posto sui 50 erogati tra l’inizio di gennaio e la fine di marzo
del 2003.
Peraltro, se si tiene conto anche del fatto che nel primo trimestre del 2003 il costo,
per l’azienda di credito, riguardante la raccolta obbligazionaria si è attestato
mediamente al 3,685%, quindi superiore solo al tasso praticato alla dr.ssa
GRANESE ed inferiore a tutti i tassi applicati per gli altri 49 mutui deliberati nello
stesso periodo, si comprende ancora di più quanto particolare sia stata la
108
condizione di trattamento riservata dall’azienda di credito alla suddetta cliente,
addirittura in perdita pur di favorire chi all’interno del Tribunale garantisce
illecitamente il buon esito degli affari che interessano la Banca Popolare del
Materano.
Dal contenuto delle intercettazioni telefoniche si evince il legame tra la GRANESE e
l’Avv. BUCCICO, all’epoca componente del CSM, il quale, a seguito dell’accesso
effettuato dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro,
su delega della Procura della Repubblica di Catanzaro, presso il Tribunale di
Matera per acquisire il fascicolo inerente il fallimento ANTHILL, si rivolge alla
dr.ssa GRANESE ed interloquiscono dell’interessamento del Sen. Avv. Giancarlo
PITTELLI (in grado di intervenire a livelli collusivi in più ambienti istituzionali)
riguardo alla vicenda oggetto dell’indagine.
Riferiva il PICCENNA:
…Attilio CARUSO, mi rivolsi all’avvocato BUCCICO, chiedendogli un consiglio, memore
di una antica ostilità, diciamo così, fra CARUSO e BUCCICO. Questa ostilità sorse al
momento in cui la Banca Popolare del Materano si fuse, cioè fu acquistata in quota di
maggioranza dalla Popolare dell’Emilia. All’epoca l’avvocato BUCCICO era, diciamo, un
punto di riferimento di una cordata alternativa a quella che poi portò la Banca alla Popolare
dell’Emilia, che avrebbe voluto portare la Banca, ad un accordo con la Popolare della
Murgia. All’epoca quindi, io quando mi rivolsi per la prima volta all’avvocato BUCCICO
credevo che fosse, diciamo così, alternativo alla cordata, invece poi scoprimmo, per me fu una
scoperta, che aveva un intenso rapporto – per lo meno con le persone, non so con la banca –
che aveva un intenso rapporto con il dottor MARUGGI, Gianpiero MARUGGI (il Direttore
Generale del Popolare del Materano) e con il dottore CARUSO (Presidente del Consiglio di
Amministrazione della banca) e con altri consiglieri della banca. Un rapporto così stretto
che mi fece prendere un pò diciamo le distanze, nel senso che non mi rivolsi più
all’avvocato BUCCICO per queste questioni qua, in quanto lo studio di BUCCICO,
soprattutto la domenica, era assiduamente frequentato sia da CARUSO che da
MARUGGI che da altri Consiglieri di Amministrazione e soci rilevanti della
Popolare del Materano. In particolare questi incontri si intensificarono nel periodo
in cui noi sollevammo le questioni relative al mutuo della dottoressa GRANESE, in
cui praticamente, non solo lo studio BUCCICO era frequentato da CARUSO,
MARUGGI ed altri – ma soprattutto da CARUSO e da MARUGGI – ma era
frequentato anche dal marito della dottoressa GRANESE, AURIEMMA, che spesso
la domenica mattina si recava dall’avvocato BUCCICO. Questo mi fece prendere,
diciamo così, le distanze dal dottor BUCCICO, ritenni che fosse nato una sorta di sodalizio,
anche legittimo voglio dire, l’avvocato fa il suo mestiere, magari forse all’epoca era un po’
più improprio che facesse il mestiere di avvocato essendo BUCCICO membro del CSM.
Infatti in quel periodo tutte le cause che riguardavano la Popolare del Materano o i
personaggi della Popolare del Materano erano in capo allo studio BUCCICO ma non,
evidentemente, all’avvocato BUCCICO che era sospeso dall’albo degli avvocati per ovvii
motivi.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Lei sa se – a proposito di BUCCICO – sa se l’avvocato
BUCCICO si sia occupato anche degli esposti che lei ha trasmesso al Consiglio Superiore
della Magistratura? Se li ha trasmessi pure al Consiglio Superiore della Magistratura.
PICCENNA Nicola – Allora, io il primo esposto… Quando scoprii la storia del mutuo
della dottoressa GRANESE, mi recai direttamente a Roma presso il CSM e parlai
direttamente con l’avvocato BUCCICO. Quando gli raccontai la storia del mutuo
109
le mie preoccupazioni per il fatto che fosse sorta questa vicenda, che avessi
scoperto questa vicenda insomma – all’epoca ero un po’ più, diciamo così, ingenuo
sul piano della giustizia – lui mi disse: “E’ impossibile, è impossibile che abbiano
concesso un mutuo a queste condizioni, una operazione del genere è una operazione
impossibile”, questi furono i termini esatti. Dissi: “Avvocato, io le posso far vedere
l’atto di mutuo”. Disse: “Non ci credo” e glielo feci vedere. Gli mostrai l’atto che
avevo ottenuto dal notaio CARRIERO. Quando gli mostrai l’atto di mutuo lui
ebbe una serie di espressioni come per dire: “Ma è incredibile, è assurdo, ma come si
fa..” e mi assicurò il suo interessamento, dice: “Dice, questa è una cosa che deve
finire, non si può procedere…”, ebbe delle espressioni di questo tipo insomma, come
per dire che si trattava di una cosa grave e lui mi assicurò il suo interessamento. Io
scendendo, proprio nello steso istante in cui scendevo dal CSM, ebbi una intuizione per cui,
invece che rientrare subito a Matera, mi fermai a Roma, scrissi un atto di deposito formale e
consegnai il primo esposto al CSM, direttamente alla segretaria, indirizzato sempre
all’avvocato BUCCICO membro del CSM, esposto di cui conservo il timbro di depositato.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Questo ce lo può fare avere?
PICCENNA Nicola – Sì, sì, devo… Questo fu il primo esposto che consegnai, dopodiché ne
ho mandato diversi, o nella forma di esposto o nella forma di denuncia querela.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Questo primo se ce lo può fare avere.
PICCENNA Nicola – Sì, sì.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ricorda l’anno?
PICCENNA Nicola – Il 2003, era pochi giorni dopo la dichiarazione di fallimento di
Anthill, sarà o marzo o aprile del 2003.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Lei prima ha citato la General Car. E’ a conoscenza di
questo atto transattivo che è stato in qualche modo proposto alla società, allo ZITO, purché
avesse ritirato le denunce nei confronti dei magistrati?
PICCENNA Nicola – Sì.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Sa qualcosa in più? Può dire come nasce questa cosa? Se lo
sa ovviamente.
PICCENNA Nicola – Ecco, c’è una particolarità. I sindaci della General Car, due su tre,
sono gli stessi di Anthill ed è singolare il fatto che procedano nello stesso modo. Cioè come in
Anthill redigono un verbale che non ha nessun fondamento, anzi che è manifestamente falso,
così operano in General Car, redigendo una serie di verbali e compiendo una serie di atti
falsi. E’ singolare il fatto che siano le stesse persone, perché noi abbiamo detto più volte,
riflettendo insieme con ZITO, che è un modus operandi, è un modo strano. E devo dire
anche il comportamento del Procuratore CHIECO è similare nei due casi. Cioè
CHIECO iscrive con molta ritrosia e spesso non iscrive, nonostante le denunce, in
particolare il dottor GUCCI che è il Presidente dei sindaci di Anthill ed è il
Presidente dei sindaci della General Car, così pure non lo iscrive in diverse denunce
esplicite ben indirizzate e formulate da ZITO. Nel caso specifico, nel caso dell’atto
transattivo che è stato proposto a ZITO, diciamo che ci sono stati, in verità, nel
corso di questi anni, diversi abboccamenti, così mi riferisce ZITO, fra i sindaci
della General Car – che hanno fatto un po’ da mediatori verso il CASTELLANO – e
ZITO, circa la possibilità di raggiungere degli accordi o di formulare delle proposte
transattive, però fino alla proposta formale transattiva formulata dal perito
nominato dal Tribunale non si era mai arrivati a niente di concreto e tangibile. In
questa proposta transattiva che fu proposta a ZITO e ZITO, per i rapporti di fiducia che
abbiamo, la fece vedere anche a me, sorge una questione devo dire dirompente sul piano
del… Devo dire anche che sono passati alcuni anni, qualche conoscenza in più l’abbiamo

110
acquisita di diritto, sempre molto superficiale, però qualcosa in più la conosciamo. Quello
che colpì ZITO – e colpì anche me subito – della proposta transattiva è il fatto che
nella proposta di accordo tra due privati venisse indicato, poi in una maniera
molto vasta, oserei dire urbi et orbi, una sorta di indulgenza plenaria che ZITO
concedeva a tutti i magistrati, addirittura anche a quelli che sarebbero venuti nel
futuro. Ricordo la formula, se non ricordo male era del tipo: “ZITO si impegnava a
ritirare tutte le querele presentate e a non presentarne altre verso i magistrati non
più in ruolo, tutt’ora in ruolo e prossimamente in ruolo presso il Tribunale della
Procura di Matera”. Che era una formula che veramente ci colpì, perché anche
l’indulgenza plenaria ammessa nel diritto canonico, non è mai per il futuro, al massimo è
per il presente e per il passato; questa era una cosa ancora più potente dell’indulgenza
plenaria. E la cosa che ci meravigliava era che i magistrati non fossero parte dell’atto. Cioè,
se ci sono dieci persone che raggiungono un accordo, è normale che si stabiliscano accordi
che riguardano le dieci persone. E’ stranissimo che in questo atto transattivo fossero stati
chiamati in causa, come beneficiari del ritiro delle querele, dei magistrati che non facevano
parte dell’accordo; cioè non si capisce quale era l’interesse, diciamo così, della controparte di
ZITO ad ottenere un vantaggio per i magistrati presenti, passati e futuri del Tribunale di
Matera.
OMISSIS
all’inizio. E cioè, io ho seguito le dichiarazioni del dottor CHIECO riguardo al fatto
che lui avrebbe avuto prima intenzione di acquistare una Villa a Marinagri e poi
non l’ha più acquistata, preferendo acquistare una villa a Castellaneta. Io mi sono
preso la briga di andare a verificare, tramite una misura ipocatastale, l’esistenza di
questa villa ed in effetti a me è risultato che è stato redatto un atto pubblico presso
il Notaio Michele SOMMA il 4 ottobre 2006 da CHIECO. CHIECO effettivamente
ha acquistato una villa a Castellaneta. La cosa singolare è che la società da cui ha
acquistato la villa è riconducibile totalmente al gruppo DE GENNARO, che è socio
di CASTELLANO nella società Borgo Venusio di Matera, che è indagata da
CHIECO su Matera. Cioè resta incomprensibile come questo Procuratore abbia il gusto di
andare a comprare le ville dei suoi indagati e come lo dichiari in conferenza stampa, come se
fosse per lui, non lo so, una discolpa, cioè dice: “Ho comprato a Castellaneta, non ho avuto
niente a che vedere con Marinagri”. E’ una cosa veramente… Questa è una verifica
dell’ultima ora.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Senta, un’altra cosa. I suoi rapporti con Attilio CARUSO
sono stati, ad un certo punto, contrassegnati da inimicizie particolari e se lei ha contezza del
fatto che la Banca Popolare del Materano abbia potuto, per metterla in difficoltà, fare delle
segnalazioni contro di lei o comunque crearle delle difficoltà sul piano finanziario,
economico finanziario?
PICCENNA Nicola – Diciamo che i miei rapporti con CARUSO si pregiudicano in
maniera irreversibile il 10 o il 12 ottobre del 2000 – posso essere più preciso facendo
un minimo di riscontro – quando all’epoca io ero un dipendente della società Ilm,
non avevo nessun ruolo, non ero socio, né amministratore, ero dipendente della
società Ilm che faceva parte del Consorzio Anthill. In una riunione dei soci di
Anthill, in questa data 10-12 ottobre del 2000, si discuteva di una proposta che il
dottor CARUSO presentò, che sarebbe stata ricevuta, secondo quello che ci disse,
da un intermediario che parlava per conto della Telecom. Dai documenti non
risulta che parlasse per conto della Telecom, però risulta che c’era l’intermediario.
Questa proposta qui prevedeva l’acquisizione del Consorzio Anthill per una cifra
di sette-otto miliardi di lire, però CARUSO ci spiegò, cioè spiegò ai soci, che lui

111
riteneva si potesse arrivare a dieci miliardi di lire. In questo momento chiese il
parere a tutti i soci che si dichiararono tutti disposti ad effettuare questa cessione.
Ricordo che la cessione non si poteva fare all’epoca perché era in corso la famosa
gara Umts, quindi era vietato evidentemente per i partecipanti alla gara vendere le
società, acquisire interessenze nelle altre società, men che meno controllare le
società partecipanti. Quando chiese a me il parere io ebbi non so se la sventura o il
coraggio di esibire un altro fax che avevo trovato nel sistema informativo
aziendale, in cui CARUSO scriveva, sempre allo stesso intermediario, che lui era
disponibile a proseguire questa trattativa, però per una cifra di cento miliardi con
pagamento estero su estero. E io tirai fuori questo fax e dissi: “Ma di cosa stiamo
parlando dottore CARUSO? Io so che la trattativa è per importi diversi, per cento
miliardi”. Successe una baraonda con i soci, dopodiché i soci si acquietarono e
dissero: “Vabbè eravamo d’accordo per dieci miliardi, siamo a maggior ragione
d’accordo per cento miliardi”. Mi chiesero di nuovo il parere e io, anche qui, ebbi
non so se dire la ventura o la sventura di dire che ritenevo la cosa impraticabile, a
parte – se possiamo dire – a parte per il fatto che questo era un reato, ma questo era
secondario, quanto per il fatto che secondo me avrebbe recato pregiudizio proprio a
tutta la possibilità di sviluppo industriale del mezzogiorno. Cioè se una società, in
quel caso Anthill, si fosse “venduta” alla Telecom o a chi per lei in questa vicenda, avrebbe
dimostrato, avrebbe in qualche modo squalificato qualsiasi altro tentativo industriale
successivo (in epoca successiva) che avesse l’ambizione di fare qualcosa di rilevante. Per cui
io dissi che se avessero proceduto, se fosse andata avanti questa trattativa, io ne avrei reso
edotti i mezzi di informazione. Quella sera stessa io ricevetti il telegramma di
licenziamento in tronco dalla società, da Anthill, da Ilm, con l’imposizione di non
potermi più neanche recare in ufficio, i miei effetti personali mi sarebbero stati
restituiti fuori dall’ufficio. Così inizia la mia, chiamiamola, inimicizia con
CARUSO. Da allora CARUSO – però questo non posso dimostrarlo in nessun modo – in
diversi ambiti, diciamo così, ha parlato male di me o ha minacciato: “Io lo distruggo”,
insomma affermazioni, devo dire però non ho mai avuto riscontri di cosa poi abbia posto in
essere in realtà, se ha posto in essere qualcosa, né ho avuto mai la contezza che abbia
pronunciato effettivamente queste minacce.
Da quel momento in poi evidentemente il mio rapporto con CARUSO diventò
pessimo, se vogliamo dire, estremamente ostile per quanto riguarda la vicenda
Anthill. Non ho evidenza che CARUSO abbia poi attuato, diciamo così, delle
ritorsioni, delle vendette a riguardo, almeno immediatamente, però quando poi
scoprii che a fronte del fallimento inspiegabile di Anthill c’era un mutuo concesso
dalla Popolare del Materano a favore della dottoressa GRANESE, alle condizioni
che si conoscono, condizioni impossibili, chiaramente per me fu semplice collegare i
due fatti.
OMISSIS
. Qualcuno da me non conosciuto, perché ha parlato per interposta persona, mi dice
che effettivamente c’è stata una transazione, presso la Popolare del Materano, di
importo rilevante, fra i novanta e i cento miliardi di lire e pare che i beneficiari di
questa transazione siano stati CARUSO, BUCCICO, l’avvocato Emilio Nicola
BUCCICO, Attilio CARUSO e l’onorevole Vincenzo VITI. Tutte e tre queste
persone erano figure significative, diciamo, nell’ambito della vicenda Umts,
CARUSO in quanto Presidente di Anthill e gestore di queste trattative per
l’acquisto di Anthill; BUCCICO in quanto persona interessata dai soci di Anthill
nella diatriba, nella controversia che era nata con CARUSO; e VITI che all’epoca

112
era segretario particolare del Ministro delle Telecomunicazioni, CARDINALE.
Quindi erano figure tipiche. Però di questa presunta transazione io non sono riuscito a
trovare nessun tipo di riscontro, quindi può essere anche solo un pettegolezzo, chiaramente è
un pettegolezzo da cento miliardi, non è una cosa piccola, però non ci sono elementi. Io ho
solo un elemento, anche questo non riscontrato da me. Mi dicono che il conto
dell’onorevole VITI sarebbe in Lussemburgo e sarebbe contrassegnato dalla sigla
IVIT, che sarebbe l’anagramma di VITI. OMISSIS
PICCENNA Nicola – Diciamo che una particolarità che noi scoprimmo, diciamo
così, già era nota all’interno del Consorzio Anthill, era che qualcuno dei soci del
Consorzio Anthill era legato alla massoneria. In particolare Pietro CIRILLO che
era socio della Ilm – e attraverso questa quindi era socio di Anthill – dichiarò più
volte, anche in presenza di più persone, di essere massone, di essere iscritto alla
massoneria e in più di una occasione fece riferimento al dottor CARUSO dicendo
“Il fratello CARUSO”, però senza specificare, ad onor del vero, il fratello
“massone”, non ha mai detto che era massone, però, almeno a noi, sembrava di
intuire che si trattasse di una fratellanza massonica, ma questo non è mai stato
detto chiaramente. Un altro dei soci di Anthill chiamato proprio da CARUSO,
invitato da CARUSO a partecipare, era un ingegnere di Reggio Calabria – di cui mi
sfugge il nome, ma basta vedere l’elenco dei soci di Anthill ed è possibile – che
dichiarò, anche lui apertamente, quando andai ad incontrarlo, di aderire alla
massoneria. Ricordo anche che aveva nel suo studio a Reggio Calabria – è stato
credo Presidente della Viola Calabria questo ingegnere – aveva nel suo studio il
quadro con il compasso e il triangolo e l’occhio al centro che è un simbolo
massonico, chiaramente massonico. E poi facemmo un incontro che, ci disse CIRILLO,
era stato un incontro presso la sede di Anthill con una società che era interessata a diventare
socia (poi non diventò socia di Anthill) che era il Consorzio Ciro Menotti di Bologna,
Consorzio di cui, ci disse sempre CIRILLO, che era un Consorzio proprio costituito da
massoni, fortemente legato alla massoneria. Quindi c’erano sicuramente dei legami
massonici intorno ad Anthill. Oltre a questo mi sembra che lo stesso interlocutore che…,
l’intermediario della trattativa di cui abbiamo parlato prima con Telecom, che era
Roberto SCARAMUZZINO di Bovalino – di Catanzaro o Bovalino, no, di
Catanzaro, vicino Catanzaro, di un paese vicino Catanzaro – anche lui era
massone (questo Roberto SCARAMUZZINO) ed era l’intermediario fra Anthill e, si
dice, Telecom, si disse Telecom per la famosa trattativa.
Il PICCENNA, quindi, trasmetteva elenco delle note inviate al CSM ed inerenti la
vicenda della dr.ssa GRANESE, nel periodo in cui dell’organo di autogoverno della
magistratura faceva parte l’avv. BUCCICO.

L’altro sodale, il Procuratore della Repubblica di Matera dr. CHIECO, garantiva


l’inerzia della locale Procura con riferimento agli esposti presentati da Nicola
PICCENNA e di altre persone, nonché l’ “insabbiamento” dei fascicoli in cui erano
coinvolte persone riconducibili allo stesso CHIECO e/o alle persone con le quali
intratteneva relazioni collusive.
Con riferimento al ruolo del dr. CHIECO si evidenzia quanto dichiarato da Zito
Michele Francesco, con riferimento alla liquidazione della GENERAL CAR s.r.l..
Le dichiarazioni riguardano la gestione della citata società, di cui lo ZITO era stato
amministratore ed i rapporti intercorrenti tra il suo successore
nell’amministrazione, CASTELLANO Giovanni e la Banca Popolare del Materano.

113
La GENERAL CAR s.r.l. avrebbe beneficiato, dopo l’estromissione dello ZITO, di
alcuni mutui concessi dalla suddetta banca, senza le dovute garanzie ed in assenza
dei necessari presupposti.
La condotta illecita del dr. CHIECO riguarda la gestione del procedimento penale
nr. 2070/01 della Procura di Matera, nel quale era stata coinvolta, tra gli altri, la
dr.ssa GRANESE, in quanto beneficiaria di un mutuo erogato senza le dovute
garanzie. Il CHIECO non esercita l’azione penale su quanto segnalato dallo ZITO,
anche in virtù dei collegamenti con il sodale BUCCICO, nonché di quelli tra la
Banca Popolare del Materano e la dr.ssa GRANESE.
I procedimenti indicati dallo ZITO venivano tutti “trattenuti” dal dr. CHIECO e
solo dopo una sua tardiva astensione affidati al Sostituto dr.ssa CAZZETTA a lui
particolarmente vicina.
In riferimento alla mancata astensione richiesta al Procuratore Generale, dr.
TUFANO, dallo ZITO, poi avvenuta solo in data 15.12.2006 solo a seguito di
denuncia di PICCENNA Nicola e non per le sue istanze. ZITO chiedeva, altresì,
l’avocazione delle indagini a seguito dell’inerzia e degli interessi del dr. CHIECO.
Emerge, pertanto, che, in data 23.7.2003, ZITO presentava denuncia, integrata con
atti successivi e che veniva iscritto il P.P.3847/03, mod.21; nel settembre del 2004,
dicembre del 2004, giugno del 2005, luglio del 2005, novembre 2005, dicembre del
2005 e maggio del 2006, ZITO Michele Francesco formulava diverse istanze di
avocazione delle indagini e/o di sollecito delle indagini al Procuratore Generale di
Potenza; con le note del 05.10.2004 e del 22.12.2004, a seguito di istanza di
avocazione avanzata dallo ZITO al Procuratore Generale, il dr. CHIECO su richiesta
di questi, prima in data 05.10.2004 rispondeva che “….Si è tempestivamente
provveduto al necessario aggiornamento delle iscrizioni sul registro modello 21
…………omissis…..non appaiono necessari ulteriori atti di indagini, ed il procedimento
penale relativo è prossimo alla definizione” e poi in data 22.12.2004 “…Con riferimento
alle note indicate in oggetto, che si intendono qui integralmente richiamate, mi pregio di
comunicare all’E.V. che le indagini preliminari afferenti al procedimento penale n.3847/03,
mod.21 R.N.R. Procura Matera sono ormai ultimate…” . A tali comunicazioni non sono
seguiti gli atti di definizione relativi fino al 15.03.2005. Laddove, come emerge dalla
certificazione sopra esaminata, emessa a seguito di richiesta dello ZITO, nella stessa
data (15.3.2005) appaiono essere stati eseguiti diversi stralci relativi al procedimento
penale in questione, dei quali uno inviato a Taranto (P.P.779/05, mod.21), un altro
inviato al GIP con richiesta di archiviazione (P.P. 780/05, mod.21) e la restante parte
del procedimento unita al P.P.2070/03. A tal proposito, infine, a seguito della
richiesta di archiviazione formulata dal dr. CHIECO relativamente al P.P.780/05
per difetto di querela, il GIP, come indicato, ne disponeva il rigetto in quanto la
motivazione era insussistente e disponeva l’accertamento dei fatti reato segnalati
dallo ZITO. Inoltre, con nota n.1263/RIS del 21.07.2005, il dr. CHIECO, a seguito
della nota 5236 del 06.07.2005 della Procura Generale con la quale era stato
trasmesso un esposto dello ZITO, scriveva: “….Con riferimento alla nota indicata in
oggetto, nel prendere atto delle gravissime quanto assurde ed ingiustificate accuse mosse
dallo Zito, in ordine alle quali mi riservo ogni azione,anche la più incisiva a tutela della mia
onorabilità, mi pregio comunicare all’E.V. che non posso non riportarmi alle mie numerose
precedenti risposte sul medesimo tema del procedimento penale già iscritto il n. 3847/03/21
PM Matera. Contrariamente a quanto calunniosamente affermato dallo Zito….”.
Si rileva, in particolare, quindi, che, con la nota 5236 del 6.7.2005, il dr. TUFANO,
avrebbe inviato un esposto con il quale lo ZITO rilevava comportamenti illeciti del

114
dr. CHIECO ““….Con riferimento alla nota indicata in oggetto, nel prendere atto delle
gravissime quanto assurde ed ingiustificate accuse mosse dallo Zito…..”; che quanto
denunciato dallo ZITO nei confronti del CHIECO, quest’ultimo si riservava
“…..ogni azione,anche la più incisiva a tutela della mia onorabilità…”; che il dr. CHIECO
rilevava elementi di calunnia in quanto denunciato dallo ZITO.
Nonostante tali circostanze, né il dr. CHIECO, fino alla data del 15.12.2006, si è mai
astenuto, né il dr. TUFANO ha mai adottato un provvedimento di avocazione nei
confronti del medesimo, più volte richiesto dallo ZITO, ma anzi avrebbe anche
inviato al dr. CHIECO una denuncia dello ZITO, con la quale il medesimo
segnalava responsabilità a carico dello stesso magistrato.
Si evidenzia, altresì, che allo ZITO, in data 20.9.2006, veniva proposto un atto
transattivo per chiudere tutta la vicenda GENERAL CAR, che lo aveva visto
denunciare numerosi soggetti tra i quali il CASTELLANO Giovanni e la Banca
Popolare del Materano, con il quale lo stesso avrebbe ricevuto €.100.000 a totale
soddisfo delle sue richieste, ma alla condizione che avrebbe dovuto ritirare tutte le
denunce presentate nei confronti dei magistrati e che si sarebbe dovuto impegnare
a non presentarne altre. All’epoca si precisa che le uniche denunce che lo ZITO
aveva presentato erano contro il dr. CHIECO e la dr.ssa GRANESE.
Riferivo lo ZITO:
omissis. ZITO Michele Francesco – Allora CHIECO il 19 io stavo andando a Ginosa mi
fa chiamare dalla dottoressa ALLEGRETTI: “Vieni subito che ti vuole il Procuratore”. Io ho
avuto paura maresciallo, perché ho detto: “Vuoi vedere che questo qua mo dice che io l’ho
aggredito?” E ho lasciato la porta aperta. Alla scrivania del Procuratore erano sedute due
persone che io a posteriori ritenni che fossero due avvocati della Banca Popolare, tra i quali
l’avvocato Luca SIROTTI.
Maresciallo MUSARDO – Perché? Lo spieghi…
ZITO Michele Francesco – Perché CHIECO doveva fare la sceneggiata, in presenza di
quelli CHIECO mi dice – a me non mi fa manco parlare: “Se scopro che lei ha dato i
documenti a qualcheduno lei passerà i guai…” Dissi: “Dottor CHIECO lei i documenti me
li ha dati il 19, il Corriere della Sera ha pubblicato prima, come faccio io a dare i documenti?
Probabilmente li avrà dati qualche altro?” Poi dissi – qua c’è la denuncia – dissi: “Per quale
motivo, invece, non si chiude un procedimento che sta andando avanti dal 2003, anziché
denunciare me? Che cosa è accaduto?” Che poi io, guardando meglio le carte, ho visto
che l’avvocato SIROTTI, un anno prima, aveva chiesto a CHIECO su che cosa sta
indagando e CHIECO gli aveva detto su che cosa sta indagando. L’avvocato
SIROTTI è il legale del dottor Guido LEONI amministratore delegato della Banca
Popolare dell’Emilia e indagato in questo procedimento. CHIECO gli ha dato i
fascicoli a questo qua, io c’ho i fax. Allora, a questi gli dà i fascicoli e a me
minaccia. Ecco perché c’erano quelli due che stavano lì, perché lui doveva far vedere a quelli
là che lui rispetta i patti con la Banca Popolare…….omissis”.
E’, quindi, emerso che, con fax del 22.11.2004, l’avv. Luca SIROTTI, nell’interesse
della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, chiedeva al dr. CHIECO la
desecretazione, ex art. 329 c.p.p., degli atti del procedimento n.2070/03, mod. 21,
nella parte di interesse per l’Istituto di Credito rappresentato, in quanto lo stesso
intendeva svolgere una verifica interna attraverso i propri organi di controllo
sull’operato del CdA della società controllata (Banca Popolare del Materano),
ovvero in subordine comunicare l’elenco delle operazioni bancarie su cui si stava
segnalando l’attenzione delle magistratura inquirente; con nota del 2.12.2004, l’avv.
SIROTTI delegava al ritiro del provvedimento deciso dal dr. CHIECO, a seguito

115
della sua istanza del 22.11.2004, il dr. Massimo MANCINI, dirigente della Banca
Popolare dell’Emilia Romagna; con provvedimento del 2.12.2004 il dr. CHIECO,
esaminata la richiesta dell’Avv. SIROTTI del 22.11.2004, ritenuto che la medesima
appariva meritevole di accoglimento, ricorrendo nella specie l’ipotesi di cui all’art.
329 c.p.p., “in quanto una desecretazione sia pure parziale in favore della sola Banca
Popolare dell’Emilia Romagna consentendo ad essa l’espletamento di una indagine
amministrativa interna, può di fatto agevolare lo svolgimento delle indagini penali che
questo Ufficio conduce…” comunicava l’elenco completo delle operazioni bancarie
sulle quali si stava indagando con l’indicazione esatta dei soggetti coinvolti nelle
stesse; con memoria nell’interesse della Banca Popolare dell’Emilia Romagna del
17.1.2005, l’avv. SIROTTI chiedeva l’archiviazione per i componenti del Cda della
Banca Popolare del Materano delle loro posizioni.
Alla data della richiesta dell’Avv. SIROTTI il C.d.A. della Banca Popolare del
Materano, il cui presidente era CARUSO Attilio, risultava indagato nell’ambito del
P.P.2070/03, mod.21.
Lo ZITO riferiva:
……………………………………OMISSIS……………………………………………….
ZITO Michele Francesco – Sì, di un appartamento… villa a Castellaneta Marina. Cioè,
un autotrasportatore di Ginosa che sapeva di questa vicenda, dice: “Ho portato un camion di
piastrelle a…”
Maresciallo MUSARDO – Come si chiama questo autotrasportatore?
ZITO Michele Francesco – Nei bar così… sono delle conoscenze nei bar, così, di uno che si
intrufola nel fatto… Dice: “Sto portando delle piastrelle al Procuratore della Repubblica di
Matera, ad una casa…” Allora io gli ho detto: “Scusi…” E io denuncio questo fatto, questo
fatto l’ho detto. Ma poi CHIECO l’ha dichiarato lui. CHIECO in una conferenza stampa ha
detto che: “Io ho acquistato da DEGENNARO una casa a Castellaneta Marina”. La cosa
che a me pare strana che DEGENNARO è un indagato di CHIECO…
Maresciallo MUSARDO – Cioè?
ZITO Michele Francesco – Ci sono state delle denuncie qui a Matera, presentate
dall’avvocato PINTO a nome di 23 persone per i problemi di Venusio. Una lottizzazione che
riguarda DEGENNARO a Venusio. Se tu, Procuratore della Repubblica, c’hai un’indagine
in corso…
Maresciallo MUSARDO – L’avvocato come si chiama?
ZITO Michele Francesco – Ferdinando PINTO.
Maresciallo MUSARDO – Leonardo PINTO?
ZITO Michele Francesco – Leonardo PINTO. Se io sto indagando su un individuo non mi
vado a comprare la casa da questo individuo. Cioè sono delle prassi particolari…
Maresciallo MUSARDO – Ma lei è sicuro che ci sia procedimento penale iscritto a carico
di DEGENNARO alla Procura di Matera?
ZITO Michele Francesco – Sì, delle società di DEGENNARO…
Maresciallo MUSARDO – Quale?
ZITO Michele Francesco – DEGENNARO e CASTELLANO che si chiamano DECA.
Non solo, ma c’è anche un altro procedimento che riguarda un’altra costruzione qui a
Matera che è un circolo – non so se ha sentito dire – è un centro commerciale qui appena…
alla periferia di Matera che è tutto abusivo. E io ho chiesto al Comune, come parte
interessata, se c’è CASTELLANO. E l’architetto ROTA, il solito architetto ROTA, mi ha
detto: “Tu non hai diritto di sapere niente”. E le licenze sono pubbliche, maresciallo, io devo
sapere se il privato di un centro commerciale ha avuto una licenza e se lo stabile è in
regola…

116
Maresciallo MUSARDO – Lei praticamente dice che…
ZITO Michele Francesco – Ci sono degli interesse…
Maresciallo MUSARDO – ...in qualche maniera CHIECO sarebbe stato avvantaggiato in
questo acquisto della casa a Castellaneta perché indagava DEGENNARO?
ZITO Michele Francesco – CASTELLANO era indagato, come si fa ad andare a comprare
una casa da un indagato? Cioè, ci vuole coraggio.
Maresciallo MUSARDO – Mi scusi, ma la casa che ha acquistato CHIECO a
Castellaneta, la proprietà di chi era di questa casa?
ZITO Michele Francesco – Non lo so se è intestata
alla moglie o a lui, non lo so.
Maresciallo MUSARDO – No, voglio dire io, CHIECO da chi l’ha acquistata?
ZITO Michele Francesco – Da una società, la quale società il 90% è (incomprensibile)… e
DEGENNARO…
Maresciallo MUSARDO – L’altro 10%?
ZITO Michele Francesco – Forse dei figli, dei nipoti…
Maresciallo MUSARDO – Ho capito. Ma questa casa o comunque la società proprietaria
della casa di Castellaneta non c’entra niente il signor CASTELLANO?
ZITO Michele Francesco – No, CASTELLANO c’entra perché è socio di tutti i lavori di
qua, DECA: DEGENNARO-CASTELLANO…
Maresciallo MUSARDO – Della società DECA diciamo?
ZITO Michele Francesco – Sì.
……………………………………OMISSIS……………………………………………….

Riferiva Nicola PICCENNA:


“…..omissis. E cioè, io ho seguito le dichiarazioni del dottor CHIECO riguardo al
fatto che lui avrebbe avuto prima intenzione di acquistare una Villa a Marinagri e
poi non l’ha più acquistata, preferendo acquistare una villa a Castellaneta. Io mi
sono preso la briga di andare a verificare, tramite una visura ipocatastale,
l’esistenza di questa villa ed in effetti a me è risultato che è stato redatto un atto
pubblico presso il Notaio Michele SOMMA il 4 ottobre 2006 da CHIECO. CHIECO
effettivamente ha acquistato una villa a Castellaneta. La cosa singolare è che la
società da cui ha acquistato la villa è riconducibile totalmente al gruppo DE
GENNARO, che è socio di CASTELLANO nella società Borgo Venusio di Matera,
che è indagata da CHIECO su Matera….”.
Dall’esame dei dati informatici estratti dal noteboock del dr. CHIECO, sequestrato
in data 27.2.2007 a seguito di esecuzione di decreto di perquisizione emesso dalla
Procura della Repubblica di Catanzaro, sono emersi alcuni files in merito
all’acquisto di una villetta da parte del dr. CHIECO a Castellaneta Marina, da una
società riconducibile al DE GENNARO.
I dati cui si fa riferimento sono un fax indirizzato al rag. SANSONETTI della
SANSONETTI IMMOBILIARE di Fasano, nel quale si legge:
“Facendo seguito alla conversazione telefonica odierna, Le confermo la nostra accettazione
della proposta di acquisto dell’appartamento in villa di nostra proprietà sito in Selva di
Fasano al viale Gordini, come formulato dal dott. Giovanni Angelo Mavilio in data 19
novembre 2005.
Da quanto sopra indicato, emerge la circostanza secondo la quale il dr. CHIECO e
la moglie avrebbero ceduto la casa nella Selva di Fasano, accettando quanto
proposto loro in data 19.11.2005, con preliminare datato 8.12.2005. Quindi, in data
3.5.2006, i coniugi Chieco acquisteranno casa a Castellaneta Marina.

117
La proprietà della IMMOBILIARE BRINDISI CASALE S.r.l., il cui amministratore è
DE GENNARO Daniele Giulio è detenuta integralmente dalla DG SVILUPPO
IMMOBILIARE S.r.l.. I soci della DG SVILUPPO IMMOBILIARE S.r.l. sono:
- DGE HOLDING S.r.l. (€. 12.521.276,00 su un capitale sociale di € 12.551.276,00);
- DG COSTRUZIONI S.r.l. (€.30.000 su un capitale sociale di € 12.551.276,00).
La DG SVILUPPO IMMOBILIARE, quindi, è controllata dalla DGE HOLDING
S.r.l..
Il capitale sociale della DGE HOLDING S.r.l. pari ad € 103.301.764,00 è detenuto da:
- DEGENNARO Carmine per €. 19.385.170,40;
- DEGENNARO Daniele Giulio per €. 19.385.170,40;
- DEGENNARO Gerardo per €. 19.385.170,40;
- DEGENNARO Giovanni per €. 19.385.170,40;
- DEGENNARO Vito Michele per €. 19.385.170,40;
- NICOTEL HOLDING per €. 6.375.912,40
La DGE HOLDING S.r.l. è quindi controllata dalla famiglia DEGENNARO.
A questo punto si segnala che tra le società partecipate dalla DG SVILUPPO
IMMOBILIARE (controllata dalla famiglia DEGENNARO attraverso la DGE
HOLDING S.r.l.) vi è la DEC S.p.a.
Il capitale sociale (pari ad € 23.496.200,00) della DEC S.p.a. è detenuto dalla:
- DG COSTRUZIONI S.r.l. per €. 20.052.845,00;
- DG SVILUPPO IMMOBILIARE per €. 3.443.355,00.
Quindi la DEC S.p.a è controllata dalla DG COSTRUZIONI S.r.l. il cui capitale è
totalmente detenuto dalla DGE HOLDING S.r.l. e quindi dalla famiglia DE
GENNARO.
Tra le società partecipate dalla DEC S.p.a. vi è la BORGO VENUSIO S.c.a.r.l..
Il capitale sociale della BORGO VENUSIO (€ 10.000,00) S.c.a.r.l. è detenuto da:
- DEC S.p.a. per € 8.000,00;
- FINCAST S.r.l. (controllata da CASTELLANO Giovanni) per €. 2.000,00, che il
20.07.2007 cede le sue quote alla CASTELLANO COSTRUZIONI GENERALI s.r.l..
Il presidente della BORGO VENUSIO risulta essere DEGENNARO Daniele Giulio. I
consiglieri sono:
- DEGENNARO Gerardo;
- CASTELLANO Giovanni.
La BORGO VENUSIO, quindi, risulta di proprietà dalla DEC S.p.a. (famiglia
DEGENNARO) e della CASTELLANO COSTRUZIONI (CASTELLANO Giovanni).
Quindi CASTELLANO Giovanni, che risulta essere lo stesso soggetto più volte
denunciato dallo ZITO Michele Francesco, è socio di DE GENNARO Daniele
Giulio, nonché è l’amministratore unico della società dalla quale il dr. CHIECO ha
acquistato la villetta a CASTELLANETA.
Nel periodo nel quale il dr. CHIECO ha perfezionato l’acquisto del suddetto
immobile, lo stesso stava svolgendo indagini su CASTELLANO Giovanni (P.P.
2070/03, mod.21, 3847/03, mod.21 unito al 2070/03, mod.21, 780/05, mod.21 per il
quale aveva richiesto, in data 15.3.2005, l’archiviazione rigettata dal GIP in data
16.6.2006, ed infine 3343/05, mod.21). Per il proc. pen. nr. 2070/03 mod.21, il dr.
CHIECO, in data 3.4.2006, redigeva il provvedimento ex art.415 bis c.p.p; atto
contestato, con la nota inviata al Procuratore Generale dr. TUFANO, dall’avv.
SISTO, con la quale si chiedevano ragioni dell’omessa indicazione di alcuni capi
d’imputazione a carico del CASTELLANO ed altri nel predetto provvedimento.

118
Nei confronti di CASTELLANO Giovanni risultavano iscritti presso la Procura della
Repubblica di Matera vari procedimenti penali, tra i quali alcuni auto-assegnati al
dr. CHIECO fino al 15.12.2006, data dalla quale lo stesso se ne “spogliava” a seguito
di richiesta di astensione:
- 2070/03 mod.21 per i reati di cui agli art. 640 c.p. ed altro, per il quale risulta
essere stata fissata udienza preliminare per il 29.4.2008;
- 2181/04 mod.21 per il reato di cui al D.P.R. 462/2001, archiviato il 29.03.2005;
- 779/05 mod.21 per i reati di cui agli artt. 479 e 482 c.p., trasmesso per competenza
al PM di Taranto;
- 780/05 mod.21 per il reato di cui all’art. 2621 c.c. ed altro ancora nella fase delle
indagini;
- 3343/05 mod.21 per il reato di cui agli artt. 646 c.p. ed altro, nella fase delle
indagini preliminari.
Nei confronti di DEGENNARO Daniele Giulio e DEGENNARO Giovanni,
risultavano iscritti diversi procedimenti penali, dei quali nessuno assegnato al dr.
CHIECO, risultati tutti archiviati o con richiesta di archiviazione in corso. In
particolare, per il DEGENNARO Daniele Giulio tutti i procedimenti penali risultano
archiviati o con richiesta di archiviazione pendente, in un periodo compreso tra il
30.11.2005 ed il 6.6.2007.
L’acquisto dell’immobile da parte del dr. CHIECO sarebbe avvenuto in una data
successiva al 3 maggio 2006.
Con riferimento ai rapporti tra i sodali CHIECO e BUCCICO si evidenzia:
in un file sequestrato al dr. CHIECO, denominato “Querela BUCCICO”, si rileva che
lo stesso risulterebbe essere il file relativo ad una querela sporta dal Sen. BUCCICO,
contro l’autore di un articolo apparso sul periodico “Il RESTO” dal titolo “Trema il
Palazzo di giustizia”, avente ad oggetto un incontro che si sarebbe svolto tra il Sen.
BUCCICO ed il dr. CHIECO presso il Palazzo di Giustizia. La data di ultima
modifica del file è quella del 27.1.2007. Si evidenzia che veniva rinvenuto analogo
file avente ad oggetto il già richiamato articolo stampa e denominato “querela mia”
(dr. CHIECO), con data di ultima modifica 15.2.2007 (data riportata anche nel testo
del documento). Tale circostanza fa emergere uno scambio di file tra il Sen.
BUCCICO ed il dr. CHIECO, ed in quello di quest’ultimo risulta cancellato il nome
del querelante, ma che si evince chiaramente essere lo stesso Senatore, se non altro
per il nome dato al file in questione.

Determinante per l’affermazione del sodalizio criminoso è anche il ruolo del dr.
BARBIERI, collocato ai vertici del Ministero della Giustizia, con particolare
riferimento ad i suoi rapporti con il dr. BONOMI che, in passato, aveva anche
svolto le funzioni di Ispettore presso il Ministero della Giustizia, nonché con il dr.
TUFANO con il quale non solo ha contatti intensi ma sono in rapporti attraverso
nominativi di persone legati ad entrambi (che operano nel settore economico-
finanziario e nelle Istituzioni, in particolare la Magistratura ed hanno avuto
comunque un ruolo nelle vicende oggetto dell’attività del sodalizio criminoso).
Il BARBIERI è in contatto con persone già coinvolte in procedimenti penali, quali
monsignor Francesco CAMALDO il quale si rivolgeva all’alto magistrato
nell’intento di acquisire, per il tramite di questi, informazioni riservate circa gli
sviluppi delle indagini giudiziarie che si stavano svolgendo nei suoi confronti.
BARBIERI che dal compendio intercettivo appare in contatto con magistrati
ricoprenti ruoli rilevanti nelle vicende de quibus.

119
Il BARBIERI acquisiva informazioni riservate sull’andamento delle indagini che
riguardavano il CAMALDO, ricorrendo a quei canali ed a quelle entrature su cui
poteva contare negli ambienti giudiziari lucani (in considerazione, in particolare,
dei suoi stretti contatti con i vertici della Procura Generale di Potenza). Il
BARBIERI, tra l’altro, prima di rivestire l’incarico di Direttore Generale dei
Magistrati presso il Ministero della Giustizia, aveva ricoperto la carica di Presidente
del Tribunale di Lagonegro.
E’ anche il BONOMI che si rivolge al sodale BARBIERI per ottenere informazioni in
merito agli sviluppi delle vicende disciplinari riconducibili a magistrati della
Procura della Repubblica di Potenza:
G.: Enzo, come vanno le altre cose nostre? Tu capisci a me.
V.: eh, così.Ehm...stanno andando avanti, mò vediamo che succede qua, insomma.
G.: tu non ne sai niente?
V.: no...ehm...ancora no.
G.: stai seguendo un poco?
V.: sì,sì,sì,sì,sì,sì,sì.
G.: perchè lì hanno avu...hanno beccato un pò di, di disciplinari, hai saputo?
V.: sì,sì,sì,sì,sì,sì
G.: eh! Cinque mi pare.
V.: sì.
G.: (rivolto ad altro interlocutore: ) e c'è Barbieri a telefono. Mò te lo passo.
V.: sì.Chi è?
G.: (rivolto a Barbieri) senti: mò dico...è il collega Roca, mò te lo passo.
V.: sì,sì,sì.
G.: senti facci sapere qualche altra cosa.
V.: va bene.

Trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’ utenza telefonica numero
06.6874988 in uso a BARBIERI Vincenzo, ed in entrata sull’utenza numero 340.6511419 in uso a
BONOMI Gaetano avvenuta in data 06.09.2006 alle ore 10.32 progressivo nr. 128 – RIT
125/2006.Linea 215.
LEGENDA
BARBIERI Vincenzo: V.
BONOMI Gaetano: G.
INIZIO TRASCRIZIONE
G.: pronto?
V.: Gaetano?
G.: chi è?
V.: Enzo Barbieri. Da Roma.
G.: uè, bello! Come stai?
V.: bene. Te?
OMISSIS
G.: Enzo, come vanno le altre cose nostre? Tu capisci a me.
V.: eh, così.Ehm...stanno andando avanti, mò vediamo che succede qua, insomma.
G.: tu non ne sai niente?
V.: no...ehm...ancora no.
G.: stai seguendo un poco?
V.: sì,sì,sì,sì,sì,sì,sì.
G.: perchè lì hanno avu...hanno beccato un pò di, di disciplinari, hai saputo?
V.: sì,sì,sì,sì,sì,sì
G.: eh! Cinque mi pare.
V.: sì.
G.: (rivolto ad altro interlocutore: ) e c'è Barbieri a telefono. Mò te lo passo.
V.: sì.Chi è?
G.: (rivolto a Barbieri) senti: mò dico...è il collega Roca, mò te lo passo.
V.: sì,sì,sì.
G.: senti facci sapere qualche altra cosa.

120
V.: va bene.
G.: so che Mantelli è stato riconfermato.
V.: sì, Mantelli è stato riconfermato. Da poco.
G.: e la cosa non ci dispiace.
V.: no,no,no. E' un bravo... è una bravissima persona.
G.: è nu 'uaglione serio!
V.: sì, sì. E' una persona per bene.
G.: ti passo Modestino così lo saluti.
OMISSIS

In riferimento a quanto emerso dalla conversazione sopra riportata relativamente


alla circostanza della riconferma del dr. MANTELLI nell’incarico ricoperto presso
l’Ispettorato del Ministero della Giustizia, si segnala il tenore della conversazione
telefonica di seguito riportata. Emerge, infatti, che il medesimo sarebbe stato in
procinto di lasciare il citato incarico “perché… avevano già scritto la lettera per
Mantelli”, quando, “non te lo so dire manco come è successo, non lo so…”,
presumibilmente, per via dell’intervento sul Ministro della Giustizia Sen. Mastella
di un soggetto di cui non emerge l’identità, ne veniva decretata la riconferma. Ecco
lo stralcio di alcuni passi della conversazione: “Come ha fatto Mantelli, come ha fatto
Priore, come ha fatto tutta questa gente. Che ha fatto al momento opportuno? Ha preso…
avrà chiamato alle persone più autorevoli di questo mondo, che sono riuscite a…”:
…………………………………………………..omissis……………………………………………………….
B.:E non lo so. Perché lui sperava… sai, prendendo tempo si può sempre sperare che il 30
settembre Mastella vada a casa, viene (incomprensibile) amico che mi confermi.
C.: Ce lo auguriamo tutti.
B.: Però…
C.: Ce lo auguriamo tutti, eh.
B.:Appunto, appunto. Perché, guarda, che io già sento dagli uffici giudiziari, dalle nomine che ha
fatto su Napoli, sentivo Lello Numeroso che comincia a dire che forse si comincia a rimpiangere
Castelli, perché hanno nominato Direttore al posto di Caldarera quel… un Vigile…
………………………………………………………….omissis…..…………………………………………….
C.: Ma tu lo sai che ha confermato… ha confermato Mantelli?
B.: Sì, sì, lo so, lo so.
C.:Ieri ho sentito Arci, gli ho detto: “Scusa, Arci, ma poi quella cosa di Mantelli, tu eri…”.
B.: Sì, sì.
C.: Non lo so nemmeno, non te lo so dire manco come è successo, non lo so.
B.: Sì, perché alla fine poi… tutto è rimasto come… come con Priore addirittura, capisci.
C.: Eh.
B.: Perché… avevano già scritto la lettera per Mantelli.
C.: Ah, avevano già scritto… (ride)
B.: Sì. Già. Hai capito?
C.: No, guarda, veramente, è una cosa inaudita.
B.:Alla fine rimpiangeremo Castelli, guarda, sono convinto che… perlomeno quello nella sua
burberia nordica…
……………………………………………………………omissis……………………………………………..
C.:Voglio dire.. Come pure Mantelli. Quindi questo è uno che se gli arriva la cosa giusta…
B.: Esattamente. Ma è così. L’uomo così è.
C.:…è capace (incomprensibile). Insomma non è… non è una cosa… non è una cosa normale
questa qua.
……………………………………………………………omissis…...………………………………………….
B.: Ma non è che fanno acquiescenza, perché tu vedi che fanno acquiescenza apparentemente,
ma poi a titolo personale operano con tutte quante le… gli strumenti a disposizione. Come ha
fatto Mantelli, come ha fatto Priore, come ha fatto tutta questa gente. Che ha fatto al momento
opportuno? Ha preso… avrà chiamato alle persone più autorevoli di questo mondo, che sono
riuscite a…

121
C.:Ho capito. Però non è… non è il sistema giusto per… cioè, voglio dire quelli hanno trovato le
persone giuste e quelli che non hanno trovato le persone giuste che fanno, se ne devono andare
perché non trovano la persona giusta? Allora combatti con le tue armi.
………………………………………………………....omissis…………………………………………………

Con riferimento ancora ai rapporti – ai fini del consolidamento del suo ruolo di forza
all’interno del sodalizio criminoso – tra il TUFANO ed i vertici del Ministero della
Giustizia, con particolare riguardo al sodale BARBIERI ed al dr. Ettore FERRARA, Capo
Dipartimento Amministrazione Penitenziaria (in procinto di divenire Presidente della
Corte d’Appello di Potenza) si evidenzia anche che Achille TUFANO, figlio del PG, ha
superato il concorso di collaboratore classe C1 presso il Dipartimento Amministrazione
Penitenziaria classificandosi al settimo posto. In documentazione acquisita all’esito della
perquisizione effettuata nei confronti del predetto Procuratore Generale si rinvenivano
appunti con riferimento al predetto concorso con l’indicazione del sodale BARBIERI ed
anche dei componenti la Commissione presso il Ministero della Giustizia.
Si evidenziano, altresì, gli strettissimi rapporti con numerosi componenti del Consiglio
Superiore della Magistratura (come si evince, in modo inconfutabile, dalle rubriche ed
agende sequestrate, nonché dal traffico telefonico rilevato dall’analisi incrociata dei relativi
tabulati) ed a tal proposito, a titolo esemplificativo, si riporta che dall’esame dei files
estratti dai PC del dr. TUFANO è emersa una nota denominata “BERRUTI.DOC” con la
quale il dr. TUFANO illustra al dr. BERRUTI (componente del Consiglio Superiore della
Magistratura ed appartenete alla stessa corrente di riferimento del dr. TUFANO), la
situazione della Procura di Potenza, portando attacchi diretti all’operato del Procuratore
della Repubblica dr. GALANTE e dei Sostituti Procuratori della Repubblica dr.
MONTEMURRO e dr. WOODCOCK. Scrive, tra l’altro, il TUFANO:
Bisogna da ultimo tenere presente che Woodcock si sta attivando moltissimo, da
una parte, con magistratura democratica e, dall’altra con Ferri di M.I. (è stato al
suo matrimonio) per ottenere una protezione del Galante, del Montemurro e di lui
stesso (su cui ci sono pesanti relazioni) anche a costo di infamare la procura
generale.
Lo aveva già fatto con Menditto e MD a luglio 2006 pochi giorni prima della
scadenza del vecchio CSM.
nonché Ulteriore nota indirizzata al Cons. BERRUTI

Con riferimento al ruolo della dr.ssa FASANO si segnalano anche le seguenti


conversazioni telefoniche intercettate:

Progressivo n.654 delle ore 17.11.26 del 14/5/2007.


Dopo aver informato la moglie della sua elezione in Direzione Nazionale, MARGIOTTA chiede
delucidazioni circa la protesta dell’avvocato PACE che avrebbe abbandonato l’udienza presieduta
dal GIP PAVESE. FASANO Luisa condivide l’iniziativa dell’avvocato PACE ritenendo gravissimo
ciò che ha fatto il GIP PAVESE. FASANO, inoltre, ragguaglia MARGIOTTA circa il contenuto
del comunicato stampa del Procuratore Generale TUFANO a commento dell’articolo pubblicato dal
CORRIERE DELLA SER.:
Progressivo n.675 delle ore 19.44.42 del 14/5/2007.
MARGIOTTA segnala alla moglie che non è stato CANNIZZARO a diramare all’ANSA il
comunicato stampa sulle sue dimissioni ma che si è trattata di un’iniziativa di Vito DE FILIPPO.
MARGIOTTA precisa che CANNIZZARO si era limitato a scrivere una lettera di dimissioni, di

122
cui gli era stato letto il contenuto da Nino GRASSO, e di inviarla al Presidente della Regione.
MARGIOTTA ipotizza che CANNIZZARO non si sarebbe aspettato una pubblicazione della
lettera da parte di DE FILIPPO. FASANO condivide lo stupore del marito per l’inattesa
pubblicazione di un atto che poteva rimanere interno e asserisce che DE FILIPPO avrebbe ben
potuto rigettare le dimissioni del CANNIZZARO.
Progressivo n.751 delle ore 15.3.01 del 15/5/2007.
FASANO Luisa segnala al marito che dopo la solita convocazione dell “unico” e
“irripetibile”, è riuscita a parlare a quattr’occhi con ROCA di quella cosa. A dire della
FASANO, ROCA avrebbe replicato che sapeva della cosa; ROCA, inoltre, avrebbe
premesso che il PRESIDENTE, uomo delle istituzioni, le cose le dice ma non le dice nelle
sedi opportune. ROCA avrebbe aggiunto di aver deciso di fare un passo indietro essendosi
reso conto dell’interesse nutrito dall’ altro per la cosa e non volendo condurre una nuova
guerra proprio contro coloro insieme ai quali aveva fatto la guerra in corso. Inoltre,
ROCA avrebbe manifestato l’intenzione di rimanere fuori da una guerra sporca, non
avendo niente da spartire con tutti gli altri e volendo evitare di correre il rischio di essere
attinto da accuse infamanti. FASANO Luisa riferisce al marito di aver rappresentato a ROCA
“il fatto della sua conferenza stampa” ottenendo la solidarietà di questi il quale avrebbe commentato
che si tratta di una vicenda di nessuna importanza messa in piedi solo per “tenerti sotto” ed
esercitare pressione psicologica.
Progressivo n.939 delle ore 20.8.36 del 16/5/2007.
Fasano Luisa riferisce al marito che la III Commissione del CSM ha dato il suo assenso alla
richiesta di trasferimento in Corte d'Appello del GIP Iannuzzi. Margiotta chiede alla moglie se si
sappia qualcosa del PM MONTEMURRO.La Fasano risponde di no.

Progressivo n.1006 delle ore 17.29.30 del 17/5/2007.


MARGIOTTA manifesta a FASANO Luisa il suo stupore per l’ipotesi ventilata da taluni circa un
suo eventuale interessamento presso MANCINO in favore del PM MONTEMURRO.
MARGIOTTA precisa di aver chiarito che si tratta di un’ipotesi fantasiosa e del tutto destituita di
fondamento non essendo MONTEMURRO un suo amico.

Progressivo n.2371 delle ore 22.54.07 del 29/5/2007.


FASANO Luisa informa il marito delle dichiarazioni rilasciate da CORONA che, appena uscito dal
carcere, ha definito Woodcock “un talebano” dichiarandosi “ostaggio dello Stato”. FASANO
commenta le affermazioni del CORONA asserendo che lo stesso ha ragione. Da parte sua,
MARGIOTTA informa la moglie di aver saputo da GIAMPAOLO che Magistratura Indipendente
ha chiesto al CSM il trasferimento del GIP IANNUZZI in seguito alla pubblicazione di quel certo
articolo.
Progressivo n.2412 delle ore 10.09.53 del 30/5/2007.
FASANO Luisa riferisce al marito di essere stata appena chiamata da BONOMI e di aver
saputo da questi che la cosa di GRIPPO è stata confermata ma che rimane in piedi “la
cosa sua”. FASANO aggiunge che “Il Giornale” ha pubblicato alcune foto che ritraggono insieme
il PM WOODCOCK e la giornalista SCIARELLI.
Progressivo n.2461 delle ore 13.54.28 del 30/05/2007.

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FASANO Luisa informa il marito che il settimanale “CHI” ha pubblicato delle foto in cui sono
ritratti in diverse pose il PM WOODCOCK e la giornalista SCIARELLI.
Progressivo n.2546 delle ore 08.40.42 del 31/05/2007.
Dopo aver riferito commentato con la moglie le foto di WOODCOCK e della SCIARELLI ,
MARGIOTTA le chiede se i giornali locali hanno rilanciato la vicenda. FASANO Luisa risponde
che il solo Nino GRASSO ha scritto un articolo e MARGIOTTA replica ipotizzando che ora
“quelli” faranno dire che esiste un complotto nell’uso della trasmissione “CHI L’HA VISTO”.
FASANO e MARGIOTTA continuano commentando le dichiarazioni ed il comportamento di
CORONA.
Progressivo n.2566 delle ore 11.02.30 del 31/05/2007.
MARGIOTTA riferisce alla moglie di aver letto l’articolo scritto da GRASSO e lo definisce
“pesante”, “tosto” e “scritto alla grande”.
Progressivo n.3117 delle ore 11.16.36 del 04/06/2007.
MARGIOTTA segnala alla moglie la pubblicazioni dell'interrogatorio di ROTONDI. La donna
commenta affermando che quindi ci sarà pure lei. L'uomo, con tono seccato, invita la moglie a non
parlare.

Progressivo n.3157 delle ore 12.51.21 del 04/06/2007.


FASANO segnala al marito che ha verificato e si tratta di “una cazzata” , di spacciatori.
Progressivo n.3377 delle ore 11.36.07 del 05/06/2007.
La Fasano chiede al marito che cosa sia accaduto. L'uomo riferisce di aver parlato con un vice
questore aggiunto a cui ha detto di essere marito di una collega e commenta che anche in questo caso
bisogna fere la stessa cosa ovvero ricorso al Prefetto per ottenere la restituzione della patente
sottratta a Beppe, l'autista. Il Margiotta aggiunge che presso la Prefettura di Roma ha un pò di
amici e "può fare".Il marito chiede alla moglie che cosa stia succedendo giù. La Fasano risponde
che tutto tace al che l'uomo chiede se la moglie ha portato quel certo appunto a Bonomi
facendo presente che si tratta di una cosa che interessa direttamente il padre del
Margiotta. Il Margiotta, a tal proposito, dice alla moglie di parlare con Bonomi, affinchè
questi parli a sua volta con il Presidente del Tribunale Civile o con un giudice qualsiasi
perchè il padre è in credito dal Tribunale di una certa quota di soldi. Margiotta aggiunge che
potrebbe parlarne lui stesso a De Angelis e chiude la conversazione rammaricandosi per il fatto di
dover provvedere alla guida del veicolo in prima persona quando il giovedì successivo tornerà a
Potenza.

Progressivo n.3446 delle ore 20.54.26 del 05/06/2007.


MARGIOTTA riferisce alla moglie che suo fratello le porterà un appunto che riguarda
suo padre e che lei dovrà, a sua volta, consegnare al suo amico. MARGIOTTA
raccomanda alla moglie di consegnare all’amico anche quell’altro appunto.

Progressivo n.3486 delle ore 11.58.24 del 06/06/2007


FASANO riferisce al marito che in giornata hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare
disposte dal GIP Pavese ed eseguite dalla Squadra Mobile di Potenza. I due interlocutori
commentano l'atmosfera che regna in Procura a Potenza e l’uomo raccomanda alla moglie
di ricordarsi di consegnare quei due appunti a Bonomi.

124
Rilevante è anche il ruolo esercitato dalla dr.ssa FASANO, unitamente al sodale dr.
BONOMI, contro il dr. MONTEMURRO impegnato in inchieste che coinvolgevano
persone delle quali la FASANO ed il MONTEMURRO erano referenti per come descritto
nell’ambito associativo.
Vi sono diverse conversazioni telefoniche di pregio tra la dr.ssa FASANO ed il dr.
BONOMI. Dalla conversazione di seguito riportata emerge l’interessamento di
quest’ultimo per il dr. MONTEMURRO, che sarebbe stato visto quella stessa mattina con
una macchina della polizia mentre stava accompagnando i bambini. Lo stesso BONOMI
chiede alla FASANO di informarsi su tale circostanza, in quanto se riscontrata lui avrebbe
provveduto a fare una segnalazione al Prefetto, in quanto il dr. MONTEMURRO ”….
perchè lui non ha diritto a niente abbiamo fatto tanto per aiutare...“. Dalla stessa
conversazione emergono, quindi, finalità d’intenti univoche tra la dr.ssa FASANO ed il dr.
BONOMI.

DATA E ORA: 09/05/2007 19:12:46


nr.177
chiamante: 3928582344
NUMERO_CHIAMATO: 393281508556

LEGENDA: Cons. Dott. BONOMI Gaetano: (B)


D.ssa FASANO Luisa: (F)
^^^^^^^^^^^^^^
F:Pronto!
B:Pronto, ma stai ancora lavorando?
F:Sto... so venuta a un convegno dove hanno fatto delle foto eh... alle donne in
polizia, eccetera eccetera...
B:ah be...
F:e la mia foto ha vinto il primo premio... non la mia, il mio era il mio come
soggetto..
B:Eh eh...
F:io e mio figlio...
B:bellissima ...(inc.)...
F:e quindi sto al convegno...
B:ti volevo dire... il nostro amico la mattina va ancora con la macchina vostra a
pigliare il figlio alla scuola attualmente?
F:mah...
B:Polizia di Stato, una "tipo" Polizia di Stato, bleu...
F:veramente? Non lo so...
B:ma è strano...
F:non mi meraviglierebbe ormai più niente, eh voglio dire...
B:e a che titolo poi?
F:mah... perchè a che titolo MENNUTI fa parte del gruppo anti LA NERA? (breve
risata) se è uno che sta alla D.I.G.O.S.?
B:allora se l'ha fatto il tuo capo...
F:eh appunto... appunto...
B:voglio dire... (accavallamento di voci)
F:e certo...

125
B:...(inc.)... voglio dire... per avere l'autorizzazione chi la... perchè lui mi ha detto...
F:il Questore, per forza il Questore se c'ha l'autorizzazione... per forza il
questore...
B:Che stammattina alle nove stava con uno... macchina tipo Polstato...
F:si...
B:Polizia di Stato con... siccome il Questore mi ha raccontato queste cose
stammattina di questo...
F:Mah...
B:gira su ...(inc.)... (voci sovrapposte)
F:Tipo... Tipo... di che colore cioè in borghese? Civetta?
B:Tipo blue con la Polizia di Stato eh...
F:veramente?
B:oh... eh...
F:...(inc.)...
B:alle nove meno cinque a viale Dante ad accompagnare i bambini...
F:a me non mi meraviglia niente così come il fatto che oggi non sapevo neanche che
si faceva sta cosa...
B:non ho detto niente?
F:No! ...(inc.)... niente sapevo...
B:ma io perciò volevo...
F:eh... eh...
B:tu ieri non sei venuta e io che potevo ...(inc.)...
F:no perchè mi ha bloccato lui, perchè dopo che mi fa ste cose così, carine, lui viene
all'una e mi dice dobbiamo andare a pranzo col direttore del "QUOTIDIANO" cioè
a mezzo giorno me l'ha detto, si cambi perchè io ero in divisa e mi accompagni e
quindi so dovuta andare di corsa a casa...
B:a fa che?
F:sua figlia mi ha visto oggi...
B:eh...
F:che stavo sotto il quotidiano ad aspettare...
B:a fa che?
F:il direttore... e perchè
B:ah...
F:nuovo venuto è nuovo venuto e quindi l'ho accompagnato in maniera formale...
B:ah....
F:perchè se no lui non sapeva che cavolo dire e m'ha rovinato tutta la giornata ed
io so dovuta andà a casa a rimettermi la divisa e, adesso sto a sto convegno, cioè...
B:questo è cretino...
F:eh...
B:ma comunque vedi un poco, per sfizio, senza dire naturalmente...
F: si ...(inc.)...
B:perchè l'hanno visto due persone... che ha accompagnato
F:uhm...
B:il figlio con questo questa "tipo"...
F:non mi meraviglia proprio...
B:noi "tipo" non ce ne abbiamo in Tribunale, quindi non...
F:...(inc.)...
B:dice che stava scritto Polizia di Stato...

126
F:però le nostre macchine civetta non c'hanno scritto Polizia di Stato, tranne se
non c'era la paletta...
B:e penso di si...
F:eh appunto che a noi le macchine in borghese ...(inc.)...
B:perchè lui non ha diritto a niente abbiamo fatto tanto per aiutare...
F:...(inc.)... e certo... e certo... ma...
B:...(inc.)... faccio una segnalazione al Prefetto, poi ...(inc.)...
F:ma se MENNUTI ha riavuto il cellulare di servizio e non si sa per quali motivi
viene applicato a un'indagine di squadra mobile senza che io venga
detto(fonetico) e sta alla D.I.G.O.S. non mi meraviglia veramente più niente,
senza che mi venga detto nulla...
B:questa è pazzia però eh...
F:lasciamo perdere... e be si...
B:io perciò...
F:mi sta mi sta distogliendo tutta la mobile in maniera va bè lasciamo perde...
cioè io so, il pool del pool del pool che non controllo più e mi sto veramente
stancando però, UBI MAIOR...
B:...(inc.)... passa un attimo domani iah...
F:e si sicuramente ci vediamo domani...
B:io ti volevo parlarti anche di questo sta matti.. ieri...
F:eh purtroppo mi ha m'ha coptato lui
B:ah...
F:diciamo ...(inc.)... e che dobbiamo fare?
B:Ci sentiamo domani...
F:O.K. bacioni...
B:ciao ciao ciao...
F:a domani.
FINE TRASCRIZIONE

Dalle conversazioni intercettate emerge un’attenzione particolare della dr.ssa


FASANO e del dr. BONOMI per le vicende relative al dr. WOODCOCK (rapporti
con la giornalista Federica SCIARELLI) ed al dr. MONTEMURRO con riferimento
all’uso di un’autovettura della Polizia di Stato, per il quale lo stesso BONOMI chiede
alla FASANO di informarsi, in modo che lo stesso poi “...(inc.)... faccio una
segnalazione al Prefetto, poi ...(inc.)...”.
In questi interessamenti si inserisce la conversazione nel corso della quale i due
interlocutori, FASANO e BONOMI, fanno riferimento alla nomina del dr. GRIPPO,
quale Procuratore di Potenza, e ad un non meglio indicato “discorso successivo che
rimane impregiudicato e per il quale bisogna darsi da fare”. Conversazione che fa
trapelare un accordo al fine di perseguire nomine presso la Procura della Repubblica
di Potenza, proprio per il posto di Procuratore della Repubblica in modo che il
sodalizio possa avere il controllo dei vertici degli uffici requirenti di Potenza.

Inoltre, dalla conversazione di seguito indicata emerge un persistente interesse del


dr. BONOMI e della dr.ssa FASANO per il dr. WOODCOOCK, ed in particolare
per delle foto che dovrebbero essere pubblicarte sul giornale “Chi”. A tal proposito
si segnala che nello stesso periodo la FASANO è impegnata in delicate indagini

127
delegate da quest’ultimo (con riguardo in particolare ad ambienti della
massoneria).
Emergono anche le finalità delle condotte poste in essere dalla FASANO e dal
BONOMI laddove discutono di un discorso finale che rimarrebbe impregiudicato,
facendo riferimento alla nomina di GRIPPO quale momentaneo Procuratore della
Repubblica a Potenza, ed in particolare all’aspirazione del dr. BONOMI di ricoprire
tale incarico (come si riscontra da quanto emerso da atto rinvenuto sul PC di
TUFANO, il quale emette parere favorevole con riguardo alla domanda di
Procuratore della Repubblica di Potenza formulata dal sodale BONOMI, facendo
riferimento il TUFANO all’indipendenza del BONOMI, che stride non poco se sol si
pensi alla sua partecipazione, a fianco del BUBBICO, al congresso del partito dei
democratici di sinistra, IN DATA 10.6.2006, ove si doveva eleggere il segretario
(progetto di “conquista” anche dei vertici della Procura della Repubblica di Potenza
che non si realizza solo in quanto in pieno svolgimento le complesse indagini
preliminari della Procura della Repubblica di Catanzaro):

DATA E ORA : 30/05/2007 10:03:32


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LEGENDA
Fasano: FASANO
Bonomi: (BONOMI)

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
FASANO:pronto!
BONOMI: lavoriamo, lavoriamo!
FASANO:Consigliere... no, oggi no! Oggi riposo.
BONOMI:ti ho disturbata a casa?
FASANO: eh sì ma ...(inc.)... niente di chè, sto col bambino! Tutto a posto? Che
novità ci sono?
BONOMI: sì, io sono in ufficio.Niente....Ho visto un articolo su...sul "Il Giornale".
FASANO: anche oggi?
BONOMI: che pubb, che pubb, che pubblica in prima pagina, una fotogtafia del tuo
capo... Sostituto Woodcock...
FASANO:Si...
BONOMI:dietro la SCIARELLI...
FASANO:Veramente?
BONOMI:Uh... uh...
FASANO:Ah...
BONOMI:e poi, dice che sono state pubblicate all'interno, altre quattro fotografie
eh...
FASANO:eh...

128
BONOMI:sono state, saranno pubblicate domani su "CHI"...
FASANO:ah... perchè queste so quelle che diceva ieri CORONA, che è stato messo
ai domiciliari (breve risata) che carini...
BONOMI:niente, hai capito? Ci stà un tutto un articolo sul giornale...
FASANO:ah...
BONOMI:che io c'ho...
FASANO:eh... però...
BONOMI:e domani dovrebbe uscire "CHI"...
FASANO:ho capito... e sul giornale fanno riferimento ...(inc.)...
BONOMI:che si sò quattro fo... quattro fotografie si, si...
FASANO:ah...
BONOMI:perchè, secondo il giornale, sono state scattate a Potenza...
FASANO:ah...
BONOMI:ma mi sembra strano, perchè, ehm... in alcune ci stava il soggetto che
c'ha la barba...
FASANO:ah...
BONOMI:e ultimamente non ce l'ha...
FASANO:va bè, infatti... sono quelle di quest'estate...
BONOMI:penso di quest'estate siano...
FASANO:uh, uh, uh... ah che carini...
BONOMI:perchè (breve risata)
FASANO:ah...
BONOMI: tubano, tubano...
FASANO:eh... il fatto è che, se questo dimostrasse... quanto...
BONOMI:beh... certo(fonetico)...
FASANO:in questo tubare escono poi, questi, certi programmi diffamanti...
BONOMI:le notizie... certo, certo... ma penso che...
FASANO:e questa la storia...
BONOMI:che, TUFANO scriverà qualcosa...
FASANO:ah... perchè voglio dire... il primo (fonetico)...
BONOMI:aspettiamo che esce anche domani questa cosa...
FASANO:l'ultimo "CHI l'HA VISTO?" è stato veramente delirante...
BONOMI:schifoso... si, si, si...
FASANO:siamo proprio all'assurdo e, certe cose, quella non è che le sa così
insomma...
BONOMI:ah no...
FASANO: eh...
BONOMI:senti, che fai Oggi?
FASANO:Oggi...
BONOMI:Stai un pò in casa?
FASANO:No, dato che Salvatore non c'è, perchè giustamente lui è a Roma, perchè
oggi è giornata lavorativa, credo che vado a trovare a ...(inc.)... mio fratello co... con
mia mamma...
BONOMI: O.K., ti volevo dire, abbiamo saputo da Roma che, il provvedimento
di GRIPPO, va in applicazione (fonetico), non lo annullano più...
FASANO:ah...
BONOMI: hanno capito e quindi, hanno chiamato ieri pomeriggio...
FASANO:ah...

129
BONOMI:per cui, io già l'ho detto ad altre persone, per cui, praticamente,
sull'immediato, rimane Grippo,
FASANO:si...
BONOMI: cioè, ci hanno dato comunque ragione...
FASANO: però...
BONOMI: resta impregiudicato il discorso finale...
FASANO:eh, appunto...
BONOMI: e che, sul quale bisogna impegnarsi...
FASANO: e s... bisogna fare pure... cioè mettere presto (fonetico) per fare prima
insomma...
BONOMI:esatto...
FASANO:non aspettare un anno eh...
BONOMI:no, no, no...
FASANO:eh...
BONOMI:me l'hanno promesso che faranno presto, per cui, bisogna darsi da
fare...
FASANO:...(inc.)...
BONOMI:tu domani sei in servizio?
FASANO:Io si! Si, si...
BONOMI:se mi vieni a trovare ti offro il caffè...
FASANO:...(inc.)... (breve risata)
BONOMI:va bene?
FASANO:ci vediamo domani...
BONOMI:ciao, buona giornata...
FASANO:buona giornata... a presto.
FINE TRASCRIZIONE.

Con riferimento al dr. BONOMI si evidenzia, altresì, quanto segue, con riguardo ad i suoi
rapporti con i vertici dell’allora partito dei democratici di sinistra (attuale PD), ed in
particolare con Filippo BUBBICO (nella specie dopo il rinvio a giudizio di quest’ultimo a
seguito dell’imputazione coatta disposta dal GIP dr. Alberto IANNUZZI):
Riferisce quest’ultimo:
A margine di t ale vicenda (imputazion e coa tta vicenda PAN IO da pa rte di
IANNU ZZI del 25 maggio del 2006 e richiesta di rinvio a giudizio del
5.6.2006 a firma del dr. GALANTE) si regist rava un epi sodi o piuttost o
inquietant e, che ved eva com e p rotag onist a il sostituto della Procu ra Gen eral e di
Potenza dr. Gaetan o Bonomi, il quale, a distanza di qual che gi orn o dalla richi esta
di rinvi o a giudi zio (giugno 2006), form ulata an ch e n ei conf ronti del sen. Filipp o
BUBBICO, attualmente sottoseg retari o alle Infrast rutture e all’ epoca dei fatt i
presid ente della Giunta Regional e, v eniva ripreso dal local e TG3 a fianco del sen.
BUBBICO durant e il congresso dei DS, i n cui occorreva nominare il coordin atore
regi onal e.
Il comportament o del dr. Bonomi appari va a dir poco inopportuno e tal e da gettare
discredito su l prestigi o dell’ordine giudi ziari o, poiché si verifi cava nel corso d i
una manif estazion e squisitament e politica, esp rim endo un atteggi amento di
“coll aterali smo” n ei conf ronti di un influ ente u omo politico, imputato n ell’ ambit o
di un procediment o parti colarm ente del icato e di grande risonanza pubbli ca.
Anche qui, m alg rado l’ epi sodi o sia stat o ri portato in un arti colo, apparso su
un’important e rivi sta nazion ale (Mi cromega), non risulta ch e sia stata mai

130
intrap resa da parte del dr. TUFANO alcuna iniziati va n ei conf ronti del dr.
Bonomi, peralt ro n on estraneo ad alt re inizi ative dirette a del egittimare l o
scriv ente.

Effettivamente dopo pochi giorni dal provvedimento che imponeva l’imputazione coatta e
dalla richiesta di rinvio a giudizio della Procura della Repubblica di Potenza a carico di
BUBBICO Filippo + altri, nell’ambito del procedimento penale 4271/01, mod.21, il dr.
BONOMI, ripreso dal TG3, appariva in platea al congresso straordinario di Potenza dei DS
(primo partito regionale) del 10.6.2006, in prima fila, al fianco del Sottosegretario di Stato
allo sviluppo economico BUBBICO Filippo, già Presidente della Regione Basilicata, per
l’elezione del nuovo segretario regionale (all’assise avrebbero partecipato circa 400
delegati) poi eletto in Giuseppe LACORAZZA.

Con riferimento sempre al dr. BONOMI si evidenzia la condotta avuta dallo stesso –
sempre nell’ambito del suo ruolo svolto all’interno del sodalizio criminoso – con riguardo
alle richiesta di ricusazione contro il dr. IANNUZZI presentate dall’Avv. Pier Vito BARDI
(avvinto da solidi legami con lo stesso BONOMI e con il dr. TUFANO).
Riferisce IANNUZZI:
Il dr. Bonomi, infatti, quale magistrat o della Procu ra Gen eral e, in due distint e
occasi oni h a espresso parere f avorevol e in relazione all e i stan ze di ricu sazion e d el
sottoscritto giudice, una dell e quali proposta dal l’avv. Pier Vit o Bardi (il
medesim o che partecipò all’incontro con i coniugi GENOVESE- CANNI ZZARO
dopo il “pentim ento” di Gennaro Cappi ello) e l’alt ra dal Sindaco di Campi on e
d’Italia, Robert o Salmoi raghi.
Al ri guardo, colpi sce la motivazion e espressa a sostegn o del parere, laddove si
consideri che l e i stan ze sono stat e riten ute dall a Corte di Appello pal esem ent e
inammissibili.In particol are, desta perpl essità il parere f avorevol e all’accogliment o
dell’i stanza p resentata dall’avv. Bardi, particolarment e vicino ag li am bienti d ell a
Procu ra Gen eral e, poi ché impli cava il riconoscim ento in capo all’imputat o-
indagato della possibilità di scegli ersi il giudice, dal mom ento che faceva scatu rir e
l’incomp atibilità del giudi ce nell a trattazione del procedim ento dalla proposizi on e
da parte dell’ind agato d i un atto di citazi one civile n ei conf ronti d el giudi ce stesso
(v. all. 10 alla relazion e del dott. Iannuzzi). Né è un caso che lo stesso avv. Bardi ,
a cari co d el qu ale p endono procedim enti penali per gravi ipotesi delittuose, abbi a
presentato, n el corso del procedim ento in cui fu proposta l’istan za di ricu sazion e,
un esposto, d epositandol o negl i uffici della Procu ra General e, come se
l’interl ocutore istituzional e fosse il P.G. e non il Presidente del Tribunal e o dell a
Cort e di Appello.
Ancor più capzioso era il secondo parere, mirante a stigmati zzare le dichiarazi on i
rese all a stampa dall o scrivente a segui to dell’ arresto di Vittori o Emanu ele di
Savoia, di chiarazioni che avevano qu ale u nico scopo qu ello di di fendere l a solidit à
dell’impi anto accusatori o, pu r senza m ai entrare n el merito del procedim ento,
nonch é di respingere gli attacchi den igratori che piovevano da più parti ,
nell’esercizi o di un di ritto riconosciuto al magi strato dal la Costituzion e e dall e
circolari d el C.S.M. (v. rel azion e di cui all’all. 4 al la relazion e del dott.
Iannuzzi).
La Cort e di Appello eviden ziò l a m anif esta infondatezza del la di chi arazion e di
ricu sazion e, ril evan do, tra l’ altro, che “…il GIP dott. Iannuzzi si è li mitato ad
una g enerica illu strazi one di un’ attività d’indagin e, culminata nel l’adozion e di

131
un provvedimento restrittivo già emesso. Si è trattato, insomma, di
un’informazion e diretta tramit e gli organi di stampa alla pubblica opinion e, per
forni re el em enti di conoscen za relativi ad un’indagine ch e…pare abbi a avut o vast a
risonanza e dif fusi one. E’ quindi da esclu dere, n ella mani era più tassativa, che i l
giudice Iannuzzi abbia anti cipat o il proprio convincim ento sulle successive f asi e
sugli sviluppi p rocessu ali dell’indagine prel iminare a carico di S almoi rag hi…In
definitiva è da esclu dere che il dott. Ian nuzzi abbia inteso, sia pure in mani era
implicita, antici pare il p roprio giu dizio in merito ad una eventual e ist anza d e
libertate del Salmoi rag hi all’esito delle prospettazi oni difen siv e”.
Anche qui l’evi dent e infon datezza delle t esi sostenute dal dr. Bon omi e la su ddett a
circostanza appai ono indi cative dell’ assunzione di un atteggiam ento ostil e nei
conf ronti dell o scrivente, peralt ro in una fase del procedim ento particolarment e
delicata, laddove l’ accoglim ento dell a richiest a di ri cusazion e avrebbe comportat o
la del egittimazi one d ello scrivent e.

Con riferimento ai rapporti tra CHIECO, LABRIOLA e lo stesso BUCCICO si evidenzia


che l’Avv. LABRIOLA, nella prima serata del 20.3.2007 telefona al Procuratore Capo dr.
CHIECO, dopo il dissequestro della Marinagri avvenuto nel pomeriggio da parte del
Tribunale del Riesame di Catanzaro.

Si evidenzia che dall’esame dei tabulati telefonici sono emersi significativi contatti tra i
vari sodali – soprattutto in periodi topici in cui si realizza il programma criminoso – ad
ulteriore evidenza del consolidamento del vincolo associativo.

Anche dal materiale sequestrato al dr. TUFANO a seguito delle perquisizioni del 7.6.2007
sono emersi rapporti assai stretti con numerosi componenti del Consiglio Superiore della
Magistratura e del Ministero della Giustizia, nonché i legami del Procuratore Generale con
gli altri sodali.
A mero titolo esemplificativo si riporta quanto si seguito indicato.
File estratto riconducibile al discorso per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2007, cui
avrebbero partecipato tali BRESCIA del Ministero e CARELLI Palombi del C.S.M.,
quest’ultimo carissimo amico dello stesso P.G.

Sig. Presidente, una breve piccola premessa. Lei ha detto poc’anzi che l’inaugurazione
dell’anno giudiziario è una cerimonia che si risolve in una cerimonia noiosa e anche l’on.
Belisario ha parlato di qualcosa come di stanco rituale. Mi consenta di dire... io non sono
d’accordo assolutamente con voi e le spiegherò cosa penso io di una cerimonia come questa.
Una cerimonia come questa, sig. Presidente, è come uno strumento musicale. Pensi a una
chitarra. Tutta la musica è dentro lo strumento. Dipende da chi lo suona lo strumento
musicale. Perchè possono uscire fuori note stonate e può uscire la musica di Segovia.
Fatta questa piccola premessa, vado avanti. Vado avanti dando innanzi tutto il benvenuto ai
colleghi Brescia del Ministero e Carrelli Palombi, che poi è un mio carissimo amico,
del C.S.M.
E poi dicendo un’altra cosa, sig. Presidente. Mi assumo la responsabilità di esprimere
pubblicamente (e voglio che essi lo sappiano) la mia solidarietà con gli avvocati di Matera. Io
sono d’accordo con loro e, se fossi stato un avvocato, stamattina non sarei stato qui perchè
tutti devono sapere (e il Ministero innanzi tutto) che la sezione distaccata di Pisticci è una
vergogna nazionale.

132
Una cosa della quale ho sempre parlato e scritto ogni volta che la relazione toccava a me, ma
non se ne è fatto proprio niente e giustamente il presidente di quel tribunale ha tutte le
ragioni per metterla in luce continuamente.
Mi dispiace se nel frattempo ho perso qualche pezzo per strada. Ho visto che S.E. il Vescovo
è andato via, il presidente Vito De Filippo è andato via perchè la cerimonia ovviamente
prende il suo tempo.
……………………………………..omissis…………………………………………………

Di seguito si riporta quanto riportato in un floppy disk sequestrato presso l’abitazione di


Napoli del dr. TUFANO, denominato “Mastella.doc” ed inerente una lettera inviata al
Ministro della Giustizia, Clemente MASTELLA, da parte dello stesso TUFANO.

Procura Generale della Repubblica di Potenza

Illustre Ministro,
io non so se Brescia ti ha adeguatamente riferito sul mio intervento alla inaugurazione
dell’anno giudiziario a Potenza. Nel dubbio, ritengo opportuno farlo qui brevemente per
ragioni che non ti sfuggiranno e con una premessa.
Ti do il tu perché, a Napoli, alla cerimonia della G. di F., così mi dicesti di fare e ne sono
onoratissimo.

La premessa.
Sono sempre stato molto attento (e qui, a Potenza sono “stimolato” ad esserlo ancora di più)
al rispetto delle regole (da parte di tutti, magistrati in primo luogo), al rispetto della libertà
dei cittadini, al rispetto della privacy dei cittadini, al rispetto dei principi di terzietà del
giudice e di parità delle parti e a un ragionevole rapporto tra risorse impiegate, scopo
perseguito e risultato raggiunto, cioè, a un ragionevole rapporto costi-benefici, cosa spendo
e cosa prendo, per intenderci, e, con questi intenti, faccio il mio lavoro di P.G. ormai di
lungo corso senza mai girarmi dall’altra parte fingendo di non sapere, di non capire, di non
vedere.
E così, nell’intervento dell’anno scorso, in materia di libertà, informai che il tribunale del
riesame aveva accolto oltre il 70% dei ricorsi contro le misure di custodia cautelare e che la
corte di appello di Potenza aveva liquidato, nel solo anno solare 2004, oltre 1 miliardo e 300
milioni di vecchie lire per ingiusta detenzione.
Stigmatizzai, in quella occasione, la prassi del copia-incolla di mastodontici blocchi di
trascrizioni delle intercettazioni telefoniche e ambientali interamente trasfuse in richieste e
ordinanze, fornii i dati sui costi delle intercettazioni e precisai che le intercettazioni sono un
prezioso strumento di indagine che va usato solo quando già esistono gravi indizi di gravi
reati e quando esso è assolutamente indispensabile per la prosecuzione dell’indagine e non
può trasformarsi, da mezzo di ricerca della prova, in mezzo di ricerca della notizia criminis,
in strumento, dissi, di pesca fortunata.
Finita la premessa, ti trascrivo quel che ho detto quest’anno.

“Un saluto speciale voglio che giunga da qui, dalla Basilicata, al sig. ministro Clemente
Mastella.
E questo per due motivi.
Innanzi tutto per ricambiare il saluto che egli ci inviò a maggio, appena insediato, un
saluto un po’ speciale.

133
Un saluto un po’ speciale perché, nel salutarci, il ministro Mastella ci fece una
raccomandazione e disse: quando, ai provvedimenti in fase predibattimentale (per esempio,
una richiesta di custodia cautelare in carcere e una relativa ordinanza), occorre allegare
elementi probatori o indiziari, raccomando di filtrare preventivamente tutte quelle
intercettazioni che non hanno alcuna rilevanza nel procedimento in corso.
Questo servirà ad evitare la pubblicazione di notizie che riportino interi brani di
conversazioni relativi a persone non interessate dal procedimento o ad aspetti del tutto
estranei al procedimento.
E, in una coeva intervista a “la Repubblica”, sempre a maggio, il ministro Mastella fu
ancora più esplicito: bisogna “evitare che venga sbattuto sui giornali chi viene coinvolto
casualmente in una intercettazione telefonica senza che ciò abbia rilevanza penale”.
Le intercettazioni non possono essere trasformate in materiale per la stampa su persone e
vicende private estranee all’indagine.
Serve rispetto per chi si trova a telefonare per caso a un indagato che è sotto intercettazione.
E dunque è più che condivisibile il disegno di legge Mastella nella parte in cui limita la
pubblicazione delle intercettazioni prima della chiusura delle indagini preliminari e
soprattutto nella parte in cui vieta la pubblicazione delle intercettazioni che sono irrilevanti
ai fini della decisione penale e che servono solo a fare gossip sui giornali.
Perciò grazie della raccomandazione, sig. ministro.
La condivido.
Così come condivido la sua iniziativa sul piano normativo, il suo ddl, e così come condivido
la sua notoria sensibilità su alcuni altri aspetti delle intercettazioni, come la durata delle
intercettazioni e i costi delle intercettazioni, argomenti ai quali si mostrò interessato
anche il P.G. presso la corte suprema di cassazione.
Qui da noi le intercettazioni sono aumentate.
Sono aumentate e con esse è aumentata la spesa.
Di quasi il 50% (46,8%) rispetto alla media dei due anni precedenti, che già era degna di
attenzione e di riflessione.
Riferisco dati obiettivi senza esprimere alcun giudizio, sia ben chiaro. Li riferisco
perché si tratta di dati indubbiamente interessanti.
Nell’anno in esame il costo delle intercettazioni, nel nostro distretto, è stato questo: procure
di Melfi e Lagonegro, poco più di 18.000 euro ciascuna; procura di Matera circa 175.000;
procura di Potenza 2.728.362 cioè circa 5 miliardi e 300 milioni di vecchie lire, per una
durata totale, in un anno, di 19.213 giornate equivalenti a più di 52 anni. Una media di
7.475 euro al giorno pari a 14.473.361di vecchie lire al giorno.
L’anno scorso fornii un dato biennale ed erano oltre 77 anni in 2 anni. Ora sono più di 52
anni in un solo anno.
Praticamente la procura di Potenza, in tre anni, ha fatto intercettazioni per una durata
totale di oltre 129 anni e per un costo complessivo di euro 6.388.315 pari a 12.369.502.685
di vecchie lire. Media triennale = 5.830 euro al giorno.
A questi costi bisogna aggiungere i costi delle squadre di personale che tocca utilizzare, i
costi delle trascrizioni e i costi delle perizie trascrittive, quando occorrono.
Ma c’è un altro motivo che mi induce a questo saluto un po’ speciale al sig. ministro

Mastella.

Ed è il mio compiacimento per avere egli sinora praticato con saggezza politica e con
risultati concreti la linea del confronto per giungere a soluzioni il più possibile condivise e

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superare finalmente, nei limiti del possibile, quel clima di aspra contrapposizione politico-
istituzionale che gravava da tempo sui temi della giustizia e in particolare sui temi di
ordinamento giudiziario.
Ripeto, nei limiti del possibile, nei limiti di una inevitabile realpolitik dettata dalle
comprensibili difficoltà imposte dai numeri di un delicato equilibrio postelettorale.
In questo contesto già difficile di per sé, e certamente non agevolato da una certa
eterogeneità nel mosaico dell’attuale maggioranza, egli è riuscito a concludere, a ottobre,
quella complessa operazione bipartisan che ha definitivamente sistemato due dei punti più
controversi della riforma Castelli dell’ordinamento giudiziario, quello della responsabilità
disciplinare dei magistrati e quello della riorganizzazione dell’ufficio del P.M.
Ed è su questo, sulla nuova organizzazione delle procure, che mi soffermerò brevemente
per dire che sono convinto della bontà di questa intesa tra maggioranza e opposizione, una
intesa che chiama i procuratori della Repubblica a una maggiore responsabilizzazione in
ordine alle indagini condotte dai loro sostituti e soprattutto che chiama i procuratori a una
loro massima responsabilizzazione in materia di misure cautelari e di rapporti con gli organi
di informazione e cioè in materia di libertà e di privacy delle persone.
Adesso è giustamente necessario l’assenso scritto del procuratore per una richiesta di
custodia cautelare in carcere o di arresti domiciliari o anche di altre misure minori.
Adesso è il procuratore della Repubblica e solo lui (o un suo apposito delegato) che mantiene
i rapporti con gli organi di informazione.
Adesso ogni informazione riguardante le attività della procura va riferita in modo
impersonale all’ufficio senza riferimento nominativo ai magistrati, adesso ai sostituti è fatto
divieto di rilasciare dichiarazioni o fornire notizie agli organi di informazione circa l’attività
giudiziaria dell’ufficio.
Purtroppo sappiamo bene che questo non basterà ad arginare le tecniche diaboliche che
vengono praticate per dare sottomano alla stampa succulenti bocconcini.
Con questa riforma condivisa si vuole che il procuratore della Repubblica abbia
costantemente il polso del suo ufficio; con questa riforma condivisa si vuole che il
procuratore della Repubblica sia obbligato a fare maggiore attenzione alle indagini assegnate
ai sostituti, certamente non a tutte le indagini ma ad alcune indagini si; con questa riforma
condivisa si vuole che il procuratore della Repubblica sappia sempre che cosa stanno facendo
o che cosa intendono fare i sostituti che conducono le indagini, almeno le indagini più
importanti, con questa riforma condivisa si vuole che il capo di un ufficio inquirente non
possa più mostrarsi poco informato su certe cose.
Tutto questo è una garanzia per la gente.
Un procuratore realmente informato e concretamente responsabile in prima persona
dell’operato del suo ufficio è una garanzia per i cittadini che così si sentono più sicuri.
Con questa riforma condivisa viene richiesta --per legge-- ai procuratori della Repubblica
una attenzione che serve anche a tenere sotto controllo il rapporto fra i costi e i risultati
dell’attività, un controllo che serva a razionalizzare la spesa giudiziaria, un controllo che
consenta di capire in tempo quando la spesa va fermata perché si sta traducendo in un
inutile accanimento investigativo o in una eventuale ritenzione di competenza territoriale
che corre il pericolo di essere smentita, cose che non solo costano di per sé ma che
successivamente producono altre spese inutili perché innescano il lavoro altrettanto costoso
di altri uffici come il GIP, il Riesame, la Corte di Cassazione ecc.
Questo, del rapporto fra costi e risultati, è un aspetto al quale, detto per inciso, la Procura
generale di Potenza (primo ufficio giudiziario in Italia) ha dedicato uno studio e un incontro

135
a giugno scorso su una sorta di bilancio sociale che ogni ufficio dovrebbe fare quasi fosse
un’azienda.
Adesso c’è la riforma, adesso c’è un art. 4 che spinge a un uso parsimonioso delle risorse con
specifico riguardo alle intercettazioni, alle consulenze e all’impiego della polizia giudiziaria.
Ma soprattutto, con questa riforma condivisa, si vuole che si evitino, nei limiti del possibile,
ingiuste e avventate richieste di misure cautelari che sono il primo atto di impulso verso
ingiuste detenzioni che costano allo Stato fior di milioni.
Con questa riforma condivisa si vuole che si evitino, nei limiti del possibile, fughe di notizie,
interviste a ruota libera e creazione massmediatica di personaggi.
Tutte cose che scrivo, dico e auspico da sempre, come sapete.
Ma mentre gli auspici di un P.G., modesto come me, lasciano il tempo che trovano, adesso le
cose cambiano.
Adesso c’è la legge.
Una legge condivisa da entrambi gli schieramenti grazie alla concretezza
mediatrice del ministro.
Ecco perché voglio che giunga al ministro Mastella questo mio compiaciuto saluto
speciale.”

Illustre Ministro, aula gremita fino all’inverosimile e, alla fine, tutti in piedi ad applaudire
per un minuto intero (prova a vedere quanto è lungo).
Ci sarà un motivo!?

Con affettuosa e profondissima stima

I files di seguito riportati, estratti dai PC in uso al TUFANO, fanno emergere la


conoscenza ed i rapporti dello stesso P.G., all’epoca Avvocato Generale presso la
Corte di Appello di Campobasso, fin dal 1999, con il dr. Giuseppe CHIECO,
all’epoca Procuratore della Repubblica di Larino.

PROCURA GENERALE DELLA REPUBBLICA


PRESSO LA CORTE DI APPELLO DI CAMPOBASSO

Oggi 12.3.99 ore 11 nella Procura generale della Repubblica di Campobasso sono presenti:
il dr. Vincenzo Tufano, avvocato generale;
il dr. Bruno Rotili, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Campobasso;
il dr. Silvano Mazzetti, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Isernia;
il dr. Giuseppe Chieco, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Larino.

L’avv. Gen. Tufano, con riferimento al contenuto della bozza di circolare del C.S.M. in tema
di giudice unico di primo grado, bozza non ancora seguita dalla circolare definitiva,
rappresenta la indispensabilità, atteso che, allo stato, è da prevedere che la circolare sarà
sostanzialmente conforme alla bozza, siano rispettati i termini in questa indicati per la
elaborazione, da parte dei capi di ufficio delle unificande procura, delle nuove proposte
organizzative secondo l’iter procedimentale che la bozza stessa ribadisce.
……………..……………………………………….OMISSIS…...…………………………
……………………

Dal file che segue emerge che, nel gennaio del 2000, il dr. TUFANO, Procuratore
Generale presso la Corte di Appello di Campobasso, emetteva parere ampiamente

136
favorevole in ordine alla dichiarazione di idoneità del dott. Giuseppe Chieco,
Procuratore di Larino ai fini delle funzioni direttive superiori.

CORTE DI APPELLO DI CAMPOBASSO


CONSIGLIO GIUDIZIARIO
VERBALE DI ADUNANZA
L’anno 2000 il giorno 13 del mese di gennaio in Campobasso.
Il Consiglio giudiziario presso la Corte di appello di Campobasso, in seguito ad invito del
Presidente, si è riunito nelle persone dei seguenti componenti:

1) dr. Nicola Passarelli, Presidente;


2) dr. Vincenzo Tufano, Procuratore generale;
3)dr.Mario Iapaolo, componente effettivo
4) dr. Luigi Catelli , “ “
5) dott.ssa Clotilde Parise, “ “
6) dr. Vittorio Pilla, “ “
7) dr. Roberto Veneziale,

per esprimere il proprio parere in ordine alla dichiarazione di idoneità del dr


Giuseppe Chieco, procuratore della Repubblica di Larino, ai fini delle funzioni
direttive superiori
IL CONSIGLIO GIUDIZIARIO
visti i precedenti di carriera di detto magistrato emergenti sia dal fascicolo personale che
dalla documentazione allegata alla autorelazione dal medesimo inviata a questo Consiglio;
sulla relazione del componente dr Vincenzo Tufano, rileva e osserva quanto segue:
si premettono i seguenti dati personali:
CHIECO dr. Giuseppe, nato a Bari il 28 ottobre 1946, vincitore del concorso indetto con
DD.MM. 5 marzo e 5 maggio 1969 (88° in graduatoria), nominato uditore giudiziario con
D.M. 28.5.71; magistrato di tribunale con D.P. 29.10.76 con decorrenza 28.5.76;
magistrato di appello con D.P. 6.2.85 con decorrenza 28.5.84; dichiarato, con D.M. 13.4.92,
idoneo ai fini della nomina a magistrato di cassazione con decorrenza 28.5.91, indenne da
precedenti e pendenze
Sintesi delle precedenti valutazioni:
Il dott. Giuseppe Chieco svolse il periodo di tirocinio presso il Tribunale di Bari, adempiendo
altresì agli obblighi di leva.
Già durante il tirocinio il dott. Chieco si segnalò per “notevole impegno”, per “eccezionale
capacità” e “per le sue spiccate doti umane e professionali e la sua accurata e profonda
preparazione giuridica”. Giudizio decisamente positivo in merito fu formulato dal presidente
di quel tribunale , evidenziandosi che il predetto magistrato, colto e dignitoso, si era fatto
positivamente apprezzare, per tali qualità, dai colleghi e dal Foro, giudizio pienamente
confermato nel parere formulato dal consiglio giudiziario di quella sede in occasione del
conferimento delle funzioni giurisdizionali, disposto con D.M. 14.3.74.
Trasferito al tribunale di Lodi, vi assunse servizio in data 30.4.1974, venendo assegnato
all'ufficio istruzione penale ed ivi svolgendo anche funzioni di giudice componente nel
Collegio penale.
Presso detto tribunale il dr. Chieco si distinse per laboriosità, che contribui, in particolare,
significativamente alla riduzione della notevole pendenza dell’ufficio istruzione.

137
Lusinghieri apprezzamenti al riguardo furono espressi dal presidente di quel tribunale, che, ,
in occasione della nomina del dr. Chieco ad aggiunto giudiziario, ne poneva in risalto “le
doti di intelligenza, l’ampia cultura generale, la solida preparazione giuridica, la
ponderatezza e l’esemplare rettitudine”, giudizio integralmente condiviso dal consiglio giu-
diziario presso la corte di appello di Milano che, posto l’accento sulla proficua laboriosità del
predetto magistrato per la detta riduzione di pendenza nonostante la mancanza di personale
ausiliario, poneva in luce che il dr. Chieco si era distinto per scrupolosa puntualità,
riservatezza, fermezza di carattere e per la stima presso colleghi e Foro.
Lo stesso presidente, in occasione della nomina del dr. Chieco a magistrato di tribunale, così
testualmente sì esprimeva: “Nell’ulteriore espletamento delle sue funzioni il dott. Chieco . . .
ha confermato di possedere pronta e vivace intelligenza, ampia cultura generale, solida
preparazione giuridica nei vari rami, spiccate doti di capacità e operosità, pregevole
attitudine al ragionamento e alla critica nella soluzione delle questioni affrontate, visione
esatta dei problemi esaminati, scrupolosa puntualità, lodevole equilibrio, amore per lo studio
e la ricerca giurisprudenziale, facilità espositiva, spirito indagatore, ponderatezza, alto senso
del dovere ed esemplare rettitudine”, soggiungendo: ”nella redazione delle sentenze e
ordinanze, molte delle quali assai complesse, ha esposto con chiarezza, esauriente concisione,
correttezza di forma, proprietà di espressione e adeguatezza alle risultanze processuali i
motivi posti a fondamento delle medesime”.
Tale giudizio ampiamente positivo veniva successivamente ribadito in una nota di elogio
significativa dei profili quantitativi e qualitativi del contributo fornito dal dr. Chieco: la
rilevante operosità sin dall’inizio, in quella sede, dell’esercizio delle funzioni giurisdizionali,
la notevole versatilità dimostrata nei vari campi del diritto, la bontà delle decisioni ,la
esauriente e corretta motivazione delle medesime, la puntualità degli interventi in camera di
consiglio, la lodevole sollecitudine, l'attaccamento al dovere, doti che avevano consentito a
detto magistrato non solo di sanare la pesante situazione dell’ ufficio istruzione ma anche di
partecipare, su sua richiesta, a numerose udienze penali molte delle quali lunghe e laboriose
onde consentire una maggiore definizione dei procedimenti pendenti per il giudizio.
Trasferito, a sua domanda, alla procura della Repubblica presso il tribunale di Bari, il dr.
Chieco vi assunse servizio quale sostituto procuratore in data 21.4.1978, dando ivi conferma
delle sue doti di preparazione e di capacità professionale elevate occupandosi di indagini an-
che di estrema gravità relative a delitti nell'ambito di fenomeni di criminalità organizzata in
genere e in materia di sostanze stupefacenti e psicotrope in particolare (e anche a carico di
persone tratte in arresto in settimane diverse da quella del suo turno di pronto intervento).
Preparazione, capacità professionale, laboriosità e diligenza ottime e non minori che in tale
settore il dr. Chieco dimostrò in quello degli affari civili, curando in via esclusiva le pratiche
di interdizione e delle proposte di annotazione sui registri dello stato civile. Sotto tale profilo
il magistrato in esame si segnalò come punto di riferimento per gli ufficiali di stato civile del
circondario di Bari e per il contributo a corsi e convegni in tema di stato civile e anagrafe.
Al corso di formazione professionale per ufficiali di stato civile e anagrafe tenne due
relazioni, rispettivamente su “ Pluralità di nomi figuranti sull'atto di nascita: indicazione
degli stessi nel rilascio della certificazione “ e su “ Estensibilità delle sentenze di rettifica
agli atti di stato civile consequenziali “; al convegno nazionale per amministratori ed
operatori dei servizi demografici degli enti locali (Catania 24-27 ottobre 1984) tenne una
relazione sul tema “ I riconoscimenti: condizioni, limiti ed applicabilità “; al seminario di
lavoro per gli operatori dei servizi demografici (Modugno 29 gennaio 1983) tenne tre
relazioni su temi di particolare interesse dottrinario e pratico.
Di massima disponibilità il dr. Chieco, nella sede in questione, diede prova consentendo a
numerose e documentate applicazioni alla procura generale della Repubblica ed a quella

138
presso il tribunale per i minori e impegnandosi oltremodo nel coordinamento di un apposito
gruppo per la immediata applicazione del decreto presidenziale di clemenza del 1978 tanto
da essere espressamente elogiato dal procuratore generale.
In data 4.12.91, per l'esperienza e la competenza professionale maturata in relazione ai
procedimenti in materia di sostanze stupefacenti in forma associata, il dr. Chieco fu
chiamato a far parte della direzione distrettuale antimafia appena costituita.
Il medesimo, a riprova della stima e del vivo apprezzamento sino ad allora riscosso, fu poi
nominato dal C. S. M. coordinatore di gruppi di lavoro nell'incontro di studio per gli
uditori giudiziari, che si tenne in Roma dal 7 al 9 febbraio 1992, su “Tematiche penali e
processuali penali”,. fu nominato, con D.M. 30.10.1992, componente effettivo della
Commissione per gli esami di procuratore legale indetti per quell'anno e partecipò, secondo
quanto dichiarato nella autorelazione, quale componente della direzione distrettuale e in
rappresentanza dell’'ufficio, a incontri di coordinamento presso la Direzione Nazionale in
Roma nonchè, il 5.2. 93, al FORUM della Commissione Parlamentare Antimafia, nel corso
del quale riferì sulla criminalità organizzata nel distretto di Bari.
Dal 9.2.93 al 25.10.93 il dr Chieco, a seguito di formale designazione, assolse funzioni di
procuratore aggiunto e di sostituzione del capo dell'ufficio in caso di sua assenza o
impedimento nonchè, dal 26.6 al 26.7.93, anche di preposto, con il parere pienamente
favorevole del procuratore nazionale, alla direzione distrettuale, ove, con motivazione
oltremodo positiva, fu confermato per il biennio 1994-1995 e per quello 1996-1997.
Per le sue eccellenti conoscenze in campo informatico, il dr. Chieco fu preposto dal
procuratore alla realizzazione presso la direzione distrettuale suddetta della banca dati sulla
criminalità organizzata, nell'ambito del progetto nazionale SIDDA-SIDNA. nonchè
all'attuazione del progetto “Re.Ge.”
Delle ottime prove di capacità, preparazione, operosità, diligenza ed equilibrio nella sede
suddetta si dà ampio atto nella relazione 14.6.99 del procuratore della Repubblica di Bari e
nel parere parziale, in data 14.7.99, che il Consiglio giudiziario di Bari ha espresso, a mente
della circolare consiliare 1275/85, ove si pongono in luce l’encomiabile impegno e la
puntualità del dr. Chieco nella trattazione di indagini complesse e delicate, la precisione
nelle requisitorie, la assoluta indipendenza da ogni forma di condizionamento e la estrema
correttezza.
Periodo da valutare:
dal 28.5.91 al 28.5.99 (otto anni dalla decorrenza della idoneità ai fini della nomina a
magistrato di cassazione).
Fonti di conoscenza:
a) precedenti pareri dei Consigli giudiziari di:
Bari in data 1.6.73 e 29.10.73;
Milano in data 28.5.75 e 7.7.76;
Bari in data 29.6.84; 4.10.91; 4.4.96 e 14.7.99.
b) rapporti dei dirigenti degli uffici:
presidente del tribunale di Bari in data 19.5.73; 28.9.73;
presidente del tribunale di Lodi in data 30.4.75; 31.5.76; nota di elogio 1.7.77;
procuratore della Repubblica presso il tribunale di Bari in data 6.6.84; 3.7.91; 14.6.99 e note
di elogio in data 4.9.78; 2.10.78; 27.3.79; 7.6.83.
c) scheda di autorelazione:
inviate dal dr. Chieco a questo Consiglio giudiziario, con allegati, in data 15.11.99 e
28.12.99.
d) provvedimenti segnalati dall’interessato:
inviati in visione e resi, come da richiesta, anche per la loro voluminosità:

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1) richieste di misure cautelari in data 7.7.93 e richiesta di rinvio a giudizio in data 25.11.93
nel proc. pen. n. 2920/91 mod. 21 P.M. Bari a carico di 144 associati in traffico di eroina in
Bari e provincia con collegamenti con la criminalità di Milano;
2) richiesta di misure cautelari in data 27.11.92 e richieste di rinvio a giudizio in data 13.5 e
27.7.93 nel proc. pen. n. 5452/92 mod. 21 P.M. Bari a carico del maggiore clan mafio-
camorristico foggiano per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, omicidi,
estorsioni ecc;
3) richiesta di misure cautelari e di rinvio a giudizio del 13.2.95 nel proc. pen. 6992/93 mod.
21 P.M. Bari (divenuto, per effetto di stralcio, 33/95) relativo a due distinte, ma
parzialmente coincidenti, associazioni per delinquere di tipo mafioso con infiltrazioni nel
tessuto imprenditoriale e nel mondo politico e istituzionale barese;
4) richieste di misure cautelari e di rinvio a giudizio dell’aprile ‘96 nel proc. pen. n. 8700/93
mod. 21 P.M. Bari, dopo indagini di circa 2 anni su associazione, operante tra Bari e
Milano, finalizzata al traffico di stupefacenti;
5) richiesta di misure cautelari in data 5.5.94 nel proc. pen. n. 533/94 mod. 21 P.M. Bari,
indagini di eccezionali vastità e rilevanza, scaturite dalle dichiarazioni del collaboratore
Annacondia Salvatore e che consentirono di fare luce su una efferata associazione mafiosa e
relativi traffici internazionali di stupefacenti, diecine di omicidi e una serie di altri gravi
reati;
6) richiesta di rinvio a giudizio in data 15.7.94 nel proc. pen. 5111/94 mod. 21 P.M. Bari a
carico di una banda specializzata nel controllo, mediante intimidazioni anche dinamitarde,
di attività economiche;
7) richiesta di applicazione di misure cautelari in data 1.3.96 nel proc. pen. n. 43/95 dda
P.M. Bari a conclusione delle indagini sul clan Capriati di Bari.
e) provvedimenti raccolti per campione:
nessuno in Larino, attesa la significatività di quelli di Bari.
f) prospetti di rilevazione statistica:
statistica comparata del lavoro svolto dal 1978 fino a tutto il 1° semestre 1997 alla procura
della Repubblica presso il tribunale di Bari;
statistica comparata del lavoro svolto alla procura della Repubblica presso il tribunale di
Larino dal 2° semestre 1997 al 30.6.99.
g) altre fonti di conoscenza:
incarichi, quale docenteo relatore a corsi e a convegni in tema di stato civile e di anagrafe;
provvedimenti di supplenza e di applicazione ad altri uffici;
designazioni a far parte della DDA di Bari;
nomina (1992) a coordinatore in incontro di studi del CSM per uditori;
nomina (1992) a commissario di esami per procuratore;
designazione ad assolvere di fatto temporaneamente le funzioni di procuratore aggiunto
(1993);
preposizione all’informatica nella procura di Bari per la elaborazione del progetto SIDDA-
SIDNA;
attestati di partecipazione a incontri di studio del CSM.
relazione sulla precaria situazione della procura di Larino ereditata dal dr. Chieco;
con riferimento a tale sede, ordini di servizio per la riorganizzazione di tale ufficio; relazioni
per ottenere ampliamento e copertura effettiva dell’organico del personale; assunzione di
personale temporaneo; redistribuzione del lavoro tra magistrati; dettagliate direttive alla
P.G., tutti allegati della autorelazione e che si è ritenuto di concentrare nella suesposta
elencazione in premessa alla valutazione afferente al periodo che segue.

140
PERIODO TRASCORSO NEL DISTRETTO DELLA CORTE DI APPELLO DI
CAMPOBASSO QUALE PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI LARINO A
FAR DATA DALL’11.6.1997
Analoghi lusinghieri apprezzamenti il dr. Chieco merita per l’attività che va svolgendo, a
far data dal 11.6.97, presso la procura della Repubblica di Larino, che dirige con sicura
competenza organizzativa, cristallina indipendenza, fermezza di carattere non disgiunta da
sapiente umanità e indiscusso prestigio presso colleghi, avvocati, personale dipendente e
pubblica opinione, fornendo, sul piano della operosità, quel notevole apporto che gli ha
consentito, in uno con la collaborazione dei colleghi, di cui ha saputo promuovere massimo
spirito di servizio, di sanare la difficile e precaria situazione ereditata dal suo predecessore
tragicamente scomparso mesi prima in un incidente stradale, un quadro allarmante,
descritto dal procuratore applicato nelle more e costituito dalla pendenza di ben 6.056
procedimenti penali.
Il dr.Chieco, nonostante si sia trovato nella difficile situazione di un ufficio con organico del
personale ridotto e talvolta perfino dimezzato, redistribuiti con appropriati ordini di servizio
gli incarichi e distribuito il lavoro in misura assolutamente paritetica tra sè e i sostituti,
compresa la partecipazione alle udienze, utilizzando temporanee assunzioni di operatori e,
nei compiti di assistenza, anche personale della sezione di P.G.,ha riportato l’ufficio ad
accettabili livelli di efficienza, riducendo la pendenza, al 30.6.99, a 4.084 procedimenti e
dunque del 33%.
Esemplare è stata la direzione e il coordinamento delle attività di polizia giudiziaria del
circondario e notoriamente apprezzata è stata la partecipazione del dr. Chieco a incontri su
temi di diritto processuale e sostanziale penale organizzati dal Comando Provinciale dei
Carabinieri di Campobasso nel settore della P.G.
E’ noto, poi, a componenti di questo Consiglio il personale contributo, sul piano
organizzativo, che il magistrato in esame ha dato e sta dando alla soluzione del problema di
una migliore e più razionale sistemazione dei locali per le nuove e maggiori esigenze imposte
dalla riforma del Giudice unico.
Si ritiene opportuno soggiungere che la partecipazione, negli ultimi quattro anni, del dr.
Chieco a numerosi incontri di studio organizzati dal C. S. M. dimostra sensibilità alle
esigenze di formazione e aggiornamento pari a quella che, per conoscenza diretta di
componenti di questo Consiglio, egli dimostra per problemi generali della Giustizia e di cui
dette prova, come dichiarato nella autorelazione, quale componente, prima, e presidente, poi,
della giunta distrettuale di Bari dell’A.N.M., in tale veste intervenendo alla cerimonia di
inaugurazione degli anni giudiziari 1995 e 1996 in quel distretto.
In conclusione, attese le ottime prove da lui finora fornite di preparazione, capacità,
anche organizzative e di direzione, laboriosità, diligenza, equilibrio e massima
indipendenza, dati tutti da valutare come eccellenti ai fini delle specifiche attitudini,sia con
riferimento al servizio in atto che a quello precedentemente prestato, questo Consiglio
giudiziario esprime, all’unanimità, convinto parere che il dr. Giuseppe Chieco
meriti di essere dichiarato idoneo alle funzioni direttive superiori.

Dal PC sequestrato al TUFANO presso la sua abitazione di Napoli sono emersi


alcuni files inerenti delle domande di partecipazione del figlio Achille a concorsi
banditi presso l’A.O. San Carlo di Potenza, indirizzate al Direttore Generale che
all’epoca risultava essere il dott. CANNIZZARO Michele, marito della dr.ssa
Felicia GENOVESE. I file in questione venivano inviati, verosimilmente, dal dr.
TUFANO, via email, in data 29.10.2005, al figlio. Tanto deriverebbe dal messaggio

141
indicato nell’email: “Caro Raf, copia due volte questa domanda, ciao papi”. Raffaele
sarebbe identificabile nel figlio del dr. TUFANO, la domanda di partecipazione era
però per l’altro figlio dello stesso P.G., Achille.

Dall’esame dei PC in uso al dr. Vincenzo TUFANO si ha ulteriore conferma dei


legami tra il dr. TUFANO ed esponenti di rileivo dell’Avvocatura di Potenza (in
particolare gli Avv. BARDI e LAPENNA).

Dall’esame dei file estratti dai PC del dr. TUFANO emerge una nota denominata
“BERRUTI.DOC” con la quale il dr. TUFANO illustra, verosimilmente al dr.
BERRUTI, consigliere del C.S.M., la situazione della Procura di Potenza. Il giudizio
nei confronti del dr. GALANTE e dei suoi Sostituti, dr. MONTEMURRO e dr.
WOODCOCK è molto severo. Si evidenziano i riferimenti fatti nel prosieguo della
nota al dott. FERRI ed al dott. MENDITTO (entrambi componenti del Consiglio
Superiore della Magistratura), che si sarebbero schierati, ovvero sarebbero in buoni
rapporti con WOODCOCK e IANNUZZI.

Appunto che riassume l’audizione del PG in data 19.3.2007.


Si va a memoria con tutti i relativi limiti.
Lo stile è quello sommario di un appunto scritto in treno.

Il PG ha detto:
La notte sul 24.11.04, con una spettacolare operazione fatta di elicotteri che volteggiavano
sulla città, centinaia di carabinieri, giornalisti e fotografi (pare) già allertati, furono
catturati (richiesta firmata da Galante, Woodcock e Montemurro) 51 persone tra cui
imprenditori e pubblici amministratori con uno spettacolo mediatico immediato e
“allargato” (contemporanea pubblicazione sui giornali e per TV di nomi di altissimo livello
di politici locali e alte cariche regionali, comunali e provinciali ai quali contemporaneamente
era stato notificato un semplice avviso quali indagati). Fu fatto di tutt’erba un fascio
(condito con fotografie di arrestati e semplici avvisati) e il tutto fu accompagnato da
interviste trionfali che era stato scoperto il terzo livello di una mafia definita come quinta in
Italia dopo quella delle note 4 regioni meridionali.
Poi quasi tutto, per farla breve, è finito in quello che i giornali definiscono il grande flop
della procura e cioè con l’archiviazione per 29 catturati (!) e con pari archiviazione per 76
indagati tra cui le massime cariche istituzionali regionali, comunali e provinciali tenute
sulla graticola (melius: in pugno) per 2 anni.
A Potenza si è venuto a determinare, dal 24.11.2004, tempo di questa maxioperazione
denominata Iena 2, seguita da altre analoghe alle quali si farà cenno, per questo tipo
di fatti e per altri di cui si dirà (nell’arco di 2 anni e 5 mesi circa il PG Tufano ha segnalato
tutto in più di 30 relazioni), una situazione insostenibile che si può riassumere in due punti:
paura e sconcerto.
1- paura perché i cittadini di Potenza (ma in particolare i politici, gli imprenditori, gli
amministratori) hanno il terrore della Procura per quello che hanno visto fare dal novembre
2004 (in quello e in altri procedimenti) in materia di libertà e di privacy;
2- sconcerto perché la gente è sconcertata quando legge sui giornali, quasi ogni giorno, che
nella Procura di Potenza c’è una guerra tra singoli magistrati e che questo “lo sanno anche
le pietre”.

142
Tutto questo è avvenuto perché c’è un capo che si è dimostrato a dir poco inadeguato, specie
in relazione al fatto che in quella Procura vi sono due sostituti piuttosto disinvolti in
materia di cultura della giurisdizione, di rispetto delle regole e di rispetto della privacy e
della libertà dei cittadini, due sostituti ai quali piaceva e piace la visibilità: a Montemurro a
livello regionale (decine di interviste e di foto sui giornali locali); a Woodcock a livello
nazionale ed internazionale.
La prima causa della disinvoltura di questi due sostituti, del maturare della guerra in
Procura, dello scontro tra la Procura di Potenza e tutto il ceto forense di Basilicata, dello
scontro tra la Procura e l’Arma dei Carabinieri e di un velleitario scontro con la Procura
generale (un atteggiamento di costante insofferenza alla vigilanza dell’ufficio di procura
generale sovraordinato; tre fronti di scontro con l’esterno e uno all’interno, una cosa
pazzesca che il PG segnala da più di due anni) è la inadeguatezza del Procuratore
Galante sul piano della direzione dell’ufficio, inadeguatezza che si è articolata variamente
sia con la inconcludenza sul piano della direzione e della organizzazione (il PG ha fatto
l’esempio delle prescrizioni) sia con la scarsa (o inesistente) personalità nei confronti di quei
due sostituti e anche di qualche altro, la storia è lunga (si veda quel che si dirà in relazione
ad altri procedimenti, per es. Savoia, tanto per dirne uno) sia infine con la scarsa presenza
fisica (quando c’è – spesso i giorni pari tranne il sabato v. relazione prot 2441 del 26.3.07,
All. 1 – Galante lavora a porta chiusa e alle 13-13,30 va via; abita in campagna a 125 km;
cura molto la caccia e la sua azienda agricola. Meno male che ci veniva poco perché l’auto di
ufficio doveva fare 125 X 4 = 500 km ogni volta).

Tant’è, per fare un esempio tra i più recenti, che, del caso Savoia, Galante non sapeva niente
e tant’è che la stampa è arrivata a denunziare che il sostituto Woodcock si era creato una
sorta di una procura nella procura, una specie di enclave di fedelissimi fatta di vigili
urbani e polizia stradale impenetrabile a tutto il resto della Procura.

Ma andiamo ai fatti.
I fatti significativi di questa miscela composta dalla inadeguatezza di Galante e dalla
“disinvoltura” di questi due sostituti Woodcock e Montemurro (e per quanto riguarda la
vicenda Panio, di cui si parlerà, anche della sostituta Genovese seppure in minor parte) (poi
ovviamente c’è un GIP che decide sulle richieste ma il PG non può nominare il nome di Dio
invano perché IANNUZZI è della giudicante !) sono gli scontri su tre fronti:

1- Lo scontro con gli avvocati di tutta la regione (30 giorni di sciopero alla fine del 2004) e
anche a livello nazionale (Unione delle Camere Penali Italiane), scontro che tuttora
permane;
2- Lo scontro con l’Arma dei Carabinieri a livello regionale, al punto che il Generale
comandante della Regione CC Basilicata presenta un lungo esposto contro la Procura
della Repubblica (fatto assolutamente inusitato, probabilmente unico nel suo genere);
3- La ostentazione di un contrasto con la Procura Generale, rea di fare (nota bene, peraltro,
non motu proprio, ma su denunzie e istanze) il suo dovere di vigilanza su un ufficio
sott’ordinato.

La rottura sui vari fronti comincia con la cosiddetta maxioperazione Iena 2 e in particolare
con l’arresto dell’Avv. Piervito Bardi, presidente della Camera penale di Basilicata, per
concorso esterno in associazione mafiosa, soggetto scarcerato poco dopo per difetto dei gravi
indizi di colpevolezza, anche in relazione ad ipotesi subordinate di favoreggiamento, a
seguito di provvedimento del tribunale del riesame e di conferma della Cassazione.

143
La cattura del Bardi fu fotografata ! Bardi aveva ricevuto la telefonata di un suo cliente (un
delinquente vero): avvocato, qui tutti stanno ricevendo avviso di fine indagine, perché io no?
E Bardi risponde: perché, se è così, probabilmente per te c’è la cattura. Tutto qui.
Questa “cosa” diventa concorso esterno in associazione mafiosa.
In poco tempo, furono scarcerate 43 persone (Bardi compreso, per il quale Riesame e
Cassazione dissero “ma qui non c’è niente”). Solo in uno o due casi per mancanza di
esigenze cautelari; in 17 o 19 casi per mancanza fisica della motivazione sia nella
richiesta del PM che nell’ordinanza del GIP (IANNUZZI) fatta col copia-incolla del cd rom
della richiesta ; in tutti gli altri casi per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza.
Tutto questo sollevò e ha continuato a sollevare una forte reazione contro la Procura della
Repubblica e in particolare contro coloro che avevano firmato la richiesta (Galante,
Montemurro e Woodcock), reazione accentuata da alcuni atteggiamenti a dir poco arroganti
di costoro.
Se ne dà qualche esempio.
Essi, nel chiedere l’archiviazione per il deputato Gianfranco Blasi, che all’inizio volevano
addirittura catturare, tant’è che fu chiesta autorizzazione alla Camera, usano la seguente
motivazione: “Malgrado la presenza di elementi accusatori seri, non scalfiti dalla risibile
linea difensiva adottata dall’indagato….”.
E il Montemurro, nel corso di una trionfale intervista resa a un giornale dopo la retata, ebbe
ad affermare: “E non abbiamo chiesto l’arresto anche dell’On. Luongo solo perché
mancano gravi indizi….” La posizione dell’On. Antonio Luongo sarebbe stata
successivamente archiviata.
Nel corso di analoghe interviste il dott. Montemurro ritiene che con Iena 2 sia stata
individuata la “quinta mafia italiana” che (ha l’ardire di dichiarare) procuratori generali e
prefetti avevano sempre negato. Su questo Iena 2 sia lui che Galante hanno gonfiato in sedi
varie…….. poi, come detto, c’è stata una maxiarchiviazione.

Ma i flop, per i quali la Procura della Repubblica si scontra con il dissenso generale, non
sono costituiti solamente da questo.

E questo dipende dalla inadeguatezza del Capo e…..qui si dovrebbe parlare del GIP
….ma il PG non può neppure nominarlo altrimenti Menditto e MD…..
Si ricorda, a mò di esempio, la clamorosa cattura di Pessolano Nicola, uno dei più grossi
industriali lucani, scarcerato dopo poco per la quasi totale inconsistenza delle accuse; gli
arresti domiciliari del generale Orlando, altissimo ufficiale dei Carabinieri e attuale vicecapo
del SISDE, procedimento inviato a Roma per competenza e ivi archiviato; l’archiviazione a
Como del procedimento Savoia ivi inviato; l’archiviazione a Roma del procedimento a carico
di Salvatore Sottile per la concussione sessuale in danno della Gregoraci(le intercettazioni
che lo riguardano finiscono un anno prima; Woodcock non iscrive e non stralcia per
mandare a Roma; mantiene la cosa nel calderone Savoia e poi fa catturare l’incensurato e
subito dopo trasmettere le carte a Roma che archivia); l’archiviazione sempre a Roma del
procedimento a carico dei fratelli Gargani Angelo e Giuseppe ecc.

E poi ci sono i poveracci che non hanno niente a che fare con le indagini e che finiscono sui
giornali col trucco (reputazioni distrutte, famiglie lacerate): il PM mette le intercettazioni
(inutili) nella richiesta di misura cautelare, il GIP Iannuzzi fa il copia-incolla col cd-rom del
PM, il nome dell’estraneo finisce nell’ordinanza, l’ordinanza va sul giornale e il gioco è
fatto.

144
Esempi: Maroni, Sircana, la moglie di Fini, D’Alema, Vespa, la presentatrice TV Saluzzi,
perfino la DNA, tant’è che il PNA Grasso se ne lamenta, e tanti altri famosissimi VIP.
Personaggi che non c’entrano niente con le indagini, però fanno notizia. Ce li metto e sarò
famoso. Si tratta di malati di protagonismo. Woodcock fa venire da tutta l’Italia modelle,
calciatori, attori per chiedere loro: questa foto è tua? Hanno tentato di estorcerti denaro?
Signornò. OK puoi andare. Intanto davanti al Palazzo di giustizia ci sono centinaia di
fotografi, telecamere, giornalisti, camion specializzati della RAI, di SKY, Mediaset e di TV
varie. Lui avrebbe potuto fare semplicissime rogatorie (come si faceva una volta!) a
semplici stazioni dei CC. Invece fa così perché dopo scende lui e i massmedia di cui sopra ne
fanno il divo che sappiamo. A questo siamo ridotti a Potenza. E intanto i procedimenti
per gente sconosciuta si ammucchiano. Sono cose che il PG ha ripetutamente illustrato.

Chi fa così è un pericolo pubblico.


E così, per esempio, Woodcock nel 2002 chiese l’autorizzazione al parlamento per la cattura
di due deputati, Angelo Sanza e Antonio Luongo. Se fosse dipeso da lui, questi due signori
dovevano finire in galera. Ma la cosa è finita in una bolla di sapone.
Nel 2003 indagò sul gen.(a 5 stelle) Bellini, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri,
Sergio D’Antoni, Franco Marini, ora presidente del Senato, Flavio Briatore, Tony Renis,
Anna La Rosa, direttrice dei servizi parlamentari della RAI, On. Gasparri e chiese la
cattura di Tony Renis e gli arresti domiciliari di Anna La Rosa, Mauro Ferri, Vincenzo
Baldassarre….
Il GIP Romaniello disse di no e mandò tutto a Roma per incompetenza territoriale.
Non consta che qualcuno sia stato catturato né processato !

Galante non sa e non vede niente, in tre anni ha fatto fare 129 anni di intercettazioni
telefoniche per quasi 13 miliardi di lire, sicché sono stati intercettati perfino i Carabinieri
(capo di stato maggiore e comandante provinciale), un sostituto procuratore generale (senza
alcuna iscrizione a REGE !) e perfino il sostituto Montemurro (Woodcock, a furia di
intercettare tutto e tutti, ha intercettato persino il compagno) mentre faceva una
raccomandazione di un suo protetto al comandante provinciale dei vigili del fuoco
intercettato da Woodcock e poi catturato.
Woodcock ha intercettato i colloqui tra gli indagati e i loro difensori (Galante sempre ignaro)
col trucco di sospendere l’interrogatorio e farli accomodare in una stanza predisposta con le
“cimici”, per il che tale sostituto è sottoposto a procedimento disciplinare.
Tutti questi episodi fecero esplodere gli avvocati, tant’è che, alla inaugurazione dell’anno
giudiziario 2005, il rappresentante del CNF apostrofò in maniera durissima la Procura di
Potenza. Per questo fatto e per l’uso disinvolto e spregiudicato delle richieste di misure
cautelari (vero è che decide il GIP ….e questo è un aspetto che coinvolge il
giudicante, per cui il PG si astiene dal fare considerazioni su di lui se no MD si
incazza col PG ……ma non si incazza con il presidente della corte che non sente,
non vede….e non fa niente).
La verità è che c’è un grande clima di protesta, perché la libertà di innocenti a Potenza è a
rischio, tant’è che il riesame ha accolto anche il 60-70% dei ricorsi; nel 2005 il 70% ! E la
Corte di Appello è arrivata a liquidare quasi un miliardo e mezzo di lire per ingiusta
detenzione in un anno nonostante la sua notoria “avarizia” in materia.
Questo modus operandi di Galante, Montemurro e Woodcock ha provocato una reazione
vibrata della comunità socio-economica e politica, ha provocato il famoso libro bianco degli
avvocati, ha provocato trenta giorni di sciopero di tutti gli avvocati della regione e la
protesta delle Camere penali italiane.

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A tutto questo e in particolare al libro bianco Galante reagì con una nota violenta, piena di
espressioni sprezzanti, incontinenti e gratuitamente offensive (per questo fatto pende
procedimento disciplinare) e la mandò a tutta l’Italia e perfino all’Ansa e fu così che lui,
Montemurro e Woodcock ruppero con tutti gli avvocati e lo scontro permane tuttora, perché
la classe forense lucana aspetta decisioni da Roma da oltre due anni, lo ribadisce in ogni
occasione e lo ha fatto anche da ultimo con il documento del 12.3.07.

E questo è lo scontro con gli avvocati.


Poi c’è lo scontro (chiamiamolo così) con la Procura Generale.
E’ una linea velleitaria di scontro. Non sopportano che il PG mandi a Roma le sue relazioni.
Ma se gli avvocati gli fanno il libro bianco, se il CC li denunziano, se i difensori e i cittadini
presentano esposti contro di loro, se, nel caso Savoia, vengo sollecitato da richieste di
Rognoni, dell’Ispettorato e del Comitato di presidenza del CSM, che cosa avrei dovuto fare?
Insabbiare?

La sindrome del complotto è cominciata a gennaio 2005, dopo la cerimonia di inaugurazione


dell’anno giudiziario.
A Galante non piacque la mia relazione, fece un piccolo intervento fuori programma e poi,
rivolto alla moglie, disse: “Andiamo via da questo spettacolo indegno” (quello che dissi è
registrato ed è anche fra le carte della Prima Commissione, quindi si può in ogni momento
controllare cosa dissi).
Da allora Galante non ha perso occasione per opporre ostacoli e resistenze e alla Prima
Commissione sono stati documentati numerosi esempi. E’ giunto a rifiutare informazioni
richieste da un mio sostituto investito da una richiesta di avocazione e che si è visto costretto
a denunziarlo alla Procura di Catanzaro.

Poi c’è un fatto molto grave, che ha a che vedere con la c.d. guerra in Procura tra
Montemurro e la Genovese, fatto che è consistito nel ritardare, da parte del Montemurro e
del Galante, codelegati, per circa quattro anni la iscrizione di un ex collaboratore di
giustizia, Cappiello Gennaro, quale indagato per calunnia in danno di Cannizzaro Michele,
marito delle Genovese, in relazione all’omicidio Gianfredi e ciò verosimilmente per
conservare al Cappiello una attendibilità accusatoria a carico del marito della collega,
attendibilità che lo stesso avrebbe perduto con la qualifica di calunniatore.
Peraltro, lo stesso tipo di copertura il Cappiello avrebbe ricevuto per altre due ritardate
iscrizioni sempre per calunnia analoga in danno di altri soggetti.
Per questo fatto, che va sotto il nome di complotto di Montemurro ai danni della Genovese,
pende procedimento disciplinare a carico del Galante e del Montemurro, oltre che
procedimento penale a Catanzaro.
In ordine al c.d. complotto e quindi alla guerra all’interno della Procura il PG ha fornito
molti elementi nel corso dell’audizione e con successiva nota 2441 del 26 marzo vedi allegato
11.

E così arriviamo al caso Savoia, dove si tocca con mano che Galante non sa niente, non
vede niente e che un suo sostituto come Woodcock fa tutto da solo, senza informarlo neppure
a cose fatte.
Bisogna leggere le dichiarazioni di Galante al PG. Si tenga presente che la richiesta di
misura cautelare è del 29.5.06 e che l’ordinanza è del 15.6.06. Non prima della richiesta, ma
poco prima della cattura Woodcock, in piedi, nell’anticamera del procuratore, comunica al

146
Galante: “Procuratò, ‘stu fetentone d’ ‘o principe, lo dobbiamo arrestare” (NB è una
affermazione, una “comunicazione”, non è una domanda); e Galante che risponde:”non
vorrei finire sui rotocalchi”.
In questo è consistito il riferire circa un caso che ha destato clamore internazionale.
Ma non è questo il fatto grave. I fatti gravi sono quelli che il PG ha riferito con apposite
relazioni e che possono etichettarsi come quello della cosiddetta ordinanza postdatata, come
quello delle clamorose notizie passate alla stampa, come le circostanze denotanti un possibile
accordo tra PM e GIP, come il clamore intorno a persone assolutamente estranee alle
indagini, come l’esecuzione di un arresto prima ancora del deposito dell’ordinanza, come la
partenza degli equipaggi che la dovevano eseguire avvenuta molte ore prima di tale deposito
e tanti altri particolari di cui si è riferito con apposite relazioni, che soprattutto, si ribadisce,
denotano l’assenza e l’inadeguatezza del procuratore Galante, la cui immagine peraltro è
guastata da notizie di fatti riportate dalla stampa nazionale su ipotesi di reato a lui
ascrivibili in corso di accertamento presso la Procura di Catanzaro.

DOPO L’AUDIZIONE HO INVIATO AL C.S.M. DUE NOTE CHE ALLEGO IN


COPIA E CHE RIGUARDANO:

1) la documentazione alla quale ho fatto riferimento nel corso dell’audizione (nota prot. 2441
del 26.3.07);

2) nota prot. 2868 del 12.4.07 ed e’ sopratutto questa che bisogna leggere, perche’
denunzia un atteggiamento di scontro del procuratore Galante e del sostituto
Montemurro nei confronti della procura generale, fatti che si sono verificati a
seguito della deprecabile pubblicazione, in data 22 marzo, dell’audizione del pg
avanti al c.s.m. che era segretata.

Bisogna da ultimo tenere presente che Woodcock si sta attivando moltissimo, da


una parte, con magistratura democratica e, dall’altra con Ferri di M.I. (è stato al
suo matrimonio) per ottenere una protezione del Galante, del Montemurro e di lui
stesso (su cui ci sono pesanti relazioni) anche a costo di infamare la procura
generale.
Lo aveva già fatto con Menditto e MD a luglio 2006 pochi giorni prima della
scadenza del vecchio CSM.

Leggere con attenzione l’ultima relazione qui sopra indicata sub 2 del 12.4.07: cose da pazzi.
Dopo la vergognosa pubblicazione, in data 22 marzo, dell’audizione del pg in data 19.3.07
(SEGRETATA ! meno male che era segretata !), dichiarano alla stampa nazionale e
alle TV:
Galante e Montemurro di avere querelato il PG Tufano ;
Montemurro consegna la sua querela ai giornali (!!!!);
Galante che “da 2 anni viviamo una aggressione continua e persecutoria da parte della
Procura generale, questa storia deve finire”;
Iannuzzi che il PG lo “attacca” e che a “qualcuno” dà fastidio il fatto che lui sta colpendo in
alto, persone importanti e potenti; che questo qualcuno (che poi sarebbe quello che lo
“attacca”) colpisce lui perché vuole colpire Woodcock;
Iannuzzi dice ai giornalisti (quelli a cui disse “ormai gli unici miei difensori siete voi”) che
trova una certa “assonanza” tra alcuni rilievi del PG e alcuni argomenti del libro bianco
degli avvocati e dunque una “anomala vicinanza” tra costoro e il PG. Lui scambia per

147
anomalia una concordia istituzionale con chi è incazzato perché lui mette dentro gli
innocenti e da “ammiratore” del “PM biondo che fa impazzire il mondo” dice (un GIP !):
“prima di lui si prendevano solo pesci piccoli”.

Ma questa è solo una piccolissima parte del romanzo Potenza.

Un’ulteriore nota indirizzata al Cons. BERRUTI, rinvenuta tra i file contenuti nel PC
sequestrato al dr. TUFANO, contiene riferimenti al Cons. MENDITTO ed a
movimenti in essere nella magistratura relativi alle vicende che riguardano la
Procura di Potenza ed in particolare GALANTE, WOODCOCK e MONTEMURRO
(ancora una volta sintomatica è la “familiarità” di rapporti con componenti del
Consiglio Superiore della Magistratura).

Carissimo Pino,

mi vedo costretto a scriverti perché ho saputo che si sono riuniti a Salerno, venerdì 1°
giugno, quelli di MD (Pepino, Menditto ed altri) e c’era anche Riviezzo.
Al margine di questa riunione, interpellato da colleghi, il Menditto ha detto che sta
continuando a frequentare con una certa assiduità il CSM e la sua corrente e ha
sostanzialmente affermato che Tufano avrebbe promosso le sue iniziative unicamente con
finalità ritorsive contro Woodcock, Iannuzzi e Pavese, soggiungendo, in maniera sibillina,
che tutto l’operato di Tufano è stato in funzione di “coprire altarini” non meglio precisati.
Mentre erano in corso queste chiacchiere, al Menditto e al suo interlocutore si è avvicinato
Pepino, che ha rimproverato al Menditto di parlare sempre troppo.
Si capiva che, “una volta definite alcune posizioni sub iudice”, MD tenderebbe a “barattare”
la mancata adozione di iniziative contro Tufano con la chiusura di azioni pregiudizievoli a
Woodcock, Pavese e Iannuzzi.
Tutto questo si va ad aggiungere al massacro mediatico al quale sono stato di recente esposto
con la studiata e strategica pubblicazione di atti segreti, un massacro che è cominciato con la
trasmissione “Chi l’ha visto?” di Federica Sciarelli in data 5.3.07.
Poiché sono un P.G. che finora non ha fatto altro che il suo dovere, ho inviato in data 5.6.07,
essendo colma la misura, il fax che ti allego in copia.
Unisco significativo materiale, che si connota di tutta la sua valenza alla luce delle foto,
come si evince apertamente dall’articolo di stampa intitolato “La vendetta dei paparazzi”.
I fatti si commentano da soli!
E questo non sfuggirà alla tua illuminata intelligenza.
Cordiali saluti

Enzo Tufano
_______________
Chiar.mo
Cons. Dr. Giuseppe Berruti
Consiglio Superiore della Magistratura
ROMA

Lo stralcio del file di seguito riportato rinvenuto sul PC in uso al TUFANO risulta
essere il giudizio formulato dallo stesso P.G. sul dr. Gaetano BONOMI, per
l’idoneità al conferimento dell’ufficio direttivo di Procuratore della Repubblica di Potenza,
datato 31.5.2007.

148
Procura Generale della Repubblica di Potenza

RAPPORTO PER L’IDONEITA' AL CONFERIMENTO DELL’UFFICIO DIRETTIVO


DI PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI POTENZA

del dott. BONOMI GAETANO formulato in data 31 .5.2007

PARTE I DATI PERSONALI DEL MAGISTRATO


Dati generali
Cognome e nome: BONOMI GAETANO

Luogo e data di nascita: NAPOLI 23.7.1946

Decreto di nomina a uditore giudiziario: D.M. 28.5.71


I a - Progressioni nelle qualifiche:

Decorrenza della nomina a magistrato di tribunale: 28.5.76


(delibera CSM del……….. )

Eventuali valutazioni negative: NO


Decorrenza della nomina a magistrato di appello: 28.5.84
(delibera CSM del……………. )
Eventuali valutazioni negative: NO
Decorrenza della idoneità al conferimento delle funzioni di magistrato di cassazione:
28.5.91
(delibera CSM del 13.11.91)
Eventuali valutazioni negative: NO
Decorrenza della idoneità al conferimento delle funzioni di magistrato di cassazione:
28.5.99
(delibera CSM DEL 27.10.99)
Eventuali valutazioni negative: NO

Eventuali rapporti già compilati per funzioni semidirettive o direttive: Consiglio


di amministrazione del Ministero della Giustizia in data 22.11.96 per le funzioni

149
direttive di procuratore della Repubblica di Cassino; Consiglio Giudiziario di Potenza in
data 7.5.2003 per le funzioni direttive di procuratore della Repubblica di Torre
Annunziata
Eventuali valutazioni negative: NO

I b - Funzioni ricoperte nel periodo di valutazione precisando il settore e l'ufficio


presso il quale le funzioni sono state svolte :
sostituto procuratore generale presso la Corte di appello di Potenza dal 30.12.97,
assegnato ai seguenti servizi:
esecuzione penale; controllo sui provvedimenti emessi dagli uffici giudiziari di Potenza;
ufficio contabilità; pareri in materia penale e intervento all’udienza penale e della
sorveglianza nonché visti alle relative decisioni e conseguenti eventuali necessarie
impugnazioni. Punto di contatto supplente. Vigilanza servizio biblioteca. Magistrato di
riferimento per il programma Valeri@. Corrispondente nazionale dell’Eurojust e
corrispondente nazionale per il terrorismo dell’Eurojust. In caso di assenza o
impedimento il procuratore generale è sostituito dal sostituto Bonomi.
Magistrato di riferimento per l’informatica.

Applicazioni:
Alla pretura di Crema

PARTE III – ATTITUDINI

III 1 - Indipendenza:
Come si evince dalle valutazioni di cui alla parte II e per diretta conoscenza del
sottoscritto, può fermamente affermarsi che il dr. Bonomi è magistrato assolutamente
indipendente e libero da qualsivoglia condizionamento in virtù di una fortissima
personalità ispirata a sani principi etici che lo rende impermeabile a qualsiasi rapporto che
possa influire sull’esercizio della funzione.

Prestigio

150
costantemente massimo. La stima acquisita all’interno e all’esterno dei vari uffici giudiziari
in cui il dr. Bonomi ha operato è attestata in tutti i pareri e le note di cui sopra. In tutte le
sedi in cui ha operato il dr. Bonomi ha riscosso elogi per il massimo impegno profuso, per il
suo assoluto rigore morale e per le sue doti di profonda umanità.
Profilo professionale complessivo
Le capacità professionali, organizzative e dirigenziali, del dr. Bonomi, a parere del
sottoscritto P.G., sono eccellenti ed egli dimostra tali qualità quotidianamente collaborando
in modo determinante alla soluzione delle problematiche particolarmente difficili e delicate
di un periodo della sede lucana che dura da tempo e di cui è esperto e profondo conoscitore.
La professionalità del dr. Bonomi è stata costantemente oggetto di valutazioni positive, fin
dall’ingresso in magistratura, in relazione ad ogni sede in cui egli ha operato e a ciascuna
delle funzioni, requirente e giudicante, svolta, funzioni tutte esercitate con gli
apprezzamenti elogiativi di cui si è data ampia sintesi e che hanno sempre accompagnato
tutta la sua attività.
Doti organizzative
Affidabilissime anche perché forgiate dalla lunga esperienza maturata preso l’Ispettorato
generale. La sua partecipazione alle attività dell’ufficio va ben oltre i servizi assegnatigli ed
è intelligente e dinamica collaborazione con la direzione dell’ufficio medesimo sul piano
organizzativo e dei servizi extragiudiziari. Nelle ben note difficoltà della sede potentina il
dr. Bonomi è stato costantemente in grado di suggerire (e di adottare autonomamente
quando ha sostituito il P.G.) soluzione immediata ad ogni tipo di insorgenza, dote che
garantisce quelle capacità organizzative dirigenziali che occorrono in chi aspira alla
direzione di una procura come quella richiesta.
Conoscenza dell’ordinamento giudiziario, delle circolari del Consiglio superiore
della magistratura e delle norme che regolano lo status del personale giudiziario:
Il dr. Bonomi, nelle partecipazioni al consiglio giudiziario in sostituzione del sottoscritto (e
in ogni caso di questioni interpretative) ha dimostrato adeguata conoscenza
dell’ordinamento giudiziario e delle circolari consiliari e ministeriali nonchè delle norme ch e
regolano lo status del personale.

Positivo esercizio di funzioni giudiziarie diverse


Come dimostra la sintesi suesposta il dr. Bonomi ha esercitato in modo eccellente sia le funzioni
giudicanti che quelle requirenti.

Positivo esercizio, specie se in epoca non remota e per un tempo adeguato, di


funzioni: di identica o analoga natura di quell’ufficio da ricoprire; di livello pari
o superiore; eventuali indicazioni di cui al punto e.1) ed e.2) del paragrafo A)
della circolare in materia di conferimento di uffici direttivi.

Esercita in maniera encomiabile funzioni requirenti e allo stesso modo ha esercitato

151
prevalentemente funzioni nel settore penale giudicante.
In particolare va posto in luce, trattandosi di domanda per una procura distrettuale, che il dr.
Bonomi ha maturato, nella sede di Avellino, profonda esperienza in materia di criminalità
organizzata di tipo mafioso, valutazione, questa, resa evidente dalla rilevanza dei procedimenti
trattati relativi ai reati indicati nell’art. 51 comma 3 bis c.p.p. come emerge dalla sintesi
suesposta.
Egli è perfettamente in grado di dirigere ottimamente una DDA come quella di Potenza.

PARTE VI - GIUDIZIO FINALE


Parere positivo  Parere negativo 
Motivazione:
In conclusione, precisato che il dr. Bonomi ha dedicato gran parte della sua vita professionale
al settore penale e attese le prove finora da lui fornite di preparazione, capacità, anche
organizzative e di direzione, laborosità, diligenza, equilibrio e massima indipendenza, sia con
riferimento al servizio in atto che a quello precedentemente prestato, questo P.G. ritiene che il
dr. Bonomi, collega di eccezionale capacità professionale, è magistrato dotato di specifica
attitudine a dirigere una procura come Potenza e pienamente meritevole dell’incarico al quale
aspira.

Il Dirigente dell’ufficio
Procuratore generale
Data 31.5.07
Vincenzo Tufano

I verbali di audizione di seguito riportati, rinvenuti nei PC sequestrati al dr.


TUFANO sono verosimilmente da ricollegare alla vicenda relativa all’arresto
dell’Avv. BARDI ed alla reazione da parte della Camera Penale Lucana. In
particolare, tali file darebbero riscontro alla alla presa di posizione della Procura
Generale a favore degli avvocati lucani. Dalle dichiarazioni dei giornalisti escussi
emerge che l’attività era finalizzata ad accertare eventuali fughe di notizie
provocate dai magistrati o dalle forze dell’ordine impegnati nell’operazione di
polizia, che aveva portato all’arresto del BARDI. Le doglianze da quello che emerge
dagli atti erano dovute al fatto che lo stesso BARDI veniva fotografato tra due
Carabinieri nel mentre usciva dalla Caserma, dopo l’arresto. Non sarebbero emersi
riscontri alla fuga di notizie, atteso che, da quanto dichiarato dagli stessi, sarebbero
venuti casualmente a conoscenza dell’operazione in corso.

Procura Generale della Repubblica di Potenza

152
L’anno 2004 il giorno 14 dicembre ad ore 11,05 nella Procura Generale di Potenza avanti
al sottoscritto dr. Vincenzo TUFANO Procuratore Generale della Repubblica assistito dal
sottoscritto Cancelliere sig.ra Lucia Ciorciaro è comparso :
RIVELLI GIOVANNI n. a Potenza il 6/12/1967 ivi residente alla via Torraca n. 80,
giornalista della “Gazzetta del Mezzogiorno” che a domande, risponde:
verso le quattro del mattino di lunedì 22 novembre c.a. circolavo in auto per Potenza
allorché sono stato fermato da un posto di blocco dei Carabinieri, che fermava tutti i veicoli
in transito e identificava le persone a bordo. Ciò è avvenuto all’incrocio di S.Rocco. Dopo la
identificazione e proseguendo ho notato, a poche centinaia di metri, altre pattuglie dei
carabinieri appostate. A quel punto ho pensato che si stava facendo qualche grossa
operazione e ho telefonato, con il mio cellulare 335. 1256725 al fotografo Antonio Vece, che
spesso segue la cronaca per la “Gazzetta del mezzogiorno” ed è fotografo per l’ANSA. L’ho
chiamato sul suo cellulare 335.5487110 e sono poi passato a prenderlo aspettandolo sotto
casa. Appena è sceso ci siamo ci siamo, con la mia auto,diretti alla caserma dei Carabinieri
di via Appia ( quella di giù che si trova nei pressi dello svincolo della Basentana) e durante
il percorso siamo stati nuovamente fermati dallo stesso posto di blocco all’incrocio di San
Rocco. Il militare, al quale rappresentai che ero stato già identificato, disse che doveva
identificare anche la persona che era accanto a me e questo confermò la mia ipotesi che
qualcosa di grosso stesse accadendo. A quella caserma non c’era movimento interessante ma
solo luci accese e allora siamo risaliti a quella di via Pretoria ( che stà su in città).Credo di
ricordare che lì per lì non trovammo cose interessanti nei pressi della caserma per cui
facemmo un po’ di spola tra le due caserme nel senso che abbiamo fatto almeno una volta su
e giù e a dir la verità non mi ricordo dove andammo per primi. A un certo punto vedemmo
in via Appia una lunghissima fila di auto invase dai carabinieri che provenivano dalla
Caserma .
A quel punto decidemmo di andarci ad appostare davanti alla Caserma di Via Pretoria e
credo che ci arrivammo intorno alle cinque.
Decidemmo di scegliere quel luogo di appostamento perchè si trattava manifestamente (
abbiamo sufficiente esperienza) di una operazione dei carabinieri perché abbiamo visto un
centinaio di auto solo di carabinieri sia istituzionali che con targhe civili che noi proprio per
la nostra esperienza conosciamo così come notammo carabinieri in borghese appartenenti a
stazioni periferiche (che avevamo visto in precedenza per altri fatti di
cronaca).L’appostamento è un fatto di mestiere perché sappiamo che la identificazione di
eventuali arrestati o fermati avviene in quella caserma.
A un certo momento arrivò una macchina dei CC dal quale scese il dr. Ignazio Petrone ,
Presidente del Consiglio Provinciale, proseguimmo l’appostamento , qualcuno ci disse che vi
erano degli arresti in corso, nulla sapemmo dei nomi dei destinatari dei provvedimenti e ad
un certo punto uno di altri colleghi , che intanto erano affluiti, ricevette una
telefonata,credo di un avvocato, che comunicava l’indizione di una conferenza stampa in
relazione all’arresto del Presidente della Camera Penale, avvocato Piervito Bardi. Se male
non ricordo, tenuto conto che si trattava di momenti concitati, apprendemmo, poi, dalla
radio, credo dal giornale radio nazionale delle ore 7,00,della esecuzione di decine di arresti,
tra cui , appunto, quello del Bardi.
Escludo nella maniera più assoluta di essere stato allertato da chicchessia in
relazione, sia pur generica, ad una operazione imminente e in particolare escludo
di avere avuto qualche telefonata in proposito da chicchessia sia la sera prima che
durante la notte.

153
Io mi sono messo in movimento nei modi sopra descritti e quindi escludo di avere chiamato
il Vece la sera di domenica 21 novembre allo specifico fine che si tenesse pronto per questa
operazione di cui stiamo parlando.
Comunque non posso escludere di avergli fatto telefonate la sera di domenica in quanto
quotidianamente più volte ci sentiamo in relazione alle varie esigenze del nostro servizio.
Nel ribadire che non ricordo di avere avuto una soffiata, neppure telefonica, da
qualche Pubblico Ufficiale o da qualche Magistrato in relazione alla operazione di
cui sopra devo dirle sinceramente che di grosse operazioni che dovevano esser fatte
a Potenza “si favoleggia da anni”.
Domanda: ma lei personalmente , in quanto giornalista, ha mai ricevuto, in
particolare da magistrati o da forze dell’ordine, telefonate di preannuncio, sia pur
generico,di operazioni di questo o di tipo analogo oppure di udienze particolari che
valeva la pena seguire?
Risposta: non ricordo episodi del genere e comunque sarei vincolato dal segreto
professionale.
Con riferimento alla foto dell’avvocato Bardi fra due carabinieri ( lì dove lo stesso accenna
ad una smorfia probabilmente dovuta ad un ascesso dentario, chiarisco innanzitutto che
questa foto, fu fatta dal Vece e poi data all’ANSA e da questa distribuita ai vari giornali che
l’hanno pubblicata.
Chiarisco, poi, che , come risulta evidente, questa foto fu fatta quando ormai era giorno e
quando era fatto notorio l’arresto del Bardi, in un momento in cui lo stesso stava lasciando
la caserma di via Pretoria.
Altre eventuali foto pubblicate dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” furono fatte dal Vece
prima e dopo tale momento e comunque durante il periodo dell’appostamento.
Non mi ricordo a che ora in caserma arrivò il PM Montemurro e credo anche
Woodchok.
Le due foto pubblicate su il “Quotidiano” di mercoledì 24 novembre 2004 e ritraenti
l’una, il dr. Montemurro vicino a un auto e, l’altra, l’avvocato Bardi mentre viene
introdotto in un’auto dei carabinieri sono state fatte davanti alla caserma di via
Pretoria, in quanto ne riconosco le colonne, e comunque non sono foto del Vece ma
di altri perché il Vece non lavora per il “Quotidiano”.
Con riferimento alla foto Toni Vece che, sulla “Gazzetta di Basilicata” , ritrae “il
PM Vincenzo Montemurro davanti a una delle aziende sequestrate” (Caseificio
Piano della Spina dell’agro di Filiano) sono in grado di precisare tranquillamente
che la foto è stata scattata nella tarda mattinata o nel primo pomeriggio .
Ricordo che era avvenuto il sequestro , credo, nelle prime ore del mattino. Per metà
mattinata fu convocata , non ricordo se dalla Procura o dai Carabinieri, una
conferenza stampa presso la caserma CC di via Appia , conferenza alla quale io
partecipai, insieme ad altri colleghi e ad un altro fotografo della Gazzetta. Al
margine di detta conferenza stampa chiesi al fotografo Vece (gli telefonai) di
andarmi a fotografare le aziende. Fu dunque in tale circostanza che egli recatosi
sul posto per fare le foto, vedendo gli inquirenti davanti al caseificio suddetto,
scattò la foto pubblicata dalla Gazzetta del giorno 16. Ribadisco, dunque, che
questa foto non fu scattata nel corso del sequestro ma a distanza di molte ore.
D.R.: il fatto che il Vice Presidente della Giunta regionale Restaino era tra gli indagati, fu
notizia che io e quindi il nostro giornale, apprese da un dispaccio ANSA. Chiedemmo al
Restaino spiegazioni e lui disse che non ne aveva assolutamente notizia. Spontaneamente
tengo ad aggiungere che un caso analogo si è verificato proprio tra ieri e oggi. Ieri 13
dicembre, nell’assemblea distrettuale degli avvocati, che si è tenuta nel palazzo di giustizia

154
di Potenza, l’avvocato Donato Pace ha reso noto che i fratelli Giuzio, tra l’altro proprietari
del Park Hotel , erano sottoposti anch’essi a indagini per l’art. 416 bis. Nell’ambito sempre
della stessa inchiesta conosciuta come “iena2”. A questo punto ho chiamato uno dei due
fratelli, e cioè Antonio, che mi ha detto di non avere avuto alcun atto formale al proposito
ma di avere appreso la notizia che il suo nome compariva con tale ipotesi con il fascicolo
collegato al fascicolo principale dell’inchiesta.

L.C.S.

Successivamente oggi 15/12/2004 avanti al sottoscritto Procuratore Generale della


Repubblica dr. Vincenzo TUFANO assistito dal cancelliere sig.ra Lucia Ciorciaro è
nuovamente comparso Vece Antonio , il quale dichiara:
Come mi ero riservato di fare ho controllato i file digitali degli scatti fotografici conservati
in archivio ed ho accertato che la foto dell’avvocato Bardi tra due carabinieri è stata scattata
alle ore 7,59 circa. Preciso che la mia attrezzatura porta ancora un’ora avanti e quindi lo
scatto in questione è segnato ad ore 8,59.
Soggiungo, con riguardo, al sequestro eseguito al Piano della Spina che dalla stessa
attrezzatura risulta che la foto che ritrae il caseificio e un magistrato è stata scattata alle ore
12,55 ( la macchina segna ore 13,55).
Sono a disposizione per farvi liberamente visionare quanto sopra.
L’ufficio comunica che non ce ne è bisogno

L.C.S.

Con riferimento al ruolo della sodale dr.ssa FASANO si riportano anche le seguenti
conversazioni telefoniche intercettate sulla sua utenza:

Data 04 marzo 2008; ore 19:38:12; progressivo n° 588.-

CHIAMANTE: +393346908583 in uso a Fasano Luisa


CHIAMATO: +463346903194 in uso a LETIZIA Enzo

LEGENDA:
F: Fasano Luisa
L: LETIZIA Enzo

TRASCRIZIONE INTEGRALE.-

(Durante gli squilli si sentono voci in sottofondo).-


L: Pronto---//
F: (la FASANO si sente rispodere a qualcuno che stà vicino a lei ... "l'ho detto")---//
L: allora---//
F: caro scusami non avevo sentito il telefono ... dimmi tutto---//
L: nooo (mugugni) mica ... mica c'hai l'orecchio bionico insomma quindi ... ah ... allora so
che la lettera ora è arrivata al al personale---//
F: haaah ... ha ha (risata)---//
L: haah eh non sento (parola incomprensibile)---//
F: è venuto un ittero a qualcuno?---//
L: si si ... se la prendono con me che ho cambiato immagine (parola incomprensibile)---//

155
F: ha ha ha (risata) ... mi dispiace---//
L: questo questo ... questo è il ... che poi alla fine mi ringrazieranno perché se è che le cose
devono andare come devono andare si chiariranno tutti i problemi insomma---//
F: gli evita veramente un sacco di problemi eeh ... uuh---//
L: cioè detto proprio ... in termini come si dice dio sa ... più vado avanti in nella tua
vicenda ... eeh ... sono sempre più convinto che come (mugugni) ... c'hai presente i genitori
quando alluccavano ... non capivo perché ... heeh ... ah ... perché alluccano eeh aah però
uagliò---//
F: avevano ragione alla fine---//
L: poi alla fine dopo un poco di tempo.... una cosa eccetera dice e diranno vuoi vedere che
è quello stronzo forse ha ragione perché eravamo tutti determinati a---//
F: eeh ... mi sembra che sono i vecchietti sull'autostrada che vanno contromano e dicono
ma quà vanno tutti contromano ... ma forse sei tu che vai contromano o no?---//
L: eeh apposta insomma---//
F: eeh---//
L: hai capito qual'è eeh ... ca hai capito qual'è il ... il discorso insomma---//
F: heh eh---//
L: noo eemh no ... devi dire a tuo marito che si deve fare eleggere.... Eh!---//
F: mio marito viene eletto pure ... è capolista ... viene eletto pure se---//
L: hai capito---//
F: piglia un quattro percento---//
L: eeeh---//
F: quà stiamo sul quaranta cinquanta percento---//
L: digli che deve eseere eletto perché vengo a chiedere asilo dopo---//
F: ah stai tranquillo---//
L: quando.... sarà dopo......---//
F: tu starai quà con noi nella bellissima terra di Basilicata ... he he (risata) ... nessuno se ne
andrà più ... sarai costreto a stare quà---//
L: Certo... vengo a chiedere asilo ... se serve qualcuno ... per come capo cantiere cose
insomma io arrivo insomma ecco.... io arrivo dopo insomma ecco---//
F: (risata) ... benissimo ... asilo politico (risata)---//
L: chiedo l'asilo politico---//
F: Vieni e chiedi asilo politico.---//
L: (incomprensibile)..... proprio---//
F: (risata)---//
L: mò visto che lui viene eletto ... io stò a faticà al nord italia per portar un pò di voti
(risata)---//
F: madonna veramente ... veramente ... no perché da noi è proprio matematico ... noi
primo secondo e anche terzo ... sono automatici figurati il capolista cioè proprio ...
francamente non si farà neanche la campagna elettorale ... (risata) perché (tosse) è proprio-
--//
L: siii nooo ... ma deve fare la campagna ... a questo punto si deve fare la campagna
elettorale da altre parti per pigliare più voti possibile---//
F: infatti ... infatti ... infatti---//
L: sopratutto sulle regioni in bilico ... là devono fare le campagne elettorali fatte bene---//
F: siii ... a tappeto si ... è proprio così---//
L: qu quelle fatte bene insomma ... se la Basilicata è considerata sicura fottitene passa
avanti..... insomma---//
F: infatti infatti (risata)---//

156
L: vedi un pò---//
F: mitico---//
L: quello ... qu quello è praticamente ... il discorso ... va bene questo ... volevo poi---//
F: (parole incomprensibili)---//
L: avvertirti volevo avvertirti di una cosa---//
F: si---//
L: non sono riuscito a capire ... se qualcheduno sia stato pure cazziato ... ma questo sarebbe
troppa grazia---//
F: uumh---//
L: questo sarebbe un pochettino troppa grazia ... però le battute me l'hanno fatte che ci
sono delle ripe…. qualcheduno fà qualche ripercussione ... ora ... magari è perché la voglio
vedere io che qualcheduno è stato cazziato ... perchè magari io m'aspetto che qualcuno
bisogna cazziato---//
F: heh---//
L: però ... da quì al a esserlo è solo un'incazzatura nei miei confronti eeeh insomma ...
credo più poi alla seconda che a alla prima---//
F: certo---//
L: mò diciamo mò facciamo il ragionamento serio ... comunque la lettera lì è arrivata---//
F: ecco---//
L: (parola coperta dalla voce della Fasano ... incomprensibile)---//
F: bene (risata) ... pure io sono molto emozionata eeh (risata)---//
L: va bò non nnnh ... tuuu seee tranquilla serena tutto sommato ... pensiamo ad andare
avanti ... a resistere giorno per giorno che più passa il tempo---//
F: (parola incomprensibile)---//
L: e più ... a alla fine ... noi riusciamo a---//
F: diventa sempre più pretestuoso poi il il movimento quindi---//
L: diventa sempre più pretestuoso tu ... tu tanto ... tu continui a lavorare continui a portare
risultati eccetera quindi---//
F: stò lavorando bene---//
L: allora (mugugni) ... tranquilla ... tranquilla in questo modo ... po poi i dolori di pancia---
//
……………………………….omissis……………………………………………………………….
F: caro ... grazie assai iih e tienimi informata su tutti gli itteri che stanno scoppiando ... he
he he (risata)---//
L: si si ... abboccheranno ... insomma ... emh bè ... insomma se quà dobbiamo fare cento
volte gli ingialliti ... è meglio fare una volta arrossire che cento volte gli ingialliti si dice
insomma ... sempre detti ... detti nostri napoletani---//
F: che non si smentiscono---//
L: è meglio una volta arrossire che cento volte ingiallire---//
F: è vero è vero è vero---//
L: ecco ... questo è questo quà è il punto ... okei---//
F: un bacione (parole coperte dalla voce del Letizia ... incomprensibile)---//
L: ciao ciao ciao Luì---//
F: ciao Enzo ciao---//
L: ciao ciao ciao ciao.---//

FINE della CONVERSAZIONE.-


M.C. MAMUSA.-

157
Intercettazione effettuata con sistema SIO 130;
Data: 04.03.2008
Ora: 19:51:57
Progressivo: 590

Mittente DELIA Donato


Ricevente FASANO Luisa

Trascrizione:
Non sai quante volte penso a come saremmo diversi se solo io fossi stato più deciso, se
avessi capito prima quello che stava accadendo.. Quante volte dic
Fine trascrizione.-
verbale stampato

Intercettazione effettuata con sistema SIO 130;


Data: 04.03.2008
Ora: 19:52:04
Progressivo: 591

Mittente DELIA Donato


Ricevente FASANO Luisa

Trascrizione:
o: chissà!
Fine trascrizione.-
verbale stampato

Intercettazione effettuata con sistema SIO 130.---//


Conversazione del 04/03/2008, ore [21:00:52] , progressivo 596 Linea 768.---//
________________________________________________
LEGENDA:
F.: FASANO Luisa
L.: LETIZIA Enzo
_________________________________________

Trascrizione dalle ore [21:00:52] alle ore [21:24:20].


_________________________________________

L: Luisa!?--//
F: Dimmi tutto!--//
L: Qualcosa deve essere successo.. in senso a noi favorevole.--//
F: Che é sucesso?--//
L: No.. perché.... praticamente.... ora devono rispondere... si devono giustificare... anzi c'é
preoccupazione....--//
F: Nella giustificazione?--//
L: Da parte di quelli del personale... con questo nuovo Direttore Centrale.. dicono.. allora...
c'é una certa preoccupazione... Ora da qui ad avere incassato il risultato.. ce ne passa...

158
però dovono tirare fuori le argomentazioni.. Devono tirare fuori le argomentazioni...
sopratutto si devono rileggere tutto quanto il fascicolo perchè devono rianalizzare il
famoso appunto fatto al Ministro.--//
F: Bene... e chi avrà il compito di eccepire tutti gli errori fatti.. visto che le contro deduzioni
non le ho mai scritte? O meglio.. ce le ho pronte... ma non le ho mandate?--//
L: Si devono rileggere le carte..---//
F: Eh.--//
L: Tu hai fatto caso nella lettera... devi chiedere i contributi.--//
F: Eh... si.--//
L: Perentorio.. ti devi informare... devi vedere il contesto... perché li c'é scritto.... non puoi
essere un mero passacarte..///
F: Certo.--//
L: A questo punto.. se no.. chi decide.... l'Appuntato... l'Appuntato perché... ho visto si... ho
visto Luisa Fasano in Piazza garibaldi numero dodici... mentre pitturava di giallo un
bambino. Chi l'ha deciso... l'Appuntato?--//
F: eh... si.--//
L: Perché se facciamo così... decide l'Appuntato.--//
F: No.. sopratutto se loro hano chiaro le evoluzioni... anche giudiziarie... di fatti che si
sono sgonfiati totalmente... in maniera anche evidente.. perché hanno avuto anche
enfasi nazionale.. insomma... se consideri.. --//
L: Non ce l'hanno.. non ce l'hanno.. queste cose. Soprattutto quel appunto era già
sbagliato..--//
F: E si... era già sbagliato.. ma qualcuno glielo dirà che... non era vero che era l'A.G. di
Potenza.. ma era l'A.G. di Catanzaro che aveva fatto la perquisizione... e quella stessa
A.G. é stata trasferita perché.. proprio quel decreto di perquisizione é stato ritenuto
assolutamente infondato..---//
L: Questo é uno... poi c'erano altre cose che non erano vere... ti ricordi?..--//
F: Nooo... pure il fatto dei raporti diretti con il Procuratore Generale... che non erano
assolutamente veri... e loro fanno passare questa cosa... tant'é che anche il mio Questore
mi ha detto... ma che cos'é sto fatto che tu tenevi rapporti diretti col Procuratore
Generale... e ho detto... ma sta scherzando... Signor Questore? Io c'ho tutte le relazioni di
servizio fatte il mio Questore... in cui si evincie che i rapporti erano assolutamente
mediati da lui... e ho un procuratore generale disposto pure a venire a testimoniare a
mio favore... da questo punto di vista. Quindi pure quest'altra cosa era assolutamente
sbagliata..--//
L: Poi c'era un'altra cosa.. che era sbagliata.. che era proprio evidente..--//
F: Era questa..--//
L: Già allora era evidente...già allora.--//
F: Era questa... e poi il fatto del clamor... che è stato... immediatamente successivo... a
quando sono arrivate le carte a Roma... e non invece a quando ha scritto il Questore. E
quallo é stat la grande quaglia... che ovviamente.. lui neanche si rende conto... cioé.. il
fatto che i programmi televisivi... sono stati messi in moto da... le carte che sono state
date da lui... quando io.. poi ho denunciato le fuga di notizie.... mi sono resa conto che
invitabilmente... dare la stura a questa fuga di notizie... sono atti che sono partiti dal
Questore... mi dispiace ammetterlo ma é cosi. Mi dispiace ammetterlo ma é così... nelle
carte che ovviamente poi si susseguono. Però ... le cose non appaiono in maniera
evidente... cioè... se qualcuno no glielo spiega...--//
L: Tu rileggi l'appunto al Ministro. C'era qualcosa di più particolare... che già allora non
andava... c'erano dette delle cose...--//

159
F: C'era.... c'era.... l'altro fatto che ividenziavano... nel.... nel... che l'anno prima avvano
scittto che era tutto a posto... proprio Cardellicchio... che non c'era nessuna... nessuna...
necessita di spostarmi.. quando sono successe le prime cose.. perché era stesso... il mio
Questore che garantiva per me... e che tutt'un tratto necessitano di spostarmi..
praticamente... venendo contro proprio... al... cioè si negano l'evidenza.. insomma. Va in
contraddizione lo stesso Prefetto Cardellicchio... senza rendersene conto.. perché..
praticamente non cambia di fatto nulla.. cambia solo che il Questore ha le trascrioni e
tutto ha dato che... il giudizio nei miei confronti cambia. Però é lo stesso Prefetto che...
invece.. fino a quel momento.. aveva detto che non era opportuno prendere una
posizione nei miei confronti.. perché eveva detto che la situazione era.... assolutamente
di scarsa rilevanza... così come segnalato dal mio Questore. Anche questa cosa che... io...
infatti c'ho gli appunti di Cardellicchio che... praticamente si rinnegano. Queste cose ci
sono.--//
L: Si ma... tu devi vedere... vattia a rivedere un attimo... ora io a memoria non mi
ricordo.. --//
F: NO...io ce le ho.. io ce le ho fresche... diciamo che questi sono i punti... però se non
vengono esplicitati.. insomma... non è proipro chiarissimo...cioè per me sono plesi.. per
loro un pò meno... insomma. Dobbiamo un pò vedere come... come gli eventi sono
precipitati.--//
L: Noi dobbiamo vedere...--//
F: Sono queste le cose che feci vedere anche a De Sena.---//
L: Dobbimo veder... noi dobbiamo fare una cosa importante. Io mi rileggo l'appunto...
poi tu mi rinfreschi la memoria..--//
F: Si.. si... perché.. uno che ovviamente c'ha una memoria freschissima.. beato lui... é
ovviamente... Giovanni.. si ricorda questi Punti. Però.... queste.... erno di fatto le due
cose.. insomma.... proprio chiare.--//
L: Questo qui va... va detto... perchè... noi lo accusiamo di analisi. Di mancanza di
analisi.... e sopratutto... di errori...--//
F: Errori macroscopici in questo.. nel fatto che comunque... si.. vann in contraddizione...
con appunti che lo stesso.. povero.. Cardellicchio... che si trova a fare.. credo... su quello
che gli viene suggerito dal Questore... chiaramente... e ... il fatto... poi... clamoroso..
quello poi é clamoroso.. che nell'accesso dei documenti a Potenza.. io non trovo niente...
mentre.. invece.. nell'accesso dei documenti a Roma si trova di tutto e di più. E questa...
è già una violazione palesissima del mio diritto all'accesso. Perché.. se io.. non avessi
avuto voi.... pronti a dire... facci una delega e viado un pò a Roma che c'é... io avevo
risposto.. nelle contro deduzioni... a quattro cose che c'erano nel nio fascicolo.. dove di
fatto non c'era nulla. C'era il Questore Mauro.. che mi eccepiva del messaggino di Raul
Bova e mi archiviava un prodedimento.... non si sa perché.... disciplinare avviato. Il
Questore che si lamentava delle mie continue esternazioni sui giornali... Anche quelle
archiviate.. perché non poteve dimostrare che venivano da me... cioè.. non c'era niente
per mandarmi via.. Questa é la cosa assurda... e poi l'altro fatto é che lui parla...
praticamente il Questore Mauro... volutamente... mescola il procedimento disciplinare
col procedimento di trasferimento. manda le intercettazioni nell'ambito del
procedimento disciplinare... le fa proprie e le cita nell'ambito del procedimento di
trasferimento. Quella é la cosa grave.. peché ovviamente poi le vuole fare utilizzare su
quello.. e... insomma non è prorpio possibile... perché francamente...--//
L: Quello che penso io.. ora....poi... in settimana.. prossima.. quando sarò un pochettimo
più calmo.. perché ora c'ho questo convegno..--//
F: Si.. eh.. lo so... a Tivoli.--//

160
L: E... quindi.. praticamente.. poi.. bisogna dirgli meglio questa cosa..--//
F: Si!--//
L: Io mi rileggo l'appunto del Ministro... Va bene... hanno scritto questo.. e tu dici.... no non
é possibile perchè... é successo questo.. questo e questo.. --//
F: No... ma inafatti..--//
L: Più una buona memoria uditiva.--//
F: Si.. si.. si... é proprio così... é proprio cosi. Non c'é il supporto cartaceo.. a quelle cose..
che sono veramente inventa di sana pianta.. ed é veramente.... grave... insomma..
veramente grave. Ci sono degli errori evidenti e io ho i testimoni... perché... poi... sono
le stesse cose che mi ha eccepito il Questore a Potenza. Cioé.... questo fatto che tu tenevi
rapporti diretti... ma che state dicendo.... ma quali rapporti diretti. Io c'ho tutte le
relazioni di servizio che... ovviamente... l'ottimo.. Questore non li ha fatti vedere. Io...
mò.. l'appunto del Vice Capo al Capo ce l'ho davanti agli occhi e non c'é nulla. Parlano
di A.G. di Potenza.. parlano del fatto che io avrei agevolato mio marito... tutte queste
cazzate qua che non esistono... parlo dei rapporti diretti col Dott. Tufano di cui si
sarebbero trovate carte... e non é vero.. perché a me non hanno sequestrato nulla di tutto
ciò. Parla di queste comunicazioni date da Woodcock...--//
L: Non.. c'é quel appunto.... io quel appunto fatto al Ministro.. c'erano delle cose.. che..
non.. non.. io mi ricordavo.. un qualcosa che non era presente nel fascicolo.--//
F: No...--//
L: Sto fatto ma di Tufano... sto fatto di Tufano... chi cazzo ce lo ha detto?----//
F: No.. ma infatti queste me le avete.. sono quelle che avete trovato.. che mi avete dato
voi. Non ce le ho nel fascicolo mio.--//
L: Eh.. apposta!... Io quello che dico io.. appunto.. io.. le ho trovate io.. e io mi ricordavo
che venivano affermate delle cose.. che all'inteno del fascicolo.. no si stavano..--//
F: Assolutamente.. é tutto questo.. no.. nel fascicolo non ci stava proprio niente. Tutto
quello che avete trovato voi.. nel mio fascicolo non c'era. Nel mio fascicolo io.. ho dieci
carte.. io c'ho due verbale di acquisizione.. di accesso agli atti competamente contrastanti.-
-//
L: Ma questo.. dove?--//
F: A Potenza.. io l'ho fatto a Potenza... il primo novembre.--//
L: Nel verbale che abbiamo fatto sopra.. io mi ricordo che c'erano delle affermazioni non
suffragate da altre comunicazioni.--//
F: Assolutamente... é proprio così.---//
L: Mi sembra... ora questa qua...maa..era.. la cosa...--//
F: La cosa macroscopica... che io potrei mandarvi via fax... é il verbale di accesso agli atti
del il primo novembre... che ho fatto io. Di una pagina con quattro stronzate dentro. Basta
quello. Basta dire questa ha fatto l'accesso agli atti il primo novembre.. e non ha trovato
niente... noi.. abbiamo trovato l'ira di Dio. Scusate ma che accesso agli atti é.. a chi
pigliamo in giro..--//
L: La minuta doveveniva conservata... insomma?--//
F: Eh.... cioè.. a me avevano detto che era identico. Io c'ho la lettera di Sandro Giuliano che
dice che é possibile fare l'accesso agli atti a Potenza.. perché a Roma ci sono le stesse carte.-
-//
L: Non é così.---//
F: In realtà... non é così... assolutamente. Ma se io non avessi fatto una delega a voi.. io no
mi sarei potuta difendere. Cioè non hanno fatto un gioco sporco... sporchissimo. Perché le
carte che sono a Potenza.. e fu il commento dell'Ispettore che me le fece vedre... delegato
dal Questore.. fu.. Dottoressa.. queste quattro carte.. manco una pena pecuniaria... perché

161
non c'era niente. io mi ricordo che andai da mio marito.. che mi aspettava in macchina.. e
dissi.. incredibile! La non c'é proprio niente. ma come si avvia un procedimento
disciplinare con procedura di trasferimento così? Poi invece Giovanni disse... io non mi
fido.. fammi la delega. Andò e trovò di tutto e di più. E li mi devono dire come l'hanno
fatto a provare. E sopratutto per me che avevo gia fatto una denuncia....--//
L: Io mi.. io mi ricordo che alcune cose... non.. non c'erano nel fascicolo..--//
F: No.. non c'erano proprio.---//
L: Quello che veniva detto.. nell'appunto al Ministro... non era suffragato...--//
F: Non c'era...---//
L: .... dagli atti che erano arrivati.. insomma.---//
F: Infatti.. che poi erno questi.. cioè.. sono le valutazioni del Questore. Cose.. proprio...
fuori dal mondo..... insomma.. veramente fuori dal mondo. Poi sene assumerà le sue
responsabilità. L'unica cosa che mi dispisce é che non c'é... un appunto... che é stato
trovato a firma del Questore Mauro.. al Prefetto Cardelicchio. Cioè.. questo povero
Prefetto Cardellicchio... sembra ispirato da Dio... ascrivere ste cose. Perché non c'é uno
straccio.. su cui a basato questo appunto al Ministro.... al Capo della Polizia.--//
L: Io mi ricordavo... hai capito... mi ricordavo qualcosa del genere..---//
F: A me.. ti ripeto.. basterebbe già.. per dire... che schifo é stato fatto... mettendo a
paragone... l'asccesso agli atti vostri.. con l'access algli atti miei. E' una violazione
gravissima. Gravissima.. per la trasparenza amministrativa... del mio diritto di difesa..
cioè... vergognoso.. onestamente. E già basterebbe questo. Poi tutte chiachere fondate.. non
si sa su che cosa. Perché... io questi atti.. di un Questore che riferisce al Prefetto certe cose..
non c'é... non c'é... e poi la discrasia evidente.. fra un appunto di Cardellicchio di qualche
mese prima.. che diceva che io.. ero brava.. ero bella e facevo il Capo di Gabinetto... perché
non c'erano motivi per cacciarmi. E poi tutt'un tratto... dopo che il Questore si é letto le
trascrizioni.. io vengo avviata come fossi una deliquente. Ma di fatto.. sia dal punto di
vista giudiziario.. che da altri profili non era cambiato niente. Quindi mi devono spiegare
che cosa é successo. Questo.. io tutte queste carte io ce le ho sotto mano... ma ovviamente
ce le ha anche.... Giovanni.--//
L: E' successo che qualche d'uno ipotizzava... ipotizzava... come ti voglio dire...--//
F: Ma volevano fare subito.. subito.--//
L: Una cosa é certa. Noi non ci facciamo comandare.. ne da Woodcock.. ne dalla
Sciarelli.--//
F: A me... é quello che mi dispiace.... hai capito!?.. Servirsi.. (inc.) un processo delicato...-
-//
L: Ma per dire.. loro due.. come chiunque altro..insomma..--//
F: Cereto. Ma un processo delicato sulla sanità.. che ha dato alstura.. in maniera
pretestuosa.. a Toghe Lucane... dove erano indagati.. Prefett... l'ex... l'attuale
sottosegrettario Bubico che era.. al tempo.. Presidente della Regione... l'attuale Presidente
della Regione.. che al tempo era Assessore alla Sanità.. ecceterra... dove si vedeva il caso
Panio.. dove si vedeva la cupola... eccetera... eccetera... e da qusto nasce poi.. Toghe
Lucane... ieri é finito con l'aasoluzione di tutti quanti. L'ennesiam balla... l'ennesima
bollona di sapone. Ieri é finita con l'assoluzione.--//
L: Perché a un certo punto.. ma perché a un certo punto.. le persone pensano di risolvere le
questioni coi processi di piazza.---//
F: Puntualmente.. il processo ppoi fatto dal tribunale.. é finito con l'assoluzione. Stanno
finendo tutti con l'assoluzione. Siamo rimanendo la cupola.. senza condanne... vorei capire
come funziona.--//
L: I processi vanno fatti nelle Aule Giudiziarie.--//

162
F: E nelle Aule Giudiziarie... ringraziando il cielo... la giustizia funziona.--//
L: Bisogna raccontare notizie vere.. e.. possibilmente.. non personali.--//
F: Esattamente.. li era il processo in cui il P.M. era l'amica del Giudice... Si é astenutouno..
si é astenuto l'altro.. e all'assoluzione sono arrivati tali e quali... perché non c'era niente. E
s'é sgonfiata quest'altra cosa. E... anche di questo si é occupato.. "Chi l'ha visto".. "Anno
zero" eccetera... Assoluzione di tutti quanti.. perché.. qua... nessuno é delinquente. Se lo
siamo.... devono dimostrare quanlcos'altro che non siano chiacchiere. Comunque.. queste
sono altre carte che si sono aggiune ieri.. insomma... per dirti. Ma.. ma.. qui non finiremmo
mai.. di dire come vanno a finire certi processi avviati in maniera pretestuosa.--//
L: Sia il tuo processo.. sia quello della fuga di notizie.. alla fine si chiuderanno con delle
archiviazioni.--//
F: Ah.. guarda!--//
L: Io ne sono convintissimo.--//
F: Beh..non c'é una carta.. cioè.. se non finisce con l'archiviazione.. al di là della condanna
che mi piglierei... me ne andrei veramente in Papuasia... perché vuol dire che non esiste la
giustizia.--//
L: Perché.. guarda.. (inc.) dalle cose... perché qui.. insomma.. qui.. qualche d'uno... come
voglio dire... quello che non... non c'é l'autorità con i capelli bianchi... che dice... razzi...
avete finito adesso!?--//
F: Esattamente.. esattamente.. esattamente.. ed é pazzesco.--//
L: Quello che manca.. in tutta questa vicenda.. quello che é successo a Catanzaro.. quello
che é successo a Potenza... in tutta questa storia.. li non c'é l'autorità con i capelli bianchi
che dice a tutti.. tu fai questo.. --//
F: Ma lo sai.. la cosa ancora più grave qual'é?... che ancora non c'é.. ancora non c'é. Cioé..
noi non abbiamo ancora un Procuratore Capo. Questa è la cosa grave. Noi.. ancora non
ce l'abbiamo.--//
L: Manca.. manca.. uno coi capelli bianchi che dice.. mò m'avete rotto! Basta!..--/
F:Esattamente. AH! Ho trovato l'altro appunto. Il primo apponto del Direttore Centrale..
Calvo... il settembre 2006.. è quello che affronta.. al Capo della Polizia.... affronta i primi
casini sul fatto della spazzatura di Ditolla e tutta quella roba la... va beh!... questa é una
cosa che ha seguito più Giovanni.. dove il Questore mi difende a spada tratta.--//
L: Ma si!... Ma li... é così evidente.---//
F: E poi.. invece.. si rinnegano.. -//
L: Sono stati strumentalizzati....a uncerto punto. Passioni personali.. questo é il punto
fondamentale.--//
F: Un'oscenità... un'oscenità..--//
L: Una cosa... veramente... Ma io... adesso.. se dovessi mettermi a sentire quello che
pensano di me... chi mi ha eletto... con la mitragliatrice!---//
F: E' così... é così..--//
L: Immagina.. immagina.. ma pure tuo marito.. immagina tuo marito.. insomma... se gli
vengono adire... praticamente.. tutti quelli per cui lui si é speso.. ha lavorato.. ha costruito..
ha fatto progetti politici insieme. Immagina quello che gli dicono quando lui non c'é. Altro
che mitragliatrice.. insomma.--//
F: A voglia.. a voglia..--//
L: Ma.. non c'entra... non va...--//
F: Certo uno non si aspettava che uno coi capelli bianchi.. potesse prendere le cose i un
certo modo. E' quello che ha sconvolto un pò tutto.. insomma.--//
L: Diciamocela... preticamete tutto.. i gesti non ingannano le parole si... e
diciamocelo...insomma. ---//

163
F: E' così.--//
L: Le persone devono essere giudicate per i loro gesti.... non per le loro parole. Allora...
vediamo qual'é il gesto. Con i gesti.. le parole... possiamo.. imputare qualcosa a Luisa
Fasano o a qualcun altro?... No!.. E allora.--//
F: no.. perché é veramente paradossale.. é paradossale.. cioè... ma una Questura.. che
ignara di tutte queste traversie... non ha proprio idea di tutto quell che io ho
passato..veramente.. e che ancora passo... perché tutti pensano che la cosa sia archiviata...
finita.. amore e cuore... --//
L: E invece niente.--//
F: ....ti dicono tutti.. prima era folle... cioè.. ma lei é la persona più presente.. ma lei é la
persona più così... cioè.. se trasferivano lei.... Ora.. lo dicono tutti quanti.. perché..
ovviamente danno per scontato.. che sia tutto passato. Cioè.. mo mi devono sentir dire che
hanno ....--//
L: A ottobre... a ottobre..---//
F: Mi salutavano tutti quanti..--/
L: Ti vedono come al peste... eri un'appestata.--//
F: La peste bubbonica.... Cioè... veramente una follia eh!?--//
L: Tra ottobre e novembre.. te eri causa di imbarazzo.---//
F: Si.. si.. si.. causa di imbarazzo.. hai detto bene.-//
L: ... (inc.)...--//
F: Ma io adesso... incontro la gente nei bar che dice... siamo proprio contenito che é
tornata. Ma io non sono mai partita! Mi dicono questo. Siamo contenti che é tornata...
perché quello ha fatto veramente.. fossi stata partita... Io ho avuto un danno.. che non
immagini.--//
L: La cosa brutta é.. che con queste fanno i processi di piazza.--//
F: Assolutamente.. assolutamente.---//
L: Fanno i processi di piazza. Una cosa volevo capire.... il fratello della... cosa... come si
chiama.. della Claps si é candidato?--//
F: No.. no.. no. Ovviamente soterrà... forse si candida Molinari.. forse con la Rosa Bianca...
ovviamente non sarà mai eletto.. però forse si candida li.. con il sostegno di questi soggetti
qui. Però... formalmente...no.---//
L: A un certo punto dico.. siccome faccio politica dall'età di otto anni..--//
F: Tutti noi.. pensavamo che avrebbe fatto una cosa del genere...--//
L: Mi sembrava più una manovra di questo tipo.--//
F: Anche.. anche.. ma diciamo...--//
L: No!.. Non sol... hai detto bene. Non solo... che poi alla fine.. c'era un movimento
politico... insomma.. per avviare il cinema ce ne vuole.--//
F: Di fatto é così... Cioè.. un movimento... diciamo di opinione... che però é dietro politici
ben determinati.. che sono causa.. anche .. di tutto quello che é successo. Ma poi ci sarà
un'analisi politica... che certamente non tocca a me.. anche su questa cosa. Hanno
festeggiato un anno da Toghe Lucane.. ovviamente .. erano loro.. loro e loro.. che facevano
le analisi di una mafia che esiste qua. Perchè questi non hanno mai messo il naso fuori
dalla Basilicata... sulla grande mafia che lega qui.. tutti i casini del mondo e loro la
combattono da soli... contro le Istituzioni. Loro continuano su questa storia.. e ovviamente
ha un dato politico.. questa cosa. Ha un riscontro politico. Però.. formalmente non sono
candidati.---//
L: Io.. é qusto volevo capire... insomma. Quindi Molinaro non ha trovato spazio ne PD.--
//

164
F:Noo.. assolutamente. Già l'ultima volta non l'aveva trovato. Adesso.. praticamente.. tutti
quelli di terza.. quarta legislatura.. nessuno di loro é stato più ricandidato. Quindi non l'ha
proprio trovato.--//
L: Mah...lui.. La moglie che cosa fa? Per caso....--//
F: Mah.. la moglie.. che non lavorava.. mia coetanea.. che non ha mai fatto niente.. adesso
forse ha qualche contratto alla Camera di Commercio. L'ha sistemata. Certo non tramite
concorsi.. di chi si é fatto un mazzo tanto come me... ecco. Questo sicuramente no. Che
poi.. son tutti bravi a parlare.--//
L: Lascia fottere... va beh! Ci.. ci.. sentiamo. Ricorda a tuo marito che domani mattina si fa
quella cosa.--//
F: Si.. si.. no.. no.. no.. é concentratissimo su quella cosa. Tranquillo..--//
L: Va bene... ci sentiamo domani. Ciao Luisa.--//
F: Ciao..buona serata... grazie.--//
fine trascrizione.---//
trascrizione a cura del V.Brig. MICHELI Andrea.---//

Intercettazione effettuata con sistema SIO 130.---//


Conversazione del 04/03/2008, ore 21:26:53, progressivo 597 Linea 768.---//
________________________________________________
LEGENDA:
F.: FASANO Luisa
G.: Giovanni
________________________________________

Trascrizione dalle ore 21:26:53 alle ore 21:38:02.


_________________________________________

G: Luisa!?--//
F: Giovanni... come sta?--//
G: Bene.. tu?--//
F: Io.. bene. Io ho sentito un'attimo Enzo... e mi ha raccontato delle ultime evoluzioni....--
//
G: Certo... abbiamo creato un piccolo terremoto... ovviamente..--//
F: Che.. ne parliamo a fare... cioè... ormai... ah... Enzo dice... sai quante me ne diranno a
me.... e io agg' ditt' (fonetico)... sai quanti pensieri delicati...--//
G: Noooo.. no... e ..sai.. io sono buono e caro.. ma non si debbono toccare gli aspetti
umani... la gente non deve permettersi di... giocherellare con le persone.... deve capire che
a un certo momento ti rompono... al di là delle amicizie... delle persone a cui voglio bene..
dai... olte un certo limite si rompe....--//
F: E' un fatto... pure... di rispetto dell'intelligenza... insomma.. altrui...--//
G: Rispetto delle persone... poi... fossi stata na criminale... ma li é un cretino che é caduto
nella rete di un farabutto... tutto là.. la storia si può riassumere così.--//
F: Ma ti volevo dire... a proposito di tutte quelle storie che tu sai... che Enzo un po ha
seguito di meno.... che tu seguito meglio. Ti ricordi quando a cena.. parlammo anche del
famoso caso Panio.. che era medico che fu cacciato... quel direttore generale che fu
cacciato... perché..--//
G: Si... s.... si.... --//

165
F: Comunque ieri.... c'é stat la sentanza... di assoluzione totale per il Presidente della
Regione... per l'Assessore alla Sanità... per uttoi che erano stati tutti indagati per abuso...
per aver sollevato questo soggetto... perché l'accusa era nei confronti della Genovese... che
aveva chiesto... al tempo... l'archiviazione del caso... perché... secondo questo voleva
ingraziarsi questo.. per la nomina del marito... ovviamente tutto ciò... non si é potuto
dimostrare in nulla... e sonostati assolti tutti.. Per cui il P.M. che avrebbe chiesto
l'archiviazione... chera indagata... per questa cosa... e avrebbe fatto salvare... ivviamente.....
risparmiare tanti soldi allo Stato... aveva perfettamente ragione... perché fu il GIP a non
accettare l'archiviazione del PM e a chiedere ....--//
G: L'azione coatta.---//
F: Il rinvio a giudizio... hai capito.... e dopo tre anni... praticamente... e questo é stato poi
l'inizio di "Toghe Lucane"... é finito con l'assoluzione di tutti quanti.--//
G: Mamma mia!--//
F: Capisci tu. Cioè... guarda che é veramente da brivido.. da brivito. Non che non ci fossero
dubbi... però questa é la stura di Toghe Lucane ed é fiita affossata in questo modo con
l'assoluzione.. e con tutti i soldi di un processo durato tanto tempo.. per niente.. perché il
PM aveva già evidenziato che non c'erano elementi per andare avanti.--//
G: Man andate a prendere i... cosi... am andare aprendere i..... baaah!--//
F: Cioé... ma guarda... e assolvi qua e assolvi la... quella é stat trasferita... per una cosa del
genere. Gente come un Presidente della Regione... Sottosegretario di Stato... perché era
coinvolto Bubbico... al tempo Presidente della Regione... assolti con formula piena... cioè...
Questo sempre per spiegare a questi signori... di che stiamo parlando... e di chi stiamo
parlando...--///
G: Ma tu non puoi pretendere... perché questa... é gente che... per capire una cosa del
genere... dovrebbe prendere.. fare come faccio io.... vabbeh... c'ho un caso difficile... che
faccio 'sta sera?--//
F: Studio le carte.---///
G: Non ci vado a casa da mia moglie e mio figlio...--//
F: Ecco!---//
G: E mi metto li... e studio le carte. Dopo di che ... quando hai studiato le carte... inizi a farti
un'idea. ma tu non puoi... di una cosa così complessa... così delicata.... quand'é che io ho
capito... quando mi son fatto la sequenza di come erano andare le carte...--//
F: Gli atti.--//
G: Quando fai la sequenza degli atti.. tu capisci.. il Questore é diventato lo strumento
nelle mani di Herry John Woodcock... fine dei giochi.--//
F: Poi ci prestiamo a queste cose.... calandoci le braghe... perché... a me poi... é quello che
mi da fastidio... che davanti all'Autorità Giudiziaria.... e non stiamo parlando del
Presidente della Corte Costituzionale... ci sbraghiamo subito...questa é la cosa brutta.--//
G: Si sbragano subito!--//
F: Si sbragano subito... ecco. Ma io spiegavo un po a Enzo... perché mi chiedeva... ma cosa
dobbiamo evidenziare... perché il problema é che... ovviamente non avendo mai prodotte
controdeduzioni...--//
G: Ma tu non devi produrre controdeduzioni... peché tu devi...--//
F: No... ma io c'ho te come avvocato.... nel senso che.. per fare evidenziare tutti gli errori
basterebbe vedere.. la enorme discrasia fra il mio verbale di acquisizione... tu cel'hai il mio
verbale di accesso?--//
G: Mmm... mmm.. non mi ricordo.--//
F: Se quello... no... Secondo me.... quello te lo mando domani via fax... é la cosa più
importante... cioè io c'ho una paginetta di verbale di accesso.. con quattro carte... a

166
Potenza.. ridicole... e io che credevo che fosse tutto li... tu dopo una settimana trovi l'ira di
Dio. C'é violazione del diritto di difesa.. della tresparena .. della correttezza.. palesissima.--
//
G: Ma.. sono veramente... é una vicenda che... supera.. veramente i limiti del vergognoso.--
//
F: Una schifezza... mi ricordo l'Ispettore che mi fece fare l'accesso... disse.. Dottore.. ma qua
non ce stà manco nu richiamo scritto (fonetico)... per quello che c'é qua dentro. E io illusa...
ma veramente!.. Ma come é buono il Questore... e poi si scopre grazie a voi che avete
deciso di fare la delega.. ma andiamo a vedè che c'é là (fonetico)... e c'era quello che non ci
doveva priprio essere.. in palese violazione pure del segreto istruttorio... in tutto questo.--
//
G: Di tutto.. di tutto.. di tutto.--//
F: Appunti al Vicecapo.. non concordati... ee.. al Capo...cioè.. un Di Calvo..--//
G: Appunti al Capo... assolutamente al di fuori...--//
F: Fuori... fuori... dell'A.G. che non era di Potenza... dei raporti con Tafan (fonetico)... Ma
lo sai che a me.. mel'ha chiesto pure il mio Questore... Ma che é sta cosa... che tu
avevirapporti diretti col Procuratore Generale... HHo detto... ma... Signor Questore...
dove la legge sta cosa?... Si legga le mie relazioni di servizio dove io prendevo ordini
dal Questore. Altro che rapporti diretti.. Ma comunque basta una cosa... che il
procuratore é disposto a testimoniare a mio favore... io questo lo vorrei far capire... ai
capi...--//
G: No.. ma quando..--/
F: Cioé.. il Procuratore Generale é disposto a venir li.. eh!--//
G: A loro... sai cos'é che gli ha bruciato il culo... gli sta bruciando il culo? Che hanno
riferito infedelmente al Capo della Polizia e al Ministro.--//
F: Si!--//
G: Cioè... questa é la cosa che gli sta bruciando di più il culo... capito!?--//
F: Io... quello che mi manca... é chi ha riferito.. verbalmente all'allora Prefetto Cardellicchi...
noi sta carta.... io sta carta non cel'ho. Quindi.. io non so Cardellicchi... come scrive
quell'appunto... Assolutamente impreciso e scorretto.--//
G: Cardellicchio lo scrive?--//
F: Lo scrive Cardellicchio al Capo... Appunto per il Sig. Capo... e il Sig. Capo lo gira.... a
sua volta... con gli stessi errori al Ministro.--//
G: No! Quello al Ministro é aggravato... diciamo così.--//
F: Aggravato.. si.--//
G: Cioé gli errori sono aggravati...--//
F: Sono aggravati... Arronzate certe cose e aggravate altre... vedere un Cardellicchio... ma
chi glil'ha dette a Cardellicchio... nnoi questa carta no cel'abbiamo per iscritto. E' detto
telefonicamente.. o de visu... o non si sa come é sta la genesi di quella carta.--//
G: Guarda... guarda.. li c'é il faascicolo riservato.. no!?--//
F: Eh.. già... quello che noi non...---//
G: Che loro non vogliono darti... alchè noi gli abbiamo detto... amico ormai é finito sto
giochino del riservato. Oramai o mi poni il segreto di stato oppure... il riservato me lo
dovevi dare. A parte che era già così prima. A maggior ragione dopo la legge.--//
F: Ecco!--//
G: Ecco.. Li pure un'altra cosa che si son trovati spiazzati...--//
F: Essi!--//
G: Adesso devono andare a dare conto e ragione.. di tute 'ste cose.... capito!? Devono fa un
appuntone...--//

167
F: Vabbeh... io... qualsiasi carta.. insomma..--//
G: tel'avevo detto Luisi... amicus plato.. sed magis amicus veritas (fonetico)..--//
F: Eh si.. amicus veritas.--//
G: Tel'ho detto.. tel'ho detto molto tempo fa....credo.--//
F: Si... veramete in tempi non sospetti.... quando neanche pensavamo che saremmo arrivati
a questo punto. Si perché poi veramente.. intelligenza avrebbe voluto... che davanti
all'evidenta... perché con un Questore che ti vuole tenere.. il cambio alla giardia... ma che
senso ha st'accanimento... io ancora non lo capisco... guarda.--//
G: No.... eh.. c'é gente che... s'é capito... deve coprirsi il culo per le cazzate che ha fatto.--//
F: Da morire.. da morire..--//
G: Il tuo trasferimento... coprirebbe il sedere alle persone... pensa... ma poi uno pensa...
alle cazzate che anno fatto. Cioé metterebbero la firma di un Capo... e dice.. adesso ha
firmato il capo... eh che vuoi.. no!?.. hai capito?.. E invece io gli ho mandato la botta.. e ho
detto.. adesso incominciamo a parlare... Col nuovo Direttore... al nuovo Direttore Centrale
gli ho fatto vedere sta cosa.. e adesso vediamo... e perlaimone... e adesso parliamone con
Enzo. Perché sai.. che Alfonso.. Alfonso... si metta a fare l'arrogante con me.. io lo conosco
da vent'anni... Alfonso.. io lo conosco da vent'anni. Ma come cazzo ti permetti.--//
F: Eeh.. proprio guarda mi sembra i burocrate che deve portare avanti la carta....--//
G: Se vai meglio di me... ma non nascondere le carte.. come hai fatto... cioè tu nascondi le
carte.. impedisci l'accesso.. chiedi eeee... quelli... chi mandiamo?... Anvendo capito
l'antifona.. e chi ha fatta quella lettera... l'ha fatta per farti del bene.. infine..no!? la storia di
tuo figlio... infondo che ci sono le cose personali... le aspirazioni ... eccetera eccetera... li ti
hanno.. li c'é stato.. Enzo m'ha detto che c'é stato Cardellicchio che non ne voleva sapere..
che sarebbe stato peggio... li é da Alfonso.. che ha proprio perso la brocca....--//
F: Ma è quello dico... ma che cacchio s'accanisce... ma che gliene frega a lui...--//
G: ma perchee... é cosi... Lascia fotte.. sati tranquilla...--//
F: Mi sembra quello che mi disse Sandro Giuliano.... sappi che.... quando si comincia
qualcosa si porta a termine... ho detto ma mi sembra irrazionale... tu avrai pure uno che ti
risponde... finisce sempe così... chiunque si mette in mezzo.. finirà così... proprio quella
cosa catastrofica... significa proprio... ragionare con i muli.... Ma allora cha parliamo a fare
di contradditorio... cioè se avete già deciso... però é illegale... insomma... un atteggiamento
del genere..--//
G: Certo.. tutto questo é illegale.. Ti abbraccio.. ti voglio bene... ciao cara.--//
F: Un bacione a te... grazie.--//
G: Un abbraccio a tuo figlio.--//
F: Grazie.. ciao.... ciao...--//
Fine conversazione.---//
Trascrizione a cura del V.Brig. MICHELI Andrea.---//

data 08/04/2008 ora 11:19 progressivo 2257 RIT 36/08


chiamante +393346903194 in uso a LETIZIA Enzo
chiamato +393346908583 in uso a FASANO Luisa

INIZIO TRASCRIZIONE
F: caro!--//
L: ciao Luisa!--/
F: che si dice?--//

168
L: tu, che mi dici! Ti sei vista ieri "Chi l'ha visto"?--//
F: no! Mi so' vista io in TV (fonetico: tivvù) ché ho dato 'n'altra intervista! No! Che
hanno fatto "Chi l'ha visto"?--//
L: è ritornato fuori il discorso di --//
F: Claps..--//
L: Restivo--//
F: eh, sì--//
L: con... con, praticamende (fonetico), che erano in possesso di un'informativa di Luigi
Grimaldi dove--//
F: la prima..--//
L: d quell... quella di un anno dopo la scomparsa.. che hanno fatto..--//
F: 'sattamente, sì --//
L: eh --//
F: quando lui era capo della Mobbile (fonetico) sì --//
L: e a... e uh praticamente, poi, alla fine del servizio si concludeva che il prete sta per
fare un libro (fonetico), sta per --//
F: oh! --//
L: presentare un libro (fonetico) --//
F: e vai!--//
L: questo, questo volevo... praticamente farti sapere--//
F: no, perché... ho letto i titoli sui giornali perché mi so' fatta 'a rassegna stampa di
quest'altri arresti che abbiamo fatto noi, ché qua stiamo andando a go-go! E ho letto:
sfondo sessuale al caso Claps, questo li (fonetico) investigatori del tempo... ti dico la verità:
non me lo so' manco letto! Perché tanto, ormai, per noi è, è popio (fonetico)... il Questore,
anzi, sta andando veramente alla grande! Quando, per qualsiasi cretinata, puntualmente
un giornalista gli piazza davanti questo caso, lui puntualmente dic': Madonna, ma... sai,
non è possibbile (fonetico) gir' e vota, mò (fonetico, ndr: gira e volta, adesso) qualsiasi cosa
di buono si fa, si torna sempre sullo stesso caso? 'ce eh ma è un caso emblematico! Ha
detto: eh ma evidentemente siete una terra in cui, al contrario di Calabria, Sicilia e
Campania, non succede nient'altro e tornat' semp' a quindici anni addietro! E mò basta,
insomma! Qua veramente si lavora quotidianamente su u...cioè, non possiamo continuare
a rispondere noi su un caso... andato! Su cui nessuno ha mai smesso di lavorare, questo sia
chiaro! Però... non s' può finì di parlar' del progetto Icaro, sicurezza stradale oppure
l'arresto delle volanti e puntualmente torna la... la cosa su 'sto caso! E questa era uscita
proprio ieri. .. mò c'ho male..---//
L: que.. que... questa qui è, questa è una! E ti volevo de... cioè, la cosa c' m' preoccupa...--//
F: uh--//
L: è che, praticamente, eh in chiusura facevano vedere l'omicidio dei fidanzatini, poi --//
F: come al solito! --//
L: l'omicidio, 'nsomma d... facevano vedere que... questa situazione e--//
F: 'incono sempre, 'ste cose, eh!--//
L: e i...--//
F: e il libro del prete!--//
L: e il libro del prete, che dovrebbe uscire a breve! Che è il responsabile, per la Calabria, di
Libera, ecco! (fonetico)--//
F: sìì! Che gli ha fatto i un... (fonetico) da spot, praticamente, eh! Vediamooo... il libro del
prete!--//
L: uh capito? La cosa m'ha eh... non ti nascondo che mi dà un po' di apprensione (fonetico)
non ti nascondo!--//

169
F: eh, ogni volta che si torna sull'argomento, accendi delle... ovviamente le... dei riflettori!
Però...--//
L: che sono assolutamente parziali, poi, eh!--//
F: sì, ovviamente! Del resto, non vogliono un confronto proprio perché sanno che è tale!
(fonetico) Però aspettiamo, io ho fiducia nella Magistratura, quella con la emme maiuscola.
Vediamo!--//
L: hai ca'ito, è questo! (fonetico) No, volevo avvertirte de' 'sta storia, 'nsomma! (fonetico)
Siccome qui--//
F: sì no, quindi l'avete... percepita anche voi, perché qua, a livello locale, insomma, non
credevo fosse... rimbalza... Io no, "Chi l'ha visto" direi proprio, cioè...--//
L: no, là... eh eh eh ie... "Chi, "Chi l'ha visto" ah eh ieri sera, a "Chi l'ha visto"--//
(voci di sottofondo)
F: non se può vvrè! (fonetico, ndr: non si può vedere) Eh eh--//
L: cioè, praticamente, è ddurata il... tutto il servizio so' ddurato (fonetico) uh sette-otto
minuti, ché poi intervistano anche la mamma --//
F: n'ata voo'ta! (fonetico, ndr: un'altra volta!)--//
L: mamma... a mam... alla mamma fanno parlà... tre volte!--//
F: ovviamente! E vabbè! Ormai, è carta--//
L: Beh..--//
F: conosciuta! Comunque...--//
L: eh--//
F: stiamo... noi stiamo sempre attenti! Cerchiamo di fare il no...
L: i... io ho visto le foto, 'nzomma (fonetico, ndr: insomma), de de de della... della cosa,
'nzoma (fonetico) là.. cioè, ma giust' 'nu pazz' ci putèva ì appriess' (fonetico, ndr: ma solo
un pazzo ci poteva andare dietro) comun', mò no--//
F: ma... non lo dire perché, quando l'ho detto, quando... noi si è parlato addirittura di tratta
delle bianche! Eh--//
L: uh--//
F: insomma, la cosa (ndr: squilli in sottofondo) è stata commentata da tutti un po' così. Ma
senza voler offendere nessuno! Ma se questo offende qualcuno, non lo diciamo! Però,
insomma, da tratta delle bianche, generalmente, vanno fior fior di figliole! 'Sta poverina,
poverina... credo che avrebbe destato--//
L: sì sì sì--//
F: l'attenzione, però... M' pare che non--//
L: no no--//
(squillo in sottofondo)
F: si possa dire, questo, oh. Non lo diciamo!--//
L: va bè, noi, ma.. o é.. cioè uh siccome uno, a 'n investigatore, deve, deve...--//
F: 'are tutto, no?--//
L: deve vagliare tutto! E credo che la prima indagine di Gigi (fonetico) di Luigi Grimaldi
non è che sia così sbagliata, eh!--//
F: no. Infatti nessuno l'ha mai detto, però... evidentemente...!--//
L: solo che no... solo che non si so' riusciti a trovà gli elementi.--//
F: quello è stato il problema. È una cosa... è un rompicapo, insomma, è una cosa che (inc.)--
//
L: no ma... non è, non era --//
F: (inc.) però...--//
L: non è... non, non è 'nu rompicapo, lì c'è una pista investigativa che non trova elementi e
che 'babilmente è l'unica, eh!--//

170
F: voglio dire--//
L: Che.--//
F: che i ragazzini di Gravina è stata la stessa cosa! C'è la scomparsa, hai preso 'na via, era
'n'altra, e è andata così! Cioè uh, voglio dì, è è... è la normalità, io credo che siano più i casi
risolti che quelli irrisolti!--//
L: cioè, che poi i bambini... cioè, nessuno può escludere che il padre non lo sapesse, che
stavano lì!--//
F: Certo.. Ma questo lo devi dimostrà!--//
L: eh eh ma questo qua lo devo dimostrare!--//
F: eh!--//
L: nessun... nessuno lo può escludere!--//
F: ...'esto sono chiacchiere, gossip di chi legge i giornali. Però chi fa le indaggi... dovrebbe
essere 'n'altra cosa, eh!--//
L: eh, questo..--//
F: a quel punto!--//
L: cioè, lì, i bambini, l'unica cosa che dimostra è che... sono caduti. Ma questo non esclude
che si... siano stati getta...-//
F: però lo sapeva e là l'ha lasciati!--//
L: no no eh forse l'ha lasciati, che a un certo punto--//
F: (inc.)--//
L: praticamente questi qui gli erano scappati e poi si so' andati a rifugiare lì e poi so'
caduti, però... Mò, detto tra me e te, che cadono tutt'e due insiem'... mah! Mi lascia pe...--
//
F: ti lascia questo... cioè...--//
L: mi lascia molto perplesso ma m' lascia veramente assai perplesso!--//
F: ma è una cosa bruttiss...--//
L: cioè, che cadono tutt'e due... n' pò cadè uno! Ma non tutt'i dui! (fonetico)--//
F: no, ma infatt'! È la prima cosa che lascia tutti un po'... co... il problema è trovare--//
L: eh eh eh ah e qui il problema è...--//
F: qui si fa di tutto per incastrare una persona, eh!--//
L: eh, è: che tutt'i dui càrono! (fonetico, ndr: che tutti e due cadono!) Che poi non ho capito:
se tutti e due avessero le cosce rotte--/
F: uh--//
L: perché, s'hanno tutt'e due i gamb' rott' ah cioè famm', famm' capì com' cas... (fonetico,
ndr: se hanno tutti e due le gambe rotte, fammi, fammi capire come cas...)--//
F: Infatti.. infatti..--//
L: s' so' fatt a cadè tutt'i dui! (fonetico, ndr: hanno fatto a cadere tutti e due!) Perché magari
uno potrebbe dire: 'm altro (fonetico) è sceso per aiutare re... il primo!--//
F: Certo.. ma dovrebbe essere integro! Uh uh--//
L: eh, ai aì? (fonetico)--//
F: boh! comunque..-//
L: o..Dio... mio--//
F: (inc.) uh uh uh--//
L: No, vo volevo... cioè eh, siccome l'ho vista, la cosa, ieri sera, non non vorrei che ti vanno
preparando...--//
F: (inc.)--//
L: non vorrei che s' stanno preparando p' nu secondo pacco, 'nsomma!--//
F: uh uh!--//
L: si sicura... si da... vista la trasmissione che c'è stata l'altra volta, insomma! (fonetico)--//

171
F: (inc.)--//
L: cioè, no la trasmissione, qual... quella eh manifestazione a cui ave'a partecipato anche eh
Marco Travaglio (fonetico), in cui poi...--//
F: sì sì--//
L: lì ho paura che troveremo delle... uhm delle... lì 'emo de dei teoremi!-//
F: parenti si!--//
L: e ho paura che lì troveremo dei teoremi... con te e tuo marito! Ne sono...--//
F: non mi meraviglierebbe!--//
L: chiaro..--//
F: però t'assicuro che, alla faccia dei teoremi, stanno... spero che stiano uscendo cose ben
più concrete, a loro... per loro responsabilità, quindi...--//
L: ma tu eh eh lu... a lui, il tuo Questore, cioè Mauro, perché te lo fece denuncià... prete?-
-//
F: me lo fece denuncià perché, praticamente, s'erano scocciati del fatto che questo
allarmasse sempre tutto il mondo! Ma parlo dell'Antimafia, da Roma, vennero, venne
Forgione (fonetico) eccetera. Su 'sto casi estremi (fonetico) di usura che, praticamente,
eh stringeva nella morsa tutta la Basilicata a fronte di indagini nostre, dei Carabinieri e
delle Finanze che non avevano proprio riscontro! Per cui il Prefetto si scocciò e disse:
scusate, ma cominciate, Forze di Polizia, a sentire quelli che chiamano i numeri verdi
eccetera. Da questa attività emerse il nulla! Cioè che qui intendevano, per usura, i soldi
prestati dalla sorella e non restituiti o altro! Perchè poi l'usura vera, magari, a noi non la
denunciavano! Preso atto che, comunque, tutti i procedimenti sull'aiuto per dare fondi
agli usurati, che devono passà dai P.M. (fonetico: pi emme), qua non arrivavano e non
ce n'erano, preso atto delle dichiarazioni dello stesso Cozzi che poi, messo alle strette,
denunciava, in cinque anni, pochi casi che si contavano sulle punta delle dita, noi lo
denunciammo p' procurato allarme! Eh! E infatti io sono vista come longa manus di
Prefetto e di Questore! Perché lui sapeva da cosa nasceva la cosa! Eh! Ma io so' longa
manus no di Provenzano e Badalamenti ma di un Prefetto e di un Questore! Sono un
ufficiale di P.G. (fonetico: pi gi) operante, in contemporanea con Carabinieri e Finanza!
Diciamo che io so' stata la più tempestiva perché il Questore mi stava col fiato sul
collo!--//
L: poi l'hanno fatto pure Carabinie... e Finanza, 'sta stessa denuncia?--//
F: eh... sì, sì! Hanno fatto lo stesso lavoro portando a zero!--//
L: e hanno denunciato Cozzi, per procurato allarme?--//
F: non l'hanno denunciato perché poi è successo il pandemonio! Hai capì? vabeh... Ti devo
lascià 'n attimo ché mi ha chiamato il capo.--//
L: occhei (fonetico)--//
F: ti chiamo dopo?--//
L: no no no eh uh ci sentiamo, con calma!--//
F: oggi pomeriggio.--//
L: ti volevo avvertire riguardo vicenda, 'nzomma! (fonetico)--//
F: uh ciao Enzo, buona giorna...!--//
L: ciao (ndr: voci in sottofondo) ciao ciao cia.--//
FINE TRASCRIZIONE

TUFANO, BONOMI, GENOVESE e BUCCICO con il ruolo di organizzatori


dell’associazione avendo, in particolare, la funzione di procedere alla definizione delle
modalità operative della realizzazione del programma criminoso messo in atto da loro
stessi e dagli altri associati.

172
In Potenza, Matera, Basilicata, Roma ed altre parti del territorio nazionale dal 2002 con
condotta in atto

CHIECO, TUFANO, GENOVESE, CANNIZZARO, GENTILI, VITALE Vincenzo,


VITALE Marco, DE FILIPPO, BUBBICO, GOTI, SPITZ, LOPATRIELLO,
MONTESANO, VICECONTE, PEPE, VITA

b) in ordine al reato p. e p. dall’art. 416, commi 1-2-5, cod.pen. perché si associavano tra
loro – CHIECO quale Procuratore della Repubblica di Matera, TUFANO quale
Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Potenza, GENOVESE quale Sostituto
Procuratore della Repubblica presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza,
CANNIZZARO quale marito della GENOVESE e Direttore Generale dell’Azienda
Ospedaliera San Carlo di Potenza, GENTILI quale Ufficiale dell’Arma dei Carabinieri
Responsabile della Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura della Repubblica di
Potenza, VITALE Vincenzo quale presidente della Marinagri spa, Ittica Valdagri spa e
società controllate, VITALE Marco quale rappresentante legale della ET&M srl e
direttore dei lavori e progettista del centro turistico ecologico integrato Marinagri, DE
FILIPPPO quale Presidente della Giunta Regionale della Basilicata, BUBBICO quale
Presidente pro-tempore della Giunta Regionale della Basilicata, Presidente pro-tempore
del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino della Basilicata, nonché
Sottosegretario di Stato presso il Ministero dello Sviluppo Economico, GOTI quale
Direttore Generale della Direzione Generale Coordinamento incentivi alle imprese –
ufficio B5/lof/BG presso il Ministero dello Sviluppo Economico, SPITZ quale Direttore
Generale dell’Agenzia del Demanio di Roma, LOPATRIELLO quale Sindaco del
Comune di Policoro, MONTESANO quale Presidente pro-tempore del Consiglio
Comunale di Policoro, attuale Consigliere Provinciale di Matera, nonché socio al 50%
della Eurosaldature srl poi denominata Sogemont srl, VICECONTE quale Dirigente del
terzo settore urbanistica dell’Ufficio Tecnico del Comune di Policoro, PEPE quale
Dirigente dell’Agenzia del Demanio di Matera, VITA quale Segretario Generale
dell’Autorità di Bacino della Regione Basilicata, al fine di commettere più delitti, ed in
particolare quelli di corruzione in atti giudiziari, corruzione e truffe aggravate ai danni
dello Stato, come indicato nei capi che seguono, con le loro condotte facevano percepire
e percepivano, illecitamente, finanziamenti pubblici destinati allo sviluppo,
perseguendo interessi privati anche attraverso il mercimonio delle pubbliche funzioni
ricoperte (in particolare quelle giudiziarie, ministerali, regionali, locali e dei vari enti
pubblici coinvolti). Sodalizio che operava con distribuzione di ruoli e compiti, come di
seguito indicati, attraverso la disponibilità di beni, mezzi, strutture ed ingenti somme di
denaro, di provenienza pubblica e privata.
Ed in particolare:
Il dr. CHIECO, al fine di favorire, in cambio di utilità di seguito indicate, VITALE
Vincenzo contribuiva all’archiviazione del procedimento penale n. 121/03 a carico del
predetto e del funzionario pubblico PEPE, nonostante i rilievi penali che emergevano dalle
informative dei Carabinieri di Policoro e dagli elaborati dei CTU MAGRI’ e COZZOLINO.
Ed in particolare si evidenziava:
- che il dr. CHIECO “gestiva” di fatto le indagini condotte dalla dr.ssa MORELLI;
- l’interessamento del dr. CHIECO all’acquisto, all’interno della struttura turistica, di un
immobile, interesse che risaliva al luglio 2003 e proseguiva sino al 12.12.2005, quindi in

173
epoca successiva alla richiesta di archiviazione datata 23.9.2005 ed a pochi giorni dal
decreto di archiviazione emesso in data 22.12.2005;
- in data 25.1.2007 interveniva contatto telefonico dall’utenza fissa dell’ufficio del dr.
CHIECO con l’utenza intestata all’ITTICA VALDAGRI ed in uso a VITALE Vincenzo,
riscontrandosi i contatti tra i due come si rileva nella rubrica telefonica estratta dal telefono
cellulare sequestrato allo stesso magistrato;
- che l’acquisto non andava a buon fine solo a seguito dell’attenzione posta sulla vicenda
dalla Compagnia dei Carabinieri di Policoro, a seguito della nota depositata presso la
Procura della Repubblica di Matera in data 24.6.2004, nella quale una fonte segnalava che
il procedimento penale a carico di VITALE Vincenzo, riguardante la MARINAGRI,
sarebbe stato archiviato perché un “alto magistrato” si sarebbe occupato di ciò in quanto
interessato all’acquisto di un immobile all’interno della struttura sotto indagine, che
sarebbe avvenuto dopo la vendita, da parte del citato alto magistrato, di altro immobile di
sua proprietà;
- che il dr. CHIECO vendeva altro immobile di sua proprietà nella Selva di Fasano solo in
una data pari o successiva all’8.12.2005, ovvero dopo la richiesta di archiviazione del
procedimento penale n.121/03 riguardante la MARINAGRI ed appena prima del citato
contatto avvenuto in data 12.12.2005, tra la moglie dello stesso magistrato e gli uffici della
MARINAGRI;
- che dopo la vendita dell’immobile nella Selva di Fasano lo stesso acquistava un immobile
in Castellaneta Marina, solo dopo però che la circostanza relativa al suo interessamento
alla MARINAGRI era emersa in maniera evidente anche a seguito di articoli di giornali e,
quindi, per circostanze non attinenti alla propria volontà; l’immobile in Castellaneta
Marina veniva acquistato a seguito dell’intermediazione della società Brindisi
Immobiliare;
- che il dr. CHIECO, nella nota di risposta inviata nel giugno del 2004 al Procuratore
Generale dr. TUFANO, riguardo la nota depositata dai Carabinieri, riferiva al P.G. che lo
stesso si era interessato alla Marinagri, nel luglio del 2003, e che nel corso dell’incontro
avuto con il VITALE aveva appurato che la struttura era in possesso di tutte le
autorizzazioni necessarie, anticipando, di fatto, gli esiti delle indagini ancora in corso
presso la Procura di Matera, finalizzate proprio ad appurare il possesso di tutte le
autorizzazioni previste, nonché anticipando quella che sarebbe stata poi la richiesta di
archiviazione del procedimento penale, avvenuta in data 23.6.2205, ovvero dopo più di un
anno;
- che in data 23.9.2005, ovvero lo stesso giorno in cui veniva richiesta l’archiviazione del
procedimento penale riguardante la MARINAGRI, il dr. CHIECO contattava
telefonicamente la dr.ssa GENOVESE (anch’ella interessata, unitamente al marito dott.
CANNIZZARO, alle vicende del VITALE e della MARINAGRI);
- che i coniugi GENOVESE – CANNIZZARO frequentano il villaggio turistico
MARINAGRI in fase di realizzazione ed intrattengono rapporti con il VITALE Vincenzo,
tanto che il CANNIZZARO è risultato essere possessore di un telecomando per l’accesso
diretto alla struttura, nonchè tra i finanziatori del VITALE Vincenzo per la cifra di £.
180.000.000, riscontrandosi, pertanto, interessi di natura anche economica nella struttura
turistica da parte dei coniugi GENOVESE – CANNIZZARO;
- che la dr.ssa GENOVESE ha trattato il proc. pen. nr. 1706/95, mod.21 nel quale risultava
indagato il dr. CHIECO unitamente al dr. MARITATI, quando erano in servizio presso la
Procura della Repubblica di Bari, procedimento penale poi archiviato (dr. MARITATI, poi
divenuto Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia nel dicastero diretto dal Sen.
MASTELLA, proprio nel periodo in cui vi è stata l’esecuzione del decreto di perquisizione

174
nei confronti del dr. CHIECO il quale, tra l’altro, non subisce nessuna conseguenza a
seguito dell’iniziativa ispettiva che si conclude con provvedimenti di tipo cautelare nei
confronti di altri magistrati e consente al CHIECO, pur coinvolto in fatti di assoluto
rilievo, di proseuguire condotte illecite nelle sue funzioni di Procuratore della Repubblica
di Matera);
- è emerso dalle dichiarazioni rese da Mario ALTIERI, Sindaco pro-tempore di Scanzano
Jonico, che la dr.ssa GENOVESE avrebbe cercato “colpire” l’ALTIERI in quanto soggetto
che si stava opponendo ai programmi del VITALE Vincenzo e della MARINAGRI e,
quindi, contribusce, per la sua parte, alla realizzazione del progetto della stessa società,
attraverso l’eliminazione di un soggetto scomodo;
- che l’opposizione alla MARINAGRI da parte dell’ALTIERI emergeva dalla corrispondenza
agli atti, nonché da atti e delibere, attraverso le quali risulta che aveva rilevato e segnalato
delle illegittimità nella procedura seguita per permettere alla MARINAGRI di portare
avanti il suo progetto, tanto da chiedere più volte alle strutture del Ministero competenti
all’istruttoria per l’ammissione a finanziamento pubblico da parte del C.I.P.E. di valutare
negativamente la proposta formulata dalla MARINAGRI per via delle gravi illegittimità
rilevate;
- che le condotte poste in essere dalla dr.ssa GENOVESE sono state commesse unitamente al
sodale Ufficiale dell’Arma dei Carabinieri GENTILI, responsabile della Sezione P.G. di
Potenza, il quale, in particolare, iniziava un’indagine riguardante un traffico di scorie
nucleari che vedeva coinvolto il predetto ALTIERI, nei confronti del quale venivano
disposte intercettazioni telefoniche ed ambientali, che però davano esiti negativi
relativamente all’oggetto delle indagini, ma che portavano a rilevare dei brogli elettorali
dallo stesso commessi nelle elezioni regionali del 2005, motivo per il quale veniva tratto in
arresto su richiesta della stessa dr.ssa GENOVESE;
- che l’indagine relativa ai brogli elettorali veniva trattenuta presso la Procura di Potenza
iscrivendosi a carico dell’ALTIERI l’aggravante ex art. 7 della L. 203/91, ipotesi d’accusa
poi venuta meno in sede di riesame dal Tribunale di Potenza con relativa trasmissione del
fascicolo alla Procura della Repubblica di Matera, competente per territorio;
- rapporti stretti tra il dr. CHIECO ed il Sottosegretario di Stato BUBBICO, Presidente fino
all’anno 2005 della Regione Basilicata (tanto che il secondo risulta spesso tra gli invitati di
incontri conviviali organizzati dal CHIECO tra i quali la festa di laurea della figlia), che si
evidenziano anche nelle condotte illegittime poste in essere dal BUBBICO a favore del
progetto MARINAGRI e non rilevate, nonostante l’evidenza, dalla Procura di Matera (in
seguito ai rapporti collusivi tra il CHIECO ed il BUBBICO);
- tutte le condotte messe in atto dai sodali favorivano il progetto della MARINAGRI,
procurando un ingiusto vantaggio patrimoniale alla predetta società che riusciva anche ad
ottenere un finanziamento pubblico pari ad € 25.849.000,00, che non avrebbe certo ottenuto
se il procedimento penale n. 121/03, instaurato presso la Procura della Repubblica di
Matera, avesse seguito il suo regolare corso (il CHIECO utilizza, quindi, le funzioni
giudiziarie ricoperte in maniera servente agli interessi della MARINAGRI).
Un ruolo servente nei confronti della MARINAGRI esercitato anche dal Tenente
Colonnello GENTILI, riscontrato anche dalla scrittura privata tra la società ZORES,
controllata dal VITALE ed il predetto ex Ufficiale dei Carabinieri, dalla quale emerge che
lo stesso avrebbe elargito, a titolo di finanziamento alla predetta società, una somma pari a
€ 100.000,00, impegnata nella realizzazione dell’opera in oggetto. Tale finanziamento
avveniva mentre lo stesso GENTILI ricopriva il ruolo di responsabile della sezione di
Polizia Giudiziaria in Potenza. Il GENTILI è sodale in affari con la “famiglia” VITALE.

175
Per quanto attiene, poi, all’interessamento di magistrati all’acquisto di immobili all’interno
del costruendo villaggio MARINAGRI operanti nel distretto di Corte d’Appello di
Potenza, che avevano anche la titolarità di indagini relative alla realizzazione dell’opera,
riferisce la Polizia Giudiziaria
“Oltre alle emergenze investigative riferite con le note a seguito, in merito all’attività in oggetto,
sono state acquisite una serie di informazioni, che appare corretto e doveroso riferire all’A.G.
E’ evidente che l’imponente progetto in questione non sia sfuggito all’attenzione di detrattori o di
persone a diverso titolo interessate, e di questo ne è la riprova l’esposto da cui promana la prima
delega d’indagine da parte di Codesto Ufficio.
In un tale contesto, si è avuto modo di apprendere confidenzialmente che:

a. VITALE Vincenzo avrebbe strumentalmente e sapientemente tessuto nel tempo una fitta rete di
importanti ed influenti rapporti con rappresentanti di varie istituzioni, ovvero pubblici funzionari,
politici, Magistrati e rappresentanti delle FF.PP. … mirando a garantirsi possibili aiuti in
finanziamenti pubblici e possibili indagini, avrebbe approfittato anche della buona fede degli
interessati;

b. Alcuni imprenditori interessati ai lavori di realizzazione immobiliare, nella necessità di verificare


l’entità del possibile rischio nell’investimento, diffidenti verso VITALE Vincenzo, soprattutto in
relazione ai suoi trascorsi personali e di imprenditore, avrebbero chiesto notizie circa l’inchiesta di
cui al procedimento penale in questione. Nella circostanza, sarebbero venuti a conoscenza, per voce
dello stesso VITALE, che:
o l’indagine sarebbe da considerarsi chiusa, grazie anche all’intercessione di un importante
Magistrato di Taranto, parente di un altro Magistrato, amico di un alto Ufficiale dei Carabinieri, a
sua volta legato al VITALE;
o un alto Magistrato avrebbe intenzione di investire nella MARINAGRI S.p.a., vendendo altre sue
proprietà altrove;
o la vicinanza a lui di importanti personaggi doveva intendersi come una garanzia;

c. VITALE Vincenzo non avrebbe la disponibilità, neppure facendo affidamento sulle altre società o
sul finanziamento pubblico, delle liquidità necessarie per far fronte all’imponente investimento.
Sembrerebbe che il vero progetto sarebbe quello di speculare sul consistente finanziamento pubblico,
avviando i lavori senza ultimare l’opera;

d. Un politico della zona avrebbe chiesto a VITALE Vincenzo, in una forma da definirsi estorsiva, una
somma di 3 miliardi di vecchie lire, per non avviare un contenzioso amministrativo che metterebbe
definitivamente in luce le nefandezze amministrative e gli abusi commessi e che potrebbe quindi
ritardare o addirittura pregiudicare la riuscita del progetto.

In seguito alla ricezione della predetta nota di PG, il Sostituto Procuratore presso la
Procura della Repubblica di Matera, dr.ssa MORELLI, inviò, il 18.6.04, una nota riservata
al Procuratore CHIECO, il quale, il 24.6.04, ne inviò una di risposta alla stessa dr.ssa
MORELLI ed una al Procuratore Generale di Potenza, dr. TUFANO, rimettendo il tutto
alla sua valutazione, per le determinazioni di competenza (TUFANO che garantiva in
Procura Generale la copertura al CHIECO, al VITALE, alla GENOVESE ed agli altri sodali;
il TUFANO, quale esponente di vertice degli uffici requirenti della basilicata, diveniva il
punto di riferimento quando si dovevano occultare condotte illecite di magistrati collusi e,
quando, invece, si dovevano perseguire ed ostacolare quegli appartennti alle Istituzioni,

176
magistrati in primo luogo, che operavano per l’accertamento dei fatti e per tentare di
contribuire al perseguimento della giustizia).

Alla richiesta di copia delle predette relazioni il Procuratore di Matera rispondeva:


“Si comunica che l’annotazione di PG proveniente dal Comando Compagnia CC di Policoro non
venne inserita negli atti del fascicolo del p.p. 121/03/21 in quanto non solo riguardava
esclusivamente notizie di contenuto generico, prive di connessione oggettiva e soggettiva coi fatti
oggetto delle indagini, ma soprattutto provenienti da fonti assolutamente confidenziali,
caratteristica questa mantenuta anche rispetto a questa A.G.
La stessa venne peraltro iscritta al protocollo riservato di questo Ufficio sotto il n. 254/04 del
17.6.04.
In relazione ad essa vennero redatte nei giorni successivi alcune note pure riservate:
• una prima (prot. 263/04 RIS) inviata allo scrivente dalla d.ssa Paola MORELLI, Sost. Proc.
delegato per il p.p. 121/03/21;
• una nota di risposta (prot. 298/04 RIS) inviata in data 24.6.04 alla d.ssa MORELLI dallo scrivente;
• una terza, e conclusiva (prot. 297/04 RIS) inviata sempre in dat 24.6.04 al Procuratore Generale di
Potenza, a firma dello scrivente Procuratore della Repubblica, nella quale si sottoponeva il tutto alla
sua valutazione per tutte le determinazioni di competenza.
Non corrisponde al vero pertanto la circostanza della diretta trasmissione delle note alla Procura di
CZ ai sensi dell’art. 11 CPP, almeno da questo Ufficio di Procura, essendo state le stesse già inviate
al superiore Ufficio del P.G.

Il contenuto squisitamente personale delle richiamate note non consente allo stato di trasmetterne
copia alla S.V., a meno di ulteriori e più specifiche indicazioni che provengano dal Magistrato
titolare delle indagini, e che giustifichino la violazione di tale riservatezza”.

Si acquisiva, quindi, la sotto indicata nota presso la Procura Generale di Potenza:


“Ritengo doveroso inviare all’E.V., per le opportune valutazioni e le eventuali determinazioni del caso, copia
della nota indicata in oggetto, che è stata consegnata dal Mar. CARLUCCIO, in forza alla Compagnia
Carabinieri di Policoro, in data 16 giugno c.a., in busta aperta, a mani della collega dr.ssa Paola MORELLI,
Sostituto Procuratore delegato alle indagini relative al procedimento penale n. 121/03 mod. 21 R.N.R. PM
Matera, e che ella mi ha rimesso il giorno successivo, al mio arrivo in ufficio.
E’ appena il caso di richiamare l’attenzione dell’E.V. su alcuni passaggi della nota che hanno destato grande
sconcerto nella collega e poi in me:
• l’affermazione, attribuita a VITALE Vincenzo, persona sottoposta alle indagini, che “l’indagine sarebbe da
considerarsi chiusa grazie anche all’intercessione di un importante magistrato di Taranto, parente di un
altro magistrato, amico di un alto ufficiale dell’Arma dei Carabinieri, a sua volta legato a VITALE”.
• “Un alto magistrato avrebbe intenzione di investire nella MARINAGRI S.p.a., vendendo altre sue proprietà
altrove”.
• “La vicinanza a lui di importanti personaggi doveva intendersi come una garanzia”.

Invio anche, sempre in copia fotostatica, l’appunto che la dr.ssa MORELLI mi ha subito trasmesso
contenente le più ampie ed appaganti delucidazioni sulla sua posizione personale.

Al fine di consentire all’E.V. una miglior comprensione dei fatti, mi pregio comunicare i dati salienti del
procedimento penale in questione:
1. L’indagine sorse a seguito di un esposto datato 31.1.2002 a firma di numerosi cittadini del Comune di
Scanzano Jonico contro la prevista realizzazione, alle foci del fiume AGRI, del porto turistico “Akiris”, sul
presupposto che gli interventi fossero contrari ai valori naturalistici e paesaggistici previsti dal Piano
Paesistico Regionale.

177
2. Assegnato l’incarto dalla dott.ssa Annunziata CAZZETTA, all’epoca Procuratore della Repubblica reggente
di Matera, al dott. Raffaele MIELE, Sostituto presso questa Procura, lo stesso venne da lui iscritto in data
6.2.2002 al registro modello 45 sotto il n. 102/02.
3. Formulata in data 30.7.2002 dal dott. MIELE una delega di indagini, i Carabinieri di Policoro risposero con
informativa del 17.10.2002, nella quale, dando atto di aver effettuato un sopralluogo ed acquisito copia di atti
presso l’ufficio di compatibilità ambientale della Regione Basilicata, richiesero al magistrato la nomina di un
consulente tecnico.
4. Il dott. Miele, dopo aver provveduto, in data 13.1.2003, alla reiscrizione del fascicolo al registro modello 21
sotto il n.121/03 R.N.R. a carico di “persone da identificare” accusate del reato di cui all’art. 163 D.L.vo
490/1999, conferì nuova delega di indagini in data 27.1.2003, con autorizzazione ai Carabinieri di Policoro
di procedere a nomina di ausiliario di PG.
5. Trasferito al Tribunale di Paola il dott. MIELE, il procedimento penale in questione venne riassegnato alla
dott.ssa Paola MORELLI, che aveva preso servizio presso questa Procura in data 5.3.2003, unitamente a
tutti i fascicoli per i quali era stata in precedenza conferita delega al dott. MIELE, e ciò con provvedimento
emanato dallo scrivente nella stessa data del 5 marzo.
6. Pervenuta, in data 12.11.2003, ulteriore informativa da parte dei Carabinieri di Policoro, la dott.ssa
MORELLI, sulla base degli accertamenti svolti sino a quel momento, procedette alla formale attribuzione, il
successivo 15.11.2003, a VITALE Vincenzo, legale rappresentante della ITTICA VALDAGRI S.p.A., del
reato di cui all’art. 163 D.L.vo 490/1999 e del delitto di cui all’art. 323 c.p., in concorso con funzionari della
Regione Basilicata da identificare.
7. Lo stesso giorno 15.11.2003 la dott.ssa MORELLI delegò, sempre ai Carabinieri di Policoro, ulteriore attività
di indagine consistente nella acquisizione in copia di documentazione sul riconoscimento della proprietà delle
particelle su cui sarebbe sorto il complesso turistico, nonché nella identificazione di ulteriori persone da
sottoporre alle indagini.
8. Pervenuta nuova informativa dei Carabinieri in data 3.2.2004, con la quale si denunziava per abuso d’ufficio
e soppressione di atti pubblici anche tale PEPE Giuseppe, dirigente dell’Agenzia del Demanio di Matera, la
dott.ssa MORELLI procedette subito (in data 11.2.2004) ad una riformulazione dell’iscrizione al registro
modello 21 nei confronti del PEPE, sottoposto ad indagine per i delitti di cui agli artt. 110, 323 c.p.
(commesso il 30.6.03 in Matera emettendo parere positivo al riconoscimento del diritto di proprietà delle
particelle n. 5 e 9 del foglio n. 4 del Comune di Policoro e 186 e 260 del foglio n. 76 del Comune di Scanzano)
ed agli artt. 110, 490 c.p. (per la soppressione di precedenti pareri negativi da lui stesso espressi); nei
confronti del VITALE Vincenzo per i delitti di cui agli artt. 110, 323 e 490 c.p. commessi in concorso con il
PEPE; nonché nei confronti di VICECONTE Felice, dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Policoro
per i delitti di cui agli artt. 110, 323 c.p. (sotto il profilo della rilasciata approvazione del progetto per la
costruzione del centro turistico ricadente in gran parte sulle citate particelle nonostante esse fossero di
proprietà demaniale quindi sotto il profilo dell’omesso controllo del titolo di proprietà nel rilascio delle
concessioni).
9. Contestualmente (in data 12.2.2004) vennero emessi dalla dott.ssa MORELLI decreti di perquisizione
domiciliare e di acquisizione di documenti nei confronti del PEPE e del VITALE, e subito dopo vennero
emanate nuove ed ulteriori direttive di indagine ai Carabinieri di Policoro.
10. In prossimità della scadenza del termine delle indagini nei riguardi del VITALE, iscritto - come innanzi
riferito - nel registro degli indagati sin dal 15.11.2003, la dott.ssa MORELLI procedette anche a richiedere
proroga delle indagini stesse al G.I.P. del Tribunale di Matera.
11. In data 17 giugno è infine pervenuta l’informativa asseritamente conclusiva da parte dei Carabinieri di
Policoro.

Tutto ciò premesso, preso atto da un canto della comunicazione inviatami dalla dott.ssa MORELLI, nella
quale ella mi ha dato, con la massima lealtà, trasparenza e correttezza, tutte le possibili delucidazioni di
carattere personale su se stessa e sul proprio genitore, e tenuto conto dall’altro della estrema solerzia e della
grandissima efficienza da lei poste in essere nella conduzione delle indagini del procedimento penale in
argomento, le ho manifestato, con nota inviatale in data odierna, la mia determinazione di confermarla
nell’incarico a suo tempo affidatole, ribadendole nel contempo tutta la mia stima per lei come persona e come
magistrato e la mia più completa ed indiscussa fiducia nel suo operato.

178
Per quanto concerne, invece, il secondo punto della nota sul quale ho richiamato l’attenzione
dell’E.V., sento il dovere di rappresentarle che, in via di mera ipotesi, “l’alto magistrato che
avrebbe intenzione di investire nella MARINAGRI S.p.A., vendendo altre sue proprietà altrove”,
di cui avrebbe parlato il VITALE con locali imprenditori, potrebbe essere individuato nella mia
stessa persona.
Ed invero, nel mese di luglio dello scorso anno, avendo appreso da articoli di giornale della
prossima costruzione di un complesso turistico residenziale alle foci del fiume AGRI, che veniva
descritto in termini molto elogiativi, mi informai presso il Ten. Mario CELSO, all’epoca
Comandante della Tenenza della Guardia di Finanza di Policoro, se la notizia fosse vera e chi era
interessato alla realizzazione dell’opera sulla quale avrei gradito avere maggiori informazioni.
Egli, nel confermarmi le notizie dei giornali, mi riferì che il tutto faceva capo a tale VITALE Vincenzo, legale
rappresentante della ITTICA VALDAGRI S.p.A., sul conto del quale mi fornì rassicuranti indicazioni.
Non avendo all’epoca notizia alcuna di procedimenti penali a suo carico (tanto più se legati alla realizzazione
delle opere turistiche), e non essendovi uffici immobiliari ai quali rivolgersi direttamente, chiesi al Ten.
CELSO se egli conoscesse il VITALE e se mi potesse Procurare un incontro con lui in modo da ottenere delle
indicazioni più precise di quelle desumibili dagli articoli dei giornali.
Verso la fine del mese di luglio 2003, insieme a mia moglie, ed accompagnato dal Ten. CELSO, ebbi un
incontro con il VITALE in Policoro presso gli uffici della società, nei luoghi dove doveva sorgere
l’insediamento turistico: egli quale mi illustrò in dettaglio il progetto e mi fornì un ampio materiale
documentativo. Mi disse anche che i tempi previsti per la realizzazione non erano brevi in quanto si pensava
di commercializzare il prodotto non prima dell’estate del 2005.

Mi resi subito conto, consultando il materiale che mi era stato dato in visione, che si trattava di una
iniziativa estremamente valida, e che era accompagnata da tutte le possibili e necessarie autorizzazioni
ambientali ed urbanistiche.
Mi dissi pertanto potenzialmente interessato alla cosa, e fu proprio in quella sede, conversando con lui, che
ebbi anche modo di confidargli che, nel caso avessi un domani deciso per un acquisto, avrei posto in vendita
alcune mie proprietà immobiliari a Sibari ed alla Selva di Fasano, che sarebbero divenute per me superflue.
Non parlammo in nessun momento di condizioni di vendita ed in particolare di prezzi, in quanto lo stesso
VITALE mi disse che non li aveva ancora decisi con precisione.
Ci lasciammo con l’intesa che si sarebbe messo in contatto con me nel momento in cui, dopo aver realizzato
alcuni esemplari di ville, avrebbe organizzato una mostra dei manufatti invitando tutti coloro che potevano
essere interessati, il che, prevedeva, sarebbe avvenuto non prima della primavera del 2004.

Ebbi cognizione della pendenza del procedimento penale a suo carico soltanto nel novembre dello scorso
anno, quando me ne parlò la dott.ssa Morelli, che si accingeva appunto ad iscrivere il nome del VITALE nel
registro degli indagati ed a conferire deleghe di indagine ai Carabinieri di Policoro: ella lo fece in quanto le
avevo in precedenza riferito (come del resto avevo fatto con molte altre persone della cerchia delle mie
amicizie) della mia eventuale intenzione di acquistare una proprietà immobiliare in Policoro.

Non ebbi alcun ulteriore contatto con il VITALE fino alla seconda metà di febbraio 2004, quando egli mi
telefonò chiedendomi un incontro. Nel corso dello stesso, avvenuto presso il mio ufficio, mi riferì di essere
stato oggetto di una perquisizione domiciliare da parte dei Carabinieri di Policoro su delega della dott.ssa
MORELLI, e mi chiese di essere posto nelle condizioni di chiarire quanto prima la propria posizione
processuale, assicurandomi della piena correttezza dei suoi comportamenti pregressi.

Presi atto di tali affermazioni e gli comunicai che il procedimento penale era trattato in piena autonomia
dalla collega, nella quale riponevo la mia piena fiducia, ma che in linea di principio non vedevo difficoltà
alcuna ad una sua eventuale comparizione spontanea unitamente al suo difensore, naturalmente dopo che
avesse preso i necessari contatti con la dott.ssa MORELLI.

Ella, alla quale riferii successivamente la richiesta avanzatami dal VITALE, si dimostrò pienamente
d’accordo, rimanendo d’intesa con il difensore del VITALE, avv. Giuseppe LABRIOLA del foro di Matera,

179
che nel frattempo aveva formulato una specifica richiesta, che era peraltro opportuno procrastinare tale
comparizione ad un momento successivo al deposito della documentazione che i Carabinieri stavano
acquisendo, il cui esame le avrebbe consentito di apprezzare adeguatamente anche le argomentazioni
difensive che le fossero eventualmente prospettate.
Questi gli unici rapporti da me avuti con il sig. Vincenzo VITALE.
Tengo doverosamente a precisare, pertanto, che in nessun momento mi sono espresso, parlando con il
VITALE o con qualsiasi altra persona, nel senso di autorizzare la conclusione, da ritenersi ad oggi
assolutamente falsa, che l’indagine dovesse ritenersi già “chiusa”; in nessun momento, inoltre, ho
manifestato personali convinzioni a riguardo del procedimento penale in argomento: entrambe le cose,
invero, sono del tutto estranee ai miei comportamenti”.

Sii acquisivano, inoltre, le note n. 416 dell’11.3.04 e n. 442 del 15.3.04, con le quali il
Procuratore Capo di Matera impartiva delle direttive in tema di indagini sui delitti dei
pubblici ufficiali in danno della P.A., che l’allora Tenente ZACHEO ricollega alle indagini,
a quel tempo in corso, inerenti il VITALE e la MARINAGRI.

Con la nota 416 il dr. CHIECO scrive a tutte le forze di polizia:


“La presente per segnalare alle SS.LL. come negli ultimi tempi lo scrivente abbia avuto modo di
rilevare alcuni deprecabili problemi – ancorché conseguenza di comportamenti pienamente corretti
– nello svolgimento di indagini attinenti a delitti commessi in danno alla P.A., a volte iniziate senza
che quest’Ufficio ne fosse stato neppure preventivamente informato, ed estrinsecatesi con autonoma
acquisizione di copiosa documentazione amministrativa.
Detti problemi consistono fondamentalmente da un canto nel fatto che le indagini vengono
inevitabilmente indirizzate da subito in una direzione non sempre condivisibile; dall’altro in
un’inaccettabile moltiplicazione delle attività d’indagine sul medesimo fatto-reato o su fatti-reato
similari, svolte da differenti Organi di P.G.: il che, a parte il sempre dannoso spreco delle limitate
risorse investigative, potrebbe addirittura portare a risultati del tutto negativi o comunque inferiori
alle aspettative sul piano del raggiungimento degli elementi probatori e della necessaria
individuazione delle eventuali responsabilità penali.
Al fine di evitare tali conseguenze negative, che appaiono particolarmente gravi nello specifico
campo dei reati contro la P.A., ed onde consentire a quest’ufficio di Procura di fornire specifiche
direttive e di effettuare il necessario coordinamento sin dalla fase iniziale d’indagine, chiedo
formalmente che le SS.LL. per il futuro si astengano dall’esercitare d’iniziativa attività
investigativa nel campo dei delitti contro la P.A. senza averne preventivamente informato lo
scrivente, ovvero, in caso di sua assenza, il Magistrato della Procura in servizio di turno esterno.
Da un punto di vista operativo tale risultato potrà essere agevolmente raggiunto trasmettendo
celermente alla Procura della Repubblica le eventuali denunce e/o esposti provenienti da persone
note (oltre quelle di fonte anonima) che siano stati presentati alle SS.LL. ovvero agli Uffici
dipendenti; oppure, in caso d’indagini che si reputi opportuno intraprendere d’iniziativa, prendendo
contatti diretti con lo scrivente o col Magistrato della Procura in servizio di turno esterno.
Raccomando inoltre un puntuale e rigoroso rispetto dei limiti delle eventuali deleghe d’indagine che
siano state conferite.”

Con la nota 442 il dr. CHIECO scrive a tutte le forze di polizia:


“Lo scrivente è costretto a tornare sull’argomento dell’indirizzo e del coordinamento delle indagini
attinenti a delitti commessi in danno della P.A., pur essendo stato trattato lo stesso soltanto
pochissimi giorni fa (rif. Nota 416 del 11.3.04), in quanto è successivamente emerso che alcune
Autorità, diverse da questo Ufficio di Procura, avessero delegato impropriamente ed
inopportunamente attività d’indagine ad organi di PG del circondario del Tribunale di Matera,
ovvero siano in procinto di farlo.

180
In un caso specifico, una tale delega s’è addirittura sovrapposta ed è entrata in rotta di collisione
con altra conferita proprio dallo scrivente.
Chiedo pertanto formalmente alle SS.LL. che ogni delega d’indagine che provenga da Autorità,
giurisdizionali e no, diverse dalla Procura della Repubblica di Matera, e che attenga a fatti anche
solo astrattamente suscettibili di essere inquadrati nell’ambito dei delitti contro la P.A., venga
immediatamente – e comunque prima d’esser posta in esecuzione – comunicata allo scrivente,
ovvero, in caso di sua assenza, al Magistrato della Procura in servizio di turno esterno; e ciò per
una indispensabile esigenza d’informazione e per un’eventuale successivo coordinamento”.

Con la nota nr. 203/2-2 del 11.11.05 il Ten. ZACHEO riferiva:


“Venendo a conoscenza per voce dello stesso PM d.ssa Paola MORELLI che per il p.p. 121/03 m. 21
(vicenda MARINAGRI) era stata da tempo avanzata motivata proposta di archiviazione, questo
Comando, con foglio n.12/6-38 di prot. 2002 del 31.10.05, che si allega in copia, in relazione allo
stesso procedimento, richiedeva testualmente:
«Per uso esclusivo di questo Ufficio, si prega Codesta AG di voler rimettere, qualora già disposta
l’archiviazione da parte del competente GIP, copia della richiesta formulata dal PM e degli atti
redatti dai consulenti tecnici nominati (arch. P. Cozzolino e Ing. S. Magrì)».
La richiesta veniva inviata, per una forma di rispetto istituzionale, al PM, e non, come invece
pacificamente consentito dall’art. 116 CPP, al competente GIP, dato che era da tempo consolidata la
notizia circa l’accoglimento della proposta di archiviazione (se ne parla insistentemente della
vicenda negli ambienti politici, giudiziari ed imprenditoriali). Tra l’altro, proprio per voler
rimarcare la correttezza istituzionale, si richiedevano gli atti, solo se già disposta l’archiviazione da
parte del competente GIP.
Una simile richiesta, non certamente nuova per la Procura di Matera, aveva carattere
esclusivamente conoscitivo e didattico.
A volte era stato proprio qualche altro PM della stessa Procura ad inviare, autonomamente, copia
della sua richiesta d’archiviazione, proprio per meglio orientare, in futuro, la PG su taluni aspetti in
indagine o per consentire alla stessa un possibile approfondimento utile alla riapertura del caso in
specie.
Stavolta però la reazione è stata molto diversa.
Il Procuratore dr. CHIECO assumeva l’iniziativa di convocare immediatamente il Comandante
Provinciale di Matera, diretto superiore dello scrivente, per protestare vibratamente circa la
richiesta formulata, salvo poi inviare formalmente, l’indomani, allo stesso Comandante Provinciale,
una missiva di protesta, proponendo altresì i provvedimenti di competenza.
Nella circostanza andava ben oltre le intenzioni del richiedente ritenendo la richiesta a firma dello
scrivente “assolutamente inaccettabile, offensiva ed istituzionalmente scorretta”, nonché un
tentativo di «controllare» e «verificare» l’operato del PM, attività questa che sostanzialmente
riteneva non competere alla PG.
Si ritiene comunque necessario precisare che il sig. Comandante Provinciale di Matera non ha
mosso alcun rilievo allo scrivente, ritenendo invece la richiesta formulata aderente alla normativa
vigente”.

La Procura della Repubblica di Matera richiedeva, quindi, l’archiviazione del fascicolo poi
disposta con decreto del G.I.P. presso il Tribunale di Matera, dr. ONORATI.

Con riferimento al fascicolo procedimentale della Procura della Repubblica di Matera si


evidenzia:
i CTU MAGRI’ e COZZOLINO, nominati dalla Procura della Repubblica di Matera, nella
loro relazione avevano messo in evidenza alcune illegittimità nell’approvazione del P.P.E.

181
e nel progetto MARINAGRI. Illegittimità che non erano state ritenute tali dalla Procura
della Repubblica di Matera. Rilevavano i consulenti:
 la Regione Basilicata, aveva violato il P.T.P.M. (Piano Territoriale Paesistico del
Metapontino) istituito con la L.R. 3/90 (strumento generale di pianificazione paesistica)
che per quel che attiene ai singoli distretti comunali o intercomunali, demanda ai
cosiddetti piani d’ambito per la programmazione di dettaglio. Per il solo ambito “D” era
stato redatto il PPE, che trovava ispirazione nelle misure di programmazione inserite nella
scheda nr. 7 del PTPM, approvato con delibera della giunta regionale nr. 711/97, sulla
base di progetti che, a loro giudizio, apparivano assolutamente inidonei a regolamentare
un piano particolareggiato, poiché in scala troppo grande, privi delle indicazioni
fondamentali circa le tipologie edilizie, i lotti di terreno, i volumi delle costruzioni, le
sagome ed i profili dei terreni oggetto di trasformazione, oltre che di una esauriente tavola
planovolumetrica;
 alla fine della disamina della procedura di approvazione del PPE, riferivano di non
condividere quanto indicato in merito all’approvazione dello stesso PPE, segnalando che
la condotta posta in essere di violare le disposizioni del PTPM era la riprova di una decisa
“volontà politica” di dar corso all’iniziativa ad ogni costo, adeguando, ove necessario,
quelle norme che fossero risultate di intralcio;
 la giunta regionale presieduta dall’Arch. Filippo BUBBICO, a dire degli stessi, emetteva
giudizio di compatibilità ambientale con delibera nr.1023, senza che fosse stato fissato in
alcun modo il periodo di efficacia, ponendosi in contrasto con quanto disciplinato dall’art.
7 della L.R. 47/98, che postula la necessità di un termine di validità;
 che l’intera foce del fiume AGRI, ai sensi dell’art. 7, punto B del PAI, era classificata come
fascia di pertinenza dei corsi d’acqua con probabilità di esondazione corrispondente a
piene con tempi di ritorno fino a 200 anni. Pertanto vi era il divieto di realizzare manufatti
edilizi, lo stoccaggio ed il deposito di materiali di qualsiasi genere. Secondo questo
indirizzo, il progetto della MARINAGRI non era compatibile con le norme PAI. Per questo
motivo, la MARINAGRI, al fine di aggirare tale ostacolo, richiedeva variante al PAI,
depositando una relazione priva però degli elaborati e delle notizie idonee a definire un
giudizio sulla variante proposta. Altrettanto generica risulta, a dire dei CTU, la delibera
del Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino nr. 9 del 28.5.2002 avente per oggetto
l’approvazione della variante al PAI, presentata dalla MARINAGRI, il cui relatore
risultava essere lo stesso Presidente della Regione Arch. Filippo BUBBICO.
Dall’esame della consulenza tecnica redatta dagli ingegneri Magrì e Cozzolino,
emergevano plurime condotte illecite (illecitamente occultate dalla Procura della
Repubblica di Matera) a carico di diversi soggetti tra cui funzionari e dirigenti pubblici. In
particolare, le principali violazioni emerse, riguardavano:
- illecita attribuzione in proprietà di alcune particelle demaniali site nei comuni di Policoro e
Scanzano Jonico ed in particolare le particelle 5 e 9 del foglio 4 del Comune di Policoro e le
particelle 186 e 260 del foglio 76 del Comune di Scanzano Jonico. Le suddette particelle
risultavano essere l’alveo abbandonato (alveus derelictus) del fiume AGRI. La loro
illegittima attribuzione avveniva attraverso condotte illecite poste in essere dal dirigente
dell’ufficio del Demanio di Matera, dr. PEPE, dal direttore Generale dell’Agenzia del
Demanio di Roma, dr.ssa Elisabetta SPITZ e dallo stesso VITALE Vincenzo,
amministratore della MARINAGRI S.p.a., beneficiaria delle assegnazioni;
- violazioni in materia edilizia, in quanto nelle concessioni rilasciate dal Comune di
Policoro, risultavano essere indicate come di proprietà le suddette particelle fin dal 2002,
quando invece l’attribuzione, seppur illegittima in proprietà è avvenuta solo nel luglio del
2003;

182
- indicazione della proprietà di dette particelle in documentazione inviata al Ministero delle
Attività Produttive, al fine di partecipare alla contrattazione programmata, per la quale
poi veniva approvato un finanziamento da parte del C.I.P.E. a favore della MARINAGRI
pari ad €. 25.849.000;
- illecito cambio d’uso del comparto “A”, condotta attribuibile all’Ing. VICECONTE,
dirigente del Comune di Policoro;
- gravi violazioni in materia ambientale e idrogeologica, laddove l’imponente struttura
turistica denominata MARINAGRI, sorgeva in una zona ad “elevato rischio
idrogeologico”;
- illecita variante al P.A.I. (Piano Idrogeologico Regionale) che permetteva l’edificabilità di
alcuni luoghi con vincolo di inedificabilità assoluta, in quanto ad elevato rischio
idrogeologico, condotta attribuibile all’allora presidente della Regione Basilicata, nonché
relatore della commissione che autorizzava la variante, Arch. Filippo BUBBICO;
- violazione di norme e regolamenti regionali e nazionali in materia edilizia ed ambientale
(l’opera sorge in un’area ad elevata protezione ambientale denominata ed inserita nei
S.I.C. (Siti Importanza Comunitaria), condotta attribuibile all’allora presidente della
Regione Basilicata, Arch. Filippo BUBBICO, estensore di molte delibere che agevolavano
illegittimamente la MARINAGRI;
- ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato, in quanto al fine di ottenere i finanziamenti
indicati a favore del CONSORZIO COSTA D’ORO, di cui faceva parte la MARINAGRI
S.p.a. e beneficiario di un finanziamento complessivo di oltre 50 milioni di euro, venivano
prodotti atti e documenti, nonché autorizzazioni illegittime, condotta attribuibile a tutti i
soggetti in precedenza richiamati.

Circa le controprestazioni illecite ottenute dal dr. CHIECO è da rilevare che unitamente
alla moglie procede alla vendita della casa nella Selva di Fasano, accettando quanto
proposto loro in data 19.11.2005, con compromesso datato 8.12.2005, ovvero quattro giorni
prima del contatto registrato tra l’Ufficio vendite della MARINAGRI e la sig. PONTRELLI
Rosalba, moglie del CHIECO, avvenuto il 12.12.2005; solo in data 3.5.2006, i coniugi
Chieco acquisteranno casa a Castellaneta Marina, ovvero in una data in cui era divenuto di
dominio pubblico la vicenda relativa all’interessamento del dr. CHIECO all’acquisto di un
immobile in MARINAGRI.
La proprietà della società IMMOBILIARE BRINDISI CASALE S.r.l. è detenuta
integralmente dalla DG SVILUPPO IMMOBILIARE S.r.l..
I soci della DG SVILUPPO IMMOBILIARE S.r.l. sono:
- DGE HOLDING S.r.l. (€. 12.521.276,00 su un capitale sociale di € 12.551.276,00);
- DG COSTRUZIONI S.r.l. (€.30.000 su un capitale sociale di € 12.551.276,00).
La DG SVILUPPO IMMOBILIARE quindi è controllata dalla DGE HOLDING S.r.l..
Il capitale sociale della DGE HOLDING S.r.l. pari ad € 103.301.764,00 è detenuto da:
- DEGENNARO Carmine per €. 19.385.170,40;
- DEGENNARO Daniele Giulio per €. 19.385.170,40;
- DEGENNARO Gerardo per €. 19.385.170,40;
- DEGENNARO Giovanni per €. 19.385.170,40;
- DEGENNARO Vito Michele per €. 19.385.170,40;
- NICOTEL HOLDING per €. 6.375.912,40
La DGE HOLDING S.r.l. è quindi controllata dalla famiglia DEGENNARO.
Tra le società partecipate dalla DG SVILUPPO IMMOBILIARE (controllata dalla famiglia
DEGENNARO attraverso la DGE HOLDING S.r.l.) vi è la DEC S.p.a..
Il capitale sociale (pari ad € 23.496.200,00) della DEC S.p.a. è detenuto dalla:

183
- DG COSTRUZIONI S.r.l. per €. 20.052.845,00;
- DG SVILUPPO IMMOBILIARE per €. 3.443.355,00.
Quindi la DEC S.p.a è controllata dalla DG COSTRUZIONI S.r.l. il cui capitale è
totalmente detenuto dalla DGE HOLDING S.r.l. e quindi dalla famiglia DE GENNARO.
Tra le società partecipate dalla DEC S.p.a. vi è la BORGO VENUSIO S.c.a.r.l..
Il capitale sociale della BORGO VENUSIO (€ 10.000,00) S.c.a.r.l. è detenuto da:
- DEC S.p.a. per € 8.000,00;
- FINCAST S.r.l. (controllata da CATELLANO Giovanni) per €. 2.000,00, che il 20.07.2007
cede le sue quote alla CASTELLANO COSTRUZIONI GENERALI s.r.l..
Il presidente della BORGO VENUSIO risulta essere DEGENNARO Daniele Giulio. I
consiglieri sono:
- DEGENNARO Gerardo;
- CASTELLANO Giovanni.
La BORGO VENUSIO, quindi risulta di proprietà dalla DEC S.p.a. (famiglia
DEGENNARO) e della CASTELLANO COSTRUZIONI (CASTELLANO Giovanni)
Con riferimento a tale vicenda riferiva ZITO Michele Francesco:
……………………………………OMISSIS……………………………………………….
ZITO Michele Francesco – Sì, di un appartamento… villa a Castellaneta Marina. Cioè, un
autotrasportatore di Ginosa che sapeva di questa vicenda, dice: “Ho portato un camion di piastrelle
a…”
Maresciallo MUSARDO – Come si chiama questo autotrasportatore?
ZITO Michele Francesco – Nei bar così… sono delle conoscenze nei bar, così, di uno che si
intrufola nel fatto… Dice: “Sto portando delle piastrelle al Procuratore della Repubblica di Matera,
ad una casa…” Allora io gli ho detto: “Scusi…” E io denuncio questo fatto, questo fatto l’ho detto.
Ma poi CHIECO l’ha dichiarato lui. CHIECO in una conferenza stampa ha detto che: “Io ho
acquistato da DEGENNARO una casa a Castellaneta Marina”. La cosa che a me pare strana che
DEGENNARO è un indagato di CHIECO…
Maresciallo MUSARDO – Cioè?
ZITO Michele Francesco – Ci sono state delle denuncie qui a Matera, presentate dall’avvocato
PINTO a nome di 23 persone per i problemi di Venusio. Una lottizzazione che riguarda
DEGENNARO a Venusio. Se tu, Procuratore della Repubblica, c’hai un’indagine in corso…
Maresciallo MUSARDO – L’avvocato come si chiama?
ZITO Michele Francesco – Ferdinando PINTO.
Maresciallo MUSARDO – Leonardo PINTO?
ZITO Michele Francesco – Leonardo PINTO. Se io sto indagando su un individuo non mi vado a
comprare la casa da questo individuo. Cioè sono delle prassi particolari…
Maresciallo MUSARDO – Ma lei è sicuro che ci sia procedimento penale iscritto a carico di
DEGENNARO alla Procura di Matera?
ZITO Michele Francesco – Sì, delle società di DEGENNARO…
Maresciallo MUSARDO – Quale?
ZITO Michele Francesco – DEGENNARO e CASTELLANO che si chiamano DECA. Non solo,
ma c’è anche un altro procedimento che riguarda un’altra costruzione qui a Matera che è un circolo
– non so se ha sentito dire – è un centro commerciale qui appena… alla periferia di Matera che è
tutto abusivo. E io ho chiesto al Comune, come parte interessata, se c’è CASTELLANO. E
l’architetto ROTA, il solito architetto ROTA, mi ha detto: “Tu non hai diritto di sapere niente”. E
le licenze sono pubbliche, maresciallo, io devo sapere se il privato di un centro commerciale ha avuto
una licenza e se lo stabile è in regola…
Maresciallo MUSARDO – Lei praticamente dice che…
ZITO Michele Francesco – Ci sono degli interesse…

184
Maresciallo MUSARDO – ...in qualche maniera CHIECO sarebbe stato avvantaggiato in questo
acquisto della casa a Castellaneta perché indagava DEGENNARO?
ZITO Michele Francesco – CASTELLANO era indagato, come si fa ad andare a comprare una
casa da un indagato? Cioè, ci vuole coraggio.
Maresciallo MUSARDO – Mi scusi, ma la casa che ha acquistato CHIECO a Castellaneta, la
proprietà di chi era di questa casa?
ZITO Michele Francesco – Non lo so se è intestata
alla moglie o a lui, non lo so.
Maresciallo MUSARDO – No, voglio dire io, CHIECO da chi l’ha acquistata?
ZITO Michele Francesco – Da una società, la quale società il 90% è (incomprensibile)… e
DEGENNARO…
Maresciallo MUSARDO – L’altro 10%?
ZITO Michele Francesco – Forse dei figli, dei nipoti…
Maresciallo MUSARDO – Ho capito. Ma questa casa o comunque la società proprietaria della
casa di Castellaneta non c’entra niente il signor CASTELLANO?
ZITO Michele Francesco – No, CASTELLANO c’entra perché è socio di tutti i lavori di qua,
DECA: DEGENNARO-CASTELLANO…
Maresciallo MUSARDO – Della società DECA diciamo?
ZITO Michele Francesco – Sì.
……………………………………OMISSIS……………………………………………….

La società MARINAGRI, dalle rubriche acquisite all’esito delle perquisizioni del febbraio
2007, risulta avere contatti telefonici con la dr.ssa GENOVESE, il dr. PEPE, l’Avv.
BUCCICO, il Sindaco LOPATRIELLO, CANNIZZARO Michele.
Si evidenzia che presso gli uffici della MARINAGRI veniva sequestrato, in data 27.2.2007,
un documento titolato “potenziali acquirenti”, dall’esame del quale emergeva che al n. 96
dell’elenco era indicato: “PROC. REP. di MATERA”. Nella colonna nella quale era indicato
lo “stato” verosimilmente della trattativa, era indicato: “La cont Presid”. Tra la fonte del
contatto è indicato: “Presid.”.
Inoltre, a seguito della perquisizione del 27.2.2007, venivano rinvenuti sul notebook,
nonché sul palmare ed il telefono cellulare in uso al dr. CHIECO, i recapiti di alcuni dei
sodali. In particolare, con riferimento ai recapiti ed ai contatti con VITALE Vincenzo,
rappresentante legale della MARINAGRI e con l’ex Presidente della Regione Basilicata,
poi Sottosegretario di Stato presso il Ministero dello Sviluppo Economico, Arch. Filippo
BUBBICO. Si riporta lo stralcio del verbale di perquisizione locale e sequestro nel quale
venivano cristallizzati i dati rinvenuti sui suddetti supporti elettronici:
“….omissis. Altresì nel corso della consultazione dei file presenti sul notebook in uso al dott.
CHIECO venivano rinvenuti dei file inerenti dei contatti (microsoft outlook) con alcuni soggetti
che a vario titolo sono coinvolti nelle indagini, con l’indicazione dei recapiti telefonici degli stessi, i
quali, non potendo essere estratti e masterizzati sul supporto DVD, verranno di seguito
analiticamente indicati, per come rinvenuti sul nominato notebook:
- “BUBBICO Filippo - Sottosegretario di Stato - telefono: 0835 208015, 3357713639 - copia
cache giovedì 22.06.2005”;
- “24.07.2005 - Telefonare a TUFANO - telefonare a BUCCICO - telefonare a Moschetti. Ora inizio
17.02.2004 - copia cache 24.07.2005;
- “BUCCICO Nicola - CSM Consigliere - 337487027 - copia cache 04.07.2005”
- “Telefonare a BUCCICO - 01.07.2004 - copia cache 04.07.2005;
- “GRANESE Iside - Presidente del Tribunale di Matera - 0835343215 - 0803142787 - 3396802929
- 24.06.2004 - 19.46 - posta eliminata”;

185
- “Vincenzo VITALE cell.335 6883531 - Qualifica: Presidente MARINAGRI - copia cache
04.07.2005”;
- BUBBICO Filippo - cell.3357713639 - 0835208015 - Qualifica: Sottosegretario Stato - da
dott. CHIECO Giuseppe - pinochieco@tele2.it - 23.6.2004” .

Altresì si procedeva all’esame delle rubriche telefoniche contenute nei cellulari in uso al Cons. dott.
CHIECO Giuseppe. Nel telefono cellulare marca Motorola V RAZR, in uso allo stesso, risultavano
essere contenuti tra gli altri, i recapiti telefonici dei seguenti soggetti:
- BUBBICO Filippo;
- BUCCICO Nicola;
- GALANTE Giuseppe;
- GENOVESE Licia;
- GRANESE Iside;
- PORCARI Michele (Sindaco pro tempore di Matera).
Inoltre, oltre ai predetti, nel Palmare in uso sempre al Cons. dott. Giuseppe CHIECO marca IPAQ
1940, risultava essere contenuto il recapito telefonico di VITALE VINCENZO, soggetto coinvolto
nelle indagini, rappresentante del Consorzio MARINAGRI titolare dell’omonima struttura
turistica….omissis”.
A seguito di ulteriore provvedimento eseguito in data 7.6.2007 venivano sequestrati al dr.
Giuseppe CHIECO il telefono cellulare ed il palmare HTC dai quali si segnalano i seguenti
dati:
contatti telefonici tra Chieco e Bubbico, tra Chieco e Labriola, tra Chieco e Genovese, tra
Chieco e Cannizzaro.

Il dr. CHIECO, pur non essendone formalmente il titolare, aveva nella sua disponibilità
atti relativi al procedimento sulla vicenda MARINAGRI di cui era titolare “formale” la
dr.ssa MORELLI (ma di fatti inchiesta “gestita” dal CHIECO anche in virtù dei rapporti
esistenti tra il predetto Sostituto Procuratore della Repubblica ed il Capo dell’Ufficio).
Difatti, dall’esame dei file acquisiti dal notebook personale in uso al dr. CHIECO, a seguito
della perquisizione del 27.2.2007, è emerso che lo stesso fosse in possesso di un file
denominato “imputazione VALDAGRI”, che altro non è che il capo di imputazione
riportato nel decreto di perquisizione locale emesso in data 12.2.2004, a firma della dr.ssa
MORELLI, nell’ambito del P.P.121/03 -21 a carico di VITALE Vincenzo e PEPE Giuseppe.
Dall’esame delle proprietà del file in questione, è emerso che “autore” risulta essere
“Giuseppe CHIECO”.
Ulteriori elementi di riscontro emergevano circa il coinvolgimento dell’ex colonnello dei
Carabinieri GENTILI; infatti, da un colloquio registrato da due appartenenti ai Carabinieri
di Policoro, intercorso con lo stesso GENTILI in occasione della notifica di un
provvedimento, quest’ultimo, ormai congedatosi e divenuto responsabile della sicurezza
della MARINAGRI, nonché componente del consiglio d’amministrazione della stessa
Società, ed altresì delle sue controllate, confermava la circostanza dell’interessamento del
dr. CHIECO per l’acquisto di un immobile all’interno della stessa MARINAGRI, nonché il
fatto che l’indagine sul villaggio, condotta dai Carabinieri di Policoro, aveva creato dei
problemi in quanto aveva bloccato il finanziamento del C.I.P.E., poi sbloccato, anche
grazie all’archiviazione del relativo procedimento penale. Lo stesso GENTILI, quando era
ancora in servizio, aveva versato la somma di € 100.000 al VITALE Vincenzo a titolo di
finanziamento delle società di cui il predetto imprenditore risultava proprietario, con la
promessa di una liquidazione di un interesse pari al 9,50% annuo.

186
In merito a quanto già indicato circa l’interessamento del dr. CHIECO all’acquisto di un
immobile all’interno della MARINAGRI, si evidenzia che dall’esame dell’elenco dei
contatti sequestrato presso la sede amministrativa della MARINAGRI, nel quale erano
contenuti tutti i nominativi delle persone interessate all’acquisto di immobili del
realizzando centro turistico ecologico integrato MARINAGRI, è emerso un contatto
avvenuto in data 12.12.2005, da parte di PONTRELLI Rosalba, moglie del dr. CHIECO.
La circostanza appare rilevante tenuto conto che il 22.12.2005 veniva archiviato il
procedimento penale in questione. Tale dato appare importante anche perché evidenzia
un persistente interesse del dr. CHIECO all’acquisto di un immobile all’interno della
MARINAGRI, anche in un periodo in cui l’ufficio da lui diretto aveva richiesto
l’archiviazione del procedimento penale in cui erano coinvolti, tra gli altri, i responsabili
della struttura MARINAGRI.
Dall’esame di un ulteriore file rinvenuto sul notebook del dr. CHIECO è emerso che in una
nota da lui inviata al Procuratore Generale di Potenza ed inerente un esposto anonimo
giunto presso la Procura della Repubblica di Matera, lo stesso comunicava quanto segue:
“…..omissis. Mi resta da chiarire un ultimo punto: è effettivamente accaduto, in due o forse tre
occasioni (non sono in grado di ricordarlo con precisione) nel corso di questi due anni e mezzo di
mia permanenza presso questo Ufficio, che io mi sia “intrattenuto” a cena con l’avv. Michele
Porcari, Sindaco pro-tempore di Matera, con l’arch. Filippo BUBBICO, Presidente pro-tempore
della Giunta regionale della Basilicata e con le rispettive consorti.
Si è trattato di cene del tutto occasionali presso noti ristoranti della città di Matera (e mai in Bari),
regolarmente aperti al pubblico, in presenza di altri avventori, in occasioni conviviali determinate
sempre dalla precedente partecipazione di tutti noi a convegni e/o manifestazioni pubbliche (una
volta, ricordo, dopo il ricevimento in Prefettura per la festività padronale della “Bruna”), alle quali
erano presenti, oltre noi, anche altre persone…..omissis”.
Si tratta di ulteriore conferma degli stretti rapporti tra i sodali CHIECO e BUBBICO; dalla
lettura di un ulteriore file denominato “lista partecipanti festa di laurea”, sempre rinvenuto
sul notebook del dr. CHIECO, emergeva che PORCARI Michele fosse tra i partecipanti alla
festa di laurea della figlia del Procuratore, circostanza, questa, da non valutare come un
incontro “del tutto occasionale presso noti ristoranti della città di Matera (e mai in Bari),
regolarmente aperti al pubblico, in presenza di altri avventori, in occasioni conviviali determinate
sempre dalla precedente partecipazione di tutti noi a convegni e/o manifestazioni pubbliche….”;
medesimo dato emerge da altro file denominato “elenco partecipanti pranzo 29.10.2006”,
laddove tra i partecipanti compaiono sia il Sen. BUBBICO Filippo, unitamente alla Sig.ra
BUBBICO prof. Vitina (moglie di BUBBICO Filippo) e PORCARI avv. Michele, unitamente
alla sig. PORCARI Prof.sa Maria Giulia. Da ulteriore file denominato “distribuzione tavolo
pranzo 29.10”, relativo alla distribuzione degli invitati di cui al file precedente, in cui
compare nuovamente il Sottosegretario BUBBICO, la moglie “Vitina BUBBICO”, che fa
emergere la circostanza secondo la quale tale pranzo sicuramente non era successivo a
“……occasioni conviviali determinate sempre dalla precedente partecipazione di tutti noi a
convegni e/o manifestazioni pubbliche….”.
Emergevano, con riferimento al “Centro turistico ecologico integrato MARINAGRI”,
collegamenti tra gli amministratori e proprietari della predetta struttura turistica e
magistrati in servizio nel distretto della Corte di Appello di Potenza.
Riferisce l’allora Procuratore della Repubblica di Potenza dr. GALANTE:
“….omissis. A.D.R. Sono a conoscenza che il dr. CANNIZZARO, marito della collega
GENOVESE, avesse un interesse nel Villaggio MARINAGRI in fase di realizzazione. In
particolare, è stato lo stesso dr. CANNIZZARO che, circa due anni fa, mi disse di aver investito
una somma in quel villaggio. Mi parlò di 180 milioni di lire. Non so se avesse fatto un prestito al

187
VITALE, oppure avesse investito la somma. Non so bene i termini della questione, di sicuro mi
disse che aveva dato la somma di 180 milioni di lire…….omissis”.
Riferiva SCARCIA Salvatore, detenuto, con pena definitiva per reati di cui all’art. 416 bis:
“……Omissis. SCARCIA Salvatore – Allora, in riferimento al caso “TOGHE LUCANE” al
comitato d’affari Basilicata, il dottor Giuseppe GALANTE è socio occulto del noto
villaggio denominato MARINAGRI fin da quando esisteva l’ITTICA VALDAGRI nota
come l’ex Pescicoltura. Lo stesso ha sempre tenuto i suoi interessi economici con il giudice
LAZZAZZERA e il giudice Vincenzo AUTERA, avevano i loro prestanomi. Tali fatti mi
vennero riferiti dal signor VITALE Vincenzo, in quanto il sottoscritto per motivi di pesca
frequentavo l’ITTICA VALDAGRI, oggi MARINAGRI, e lo stesso VITALE più volte mi
invitava a non recarmi più presso tale struttura, in quanto era stato richiamato più volte
da GALANTE e AUTERA per sapere a quale titolo la mia presenza continua in tale
struttura. Non so cosa lo stesso VITALE riferiva a GALANTE e AUTERA. Venivo pregato dal
VITALE di non recarmi più presso di lui. Subentrarono degli screzi tra me e lo stesso VITALE e mi
feci dire le vere motivazioni. Mi riferiva che il suo ragioniere, un certo BELLEZZA, aveva fatto il
ruffiano al GALANTE e AUTERA, come se io mi andavo a prendere quintali di pesce e non pagavo.
Effettivamente ho sempre frequentato la pescicoltura per motivi di lavoro, in quanto sono un
pescatore, la mia attività veniva svolta in segreto nel senso che entravo dal mare immettendomi
attraverso un canale che aveva sbocco in mare e riuscivo così ad entrare all’interno e pescare spigole
e orate. Ci furono molte discussioni con il VITALE poiché non voleva che io pescavo lì. Più volte
riferivo che non rubavo nulla a loro, ma erano tutti pesci dispersi che dal canale uscivano in mare.
Mi riferiva che il problema non era questo. Dopo i litigi, riuscivo a farmi dire le vere motivazioni,
che i soci GALANTE, AUTERA e LAZZAZZERA gli stessi non volevano assolutamente vedere la
mia presenza lì. In varie occasioni ho visto gli stessi giudici nell’ITTICA VALDAGRI, con rispetto
ed educazione li ho sempre salutati, ma non tolleravano la mia presenza lì dentro. Venivo
direttamente minacciato sia dal GALANTE, che dall’AUTERA, di non farmi più vedere lì
dentro perché mi avrebbero “distrutto”. Arrivarono delle pattuglie dei carabinieri, mi dileguai
con la mia barca verso l’uscita. Mi recavo subito dopo a casa di VITALE nella sua villa sita in Via
Lido di Policoro e reclamavo a lui se poteva parlare con gli stessi giudici di lasciarmi in pace, ma
non ho mai risolto nulla, mi hanno sempre intimato di non farmi vedere lì. Poi mi sono messo di
punta anch’io contro di loro e ogni fine settimana che loro tutti erano lì a fare festini con belle
donne, mi sono accostato nei pressi di alcuni bungalow che avevano all’interno dell’ITTICA. Più
volte li notavo in compagnia di belle donne, sempre diverse, sia il GALANTE che AUTERA. Erano
sempre lì. In altre occasioni li ho notati a casa del signor VITALE, sempre con bellissime donne.
Ritengo che le stesse erano di Roma in quanto sentii accento romano. Mi feci vedere apposta dagli
stessi, facendogli credere che avevo scattato delle foto: ma non era vero. Li ricattavo di lasciarmi solo
in pace. Tutto questo si è verificato tra il 1990 fino a prima dell’estate 1992, tra l’ITTICA
VALDAGRI e casa VITALE. In varie occasioni, dei mie avvistamenti, notai anche con loro
l’avvocata Francesca SASSANO. L’ho sempre notata con il GALANTE e AUTERA. Le
ultime volte che li vidi insieme risale nell’estate del 1996 verso fine giugno, inizio di luglio, erano
con una Mercedes scura. Li notai nel distributore IP sito in Policoro sulla statale 106 di proprietà di
Gennaro e Bergamotto. Era di sabato. Ricordo questo perché stavo effettuando benzina per le mie
parti, poiché il giorno dopo era di domenica e i distributori erano chiusi. Mi stavo fornendo di
carburante di molte taniche. Eravamo io e PASSARELLI Giuseppe con la sua macchina, io con una
moto Yamaha di cilindrata 600. In un primo momento avevo pensato che stavano andando a sentire
qualche collaboratore di giustizia, così li seguii senza farmi vedere e presero la strada per scendere
verso Via Lido e li vidi entrare nella villa di VITALE. Potevano essere intorno alle 17:00, le 18:00.
La villa era tutta recintata, dall’esterno non si vedeva nulla, mi avvicinai arrampicandomi al
cancello e vidi che all’interno non vi fossero altre macchine, solo la Mercedes appena entrata.

188
Citofonai per vedere se all’interno vi era anche il signor VITALE e non rispondeva nessuno. Lo feci
apposta anche per farmi vedere, in quanto al citofono vi era una telecamera. Per accertarmi che il
VITALE non vi era all’interno, mi recai al suo ufficio nell’ITTICA VALDAGRI e lo trovai lì.
Trovai una scusa, chiedendogli se il giorno dopo, che era di domenica, potevo entrare dal mare nel
canalone dell’ITTICA a pescare e lo stesso mi riferiva di no, in quanto aveva degli ospiti e avevo
capito che gli stessi fossero quelli appena visti entrare nella sua abitazione. Incuriosito, mi portai
anche il giorno dopo nell’ITTICA, via mare, con una moto d’acqua. Entrai fin dentro ed erano tutti
lì: GALANTE, AUTERA, l’avvocato SASSANO, vi erano altre donne che non ho riconosciuto
anche perché non potevo avvicinarmi troppo per non essere riconosciuto, ma venni riconosciuto dal
capitano Salvino PATERNO’ che pure era lì, in quanto sapeva che quella moto d’acqua era mia.
Infatti, lo stesso mi venne dopo a prelevare dal Lido di Policoro dove avevo le mie barche e mi
chiedeva cosa ci facevo in quel posto. Gli riferivo che era stato tutto casuale e che appena resomi
conto dei personaggi che vi erano lì, preferii andarmene subito onde evitare che gli stessi facessero
brutti pensieri. Lo stesso PATERNO’ mi riferì, con tono minaccioso, di stare lontano dall’ITTICA
VALDAGRI se non volevo avere problemi seri. Litigai con lo stesso e il Maresciallo Giuseppe
SERIO. Dopo questi litigi gli riferivo che erano loro che dovevano lasciare perdere me altrimenti li
avrei sputtanati tutti, in quanto gli facevo intendere che ero bene a conoscenza di tutte le riunioni e
festini che avvenivano in detto posto. Il tutto è accaduto nell’estate del 1996. Dopo circa anni 1 sono
stato arrestato per detenzione di esplosivo, 80 chilogrammi ritrovato nell’ITTICA VALDAGRI,
precisamente il 17 maggio del 1997. Così mi misero fuori gioco. Ho sempre reclamato che tale
esplosivo non era mio e che me l’avevano addebitato ingiustamente. Di tanto in un mio
interrogatorio ne parlai con il dottore MONTEMURRO, il dottore Vincenzo MONTEMURRO, in
data 24.2.1998, invitando lo stesso a farsi dire la fonte che aveva fatto tale soffiata a PATERNÒ e di
aprire un’indagine, ma nulla venne fatto. Così venni condannato in primo grado dal Tribunale di
Matera anni 4 e mesi 6; e in appello in data 16.12.99 concordai la pena, giusto per uscire dal
carcere, una pena già sofferta ingiustamente di anni 2 e mesi 8. Uscii dal carcere il 17 gennaio 2000
e la prima tappa fu quella di andare a reclamare al VITALE che mi avevano arrestato ingiustamente
addebitandomi un esplosivo che non era mio, ritrovato proprio nell’ITTICA di sua proprietà e dei
suoi soci. Trattavasi di esplosivo bellico del secondo conflitto mondiale. Riferivo allo stesso che
prima o poi la facevo pagare a tutti, riferendomi ai suoi amici e che da oggi in avanti gli dovevo
rendere le cose difficile. Mi fermo un attimo qui per spiegare la faccenda dell’esplosivo.
PROCURATORE – Un attimo solo. Si dà atto che il signor SCARCIA legge appunti. Sono stati
scritti da lei questi appunti?
SCARCIA Salvatore – Sì.
PROCURATORE – Legge appunti scritti dallo stesso.
SCARCIA Salvatore – Quando venni arrestato per questa faccenda dell’esplosivo io, diciamo, ho
letto poi i verbali che mi hanno contestato questa detenzione di esplosivo e trovai scritto dove
comparivano alcune decine di carabinieri e indicavano le modalità come loro avevano saputo di tale
esplosivo, diciamo, che doveva avvenire come uno sbarco o era lì… scrivono nei verbali, scrivono
che una fonte confidenziale degna di fede aveva riferito al Maggiore PATERNÒ che nell’arco della
settimana SCARCIA Salvatore doveva trasportare via mare un’ingente quantitativo di esplosivo,
hanno scritto nel loro verbale. Il giorno 16 maggio 1997 loro dicono sul verbale che si erano
appostati perché sapevano il posto dove io dovevo arrivare, per prendermi in flagranza. Arrivato
questo momento, io in flagranza non sono stato preso. Loro dicono che erano tutti appostati lì senza
che mi hanno fatto una foto, senza che c’è un filmato, niente. Io me ne sono andato tranquillamente
a casa la sera perché avevo la sorveglianza con l’obbligo di soggiorno alle ore 9:00, sono stato
arrestato durante la notte per un’altra faccenda: di una custodia cautelare emessa dal Tribunale di
Matera. Ero in caserma e poi la mattina mi hanno contestato il ritrovamento di questo esplosivo.
Quando hanno ritrovato questo esplosivo ho letto tutte le modalità che loro avevano impostato. Però

189
io vi posso dire, e l’ho sempre detto anche al dottore Vincenzo MONTEMURRO, che io ero
estraneo a quell’esplosivo. Perché loro poi (c’è stato un processo) quando hanno detto che erano
appostati, il Maggiore PATERNO’ in quel posto, il Maresciallo SERIO dall’altra parte del canale,
il maresciallo CARNUCCI nascosto in alcuni blocchi di cemento, altri nella vegetazione, io
conoscendo quel posto mi sono reso subito conto che come l’avevano impostato quel verbale per me
era falso, perché in quella zona vegetazione non ce n’era. Allora, se c’era una persona nascosta io la
dovevo vedere perché là è tutta spiaggia libera. Quando c’è stato il processo alla fine nessuno ha
visto SCARCIA Salvatore scaricare quell’esplosivo. C’è stata una specie di ritrattazione da parte di
tutti i carabinieri, perché si doveva fare un sopralluogo, una perizia dei luoghi per capire dove era
nascosto Tizio, dove era nascosto quello. Alla fine PATERNO’ è arrivato a dire anche in aula,
quando il mio avvocato all’epoca – l’avvocato Nicola CATALDO – gli fece una domanda, dice:
“Vabbè, lei sapeva che il SCARCIA doveva arrivare, doveva scaricare l’esplosivo, sapeva anche la
buca dove la doveva scavare, tant’è che lei era appostato a 10 metri, è arrivato questo momento
perché non è intervenuto a prenderlo in flagrante?” Rispose il Maggiore PATERNO’: “Ci siamo
spaventati ad intervenire”. Io poi ho fatto rilevare al Tribunale che lì non cera vegetazione, si stava,
diciamo, predisponendo una perizia dei luoghi, alla fine nessuno ha visto SCARCIA Salvatore,
perché i carabinieri quando sono stati sentiti altri hanno detto: “No, io non ho visto niente perché
ero dall’altra parte del canale” “Io ero dall’altra parte del fiume” “Io mi trovavo in un altro posto
perché non sapevamo se arrivava di qua, se arrivava di là, se arrivava…” Comunque alla fine io ho
pagato questo esplosivo ingiustamente. Allora io invitai al dottore MONTEMURRO a dire: “Fatti
dire da PATERNO’ chi è la fonte, a suo dire… dice che ti ha detto che dovevo venire, te lo puoi far
dire?” Poi la cosa strana che c’era… loro dicono che c’era un servizio di appostamento vicino casa,
vicino le barche, dappertutto. Allora c’è stato un carabiniere che ha segnalato la mia presenza
quando io sono uscito da casa. In una relazione di servizio disse: <<Lo SCARCIA è uscito da casa
alle ore “X” in compagnia della moglie e della figlia. Si è messo nella barca, è uscito e l’abbiamo
notato che calava le reti e le segnalava con le boe>>. Dopodiché io sono arrivato a terra ed avrei
scaricato questo esplosivo. Allora io gli dissi a loro: “E quell’esplosivo a me chi me lo dava?” Che
non è che loro hanno indicato: lo SCARCIA si è dileguato con la barca, è andato al largo, è sparito
dalla nostra visione dei cannocchiali, non l’abbiamo più visto, no! Loro hanno descritto tutti i miei
movimenti… io la barca ce l’avevo tirata a terra, non è che l’esplosivo stava già nella barca, io la
barca ce l’avevo tirata a terra. Loro hanno decritto tutti i miei spostamenti hanno descritto, alla fine
dicono che mi hanno visto scendere e scaricare due sacche. Questo esplosivo sarebbe caduto dal cielo
a questo punto, perché non hanno mai indicato che si è avvicinato un’altra barca, non hanno mai
indicato che io sono sparito dalla loro visione dei cannocchiali, perché hanno detto anche che io
segnalavo le reti con delle boe, in questo verbale. In poche parole, sono stato arrestato e ho pagato
questo esplosivo ingiustamente ritrovato nell’ITTICA VALDAGRI. Io ritengo che qualcuno
all’epoca l’abbia messo apposta per farmi togliere di mezzo a me, perché io stavo dando un po’ di
fastidio sinceramente a loro, per togliermi di mezzo mi hanno creato un bell’incastro di questo
esplosivo di 80 chili. Dopo questo esplosivo, questo ritrovamento di esplosivo, si sono messi dei
pentiti a dire che SCARCIA Salvatore stava progettando un attentato contro la dottoressa
GENOVESE. Subito, appena trovato l’esplosivo, dopo un po’ non si è capito più niente, hanno
subito armato una grossa tragedia, cosa che non era vero. L’hanno messo sui giornali, in televisione,
dalla mattina alla sera, diciamo, una fuga di notizie, in quanto io di questa faccenda della dottoressa
GENOVESE non ho mai avuto né un avviso di garanzia, né niente, è morto così quel fatto, è morto
così. Dopodiché io… mi stavano facendo un processo a Potenza, è venuto un collaboratore di
giustizia Santo BEVILACQUA e ha riferito testuali parole: “Per quanto riguarda l’attentato alla
dottoressa GENOVESE è tutto falso. Io sono un collaboratore di giustizia, vado avanti con le mie
accuse fatte contro queste persone, però una cosa io ce l’ho sullo stomaco, ve lo devo dire, per quanto
riguarda quel ritrovamento di quell’esplosivo non era vero che bisognava fare l’attentato alla

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dottoressa GENOVESE, sono stato costretto a dire questo dal Maggiore PATERNO’ e dal
Maresciallo Giuseppe SERIO”. Questo lo aveva già dichiarato prima ancora al dottore
MONTEMURRO a Roma innanzi ad un altro PM, se ricordo bene disse il dottor ROBERTI mi
sembra, un PM dell’Antimafia di Roma, e l’avevano tenuto tutto segreto perché questo
collaboratore aveva accusato PATERNO’ e SERIO. Perché aveva detto che erano stati gli stessi a
dire: “Riferisci questo, che poi ce la vediamo noi”. Allora io ho sempre riferito, anche al dottore
MONTEMURRO, che io là ero innocente, lo confermo anche adesso che ero innocente. È stato fatto
tutto un incastro. O quell’esplosivo è stato messo da qualcuno apposta per incastrarmi o venne
ritrovato quando già stavano facendo i primi lavori negli scavi, l’hanno trovato e me l’hanno
addebitato a me. Per questo episodio io mi fermo qui. Poi nell’estate del 2000 per gli stessi
motivi quando sono uscito poi dal carcere, ho continuato a frequentare tale ITTICA
VALDAGRI. Ebbi una soffiata da un amico molto vicino al VITALE, che presso gli uffici
di VITALE doveva avvenire una riunione, una riunione importante e messa allo stretto, a
questa persona, mi facevo riferire giorno, più o meno anche l’ora. Mi appostai nei pressi
dell’ITTICA, era di mattina di domenica intorno alle ore 10:00… 10:00, circa le 11:00
erano, vidi arrivare una Croma di colore Bianco con quattro persone a bordo. Riconoscevo
la dottoressa GENOVESE, il marito Michele CANNIZZARO, il colonnello Pietro
GENTILI e il loro autista un ragazzo alto e grosso che poi ho riconosciuto meglio. Con
una Mercedes scura vidi arrivare il dottor Vincenzo AUTERA, il dottor Giuseppe
GALANTE e una terza persona che non ho riconosciuto. Vidi arrivare
contemporaneamente altra Mercedes di colore chiaro e riconobbi subito di chi si trattava:
era l’imprenditore Gino LAVIERI di Policoro in compagnia di Walter MAZZIOTTA,
banchiere di Policoro. Tutti, man mano che arrivavano, entravano all’interno dell’ufficio.
Dopo aver atteso un po’ per vedere se arrivavano altre persone, mi avvicinai proprio sotto l’ufficio,
dove riuscivo a vedere benissimo le auto e le fotografai tutte. Riprendendo i rispettivi numeri di
targa, avevo anche fotografato i loro arrivi. Girando gli angoli dell’ufficio arrivai proprio sotto le
finestre per vedere se riuscivo a sentire qualcosa, ma nulla riuscivo a sentire. Ad un tratto a forte
velocità sopraggiungevano altre due auto. Mentre giravano per attraversare il bacino e mettersi dal
lato opposto, dove vi erano gli uffici, le due auto si fermavano imboccando prima la strada verso il
mare. Rimasi nascosto per vedere se tali auto tornassero indietro. Trattavasi di una Golf bianca e
una Thema Ferrari di colore amaranto. Dopodiché vidi andar via la Croma bianca con il solo
autista. Le due auto, che avevano preso la strada verso il mare, tornarono indietro e si
parcheggiarono vicino le altre e vidi scendere due persone da un’auto e due dall’altra. Entrarono
anche loro nell’ufficio. In questa ultima occasione credo che venni notato, in quanto mi avevo
esposto un po’ troppo e decisi di uscire allo scoperto. Con faccia tosta andai a bussare all’ufficio e mi
venne avanti il solo VITALE che mi invitava ad andare subito via. Mi chiedeva: “Come sei
entrato?” Gli rispondevo: “A piedi”. Perché lì c’è un cancello all’entrata e bisogna fare un po’ di
strada a piedi, sennò il cancello non l’aprivano perché c’erano telecamere all’epoca e come sentivano
la mia voce non aprivano mai non aprivano. Chiedevo di farmi entrare e lo stesso diventò
pallido e riferii subito che già sapevo chi stava all’interno. Lo forzai e così mi fece vedere
da tutti: GALANTE, AUTERA, GENOVESE, GENTILI. Gli dissi un casino di parole
offensive chiamandoli imbroglioni etc. L’unico che cercava di calmarmi era LAVIERI che
conoscevo benissimo già da allora. Intuii che stavano progettando qualcosa di grosso a
livello economico. Mi riuscirono a strappare la macchina fotografica che avevo nel
marsupio, si pensavano che ero armato, cercavano di ragionarmi di stare calmo,
riferendomi sia AUTERA che GALANTE e GENOVESE che mi avrebbero aiutato
economicamente se io in zona non facevo succedere casini, nel senso che non dovevano
scoppiare bombe, non dovevano accadere attentati dinamitardi. Gli stessi cercavano di
avere un dialogo con me come se la mia presenza gli faceva piacere e non più scomoda. Il

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LAVIERI e il MAZZIOTTA andarono via. Andarono via anche le altre 4 persone che erano giunti
con la Golf e la Thema Ferrari. Quando salutarono ho riconosciuto accento calabrese. Rimasi da
solo con il VITALE, GALANTE, GENOVESE e il marito, AUTERA e GENTILI. Cercavano
un dialogo con me, facendomi capire con discorsi un po’ strani se potevo fare qualcosa ad
ALTIERI Mario. Facendomi capire, con discorsi un po’ strani, che dove ci trovavamo
doveva avvenire un “paradiso terrestre” e che per colpa di uno stronzo il tutto era stato
bloccato. Alchè rispondevo di chi si trattava, rispondevano: “Del Sindaco di Scanzano
Jonico”. Incomincia a malignare un po’ mantenendomi nel dialogo in quanto pensavo che gli stessi
mi stessero ingannando. Pensando subito a chi mi aveva dato la soffiata come se il tutto era una
scusa di questa riunione per farmi arrivare lì ed avere un incontro con questi personaggi. Continuai
a malignare e non mi aprivo nel discorso che gli stessi cercavano di portare avanti. Arrivò dopo il
Capitano MAGRINI, all’epoca era il Capitano della Compagnia di Policoro, a me non mi vide in
quanto mi fecero nascondere, si salutarono tutti escluso AUTERA che rimase in altra stanza con
me. Appena MAGRINI andò via mi fecero andare via anche me. Successivamente mi convocarono
ancora, ma non andai in quanto avevo paura che gli stessi potevano incastrarmi. All’epoca ero
l’unico della mia famiglia che mi trovavo in libertà e pertanto mi temevano abbastanza e non ho mai
creduto al fatto che mi volevano aiutare economicamente. Pensavo solo al fatto che mi volevano
incastrare e togliermi ancora di mezzo. Pertanto non ho avuto fiducia e da loro ho mantenuto le
distanze. …………..OMISSIS. Anche il giudice AUTERA ha una villa a Metaponto Lido, che
utilizza l’estate; è socio a MARINAGRI, ha un prestanome; lo stesso in passato partecipò a festini a
luci rosse. ……….OMISSIS.
SCARCIA Salvatore – ………………OMISSIS. Il dottor Michele CANNIZZARO venne
coinvolto anche nell’indagine denominata TANGENTANAS nel 1994-95 dalla Procura di
Potenza. E anche qui la sua posizione venne coperta dalla moglie GENOVESE. In altra
occasione ho avuto modo di vedere il Colonnello GENTILI a Potenza nel 2002, inizio
2003. Quando mi vide si stupì della mia presenza in libertà presso il Tribunale di Potenza.
Mi recavo presso questo Tribunale in quanto stavo facendo un processo denominato
BASILISCHI ed un altro denominato “EPILOGO”. Mi chiese, vedendomi con le stampelle,
cosa mi fosse accaduto e gli riferii che avevo subito degli interventi al ginocchio. Sapendo
che venivo da Taranto, in quanto dovevo firmare da lui, mi portò fuori dal suo ufficio e mi
riferì di lasciar perdere VITALE e stare lontano da Policoro, mi riferì che lui non ci
metteva nulla a farmi riarrestare subito. Non lo risposi per non compromettere la mia
detenzione in quanto, conoscendo il mio carattere, poteva succedere di tutto in quel
momento e non volevo mettere in rischio il beneficio che avevo ottenuto a Taranto. Ma feci
sentire la mia voce al VITALE, facendo arrivare un mio messaggio, che doveva riferire ai suoi amici,
che a me dovevano lasciarmi in pace, altrimenti si andava a finire male.
………………………OMISSIS.
SCARCIA Salvatore – In riferimento a quello che io ho raccontato all’inizio, al caso dell’ITTICA
VALDAGRI, voglio mostrarvi un verbale di dichiarazioni di un collaboratore di giustizia
SCARCIA Giuseppe, quale essere mio fratello, che nel 1998, nel mese di gennaio, il giorno 24 è
scritto qua: <<…ore 11:00 in Potenza, Presso la Casa Circondariale di Potenza, avanti la dottoressa
Felicia GENOVESE e dottor Vincenzo MONTEMURRO, assistiti per la redazione del presente
verbale dal Maresciallo Capo TRITTO Carlo, effettivo al nucleo Operativo Carabinieri di Matera, è
comparso SCARCIA Giuseppe>>. Dove fece una serie di dichiarazioni in questo verbale. In questo
verbale SCARCIA Giuseppe riferì alla dottoressa GENOVESE e al dottore Vincenzo
MONTEMURRO che il sottoscritto, con la buonanima di mio padre, dal signor VITALE titolare
dello stabilimento ITTICA VALDAGRI, paga regolarmente 50 milioni all’anno a mio padre e a mio
fratello SCARCIA Salvatore (riferì). In riferimento a tutte le accuse che mi fece all’epoca mio
fratello io ho subito un processo, ho subito, con una serie di sfilate di testimoni, dove non ho mai

192
notato o visto che VITALE venne in Tribunale anche a dire: “E’ vero, non è vero, è bugia…”
niente. Ritengo che il VITALE all’epoca non venne per niente sentito dagli stessi giudici, è stato
tenuto proprio da parte. Io ritengo che anche qui abbiano fatto un’omissione perché il VITALE non
venne sentito, perché se era stato sentito, anche a negare per dire tale circostanza, che non penso che
lo facevano negare, a limite lo avrebbero convinto ad accusarmi.
PROCURATORE – Mi fa vedere un attimo…?
SCARCIA Salvatore – Sì, questo ve lo lascio…
PROCURATORE – Ah lo lascia. Allora, si dà atto che il signor SCARCIA produce copia di
interrogatorio reso innanzi appunto ai Pubblici Ministeri GENOVESE e MONTEMURRO il 24
gennaio del ’98 da SCARCIA Giuseppe, nell’ambito del procedimento penale numero 110/97
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza. Atto che viene allegato al presente
interrogatorio.
SCARCIA Salvatore – Quello che io stavo dicendo prima è, avendo un personaggio del genere,
loro non avrebbero messo niente a farmi accusare da VITALE, perché hanno portato una serie di
persone che non finivano mai a farmi accusare nel Tribunale di Matera e di Potenza, che poi alla
fine sono stato assolto dappertutto, perché è venuto fuori l’inattendibilità dei collaboratori di
giustizia e sono emersi degli episodi dove gli stessi collaboratori hanno riferito che erano stati
pilotati, manovrati a dire determinate cose. Avendo il VITALE tra le mani quando SCARCIA
Giuseppe ha detto che paga 50 milioni a SCARCIA, perché non l’hanno sentito? Perché non
l’hanno portato in Tribunale? Perché lo dovevano tenere da parte, lo dovevano tenere al
VITALE, non farlo figurare nelle aule dei Tribunali perché era una persona
importantissima e da tenerlo fuori, sennò altrimenti poi tutti iniziavano a scoprire già
dall’epoca tutto il malaffare che loro hanno lì dentro, perché sono tutti soci, sono.
Maresciallo MUSARDO – Signor SCARCIA scusi, giusto un chiarimento se lei ne è a
conoscenza. Lei più di una volta ha parlato di soci occulti, che sarebbero i giudici che ci ha
nominato, tramite dei prestanomi, ma prestanomi… è a conoscenza dei nomi dei prestanomi?
SCARCIA Salvatore – Non li so io i prestanomi, se lo sapevo lo dicevo subito senza problemi. Ci
sono dei prestanomi, io vi dico ci sono dei prestanomi, e uno è da cercare in questo LAVIERI:
indagate questo LAVIERI Gino. Questo è un imprenditore edile.
………………………………………..OMISSIS……………………………………………
SCARCIA Salvatore – Indagate su questo LAVIERI Gino, perché lui…
……………………………………..OMISSIS……………………………………………..
SCARCIA Salvatore – Allora nel mese di marzo del 2007, è stata emessa una… è stata eseguita
una custodia cautelare…
PROCURATORE – Nel 2007, cioè adesso?
SCARCIA Salvatore – Sì. Una custodia cautelare della Procura Antimafia di Potenza di cui
questa custodia cautelare, chiesta dal PM dottoressa GENOVESE, firmatario la dottoressa
ROMANIELLO, raffigurava il nome di Luca LAVIERI. Luca LAVIERI, dove a suo carico
nonostante aveva delle intercettazioni non è stato arrestato. Io se volete, io leggo quello che è scritto
qua.
PROCURATORE – Questo ce lo può dare? No?
SCARCIA Salvatore – Facciamo una copia?
PROCURATORE – Facciamo una copia, sì.
SCARCIA Salvatore – Questa è l’intercettazione…
PROCURATORE – E’ inutile che la legge. Guardi, questa è l’ordinanza di custodia cautelare…
no?
SCARCIA Salvatore – La richiesta…
PROCURATORE – …la richiesta di misura cautelare emessa nell’ambito del procedimento
579/04. Quest’atto lei come l’ha avuto?

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SCARCIA Salvatore – Quest’atto l’ho avuto in quanto venne portato un ragazzo presso questo
istituto ed era stato in cella con me e se l’è dimenticato, se l’è dimenticato perché venne scarcerato
dopo il riesame e la fretta e furia andò via e mi rimase in cella a me e io ho dato un’occhiata e l’ho…
PROCURATORE – Allora, questo che lei voleva leggere, è un atto che si trova a pagina 48 della
predetta richiesta di misura cautelare…
SCARCIA Salvatore – Dell’allegazione, sono degli allegati questi che vanno alla misura cautelare.
PROCURATORE – Degli allegati alla misura cautelare.
Va bene.
SCARCIA Salvatore – Qui c’è una intercettazione che si parla: <<Alle ore 20:48 del 18.6.2004
Roberto SURIANO chiama Luca LAVIERI. È una conversazione che mette in risalto il consumo di
cocaina da parte dei due personaggi e la particolare confidenza con l’argomento da parte di
LAVIERI Luca>>. <<Alle ore 01:56 del 22.06.2004…>>
PROCURATORE – Scusi signor SCARCIA, siccome abbiamo dato atto che l’acquisiamo, è inutile
che ce lo legge, questo l’acquisiamo.
SCARCIA Salvatore – Ah…
PROCURATORE – Se lei vuole aggiungere qualcosa con riferimento all’atto.
SCARCIA Salvatore – No, si parla di droga qua.
PROCURATORE – Cioè l’atto lo prendiamo, quindi è inutile che lo legge, se lei vuole dire
qualcosa rispetto all’atto…
Maresciallo MUSARDO – Il motivo per il quale secondo lei è importante…
PROCURATORE – Perché ne sta parlando?
SCARCIA Salvatore – E’ importante perché ritengo che anche qui ci sia stato un intervento da
parte di GALANTE verso la ROMANIELLO, a non arrestare questo ragazzo.
PROCURATORE – L’intervento del Procuratore verso il GIP che ha emesso la misura?
SCARCIA Salvatore – Sì.
Maresciallo MUSARDO – Per quale motivo non doveva essere arrestato questo ragazzo?
SCARCIA Salvatore – E perché è figlio del noto imprenditore Gino LAVIERI…
PROCURATORE – Del quale avete parlato prima?
SCARCIA Salvatore – Di quello che ho parlato prima, compare di GALANTE…….omissis”.
Riferiva il Ten. Col. dei Carabinieri Salvino PATERNO’, all’epoca dei fatti Comandante
della Compagnia Carabinieri di Policoro:
“….OMISSIS. PROCURATORE – Senta, all’epoca di quei fatti dal punto di vista criminale,
SCARCIA Salvatore che ruolo aveva?
PATERNO' Salvino – Sì, capo clan, vabbè, c’era il clan SCARCIA che era comandato da
SCARCIA Emanuele. Clan totalmente familiare: il padre e sette fratelli, se non vado errato.
SCARCIA Salvatore era il fratello maggiore, no vabbè, fra i fratelli maggiori, però quello che dopo
che il padre morì per crepacuore dopo che il figlio, uno dei figli collaborò con me e diventò
collaboratore di giustizia, morì di crepacuore nel carcere e SCARCIA Salvatore assunse il ruolo di
capo clan.
PROCURATORE – Operava pure nella zona di MARINAGRI, SCARCIA? MARINAGRI, per
capirci…
PATERNO' Salvino – MARINAGRI… parliamo di Enzo VITALE, sì. Per quanto riguarda Enzo
VITALE, per quanto l’ho conosciuto io nel periodo che sono stato là,
era vittima degli SCARCIA, pagava…
PROCURATORE – Vittima di estorsione?
PATERNO' Salvino – Di estorsione, pagava le estorsioni. Era stato minacciato in passato - questo
lo riferì un collaboratore tale DI NOIA Adriano - era stato minacciato proprio da SCARCIA
Salvatore con una pistola e dato che lui tendeva a non pagare, cercava di resistere a queste forme di
estorsioni, SCARCIA Salvatore una sera dentro l’ITTICA VALDAGRI con il calcio della pistola lo

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colpì in fronte. Dopo che il collaboratore parlò, io andai da VITALE per sentirlo, come persona
informata sui fatti, e per la verità lui all’epoca collaborò, anche perché gli SCARCIA erano stati
tutti arrestati. Quindi per me era una vittima degli SCARCIA. Il progetto dell’ITTICA era solo il
modellino là sopra e non c’era assolutamente nulla…….OMISSIS”.
Con riferimento alle occasioni conviviali consumatesi presso MARINAGRI, ovvero presso
l’ITTICA VALDAGRI, riferiva il dr. GALANTE in denuncia:
“…omissis…la mia frequentazione della predetta azienda risale nel tempo, all’anno 1971, quando
ovviamente MARINAGRI non esisteva, e solo ed esclusivamente per ragioni venatorie (peraltro al
presidente VITALE mi lega una antico sincero rapporto di amicizia, e null’altro); inoltre le stesse
ragioni venatorie sono venute meno già dall’anno 2006, e cioè dal momento in cui il VITALE ha
iniziato i lavori di costruzione del villaggio contestualmente interrompendo l’esercizio dell’attività
venatoria; la mia partecipazione, in MARINAGRI, a riunioni conviviali varie con altri magistrati,
noti politici o ufficiali dei Carabinieri si è limitata a pochissime occasioni risalenti a diversi anni fa
(una sola volta con il gen. Di Napoli, allora comandante regionale dei Carabinieri, tre o quattro
volte con la dott.ssa GENOVESE e con il coniuge, dr. CANNIZZARO, anche lui presente
sporadicamente, sino a tre anni fa, sui terreni dell’azienda per esercitare attività venatoria; poi non
più);…omissis………”.
Anche l’allora Tenente Pasquale ZACHEO, Comandante della Compagnia Carabinieri di
Policoro, segnalava che presso la MARINAGRI, prima ITTICA VALDAGRI, si svolgevano
“pranzi, cene e feste ed incontri vari” a cui partecipavano gli stessi personaggi indicati dallo
SCARCIA, ovvero la GENOVESE e suo marito, dott. CANNIZZARO, GALANTE,
LAZZAZERA (ex Presidente del Tribunale di Matera), il Ten. Col. GENTILI ed il Gen. DI
NAPOLI, all’epoca Comandante Regionale dei CC della Basilicata (il tutto smpre in un
rapporto di inossidabile promiscuità tra controllori e controllati).
Riferiva ancora SCARCIA della richiesta da parte di VITALE Vincenzo, della dr.ssa
GENOVESE, di suo marito, dott. CANNIZZARO, del dr. GALANTE, del dr. AUTERA e
del Col. GENTILI (all’epoca ancora in servizio quale responsabile della Sezione di Polizia
Giudiziaria – aliquota Carabinieri presso la Procura della Repubblica di Potenza), di
“…..fare qualcosa all’allora Sindaco di Scanzano Jonico dott. ALTIERI…”. In merito a tale
episodio lo stesso testualmente riferiva quanto segue: “……OMISSIS. Rimasi da solo con il
VITALE, GALANTE, GENOVESE e il marito, AUTERA e GENTILI. Cercavano un dialogo con
me, facendomi capire con discorsi un po’ strani se potevo fare qualcosa ad ALTIERI Mario.
Facendomi capire, con discorsi un po’ strani, che dove ci trovavamo doveva avvenire un “paradiso
terrestre” e che per colpa di uno stronzo il tutto era stato bloccato. Alchè rispondevo di chi si
trattava, rispondevano: “Del Sindaco di Scanzano Jonico……OMISSIS”.

Riferiva ALTIERI Mario, Sindaco di Scanzano Jonico all’epoca dei fatti relativi alla
MARINAGRI, di essersi opposto agli atti amministrativi posti in essere dalla Regione
Basilicata a favore del progetto della MARINAGRI. Il motivo della sua ferma opposizione
era da individuare in alcune irregolarità che lo stesso aveva rilevato nell’iter che la
Regione, all’epoca presieduta da BUBBICO Filippo, voleva seguire, in tal modo favorendo
un privato (la MARINAGRI e per essa il suo amministratore VITALE Vincenzo) a
discapito dell’interresse pubblico. L’ALTIERI ricollegava tutte le sue disavventure
giudiziarie e le minacce ricevute dalla criminalità organizzata a mezzo di attentati
incendiari e attraverso l’uso di esplosivo, alla sua posizione riguardo al progetto
MARINAGRI, ovvero all’iter amministrativo che si voleva seguire al fine di renderne
possibile la realizzazione. Riscontra lo SCARCIA riguardo la richiesta fattagli da VITALE,
GENOVESE, CANNIZZARO, GENTILI ed AUTERA, “….di fare qualcosa ad ALTIERI…”;

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ulteriore riscontro è quello relativo alla presenza dei magistrati presso la sede della
MARINAGRI in occasione di pranzi e cene organizzati dallo stesso VITALE.
Riferiva l’ALTIERI:
“……..Omissis. P.M. dott. DE MAGISTRIS – Stava dicendo, che cosa successo?
ALTIERI Mario – Adesso le spiego. Tutto questo parte dal ’98. Chiaramente ci sono dei rapporti
molto molto amichevoli e confidenziali tra l’ex Procuratore della Repubblica della DDA di Potenza,
GALANTE, che vive a Scanzano, cioè ha una azienda agricola di Scanzano, una azienda agricola
che ha acquistato trenta anni fa dal VITALE, riveniente da un'altra operazione grossa che fece il
VITALE; tutti i terreni di Scanzano, tutta la città di Scanzano era di proprietà di una società che si
chiamava SAIS, Società Agricola Immobiliare Scanzanese o Scanzano, non ricordo… Stavo
dicendo, quindi vive a Scanzano. E da loro periodicamente ci sono dei pranzi che hanno fatto in
questo periodo, in questi anni – diciamo ciclicamente una volta ogni venti giorni – dove
partecipavano a questi pranzi quattro o cinque persone, tra cui il VITALE e il GALANTE, spesso
organizzati da un signore di Policoro che vende pianoforti etc., adesso non ricordo il cognome.
Naturalmente a questi pranzi – che poi si dilungano per alcune ore – chiamano sempre a suonare
qualcuno e quasi sempre chiamano a suonare un mio amico di Scanzano con la fisarmonica e la
chitarra. E il mio amico è da cinque - sei anni, dal 99, 2000, che mi dice: “Mario stai attento
perché c’è VITALE che sta dicendo continuamente a GALANTE: Non sei capace di farmi
fuori sto delinquente di Scanzano, sto Sindaco di Scanzano...” E in effetti il GALANTE
tenta una grande operazione. Mi iscrive in un registro – perché io presumo, poi ho
acquisito, ho saputo che le Procure per non chiedere le autorizzazioni hanno tre filoni per
mettere sotto controllo un cittadino: traffico di droga, traffico di armi e il 416 bis – mi
iscrive in un registro, che tenevano evidentemente aperto, per traffico di armi. Tra l’altro
questo mi ha fatto pure molto piacere perché io sono contro la caccia, non ho mai avuto una pistola,
mai un porto d’armi, mai un fucile, nella tradizione della mia famiglia non abbiamo mai avuto
un’arma, però mi iscrive nel registro traffico di armi e mi mette sotto controllo telefonico –
perché ho avuto poi in alcuni procedimenti modo di vedere – e soprattutto una microspia
in macchina che ho portato per tre anni. Evidentemente cercavano tangenti, cercavano
appalti truccati etc., etc. Dopo tutto questo, dopo quattro o cinque anni, forse per giustificare le
spesa, etc., etc., sulla base di uno scherzo… – e adesso io le dico fatti che sono anche scaduti come
tempi di indagine e ancora non sappiamo dove devono portare, ma io le dico perché lei possa in
futuro avere cognizione, in base a come si svilupperanno i fatti, della verità che io le sto confessando
– …sulla base di uno scherzo che abbiamo fatto ad un amico, questi mi fanno una operazione per
brogli elettorali, una cosa che non c’è né in cielo né in terra, tra l’altro utilizzando, dico io, anche
come strumento, il capitano dei Carabinieri di Policoro ZACHEO, il quale anche di recente, che ho
parlato, ho chiesto: “Ma lei è convinto che ci sono stati brogli elettorali?”, dice: “Sì”, dico: “Vabbè,
allora non ne parliamo”. Nonostante i Carabinieri hanno fatto verifica che tra tutte le schede…
tutte le persone… casa per casa… perché sono quattromila e rotti votanti, sono andati a verificare i
votanti con le schede elettorali e hanno coinciso perfettamente, per ben due volte. Allora mi
montano su e l’operazione è firmata dottoressa GALANTE - GENOVESE. Io le devo portare – che
stamattina non le ho portato – un articolo che ho fatto quindici giorni prima che operassero la
grande operazione della custodia cautelare, nel quale denunciavo lo stato di incompatibilità di
alcuni magistrati nella Procura di Potenza, perché non si poteva tenere una Vice – presumo che
abbia il ruolo di Vice – con il marito che è stato nominato… La DDA di Potenza ha fatto, negli
ultimi dieci anni, una lista elettorale, perché il connubio che c’era tra il vertice, la giunta
regionale e alcuni esponenti dell’economia lucana, era tale per cui, ogni qualvolta si
dovevano fare liste elettorali, c’era qualcuno emergente che doveva essere scardinato,
subito gli arrivavano avvisi di garanzia. E uno di questi protagonisti, di queste vittime, è stato
proprio l’attuale Presidente della Regione De FILIPPO, il quale è stato arrestato e gli hanno fatto

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un processo nel giro di tre quattro mesi nel quale è risultato assolto, come si chiama la procedura…
d’urgenza…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Rito abbreviato?
ALTIERI Mario – Rito abbreviato sì. E, guarda caso, in quel periodo, subito dopo quel periodo, DE
FILIPPO ha dovuto mollare il suo uomo nominato in una ASL del potentino, lo ha dovuto mollare
perché lo difendeva, perché poi si sa, la politica e i partiti si dividono, il sottogoverno è normale,
ogni partito ha gli uomini suoi, DE FILIPPO nel momento in cui ha mollato quello, guarda caso, ha
potuto fare pure il Presidente delle Giunta Regionale, perché mollando quello c’è stato un turnover
poi, per poter portare il marito della GENOVESE a Direttore Generale dell’ASL di Potenza, del
San Carlo di Potenza. ………………….OMISSIS.
ALTIERI Mario – Perché che succede? Che succede? Che succede? Che qui poi le cose si
intrecciano e si intrecciano anche con il comune amico ZACHEO, devo dire la verità, il quale… Io
voglio dire, una persona che io pensavo che fosse complice di tutto il disegno criminoso che è stato
ordito ai miei danni, però quando ho visto che ha sostenuto questa operazione MARINAGRI, è stato
uno dei protagonisti, diciamo, a denunciare etc., etc, io sono andato a trovarlo. Io avevo preparato
una lettera a mia firma, perché io firmo le mie lettere sempre, un esposto ai vertici dei Carabinieri e
della Procura sul comportamento di ZACHEO. Perché quando avremo modo, spero anche in sua
presenza, io le voglio esporre con documenti alla mano come si costruisce una associazione a
delinquere, soprattutto con l’aggravante dell’articolo 7, anche se la Cassazione l’ha distrutto. E
pensavo che fosse questo. Quando ho visto questo sono andato a trovarlo e ho detto, dico: “ Non vi
davo l’un per cento di credibilità, ma dopo questa operazione forse avete guadagnato il cinquanta
per cento. Infatti sono felice di non aver spedito la lettera perché mi sono posto il problema, nel
momento in cui la dovevo spedire, se non fosse in buona fede il vostro comportamento.” E così non
la spedii. Però, storia recente, di una settimana fa: io sono titolare di una televisione, sempre su una
operazione – anche se ZACHEO si è giustificato che era vecchia di due anni fa – mi imbastiscono,
mi sequestrano la televisione, che domani mattina il Tribunale del Riesame dissequestrerà e che io
denuncerò perché ci sono tutti gli estremi, quei rari casi dove posso portare il GIP direttamente in
sede civilistica per danni, perché la televisione la può chiudere solo il ministro, a meno che non c’è
traffico di droga, di armi e non ci sono altri reati, per l’aspetto editoriale solo il ministro può
chiudere una televisione. Il GIP Romaniello si dichiara incompetente, scritto nel decreto, ce l’ho
qua, incompetente, però dice: “Sequestro e mando gli atti alla Procura di Matera”. Cioè è una cosa
gravissima, perché ha preso coscienza che è incompetente, quindi non mi poteva assolutamente… ,
sulla base di un articolo del 2004, una denuncia fatta da un giornalista del 2004, il giornalista che
mi ha fatto due mesi fa un articolo proprio sulla vicenda MARINAGRI – quando avete fatto
scoppiare il primo caso, la prima fase etc., etc. – mi ha intervistato lodando che… l’unico che ha
mantenuto sempre queste posizioni, facendo un bel articolo di lode.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Perché ve l’hanno sequestrata ? Cioè qual’era l’ipotesi di
reato? Diffamazione?
ALTIERI Mario – Per diffamazione, sono servizi che facemmo… nel 2004… per questo motivo.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Su questa vicenda del… lei ha avuto modo di interloquire con
qualche magistrato di Matera su questa vicenda del sequestro della televisione?
ALTIERI Mario – Sono stato a trovare CHIECO una settimana fa.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Il Procuratore ?
ALTIERI Mario – Il Procuratore, spiegandogli un pochettino la cosa, siccome ero andato a
Potenza perché volevo fare subito una richiesta di dissequestro al PM che aveva fatto la cosa. Ha
detto: “No, ho mandato già le carte a Matera”. Bugia, perché stamattina ancora non sappiamo se
sono arrivate le carte a Matera, per fortuna domani c’è il Tribunale del Riesame. Però è la
ROMANIELLO che ha firmato la cosa e la ROMANIELLO è succube psicologica della
GENOVESE. E questo è l’ultimo colpo di coda che mi ha fatto la GENOVESE con

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GALANTE. Chiaro? Perché GALANTE vive a Scanzano, c’ha il figlio notaio, che non è
titolare del distretto di Scanzano però ha lo studio lo stesso. E chiaramente ci sono dei
precedenti con il GALANTE, ma adesso non voglio portare troppa carne a cuocere.
…………………………………………..OMISSIS………………………………………..
ALTIERI Mario – …………..Omissis. Torniamo un pochettino invece ai rapporti. Le stavo
dicendo che io ho subito due incendi ad una mia attività per un danno di 500.000 euro, una
attività che ho a Scanzano di raccolta plastica, siccome, diciamo, è una zona molto
agricola, c’è molto uso di plastica, quei tunnel che si mettono sulle colture agricole e
quindi, diciamo, c’è una attività dove raccolgo la plastica; ho subito una lettera
minatoria nel 2001 con un detonatore dentro, tutte cose che ho denunciato regolarmente,
sia chiaro; e vicino alla televisione, quando la stavo per aprire, abbiamo dovuto rinviare
di due anni l’apertura perché abbiamo trovato una bomba, una bomba non esplosa, una
bomba che la Polizia di Scanzano…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Questo lei lo ricollega in qualche modo a questa vicenda
MARINAGRI?
ALTIERI Mario – Io? In quegli anni l’unica cosa significativa era solo la MARINAGRI.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – La battaglia politica che lei stava facendo di un certo peso…
ALTIERI Mario – Non esisteva niente prima…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Stava dicendo l’unica attività…
ALTIERI Mario – Era questa. Io mi sono portato… sono stato… – non so se sono stato chiamato o
se sono andato, adesso questo è un aspetto… – alla DDA di Potenza su questa vicenda dei bossoli
(soprattutto della lettera e degli incendi) e fui sentito dalla GENOVESE alla presenza di
GALANTE e io esposi l’unico mio sospetto – ma non era di più di un sospetto – e l’unico
motivo che potevo avere di preoccupazione era questa posizione che avevo sulla
MARINAGRI, gliel’ho fatto mettere a verbale ed è finita lì. Quindi queste mie pressioni
malavitose le collegava soltanto alla mia posizione sulla MARINAGRI.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – E questo lei fino a quando ha avuto sentore, oltre che contezza
diretta per gli episodi che ha raccontato?
ALTIERI Mario – Fino a quando sono venuti i commissari ad acta, dopo di che non ho avuto più
fastidi, se non poi, i fastidi più grossi che sono venuti direttamente della DDA con l’operazione di
SCANZANO.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – E lei la collega a questa sua… ?
ALTIERI Mario – E’ direttamente collegata, no la collego, è direttamente collegata, perché
se c’è reato significa che non è collegata, significa che io sono un malavitoso e significa
che la DDA ha fatto una bella operazione, ma siccome il reato non c’è perché non è mai
esistito il presupposto del reato… L’unico presupposto sta che il Sindaco di Scanzano ha
raccomandato dei presidenti di seggio, una cosa che io faccio politica da trentacinque anni e non ho
mai fatto, che però mi vedevo ogni volta gli stessi presidenti di seggio etc., etc., e tutti quanti mi
dicevano: “No basta un avvocato…”e cose. E’ capitato nel 2005 che abbiamo fatto una riunione
politica una mattina a Potenza e mentre ce ne venivamo – ero con l’avvocato LABRIOLA,
Presidente dell’Ordine, Dirigente Provinciale di Alleanza Nazionale – ha detto: “Mario, ti dispiace
se perdiamo mezzora che devo passare dalla Corte d’Appello?” Siccome era due mesi prima che…
dico: “Ma scusa ma chi fa le nomine per ste cose?” Dice: “La dottoressa tot, la segretaria del
presidente…”
P.M. dott. DE MAGISTRIS – La LO NIGRO ?
ALTIERI Mario – La LO NIGRO. Dico: “Scusa, ma non me la puoi presentare?” Dice:“Sì, sì”.
Me l’ha presentata etc., etc, gli ho segnalato dei nominativi. Quella LO NIGRO mi disse quella
mattina, dice: “Vedete Sindaco che noi abbiamo avuto le direttive che dobbiamo prendere presidenti
che hanno già avuto delle esperienze, perché siccome combinano sempre casini etc., etc, c’hanno

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consigliato di prendere gente già che ha fatto sta cosa”. Dico: “Ma non lo so mo questi se l’hanno
fatto o no”, comunque gli ho dato dei nominativi. Il pomeriggio o il giorno dopo, adesso non ricordo
mi chiamò LABRIOLA, dice: “Vedi che…, chiama la LONIGRO perché ci sono dei problemi sui
nomi che hai dato”. L’ho chiamata, dice: “No vedete, ci sono questi tre quattro nomi che non
l’hanno mai fatto e non li posso nominare”. Allora, siccome tenevo il verbale davanti perché il
verbale, esistono due verbali…, il verbale lo facciamo nei comuni, lo elaboriamo attraverso una
affissione ogni ottobre di ogni anno, dico: “Allora vediamo, questo lo può fare, questo lo può fare…”
e così lei con il registro di là e io con il registro di qua… Se questo è un reato io me ne assumo la
responsabilità, li ho segnalati. Ma da questo poi parte… com’è stato tutto il problema? Che è bene
che si legga la mia deposizione fatta. Uno di questi presidenti di seggio è un giovane avvocato a cui
io… – per gli incarichi professionali da un punto di vista urbanistico (quindi ingegneri, geometri) e
per gli incarichi legali, cerco sempre di coinvolgere tutti i professionisti del paese dandoli una volta
a uno, una volta l’altro – e a questo avvocato avevo dato un incarico per un recupero crediti di una
cessione di lotti nella zona artigianale. Quello mi chiamò una mattina e mi disse, dice: “Sindaco
siete in ufficio che vengo a farvi firmare il mandato?” Dico: “Sì, sì, sono qua – dico – Vincè vieni
che sono qua”. Chiuso. Di fronte a me c’era un giovane laureato in giurisprudenza che faceva
pratica presso l’avvocato, c’era un altro signore, quindi eravamo in tre. Ha fatto il giovane avvocato
– che è una persona serissima, mi meraviglio come certe volte come il diavolo ci mette la coda – mi
dice: “Ma chi era Vincenzo?” “Sì”. “Siccome faccio presidente di seggio – quello non sapeva che
magari io stesso lo avevo pure segnalato tra i nomi – dice: “Fa pure il presidente di seggio…” “vedi
che faccia che fa, dicci se ci mette qualche scheda…” Io questo fatto sui testimoni che c’erano non
l’ho potuto dichiarare perché sennò la GENOVESE me li avrebbe bruciati come testimoni, perché
sono testimoni che se magari un giorno ci sarà il processo, li devo citare in processo, però sulle
intercettazioni c’era scritto, anche sui giornali: “Risate, risate generali, risate a più voci”, quindi
significa che il colloquio non era a quattr’occhi. Allora quando è arrivato questo avvocato, mi ha
fatto firmare, dico: “Vincè ma farai il presidente di seggio pure quest’anno?”. Dice: “Sì, sì”. “E
perché non ci dai una mano con DI LORENZO”, che era il candidato che io sostenevo. Dice: ”No,
già lo so che lo votate, già lo voto pure io”. Dico:“Perché non ci dai una mano che ci metti qualche
scheda in più?” Dice: “Io veramente una scheda me la metto sempre da parte, come tutti i
presidenti di seggio, che se poi alla fine qualche scrutatore non ha annotato qualcuno che si è
distratto, d’accordo con i rappresentanti di lista, etc., etc., la mettiamo in bianco senza strappare
pagine di verbali”. Dico: “Vincè non ha capito, tu quando vedi che c’è meno affluenza cacci tutti dal
seggio.. – un seggio è composto da quattro scrutatori, un segretario, il presidente (sei) e almeno,
come era in quelle regionali, quindici rappresentanti di lista che fanno parte del seggio, nessuno li
può allontanare – …caccia tutti, rappresentanti di lista…, ti chiudi dentro, così non ti vede
nessuno, piglia cinquanta schede, le voti DI LORENZO e le imbuchi dentro”. “Ma no, come devo
fare…”, cominciava a sudare, tutti a ridere, ecco risate generali. “Oh, Vincè, vedi che stiamo
scherzando…” e tutti a ridere, poi siamo andati a bere al bar, etc., etc. Sulla base di questo, siccome
mi inseguivano da cinque anni, da cinque anni mi inseguiva la DDA, con microspie in macchina,
che ho dato in permuta la macchina e sono andato a recuperare del meccanico della concessionaria a
Bari la microspia che avevo in macchina, che me lo ha detto lo stesso meccanico quando ci sono
ritornato, dice: “Vedi qua…”. Ecco perché, oltre a risultare poi dagli atti successivamente…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ritornando un attimo indietro – perché poi le carte del
processo noi le abbiamo prese – quindi lei lo collega all’attività politica ed istituzionale
che lei ha fatto per quanto riguarda la realizzazione del Villaggio MARINAGRI?
ALTIERI Mario – Solo a quello, non la collego, solo a quello. Ed io non sono una persona
che…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Vediamo un attimo i rapporti. L’operazione “brogli di
Scanzano” viene fatta, dal punto di vista giudiziario, dalla GENOVESE e da GALANTE.

199
ALTIERI Mario – Solo.
M.llo MUSARDO – Da un certo punto in poi solo la GENOVESE?
ALTIERI Mario – Sì, perché il GALANTE, a quel punto, aveva la preoccupazione di
essere coinvolto poi direttamente per altre situazioni.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – E quindi vediamo un attimo i rapporti, perché diventa
importante.
ALTIERI Mario – Lo stesso ZACHEO – attenzione chiedeteglielo – ha avuto sollecitazione, in una
settimana più volte, a cucire per chiudere questa operazione.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Allora, vediamo un attimo i rapporti – in parte lei li ha già detti –
tra GALANTE - VITALE ed eventualmente GALANTE con coloro i quali, soprattutto a livello
regionale o a livello di amministrazione di Policoro, hanno voluto fortemente questo progetto, e
GENOVESE - VITALE o GENOVESE politica, in parte lei lo ha già detto, tramite il marito.
ALTIERI Mario – Il rapporto GALANTE - VITALE è un rapporto antico che risale a trenta -
trentacinque anni fa, allorquando GALANTE… allorquando VITALE acquistò la SAIS, che era la
società che era proprietaria di tutti i terreni e di tutti i centri urbani di Scanzano, tranne il centro
urbano che riguardava la riforma agraria. Quindi è una operazione da diverse decine di miliardi
dell’epoca, pagata, mi dicono, a seicentocinquanta milioni. E ci furono una serie di esposti, perché si
trattava di una donazione data ad un orfanotrofio di Napoli e per poter vendere una donazione, ci
vuole il decreto del Presidente della Repubblica. VITALE…, mi pare che l’allora Presidente della
Repubblica era il vostro compaesano…, come si chiamava?
P.M dott. DE MAGISTRIS – Leone ?
ALTIERI Mario – Leone. VITALE riuscì ad avere la cosa e quindi acquistarono questa cosa. Però,
siccome ci furono una serie di esposti in Procura, qualcuno, qualcuno ha archiviato tutti
questi esposti e guarda caso oggi i protagonisti – io faccio soltanto una considerazione – i
protagonisti del vertice della Procura e del Tribunale di Matera di allora, si trovano tutti
proprietari di aree dell’ex SAIS, che oggi sono tutti terreni edificabili.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Cioè chi sarebbero?
ALTIERI Mario – LAZAZZERA, che era Presidente, mi pare del Tribunale, GALANTE che
era il Vice Procuratore mi pare all’epoca, etc, cioè, voglio dire, ed altri per interposte pure
persone, non so, adesso c’è da verificare un pochettino le proprietà, però questi
direttamente e palesemente noti perché sono proprietari. Allora ci sono stati sempre e si
sono sempre coltivati questi rapporti. Anche ai giorni nostri si sono coltivati, ripeto,
questi pranzi e cenette di recente stanno a testimoniare.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma GALANTE, che lei sappia, aveva interesse anche ad acquistare
immobili in MARINAGRI? Ha mai saputo qualcosa di questo aspetto?
ALTIERI Mario – C’è da vedere la cronistoria della proprietà dell’Ittica Val D’AGRI. L’Ittica
VALDAGRI è un’altra società del VITALE e dove ci sono stati in passato diversi soci che poi, per
varie ragioni, sono entrati, sono usciti etc., etc. Non lo so, io non posso riferire fatti di cui non posso
portare prove certe e quindi non mi dilungo a dire se ci sono interessi o non ci sono interessi. Certo
c’è stata tutta attività… Le dico una cosa importante. Il colonnello GENTILE, che mi pare aveva il
grado di colonnello…
P.M dott. DE MAGISTRIS – GENTILI.
ALTIERI Mario – GENTILI, che stava alla DDA, è venuto per sei mesi a fare terrorismo al
sottoscritto al Comune di Scanzano, a sequestrare atti sulla MARINAGRI, etc., etc., per
creare una sorta di pressione psicologica, prima che fossero nominati i commissari ad
acta, chiaramente per condizionare psicologicamente me e gli uffici. Perché avere sto colonnello
periodicamente per gli uffici, chiaramente lei sa benissimo che cosa ingenera anche nei dipendenti e
nei dirigenti. Guarda caso, nel momento in cui va in pensione, questo GENTILI va a fare il
responsabile della sicurezza alla MARINAGRI. Qui c’è qualcosa che non funziona! Allora

200
la DDA, quando è venuta a fare l’inchiesta a Scanzano, siccome la posizione del Sindaco e
dell’amministrazione di Scanzano era in antitesi con Policoro e con la regione, allora
perché hanno archiviato la procedura? Perché hanno trovato evidentemente la posizione
di Scanzano legittima, perché se avessero trovato illegittima la posizione di Scanzano, gli
arresti sarebbero scattati in quella circostanza. E perché l’hanno archiviato? E perché non
hanno inseguito poi invece le posizioni irregolari di Policoro e della Regione Basilicata?
Cioè qui c’è qualcosa che non funziona! Lei mi dice, collegamenti. Ma più collegamenti di questi!
C’è un collegamento diretto tra la DDA e gli interessi MARINAGRI di protezione di una
certa… E devo dire che quando la giunta regionale si spinge a fare questi atti è perché
aveva la protezione di qualcuno in sede giudiziaria.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quindi i collegamenti, lei mi sta dicendo, vediamo se ho capito
bene, non sono solo tra GALANTE – mi pare di capire anche la GENOVESE – e VITALE (quindi
la proprietà di MARINAGRI), ma anche con i vertici della regione e con l’amministrazione di
Policoro?
ALTIERI Mario – Eh, l’amministrazione di Policoro… Io devo dire una cosa. Io sono convinto che
l’amministrazione di Policoro ha agito per ignoranza e non per malafede. Cioè nel senso, un
progetto bellissimo, che porta occupazione, che porta etc., etc., quale amministrazione non lo sposa?
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quindi quando lei parla di legame di copertura si riferisce ai vertici
della regione ?
ALTIERI Mario – I vertici della regione che si sentivano in qualche modo protetti dal
livello giudiziario investigativo.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Si riferisce a BUBBICO ?
ALTIERI Mario – Mi riferisco innanzitutto a BUBBICO che è stato un pochettino
l’anima, diciamo propulsore delle varie iniziative, delle delibere. Si evince. Quale
presidente va a fare un decreto contro una legge che è il piano? Come se io faccio un
regolamento comunale e poi mi faccio un decreto del Sindaco che viola il regolamento
comunale. Non è possibile, non c’è più logica di diritto su queste cose.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Pure la GENOVESE aveva, che lei sappia… – lei ha parlato
di rapporti di frequentazione diretta, fino ad oggi praticamente, tra GALANTE e VITALE
– le risultano pure rapporti tra la GENOVESE e VITALE?
ALTIERI Mario – Allora, il rapporto tra GENOVESE e VITALE è stato creato da
GALANTE perché si dice, ormai in maniera diffusa, che il figlio di GALANTE ha vinto il
concorso a notaio grazie all’intervento del marito della GENOVESE, CANNIZZARO –
questa è voce comune in tutta la regione – perché attraverso la massoneria calabrese è
riuscita a fargli vincere sto concorso. Del resto, mi dicono tutti gli imprenditori che vanno a
fare atti presso il notaio, che non è che spicchi molto per professionalità, soprattutto quando c’era
ancora la possibilità di fare i cambi di proprietà delle auto – questo fatto penso che è di routine, è un
fatto meccanico – si doveva consultare sempre con qualche notaio di Matera, soprattutto con
CASINI di Matera. Quindi da questo poi io dico che la GENOVESE ha acquisito un ruolo
dominate della DDA di Potenza. Perché – e sono convinto di questo – il GALANTE non è persona
intraprendente, il GALANTE soffre la pressione della moglie nell’ambito familiare. Attenzione, vi
sto facendo un profilo dell’uomo, che complessivamente l’uomo non è stato mai motivato da asti o da
iniziative, cioè era abbastanza debole come carattere per non essere un protagonista, però
nell’ambito, secondo me, della famiglia… Io sono sociologo, quindi delle analisi sui personaggi che
frequento e che conosco nell’ambiente – non che frequento nel senso di familiarità, nell’ambiente e
che conosco etc., etc. – cerco di farmele. E noi sappiamo benissimo quanto tutti i funzionari pubblici
possano essere vittime delle proprie mogli, perché magari quando ritorniamo a casa, andiamo a
coricarci insieme, oppure viviamo la vita di coppia, cominciamo a sentire: “Ma hai visto, il tuo
collega si è fatto la villa in montagna, tu per fare la persona onesta, così, colà, non possiamo

201
mandare neanche i figli all’università, etc., etc”. Queste pressioni psicologiche le mogli le
esercitano. Io devo dire che invece la personalità forte della moglie di GALANTE ha esercitato in
passato queste pressioni sul marito per fargli fare passi imprenditoriali e quindi stringere amicizie
con il VITALE, rapporti anche economici, visto che si è comprata una azienda agricola che all’epoca
aveva il suo valore, come ce l’ha pure oggi, perché era una azienda agricola già trasformata, etc. Da
un lato. Dall’altro lato, professionale, nel momento in cui CANNIZZARO ha aiutato il figlio, è
chiaro che la moglie ha acquisito un ruolo importante sul piano psicologico. Ed era la moglie che
teneva i contatti con la giunta regionale e non il GALANTE, era la moglie… cioè pardon,
non la moglie, era la GENOVESE che teneva i contatti. Non a caso le archiviazioni per
tante procedure, denunce ed esposti fatti su BUBBICO e sulla giunta regionale, sono state
archiviate e sono state archiviate dalla GENOVESE o da qualcuno che psicologicamente
ne subiva l’influenza rispetto a ciò che aveva ottenuto. E qui, diciamo, il quadro si chiude.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – I suoi rapporti con l’avvocato BUCCICO?
ALTIERI Mario – I miei rapporti con l’avvocato BUCCICO sono ottimi perché è il mio avvocato,
ancora fino ad oggi. Dico fino ad oggi, perché, per una serie di ragioni cambierò avvocato adesso, per
il futuro.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Perché? Se lo può dire. E’ collegato in qualche modo a queste
attività che stiamo facendo o no?
ALTIERI Mario – No. Perché non posso accettare che BUCCICO, mio legale, sapendo ed
essendo a conoscenza dell’aberrante operazione che hanno fatto ai miei danni…
aberrante, perché come Sindaco, quindi come pubblico ufficiale io mi sono sempre mosso
nell’ambito della tutela dell’interesse pubblico, quindi per essere stato un Sindaco che ha
tutelato l’interesse pubblico è stato colpito perché, guarda caso, non si è piegato ad
assecondare operazioni di questi tipo... Lui ne è a conoscenza, poi nel momento in cui ha
la possibilità di fare una nomina a consulente dell’antimafia, mi nomina la GENOVESE.
Allora c’è qualcosa che non funziona ed io per questo motivo, verificato questo, cambierò
avvocato. Poi per il resto devo dire che non c’è stato mai un legame BUCCICO – MARINAGRI.
……………………………….omissis……………………………………………..
ALTIERI Mario – …………………omissis. Quindi, per esempio, vede, qui BUBBICO ha detto –
poi ritorniamo sulla scorie, non voglio deviare – ha detto: “Sentiti i pareri… – quando ha fatto
il primo decreto che poi è stato bocciato dal Tar – …sentiti i pareri del Sindaco di
Scanzano e di Policoro…”. E’ falso totale… Ma poi il parere di un Sindaco lo si acquisisce
a voce? E il Sindaco può dare anche un parere scritto personale o deve fare una deliberà?
Cioè noi rappresentiamo un ente, ogni parere che dobbiamo dare lo dobbiamo esprimere
attraverso un atto, non è che… Perché qui, lui per giustificare, dice che: “A seguito di
ampia ed articolata discussione, i sindaci dei due comuni interessati hanno formalmente
dichiarato di condividere ed apprezzare gli indirizzi illustrati…” Questo è il decreto che
poi è stato bocciato dove dice che possiamo gestire per comparti il piano. Falso totale, io
non sono stato mai interpellato, del resto se fossi stato interpellato dovevo dire: “Devo
andare in consiglio comunale e acquisire il consenso del consiglio comunale”, io non
posso dare un consenso su un piano che è legge, vi do un consenso verbale. Questo perché mi
ha fatto ricordare adesso questo? Perché una cosa possono essere discorsi e discussioni che ci sono
stati o che possono essere intercorsi (compreso BUBBICO) e una cosa sono gli atti invece. Cioè io
non è che per fare una cosa come Sindaco a livello comunale, sento le persone e dico: “Sentiti…
prendo questo provvedimento”, ma devo acquisire i pareri scritti degli enti coinvolti, non dei
rappresentanti degli enti, pareri verbali dei rappresentanti degli enti, documenti scritti etc. Però,
voglio dire, in quella vicenda, non c’è reato, se non un comportamento scorretto di BUBBICO nei
miei confronti. Ma su questo lo potevo distruggere, non l’ho distrutto politicamente perché mi sento
di essere uomo prima di tutto.

202
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quindi non ci sono fatti penalmente rilevanti che può
rappresentare all’ufficio?
ALTIERI Mario – Politicamente molto rilevanti, penalmente no……….OMISSIS”.
Si evidenzia che VITALE Vincenzo era stato anche coinvolto, come segnalato dai
Carabinieri di Policoro, in una vicenda nella quale era stato indicato di essere il mandante
del tentato omicidio di Decio SCARDACCIONE, per fatti inerenti proprio il
riconoscimento di proprietà di terreni oggi facenti parte della MARINAGRI.
Sia le dichiarazioni dello SCARCIA, che quelle dell’ALTIERI, dimostrano l’interesse
fattiva nella MARINAGRI da parte dell’ex Colonnello Pietro GENTILI, fin da quando lo
stesso ricopriva l’incarico di responsabile della Sezione di Polizia giudiziaria presso la
Procura della Repubblica di Potenza – aliquota Carabinieri. Proprio in tale periodo si
consumano gli interventi del GENTILI finalizzati ad intimorire alcuni personaggi che
ostacolavano il progetto MARINAGRI, tra cui lo stesso ALTIERI.
L’indagine sui “brogli di Scanzano” era stata, inizialmente, condotta dalla Sezione di
polizia giudiziaria diretta da GENTILI. Quest’ultimo, mentre ancora era in servizio,
versava la somma di € 100.000,00 alla ZORES, società che controlla la MARINAGRI, a sua
volta controllata dalla famiglia VITALE e che, una volta congedatosi dall’Arma, è
divenuto consigliere d’amministrazione in seno alla MARINAGRI S.p.a. ed alle sue
controllate, nonché responsabile della sicurezza della stessa struttura, prendendo
residenza all’interno della stessa.
Con riferimento ai rapporti tra sodali si evidenzia che a seguito della perquisizione
effettuata in data 27.2.2007, si rinveniva nel computer ubicato nell’ufficio della Procura di
Potenza, in uso alla dr.ssa GENOVESE, un file concernente una missiva indirizzata: “A S.
E. Il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello Potenza e avente
ad oggetto: Richiesta di prosecuzione del servizio attivo per il Colonnello dei Carabinieri
Pietro Gentili, in servizio presso la Sezione di P.G. della Procura della Repubblica di
Potenza nella qualità di responsabile dell’Aliquota Carabinieri.”””
In merito a tale file la dr.ssa GENOVESE, nella stessa sede intendeva spontaneamente
dichiarare quanto segue:
“……omissis. Con riferimento al documento stampato dal mio computer e relativo alla proposta di
prosecuzione del servizio per il Colonnello GENTILI, non ricordo con precisione in quale momento
e da chi è stato redatto, in quanto riporta il nominativo del Procuratore GALANTE come firmatario
dell’atto. Ricordo però, che si presentò la necessità di consentire al Colonnello GENTILI, Dirigente
della Sezione di P.G. dei Carabinieri presso questa Procura, la prosecuzione di attività di indagini
già in corso in un procedimento di criminalità organizzata relativo al traffico di materiale nucleare.
Ricordo in particolare che il Colonnello GENTILI aveva ricevuto numerose istanze e lettere da una
persona che abbiamo sentito come persona informata sui fatti, per cui il colonnello aveva acquisito la
fiducia di tale persona sentita nell’ambito del procedimento. …….omissis”.
Nella stessa sede veniva sequestrata una certificazione avente ad oggetto “”VITALE
VINCENZO. (nato il 1940) – società MARINAGRI del 26.02.2007.
Del resto è evidente agli atti l’interesse di natura economica al progetto della
MARINAGRI da parte dei coniugi GENOVESE-CANNIZZARO. La dr.ssa GENEVOSE
pur di favorire in ogni modo i VITALE espleta indagini giudiziarie in maniera tale da
danneggiare chi tentava di ostacolare, all’interno delle Istituzioni, l’illecita realizzazione
del complesso turistico (attività investigativa diretta nei confronti dell’ALTIERI).
Sui dati del traffico telefonico sia del dr. CHIECO che della dr.ssa GENOVESE, è emerso
un contatto, di 1026 secondi, in uscita dall’utenza di CHIECO ed in entrata su quella della
GENOVESE, avvenuto in data 23.9.2005, alle ore 10.26. In tale data veniva richiesta

203
l’archiviazione del P.P.121/03 – 21 inerente i fatti riguardanti la MARINAGRI, da parte
della Procura della Repubblica di Matera.
Dall’esame di un CD ROM sequestrato in data 27.2.2007 presso gli uffici della
MARINAGRI, intestato “dati MARINAGRI”, si rinveniva un file nominato “nuova
debitoria.xls”, formato da varie cartelle Excel, delle quali:
- una nominata “ant_ terzi solo sorte capitale” dalla cui lettura si è potuto rilevare che tra i
vari altri soggetti che avevano erogato delle somme verosimilmente a titolo di
finanziamento a favore del VITALE Vincenzo vi fosse anche CANNIZZARO per una
somma pari a £. 120.000.000. Che si tratti di finanziamento al VITALE è di riscontro la
circostanza che a lato di alcune somme nella colonna nominata “garanzia” vi è
l’indicazione dell’assegno bancario tratto dai conti correnti del VITALE Vincenzo e del
figlio Ivan, ovvero delle società al primo riconducibili (SJCI, ZORES, ITTICA) posto a
garanzia dell’erogazione di denaro.
- una nominata “debitoria generale” dall’esame della quale si può evincere la situazione
debitoria aggiornata al 30 settembre 2002 del VITALE e delle società a lui riconducibili
ovvero la ZORES S.r.l., la SJCI S.r.l., la SAIS S.r.l. in liquidazione, la CONSYRIS S.r.l. in
liquidazione, la MARINAGRI S.r.l., l’ITTICA VALDAGRI S.p.a., che ammontava a
£.3.592.470.763, mentre quella del solo VITALE a £.1.480.100.400. Tra i creditori del
VITALE vi è nuovamente il CANNIZZARO per un importo pari a £.180.000.000.
La data di ultima modifica del file “nuova debitoria.xls” è del 21.10.2002 ore 16.43.
Si riscontra, quindi, l’investimento effettuato dal CANNIZZARO nella MARINAGRI.
Sempre a riscontro dei rapporti intercorrenti tra i coniugi GENOVESE – CANNIZZARO e
la MARINAGRI, nelle persone degli amministratori, VITALE Vincenzo e VITALE Marco,
figlio di quest’ultimo, si riporta la trascrizione di una conversazione avvenuta in data
14.2.2007, tra il dott. CANNIZZARO e VITALE Marco.
INTESTATARIO UTENTE
CHIAMANTE
LN VITALE Marco Marco
DATA +393388595329
432 VERSO IMPORTANTE DURATA
14/02/2007
PROGRESSIVO Entrante !! 00:00:29 INTESTATARIO INTERLOCUTORE
12.09.15 CHIAMATO
298 GENOVESE CANNIZZARO
+393356225432
CAMILLO S.R.L. Michele

SINTESI
Marco chiama CANNIZZARO che dice di essere in riunione. Marco chiede se si devono incontrare e
CANNIZZARO precisa che non ce n'è bisogno. sd

C: CANNIZZARO Michele
M: Marco

^^^^^^^^^^^^^^^^
C: pronto
M: ciao Michele sono Marco
C: ciao
M: ti disturbo?
C: no sono in una riunione
M: ah e va bene
C: dimmi
M: niente volevo sapere se ci dovevamo magari incontrare
C: no non c'è bisogno..non c'è bisogno..
M: aah..quindi
C: non c'è bisogno
M: ho capito..va bè
Si salutano
Fine trascrizione.---///

204
In merito all’indagine sui cosiddetti “brogli di Scanzano” nell’ambito della quale
l’ALTIERI verrà tratto in arresto su richiesta proprio della dr.ssa GENOVESE, riferiva il
dr. GALANTE:
“………OMISSIS. M.llo MUSARDO – Perfetto. Allora, dottore GALANTE, ora cambiamo
argomento. Noi vorremmo capire, per quello che è a sua conoscenza naturalmente, perché non
sappiamo se lo ha seguito lei quel tipo procedimento penale…
GALANTE Giuseppe – Scanzano.
M.llo MUSARDO – Scanzano Ionico, i brogli elettorali di Scanzano Ionico. Per quello che è a sua
conoscenza, ci riferisce eventuali anomalie che ha notato in questo procedimento penale? Ovvero
relativamente a – da quello che è potuto emergere – mancate iscrizioni di alcuni soggetti nel registro
degli indagati, se è di sua conoscenza chi fossero questi soggetti, perché non sono stati iscritti e se in
qualche maniera lei ha sollecitato il magistrato delegato (la dottoressa GENOVESE) a questa
iscrizione.
GALANTE Giuseppe – Dunque, io posso riferire gli eventi che attengono al procedimento
cosiddetto “Brogli di Scanzano Ionico” sino al 6 marzo del 2006. Fu la data in cui – apro questa
piccola parentesi – occasionalmente ebbi a scoprire che il Consigliere Regionale di AN, si chiama DI
LORENZO, aveva sposato la figlia di una mia cugina. Non lo sapevo! Siete padroni di credermi, il
Procuratore Generale è padrone di credermi, io lo affermo, io non conoscevo questa circostanza. Era
accaduto che la sera – ricordo perfettamente la data, del 6 marzo – mi abbia telefonato mia cugina
che vive a Mottola in provincia di Bari, dopo venti anni che non ci sentivamo – i rapporti erano, per
così dire, rotti – e con uno stato di apprensione mi chiedeva notizie in ordine al genero. Dico:
“Scusa – si chiama Isa, Isabella – Isa ma chi è tuo genero?”. “Come non lo sai? E’ il marito di mia
figlia, di Titti e cioè il Consigliere Regionale di AN”. “Lo sto apprendendo in questo momento. Ora
tu sai perfettamente che non sono venuto né al matrimonio di tua figlia, non so alcunché di questa
situazione, va bene apprendo che il Consigliere Regionale DI LORENZO è il marito di tua figlia.
Naturalmente non ti posso dire nulla in ordine al procedimento”. Cercai di tranquillizzarla.
M.llo MUSARDO – Perché all’epoca già era venuto fuori, insomma… era stata eseguita la misura
cautelare.
GALANTE Giuseppe – Certo. Alchè, il giorno dopo, io rappresentai per iscritto questa situazione
al Procuratore Generale il quale, dopo una interlocutoria, una missiva interlocutoria, accolse la mia
astensione e nominò al mio posto il dottor Francesco BASENTINI che da quel momento in poi ha
condotto il procedimento insieme alla dottoressa GENOVESE.
M.llo MUSARDO – La GENOVESE era delegata anche?
GALANTE Giuseppe – Era delegata già dal primo momento e ha svolto ,
sostanzialmente , tutte le indagini, sia quelle di carattere tecnico, intercettazioni
telefoniche in particolare, sia quelle di carattere testimoniale, di assunzioni di
informazioni e di acquisizioni documentali. Gli arresti furono fatti, mi pare, nell’aprile del
2005 quando io, coincidenza volle, ero fuori per un viaggio, ero negli Stati Uniti. Cosa accadeva?
Molto dopo, cioè credo nella seconda parte del 2005, io poi… Vabbè gli arresti furono fatti…,
ovviamente gli atti a rilevanza esterna del procedimento portano la mia firma
ovviamente, oltre quella della dottoressa GENOVESE, però le indagini sono state svolte
sostanzialmente e prevalentemente da lei. ……….OMISSIS.”
La data della richiesta di applicazione di misura cautelare nei confronti dell’ALTIERI, il
24.5.2005, è il periodo di massima tensione tra MARINAGRI e l’amministrazione
comunale di Scanzano Jonico in ragione del diniego di quest’ultimo Ente di assecondare le
richieste della MARINAGRI.
Si riporta l’elenco di alcuni degli atti rinvenuti presso la società MARINAGRI a seguito
della perquisizione eseguita in data 27.2.2007, dai quali emerge riscontro circa
l’opposizione dell’ALTIERI al progetto MARINAGRI:

205
- in data 20.7.2000 la MARINAGRI Spa, tramite l’avvocato Piero G. RELLEVA, presentava
l’atto di intimazione e messa in mora nei confronti del Sindaco di Scanzano Jonico e dei
Consiglieri che avevano votato la deliberazione consiliare n. 29 del 23.5.2000 con la quale
annullavano la loro precedente delibera di approvazione dello schema di convenzione per
il comparto B della MARINAGRI;
- con nota n.0015053 del 5.4.2001, Il Ministero del Tesoro, del Bilancio e della
Programmazione Economica – Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione –
Servizio per la Programmazione Negoziata, invia al Presidente della Giunta Regionale
(BUBBICO), ed al Sindaco del Comune di Policoro (LOPATRIELLO Nicolino), nonché, per
conoscenza, al Sindaco del Comune di Scanzano Jonico (ALTIERI Mario) ed al
CONSORZIO COSTA D’ORO, l’atto di invito e diffida trasmesso a quell’ufficio il 4.4.2001,
prot.0014923 del 5.4.2001, dall’avv. SPATA in nome e per conto del Comune di Scanzano
Jonico, chiedendo alle amministrazioni in indirizzo di fornire dettagliati elementi per le
determinazioni di competenza. Nell’atto di contestazione inviato viene richiesto al
Ministero competente di valutare negativamente la proposta della MARINAGRI in quanto
manchevole del requisito della cantierabilità;
- con nota n. 0020125 del 11.5.2001, il Ministero del Tesoro, del Bilancio e della
Programmazione Economica – Servizio per la Programmazione Negoziata, scrive al
Presidente della Giunta Regionale (BUBBICO), ai sindaci di Policoro e Scanzano Jonico e
per conoscenza al CONSORZIO COSTA D’ORO. Con tale nota, il citato Ufficio
Ministeriale segnala un ulteriore atto di invito e diffida del Comune di Scanzano Jonico,
avverso la proposta di contratto di programma in esame, con nota del 2.5.2001 n.0018165;
- con nota n.14167 del 14.12.2001, indirizzata all’on. BALDASSARRI Mario presso il
Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla dr.ssa BITETTI Patrizia presso la segreteria
C.I.P.E., al dr. Carlo SAPPINO presso il Ministero delle Attività Produttive – Direzione
Generale per il Coordinamento degli incentivi alle imprese ed alla dr.ssa PASCOLI Anna
presso il Servizio per la Programmazione Negoziata tutti di Roma, il dr. ALTIERI, Sindaco
di Scanzano Jonico, contesta ancora una volta, con riferimento al progetto MARINAGRI, la
mancanza delle necessarie autorizzazioni e chiede nuovamente la negativa valutazione
dell’iniziativa.
- in data 5.6.2001 con prot. Nr. 10/2201 il CONSORZIO COSTA D’ORO inviava una
comunicazione diretta:
o al Servizio per la Programmazione Negoziata Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e
Coesione Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica, c.a.
Direttore Dr. Alberto Versace;
o al Presidente della Giunta Regionale della Regione Basilicata;
o al Sindaco del Comune di Policoro;
o Al Sindaco del Comune di Scanzano Jonico;
avente per oggetto “Proposta di Contratto di Programma del CONSORZIO COSTA
D’ORO S.c.a.r.l. – Centro Turistico Ecologico Integrato MARINAGRI”, con la quale il
predetto Consorzio riscontrava la nota n. 0020125 del 11.5.2001 del Ministero del Tesoro,
contestando quanto indicato dal Ministero in indirizzo, il quale aveva provveduto alla
segnalazione di alcune problematiche inerenti la MARINAGRI comunicate dal Comune di
Scanzano Jonico;
- in data 4.7.2002 con prot. n. 37/2002 la MARINAGRI Spa invia una comunicazione diretta
al Comune di Scanzano Jonico avente per oggetto: “Piano Particolareggiato esecutivo di
iniziativa comunale Foce AGRI – Trasmissione progetto planovolumetrico esecutivo
Comparto B (Rif. D.P.G.R. n. 711 del 09.09.1997 e D.P.G.R. n. 299 del 16.10.2001), con la
quale la MARINAGRI S.p.a. trasmette il progetto planovolumetrico esecutivo relativo al

206
Comparto B del P.P.E. Foce AGRI e lo schema di convenzione relativo all’attuazione del
comparto B del PPE “Foce AGRI”, riservandosi di trasmettere lo schema di convenzione
relativo alle opere di urbanizzazione che per natura e struttura interessano i territori di
entrambi i comuni;
- in data 27.8.2002 con prot. n. 9659 il Comune di Scanzano Jonico invia una comunicazione
diretta alla MARINAGRI Spa avente per oggetto: “Piano Particolareggiato esecutivo di
iniziativa comunale Foce AGRI. Progetto planovolumetrico esecutivo Comparto B”, con la
quale il Comune di Scanzano Jonico chiede la convenzione tra il Comune di Policoro ed il
Comune di Scanzano Jonico, nei cui territori ricadono gli interventi per la realizzazione del
Comparto B del planovolumetrico esecutivo, inviato dalla MARINAGRI;
- in data 5.9.2002 con prot. n. 49/02 la MARINAGRI Spa invia una comunicazione diretta al
Comune di Scanzano Jonico e per conoscenza al Comune di Policoro avente per oggetto:
“Piano Particolareggiato esecutivo di iniziativa comunale Foce AGRI – attuazione
Comparto B (Rif. D.P.G.R. n. 711 del 9.9.1997 e D.P.G.R. n. 299 del 16.10.2001), con la quale
la MARINAGRI trasmette nuovamente lo schema di convenzione tra la società scrivente
ed il Comune di Scanzano Jonico relativo all’attuazione del Comparto B (per la parte
ricadente nel Comune di Scanzano Jonico) e lo schema di convenzione tra la società
scrivente ed il Comune di Scanzano Jonico relativa alle opere di urbanizzazione che per
natura e struttura interessano i territori di entrambi i comuni, invitando e diffidando a
provvedere a quanto richiesto entro e non oltre 15 giorni dalla data di ricezione della
comunicazione, avvisando che, in difetto, la MARINAGRI avrebbe attivato le procedure
per il commissariamento forzoso;
- in data 5.9.2002 con prot. n.9884 il Comune di Scanzano Jonico invia una comunicazione
alla MARINAGRI e per conoscenza al Comune di Policoro, con riferimento alla nota del
5.9.02 della MARINAGRI avente per oggetto “Piano Particolareggiato esecutivo di
iniziativa comunale Foce AGRI. Progetto planovolumetrico esecutivo Comparto B”, con la
quale il Comune di Scanzano Jonico chiede copia di tutti gli atti deliberativi e concessori
emanati e rilasciati dal Comune di Policoro, successivamente al D.P.G.R. n. 299 del
16.10.2001 e copia di tutti i pareri ottenuti connessi all’inserimento delle aree oggetto
d’intervento, nella Zona SIC (sito di Interesse Comunitario);
- in data 13.9.2002 con prot. n.54/02 la MARINAGRI Spa in risposta alla nota 9884 del 5.9.02
del Comune di Scanzano, invia una comunicazione al predetto comune e per conoscenza
al Comune di Policoro avente per oggetto: “Piano Particolareggiato esecutivo di iniziativa
comunale Foce AGRI – attuazione Comparto B (Rif. D.P.G.R. n. 711 del 9.9.1997 e D.P.G.R.
n. 299 del 16.10.2001), con la quale la MARINAGRI rinnovava l’invito a dare immediato
avvio ai passaggi procedurali necessari a consentire l’attuazione del Comparto B del
Piano, per la parte ricadente nel Comune di Scanzano, sottolineando che i termini di
diffida di cui alla nota della MARINAGRI nr. 49/02 del 5.9.02 si intendono invariati;
- in data 28.10.2002 con prot. Nr. DCN/2D/2002/19603 il Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio invia una comunicazione diretta alla Regione Basilicata – Ufficio
Compatibilità ambientale, al Comune di Scanzano Jonico e al Comune di Policoro avente
per oggetto “Piano Particolareggiato Esecutivo di iniziativa comunale con specifica
considerazione dei valori ambientali “Foce AGRI”, con la quale il Ministero facendo
seguito alla propria nota n. 12431 del 09.07.02, comunicava di essere in attesa di ricevere
notizie circa l’eventuale avvio della procedura di valutazione d’incidenza relativa al Piano
citato in oggetto che tenesse conto delle specifiche caratteristiche e degli obbiettivi di
conservazione del Sito di Importanza Comunitaria: “Costa Ionica Foce AGRI”;
- in data 5.11.2002 con prot. Nr. 57/02 la MARINAGRI Spa inviava una comunicazione al
Comune di Scanzano Jonico avente per oggetto: Piano Particolareggiato esecutivo di

207
iniziativa comunale Foce AGRI – Trasmissione progetto planovolumetrico esecutivo
Comparto C (Rif. D.P.G.R. n. 711 del 9.9.1997 e D.P.G.R. n. 299 del 16.10.2001), con la quale
la MARINAGRI invita e diffida a provvedere a quanto richiesto entro e non oltre 15 giorni
dalla data di ricezione della comunicazione avvisando che in difetto avrebbe attivato le
procedure per il commissariamento forzoso;
- in data 25.11.2002 la MARINAGRI Spa notifica un atto stragiudiziale di diffida nei
confronti del Comune di Scanzano Jonico, nella persona del Sindaco pro-tempore
(ALTIERI), ad approvare lo schema di convenzione tra la MARINAGRI Spa ed il Comune
di Scanzano Jonico relativa all’attuazione del Comparto B del Piano e la convenzione
relativa alla attuazione delle opere di urbanizzazione del Comparto B del Piano che per
natura e struttura interessano i territori di entrambi i Comuni di Scanzano Jonico e
Policoro; ad approvare il progetto relativo alle opere di urbanizzazione del Comparto B e
a rilasciare la concessione edilizia relativa alle opere di urbanizzazione del Comparto B del
Piano, per la parte di opera ricadente nel Comune di Scanzano Jonico;
- in data 5.5.2003 con prot. n.57/02 il Comune di Scanzano Jonico inviava una
comunicazione alla MARINAGRI Spa avente come oggetto: “Richiesta copia atti”, con la
quale riscontrando la nota della MARINAGRI avente prot. n.4681 del 28.4.2003 il Comune
di Scanzano Jonico trasmetteva la nota n.1046 del 13.3.2003, inviata dal predetto Comune
al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio nonché al Ministero delle Attività
Produttive, in risposta alle informazioni richieste dallo stesso Ministero, con nota n.
DCN/2D/775/2003, con la quale tra l’altro chiedeva la negativa valutazione della
proposta del contratto di programma avanzata dalla MARINAGRI.
Infine, si evidenzia che il dr. ALTIERI, fin dal 2001, aveva segnalato alcune irregolarità
rivenienti nell’approvazione del P.P.E. e nel progetto della MARINAGRI con specifici
rilievi al Ministero delle Attività Produttive, poi Ministero dello Sviluppo Economico.
Quanto segnalato dall’ALTIERI al predetto Ministero aveva creato delle difficoltà alla
MARINAGRI in merito all’approvazione del finanziamento al C.I.P.E.. Di riscontro è la
circostanza che la MARINAGRI, nell’aprile del 2001, rilevata l’impossibilità di superare le
difficoltà opposte dal Comune di Scanzano Jonico e del suo Sindaco, si era vista costretta a
cambiare la localizzazione di una delle opere candidate al finanziamento (HOTEL
THALAS) che si trovava tra i Comuni di Scanzano Jonico e Policoro, rilocalizzandola
completamente nel Comune di Policoro. Per effettuare tale “spostamento” la
MARINAGRI richiedeva il cambio di destinazione d’uso dell’area dove inserire l’opera,
che veniva concessa attraverso una procedura illegittima; grazie a tale cambio di
destinazione d’uso ed alla nuova allocazione dell’opera, la MARINAGRI veniva, nel
maggio del 2001, ammessa alla successiva fase istruttoria per l’ottenimento del
finanziamento C.I.P.E..
Successivamente e sempre relativamente al contrasto opposto dall’ALTIERI, si evidenzia
la corrispondenza sopra indicata dalla quale emerge ancora una volta il tentativo di
quest’ultimo di fronteggiare le numerose irregolarità rilevate anche a seguito di
provvedimenti del TAR Basilicata che andavano nella medesima direzione di quanto
dallo stesso affermato. L’atteggiamento dell’ALTIERI ha sicuramente creato non pochi
problemi al progetto della MARINAGRI, sia nella fase di ammissione a finanziamento che
nella successiva fase realizzativa, tanto che per poter procedere nei lavori, la Regione
Basilicata, ed in particolare, il presidente BUBBICO, avvalendosi dei poteri sostitutivi
previsti dal D.P.G.R. 157/2000 adottò la deliberazione di G.R. n.299/01 e nominò un
commissario ad acta presso il Comune di Scanzano Jonico per la firma degli atti inerenti il
progetto.

208
Per quanto attiene agli ulteriori collegamenti tra i sodali si segnala che dall’esame delle
rubriche telefoniche sequestrate a VITALE Vincenzo è emerso che lo stesso era in possesso
di diversi recapiti telefonici riconducibili agli stessi.
In particolare, si segnalano i nominativi di CANNIZZARO, LOPATRIELLO, PETRAGLIA
(Reg. Basilicata – Segreteria BUBBICO, che è colui a nome del quale il VITALE, nell’aprile
2006, effettua un bonifico a sostegno della campagna elettorale per il candidato BUBBICO
Filippo), GENTILI, POLIDRICA (società che ha ottenuto, all’interno della MARINAGRI,
un appalto pari ad €.1.500.000, socia della società U.&T. Uomo e Territorio S.r.l. – la cui
compagine sociale è costituita oltre che dalla citata società anche da BUBBICO Filippo,
BUBBICO Luigi, BUBBICO Mauro Vincenzo, BUBBICO Tony, CAPUTO Francesco).
Dall’esame dei files sequestrati in data 27.2.2007 dai computer in uso presso gli uffici della
MARINAGRI è stato rinvenuto un file denominato “elenco telecomandi” con data di ultima
modifica 17.11.2005 ore 11.10; il file è stato estratto dal PC con n.55719-OEM-0049942-
39323 identificativo del disco rigido posto negli uffici dell’amministrazione della
MARINAGRI (Arcuti Matilde). Dall’esame del documento è emerso che lo stesso risulta
titolato “scheda possessori telecomandi” all’interno del quale è riportato un elenco delle
persone e/o società nella disponibilità delle quali vi sono i telecomandi, verosimilmente
utilizzati al fine di accedere alla struttura della MARINAGRI in maniera autonoma. Tra i
possessori di tali telecomandi figura anche il dott. CANNIZZARO.
Riferiva il dr. GALANTE:
“………………….OMISSIS.
A.D.R. La d.ssa GENOVESE mi ha parlato della MARINAGRI in due occasioni nell’anno 2006,
quando i nostri rapporti erano ancora buoni. In particolare la stessa mi consigliò di non andare più
a caccia presso i terreni della MARINAGRI ovvero l’ITTICA VALDAGRI, in quanto aveva
consigliato il marito nello stesso senso. Sono a conoscenza, come già dichiarato nell’altra occasione
in cui sono stato sentito, di interessi economici della famiglia GENOVESE – CANNIZZARO in
MARINAGRI con investimento di denaro nella stessa società.

A.D.R. Sono a conoscenza, anche per avervi partecipato personalmente, che la d.ssa GENOVESE, il
marito dott. CANNIZZARO, il Generale dei CC DI NAPOLI ed il Col. dei CC GENTILI Pietro
hanno partecipato in diverse occasioni a feste e cene organizzate presso la MARINAGRI.

A.D.R. Nelle occasioni in cui ero presente io a tali cene non vi ha mai partecipato il dott. AUTERA.
Sono però a conoscenza di rapporti di amicizia e frequentazione tra VITALE Vincenzo ed il dott.
AUTERA.

A.D.R. Sono a conoscenza, anche per averli appurati personalmente in più occasioni di rapporti
cordialissimi tra la d.ssa GENOVESE e il dott. CHIECO, Procuratore della Repubblica di Matera.

A.D.R. Sono a conoscenza di rapporti cordialissimi anche tra il dott. TUFANO ed il dott.
CHIECO.

A.D.R. Ricordo che in passato la d.ssa GENOVESE si è occupata di un procedimento penale ex


art.11 c.p.p., che riguardava alcuni magistrati della Procura di Bari ed in particolare, tra gli altri, a
carico del dott. CHIECO e del dott. MARITATI, attuale Sottosegretario di Stato presso il Ministero
della Giustizia, che successivamente è stato archiviato. Mi risulta che alla d.ssa GENOVESE siano
state affidate delle indagini nell’ambito dello stesso procedimento penale.

A.D.R. Sono a conoscenza di rapporti strettissimi tra il dott. CHIECO ed il dott. MARITATI.

209
A.D.R. Sono a conoscenza di rapporti ottimi tra la d.ssa GENOVESE ed il Col. GENTILI che è
stato responsabile della Sezione di P.G. – aliquota CC - presso la Procura della Repubblica di
Potenza. Lo stesso ha lavorato su delega della d.ssa GENOVESE, mi sembra di ricordare in
indagini riguardanti materiale radioattivo - nucleare. In merito ricordo che venne da me
personalmente il GENTILI a chiedermi di redigere una nota con la quale si chiedeva la prosecuzione
del suo incarico presso la sezione di P.G. per le indagini sopra indicate. Ricordo di aver redatto una
nota manoscritta indirizzata al Comando Generale dei Carabinieri. La richiesta però non fu accolta.
A tal proposito preciso che il GENTILI in precedenza era già stato trattenuto in servizio presso la
sezione di P.G. a seguito di apposita richiesta formulata in tal senso dal Procuratore Generale
TUFANO, senza però che io ne sapessi nulla. Preciso di non aver mai parlato con la d.ssa
GENOVESE di tale vicenda né ho mai chiesto alla stessa di redigere richieste in tal senso.
A.D.R. Sono a conoscenza di rapporti molto stretti tra il Col. GENTILI e VITALE Vincenzo che
potrei datare a partire dall’anno 2002, ovvero all’incirca da quando si venne a sapere delle indagini
della Procura di Matera su VITALE e sulla MARINAGRI.

A.D.R. Mi risulta che il fratello dell’ex Presidente del Tribunale di Matera, LAZZAZZERA
Francesco si chiama LAZZAZERA Michele.

A.D.R. Sono in possesso di un telecomando con il quale avevo libero accesso ai terreni della
MARINAGRI per motivi di caccia. Medesimo telecomando presumo fosse in possesso del
CANNIZZARO, se non altro perché in alcune occasioni ho potuto rilevare il suo accesso diretto
agli stessi terreni. Allo stato ritengo che non sia più necessario tale telecomando in quanto l’accesso
è regolato da un servizio di vigilanza”.

Si riscontrano i rapporti ed i legami tra il dr. CHIECO e la dr.ssa GENOVESE, la


frequentazione da parte di quest’ultima della MARINAGRI e gli interessi di natura
economica sulla struttura turistica da parte della medesima, nonché quanto emerso circa
le vicenda che hanno riguardato l’ALTIERI.

Si evidenzia, altresì:
- l’ex Col. CC GENTILI, all’epoca in cui era in servizio quale responsabile della sezione di
polizia giudiziaria dei CC presso la Procura della Repubblica di Potenza, è risultato in
rapporti ottimi con il Procuratore Generale dr. TUFANO;
- la dr.ssa GENOVESE è risultata essere “molto vicina” al dr. TUFANO;
- il dr. CHIECO Giuseppe ottiene la “copertura” del dr. TUFANO (con particolare
riferimento alle denunce di ZITO Francesco Michele e dell’Avv. Beatrice GENCHI) e
garantisce l’esito giudiziario favorevole ai procedimenti che possano interessare i VITALE
presso la Procura della Repubblica di Matera;
- il GENTILI ed i coniugi GENOVESE-CANNIZZARO hanno interessi nel costruendo
Centro Ecologico Turistico Integrato Marinagri.

Dall’analisi dei tabulati telefonici sono emersi contatti che evidenziano gli stretti rapporti
tra i sodali ed il vincolo associativo che li unisce.

In data 27.2.2007, a seguito di esecuzione di decreto di perquisizione locale, veniva


sequestrato, in originale, il fascicolo n.121/03 – 21 – Procura Matera, inerente le indagini
sulla struttura turistica MARINAGRI.

210
Dall’esame della documentazione contenuta nello stesso emergeva che in data 12.07.2004,
la dr.ssa Paola MORELLI, Sostituto Procuratore della Repubblica, conferiva il seguente
incarico ai consulenti Ing. MAGRÌ Salvatore e all’arch. Pietro COZZOLINO:
“……OMISSIS. “esaminati gli atti amministrativi, i progetti, le planimetrie e le relazioni tecniche
afferenti la realizzazione del “Polo Turistico Integrato (MARINAGRI) con annesso Porticciolo
Turistico (Akiris) e strutture ricettive alberghiere e residenziali” accertino i C.T:
• Se i presupposti in fatto e diritto (con particolare riferimento alla sussistenza del titolo di proprietà
delle aree di comparto del P.P.E. di iniziativa comunale “Foce AGRI” oggetto dell’intervento
(turistico ricettivo) e l’iter procedurale del rilascio delle autorizzazioni e concessioni siano conformi
alla normativa di settore anche con specifica considerazione della disciplina della valutazione di
impatto ambientale e norme per la Tutela dell’Ambiente;
• Se siano state prodotte e/o allegate alle relative istanze, rappresentazioni grafico/progettuali difformi
dalla realtà che abbiano comportato induzione in errore delle Autorità a vario titolo interessate
comprese quelle competenti alla concessione delle agevolazioni finanziarie di cui alla delibera CIPE
n. 135/2002 del 19.12.2002 e al Contratto di Programma tra il Ministero delle Autorità Produttive
ed il CONSORZIO COSTA D’ORO per l’attuazione del Piano di Investimenti nel settore turistico
da realizzarsi nella Provincia di Matera;
• Quant’altro utile a fini di giustizia”

In data 5.5.2005, veniva depositata la Relazione di Consulenza Tecnica dei CT nominati. In


data 14.9.2005, la dr.ssa MORELLI richiedeva dei chiarimenti in merito alla citata relazione
che venivano forniti in data 15.9.2005.
Le conclusioni cui giungevano, in molti casi, i due consulenti nella loro relazione, erano
uguali a quelle ricostruite nelle varie informative di polizia giudiziaria redatte dai
Carabinieri di Policoro. Tanto che gli stessi consulenti affermavano, più volte, nel loro
elaborato, che a loro giudizio, dall’esame degli atti “emergeva una ferma volontà politica di
dar corso all’iniziativa, scavalcando le prescritte procedure o banalizzandole quanto più possibile in
modo da agevolare e velocizzare l’iter amministrativo. Non si spiegherebbero altrimenti pareri
rilasciati sulla base di progettazioni inadeguate, le varianti rilasciate ad hoc, le prescrizioni imposte,
nella generalità dei casi scarsamente significative e decisamente poco rispettate”. In data 23.9.2005
veniva richiesta l’archiviazione del procedimento penale n.121/03 -21 riguardante la
MARINAGRI.
In data 22.12.2005, l’avv. Giuseppe LABRIOLA, nella sua qualità di difensore di fiducia di
VITALE Vincenzo, sollecitava al G.I.P. la decisione relativa alla richiesta di archiviazione,
scrivendo: ”con la presente istanza si permette di sollecitare la S.V. ad una definizione dell’iter
procedimentale con conseguente emissione del relativo decreto di archiviazione….omissis”. A tergo
dello stesso documento risulta essere apposto il visto da parte del G.I.P., datato 22.12.2005.
Lo stesso G.I.P., dr. Angelo ONORATI, nella stessa data (22.12.2005), disponeva
l’archiviazione del fascicolo n.121/03 - 21, con decreto n. 2346/04 R.G. G.I.P.

Con riferimento alle violazioni di legge riscontrate per la realizzazione del complesso
turistico MARINAGRI, ALTIERI Mario, Sindaco pro tempore del Comune di Scanzano
Jonico, ente interessato dall’opera in questione che cadeva proprio tra i Comuni di
Scanzano Jonico e Policoro, risultava essere stato molto critico nei confronti della Giunta
Regionale, per le decisioni assunte nell’iter autorizzattorio della MARINAGRI, facendo
rilevare che tutti gli atti amministrativi posti in essere dalla Regione Basilicata ed in
particolare dall’ex Presidente Filippo BUBBICO, fossero fortemente indirizzati nella
univoca direzione di favorire ad ogni costo tale progetto, anche “contra legem”. Lo stesso
ha specificato che il Piano Territoriale Paesaggistico di Area Vasta del Metapontino (in

211
breve P.T.P.M.) ed il successivo Piano Paesaggistico Esecutivo (in breve P.P.E.), erano nati
come progettazione di iniziativa comunale e quindi pubblica, per poi passare,
repentinamente, in assenza di qualsivoglia autorizzazione amministrativa, a progetti di
iniziativa privata, ovvero a tutto vantaggio della MARINAGRI.
Riferiva ALTIERI:
« ……..Omissis. P.M. dott. DE MAGISTRIS – Allora, lei è stato Sindaco di Scanzano?
ALTIERI Mario – Sì, dal 97 al 2006.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Dal 97 al 2006. Senta, lei ha avuto modo, quale Sindaco di
Scanzano Ionico, anche non quale Sindaco, di occuparsi della vicenda MARINAGRI?
ALTIERI Mario – Come no. Come Sindaco sono stato uno dei due protagonisti nella gestione di
questa vicenda, perché la vicenda MARINAGRI parte dal piano d’ambito Foce AGRI. Il piano
d’ambito Foce AGRI è un piano di gestione intercomunale tra Policoro e Scanzano perché si trova a
cavallo del confine tra i due comuni e precisamente per le proprietà fondiarie si trova al 70% nel
Comune di Scanzano e al 30% nel Comune di Policoro. Invece per la progettazione edilizia del
piano (incomprensibile) si invertono i valori, 70%-80% in territorio di Policoro e 20-30 in territorio
di Scanzano. Però ciò non significa che il piano è unitario e appartiene ai due comuni. Io mi sono
subito opposto alla approvazione del piano, infatti avevamo fatto una prima delibera di
approvazione del piano, poi ci siamo resi conto che era manchevole di un documento
essenziale il piano, che era la tavola di perequazione, per cui abbiamo revocato
l’approvazione del piano come Comune di Scanzano e da allora, se vuole le posso citare anche
le delibere che le ho portato…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Magari alla fine, se ce le può esibire.
ALTIERI Mario – Poi gliele consegno.
P.M. dott. DE MAGISTRIS - Perfetto.
ALTIERI Mario – E quindi il Comune di Scanzano non ha mai approvato il piano perché il piano
era pubblico, quindi a gestione intercomunale e da subito invece, sono comparse richieste
progettuali della MARINAGRI e il Sindaco di Scanzano, cioè il sottoscritto, si è subito esposto,
dichiarando che il piano, per poter passare da pubblico a privato, era necessario seguire una certa
procedura. Innanzitutto dovevamo verificare l’iter approvatorio del piano stesso, perché il
piano violava tutti i vincoli ambientali presenti in regione Basilicata e cioè il piano SIC;
era in piena area SIC e il Ministero dell’Ambiente è stato sanzionato, attraverso la
procedura europea – e il documento glielo lascio perché gliel’ho portato – perché la regione
Basilicata ha violato questo piano SIC. Non solo. Il piano si trova all’interno di un vincolo
idrogeologico, che è una legge regionale, che definisce l’area di intervento del piano –
quindi dell’intervento MARINAGRI successivo – l’area più a rischio della regione Basilicata
da un punto di vista inondazioni. E chi conosce il territorio – chi c’è nato, tra l’altro, come
me sul posto – sa che ciclicamente, ogni quindici venti anni, quell’area si completamente
allaga perché con forti piogge si ingrossa il fiume, le dighe ammontano, non reggono più e
quindi sono costrette a scaricare acqua e tutto quel bacino fluviale si allaga. Ecco perché
opportunamente tutti gli studiosi che hanno elaborato il piano idrogeologico l’hanno
definita l’area più a rischio della regione. Quindi viola l’area SIC, viola il piano
idrogeologico. E qui parliamo di sicurezza delle persone, perché violare un piano dove c’è
il più alto rischio di inondazione, significa mettere a repentaglio l’incolumità delle
persone che domani possono utilizzare beni immobili in quell’area. Allora, alla luce di questi
aspetti. E poi per un fatto sostanziale, perché il progetto mancava della tavola di perequazione,
perché nel decreto di approvazione della Regione Basilicata – e precisamente il DPR 762 del 90
approvato – dichiarava di asservire tutte le are ricadenti nel piano d’ambito alla trasformazioni
previste dal piano. Del resto non poteva essere diversamente, perché il piano d’ambito è un piano di
protezione ambientale, non è un piano edificatorio. E questo è importantissimo, questo passaggio,

212
perché le dirò poi, la Regione Basilicata, con chi ho dovuto combattere e tutti i miei guai personali
da dove scaturiscono. Perché la Regione Basilicata ha completamente, nei suoi atti,
diciamo, innanzitutto non ha adempito ad alcuni provvedimenti impostigli dal Tar, ma
addirittura, non ottemperando a questo, ha dichiarato il falso in un passaggio
fondamentale. Io le voglio, con molta chiarezza però, percorrere tutte le tappe, perché mi rendo
conto che la materia è così complessa che a lei necessita una puntigliosa descrizione cronologica
degli avvenimenti. Allora, il Sindaco di Scanzano si oppone alla approvazione del piano,
dichiara pubblicamente, sulla stampa, su atti amministrativi, che il piano violava questi
due importanti fattori, per cui non potevamo parlare di approvazione di piano se prima
non veniva risolto a monte il problema che si trovava in piena area SIC; e c’è una
procedura complessa per potersi svincolare dal vincolo dell’area SIC, non ci possiamo
entrare nelle aree SIC a meno che non siamo autorizzati attraverso una procedura che è
complessa. Infatti c’è una denuncia della LIPU, la Lega di Protezione degli Uccelli – che io le
lascerò qui – che ha portato al sanzionamento del governo italiano per duecento milioni di vecchie
lire, eccola qua: “Denuncia alla commissione della Comunità Europea riguardante inadempimenti
del diritto comunitario relativo ai siti Natura 2000” (queste sono le aree SIC sulla costa ionica
lucana), e poi le lascerò questi documenti. Questo che cosa comporta? Questa disputa comporta
alla… Spinge il Presidente della Regione a convocare una conferenza di servizio in data 4 dicembre
2000, che è fondamentale quella tappa, perché in quella conferenza di servizio – io le lascerò il
verbale che ho portato opportunamente per lei – in quella conferenza del 4 dicembre 2000, che cosa
dice, a quali conclusioni arriva la conferenza? Arriva a queste conclusioni che le voglio leggere.
“Piano particolareggiato esecutivo con specifiche considerazioni dei valori ambientali Foce AGRI”.
Vediamo un po’. Erano presenti l’amministrazione comunale, il Sindaco di Policoro e il dirigente
dell’ufficio tecnico, il Sindaco di Scanzano con il dirigente dell’ufficio tecnico, poi c’era l’ufficio
urbanistico della regione nella persona dell’architetto Balsepre e l’ufficio legale della Regione nella
persona dell’avvocato SANTORO. Io brevemente, per tre righe, le voglio dire che cosa dichiara il
Sindaco di Scanzano. “Prende la parola il Sindaco di Scanzano, dottore ALTIERI, il quale dice che
nel decreto di approvazione della giunta regionale, c’è la prescrizione di asservire tutte le aree
inserite nell’ambito alla trasformazione in esso previste. Chiede di verificare la legittimità delle
procedure in ordine all’individuazione del progetto...” Perché? Perché violava quegli aspetti lì.
“…Chiede che comunque il progetto venga integrato con la tavola di perequazione per consentire
un giusto indennizzo a tutti i proprietari, compresi gli enti pubblici”. Perché io quando tutelo
l’interesse pubblico… Perché qui c’è un assurdo. Che il Sindaco di Scanzano tutela
l’interesse pubblico, la regione e il Comune di Policoro tutelano un presunto interesse
privato che già c’era negli atti – perché poi vi spiegherò – e che poi è uscito ufficialmente.
Perché non accettando la tavola di perequazione, per quale motivo non accettavano in questa fase la
tavola di perequazione? Quando la regione aveva dichiarato a pagina 34 del proprio decreto –
troviamolo un secondo perché è fondamentale – vediamo che cosa dichiara la regione nel decreto:
“Dichiara di asservire tutte le aree ricadenti nel piano d’ambito alle trasformazioni previste nel
presente piano” e lo dichiara nel decreto proprio perché si tratta di un piano di tutela ambientale.
Perché quando il Presidente BUBBICO poi, successivamente, quando si accorge…, allora io
dichiaro questo. Vediamo quali sono state le conclusioni dell’ufficio legale della regione che è
importantissimo: “Interviene la dottoressa SANTORO, ufficio legale, dirigente regionale, chiarendo
che la giunta regionale, con l’approvazione del piano in questione, ha dettato delle prescrizioni tra
cui l’asservimento delle aree intrasformabili alle quali occorre necessariamente uniformarsi perché il
provvedimento approvato possa dispiegare i propri effetti”. Perché qui c’è il piano. Giustamente il
progettista – lasciamo stare se è stato avvicinato o non è stato avvicinato – ma qualsiasi progettista,
se noi quattro abbiamo delle aree confinanti all’interno di un piano regolatore di Catanzaro e
diciamo che abbiamo 5.000 metri a testa, non è che solo perché il piano regolatore elenca le

213
percentuali edificatorie – cioè il 30% dell’area deve essere di civile abitazione, il 20% di verde
pubblico, il 20% di urbanizzazione secondaria (cioè scuole, uffici pubblici) – non è che in ogni
proprietà fondiaria noi possiamo andare a realizzare queste cose, perché esistono piccoli proprietari
fondiari di cento metri quadrati, questo è impossibile e poi diventerebbe un accampamento indiano
lo sviluppo urbano. Per cui arriva il progettista e dice: “Nell’area di De Magistris ci facciamo case a
vendere (perché? perché la logica dello sviluppo urbano porta a questo); nell’area di Altieri ci
facciamo una villa comunale”. Non significa che De Magistris si arricchisce e Altieri si
impoverisce, significa che il comparto è un comparto edificatorio unitario, tutti quanti
concorriamo a quei volumi che sviluppano quelle quattro aree e in modo percentuale
rispetto alle proprietà fondiarie. E’ un fatto di diritto urbanistico. Per cui la SANTORO dice
– attenzione – richiama che il piano già prescrive questo, proprio nella gestione unitaria.
“In particolare chiarisce che la prescrizione maggiormente contestata di asservimento
delle aree intrasformabili a quelle trasformabili, si spieghi con la caratteristica genetica
unitaria del piano in oggetto, il cui ambito, così come previsto dall’articolo 4 della legge
regionale 3/90, è inteso come un insieme di elementi diversi, tra i quali alcuni dei valori
eccezionali la cui tutela e valorizzazione richiede scelte progettuali di tipo complesse ed
integrate. In proposito l’asservimento va inteso, così come ha chiarito la dottoressa Balsepre, che ha
materialmente provveduto alla stesura…, quale assorbimento volumetrico, rapportando, previo
accordo tra le due amministrazioni, la gestione delle aree intrasformabili alla gestione delle
volumetrie edificabili”. Quindi chiarisce questo. Che cosa avviene? Che quando la giunta
regionale si accorge che è stata incastrata dalla propria conferenza di servizio, noi siamo
convocati – cioè noi, il Sindaco di Scanzano e il Sindaco di Policoro – dal Presidente
BUBBICO, il quale ci dice: “Ma qui dobbiamo gestire per comparti il piano”. Dico:
“Presidente, lei è un architetto, lei sa benissimo che se cambiamo le modalità di gestione
del piano, noi trasformiamo, in pratica, il piano di valorizzazione ambientale in un piano
di lottizzazione edilizia e se noi lo gestiamo per comparti finiremo per costruire solo i
comparti edilizi, senza più… Chi spenderà mai? Chi prenderà i soldi per sviluppare il
resto del piano, che è solo di spese perché si tratta di valorizzazione ambientale? Ma per
fare questo è necessario cambiare il decreto approvativo del piano, se volete raggiungere
questo obiettivo, voi dovete cambiare il decreto, perché questa è legge”. Dice: “No, ma
possiamo fare una delibera regionale”, etc., etc. “Presidè io le comunico che non firmerò
mai questi atti. Siccome mi state accusando che chi sa per quali ragioni non voglio
firmare questi atti – ragioni subdole, circolazioni di voci che chiedo tangenti, circolazioni
di voci che voglio favorire altri gruppi imprenditoriali, come se questo che riguarda il mio
comune non mi dovrebbe interessare – quando io sono per fare le cose, per lo sviluppo e
non per ostacolare, però lo sviluppo nella tutela delle procedure amministrative,
altrimenti non andiamo da nessuna parte. Se voi volete gestire in una maniera diversa
rispetto a questo decreto, avvaletevi dei poteri sostitutivi che potete applicare, io non li
impugno, perché se li impugno ho ragione e vi distruggo pure – insomma diventa una
barzelletta che la giunta regionale, il Presidente mi fa un provvedimento di questo tipo e
io glielo faccio stroncare – io non lo impugno e voi firmate gli atti e così mi tiro fuori
dalle polemiche che sono accusato per varie ragioni di affossare questa iniziativa”. Così
fece il Presidente, cioè applicò i poteri sostitutivi, io non li ho impugnati – come promesso –
e nominano quale commissario ad acta il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di
Matera, l’ingegnere SANTARSIA. SANTARSIA, viene al comune, si legge gli atti, prende
carta e penna e si dimette e io le ho portato qui le dimissioni di SANTARSIA, poi gliele
darò. Si dimette, la Regione prende due dipendenti, a quel punto – perché SANTARSIA non
era dipendente regionale, era Presidente dell’Ordine degli Ingegneri, anche se, devo dire,
molto vicino all’area politica della giunta regionale, però evidentemente si è reso conto

214
che non poteva…, non lo so, si è dimesso – nominano due dipendenti regionali. Questi due
dipendenti regionali vengono al comune, prendono gli atti, etc., etc., e firmano la
convenzione con le concessioni, non rendendosi manco conto che dovevano prima
approvare il piano, perché il comune non lo aveva mai approvato. Quindi un grave reato.
E devo dire che anche recentemente il Comune di Scanzano ha rilasciato una concessione edilizia
che è di una gravità unica. Cioè il Comune di Scanzano non ha approvato il piano. Prima…,
allora, per poter…, deve fare una ricognizione degli atti per procedere alle concessioni, quindi deve
approvare il piano, c’è tutta una procedura, deve acquisire le proprietà fondiarie se sono di
proprietà, etc., etc., cioè deve fare tutta quella storia che non si è mai fatta nel comune, proprio
perché dall’inizio noi non abbiamo mai assecondato la cosa. E allora i commissari ad acta
firmano e parte il progetto. Ma che cosa è avvenuto intanto? Che uno dei privati, che fino a quel
punto venivano tutelati dal Sindaco di Scanzano… Cioè questa è una di quelle storie dove il
pubblico ruba ai poveri per dare ai ricchi. Cioè, attenzione, tutte le aree asservite al piano
hanno perso anche la volumetria agricola. Sa che cosa significa? Cioè che c’erano lì
quattrocento ettari di gente che non poteva fare manco un capanno per ricoverare gli
attrezzi agricoli. Proprio questo! Cioè, il fatto che hanno perso pure la volumetria agricola, ecco
come si sposa in pieno l’asservimento. Cioè qui c’è al danno la beffa. Non solo non gli riconosciamo i
volumi, ma poi gli abbiamo pure tolto il diritto che avevano fino a prima della partenza del piano,
che era quello della volumetria agricola. Allora che cosa fa un privato? (il figlio tra l’altro di un mio
assessore proprietario di AGRI). Fa ricorso al Tar e vince al Tar, il Tar boccia… Ah, perché nel
frattempo, per potere attuare questo, la Regione aveva fatto un altro decreto (il Presidente
BUBBICO), dicendo che si poteva gestire per comparti, il 15 ottobre 2001…
M.llo MUSARDO – Il 299?
ALTIERI Mario – Sì, il 299. Il 299 non poteva essere emesso, non poteva essere emesso,
perché bisognava cambiare l’approvazione del piano. Cioè, il piano è legge, cioè non esiste
livello amministrativo o politico che possa derogare dalla legge. Quindi con il decreto
questi ti vanno a fare una serie di cambiamenti – soprattutto il cambiamento essenziale
che si può gestire per comparti – e quindi partono i comparti edilizi della MARINAGRI.
Poi io faccio una domanda al magistrato: “Ma spiegatemi attraverso quale atto pubblico e
quale procedura, il piano da pubblico è passato a privato. Io lo voglio sapere”. Perché io
mi sono battuto sempre dicendo che se vogliamo arrivare alla MARINAGRI, visto che già
dal ’99 era MARINAGRI, quando non c’era nessun…, già presentava progetti timbrati
MARINAGRI. E chi lo autorizzava a presentare questi progetti…?
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Lei prima ha parlato di un presunto interesse privato che già si
vedeva. A chi si riferiva?
ALTIERI Mario – Alla MARINAGRI che…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Vogliamo spiegare come lo ha collegato?
ALTIERI Mario – L’ho collegato perché…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Questa volontà di realizzare questo piano?
ALTIERI Mario – Un giorno mi vedo arrivare al comune – e parlo del 99, 99-2000, adesso non
ricordo – tutti i progetti del piano MARINAGRI che voi conoscete attualmente, timbrati
MARINAGRI, compresa una lettera del Sindaco di Policoro che aveva convocato il consiglio
comunale per il giorno…
M.llo MUSARDO – Chi era Sindaco? LOPATRIELLO
ALTIERI Mario – No, era DI SANZA. Fino al maggio, aprile - maggio del 2000, il Sindaco era DI
SANZA, dopodiché è cambiato ed è diventato LOPATRIELLO, però io sto parlando nella fase che
era fine 99 inizi 2000, ma forse fine 99. Mi arriva tutto il plico, un metro cubo di progetti
MARINAGRI, con una lettera del Sindaco di Policoro, questa la potete acquisire, che aveva
convocato per il giorno dopo il consiglio comunale per l’approvazione dei progetti MARINAGRI.

215
Io, quando mi sono visto arrivare sti plichi con sta lettera, mi metto in macchina e vado dal
segretario comunale di Policoro, gli sottopongo l’ordine del giorno e dico: “Che mi sapete dire di
questo?”. Dice: “No, tutto normale”, etc., etc. E dico: “Dottò, ma spiegatemi, da quando il
piano da pubblico è diventato privato?” “Madonna mia!” Ha chiamato il Sindaco, ect,
etc. Revocano il punto all’ordine del giorno, infatti non l’hanno discusso, perché, cioè,
non era possibile! Poteva essere MARINAGRI, ma poteva essere pinco pallino a quel punto lì.
Allora quando parlo già di costruzione di un presente…, di atteggiamenti e quindi quando gente
che…, quando gente come la giunta regionale, come l’amministrazione di Policoro, non tutela
l’interesse pubblico… perché a quel punto lì tutelare la tavola di perequazione significava tutelare
l’interesse pubblico… anche perché c’erano delle particelle pubbliche dentro che appartenevano ad
un ente pubblico che si chiamava ALSIA e alla agenzia delle entrate, che avevano diritto ai volumi
che sviluppava i piani.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – E perché c’è questa volontà di andare avanti ad ogni costo?
ALTIERI Mario – Perché tutto il piano è stato pensato, concepito, ideato,
dall’amministratore delegato della MARINAGRI.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Cioè ?
ALTIERI Mario – Cioè non è stata una volontà pubblica…, non è stata una volontà
pubblica, i comuni non si sono mai riuniti per dire: “Beh, facciamo questo piano, etc., etc.”
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Anche perché lei, non solo lei, ma anche quello che abbiamo
ricostruito noi, ci fa emergere, appunto, questo concreto e grave rischio per l’incolumità pubblica,
quindi ci deve stare una volontà veramente ferma se si vuole superare…
ALTIERI Mario – Vi posso dire io, per poter toccare il piano idrogeologico ci vuole una
procedura che dura tre quattro anni, perché ci sono pubblicazione, contropubblicazione,
approvazione, delibere di consigli comunali, ripubblicazioni… Questo è stato fatto…,
cioè è stato… non modificato, non si è potuto modificare perché nessun professionista si
mette nelle condizioni di andare ad azzerare quell’area che ha dichiarato, perché prima o
poi c’è una alluvione, muoiono decine o centinaia di persone e non so che succede. Però
sono andati a modificare a monte dell’area, sono andati a prevedere un argine che tra
l’altro io dico, per essere cittadino di Scanzano nato a due chilometri da questo
intervento, che è di grave incolumità per i cittadini di Scanzano che abitano quell’area.
Perché sono andati a prevedere – eccolo qui – sono andati a prevedere un argine… questo è
il piano idrogeologico… un argine qui per evitare che il fiume… vede il fiume storicamente
è stato sempre così, poi, per costruire l’Ittica Val D’AGRI qui, venticinque anni fa, trenta
anni fa, hanno deviato – adesso questo lo dico… non ho nessuna prova, però è così, io
sono nato qui, immagini un po’ che sono vissuto qua fino a venticinque anni fa… – ad un
certo punto il fiume è stato deviato per cui ha preso quest’altro corso, non ha più seguito
questo per creare questo bacino e quindi per proteggere questo intervento. Adesso siccome
il fiume… – come sempre la natura tende sempre di riappropriarsi delle proprie cose –
…hanno fatto una variante sul piano idrogeologico per fare un argine qui, alzare un
argine qui, per evitare che il fiume prima o poi tagli questo e naturalmente questo argine,
prima o poi, può portare il fiume – vede qui, dove ci sono tutti questi alloggiamenti queste
case? – cioè facendo una diga con un argine qui, prima o poi con una grande alluvione può
sfociare qui mettendo a repentaglio l’incolumità di questi cittadini.
M.llo MUSARDO – Che lei sappia quest’argine è stato fatto o è stato solo previsto?
ALTIERI Mario – Penso che finora sia stato ancora solo previsto, penso che si faccia
ancora in tempo. Tra l’altro voglio dire una cosa. Che attenzione, questa è una di quelle
cose dove c’è il ripristino dello stato dei luoghi per le violazioni che hanno fatto, però
come sempre accade in Italia, il ripristino dello stato dei luoghi può avvenire fino a
quando non c’è gente dentro, sennò diventa pure difficile. Chiaro?

216
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Vediamo i rapporti con VITALE.
ALTIERI Mario – Poi ci torniamo un po’ meglio sopra, perché io non ho nessun motivo di rancore
verso VITALE. Cioè io dico soltanto che il piano è stato sollecitato… Noi abbiamo tanti piani
d’ambiti, cioè solo Scanzano, ad esempio, ne ha tre, ogni comune ne ha due, tre di media, ma non ci
sogniamo mai di partire per dire: “Lottizziamo, normiamo un piano d’ambito”, a meno che non c’è
un interesse particolare o l’interesse che ci può venire dal privato. Questo piano non è stato mai
concepito come una volontà pubblica, è stato il VITALE a suggerire un intervento, ecco
dove c’è a monte la volontà di gestire il piano. Dove sono state fregate tutte queste previsioni?
Dal decreto… che numero è il decreto? 711…
M.llo MUSARDO – 711 del 97.
ALTIERI Mario – Sì, da questo decreto è stato fregato, quando in questo decreto nessuno si è
accorto che c’è stato un professionista eventualmente illuminato che ha detto: “Tutte le aree sono
asservite al piano”, perché se avesse detto che le aree sono asservire per comparto, il gioco era fatto,
cioè non staremmo qui oggi a discutere di questo. Perché il comparto poi il progettista glielo aveva
comunque disegnato su un’area, siccome il piano di area vasta sviluppa un metro cubo o un metro
quadro, quindi nel comparto, asservendo le aree per comparto il gioco era fatto. Invece chi ha stilato
questo decreto ha messo che tutte le aree del piano sono asservite al piano e quindi è li che si sono
trovate… Del resto devo aggiungere però che se attuiamo, come la legge vuole,
l’asservimento delle aree, il piano diventa ingestibile, cioè non diventa più
economicamente vantaggioso, perché quel metro quadro di volume che sviluppa il piano
dovrebbe costare cinquantamila euro al metro quadrato, cioè una cosa impossibile per i
costi che ha la complessità della perequazione, cioè il piano non ha più un interesse
economico. Ecco perché non è stato accettato. Qualcuno potrebbe dire: “Ma come, ma alla fine,
da una perequazione su un investimento di questo tipo, perché non si è fatto?”. Perché non ha più
un interesse, non ha valenza economica, di interesse economico il piano. Ma le voglio dire – perché
ancora non siamo arrivati alla cosa più importante – dopo questa conferenza di servizio e dopo
che il TAR ha bocciato, ha accolto in pieno il ricorso del TUCCI: “Per questi motivi
annulla l’atto impugnato con ricorso introduttivo” – annulla l’atto, tutto, non c’è più
niente, annulla non in una parte l’atto, tutto l’atto, quindi annulla tutto questo decreto
299 – che succede? Che la MARINAGRI e la Regione Basilicata fanno ricorso al Consiglio
di Stato… in Cassazione… fanno ricorso in Cassazione… va bene?
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Al Consiglio di Stato.
ALTIERI Mario – Sì, pardon, al Consiglio di Stato, sì, ho fatto confusione io. Fanno
ricorso al Consiglio di Stato. Nel luglio 2006 il Consiglio di Stato si esprime sul primo
ricorso della MARINAGRI e glielo boccia, glielo respinge. Il 7 ottobre 2006 si doveva
discutere quello della Regione Basilicata. Giustamente gli avvocati – qualcuno illuminato
della Regione – dice: “E’ inutile andare a prendervi pure voi una bocciatura dal Consiglio
di Stato, fate un atto…” Così ti fanno un atto che è uno dei reati più gravi che io abbia
mai verificato! Qui rincorrete reati, ma più reato di questo! Che cosa fa la Regione? Fa un
nuovo decreto. E come lo giustifica? Dicendo il falso. Quindici giorni prima che si dovesse
discutere – il 7 ottobre si doveva discutere del 2005 quello della Regione, quello della
MARINAGRI si era già discusso a luglio e aveva perso, quindi perdeva la Regione – il 19
vanno lì e ti fanno una nuova delibera in pratica, come quella di prima, dichiarando una
cosa falsa totalmente, sulla scorta degli argomenti: “Il giudicato si riferisce alla sola
parte relativa all’attribuzione della volumetria… – cioè noi abbiamo visto la sentenza
che ha annullato tutto, non una sola parte – … per cui viene confermata in tutte le sue
parti la vecchia delibera”. Ma questo è falso ed è un tentativo di aggirare
vergognosamente la legge. Attenzione, qui la Giunta Regionale ha aggirato la legge
inducendo in errore tutte quelle pubbliche amministrazioni, quei professionisti che non

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avevano tutti gli atti a disposizione per fare una cronistoria, pensando che questo avesse
sanato, dato, pensando che questo nuovo decreto avesse dato ottemperanza ad una
sentenza del TAR e nello stesso tempo sanato i vizi che conteneva il primo decreto, senza
sapere che è totalmente falso questo. Ed è chiaro, è lampante. Per cui, alla luce di questo
decreto, Policoro si mette a rilasciare – e i commissari ad acta di Scanzano – le relative concessioni.
Adesso il TUCCI che ha vinto questa, ha impugnato e ha notificato, anche di recente, alla Regione e
al Comune di Policoro e al Comune di Scanzano, la revoca delle concessioni date relative a questo.
Mi sono spiegato? Le ha notificate e mi è giunta voce – io ho parlato pure con l’avvocato del
TUCCI, che è la figlia poi gli segue le cose – che pare che sia stata fatta una riunione in Regione
dove dicono che hanno bloccato tutte le concessioni relative ancora che ci sono… Però come se ne
devono uscire non lo so a questo punto, cioè non esiste una via d’uscita, perché l’unica via d’uscita,
preso atto della cosa, è quella della revoca totale di tutte le concessioni fatte, se c’è buona fede, però è
chiaro che qui poi la commistione tra politica etc… Allora, torniamo un pochettino ai rapporti.
Innanzitutto cominciamo a sapere che cosa è successo al Sindaco di Scanzano…
M.llo MUSARDO – Scusate, prima di passare a questi fatti qua, lei ha mai avuto
corrispondenza con il Ministero dello Sviluppo Economico relativamente ai fondi di cui
stiamo parlando (incomprensibile).
ALTIERI Mario – Sì, mi pare che ho avuto.
M.llo MUSARDO – Ma si ricorda qual’era l’oggetto?
ALTIERI Mario – L’oggetto è sapere se era cantierabile l’opera. E io ho fatto una lettera
molto dettagliata su questi temi, dicendo che l’opera non era cantierabile perché violava
questi siti, etc., etc. e quindi la potete avere agli atti la lettera – non so se ce l’avete già –
cioè una lettera molto dettagliata dove ho segnalato lo stato dei fatti, perché quelli, per
avere l’anticipazione, per potere approvare tutto il finanziamento, avevano la necessità
che qualcuno dichiarasse… che si dichiarasse da parte dei due comuni la cantierabilità
dell’opera.
M.llo MUSARDO – Quindi lei, in qualche maniera, “ostacolava” l’emissione di questi
finanziamenti…
ALTIERI Mario – Io per natura non ostacolo… – chiedo scusa non è una polemica con lei, è una
precisazione, non è una polemica con lei.. – non ostacolo per natura le iniziative, io tendo solo di
tutelare, di agevolare tutte le iniziative nell’interesse pubblico e quindi nella tutela delle procedure.
Al Ministero dello Sviluppo Economico…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ministero delle Attività produttive.
ALTIERI Mario - …ho fatto una lettera molto dettagliata sullo stato dei fatti, però,
nonostante tutto, non so come l’hanno giustificata e come se ne sono usciti, non so…
M.llo MUSARDO – Lei ha avuto risposta a quella lettera?
ALTIERI Mario – Nessuna risposta.
M.llo MUSARDO – E lei ha idea, nelle aree del Comune di Scanzano, quali opere erano previste?
ALTIERI Mario – Sì, sì, certamente, ma c’è il piano poi che è molto dettagliato. Ma nel Comune di
Scanzano venivano prevalentemente…, c’era una parte delle opere di urbanizzazione che
ricadevano… che è questa concessione che è stata data di recente e che non poteva essere data anche
se (…parole incomprensibili…) proprio perché non è stato mai approvato il piano e c’era poi, per
esempio, un grosso campo da golf che ricadeva come infrastruttura e poi c’era tutto l’intervento di
natura ambientale.
M.llo MUSARDO – In parte anche un Hotel?
ALTIERI Mario – Adesso non ricordo, penso di sì, perché…
M.llo MUSARDO – Hotel THALAS.
ALTIERI Mario – C’è il comparto F)…
M.llo MUSARDO – Era a metà diciamo?

218
ALTIERI Mario – No, per una parte ricadeva nel Comune di Scanzano, quindi
automaticamente… Poi io perché ho dovuto sempre sostenere sta cosa? Pure per un fatto di
giustizia nei confronti dei cittadini interessati, ma poi anche per tutelare gli interessi del mio
comune, perché la tavola di perequazione prevede che tutti gli oneri al 70% vengano al Comune di
Scanzano e al 30 al Comune di Policoro. Cioè forse non ci capiamo! Cioè immaginate fino a che
punto io ho dovuto sostenere una cosa. Che cosa è successo?
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Stava dicendo, che cosa successo?
……………………………………OMISSIS………………………………………..
L’ALTIERI ricollegava tutte le sue disavventure giudiziarie ad un disegno posto in essere,
tra gli altri, da VITALE, GENOVESE e GENTILI per “toglierlo di mezzo” in quanto si
sarebbe opposto al progetto MARINAGRI.
L’ALTIERI riscontrava successivamente:
- l’illecita attribuzione in proprietà di particelle demaniali;
- l’illecito cambio d’uso d’area di sette sub comparti su nove del Comparto “A”;
- le violazioni alle norme comunitarie, nazionali, regionali in materia ambientale ed edilizia;
- la violazione al P.T.P.M. ed alla L.R. 3/90;
- l’illegittimità alla variante al Piano Idrogeologico Foce AGRI;
dalle quali discendeva la totale illegittimità degli atti che consentivano di realizzare tutte
le opere in costruzione sul P.P.E. “Foce AGRI” e di tutti i permessi a costruire, emessi a
partire del maggio 2004, nonché la mancanza del requisito della proprietà dei ¾ del totale
della superficie del comparto, al fine di divenire soggetto attuatore, per via dell’illegittima
attribuzione in proprietà di particelle demaniali.

Dalle violazioni rilevate, è emersa l’illegittima ammissione a finanziamento da parte del


C.I.P.E., del progetto MARINAGRI ed il suo successivo finanziamento, causata dalle
condotte illecite poste in essere da amministratori e tecnici della stessa società, unitamente
a funzionari pubblici della Regione Basilicata e del Comune di Policoro, i quali, con più
condotte consistite nella redazione di atti e delibere illegittime, nonché di dichiarazioni
mendaci circa l’immediata cantierabilità del progetto, nonché la sua rispondenza alle
norme urbanistiche ed edilizie, permettevano alla MARINAGRI S.p.a. ed alle sue
controllate di conseguire un ingiusto vantaggio patrimoniale consistito nell’ottenimento di
un finanziamento pubblico da parte del C.I.P.E. in data 19.12.2002 concretizzatosi
nell’erogazione del primo SAL del medesimo, erogato dal Ministero dello Sviluppo
Economico, in data 27.2.2007.

VIOLAZIONI PTPM / LEGGE REGIONALE 3/90

Si ricostruisce l’iter posto in essere dalla Regione Basilicata, nonché dai Comuni di
Policoro e Scanzano Jonico, al fine di addivenire all’attuale fase di realizzazione del
“Centro Ecologico Turistico Integrato MARINAGRI”, per evidenziare tutte le violazioni
accertate.

Il progetto MARINAGRI ha radici risalenti nel tempo. In particolare, il suo progetto di


realizzazione ha potuto trovare corpo solo a seguito dell’approvazione di apposita legge
regionale, la n.3/90, in base alla quale la stessa Regione provvedeva alla redazione dei
Piani Territoriali Paesistici di Area Vasta e tra questi quello riguardante il Metapontino
(P.T.P.M.). Tale P.T.P.M. individuava gli ambiti di progettazione e fissava la disciplina
urbanistica e le trasformazioni compatibili nel rispetto delle componenti paesistico-
ambientali del territorio interessato. Tale Piano era inerente ad un’“Area Vasta”, il

219
Metaponto, appunto, per l’attuazione del quale si aveva necessità di redigere Piani più di
dettaglio, che potessero dare esecuzione a quanto indicato nel P.T.P.M., gerarchicamente
sovraordinato ai redigendi Piani Particolareggiati, i P.P.E. (Piano Particolareggiato
Esecutivo). In tale contesto si colloca l’intervento dei due Comuni interessati (Policoro e
Scanzano Jonico) dall’ambito di progettazione individuato con la lettera “D” del P.T.P.M.,
che interessava la foce e l’ambiente estuariale del fiume AGRI. A tal fine, ai due Comuni
veniva affidata la progettazione del Piano Particolareggiato Esecutivo di iniziativa
comunale “Foce AGRI”. Il Comune capofila, ovvero quello di Policoro, affidava la
redazione del progetto all’arch. Davide Maria DIOGUARDI, che lo predisponeva,
elaborando una zonizzazione generale dell’ambito attraverso l’individuazione di 10
comparti (indicati dalla lettera A alla lettera L), e stabiliva per ciascuno di essi il tipo di
intervento compatibile. A detto progetto veniva rilasciato l’attestato di conformità alla
metodologia per la redazione dei Piani Paesistici Esecutivi dal Gruppo di Coordinamento
Regionale, istituto con D.G.R. n. 762/90 ed il parere positivo della Commissione Beni
Ambientali. L’attestato di conformità del Gruppo di Coordinamento Regionale, contiene la
prescrizione di “Asservire tutte le aree ricadenti nel Piano d’Ambito alle trasformazioni previste
dal presente Piano”.
La commissione Beni Ambientali esprime parere favorevole con il parere n.10052 del
16.12.1996, richiamando la prescrizione fatta dal Gruppo di Coordinamento Regionale.
Terminata la fase di elaborazione tecnica e di acquisizione dei pareri, il P.P.E. Foce AGRI
viene adottato dal Comune di Policoro (Delibera Consiglio Comunale n. 74 del 17.12.1996
e da quello di Scanzano Jonico (Delibera Consiglio Comunale n. 21 del 17.3.1997), che
comunque rileva una sproporzione dei volumi edificabili tra i due Comuni, pari a 100.000
mc per il Comune di Scanzano Jonico e 800.000 mc per quello di Policoro. Ciò nonostante,
il Comune di Scanzano Jonico delibera l’adozione dello strumento urbanistico, confidando
in una risoluzione del problema tramite un protocollo di intesa da stipularsi con il
Comune di Policoro.
Il progetto del Piano viene trasmesso alla Regione Basilicata per l’approvazione.
Come emerge dall’esame del D.P.R.G. n.711/97, in tale sede, la Regione Basilicata apporta
alcune modifiche e precisazioni “al fine di rendere meno incerte le previsioni del Piano e più
efficace la gestione urbanistica”.
Detto progetto, viene approvato con richiesta di integrazioni dalla Regione Basilicata con
D.P.G.R. n.711/97.
Oltre alle violazioni delle norme nazionali e regionali ed al P.T.P.M., rinvenibili nella
suddetta delibera regionale, affiorava, contestualmente, la problematica relativa alla
localizzazione dei volumi edificabili tra i due Comuni interessati.
La Giunta Regionale che ha prodotto la delibera n. 711/97 era composta dal presidente DI
NARDO Angelo Raffaele e dal vice presidente BUBBICO Filippo, nonchè dagli assessori
RESTAINO Erminio, STRAZIUSO, NIGRO, DONATO SALVATORE, CHIURAZZI Carlo
e COLLAZZO. BUBBICO (divenuto nel 2000 Presidente della Regione Basilicata),
RESTAINO Erminio, SALVATORE DONATO e CHIURAZZI Carlo, nel tempo
continueranno a perseguire le finalità del progetto della MARINAGRI attraverso
l’adozione, ognuno per la propria competenza, di atti a favore dello stesso progetto.
Con la delibera in oggetto si rimandava ad un successivo coordinamento tra le due
amministrazioni comunali interessate (Policoro e Scanzano jonico) che sarebbe dovuta
avvenire attraverso la progettazione esecutiva dei singoli comparti.
Così non avvenne e tra i due Comuni non si raggiunse un accordo per la gestione del
P.P.E.. Infatti il Comune di Scanzano Jonico non era d’accordo, né sull’attuazione per
singoli comparti, né sulle distribuzioni volumetriche che escludevano da qualsiasi

220
beneficio le aree intrasformabili ricadenti nel proprio territorio, che ricoprivano, tra l’altro,
la maggior parte delle superfici che componevano il P.P.E..
La Regione Basilicata, con il D.P.R.G.157/2000 del 21.4.2000, a firma del Presidente della
Regione Basilicata pro tempore, DI NARDO, preso atto del mancato accordo, fissava un
termine per la realizzazione dell’intesa tra i due Comuni, al cui inutile spirare, era prevista
la convocazione di una conferenza di servizi, a seguito della quale, persistendo il
disaccordo, avrebbe deciso il presidente della Giunta.
In data 4.12.2000 il Presidente della Regione Basilicata BUBBICO convocava una
conferenza di servizi al fine di addivenire ad una composizione della diatriba al fine di
dare attuazione al P.P.E..
Gli esiti della conferenza dei servizi danno di fatto ragione a quanto contestato dal
Comune di Scanzano Jonico ed in particolare dal Sindaco ALTIERI. L’assunto del predetto
è, infatti, fatto proprio dall’Arch. Balsepre Anna, che si era occupata della pratica attinente
all’approvazione del P.P.E. con D.P.G.R. n.711/97, nonché dall’avv. SANTORO della
Regione Basilicata.
Dall’esame del verbale della conferenza di servizi del 4.12.2000, tenutasi a seguito del
D.P.G.R. 21/4/2000 n.157 emerge quanto segue:
“………………..OMISSIS. Intervengono l’Ing. Viceconte ed il Sindaco di Policoro dott.
Lopatriello i quali evidenziano che sono stati predisposti gli atti richiesti, compreso lo schema di
Convenzione che, però, il Comune di Scanzano Jonico non ha ancora recepito, né approvato.
Attendo quindi la suddetta approvazione al fine di trasmettere alla Regione tutti gli atti integrativi
e di correzione richiesti per il dovuto deposito.
Prende la parola il Sindaco di Scanzano Jonio dott. Altieri il quale dice che nel D.P.G.R.
di approvazione c’è la prescrizione di asservire tutte le aree inserite nell’ambito alle
trasformazioni in esso previste.
Chiede di verificare la legittimità delle procedure in ordine alla individuazione del Comune capofila
cui affidare la progettazione e di verificare le procedure relative alla gestione attuativa del Piano.
Chiede che comunque il progetto venga integrato con la tavola di perequazione per
consentire il giusto indennizzo a tutti i proprietari, compresi gli Enti Pubblici.
Evidenzia infine che lo schema di convenzione prevede già l’assegnazione di aree a determinati
privati che il Comune di Scanzano Jonio non accoglie ritenendola illegittima.
Interviene il Sindaco di Policoro respingendo quanto affermato dal Sindaco di Scanzano Jonio ed in
particolare chiarisce che nello schema di convenzione non è contenuto alcun riferimento a cessione
od assegnazione di aree a privati. Evidenzia che è assurdo parlare di perequazione, atteso che il
D.P.G.R. di approvazione parla solo di asservimento.
Interviene la dott.ssa Santoro, dirigente regionale, chiarendo che la Giunta Regionale con
l’Approvazione del Piano in questione ha dettato delle prescrizioni, tra cui l’asservimento
delle aree intrasformabili, alle quali occorre necessariamente uniformarsi perchè il
provvedimento approvativo possa dispiegare i propri effetti.
In particolare chiarisce che la prescrizione maggiormente contestata di asservimento delle
aree intrasformabili a quelle trasformabili si spiega con la caratteristica genetica unitaria
del Piano in oggetto, il cui ambito, così come previsto dall’ art.4 della Legge Regionale
n.3/90, è inteso come un insieme di elementi diversi, tra i quali alcuni di valori eccezionali,
la cui tutela e valorizzazione richiede scelte progettuali di tipo complesso e integrato.
In proposito l’asservimento va inteso, così come chiarito dall’arch. Balsebre che ha
materialmente provveduto alla stesura dell’atto di approvazione del P.P.E.A., quale
asservimento volumetrico rapportando, previo accordo tra le due Amministrazioni
Comunali, la cessione delle aree in trasformabili ad una cessione di volumetria
edificabile.

221
Senza l’asservimento, infatti, sarebbe illusorio pensare di realizzare le misure di valorizzazione e di
conservazione attiva previste dal Piano Territoriale Paesistico per le aree intrasformabili.
Quindi la volontà dell’ Amministrazione Regionale, che peraltro è indirizzo di politica di
governo del territorio, è quella di coinvolgere con l’asservimento delle aree tutte le
proprietà interessate, al fine di perseguire la perequazione urbanistica ovvero l’equità
distributiva dei valori immobiliari prodotti dalla pianificazione, come peraltro sancito
dall’art.33 della L.R n.23/99.”
“A questo punto, l’arch. Balsebre, constatate le divergenti posizioni delle due Amministrazioni e
sentite le dichiarazioni conclusive espresse dai due Sindaci, si riserva di riferire in merito
all’Assessore Regionale competente ed al Presidente della Giunta Regionale per gli adempimenti
conseguenti e dichiara conclusa, col consenso dei presenti la seduta.
Del che si è redatto il presente verbale che confermato viene sottoscritto dai convenuti.”

A questo punto, rilevato che le risultanze della conferenza di servizi, per quanto indicato
dall’Arch. BALSEPRE e dalla d.ssa SANTORO della Regione Basilicata, erano fatali per il
progetto della MARINAGRI, il Presidente della Regione Basilicata BUBBICO, applicando i
poteri sostitutivi di cui alla D.G.R. n.157/2000, dava attuazione al Piano, sostituendosi
all’intesa tra i due comuni e dava vita il 16.10.2001 alla D.P.G.R. n.299/01.
Quanto indicato risulta di riscontro a quanto riferito dall’ALTIERI ed in particolare:
“…..Omissis. Per cui la SANTORO dice – attenzione – richiama che il piano già prescrive
questo, proprio nella gestione unitaria. “In particolare chiarisce che la prescrizione
maggiormente contestata di asservimento delle aree intrasformabili a quelle
trasformabili, si spieghi con la caratteristica genetica unitaria del piano in oggetto, il cui
ambito, così come previsto dall’articolo 4 della legge regionale 3/90, è inteso come un
insieme di elementi diversi, tra i quali alcuni dei valori eccezionali la cui tutela e
valorizzazione richiede scelte progettuali di tipo complesse ed integrate. In proposito
l’asservimento va inteso, così come ha chiarito la dottoressa Balsepre, che ha materialmente
provveduto alla stesura…, quale assorbimento volumetrico, rapportando, previo accordo tra le due
amministrazioni, la gestione delle aree intrasformabili alla gestione delle volumetrie edificabili”.
Quindi chiarisce questo. Che cosa avviene? Che quando la giunta regionale si accorge che è
stata incastrata dalla propria conferenza di servizio, noi siamo convocati – cioè noi, il
Sindaco di Scanzano e il Sindaco di Policoro – dal Presidente BUBBICO, il quale ci dice:
“Ma qui dobbiamo gestire per comparti il piano”. Dico: “Presidente, lei è un architetto,
lei sa benissimo che se cambiamo le modalità di gestione del piano, noi trasformiamo, in
pratica, il piano di valorizzazione ambientale in un piano di lottizzazione edilizia e se
noi lo gestiamo per comparti finiremo per costruire solo i comparti edilizi, senza più…
Chi spenderà mai? Chi prenderà i soldi per sviluppare il resto del piano, che è solo di
spese perché si tratta di valorizzazione ambientale? Ma per fare questo è necessario
cambiare il decreto approvativo del piano, se volete raggiungere questo obiettivo, voi
dovete cambiare il decreto, perché questa è legge”. Dice: “No, ma possiamo fare una
delibera regionale”, etc., etc. “Presidè io le comunico che non firmerò mai questi atti.
Siccome mi state accusando che chi sa per quali ragioni non voglio firmare questi atti –
ragioni subdole, circolazioni di voci che chiedo tangenti, circolazioni di voci che voglio
favorire altri gruppi imprenditoriali, come se questo che riguarda il mio comune non mi
dovrebbe interessare – quando io sono per fare le cose, per lo sviluppo e non per
ostacolare, però lo sviluppo nella tutela delle procedure amministrative, altrimenti non
andiamo da nessuna parte. Se voi volete gestire in una maniera diversa rispetto a questo
decreto, avvaletevi dei poteri sostitutivi che potete applicare, io non li impugno, perché se
li impugno ho ragione e vi distruggo pure – insomma diventa una barzelletta che la

222
giunta regionale, il Presidente mi fa un provvedimento di questo tipo e io glielo faccio
stroncare – io non lo impugno e voi firmate gli atti e così mi tiro fuori dalle polemiche che
sono accusato per varie ragioni di affossare questa iniziativa”. Così fece il Presidente,
cioè applicò i poteri sostitutivi, io non li ho impugnati….omissis”.

Successivamente, a seguito di annullamento della D.P.G.R. n.299/01 da parte del T.A.R.


Basilicata su ricorso di un privato, tale Sig. TUCCI, e la successiva conferma del Consiglio
di Stato di tale annullamento a seguito del ricorso della MARINAGRI S.p.a. e della stessa
Regione Basilicata, la Giunta Regionale della Basilicata, prima della sentenza di rigetto del
suo ricorso, emetteva la delibera n.196/2005, con la quale di fatto riscriveva la delibera
n.299/01.
I CTU nominati dalla Procura della Repubblica di Catanzaro evidenziano che tutti gli atti
amministrativi, tra cui le delibere di Giunta Regionale ed i successivi atti amministrativi
risultano illegittimi. Infatti, si rileva che il “P.P.E. Foce AGRI”, approvato con delibera n.
711/97 risulta essere stato redatto ed approvato in violazione di norme nazionali in
materia urbanistica, nonché al P.T.P.M. redatto in base alla L.R.3/90; riferisce l’ing.
MARASCIO: ”…..omissis l’assoluta difformità del PPE “Foce AGRI” alle prescrizioni e previsioni
del PTP Metapontino, poiché viola tutte le norme imposte da detto strumento di area vasta, e si
pone in contrasto con le più elementari Norme che regolano l’Urbanistica nella sua qualità di
scienza nata per la gestione e lo sviluppo ordinato del territorio. Continua ancora affermando
che: “….omissis. La gravità di quanto appurato consiste di avere permesso l’applicazione di norme
valide per una zona (Ambito E) in tutt’altra zona (Ambito D), snaturando completamente uno
strumento urbanistico di particolare importanza, rendendo edificabili quelle aree per le quali era
prevista non solo la conservazione dell’ambiente naturale, ma anche la messa in atto degli interventi
necessari per il riassetto del territorio, il disinquinamento delle eventuali aree compromesse, ed il
solo uso di svago naturalistico-ricreativo, campeggistico senza aumento del carico già presente. Gli
interventi ammessi dal PTPM, sono indirizzati alla non modifica della naturalità dei luoghi nonché
all’eliminazione di quanto già presente ed incompatibile dal punto di vista ambientale. I luoghi
oggetto dell’edificazione del PPE “Foce AGRI”, sono completamente tutelati dal PTPM che ne
ammette quale uso compatibile la sola osservazione naturalistica. Conclude affermando che
“…omissis. Il sottoscritto CT, per quanto si sia sforzato di trovare una giustificazione a ciò che è
stato permesso ed autorizzato dai competenti organi regionali, attraverso l’approvazione del PPE
“Foce AGRI”, non è riuscito a trovare nessuno appiglio in termini normativi ed urbanistici per
rendere l’intervento in questione ammissibile.
Lo stesso, continuando nella sua relazione, aggiungeva: “……omissis l’assoluta difformità
del PPE “Foce AGRI” alla Normativa Nazionale laddove si prevede che uno strumento
attuativo o particolareggiato non debba essere difforme allo strumento generale del quale
deve solo attuarne le linee generali (art. n. 13 L. 1150/42 e ss.mm.ii.), il PPE “Foce AGRI” è
altresì difforme alla L.R. n. 3/90 ed al PTP Metaponto, quest’ultimo istituito con la
medesima legge, poiché in totale contrasto con le relative direttive…omissis.. L’avere
approvato il PPE “Foce AGRI” da parte dei competenti organi regionali ha comportato
una palese e chiara forzatura ovvero abuso e violazione alla Normativa Urbanistica
Nazionale e Regionale…..omissis.
Di seguito, lo stesso CT, proseguendo nella sua analisi tecnica del “P.P.E. Foce AGRI”
mette in evidenza un dato di rilevante interesse che avvalora quanto riferito da ALTIERI,
laddove aveva affermato che tutti gli atti redatti dalla Giunta Regionale della Basilicata, fin
dall’inizio, erano stati “richiesti” dal VITALE Vincenzo ed in particolare finalizzati a
favorire il progetto MARINAGRI. Ebbene l’affermazione del CTU MARASCIO (che, tra
l’altro, combacia con quanto affermato dai CT della Procura di Matera, MAGRI’ E

223
COZZOLINO, laddove avevano segnalato che “……la condotta posta in essere di violare
le disposizioni del PTPM era la riprova di una decisa “volontà politica” di dar corso
all’iniziativa ad ogni costo, adeguando, ove necessario, quelle norme che fossero risultate
di intralcio”) rivela proprio tale dato di fatto, laddove sottolinea che :”….omissis. La
stranezza di quanto letto e riscontrato nell’iter amministrativo messo in atto per l’approvazione del
PPE “Foce AGRI”, riguarda il fatto che mai si è rilevato l’assoluto contrasto del contenuto dello
stesso strumento urbanistico con il PTPM, strano appare inoltre, quanto riportato sulla relazione
redatta dal gruppo di coordinamento regionale laddove si afferma che per il comparto F, ricadente
nel territorio del Comune di Scanzano Jonico, in conformità al P.T.P.M. è prevista
l’immodificabilità dell’area consentendo solo i processi di riqualificazione naturalistica. Il Piano
evidenzia, altresì, che l’area è in gran parte utilizzata come agricola e suggerisce l’utilizzo di circa il
50% ad uso turistico, previa variante al P.T.P.M..
Nella fattispecie, il comparto F, ricade così come la quasi totalità del PPE “Foce AGRI”, all’interno
del territorio regolato dall’Ambito distinto dalla lettera D, tuttavia i competenti organi regionali,
non hanno ravvisato la difformità dello stesso PPE, applicando le norme dettate dalla scheda n. 7 del
PTPM al solo comparto F ed ignorando i restanti comparti, per i quali sono state applicate le Norme
previste per l’ambito E.
Per il comparto F, è stata indicata la possibilità di diversa destinazione d’uso prevista dal PTPM,
solo previa modifica di detto Piano, cosa che bisognava fare anche prima di approvare l’intero PPE
“Foce AGRI”.
E’ certamente utile fare rilevare che il comparto F è formato da particelle di terreno non
intestate alla MARINAGRI S.p.A…..omissis”.

Tale assunto conferma la “volontà” da parte degli amministratori regionali di favorire il


progetto della MARINAGRI fin dall’inizio. Infatti, ulteriori e diversi saranno gli atti
illegittimi a favore della stessa società.
Sintomatica è la ricostruzione dell’iter di approvazione sia del “P.P.E. Foce AGRI” e, poi,
degli atti successivi, laddove, più volte, è intervenuta la Regione Basilicata in “aiuto” alla
MARINAGRI. Ciò, in particolare quando, per fare uscire il progetto dall’empasse
determinata dalle legittime contestazioni del Comune di Scanzano Jonico, intervenne una
delibera della Giunta Regionale guidata dall’Architetto BUBBICO Filippo, con la quale
prima veniva indetta una conferenza di servizi e, poi, disattendendone gli esiti (nefasti per
le aspirazioni della MARINAGRI), in forza del potere sostitutivo previsto dalla medesima
delibera (D.P.G.R. 157/2000), venne emanata la D.P.G.R. n.299/01 del 16.10.2001.
Nella sostanza, tale delibera, violava quanto previsto dal P.P.E., laddove prevedeva
l’attuazione del Piano per comparti anziché in maniera unitaria. In tale maniera, si
escludevano dai benefici dell’asservimento volumetrico tutte le aree intrasformabili che
non facevano parte di un singolo comparto dove era prevista l’edificazione, ma annesse al
Piano. Tale modalità violava, quindi, quanto previsto circa la unitarietà del Piano, che per
via della particolare tipologia del territorio sottoposto a vincoli di natura ambientale,
prevedeva delle “compensazioni” di carattere naturalistico, allocate per l’appunto nelle
aree intrasformabili. Tale assunto trova riscontro confrontando quanto previsto dal
D.P.G.R. n.711/97 con il quale veniva approvato, seppur illegittimamente il “P.P.E. Foce
AGRI” con prescrizioni da parte della Regione Basilicata, con il D.P.G.R. n.299/01 di
attuazione dello stesso. Difatti il D.P.G.R. n.711/97, seppur illegittimo prescriveva
l’unitarietà del Piano come anche confermato dalla conferenza di servizi del 04.12.2000.
L’illegittimità della D.P.G.R. n.299/01 verrà, altresì, rilevata con la sentenza n.282/05 del
29.04.2005 del TAR Basilicata, emessa a seguito di ricorso di una parte privata, tale TUCCI,
proprietario di terreni “danneggiati” da quanto previsto dalla delibera in questione. Tale

224
sentenza veniva appellata al Consiglio di Stato sia da parte della MARINAGRI S.p.a. e sia
della Regione Basilicata. Il Consiglio di Stato nel giudizio instaurato dalla MARINAGRI
S.p.a., confermava la sentenza del TAR Basilicata sfavorevole alla società. A questo punto
si ripropone, nuovamente l’intervento della Regione Basilicata a favore del progetto della
MARINAGRI S.p.a., la quale, al fine di evitare “ulteriori problemi” che sarebbero potuti
sorgere da una sentenza sfavorevole del Consiglio di Stato anche nel giudizio promosso
dallo stesso ente regionale, aggirava l’ostacolo emettendo la D.P.G.R. n.196/2005 in data
26.9.2005.
Con tale delibera, la Regione, dopo aver premesso che il TAR Basilicata aveva annullato il
D.P.R.G. 299/01, dichiarava di dare ottemperanza alla sentenza n.282/05 del medesimo
Tribunale Amministrativo, confermando però di fatto il D.P.R.G. n.299/01. Infatti nella
D.P.G.R. n. 196/2005 si legge: “che “al realizzando comparto dovrà essere asservita una o
più aree… necessarie ad assorbire la volumetria eccedente il valore di 1 mc/mq”.
Senonché, in nessun comparto potrà rendersi necessario “assorbire volumetria eccedente il
valore di 1 mc/mq” perché, per disposizione di Piano, Tale indice non potrà mai essere
superato in quanto introdotto “come strumento di verifica dell’indice prescritto dal
PTPM, scheda d’Ambito n. 7 (art. 2 titolo III NTE PPE Foce AGRI).
In pratica con l’atto deliberativo in esame la Regione Basilicata conferma in tutte le sue
parti l’atto annullato dal TAR Basilicata, eccezion fatta per la disposizione concernente
l’attribuzione virtuale della volumetria di 1 mc/mq alle aree trasformabili ricadenti nel
Piano di Ambito “Foce AGRI”, specificando che dovranno essere tenute in considerazione
per le volumetrie realizzabili anche le aree intrasformabili non diversamente indennizzate,
nella sola ipotesi, però nella quale la volumetria prevista in un comparto superi quella
consentita dal PTPM (riveniente dall’applicazione di un indice fondiario di 1 mc/mq).
Ovvero, solo in tal caso, al realizzando comparto dovrà essere asservita una o più aree
della superficie complessiva trasformabile e/o intrasformabile non diversamente
indennizzata, necessaria ad assorbire la volumetria eccedente il valore di 1 mc/mq. Tale
assunto però risulta essere contraddittorio e inattuabile salvo che non si vogliano
violare le prescrizioni imposte dal P.T.P.M., norma gerarchicamente sovraordinata, che
prevede che l’indice massimo e invalicabile di edificabilità di 1/mc/mq è insuperabile,
nonché rilevato che in nessun comparto si supera tale indice.
Con tale delibera, quindi, si elude quanto previsto dalla sentenza del TAR Basilicata
n.282/2005, permettendo alla MARINAGRI di poter proseguire nel suo progetto,
perpetuando di fatto quanto disposto con la delibera n.299/01 annullata. A tal proposito si
fa esplicito riferimento a quanto dichiarato dall’ALTIERI il quale in merito ai motivi di tali
condotte riferiva: “…..OMISSIS. Del resto devo aggiungere però che se attuiamo, come la
legge vuole, l’asservimento delle aree, il piano diventa ingestibile, cioè non diventa più
economicamente vantaggioso, perché quel metro quadro di volume che sviluppa il piano
dovrebbe costare cinquantamila euro al metro quadrato, cioè una cosa impossibile per i
costi che ha la complessità della perequazione, cioè il piano non ha più un interesse
economico. Ecco perché non è stato accettato. Qualcuno potrebbe dire: “Ma come, ma alla fine,
da una perequazione su un investimento di questo tipo, perché non si è fatto?”. Perché non ha più
un interesse, non ha valenza economica, di interesse economico il piano….OMISSIS”. Ovvero
l’investimento per la MARINAGRI non sarebbe più stato economicamente vantaggioso.
La delibera appena esaminata appare, secondo anche quanto indicato nelle sue
dichiarazioni dall’ALTIERI, illegittima ed atta a favorire, in ogni modo, il progetto della
MARINAGRI.
In merito a quanto appena affermato, si ricorda quanto indicato nella loro relazione dai
CTU, nominati dalla Procura di Matera, nel procedimento poi archiviato ed inerente i

225
medesimi fatti di cui ci si occupa, allorquando gli stessi affermarono che dall’esame degli
atti avevano potuto rilevare: “…..che la condotta posta in essere di violare le disposizioni del
PTPM è la riprova di una decisa volontà politica di dar corso all’iniziativa ad ogni costo, adeguando
ove necessario quelle norme che risultassero di intralcio…”.
La giunta che delibera tale atto (D.P.G.R. n.196/2005 del 26.09.2005) è presieduta da Vito
DE FILIPPO, succeduto a BUBBICO Filippo, e composta da FIERRO Gaetano,
CHIURAZZI Carlo, COLANGELO Rocco, MOLLICA Francesco, Giovanni RONDINONE
e SALVATORE Donato Paolo, assente alla deliberazione.
In merito a tale ultima delibera si rileva la concomitanza della sua emissione, ovvero il
26.9.2005, con la richiesta di archiviazione, formulata dalla Procura della Repubblica di
Matera, del procedimento penale a carico del VITALE Vincenzo e riguardante la stessa
MARINAGRI, avvenuta in data 23.9.2005, con la quale di fatto si avallava il precedente
operato (illegittimo – D.P.G.R. n.711/97 e D.P.G.R. 299/01) della Giunta Regionale della
Basilicata.
Il Consiglio di Stato, con sentenza n. 3198/2006 del 14.03.2006 respingeva gli appelli della
MARINAGRI e della Regione Basilicata avverso la sentenza n. 282/2005 del TAR
Basilicata.
In particolare, il Consiglio di Stato ha riconosciuto che il DPGR n. 299/2001 si è posto “ in
contrasto con le previsioni del Piano stesso, laddove ha escluso qualsiasi forma di
compensazione (ed in particolare l’attribuzione di volumetrie teoriche cedibili) in favore
dei proprietari delle aree intrasformabili”; che “il Piano, nella sua connotazione genetica
si configura in termini unitari, in un contesto in cui l’intrasformabilità delle aree di
maggiore pregio paesaggistico costituisce presupposto perché le trasformazioni previste
negli altri comparti possano realizzarsi in modo equilibrato” e che “ il Piano, così come
formalmente imposto nell’atto di approvazione – (DPGR n. 711/1997) . ricollega – su di un
piano di sostanziale contestualità la realizzazione degli interventi previsti nei vari
comparti alla valorizzazione e conservazione attiva delle aree intrasformabili,
postulando quindi un approccio di tipo integro ed individuando nell'asservimento lo
strumento giuridico atto da un lato a consentire il perseguimento dei complessivi
obiettivi che il Piano stesso si prefigge e dall’altro a conciliare le progettate
trasformazioni urbanistiche con la salvaguardia dei valori paesistici (sent. N. 3198 del
26.5.2006)
A questo punto occorre evidenziare che dall’esame della documentazione sequestrata in
data 27.2.2007 presso gli uffici della MARINAGRI S.p.a. e delle sue controllate, emergeva
che la D.P.G.R. n.299/01 risultava essere un atto fondamentale anche per la definitiva
ammissione a finanziamento del Contratto di Programma del CONSORZIO COSTA
D’ORO di cui faceva parte la MARINAGRI. Difatti, tale assunto trova riscontro dall’esame
della corrispondenza intercorsa, prima dell’emissione della delibera in questione, tra il
Ministero, il CONSORZIO COSTA D’ORO e il Comune di Scanzano Jonico e quello di
Policoro.

Con nota n.0015053 del 5.4.2001, Il Ministero del Tesoro, del Bilancio e della
Programmazione Economica – Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione –
Servizio per la Programmazione Negoziata, invia al Presidente della Giunta Regionale
(BUBBICO), ed al Sindaco del Comune di Policoro (LOPATRIELLO Nicolino), nonché, per
conoscenza, al Sindaco del Comune di Scanzano Jonico (ALTIERI Mario) ed al
CONSORZIO COSTA D’ORO, l’atto di invito e diffida trasmesso a quell’ufficio il
04.04.2001, prot.0014923 del 05.04.2001, dall’avv. SPATA in nome e per conto del
Comune di Scanzano Jonico, chiedendo alle amministrazioni in indirizzo di fornire

226
dettagliati elementi per le determinazioni di competenza. Tale nota reca il timbro del
protocollo del Comune di Policoro n.009936 del 13.04.2001, nonché l’annotazione “3^
settore Sindaco 15.04.2001”
Nell’atto di invito e diffida, redatto dall’avv. SPATA, in nome e per conto del Comune di
Scanzano Jonico, si legge:
“Il comune, mio assistito, è venuto a conoscenza che il CONSORZIO COSTA D’ORO ha
presentato una proposta di contatto di programma, attualmente in fase di istruttoria per la verifica
degli aspetti di fattibilità tecnica, amministrativa e finanziaria.
Del consorzio presentatore fa parte la S.p.A. MARINAGRI. Tale Società, sul presupposto di aver
progettato la realizzazione, sulla fascia costiera ionica ricadente in gran parte nel Comune di
Scanzano Ionico e in minima parte nel Comune di Policoro, di un villaggio turistico prevedente la
costruzione di un bacino portuale, delle relative infrastrutture, di un villaggio lagunare, di una
zona residenziale con ville e unità condominiali, di una zona alberghiera con beauty farm e centro
congressi, di un campo da golf e relative infrastrutture, di impianti per attività di pesca sportiva, di
strutture per itticoltura, strutture per la gestione e il monitoraggio ambientale, percorsi
naturalistici, spiagge, parco ornitologico, e orto botanico, ha attivato un complesso contenzioso al
T.A.R. Basilicata Potenza tendente ad ottenere l’annullamento di atti del Comune di Scanzano
relativi ad aspetti urbanistici inerenti il proprio territorio.
Ed infatti come risulta dalla documentazione che allego, le aree interessate dal progetto
MARINAGRI, che è lo stesso oggetto della proposta di contratto di programma,
presentata dal CONSORZIO COSTA D’ORO, sono comprese in Piano Particolareggiato
Esecutivo d’Ambito denominato “Foce AGRI.
Tale P.P.E. adottato dai Comuni di Policoro e Scanzano Jonico, approvato con prescrizioni dalla
Regione Basilicata, non ha ancora concluso il suo iter formativo, in quanto è sorto contrasto tra i
Comuni di Policoro e Scanzano Jonico in ordine alle modalità di attuazione dello stesso, pure
imposte dalla Regione Basilicata in sede di approvazione, tant’è che allo stato i due Comuni non
hanno stipulato la convenzione, stante l’incompletezza degli elaborati del Piano; non hanno
sottoscritto alcun protocollo di intesa; non hanno determinato la scelta del soggetto proponente.
In tale situazione la Regione con D.P.G.R. 21/4/2000 n. 157 (all.1) ha assegnato ai due Comuni un
termine di giorni 60 per il raggiungimento dell’intesa propedeutica all’attuazione del Piano e
determinato di convocare una Conferenza di servizi per l’ipotesi di non raggiungimento della stessa.
Attesa la mancanza dell’intesa, in data 4/12/2000 si è tenuta presso la Regione la Conferenza di
servizi fra i due Comuni e la Regione medesima (all.2). A seguito di un ulteriore incontro del
16/2/2001 (all. 3) i due Comuni hanno concordato un protocollo di intesa, la cui bozza (all. 4) è
stata trasmessa dal Sindaco di Scanzano alla Regione (all. 5). Ma mentre questo ha dichiarato la
disponibilità alla sottoscrizione dello stesso, il Comune di Policoro dal canto suo non ha comunicato
alla Regione tale disponibilità; sicchè si è in attesa della finale deliberazione della Giunta Regionale
di cui D.P.G.R. n. n157/2000.
In tale situazione è evidente che mancano tutti i presupposti urbanistici, amministrativi e
procedurali per l’esame della proposta presentata dal CONSORZIO COSTA D’ORO,
attesa da un lato la irrealizzabilità immediata dell’iniziativa, dall’altro e
conseguentemente la non cantierabilità immediata dell’attività.
Alla stregua di tutto quanto precede il Comune di Scanzano Jonico, a mio mezzo, espressamente
chiede che la proposta di contratto di programma non venga favorevolmente esaminata perché la
stessa negativamente incide su quelli che sono le effettive scelte e i concreti interessi urbanistici ed
economici del comune medesimo.

Con nota n. 0020125 del 11.5.2001, il Ministero del Tesoro, del Bilancio e della
Programmazione Economica – Servizio per la Programmazione Negoziata, scrive al

227
Presidente della Giunta Regionale, ai Sindaci di Policoro e Scanzano Jonico e per
conoscenza al CONSORZIO COSTA D’ORO. Con tale nota, il citato Ufficio Ministeriale
segnala un ulteriore atto di invito e diffida del Comune di Scanzano Jonico, avverso la
proposta di contratto di programma in esame, con nota del 2.5.2001 n.0018165. Pertanto, lo
stesso Ufficio centrale, preso atto, tra l’altro, della circostanza relativa al cambio di
destinazione d’uso, in deroga ad un subcomparto di un piano, in cui risulta localizzata
una delle iniziative approvate dal CIPE il 03.05.2001, invita le amministrazioni coinvolte
ed in particolare la Regione Basilicata, cui spetta la risoluzione del procedimento, a fornire
elementi certi circa la legittimità delle posizioni delle due amministrazioni coinvolte.
Specificando che la stipula del contratto rimaneva subordinata alla risoluzione del
procedimento in corso.
In riferimento a quanto indicato, il CONSORZIO COSTA D’ORO con nota n.10/2001 del
05.06.2001, indirizzata:
o al Servizio per la Programmazione Negoziata Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e
Coesione Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica, c.a.
Direttore Dott. Alberto Versace;
o al Presidente della Giunta Regionale della Regione Basilicata;
o al Sindaco del Comune di Policoro;
o al Sindaco del Comune di Scanzano Jonico.
Avente per oggetto “Proposta di Contratto di Programma del CONSORZIO COSTA
D’ORO S.c.a.r.l. – Centro Turistico Ecologico Integrato MARINAGRI”, riscontrando la
nota n.0020125 del 11.05.2001 del Ministero del Tesoro scriveva:
“………………………………………omissis……………………………………………..
È altresì fuorviante l'assunto che "il Comune di Scanzano Jonico è parte in causa in quanto il Piano
è di iniziativa pubblica e quindi è esso stesso soggetto attuatore del Piano". Il Comune di
Scanzano Jonico è infatti parte in causa soltanto nel senso che ha competenza amministrativa (il
che è ben diverso dal dire che è soggetto attuatore) sulle opere previste dal Piano che ricadono nel
Comune di Scanzano Jonico (campo da Golf, Centro di Talassoterapia, ecc) ma non ha alcuna
competenza sulle opere di cui alla proposta di Contratto di Programma approvata dal
CIPE nella seduta del 03.05.2001.
Infatti, l'applicazione della legge 142/90 e successive modifiche (D. Lgs. 267/2000)
impedisce al Comune di Scanzano Jonico, di rivendicare competenze a qualsiasi titolo su
opere ricadenti nel Comune di Policoro e realizzabili ai sensi di un Piano approvato dalla
Regione. Ci sembra peraltro che il Comune di Policoro abbia rivendicato in modo netto il
rispetto delle proprie prerogative istituzionali con riferimento alla competenza
territoriale.
Per quanto detto sopra, le diffide del Sindaco di Scanzano Jonico sono da considerarsi atti
inconferenti e destituiti di ogni fondamento giuridico.
A maggior supporto di quanto asserito basti pensare che:
- da un lato nella diffida inoltrata a Codesto Servizio in data 04.04.2001 il Comune di
Scanzano Jonico afferma che la proposta di contratto di programma avanzata dal CONSORZIO
COSTA D’ORO S.c.a.r.l. e dalla sua consorziata MARINAGRI SpA "…….negativamente incide
su quelli che sono le effettive scelte ed i concreti interessi urbanistici ed economici del Comune di
Scanzano Jonico”;
- dall'altro lato, nella Conferenza di Servizi del 29.09.1999, il Sindaco di Scanzano Jonico ha
sottoscritto un verbale in cui il Porticciolo Turistico Akiris viene definito (cfr.. verbale della
Conferenza di Servizio del 28.09.99 già agli atti di codesto Servizio): “ . . . . progetto che soddisfa in
via combinata gli interessi pubblici alla valorizzazione turistica ed economica del territorio, alla
tutela del paesaggio e dell’ambiente ed alla sicurezza della navigazione”..

228
Alla Regione Basilicata si chiede con cortese sollecitudine l'applicazione del D.P.G.R. n.157 del
21.04.2000, ed in particolare il provvedimento finale di intesa che consente di dare piena attuazione
al Piano.
Si ribadisce che il predetto provvedimento di intesa riguarda le modalità di gestione dello stesso
Piano ma non può né ledere la competenza territoriale in ordine al rilascio delle concessioni edilizie
(ai sensi del D.Lgs. 267/2000 sulle autonomie locali), né ledere il diritto della MARINAGRI S.p.a.,
proprietaria della aree, ad attuare le trasformazioni nei comparti individuati dalle tavole di
Piano e puntualmente elencati nel D.P.G.R. n.711 del 09.09.1997, in cui ai sensi dell'art. 23
della legge 1150/42, ha titolo ad operare in quanto proprietaria delle aree”.
Quindi, con tale nota il CONSORZIO COSTA D’ORO richiedeva al Presidente della
Regione Basilicata l’applicazione del D.P.G.R. 157/2000 al fine di dare attuazione al Piano.
La richiesta del CONSORZIO COSTA D’ORO veniva soddisfatta con l’emissione del
D.P.G.R. n.299/01.
Il Presidente della Regione Basilicata pro tempore, Filippo BUBBICO, tenuto conto dei
ripetuti inviti formulati dal CONSORZIO COSTA D’ORO nei mesi precedenti, nonché dal
Comune di Policoro di adottare i poteri sostitutivi, li fa propri con la D.P.G.R. 299/01.
Pertanto, in data 12.11.2001, con nota prot. n.43784/71R, comunica all’ufficio interessato
all’istruttoria della proposta del contratto di programma in esame, quanto di seguito
indicato:
“In allegato alla presente ed in risposta alla V. S. nota n° 0020125 del 11.05.2001, si trasmette il
D.P.G.R. n° 299 del 16.10.2001, che disciplina, ai sensi del D.P.G.R. n° 157 del 21.04.2000 le
modalità attuative del P.P.E. “Foce AGRI”, in sostituzione della prevista intesa tra i comuni di
Policoro e Scanzano Jonico.
Il provvedimento in oggetto conferma l’attuazione del Piano Particolareggiato per
comparti, come individuati nelle tavole del medesimo Piano Particolareggiato, e consente
la realizzazione delle iniziative turistiche di cui alla proposta di Contratto di Programma
in oggetto (cfr. Delibera di Localizzazione Regionale del 8.01.1998).
Come chiaramente evidenziato nelle premesse del dispositivo D.P.G.R. n° 299 del 16.10.2001, gli
indirizzi alla base della medesima deliberazione sono stati normalmente condivisi ed apprezzati da
entrambi i Sindaci dei comuni interessati.
Si intendono pertanto definitivamente chiarite le modalità di attuazione del Piano delle aree oggetto
di trasformazione urbanistica”.
Con tale nota il Presidente della Regione Basilicata, Arch. BUBBICO, dà il via libera al
Ministero competente per l’approvazione dei finanziamenti pubblici in capo alla
MARINAGRI S.p.a..
Con nota n.11/2001 del 8.11.2001 del CONSORZIO COSTA D’ORO a firma del presidente,
Ing. Marco VITALE, indirizzata al Servizio per la Programmazione Negoziata
Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione Ministero del Tesoro, del Bilancio e
della Programmazione Economica e per conoscenza al Presidente della Giunta Regionale
della Regione Basilicata, il predetto Consorzio comunica quanto segue:
“Oggetto: Proposta di Contratto di Programma del CONSORZIO COSTA D’ORO S.c.a.r.1. -
Centro Turistico Ecologico Integrato MARINAGRI - Approvato con Delibera CIPE del 03.05.2001
- trasmissione DPGR n. 299 del 16.10.2001 relativo all'intesa tra i Comuni di Policoro e Scanzano
Jonico.
A conclusione definitiva della inconferente polemica messa in atto dal Comune di
Scanzano Jonico con i noti atti di diffida del 4.04.2001 e 02.05.2001 avverso l'approvazione
del Contratto di Programma proposto dallo scrivente Consorzio, ed a nuovo riscontro della nota
n. 0020125 del 11.05.2001 del Ministero del Tesoro, si trasmette il D.P.G.R. n. 299 del

229
16.10.2001, che sostituisce, con riferimento al P.P.E. "Foce AGRI", l'intesa tra i Comuni di
Policoro e Scanzano Jonico.
In particolare si intende richiamare in questa sede come il dispositivo chiarisca
definitivamente la legittimità del progetto presentato a suo tempo a codesto ufficio dal
parte della consociata MARINAGRI S.p.A.; infatti, ai sensi del dispositivo in oggetto, i
proprietari delle aree di ciascun comparto devono presentare al Comune nel cui territorio le
aree stesse ricadono un progetto planovolumetrico esecutivo. Come si evince dalla documentazione
già agli atti di codesto ufficio, la MARINAGRI S.p.A. è proprietaria della quasi totalità dei
Comparti A e C del Piano - in cui ricadono le opere finanziate Ios Village, Thalas Hotel e porticciolo
turistico Akiris, ed è quindi nel pieno diritto di proporsi come attuatore ai sensi della Legge
Urbanistica 1150/42 (legge che ovviamente il D.P.G.R. in oggetto richiama al primo punto quale
necessario presupposto).
Come già dalla scrivente sostenuto nella nota n.10/2001 del 05.06.2001, è da ritenersi quindi non
corretto quanto asserito nella nota n. 0020125 del 11.05.2001 del Ministero del Tesoro – Il Comune
di Scanzano Jonico è parte in causa in quanto il Piano è di iniziativa pubblica e quindi è esso stesso
soggetto attuatore del Piano”. Il Comune di Scanzano Jonico è infatti parte in causa soltanto nel
senso che ha competenza amministrativa (il che è ben diverso dal dire che è soggetto attuatore) sulle
opere previste dal Piano che ricadono nel Comune di Scanzano Jonico (campo da Golf, centro di
Talassoterapia, ecc) ma non ha alcuna competenza sulle opere di cui alla proposta di Contratto di
Programma approvata dal CIPE nella seduta del 03.05.2001.
Si chiede pertanto che, in ottemperanza alla delibera CIPE del 03.05.2001, si proceda
all'assegnazione definitiva delle risorse da parte dello stesso CIPE entro il 31.12.2001”. Con nota
n.14167 del 14.12.2001, indirizzata all’on. BALDASSARRI Mario presso il Ministero
dell’Economia e delle Finanze, alla dr.ssa BITETTI Patrizia presso la segreteria C.I.P.E., al
dott. Carlo SAPPINO presso il Ministero delle Attività Produttive – Direzione Generale
per il Coordinamento degli incentivi alle imprese e alla d.ssa PASCOLI Anna presso il
Servizio per la Programmazione Negoziata tutti di Roma, il dott. ALTIERI, Sindaco di
Scanzano Jonico, scrive quanto segue:
“OGGETTO: Proposta di Contratto di Programma del CONSORZIO COSTA D’ORO
S.C.A.R.L.. Risposta alla nota del Ministero delle Attività Produttive del 27/11/01 Prot. 1180.551.
E’ pervenuta a questo Comune nota del Ministero delle Attività Produttive del 27/11/2001, prot. N.
1180.551 con la quale, ai fini della definizione della pratica per l’assegnazione dei fondi di cui alla
delib. CIPE n. 91/01, si invita il CONSORZIO COSTA D’ORO a fornire gli elementi necessari
per la definizione ed attuazione del Piano Progettuale e la Società MARINAGRI a fornire
descrizione degli interventi previsti, alla stregua delle varianti apportate al progetto iniziale e al
disposto di cui al D.P.G.R. n. 299/01.
Questo Comune ritiene di dover segnalare a codesto Ministero che il CONSORZIO
COSTA D’ORO non è in grado e comunque non può validamente e legittimamente fornire
gli elementi richiesti, in quanto non ha né la disponibilità del suolo né le concessioni
demaniali relative a tutte le aree interessate dal Piano progettuale né allo stato esiste
alcuna variante in deroga di validità ed efficace.
Per ciò che concerne la richiesta formulata alla MARINAGRI, Società che fa parte del Consorzio
presentatore del Piano progettuale, si evidenzia che il D.P.G.R. n. 299/01 e la presupposta delib.
G.R. 15/10/01 n. 2194, sono atti conseguenti al contrasto insorto tra i Comuni di Policoro e
Scanzano Jonico in ordine alle modalità di attuazione del Piano Particolareggiato Esecutivo
d’Ambito Foce AGRI.
Tali atti regionali pubblicati sul B.U.R. n. 72 dell’1/11/01 non solo non sono ancora divenuti
inoppugnabili ma determinano, ai fini della concreta attuazione del Piano medesimo, una serie di
incombenze allo stato neppure iniziate.

230
Questo Comune ritiene doveroso evidenziare che i predetti atti prescrivano, tra l’altro, che la
volumetria complessiva prevista dal Piano Particolareggiato è da intendersi virtualmente attribuita
a tutte le aree trasformabili ricadenti nel Piano stesso, indipendentemente dalla prevista
destinazione, dalla proprietà e dalla localizzazione in uno o nell’altro territorio comunale.
Conseguentemente le volumetrie realizzabili nell’ambito di ciascun comparto edificatorio
derivano non solo dalle aree del comparto stesso, ma anche dalle aree trasformabili
rientranti nel perimetro del Piano d’ambito.
Pertanto nell’ipotesi che la volumetria prevista in un comparto superi quella consentita da PTCM
(1mc/mq.), al realizzando comparto dovrà essere asservita una o più aree della superficie
complessiva trasformabile necessaria ad assorbire la volumetria eccedente il valore di 1mc./mq.
Dovranno in ogni caso essere rispettati gli indici e le quantità volumetriche stabiliti per ciascuno
comparto nonché la volumetria complessiva del Piano.
L’attuazione del P.P.E.A. potrà avvenire per singoli comparti e nell’ambito di questi, con la
sequenza del D.P.G.R. n. 711/97, di approvazione del Piano.
A questo fine il proprietario o i proprietari, riuniti in consorzio o società, dalle aree di ciascun
comparto dovranno presentare al Comune o ai Comuni, nel cui territorio le aree stesse ricadono, un
progetto planovolumetrico esecutivo corredato, ove occorra, dalla documentazione relativa
all’asservimento a non aedificandi delle superfici necessarie a consentire la realizzazione della
volumetria prevista.
Conseguentemente dovranno essere allegati agli accordi o i contratti interprivati con i proprietari
delle aree asservite, mediante i quali è stata realizzata la perequazione delle situazioni dominicali.
Nel progetto planovolumetrico, dovranno essere puntualmente indicate le opere di urbanizzazione
primaria e secondaria, individuate in un apposito elaborato accompagnato da progettazione
esecutiva, con la stima analitica dei costi, suddivisi. Ove occorra, in relazione alla localizzazione di
ciascuna opera nel territorio dei due Comuni interessati e per comparti.
I soggetti che hanno la proprietà o, in base ai negozi interprivati, la legittima disponibilità delle aree
dell’intero comparto, dovranno stipulare con il Comune o con i comuni nel cui territorio ricade il
comparto stesso, una convenzione relativa all’attuazione del progetto planovolumetrico,
obbligandosi a versare gli oneri relativi al costo di tutte le opere di urbanizzazione primaria e di
parte delle opere di urbanizzazione secondaria, in conformità alle vigenti norme.
Nell’ipotesi di opere di urbanizzazione interessanti più comparti e/o il territorio di entrambi i
Comuni dovrà essere garantita la realizzazione integrata ed unitaria, mediante la stipula di
apposita convenzione tra Amm.ne/i ed i privati rappresentati la proprietà dei predetti comparti, nei
modi di cui all’art. 23 L.n. 1150/42.
In caso di opere di urbanizzazione che per la loro natura o struttura riguardino il territorio di più
Comuni, il loro progetto dovrà essere approvato da entrambe le Amministrazioni Comunali.
Alla stregua delle novità prescrizionali imposte dalla Regione conseguentemente al
mancato accordo sulla convenzione tra i Comuni di Policoro e Scanzano Jonico, il Piano
progettuale all’esame di codesto Ministero non può proseguire nel suo iter perché in
contrasto con queste.
Si invitano, per tanto, le SS.VV. nell’ambito delle rispettive competenze, ad esprimere
parere negativo sull’assegnazione definitiva dei fondi in discorso”.
A seguito della nota sopra riportata, il Ministero delle Attività Produttive, con nota
n.1.180.669 del 31.12.2001, indirizzata al CONSORZIO COSTA D’ORO (VITALE Marco), al
Sindaco di Policoro (LOPATRIELLO Nicolino), al Sindaco di Scanzano Jonico (ALTIERI
Mario) e per conoscenza al Presidente della Giunta Regionale Basilicata (BUBBICO
Filippo), chiede urgenti chiarimenti in merito a quanto segnalato dal Sindaco ALTIERI:
“OGGETTO: Proposta di Contratto di Programma del CONSORZIO COSTA D’ORO S.C.A.R.L.
– Centro turistico integrato MARINAGRI.

231
Si fa riferimento alla nota del 14/12/2001 prot. N. 1.180.636 del 17/12/2001, inviata a questo
Ufficio dal Comune di Scanzano Jonico che si allega alla presente e in cui si invita ad esprimere
parere negativo sull’assegnazione definitiva dei fondi alla proposta di contratto in oggetto.
Nell’evidenziare il parere positivo della Regione Basilicata che nella nota n. 1.180.511 del
19/11/2001 afferma che il “D.P.G.R. n.299 del 16/10/2001 conferma l’attuazione del piano
particolareggiato per comparti e consente la realizzazione delle in iniziative turistiche di cui alla
proposta di contratto di programma Costa d’Oro”, si ritiene necessario un definitivo chiarimento
circa le modalità di attuazione del Piano d’Ambito e la conseguente realizzazione dell’intervento in
oggetto.
Poiché, evidentemente, tali modalità non risultano formalmente condivise dai due Comuni e
considerato la necessità, per la corretta realizzazione dell’intervento, delle opere di urbanizzazione
primaria e secondaria, si invita codesto Consorzio e le Amministrazioni di competenza a fornire,
con la massima sollecitudine, i chiarimenti dovuti”.
Con nota n.1053 del 14.1.2002, su carta intestata del Comune di Policoro ed a firma
congiunta del Sindaco di Policoro, Nicola LOPATRIELLO, del Dirigente del 3^ Settore del
Comune di Policoro, VICECONTE Felice, del presidente del CONSORZIO COSTA
D’ORO, VITALE Marco e del presidente della MARINAGRI, VITALE Vincenzo,
indirizzata alla Direzione Generale per il Coordinamento degli Incentivi alle Imprese
presso il Ministero delle Attività Produttive – Ufficio della Programmazione Negoziata e
per conoscenza al Presidente della Giunta Regionale, Arch. Filippo BUBBICO, i predetti al
fine di fornire i necessari chiarimenti scrivono:
“In risposta alla Vs. nota prot. 1.180.669 del 31.12.2001, ed a definitivo chiarimento circa le
modalità di attuazione dell'iniziativa turistica presentata dalla MARINAGRI SpA, nell'ambito
della proposta di Contratto di Programma del CONSORZIO COSTA D’ORO i sottoscritti:
Dott. Nicola Lopatriello, Sindaco della Città di Policoro,
Ing. Felice Viceconte, Dirigente III Settore del Comune di Policoro, responsabile del procedimento,
Ing. Marco VITALE, Presidente del CONSORZIO COSTA D’ORO S.c.a.r.l.,
Vincenzo VITALE, Presidente della MARINAGRI S.p.A.,
fanno presente quanto segue.
L'ultima nota del Sindaco del Comune di Scanzano Jonico del 14.12.2001, al di là dell'evidente fine
defatigatorio ed emulativo, lascia trasparire un'acredine nei riguardi dell'iniziativa turistica in
oggetto e della Città di Policoro, come raramente si è vista albergare in un'istituzione pubblica, la
cui azione dovrebbe essere tesa soltanto alla salvaguardia degli interessi pubblici ed allo sviluppo
socio economico. Ci si chiede quale vantaggio può ricavare il Comune di Scanzano Jonico dalla
mancata assegnazione delle risorse al CONSORZIO COSTA D’ORO?.
A testimonianza del fine distruttivo, e dell'uso personalistico delle istituzioni, è il fatto che tali atti
(siamo al terzo) vengano prodotti sempre nell'imminenza della decisione del CIPE con il chiaro
intento di mettere il decisore in grave imbarazzo, atteso anche il fatto che trattasi di istanze
provenienti da un ente pubblico.
Occorre comunque precisare che, nell'ultima missiva, il Sindaco di Scanzano Jonico ha rivolto a
codesto Ufficio un invito a titolo esclusivamente personale, in quanto non risultano atti specifici
degli organi collegiali, né il Sindaco è responsabile del procedimento in ordine all'attuazione del
P.P.E. "Foce AGRI".
Venendo invece nello specifico ai contenuti della missiva del Sindaco del Comune di Scanzano,
l'interpretazione del dispositivo regionale DPGR 299/2001 è univoca e non può destare
ulteriori dubbi circa le modalità di attuazione del Piano d'Ambito Foce AGRI. A
testimonianza di ciò vale l'autorevole parere della Regione Basilicata a cui la presente viene inviata
per conoscenza.

232
Intanto va sottolineato che il D.P.G.R. n.299 del 16.10.2001 è divenuto inoppugnabile a far
data dal 02/01/2002 per mancanza di oppugnazione da parte di alcuno. D'altronde il
Sindaco di Scanzano Jonico, che ha invocato tale "carenza procedurale" (come se la validità di una
legge fosse subordinata all'esaurimento di tutti gli eventuali atti di impugnazione dinanzi al
tribunale amministrativo), non ha potuto proporre oppugnazione dinanzi al TAR per il semplice
motivo che lo stesso Sindaco "ne ha formalmente condiviso ed apprezzato gli indirizzi'' (si
vedano al proposito le premesse del D.P.G.R. 299/2001).
Ciò che è invece più importante considerare è la natura del D.P.G.R. 299/2001: trattasi di "intesa
autoritativa" imposta dal Presidente della Giunta Regionale di Basilicata ai sensi del
D.P.G.R. 157/2000 (anche quest'ultimo condiviso da entrambi i Comuni). In sostanza il
D.P.G.R. 299/2001 è stato redatto proprio per sopperire alla mancata intesa tra i due Comuni con
un intervento sostitutivo regionale.
A maggior supporto si cita, nelle premesse del dispositivo: premesso "che il Presidente della Giunta
Regionale, l'Assessore al ramo ed i dirigenti dell'Ufficio Urbanistica e Tutela del Paesaggio e del
Servizio Assistenza Giuridico-Legale hanno preso atto delle convergenti dichiarazioni di formale
consenso dei Sindaci di Policoro e Scanzano Jonico all'adozione, da parte della Regione, di un atto
disciplinante le modalità attuative del PPEA Foce AGRI, in sostituzione dell'intesa che sarebbe
dovuta intervenire tra i comuni predetti".
Con riferimento invece ai contenuti del D.P.G.R. 299/12001, intanto è noto – lo ha richiamato la
stessa Regione Basilicata nella nota del 19.11.2001 - che la realizzazione avviene per "singoli
comparti”.
Ebbene, come evidenziato dalla copiosa ed esaustiva documentazione già agli atti di
codesto Ufficio, con riferimento alle tre iniziative proposte dalla MARINAGRI SpA ed
oggetto di approvazione CIPE (Hotel Thalas, Ios Village e Porto Akiris) è possibile
verificare che:
- l'Hotel Thalas e lo Ios Village ricadono interamente nel Comparto A del P.P.E.;
- il Porto Akiris ricade interamente nei Comparti C ed I del P.P.E.;
- la MARINAGRI SpA è proprietaria del 99.94% del Comparto A;
- la MARINAGRI SpA è proprietaria del 89.17% del Comparto C (il resto appartiene quasi
interamente al Demanio Marittimo);
- con riferimento alle aree del Comparto I la MARINAGRI SpA ha ottenuto l'approvazione di
Porto Akiris ai sensi del DPR 509/97 sulla nautica da diporto;
- la MARINAGRI, ai sensi dell'art.23 della legge 1150142 (proprietà di almeno 3/4 del
Comparto) è dunque legittimata ad attuare le previsioni di piano.

Per il Comparto A (in cui sono previsti il Villaggio Ios e l'Hotel Thalas), ai sensi del
D.P.G.R. n.299 del 16.10.2001, il Comune di Scanzano Jonico non è assolutamente
investito dalla successiva procedura di approvazione finale, in quanto le aree del
Comparto A ricadono interamente nel Comune di Policoro.

Per il Comparto C (in cui è previsto Porto Akiris) il Comune di Scanzano Jonico è investito
dell'approvazione delle sole urbanizzazioni di cui al tronco A-B, come illustrato nella planimetria
allegata, e rilascia la concessione su 1620 mq di superficie stradale su circa 508.272 mq di tutto il
comparto (0.3%).

Il Comune di Scanzano Jonico non può inoltre esimersi dall'approvare tale urbanizzazione in
quanto trattasi di atto dovuto alla luce dei seguenti motivi:

233
- le urbanizzazioni sono state già definite dal progettista del Piano ed approvate dal
Comune di Scanzano Jonico in sede di approvazione del Piano (cfr. Delibera di Consiglio Comunale
di Scanzano Jonico n. 58 del 12.11.99 e n.38 del 11.07.2000);
- il Sindaco di Scanzano Jonico ha già espresso parere favorevole al porticciolo turistico in sede di
conferenza di servizi del 28.09.1999 ai sensi del DPR 509/97 (l'urbanizzazione A-B è anche al
servizio del porto).

In sostanza l'approvazione che si richiederà al Comune di Scanzano Jonico sulle urbanizzazioni di


cui al tronco A-B va intesa soltanto ai sensi del calcolo degli oneri di urbanizzazione dovuti
(nessuna costruzione del Comparto C ricade nel Comune di Scanzano Jonico!)
Se il Comune di Scanzano Jonico si rifiutasse di approvare tali urbanizzazioni potrà essere richiesto
il potere sostituivo alla Giunta Regionale tenuto anche conto che le opere infrastrutturali sono già
state oggetto di progettazione definitiva con NO Paesaggistico poi inglobato nel successivo giudizio
di Compatibilità Ambientale (D.G.R. n. 2463 del 27.11.2001).
Per quanto riguarda infine i prescritti eventuali "asservimenti di aree della superficie complessiva
trasformabile necessaria ad assorbire la volumetria eccedente il valore di 1 mc/mq”, si rappresenta
che in nessuno dei Comparti del Piano (inclusi quindi i Comparti A e C che interessano la
proposta di Contratto di Programma) la volumetria realizzabile supera l’indice di 1
mc/mq fondiario, per cui nessun asservimento è necessario.
In definitiva, si chiede di non tener conto dei ripetuti inviti del Sindaco di Scanzano Jonico (inclusa
la probabile prossima missiva che perverrà a poche ore dal prossimo CIPE), anche al fine di evitare
che il Comune di Scanzano Jonico ed indirettamente l'intera comunità di Scanzano Jonico, debbano
soffrire il fardello delle ingenti azioni risarcitorie che Comune di Policoro, CONSORZIO COSTA
D’ORO S.c.a.r.l., MARINAGRI S.p.A., La Siritide S.r.l. e Nettis Resort S.r.l. metterebbero in atto
nel caso in cui la condotta sconsiderata del Sindaco di Scanzano producesse gli effetti sperati”.
Tale ultima nota riveste particolare importanza. Oltre a quanto si indicherà in seguito
relativamente al cambio di destinazione d’uso di alcuni subcomparti del comparto “A”, in
tale sede si rileva dall’esame della stessa il preciso intento sotteso al D.P.G.R. n.299/01. Ciò
si rileva in un passaggio fondamentale della nota laddove, nel comunicare all’ente
interessato all’istruttoria del finanziamento richiesto dalla MARINAGRI, la totale
estraneità del Comune di Scanzano Jonico per le opere candidate a finanziamento, viene
indicato che “….per il comparto A (in cui sono previsti il Villaggio IOS e l’Hotel THALAS), ai
sensi del D.P.G.R. n.299 del 16.10.2001, il Comune di Scanzano Jonico non è assolutamente
investito dalla successiva procedura di approvazione finale, in quanto le aree del
comparto A ricadono interamente nel Comune di Policoro…..”. Con tale affermazione si
ripropone praticamente quello che è il cuore del D.P.G.R. n.299/01, ovvero l’attuazione
per comparti, aggirando, di fatto, localizzando tutte le opere ammesse a finanziamento nel
Comune di Policoro, i rilievi mossi dal Comune di Scanzano Jonico circa le illegittimità
degli atti e le delibere adottati dalla Giunta Regionale a favore della MARINAGRI S.p.a..
Infine, in merito a tale nota ed a quanto indicato nella stessa, circa la premessa contenuta
nel D.P.G.R. n.299/01, laddove si riporta “che il Presidente della Giunta Regionale,
l’Assessore…………………..omissis hanno preso atto delle convergenti dichiarazioni di formale
consenso dei Sindaci di Policoro e Scanzano Jonico all’adozione, da parte della Regione, di un atto
disciplinante le modalità attuative del PPEA Foce AGRI, in sostituzione dell’intesa che sarebbe
dovuta intervenire tra i comuni predetti”, si mette in evidenza quanto dichiarato dal Sindaco
di Scanzano Jonico ALTIERI, il quale afferma: “ALTIERI Mario – …………………omissis.
Quindi, per esempio, vede, qui BUBBICO ha detto …….omissis…..ha detto: “Sentiti i pareri… –
quando ha fatto il primo decreto che poi è stato bocciato dal Tar – …sentiti i pareri del
Sindaco di Scanzano e di Policoro…”. E’ falso totale… Ma poi il parere di un Sindaco lo

234
si acquisisce a voce? E il Sindaco può dare anche un parere scritto personale o deve fare
una deliberà? Cioè noi rappresentiamo un ente, ogni parere che dobbiamo dare lo
dobbiamo esprimere attraverso un atto, non è che… Perché qui, lui per giustificare, dice
che: “A seguito di ampia ed articolata discussione, i sindaci dei due comuni interessati
hanno formalmente dichiarato di condividere ed apprezzare gli indirizzi illustrati…”
Questo è il decreto che poi è stato bocciato dove dice che possiamo gestire per comparti il
piano. Falso totale, io non sono stato mai interpellato, del resto se fossi stato interpellato
dovevo dire: “Devo andare in consiglio comunale e acquisire il consenso del consiglio
comunale”, io non posso dare un consenso su un piano che è legge, vi do un consenso
verbale. Questo perché mi ha fatto ricordare adesso questo? Perché una cosa possono essere discorsi
e discussioni che ci sono stati o che possono essere intercorsi (compreso BUBBICO) e una cosa sono
gli atti invece. Cioè io non è che per fare una cosa come Sindaco a livello comunale, sento le persone
e dico: “Sentiti… prendo questo provvedimento”, ma devo acquisire i pareri scritti degli enti
coinvolti, non dei rappresentanti degli enti, pareri verbali dei rappresentanti degli enti, documenti
scritti etc. Però, voglio dire, in quella vicenda, non c’è reato, se non un comportamento scorretto di
BUBBICO nei miei confronti. Ma su questo lo potevo distruggere, non l’ho distrutto politicamente
perché mi sento di essere uomo prima di tutto…..”. In pratica l’ALTIERI sconfessa quanto
indicato nella delibera a firma di BUBBICO, circa il “formale consenso” dallo stesso
espresso, argomentandolo con il fatto che tale “consenso” doveva essere preceduto da una
delibera del Consiglio Comunale di Scanzano Jonico, cosa che, secondo quanto dichiarato
dal Sindaco non sarebbe mai avvenuta. A supporto di tale assunto vi sono le successive
note inviate dallo stesso Sindaco al Ministero delle Attività Produttive con le quali si
opponeva all’attuazione del piano secondo quanto previsto dal D.P.G.R. 299/01.
Dall’esame congiunto delle note sopra riportate appare evidente come il D.P.G.R. 299/01
fosse fondamentale per il progetto della MARINAGRI (infatti i problemi erano relativi
solo al progetto della MARINAGRI S.p.a., rilevato che il Comune di Scanzano Jonico
sollevava le illegittimità del progetto relativo solo a questa società e non anche alle altre
consorziate del CONSORZIO COSTA D’ORO, il cui progetto non ricadeva nel territorio
dello stesso comune) permettendole di uscire dalla fase di stallo venutasi a creare
nell’istruttoria relativa all’ammissione al finanziamento C.I.P.E.. Infatti, la mancata
attuazione del Piano ed il disaccordo di uno dei due Comuni sul territorio del quale
ricadevano le opere da realizzare (Scanzano Jonico), di fatto non permetteva la
cantierabilità delle opere candidate a finanziamento.
Da ciò se ne deduce che tale atto (D.P.G.R. n.299/01) risulterà fondamentale al fine
dell’approvazione dei finanziamenti da parte del C.I.P.E. in capo al CONSORZIO COSTA
D’ORO ovvero della MARINAGRI S.p.a., come peraltro si rileva da quanto indicato dalle
note n.11/2001 del 8.11.2001 e 1053 del 14.1.2002. Infatti il suo annullamento, intervenuto
nell’aprile del 2005, avverrà quando ormai il C.I.P.E. aveva già provveduto
all’approvazione del finanziamento (delibera n.132 del 19.12.2002), nonché si era già
provveduto alla stipula del contratto di programma avvenuta il 31.7.2003. L’importanza di
tale delibera rinviene anche dal fatto che dando la possibilità alla MARINAGRI S.p.a. di
gestire il Piano per singoli comparti, la stessa potrà di fatto proseguire nella realizzazione
delle opere e nell’iter per beneficiare del finanziamento pubblico, senza di fatto più
preoccuparsi delle possibili “rimostranze” del Comune di Scanzano Jonico circa
l’illegittimità degli atti presupposti alla realizzazione delle opere, che l’amministrazione
comunale aveva anche partecipato ai competenti uffici presso il Ministero del Tesoro, del
Bilancio e della Programmazione Economica, all’epoca competenti, chiedendo la negativa
valutazione della richiesta di finanziamenti da parte della MARINAGRI.

235
Tra l’altro, si evidenzia che il fatto che il D.P.G.R. 299/01 fosse favorevole alla
MARINAGRI, lo dimostra la circostanza che nel giudizio innanzi al TAR Basilicata
promosso dal TUCCI, nel quale la controparte interessata indicata dal ricorrente è solo la
Regione Basilicata, interviene e si costituisce anche la MARINAGRI S.p.a., quale parte
interessata ed a favore della quale la delibera impugnata esprime i suoi effetti come anche
riconosciuto dalla sentenza n.282/05 del TAR Basilicata.
In ciò di fatto si concretizza l’ulteriore condotta atta a favorire la MARINAGRI messa in
atto dalla Giunta Regionale della Basilicata ed in particolare dal Presidente della stessa,
Arch. BUBBICO Filippo, che per quanto si dirà in seguito sarà il necessario interlocutore
degli amministratori della MARINAGRI S.p.a., ovvero VITALE Vincenzo e Marco.
Successivamente l’amministrazione regionale (guidata a questo punto da DE FILIPPO
Vito, succeduto a BUBBICO Filippo, eletto Senatore) a seguito dell’annullamento da parte
del TAR Basilicata, poi confermato dal Consiglio di Stato, della D.P.G.R. n.299/01, al fine
di fare uscire nuovamente dall’empasse creata da tale circostanza, la MARINAGRI,
emanava la D.P.G.R. n.196/05 con la quale avallava nuovamente l’impostazione della
D.P.G.R. n.299/01, favorevole alla MARINAGRI, in spregio alla sentenza n.282/05, come
meglio argomentato in precedenza. Tale delibera permetterà lo sblocco dei lavori
all’interno della MARINAGRI, rimasti sospesi per la mancanza dell’attuazione del Piano
venuta meno a seguito dell’annullamento del D.P.G.R. n.299/01. Tale dato emerge
chiaramente dalla lettura del ricorso al Consiglio di Stato promosso dalla MARINAGRI
contro la sentenza n.282/05, datato 31.05.2005, nel corpo del quale ed in particolare nel
paragrafo n.VII, titolato “Istanza cautelare”, si legge: “…..omissis…occorre sottolineare che la
MARINAGRI S.p.a. in esecuzione del piano e delle convenzioni strette con i comuni ha già eseguito
delle consistenti opere. La sospensione dei lavori determinata dalla sentenza del T.A.R.
Basilicata, sta causando rilevantissimi danni imprenditoriali alla stessa, poiché essa ha
già provveduto alla stipulazione di contratti per le ulteriori opere. In particolare il
contratto sul turismo del 31.07.2003 con i relativi tempi contingentati di esecuzione…”.
Con la D.P.G.R. n.196/2005, si permette alla MARINAGRI S.p.a., anche di proseguire
nell’attuazione del contratto di programma al fine dell’ottenimento dei finanziamenti del
C.I.P.E.. Tale dato emerge anche da quanto indicato nello stralcio del ricorso presso il
Consiglio di Stato in precedenza indicato, laddove la società tra i motivi dell’istanza
cautelare fa riferimento al “ai tempi contingentati del contratto sul turismo del
31.07.2003”.
Facendo riferimento ancora a quanto indicato da ALTIERI, vanno evidenziate ulteriori
condotte della Giunta BUBBICO finalizzate a perseguire la volontà ormai più volte
indicata di favorire la MARINAGRI S.p.a., laddove allo scopo di mettere in atto i poteri
sostitutivi di cui alla legge n.136/99, nomina, dapprima quale commissario ad acta per i
provvedimenti connessi alla richiesta di attuazione del “P.P.E. Foce AGRI” nel Comune di
Scanzano Jonico, l’Ing. SANTARSIA, che con nota datata 26.05.2003, rifiuta l’incarico, poi
con successiva D.G.R. n.897 del 26.03.2003 e successiva D.P.G.R. n. 101 del 28.05.2003,
nomina quale commissario ad acta, l’Ing. Giuseppe ESPOSITO. E’ da rilevare che nel
corpo della citata delibera si specifica che tale atto era stato stimolato da “istanza prodotta
dal sig. Vincenzo VITALE, rappresentante legale della MARINAGRI S.p.a., con la quale era
richiesta al Presidente della Giunta Regionale l’attivazione dei poteri sostitutivi per i provvedimenti
del Comune di Scanzano Jonico per quanto atteneva il comparto “C”. Medesima procedura
viene adottata per la nomina del commissario ad acta per il comparto “B”, individuato con
D.P.G.R. n.184 del 12.09.2003, nella persona dell’Ing. Antonio CAPEZZERA. Si evidenzia
la circostanza dellla mancata firma da parte del Sindaco di Scanzano Jonico ALTIERI delle
convenzioni per dare attuazione alle opere di urbanizzazione del progetto MARINAGRI,

236
fondamentali per l’avvio dell’opera, motivo per il quale vengono poi nominati i predetti
commissari ad acta.
In merito a quanto indicato circa la procedura di nomina dei commisari ad acta su input di
VITALE Vincenzo, si riporta di seguito il contenuto della nota n.13/2001 del 14.1.2002,
sequestrata presso gli uffici della MARINAGRI S.p.a. e sue controllate in data 27.2.2007.
Nella nota in esame indirizzata al Presidente della Giunta Regionale, Arch. BUBBICO
Filippo ed a firma congiunta di VITALE Vincenzo e VITALE Marco, rispettivamente
presidente della MARINAGRI S.p.a. e del CONSORZIO COSTA D’ORO, si legge:
“Con riferimento alla proposta di Contratto di Programma presentata dal CONSORZIO COSTA
D’ORO S.c.a.r.l. i sottoscritti Marco VITALE, Presidente del CONSORZIO COSTA D’ORO
S.c.a.r.l. e Vincenzo VITALE, Presidente della MARINAGRI S.p.A., premesso che:
Il CONSORZIO COSTA D’ORO S.c.a.r.l. ha ottenuto con delibera CIPE n.81/2001 del
03.05.2001 (allegata) l'approvazione di un Contratto di Programma sul turismo con assegnazione
di un finanziamento complessivo di 100,324 miliardi di Lire (pari a 51,81 milioni di Euro) a valere
sulle risorse della Legge 488/92, per la realizzazione di una serie di investimenti da realizzare in
Policoro, Nova Siri e Pisticci da parte rispettivamente delle società MARINAGRI SpA, LA
SIRITIE Srl e NETTIS RESORT Srl, tutte aderenti allo scrivente Consorzio;
Ai sensi della medesima Delibera CIPE n.8/2001 l'assegnazione definitiva delle risorse
dovrà avvenire con successiva Delibera CIPE, inizialmente prevista entro il 31.12.2001;
In data 14.12.2001 il Sindaco del Comune di Scanzano Jonico, trasmetteva agli uffici ministeriali
una lettera di invito (allegata) ad esprimere parere negativo in ordine alla assegnazione definitiva
delle risorse, con chiaro intento defatigatorio ed emulativo, lasciando trasparire un'acredine nei
riguardi dell'iniziativa turistica in oggetto e della Città di Policoro, come raramente si è vista
albergare in un'istituzione pubblica, la cui azione dovrebbe essere tesa soltanto alla salvaguardia
degli interessi pubblici ed allo sviluppo socio economico (quale vantaggio può ricavare il Comune di
Scanzano Jonico dalla mancata assegnazione delle risorse al CONSORZIO COSTA D’ORO?);
La missiva del 14.12.2001 è la terza di una serie di inviti/diffide inoltrate al CIPE ed agli Uffici
Ministeriali della Programmazione Negoziata, tutti prodotti nell'imminenza della decisione del
CIPE con il chiaro intento di mettere il decisore in grave imbarazzo, atteso anche il fatto che trattasi
di istanze provenienti da un ente pubblico;
La MARINAGRI SpA ha presentato, nell'ambito della proposta di Contratto di
Programma, tre iniziative, di cui n.2 strutture ricettive ricadenti nel Comparto A del
Piano d'Ambito Foce AGRI ed il PORTO TURISTICO AKIRIS ricadente nel Comparto C;
Con riferimento ai contenuti del D.P.G.R. 299/2001, la realizzazione delle previsioni del
P.P.E. "Foce AGRI'' può avvenire per "singoli camparti";
Come evidenziato nelle tavole del Piano d'Ambito "Foce AGRI" la MARINAGRI SpA è
proprietaria del 99.94% del Comparto A e del 89.17% del Comparto C (il resto appartiene quasi
interamente al Demanio marittimo con le aree su cui è stata richiesta la concessione demaniale ai
sensi del D.P.R. 509/97 sulla nautica da diporto) il che consente, ai sensi dell'art. 23 della legge
1150/42 (proprietà di almeno 3/4 del Comparto) l'attuazione delle previsioni di Piano;
Per il Comparto A (in cui sono previste le 2 strutture ricettive finanziate), ai sensi del
D.P.G.R. n.299 del 16.10.2001, il Comune di Scanzano Jonico non è investito dalla
successiva procedura di approvazione finale, in quanto le aree del Comparto A ricadono
interamente nel Comune di Policoro;
Per il Comparto C intercomunale (in cui è previsto PORTO AKIRIS) il Comune di Scanzano
Jonico è investito dell'approvazione delle urbanizzazioni relative ad un unico tronco A-B (cfr.
planimetria allegata) e rilascia la concessione su 1620 mq di superficie stradale su circa 508.272 mq
di tutto il comparto (0.3%); nessuna costruzione del Comparto C ricade nel Comune di Scanzano
Jonico;

237
Le urbanizzazioni sono state già definite dal progettista del Piano ed approvate dal Comune di
Scanzano Jonico in sede di approvazione del Piano (cfr. Delibera di Consiglio Comunale di
Scanzano Jonico n. 58 del 12.11.99 e n.38 del 11.07.2000);
Il Sindaco di Scanzano Jonico ha già espresso parere favorevole al porticciolo turistico in sede di
conferenza di servizi del 28.09.1999 ai sensi del DPR 509/97 (l'urbanizzazione in oggetto è a
servizio del porto);
le opere infrastrutturali sono già state oggetto di progettazione definitiva con N.O. Paesaggistico
poi inglobato nel successivo giudizio di Compatibilità Ambientale (D.G.R. n. 2463 del 27.1 1.2001);
Considerato inoltre:
Il “periculum in mora" per il finanziamento del Contratto di Programma proposto dal
CONSORZIO COSTA D’ORO S.c.a.r.l. dovuto alla continua azione emulativa del Sindaco del
Comune di Scanzano Jonico;
La possibilità del Comune di Scanzano Jonico di ritardare oltremodo la operatività della
MARINAGRI SpA nel Comparto C in cui ricade PORTO AKIRIS;
La richiesta di chiarimenti (allegata) in merito all'attuazione del PPE Foce AGRI
avanzata dal Ministero delle Attività Produttive, Direzione Generale per il
Coordinamento alle Imprese, Ufficio Programmazione Negoziata a seguito dell'azione di
ostacolo da parte del Sindaco del Comune di Scanzano Jonico;
tutto ciò premesso e considerato
CHIEDONO
con cortese sollecitudine, in vista della imminente decisione finale da parte del CIPE in ordine
all'assegnazione definitiva delle risorse, anche al fine di non vanificare l'intero progetto del
CONSORZIO COSTA D’ORO caratterizzato da iniziative intimamente connesse con riferimento
all'iter di approvazione C.I.P.E., ai sensi della normativa statale e regionale vigente, come
"ricusazione preventiva", la nomina di un commissario ad acta, in sostituzione del
Comune di Scanzano Jonico, nelle attività di sottoscrizione della convenzione ed
approvazione delle urbanizzazioni intercomunali del Comparto C del Piano
Particolareggiato "Foce AGRI”.
Riferiva il consigliere regionale della Basilicata DIGILIO, in merito alla nomina dell’Ing.
ESPOSITO quale commissario ad acta nominato da BUBBICO per la firma delle
convenzioni per l’attuazione del P.P.E. in sostituzione del Sindaco di Scanzano Jonico, da
lui citato nel corso di una seduta del Consiglio Regionale: ” ……E’ vero che ho citato un certo
Ing. ESPOSITO, che comunque non conosco se non di nome. Si tratta di un professionista che era
stato nominato commissario ad acta per la MARINAGRI da parte del Presidente dell’epoca della
regione Filippo BUBBICO. Mi limitavo ad osservare, senza alcuna malizia o velleità accusatoria,
che proprio l’Ing. ESPOSITO, dopo la sottoscrizione degli atti amministrativi relativi alla
MARINAGRI, è stato nominato Direttore Generale del Dipartimento Attività Produttive della
Regione Basilicata”. In merito a tale circostanza si segnala che secondo quanto dichiarato
dal dott. ALTIERI, la nomina dello stesso Ing. ESPOSITO sarebbe da collegare alla firma
degli atti che gli si sottoponevano quale commissario ad acta, dai quali emergerebbero
delle illegittimità. A riscontro di ciò, lo stesso riferisce che l’Ing. SANTARSIA avrebbe
rinunciato alla nomina proprio perché accortosi delle problematiche emergenti dagli stessi
atti. In particolare, gli atti da firmare erano gli schemi di convenzione, inerenti i progetti
relativi al comparto C e poi B del P.P.E. “Foce AGRI”, che interessavano entrambi i
comuni di Policoro e Scanzano Jonico.
La firma di tali atti veniva ritenuta illegittima da parte dell’ALTIERI per via del fatto che
prima della firma degli stessi il Comune di Scanzano Jonico avrebbe dovuto approvare i
relativi atti, che secondo quanto dallo stesso riferito non era stato fatto. Tale affermazione

238
risulta importante per via del fatto che all’epoca dei fatti lo stesso ricopriva la carica di
Sindaco di Scanzano Jonico, motivo per il quale era a conoscenza di tali questioni.
Si segnala quanto emerge dalla lettura dell’”Atto di intimazione e messa in mora” del
20.7.2000, promosso dalla MARINAGRI nei confronti del Sindaco di Scanzano Jonico e
della sua giunta, proprio in merito all’annullamento da parte dell’amministrazione
comunale richiamata delle delibere di approvazione dello schema delle convenzioni in
oggetto. Infatti nello stesso atto si legge: “…..omissis…infine alle deliberazioni consiliari n.39
del 16.11.1999 del Comune di Policoro e n.58 del 12.11.1999 del Comune di Scanzano Jonico, con le
quali fu approvato l’adeguamento del Piano alle prescrizioni regionali nonché lo schema di
convenzione, previamente concordato (art.24 della l.142/90), regolante la gestione del
territorio;……..OMISSIS; che infatti, nonostante il Comune di Policoro abbia invitato quello di
Scanzano a sottoscrivere la predetta convenzione, il Sindaco di Scanzano Jonico, con nota n.1452
dell’01.02.2000, ha espresso la volontà di modificare – con particolare riferimento al comparto F – lo
schema di convenzione già deliberato, specificamente imponendo una c.d. “tevola di perequazione” a
favore dei proprietari di aree ricadenti nel comparto F inedificabile (rectius, immodificabile) per
legge;………………..OMISSIS; che per tutta risposta, il Comune di Scanzano Jonico, persistendo
nell’atteggiamento ostativo all’iniziativa economica della esponente, con delibera consiliare n.29 del
23.05.2000 ha revocato la delibera n.58 del 12.11.1999;….OMISSIS; che con successiva
deliberazione consiliare n.38 del 11.07.2000 il Comune di Scanzano Jonico ha precisato che la
precedente deliberazione n.29/2000 avrebbe inteso revocare solo lo schema di convenzione e non
anche gli altri atti della procedura;…..OMISSIS”.
L’esame di tale documento riscontra quanto indicato dall’ALTIERI circa la mancata
approvazione degli atti prodromici alla firma delle convenzioni da parte dei commissari
ad acta.
Emergono, pertanto, condotte penalmente rilevanti messe in atto dai componenti delle
Giunte Regionali succedutisi dal 1997 ad oggi, con continuazione degli effetti degli atti
illegittimi in atto. In particolare condotte abusive in concorso sono ravvisabili a carico:
- della Giunta Regionale presieduta dall’allora Presidente DI NARDO, Vice Presidente
BUBBICO configuratesi nell’adozione della D.P.G.R. n.711/97, che viola sia norme
regionali che nazionali, ovvero il P.T.P.M. adottato in ossequio a quanto previsto dalla
L.R.n.3/90 e l’art.13 della L.1150/42;
- della Giunta Regionale presieduta da BUBBICO Filippo, configuratesi nell’adozione della
D.P.G.R. n.299/01 in violazione della norma gerarchicamente sovraordinata, ovvero il
D.P.G.R. n.711/97;
- della Giunta Regionale presieduta da DE FILIPPO Vito, configuratesi nell’adozione della
D.P.G.R. n.196/2005, in violazione della sentenza n.282/2005 del TAR Basilicata, nonché
anch’essa del D.P.G.R. n.711/97.
Rileva il CTU MARASCIO: “……Omissis. In definitiva ed in breve, come risposta al quesito n.
2 posto dal PM, si può affermare l’assoluta difformità del PPE “Foce AGRI” alla Normativa
Nazionale laddove si prevede che uno strumento attuativo o particolareggiato non debba essere
difforme allo strumento generale del quale deve solo attuarne le linee generali (art. n. 13 L. 1150/42
e ss.mm.ii.), il PPE “Foce AGRI” è altresì difforme alla L.R. n. 3/90 ed al PTP Metaponto,
quest’ultimo istituito con la medesima legge, poiché in totale contrasto con le relative direttive.
Il grado di dettaglio con il quale è stato redatto il PPE “Foce AGRI” è insufficiente per definire il
medesimo strumento urbanistico particolareggiato, mentre i parametri edilizi urbanistici così come
definiti ed anche incompleti, permetterebbero l’edificazione di enormi corpi di fabbrica senza
limitazioni in termini di altezza.
Lo sviluppo che si vuole imporre all’abitato, in Urbanistica, si ottiene attraverso il massimo numero
di piani e l’altezza massima edificabile, per la quale si fissano anche i criteri di misura.

239
L’avere approvato il PPE “Foce AGRI” da parte dei competenti organi regionali ha comportato una
palese e chiara forzatura ovvero abuso e violazione alla Normativa Urbanistica Nazionale e
Regionale…..Omissis”.
Per quanto indicato le condotte poste in essere dai soggetti coinvolti nella vicenda
sembrano unite dal vincolo della continuazione, laddove l’atto iniziale emesso in
violazione del P.T.P.M., nonché della L.R. n.3/90 e dell’art.13 L.1150/42 è stato perpetuato
con l’adozione dei successivi atti deliberativi di adozione dello stesso che a loro volta
violavano quanto previsto nel primo. Tutti gli atti amministrativi richiamati, secondo
quanto ricostruito, sono stati deliberati al fine di favorire il progetto della MARINAGRI e
permettere alla stessa di essere ammessa al finanziamento del C.I.P.E. ed ottenerne i
relativi fondi. Tanto è stato anche possibile in quanto gli atti deliberativi in oggetto hanno
permesso, a loro volta, l’emissione dei successivi atti amministrativi da parte delle
amministrazioni comunali interessate (Policoro) con l’emissione di Permessi a Costruire e
D.I.A., attraverso i quali si è perpetuato il reato abusivo permettendo alla MARINAGRI di
ricevere ingenti finanziamenti pubblici.
Si rileva, altresì, che in seguito alla D.P.G.R. n.711/97, il valore dei terreni di proprietà
dell’allora ITTICA VALDAGRI, poi confluiti nella MARINAGRI e nelle sue controllate,
che grazie a tale delibera da agricoli sono divenuti edificabili, è aumentato in maniera
esorbitante, tanto che sono passati da un valore pari a £.572.345.991 (capitale netto) che
rivalutato ex L.72/83 era di £.912.013.517 (riv. ex L.72/83 pari a £ 339.667.526) ad una
rivalutazione a seguito della suddetta trasformazione riveniente dal provvedimento in
questione pari a £.56.078.000.000, così come emerge dalla lettura della nota integrativa al
bilancio al 31.12.1999, sequestrata presso gli uffici della MARINAGRI e sue controllate in
data 27.02.2007, laddove alla voce “immobilizzazioni materiali” si legge: “Le
immobilizzazioni materiali riguardano: - il terreno edificabile su cui verrà realizzato il centro
turistico – residenziale. Detta posta comprende la rivalutazione ex legge 72/83 e la rivalutazione
volontaria effettuata con perizia extragiudiziale nel 1998, in deroga all’art.2426 c.c., per effetto della
trasformazione in edificabili dei terreni agricoli; - …..omissis”. Dal “prospetto variazione valori di
bilancio” cui è allegata la nota integrativa prima richiamata, emerge che al 31.12.1998 lo
stato patrimoniale attivo della MARINAGRI era pari a £.58.756.266.246 (verosimilmente
anno di prima imputazione a bilancio della rivalutazione dei terreni, rilevato che la perizia
extragiudiziale è del 1998) ed al 31.12.1999 era pari a £.59.175.548.980.
Pertanto, a seguito della rivalutazione operata dopo la trasformazione dei terreni da
agricoli ad edificabili lo stato patrimoniale attivo della MARINAGRI ne ha subito ampi
benefici, favorendo quest’ultima anche nell’adozione di tutti gli atti finalizzati alla
realizzazione del suo progetto, con l’ingresso nella compagine sociale di altre società con
l’introito da parte del VITALE Vincenzo di ingenti somme, nonché con la presentazione
alle banche di una società solida facilitando la concessione di aperture di credito e mutui
senza le quali non avrebbe avuto le risorse per portare avanti il progetto.
Tale delibera, quindi, oltre a permettere la realizzazione della MARINAGRI, ha consentito
al VITALE Vincenzo un elevato ed ingiusto vantaggio patrimoniale.

ILLECITA ATTRIBUZIONE IN PROPRIETÀ DELLE PARTICELLE DI CUI AL FOGLIO 4


N.5 E 9 DEL COMUNE DI POLICORO E FOGLIO 76 N.186 E 260 DEL COMUNE DI
SCANZANO JONICO.

Dall’esame degli atti acquisiti, sono emersi alcuni dati che consentono una ricostruzione
della pratica relativa al riconoscimento del diritto di proprietà dei terreni siti alla foce del

240
fiume AGRI, in favore della società ITTICA VALDAGRI che controlla la MARINAGRI e
sui quali era localizzato l’HOTEL THALAS opera candidata a finanziamento pubblico:
o in data 5.5.1995, con nota nr. 74/95, VITALE Vincenzo, per conto della società “ITTICA
VALDAGRI”, richiamando un’istanza avanzata dalla stessa società nel 1981, richiedeva il
riconoscimento del diritto di proprietà sui terreni indicati dalle particelle 5, 9, 186, 260;
o in ordine a quest’istanza, l’Ufficio del Demanio di Matera, con nota nr.10605/97 datata
10.6.1997 del responsabile Ing. PEPE Giuseppe, forniva un dettagliato e documentato
parere negativo, che veniva trasmesso anche all’Agenzia del Demanio di Roma;
o la richiesta veniva reiterata l’anno successivo, quando con nota nr.50/98 datata 15.12.1998,
VITALE Vincenzo richiedeva nuovamente il riconoscimento del diritto di proprietà sui
terreni sopra citati. Anche questa volta l’istanza veniva inviata all’Agenzia del Demanio di
Roma;
o anche in questo caso l’Ing. PEPE, con nota nr.21066/98 del 9.2.1999, ribadiva il suo parere
negativo congruamente argomentato;
o con nota nr.14/03 datata 21.6.2003, VITALE Vincenzo richiedeva nuovamente il
riconoscimento del diritto di proprietà ;
o a questo punto il procedimento amministrativo subiva una brusca accelerazione: qualche
giorno dopo, con nota nr. 6565/03 datata 30.06.2003, l’Ing. PEPE, stravolgendo le sue
considerazioni sull’argomento ribadite energicamente nelle note sopra citate, forniva
uno scarno parere favorevole, senza dare alcuna motivazione a sostegno della nuova
valutazione, diametralmente opposta alle precedenti.

La circostanza sopra indicata appare ancor più anomala se si considera che l’Agenzia del
Demanio di Roma ha riconosciuto, emettendo apposito decreto, il diritto di proprietà a
favore dell’ITTICA VALDAGRI di VITALE Vincenzo, a soli venti giorni di distanza dal
parere dello stesso Ing. PEPE: decreto nr.25493 datato 16.07.2003 a firma del Direttore
Generale, Arch. Elisabetta SPITZ. Tempi molto ristretti, se si considera che l’istruttoria
della pratica richiedeva l’interessamento di altri organi e, quantomeno, degli atti riportanti
la planimetria della zona (atti richiesti dall’Agenzia del Demanio di Roma, ma non
presenti nel fascicolo acquisito dai Carabinieri di Policoro).
I Carabinieri di Policoro accertavano l’assenza dei citati pareri negativi, sfavorevoli alla
MARINAGRI dagli uffici presso i quali dovevano essere custoditi. Infatti, dagli
accertamenti svolti emergeva la totale assenza degli stessi sia presso l’Agenzia del
Demanio di Matera, sia presso gli uffici centrali di Roma, dove gli stessi risultavano essere
protocollati in arrivo ma assenti dal fascicolo. Vi è da precisare che copia dei citati pareri
veniva rinvenuta nella disponibilità personale del PEPE a seguito della perquisizione
eseguita a carico dello stesso.
Da quanto indicato emergeva, quindi, che in diversi Uffici dello Stato (Agenzia del
Demanio sede centrale di Roma e filiale di Matera, Regione Basilicata – Ufficio Ciclo
dell’Acqua), erano stati sottratti atti e pareri negativi relativi al riconoscimento del diritto
di proprietà in favore dell’ITTICA VALDAGRI.
Passando ora all’analisi di detti pareri negativi, si precisa che le argomentazioni contenute
in essi, risultavano essere state condivise dalla Direzione Compartimentale del Territorio
per la Puglia e la Basilicata di Bari, con la nota nr.6527/97 datata 12.9.1997, il cui testo si
riporta di seguito: “…Sulla base di quanto rappresentato con il foglio in riferimento, diretto anche
alla Direzione Centrale in indirizzo, la scrivente concorda con l’appartenenza allo Stato dei
terreni in argomento. Essi, infatti, costituivano originariamente il letto del fiume AGRI e non
risultano né classificati, né attribuiti in proprietà ai frontisti. Del resto, l’Amministrazione
finanziaria li ha sempre posseduti “uti dominus” avendoli dati in concessione alla società ITTICA

241
VALDAGRI, che in tal modo ne ha comunque riconosciuto la demanialità. Si è dell’avviso
inoltre che la citata società non possa vantare diritti ai sensi dell’art. 946 C.C., avendo
acquistato la proprietà dei terreni limitrofi in epoca successiva alla deviazione del
fiume…”.
Le argomentazioni sopra riportate che di fatto concordano con quelle date dal PEPE nei
suoi due precedenti pareri negativi, sono perfettamente concordanti con le conclusioni cui
giungevano i CTU. Infatti l’Ing. MARASCIO, nella sua consulenza scriveva:
“La domanda che si pone il sottoscritto CT, a questo punto, è la seguente: Chi sono i legittimi
proprietari dei terreni oggetto del Decreto del Direttore dell’Agenzia del Demanio di Matera, in
data 16/07/2003 prot. n. 25493?
- Per le particelle nn. 5 e 9 del foglio di mappa n. 4 in agro di Policoro la legittima proprietà
va riconosciuta ai proprietari frontisti della vecchia sponda destra del fiume AGRI (foglio
n.4 particella n. 4) e di quella sinistra (foglio n. 3 particella n. 305), le prime intestate alla
S.A.I.S. (Società agricola Industriale Scanzano con sede a Salerno) nella qualità di
livellaria a S.E. Arcivescovo di Napoli, la seconda intestata all’Ente per lo Sviluppo della
irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia e Lucania (ESAB). Quanto appena
affermato è facilmente rilevabile dalla lettura dell’elenco (lettere A e H) dei terreni oggetto del
Decreto di Esproprio del 12/11/1973 operato dal Prefetto di Matera, ricadenti nel territorio del
Comune di Policoro;
- Per le particelle nn. 186 e 260 del foglio di mappa n. 76 in agro di Scanzano Jonico la
legittima proprietà va riconosciuta ai proprietari frontisti della vecchia sponda destra del
fiume AGRI (foglio n. 76 particella n. 32) e di quella sinistra (foglio n. 76 particella n. 40),
la prima intestata alla S.A.I.S. livellaria a S.E. Arcivescovo di Napoli, la seconda di
proprietà dell’ESAB. Quanto appena affermato è facilmente rilevabile dalla lettura dell’elenco
(lettere L e S) dei terreni oggetto del Decreto di Esproprio del 12/11/1973 operato dal Prefetto di
Matera, ricadenti nel territorio del Comune di Scanzano Jonico.
………………………………………...OMISSIS……….…………………………………..
Con riferimento all’articolo n. 946 del c.c. anche in relazione alla L. n. 37/94 nonché a quanto
stabilito dal Consiglio di Stato nell’Adunanza del 14 novembre 1995, si può affermare:
- Che il Decreto del Direttore dell’Agenzia Generale del Demanio ha solo valore dichiarativo del
trasferimento della proprietà di un terreno (ex alveo di un fiume) la quale si acquisisce
automaticamente, dai proprietari confinanti le due sponde, al momento dell’abbandono dello stesso
alveo;
- Che la proprietà delle particelle di terreno nn. 5 e 9 del foglio di mappa n. 4 del Comune di
Policoro e delle particelle nn. 186 e 260 del foglio di mappa n. 76 del Comune di Scanzano
Jonico, sono state trasferite ai proprietari dei terreni confinanti con riferimento alla
proprietà degli stessi all’anno 1949 (evento alluvionale che ha determinato
definitivamente il cambiamento di corso del fiume AGRI);
- La proprietà dei terreni ex alveo del fiume AGRI, poteva essere trasferita alla ITTICA
VALDAGRI e di conseguenza alla MARINAGRI solo se il succitato Decreto di Esproprio
comprendeva le particelle in questione, cosa che non si è verificata;
Infine, le particelle di terreno dichiarate come proprietà della MARINAGRI sono in effetti proprietà
del Demanio relativamente la quota dell’ESAB e di proprietà della S.A.I.S.
…………………………………..........OMISSIS……………………………………………
Le particelle di terreno n. 5 e 9 del foglio di mappa n. 4 in agro di Policoro, risultano, dalle
Visure Catastali effettuate in data 26/03/2007, volturate alla MARINAGRI, a seguito
dell’atto pubblico, datato 30/12/1995, a firma del notaio Laporta in Pisticci. Lo studio
dell’atto notarile in questione, presente agli atti, fa rilevare che si tratta di un verbale
relativo l’assemblea dei soci, per la trasformazione della Società Energia Basilicata, in

242
S.p.A. MARINAGRI, e l’approvazione dell’aumento di capitale, non riguarda dunque la
compravendita delle particelle di terreno in questione le quali sono state volturate a
favore della MARINAGRI erroneamente. In merito alla proprietà dell’appena citate
particelle di terreno, vale quanto già affermato nei sopra riportati paragrafi.

Le conseguenze di quanto dal CT appurato, riguardano: la mancanza dei requisiti, da parte


della MARINAGRI, per procedere come soggetto attuatore del PPE “Foce AGRI”, poiché
senza la proprietà delle succitate particelle di terreno, non si raggiunge la quota di
proprietà dei ¾ (75%) del comparto B, infatti, la MARINAGRI risulta godere del 74,15 %
dei diritti reali, quota non sufficiente ai sensi dell’articolo n. 23 della L. n. 1150/42; la
falsa attestazione della proprietà di alcune delle particelle di terreno indicate
sull’elaborato E9 “Elenco degli estratti catastali”.
…………………………………………OMISSIS…………………………………………..
- le verifiche sulla proprietà hanno portato ad affermare che la S.p.A. MARINAGRI, non è
proprietaria delle particelle di terreno nn. 5 e 9 del foglio di mappa n. 4 in agro di Policoro
e delle particelle di terreno nn. 186 e 260 del foglio di mappa n.76 in agro di Scanzano
Jonico. La proprietà delle stesse, infatti, secondo quanto previsto dall’articolo n. 946 del
c.c., e da quanto affermato dal Consiglio di Stato nell’adunanza del 14 novembre 1995,
doveva essere attribuita per accessione ai proprietari confinanti con l’alveo del fiume
AGRI, al momento dell’evento naturale che ne ha determinato un cambiamento del corso.
Si rammenta che il fiume AGRI, a seguito di una serie di eventi alluvionali che si verificarono fino
all’anno 1949, cambiò il proprio corso lasciando libere le particelle di terreno succitate. Il
Consiglio di Stato afferma che la proprietà si acquisisce al momento del verificarsi
dell’evento, mentre il Decreto dell’Agenzia del Demanio ha solo valore dichiarativo, per
cui il Decreto del Direttore dell’Agenzia del Demanio di Matera, datato 16/07/2003 ed
avente prot. n. 25493, non ha valore ai fini dell’assegnazione della proprietà dei terreni
appena citati;
- la proprietà delle particelle di terreno nn. 5 e 9 del foglio di mappa n. 4 in agro di Policoro
e delle particelle di terreno nn. 186 e 260 del foglio di mappa n. 76 in agro di Scanzano
Jonico, è stata trasferita ai sensi dell’articolo n. 946 del c.c. ai proprietari frontisti dell’ex
alveo del fiume AGRI, non più tardi dell’anno 1949. L’ITTICA VALDAGRI e di
conseguenza la MARINAGRI, ha acquisito la proprietà delle particelle frontiste, nel 1973
a seguito di un Decreto di Esproprio del Prefetto di Matera. La proprietà delle particelle
ex alveo del fiume AGRI, spetta all’ESAB (ente pubblico) ed alla S.A.I.S. di Salerno,
poiché proprietarie dei terreni frontisti al momento dell’evento alluvionale che ha
determinato il cambio di corso del fiume AGRI;
- quanto affermato al punto precedente comporta la decadenza dei requisiti di cui
all’articolo n. 23 della Legge n. 1150/42, da parte della MARINAGRI relativamente
l’attuazione del comparto B, nonché l’avere dichiarato il falso nell’elenco degli Estratti
Catastali (Elaborato E9), laddove le particelle in questione sono state indicate come di
proprietà della MARINAGRI “.
L’Ing. MAGRI’ e l’Arch. COZZOLINO, nella loro relazione peritale depositata agli atti del
P.P.121/03, mod.21 della Procura della Repubblica di Matera, ed a seguito della quale il si
formulava richiesta di archiviazione, in merito a tale vicenda scrivono:
“…………………OMISSIS. Nella circostanza abbiamo ritenuto di effettuare anche noi dei
sopralluoghi presso la DGD, (gen. MUSOLINO) per esaminare il carteggio in questione ed
all'interno abbiamo rinvenuto un appunto privo di firma, redatto ovviamente dopo la visita dei CC
presumibilmente dal funzionario addetto alla pratica (il gen. MUSOLINO ha riferito che l'autore è
il dr. CIRILLO) (cfr. Allegato n. 3.64) nel quale si legge che le osservazioni avanzate dal Pepe, nella

243
sua qualità di Responsabile dell’Ufficio del territorio di Matera, non inficiano la legittimità del
decreto di proprietà, posto che sarebbe ininfluente che l’ITTICA VALDAGRI non fosse proprietaria
dei terreni all'epoca in cui si era verificato l'abbandono dell'alveo, avendo essa acquistato il diritto
sancito dall'art. 946 nel momento in qui ha acquistato la proprietà dei terreni confinanti 1973.
Né tanto meno si può ipotizzare un acquisto, da parte dello Stato per usucapione, visto che i terreni
erano effettivamente in uso all’ITTICA VALDAGRI e non nel possesso pubblico, anche se questi,
dopo alcune verifiche straordinarie dell’Ufficio Tecnico Erariale erano stati iscritti al Demanio dello
Stato.
Gli atti di cui se ne denuncia la sottrazione (ma che ora ovviamente giacciono nella pratica)
coincidono con due note sottoscritte dall’Ing. il Pepe nel luglio 1997 (cfr.allegato 3.41 ) e nel
febbraio 1999 (cfr. allegato 3.51) nelle quali ribadisce che:
A. effettivamente il Fiume AGRI aveva abbandonato il suo alveo originario nel 1949 quando
la ITTICA VALDAGRI ancora non esisteva;
B. che nessun confinante aveva avanzato pretese su dette a ree;
C. che i terreni furono allibrati in catasto a seguito di una verifica periodica effettuata dall'UTE nel
1959;
D. che il Demanio dello Stato li aveva concessi, a scopo industriale alla ITTICA VALDAGRI.

L'Ing. PEPE afferma inoltre che solamente nel gennaio del 1981 la ITTICA VALDAGRI aveva
potuto presentare istanza di riconoscimento del diritto di proprietà, essendo divenuta proprietaria
dei terreni confinanti con quelli del Demanio. Per questo motivo era stata legittima l'imputazione al
patrimonio dello stato della proprietà delle particelle in contestazione. Fa poi rilevare che due terreni
di quelli oggetto del riconoscimento erano stati nel frattempo erroneamente intestati alla
MARINAGRI, già ITTICA VALDAGRI, in base alla domanda di voltura n. 123 dell'11.O1.1996
presentata dal Notaio LA PORTA3.
Dello stesso tenore è la risposta del Ministero delle Finanze, direzione compartimentale del
territorio per la Puglia e la Basilicata, a firma del dr. DE PASCALE, che scrive all'ufficio del
territorio di Matera ed alla DGD, concordando con nota del 12.9.1997 prot. 6527 (cfr. allegato
3.43) l'appartenenza allo Stato dei terreni in argomento, ribadendo la proprietà

3
L'atto del Notaio LAPORTA (rep. 34545 racc. 10157 deI 30.12.1995) si riferisce ad un verbale di
assemblea che prevede la trasformazione della Società Energia Basilicata a.r.l. in società per azioni
nel mutamento della denominazione in MARINAGRI S.p.A. (cfr. Allegato n. 3.40) e con il quale viene
stabilito anche l'aumento di capitale.
Questa operazione è attuata mediante il conferimento del ramo aziendale "Divisione Turistico -
Sportiva" da parte della ITTICA VALDAGRI. La relazione di stima, redatta dal Dott. Renato SARRA
su incarico del Presidente del Tribunale di Matera, inquadrava il ramo aziendale della ITTICA
VALDAGRI costituito da terreni, attività di pesca sportiva, attività venatoria e di avioturisrno.
Il VITALE, con una lettera del dicembre 1995, aveva indicato al Sarra lo stato patrimoniale del ramo
aziendale riportando sia il complessivo compendio immobiliare di proprietà che gli investimenti
produttivi eseguiti. Nello specchietto riepilogativo la consistenza patrimoniale era costituita sia dai
terreni di proprietà ottenuti con I'esproprio del 1973 per decreto prefettizio che dai terreni ottenuti in
concessione demaniale ed erano caratterizzati dal foglio catastale del comune di appartenenza,
dalla particella, dall'estensione e da quattro asterischi che (l’dovevano differenziare le proprietà
dell'ITTICA VALDAGRI dai beni demaniali per i quali aveva avanzato richiesta di riconoscimento di
proprietà e per i quali non aveva avuto ancora un riconoscimento formale.
La voltura catastale, la n. 123 del 1996, oltre alla variazione di intestazione delle particelle
interessate dal conferimento del ramo di azienda ha portato anche ad un indebito trasferimento delle
particelle 5 e 9 del foglio 4 del Comune di POUCORO dal Demanio dello Stato alla MARINAGRI.
La rettifica di intestazione è avvenuta poco prima del decreto di riconoscimento dell’Agenzia del
Demanio avvenuto il 13 luglio 2003 che ha confermato la proprietà dell’ITTICA VALDAGRI per
accensione delle particelle 5 e 9 del foglio 4 del Comune di POLICORO e delle particelle 186 e 260
del foglio 76 del Comune do SCANZANO.

244
dell'amministrazione finanziaria che li ha dati in concessione alla ITTICA VALDAGRI,
costituitasi come società in epoca successiva alla deviazione del fiume.
Suggerisce il funzionario un intervento dell'avvocatura dello stato per volturare nuovamente a
favore del demanio pubblico le particelle 186 e 260 del fg. 76 già allibrate alla VALDAGRI, in
conseguenza dell’errata trascrizione dell'atto notaio LAPORTA.
Per inciso si fa rilevare che anche quest'ultima nota non è stata rinvenuta nel carteggio
relativo alla richiesta di accessione, presente presso la DGD, né è stata esibita dai
Carabinieri al momento della loro verifica presso la stessa direzione.
La complessità dei fatti ha richiesto un ulteriore incontro, stavolta con la Dott.ssa Maria Pia
Rodriguez, responsabile della Direzione dei Servizi Immobiliari della DGD, con la quale dapprima
abbiamo confrontato la documentazione presente nel carteggio ivi depositato, e dal colloquio è
emerso che non esiste una vasta casistica di riconoscimenti per accessione (gratuita), mentre più
numerosi sono i processi di sdemanializzazione (onerosa). Per cui anche sulla base dell'esperienza
dell'ufficio, il funzionario ha ritenuto che i documenti in atti fossero quelli necessari ed esaustivi al
riconoscimento della proprietà per accessione.
Pertanto secondo la DGD la procedura sarebbe regolare.
Non è però possibile condividere questo punto di vista, poiché dai nostri accertamenti
risulta che gli uffici periferici del Ministero delle Finanze territorialmente competenti alla
istruttoria della pratica hanno tutti espresso parere negativo al riconoscimento della
proprietà ai sensi dell'art. 946 c.c, notificando queste loro posizioni alla direzione
medesima.
Senza entrare nel merito strettamente giuridico della questione, considerate le nostre competenze
tecniche, in entrambe le lettere dei suddetti funzionari si sottolinea I'avvenuto trasferimento al
patrimonio dello stato ed il conseguente possesso di queste aree, smentendo quanto scritto dal dr.
CIRILLO nell'appunto di cui all'allegato 3.64.
Avrà forse un significato il fatto che I'Ing. PEPE muti il proprio parere sulla possibilità di
definire questa istanza di riconoscimento, e che le attestazioni negative degli enti
preposti, non abbiano mai trovato ingresso nella pratica di riconoscimento di proprietà!
In aggiunta a queste considerazioni va detto che da uno studio approfondito delle carte, è affiorata
una incongruenza tra quei pareri propedeutici al decreto, e che probabilmente coincide con la falla
che ha definitivamente agevolato l'emissione del provvedimento di riconoscimento di proprietà.

Il decreto del DGD richiama specificatamente solo tre documenti:


A. la nota della Regione Basilicata - Ufficio del Territorio del luglio 1994 nella quale si afferma che
l'abbandono del vecchio alveo era imputabile ad un evento alluvionale straordinario verificatosi
prima del 1949, e che i terreni in questione potevano considerarsi alveo abbandonato, così come
previsto dall'art. 946 del codice civile (cfr.Allegato n. 3.29);
B. la sentenza del Consiglio di Stato che si era espresso in merito alla non retroattività della legge
37/1994 (cfr. Allegato n. 3.42);
C. la nota dell'Avvocatura dello Stato, sezione di Potenza, del gennaio 1995, che sulla base della
relazione dell’Ufficio del Territorio e le risultanze catastali comunicate daIl’UTE -sezione distaccata
demanio di Matera - ritiene che quanto richiesto dall’ITTICA VALDAGRI rientri sotto le
previsioni dell'art. 946 (cfr.Allegato n. 3.31).

Quest'ultima comunicazione è determinante per comprendere la dinamica degli eventi.


L'avvocatura infatti risponde ad una richiesta del 1994, la n. 43721/94 a firma del direttore della
Sezione distaccata del Demanio di Matera, Dott.ssa La Calamita,. che invitava l'ufficio legale dello
Stato ad esprimersi in merito alla possibilità di procedere al riconoscimento della proprietà richiesta
dalla ITTICA VALDAGRI tenuto conto che sia l'Ufficio del Territorio - Regione Basilicata che

245
I’Ufficio Tecnico Erariale, ciascuno per la propria competenza, si erano i già espressi favorevolmente
(cfr. Allegato n. 3.30).
L'agenzia del demanio di MATERA in pratica chiede all'avvocatura di mettere il proprio definitivo
sigillo, più formale che sostanziale, ad una procedura che ormai sembrerebbe già definita
positivamente per la società richiedente.
A maggior forza delle proprie ragioni scrive il dirigente del demanio che: "considerato che dal
certificato storico catastale che si allega in copia, risulta che la soc. ITTICA VALDAGRI è
effettivamente proprietaria delle part. 5 e 9 del fg. di mappa n. 4 del Comune di Policoro e
delle partt. 260 e 186 del foglio di mappa 76 del Comune di Scanzano JONICO,....."

Ma tutte queste affermazioni non corrispondono a verità.

Innanzitutto l'ufficio del Territorio di Matera nella sua nota del 1994 si limita ad affermare che
l'abbandono del vecchio alveo può essere imputabile ad un evento alluvionale verificatosi prima del
1949, e che i terreni in questione possono essere considerati alveo abbandonato così come previsto
dall’art. 946 del codice civile (cfr. Allegato n. 3.29);
Quanto poi all’Ufficio tecnico Erariale, con la sua nota del 1988 riferisce che le quattro particelle
sono tutte allibrate in catasto in testa al Demanio Pubblico dello Stato e che sono tutte occupate da
un impianto di itticoltura installato dalla stessa società richiedente, e che si rimette al parere
dell’Ufficio del Territorio non essendo competente in materia di diritto di proprietà. Facendo
presente che in caso di parere negativo di quest'ultimo i terreni si sarebbero potuti dare in uso con
una concessione demaniale (cfr. Allegato n. 3.28).
Che è ben altra cosa rispetto ad un giudizio positivo per il riconoscimento del diritto di proprietà.
Terzo dato non corrispondente a verità, è quello che riguarda la proprietà delle particelle
da parte dell'ITTICA VALDAGRI. All'epoca la titolarità delle particelle in parola era
dello Stato, e solamente dal dicembre 1995, a seguito dell'atto del notaio La Porta, per
mero errore, le stesse particelle vengono volturate alla MARINAGRI.
Sembrerebbe quindi che I’Avvocatura sia stata indotta in errore dalla sezione del Demanio di
Matera, altrimenti non avrebbe scritto in premessa al proprio nulla osta: "viste la relazione
tenuta dall'ufficio del territorio, e le risultanze catastali comunicate dall'UTE (cfr.
Allegato n. 3.31).
Ci sarebbe anche da chiedersi per quale motivo il Demanio di Matera nel 1994 si rivolge
all'Avvocatura, allegando una nota dell’UTE vecchia di sei anni, e perché, nel decreto di
riconoscimento, non si cita la nuova posizione favorevole dell’Ing. PEPE.
Come risultato, grazie al supporto autorevole dell’Avvocatura, unitamente al parere dell’Ufficio del
Territorio e del Consiglio di Stato, trova attuazione il decreto dell’Agenzia del Demanio del 2003.
CONCLUSIONI
Si è accertato che il decreto con il quale la soc. MARINAGRI è entrata in possesso delle particelle 5
e 9 del foglio (Comune di Policoro) e 186 e 260 del foglio 76 (Comune di Scanzano JONICO), le
prime due poste in posizione baricentrica rispetto al PPE e quindi con intrinseche qualità
funzionali, è stato emanato nel luglio 2003, e già in tempi precedenti in più atti depositati presso le
pubbliche amministrazioni, miranti ad ottenere titoli autorizzativi, la MARINAGRI ne dichiarava
la proprietà.
Va detto però che, a prescindere dalla legittimità o meno del documento, esso ha funzione
meramente dichiarativa.
Tale decreto è stato emanato dalla direzione generale del demanio senza tener
minimamente conto dei precedenti pareri negativi della sede di Matera dell’agenzia del
territorio e della superiore direzione di Bari, i quali non hanno inciso nella pratica di
riconoscimento poiché inspiegabilmente assenti dal carteggio. Entrambi i documenti

246
dichiaravano il pregresso possesso di tali, aree da parte dello stato, e quindi la carenza
dei presupposti di cui all’art. 946 del C.C., contrariamente a quanto sostenuto dal
dirigente della DGD che ha istruito la pratica.
Si è accertato inoltre che il decreto è stato emanato sul presupposto di un nulla osta favorevole
dell’Avvocatura dello Stato risalente al 1995 (di ben otto anni prima) a sua volta istruito all’esito di
una richiesta dal tono decisamente suggestivo della direzione del demanio di MATERA del 1994,
che sollecitava il nulla osta legale, avendo già maturato i positivi punti di vista degli uffici
territoriali interessati (uno dei quali risalente al 1988) e dichiarando che i terreni risultavano già
intestati alla ditta richiedente. Fatti questi che però non corrispondono a verità poiché: a) la
società Ittica si è vista inscrivere i terreni a proprio titolo a seguito di un errore di un notaio nel
1995, mentre la nota del demanio risale al 1994; b) i cosiddetti pareri favorevoli richiamati dalla
nota della sezione del demanio si configurano invece come semplici promemoria descrittivi dello
stato di fatto delle aree e non entrano nel merito di un possibile riconoscimento di proprietà.

Dalla lettura della documentazione relativa all'intera vicenda è stato possibile verificare che
anteriormente all’emanazione di questo decreto la MARINAGRI si è attribuita la proprietà delle
particelle oggetto di riconoscimento per accessione, nei seguenti atti:
1. Negli elaborati integrativi dei P.P.E. di iniziativa comunale "Foce AGRI" approvati con la delibera
di CC. n. 39 del 16.11.1999: E9 - Elenco degli Estratti Catastali ed E2 Inquadramento catastale e
dati riferiti agli estratti. In queste tavole relative alla individuazione dei comparti ed alla proprietà
delle aree che costituiscono i comparti la proprietà delle particelle 5 e 9 del foglio 4 di POLICORO
per i comparti A, B e G viene attribuita alla MARINAGRI in sostituzione del Demanio dello Stato
(cfr. allegato 5.1);
2. Nello schema di convenzione per l'attuazione del comparto b approvato con delibera di CC. la n. 25
del 28.06.2002 dove viene riportato che la MARINAGRI (soggetto attuatore) è proprietaria delle
particelle 5 e 9 del foglio 4 del Comune di Policoro (cfr.allegato 6.8);
3. Nello schema di convenzione per l'attuazione sempre del compatto B approvato con delibera di CC.
n. 306 del 26.08.2002 dove viene indicato che (cfr. allegato 6.8):
a. la MARINAGRI (soggetto attuatore) e proprietaria dei terreni distinti in catasto come segue:
- Comparto A particella 5 del foglio 4 del Comune di Policoro;
- Comparto B particelle 5 e 9 del foglio 4 del Comune di Policoro;
- Comparto G particella 9 del foglio 4 del Comune di Policoro;
b. e che la ITTICA VALDAGRI e proprietaria dei terreni distinti in catasto come segue:
- Comparto D particella 186 del foglio 76 del Comune di Scanzano JONICO;
4. Nella documentazione costituente l'accesso alla programmazione negoziata dalla lettura dell'elenco
delle particelle catastali risulta che le particelle 5 e 9 del foglio 4 del Comune di Policoro sono di
proprietà della MARINAGRI (cfr.allegato 10.6);
5. Nella lettera prot 4/2001 inviata dal Presidente del Consorzio Ing. Marco VITALE al Servizio per
la Programmazione Negoziata nella quale si ribadisce che "tutti gli interventi previsti dalla
MARINAGRI nell'ambito della proposta di contratto di programma ricadono su terreni di
proprietà della MARINAGRI o dell’ITTICA VALDAGRI (cfr. documentazione catastale allegata)
ad eccezione delle aree demaniali marittime necessarie alla realizzazione del porto Akiris (cfr.
allegato 10.07). Dalla lettura di questa ulteriore documentazione si evince che la proprietà delle
particelle 186 del foglio 76 del Comune di Scanzano JONICO viene indebitamente attribuita sia al
Demanio dello Stato che all’ITTICA VALDAGRI (cfr. allegato 10.8)……..OMISSIS”.

Pertanto anche dalla relazione dei CTU emerge che le particelle n.5 e 9 del foglio 4 del
Comune di Policoro e n.186 e 260 del foglio 76 del Comune di Scanzano Jonico, sono state
illecitamente riconosciute in proprietà all’ITTICA VALDAGRI. Anche in questo caso

247
veniva segnalata l’assoluta incongruenza alla procedura prevista e ai pareri espressi nel
tempo relativi alla vicenda con il decreto di riconoscimento poi emanato nel luglio del
2003 a favore della citata società.
Si specifica a tal proposito che seppur illegittimamente la proprietà dei terreni viene
riconosciuta in capo all’ITTICA VALDAGRI, in tutti gli atti gli stessi vengono indicati
come di proprietà della MARINAGRI S.p.a.. A tal proposito, si evidenzia che la
MARINAGRI S.p.a. è stata costituita in data 31.12.1995. In tale sede veniva conferito alla
medesima società, da parte dell’ITTICA VALDAGRI, il ramo d’azienda costituito da
alcuni terreni, ad esclusione però di quelli acquisiti in proprietà in data 16.7.2003. In sede
di redazione dell’atto di costituzione venivano indicati erroneamente tali terreni e
volturati di conseguenza a favore della MARINAGRI, senza che la medesima società ne
fosse realmente proprietaria. Tanto se ne deduce anche dalla circostanza che
successivamente alla redazione di tale atto l’ITTICA VALDAGRI propone diverse istanze
per la concessione in proprietà degli stessi, l’ultima delle quali nel 2003.
Quanto indicato favoriva illegittimamente la MARINAGRI sia nella procedura di
ammissione ai finanziamenti pubblici poi assegnatigli dal C.I.P.E. e sia nella procedura per
l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni a costruire, ovvero alla legittimazione da
parte di quest’ultima a proporsi quale soggetto attuatore nella sua qualità di proprietaria
dei ¾ dei terreni interessati dalle opere, che permettevano alla medesima società la stipula
delle previste convenzioni con il Comune di Policoro nell’acquista qualità di soggetto
attuatore. A tal proposito si segnala che la MARINAGRI S.p.a., in molti degli atti indicati
si è indebitamente assegnata la proprietà delle particelle in questione prima della loro
attribuzione in proprietà, seppur illegittima, operata nel luglio del 2003’.
Si evidenzia anche quanto segnalato dai CTU circa la erronea attribuzione delle particelle
n.5 e 9 del foglio n.4 del Comune di Policoro a seguito di atto del notaio LAPORTA. L’atto
cui si fa riferimento è un verbale di assemblea dell’ITTICA VALDAGRI S.p.a. del
30.12.1995, redatto dal notaio dott. Eugenio LAPORTA, alla presenza di FUSCO Mario
Felice, nato a TURSI (MT) il 21.11.1959 e VITALE Vincenzo nato a Rotondella (MT) il
14.10.1940. Nel corso di tale assemblea viene decisa la trasformazione della società
“ENERGIA BASILICATA” da società a responsabilità limitata a società per azioni, con
contestuale aumento di capitale sociale mediante conferimento del ramo aziendale
“Divisione Turistico – Sportiva” da parte dell’ITTICA VALDAGRI ed il cambio di
denominazione in “MARINAGRI S.p.a.”. Si ha, quindi, la formale nascita della
“MARINAGRI”. Il conferimento del ramo d’azienda consiste nella cessione di parte dei
terreni di proprietà dell’ITTICA VALDAGRI alla MARINAGRI. Tale conferimento
avveniva a seguito di apposita stima effettuata dal dott. SARRA Michele, tecnico esperto
designato dal Tribunale di Matera. Dall’esame degli atti è emerso che il citato tecnico nella
sua perizia indica che i terreni contraddistinti dal foglio n.4 particelle n.5 e 9 del Comune
di Policoro e foglio 76 n.186 e 260 del Comune di Scanzano Jonico, non possono essere
stimati in quanto non facenti parte del patrimonio dell’ITTICA VALDAGRI ma di
proprietà del Demanio dello Stato. Difformemente a quanto indicato, nel verbale di
assemblea in esame redatto dal notaio e sottoscritto dai presenti (FUSCO e VITALE), si
legge: “…..omissis. Agli effetti della trascrizione nei Registri Immobiliari e della voltura catastale
si dà atto che di compendio del ramo aziendale conferito sono i seguenti immobili:……OMISSIS.
PARTITA CATASTALE N.64 – Foglio 4 Particella 5 Estensione 11.64.50; PARTITA
CATASTALE N.1341 Foglio 4 Particella 9 Estensione 00.76.40…………..OMISSIS. PARTITA
CATASTALE N.4842 Foglio 76 Particella 260 Estensione 00.59.60. Immobili tutti meglio descritti
nella allegata relazione di stima…….OMISSIS”.

248
A seguito di tale atto le particelle richiamate, di proprietà del Demanio dello Stato,
verranno illegittimamente trascritte a favore della MARINAGRI. Tale illecita trascrizione
permetterà, poi, il crearsi di una situazione tale da trarre in errore diversi uffici pubblici e
verrà sfruttata dalla MARINAGRI in molti atti depositati sia presso il Comune di Policoro
e sia presso Il Ministero al fine dell’ammissione al finanziamento del C.I.P.E.. Vi è da
segnalare che VITALE Vincenzo, presente alla redazione del verbale in esame era
consapevole che la proprietà delle suddette particelle non era attribuibile alla
MARINAGRI S.p.a. e quindi del falso contenuto nell’atto.
Per quanto indicato, si mette in evidenza che l’illecito riconoscimento del diritto di
proprietà sulle particelle 5 e 9 del foglio 4 dell’Agro di Policoro e 186 e 260 del foglio 76
dell’Agro di Montalbano Jonico (poi Scanzano Jonico), in capo all’ITTICA VALDAGRI, al
di là di ogni considerazione di carattere tecnico giuridico, fa emergere delle “irregolarità”
in merito alla procedura amministrativa adottata dai competenti uffici. Infatti, anomala è
la circostanza, secondo la quale, l’Ufficio Centrale del Demanio di Roma, dal quale
risultano sottratti anche i pareri negativi inviati dall’ufficio del Demanio di Matera, abbia,
solo nel 2003, riconosciuto in proprietà tali particelle. E ciò in quanto, se è vero che lo
stesso Ufficio poteva discrezionalmente, concedere la proprietà dei terreni in argomento, è
anomale che non lo avesse già fatto in seguito alle due precedenti richieste del VITALE,
dello stesso tenore, a cui il predetto Ufficio Tecnico di Matera (Ing. PEPE) aveva dato
parere negativo. A tal proposito, emerge il ruolo, nell’assunzione dell’atto in questione, del
Direttore Generale del Demanio di Roma, dr.ssa Elisabetta SPITZ, la quale adottava lo
stesso in difformità a precedenti pareri negativi ed a quanto previsto dalla legge e
dall’art.946 c.c. nella formulazione applicabile al caso di specie prima della modifica
intervenuta con la L.5.01.1994 n.374. La stessa infatti nel decreto n.25493 del 16.7.2003,
certifica: “……VISTO l’articolo 946 del codice civile, nel testo previdente alla L.05.01.1994
n.37….OMISSIS; VISTA l’istanza del 06.01.1981 prodotta dalla società ITTICA VALDAGRI
S.p.a…..OMISSIS; VISTA la nota n.2953/89 in data 19.07.1994 con la quale la Regione Basilicata
– Ufficio Territorio di Matera – ha dichiarato che il corso del fiume AGRI risulta variato per cause
naturali, a seguito di un evento alluvionale straordinario verificatosi prima dell’anno1949; VISTA
la consultazione n.287/Cons. 150/94 in data 17 gennaio 1995 con la quale l’Avvocatura
Distrettuale dello Stato di Potenza, ritenuto….OMISSIS; VISTI la legge 5 gennaio 1994
n.37….OMISSIS; RITENUTO che il presente decreto ha natura meramente dichiarativa poiché la
proprietà per accessione, dell’alveo abbandonato si acquista a titolo originario sin dal verificarsi
dell’evento naturale dell’abbandono dell’alveo; DECRETA l’appezzamento di terreno costituente
l’ex alveo abbandonato del fiume AGRI, distinto nel N.C.T. del Comune di Policoro al foglio 4
particelle 5 e 9 e nel N.C.T. del Comune di Scanzano Jonico al foglio 76 particelle 186 e 260, è di
proprietà della società ITTICA VALDAGRI S.p.a. per accessione, ai sensi dell’art.946 del codice
civile, citato in premessa. ….OMISSIS”.
Rilevato che è stato accertato che la società ITTICA VALDAGRI è stata costituita il
16.1.1971, la MARINAGRI S.p.a. il 31.12.1995, che l’evento alluvionale cui nel decreto in
esame viene attribuito l’abbandono dell’alveo del fiume AGRI è datato nel 1949, che la
SPITZ afferma che l’attribuzione della proprietà ha natura meramente dichiarativa visto
che l’acquisizione della proprietà avviene a titolo originario in capo ai proprietari frontisti
secondo quanto previsto dalla vecchia formulazione dell’art.946 c.c., motivo per il quale
tutto quanto indicato è contraddittorio nel punto in cui nel 1949 l’ITTICA VALDAGRI non
poteva acquisire a titolo originario i terreni in questione in quanto non era ancora stata

4
L'articolo era così formulato: «Art. 946. (Alveo abbandonato). -- Se un fiume o torrente si forma un nuovo letto, abbandonando l'antico,
questo spetta ai proprietari confinanti con le due rive. Essi se lo dividono fino al mezzo del letto medesimo, secondo l'estensione della
fronte del fondo di ciascuno».

249
costituita, motivo per il quale sicuramente non poteva essere proprietaria frontista
dell’alveo abbandonato dall’AGRI, si evidenzia la violazione dell’art. 946 c.c. da parte
della SPITZ e l’attestazione di dati non corrispondenti al vero nel decreto n.25943 del
16.07.2003.
Solo attraverso la titolarità delle particelle sopra indicate, si sarebbe potuto attingere ai
fondi ammessi a finanziamento dal C.I.P.E. Infatti al punto 2.1.1 del contratto di
programma sottoscritto dal CONSORZIO COSTA D’ORO in data 31.7.2003, di cui fa parte
la MARINAGRI S.p.a., si legge: ”….OMISSIS. I Consorziati, ciascuno per quanto di rispettiva
competenza, si impegnano ad ottenere entro la data di presentazione del progetto Esecutivo riferito
all’iniziativa di volta in volta interessata, la piena disponibilità del suolo e/o degli immobili dove
verranno realizzati gli investimenti, corrispondenti ai vigenti specifici vincoli edilizi, urbanistici e
di destinazione d’uso …..OMISSIS”. Si precisa che al punto 5.3 il termine per la
presentazione alla banca convenzionata dei progetti esecutivi era fissato in 90 giorni,
ovvero entro il 31.10.2003. Tanto fa supporre che l’improvvisa accelerazione ovvero il
capovolgimento dei pareri fino a quel momento negativi relativi ai terreni in questione,
interessati dal contratto di programma, sia da ricondurre proprio alla prescrizione imposta
dal citato punto 2.1.1 del contratto di programma.
Infine, in merito a tale vicenda, si sottolinea come il VITALE, ovvero la MARINAGRI,
hanno sempre riconosciuto la proprietà delle particelle al Demanio Pubblico, prova ne è la
reiterata richiesta di riconoscimento della proprietà ed il pagamento di canoni di
concessione demaniale; ed inoltre, da quanto emerge dallo specchietto riepilogativo
trasmesso al tecnico nominato dal Tribunale di Matera, dott. SARRA, chiamato a valutare
il valore del patrimonio da trasferire alla MARINAGRI. Infatti, il VITALE Vincenzo in tale
atto (n.101/95 del 23.12.1995) specifica che: “nessuna valutazione in quanto trattasi di beni ex
demaniali di cui ancora non si è acquisito il riconoscimento formale”. Da quanto indicato
emerge, tra l’altro, la consapevolezza del VITALE Vincenzo della mancanza di
riconoscimento di tale proprietà, andando ad avallare quanto indicato circa la condotta da
questi tenuta in sede di redazione del verbale di assemblea del 30.12.1995, laddove
unitamente al notaio LAPORTA e l’amministratore della società ENERGIA BASILICATA
(FUSCO) attestano il falso.
In tal senso, l’utilizzo dell’atto rilasciato dal Comune di Policoro, nel quale era indicata la
falsa certificazione della proprietà delle particelle in oggetto, adoperata per il rilascio della
concessione edilizia, è stata consapevolmente impiegata, al fine di indurre in errore gli enti
interessati.
In ordine alle particelle in oggetto scrive il CTU VAVALA’: “…..OMISSIS. Occorre forse,
tentare di definire alcune delle accezioni del termine “area di pertinenza fluviale” poiché, è bene
precisarlo, questo non è codificato univocamente nel lessico dell’idraulica e della geomorfologia
fluviale. La parola pertinenza è voce dedotta dal latino pertinere, appartenere. L’aggettivo fluviale
ne precisa il significato dirigendone il senso comune verso le aree golenali e cioè verso tutte quelle
zone che sono occupate, anche saltuariamente, dalle acque.
Il termine potrebbe tuttavia essere esteso a quelle aree proprie dell’ecosistema fluviale, alle zone
umide e più in generale alla fascia prospiciente le rive che presenta caratteri naturalistici in stretto
legame con l’ambiente fluviale.
Da un punto di vista eminentemente idraulico è indiscutibile che le aree propriamente golenali,
destinate ad essere occupate dalle acque di piena con tempi di ritorno dell’ordine, diciamo, di 10- 20
anni, necessitano di una tutela “assoluta” tramite una opportuna vincolistica che inibisca qualsiasi
uso del territorio che sia incompatibile con la presenza dell’acqua, sia pure limitata a determinati
periodi dell’anno.

250
La costruzione di edifici anche se di modesta importanza e carattere temporaneo, deve essere, in
generale, vietata.
Anche le aree adiacenti a tale zona di “tutela assoluta” necessitano tuttavia di notevole
attenzione. Queste sovente possono essere interessate da inondazioni connesse ad eventi con tempi
di ritorno superiore, dell’ordine di 20-200 anni. Tali aree pur non essendo di esclusiva pertinenza
fluviale portano tuttavia segnali di un rapporto con il fiume.
Anche tali fasce di rispetto sono, in larga misura, aree di pertinenza fluviale e, in caso di
eventi catastrofici, possono contribuire in misura anche significativa alla laminazione delle piene.
Circa la demanialità dei terreni fluviali, si ricorda come recentemente la Legge n.37 del 5 gennaio
1994, abbia parzialmente integrato e modificato gli specifici articoli del Codice Civile, attribuendo
al Demanio dello Stato anche i tratti d’alveo o i terreni abbandonati e le isole di
neoformazione (come il caso di specie).
E’ bene precisare che le forme fluviali abbandonate sono capaci di tornare ad essere attive
in tempo di piena e contribuiscono in modo fondamentale ad deflusso delle portate
liquide-solide.
Dalla fotointerpretazione delle aerofotografie dei voli del 19 ottobre 1954, del 24 luglio 1972 e del 3
agosto 1974 eseguiti dall’I.G.M. possiamo generalmente osservare che l’AGRI tende a esondare
dall’alveo inciso di magra per occupare le aree circostanti che comunque sono morfologicamente di
stretta pertinenza fluviale in quanto sedi di barre di sedimenti, rami fluviali minori e tratti
abbandonati a causa della dinamica d’alveo.
A tale proposito è obbligo specificare che dalla fotointerpretazione delle aerofotografie dei voli
dell’I.G.M. anzidetti, risulta che alla data del 19 ottobre 1954 il Fiume AGRI non aveva ancora
abbandonato il suo vecchio alveo, contrariamente a quanto specificato dall’Uff. del Territorio di
Matera in data 19-luglio 1994 prot. 2953/89 (V. alleg. 17 in appendice).
Dai voli eseguiti dall’I.G.M. si può asserire che il vecchio alveo è stato abbandonato dal Fiume
AGRI dopo il 19-10-1954 e prima del 24 luglio 1972…….OMISSIS. CONCLUSIONI
Le particelle catastali 5 e 9 del foglio n.4 del Comune di Policoro e le particelle 186 e 260
del foglio n.76 del Comune di Scanzano Ionico sono aree perifluviali a rischio idraulico
molto elevato. Sono aree non protette da arginature e/o da rilevati stradali di altezza
adeguata. Sono a rischio di inondazione al verificarsi dell’evento di piena con portate al
colmo di piena corrispondenti a periodi di ritorno Tr=50 anni. Sono aree di pertinenza
fluviale e, quindi, demaniali….OMISSIS”.

Interventi illeciti atti a favorire la MARINAGRI possono, quindi, essere individuati nella
condotta del dr. PEPE dell’Ufficio del Demanio di Matera, nonché della dr.ssa SPITZ,
Direttore Generale del Demanio di Roma, che attribuiscono, illegittimamente, in proprietà
all’ITTICA VALDAGRI S.p.a., particelle rivenienti dall’alveo abbandonato del fiume
AGRI, senza che la stessa società ne sia legittimata. In tal modo consentendole, tra l’altro,
di poter divenire soggetto attuatore per i comparti dove ricadono le suddette particelle,
cosa che in mancanza delle superfici riferite a queste ultime, non avrebbe potuto ottenere,
in quanto non proprietaria dei ¾ del totale delle aree interessate dal Comparto. In merito,
il CT ha affermato che “….omissis. Si ribadisce che la verifica delle proprietà delle particelle di
terreno interessate dal PPE “Foce AGRI”, è necessaria poiché la formazione e l’attuazione dello
strumento urbanistico in questione può avvenire solo se i richiedenti sono in possesso dei requisiti
di cui all’articolo n. 23 della L. n. 1150/1942, ovvero, formato il comparto, possono procedere alla
esecuzione dello stesso i soggetti che godono della proprietà di almeno i ¾ dell’area interessata, nel
qual caso, i medesimi, conseguiranno la piena disponibilità del comparto mediante l’espropriazione
delle aree e l’edificazione delle stesse………le verifiche sulla proprietà hanno portato ad affermare
che la S.p.A. MARINAGRI, non è proprietaria delle particelle di terreno nn. 5 e 9 del foglio di

251
mappa n. 4 in agro di Policoro e delle particelle di terreno nn. 186 e 260 del foglio di mappa n.76 in
agro di Scanzano Jonico. La proprietà delle stesse, infatti, secondo quanto previsto dall’articolo n.
946 del c.c., e da quanto affermato dal Consiglio di Stato nell’adunanza del 14 novembre 1995,
doveva essere attribuita per accensione ai proprietari confinati con l’alveo del fiume AGRI, al
momento dell’evento naturale che ne ha determinato un cambiamento del corso…. quanto
affermato al punto precedente comporta la decadenza dei requisiti di cui all’articolo n. 23
della Legge n. 1150/42, da parte della MARINAGRI relativamente l’attuazione del
comparto B, nonché l’avere dichiarato il falso nell’elenco degli Estratti Catastali
(Elaborato E9), laddove le particelle in questione sono state indicate come di proprietà
della MARINAGRI “ (prima dell’effettivo riconoscimento, seppur illegittimo, della
proprietà delle stesse).

CAMBIO DI DESTINAZIONE D’USO DEI SUB COMPARTI DA “A2” AD “A8” DEL


COMPARTO “A” DEL “P.P.E. FOCE AGRI”.

Ulteriori interventi a favore del progetto della MARINAGRI si rilevano da parte di


dirigenti del Comune di Policoro (Ing. Felice VICECONTE) e da parte del Consiglio
Comunale dello stesso Comune che ha approvato un illegittimo cambio d’uso dell’area
relativo a sette sub comparti su nove che compongono il Comparto “A”.
Tale cambio d’uso dell’area avrà un ruolo fondamentale al fine della positiva istruttoria
per l’ammissione a finanziamento del progetto MARINAGRI, nell’ambito del
CONSORZIO COSTA D’ORO, ammesso a finanziamento con delibera C.I.P.E. n.135/2002.

Tale condotta è attribuibile all’Ing. VICECONTE Felice, dirigente del 3^ Settore dell’ufficio
tecnico del Comune di Policoro, al Sindaco del Comune di Policoro, dr. LOPATRIELLO
Nicolino ed alla giunta comunale dallo stesso presieduta. In particolare, il cambio d’uso
dell’area in oggetto prevedeva che il comparto “A” del “P.P.E. Foce AGRI” da “turistico –
residenziale” sarebbe divenuto “ricettivo – alberghiero – ricettivo residence o villaggi” al
fine di permettere la localizzazione in tale comparto dell’”Hotel Thalas”, oltre che del
“Villaggio IOS”, opere candidate al finanziamento del C.I.P.E.. Al fine di ottenere la
sollecita approvazione del cambio d’uso dell’area, il dirigente dell’ufficio tecnico del
Comune di Policoro, Ing. VICECONTE, formulava parere positivo utilizzando l’art. 4
Titolo VI delle Norme Tecniche di Attuazione del P.P.E., che prevede il ricorso alla
“deroga”, qualora il cambio richiesto non avesse comportato variazioni “sostanziali” a
quanto previsto dal PPE. L’uso strumentale della “deroga” aveva consentito di procedere
all’approvazione del cambio d’uso dell’area senza richiedere una nuova valutazione di
impatto ambientale. A tal proposito, si evidenzia che l’opera ricade in un’area S.I.C. (Sito
di Importanza Comunitaria), come previsto da apposito provvedimento della Comunità
Europea, motivo per il quale gli stessi vincoli di natura paesaggistico ambientale risultano
particolarmente stringenti. Il tecnico nominato ausiliario di polizia giudiziaria, a seguito di
autorizzazione da parte della Procura di Matera, Ing. FARI’, rilevava che, anche se in
astratto si sarebbe potuto ritenere legittima l’applicazione del citato art. 4 delle Norme
Tecniche di Esecuzione del P.P.E., non erano state, comunque, rispettate le procedure
previste dallo stesso articolo per l’ottenimento del cambio d’uso. Infatti, la richiesta
formulata dalla MARINAGRI era carente di motivazione e degli elaborati utili a
dimostrare la “non sostanziale variazione del progetto inizialmente approvato e delle
volumetrie previste e dello stesso P.P.E.”.
La variazione al progetto iniziale riguardava ben sette sub-comparti su nove del comparto
“A”.

252
L’istanza con la quale la MARINAGRI richiedeva il cambio d’uso in oggetto risultava
datata 17.4.2001; il parere positivo al cambio d’uso del funzionario del Comune, Ing.
VICECONTE Felice, era datato 18.4.2001, come pure la delibera della Giunta del Comune
di Policoro, tanto da far emergere la circostanza che la procedura per la concessione delle
necessarie autorizzazioni fosse stata fin troppo celere e tale non sarebbe potuta essere se si
fosse dovuta chiedere una nuova valutazione di impatto ambientale ovvero il preventivo
nulla osta paesaggistico. Tale dato risulta interessante laddove si deve tenere presente che
il sollecito ottenimento del suddetto cambio d’uso, sarebbe stata condizione indispensabile
per la positiva valutazione del finanziamento del C.I.P.E. richiesto dal “CONSORZIO
COSTA D’ORO”, di cui la MARINAGRI faceva parte, poi approvato con delibera CIPE
nr.135/2002 del 19.12.2002. A tal proposito, si specifica che la MARINAGRI aveva avviato
l’iter della VIA (alutazione di impatto ambientale) per l’ottenimento del giudizio di
compatibilità ambientale, sul progetto originario, da parte della Regione Basilicata Ufficio
Compatibilità Ambientale e che tale giudizio era pervenuto con esito positivo nel Giugno
2002 (la delibera CIPE è del Dicembre 2002).
A questo punto però occorre precisare quanto segue.
Con la D.P.G.R. n.711/97 veniva approvato il “P.P.E. Foce AGRI”. Nel medesimo decreto
si legge:
“…………………………..OMISSIS……………………………………………………...
- Che il progetto del piano nell’intento di salvaguardare e valorizzare le caratteristiche ambientali
della zona, prevede una zonizzazione generale attraverso l’individuazione di 10 sottozone omogenee
con relativi comparti di interventi,…….OMISSIS. Più in particolare:
o I comparti A) e B) definiscono zone per la realizzazione di unità ricettive e strutture complementari
organizzate in modo tale che l’elemento acqua permette di mantenere il paesaggio lacustre;
o Il comparto C) individua una zona portuale infrastrutturale, di servizi e residenziale, per creare un
polo turistico integrato ad uso pubblico;
o Il comparto D), definisce la realizzazione di un polo alberghiero e un campo da golf con un percorso
a 18 buche che ingloba, preservandola, la macchia mediterranea esistente e tutte le altre
preesistenze flogistiche;
o …………………………………..OMISSIS………………………………………..;
- (pag.39) Al fine di assicurare, inoltre la resa paesaggistica complessiva, il planovolumetrico
proposto deve intendersi prescrittivi e non indicativo. Eventuali variazioni anche non sostanziali a
tale planovolumetrico dovranno essere preventivamente assentite dalla Commissione Regionale
BB.AA..
- Si sottolinea, inoltre, la necessità di garantire, in conformità con quanto prescritto dalla
scheda d’ambito n.7 del P.T.P.M., anche i rapporti delle destinazioni d’uso previste nel piano;
- …………………………………………..OMISSIS…………………………………….. .
TITOLO IV
- (pag.41) l’art.7, secondo comma, viene modificato nel senso che il planovolumetrico deve intendersi
prescrittivo. Eventuali variazioni anche non sostanziali dovranno preventivamente essere assentite
dalla Commissione Regionale BB.AA.
- ……………………………………..OMISSIS………………………………………….. .
Si precisa che nel comparto A, fin dall’anno 1998 e poi nell’anno 2001, erano previsti n.2
villaggi denominati “IOS VILLAGE” e “THIRA VILLAGE”, la destinazione urbanistica di
tale comparto era “turistico residenziale”. Nel comparto D, invece, erano previsti, sempre
dall’esame degli elaborati sopra indicati, due alberghi, ovvero l’“HOTEL THALAS” con
annesso centro di talassoterapia e campo da golf e “l’HOTEL POSEIDON”. A tal
proposito, si specifica che il comparto A ricade interamente nel Comune di Policoro,
mentre il comparto D ricade per la maggior parte nel Comune di Scanzano Jonico ed in

253
minima parte nel Comune di Policoro. Dall’esame degli elaborati emerge che le due
strutture alberghiere ricadevano principalmente nel Comune di Scanzano Jonico. Quindi
le due strutture alberghiere ed in particolare, per quello che attiene alla presente
trattazione, l’HOTEL THALAS, erano localizzate a cavallo tra i comuni di Scanzano Jonico
e Policoro.
Il Comune di Scanzano Jonico, il cui Sindaco era il dott. ALTIERI Mario, non era
d’accordo sulle modalità di attuazione del P.P.E. Foce AGRI.
Le forti resistenze del dr. ALTIERI verso le modalità di attuazione del P.P.E. e del progetto
MARINAGRI emergono dall’esame della documentazione sequestrata in data 27.2.2007,
presso la sede della citata società. In particolare, in tale data si sequestrava numerosa
corrispondenza tra il Comune di Scanzano Jonico e il Servizio di Programmazione
Negoziata (dr. VERSACE – già emerso quale destinatario di tutte le missive sopra già
richiamate del CONSORZIO COSTA D’ORO), che, all’epoca, curava l’istruttoria del
Contratto di Programma a cui aveva richiesto di accedere lo stesso Consorzio. Si segnala
che la corrispondenza più utile ai fini probatori inizia agli inizi di aprile 2001.
A tal proposito si evidenzia che la prima delibera C.I.P.E. inerente tale contratto di
programma è la n. 81 del 3.5.2001. Con la suddetta delibera si prevede: “….omissis. VISTE
le note con le quali il Servizio per la Programmazione Negoziata del Dipartimento per le politiche di
sviluppo e coesione del Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica …..ha
sottoposto a Questo Comitato le proposte relative ai seguenti contratti di programma: 1. COSTA
D’ORO….nota n.0017617 del 26.04.2001….omissis.DELIBERA 1. A valere sulle somme
rivenienti dalle revoche indicate in premessa è approvato il finanziamento per complessive lire
410.782,540 milioni (212,151 Meuro) degli investimenti relativi ai contratti di programma
sottoelencati: PROPONENTE: COSTA D’ORO….100.324,020 Milioni/lire….omissis. 2.
L’assegnazione definitiva delle risorse sarà effettuata da Questo Comitato con successiva delibera
non appena puntualmente definite le risultanze istruttorie per ciascuno dei contratti oggetto della
presente deliberazione, entro e non oltre il 31 dicembre 2001…….omissis”.
Pertanto, tenendo presente le due date indicate e relative alla delibera n.81, ovvero quella
della sua emanazione, il 3.5.2001 e la nota con la quale il Servizio per la Programmazione
Negoziata invia la pratica del CONSORZIO COSTA D’ORO al C.I.P.E., ovvero il 26.4.2001,
si indica quanto emerso dall’esame della documentazione sequestrata presso la
MARINAGRI il 27.2.2007.
Con nota n. 0015053 del 5.4.2001, Il Ministero del Tesoro, del Bilancio e della
Programmazione Economica – Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione –
Servizio per la Programmazione Negoziata, invia al Presidente della Giunta Regionale
(BUBBICO), al Sindaco del Comune di Policoro (LOPATRIELLO Nicolino), nonché, per
conoscenza, al Sindaco del Comune di Scanzano Jonico (ALTIERI Mario) ed al
CONSORZIO COSTA D’ORO, l’atto di invito e diffida trasmesso a quell’ufficio il
4.4.2001 prot.0014923 del 5.4.2001 dall’Avv. SPATA in nome e per conto del Comune di
Scanzano Jonico, chiedendo alle amministrazioni in indirizzo di fornire dettagliati
elementi per le determinazioni di competenza. Tale nota reca il timbro del protocollo del
Comune di Policoro n.009936 del 13.4.2001, nonché l’annotazione “3^ settore Sindaco
15.04.2001”
Nell’atto di invito e diffida, redatto dall’avv. SPATA, in nome e per conto del Comune di
Scanzano Jonico, si legge:
“Il comune, mio assistito, è venuto a conoscenza che il CONSORZIO COSTA D’ORO ha
presentato una proposta di contatto di programma, attualmente in fase di istruttoria per la verifica
degli aspetti di fattibilità tecnica, amministrativa e finanziaria.

254
Del consorzio presentatore fa parte la S.p.A. MARINAGRI. Tale Società, sul presupposto di aver
progettato la realizzazione, sulla fascia costiera ionica ricadente in gran parte nel Comune di
Scanzano Ionico e in minima parte nel Comune di Policoro, di un villaggio turistico prevedente la
costruzione di un bacino portuale, delle relative infrastrutture, di un villaggio lagunare, di una
zona residenziale con ville e unità condominiali, di una zona alberghiera con beauty farm e centro
congressi, di un campo da golf e relative infrastrutture, di impianti per attività di pesca sportiva, di
strutture per itticoltura, strutture per la gestione e il monitoraggio ambientale, percorsi
naturalistici, spiagge, parco ornitologico, e orto botanico, ha attivato un complesso contenzioso al
T.A.R. Basilicata Potenza tendente ad ottenere l’annullamento di atti del Comune di Scanzano
relativi ad aspetti urbanistici inerenti il proprio territorio.
Ed infatti come risulta dalla documentazione che allego, le aree interessate dal progetto
MARINAGRI, che è lo stesso oggetto della proposta di contratto di programma,
presentata dal CONSORZIO COSTA D’ORO, sono comprese in Piano Particolareggiato
Esecutivo d’Ambito denominato “Foce AGRI.
Tale P.P.E. adottato dai Comuni di Policoro e Scanzano Jonico, approvato con
prescrizioni dalla Regione Basilicata, non ha ancora concluso il suo iter formativo, in
quanto è sorto contrasto tra i Comuni di Policoro e Scanzano Jonico in ordine alle
modalità di attuazione dello stesso, pure imposte dalla Regione Basilicata in sede di
approvazione, tant’è che allo stato i due Comuni non hanno stipulato la convenzione, stante
l’incompletezza degli elaborati del Piano; non hanno sottoscritto alcun protocollo di intesa; non
hanno determinato la scelta del soggetto proponente.
In tale situazione la Regione con D.P.G.R. 21/4/2000 n. 157 (all.1) ha assegnato ai due Comuni un
termine di giorni 60 per il raggiungimento dell’intesa propedeutica all’attuazione del Piano e
determinato di convocare una Conferenza di servizi per l’ipotesi di non raggiungimento della stessa.
Attesa la mancanza dell’intesa, in data 4/12/2000 si è tenuta presso la Regione la Conferenza di
servizi fra i due Comuni e la Regione medesima (all.2). A seguito di un ulteriore incontro del
16/2/2001 (all. 3) i due Comuni hanno concordato un protocollo di intesa, la cui bozza (all. 4) è
stata trasmessa dal Sindaco di Scanzano alla Regione (all. 5). Ma mentre questo ha dichiarato la
disponibilità alla sottoscrizione dello stesso, il Comune di Policoro dal canto suo non ha comunicato
alla Regione tale disponibilità; sicchè si è in attesa della finale deliberazione della Giunta Regionale
di cui D.P.G.R. n. n157/2000.
In tale situazione è evidente che mancano tutti i presupposti urbanistici, amministrativi e
procedurali per l’esame della proposta presentata dal CONSORZIO COSTA D’ORO,
attesa da un lato la irrealizzabilità immediata dell’iniziativa, dall’altro e
conseguentemente la non cantierabilità immediata dell’attività.
Alla stregua di tutto quanto precede il Comune di Scanzano Jonico, a mio mezzo, espressamente
chiede che la proposta di contratto di programma non venga favorevolmente esaminata perché la
stessa negativamente incide su quelli che sono le effettive scelte e i concreti interessi urbanistici ed
economici del comune medesimo.
Pertanto il Comune di Scanzano Jonico di fatto comunicava al Ministero del Tesoro, del
Bilancio e della Programmazione Economica – Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e
di Coesione – Servizio per la Programmazione Negoziata, che stava istruendo la pratica
relativa all’ammissione a finanziamento della MARINAGRI S.p.a., la mancanza di un
requisito fondamentale per permettere il positivo esito dell’istruttoria e, quindi, l’accesso
ai fondi pubblici, ovvero che il progetto fosse immediatamente cantierabile.
Pertanto, al fine di superare l’insormontabile ostacolo frapposto dal Comune di Scanzano
Jonico, sui cui territori ricadeva una delle opere candidate al finanziamento pubblico, in
data 17.4.2001, ovvero dopo solo 4 giorni dalla ricezione della nota da parte del Ministero
del Tesoro, avvenuta in data 13.4.2001, VITALE Vincenzo, nella sua qualità di

255
amministratore della MARINAGRI, con nota n.7/2001, chiede al Comune di Policoro il
cambio d’uso di ben sette sub comparti su nove totali, del Comparto “A”, da ricettivo
residenziale a ricettivo alberghiero. Tale richiesta viene inoltrata richiedendo
l’applicazione di quanto previsto dal TITOLO VI del P.P.E., ovvero attraverso l’uso della
“deroga”, specificando che vi erano i presupposti per l’applicazione della stessa e che tale
variazione era necessaria ai fini dell’approvazione da parte del C.I.P.E. del contratto di
programma avanzata dal CONSORZIO COSTA D’ORO.
A seguito della richiesta avanzata dal VITALE, in data 18.4.2001, (un giorno dopo la
medesima) il Dirigente del 3° Settore del Servizio Urbanistica del Comune di Policoro, Ing.
Felice VICECONTE, certificava che, a norma dell’articolo n. 4 del Titolo VI delle Norme
Tecniche di Esecuzione del PPE “Foce AGRI”, era possibile ricorrere alla deroga per
modificare la destinazione d’uso da turistico - residenziale a ricettivo alberghiero e
ricettivo residences o villaggi.
In pari data, con Deliberazione n. 154 della Giunta Comunale di Policoro si approvava il
richiesto cambio di destinazione d’uso.)
In merito si segnala che il cambio di destinazione d’uso in oggetto è illegittimo in quanto
adottato in violazione di quanto prescritto dal P.P.E. Foce AGRI e dalle Norme di
Esecuzione. Già l’Ing. Farì, ausiliario di polizia giudiziaria nominato dai Carabinieri di
Policoro nell’ambito del P.P.121/03, 21 della Procura di Matera, nella sua relazione
peritale aveva segnalato che:
“Le osservazioni sopra esposte inducono lo scrivente a ritenere che il cambio di destinazione d’uso
dei sub-comparti… omissis… da residenziale turistica a ricettivo alberghiero e ricettivo residences o
villaggi, non può essere soddisfatto con l’uso della deroga ma è configurabile come variante al
Piano. Si ritiene inoltre opportuno precisare che la legislazione nazionale urbanistica concede
l’istituto della deroga agli strumenti urbanistici ai soli edifici ed impianti pubblici o di pubblico
interesse (art. 14 del DPR n. 380 del 6.6.01) senza far cenno alcuno al cambio di destinazione d’uso
di aree ”.

In relazione a tale aspetto della vicenda il CTU Ing. MARASCIO segnalava:


“…..OMISSIS. In data 17/04/2001, con prot. n. 010064, il sig. VITALE Vincenzo, nella qualità di
presidente e rappresentante legale della MARINAGRI S.p.A.. chiedeva il cambio di destinazione
d’uso del Comparto A, relativamente i sub-comparti dall’A2, fino all’A8, sul totale di n. 9 sub-
comparti.
Nella fattispecie, si chiedeva il cambio di destinazione d’uso da residenziale turistica a ricettivo
alberghiero e ricettivo residences o villaggi. Come motivazione alla richiesta avanzata, il sig.
VITALE affermava che la destinazione d’uso proposta, determinava un miglioramento delle
condizioni di occupazione, senza incidere sull’assetto planovolumetrico e sul paesaggio, poiché si
trattava della implementazione di attività produttive in luogo di attività immobiliari. Con la
variazione di destinazione d’uso, si permetteva la costruzione di un villaggio denominato “Ios” e di
un hotel denominato “Thalas”, con conseguente aumento di n. 31 unità lavorative fisse e n. 173
stagionali.
In risposta alla richiesta avanzata dal sig. VITALE, in data 18/04/2001, (un giorno dopo la
richiesta stessa) il Dirigente del 3° Settore Servizio Urbanistica del Comune di Policoro,
Ing. Felice VICECONTE, certificava che a norma dell’articolo n. 4 del Titolo VI delle
Norme Tecniche di Esecuzione del PPE “Foce AGRI”, era possibile l’uso della deroga per
modificare la destinazione d’uso da residenziale a ricettivo alberghiero e ricettivo
residences o villaggi. In pari data con Deliberazione, n. 154, della Giunta Comunale di
Policoro si approvava il richiesto cambio di destinazione d’uso.

256
Dalla lettura dell’articolo n. 4 del Titolo VI delle Norme Tecniche di Esecuzione al PPE “Foce
AGRI”, il sottoscritto CT, può affermare che si può utilizzare lo strumento della deroga quando:
1) Le variazioni richieste non riguardano le direttive e le prescrizioni riportate sul Titolo II delle
Norme Tecniche di Esecuzione;
2) Le modifiche non riguardano le quantità complessive all’interno di ciascun comparto, così come non
cambiano sostanzialmente i contenuti.
La mancanza di detti requisiti, implica una variante e come tale s’impone di presentare gli elaborati
progettuali previsti dallo stesso Piano.

L’istituto della deroga può avvenire nei casi sopra esplicitati e deve essere accompagnato da una
verifica di congruità generale dell’intervento. Per il cambio di destinazione d’uso che interessa dei
singoli sub-comparti, nel caso in cui si ravvisa la necessità di altre destinazioni non puntualmente
dichiarate nella specifica scheda, esplicitando la proposta nel progetto d’insieme, debitamente
motivata, si può fare uso della deroga.
In breve si ribadisce, che il Titolo II delle Norme Tecniche di Esecuzione, indica per ciascuno
Comparto tra l’altro la destinazione d’uso, e nella fattispecie, per il comparto A segnala
la costruzione di quattro nuclei abitativi condominiali e lotti residenziali per ville nonché
strutture per lo sport ed il commercio, non si prevede per il comparto in questione,
l’edificazione di strutture ricettive.
Studiando nel dettaglio il comparto A, si rileva che lo stesso è composto da n. 9 sub-comparti, di cui
il primo e l’ultimo destinati rispettivamente all’ubicazione di campi sportivi e di una strada di
piano, per il resto invece, si prevede la realizzazione di insediamenti destinati all’edilizia
residenziale.
Il cambio di destinazione d’uso autorizzato alla MARINAGRI S.p.A. con la succitata
Deliberazione della Giunta Comunale di Policoro, riguarda tutti i sub-comparti destinati
all’edilizia residenziale ricadenti nel Comparto A, per cui con la nuova destinazione
d’uso, si delinea per il Comparto A una modifica nei contenuti riportati al Titolo II delle
N.T.E., per autorizzare le quali necessitava una variante e non una deroga a quanto
approvato con il PPE “Foce AGRI”.
Se il succitato cambio di destinazione d’uso si poteva approvare attraverso mera deroga, ricorrendo
più volte ed in più tempi al medesimo strumento, l’intero PPE “Foce AGRI” potrebbe essere
utilizzato per tutt’altri scopi rispetto a quanto originariamente approvato.
Per essere più chiari sulla questione, si può affermare che con l’uso della deroga si potrebbe
trasformare un piano particolareggiato destinato all’edificazione di strutture ad uso residenziale,
alla costruzione di strutture turistico-ricettive, senza alcuna verifica urbanistica ed ambientale, da
parte dei competenti organi regionali.
E’ chiaro che l’articolo n. 4 del Titolo VI delle Norme Tecniche Esecutive, potrebbe risultare poco
comprensibile poiché definisce varianti le modificazioni delle direttive e delle prescrizioni riportate
al Titolo II e poi inserisce nelle deroghe i cambi d’uso, in realtà i cambi d’uso in questione sono
da considerare quelli già presenti nel singolo comparto, per meglio comprendere quanto
affermato a titolo di esempio si può affermare che se per il comparto A il cambio di destinazione
d’uso avesse interessato un sub-comparto destinandolo all’insediamento di un campo sportivo
rispetto alla prevista costruzione di residenze, si sarebbe potuto fare uso della deroga poiché
entrambe le destinazioni d’uso sono già presenti nel comparto interessato, ferma restando la
necessità di motivarne debitamente il cambiamento (con verifiche urbanistiche, ambientali
paesaggistiche e non per necessità economiche).
In definitiva, si può affermare che il cambio di destinazione d’uso che ha interessato il
Comparto A, relativamente i sub-comparti dal n. 2 fino al n. 8, non poteva essere

257
autorizzato facendo ricorso ad una deroga, poiché si trattava di una variante interessante
aspetti fondamentali di detto Comparto.

CONCLUSIONI
Per quanto si è sopra esposto, il sottoscritto CT in breve ribadisce che:
- ………………………………….OMISSIS………………………………………………
- ll cambio di destinazione d’uso, autorizzato con D.G.C. di Policoro, n. 154/2001,
interessante n. 7 sub-comparti su n. 9 di cui è composto il Comparto A del PPE “Foce
AGRI”, ha portato per il Comparto in questione una modifica delle direttive riportate sul
Titolo II delle N.T.E, quanto ammesso, non poteva essere autorizzato con l’appena citato
provvedimento sindacale e come tale era da sottoporre ad un iter amministrativo molto
più lungo rispetto a quello effettivamente trascorso. La variante al PPE “Foce AGRI”, per
essere approvata, necessita del medesimo iter amministrativo messo in atto per
l’approvazione dello stesso Piano. Applicando forzatamente ed illegittimamente la
deroga, facendo arbitrariamente riferimento all’articolo n.4 del Titolo VI delle Norme
Tecniche Esecutive, si sono ottenuti degli indubbi vantaggi in termini di tempo, poiché
l’iter è durato appena un giorno (data richiesta-data approvazione)”.

Al fine di delineare le motivazioni per le quali sono state poste in essere le condotte
illegittime appena segnalate, si mette in evidenza che con nota datata 19.4.2001 n.8/01, il
CONSORZIO COSTA D’ORO scriveva al Servizio per la programmazione Negoziata,
più volte indicato e per conoscenza alla Presidenza della Giunta Regionale Basilicata
(BUBBICO), con la quale comunicava quanto segue:
“Si riscontra la Vs. nota n. 0015053 del 05.04.2001, in riferimento a quanto segnalato dal Comune
di Scanzano Jonico, facendo presente quanto segue.
Preliminarmente, si evidenzia che le iniziative di cui alla proposta di contratto di programma
avanzata dal CONSORZIO COSTA D’ORO S.c.a.r.l. e dalla sua Consorziata MARINAGRI Spa
non ricadono nel territorio del Comune di Scanzano Jonico, per cui la realizzazione delle
medesime non può incidere negativamente sulle scelte ed i concreti interessi urbanistici ed
economici del suddetto Comune.
Per quanto poi attiene la cantierabilità e la realizzabilità dell’iniziativa turistica, si
sottolinea intanto che la MARINAGRI SpA è ideatrice del progetto turistico in parola,
avendo aderito allo sportello urbanistico indetto dal Comune di Policoro (comune
capofila per la redazione del Piano Particolareggiato Esecutivo Intercomunale Foce
AGRI) in fase di redazione dello stesso strumento urbanistico.
In qualità di proprietaria delle aree oggetto della proposta turistica, la MARINAGRI SpA si
è proposta come ATTUATORE delle previsioni di Piano ai sensi dell’art. 23 della Legge
Urbanistica n. 1150/42.
Giova ricordare che il Comune di Scanzano Jonico ha dato l’assenso al programma di realizzazione
delle infrastrutture pubbliche da candidare a finanziamento nell’ambito della Proposta di Contratto
di Programma in oggetto (cfr. nota n. 4028 del 15.04.98 del Comune di Scanzano Jonico).
Visto il perdurante comportamento dilatorio del Comune di Scanzano Jonico, su richiesta del
Comune di Policoro, la Regione Basilicata, con D.P.G.R. n. 157 del 21.04.2000, ha individuato una
procedura per addivinire all’intesa (prevista dal D.P.G.R. n. 711 del 09.09.97) in tempi stabiliti. La
relativa procedura è oggi conclusa. Ai sensi del D.P.G.R. n.157 del 21.04.2000, infatti, il Presidente
della Giunta Regionale deve licenziare il provvedimento finale che consente di dare piena attuazione
al Piano.
Si fa presente che il predetto provvedimento di intesa riguarda le modalità di gestione dello stesso
Piano ma non può né ledere la competenza territoriale in ordine al rilascio delle concessioni edilizie

258
(ai sensi del D.Lgs. 267/2000 sulle autonomie locali), né ledere il diritto della MARINAGRI SpA,
proprietaria delle aree, ad attuare le trasformazioni, peraltro nell’ambito di uno strumento di
pianificazione che è di iniziativa regionale (Piano Paesistico Esecutivo d’Ambito) e che soltanto in
via subordinata ne è stata affidata la redazione al Comune.
Atteso che il progetto turistico MARINAGRI, candidato nell’ambito della proposta di
Contratto di Programma, riguarda escusivamente il territorio del Comune di Policoro, si
chiede a codesto Ufficio di considerare inconferente e destituita di ogni fondamento la
nota del Comune di Scanzano Jonico in quanto il medesimo ente non ha competenza
territoriale sulle iniziative turistiche in approvazione, ragion per cui non è oggi nemmeno
nelle condizioni di esercitare, come è avvenuto in passato, azioni ostruzionistiche,
defatigatorie e dilatorie al fine di impedire o ritardare l’avvio.
Si resta a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti, facendo presente che tutta la
documentazione richiamata è già agli atti del Vs. Spett.le Ufficio”.

Con nota n.9/01, il CONSORZIO COSTA D’ORO trasmetteva al Ministero competente,


dove veniva protocollata il 20.4.2001, la relazione descrittiva delle opere IOS VILLAGE e
HOTEL THALAS, nonché la delibera n.154 del 18.4.2001 del Comune di Policoro, attinente
al cambio di destinazione d’uso in oggetto.
In pratica dall’esame della “Planimetria definitiva con comparti P.P.E. “Foce AGRI”,
datata Gennaio 2002, trasmessa agli uffici ministeriali a seguito della delibera n.154/2001
del Comune di Policoro, redatta dall’Ing. VITALE Marco e arch. DIOGUARDI Davide
Maria, emerge chiaramente che l’HOTEL THALAS, che prima si trovava nel
“COMPARTO “D”, ovvero tra il Comune di Scanzano Jonico e Policoro, ora viene
riportato nel COMPARTO “A”, totalmente nel Comune di Policoro. Pertanto emerge la
circostanza secondo la quale il cambio d’uso in oggetto era propedeutico e finalizzato alla
nuova allocazione dell’HOTEL THALAS, opera candidata a finanziamento pubblico, nel
Comune di Policoro, anziché in quello di Scanzano Jonico. Questo in quanto il Comune di
Policoro, anche per via degli enormi benefici economici che gliene derivavano era
favorevole al progetto a differenza del Comune di Scanzano Jonico che aveva rilevato
diverse irregolarità nell’attuazione dello stesso.

Con nota n.14167 del 14.12.2001, a firma del dr. ALTIERI, il Comune di Scanzano Jonico
scriveva all’on. BALDASSARRI Mario presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze,
alla dr.ssa BITETTI Patrizia presso la segreteria C.I.P.E., al dr. Carlo SAPPINO presso il
Ministero delle Attività Produttive – Direzione Generale per il Coordinamento degli
incentivi alle imprese e alla dr.ssa PASCOLI Anna presso il Servizio per la
Programmazione Negoziata tutti di Roma, quanto segue:
“OGGETTO: Proposta di Contratto di Programma del CONSORZIO COSTA D’ORO
S.C.A.R.L.. Risposta alla nota del Ministero delle Attività Produttive del 27/11/01 Prot. 1180.551.
…………………………………………OMISSIS…………………………………………..
Questo Comune ritiene di dover segnalare a codesto Ministero che il CONSORZIO
COSTA D’ORO non è in grado e comunque non può validamente e legittimamente fornire
gli elementi richiesti, in quanto non ha né la disponibilità del suolo né le concessioni
demaniali relative a tutte le aree interessate dal Piano progettuale né allo stato esiste
alcuna variante in deroga validità ed efficace.
……………………………………………..OMISSIS…………………………………”.
In particolare, con detta nota il Comune di Scanzano Jonico segnalava che alla data del
14.12.2001, non vi era “alcuna variante in deroga valida ed efficace”. Medesima
considerazione deriva dall’esame della nota n.28/mv/2002 del 25.3.2002 della ET&M

259
(società riconducibile a VITALE Marco) indirizzata alla MARINAGRI S.p.a.. Con tale nota
avente ad oggetto la “Centro Turistico Ecologico Integrato - Comunicazione stato di
avanzamento attività progettuali”, si indica quanto segue: ”………………….OMISSIS. In
particolare per il Comparto A, è stato redatto il progetto preliminare delle due strutture ricettive
(Hotel Thalas e Ios Village) ed inoltrato alla fine di Dicembre 2001 alla Commissione
Regionale BB.AA. per il parere preventivo trattandosi di una variante al
planovolumetrico approvato con il P.P.E.. Prima di presentare il planovolumetrico esecutivo al
Comune di Policoro ai sensi del D.P.G.R. 299/2001 (unitamente al progetto esecutivo delle
urbanizzazioni) occorre attendere la suddetta approvazione regionale. …..OMISSIS”.
Medesimo dato deriva dall’esame della Nota Integrativa del Bilancio della MARINAGRI
S.p.a. al 31.12.2001 a firma del Presidente del Consiglio di Amministrazione, VITALE
Vincenzo. Nel paragrafo titolato “Cantierabilità”, relativa al progetto MARINAGRI, si
legge:
“…………………OMISSIS. Sono in corso di predisposizione i progetti planovolumetrici esecutivi
dei comparti di intervento. In particolare:
- il Comparto A con le due strutture ricettive oggetto di finanziamento C.I.P.E.;
- il Comparto C con il villaggio portuale (residenze);
- il Comparto B con il villaggio lagunare (residenze).
E’ stato redatto il progetto preliminare delle due strutture ricettive (Hotel Thalas e Ios Village) ed
inoltrato alla fine di Dicembre 2001 alla Commissione Regionale BB.AA. per il parere
preventivo trattandosi di una variante al planovolumetrico approvato con il Piano. Per il
Comparto A si è in attesa della suddetta approvazione regionale prima di procedere all’invio al
Comune del progetto planovolumetrico esecutivo ai sensi del D.P.G.R. 299/01…..OMISSIS”.).

Segnalava il CTU Ing. MARASCIO:


“ Risposta al terzo quesito posto dal PM
Se sono state apportate delle modifiche al PPE “Foce AGRI” così come approvato dai
DD.P.G.R. Basilicata n. 711/97 e n. 196/2005 (in particolare per il comparto A), in caso
affermativo dica se la procedura amministrativa messa in atto è conforme ai dettati
imposti dal P.T.P.M.
Il CT in data 07 febbraio 2008, effettuava richiesta a mezzo fax indirizzata al Responsabile
dell’Ufficio Tecnico Settore Urbanistica del Comune di Policoro, finalizzata alla conoscenza di
eventuali, anche parziali e/o interessanti singoli comparti, varianti apportate al PPE Foce AGRI,
così come approvato definitivamente con i DD.P.G.R. n. 711/97 e n. 195/2005. Il giorno successivo,
durante la visita effettuata nel citato ufficio pubblico direttamente dal consulente, il geom. Vincenzo
Agresti, responsabile del sevizio urbanistico, affermava verbalmente che nulla era stato apportato a
detto strumento urbanistico, mentre il successivo 12 febbraio, con lettera recante protocollo n. 3732,
anticipata via fax, comunicava al CT che, citando testualmente: successivamente al D.P.G.R. n.
195/2005 non risulta emanato alcun provvedimento regionale di variante al PPE “Foce AGRI”.
Per cui il PPE “Foce AGRI” non è stato oggetto di varianti anche parziali dopo la sua approvazione
con i citati Decreti del Presidente della Giunta Regionale della Basilicata.
Tuttavia il CT ritiene che la sopramenzionata risposta vada integrata, a causa di quanto riportato
sulla documentazione acquisita dal medesimo professionista, presso la Soprintendenza ai BB. AA. e
del Paesaggio della Basilicata nonché di quella acquisita presso l’Ufficio Regionale all’Urbanistica e
Tutela del Paesaggio con sede in Matera.
Durante la visita eseguita dal CT nell’appena citato ufficio è stato possibile rilevare che la
MARINAGRI, in data 28/01/2001 (la data è 28.01.2002 n.d.r.) ha presentato regolare richiesta,
finalizzata all’acquisizione del nulla osta paesaggistico per il Progetto planovolumetrico definitivo
del comparto A.

260
Dallo studio dettagliato dei relativi elaborati grafici si rileva che il comparto in questione viene
rappresentato con la variante approvata in deroga dal Responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune
di Policoro, si nota inoltre, che il progetto prevede la realizzazione, all’interno del territorio
comunale di Policoro, di un hotel denominato Thalas.
In data 18/11/2002, dopo circa undici mesi dalla citata richiesta, il Dirigente dell’Ufficio
Urbanistica e Tutela del Paesaggio, inviava una missiva alla MARINAGRI, chiedendo alla stessa se
bisognava sottoporre alla valutazione della Commissione Regionale per la tutela del Paesaggio il
progetto citato. Il successivo 21 novembre il presidente della MARINAGRI invitava, con propria
missiva, sempre indirizzata al citato ufficio, di soprassedere all’esame del progetto poiché lo stesso
era in corso di valutazione in termini di sostenibilità tecnico-economica. Successivamente, in data
13/05/2003, la MARINAGRI chiedeva nuovamente il nulla osta paesaggistico sul Progetto
planovolumetrico definitivo relativo al comparto A, questa volta però per le sole opere ricadenti nei
sub-comparti dall’A1 a all’A4 compresi, quelli in pratica interessanti l’Hotel Ios. In data 19 maggio
2003, la MARINAGRI, procedeva alla sostituzione anche degli elaborati riguardanti i citati quattro
sub-comparti, richiedendo il nulla osta paesaggistico per il Progetto planovolumetrico definitivo
relativo ai sub-comparti A1-A2-A3-A4, infine, in data 22/09/2003, si trasmettevano ulteriori
elaborati grafici progettuali sempre interessanti il Progetto planovolumetrico definitivo relativo i
subcomparti A1, A2, A3, A4. Giungendo così all’attuale definizione del comparto A.
Dopo quanto sopra riportato c’è da dire che la MARINAGRI, ha inoltrato una nuova
istanza per l’acquisizione del nulla osta paesaggistico relativo alla costruzione di un
resort a destinazione residenziale e ricettiva interessanti i comparti A e D del PPE “Foce
AGRI”. L’Ufficio Urbanistica e Tutela del Paesaggio della Regione Basilicata, in data
19/11/2007 con prot. n. 1469, ha espresso parere negativo sull’opera che è stato confermato
in data 30/01/2008 con protocollo n. 933 dal Soprintendente ai BB. AA. e Paesaggistici
della Basilicata. Per cui l’attuale configurazione del comprato A del PPE “foce AGRI”, è del tutto
uguale a quella approvata a seguito dell’istanza datata 22/09/2003.
………………………………………..OMISSIS…………………………………………….
Riguardo alle sopramenzionate richieste di nulla osta paesaggistico, inviate dalla
MARINAGRI in data 28/12/2001, nonché di quelle integrative datate, 13 e 19 maggio 2003
e per ultima quella del 22 settembre 2003, c’è da dire che sono state inoltrate poiché
strettamente necessarie ai sensi del D.P.G.R. n. 711/97, nel rispetto dello stesso, infatti,
qualsiasi variazione al planovolumetrico approvato deve essere preventivamente
assentita dalla Commissione BB. AA., tale situazione è stata confermata dalla stessa
società, la quale ne ha fatto esplicita menzione sulle prime due citate istanze.
La circostanza appena riscontrata obbliga il CT ad effettuare un’osservazione riguardante gli aspetti
urbanistici della vicenda incontrati durante la stesura della precedente relazione di consulenza, si
tratta in pratica del ricorso allo strumento della deroga concesso alla MARINAGRI, in data
18/04/2001, dal Dirigente del 3° Settore Servizio Urbanistica del Comune di Policoro, Ing. Felice
VICECONTE, il quale certificava che a norma dell’articolo n. 4 del Titolo VI delle Norme Tecniche
di Esecuzione del PPE “Foce AGRI”, era possibile l’uso della deroga per modificare la destinazione
d’uso da residenziale a ricettivo alberghiero e ricettivo residences o villaggi, del comparto A. In pari
data con Deliberazione, n. 154, della Giunta Comunale di Policoro si approvava il richiesto cambio
di destinazione d’uso, per cui si permetteva la costruzione di un villaggio denominato “Ios” e di un
hotel denominato “Thalas”, con conseguente aumento di n. 31 unità lavorative fisse e n. 173
stagionali. Oggi il CT può riaffermare che quanto concesso alla MARINAGRI fu del tutto
illegittimo anche in relazione al fatto che necessitava acquisire sulle opere in questione il
preventivo e preventivo nulla osta paesaggistico.
………………………………………….OMISSIS………………………………………

261
CONCLUSIONI
Per quanto si è sopra esposto, il sottoscritto CT in breve ribadisce che:
- ………………………………………...OMISSIS…………………………………………
- Il comparto A è stato più volte oggetto di richiesta di variante interessante il planovolumetrico, allo
stato attuale lo stesso porta le modifiche effettuate facendo ricorso allo strumento della deroga
concessa in data 18 aprile 2001, dall’Ing. Felice VICECONTE, responsabile p.t. dell’Ufficio
Tecnico Urbanistico del Comune di Policoro, sulla quale nel corso dell’anno 2003, è stato acquisito
il prescritto (ma preventivo) nulla osta paesaggistico……..OMISSIS”.

Quanto indicato riscontra l’illegittimità del cambio d’uso dei sette subcomparti del
comparto A. Infatti, viene confermata la circostanza secondo la quale il cambio di
destinazione d’uso non era possibile con l’utilizzo della deroga, in quanto dovendo
modificare sostanzialmente quanto previsto dal P.P.E. Foce AGRI, il nuovo
planovolumetrico doveva essere preventivamente sottoposto a istruttoria da parte della
Commissione Regionale BB.AA..
Si segnala, altresì, che successivamente la MARINAGRI S.p.a., provvedeva all’inoltro alla
predetta commissione regionale della richiesta di nulla osta preventivo sul progetto
planovolumetrico del Comparto A, che avveniva però solo il 28.12.2001, ovvero solo dopo
la segnalazione da parte del Comune di Scanzano Jonico ai preposti uffici del Ministero
del Tesoro interessati dall’istruttoria sull’ammissibilità a finanziamento del progetto della
MARINAGRI S.p.a., che non vi era “alcuna variante in deroga valida ed efficace” e che
pertanto il progetto non era ammissibile e cantierabile.
Dall’esame della documentazione depositata presso la Regione Basilicata – Dipartimento
Ambiente e Territorio – Commissione Regionale BB.AA. si riscontrava l’illegittimità della
procedura per il cambio di destinazione d’uso così come eseguita dal Comune di Policoro
e dalla MARINAGRI S.p.a..
Con nota n.31/2001 del 28.12.2001, la MARINAGRI S.p.a. trasmetteva alla Regione
Basilicata – Dipartimento Ambiente e Territorio – Commissione Regionale BB.AA. e per
conoscenza al Comune di Policoro, il progetto definitivo del Comparto A e ne chiedeva
“….la preventiva approvazione del planovolumetrico per le opere ricadenti nel comparto
A del Piano, così come esplicitate nelle tavole di progetto definitivo allegato alla
presente…..” .
In data 18.11.2002 con nota n.06/2002, l’ufficio regionale indicato in precedenza scriveva
alla MARINAGRI S.p.a. quanto segue: “…si fa espresso riferimento al progetto a margine
indicato ed agli incontri avuti presso quest’Ufficio, nelle sedi di Potenza e Matera, con il progettista
Ing. VITALE Marco, nella sua qualità anche di rappresentante della ditta committente.
Nel corso di tali riunioni è stato verbalmente richiesto a quest’ufficio di soprassedere all’esame e
parere sul progetto in argomento, avendo la committenza espresso la volontà di rivedere alcune
soluzioni progettuali dello stesso.
Poiché a tutt’oggi non è pervenuta alcuna formale comunicazione in tal senso, ne è stata presentata
nuova proposta progettuale in sostituzione di quella trasmessa, si comunica che, in mancanza di
espressa formale richiesta, quest’ufficio, senz’altro indugio, porterà il progetto, così come presentato,
all’esame della competente Commissione Regionale per la tutela del paesaggio”.
Dall’esame degli elaborati depositati nel Dicembre 2001, il progetto così come presentato
prevedeva la realizzazione di:
- un centro benessere;
- foresterie;
- Centro servizi;
- HOTEL THALAS;

262
- HOTEL IOS;
- Centro Ippico;
- Centro sportivo;
- Villaggio.

Pertanto, si chiedeva il nulla osta preventivo al cambio di destinazione d’uso che aveva
permesso di spostare l’Hotel THALAS dal Comparto D (Scanzano Jonico) al Comparto A
(Policoro), che difatti era già stato oggetto di corrispondenza e certificazioni relative alla
cantierabilità e ubicazione dell’opera da parte di VITALE Vincenzo, VITALE Marco, del
Sindaco di Policoro LOPATRIELLO Nicolino e del Dirigente del 3^ Settore del Servizio
Urbanistica del medesimo comune Ing. VICECONTE Felice. Certificazioni che sono
risultate false. I soggetti appena indicati hanno attestato, al fine dell’approvazione del
finanziamento da parte del C.I.P.E., circostanze non ancora avvenute, ovvero illegittime, in
quanto non sottoposte a preventiva autorizzazione, richiesta ex post al fine di sanare la
situazione dopo la denuncia inoltrata agli uffici ministeriali, con la nota del 14.12.2001, dal
Sindaco di Scanzano Jonico ALTIERI.
Con nota n.61/2002 del 21.11.2002 a firma di VITALE Vincenzo, la MARINAGRI risponde
alla nota n, 06/2002 del 18.11.2002 della Regione Basilicata, e chiede “di soprassedere
all’esame sul progetto in oggetto in attesa di una verifica da parte di questa società circa la
sostenibilità economica delle soluzioni ricettive ivi ipotizzate”.
Nel frattempo, con delibera n.135 del 31.12.2002, il C.I.P.E. approvava il finanziamento a
favore del CONSORZIO COSTA D’ORO ed in particolare della MARINAGRI S.p.a., per
opere (HOTEL THALAS e VILLAGGIO IOS) per le quali non aveva ancora ottenuto le
necessarie autorizzazioni per il cambio di destinazione d’uso dei terreni sui quali le stesse
ricadevano.
Con nota n.18/2003 del 7.5.2003 indirizzata alla Regione Basilicata – Dipartimento
Ambiente e Territorio – Commissione Regionale BB.AA., la MARINAGRI S.p.a. scrive:
“…….omissis; per effetto di nuove valutazioni tecnico economiche, questa società ritiene oggi
opportuno procedere alla realizzazione della sola struttura ricettiva denominata “secondo nucleo
alberghiero” (IOS n.d.r.) e meglio descritta negli elaborati negli elaborati A9, A10 ed A11 del
progetto allegato alla nota 31/2001 del 28.12.2001; …….omissis; Tutto ciò premesso con la presente
CHIEDE in ottemperanza al D.P.G.R. 711 del 09.09.1997 di approvazione del P.P.E. Foce AGRI
(come integrato dal D.P.G.R. n.299 del 16.10.2001), l’approvazione della variazione al
planovolumetrico di Piano, per le opere ricadenti nel Comparto A del Piano, e
specificatamente per le sole opere ricadenti nei subcomparti A1, A2, A3 e A4”………. In
virtù di quanto in premessa evidenziato circa l’approvazione di uno specifico contratto di
programma (finanziamento CIPE), si rappresenta la necessità per la nostra società di addivenire ad
una celere definizione della proposta progettuale e, pertanto, si confida in una celere approvazione
da parte di codesta Commissione”.
Con la medesima nota si chiedeva l’audizione dell’Ing. VITALE Marco.
Con nota n. 20/2003 del 19.5.2003 la MARINAGRI S.p.a. scrive nuovamente allo stesso
ufficio della Regione Basilicata, trasmettendo: “n.4 copie del progetto planovolumetrico
relativo ai subcomparti A1, A2, A3 e A4 del Comparto A del P.P.E. Foce AGRI, in
sostituzione (integrale) degli elaborati allegati alla ns. iniziale richiesta prot.31/2001 del
28.12.2001. In ottemperanza al D.P.G.R. di approvazione del Piano n.711 del 09.09.1997, si
conferma, con la presente, la richiesta di preventiva approvazione della variante al
planovolumetrico per le opere ricadenti nei suddetti subcomparti del Comparto A del
P.P.E.. Si rappresenta la necessità per la nostra società di addivenire ad una celere definizione della
proposta progettuale, atteso il fatto che la struttura ricettiva prevista nei subcomparti A1, A2, A3 e

263
A4 del Comparto A del P.P.E. è oggetto di cofinanziamento pubblico, per effetto dell’approvazione
di un Contratto di Programma da parte del CIPE.….omissis. Per quanto riguarda gli elaborati
di progetto (n.4 copie) allegati alla nostra nota prot.31/2001 del 28.12.2001, se ne chiede la
restituzione”.

Con nota n. 50/2003 del 22.9.2003, la MARINAGRI S.p.a., scrive alla Regione Basilicata –
Dipartimento Ambiente e Territorio – Commissione Regionale BB.AA., ritrasmettendo
“n.4 copie del progetto planovolumetrico relativo ai subcomparti A1, A2, A3 ed A4 del
Comparto A del P.P.E. Foce AGRI in sostituzione (integrale) degli elaborati allegati alla
ns. iniziale richiesta prot.31/2001 del 28.12.2001 e di quelli di cui alle richieste successive.
In ottemperanza al D.P.G.R. di approvazione del Piano n.711 del 09.09.1997, si conferma, con la
presente, la richiesta di preventiva approvazione della variante al planovolumetrico per le
opere ricadenti nei suddetti subcomparti del Comparto A del P.P.E..
Si rappresenta nuovamente la necessità per la nostra società di addivenire ad una celere definizione
della proposta progettuale, atteso il fatto che la struttura ricettiva prevista nei subcomparti A1, A2,
A3 e A4 del Comparto A del P.P.E. è oggetto di cofinanziamento pubblico, per effetto
dell’approvazione di un Contratto di Programma da parte del CIPE.
Si confida pertanto, in una celere approvazione da parte di codesta Commissione.
Per quanto riguarda gli elaborati di progetto (n.4 copie) allegati alla nostra nota
prot.31/2001 del 28.12.2001, ed alla nostra nota prot.20/2003 del 19.05.2003, se ne chiede la
restituzione”.

Per quanto indicato, quindi, emerge la circostanza secondo la quale la MARINAGRI S.p.a.
dopo la richiesta di parere preventivo del 28.12.2001 sull’intero comparto A,
successivamente (variandolo anche diverse volte) chiede l’emissione del prescritto parere
solo per i sub comparti A1, A2, A3 ed A4, ovvero quelli in cui ricadeva il Villaggio IOS.
Mentre per i sub comparti dove sarebbe dovuto ricadere l’HOTEL THALAS la
MARINAGRI S.p.a. chiede alla Regione Basilicata di soprassedere nella valutazione. Si
precisa che entrambe le opere sono state poi ammesse a finanziamento pubblico da parte
del C.I.P.E.. In merito all’HOTEL THALAS, da quanto emerge dai progetti esecutivi
presentati poi al Ministero da parte della MARINAGRI S.p.a. lo stesso sarà nuovamente
rilocalizzato nel comparto C anziché nel Comparto A. Tale circostanza potrebbe essere
ricollegata al fatto che la MARINAGRI S.p.a. resasi conto di non poter edificare l’HOTEL
THALAS nel comparto A in quanto:
- non possedeva all’epoca i terreni su cui lo stesso era localizzato;
- si era proceduto ad un cambio di destinazione d’uso illegittimo dello stesso
comparto A;
- si era cercato di sanare la situazione con la richiesta ex post del parere
preventivo a tale cambio di destinazione d’uso, ma non si era proceduto allo stesso;
- dovendosi procedere alla progettazione esecutiva a seguito dell’ammissione
definitiva a finanziamento di cui alla delibera CIPE n.135 del 19.12.2002, entro e non oltre
il 31.12.2003;
- non riuscendo ad ottenere entro la data prevista per la presentazione dei
progetti esecutivi una variante in deroga valida, pena la revoca dei finanziamenti così
come previsto dall’art. 2.1.1 (requisiti del programma di investimenti) e 9..1.1 lettera g)
(casi di revoca delle agevolazioni) del contratto di programma sottoscritto il 31.07.2003;

rilocalizzava l’opera ammessa a finanziamento in un comparto dove da progetto iniziale


era previsto l’HOTEL ORMOS, ma che non era stato sottoposto ad istruttoria da parte del

264
Ministero, senza comunicare tale spostamento (che secondo quanto previsto dall’art.9.1.1
lettera a), rientra tra io casi di revoca delle agevolazioni, in quanto recita: sia variata, senza
l’autorizzazione della Direzione, nel corso dell’attuazione del programma di investimenti, la
localizzazione dell’intervento rispetto a quella originariamente prevista) che avrebbe richiesto
una nuova istruttoria. A tal proposito, si precisa che nelle prime proposte di contratto di
programma avanzate dalla MARINAGRI S.p.a. nel 1997/1998 l’HOTEL ORMOS era tra le
opere candidate a finanziamento, per poi sparire in tutte le richieste di ammissione
successive ed in particolare in quella poi istruita ed ammessa a finanziamento pubblico. In
merito chiare nella loro illiceità sono le condotte poste in essere dal Sindaco di Policoro
(LOPATRIELLO Nicolino), dal dirigente del 3^ settore dello stesso comune
(VICECONTE), nonché dagli amministratori del CONSORZIO COSTA D’ORO (VITALE
Marco) e della MARINAGRI S.p.a., che essendo a conoscenza della circostanza
certificavano, comunque, la cantierabilità dell’opera.
Il CT MARASCIO in merito all’illegittimità rilevata relativa al cambio di destinazione
d’uso in esame scriveva:
“ Risposta al terzo quesito posto dal PM
Se sono state apportate delle modifiche al PPE “Foce AGRI” così come approvato dai
DD.P.G.R. Basilicata n. 711/97 e n. 196/2005 (in particolare per il comparto A), in caso
affermativo dica se la procedura amministrativa messa in atto è conforme ai dettati
imposti dal P.T.P.M.

Il CT in data 07 febbraio 2008, effettuava richiesta a mezzo fax indirizzata al Responsabile


dell’Ufficio Tecnico Settore Urbanistica del Comune di Policoro, finalizzata alla conoscenza di
eventuali, anche parziali e/o interessanti singoli comparti, varianti apportate al PPE Foce AGRI,
così come approvato definitivamente con i DD.P.G.R. n. 711/97 e n. 195/2005. Il giorno successivo,
durante la visita effettuata nel citato ufficio pubblico direttamente dal consulente, il geom. Vincenzo
Agresti, responsabile del sevizio urbanistico, affermava verbalmente che nulla era stato apportato a
detto strumento urbanistico, mentre il successivo 12 febbraio, con lettera recante protocollo n. 3732,
anticipata via fax, comunicava al CT che, citando testualmente: successivamente al D.P.G.R. n.
195/2005 non risulta emanato alcun provvedimento regionale di variante al PPE “Foce AGRI”.
Per cui il PPE “Foce AGRI” non è stato oggetto di varianti anche parziali dopo la sua approvazione
con i citati Decreti del Presidente della Giunta Regionale della Basilicata.
Tuttavia il CT ritiene che la sopramenzionata risposta vada integrata, a causa di quanto riportato
sulla documentazione acquisita dal medesimo professionista, presso la Soprintendenza ai BB. AA. e
del Paesaggio della Basilicata nonché di quella acquisita presso l’Ufficio Regionale all’Urbanistica e
Tutela del Paesaggio con sede in Matera.
Durante la visita eseguita dal CT nell’appena citato ufficio è stato possibile rilevare che la
MARINAGRI, in data 28/01/2001 ha presentato regolare richiesta, finalizzata all’acquisizione del
nulla osta paesaggistico per il Progetto planovolumetrico definitivo del comparto A.
Dallo studio dettagliato dei relativi elaborati grafici si rileva che il comparto in questione viene
rappresentato con la variante approvata in deroga dal Responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune
di Policoro, si nota inoltre, che il progetto prevede la realizzazione, all’interno del territorio
comunale di Policoro, di un hotel denominato Thalas.
In data 18/11/2002, dopo circa undici mesi dalla citata richiesta, il Dirigente dell’Ufficio
Urbanistica e Tutela del Paesaggio, inviava una missiva alla MARINAGRI, chiedendo alla stessa se
bisognava sottoporre alla valutazione della Commissione Regionale per la tutela del Paesaggio il
progetto citato. Il successivo 21 novembre il presidente della MARINAGRI invitava, con propria
missiva, sempre indirizzata al citato ufficio, di soprassedere all’esame del progetto poiché lo stesso
era in corso di valutazione in termini di sostenibilità tecnico-economica. Successivamente, in data

265
13/05/2003, la MARINAGRI chiedeva nuovamente il nulla osta paesaggistico sul Progetto
planovolumetrico definitivo relativo al comparto A, questa volta però per le sole opere ricadenti nei
sub-comparti dall’A1 a all’A4 compresi, quelli in pratica interessanti l’Hotel Ios. In data 19 maggio
2003, la MARINAGRI, procedeva alla sostituzione anche degli elaborati riguardanti i citati quattro
sub-comparti, richiedendo il nulla osta paesaggistico per il Progetto planovolumetrico definitivo
relativo ai sub-comparti A1-A2-A3-A4, infine, in data 22/09/2003, si trasmettevano ulteriori
elaborati grafici progettuali sempre interessanti il Progetto planovolumetrico definitivo relativo i
subcomparti A1, A2, A3, A4. Giungendo così all’attuale definizione del comparto A.
Dopo quanto sopra riportato c’è da dire che la MARINAGRI, ha inoltrato una nuova istanza per
l’acquisizione del nulla osta paesaggistico relativo alla costruzione di un resort a destinazione
residenziale e ricettiva interessanti i comparti A e D del PPE “Foce AGRI”. L’Ufficio Urbanistica e
Tutela del Paesaggio della Regione Basilicata, in data 19/11/2007 con prot. n. 1469, ha espresso
parere negativo sull’opera che è stato confermato in data 30/01/2008 con protocollo n. 933 dal
Soprintendente ai BB. AA. e Paesaggistici della Basilicata. Per cui l’attuale configurazione del
comprato A del PPE “foce AGRI”, è del tutto uguale a quella approvata a seguito dell’istanza
datata 22/09/2003.
…………………………………………..omissis……………………………………………
Riguardo alle sopramenzionate richieste di nulla osta paesaggistico, inviate dalla MARINAGRI in
data 28/12/2001, nonché di quelle integrative datate, 13 e 19 maggio 2003 e per ultima quella del
22 settembre 2003, c’è da dire che sono state inoltrate poiché strettamente necessarie ai sensi del
D.P.G.R. n. 711/97, nel rispetto dello stesso, infatti, qualsiasi variazione al planovolumetrico
approvato deve essere preventivamente assentita dalla Commissione BB. AA., tale situazione è stata
confermata dalla stessa società, la quale ne ha fatto esplicita menzione sulle prime due citate istanze.
La circostanza appena riscontrata obbliga il CT ad effettuare un’osservazione riguardante gli aspetti
urbanistici della vicenda incontrati durante la stesura della precedente relazione di consulenza, si
tratta in pratica del ricorso allo strumento della deroga concesso alla MARINAGRI, in data
18/04/2001, dal Dirigente del 3° Settore Servizio Urbanistica del Comune di Policoro, Ing. Felice
VICECONTE, il quale certificava che a norma dell’articolo n. 4 del Titolo VI delle Norme Tecniche
di Esecuzione del PPE “Foce AGRI”, era possibile l’uso della deroga per modificare la destinazione
d’uso da residenziale a ricettivo alberghiero e ricettivo residences o villaggi, del comparto A. In pari
data con Deliberazione, n. 154, della Giunta Comunale di Policoro si approvava il richiesto cambio
di destinazione d’uso, per cui si permetteva la costruzione di un villaggio denominato “Ios” e di un
hotel denominato “Thalas”, con conseguente aumento di n. 31 unità lavorative fisse e n. 173
stagionali. Oggi il CT può riaffermare che quanto concesso alla MARINAGRI fu del tutto
illegittimo anche in relazione al fatto che necessitava acquisire sulle opere in questione il
preventivo e preventivo nulla osta paesaggistico.
Prima di concludere il CT fa rilevare, senza alcuna conseguenza di natura “urbanistica”
per la MARINAGRI, che dell’hotel denominato Thalas ne veniva indicata la realizzazione
nel comparto A, oggi nel subcomparto C14 esiste un albergo che, pur trattandosi di opera
differente, porta il nome di Thalas.
...............................................……..omissis……………………………………………..
A seguito di quanto comunicato al Ministero dal Comune di Scanzano Jonico,
relativamente alla mancanza della variante in deroga valida, VITALE Vincenzo e Marco,
LOPATRIELLO Nicolino e l’Ing. VICECONTE Felice, con nota n.1053 del 14.1.2002, su
carta intestata del Comune di Policoro a firma congiunta dei predetti, indirizzata alla
Direzione Generale per il Coordinamento degli interventi alle imprese presso il Ministero
delle Attività Produttive – Ufficio della Programmazione Negoziata e per conoscenza al
Presidente della Giunta Regionale, Arch. Filippo BUBBICO, scrivono:

266
“In risposta alla Vs. nota prot. 1.180.669 del 31.12.2001, ed a definitivo chiarimento circa le
modalità di attuazione dell'iniziativa turistica presentata dalla MARINAGRI SpA, nell'ambito
della proposta di Contratto di Programma del CONSORZIO COSTA D’ORO i sottoscritti:
Dott. Nicola Lopatriello, Sindaco della Città di Policoro,
Ing. Felice Viceconte, Dirigente III Settore del Comune di Policoro, responsabile del procedimento,
Ing. Marco VITALE, Presidente del CONSORZIO COSTA D’ORO S.c.a.r.l.,
Vincenzo VITALE, Presidente della MARINAGRI S.p.A.,
fanno presente quanto segue.
L'ultima nota del Sindaco del Comune di Scanzano Jonico del 14.12.2001, al di là dell'evidente fine
defatigatorio ed emulativo, lascia trasparire un'acredine nei riguardi dell'iniziativa turistica in
oggetto e della Città di Policoro, ………………………………….OMISSIS.
Con riferimento invece ai contenuti del D.P.G.R. 299/12001, intanto è noto – lo ha richiamato la
stessa Regione Basilicata nella nota del 19.11.2001 - che la realizzazione avviene per "singoli
comparti”.
Ebbene, come evidenziato dalla copiosa ed esaustiva documentazione già agli atti di
codesto Ufficio, con riferimento alle tre iniziative proposte dalla MARINAGRI SpA ed
oggetto di approvazione CIPE (Hotel Thalas, Ios Village e Porto Akiris) è possibile
verificare che:
- l'Hotel Thalas e lo Ios Village ricadono interamente nel Comparto A del P.P.E.;
- il Porto Akiris ricade interamente nei Comparti C ed I del P.P.E.;
- la MARINAGRI SpA è proprietaria del 99.94% del Comparto A;
- ……………………….OMISSIS.
Per il Comparto A (in cui sono previsti il Villaggio Ios e l'Hotel Thalas), ai sensi del
D.P.G.R. n.299 del 16.10.2001, il Comune di Scanzano Jonico non è assolutamente
investito dalla successiva procedura di approvazione finale, in quanto le aree del
Comparto A ricadono interamente nel Comune di Policoro.
Per il Comparto C (in cui è previsto Porto Akiris) il Comune di Scanzano Jonico è investito
dell'approvazione delle sole urbanizzazioni di cui al tronco A-B, come illustrato nella planimetria
allegata, e rilascia la concessione su 1620 mq di superficie stradale su circa 508.272 mq di tutto il
comparto (0.3%).
Il Comune di Scanzano Jonico non può inoltre esimersi dall'approvare tale urbanizzazione in
quanto trattasi di atto dovuto alla luce dei seguenti motivi:
- le urbanizzazioni sono state già definite dal progettista del Piano ed approvate dal Comune di
Scanzano Jonico in sede di approvazione del Piano (cfr. Delibera di Consiglio Comunale di
Scanzano Jonico n. 58 del 12.11.99 e n.38 del 11.07.2000);
- il Sindaco di Scanzano Jonico ha già espresso parere favorevole al porticciolo turistico in sede di
conferenza di servizi del 28.09.1999 ai sensi del DPR 509/97 (l'urbanizzazione A-B è anche al
servizio del porto).
In sostanza l'approvazione che si richiederà al Comune di Scanzano Jonico sulle urbanizzazioni di
cui al tronco A-B va intesa soltanto ai sensi del calcolo degli oneri di urbanizzazione dovuti
(nessuna costruzione del Comparto C ricade nel Comune di Scanzano
Jonico!)……………………………OMISSIS.

Con la nota sopra riportata, emerge quale era il fine ultimo che si voleva perseguire con
l’illegittimo cambio d’uso del comparto A. Infatti tale cambio d’uso e la rilocalizzazione
dell’HOTEL THALAS nel Comune di Policoro anziché in quello di Scanzano Jonico, ha
permesso poi l’illegittima ammissione definitiva a finanziamento della MARINAGRI.

267
Pertanto con il cambio di destinazione d’uso operato il CONSORZIO COSTA D’ORO ed in
particolare la MARINAGRI S.p.a. con la rilocalizzazione dell’HOTEL THALAS,
rimuoveva ogni ostacolo all’approvazione del contratto di programma.

Tale circostanza emerge in ulteriore corrispondenza intervenuta tra il Comune di


Policoro, la MARINAGRI ed il CONSORZIO COSTA D’ORO con il Ministero del Tesoro,
poi delle Attività Produttive ed infine dello Sviluppo Economico, con la quale facendo
riferimento alla localizzazione delle opere candidate al finanziamento C.I.P.E. nel solo
Comune di Policoro, si certifica la cantierabilità delle opere e si permette l’ammissione al
finanziamento pubblico. Tale dato emerge dalle note di seguito elencate:
⇒ nota n.10/2001 del 5.6.2001, indirizzata:
o al Servizio per la Programmazione Negoziata Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e
Coesione Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica, c.a.
Direttore Dott. Alberto Versace;
o al Presidente della Giunta Regionale della Regione Basilicata;
o al Sindaco del Comune di Policoro;
o al Sindaco del Comune di Scanzano Jonico;
avente per oggetto “Proposta di Contratto di Programma del CONSORZIO COSTA
D’ORO S.c.a.r.l. – Centro Turistico Ecologico Integrato MARINAGRI”, riscontrando la
nota n. 0020125 del 11.05.2001 del Ministero del Tesoro, nella quale si legge:
“………………………………………omissis……………………………………………..
È altresì fuorviante l'assunto che "il Comune di Scanzano Jonico è parte in causa in quanto il Piano
è di iniziativa pubblica e quindi è esso stesso soggetto attuatore del Piano". Il Comune di
Scanzano Jonico è infatti parte in causa soltanto nel senso che ha competenza amministrativa (il
che è ben diverso dal dire che è soggetto attuatore) sulle opere previste dal Piano che ricadono nel
Comune di Scanzano Jonico (campo da Golf, Centro di Talassoterapia, ecc) ma non ha alcuna
competenza sulle opere di cui alla proposta di Contratto di Programma approvata dal
CIPE nella seduta del 03.05.2001.
Infatti, l'applicazione della legge 142/90 e successive modifiche (D. Lgs. 267/2000)
impedisce al Comune di Scanzano Jonico, di rivendicare competenze a qualsiasi titolo su
opere ricadenti nel Comune di Policoro e realizzabili ai sensi di un Piano approvato dalla
Regione. Ci sembra peraltro che il Comune di Policoro abbia rivendicato in modo netto il
rispetto delle proprie prerogative istituzionali con riferimento alla competenza
territoriale.
Per quanto detto sopra, le diffide del Sindaco di Scanzano Jonico sono da considerarsi atti
inconferenti e destituiti di ogni fondamento giuridico.

⇒ nota n.11/2001 del 8.11.2001 del CONSORZIO COSTA D’ORO a firma del presidente, Ing.
Marco VITALE, indirizzata al Servizio per la Programmazione Negoziata Dipartimento
per le Politiche di Sviluppo e Coesione Ministero del Tesoro, del Bilancio e della
Programmazione Economica e per conoscenza al Presidente della Giunta Regionale della
Regione Basilicata, il predetto Consorzio comunica quanto segue:
“A conclusione definitiva della inconferente polemica messa in atto dal Comune di
Scanzano Jonico con i noti atti di diffida del 4.04.2001 e 02.05.2001 avverso l'approvazione
del Contratto di Programma……..OMISSIS.
In particolare si intende richiamare in questa sede come il dispositivo chiarisca
definitivamente la legittimità del progetto presentato a suo tempo a codesto ufficio dal
parte della consociata MARINAGRI S.p.A.; infatti, ai sensi del dispositivo in oggetto, i
proprietari delle aree di ciascun comparto devono presentare al Comune nel cui territorio le

268
aree stesse ricadono un progetto planovolumetrico esecutivo. Come si evince dalla documentazione
già agli atti di codesto ufficio, la MARINAGRI S.p.A. è proprietaria della quasi totalità dei
Comparti A e C del Piano - in cui ricadono le opere finanziate Ios Village, Thalas Hotel e
porticciolo turistico Akiris, ed è quindi nel pieno diritto di proporsi come attuatore ai sensi della
Legge Urbanistica 1150/42 (legge che ovviamente il D.P.G.R. in oggetto richiama al primo punto
quale necessario presupposto).
………………………..OMISSIS. Il Comune di Scanzano Jonico è infatti parte in causa soltanto
nel senso che ha competenza amministrativa (il che è ben diverso dal dire che è soggetto attuatore)
sulle opere previste dal Piano che ricadono nel Comune di Scanzano Jonico (campo da Golf, centro
di Talassoterapia, ecc) ma non ha alcuna competenza sulle opere di cui alla proposta di
Contratto di Programma approvata dal CIPE nella seduta del 03.05.2001.
Si chiede pertanto che, in ottemperanza alla delibera CIPE del 03.05.2001, si proceda
all'assegnazione definitiva delle risorse da parte dello stesso CIPE entro il 31.12.2001”.

⇒ nota n.1053 del 14.1.2002, su carta intestata del Comune di Policoro a firma congiunta del
Sindaco di Policoro, LOPATRIELLO Nicolino, dell’Ing. VICECONTE Felice, di VITALE
Vincenzo e Marco, indirizzata alla Direzione Generale per il Coordinamento degli
Interventi alle Imprese presso il Ministero delle Attività Produttive – Ufficio della
Programmazione Negoziata e per conoscenza al Presidente della Giunta Regionale, Arch.
Filippo BUBBICO.

Con le condotte illegittime appena descritte messe in atto al fine di perseguire prima
l’illegittima ammissione a finanziamento e poi il percepimento di ingenti fondi pubblici,
diversamente non ottenibili, VITALE Vincenzo, VITALE Marco, LOPATRIELLO Nicolino
e VICECONTE Felice, perseguivano il programma criminoso del sodalizio, attraverso il
ruolo indispensabile dei vertici della Regione Basilicata e dei Magistrati ed Ufficiali di
Polizia Giudiziaria sodali.
Al fine di perseguire il progaramma criminoso ed i delitti scopo indicati nei capi che
seguono mettevano in atto artifici e raggiri consistiti:
- nell’illegittimo cambio d’uso di un’area al fine di permettere la rilocalizzazione di una
delle opere candidate a finanziamento nel Comune di Policoro, al fine di aggirare gli
ostacoli frapposti dal Comune di Scanzano Jonico dove era precedentemente localizzata
l’opera, il quale avendo rilevato l’illegittima attuazione del P.P.E. Foce AGRI, aveva
segnalato tale circostanza agli uffici del Ministero competenti all’istruttoria sulla richiesta
di ammissione al finanziamento C.I.P.E., diffidando gli stessi uffici ad approvare lo stesso,
mancando uno dei requisiti fondamentali previsti, ovvero l’immediata cantierabilità delle
opere;
- nella comunicazione agli stessi uffici ministeriali a seguito della rilocalizzazione della
suddetta opera dell’estraneità dal punto di vista amministrativo e quindi relativamente al
requisito dell’immediata cantierabilità delle stesse opere del Comune di Scanzano Jonico,
che permettevano l’ingiusta ammissione ad un ingente finanziamento pubblico ed alla
successiva erogazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico della prima
tranche dello stesso.

PERICOLOSITÀ IDROGEOLOGICA PER RISCHIO DI INONDAZIONE DELLE AREE


SULLE QUALI INSISTE IL COSTRUENDO “CENTRO ECOLOGICO TURISTICO
INTEGRATO MARINAGRI” SOTTOPOSTE A VINCOLO DI INEDIFICABILITÀ A
SEGUITO DELLA PUBBLICAZIONE IN DATA 14.1.2002 DEL PAI BASILICATA.

269
Riferiva la persona offesa PICCENNA Nicola:
“Essendomi occupato di varie inchieste giornalistiche inerenti fatti che potrebbero avere rilievo
penale e sono certamente connessi con i procedimenti tenuti dalla Procura della Repubblica di
Catanzaro, ritengo utile consegnare la seguente documentazione:
1. in relazione alle vicende legate alla realizzazione del villaggio MARINAGRI consegno il documento
originale del telegramma indirizzato a Filippo BUBBICO presidente pro tempore della Giunta
Regionale nel novembre del 2001 e recante la firma di Vincenzo VITALE, presidente della
MARINAGRI S.p.a.. La rilevanza del documento sta a mio avviso nella perentorietà dei toni con
cui il VITALE intima alla Regione Basilicata di “sospendere la pubblicazione sul Bollettino
Ufficiale del Piano Stralcio di bacino”, poiché lo stesso “potrebbe avere effetti negativi in ordine
all’assegnazione definitiva delle risorse C.I.P.E.”. E’ evidente che non rientra nei fini e nelle
preoccupazioni proprie dell’Ente Regione lo scopo di tutelare i fondi concessi dal C.I.P.E. ad un
privato.
2. Sempre in ordine alla vicenda MARINAGRI consegno la fotocopia della raccomandata protocollo
n.676/07 inviata dalla società MARINAGRI S.p.a. all’ufficio urbanistica e tutela del paesaggio
della Regione Basilicata ed altri enti in indirizzo riportati. Il documento affronta dettagliatamente le
contestazioni mosse alla MARINAGRI dall’ufficio urbanistica della Regione in data 24.07.2007. E’
significativo che MARINAGRI S.p.a. ammette, nella citata nota, e giustifica alcune difformità
realizzative relativamente al P.P.E. approvato facendo rilevare che le aree non possono essere
oggetto di intervento in quanto a rischio di inondazione. La questione è molto rilevante in quanto
gli stessi interventi sono parte integrante del Piano ed in particolare costituiscono la cosiddetta
“compensazione ambientale” che avrebbe giustificato l’approvazione.
3. Continuando circa i punti 1 e 2 consegno in copia una comunicazione a me indirizzata in cui si fa
riferimento alla L.28/03/1968 n. 395 che attribuisce ai terreni su cui insiste il villaggio
MARINAGRI un fine d’uso completamente diverso da quello turistico (oggetto peraltro del
finanziamento C.I.P.E.). La norma stabiliva invece che i terreni destinati ad attività agricola
avrebbero al massimo potuto essere destinati a finalità pubblica non certo a speculazioni private.
Fornisco inoltre l’elenco dei proprietari espropriati (L.12.05.1950 n. 230) per la riforma fondiaria
recante in evidenza le proprietà espropriate a Berlingieri Giulio fu Pietro, che costituiscono una
consistente parte dei terreni su cui sorge MARINAGRI.
OMISSIS”.
In merito al documento di cui al punto 1, si riportano, di seguito, i dati analitici rilevabili
dall’esame dello stesso:

“Potenza Recapito
ZCZC BABC74 T 2395208 016/PB TF/POLICORO
IGBA CO IGBA 105
70100 BARIFONO 105/94 11 1029

Mittente: ENVIRON MENTAL TECNOLOGIES E MANAGEMENT – via Toti, 6


75025 Policoro;

Destinatario: Filippo BUBBICO – Presidente della Giunta Regionale di Basilicata – via


Anzio – 85100 Potenza.

Testo del telegramma: CHIEDESI IMMEDIATA SOSPENSIONE PUBBLICAZIONE SUL


BOLLETTINO UFFICIALE REGIONE BASILICATA DEL PIANO STRALCIO DI BACINO,
IN QUANTO PALESEMENTE ILLEGITTIMO NELLA PROCEDURA CON RIFERIMENTO
ALLA APPOSIZIONE VINCOLO DI INONDAZIONE SULLE AREE DELLA MARINAGRI

270
SPA POLICORO, E PERCHE’ NON SONO STATE EFFETTUATE LE PROCEDURE DI
GARANZIA DI CUI ALLA LEGGE 241/90. CON RIFERIMENTO CONTRATTO DI
PROGRAMMA COSTA D’ORO, GIA’ APPROVATO DAL CIPE CON DELIBERA
81/2001, SI RAPPRESENTA CHE LA PUBBLICAZIONE DEL PIANO STRALCIO
POTREBBE AVERE EFFETTI NEGATIVI IN ORDINE ALLA ASSEGNAZIONE
DEFINITIVA DELLE RISORSE CIPE PREVISTA ENTRO LA FINE DI GENNAIO 2002
MARINAGRI SPA IL PRESIDENTE VINCENZO VITALE”

Riferivano il dr. NARCISO Nicola, direttore dell’ente Poste – filiale di Potenza ed il Sig.
GRUOSSO Carmine, direttore dell’Ufficio Recapito di Potenza, a seguito dell’esame del
telegramma in esame:
“Premetto che dato il lungo tempo trascorso dalla data di recapito del telegramma in questione, che
potrebbe essere databile nel gennaio 2002, è impossibile poter recuperare il registro con
l’apposizione della firma di consegna. A tal proposito specifico che tutta la documentazione fino
all’anno 2005 compreso è stata già avviata al macero.
In merito all’autenticità del telegramma, in base alla mia esperienza posso riferire che lo stesso
appare autentico in quanto, la sigla di apertura (ZCZC) del telegramma e quella di chiusura del
telegramma (NNNN) sono quelle che compaiono usualmente su tutti i telegrammi. Da quanto
risulta dai dati apposti sullo stesso si può rilevare:
- dalla dicitura BARIFONO emerge che lo stesso è stato dettato attraverso il servizio 186, ovvero
dettato telefonicamente;
- la provenienza dello stesso è quella di POLICORO;
- la stringa BAB074, evidenzia il numero progressivo di arrivo all’ufficio di recapito di Potenza;
- la stringa 105/94 evidenzia il numero delle parole comprese nel testo (94), mentre ai fini delle
tassazione sono state calcolate 105 parole per effetto della lunghezza di alcune parole che vanno oltre
i 10 caratteri;
- la carta utilizzata è quella che veniva utilizzata all’epoca dal nostro ufficio;
- i caratteri indicati sono quelli che venivano impressi dalla telescrivente in ricezione;
- la carta intestata è quella delle poste italiane (carta a rullo).
Tutto quanto indicato, relativamente ai codici identificativi degli uffici, nonché indicanti i dati del
telegramma sopra indicati, fa emergere con certezza che il telegramma in questione è autentico ed è
passato dall’ufficio postale di Potenza”.

Emerge che lil telegramma sarebbe stato inviato in data 11.1.2002.


Dall’esame del medesimo documento è stata rilevata l’apposizione a penna sull’angolo
sinistro dello stesso della seguente dicitura: “Ing. TAFURI – Prima comunicazione”, con
l’apposizione di una sigla illeggibile.
L’Ing. TAFURI risultava essere un funzionario dell’ADB (Autorità di Bacino della
Basilicata). Nella consulenza del CTU MARASCIO si fa riferimento allo stesso in merito
alla domanda di riperimetrazione presentata dalla MARINAGRI S.p.a. a seguito della
pubblicazione del PAI Basilicata del 14.1.2002, che rendeva di fatto inedificabili da tale
data le aree dove doveva sorgere la struttura turistica omonima.
L’Ing. TAFURI Vincenzo riferiva quanto segue:
“ADR: Sono l’Ing. TAFURI Vincenzo, funzionario dell’Autorità di Bacino della Basilicata e
confermo le generalità così come sopra riportate. Nella mia qualità di funzionario dell’ADB ho
avuto modo di seguire l’iter inerente la richiesta di riperimetrazione dell’area interessata dal centro
turistico ecologico integrato MARINAGRI. Prima di passare a tale istanza presentata dalla società,
voglio precisare che l’ADB della Basilicata veniva istituita il 25.01.2001 con L.R. 2/01, con il
compito, tra l’altro, di redigere un Piano relativo all’assetto idrogeologico del territorio di propria

271
competenza. Con Deliberazione n.26 del 05.12.2001 veniva approvato il Piano di Bacino Stralcio
per la tutela dal rischio idrogeologico (PAI) del territorio di propria competenza. Il PAI veniva poi
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 14.01.2002 ed era con tale pubblicazione immediatamente
esecutivo e costituente vincolo prescrittivo, così come formulato, secondo quanto previsto in
particolare dagli articoli 3 e 24 delle norme di attuazione del PAI.
ADR: La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale valeva quale notifica agli enti interessati, tra i quali
i comuni, che nel caso specifico erano quelli di Policoro e Scanzano Jonico, salvo poi procedere anche
all’invio del documento in formato cartaceo completo delle relative cartografie.
ADR: Tale PAI classificava le aree interessate dal progetto della MARINAGRI a “rischio di
inondazione”, ovvero a rischio idrogeologico elevato, che comportava la totale inedificabilità
dell’area.
ADR: Per tale motivo in ottemperanza a quanto previsto dall’art.24 delle norme di attuazione del
PAI il sig. VITALE Vincenzo, in data 14.01.2002 ha presentato un’istanza con la quale richiedeva
un parere preliminare alla variante rispetto alle previsione del PAI al fine di eliminare il vincolo
sulle aree di cui al progetto turistico MARINAGRI, atteso che era in corso l’istruttoria inerente
l’assegnazione da parte del C.I.P.E. di fondi pubblici per tali opere. A seguito di sopralluogo
eseguito in data 16.01.2002 il sottoscritto unitamente all’Ing. VALANZANO Antonio dell’ADB
ed alla professore Aurelia SOLE dell’Università degli studi della Basilicata ho redatto apposita
relazione, datata 18.01.2002, con la quale esprimevo parere preliminare favorevole alla realizzazione
dell’insediamento turistico della s.p.a. MARINAGRI in località Policoro Marina, così come si
evince dalla relazione a cui ho fatto riferimento e che vi fornisco in copia. Rilevo che effettivamente
oggi non avrei formulato il predetto parere in quella forma in quanto effettivamente non
propriamente appropriato e coerente con quanto prescritto dall’atto richiesto, in quanto lo stesso ha
solo valore propedeutico all’attivazione dell’eventuale procedura di riperimetrazione delle aree
interessate dal progetto della MARINAGRI. Il parere in questione veniva trasmesso alla
MARINAGRI S.p.a. con nota prot. 55/714 del 21.01.2002 a firma del segretario Generale Ing. Vita
Michele.
ADR: Ricordo che ebbi l’incarico di andare a fare il sopralluogo da parte del segretario generale Ing.
VITA. Presumo che anche le altre persone che hanno eseguito il sopralluogo richiamato siano state
nominate dallo stesso Ing. VITA.
ADR: Non ho idea delle modalità di nomina degli stessi.
ADR: In data 19.03.2002 la commissione di valutazione nel frattempo nominata formulava nuova
valutazione preliminare prevista dalle norme di attuazione del PAI, con la quale veniva richiesta la
trasmissione di documentazione meglio elencata nel verbale in oggetto e veniva confermato il parere
favorevole prima richiamato del 18.01.2002. Successivamente in data 03.05.2002 a seguito della
presentazione da parte della MARINAGRI delle integrazioni richieste con il verbale del 19.03.2002,
la commissione tecnica nominata ai sensi dell’art.24 delle norme di attuazione riteneva ammissibile
“la proposta di variante in questione” con alcune prescrizioni ed in particolare: 1)imporre la
previsione di un ulteriore franco idraulico minimo delle arginature – strade esistenti nella misura di
1 metro e la continua manutenzione delle stesse; 2) imporre alla società MARINAGRI di sottoporre
alla valutazione dell’Autorità Interregionale di Bacino della Basilicata con cadenza biennale una
relazione sullo stato delle arginature esistenti e da realizzare pena la revoca delle autorizzazioni
concesse. Vi consegno in copia l’atto richiamato.
ADR: preciso che il termine “autorizzazioni” utilizzato nel verbale sopra indicato del 03.05.2002 è
improprio in quanto all’epoca dei fatti, né fino ai giorni nostri, come dirò meglio in seguito, non
avevamo autorizzato alcunché alla MARINAGRI.
ADR: Con Delibera del Comitato Istituzionale del 28.05.2002 n.9 viene recepito integralmente e
sostanzialmente con le prescrizioni contenute nello stesso, il verbale della commissione tecnica del
03.05.2002 sopra richiamato che veniva allegato alla stessa delibera per farne parte integrante.

272
ADR: Da tale data in poi, ovvero il 28.05.2002 l’ADB non ha ricevuto alcuna comunicazione da
parte della società MARINAGRI. In particolare preciso che la prima relazione sullo stato delle
arginature a seguito della delibera n.9 è pervenuta in data 01.03.2005, ben oltre il periodo dei due
anni imposto. Con la stessa la società comunicava che gli argini prescritti dalla delibera n.9 del
28.05.2002 non erano stati ancora realizzati. Il successivo monitoraggio sullo stato delle arginature
è pervenuto in data 09.03.2007. In data 29.05.2007 perveniva all’ADB ulteriore
comunicazione con la quale la MARINAGRI informava che stavano ottemperando alle
prescrizioni della delibera n.9 del 29.05.2005. Faccio presente che all’epoca dei fatti non ho
rilevato l’errore nell’anno indicato come data della delibera (2005 anziché 2002). Rilevo che in
effetti tale errore farebbe rientrare i lavori in esecuzione nei due anni previsti ed imposti dalle
prescrizioni imposte in data 28.05.2002 in tutte le comunicazioni e gli atti successivi.
ADR: Con nota pervenuta in data 08.06.2007 la MARINAGRI comunicava che entro 20 gg
avrebbero provveduto ad inviare la documentazione fotografica e topografica degli argini prescritti.
Successivamente in data 14.06.2007 la MARINAGRI ci ha trasmesso un elenco degli
elaborati relativi all’ottemperanza alle prescrizioni contenute nella delibera n.9 del
28.05.2002. A seguito di tale comunicazione in data 20.06.2007 abbiamo proceduto al sopralluogo
per verificare lo stato delle arginature in questione. Nel corso di tale sopralluogo abbiamo
provveduto a verificare l’entità del sopralzo degli argini in oggetto e lo stato di consistenza degli
stessi. In merito a tale ultimo aspetto rilevavamo la necessità di ulteriore stabilizzazione
degli stessi da effettuarsi entro il 31.10.2007. Ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna
comunicazione da parte della MARINAGRI in merito a tale prescrizione.
ADR: Dopo tale sopralluogo, con verbale del 10.07.2007, c’è stato il recepimento da parte
del comitato tecnico dell’ADB del verbale di sopralluogo del 20.06.2007. In effetti dalla
lettura del verbale in questione emerge che il comitato tecnico non ha rilevato la
prescrizione imposta con il nostro verbale di sopralluogo con il quale richiedevamo la
stabilizzazione degli argini entro il 31.10.2007.
ADR: In sede del comitato tecnico veniva altresì riformulata un’ipotesi di riperimetrazione delle
aree in esame come da ortofoto allegata che vi consegno che sarebbe stata conseguenza del rispetto
delle prescrizioni della commissione tecnica del 03.05.2002. Ritengo che la parte terminale della
riperimetrazione (quella che va dal limite richiesto dalla MARINAGRI fino al mare) discenda dalla
necessità di chiudere la spezzata della riperimentazione a mare sulla base dei dati allo stato
posseduti. Preciso però che tale formulazione è solo ipotetica e solo dettata dalla necessità, logica, di
chiudere e delimitare l’area perimetrata.
ADR: A seguito del verbale del comitato tecnico del 10.07.2007, in data 20.07.2007 il comitato
istituzionale recepisce il verbale del comitato tecnico facendo proprie le valutazioni e le
controdeduzioni espresse.
ADR: L’iter amministrativo messo in atto per la riperimetrazione dell’area oggetto di
edificazione del centro turistico ecologico integrato MARINAGRI, a seguito della
procedura sopra illustrata, non è ad oggi ancora giunto a conclusione. L’area in oggetto,
ovvero quella relativa al progetto della MARINAGRI, non è allo stato ancora
riperimetrata pertanto risulta ancora classificata come area ad elevato rischio idraulico
così come indicato nel PAI Basilicata pubblicato in data 14.01.2002.
ADR: L’aggiornamento della cartografia si effettua con cadenza annuale. Fino all’aggiornamento
annuale valgono le singole cartografie riferite alle procedure di riperimetrazione già chiuse ma non
ancora pubblicate sulla cartografia generale. Ovvero nel caso della MARINAGRI la
riperimetrazione non poteva essere pubblicata sulla cartografia generale perché la
procedura non è ancora chiusa.

273
ADR: Per quanto già detto non essendo ancora chiusa la procedura di riperimetrazione e
l’aggiornamento delle cartografie i comuni interessati, ovvero Policoro e Scanzano Jonico
sono ancora assoggettati alle prescrizione del PAI pubblicato il 14.01.2002.
ADR: Non abbiamo proceduto ad un analitico approfondimento della relazione
presentata dall’Ing. VITALE Marco ed allegata alla richiesta di riperimetrazione, ma
l’abbiamo sostanzialmente recepita.
ADR: Nella commissione tecnica del 2002 erano presenti rappresentanti tecnici dei due
comuni (Ing. VICECONTE e Geom. AGRESTI) che pertanto erano a conoscenza delle
prescrizioni imposte e delle procedure previste.
ADR: Il fiume AGRI nell’attuale configurazione ha subito una variazione. Tale dato è chiaramente
desumibile da una serie di opere (gabbionate e opere arginali) finalizzate a delimitarne il letto e
definirne l’attuale corso. Tale assunto è anche supportato dal fatto che laddove ci sono delle
variazioni delle anse ovvero della direzione del fiume sono presenti le opere sopra richiamate. Inoltre
da quanto si rileva dalle ortofoto che vi consegno, si rileva la presenza di arginature di secondo
livello che sono quelle riguardanti la MARINAGRI e oggetto delle prescrizioni prima richiamate.
Si dà atto che viene posto in visione all’Ing. TAFURI il telegramma inviato in data
11.01.2002 dal VITALE Vincenzo all’Arch. BUBBICO all’epoca Presidente della Regione
Basilicata ed inerente la pubblicazione del PAI, sul quale è apposta la dicitura “Ing.
TAFURI prima comunicazione” ed una sigla. Lo stesso in merito riferiva:
ADR: Riconosco il telegramma che mi ponete in visione che ricordo fosse agli atti del fascicolo
dell’ADB in quanto consegnatomi dall’Ing. VITA Michele, segretario generale dell’ADB, al quale
presumo sia stato consegnato dall’Arch. BUBBICO o dalle strutture della Presidenza.
ADR: Le nomine dei vertici dell’ADB ed in particolare anche dell’Ing. VITA Michele a segretario
generale sono di promanazione politica ed in particolare della Giunta Regionale. Lo stesso nominato
dal presidente pro tempore BUBBICO è stato di recente confermato nell’incarico dall’attuale
presidente della Regione Basilicata De Filippo Vito.
L’Ing. TAFURI altresì aggiungeva quanto segue: “Quanto dichiarato è quello di mia specifica
conoscenza. Ritengo che le procedure seguite siano quelle previste dalle norme di attuazione del
PAI. Inoltre specifico che analoghe dichiarazioni relative alla procedura adottata sono state rese
dall’Ing. Vita Michele e dal sottoscritto innanzi ai militari del Comando Compagnia Carabinieri di
Policoro”.
E’ emerso che con delibera del Comitato Istituzionale n. 26 del 5.12.2001 veniva approvato
ai sensi degli artt.23, 24 della normativa di attuazione (L.365 del 11.12.2000) il PAI
Basilicata. Il successivo 14.1.2002 veniva pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l’avviso di
approvazione del Piano di Stralcio. Da tale data decorrevano tutti gli effetti giuridici in
ordine alle previsioni del piano.
Nell’arco temporale che va dalla delibera del C.I. n.26 del 5.12.2001 alla pubblicazione
dell’avviso di approvazione del PAI del 14.1.2002, va inserito il telegramma inviato, in
data 11.1.2002, dal VITALE Vincenzo al Presidente della Regione BUBBICO Filippo
recante la diffida a pubblicare l’atto in questione in quanto profondamente negativo per la
MARINAGRI, in quanto rendeva inattuabile il progetto turistico e inammissibile la
richiesta di finanziamenti al C.I.P.E., in quanto dal 14.1.2002 tutti i terreni interessati dalle
opere sono divenuti inedificabili.
Si evidenzia l’assoluta tempestività del VITALE Vincenzo, il quale il 11.1.2002, non solo è a
conoscenza della imminente pubblicazione del PAI, avvenuta il 14.1.2002, ma anche del
contenuto del PAI, tanto che indica illegittimo lo stesso in quanto aveva apposto il vincolo
di inondazione alle aree della MARINAGRI S.p.a., in un periodo in cui ancora il PAI non
aveva avuto pubblicità esterna. Dallo stesso telegramma, altresì, si rileva la
consapevolezza del VITALE Vincenzo degli effetti nefasti del PAI sull’ammissione a

274
finanziamento da parte del C.I.P.E. del contratto di programma del CONSORZIO COSTA
D’ORO di cui fa parte la MARINAGRI.
Con nota n.04/2002 del 14.1.2002, avente ad oggetto “Centro Ecologico Turistico Integrato
MARINAGRI – Policoro (MT) – Richiesta di revisione vincolo di inondazione sulle aree oggetto
dell’intervento turistico”, indirizzata all’Autorità di Bacino della Basilicata, alla cortese
attenzione del segretario generale Ing. Vita Michele, la MARINAGRI S.p.a., scriveva:
“Oggetto: Centro Turistico Ecologico Integrato MARINAGRI -Policoro (MT) -Richiesta
di revisione vincolo di inondazione sulle aree oggetto dell'intervento turistico.
Con la presente il sottoscritto Vincenzo VITALE, Presidente e rappresentante legale della
MARINAGRI S.p.A., con sede legale in Policoro alla Via S. Giusto Loc. Torre Mozza,
PREMESSO CHE:
La nostra società ha in avanzato stato di programmazione la realizzazione di un Centro Turistico
Ecologico Integrato (progetto MARINAGRI) in territorio di Policoro e Scanzano Jonico alla foce del
Fiume AGRI;
Le opere previste dal progetto sono state espressamente previste dal Piano
Particolareggiato intercomunale di Ambito "Foce AGRI", approvato con D.P.G.R. n. 711
del 09.09.1997;
Dopo circa quattro anni di "impasse" in ordine alle modalità di attuazione del Piano
Particolareggiato, la Regione ha approvato, con D.P.G.R. n. 299 del 16.10.2001, un atto
disciplinante le modalità attuative del PPEA Foce AGRI, in sostituzione dell'intesa che sarebbe
dovuta interveniretra i Comuni di Policoro e Scanzano;
la MARINAGRI SpA, ai sensi dell'art. 23 della legge 1150/42 (proprietà di almeno 3/4 dei
Camparti) è legittimata ad attuare le previsioni di piano.
Del progetto fa parte un porticciolo turistico (Porto Akiris) per il quale la MARINAGRI SpA ha
ottenuto l'approvazione nella I^ conferenza di servizi ai sensi del D.P.R. 509/97 sulla nautica da
diporto;
Il progetto del Centro Turistico Ecologico MARINAGRI (incluso il porticciolo turistico), ha
ottenuto, con D.G.R. n. 2463 del 27.11.2001 il giudizio positivo di compatibilità ambientale;
Del progetto generale, tre iniziative sono state oggetto di approvazione, in data
03.05.2001, da parte del CIPE (n. 2 strutture ricettive nel Comparto A del P.P.E. ed il Porto
Akiris nel Comparti C ed I del P.P.E.) nell'ambito della proposta di contratto di
programma presentata dal CONSORZIO COSTA D’ORO a cui aderisce la MARINAGRI
SpA, con l'assegnazione di ingenti risorse finanziarie (100 mld di lire al Consorzio e 50
mld di Lire alla medesima MARINAGRI SpA); l'assegnazione definitiva delle risorse è
prevista con successiva delibera CIPE attesa per i prossimi giorni;
CONSIDERATO CHE:
Dall'analisi del Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico (PAI – Piano Assetto
Idrogeologico) - non ancora pubblicato - emerge che le aree in oggetto sono state considerate a
rischio di inondazione, sia pur "per effetto di valutazioni idrologiche ed idrauliche di larga massima
da perfezionare sulla base di modellazioni di dettaglio";
In realtà le aree in oggetto sono caratterizzate da una situazione morfologica ed idraulica che
impedisce la benché minima possibilità di inondazione anche nell'ipotesi di eventi estremi, come
facilmente deducibile dalla documentazione allegata a supporto (corografie e planimetrie già agli atti
dell'ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata);
Nell'incertezza circa l'applicabilità al caso in esame (Piano Attuativo approvato) del disposto
dell'art.3 delle norme tecniche di attuazione del PAI (sono fatti salvi gli interventi oggetto di
regolare autorizzazione……..), I'apposizione del vincolo potrebbe mettere in pericolo l'assegnazione
definitiva delle risorse delI'iniziativa ;
CHIEDE

275
di mettere in atto, con cortese sollecitudine, le procedure di variante rispetto alle previsioni del Piano
al fine di eliminare il vincolo sulle aree di cui al progetto turistico in oggetto.
Attesi i tempi ristretti legati alla procedura di approvazione CIPE, nelle more del procedimento
istruttorio di variante, Vi chiediamo il rilascio di un parere preliminare, possibilmente entro la
giornata di Sabato 19.01.2001”.
Dalla lettura di tale nota emerge ancora una volta che il VITALE Vincenzo, fa riferimento
al contenuto del PAI, che però lui stesso indica come non ancora pubblicato (dato inesatto
rilevato che viene pubblicato proprio il 14.1.2002). Con la stessa nota chiede un parere
preliminare entro il 19.1.2002 (viene indicato nella nota l’anno 2001, ma è chiaro il
riferimento al 2002), attesi i tempi stretti legati alla procedura di approvazione del
finanziamento a cui erano all’epoca ancora candidate le opere della MARINAGRI da parte
del C.I.P.E..

Con nota n.55/714 del 21.1.2002 l’Autorità di Bacino della Regione Basilicata, a firma del
segretario generale, Ing. VITA Michele, trasmette alla MARINAGRI S.p.a., in risposta alla
nota del 14.1.2002, il “parere preliminare progetto “centro turistico ecologico integrato
MARINAGRI – Policoro Marina (MT)”. Nella nota l’Ing. VITA Michele, scrive: “si trasmette
in allegato alla presente il parere preliminare relativo alla realizzazione degli interventi di cui al
progetto in oggetto segnato”.
Allegato alla nota indicata, risulta esserci il “parere istruttorio preliminare insediamento
turistico soc. MARINAGRI S.p.a. il località Policoro Marina (MT)”, indirizzato al segretario
generale dell’ADB, Ing. VITA Michele, datato 18.1.2002 (quattro giorni dopo la richiesta
della MARINAGRI del 14.1.2002). Dall’esame di tale parere a firma dell’Ing. TAFURI
Vincenzo, è emerso che lo stesso in data 16.1.2002 (due giorni dopo la richiesta della
MARINAGRI del 14.1.2002), al fine di evadere la richiesta della MARINAGRI S.p.a.
relativamente alla rettifica delle previsioni del PAI ed all’ottenimento di un parere
preliminare di ammissibilità dell’insediamento turistico ecologico integrato in località
Policoro Marina, aveva effettuato sopralluogo, con l’ausilio di tutta la documentazione
disponibile nell’area oggetto della realizzazione. Lo stesso indica che nel corso del
sopralluogo è stato riscontrato lo stato dei luoghi con particolare attenzione alle altezze
delle arginature presenti, alla consistenza delle stesse, alle quote di imposta degli
insediamenti da realizzare e più in generale era stata verificata l’attendibilità della
cartografia quotata prodotta. In definitiva alla luce dei dati dallo stesso rilevati, esprimeva
“parere preliminare favorevole alla realizzazione dell’insediamento turistico della S.p.a.
MARINAGRI in località Policoro Marina”. Lo stesso altresì indicava che “il parere
definitivo è subordinato alla attivazione delle procedure di rettifica della fascia inondabile in destra
idraulica del fiume AGRI, secondo quanto espressamente previsto dall’art.24 della normativa di
attuazione del Piano di Stralcio per l’assetto idrogeologico dell’ADB della Basilicata, che ad ogni
bon fine si allega in copia al presente parere istruttorio preliminare”.
In merito al parere sopra indicato, tralasciando ogni considerazione di carattere tecnico
circa l’estrema celerità con la quale è stato emesso, nonostante riguardasse un’area
estesissima e di particolare delicatezza dal punto di vista idrogeologico, tenuto conto che è
area di pertinenza fluviale del fiume AGRI, si rileva l’assoluta difformità dello stesso con
quanto previsto dalle Norme di attuazione del PAI. Infatti, l’art.24 del PAI, in precedenza
indicato, disciplina la procedura da adottare per la riperimetrazione di un’area. L’art.24 al
comma 2 prevede che l’istanza di modifica deve essere inoltrata oltre che all’ADB anche
all’amministrazione comunale competente, che entro 20 giorni dalla data di presentazione
dell’istanza può inoltrare eventuali osservazioni all’ADB. In merito dall’esame della nota
n.04/02, si rileva che la stessa è stata inviata alla sola ADB della Basilicata. A tal proposito,

276
si rileva che i Comuni interessati erano quelli di Policoro e Scanzano Jonico. Facendo
espresso riferimento a quanto indicato in precedenza circa la posizione avversa dimostrata
dal Comune di Scanzano Jonico al progetto della MARINAGRI, se ne deduce che
difficilmente il Comune di Scanzano Jonico non avrebbe avuto nulla da eccepire circa
l’istanza della MARINAGRI. A tal proposito, si rileva che il Sindaco pro tempore dello
stesso Comune, dott. ALTIERI Mario riferiva: ”….OMISSIS. Non solo. Il piano si trova
all’interno di un vincolo idrogeologico, che è una legge regionale, che definisce l’area di
intervento del piano – quindi dell’intervento MARINAGRI successivo – l’area più a rischio
della regione Basilicata da un punto di vista inondazioni. E chi conosce il territorio – chi
c’è nato, tra l’altro, come me sul posto – sa che ciclicamente, ogni quindici venti anni,
quell’area si completamente allaga perché con forti piogge si ingrossa il fiume, le dighe
ammontano, non reggono più e quindi sono costrette a scaricare acqua e tutto quel bacino
fluviale si allaga. Ecco perché opportunamente tutti gli studiosi che hanno elaborato il
piano idrogeologico l’hanno definita l’area più a rischio della regione. Quindi viola l’area
SIC, viola il piano idrogeologico. E qui parliamo di sicurezza delle persone, perché violare
un piano dove c’è il più alto rischio di inondazione, significa mettere a repentaglio
l’incolumità delle persone che domani possono utilizzare beni immobili in
quell’area……OMISSIS”.
Lo stesso articolo, al comma 4, prevede che “entro 40 giorni dalla data di presentazione
dell’istanza l’ADB esprime una valutazione preliminare sulla possibilità di modifica del
vincolo. La valutazione preliminare contiene, inoltre, indicazioni sulla documentazione tecnica da
produrre al fine dell’ottenimento del parere definitivo”. Al successivo comma 6 è previsto:”Ai
fini dell’istruttoria delle richieste di modifica di un vincolo apposto dal PAI, è istituita presso
l’ADB una Commissione composta da propri tecnici e da un tecnico dell’amministrazione comunale
interessata. La commissione è costituita con provvedimento del segretario generale dell’ADB ed è
integrata, ove necessario, da uno o più componenti del Comitato Tecnico e/o da consulenti esterni”.
In definitiva si osserva che il “parere preliminare favorevole alla realizzazione
dell’insediamento turistico della S.p.a. MARINAGRI in località Policoro Marina” non è
un provvedimento previsto dall’art.24 delle norme di attuazione del PAI. Infatti, l’unico
parere preliminare ammissibile è quello relativo (comma 4) alla “possibilità di modifica del
vincolo apposto” e non autorizzazione alla costruzione di opere. Inoltre si rileva che tale
parere doveva essere fornito da apposita commissione nominata secondo quanto previsto
dal comma 6 dell’art.24. Per quanto indicato, il parere fornito dall’Ing. TAFURI Vincenzo,
inviato al segretario Generale dell’ADB, Ing. VITA Michele, che lo avalla e lo inoltra alla
MARINAGRI S.pa. è illegittimo.
Il parere in questione, veniva fornito, andando incontro alle istanze della società
richiedente, che aveva richiesto l’emissione dello stesso entro il 19.1.2002, al fine di poterlo
utilizzare nella procedura relativa all’ammissione al finanziamento C.I.P.E., cui le opere
che dovevano sorgere sull’area interessata dal PAI erano candidate.
In data 22.2.2002, la MARINAGRI S.p.a., produceva istanza di modifica alla
perimetrazione della fascia di pertinenza del fiume AGRI, acquista al protocollo dell’ADB
al n.235/80. Con determinazione dirigenziale n.80/2002/D.05 del 27.2.2002 veniva
nominata la commissione di valutazione ai sensi dell’art.24 del PAI. In data 19.3.2002, la
stessa commissione di riunisce per esprimere la valutazione preliminare prevista dalle
norme di attuazione del PAI. Dall’esame del verbale redatto emerge che la commissione,
esaminata la documentazione trasmessa dalla MARINAGRI S.p.a., evidenzia la necessità
di disporre a supporto dell’istanza ed al fine di avviare la valutazione definitiva, dei
seguenti documenti:
- rilievo di dettaglio dell’argine destro tra la sezione 3 e la sezione 4;

277
- relazione sullo stato delle arginature su tutte le zone di interesse;
- sezioni con indicazione dell’altezza d’acqua che si raggiunge con la portata di riferimento
dello studio;
- relazione di sintesi dello studio.
La commissione, inoltre, confermava la valutazione preliminare espressa con nota 55/714
del 21.2.2002 dell’ADB Basilicata.
La commissione risulta composta dall’Ing. RAGONE Domenico, presidente dell’ADB,
dall’Ing. TAFURI Vincenzo, funzionario dell’ADB (che aveva redatto il parere che viene
confermato), il Prof. FIORENTINO Mauro, dell’Università della Basilicata, il dott.
SANTAGATA Felice per il Comune di Scanzano Jonico e l’Ing. VICECONTE Felice per il
Comune di Policoro.

In data 3.5.2002, si riuniva nuovamente la commissione di valutazione sopra richiamata; al


posto dell’Ing. VICECONTE Felice per il Comune di Policoro, risulta presente il Geom.
AGRESTI Vincenzo. Nel verbale non vi è cenno di tale sostituzione, ma si fa riferimento
alla commissione nominata con determinazione dirigenziale n.80/2002/D.05 del
27.02.2002, ovvero alla commissione così come composta nella riunione del 19.03.2002.
Dall’esame del verbale della commissione emerge che in data 2.4.2002, la MARINAGRI
S.p.a. aveva trasmesso la documentazione integrativa richiesta, ovvero:
- rilievo di dettaglio dell’argine destro tra le sezioni 3 – 4;
- relazione sullo stato delle arginature e documentazione fotografica;
- planimetria con indicazione delle vedute;
- planimetria con indicazione delle tipologie degli argini;
- relazione di sintesi dello studio.
La commissione dopo l’esame della documentazione ritenuta esaustiva ai fini della
esplicitazione delle problematiche idrauliche presenti nell’area di impianto della
realizzazione della MARINAGRI S.p.a., dopo ampia ed articolata discussione riteneva
ammissibile la proposta di variante con le seguenti prescrizioni:
1. imporre la previsione di un ulteriore franco idraulico minimo delle arginature
strade esistenti nella misura di un metro e la continua manutenzione delle stesse;
2. imporre alla società MARINAGRI di sottoporre alla valutazione della
Autorità Interregionale di Bacino della Basilicata, con cadenza biennale, una relazione
sullo stato delle arginature esistenti e da realizzare, pena la revoca delle autorizzazioni
concesse.
Nel verbale in esame si dava atto che sarebbe stato trasmesso al segretario generale
dell’ADB della Basilicata per gli ulteriori adempimenti.
Nello stesso verbale viene indicato che a margine della riunione il dr. SANTAGATA Felice
sollecitava una revisione della mappa delle aree inondabili per le zone del Comune di
Scanzano Jonico, in sinistra idraulica, ritenendo che le stesse possano essere oggetto di
svincolo in relazione alla quota delle arginature esistenti.

In data 28.5.2002, con la delibera n. 09, il Comitato Istituzionale dell’ADB della Basilicata, il
cui relatore era il presidente della Regione pro tempore, Arch. BUBBICO Filippo,
deliberava quanto segue:
“….OMISSIS. VISTA l’istanza di variante al PAI presentata, ai sensi dell’art.24 delle norme di
attuazione (rischio idraulico), dalla società MARINAGRI in agro di Policoro (MT) in data
22.02.2002; PRESO ATTO del parere favorevole alla suddetta variante e delle relative prescrizioni
espresso dalla competente Commissione Tecnica nella seduta del 03.05.2002; RITENUTO pertanto
di poter approvare la soprarichiamata richiesta di variante al Piano Stralcio per la tutela dal rischio

278
idrogeologico approvato con propria deliberazione n.26 del 05.12.2001; OMISSIS; DELIBERA di
approvare, per quanto in premessa specificato, la variante al Piano Stralcio per la tutela
dal rischio idrogeologico, approvato con propria deliberazione n.26 del 05.12.2001,
relativamente agli areali interessati dagli insediamenti della società MARINAGRI di
Policoro (MT) con le prescrizioni di cui al verbale allegato al presente provvedimento
quale parte integrante e sostanziale; di trasmettere copia ai comuni interessati”.

La deliberazione sopra indicata da parte del Comitato Istituzionale dell’ADB della


Basilicata risulta illegittima in quanto adottata ancora prima dell’esecuzione delle
prescrizioni imposte dal Comitato Tecnico nella riunione del 3.5.2002. Tali prescrizioni,
infatti, erano state indicate al fine di mettere in sicurezza l’area interessata, motivo per il
quale non poteva dirsi concluso l’iter di riperimetrazione della medesima fino alla precisa
esecuzione delle stesse. La delibera n.9 del 28.5.2002, del Comitato Istituzionale, il cui
relatore era il presidente pro tempore della Regione Basilicata, Arch. BUBBICO Filippo,
risulta in contrasto con quanto previsto dal comma 7 dell’art.24 delle norme di attuazione
del PAI, laddove è previsto che “le varianti da apportare al PAI sono soggette all’approvazione
definitiva da parte del Comitato Istituzionale”. Infatti, la citata norma parla di approvazione
definitiva, che non sembra rientrare nel caso in esame, dato che alla data della delibera
alle prescrizioni previste dal Comitato Tecnico non era stato dato seguito. Tale
deliberazione appare illegittima in quanto emanata prima ancora che le opere prescritte
fossero realizzate. A tal proposito, si segnala che a tali prescrizioni, ed in particolare al
sopralzo degli argini, ad oggi non è stato ancora dato completamente seguito, nonostante
l’edificazione della MARINAGRI sia in una avanzatissima fase di realizzazione (da notizie
reperite attraverso la rete internet era prevista l’inaugurazione delle opere realizzate per la
primavera del 2008). La procedura amministrativa di riperimetrazione dell’area interessata
dalla MARINAGRI, ad oggi, non risulta ancora conclusa, essendo ancora l’area indicata ad
elevato rischio e quindi inedificabile, tanto che non è stata mai modificata la cartografia
con l’indicazione di tale rischio.
L’atto in questione può essere messo in stretta correlazione con il telegramma inviato dal
VITALE Vincenzo proprio a BUBBICO Filippo, pochi giorni prima della pubblicazione del
PAI, sopra indicato. Con lo stesso telegramma, infatti, il VITALE Vincenzo, chiedeva al
Presidente della Regione BUBBICO Filippo di non dare seguito alla pubblicazione del PAI,
in quanto lo stesso rendendo inedificabili le aree della MARINAGRI avrebbe ostacolato
l’approvazione del finanziamento pubblico cui le opere ricadenti su tali aree erano
candidate previsto per la fine dello stesso mese di Gennaio 2002. Pertanto, data l’estrema
urgenza segnalata dal VITALE Vincenzo, a distanza di pochi mesi, BUBBICO Filippo
emette la delibera n.9 del 28.5.2002 “sanando” (in maniera illegittima) il problema sorto
con la pubblicazione del PAI, che non poteva essere bloccata, come richiesto dal VITALE,
dato che la comunicazione dello stesso avveniva a soli tre giorni dall’indicata
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Da tanto deriverebbe l’illegittimità della delibera in esame, che può essere indicata quale
ulteriore atto di BUBBICO Filippo atto a favorire il progetto della MARINAGRI e la sua
ammissione al finanziamento pubblico del C.I.P.E. Infatti il successivo dicembre 2002, non
essendoci ulteriore ostacolo, lo stesso, verrà approvato con la delibera n.135/2002.
La procedura amministrativa per la riperimetrazione del PAI inerente le aree di interesse
della MARINAGRI S.p.a., non si era conclusa. Infatti, la società al fine di addivenire alla
favorevole conclusione della procedura pena “la revoca delle autorizzazioni concesse”
avrebbe dovuto sopraelevare gli argini esistenti di un metro con la continua

279
manutenzione degli stessi e sottoporre alla valutazione della Autorità Interregionale di
Bacino della Basilicata, con cadenza biennale, una relazione sullo stato delle arginature
esistenti e da realizzare.
A tali incombenze la MARINAGRI non ha dato seguito nei tempi previsti, ovvero entro
la scadenza dei due anni imposti, vale a dire il 28.5.2004.
Pertanto, l’ADB non ha mai, di fatto, autorizzato a nulla la MARINAGRI, tenuto conto che
la procedura per la riperimetrazione delle aree della medesima società non si è ancora
conclusa. Pur volendo ritenere legittima la delibera n.9 del 28.5.2002, i suoi effetti sono
stati “revocati” per l’inadempienza della MARINAGRI S.p.a. alla scadenza dei due anni
imposti per dare esecuzione alle prescrizioni imposte, ovvero a far data dal 28.5.2004. A
questo punto, quindi, il procedimento amministrativo per la riperimetrazione del PAI, si
sarebbe dovuto interrompere. A tal proposito, quindi la MARINAGRI S.p.a., sarebbe
decaduta da ogni beneficio scaturente dalla delibera indicata.
Solo con nota n.124/05 del 25.2.2005, acquista al protocollo della Regione Basilicata al
n.39503 del 1.3.2005, la MARINAGRI S.p.a., dà un primo seguito a quanto prescritto dalla
delibera n.9 del 28.5.2002 del Comitato Istituzionale dell’ADB della Basilicata. Con tale
nota viene trasmessa la relazione sullo stato delle arginature. In alto sulla stesso nota a
destra vi è la dicitura “1° MONITORAGGIO” e sulla sinistra “Ing. TAFURI”. A tal
proposito va segnalato che la prescritta relazione viene inviata ben oltre il termine
prescritto (28.5.2004) e che in tale periodo erano in corso le indagini di cui al P.P.121/03, 21
della Procura di Matera e che dal 12.7.2004 erano stati nominati dalla Procura della
Repubblica di Matera i CT COZZOLINO e MAGRI’ che in più occasioni si erano recati sia
presso gli uffici comunali di Policoro che presso gli uffici la Regione Basilicata.
Dall’esame della relazione redatta dall’Ing. VITALE Marco e ANDREOTTA Franca Anna
Rita, emerge che:
- ……………….OMISSIS……………………
- le opere di urbanizzazione sono iniziate nel mese di Settembre 2002 per il Comparto B del P.P.E. e
nel mese di aprile 2004 per i comparti A e C del P.P.E.;
- i lavori eseguiti hanno riguardato: nel comparto A la realizzazione della laguna previo scavo e
riporto del materiale esistente, nel comparto B la realizzazione della laguna previo scavo e riporto
del materiale esistente, nel comparto C la realizzazione dei consolidamenti degli isolotti (diaframma
in c.a. di contenimento delle isole) e modeste attività di scavo. In nessuno dei comparti è stato dato
avvio alle attività edilizie;
- pertanto rispetto a quanto già comunicato nell’ambito della richiesta di variante al PAI,
di cui alla suddetta autorizzazione (Delibera n.9 del 28.05.2002 n.d.r.) nulla o poco è
cambiato ovvero è stato modificato. Allo stato attuale, dunque, lo stato delle arginature
che interessano il Centro Turistico è rimasto immutato.
- ……………….OMISSIS……………………”

Successivamente con nota n.110/2007 del 5.3.2007, acquisita al protocollo dell’ADB al


n.654 del 9.3.2007, di tenore identico a quella appena esaminata la MARINAGRI invia la
relazione sullo stato delle arginature che differisce da quella del febbraio 2005
nell’indicazione solo di quanto segue:
- “……………………..OMISSIS…………………………….
- ……..OMISSIS. Nel solo comparto C sono state avviate le attività edilizie, in particolare nei
subcomparti C1, C2, C3, C13 e C14, con la costruzione (attualmente in corso) di un Hotel nel
subcomparto C14, edifici a supporto della nautica nei subcomparti C1 e C2, unità residenziali nei
subcomparti C3, C13 e C14.

280
- pertanto rispetto a quanto già comunicato nell’ambito della richiesta di variante al PAI,
di cui alla suddetta autorizzazione (Delibera n.9 del 28.05.2002 n.d.r.) nulla o poco è
cambiato ovvero è stato modificato. Allo stato attuale, dunque, lo stato delle arginature
che interessano il Centro Turistico è rimasto immutato……….OMISSIS”.
Con le medesime la MARINAGRI S.p.a., sembrerebbe addurre quale giustificazione alla
mancata realizzazione del sopralzo degli argini imposto che “nulla o poco è cambiato ovvero è
stato modificato”. Tale affermazione oltre ad essere mendace in quanto in tale periodo
numerose erano le opere edili già realizzate ed in particolare l’Hotel e le unità residenziali,
nonché le opere portuali, non giustificherebbe l’omessa attuazione delle prescrizioni, che
sarebbero dovute essere realizzate prima di qualsiasi altra opera all’interno dell’area.
Infatti, solo dopo la realizzazione delle prescrizioni imposte e la chiusura della procedura
di riperimetrazione, con la decadenza del vincolo dell’inedificabilità, si sarebbero potute
realizzare le opere indicate, che pertanto risultano illegittime, come i titoli abilitativi
emessi dalle amministrazioni competenti per la realizzazione delle stesse. In merito a
quanto indicato nella citata relazione del 5.3.2007, si rileva quanto indicato dal CT
MARASCIO, laddove circa un sopralluogo effettuato in data 26.4.2007, presso la
MARINAGRI, relaziona in merito allo stato delle opere quanto segue:
- “…………………OMISSIS……………………..
- il porticciolo turistico, il quale per quanto visibile, era completo, composto da entrambi i moli
previsti in progetto. Erano in corso di esecuzione dei lavori di ingegneria idraulica aventi lo scopo di
evitare l’erosione delle coste, dette opere venivano realizzate a monte del molo nord;
- i lavori di realizzazione e completamento del canale, posto intorno alle isole ed alle penisole, al quale
era impedito l’accesso dell’acqua marina proveniente dal porto turistico;
- dei corpi di fabbrica in corso di realizzazione interessanti i comparti B e C comprendenti il cantiere
nautico, unità residenziali (delle quali alcune già completate), ristorante ed albergo;
- i comparti A e D non risultavano interessati da lavori di edificazione;
- sul comparto I, per come già scritto, era stato realizzato il porto turistico…OMISSIS”.

In riferimento a tale relazione si rileva che nel periodo in cui la stessa è stata redatta il
Centro Turistico MARINAGRI era sottoposto a sequestro.

Con nota n.226/07 del 22.5.2007, acquisita al protocollo dell’ADB della Basilicata, cui era
indirizzata, in data 29.5.2007 al n.1374, la MARINAGRI comunicava: ”con riferimento alla
Vs. nota prot. 882/2002, vi informiamo che in questi giorni stiamo procedendo ad ottemperare alle
prescrizioni contenute nella delibera n.9 del 28.05.2005. Entro venti giorni circa provvederemo ad
inviarvi la documentazione fotografica e topografica dello stato definitivo delle arginature”.

Con nota n.258/07 del 5.6.2007, acquisita al protocollo dell’ADB della Basilicata, cui era
indirizzata, in data 8.6.2007 al n.1457, la MARINAGRI comunicava: ”con riferimento alla Vs.
nota prot. 882/2002, vi informiamo che già da qualche settimana – stiamo procedendo ad
ottemperare alle prescrizioni contenute nella delibera n.9 del 25.05.2002. Entro venti giorni circa
provvederemo ad inviarvi la documentazione fotografica e topografica dello stato definitivo delle
arginature”.

Su entrambe le note nel margine in alto a sinistra è apposta a penna la dicitura: “Ing.
TAFURI”.
Tra la documentazione prodotta dal TAFURI con nota datata 13.02.2008 vi sono:
- planimetria dell’area con indicazione delle quote, delle sezioni e degli argini a protezione
delle aree edificabili, in scala 1:2000 – Elaborato AG1 del GIUGNO 2007;

281
- profilo longitudinale degli argini con indicazione dell’altezza idrometrica corrispondente
alla piena bicentenaria, in scala 1:2000/50 – Elaborato AG2 del GIUGNO 2007;
- Sezioni considerate con indicazione dell’altezza idrometrica corrispondente alla piena
bicentenaria, in scala 1:2000 – Elaborato AG3 del GIUGNO 2007;
- Documentazione fotografica - indicata quale elaborato B, datato GIUGNO 2007.

La documentazione sopra elencata sarebbe relativa alla realizzazione del sopralzo degli
argini, come prescritto con la delibera del Citato Istituzionale del 28.5.2002.

In data 20.6.2007, veniva effettuato il sopralluogo presso la MARINAGRI S.p.a., da parte


di funzionari dell’ADB al fine di constatare la realizzazione del sopralzo degli argini.
Dall’esame del verbale in questione, emerge che il sopralluogo veniva eseguito dagli
ingegneri TAFURI Vincenzo, BRUNO Francesco e BISCIONE Antonio. Oggetto del
sopralluogo era stata la verifica del rispetto delle prescrizioni imposte dall’ADB della
Basilicata, di cui al verbale della seduta della Commissione Tecnica del 03.5.2002 recepito
con Delibera del Comitato Istituzionale dell’ADB n.9 del 28.5.2002. Tali prescrizioni erano
relative al sopralzo di un metro di alcune strutture arginali di protezione dell’area
interessata dalla realizzazione di nuovi volumi edilizi. In particolare, nel verbale si
leggeva: “nell’ambito del sopralluogo, svolto alla presenza dell’Ing. VITALE Marco della società
MARINAGRI S.p.a. è stato possibile, con la collaborazione del geom. VELLA e tramite l’utilizzo di
apparecchiature GPS, misurare in numerosi punti le quote assolute massime dei rilevati arginali
sopraelevati e le quote relative alla strada (ALLEGATO 1) al fine di verificare l’entità del sopralzo.
Dalle verifiche effettuate è emerso che le prescrizioni imposte sono state rispettate e pertanto,
facendo seguito a quanto stabilito dalla Commissione Tecnica del 03.05.2002, il rilevato arginale
oggetto del sopralluogo può essere considerato come il limite delle aree inondabili in destra
idrografica del fiume AGRI per piene straordinarie con periodo di ritorno Tr fino a 200 anni
(ALLEGATO 2). Gli scriventi ritengono che le strutture arginali realizzate necessitino di
ulteriore stabilizzazione che potrà avvenire con opportuni rivestimenti e/o con idoneo
inerbimento da realizzare entro il 31 ottobre p.v.. Copia del presente verbale, unitamente alle
planimetrie allegate saranno trasmessi al Comitato Tecnico dell’ADB della Basilicata ed al legale
rappresentante della MARINAGRI S.p.a.”.
Il documento esaminato risulta datato: “Potenza, 2.7.2007”.
Allegati a tale atto vi sono i rilievi fotografici effettuati dai tecnici in sede di sopralluogo,
nonché gli allegati n.1 e 2 richiamati nel verbale di sopralluogo.
L’allegato n.1 risulta essere una fotografia aerea dell’area su cui insiste la MARINAGRI
con l’indicazione a mezzo di puntini rossi delle zone oggetto di rilevazione delle altezze.
L’allegato n. 2 che risulta anch’esso essere una fotografia aerea dell’area su cui insiste la
MARINAGRI, riproduce a mezzo di una linea spezzata di colore rosso il limite delle aree
inondabili con tempi di ritorno pari a 200 anni. Dall’esame di tale elaborato emerge che la
spezzata in esame viene chiusa a mare, ovvero la stessa non si ferma in corrispondenza
della sezione 6, ovvero fino al limite della riperimetrazione richiesto dalla MARINAGRI
(che secondo quanto indicato dal CTU MARASCIO è posizionato all’altezza degli uffici
dell’ITTICA VALDAGRI), ma continua fino al mare delimitando anche la zona
(corrispondente al comparto D del P.P.E.) per la quale non era stata avanzata richiesta di
riperimetrazione. Quanto indicato emerge dal confronto della “Planimetria dell’area con
indicazione delle quote, delle sezioni e degli argini a protezione delle aree edificabili, in scala 1:2000
– Elaborato AG1 del GIUGNO 2007” di cui all’allegato n.37 e l’allegato n.2 al verbale del
sopralluogo del 20.6.2007. Infatti, dall’esame dell’allegato n.37, emerge che l’area per la
quale si chiede la riperimetrazione è delimitata da una linea di colore viola che indica gli

282
argini per i quali era stato richiesto il sopralzo, che parte dalla Sezione 1 e arriva alla
Sezione 6. Qui si ferma. Le restanti sezioni fino al mare, non sono oggetto di studio da
parte della MARINAGRI. Tali aree infatti sono considerate inondabili. Mentre dall’esame
dell’allegato n.2 al verbale del sopralluogo del 20.06.2007, emerge che l’indicazione della
delimitazione delle aree non inondabili continua dalla sezione 6 ed arriva fino al mare. In
merito a tale circostanza l’Ing. TAFURI riferiva: “…..In sede del comitato tecnico veniva altresì
riformulata un’ipotesi di riperimetrazione delle aree in esame come da ortofoto allegata che vi
consegno che sarebbe stata conseguenza del rispetto delle prescrizioni della commissione tecnica del
03.05.2002. Ritengo che la parte terminale della riperimetrazione (quella che va dal limite richiesto
dalla MARINAGRI fino al mare) discenda dalla necessità di chiudere la spezzata della
riperimetrazione a mare sulla base dei dati allo stato posseduti. Preciso però che tale formulazione è
solo ipotetica e solo dettata dalla necessità, logica, di chiudere e delimitare l’area perimetrata…..”.
In data 10.7.2007, si riuniva il Comitato Tecnico dell’ADB della Basilicata, che al punto 1.4
indicava “richiesta di modifica di aree di pertinenza fluviale ai sensi dell’art.11 della Normativa di
Attuazione, Comune di Policoro”. In merito a tale punto si legge: “prende la parola l’Ing.
Antonio BISCIONE il quale relaziona sul sopralluogo effettuato lungo la sponda destra della foce
del fiume AGRI presso il cantiere della MARINAGRI S.p.a.. Oggetto del sopralluogo è stata la
verifica del rispetto delle prescrizioni imposte dall’Autorità di Bacino della Basilicata, di cui al
verbale della seduta della commissione tecnica del 03.05.2002 recepito con delibera del Comitato
Istituzionale dell’ADB n.9 del 28.05.2002. Il Comitato Tecnico prende atto del verbale di
sopralluogo eseguito dai tecnici della STO dell’ADB della Basilicata in data 20.06.2007 e, in
particolare, della planimetria allegata al verbale riportante l’indicazione delle aree inondabili in
destra idrografica del fiume AGRI, relative a piene con Tr fino a 200 anni, da intendersi come
definitiva per piene duecentennali. Tale perimetrazione sarà riportata nel Piano delle Fasce Fluviali
del PAI nell’ambito dell’aggiornamento che interesserà le aree di foce dell’intera fascia Jonica
lucana. Il Comitato Tecnico approva….OMISSIS”.
Da quanto emerge dalla lettura del verbale del Comitato Tecnico del 10.7.2007, si rileva
che lo stesso organo approva la richiesta riperimetrazione secondo quanto indicato nella
cartografia indicata quale allegato n.2 al verbale del sopralluogo del 20.6.2007, senza
tenere in nessuna considerazione la prescrizione indicata nello stesso verbale, del quale
indica di aver preso atto, laddove i funzionari che avevano fatto il sopralluogo, avendo
rilevato la non adeguatezza della consistenza degli argini predisposti dalla MARINAGRI
S.p.a., avevano imposto delle opere che sarebbero dovute essere effettuate entro il
31.10.2007. Ancora una volta i componenti del Comitato Tecnico dell’ADB approvano,
illegittimamente, delle arginature allo stato non ancora idonee a garantire la sicurezza
delle aree. La “fretta” dell’organo in questione si spiega in quanto tali atti ricadono in un
periodo nel quale il CTU MARASCIO stava effettuando i rilievi e le acquisizioni necessari
per la redazione della consulenza, nella quale si riportano le gravi violazioni relative al
rischio idrogeologico dell’area. Infatti, all’1.6.2007, data del sopralluogo del CTU presso la
MARINAGRI, le arginature previste non erano state ancora realizzate. Da tale data, da
quanto emerge dagli atti acquisiti, si ha un’accelerazione dei tempi, con la pseudo-
realizzazione delle arginature, poi rivelatesi non idonee, il sopralluogo dei tecnici
dell’ADB in data 20.6.2007 e l’approvazione del Comitato Tecnico il 10.7.2007. In meno di
un mese è stato dichiarato come eseguito, anche se illegittimamente, quello che non si era
proceduto ad eseguire nei quasi cinque anni precedenti a partire dalla delibera del
Comitato istituzionale del 28.5.2002.
Si riporta quanto indicato dal CT MARASCIO, in merito all’attività da questi svolta in tale
periodo:

283
- “….OMISSIS. Il sottoscritto CT in data 26/04/2007, si recava in Policoro (MT), alla Località
Torre Mozza, presso la sede della MARINAGRI S.p.A., oggetto dei lavori di edificazione del
“Centro Turistico Ecologico Integrato MARINAGRI”, giunto sul posto, dalle ore 08:45 fino alle
ore 12:00 ha eseguito un sopralluogo dell’intera area……………….OMISSIS.
- …OMISSIS. Sempre in data 26/04/2007, si depositava apposita richiesta, indirizzata al
Dirigente Responsabile del Servizio Urbanistica del Comune di Policoro(MT), finalizzata
alla conoscenza ed eventuale acquisizione di tutte le pratiche edilizie intestate alla MARINAGRI
S.p.A. e/o suo legale rappresentante, detto dirigente comunicava per iscritto, al CT, con missiva
inviata in data 08/05/2007, l’elenco delle pratiche intestate all’anzidetta società.
- in data 11/05/2007, il CT presentava apposita richiesta alla Regione Basilicata,
Dipartimento Ambiente e Territorio Ufficio Urbanistica e Tutela del Paesaggio, con lo
scopo di visionare gli elaborati grafici progettuali allegati al PTPM…..OMISSIS.
- infine, poiché ubicato nel medesimo stabile in cui erano presenti gli elaborati progettuali allegati al
PTPM, si effettuava apposita richiesta presso il Settore Tecnico Decentrato ex ufficio del
Genio Civile, con lo scopo di acquisire l’elenco delle opere in calcestruzzo armato denunciate dalla
MARINAGRI e/o suo legale rappresentante, presso il medesimo ufficio.
- dalle ore 15:00 fino alle ore 17:25 dell’11/05/2007, si procedeva a visionare il Fiume AGRI,
in prossimità della sua foce e successivamente si eseguivano delle prove di resistenza meccanica su
alcune strutture portanti in calcestruzzo armato, inerenti i fabbricati facenti parte del comparto C,
l’elenco delle prove eseguite ed i relativi risultati sono riportati in apposito allegato.
- …….OMISSIS. In data 28/05/2007, si trasmettevano a mezzo fax, due distinte istanze, una
indirizzata all’Autorità di Bacino della Basilicata, e l’altra all’Ufficio Tecnico del Comune di
Scanzano Jonico. Con la prima delle due istanze, si chiedeva, di acquisire la
documentazione inerente il rischio idraulico per l’area interessata dall’edificazione del
Centro Turistico Ecologico Integrato MARINAGRI…..OMISSIS.
- in data 01/06/2007, si otteneva dall’Ufficio dell’Ex Genio Civile Sezione di Matera e presso
l’ADB della Basilicata con sede in Potenza, la documentazione necessaria
all’espletamento del proprio incarico peritale. ………OMISSIS. Dall’ADB della Regione
Basilicata, si veniva a conoscenza che la procedura messa in atto dalla MARINAGRI, per il
declassamento dell’area in questione veniva definita come “aperta”, per la quale si affermava
un’apertura e non una chiusura, nel senso che la presunta riperimetrazione dell’area per divenire
definitiva necessitava di una successiva verifica a seguito delle opere richieste per l’ottenimento del
beneficio. Successivamente, l’Ing. Vincenzo Tafuri, Dirigente dell’ADB della Basilicata,
trasmetteva a mezzo posta al sottoscritto CT, la documentazione necessaria a chiarire il su esposto
concetto di procedura aperta, la quale giungeva in data 08/06/2007.
- in data 04/06/2007, si acquisiva presso gli Uffici Tecnici dei Comuni di Policoro e
Scanzano Jonico, la documentazione ritenuta necessaria inerente i titoli Abilitativi
all’edificazione (Permessi di Costruire e D.I.A.) intestati alla MARINAGRI e riguardanti gli
interventi edilizi in atto e di quelli già eseguiti…OMISSIS”.
Altresì si rileva la contraddizione tra quanto dichiarato dall’Ing. TAFURI il 12.2.2008,
relativamente alla definitività della riperimetrazione dell’area in esame, laddove dichiara:
“…..Preciso però che tale formulazione è solo ipotetica e solo dettata dalla necessità, logica, di
chiudere e delimitare l’area perimetrata…..” e quanto emerge dal verbale del comitato tecnico
laddove tale riperimetrazione viene data per definitiva. Tale riperimetrazione così come
approvata dal Comitato Tecnico con il verbale del 10.7.2007, secondo quanto emerge dalla
relazione del CTU MARASCIO, non è adeguata, ovvero l’area così come riperimetrata
risulta ancora inondabile e sottoposta a grave pericolo.

284
In data 20.7.2007, si riunisce il Comitato Istituzionale. In tale sede viene adottata la
delibera n.12, nella quale viene indicato quanto segue:
- DELIBERA……….omissis...di approvare l’aggiornamento annuale 2007 del Piano
Bacino Stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico del territorio dell’Autorità di Bacino della
Basilicata:………….omissis; per la parte relativa al Piano delle Fasce Fluviali”, la perimetrazione
definitiva delle fasce di pertinenza fluviale del fiume CAVONE; ………..OMISSIS”
Il verbale in esame risulta essere firmato dal segretario generale, Ing. VITA Michele e dal
presidente della Regione e del Comitato Istituzionale, DE FILIPPO Vito.
Dall’esame dell’Allegato A (verbale della Commissione Tecnica) che da quanto indicato
nella delibera n.12 è parte integrante della stessa, è emerso che:
- è omissato proprio nella parte inerente il paragrafo 1.4 titolato: “richiesta di modifica di aree
di pertinenza fluviale ai sensi dell’art.11 della Normativa di Attuazione, Comune di Policoro”,
ovvero nella parte in cui il Comitato Tecnico aveva approvato la riperimetrazione dell’area
di interesse della MARINAGRI S.p.a..;
- all’ultima pagina risultano apposti n. 3 timbri, rispettivamente del “segretario”, dott.
Guido CERVERIZZO con l’apposizione della firma, del “dirigente”, dott. Mariano
TRAMUTOLI con l’apposizione della firma e del Presidente, Ing. Michele VITA senza
l’apposizione della firma;
- il verbale risulta composto da n.3 fogli.
Dall’esame del verbale del comitato tecnico emerge che:
- è composto da n.6 fogli;
- all’ultima pagina risultano apposti n. 3 timbri, rispettivamente del
“segretario”, dott. Guido CERVERIZZO con l’apposizione della firma, del “dirigente”,
dott. Mariano TRAMUTOLI con l’apposizione della firma e del Presidente, Ing. Michele
VITA con l’apposizione della firma.
Pertanto il verbale del Comitato Tecnico, omissato nella parte di interesse della
MARINAGRI S.p.a., allegato alla delibera n.12 del Comitato Istituzionale del 20.7.2007
risulta difforme a quello integrale consegnato dall’Ing. TAFURI..

Per quanto riguarda l’esame dell’allegato B alla delibera n.12 del Comitato istituzionale,
relativa alla Relazione Tecnica aggiornamento 2007 del PAI, si evidenzia che con tale
relazione si indicano tutti gli aggiornamenti intervenuti al PAI della Basilicata, fin dal 2002
sia per il “piano stralcio delle aree di versante”, con l’indicazione analitica dei comuni
interessati dall’aggiornamento divisi per anno e sia per il “piano stralcio delle fasce
fluviali”, con l’indicazione analitica suddivisa per anno degli aggiornamenti effettuati. Da
tale esame è emerso che per quanto attiene agli aggiornamenti alle aree di versante fin dal
2002 alcun aggiornamento ha interessato i comuni di Policoro e Scanzano. Per quanto
attiene all’aggiornamento della situazione del piano di stralcio delle fasce fluviali, per il
fiume AGRI, la cui fascia fluviale interessa la MARINAGRI, si ha l’evoluzione negli anni
secondo quanto di seguito indicato:
- nell’anno 2002: previsione su modelli di larga scala – Tr (Tempo ritorno) = 200;
- nell’anno 2003: nessun aggiornamento;
- nell’anno 2004: nessun aggiornamento;
- nell’anno 2005: nessun aggiornamento;
- nell’anno 2006: approfondimenti di dettaglio – Tr (Tempo ritorno) = 30, 200, 500;
- nell’anno 2006: nessun aggiornamento.
Allegata alla relazione sopra indicata vi è un elenco degli elaborati, testi e cartografie. Per
quanto attiene il fiume AGRI, l’elaborato C è relativa alla carta dei bacini imbriferi e dei

285
reticoli idrografici; l’elaborato F è relativo alla carta delle aree soggette a rischio idraulico
del bacino del fiume AGRI.
Si mette in evidenza che nelle premesse della delibera n.12 del Comitato Istituzionale si
legge: RICHIAMATA la deliberazione n.26 del Comitato Istituzionale dell’ADB adottata nella
seduta del 05.12.2001, con la quale è stato approvato il Piano di Bacino Stralcio per la tutela del
rischio idrogeologico (PAI) del territorio dell’Autorità di Bacino della Basilicata e le successive
deliberazioni n.18 del 25.11.2002, n.27 del 22.12.2003, n.1 del 25.03.2004, n.22 del 13.09.2004,
n.11 del 13.06.2005 e la n.29 del 20.09.2006 di aggiornamento periodico di detto Piano
Stralcio…..dalla lettura del passaggio indicato non risulta richiamata la delibera n.9 del
28.5.2002 del Comitato Istituzionale presieduto da BUBBICO Filippo. Tale circostanza
collegata alla mancanza di effettiva, allo stato, riperimetrazione delle aree interessate dal
progetto MARINAGRI, farebbe presupporre che la delibera del 28.5.2002 il cui relatore era
BUBBICO non abbia mai di fatto espresso i suoi effetti perché illegittima tanto che non
viene neppure indicata nei precedenti aggiornamenti del PAI, come sarebbe dovuto essere
qualora legittima. Tale circostanza riscontra quanto indicato circa il “favore” fatto alla
MARINAGRI in modo da permetterle, in quel periodo, di poter accedere ai fondi pubblici
e che tale atto abbia prodotto i suoi effetti solo al fine di rimuovere apparentemente i
vincoli di inedificabilità ai terreni della MARINAGRI ai fini dell’ottenimento illecito di
ingenti somme di denaro pubblico a favore della stessa società.

Con nota n.1942/8002 del 23.7.2007 a firma dell’Ing. VITA Michele, viene inviato alla
Gazzetta Ufficiale, per la pubblicazione l’avviso relativo al “Piano di Bacino – Stralcio per
l’assetto idrogeologico – Aggiornamento 2007 – Approvazione”. Da tale avviso emerge che è
relativo al fiume CAVONE, che le nuove disposizioni del PAI sono immediatamente
vincolanti dalla data di pubblicazione in oggetto e che il Piano di Stralcio può essere
visionato sul sito www. adb.basilicata.it.

Per quanto indicato la procedura di riperimetrazione della MARINAGRI non è mai


stata conclusa con esito positivo, pertanto se ne deduce che allo stato l’area è a rischio
idrogeologico elevato e quindi inedificabile. Nonostante tale prescrizione, grazie agli
artifici sopra indicati, la MARINAGRI, allo stato, ha di fatto quasi terminato l’edificazione
dell’area, con grave rischio per l’incolumità pubblica, per ora scongiurato a seguito del
provvedimento di sequestro adottato dall’autorità giudiziaria di Catanzaro competente ai
sensi dell’art. 11 c.p.p..

Riferiva, inoltre, il CTU MARASCIO, con riguardo al PAI Basilicata ed alla pericolosità
dell’area su cui insistono le opere della MARINAGRI S.p.a.:
“Poiché la presente perizia è da considerarsi integrazione di quella già redatta dal sottoscritto CT in
quanto verte principalmente su aspetti riguardanti vincoli di natura idraulica, con effetti sulla
trasformabilità del territorio, presenti sull’area oggetto delle indagini, è utile estrarre parte delle
conclusioni a cui, il medesimo professionista, era già giunto con la relazione di consulenza tecnica
depositata in segreteria in data 14 giugno 2007.
In data 14 gennaio 2002 si pubblicava sul B.U.R. il Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico della
Regione Basilicata, da tale data si rendevano le aree vincolate inedificabili mentre si salvaguardava
la possibilità edificatoria già concessa, in pratica, l’unico caso in cui si poteva modificare l’aspetto
del territorio era quello per il quale era già stato rilasciato un Titolo Abilitativo all’edificazione
(Concessione Edilizia (all’epoca dei fatti) o D.I.A.), dunque, si può affermare che dal momento
in cui entravano in vigore i vincoli del PAI Basilicata, non era più possibile procedere
all’edificazione del “Centro Turistico Ecologico Integrato MARINAGRI” se non già

286
oggetto di Concessione Edilizia, per cui la S.p.A. MARINAGRI, ha proceduto, possibilità
contemplata dalle norme del piano, nell’anno 2002 ad effettuare un proprio studio al fine di ottenere
a seguito di una istanza presentata all’Autorità di Bacino della Basilicata, una riduzione dell’area
inondabile con piene aventi tempi di ritorno dei 200 anni, quelle che in pratica, inibivano la
possibilità edificatoria dell’area. In data 28/05/2002 con delibera n. 9, veniva affermata dal comitato
istituzionale presieduto nella qualità di presidente, dall’arch. Filippo BUBBICO, la possibilità di
variante al PAI Basilicata relativamente l’area da assoggettare agli insediamenti della
MARINAGRI, con le prescrizioni indicate sul verbale della commissione tecnica
nominata dall’Autorità Interregionale di Bacino della Basilicata. Detto verbale datato 03
maggio 2002, imponeva le seguenti prescrizioni:
- Imporre la previsione di un ulteriore franco idraulico minimo delle arginature esistenti nella misura
di un metro e la continua manutenzione delle stesse;
- imporre alla società MARINAGRI di sottoporre alla valutazione della Autorità Interregionale di
Bacino della Basilicata, con cadenza biennale, una relazione sullo stato delle arginature esistenti e
da realizzare, pena la revoca delle autorizzazioni concesse.

In data 01/06/2007, dopo visita effettuata dal CT presso gli uffici dell’ADB, si è appreso che la
MARINAGRI ha provveduto alla trasmissione della relazione sullo stato delle arginature solo in
marzo 2005 e successivamente in marzo 2007, così facendo la menzionata società non ha rispettato
la tempistica dei due anni imposta dalla Delibera n. 9 del 28/05/2002 portando alla decadenza delle
concessioni ottenute, vi è di più quanto concesso alla MARINAGRI, con la menzionata delibera
trattasi di una procedura aperta, in pratica il procedimento amministrativo messo in atto per
l’ottenimento della riperimetrazione non è mai stata concluso e per tale motivo la stessa non è stata
mai tradotta graficamente sulla relativa cartografia prodotta dall’ADB.

Risposta al primo quesito posto dal PM

Il grado di sicurezza delle aree oggetto dell’edificazione del “Centro Turistico Ecologico Integrato
MARINAGRI”, con esplicito riferimento ai vincoli imposti dal P.A.I. Basilicata, nonché agli studi
specifici eseguiti per conto della società MARINAGRI.

Al fine di verificare il grado di sicurezza dell’area oggetto delle indagini, è stato eseguito
un rilievo plano-altimetrico delle arginature in destra idrografica, attualmente presenti a
difesa dell’area in corso di edificazione, i risultati riportati su due distinti grafici (rilievo
e profilo) allegati alla presente relazione, hanno messo alla luce alcuni aspetti di
fondamentale importanza per definire le conseguenze di una piena avente tempo di ritorno
di 200 anni, quella che in pratica permette di classificare un’area in questione come ad
elevato rischio idraulico.

E’ utile ricordare che l’area citata è stata classificata e indicata come inondabile, nel PAI della
Basilicata, per piene aventi tempi di ritorno di 200 anni e come tale è stata distinta ad elevato
rischio idraulico, poiché sfogo naturale delle piene del fiume AGRI, fino alla strada
comunale di San Giusto la quale costeggia l’area di nostro interesse sino a raggiungere la
spiaggia del mare.

Entrando nello specifico, con l’anzidetto rilievo, eseguito con strumentazione elettronica (scheda
tecnica allegata) avente precisione dell’ordine del centimetro, si è appreso che:

287
- in numerosi punti, gli argini realizzati hanno altezza minore di quella imposta dall’ADB
alla MARINAGRI, i valori vanno dai 15 centimetri fino ad oltre un metro, lungo tutto il
fronte, interessato dalle arginature, avente estensione di circa 2,43 Km, si ha un’altezza
minore di quella imposta, che in media assume valore di circa 40 cm, tale differenza
comporta un’ammanco di arginature per una superficie totale dell’ordine dei 1130 m2;
- i lavori che hanno portato all’aumento di altezza delle arginature hanno avuto inizio
certamente dopo l’1 giugno 2007, data dell’ultima visita del CT, per cui fino a quel
momento gli argini erano ancora più bassi, e nell’ipotesi in cui gli stessi siano stati
oggetto di un rialzo dell’ordine del metro, così come imposto dall’ADB, fino al citato
periodo l’arginature avevano altezza media di 40 cm più basse rispetto a quelle dichiarate
nello studio redatto per conto della MARINAGRI.

Ulteriori dati rilevati e riguardanti alcuni luoghi posti nell’area oggetto d’investigazione mettono in
risalto che un punto posto in prossimità delle vasche utilizzate per l’allevamento dei pesci da parte
dell’ITTICA VALDAGRI, ha quota di circa 4 metri e cinque centimetri rispetto al livello medio del
mare, il medesimo punto rispetto al livello di massima piena del Fiume AGRI, calcolato come tale
nello studio condotto per conto della MARINAGRI, relativamente il tirante idrico della sezione
d’ingresso all’area in questione, è posto ad una quota di – 60 cm, per cui lo stesso è più basso
rispetto al livello di massima piena, tale affermazione può essere riferita anche ad altri punti ubicati
sempre nell’area oggetto delle indagini, infatti, come facilmente rilevabile dalla documentazione
allegata allo studio di natura idraulica, condotto per conto della MARINAGRI, si ha una pendenza
del piano di campagna che dagli argini oggetto di studio con valore negativo si dirige verso il mare,
ulteriore conferma di quanto affermato la si ottiene dal fatto che la quota del piano di calpestio
della piazzetta dell’HOTEL THALAS assume valore di 1,40 metri circa sul livello medio
del mare, mentre la banchina di attracco delle barche al menzionato Hotel, ha quota di
circa 1,10 metri sempre rispetto al livello medio del mare, per cui si nota come dalla quota
di circa 4,66 metri (sezione di studio n. 1), valore della massima piena del fiume AGRI, si
passa al valore di circa 1,10 metri, si rileva dunque che l’area oggetto delle indagini è
posta a pochi metri dal livello del mare, con valore della quota decrescente a partire dagli
argini del Fiume AGRI fino alla battigia del mare, tale pendenza permette all’eventuale
acqua proveniente dal letto del Fiume AGRI in piena che fuoriesce dagli argini, di
raggiungere in poco tempo, poiché facilitata dalla corografia del territorio, le aree già
edificate, mentre quelle da edificare nel comparto A, posto a ridosso delle arginature,
verrebbero immediatamente inondate.

Ulteriore aspetto di criticità dell’area in questione riguarda la quota alla strada


denominata San Giusto, che assume valore di 3,80 metri, quella che secondo la
perimetrazione originale ed attuale, del PAI Basilicata, delimita l’area ad elevato rischio
idraulico e inondabile con piene aventi tempi di ritorno pari a 200 anni da quella non
oggetto di vincoli, il valore rilevato mette in evidenza che la piazzetta dell’HOTEL
THALAS è posta sotto imposta di circa 2,40 metri e per tale motivo inondabile senza
possibilità di sfogo dell’acqua del fiume se non attraverso il mare il quale dovrebbe essere
in condizioni di calma per favorirne il deflusso.

Alla fine può affermarsi che l’area oggetto di edificazione del Centro Turistico Ecologico
MARINAGRI, è posta fra l’alveo del Fiume AGRI, la spiaggia del mare Ionio e la strada
di San Giusto, nel caso in cui dovesse verificarsi uno straripamento del Fiume AGRI in
piena, le acque invaderebbero l’area in parola poiché posta in pendenza verso il mare, le
stesse acque non troverebbero sfogo se non verso il mare, mentre le vecchie sponde

288
rappresentate dalla citata strada, porterebbero all’inondazione dell’HOTEL THALAS per
un’altezza media di circa 2,40 metri. L’affermazione appena fatta, assume maggiore
risalto poiché le arginature attualmente presenti non garantiscono il franco, rispetto al
livello di massima piena raggiungibile dal fiume AGRI, secondo quanto imposto
dall’ADB alla MARINAGRI.

Considerazioni sulla riperimetrazione proposta dalla MARINAGRI


Durante la stesura del verbale delle SIT rese dall’Ing. Tafuri Vincenzo, sono stati esibiti ed acquisiti
agli atti, tra gli altri, due documenti di particolare valore tecnico-scientifico, questi, sono stati
sottoposti ad un attento esame e studio da parte del CT, che hanno portato a considerazioni di
rilevante importanza sull’aspetto riguardante la sicurezza dell’area oggetto di edificazione.

Dall’Ing. Tafuri è stata esibita una: “Consulenza scientifica per la delimitazione delle aree di
pertinenza fluviale a rischio di inondazioni, relativamente al fiume AGRI”, redatta dalla prof.ssa
Aurelia SOLE del Dipartimento di Ingegneria e Fisica dell’Ambiente dell’Università degli Studi
della Basilicata, commissionata dall’ADB della Basilicata. Nella consulenza, dopo avere studiato
attentamente le caratteristiche morfologiche del fiume AGRI, le sue portate, ed avere indicato la
modellistica idraulica adottata nella perimetrazione delle aree inondabili, s’indicava testualmente
(pag. n. 69 capitolo 7 La perimetrazione delle aree inondabili): … La delimitazione delle aree
inondabili ha interessato il tratto fluviale che si estende dalla sezione trasversale AG1 a quella
ubicata in corrispondenza dell’attraversamento della S.S. 106 Jonica. Questo a causa delle
specificità morfologiche del tratto terminale del fiume in prossimità della foce: infatti, le ridottissime
pendenze che si riscontrano in tale area, hanno a ritenere che un modello idrodinamico
monodimensionale, quale quello utilizzato nel tratto di monte, non potesse fornire risultati
adeguatamente corrispondenti alla realtà. Pertanto, si rimanda la delimitazione delle aree inondabili
del tratto compreso tra l’attraversamento della S.S. n. 106 Jonica e la foce all’applicazione di
adeguati modelli idrodinamici bidimensionali….

Ulteriore documentazione esibita dall’Ing. TAFURI, riguarda la cartografica inerente una proposta
di riperimetrazione dell’area interessata dall’edificazione del Centro Turistico Ecologico Integrato
MARINAGRI, da un attento esame della medesima si rileva che quanto proposto dall’ADB coincide
con quello che è stato riportato sull’istanza presentata dalla MARINAGRI, prolungandone però i
limiti fino al mare. Con detta documentazione salta subito all’occhio, anche alla persona meno
esperta in materia, che lo studio della MARINAGRI, in effetti, è risultato carente
nell’indicare tutti i nuovi limiti della perimetrazione richiesta. Per essere chiari, si ribadisce
che con lo studio anzidetto si chiedeva una riperimetrazione fino ad una sezione indicata
con il numero 6, posta in prossimità degli uffici dell’ITTICA VALDAGRI, oltre tale
sezione fino al mare non s’indicavano i limiti dell’area vincolata dal PAI. Pare dunque
che la MARINAGRI nel proprio studio lasciasse un’area “non classificata”, nel senso che
per circa 1 Km lungo gli argini del fiume AGRI, non s’indicavano i limiti della nuova area
ad elevato rischio idraulico.
Con la citata documentazione cartografica fornita dall’Ing. Tafuri, si rileva che l’ADB ha proposto
una riperimetrazione dell’area in esame che segue quanto richiesto dalla MARINAGRI e prosegue
fino al mare lungo una spezzata che lambisce gli uffici dell’ITTICA VALDAGRI e corre lungo
l’argine nord del canale d’accesso dell’acqua del mare all’interno della laguna della MARINAGRI.

Personalmente il CT, su quanto appena esposto fa rilevare che la MARINAGRI ha proposto una
riperimetrazione con limiti non completamente definiti, che oltretutto, considerata la
corografia dei luoghi interessati (pendenza del terreno dall’argine verso l’area edificata)

289
comporterebbe, anche nell’ipotesi di perfetta tenuta degli argini proposti e perfettamente
realizzati, l’inondazione dell’area edificata ed in corso di edificazione. Ulteriore
considerazione va fatta sulla perimetrazione proposta dall’ADB, in effetti, ad oggi non
esiste un modello matematico calibrato e specifico della foce del fiume AGRI per l’area in
esame (come affermato dalla prof.ssa Aurelia SOLE), per cui ogni possibile
riperimetrazione potrebbe essere inidonea rispetto ai risultati ottenibili con i modelli
matematici appositamente studiati per l’area in esame.

In definitiva giova ricordare che ogni affermazione fatta dal CT si basa sui rilievi plano-
altimetrici degli argini del fiume AGRI eseguiti dallo stesso professionista l’08 febbraio
2008, riguardo, poi, le portate di massima piena, avente tempo di ritorno di 200 anni, della
medesima asta fluviale, sono state prese in considerazione quelle stimate nello studio
condotto per conto della MARINAGRI, tuttavia si ricorda che le stesse sono di circa il
56% più basse rispetto a quelle calcolate dal collega CT dott. Carlo Alberto VAVALA’,
valore quest’ultimo, il cui effetto sull’area in questione potrebbe essere non meno deleterio
di quello verificato a seguito dei necessari ed in corso di esecuzione, studi specifici
riguardanti il tratto terminale della foce dell’AGRI a cura dell’Università della
Basilicata.

I raffronti effettuati dal sottoscritto CT sono stati eseguiti per come già scritto,
confrontando lo stato reale dell’area oggetto d’investigazione con gli studi eseguiti per
conto della MARINAGRI, e permettono di asserire che l’area in questione resta ad alto
rischio idraulico in quanto gli attuali argini in terra del fiume AGRI non hanno l’altezza
imposta dall’ADB all’anzidetta società.

Risposta al secondo quesito posto dal PM

Accerti il CT se l’area di che trattasi è classificata come ad elevato rischio idraulico o si è provveduto
ad una sua riperimetrazione, nel qual caso verifichi la procedura tecnico - amministrativa messa in
atto per l’ottenimento del beneficio

Prima di dare una risposta al presente quesito il CT ritiene opportuno confermare la validità delle
conclusioni riportate in merito sulla relazione di consulenza tecnica depositata in segreteria in data
14 giugno 2007.

Fino all’appena citata data il CT rilevava che l’area di che trattasi era ancora classificata
come ad elevato rischio idraulico per piene aventi tempi di ritorno dei 200 anni e per tale
motivo, nel rispetto dei vincoli imposti dal PAI della Basilicata dette aree erano non solo
inedificabili, ma ne era completamente vietata ogni modifica della corografica (scavi,
riempimenti, ecc.), sempre alla citata data non si era concluso l’iter amministrativo relativo alla
richiesta di riperimetrazione dell’area, lo stesso era da considerarsi aperto, nel senso che quanto
concesso era un beneficio la cui validità e permanenza era da verificare a seguito della realizzazione
di quanto prescritto, ovvero, realizzazione delle arginature così come previste dall’ADB (ulteriore
franco di un metro rispetto a quelle esistenti come da elaborati grafici redatti dal progettista della
MARINAGRI) e relazione biennale (dal 28 maggio 2002) sullo stato delle arginature.

In data 12 febbraio 2008, il CT ha assistito attivamente alla redazione delle SIT rese
dall’Ing.TAFURI, Funzionario dell’ADB della Basilicata, il quale durante l’escussione di quanto
richiesto, ha fornito numerosa documentazione sul procedimento messo in atto e non ancora

290
concluso, per la riperimetrazione dell’area di che trattasi. Prima di ricostruire in maniera puntuale
l’iter seguito, il CT ritiene utile sin d’ora mettere in risalto che quello che sarà descritto trattasi, per
come affermato più volte dal citato Funzionario, di un procedimento amministrativo il quale non è
ancora giunto alla conclusione, nonostante sia stato avviato da circa sei anni, e che troverà la
relativa e naturale definizione finale con l’approvazione della richiesta riperimetrazione, che dovrà
essere riportata sulla relativa cartografia ufficiale dell’ADB.

Procedimento amministrativo messo in atto dalla MARINAGRI, finalizzato


all’ottenimento della riperimetrazione dell’area oggetto di edificazione

In data 22 febbraio 2002, con protocollo n. 235/80°, la MARINAGRI presentava istanza di modifica
alla perimetrazione della fascia di pertinenza del Fiume AGRI, e di soppressione del relativo vincolo,
per l’insediamento turistico della Società MARINAGRI S.P.A..

In data 27 febbraio 2002, con Determinazione Dirigenziale recante protocollo n.80/2002/D.05 si


nominava la Commissione di Valutazione prevista dall’articolo n.24 delle NTA del PAI Basilicata.

In data 19 marzo 2002, si riuniva detta Commissione, la quale dopo avere esaminato la
documentazione presentata dalla MARINAGRI, ne richiedeva l’integrazione con opportuna
documentazione tecnica, nella stessa occasione, la Commissione confermava la valutazione
preliminare espressa con nota del 21 gennaio 2002 con protocollo n. 55/714 da parte dell’ADB.
L’appena citata nota si riferisce ad una richiesta inoltrata dalla MARINAGRI all’ADB, in data 14
gennaio 2002 (medesima data di pubblicazione del PAI Basilicata), relativa ad un parere istruttorio
preliminare sulla fattibilità dell’insediamento turistico in località Policoro Marina, al quale è stata
data risposta favorevole con la nota in questione a firma dell’Ing. Vita Michele, segretario generale
dell’ADB. C’è da dire che la menzionata missiva era conseguenza di una relazione firmata dall’Ing.
Vincenzo Tafuri dell’ADB, redatta dopo un sopralluogo datato 16/01/2002, sull’area interessata,
eseguito dallo stesso funzionario, dalla professoressa Aurelia Sole dell’Università della Basilicata e
dall’Ing. VALANZANO Antonio, anch’egli dell’ADB. Nella relazione oltre ad esprimere parere
preliminare favorevole si aggiungeva … Il parere definitivo è subordinato alla attivazione delle
procedure di rettifica della fascia inondabile in destra idraulica del fiume AGRI, secondo quanto
espressamente previsto dall’articolo 24 della normativa di attuazione del Piano Stralcio per l’assetto
ideologico dell’Autorità di Bacino della Basilicata, che ad ogni buon fine si allega in copia al
presente parere istruttorio preliminare.
In data 03 maggio 2002, dopo che la MARINAGRI aveva proceduto alla trasmissione della richiesta
documentazione integrativa, la commissione tecnica dell’ADB ritenendo ammissibile la proposta di
variante al PAI, ne imponeva alcune prescrizioni, che nello specifico si traducevano in: 1) Imporre
la previsione di un ulteriore franco idraulico minimo delle arginature esistenti nella misura di un
metro e la continua manutenzione delle stesse; 2) Imporre alla società MARINAGRI di sottoporre
alla valutazione della Autorità Interregionale di Bacino della Basilicata, con cadenza biennale, una
relazione sullo stato delle arginature esistenti e da realizzare, pena la revoca delle autorizzazioni
concesse.
In data 28 maggio 2002 con Delibera n. 9 del Comitato istituzionale dell’ADB si recepiva e si
autorizzava, con le citate prescrizioni, quanto richiesto dalla MARINAGRI.
In data 01 marzo 2005 la MARINAGRI trasmetteva la prima relazione sullo stato delle arginature.
In data 09 marzo 2007 la citata società trasmetteva la seconda relazione sullo stato delle arginature.
In data 29 maggio 2007, la MARINAGRI, comunicava che stava ottemperando alle prescrizioni di
cui alla Delibera del 29/05/2005(?).

291
In data 08 giugno 2007 comunicava che entro 20 giorni avrebbe provveduto alla trasmissione della
documentazione fotografica e topografica degli argini realizzati.
In data 14 giugno 2007, la MARINAGRI trasmetteva l’elenco documentale sui lavori eseguiti.
In data 20 giugno 2007, l’Ing. TAFURI Vincenzo e l’Ing. BISCIONE Antonio, entrambi dell’ADB
eseguivano un sopralluogo sugli argini eseguiti dalla MARINAGRI, rilevandone però
l’inconsistenza, per cui ne richiedevano la stabilizzazione imponendo l’esecuzione dei lavori entro il
31 ottobre 2007. Dal 20 giugno 2007, non sono stati eseguiti altri sopralluoghi ne tanto meno delle
verifiche a cura dell’ADB sulle arginature in esame.
In data 10 luglio 2007, il comitato tecnico recepiva quanto riportato sul verbale di sopralluogo
effettuato in data 20 giugno, tuttavia non rilevava le prescrizioni inerenti la stabilizzazione delle
arginature entro il 31 ottobre 2007.
In data 20 luglio 2007, il Comitato Istituzionale approvava l’aggiornamento per l’anno 2007 della
cartografia allegata al PAI, il quale diveniva ufficiale il 13 agosto successivo con la pubblicazione
sulla Gazzetta Ufficiale Italiana, senza però riperimetrare l’area interessante la MARINAGRI.
Per essere più diretti si può affermare che l’iter amministrativo messo in atto dalla
MARINAGRI per l’ottenimento della riperimetrazione dell’area oggetto di edificazione
del Centro Turistico Ecologico Integrato MARINAGRI, ha avuto inizio il 22 febbraio
2002, attualmente non si è concluso poiché resta da verificare lo stato di consistenza delle
arginature realizzate, così come riportato sul verbale di sopralluogo datato 20 giugno
2007, a seguito di ciò si dovrebbe giungere alla riperimetrazione della foce del fiume AGRI e di
conseguenza alla redazione della nuova cartografia indicante i limiti dell’area interessata dalle
inondazioni per piene aventi tempi di ritorno di 200 anni. Ad oggi l’area su cui sorge il progetto
MARINAGRI, pur essendo oggetto di profonde modifiche, è interessata dai vincoli
imposti dal PAI Basilicata, le cui norme attuative la rendono del tutto immodificabile e
di conseguenza inedificabile. Ogni attività edilizia eseguita sull’area in parola pur se già
oggetto di Titolo Abilitativo all’edificazione (Permesso di Costruire o D.I.A.), è stata ed è
del tutto illegittima per cui quanto sopra realizzato è da ritenere opera abusiva secondo
quanto previsto dall’articolo n. 44 del D.P.R. n. 380/2001 già articolo n. 20 L. 47/85. Giusto
per ribadire, i vincoli imposti dal PAI, a partire dal 14 gennaio 2002, gravano su ogni tipologia di
strumento urbanistico, sia esso generale che di dettaglio, sono del tutto inderogabili se non si
provvede ad una riperimetrazione dell’area interessata, nel rispetto delle regole imposte dalle
relative Norme Attuative. Dalla data del 14 gennaio 2002, le uniche opere realizzabili erano quelle
già oggetto di Titolo Abilitativo all’edificazione ovviamente non in possesso della MARINAGRI
poiché il PPE “Foce AGRI”, non è assolutamente un Titolo Abilitativo ma uno strumento
urbanistico di dettaglio.

Nel citato procedimento amministrativo non vanno inclusi: 1) la missiva del 14 gennaio 2002
scritta dalla MARINAGRI e indirizzata all’ADB, finalizzata all’acquisizione di un parere
preliminare sulla fattibilità del progetto in questione; 2) il successivo e conseguente sopralluogo del
16 gennaio 2002, nonché il relativo verbale datato 18 gennaio 2002, infine, la missiva, datata 21
gennaio 2002, scritta dall’Ing. VITA Michele, segretario generale dell’ADB, quale risposta alla
richiesta della MARINAGRI, attraverso la quale si attesta la prefattibilità del progetto in questione,
le tappe appena descritte non fanno parte del procedimento amministrativo da mettere in atto per la
riperimetrazione di un’area vincolata dal PAI Basilicata, per cui ogni atto consequenziale non ha
valore legale.

Poiché la MARINAGRI non ha provveduto alla redazione, con cadenza biennale della relazione
sullo stato delle arginature (prima relazione trasmessa dopo 2 anni e 9 mesi), a parere del CT il
procedimento amministrativo doveva interrompersi il giorno successivo al 27 maggio 2004, non

292
appena scadeva la tempistica imposta con la Delibera n. 9 del 28 maggio 2002, in tale data
all’istanza di riperimetrazione bisognava dare parere negativo ed eventualmente avviare una nuova
procedura su ulteriore istanza della MARINAGRI”.

In data 11.6.2007, il Comune di Policoro, con nota n.12911, a firma dell’Ing. Leonardo
COLLETTA, dirigente del 3^ settore – Servizio Urbanistica, indirizzata all’ADB della
Basilicata, scrive:
“Con riferimento al Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico interessante il territorio
di questo Comune, si richiede se la variante approvata con deliberazione dell’Autorità di Bacino n.9
del 28.05.2002, relativa agli areali interessati dagli insediamenti della società MARINAGRI di
Policoro, sia o meno operativa. Quanto sopra viene richiesto in quanto dagli elaborati cartografici,
rimessi a questo Comune da Codesta Autorità di Bacino, non risulta aggiornata la perimetrazione
delle aree a rischio di inondazione a seguito della approvazione della predetta variante”.

Con nota 1490/8002 del 11.6.2007, l’ADB della Basilicata risponde all’Ing. COLLETTA
Leonardo del Comune di Policoro come segue:
“In riferimento all’oggetto si evidenzia che con delibera n.9 del 28.05.2002 il Comitato
Istituzionale dell’Autorità di Bacino della Basilicata approvava con prescrizioni
l’istanza di che trattasi. In considerazione delle prescrizioni contenute nel verbale della
commissione tecnica nominata per la valutazione della istanza relative all’adeguamento
delle arginature esistenti, al fine di conseguire ulteriori margini di sicurezza, non è stato
possibile procedere all’aggiornamento delle fasce fluviali . Solo successivamente alla
esecuzione delle opere prescritte si intenderà definitivamente concluso l’iter procedurale e
si potrà procedere alla riperimetrazione delle fasce di pertinenza fluviale”.

Pertanto, la procedura messa in atto dalla MARINAGRI S.p.a. per la riperimetrazione


delle aree, sulle quali, tra le altre, insistono le opere ammesse a finanziamento da parte del
C.I.P.E., risulta essere disseminata da plurime illegittimità. Allo stato, le aree in questione
risultano essere sottoposte a vincolo di inedificabilità in quanto classificate dal PAI
Basilicata a rischio idrogeologico elevato in quanto inondabili. La procedura di
riperimetrazione del PAI Basilicata per quanto attiene le aree della MARINAGRI, pur
volendosi ritenere valida la delibera n.9 del 28.5.2002, risulta essere terminata per la
società in data 28.5.2004, per via della mancata adozione delle prescrizioni imposte con la
stessa delibera. I successivi atti eseguiti dalla MARINAGRI e dagli uffici dell’ADB
Basilicata, risultano essere illegittimi in quanto la MARINAGRI avrebbe dovuto presentare
una nuova istanza di riperimetrazione ai sensi dell’art.24 delle norme di attuazione del
PAI. Pur volendosi, altresì, ritenere corretta la procedura adottata a partire dal 28.5.2004, la
società dava inizio all’adozione delle prescrizioni imposte con la delibera n.9 del 28.5.2002,
solo nel giugno 2007 ed in maniera difforme a quanto prescritto essendo, dai rilievi
effettuati dal CT MARASCIO, gli argini eseguiti più bassi di quelli prescritti e soprattutto
non adeguati al fine di evitare l’inondabilità delle aree edificate (esponendosi a rischio
assai elevato l’incolumità e la sicurezza pubblica). Infatti, l’area riperimetrata così come
richiesto dalla MARINAGRI, è sottoposta, comunque, al rischio di inondazione in caso di
esondazione del fiume AGRI, per via del fatto che gli argini previsti dalla società non
delimitano tutta l’area ma solo le opere edili in costruzione da parte della stessa, lasciando
aperta “una porta” attraverso la quale per la pendenza cui è sottoposta l’area, tutte le
opere che insistono sulla stessa sono inondabili. A tal proposito il CT MARASCIO indica:
“…..OMISSIS. la MARINAGRI ha proposto una riperimetrazione con limiti non
completamente definiti, che oltretutto, considerata la corografia dei luoghi interessati

293
(pendenza del terreno dall’argine verso l’area edificata) comporterebbe, anche nell’ipotesi
di perfetta tenuta degli argini proposti e perfettamente realizzati, l’inondazione dell’area
edificata ed in corso di edificazione. Ulteriore considerazione va fatta sulla
perimetrazione proposta dall’ADB, in effetti, ad oggi non esiste un modello matematico
calibrato e specifico della foce del fiume AGRI per l’area in esame (come affermato dalla
prof.ssa Aurelia Sole), per cui ogni possibile riperimetrazione potrebbe essere inidonea
rispetto ai risultati ottenibili con i modelli matematici appositamente studiati per l’area
in esame…..” .
Da tale ultimo aspetto deriva anche l’ulteriore illegittimità della delibera n.9 del 28.5.2002
ed il parere favorevole concesso dal Comitato Tecnico in data 3.5.2002, nonché del
Comitato Tecnico del 10.7.2007 laddove si è dato parere favorevole alla riperimetrazione
dell’area sulla base di argini non adeguati, per via della mancanza di uno studio
appropriato relativo alle arginature che vanno dalla sezione denominata con il numero 6
fino al mare. Altresì, si rileva che tali arginature non potevano, tra l’altro, neanche essere
adeguatamente previste per via della mancanza di uno studio adeguato tale da
interpretare il possibile comportamento della foce del fiume AGRI.
Da quanto rilevato dal CT MARASCIO, inoltre, gli argini attualmente presenti lungo l’area
interessata dalle edificazioni della MARINAGRI sono mediamente più bassi di quelli
imposti dall’ADB con la delibera n.9 del 28.5.2002, di 40 cm, con una forbice che va da 15
cm ad 1 metro. In merito, il CT rilevava che se si volesse ammettere che gli argini in
questione siano stati effettivamente sopraelevati secondo quanto previsto dall’ADB, di 1
metro, ciò farebbe emergere la circostanza secondo la quale gli argini indicati nello studio
depositato dalla MARINAGRI e redatto da VITALE Marco, erano più alti di quelli
realmente esistenti mediamente di 40 cm, con una forbice che va da 15 cm ad 1 metro,
facendo emergere la falsità dei dati indicati nella relazione idraulica. A tal proposito il CT
MARASCIO rileva:
“………………………………………….OMISSIS…………………………………………
- in numerosi punti, gli argini realizzati hanno altezza minore di quella imposta dall’ADB alla
MARINAGRI, i valori vanno dai 15 centimetri fino ad oltre un metro, lungo tutto il fronte,
interessato dalle arginature, avente estensione di circa 2,43 Km, si ha un’altezza minore di quella
imposta, che in media assume valore di circa 40 cm, tale differenza comporta un ammanco di
arginature per una superficie totale dell’ordine dei 1130 m2;
- i lavori che hanno portato all’aumento di altezza delle arginature hanno avuto inizio certamente
dopo l’1 giugno 2007, data dell’ultima visita del CT, per cui fino a quel momento gli argini erano
ancora più bassi, e nell’ipotesi in cui gli stessi siano stati oggetto di un rialzo dell’ordine del metro,
così come imposto dall’ADB, fino al citato periodo l’arginature avevano altezza media di 40 cm più
basse rispetto a quelle dichiarate nello studio redatto per conto della
MARINAGRI……………..OMISSIS”.

Si rileva un ulteriore dato non corrispondente alla realtà e relativo alla portata massima
del fiume AGRI che sarebbe stata sottostimata di circa il 56%, secondo quanto rilevato
dallo studio effettuato dal CTU dr. VAVALA’.

A seguito di tutto quanto indicato si evidenzia, pertanto, il grave rischio a cui sono
sottoposte le aree dove sono in corso di edificazione (alcune già terminate) le opere della
MARINAGRI. Quanto indicato, infatti, sottopone a grave pericolo le persone e le cose
presenti all’interno del complesso turistico. In merito il CT MARASCIO, osserva:
“Ulteriori dati rilevati e riguardanti alcuni luoghi posti nell’area oggetto d’investigazione mettono
in risalto che un punto posto in prossimità delle vasche utilizzate per l’allevamento dei pesci da

294
parte dell’ITTICA VALDAGRI, ha quota di circa 4 metri e cinque centimetri rispetto al livello
medio del mare, il medesimo punto rispetto al livello di massima piena del Fiume AGRI, calcolato
come tale nello studio condotto per conto della MARINAGRI, relativamente il tirante idrico della
sezione d’ingresso all’area in questione, è posto ad una quota di – 60 cm, per cui lo stesso è più
basso rispetto al livello di massima piena, tale affermazione può essere riferita anche ad altri punti
ubicati sempre nell’area oggetto delle indagini, infatti, come facilmente rilevabile dalla
documentazione allegata allo studio di natura idraulica, condotto per conto della MARINAGRI, si
ha una pendenza del piano di campagna che dagli argini oggetto di studio con valore
negativo si dirige verso il mare, ulteriore conferma di quanto affermato la si ottiene dal
fatto che la quota del piano di calpestio della piazzetta dell’Hotel Thalas assume valore
di 1,40 metri circa sul livello medio del mare, mentre la banchina di attracco delle barche
al menzionato Hotel, ha quota di circa 1,10 metri sempre rispetto al livello medio del
mare, per cui si nota come dalla quota di circa 4,66 metri (sezione di studio n. 1), valore
della massima piena del fiume AGRI, si passa al valore di circa 1,10 metri, si rileva
dunque che l’area oggetto delle indagini è posta a pochi metri dal livello del mare, con
valore della quota decrescente a partire dagli argini del Fiume AGRI fino alla battigia del
mare, tale pendenza permette all’eventuale acqua proveniente dal letto del Fiume AGRI in
piena che fuoriesce dagli argini, di raggiungere in poco tempo, poiché facilitata dalla
corografia del territorio, le aree già edificate, mentre quelle da edificare nel comparto A,
posto a ridosso delle arginature, verrebbero immediatamente inondate.

Ulteriore aspetto di criticità dell’area in questione riguarda la quota alla strada denominata San
Giusto, che assume valore di 3,80 metri, quella che secondo la perimetrazione originale ed attuale,
del PAI Basilicata, delimita l’area ad elevato rischio idraulico e inondabile con piene aventi tempi di
ritorno pari a 200 anni da quella non oggetto di vincoli, il valore rilevato mette in evidenza che
la piazzetta dell’Hotel Thalas è posta sotto imposta di circa 2,40 metri e per tale motivo
inondabile senza possibilità di sfogo dell’acqua del fiume se non attraverso il mare il
quale dovrebbe essere in condizioni di calma per favorirne il deflusso.

Alla fine può affermarsi che l’area oggetto di edificazione del Centro Turistico Ecologico
MARINAGRI, è posta fra l’alveo del Fiume AGRI, la spiaggia del mare Ionio e la strada
di San Giusto, nel caso in cui dovesse verificarsi uno straripamento del Fiume AGRI in
piena, le acque invaderebbero l’area in parola poiché posta in pendenza verso il mare, le
stesse acque non troverebbero sfogo se non verso il mare, mentre le vecchie sponde
rappresentate dalla citata strada, porterebbero all’inondazione dell’Hotel Thalas per
un’altezza media di circa 2,40 metri. L’affermazione appena fatta, assume maggiore
risalto poiché le arginature attualmente presenti non garantiscono il franco, rispetto al
livello di massima piena raggiungibile dal fiume AGRI, secondo quanto imposto
dall’ADB alla MARINAGRI…..OMISSIS”

I sodali VITALE Vincenzo e Marco, nonché tutti coloro (magistrati e pubblici ufficiali) che
hanno contribuito con la loro condotta a consentire la realizzazone quasi completa del
complesso turistico, erano ben consapevoli della situazione di inedificabilità delle aree
perché inondabili e del rischio elevato cui è sottoposta l’intera zona e che hanno messo in
atto ogni azione ed omissione pur di determinare l’adozione di atti e documenti finalizzati
a dissimulare situazioni non corrispondenti alla realtà (quali lo studio idraulico redatto dal
VITALE Marco e trasmesso all’ADB Basilicata e gli atti prodotti al fine dell’ammissione al
finanziamento CIPE). La piena coscienza dello stato dei fatti emerge anche sia dal
telegramma con il quale VITALE Vincenzo chiede a BUBBICO Filippo il blocco della

295
pubblicazione del PAI., sia dalla richiesta di riperimetrazione presentata e mai conclusa,
sia dalla comunicazione alla società della delibera n.9 del 28.5.2002, con la quale si
imponevano le prescrizioni più volte indicate e sia dalla trasmissione da parte dell’ADB
del verbale di sopralluogo con il quale si impongono nuove prescrizioni per gli argini non
eseguiti in maniera corretta.
Il VITALE Marco in particolare:
- redige lo studio idraulico allegato alla richiesta di riperimetrazione;
- è direttore dei lavori della MARINAGRI, nonché il progettista delle opere,
per tali motivi, quindi, è consapevole del mancato rispetto delle prescrizioni imposte dal
PAI e che l’area non è stata mai riperimetrata e quindi a rischio idrogeologico. Nonostante
tutto però certifica che l’area e le opere godono dei requisiti della cantierabilità e che
possiedono tutti i requisiti previsti dalla normativa edilizia e urbanistica, dichiarazione,
per quanto emerso, mendace. Tali certificazioni permettono alla MARINAGRI di accedere
alla contrattazione programmata e ottenere la prima tranche dei finanziamenti pubblici
ammessi.
Analoga consapevolezza dell’inedificabilità dell’area è ravvisabile nei confronti dei
funzionari, dei tecnici e del Sindaco del Comune di Policoro, i quali emettono i titoli
abilitativi idonei e necessari alla costruzione delle opere nella MARINAGRI e, quindi,
all’ottenimento dei fondi pubblici, risultati, per quanto indicato tutti illegittimi. Tale
coscienza e volontà di emettere i titoli illegittimi emerge sia dal fatto che le cartografie in
possesso del Comune riportano l’area sottoposta a vincolo e solo queste fanno fede, sia dal
fatto che un rappresentante del Comune di Policoro, ovvero prima l’Ing. VICECONTE
Felice (nella riunione del 19.3.2002) e poi il geom. AGRESTI ha partecipato al Comitato
Tecnico del 3.5.2002 nel corso del quale venivano imposte le prescrizioni alla MARINAGRI
ed il limite di due anni per darvi seguito, sia dall’invio da parte del Comitato Istituzionale
della delibera n.9 del 28.5.2002 con le prescrizioni imposte dal comitato tecnico, nonché
dalla nota n.1490/8002 del 11.6.2007 dell’ADB Basilicata inviata a seguito della nota n.
12911 del 11.6.2007 a firma dell’Ing. COLLETTA Leonardo, dirigente del 3^ Settore del
Servizio Urbanistica del Comune di Policoro.

La richiesta del Comune di Policoro all’ADB interviene dopo le visite effettuate, in data
29.4.2007 e 1.6.2007 dal CT Ing. MARASCIO sia presso gli uffici del citato Comune e sia
presso l’ADB, il quale aveva rilevato che le cartografie in possesso del Comune allegate
alle pratiche della MARINAGRI riportavano l’area sottoposta a vincolo di inedificabilità,
nonostante però erano stati emessi a favore della società i titoli abilitativi a costruire.

Rilevante è, poi, il ruolo dei vertici della Regione Basilicata (ed in particolare da parte dei
presidenti pro-tempore DE FILIPPO e BUBBICO) nell’adottare procedure illecite per
consentire la riperimetrazione delle aree della MARINAGRI, al fine di far proseguire il
progetto della MARINAGRI e far ottenere a quest’ultima ingenti finanziamenti pubblici.
L’entrata in vigore del PAI rendeva inedificabile l’area su cui doveva sorgere la
MARINAGRI, non permettendo alla stessa società di poter accedere ai fondi pubblici del
C.I.P.E.. Tale ostacolo veniva, in un primo momento, superato attraverso delle
certificazioni circa l’immediata cantierabilità del progetto, fornite dal Sindaco del Comune
di Policoro al Ministero dello Sviluppo Economico e, successivamente, attraverso
un’illegittima autorizzazione alla riperimetrazione del PAI ad opera del comitato
istituzionale presieduto dall’arch. Filippo BUBBICO, presidente pro tempore della Regione
Basilicata. Tale parere illegittimamente positivo è da ricollegare al telegramma del 2002
VITALE-BUBBICO, che induce ad un intervento di quest’ultimo in favore della

296
MARINAGRI al fine di sanare l’insormontabile ostacolo frapposto al progetto della società
dai vincoli del PAI.

Si è quindi accertato che i titoli abilitativi all’edificazione emessi a favore della


MARINAGRI S.p.a. e delle sue controllate, nonché gli ulteriori atti posti in essere, sono
tutti illegittimi, motivo per il quale risultano illegittime tutte le edificazioni ad oggi
effettuate nella MARINAGRI. In merito a quest’ultimo punto il CT ha affermato che: “Le
costruzioni edilizie fin qui realizzate dalla MARINAGRI S.p.A. sono frutto di Atti Amministrativi
illegittimi per i quali la Cass. Pen. Sez. III, sent. del 3 febbraio 2003, n. 4877 (c.c. 18/02/2002) ha
definito che: in caso di costruzione edilizia realizzata in presenza di atto amministrativo
illegittimo ma in contrasto con la Normativa urbanistico-edilizia, si configura il reato di
cui all’art. 20 della legge 28 febbraio 1985, n. 47 (ora art. n. 44 del D.P.R. n. 380/2001), nelle
diverse ipotesi di cui alle lettere a), b) e c) in relazione al differente grado di offensività e
con riferimento alla distinzione tra difformità totale e parziale e tra opere eseguite in
zone soggette o meno a vincolo. Nel caso trattato nella presente relazione di consulenza, si
parlerà di reato più grave poiché si tratta di difformità totale alla Normativa Urbanistico-edilizia sia
a livello regionale che nazionale, e perché le aree in oggetto sono soggette ai vincoli paesaggistici di
cui al PTPM…” . Ad oggi, l’entità del finanziamento pubblico erogato risulta pari ad oltre
5 milioni di euro. A tal proposito, si evidenzia che poco prima del sequestro ancora in atto
disposto dalla Procura della Repubblica di Catanzaro risultava che la società aveva
depositato alla banca concessionaria la richiesta di erogazione della seconda parte dei
finanziamenti.

Finanziamento approvato con delibera C.I.P.E. 135/2002 del 19.12.2002 a


favore del CONSORZIO COSTA D’ORO.

Con riferimento alla ricostruzione dell’iter amministrativo inerente l’ammissione alla


contrattazione programmata per l’ottenimento dei finanziamenti pubblici da parte del
CONSORZIO COSTA D’ORO ed in particolare dalla MARINAGRI S.p.a. ed alla
successiva fase avviata a seguito della delibera C.I.P.E. n.135 del 19.12.2002 e successive
modifiche ed integrazioni, con la quale il predetto Consorzio veniva ammesso a
finanziamento, si riporta quanto segue.

Il CONSORZIO COSTA D’ORO S.c.a.r.l. con sede in Pisticci (MT), Contrada Lido di
Macchia, ha un capitale sociale interamente versato pari ad Euro 12.240,00 è iscritto al
Registro delle Imprese di Matera, R.E.A. n°64365, Codice Fiscale n°00672550779. Risulta
costituito in data 25/3/1998 con rogito notarile del Dr. Nicola Madio rep. 26943, registrato
a Matera il 7/4/1998. Il Presidente del Consorzio risulta essere il rag. Antonio
Ammendola; il Vice Presidente dello stesso risulta essere, con atto del 28.04.2005 VITALE
Marco. Il predetto, dal 12.2.2001, risulta essere anche Presidente del C.d.A. In tali vesti
firmerà numerosi atti inerenti il contratto di programma, incluse le perizie giurate, di
immediata cantierabilità dell’opera.

Alla contrattazione programmata ed ai finanziamenti, inizialmente, veniva ammesso il


soggetto giuridico MARINAGRI S.p.a.. A seguito di conferimenti di rami d'azienda è
variato il soggetto beneficiario MARINAGRI S.p.a. ed infatti la realizzazione delle
iniziative previste dal Contratto di Programma in capo alla MARINAGRI S.p.A. e
precisamente l'Hotel Thalas, il Porto Akiris ed il Villaggio IOS, verranno realizzate dalla
MARINAGRI Resort S.r.l. poi S.p.a. (Hotel Thalas e Porto Akiris) e dalla MARINAGRI
297
Village S.r.l. poi S.p.a. ( Villaggio IOS ) alle quali la MARINAGRI S.p.A ha conferito,
all'atto della loro costituzione avvenuta in data 17 luglio 2003, i rami d'azienda
comprendenti i terreni destinati alla realizzazione delle iniziative agevolate.

L’Ufficio B5/MCS del Ministero Attività Produttive, sulla base dell'esito positivo
dell'esame svolto dalla Banca sui progetti esecutivi presentati e sulla sussistenza dei
requisiti soggettivi ed oggettivi previsti nei casi di subentro così come previsto dal punto
5.9 della Circolare Turismo n.900516 dei 13 dicembre 2000, tenuto conto, inoltre, che con
verbali di assemblea ordinaria del 14 giugno 2004 la MARINAGRI Resort S.r.l. e la
MARINAGRI Village S.r.l hanno assunto tutti gli impegni, autorizzazioni, diritti e obblighi
derivanti dal subentro nella concessione delle agevolazioni previste dal Contratto di
Programma, ha confermato nei confronti dei nuovi soggetti, MARINAGRI Resort S.r.l. e
MARINAGRI Village S.r.l., le agevolazioni previste a favore della MARINAGRI S.p.A. per
la realizzazione delle iniziative sopra richiamate.

Di seguito verranno riportati i dati relativi alle nuove società destinatarie delle
agevolazioni:

MARINAGRI RESORT s.r.l.


Denominazione : MARINAGRI RESORT s.r.l.:
- sede legale: 75025 Policoro (MT) Via San Giusto, Località Torre Mozza;
- data atto costitutivo: 17/07/03;
- data termine attività: 31/12/2030;
- capitale sociale: €.7.638.834 di cui versato 6.138.834;
- P.IVA: n.01087670772;
- compagine sociale: 79,56% MARINAGRI S.p.A., 20% Italia Navigando S.p.A. e 0,44
MARINAGRI Real Estate S.p.a..

MARINAGRI VILLAGE s.r.l.


Denominazione: MARINAGRI VILLAGE s.r.l.:
- sede legale: 75025 Policoro (MT) Via San Giusto, Località Torre Mozza;
- data atto costitutivo: 17/07/03;
- data termine attività: 31/12/2030;
- capitale sociale: €.3.734.972 di cui versato 2.734.972;
- P.IVA: n.01087680771;
- compagine sociale: 100% MARINAGRI S.p.A.

Dalla relazione istruttoria della banca convenzionata Intesa Mediocredito risulta che la
società è stata costituita il 21/6/1993 con la denominazione “Energia Basilicata s.r.l.”,
trasformata in società per azioni con la denominazione di MARINAGRI S.p.A in data
31/12/1995 .
La società ha per oggetto, tra l’altro, la gestione di attività ed imprese nel settore turistico
alberghiero. L’attuale compagine sociale è formata da:
- ITTICA VALDAGRI S.p.A. (66,6%), società operante dal 1972 nel settore degli
allevamenti ittici e, dal 1983, in progetti di cooperazione internazionale (UE, FAO) per lo
sviluppo della pesca; si tratta della società che ha ideato gli investimenti in esame,
costituendo la MARINAGRI tramite lo scorporo, dal proprio patrimonio, dei terreni sui
quali saranno realizzate le iniziative; il socio di riferimento della ITTICA VALDAGRI è la
famiglia VITALE, che ne controlla il 60% del capitale azionario;

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- NATUZZI CASA S.p.A. (30%), società attraverso la quale, dal 1999, la famiglia Natuzzi, a
capo dell’omonimo gruppo leader nel settore dei divani, ha deciso di investire nel settore
turistico;
- SVEVIAPOL s.r.l. (3,3%), società leccese operante nei servizi di vigilanza e sicurezza, che
detiene anche il 20% delle azioni della ITTICA VALDAGRI;
- ZORES s.r.l.;
- EDIL.CO S.r.l..

A seguito di visure alla banca dati Infocamere è stato possibile accertare che:
⇒ L’ITTICA VALDAGRI S.p.a. controlla la MARINAGRI S.p.a.;
⇒ L’ITTICA VALDAGRI S.p.a. (cap. soc. €.2.961.158,88) è controllata attraverso la
detenzione del 59.7% del capitale sociale, pari ad €.1.767.109,92, dalla SJCI S.p.a.;
⇒ la SJCI S.p.a. (cap. soc. €.942.772,00) è controllata attraverso la detenzione del 79,64% del
capitale sociale, pari ad €.750.794,00 dalla ZORES S.r.l.;
⇒ la ZORES S.r.l. (cap. soc. €.78.000,00) è controllata totalmente dalla famiglia VITALE, nel
seguente modo:
• VITALE Vincenzo: €.46.000,00;
• VITALE Marco: €. 8.000,00;
• VITALE Alessandro: €. 8.000,00;
• VITALE Francesco: €. 8.000,00;
• VITALE Ivano: €. 8.000,00.

Pertanto la famiglia VITALE, a mezzo della holding di famiglia la ZORES S.r.l., grazie alla
catena di controllo indicata, con un piccolo capitale controlla la MARINAGRI S.p.a. e le
sue controllate (MARINAGRI Resort S.p.a. e MARINAGRI Village S.p.a.), destinatarie
degli ingenti finanziamenti pubblici indicati. A tal proposito, si segnala che tra i soci della
ZORES S.r.l. vi è VITALE Marco, Direttore dei lavori del progetto MARINAGRI, nonché
progettista e professionista che grazie alle sue certificazioni e perizie ha permesso alla
MARINAGRI S.p.a. di accedere alla contrattazione programmata ed ottenere un
finanziamento del C.I.P.E. pari ad €.25.849.000,00 ed alla MARINAGRI RESORT la
percezione di fondi (al febbraio 2007) pari a €. 5.324.996,66.

In data 17 luglio 2003 sono state costituite le nuove società che avrebbero realizzato gli
interventi, la MARINAGRI RESORT s.r.l. e la MARINAGRI VILLAGE s.r.l.. Alle due
società sono stati conferiti, all’atto della costituzione, i rami d’azienda comprendenti i
terreni destinati, rispettivamente, alla realizzazione dell’Hotel Thalas e del PORTO
AKIRIS ed alla costruzione dello IOS VILLAGE. Con verbali di assemblea ordinaria del
14/5/04, le società hanno assunto tutti gli impegni, autorizzazioni, diritti e obblighi
derivanti dal subentro nella concessione delle agevolazioni previste dal Contratto di
Programma.

Nell’assemblea del Consiglio di Amministrazione della MARINAGRI S.p.a. del 15.3.2003,


viene deliberato, tra l’altro, di costituire società di scopo per aree di business ed un
consorzio condominiale.
In tale sede veniva approvata la perizia giurata ex art.2423 c.c. del ramo aziendale del
Comparto B (valore peritale pari ad € 3.500.893,00) eseguita dall’esperto nominato dal
Tribunale di Matera e veniva deliberato di conferire tale ramo aziendale nella partecipata
MARINAGRI S.r.l. a fronte di aumento del capitale sociale pari al valore del ramo
aziendale conferitole.

299
Inoltre dando seguito a quanto deliberato nell’assemblea del 11.1.2003, veniva deliberato
di dare ampio mandato al presidente VITALE Vincenzo per la messa in opera di tutti gli
adempimenti necessari e conseguenti, tra i quali la nomina di un esperto per la
valutazione dei rami d’azienda da conferire nelle costituende società di diretta
emanazione, nonché la nomina delle cariche sociali, la definizione degli statuti sociali, la
costituzione e partecipazione anche in qualità di socio unico, della MARINAGRI S.p.a.
nelle seguenti società:
- MARINAGRI Harbour S.r.l., per la realizzazione e la gestione del porto
turistico;
- MARINAGRI Resort S.r.l., per la realizzazione e la gestione della struttura
alberghiera rientrante nel contratto di programma;
- MARINAGRI Village S.r.l., per la realizzazione e gestione del villaggio
turistico rientrante nel contratto di programma;
- Consorzio Condominiale MARINAGRI S.c.a.r.l. per la gestione dei diversi
servizi comuni (manutenzione, tecnologici, ambientali, ecc.) indispensabili per il
funzionamento del complesso.

A seguito di tale deliberazione, in data 5.6.2003 la MARINAGRI S.p.a. con nota a firma di
VITALE Vincenzo, chiede al Presidente del Tribunale di Matera la nomina di un esperto
per la stima dei beni oggetto di futuro conferimento.

In data 16.6.2003, il Presidente del Tribunale di Matera, dr.ssa GRANESE Iside, nomina il
dr. MOLINARI Vincenzo da Matera.

In data 26.6.2003, con nota a firma del presidente della MARINAGRI S.p.a. (VITALE
Vincenzo), si comunicano i dati relativi al ramo di azienda da valutare al perito nominato
dal Tribunale di Matera. In tale nota viene richiesta la stima relativa a specifici rami
aziendali da conferire in due distinte società di nuova costituzione, come segue:
1. Ramo aziendale “Sub Comparto C Ricettivo Portuale”
Attività in corso di realizzazione del porto turistico Akiris ed annessi servizi residenziali ed una
strutturale alberghiera. L’intervento è interessato da assegnazione di risorse finanziarie a fondo
perduto del C.I.P.E. (deliberazione n.135 del 19.12.2002) nell’ambito dell’istituto della
“contrattazione programmata”;
2. Ramo aziendale “Sub Comparto A”
Attività in corso di realizzazione di un villaggio turistico “IOS VILLAGE”. Anche detto intervento
è interessato da assegnazione di risorse finanziarie a fondo perduto ex deliberazione C.I.P.E. n.135
del 19.12.2002.

Tutti i terreni per i quali si richiedeva la valutazione, sia per il Comparto A che per il C,
venivano identificati come edificabili.

Il dr. MOLINARI Vincenzo, in data 11.7.2003 asseverava con giuramento la perizia


richiesta.
Dall’esame di detta perizia è emerso:
- che con perizia del 24.2.2003 lo stesso professionista aveva già valutato il
ramo aziendale Compart B della stessa MARINAGRI S.p.a., che era già stato conferito alla
MARINAGRI Real Estate S.r.l.;
che per quanto attiene alla valutazione del “sub comparto C ricettivo portuale” (sub
comparti: C1, C2, C3, C13, C14 e C15 del Comparto C del P.P.E. Foce AGRI), lo stesso

300
risultava finalizzato alla realizzazione e gestione di un villaggio portuale di circa 17 ettari
composto da un porticciolo turistico con annessi servizi commerciali, di un albergo e di
unità residenziali.

- In dettaglio:
⇒ Akiris Marina – 225 posti barca, con servizi e attrezzature portuali;
⇒ Cantieri navali, rimessaggio e servizi alle imbarcazioni;
⇒ Chiesa;
⇒ Yachting Club;
⇒ Thalas Hotel 4 stelle -200 posti letto – con Centro
benessere/Talassoterapia;
⇒ Ristorante “Al porto”;
⇒ Discobar “Heraclub”;
⇒ 14.000 mq circa di residenze/appartamenti;
⇒ 11.800 mq di locali destinati a servizi commerciali.
Inoltre veniva specificato, che per detto sub comparto:
- sono stati già redatti autonomi progetti relativi al Porto Turistico Akiris e all’Hotel
Ormos;
- è stata predisposta ed approvata dal Consiglio Comunale di Policoro nella seduta del
30.06.2003 lo schema di convenzione di lottizzazione.
- I terreni interessati alla valutazione erano quelli di cui al foglio 5 particelle nn.1021, 1072,
1074, 1075, 1078 del Comune di Policoro.
- Il patrimonio netto del ramo aziendale veniva stimato pari ad €.6.138.834,00

Dall’esame delle visure catastali allegate alla perizia si rileva che le particelle n. 1072, 1074,
1075 e 1078, stimate e oggetto di successivo conferimento erano state oggetto di
frazionamento in data 23.6.2006, mentre la particella n.1021 in data 28.1.2003.

Allegata alla perizia in oggetto vi era una certificazione rilasciata dal Dirigente del
3^settore – Servizio Urbanistica del Comune di Policoro, Ing. VICECONTE Felice, che
attestava la destinazione e le prescrizioni urbanistiche dei terreni sottoposti a perizia. Il
VICECONTE certifica che i terreni in questione sono edificabili, per ognuno indica la
destinazione urbanistica in base a quanto previsto dal P.P.E. Foce AGRI, approvato con
D.P.G.R. 711/97 ed attuazione con D.P.G.R. n.299/01. In particolare per quanto attiene ai
terreni di cui al sub comparto C14, lo stesso certifica: “…omissis. Sull’isola C14/1
(denominata “isola del Castello”) è prevista la realizzazione di un edificio monumentale da
destinarsi prevalentemente ad albergo e strutture annesse, costituito da tre livelli, di cui il primo
per garage, depositi ed eventuale discoteca, (al chiuso), il secondo per i servizi alberghieri, la
ristorazione, giardino (o corte interna), ed il terzo per la ricettività ed i servizi. Sull’isola C14/2 è
prevista la realizzazione di una piazza in affaccio sulla laguna, da destinare a spazi pubblici ed
eventualmente a un piccolo mercato settimanale…..omissis”.

Dall’esame dell’atto costitutivo della MARINAGRI RESORT è emerso che in data


17.7.2003, la medesima società veniva costituita con atto del notaio Eugenio LAPORTA. Il
capitale sociale veniva determinato in €.6.138.834,00, diviso in 6.138.834 quote da €.1,
interamente sottoscritto dalla MARINAGRI S.p.a., con conferimento alla MARINAGRI
RESORT S.r.l. del ramo aziendale il cui valore era stimato a mezzo di perizia di esperto
nominato dal Tribunale di Matera in data 12.6.2003, che corrispondeva a quello della
quota di capitale sociale sottoscritto dalla società conferente. Il capitale, pertanto, era

301
interamente sottoscritto e versato. Il ramo aziendale conferito era costituito dai terreni
edificabili estesi complessivamente Ha17.45.29, riportati nel Catasto Terreni del Comune
di Policoro al foglio 5 particelle n.1021, 1072, 1074, 1075 e 1078. Nell’atto la MARINAGRI
S.p.a. dichiara ai sensi dell’art.30 del D.P.R. n. 380 del 06/06/2001 che “i summenzionati
terreni hanno la destinazione di cui al certificato di destinazione urbanistica rilasciato dal Comune
di Policoro, in data 09.07.2003, allegato alla perizia di conferimento e che da tale data ad oggi non
sono intervenute modificazioni degli strumenti urbanistici”.
Con il medesimo atto si nominava amministratore unico VITALE Vincenzo. Nella stessa
sede il socio unico MARINAGRI S.p.a., deliberava di aumentare il capitale sociale di
€.1.500.000,00, portando lo stesso da €.6.138.834,00 ad €.7.638.834,00, con l’emissione di
1.500.000,00 quote da €.1,00, ciascuna con sovrapprezzo di €.3,40 da riservare a terzi entro
il 30.06.2004. Allegato all’atto costitutivo vi è lo Statuto societario.

Nella medesima data veniva costituita anche la MARINAGRI Village S.r.l.. Dall’esame
dell’atto costitutivo è emerso che la società veniva costituita con atto del notaio Eugenio
LAPORTA. Il capitale sociale veniva determinato in €.2.734.972,00, diviso in 2.734.972
quote da €.1, interamente sottoscritto dalla MARINAGRI S.p.a., con conferimento alla
MARINAGRI Resort S.r.l. del ramo aziendale il cui valore veniva stimato a mezzo di
perizia di esperto nominato dal Tribunale di Matera in data 12.6.2003, che corrispondeva a
quello della quota di capitale sociale sottoscritto dalla società conferente. Il capitale
pertanto era interamente sottoscritto e versato. Il ramo aziendale conferito era costituito
dai terreni edificabili estesi complessivamente Ha 11.71.67, riportati nel Catasto Terreni
del Comune di Policoro al foglio 4 particelle n.22 e 25. Nell’atto la MARINAGRI S.p.a.
dichiara ai sensi dell’art.30 del D.P.R. n. 380 del 06/06/2001 che “i summenzionati terreni
hanno la destinazione di cui al certificato di destinazione urbanistica rilasciato dal Comune di
Policoro, in data 09.07.2003, allegato alla perizia di conferimento e che da tale data ad oggi non
sono intervenute modificazioni degli strumenti urbanistici”.
Con il medesimo atto si nominava amministratore unico VITALE Vincenzo. Nella stessa
sede il socio unico MARINAGRI S.p.a., deliberava di aumentare il capitale sociale di
€.1.000.000,00, portando lo stesso da €.2.734.972,00 ad €.3.734.972,00, con l’emissione di
1.000.000,00 quote da €.1,00, ciascuna con sovrapprezzo di €.2,75 da riservare a terzi entro
il 30.06.2004. Allegato all’atto costitutivo vi è lo Statuto societario.

In data 26.6.2003, con nota a firma del presidente della MARINAGRI S.p.a. (VITALE
Vincenzo), si comunicavano i dati relativi al ramo di azienda da valutare al perito
nominato dal Tribunale di Matera. Il perito in questione è lo stesso già indicato per la
stima del ramo d’azienda conferito alla MARINAGRI Resort S.r.l..

Il dr. MOLINARI Vincenzo, in data 11.7.2003 asseverava con giuramento la perizia


richiesta.

Dall’esame di detta perizia è emerso:


- che con perizia del 24.2.2003 lo stesso professionista aveva già valutato il ramo aziendale
Compart B della stessa MARINAGRI S.p.a., che era già stato conferito alla MARINAGRI
Real Estate S.r.l.;
- che per quanto attiene alla valutazione del “sub compart c rivettivo portuale” (sub
comparti: A1, A2, A3 e A4 del Comparto A del P.P.E. Foce AGRI), lo stesso risultava
finalizzato alla realizzazione di un villaggio turistico denominato “IOS VILLAGE”
localizzato nell’area nord-est del P.P.E. Foce AGRI in un’area di circa 18 ettari. Veniva

302
specificato, che per detto subcomparto sono stati già redatti autonomi progetti
realizzativi;
- I terreni interessati dalla valutazione erano quelli di cui al foglio 4 particelle nn.22e 25 del
Comune di Policoro.
- Il patrimonio netto del ramo aziendale veniva stimato pari ad €.2.735.972,00.

Dall’esame delle visure catastali allegate alla perizia si rileva che tutte le particelle n. 22 e
25, stimate e oggetto di successivo conferimento erano state oggetto di frazionamento in
data 7.7.2003.

Allegata alla perizia in oggetto vi era una certificazione rilasciata dal Dirigente del
3^settore – Servizio Urbanistica del Comune di Policoro, Ing. VICECONTE Felice, con la
quale lo stesso indicava la destinazione e le prescrizioni urbanistiche dei terreni sottoposti
a perizia. Il VICECONTE certifica che i terreni in questione sono edificabili, per ognuno
indica la destinazione urbanistica in base a quanto previsto dal P.P.E. Foce AGRI,
approvato con D.P.G.R. 711/97 ed attuazione con D.P.G.R. n.299/01.

In merito a quanto indicato circa l’evoluzione societaria della MARINAGRI S.p.a. e delle
sue controllate si segnala che l’evento che condiziona l’evoluzione del capitale sociale delle
stesse e la loro stessa costituzione è da rinvenire nel D.P.G.R. n.711/97 ed ai successivi
D.G.R. n.299/01, poi annullato e nel D.P.G.R. 196/2005. E’ grazie a questi atti che i terreni
della MARINAGRI S.p.a., divenuti edificabili aumentano in maniera enorme il loro valore.
Proprio tali terreni saranno, poi, successivamente conferiti con la cessione dei rami
d’azienda nelle costituende società di scopo MARINAGRI Resort, MARINAGRI Village e
MARINAGRI Real Estate e costituiranno il capitale sociale delle stesse società, che
risulterà in tale maniera interamente versato dalla MARINAGRI S.p.a., che diverrà, all’atto
della costituzione il socio unico delle nuove società.
Per quanto attiene poi alla MARINAGRI Resort ed alla MARINAGRI Village, si specifica
che le medesime società diverranno le beneficiarie dei fondi pubblici di cui alla delibera
C.I.P.E. n.135/2002. Successivamente la MARINAGRI S.p.a. cederà alcune quote societarie
della MARINAGRI Resort a favore della società ITALIA NAVIGANDO (pari a
€.1.234.517,00) e MARINAGRI Real estate (pari ad €.27.000,00).

Tutto ciò era reso possibile grazie alla certificazione da parte del Comune di Policoro della
edificabilità dei terreni sottoposti a stima da parte del perito. A tal proposito però si
ricorda che, a far data dalla pubblicazione del PAI Basilicata, ovvero dal 14.1.2002, gli
stessi erano divenuti inedificabili per via dei vincoli imposti. La certificazione rilasciata
quindi dall’Ing. VICECONTE Felice dirigente del 3^ settore del Comune di Policoro,
indica, pertanto, dati non corrispondenti alla realtà.

Vengono in evidenza, quindi, ulteriori illegittimità poste in essere dal Comune di Policoro
e, nel caso specifico, dall’Ing. VICECONTE Felice, in quanto gli strumenti urbanistici non
sarebbero mai stati adeguati alle prescrizioni del PAI, relativamente alla MARINAGRI
S.p.a. ed all’ITTICA VALDAGRI. Tale mancato adeguamento non potrebbe essere
ricondotto alla delibera n. 9 del 28.5.2002 del Comitato Istituzionale dell’ADB della
Basilicata, il cui relatore era BUBBICO, in quanto la medesima non ha mai esplicato la sua
efficacia perchè soggetta ad una serie di prescrizioni imposte dal Comitato Tecnico
dell’ADB della Basilicata, senza l’attuazione delle quali la riperimetrazione proposta non
poteva produrre e non ha prodotto i suoi effetti. Tanto che ad oggi l’area in questione non

303
è stata ancora riperimetrata ed è sottoposta al vincolo dell’inedificabilità anche nei
successivi aggiornamenti delle cartografie inviate allo stesso Comune. Pertanto, i terreni
della MARINAGRI S.p.a. dal 14.1.2002, per effetto della pubblicazione del P.A.I. Basilicata,
sono ridivenuti inedificabili. La certificazione dell’Ing. VICECONTE, in tal modo, avrebbe
indotto in errore il perito del Tribunale di Matera, che stimava i terreni in questione
attribuendo loro un valore dettato da caratteristiche di edificabilità, in realtà, non esistenti,
con ingiusto vantaggio a favore della MARINAGRI S.p.a. e delle sue controllate,
MARINAGRI Resort e Village, all’uopo costituite.

Per quanto attiene alla MARINAGRI S.p.a., con la delibera C.I.P.E. n.135/2002, vengono
approvati contributi totali per le tre opere pari ad €.25.849.000.

Di seguito si ricostruirà l’iter seguito dal CONSORZIO COSTA D’ORO al fine di accedere
ai predetti contributi, rilevando però che il tentativo dello stesso Consorzio di accedere ai
medesimi contributi ha origini ancor più risalenti nel tempo e precedenti al D.P.G.R.
n.711/97 con il quale veniva approvato il P.P.E. Foce AGRI che ha poi, effettivamente,
permesso l’accesso ai fondi pubblici in questione.

Dall’esame della documentazione acquisita presso il Ministero dello Sviluppo Economico,


riguardante la richiesta di accesso alla contrattazione programmata del CONSORZIO
COSTA D’ORO è emerso che già in data 20.01.1997 veniva depositata dalla MARINAGRI
S.p.a. una “Scheda economica (ai sensi della Delibera Cipe 12 Luglio 1996)” presso il Ministero
del Bilancio e della Programmazione Economica – Servizio per la contrattazione
programmata, acquisita al protocollo n. 4/0304/97.

Dall’esame del documento sopra indicato emergono le seguenti considerazioni:


- già a partire dal 10.06.1995 l’ITTICA VALDAGRI, che poi conferirà il ramo
d’azienda interessato il 31.12.1995 alla costituenda MARINAGRI S.p.a., aveva presentato il
progetto “MARINAGRI” che veniva recepito conformemente dal Comune di Policoro;
- lo stesso Comune il 26.5.1996 adottava una variante al Piano Regolatore
Generale finalizzata a recepire il progetto dell’ITTICA VALDAGRI;
- nell’ottobre 1996 la Giunta Regionale approvava il Piano e lo rimandava al
Comune di Policoro recependo il progetto della MARINAGRI S.p.a.;
- il 17.12.1996 tale progetto veniva adottato dal Comune di Policoro;
- la MARINAGRI a questo punto, risulta ormai essere certa dell’approvazione
da parte della Regione Basilicata del progetto della MARINAGRI, infatti dandolo per
scontato, propone al Ministero i tempi per l’approvazione del Contratto di Programma,
proponendosi di effettuare la progettazione esecutiva delle opere nel lasso di tempo a
disposizione della Regione Basilicata per l’approvazione del P.P.E. Foce AGRI;
- si segnala però che la Giunta Regionale approverà il P.P.E. Foce AGRI con
D.P.G.R. n.711/97 del 09.09.1997, ovvero nei tempi previsti dalla MARINAGRI.

Tutto ciò fa ritenere che il P.P.E. Foce AGRI viene redatto e progettato, non tanto per
esigenze di carattere urbanistico o necessità contingenti alla gestione del territorio da parte
delle amministrazioni comunali, ma al fine di recepire la volontà progettuale della ITTICA
VALDAGRI prima e della MARINAGRI poi.
Quanto indicato assume rilevanza se messo in correlazione con il fatto che il P.P.E. Foce
AGRI è stato approvato dalla Giunta Regionale in violazione del P.T.P. del Metapontino e
della L.R.3/90 alla quale lo stesso si rifaceva. Infatti, nell’area dove veniva localizzata la

304
MARINAGRI e quindi il P.P.E. in parola, non era previsto alcun tipo di trasformazione di
territori, né la creazione della mega struttura turistica ideata dalla ITTICA VALDAGRI in
corso di realizzazione da parte della MARINAGRI S.p.a. e delle sue controllate.
Quanto indicato riscontra anche le dichiarazioni rese da ALTIERI Mario, Sindaco pro
tempore di Scanzano Jonico, il quale rifersice che, fin dall’inizio, vi era la ferma volontà di
favorire la MARINAGRI e VITALE Vincenzo: “………….omissis. ALTIERI Mario – E quindi
il Comune di Scanzano non ha mai approvato il piano perché il piano era pubblico, quindi a
gestione intercomunale e da subito invece, sono comparse richieste progettuali della
MARINAGRI e il Sindaco di Scanzano, cioè il sottoscritto, si è subito esposto, dichiarando che il
piano, per poter passare da pubblico a privato, era necessario seguire una certa
procedura…….OMISSIS.
Perché qui c’è un assurdo. Che il Sindaco di Scanzano tutela l’interesse pubblico, la regione e il
Comune di Policoro tutelano un presunto interesse privato che già c’era negli atti – perché
poi vi spiegherò – e che poi è uscito ufficialmente…….OMISSIS.
ALTIERI Mario – Sì, il 299. Il 299 non poteva essere emesso, non poteva essere emesso, perché
bisognava cambiare l’approvazione del piano. Cioè, il piano è legge, cioè non esiste livello
amministrativo o politico che possa derogare dalla legge. Quindi con il decreto questi ti vanno a fare
una serie di cambiamenti – soprattutto il cambiamento essenziale che si può gestire per comparti – e
quindi partono i comparti edilizi della MARINAGRI. Poi io faccio una domanda al magistrato:
“Ma spiegatemi attraverso quale atto pubblico e quale procedura, il piano da pubblico è passato a
privato. Io lo voglio sapere”. Perché io mi sono battuto sempre dicendo che se vogliamo arrivare alla
MARINAGRI, visto che già dal ’99 era MARINAGRI, quando non c’era nessun…, già presentava
progetti timbrati MARINAGRI. E chi lo autorizzava a presentare questi
progetti…?............OMISSIS.
ALTIERI Mario – Un giorno mi vedo arrivare al comune – e parlo del 99, 99-2000, adesso
non ricordo – tutti i progetti del piano MARINAGRI che voi conoscete attualmente,
timbrati MARINAGRI, compresa una lettera del Sindaco di Policoro che aveva convocato
il consiglio comunale per il giorno…
M.llo MUSARDO – Chi era Sindaco? LOPATRIELLO
ALTIERI Mario – No, era DI SANZA. Fino al maggio, aprile - maggio del 2000, il Sindaco era DI
SANZA, dopodiché è cambiato ed è diventato LOPATRIELLO, però io sto parlando nella fase che
era fine 99 inizi 2000, ma forse fine 99. Mi arriva tutto il plico, un metro cubo di progetti
MARINAGRI, con una lettera del Sindaco di Policoro, questa la potete acquisire, che aveva
convocato per il giorno dopo il consiglio comunale per l’approvazione dei progetti MARINAGRI.
Io, quando mi sono visto arrivare sti plichi con sta lettera, mi metto in macchina e vado dal
segretario comunale di Policoro, gli sottopongo l’ordine del giorno e dico: “Che mi sapete dire di
questo?”. Dice: “No, tutto normale”, etc., etc. E dico: “Dottò, ma spiegatemi, da quando il piano da
pubblico è diventato privato?” “Madonna mia!” Ha chiamato il Sindaco, ect, etc. Revocano il punto
all’ordine del giorno, infatti non l’hanno discusso, perché, cioè, non era possibile! Poteva essere
MARINAGRI, ma poteva essere pinco pallino a quel punto lì. Allora quando parlo già di
costruzione di un presente…, di atteggiamenti e quindi quando gente che…, quando gente
come la giunta regionale, come l’amministrazione di Policoro, non tutela l’interesse
pubblico… perché a quel punto lì tutelare la tavola di perequazione significava tutelare
l’interesse pubblico… anche perché c’erano delle particelle pubbliche dentro che appartenevano ad
un ente pubblico che si chiamava ALSIA e alla agenzia delle entrate, che avevano diritto ai volumi
che sviluppava i piani.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – E perché c’è questa volontà di andare avanti ad ogni costo?
ALTIERI Mario – Perché tutto il piano è stato pensato, concepito, ideato,
dall’amministratore delegato della MARINAGRI.

305
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Cioè ?
ALTIERI Mario – Cioè non è stata una volontà pubblica…, non è stata una volontà
pubblica, i comuni non si sono mai riuniti per dire: “Beh, facciamo questo piano, etc.,
etc.”…….OMISSIS.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Vediamo i rapporti con VITALE.
ALTIERI Mario – Poi ci torniamo un po’ meglio sopra, perché io non ho nessun motivo di rancore
verso VITALE. Cioè io dico soltanto che il piano è stato sollecitato… Noi abbiamo tanti
piani d’ambiti, cioè solo Scanzano, ad esempio, ne ha tre, ogni comune ne ha due, tre di media, ma
non ci sogniamo mai di partire per dire: “Lottizziamo, normiamo un piano d’ambito”, a meno che
non c’è un interesse particolare o l’interesse che ci può venire dal privato. Questo piano non è
stato mai concepito come una volontà pubblica, è stato il VITALE a suggerire un
intervento, ecco dove c’è a monte la volontà di gestire il piano. Dove sono state fregate
tutte queste previsioni? Dal decreto… che numero è il decreto? 711………OMISSIS”

Tra la documentazione acquisita è stata rilevata una “relazione tecnico illustrativa” datata
settembre 1997 e relativa al Contratto di Programma L.104 del 07.04.1995 relativa al
“Centro Ecologico Turistico Integrato MARINAGRI”. Dall’esame del documento è
emerso che la progettazione delle opere era stata eseguita dalla ET&M di Policoro, Via Toti
n.6 (società di VITALE Marco figlio di VITALE Vincenzo amministratore della
MARINAGRI S.p.a e delle sue controllate), ovvero dall’Ing. VITALE Marco e dall’Arch.
DIOGUARDI Davide Maria.

L’esame della documentazione acquisita presso il Ministero dello Sviluppo Economico ha


fatto rilevare l’esistenza di altri progetti presentati dal CONSORZIO COSTA D’ORO fin
dall’anno 1998, aventi ad oggetto le stesse opere poi oggetto di approvazione da parte del
C.I.P.E. nell’anno 2002. A riscontro vi sono le tavole progettuali del “Centro Turistico
Ecologico Integrato MARINAGRI” datate Marzo e Giugno 1998. Dall’esame di tali tavole
emerge che le opere candidate al finanziamento sono l’Hotel THALAS, il Villaggio IOS e il
Porto AKIRIS, ubicate tra i comuni di Scanzano Jonico e Policoro. Il progetto risulta
redatto dalla ENVIRONMENTAL TECHNOLOGIES & MANAGEMENT, ed in particolare
dall’Ing. Marco VITALE, dall’arch. Davide Maria DIOGUARDI e dall’arch. Mario
VERGINELLI. A tal proposito si precisa che il VITALE Marco risulta essere il figlio
dell’amministratore della MARINAGRI s.p.a, nonchè socio della ZORES, holding della
famiglia VITALE che controlla la MARINAGRI S.p.a., mentre l’arch. DIOGUARDI è lo
stesso nominato dal Comune di Policoro per la redazione del P.P.E., a seguito della cui
approvazione, si è potuto avviare il progetto della MARINAGRI.

In merito a quanto indicato ed alle proposte progettuali già inoltrate dalla MARINAGRI
S.p.a., si segnala il contenuto della nota n.3/2000 del 4.5.2000, sequestrata presso gli uffici
della suddetta, con la quale il CONSORZIO COSTA D’ORO scriveva al Ministero del
Bilancio – Servizio per la Contrattazione Programmata, alla cortese attenzione del dr.
VERSACE Alberto:
“Egregio dott. VERSACE, la presente per richiamare alla sua attenzione il progetto proposto dal
CONSORZIO COSTA D’ORO, che potrebbe avere una importanza determinante per lo sviluppo
turistico del litorale metapontino.
La prima richiesta di accesso alla procedura di programmazione negoziata da parte di aziende
consorziate venne presentata fin dal luglio 1996 e le successive nel settembre 1997.

306
La delibera CIPE del 16.10.1997, che finanziò il progetto Nuova Concordia ubicato in Castellaneta,
richiamava la necessità di completare il piano strategico di sviluppo turistico della zona, con l’esame
delle iniziative ubicate sul versante lucano del litorale ionico.
Coerentemente con tale impostazione la Giunta Regionale, con propria Delibera del 09.01.1998,
approvò le proposte delle aziende confluite nel CONSORZIO COSTA D’ORO. Purtroppo non fu
possibile dare immediato avvio alla valutazione del programma, che presentava caratteristiche di
integrazione ed armonizzazione strategica e funzionale, in pendenza della approvazione
comunitaria del nuovo regime di aiuti al settore turistico.
Successivamente sono subentrati altri motivi di ritardo, quali la Delibera CIPE di assegnazione dei
nuovi fondi per la programmazione negoziata e la stipula della Intesa Istituzionale di Programma
tra la Regione Basilicata e la Presidenza del Consiglio, tutti superati con lo scorzo mese di marzo.
Pertanto ormai nulla impedisce una rapida valutazione ed approvazione del nostro Contratto di
Programma, attesa la priorità assegnata al progetto per lo sviluppo turistico dell’area interessata e,
di conseguenza, per il raggiungimento degli obiettivi del POR da parte della Regione Basilicata.
Nel sollecitare l’esame e l’accetazione della nostra proposta – che ha una precedenza, anche in
termini temporali, che non vorremmo veder pretermessa – Ci teniamo a sua completa disposizione
per fornirLe ogni ulteriore dettaglio sull’iniziativa in un incontro che, Le saremo grati, vorrà fissare
quanto prima”.

Con nota n.4/2000 del 4.5.2000, sequestrata presso gli uffici della MARINAGRI, il
medesimo Consorzio scriveva al Presidente della Regione Basilicata, BUBBICO Filippo:
“Gentile Signor Presidente, nel rivolgerle le più vive congratulazioni per la sua affermazione
politica, confermata dal grande consenso degli elettori, vorremmo attirare la Sua attenzione sul
progetto proposto dal CONSORZIO COSTA D’ORO, che potrebbe avere una importanza
determinante per lo sviluppo turistico del litorale metapontino.
La prima richiesta di accesso alla procedura di programmazione negoziata da parte di aziende
consorziate venne presentata fin dal luglio 1996 e le successive nel settembre 1997.
La delibera CIPE 16.10.1997, che finanziò il progetto Nuova Concordia ubicato in Castellaneta,
richiamava la necessità di completare il piano strategico di sviluppo turistico della zona, con l’esame
delle iniziative ubicate sul versamente lucano del litorale ionico.
Ci teniamo pertanto a Sua completa disposizione per fornirLe ogni ulteriore dettaglio sull’iniziativa
e, certi della Sua attenzione, Le inviamo i migliori saluti”.

Le note indicate venivano firmate, tra gli altri, da VITALE Vincenzo per la MARINAGRI.
Le medesime sembrano collegate da un unico filo logico, laddove a seguito della nota di
sollecito all’approvazione inviata al dr. VERSACE presso il Ministero, il CONSORZIO
COSTA D’ORO, ne veniva inviata immediatamente una del medesimo tenore al
Presidente della Regione BUBBICO, stimolando un incontro con il medesimo nell’ottica
dell’approvazione del finanziamento CIPE richiesto, pur non avendo quest’ultimo alcuna
competenza sull’approvazione del citato stanziamento.

Con telegramma datato 19.6.2000, sequestrato presso gli uffici della MARINAGRI,
indirizzato al Presidente della Giunta Regionale - 85100 Potenza, che risulta essere stato
inviato dall’ITTICA VALDAGRI S.p.a., si comunicava quanto segue:
“IN RIFERIMENTO ALLE PRECEDENTI NOTE ED IN CONSIDERAZIONE DELLA
VOLONTÀ MANIFESTATA DAL MINISTRO VISCO DI FINANZIARE DIECI CONTRATTI
DI PROGRAMMA ENTRO LUGLIO 2000, CHIEDESI URGENTE INCONTRO CON LA S.V.
PER DEFINIRE LE OPPORTUNE INIZIATIVE DA ASSUMERE PER IL FINANZIAMENTO
PROGETTO COSTA D’ORO.

307
CONSORZIO COSTA D’ORO – NETTIS RESORT S.R.L. – MARINAGRI S.P.A. – LA
SIRITIDE S.R.L.”.

Il telegramma sopra indicato assume rilievo sotto un duplice punto di vista. Il primo
aspetto attiene alla circostanza che nonostante figurino tutte le società del CONSORZIO
COSTA D’ORO, il mittente dello stesso sarebbe stato VITALE Vincenzo amministratore
dell’ITTICA VALDAGRI S.p.a.. Il secondo, ancora più significativo, riguarda il riferimento
al finanziamento CIPE, in merito al quale viene richiesto un incontro “per definire le
opportune inziative da assumere”. A tal proposito si evidenziano i reiterati interventi
effettuati da Filippo BUBBICO da amministratore regionale e successivamente quale
esponente del governo nazionale a favore della MARINAGRI, attraverso l’assunzione di
atti e deliberazioni, allo scopo di favorire prima l’ammissione a finanziamento del
progetto della MARINAGRI e successivamente la percezione dei relativi finanziamenti nel
febbraio 2007. A tal riguardo BUBBICO, concluso il mandato di Presidente della Regione
Basilicata diverrà, in data 17 maggio 2006, Sottosegretario allo Sviluppo Economico,
Ministero che ha gestito la pratica inerente il predetto finanziamento (sodale che assume
un ruolo organizzativo operativo fondamentale).

Dall’esame della documentazione sequestrata in data 27.2.2007 presso gli uffici della
MARINAGRI è emerso che in data 20.7.2000 la predetta, tramite l’avvocato Piero G.
RELLEVA, presentava l’atto di intimazione e messa in mora nei confronti del Sindaco di
Scanzano Jonico e dei Consiglieri che avevano votato la deliberazione consiliare n. 29 del
23.5.2000 con la quale annullavano la loro precedente delibera di approvazione dello
schema di convenzione per il comparto B della MARINAGRI, ed in particolare:
- ……OMISSIS.
- Che tale iniziativa economica è conforme: …….omissis; al D.P.G.R. n.711/97 con il quale il Paino
Foce AGRI fu definitivamente approvato con modifiche e precisazioni; infine alle deliberazioni
consiliari n.39 del 16.11.1999 del Comune di Policoro e n.58 del 12.11.1999 del Comune di S
canzano Jonico, con le quali fu approvato l’adeguamento del Piano alle prescrizioni regionali nonché
allo schema di convenzione, previamente concordato (art.24 L.142/90), regolante la gestione del
territorio;
- ……………………..Omissis;
- Che infatti, nonostante il Comune di Policoro abbia invitato quello di Scanzano a sottoscrivere la
predetta convenzione, il Sindaco di Scanzano Jonico, con nota n.1452 dell’1.02.2000, ha espresso la
volontà di modificare – con particolare riferimento al Comparto F – lo schema di convenzione già
deliberato, specificatamente imponendo una c.d. “tavola di perequazione” a favore dei proprietari di
aree ricadenti nel comparto F in edificabile (rectius immodificabile) per legge;
- Che con nota n.3469 dell’1.02.2000, lo stesso dirigente del settore urbanistica del Co,une di
Policoro rilevava la mancanza di senso giuridico della richiesta di modifica della convenzione e la
natura dilatoria della medesima ai fini dell’attuazione del Piano ed invitava nuovamente il Sindaco
del Co,mune di Scaznano Jonico alla sottoscrizione della convenzione;
- Che visto il perdurante comportamento dilatorio del Comune di Scanzano, su richiesta del Sindaco
di Policoro, la Regione Basilicata, con D.P.G.R. n.157 del 21.04.2000 assegnando i termini alle
due amministrazioni comunali (in realtà solo a quella di Scanzano, visto che il Comune di Policoro
è sempre stato adempiente) affinché sottoscrivessero la convenzione;
- Che per tutta risposta il Comune di Scanzano Jonico presistendo nell’atteggiamento ostativo
all’iniziativa economica della esponente, con delibera consiliare n.29 del 23.05.2000 ha revocato la
delibera n.58 del 12.11.1999;
- …………………Omissis;

308
- Che copn successiva deliberazione consiliare n.38 del 11.07.2000 il Comune di Scanzano ha
precisato che la precedente deliberazione n.29/2000 avrebbe inteso revocare solo lo schema di
convenzione e non anche gli altri atti della procedura;
- ……………………omissis”.

L’atto sopra riportato evidenzia il disaccordo nell’attuazione del P.P.E. Foce AGRI.
Per tale motivo, su sollecitazione del Sindaco di Policoro, in data 21.4.2000, il Presidente
della Giunta Regionale adottava il D.P.G.R. 157/2000, con il quale assegnava un termine
alle due amministrazioni comunali (Policoro e Scanzano Jonico) per trovare un accordo
per l’attuazione del P.P.E. in questione.

Tra la documentazione sequestrata presso gli uffici della MARINAGRI S.p.a. in data
27.2.2007, si rileva un promemoria redatto da VITALE Marco ed indirizzato al Presidente
della Regione pro tempore BUBBICO Filippo e relativo al Contratto di Programma
proposto dal CONSORZIO COSTA D’ORO ed in particolare dalla MARINAGRI. Di
seguito si riporta il testo del medesimo appunto:
“ PROMEMORIA PER IL PRESIDENTE FILIPPO BUBBICO
Da parte di Marco VITALE

OGGETTO: Proposta di “Contratto di Programma” relativo al Progetto di sviluppo turistico


integrato dell'arco jonico lucano, promosso dal Consorzio di piccole e medie Imprese Costa d’Oro
S.c.a r.l.

1. Nel Luglio del 1998 il Consorzio Turistico Costa d’Oro, cui afferiscono le società MARINAGRI
S.p.A di Policoro, Nettis Resort S.r.l. di Pisticci e La Siritide S.r.l. di Nova Siri, ha presentato al
Servizio per la Contrattazione Programmata del Ministero del Bilancio e della Programmazione
Economica una proposta di Contratto di Programma nel settore del turismo (con la proposizione di
tre iniziative turistiche nell’area metapontina) ai sensi dell’art. 2 comma 3 della Legge 24 giugno
1997 n. 196.

2. Prima della costituzione del Consorzio, le tre società (Nettis Resort S.r.l., MARINAGRI S.p.A.,
La Siritide S.r.l.) avevano presentato il 15.09.97 richiesta di accesso alla Programmazione
Negoziata sempre ai sensi della L. 196/97, che ha ammesso il settore turistico a tale procedura.

3. La Regione Basilicata ha espresso, con Delibera del 09.01.98 il consenso alla localizzazione dei
progetti specifici come prescritto dalla delibera CIPE 25.02.94, con ciò nel chiaro intento di favorire
le attività negoziali proposte perché, come peraltro testualmente citato nell’intesa istituzionale di
programma testè stipulata tra Regione Basilicata e Governo della Repubblica Italiana,
“rappresentano un notevole contributo ad affermare una strategia di promozione fondata sul
turismo e sulla valorizzazione delle risorse storico – ambientali”.

4. Gli interventi proposti dal CONSORZIO COSTA D’ORO rientrano in un più vasto
programma di sviluppo turistico che investe la costa jonica di Puglia e Basilicata e che era stato
previsto dalla precedente Direzione del Servizio per la Contrattazione Programmata del Ministero
del Bilancio e della Programmazione Economica tant’è che il CIPE, nella delibera del 16.10.97, di
approvazione del Contratto di Programma proposto dalla Nuova Concordia S.r.l. (Gruppo
Putignano), nelle premesse citava “….Considerato che il progetto medesimo si inserisce in un
programma più ampio, in via di collaborazione, che vede impegnate le regioni Puglia e Basilicata in
un’opera di rilancio e riqualificazione del settore turistico….”

309
5. Nel suo complesso, il Programma proposto dal CONSORZIO COSTA D’ORO interessa quindi
un tratto di costa ionica che si estende per oltre 35 Km a cavallo tra la Puglia (in sterro raccordo col
Progetto Putignano) e la Calabria (con positivi impatti anche in questa Regione in termini di
sviluppo turistico e ricaduta occupazionale).

6. Nel quinquennio 2000/20004. Il Programma prevede nel suo complesso investimenti per circa
497 miliardi di lire (+ 31 per le infrastrutture pubbliche + 25 per il progetto di formazione), che
genereranno a regime nuove occupazione diretta per 1.247 addetti (tra fissi e stagionali).

7. Le aziende del Consorzio, al fine di meglio trarre i profili delle iniziative programmate alle
esigenze della grande intermediazione turistica nazionale ed internazionale, uniche realtà in grado
di assicurare consistenti flussi turistici anche in bassa stagione, già in sede di impostazione
progettuale hanno preventivamente verificato, con tour operators e catene alberghiere di prima
importanza, la coerenza delle soluzioni di carattere dimensionale, tipologico, gestionale e finanziario
delle strutture ricettive e dei servizi progettati rispetto agli standars di riferimento per questi
operatori.

8. Il Programma è immediatamente cantierabile, data anche la disponibilità di mezzi


privati pari al 30% dell’investimento e di standing per un ulteriore 10-15% di mezzi
bancari.

9. Dopo un mese di impasse durata un anno e dovuta per un verso al cambio dirigenziale avvenuto
in seno al Servizio per la Contrattazione Programmata, e per l’altro all’attesa per la decisione della
Unione Europea circa l’estensione al turismo dei benefici della 488 (decisione avvenuta alla metà di
Marzo 99), il progetto è ancora in attesa di istruttoria.

10. Il Ministero del Tesoro appare orientato a chiedere il cofinanziamento regionale per i contratti di
programma di prossima approvazione. Tale indirizzo è coerente con la nuova impostazione della
programmazione negoziata, vista nell’ottica di un’evoluzione in senso federalista
dell’Amministrazione dello Stato (Delibera CIPE 21.03.97).

11. La suddetta trasformazione attribuisce un ruolo centrale al parere regionale (di cui al punto 3
del presente promemoria), senza la cui acquisizione non si può passare dalla fase di accesso a quella
istruttoria (delibera CIPE 25.02.94).

12. Il cofinanziamento regionale va reperito prevalentemente nell’allocazione delle risorse


comunitarie stanziate dal Q.C.S. adottando opportuni accorgimenti contabili (vedi nota (a))

13. In tale contesto l’acquisizione dei contratti di programma può essere considerata una risorsa
aggiuntiva per le Regioni interessate, in quanto permette di realizzare investimenti produttivi,
scelti dalle Amministrazioni Locali, con un impegno di fondi assolutamente marginale, utilizzando
al meglio gli interventi comunitari spesso perduti per la carenza di fondi di sponda nazionali.
SI CHIEDE ALLA SS.LL.
di promuovere tutte le necessarie iniziative presso il Ministero del Tesoro atte a favorire la
definizione del “Contratto do Programma” presentato da questo Consorzio, tenuto conto della
priorità di cui il Programma turistico proposto dovrebbe godere in considerazione della strategia di
sviluppo interregionale adottata dal CIPE al momento dell’approvazione del Contratto di
Programma proposto dal Gruppo Putignano.

310
Potrebbe essere opportuno promuovere un tavolo a tre (Ministero, Presidente BUBBICO,
CONSORZIO COSTA D’ORO) con una riunione (chiesta dalla Regione) al Ministero
(interlocutore Dott. Versace o il sottosegretario responsabile) a cui vorrebbe partecipare
anche Pasquale Natuzzi, in qualità di socio della MARINAGRI SpA aderente al
Consorzio.
__________________________________________________________________
Nota (a)
• La norma vigente non contiene alcun elemento che renda obbligatorio il cofinanziamento regionale
degli strumenti applicativi della programmazione negoziata, neanche a livello delle intese
istituzionali recentemente stipulate. Qualora, però, l’Amministrazione, travalicando nella propria
autonomia le disposizioni esplicite, considerasse tale fatto rilevante ai fini della formazione delle
graduatorie per l’assegnazione degli interventi, andrebbero tenuti presenti alcuni elementi:
• Viste le carenze finanziarie delle Regioni Meridionali, è difficile ipotizzare che i mezzi da destinare
al cofinanziamento possono venire dalle entrate dirette;
• Si dovrà, pertanto, fare riferimento o ai residui ancora impegnabili del Q.C.S. 1994-99 o alla
prossima agenda 2000 (Q.C.S- 2000-06), i cui interventi non saranno però disponibili prima
dell’anno venturo;
• Per l’anno in corso il CIPE potrebbe prevedere la possibilità, o l’obbligatorietà, per la Regione
interessata, di allocare a favore dei contratti approvati disponibilità provenienti dai Q.C.S. citati,
non appena la cosa sarà tecnicamente possibile ;
• Tali proventi saranno versati all’entrata del conto di tesoreria da cui attingono i contratti di
programma, andando ad accreditare i rispettivi stanziamenti; le disponibilità che si libereranno
potranno essere portate a nuovo e riservate all’impegno nelle regioni titolari dell’accredito”.

Con nota datata 24.1.2001, indirizzata al Servizio per la Programmazione Negoziata –


Dipartimento per lo Sviluppo Politiche e Coesione del Ministero del Tesoro del Bilancio e
della Programmazione Economica, il CONSORZIO COSTA D’ORO, confermava la
richiesta di accesso alla Programmazione Negoziata.

Con nota sempre del 24.1.2001, indirizzata allo stesso Ufficio, il CONSORZIO COSTA
D’ORO, facendo riferimento ad un incontro avvenuto il precedente 18 gennaio,
trasmetteva tutta la documentazione attinente al progetto “MARINAGRI”, chiedendone
l’approvazione.
Dall’esame della suddetta documentazione, acquisita presso gli uffici del Ministero dello
Sviluppo Economico, è emerso che nel frattempo la MARINAGRI S.p.a., ovvero il
CONSORZIO COSTA D’ORO, in data 24/1/2001 presentava nuova istanza di accesso alla
Programmazione Negoziata e veniva individuato il Banco di Napoli per l’espletamento
delle attività connesse all’esecuzione del Contratto di Programma.

Dal confronto dei dati inseriti nel progetto inoltrato per la candidatura alla contrattazione
programmata nell’anno 1997 e 1998 e quelli sopra indicati, tra le opere per le quali si
chiede il finanziamento, non figura più l’HOTEL ORMOS che nei precedenti progetti
veniva localizzato nel ”villaggio portuale” (Comparto C) .

In merito alla localizzazione dei villaggi turistici IOS e THIRA, si segnala che dall’esame
delle planimetrie è emerso che sono localizzati nel Comparto A del P.P.E.. A tal proposito
alcuni terreni che costituiscono il comparto A ed in particolare le particelle n.5 e 9 del
foglio 4, non erano di proprietà della MARINAGRI S.p.a..

311
Dall’esame dell’ulteriore documentazione acquisita presso il Ministero dello Sviluppo
Economico è emerso che in data 30.1.2001 il Banco di Napoli trasmetteva alla S.A.F.E. S.r.l.
(che curava gli interessi del CONSORZIO COSTA D’ORO) e per conoscenza al Ministero
del Tesoro, Bilancio e della Programmazione Economica – Servizio per la programmazione
Negoziata di Roma, la Relazione Generale di presentazione del Progetto del CONSORZIO
COSTA D’ORO. La relazione in oggetto veniva protocollata presso gli uffici del richiamato
Ministero in data 6.2.2001 al n.0005324.

Dall’esame della suddetta documentazione, ed in particolare, dall’esame delle tavole


progettuali del “Centro Turistico Ecologico Integrato MARINAGRI” datate “Gennaio
2001” e redatte dall’Ing. VITALE Marco e dall’arch. Davide Maria DIOGUARDI, è emerso
che le medesime risultano essere uguali a quelle già esaminate e datate 1998. Dalla mappa
catastale si possono rilevare i confini tra i Comuni di Policoro e Scanzano Jonico, grazie ai
quali è possibile individuare l’esatta localizzazione delle opere. Da quanto emerge dalla
planimetria, si può rilevare che delle tre opere candidate al finanziamento pubblico del
C.I.P.E., lo IOS VILLAGE ed il PORTO AKIRIS risultano localizzate nel Comune di
Policoro (comparti A e C), l’HOTEL THALAS nel Comune di Scanzano Jonico (comparto
D).

Con nota n.0008442 del 26.2.2001 del Ministero del Tesoro, Bilancio e Programmazione
Economica – Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione – Servizio per la
Programmazione Negoziata, indirizzata al CONSORZIO COSTA D’ORO e per conoscenza
al Banco di Napoli (incaricato di redigere la relazione istruttoria generale sui progetti in
questione), il predetto Ufficio Centrale scriveva:
“Si fa riferimento alla relazione in oggetto, trasmessa per conoscenza a questo Servizio con nota del
30.01.2001, prot.n.5324 del 06.02.2001. Ai fini della corretta valutazione della proposta di
contratto di programma, si richiede una dettagliata istruttoria bancaria, opportunamente firmata
dal Servizio preposto del Banco di Napoli, che fornisca, insieme alle valutazioni economiche di tutti
i progetti inclusi nel Piano Progettuale, elementi dettagliati circa la disponibilità del suolo da
parte delle tre società consorziate, la disponibilità dei mezzi finanziari propri, le quantità e gli
importi presunti di ciascun servizio “annesso” alle strutture ricettive”.

Con nota n.03/01 del 1.3.2001, il CONSORZIO COSTA D’ORO, confermava che la banca
convenzionata per l’istruttoria del Contratto di Programma in esame era il Banco di
Napoli S.p.a..

In data 1/3/2001 il Banco di Napoli trasmetteva al Ministero del Tesoro, Bilancio e della
Programmazione Economica – Servizio per la Programmazione Negoziata di Roma e per
conoscenza al CONSORZIO COSTA D’ORO, un’integrazione alla Relazione Generale di
presentazione del Progetto del CONSORZIO COSTA D’ORO. La relazione in oggetto
veniva protocollata presso gli uffici del Ministero in data 6.3.2001 al n.0010011.

Dall’esame della relazione in oggetto è emerso che:


- nel paragrafo relativo alla “Disponibilità del suolo ove è prevista la realizzazione del
programma” è indicato: “il progetto promosso da MARINAGRI S.p.a. interessa un’area
esclusiva di circa 230 ettari sulla costa ionica della Basilicata, alla foce del fiume AGRI. La società
ha esibito planimetria dell’area interessata dal progetto. Trattasi di terreni siti nei comuni di
Scanzano Jonico e Policoro, individuati dai seguenti dati catastali:…………OMISSIS. A questo

312
punto viene allegato alla relazione alla pagina n.7-a, l’elenco delle particelle catastali
inerenti il P.P.E. Foce AGRI. Dall’esame dell’elenco in oggetto, timbrato e firmato dal
Presidente della MARINAGRI S.p.a. (VITALE Vincenzo) e del CONSORZIO COSTA
D’ORO è emerso che:
⇒ per quanto attiene alle particelle che compongono il Comparto A, dove sono ubicate le
opere dei Villaggi IOS e THIRA, per i quali si richiedevano i fondi pubblici, tra le altre, è
indicata come di proprietà della MARINAGRI S.p.a., la particella n.5 del foglio 4 del
Comune di Policoro (quota di pertinenza del comparto pari a 53.288 su un totale di
220.145);
⇒ per quanto attiene alle particelle che compongono il Comparto B, sono indicate come di
proprietà della MARINAGRI S.p.a., le particelle n.5 e 9 del foglio 4 del Comune di
Policoro (quota di pertinenza del Comparto pari rispettivamente a 61.277 e 1.421 su un
totale di 243.950).

I dati comunicati dalla MARINAGRI S.p.a., in merito alla proprietà dei terreni del
Comparto A e B sono mendaci. Infatti, alla data del 1.3.2001 (data dell’integrazione della
relazione) la MARINAGRI S.p.a. non era proprietaria delle particelle n. 5 e 9 del foglio 4
del Comune di Policoro e non lo è mai stata. Infatti, solo in data 16.7.2003 verranno
illegittimamente attribuite in proprietà all’ITTICA VALDAGRI S.p.a. e non alla
MARINAGRI S.p.a.. In merito si ricorda quanto sopra evidenziato circa le modalità
attraverso le quali venivano illegittimamente trascritte a favore della MARINAGRI le
particelle in questione, attraverso un atto di assemblea straordinaria del notaio LAPORTA
del 31.12.1995, con il quale si cambiava la denominazione della società ENERGIA
BASILICATA S.r.l. in MARINAGRI S.p.a. e, contestualmente, veniva conferito un ramo
d’azienda da parte dell’ITTICA alla MARINAGRI. A tale assemblea partecipava anche il
VITALE Vincenzo, che era a conoscenza della falsità dei dati indicati nell’atto. A tal
proposito, infatti, si evidenzia che, successivamente al 31.12.1995, il VITALE Vincenzo più
volte presenterà richiesta di assegnazione in proprietà delle particelle in questione,
riconoscendo, quindi, di non esserne ancora proprietario.
A pag. 8 della medesima relazione viene indicato: “Il nuovo assetto urbanistico recentemente
definito con l’approvazione del Piano Particolareggiato di iniziativa comunale “Foce AGRI”,
consente la realizzazione del CentroTuristico Ecologico Integrato MARINAGRI, formato da diverse
componenti che si integrano e si completano a vicenda, creando un unicum …….OMISSIS. (si
rinvia alla allegata nota per i chiarimenti in merito al Piano Particolareggiato Esecutivo di inziativa
comunale “Foce AGRI”). La società ha esibito copia dei certificati catastali relativi alle unità di cui è
proprietaria la stessa, ovvero il socio di maggioranza ITTICA VALDAGRI…..OMISSIS”.

Alla pagina 8-a vi è allegata la nota cui si è fatto riferimento. Nella stessa in riferimento a
P.P.E. Foce AGRI, veniva indicato quanto segue: “Il territorio ricadente nel Piano Paesistico
Esecutivo in oggetto, quest’ultimo inteso come variante agli strumenti urbanistici generali, è stato
preventivamente suddivisio in unità di attuazione omogenee ed autonome (comparti), ai sensi
dell’art. 870 del Codice Civile e dell’art. 23 della Legge Urbanistica Nazionale n. 1150/42, a cui si
applicano i principi di perequazione.
In particolare sempre ai sensi dell’art. 23 della Legge Urbanistica 1150/42 l’attuazione dei comparti
edificatori spetta ai proprietari delle aree riuniti in consorzio (previa convenzione con il Comune). A
costituire il consorzio basta il concorso dei proprietari delle aree rappresentanti, in base
all’imponibile catastale, i tre quarti del valore dell’intero comparto. I consorzi così costituiti
conseguiranno la piena disponibilità del comparto mediante l’acquisizione delle aree dei proprietari
non aderenti.

313
La MARINAGRI SpA e la ITTICA VALDAGRI SpA sono proprietarie di circa l’80% dei terreni
ricadenti nell’intero Piano Particolareggiato in oggetto ed in particolare, con riferimento ai
comparti A, C e D oggetto della proposta di Contratto di Programma sono proprietarie:
• del 99,94% del Comparto A
• del 89.17% del Comparto C
• del 76.50% del Comparto D”.

Da quanto indicato emerge che i dati presentati dalla MARINAGRI circa la proprietà delle
particelle non corrispondono a verità. Infatti sottraendo la superficie delle particelle
illegittimamente indicate come di proprietà, la percentuale di possesso per il Comparto A
diviene 75,73%, per il Comparto B 74,14%. Pertanto nel Comparto B vengono a mancare in
capo alla MARINAGRI S.p.a. i requisiti per divernirne soggetto attuatore (possesso dei ¾
del totale dei terreni del Comparto).
Inoltre, emerge che nella medesima nota si omette di indicare che per l’attuazione del
P.P.E., risultava necessario, ed ancora non era avvenuto, che i due Comuni interessati (che
erano in disaccordo) provvedessero a dare attuazione al medesimo Piano Paesistico.

Si indica la nota n. 223 (del febbraio 2001, ma la data non è completamente leggibile)
sequestrata presso gli uffici della MARINAGRI, con la quale il Sindaco di Scanzano Jonico,
dott. ALTIERI, in merito proprio all’attuazione del P.P.E., inviava al Presidente della
Regione BUBBICO Filippo il protocollo di intesa concordato a seguito di apposita riunione
intervenuta in data 16.2.2001 e 17.2.2001 rispettivamente presso la sede della Giunta
Regionale di Potenza e Matera. Con la nota richiamata l’ALTIERI scrive:
“OGGETTO: Proposta di contratto di Programma del CONSORZIO COSTA D’ORO S.c.a.r.l.
In riferimento all’incontro tenutosi il 16 febbraio presso la Sala della Giunta Regionale La informo
che nella successiva seduta del 17 nella sede di Matera della Regione Basilicata, presieduta dalla
Dirigente dell’ufficio urbanistico Arch. Balsebre, i Comuni di Scanzano e Policoro hanno
concordato il Protocollo d’intesa che Le allego.
Ribadisco la completa mia disponibilità, previo delega della Giunta Municipale e
successiva presa d’atto del Consiglio Comunale, alla sottoscrizione del predetto
Protocollo d’intesa.
In riferimento all’argomento, in oggetto specificato, La informo che comunque è necessario acquisire
agli atti del Comune il Piano Progettuale presentato dal Consorzio “Costa d’Oro” al Servizio per la
Programmazione Negoziata del M.T.B.P.E. (Ministero del Tesoro, del Bilancio e della
Programmazione Economica n.d.r.), al fine di esprimere la manifestazione d’interesse da parte di
questa Amministrazione Comunale”.

In merito all’incontro presso la sede della Giunta Regionale di Potenza, si segnala la nota
datata 14.2.2001, indirizzata ai sindaci di Scanzano Jonico e Policoro, a firma del Presidente
della Regione BUBBICO Filippo, con la quale quest’ultimo invitava i predetti
amministratori all’incontro sull’accordo di programma “turismo” che avrebbe avuto luogo
il 16.2.2001 alle ore 12.30 presso la Sala Giunta della sede regionale di via Anzio.

Tale riunione interveniva a seguito del D.P.G.R. 157/2000 con il quale il Presidente della
Regione aveva fissato un termine al fine del raggiungimento dell’accordo tra i due
Comuni, in mancanza del quale si sarebbe avvalso dei poteri sostitutivi.

Allegato alla nota n.2263 vi è il richiamato protocollo di intesa, nel quale si legge:

314
“OGGETTO: Comune di Policoro e Scanzano Jonico – Piano Particolareggiato Esecutivo di
iniziativa comunale con specifica considerazione dei valori ambientali “Foce AGRI”. Protocollo
d’intesa.
PROTOCOLLO D’INTESA
Premesso
- che nell’ambito del Piano Particolareggiato Esecutivo d’Ambito denominato “foce AGRI” ricadono
aree appartenenti sia al Comune di Policoro che al Comune di Scanzano Jonico;
- che dette aree in parte sono state dal P.T.P.M. definite trasformabili con indici e parametri già
fissati;
- che in parte sono state classificate intrasformabili rispetto all’uso ma ricomprese, comunque, nella
perimetrazione del Piano di Ambito;
- che il Piano di Ambito denominato “foce AGRI” con D.P.G.R. n. 711/97 in data 09.09.1997 è stato
approvato con prescrizioni tra cui quella di asservire tutte le aree ricadenti nel Piano d’Ambito alle
trasformazioni previste nello stesso, subordinando l’attuazione degli interventi alla…omissis…di
una intesa tra i due comuni al fine di regolare la gestione del territorio senza peraltro fissarne i
termini;
- che a distanza di oltre tre anni dall’approvazione del suddetto Piano d’Ambito non è stata
raggiunta alcuna intesa tra le parti;
- che con D.P.G.R. n. 157 del 21.04.2000 la Regione Calabria ha fissato una modalità che consenta la
conclusione del procedimento;
- che ai sensi del predetto Decreto è stata convocata Conferenza di Servizio in data 04.12.2000;
- che nella stessa non è stata raggiunta l’unanimità all’intesa e pertanto la conclusione del
procedimento, sempre ai sensi di detto Decreto, spetta al Presidente della Giunta Regionale su
conforme Deliberazione di G.R.;

Tutto ciò premesso


- in data 16.02.2001, su invito del Presidente della Giunta Regionale, si è svolta una riunione nella
sala della Giunta Regionale alla presenza dei Sindaci dei Comuni interessati durante la quale si è
raggiunto l’impegno di predisporre una “TABELLA D’INDENNIZZO” finalizzata a dare
attuazione alle prescrizioni contenute nel D.P.G.R. n. 711/97 ed a consentire la stipula della intesa
preventiva all’attuazione del Piano di Ambito;
- rilevato che dalle tavole oggetto del Piano non è Possibile, in questa fase, ricavare una Tabella di
riparto dei volumi, non disponendo dei dovuti approfondimenti catastali;
- ritenuto che comunque si possano fissare dei principi su cui impostare l’intesa, demandando alle
Amministrazioni Comunali, entro i termini della stipula della convenzione la predisposizione della
predetta Tabella;
- in data 17.02.2001 nella sede della Regione Basilicata – via Passatelli Matera – si sono riuniti i
rappresentanti dei Comuni di Scanzano Jonico e Policoro, alla presenza del Dirigente dell’Ufficio
Urbanistica e Tutela del Paesaggio e di funzionari della stessa struttura, ed hanno concordato il
seguente “Protocollo d’Intesa”:

La volumetria complessiva prevista dal Piano Particolareggiato, approvato con il


D.P.G.R. n. 711/97, pur essendo concentrato per la massima parte nel territorio di
Policoro, è da intendersi attribuito in maniera equa e proporzionale a tutte le aree
trasformabili ricadenti nel Piano stesso, indipendentemente dalla prevista destinazione,
dalla proprietà e dal limite territoriale – amministrativo.
Conseguentemente le volumetrie di ciascun comparto edificatorio sono da intendersi
derivate non solo dalle aree del comparto stesso, ma da tutte le aree trasformabili
rientranti nel perimetro dl Piano di Ambito.

315
Gli oneri finanziari (urbanizzazione, imposte comunali, ecc..) conseguenti alla redistribuzione dei
volumi e alla realizzazione delle opere di cui sopra, sia i termini di entrate che uscite, sono ripartiti
secondo le percentuali volumetriche attribuite ai due Comuni, salvo diverse disposizioni di legge.
Le aree intrasformabili, concorrendo alla costruzione del paesaggio ed essendo asservite a
tutte le trasformazioni previste nel Piano, saranno espropriate ovvero asservite previo
pagamento di una indennità commisurata al tipo di vincolo. L’indennità di asservimento
sarà concordata tra le parti e, in mancanza, si farà ricorso ad un Collegio Arbitrale composto da tre
componenti, nominati rispettivamente dalle parti e dal Tribunale di Matera. L’indennità di
espropriazione o di asservimento sarà liquidata agli aventi diritto, secondo gli accordi stabiliti dalle
parti o, in assenza, in maniera proporzionale all’avanzamento dei lavori e comunque secondo le
modalità stabilite nella Convenzione che i due Enti andranno a sottoscrivere;
Sulla base della suddetta ripartizione volumetrica il Piano potrà essere attuato direttamente dalle
Amministrazioni di Policoro e Scanzano ovvero essere affidato ad un Consorzio tra i privati
proprietari che rappresentino almeno il 75% delle aree trasformabili del Piano e dovrà avvenire con
le modalità e le priorità fissate dal D.P.G.R. N. 711/97. L’attuazione da parte del Consorzio di
privati è subordinata alla stipula di una convenzione tra lo stesso Consorzio e le due
Amministrazioni.
Le parti concordano fin d’ora che le modalità di attuazione del Piano con l’atto di Convenzione in
premessa richiamato saranno fissate entro 15 giorni dalla firma della presente intesa.
Matera 17.02.2001”

Il protocollo di intesa sopra indicato non avrà seguito ed in data 16.10.2001 il Presidente
della Regione, BUBBICO Filippo, emetterà il D.P.G.R. 299/01. Tale protocollo non era
favorevole alla MARINAGRI S.p.a., in quanto prevedeva l’asservimento di tutte le aree del
Piano, anche di quelle intrasformabili, con pagamento di somme relative a tale operazione.
Tale assunto verrà di fatto stravolto dal D.P.G.R. 299/01 che prevederà l’attuazione del
Piano per Comparti e senza l’asservimento volumetrico di tutte le aree del Piano, venendo,
in tal senso incontro alle esigenze della MARINAGRI S.p.a. che localizzerà tutte le opere,
in particolare quelle per le quali aveva richiesto il finanziamento pubblico, sulle aree di
proprietà situate nel Comune di Policoro, per ovvi motivi di convenienza economica e di
natura amministrativa, visto quanto rilevato circa le condotte illecite di favore poste in
essere dal Sindaco di Policoro LOPATRIELLO e dal Dirigente del 3^ Settore del Servizio
Urbanistica dello stesso Comune, Ing. VICECONTE. Il predetto D.P.G.R. 299/01 verrà
annullato sia dal TAR Basilicata che dal Consiglio di Stato, in quanto ritenuto illegittimo.
Con l’annullamento in questione, di fatto, si avvalora quanto indicato nel protocollo di
intesa sopra riportato, atteso che la sentenza del TAR 282/05 imponeva quanto era stato
previsto nello stesso documento. Questo risconra ulteriormente la pervicace volontà del
Presidente della Regione BUBBICO Filippo di favorire la MARINAGRI S.p.a., in quanto
pur in presenza del protocollo di intesa in questione che attuava in maniera legittima il
P.P.E. Foce AGRI, promuoveva una delibera illegittima al solo fine di agevolare la società
del sodale VITALE.

Con nota n.04/01 del 7.3.2001, il CONSORZIO COSTA D’ORO e per esso il suo presidente
VITALE Marco scriveva al Servizio per la Programmazione Negoziata, puntualizzando, in
risposta alla nota n.0004967 del 5.2.2001 dello stesso ufficio, che “tutti gli interventi
previsti dalla MARINAGRI s.p.a. nell’ambito della proposta di contratto di programma
in oggetto, ricadono su terreni di proprietà della medesima società o della società ITTICA
VALDAGRI s.p.a. suo socio di maggioranza (cfr. documentazione catastale
allegata)…omissis. Nel prosieguo della stessa nota il VITALE specifica quanto già

316
indicato circa il mancato accordo tra i Comuni di Scanzano Jonico e Policoro, i cui territori
comunali sono interessati dall’opera, comunicando quanto previsto dal D.P.R.G. 157/2000,
circa i poteri sostitutivi del Presidente della Giunta Regionale al quale, in base a tale
delibera, spetta l’adozione del provvedimento finale.

Quanto indicato da VITALE Marco risulta essere non corrispondente al vero in quanto in
tale data non tutti i terreni interessati dal Contratto di Programma erano di proprietà della
MARINAGRI S.p.a. ovvero dell’ITTICA VALDAGRI. Infatti, parte dei terreni del
Comparto A su cui sarebbe dovuto ricadere lo IOS VILLAGE, nonchè alcuni terreni del
comparto D nel quale ancora in tale data risultava ricadere l’Hotel THALAS, seppur in
maniera illegittima, diverranno di proprietà dell’ITTICA VALDAGRI S.p.a. solo il
16.7.2003.
Il CONSORZIO COSTA D’ORO, considerate non adeguate le disponibilità finanziarie
delle agevolazioni previste dal Contratto di Programma, con lettera del 5/4/2001, prot.
0015087, presentava un aggiornamento al Piano Progettuale che limitava l'investimento
globale a 179,4 miliardi di lire, con una nuova occupazione di 191 unità, da realizzare negli
anni 2001/2004.

Il Sindaco del Comune di Scanzano Jonico, dr. ALTIERI, evidenziava forti perplesità nei
confronti dell’iter seguito dalla Giunta Regionale e dall’allora presidente Filippo BUBBICO
sull’attuazione del P.P.E. “Foce AGRI”. A tal proposito, ALTIERI, ad un certo punto,
aveva provveduto a revocare la delibera con la quale il Comune di Scanzano Jonico
approvava gli atti amministrativi utili all’attuazione del P.P.E..
Da qui in poi si attiva la procedura, richiesta dal Comune di Policoro, grazie alla quale al
fine di permettere l’attuazione del P.P.E. e far divenire operativo lo stesso Piano, il
Presidente della Regione BUBBICO avrebbe adottato i poteri sostitutivi con atto
deliberativo, così consentendo di portare avanti l’iniziativa. E così avvenne, con
l’emanazione della D.P.G.R. n. 299/01 del 16.10.2001.
Le resistenze del dr. ALTIERI verso il progetto MARINAGRI emergono in maniera
evidente dall’esame della documentazione sequestrata in data 27.2.2007, presso la sede
della citata società. In particolare, in tale data si sequestrava numerosa corrispondenza tra
il Comune di Scanzano Jonico ed il Servizio di Programmazione Negoziata che, all’epoca,
curava l’istruttoria del Contratto di Programma a cui aveva richiesto di accedere lo stesso
Consorzio. Si segnala che la corrispondenza più utile ai fini della ricostruzione della
vicenda inizia agli inizi di aprile 2001.
La prima delibera C.I.P.E. inerente tale contratto di programma è la n.81 del 3.5.2001. Con
la suddetta delibera si prevede: “….omissis. VISTE le note con le quali il Servizio per la
Programmazione Negoziata del Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione del Ministero
del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica …..ha sottoposto a Questo Comitato le
proposte relative ai seguenti contratti di programma: 1. COSTA D’ORO….nota n.0017617 del
26.04.2001….omissis.DELIBERA 1. A valere sulle somme rivenienti dalle revoche indicate in
premessa è approvato il finanziamento per complessive lire 410.782,540 milioni (212,151 Meuro)
degli investimenti relativi ai contartti di programma sottoelencati: PROPONENTE: COSTA
D’ORO….100.324,020 Milioni/lire….omissis. 2. L’assegnazione definitiva delle risorse sarà
effettuata da Questo Comitato con successiva delibera non appena puntualmente definite le
risultanze istruttorie per ciascuno dei contratti oggetto della presente deliberazione, entro e non
oltre il 31 dicembre 2001…….omissis”.

317
Pertanto, tenendo presente le due date relative alla delibera n.81, ovvero quella della sua
emanazione, il 3.5.2001 e la nota con la quale il Servizio per la Programmazione Negoziata
invia la pratica del CONSORZIO COSTA D’ORO al C.I.P.E., ovvero il 26.4.2001, si
indicherà quanto di interesse scaturito dall’esame della documentazione sequestrata
presso la MARINAGRI.

Con nota n.0015053 del 5.4.2001, il Ministero del Tesoro, del Bilancio e della
Programmazione Economica – Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione –
Servizio per la Programmazione Negoziata, invia al Presidente della Giunta Regionale
(BUBBICO), ed al Sindaco del Comune di Policoro (LOPATRIELLO Nicolino), nonché, per
conoscenza, al Sindaco del Comune di Scanzano Jonico (ALTIERI Mario) ed al
CONSORZIO COSTA D’ORO, l’atto di invito e diffida trasmesso a quell’ufficio il
04.04.2001 prot.0014923 del 05.04.2001 dall’Avv. SPATA in nome e per conto del Comune
di Scanzano Jonico, chiedendo alle amministrazioni in indirizzo di fornire dettagliati
elementi per le determinazioni di competenza. Tale nota reca il timbro del protocollo del
Comune di Policoro n.009936 del 13.04.2001, nonché l’annotazione “3^ settore Sindaco
15.04.2001”

Nell’atto di invito e diffida, redatto dall’avv. SPATA, in nome e per conto del Comune di
Scanzano Jonico, si legge:
“Il comune, mio assistito, è venuto a conoscenza che il CONSORZIO COSTA D’ORO ha
presentato una proposta di contatto di programma, attualmente in fase di istruttoria per
la verifica degli aspetti di fattibilità tecnica, amministrativa e finanziaria.
Del consorzio presentatore fa parte la S.p.A. MARINAGRI. Tale Società, sul presupposto di aver
progettato la realizzazione, sulla fascia costiera ionica ricadente in gran parte nel Comune di
Scanzano Ionico e in minima parte nel Comune di Policoro, di un villaggio turistico prevedente la
costruzione di un bacino portuale, delle relative infrastrutture, di un villaggio lagunare, di una
zona residenziale con ville e unità condominiali, di una zona alberghiera con beauty farm e centro
congressi, di un campo da golf e relative infrastrutture, di impianti per attività di pesca sportiva, di
strutture per itticoltura, strutture per la gestione e il monitoraggio ambientale, percorsi
naturalistici, spiagge, parco ornitologico, e orto botanico, ha attivato un complesso contenzioso
al T.A.R. Basilicata Potenza tendente ad ottenere l’annullamento di atti del Comune di
Scanzano relativi ad aspetti urbanistici inerenti il proprio territorio.
Ed infatti come risulta dalla documentazione che allego, le aree interessate dal progetto
MARINAGRI, che è lo stesso oggetto della proposta di contratto di programma,
presentata dal CONSORZIO COSTA D’ORO, sono comprese in Piano Particolareggiato
Esecutivo d’Ambito denominato “Foce AGRI.
Tale P.P.E. adottato dai Comuni di Policoro e Scanzano Jonico, approvato con
prescrizioni dalla Regione Basilicata, non ha ancora concluso il suo iter formativo, in
quanto è sorto contrasto tra i Comuni di Policoro e Scanzano Jonico in ordine alle
modalità di attuazione dello stesso, pure imposte dalla Regione Basilicata in sede di
approvazione, tant’è che allo stato i due Comuni non hanno stipulato la convenzione, stante
l’incompletezza degli elaborati del Piano; non hanno sottoscritto alcun protocollo di intesa; non
hanno determinato la scelta del soggetto proponente.
In tale situazione la Regione con D.P.G.R. 21/4/2000 n. 157 (all.1) ha assegnato ai due Comuni un
termine di giorni 60 per il raggiungimento dell’intesa propedeutica all’attuazione del Piano e
determinato di convocare una Conferenza di servizi per l’ipotesi di non raggiungimento della stessa.
Attesa la mancanza dell’intesa, in data 4/12/2000 si è tenuta presso la Regione la
Conferenza di servizi fra i due Comuni e la Regione medesima (all.2). A seguito di un

318
ulteriore incontro del 16/2/2001 (all. 3) i due Comuni hanno concordato un protocollo di
intesa, la cui bozza (all. 4) è stata trasmessa dal Sindaco di Scanzano alla Regione (all. 5).
Ma mentre questo ha dichiarato la disponibilità alla sottoscrizione dello stesso, il Comune di
Policoro dal canto suo non ha comunicato alla Regione tale disponibilità; sicchè si è in attesa della
finale deliberazione della Giunta Regionale di cui D.P.G.R. n. n157/2000.
In tale situazione è evidente che mancano tutti i presupposti urbanistici, amministrativi e
procedurali per l’esame della proposta presentata dal CONSORZIO COSTA D’ORO,
attesa da un lato la irrealizzabilità immediata dell’iniziativa, dall’altro e
conseguentemente la non cantierabilità immediata dell’attività.
Alla stregua di tutto quanto precede il Comune di Scanzano Jonico, a mio mezzo, espressamente
chiede che la proposta di contratto di programma non venga favorevolmente esaminata perché la
stessa negativamente incide su quelli che sono le effettive scelte e i concreti interessi urbanistici ed
economici del comune medesimo.

Con la nota sopra riportata l’avv. SPATA in nome e per conto del Comune di Scanzano
Jonico, di fatto comunica al Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione
Economica – Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione – Servizio per la
Programmazione Negoziata, la mancanza nell’inziativa candidata alla procedura per
l’assegnazione di fondi pubblici da parte del C.I.P.E. di uno dei requisiti fondamentali al
fine di addivenire all’ammissione a finanziamento, ovvero l’immediata cantierabilità dellle
opere. La mancanza di tale requisito rinveniva principalmente, all’epoca dei fatti, dalla
mancata attuazione del P.P.E. per via del disaccordo sulla modaltà di tale attuazione tra i
due comuni sul territorio dei quali erano localizzate le opere. Attuazione che era
necessaria al fine di permettere l’edificabilità stessa delle aree, così come previsto dal
D.P.G.R. 711/97. Il disaccordo tra i due comuni verteva, fondamentalmente, sulle modalità
attraverso le quali si sarebbero dovute asservire tutte le aree del P.P.E. e sulle potenzialità
edificatorie da assegnare a tali aree.
Per tali motivi, rilevato il dissenso manifestato dal Comune di Scanzano Jonico, che
rendeva non ammisibile la proposta di Contratto di Programma, promossa dal
CONSORZIO COSTA D’ORO ed in particolare dalla MARINAGRI S.p.a., in data
17.4.2001, ovvero dopo solo 4 giorni dalla ricezione della nota da parte del Comune di
Policoro, avvenuta in data 13.4.2001, VITALE Vincenzo nella sua qualità di
amministratore della MARINAGRI S.p.a., chiede al Comune di Policoro il cambio di
destinzione d’uso di ben sette sub comparti su nove totali, del Comparto “A”. Con tale
richiesta la MARINAGRI S.p.a., chiedeva che la destinazione d’uso prevista dal P.P.E. Foce
AGRI per sette sub comparti su nove totali del Comparto A, fosse cambiata da ricettivo
residenziale in ricettivo alberghiero. La richiesta in questione invocava l’utilizzazione di
una “deroga”, specificando che vi erano i presupposti per l’applicazione della stessa.

In risposta alla richiesta avanzata dal VITALE Vincenzo, in data 18/4/2001, (un giorno
dopo la richiesta) il Dirigente del 3° Settore del Servizio Urbanistica del Comune di
Policoro, Ing. Felice VICECONTE, certificava che a norma dell’articolo n. 4 del Titolo VI
delle Norme Tecniche di Esecuzione del PPE “Foce AGRI”, era possibile ricorrere alla
deroga per modificare la destinazione d’uso da residenziale a ricettivo alberghiero e
ricettivo residences o villaggi.

Nella stessa giornata (18.4.2001) si riuniva la Giunta del Comune di Policoro che, con
deliberazione n. 154, approvava il richiesto cambio di destinazione d’uso.

319
A questo punto, a fronte dell’assoluta illegittimità del cambio di destinazione d’uso dei
sette sub comparti del comparto “A”, si evidenzia che dall’esame della “Planimetria
definitiva con comparti P.P.E. “Foce AGRI””, datata Gennaio 2002, redatta dall’Ing.
VITALE Marco e arch. DIOGUARDI Davide Maria, riguardante il progetto MARINAGRI,
emerge chiaramente che l’HOTEL THALAS, che prima era localizzato nel COMPARTO
“D” del P.P.E., ovvero nel Comune di Scanzano Jonico, ora veniva ricollocato nel
COMPARTO “A”, ovvero localizzato in toto nel territorio del Comune di Policoro.

A tal proposito emergono due diversi fondamentali aspetti che mettono in luce le condotte
illegittime degli amministratori del Comune di Policoro e della società MARINAGRI
S.p.a., ovvero la finalità per la quale il suddetto Comune illecitamente consentiva il cambio
di destinazione d’uso delle aree del comparto A, permettendo la localizzazione di una
struttura alberghiera al posto di un villaggio residenziale. Infatti, con nota n.8/01 del
19.4.2001 (il giorno successivo alla delibera del Comune di Policoro), il CONSORZIO
COSTA D’ORO scriveva al Servizio per la Programmazione Negoziata presso il Ministero,
più volte indicato e per conoscenza alla Presidenza della Giunta Regionale Basilicata
(BUBBICO), con la quale comunicava quanto segue:
“Si riscontra la Vs. nota n. 0015053 del 05.04.2001 (nota con la quale veniva inviato l’atto di
diffida del Comune di Scanzano Jonico), in riferimento a quanto segnalato dal Comune di
Scanzano Jonico, facendo presente quanto segue.
Preliminarmente, si evidenzia che le iniziative di cui alla proposta di contratto di programma
avanzata dal CONSORZIO COSTA D’ORO S.c.a.r.l. e dalla sua Consorziata MARINAGRI Spa
non ricadono nel territorio del Comune di Scanzano Jonico, per cui la realizzazione delle
medesime non può incidere negativamente sulle scelte ed i concreti interessi urbanistici ed
economici del suddetto Comune.
Per quanto poi attiene la cantierabilità e la realizzabilità dell’iniziativa turistica, si
sottolinea intanto che la MARINAGRI Spa è ideatrice del progetto turistico in parola, avendo
aderito allo sportello urbanistico indetto dal Comune di Policoro (comune capofila per la redazione
del Piano Particolareggiato Esecutivo Intercomunale Foce AGRI) in fase di redazione dello stesso
strumento urbanistico.
In qualità di proprietaria delle aree oggetto della proposta turistica, la MARINAGRI Spa si
è proposta come ATTUATORE delle previsioni di Piano ai sensi dell’art. 23 della Legge
Urbanistica n. 1150/42.
Giova ricordare che il Comune di Scanzano Jonico ha dato l’assenso al programma di realizzazione
delle infrastrutture pubbliche da candidare a finanziamento nell’ambito della Proposta di Contratto
di Programma in oggetto (cfr. nota n. 4028 del 15.04.98 del Comune di Scanzano Jonico).
Visto il perdurante comportamento dilatorio del Comune di Scanzano Jonico, su richiesta del
Comune di Policoro, la Regione Basilicata, con D.P.G.R. n. 157 del 21.04.2000, ha individuato una
procedura per addivenire all’intesa (prevista dal D.P.G.R. n. 711 del 09.09.97) in tempi stabiliti. La
relativa procedura è oggi conclusa. Ai sensi del D.P.G.R. n.157 del 21.04.2000, infatti, il Presidente
della Giunta Regionale deve licenziare il provvedimento finale che consente di dare piena attuazione
al Piano.
Si fa presente che il predetto provvedimento di intesa riguarda le modalità di gestione dello stesso
Piano ma non può né ledere la competenza territoriale in ordine al rilascio delle concessioni edilizie
(ai sensi del D.Lgs. 267/2000 sulle autonomie locali), né ledere il diritto della MARINAGRI SpA,
proprietaria delle aree, ad attuare le trasformazioni, peraltro nell’ambito di uno strumento di
pianificazione che è di iniziativa regionale (Piano Paesistico Esecutivo d’Ambito) e che soltanto in
via subordinata ne è stata affidata la redazione al Comune.

320
Atteso che il progetto turistico MARINAGRI, candidato nell’ambito della proposta di
Contratto di Programma, riguarda esclusivamente il territorio del Comune di Policoro,
si chiede a codesto Ufficio di considerare inconferente e destituita di ogni fondamento la
nota del Comune di Scanzano Jonico in quanto il medesimo ente non ha competenza
territoriale sulle iniziative turistiche in approvazione, ragion per cui non è oggi nemmeno
nelle condizioni di esercitare, come è avvenuto in passato, azioni ostruzionistiche,
defatigatorie e dilatorie al fine di impedire o ritardarne l’avvio.
Si resta a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti, facendo presente che tutta la
documentazione richiamata è già agli atti del Vs. Spett.le Ufficio”.

Con nota n.9/01, il CONSORZIO COSTA D’ORO trasmetteva al Ministero, dove veniva
protocollata il 20.4.2001, la relazione descrittiva delle opere IOS VILLAGE e HOTEL
THALAS, nonché la delibera n.154 del 18.4.2001 del Comune di Policoro, attinente al
cambio di destinazione d’uso prima richiamata.

Il CIPE, con propria Delibera n. 81 del 3 maggio 2001, a seguito di Istruttoria del Servizio a
ciò preposto, riteneva di assicurare la copertura degli oneri a carico dello Stato che
ammontavano a £.100.324,02 milioni, pari a € 51.813.032, a valere sulle risorse provenienti
dalle revoche stabilite con proprie delibere n. 20 del 1° febbraio 2001 e n. 60 dell'8 marzo
2001, per il progetto del CONSORZIO COSTA D’ORO.
Il CIPE con tale delibera indicava finanziato il CONSORZIO COSTA D’ORO per
£.100.324.000.020. Deliberava, altresì, che l’assegnazione definitiva sarebbe avvenuta a
seguito di apposita istruttoria entro e non oltre il 31.12.2001 (presidente delegato alla
firma: Visco).

Quindi, a seguito degli atti trasmessi agli uffici competenti per l’istruttoria del contratto di
programma proposto dal CONSORZIO COSTA D’ORO, in data 3.5.2001 il C.I.P.E. con
delibera n.81 ammetteva a finanziamento le opere della MARINAGRI Sp.a. e del
richiamato CONSORZIO. Pertanto, le condotte illegittime poste in essere dal Comune di
Policoro nelle persone del Sindaco LOPATRIELLO Nicolino, del dirigente del 3^ Settore
del Servizio Urbanistica, Ing. VICECONTE Felice in concorso con gli amministratori della
MARINAGRI S.p.a. e del CONSORZIO COSTA D’ORO permettevano l’illecita
ammissione a finanziamento del contratto di programma proposto dalle citate società.

A tal proposito si segnala però anche la circostanza secondo la quale con la diffida e messa
in mora inviata al Ministero competente dell’Avv. SPATA in nome e per conto del
Comune di Scanzano Jonico, si era segnalato che l’iter istruttorio per l’attuazione del P.P.E.
necessario al fine di addivenire alla cantierabilità delle opere non si era ancora concluso
per via dei dissidi sorti tra i due comuni interessati. A nulla vale come giustificazione
quanto segnalato dal CONSORZIO COSTA D’ORO circa la circostanza che tale iter era in
dirittura d’arrivo, in quanto all’epoca (aprile/maggio 2001) non era ancora concluso. A
riprova di ciò si segnala che la delibera con la quale viene di fatto attuato il P.P.E., anche se
illegittima, la n.299 è del 16.10.2001. Infatti, il cambio di destinazione d’uso permetteva di
mutare la localizzazione delle opere in modo da estromettere il Comune di Scanzano
Jonico e, quindi, dimostrare al Ministero la totale mancanza in capo a quest’ultimo di ogni
competenza a rilasciare eventuali autorizzazioni, tuttavia, poichè il P.P.E. era di
competenza di entrambi i comuni e da quanto previsto dalla D.P.G.R. 711/97 era unitario,
con il medesimo atto non si sarebbe potuto, comunque, escludere totalmente il Comune di
Scanzano Jonico.

321
Quanto indicato dagli amministratori del CONSORZIO COSTA D’ORO, sembra voler
anticipare quello che poi sarebbe stato previsto dalla successiva delibera 299/01. Infatti,
solo con l’attuazione illegittima del P.P.E. per singoli comparti, avvenuta a seguito
dell’adozione di tale delibera, come poi effettivamente avvenuto, sarebbe stato possibile,
nei fatti, estromettere il Comune di Scanzano Jonico, rilevato che tutte le opere per le quali
veniva richiesto il finanzamento pubblico erano localizzate nei comparti A, C ed I, le cui
aree ricadono totalmente nel comume di Policoro, salvo una piccolissima area del
comparto C.

Con nota n.5578 del 2.5.2001 del Comune di Scanzano Jonico, indirizzata al Direttore
Generale del Servizio Programmazione Negoziata del Ministero del Tesoro, Bilancio e
Programmazione Economica, dr. VERSACE Alberto, al Sottosegretario di Stato On. Bruno
SOLAROLI, al Ministro del Tesoro, prof. Vincenzo VISCO, al Ministro dei Lavori Pubblici
Prof. Carlo NESI, al Ministro dell’Industria, dott. Enrico LETTA ed al Ministro dei
Trasporti, dott. Pierluigi BERSANI, il Sindaco del predetto comune, dott. ALTIERI Mario,
rilevato che il comune da lui rappresentato era “parte del procedimento…….si chiede la
comunicazione degli elementi forniti a codesto Ministero dalla Regione Basilicata, dal Comune di
Policoro e dal CONSORZIO COSTA D’ORO I.c.a. S.r.l.. Nelle more si diffida tutti gli organi
in indirizzo a non adottare alcuna determinazione fino a quando la predetta
comunicazione non verrà effettuata, al fine di consentire a questo comune di essere posto in
grado di controdedurre in merito alle eventuali osservazioni fornite dai predetti Enti e dalla predetta
Società. Gli interessi pubblici che il comune medesimo deve curare e salvaguardare non
possono e non debbono prevalere su quelli privati e meramente economici della Società”.

In data 3.5.2001 viene emessa la delibera n.81 del C.I.P.E., che, sostanzialmente, dichiara
ammissibile alla successiva fase il progetto MARINAGRI.
Ciò non sarebbe stato possibile se l’HOTEL THALAS fosse rimasto nel comparto D del
Comune di Scanzano Jonico. Viceversa, la localizzazione dell’opera candidata a
finanziamento pubblico nel Comune di Policoro, da sempre “estremamente favorevole
all’opera”, ha consentito di “aggirare” le resistenze del Sindaco ALTIERI che aveva
diffidato lo stesso Ministero a procedere oltre. Tutto ciò emerge in maniera chiara dalla
nota inviata il giorno dopo (19.4.2001) dal CONSORZIO COSTA D’ORO in risposta alla
richiesta di chiarimenti da parte dello stesso Ministero, in cui si sottolinea che il Comune
di Scanzano non era interessato da opere candidate a finanziamento.

A seguito della comunicazione del 2.5.2001 del Comune di Scanzano Jonico, con nota n.
0020125 del 11.5.2001, il Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione
Economica – Servizio per la Programmazione Negoziata, scriveva al Presidente della
Giunta Regionale (BUBBICO), ai sindaci di Policoro (LOPATRIELLO Nicolino) e Scanzano
Jonico (ALTIERI Mario) e per conoscenza al CONSORZIO COSTA D’ORO. Con tale atto, il
citato Ufficio Ministeriale segnalava un ulteriore atto di invito e diffida del Comune di
Scanzano Jonico, avverso la proposta di contratto di programma in esame, ovvero quella
fatta con nota del 2.5.2001 n.0018165. Pertanto, lo stesso Ufficio centrale, preso atto, tra
l’altro, della circostanza relativa al cambio di destinazione d’uso, in deroga ad un
subcomparto di un piano, in cui risultava localizzata una delle iniziative approvate dal
CIPE il 03.05.2001, invitava le amministrazioni coinvolte ed in particolare la Regione
Basilicata, cui spetta la risoluzione del procedimento, a fornire elementi certi circa la
legittimità delle posizioni delle due amministrazioni coinvolte. In tale sede veniva

322
specificato che la stipula del contratto rimaneva subordinata alla risoluzione del
procedimento in corso.

Con nota n.10/01 del 5.6.2001 a firma del Presidente Ing. VITALE Marco, il CONSORZIO
COSTA D’ORO esplicitava le sue ragioni a giustificazione di quanto contestato dal
Ministero con la nota sopra richiamata, ribadendo ancora una volta che: ”E’ altresì
fuorviante l’assunto che “il Comune di Scanzano Jonico è parte in causa in quanto il Piano è di
iniziativa pubblica e quindi è esso stesso soggetto attuatore del piano”. Il Comune di Scanzano
Jonico è infatti parte in causa soltanto nel senso che ha competenza amministrativa (il
che è ben diverso dal dire che è soggetto attuatore) sulle opere previste dal Piano che
ricadono nel Comune di Scanzano Jonico (campo da Golf, Centro di Talassoterapia, etc)
ma non ha alcuna competenza sulle opere di cui alla proposta di contratto di programma
approvata dal CIPE nella seduta del 03.05.2001”.

Quanto indicato nell’atto appena citato è importante poichè mette in luce come il cambio
di destinazione d’uso illegittimo, fosse finalizzato a localizzare l’opera candidata e poi
ammessa a finanziamento nel Comune di Policoro anziché nel Comune di Scanzano
Jonico, con la specifica finalità di far ammettere la società alla contrattazione
programmata, alla quale il Comune di Scanzano Jonico si opponeva viste le illegittimità
nella procedura rilevate.

Che il Comune di Policoro ed in particolare il Sindaco LOPATRIELLO Nicolino, avesse


“estremo interesse” verso l’opera della MARINAGRI, emerge chiaramente, oltre che dal
contenuto della nota n.10212 del 18.4.2001, protocollata presso il Ministero interessato al
n.0016862 del 20.4.2001 ed inviata per conoscenza anche al Presidente della Regione, arch.
BUBBICO, anche e principalmente dalla circostanza che la predetta nota reca come data di
protocollo il 18.4.2001, ovvero la stessa data della delibera con la quale l’amministrazione
comunale di Policoro, statuiva il cambio di destinazione d’uso rilevato essere illegittimo.
Tale “estrema celerità” dimostrata dal Comune di Policoro e dal suo Sindaco, oltre che di
deliberare quanto indicato, anche di fornire tale comunicazione al Ministero che stava
istruendo la pratica di finanziamento del CONSORZIO COSTA D’ORO, è importante se
rapportata anche al fatto che nella stessa nota il Sindaco LOPATRIELLO sottolinea che il
“Comune di Scanzano Jonico non risulta addirittura nemmeno investito dalla proposta
del CONSORZIO COSTA D’ORO, per l’accesso ai fondi pubblici”. Anche a tal proposito
si rileva che il Comune di Scanzano almeno fino al 18.4.2001 doveva ospitare l’Hotel
THALAS sul suo territorio; da tale data e dopo il cambio di destinazione d’uso più volte
indicato, tale opera scompare dal territorio di detto Comune, per ricomparire in quello di
Policoro.
Con la nota n.10212 del 18.4.2001 il Sindaco LOPATRIELLO scriveva al Ministero del
Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica – Dipartimento per le Politiche di
Sviluppo e di Coesione – Servizio per la Programmazione Negoziata quanto segue:
“In risposta alla Vs. comunicazione n. 15053 del 05.04.2001, in atti di Questo Ente al Prot. N.
9936 del 13/04/2001, ed in particolare con riferimento all’atto inconsulto e distruttivo di cui si è
reso promotore il Comune di Scanzano Jonico a mezzo del proprio Avvocato Spata, questa
Amministrazione fa presente quanto segue.
In primo luogo si esprime il pieno ed incondizionato appoggio alla proposta di contratto
di programma avanzata dal CONSORZIO COSTA D’ORO S.c.a.r.l. e dalla sua
consorziata MARINAGRI Spa in quanto le iniziative proposte ricadono nel territorio del
Comune di Policoro, in particolare nei Comparti A, C e I del Piano Particolareggiato

323
Esecutivo di iniziativa comunale con specifica considerazione dei valori ambientali “Foce
AGRI”.
Si rappresenta inoltre a totale smentita circa i contenuti della lettera inviata dal Comune di
Scanzano Jonico che:
Il Piano particolareggiato Esecutivo Foce AGRI è stato regolarmente approvato con DPRG n. 711
del 9.09.97 ma non ancora reso esecutivo per effetto di atteggiamenti dilatori ed ostativi da parte del
Comune di Scanzano Jonico, di cui la missiva del 03.04.2001 inviata allo stesso Ministero
costituisce soltanto l’ultimo atto, peraltro particolarmente grave se si considera che le iniziative
proposte a finanziamento dal CONSORZIO COSTA D’ORO ricadono in ben tre comuni (Policoro,
Pisticci e Nova Siri) ed addirittura risulta non essere nemmeno investito dalla proposta del
CONSORZIO COSTA D’ORO il Comune di Scanzano Jonico.
La MARINAGRI Spa è proprietaria delle aree di cui allo sviluppo turistico programmato
e quindi, trattandosi di Piano Particolareggiato non preordinato all’esproprio, è nel pieno
diritto di proporsi come ATTUATORE delle trasformazioni di Piano ai sensi dell’art. 23 della
Legge Urbanistica 1150/42.
Appena il Presidente della Giunta Regionale di Basilicata, avrà licenziato il provvedimento di intesa
di cui al D.P.G.R. n. 157 del 21.04.2000, qualunque esso sia, considerato che tale provvedimento
dovrà rispettare i principi di cui all’art. 3 della Legge 267/2000 (autonomia locale), il Comune di
Policoro provvederà a rilasciare alla MARINAGRI SpA, per quanto di propria competenza
territoriale, le concessioni edilizie “ad horas”, allo scopo di consentire la realizzazione delle
iniziative turistiche di cui alla proposta di contratto di programma presentata dalla stessa società.
Alla luce di quanto sopra esposto, non v’è dubbio che allo stato sussistano i requisiti di realizzabilità
e cantierabilità degli interventi proposti dalla MARINAGRI S.p.a. nell’ambito della proposta di
Contratto di Programma in oggetto.
Non può non esprimersi profonda censura sul comportamento del Comune di Scanzano Jonico ed in
particolare sull’atteggiamento distruttivo messo in atto a più riprese dal Sindaco Mario ALTIERI
allo scopo di ostacolare le istanze di sviluppo turistico del Comune di Policoro; si ribadisce come ai
sensi della Legge 08.06.1990 n. 142 “Ordinamento delle Autonomie Locali” e successive modifiche
ed integrazioni il Comune di Scanzano non ha alcun titolo per diffidare il Ministero del Tesoro o
altri Ministeri o il CIPE dall’approvare programmi di sviluppo proposti da privati ai sensi delle
vigenti leggi dello Stato Italiano, tanto più se si considera che il Comune di Scanzano Jonico non ha
nemmeno la competenza amministrativa e territoriale sulle opere oggetto di programmazione
negoziata”.

Con nota n.15330 del 8.6.2001, il Sindaco LOPATRIELLO scrive nuovamente al Servizio
Programmazione Negoziata presso il Ministero, in risposta alla nota n.0020125 del
11.5.2001 dello stesso Ministero sopra indicata ribadendo che “il Comune di Scanzano Jonico
non solo non può essere considerato soggetto attuatore per opere che ricadono nel Comune di
Policoro……omissis…ma non ha nemmeno la competenza amministrativa ai sensi delle vigenti
leggi sulle autonomie locali in ordine al rilascio delle concessioni edilizie o alla sottoscrizione delle
convenzioni con i privati”.

In data 16.10.2001 viene emanata dalla Regione Basilicata la D.P.G.R. n.299/01 (illegittima)
che attuava il P.P.E. Foce AGRI. Tale delibera aggiunge un tassello fondamentale sulla via
per l’ammissione definitiva a finanziamento del contratto di programma a favore del
CONSORZIO COSTA D’ORO. Parimenti, il Presidente della Giunta Regionale pro
tempore, Arch. BUBBICO Filippo, pur essendo a conoscenza di quanto emerso dalla
Conferenza di Servizi del 4.12.2000 e della bozza di accordo a lui inviata dal Comune di
Scanzano Jonico, con la quale di fatto si ripercorrevano gli esiti della stessa conferenza di

324
servizi, con il fine ultimo di favorire la MARINAGRI S.p.a., adottava la D.P.G.R. n.299/01
risultata essere illegittima. Difatti, l’attuazione del P.P.E., secondo quanto proposto dal
Comune di Scanzano Jonico e dalla Conferenza di Servizi, cui partecipava come delegato
del Presidente della Regione, l’Arch. BALSEPRE, le cui conclusioni erano sovrapponibili a
quelle del predetto Comune, era particolarmente svantaggiosa per la MARINAGRI, in
quanto prevedendo la realizzazione unitaria del Piano e non per singoli comparti, nonché
l’asservimento di tutte le aree del Piano sia modificabili che immodificabili, creava una
diseconomia alla società che avrebbe dovuto rifondere i proprietari delle aree asservite. Il
D.P.G.R. 299/01 permetteva di attuare il piano per comparti singoli non prevedendo
l’asservimento delle aree immodificabili, e localizzando tutte le volumetrie edificabili nelle
aree di proprietà della MARINAGRI, ovvero nei comparti dei quali la MARINAGRI S.p.a.
ovvero l’ITTICA VALDAGRI S.p.a possedeva la quasi totalità delle aree, salvo quanto
indicato circa le particelle n.5 e 9 del foglio 4 del Comune di Policoro, facenti parte del
Comparto A e B, che all’epoca non erano di proprietà né della MARINAGRI e né
dell’ITTICA VALDAGRI.

Pertanto, il Presidente della Regione Filippo BUBBICO, tenuto conto dei ripetuti inviti
formulati dal CONSORZIO COSTA D’ORO e dal Comune di Policoro ad adottare i poteri
sostitutivi, li fa propri con la D.P.G.R. 299/01 (manifestando il suo apporto causale
determinante al programma criminoso del sodalzio, poi perpetrato anche quando assume
il rilevante incarico di Sottosegretario allo Sviluppo Economico).

Occorre segnalare un ulteriore atto a firma del Presidente della Regione BUBBICO teso a
sbloccare l’empasse in cui si era venuta a trovare la procedura per l’affidamento del
finanziamento da parte del C.I.P.E. al CONSORZIO COSTA D’ORO ed in particolare alla
MARINAGRI S.p.a.. Con nota n. 0020125 del 11.5.2001 il Ministero del Tesoro, del Bilancio
e della Programmazione Economica – Servizio per la Programmazione Negoziata, a
seguito della nota del 2.5.2001 del Sindaco di Scanzano Jonico, con la quale lo stesso
comunicava che il procedimento per l’attuazione del P.P.E. non era ancora concluso,
scriveva al presidente BUBBICO ed al CONSORZIO D’ORO specificando che “la stipula
del contratto rimaneva subordinata alla risoluzione del procedimento in corso”.
In data 16.10.2001 BUBBICO emanava la D.P.G.R. 299/01.

In data 12.11.2001, con nota prot. n.43784/71R, lo stesso comunica all’ufficio centrale
interessato all’istruttoria della proposta del contratto di programma in esame, quanto di
seguito indicato:
“In allegato alla presente ed in risposta alla V. S. nota n° 0020125 del 11.05.2001, si trasmette il
D.P.G.R. n° 299 del 16.10.2001, che disciplina, ai sensi del D.P.G.R. n° 157 del 21.04.2000 le
modalità attuative del P.P.E. “Foce AGRI”, in sostituzione della prevista intesa tra i comuni di
Policoro e Scanzano Jonico.
Il provvedimento in oggetto conferma l’attuazione del Piano Particolareggiato per
comparti, come individuati nelle tavole del medesimo Piano Particolareggiato, e consente
la realizzazione delle iniziative turistiche di cui alla proposta di Contratto di Programma
in oggetto (cfr. Delibera di Localizzazione Regionale del 8.01.1998).
Come chiaramente evidenziato nelle premesse del dispositivo D.P.G.R. n° 299 del 16.10.2001, gli
indirizzi alla base della medesima deliberazione sono stati normalmente condivisi ed apprezzati da
entrambi i Sindaci dei comuni interessati.
Si intendono pertanto definitivamente chiarite le modalità di attuazione del Piano delle aree oggetto
di trasformazione urbanistica”.

325
Il BUBBICO segnalava che il Comune di Scanzano Jonico non aveva mai formalmente
condiviso tali indirizzi né, tantomeno, poteva farlo il Sindaco verbalmente senza una
preventiva approvazione da parte della Giunta Comunale. L’ALTIERI in merito
dichiarava: “…..Quindi, per esempio, vede, qui BUBBICO ha detto – poi ritorniamo sulla scorie,
non voglio deviare – ha detto: “Sentiti i pareri… – quando ha fatto il primo decreto che poi è
stato bocciato dal Tar – …sentiti i pareri del Sindaco di Scanzano e di Policoro…”. E’
falso totale… Ma poi il parere di un Sindaco lo si acquisisce a voce? E il Sindaco può dare
anche un parere scritto personale o deve fare una deliberà? Cioè noi rappresentiamo un
ente, ogni parere che dobbiamo dare lo dobbiamo esprimere attraverso un atto, non è
che… Perché qui, lui per giustificare, dice che: “A seguito di ampia ed articolata
discussione, i sindaci dei due comuni interessati hanno formalmente dichiarato di
condividere ed apprezzare gli indirizzi illustrati…” Questo è il decreto che poi è stato
bocciato dove dice che possiamo gestire per comparti il piano. Falso totale, io non sono
stato mai interpellato, del resto se fossi stato interpellato dovevo dire: “Devo andare in
consiglio comunale e acquisire il consenso del consiglio comunale”, io non posso dare un
consenso su un piano che è legge, vi do un consenso verbale. Questo perché mi ha fatto
ricordare adesso questo? Perché una cosa possono essere discorsi e discussioni che ci sono stati o che
possono essere intercorsi (compreso BUBBICO) e una cosa sono gli atti invece. Cioè io non è che per
fare una cosa come Sindaco a livello comunale, sento le persone e dico: “Sentiti… prendo questo
provvedimento”, ma devo acquisire i pareri scritti degli enti coinvolti, non dei rappresentanti degli
enti, pareri verbali dei rappresentanti degli enti, documenti scritti etc….”. In pratica l’ALTIERI,
sconfessa quanto indicato nella delibera a firma di BUBBICO, circa il “formale consenso”
dallo stesso espresso, argomentandolo con il fatto che tale “consenso” sarebbe dovuto
essere preceduto da una delibera del consiglio comunale di Scanzano Jonico, cosa che non
è avvenuta secondo quanto dichiarato dal Sindaco. A supporto di tale assunto vi sono le
successive note inviate dallo stesso Sindaco al Ministero delle Attività Produttive con le
quali si opponeva all’attuazione del piano secondo quanto previsto dal D.P.G.R. 299/01.

Che il D.P.G.R. 299/01 fosse fondamentale per il progetto della MARINAGRI (infatti i
problemi erano relativi solo alla MARINAGRI S.p.a., rilevato che il Comune di Scanzano
Jonico evidenziava le illegittimità del progetto relativo solo a questa società e non anche
alle altre consorziate del CONSORZIO COSTA D’ORO, il cui progetto peraltro non
ricadeva nel territorio dello stesso comune) permettendole di uscire dalla fase di stallo
venutasi a creare nell’istruttoria relativa all’ammissione al finanziamento C.I.P.E., emerge
dal fatto che la mancata attuazione del Piano ed il disaccordo di uno dei due comuni sul
territorio del quale sarebbero dovute ricadere le opere da realizzare (Scanzano Jonico), di
fatto non permetteva la cantierabilità delle opere candidate a finanziamento. Quindi tale
atto (D.P.G.R. n.299/01) risulterà fondamentale al fine dell’approvazione dei
finanziamenti da parte del C.I.P.E. a favore del CONSORZIO COSTA D’ORO ovvero della
MARINAGRI S.p.a.. A tal proposito si segnala che il suo successivo annullamento,
intervenuto nell’aprile del 2005, avverrà quando ormai il C.I.P.E. aveva già provveduto
all’approvazione del finanziamento (delibera n.132 del 19.12.2002), nonché si era già
provveduto alla stipula del contratto di programma avvenuta il 31.7.2003. L’importanza di
tale delibera rinviene anche dal fatto che dando la possibilità alla MARINAGRI S.p.a. di
gestire il Piano per singoli comparti, la stessa potrà di fatto proseguire nella realizzazione
delle opere e nell’iter per beneficiare del finanziamento pubblico, senza di fatto più
preoccuparsi delle possibili “rimostranze” del Comune di Scanzano Jonico circa
l’illegittimità degli atti presupposti alla realizzazione delle opere, che la nominata

326
amministrazione comunale aveva anche partecipato ai competenti uffici presso il
Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica, all’epoca
competenti.
Il fatto che il D.P.G.R. 299/01 fosse favorevole alla MARINAGRI, lo dimostra la
circostanza che nel giudizio innanzi al TAR promosso da tale TUCCI, si costituì anche la
MARINAGRI S.p.a., quale interessata ed a favore della quale la delibera impugnata
esprimeva i suoi effetti come anche riconosciuto dalla sentenza n.282/05 del TAR
Basilicata.
Si ricorda che la sentenza n.282/05 che aveva dichiarato illegittimo il D.P.R.G. 299/01
verrà confermata dal Consiglio di Stato che rigetterà il ricorso presentato sia dalla Regione
Basilicata e sia dalla MARINAGRI. Nel suo ricorso la Regione Basilicata, ovvero la
MARINAGRI, contestano l’annullamento dell’intero provvedimento di cui alla delibera
n.299/01, rilevando che l’annullamento sarebbe dovuto essere circoscritto alla sola parte
del provvedimento dove si escludeva l’asservimento delle aree in trasformabili. Tesi che il
Consiglio di Stato rigetta.

Medesima comunicazione veniva effettuata con nota n.11/2001 del 8.11.2001 del
CONSORZIO COSTA D’ORO a firma del presidente, Ing. Marco VITALE, indirizzata al
Servizio per la Programmazione Negoziata Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e
Coesione Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica e per
conoscenza al Presidente della Giunta Regionale della Regione Basilicata, il predetto
CONSORZIO comunica quanto segue:
“A conclusione definitiva della inconferente polemica messa in atto dal Comune di
Scanzano Jonico con i noti atti di diffida del 4.04.2001 e 02.05.2001 avverso l'approvazione
del Contratto di Programma proposto dallo scrivente Consorzio, ed a nuovo riscontro della nota
n. 0020125 del 11.05.2001 del Ministero del Tesoro, si trasmette il D.P.G.R. n. 299 del
16.10.2001, che sostituisce, con riferimento al P.P.E. "Foce AGRI", l'intesa tra i Comuni di
Policoro e Scanzano Jonico.
In particolare si intende richiamare in questa sede come il dispositivo chiarisca
definitivamente la legittimità del progetto presentato a suo tempo a codesto ufficio dal
parte della consociata MARINAGRI S.p.A.; infatti, ai sensi del dispositivo in oggetto, i
proprietari delle aree di ciascun comparto devono presentare al Comune nel cui territorio le
aree stesse ricadono un progetto planovolumetrico esecutivo. Come si evince dalla documentazione
già agli atti di codesto ufficio, la MARINAGRI S.p.A. è proprietaria della quasi totalità dei
Comparti A e C del Piano - in cui ricadono le opere finanziate Ios Village, Thalas Hotel e porticciolo
turistico Akiris, ed è quindi nel pieno diritto di proporsi come attuatore ai sensi della Legge
Urbanistica 1150/42 (legge che ovviamente il D.P.G.R. in oggetto richiama al primo punto quale
necessario presupposto).
Come già dalla scrivente sostenuto nella nota n.10/2001 del 05.06.2001, è da ritenersi quindi non
corretto quanto asserito nella nota n. 0020125 del 11.05.2001 del Ministero del Tesoro – Il Comune
di Scanzano Jonico è parte in causa in quanto il Piano è di iniziativa pubblica e quindi è esso stesso
soggetto attuatore del Piano”. Il Comune di Scanzano Jonico è infatti parte in causa soltanto nel
senso che ha competenza amministrativa (il che è ben diverso dal dire che è soggetto attuatore) sulle
opere previste dal Piano che ricadono nel Comune di Scanzano Jonico (campo da Golf, centro di
Talassoterapia, ecc) ma non ha alcuna competenza sulle opere di cui alla proposta di Contratto di
Programma approvata dal CIPE nella seduta del 03.05.2001.
Si chiede pertanto che, in ottemperanza alla delibera CIPE del 03.05.2001, si proceda
all'assegnazione definitiva delle risorse da parte dello stesso CIPE entro il 31.12.2001”.

327
Emerge, quindi, che il D.P.G.R. 299/01 è fondamentale per la successiva approvazione del
finanziamento da parte del C.I.P.E. a favore del CONSORZIO COSTA D’ORO ed in
particolare della MARINAGRI S.p.a.. A tal proposito si segnala che in tale periodo il
VITALE Vincenzo risulta essere il presidente della MARINAGRI S.p.a. ed il figlio
VITALE Marco, il presidente del CONSORZIO COSTA D’ORO portatori quindi di
interessi di fatto coincidenti (MARINAGRI S.p.a.).
Come indicato nella nota sopra riportata, il CONSORZIO COSTA D’ORO, a questo punto,
chiede l’approvazione definitiva del finanziamento pubblico entro il 31.12.2001.
Con nota n.12/2001 datata 5.12.2001 indirizzata al Ministero delle Attività Produttive,
Direzione Generale del Coordinamento degli Incentivi alle Imprese Ufficio
Programmazione Negoziata - c.a. Direttore Generale Dr. Carlo Sappino (prot.1.180.593 del
5.12.2001), l’Ing. Marco VITALE nella qualità di presidente del CONSORZIO COSTA
D’ORO scrive:
………………………………………..omissis…………….………………………………..
Per quanto riguarda il cambio di destinazione d’uso, relativamente al comparto A del
P.E.E. “Foce AGRI”, che consente la realizzazione, da parte della MARINAGRI Spa, dell’Hotel
Thalas e del Villaggio IOS, si rappresenta che, ai sensi della normativa di piano (art. 4 del
Titolo VI delle N.T.E., agli atti di codesto ufficio) la variazione di destinazione d’uso può
essere esplicata nel progetto di insieme debitamente motivata. In tal senso va registrata
la disponibilità del Comune di Policoro che ha già espresso il proprio indirizzo favorevole
al suddetto cambio di destinazione d’uso.
Alla luce del recente D.P.G.R. n. 299 del 16.10.2001, la MARINAGRI può dunque presentare al
Comune di Policoro (le aree del Comparto A ricadono nel solo Comune di Policoro) il progetto
planovolumetrico esecutivo. Questo sarà approvato dal Consiglio Comunale cui spetta, ai sensi del
Regolamento Edilizio, l’esercizio del potere della delega.
Per quanto riguarda invece la richiesta descrizione dettagliata dei singoli interventi previsti dalla
MARINAGRI SpA, si allegano la relazione descrittiva e la planimetria generale degli
interventi, documenti peraltro già inoltrati con ns. nota n. 9/2001 del 19.04.2001”.

Con nota n.14167 del 14.12.2001, indirizzata all’on. BALDASSARRI Mario presso il
Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla dr.ssa BITETTI Patriza presso la segreteria
C.I.P.E., al dr. Carlo SAPPINO presso il Ministero delle Attività Produttive – Direzione
Generale per il Coordinamento degli Incentivi alle Imprese e alla dr.ssa PASCOLI Anna
presso il Servizio per la Programmazione Negoziata tutti di Roma, il dr. ALTIERI, Sindaco
di Scanzano Jonico, scrive quanto segue:
“OGGETTO: Proposta di Contratto di Programma del CONSORZIO COSTA D’ORO
S.C.A.R.L.. Risposta alla nota del Ministero delle Attività Produttive del 27/11/01 Prot. 1180.551.
E’ pervenuta a questo Comune nota del Ministero delle Attività Produttive del 27/11/2001, prot. N.
1180.551 con la quale, ai fini della definizione della pratica per l’assegnazione dei fondi di cui alla
delib. CIPE n. 91/01, si invita il CONSORZIO COSTA D’ORO a fornire gli elementi necessari
per la definizione ed attuazione del Piano Progettuale e la Società MARINAGRI a fornire
descrizione degli interventi previsti, alla stregua delle varianti apportate al progetto iniziale e al
disposto di cui al D.P.G.R. n. 299/01.
Questo Comune ritiene di dover segnalare a codesto Ministero che il CONSORZIO
COSTA D’ORO non è in grado e comunque non può validamente e legittimamente fornire
gli elementi richiesti, in quanto non ha nè la disponibilità del suolo né le concessioni
demaniali relative a tutte le aree interessate dal Piano progettuale né allo stato esiste
alcuna variante in deroga di validità ed efficace.

328
Per ciò che concerne la richiesta formulata alla MARINAGRI, Società che fa parte del Consorzio
presentatore del Piano progettuale, si evidenzia che il D.P.G.R. n. 299/01 e la presupposta delib.
G.R. 15/10/01 n. 2194, sono atti conseguenti al contrasto insorto tra i Comuni di Policoro e
Scanzano Jonico in ordine alle modalità di attuazione del Piano Particolareggiato Esecutivo
d’Ambito Foce AGRI.
Tali atti regionali pubblicati sul B.U.R. n. 72 dell’1/11/01 non solo non sono ancora divenuti
inoppugnabili ma determinano, ai fini della concreta attuazione del Piano medesimo, una serie di
incombenze allo stato neppure iniziate.
Questo Comune ritiene doveroso evidenziare che i predetti atti prescrivano, tra l’altro, che la
volumetria complessiva prevista dal Piano Particolareggiato è da intendersi virtualmente attribuita
a tutte le aree trasformabili ricadenti nel Piano stesso, indipendentemente dalla prevista
destinazione, dalla proprietà e dalla localizzazione in uno o nell’altro territorio comunale.
Conseguentemente le volumetrie realizzabili nell’ambito di ciascun comparto edificatorio
derivano non solo dalle aree del comparto stesso, ma anche dalle aree trasformabili
rientranti nel perimetro del Piano d’ambito.
Pertanto nell’ipotesi che la volumetria prevista in un comparto superi quella consentita da PTCM
(1mc/mq.), al realizzando comparto dovrà essere asservita una o più aree della superficie
complessiva trasformabile necessaria ad assorbire la volumetria eccedente il valore di 1mc./mq.
Dovranno in ogni caso essere rispettati gli indici e le quantità volumetriche stabiliti per ciascuno
comparto nonché la volumetria complessiva del Piano.
L’attuazione del P.P.E.A. potrà avvenire per singoli comparti e nell’ambito di questi, con la
sequenza del D.P.G.R. n. 711/97, di approvazione del Piano.
A questo fine il proprietario o i proprietari, riuniti in consorzio o società, dalle aree di ciascun
comparto dovranno presentare al Comune o ai Comuni, nel cui territorio le aree stesse ricadono, un
progetto planovolumetrico esecutivo corredato, ove occorra, dalla documentazione relativa
all’asservimento a non aedificandi delle superfici necessarie a consentire la realizzazione della
volumetria prevista.
Conseguentemente dovranno essere allegati agli accordi o i contratti interprivati con i
proprietari delle aree asservite, mediante i quali è stata realizzata la perequazione delle
situazioni dominicali. Nel progetto planovolumetrico, dovranno essere puntualmente indicate le
opere di urbanizzazione primaria e secondaria, individuate in un apposito elaborato accompagnato
da progettazione esecutiva, con la stima analitica dei costi, suddivisi. Ove occorra, in relazione alla
localizzazione di ciascuna opera nel territorio dei due Comuni interessati e per comparti.
I soggetti che hanno la proprietà o, in base ai negozi interprivati, la legittima disponibilità delle aree
dell’intero comparto, dovranno stipulare con il Comune o con i comuni nel cui territorio ricade il
comparto stesso, una convenzione relativa all’attuazione del progetto planovolumetrico,
obbligandosi a versare gli oneri relativi al costo di tutte le opere di urbanizzazione primaria e di
parte delle opere di urbanizzazione secondaria, in conformità alle vigenti norme.
Nell’ipotesi di opere di urbanizzazione interessanti più comparti e/o il territorio di entrambi i
Comuni dovrà essere garantita la realizzazione integrata ed unitaria, mediante la stipula di
apposita convenzione tra Amm.ne/i ed i privati rappresentati la proprietà dei predetti comparti, nei
modi di cui all’art. 23 L.n. 1150/42.
In caso di opere di urbanizzazione che per la loro natura o struttura riguardino il territorio di più
Comuni, il loro progetto dovrà essere approvato da entrambe le Amministrazioni Comunali.
Alla stregua delle novità prescrizionali imposte dalla Regione conseguentemente al
mancato accordo sulla convenzione tra i Comuni di Policoro e Scanzano Jonico, il Piano
progettuale all’esame di codesto Ministero non può proseguire nel suo iter perché in
contrasto con queste.

329
Si invitano, per tanto, le SS.VV. nell’ambito delle rispettive competenze, ad esprimere
parere negativo sull’assegnazione definitiva dei fondi in discorso”.

Va evidenziato un passaggio della nota appena indicata, nel quale ALTIERI Mario,
Sindaco di Scanzano Jonico, scriveva: “….Questo Comune ritiene di dover segnalare a
codesto Ministero che il CONSORZIO COSTA D’ORO non è in grado e comunque non
può validamente e legittimamente fornire gli elementi richiesti, in quanto non ha nè la
disponibilità del suolo né le concessioni demaniali relative a tutte le aree interessate dal
Piano progettuale né allo stato esiste alcuna variante in deroga di validità ed
efficace……”. Qui ALTIERI segnala due circostanze fondamentali, ovvero che la
MARINAGRI S.p.a. non aveva né la disponibilità del suolo dove sarebbero dovute sorgere
alcune opere candidate a finanziamento e né alcuna variante in deroga valida ed efficace.
Tali aspetti sono direttamente da ricollegare rispettivamente a quanto già indicato circa la
proprietà delle particelle n.5 e 9 del foglio 4 del Comune di Policoro, che costituivano parte
del comparto A dove era localizzato in particolare l’Hotel THALAS ed a quanto indicato
circa l’illegittimo cambio di destinazione d’uso di sette sub comparti su nove costituenti lo
stesso comparto, effettuato al fine proprio di localizzare in tale comparto il predetto Hotel.
In merito alla proprietà dei terreni, si segnala che l’ITTICA VALDAGRI S.p.a. e non la
MARINAGRI S.p.a. ne diverrà illegittimamente proprietaria solo in data 16.7.2003. Per
quanto attiene all’illegittimo cambio di destinazione d’uso si evidenzia che a seguito della
nota dell’ALTIERI la stessa società, ammettendo di fatto tale illegittimo cambio d’uso,
presenta alla Regione Basilicata Dipartimento BB.AA. richiesta di nulla osta preventivo
relativo al progetto planovolumetrico definitivo del Comparto A ed in particolare il
cambio di destinazione d’uso in oggetto, che però di fatto era stato già deliberato dal
Comune di Policoro e grazie al quale sia il VITALE Vincenzo e Marco e sia
LOPATRIELLO e VICECONTE avevano certificato che il Comune di Scanzano Jonico non
era interessato dalle opere richieste a finanziamento, dichiarando, quale unico Comune
interessato dalle stesse, la cantierabilità delle medesime opere. Tale richiesta verrà
successivamente ritirata parzialmente (per quanto attiene alle opere relative all’HOTEL
THALAS) e verrà riproposta più volte per quanto attiene ai sub comparti A1, A2, A3 e A4,
ovvero quelli che riguardavano il VILLAGGIO IOS, atteso che l’HOTEL THALAS verrà
riallocato completamente in altra zona rispetto a quella prevista e per la quale la
MARINAGRI aveva ottenuto l’approvazione del finanziamento, ovvero nel Comparto C.

A seguito della nota sopra riportata, il Ministero delle Attività Produttive, con nota
n.1.180.669 del 31.12.2001, indirizzata al CONSORZIO COSTA D’ORO (VITALE Marco), al
Sindaco di Policoro (LOPATRIELLO Nicolino), al Sindaco di Scanzano Jonico (ALTIERI
Mario) e per conoscenza al Presidente della Giunta Regionale della Basilicata (BUBBICO
Filippo), scrive:
“OGGETTO: Proposta di Contratto di Programma del CONSORZIO COSTA D’ORO S.C.A.R.L.
– Centro turistico integrato MARINAGRI.
Si fa riferimento alla nota del 14/12/2001 prot. N. 1.180.636 del 17/12/2001, inviata a questo
Ufficio dal Comune di Scanzano Jonico che si allega alla presente e in cui si invita ad esprimere
parere negativo sull’assegnazione definitiva dei fondi alla proposta di contratto in oggetto.
Nell’evidenziare il parere positivo della Regione Basilicata che nella nota n.1.180.511 del
19/11/2001 afferma che il “D.P:G.R. n.299 del 16/10/2001 conferma l’attuazione del piano
particolareggiato per comparti e consente la realizzazione delle in iniziative turistiche di
cui alla proposta di contratto di programma Costa d’Oro” , si ritiene necessario un definitivo

330
chiarimento circa le modalità di attuazione del Piano d’Ambito e la conseguente realizzazione
dell’intervento in oggetto.
Poiché, evidentemente, tali modalità non risultano formalmente condivise dai due Comuni e
considerato la necessità, per la corretta realizzazione dell’intervento, delle opere di urbanizzazione
primaria e secondaria, si invita codesto Consorzio e le Amministrazioni di competenza a fornire,
con la massima sollecitudine, i chiarimenti dovuti”.

Con nota n.1053 del 14.1.2002, redatta su carta intestata del Comune di Policoro ed a firma
congiunta del Sindaco di Policoro, Nicola LOPATRIELLO, del Dirigente del 3^ Settore del
Servizio Urbanistica del Comune di Policoro, Ing. VICECONTE Felice, del presidente del
CONSORZIO COSTA D’ORO, Ing. VITALE Marco e del presidente della MARINAGRI
S.p.a., VITALE Vincenzo, indirizzata alla Direzione Generale per il Coordinamento degli
Interventi alle Imprese presso il Ministero delle Attività Produttive – Ufficio della
Programmazione Negoziata e per conoscenza al Presidente della Giunta Regionale, Arch.
Filippo BUBBICO, i latori della stessa scrivono:
“In risposta alla Vs. nota prot. 1.180.669 del 31.12.2001, ed a definitivo chiarimento circa le
modalità di attuazione dell'iniziativa turistica presentata dalla MARINAGRI SpA, nell'ambito
della proposta di Contratto di Programma del CONSORZIO COSTA D’ORO i sottoscritti:
Dott. Nicola Lopatriello, Sindaco della Città di Policoro,
Ing. Felice Viceconte, Dirigente III Settore del Comune di Policoro, responsabile del procedimento,
Ing. Marco VITALE, Presidente del CONSORZIO COSTA D’ORO S.c.a.r.l.,
Vincenzo VITALE, Presidente della MARINAGRI S.p.A.,
fanno presente quanto segue.
L'ultima nota del Sindaco del Comune di Scanzano Jonico del 14.12.2001, al di là dell'evidente fine
defatigatorio ed emulativo, lascia trasparire un'acredine nei riguardi dell'iniziativa turistica in
oggetto e della Città di Policoro, come raramente si è vista albergare in un'istituzione pubblica, la
cui azione dovrebbe essere tesa soltanto alla salvaguardia degli interessi pubblici ed allo sviluppo
socio economico. Ci si chiede quale vantaggio può ricavare il Comune di Scanzano Jonico dalla
mancata assegnazione delle risorse al CONSORZIO COSTA D’ORO?.
A testimonianza del fine distruttivo, e dell'uso personalistico delle istituzioni, è il fatto che tali atti
(siamo al terzo) vengano prodotti sempre nell'imminenza della decisione del CIPE con il chiaro
intento di mettere il decisore in grave imbarazzo, atteso anche il fatto che trattasi di istanze
provenienti da un ente pubblico.
Occorre comunque precisare che, nell'ultima missiva, il Sindaco di Scanzano Jonico ha rivolto a
codesto Ufficio un invito a titolo esclusivamente personale, in quanto non risultano atti specifici
degli organi collegiali, né il Sindaco è responsabile del procedimento in ordine all'attuazione del
P.P.E. "Foce AGRI".
Venendo invece nello specifico ai contenuti della missiva del Sindaco del Comune di Scanzano,
l'interpretazione del dispositivo regionale DPGR 299/2001 è univoca e non può destare
ulteriori dubbi circa le modalità di attuazione del Piano d'Ambito Foce AGRI. A
testimonianza di ciò vale l'autorevole parere della Regione Basilicata a cui la presente viene inviata
per conoscenza.
Intanto va sottolineato che il D.P.G.R. n.299 del 16.10.2001 è divenuto inoppugnabile a far
data dal 02/01/2002 per mancanza di oppugnazione da parte di alcuno. D'altronde il
Sindaco di Scanzano Jonico, che ha invocato tale "carenza procedurale" (come se la validità di una
legge fosse subordinata all'esaurimento di tutti gli eventuali atti di impugnazione dinanzi al
Tribunale amministrativo), non ha potuto proporre oppugnazione dinanzi al TAR per il semplice
motivo che lo stesso Sindaco "ne ha formalmente condiviso ed apprezzato gli indirizzi'' (si
vedano al proposito le premesse del D.P.G.R. 299/2001).

331
Ciò che è invece più importante considerare è la natura del D.P.G.R. 299/2001: trattasi di "intesa
autoritativa" imposta dal Presidente della Giunta Regionale di Basilicata ai sensi del
D.P.G.R. 157/2000 (anche quest'ultimo condiviso da entrambi i Comuni). In sostanza il
D.P.G.R. 299/2001 è stato redatto proprio per sopperire alla mancata intesa tra i due Comuni con
un intervento sostitutivo regionale.
A maggior supporto si cita, nelle premesse del dispositivo: premesso "che il Presidente della Giunta
Regionale, l'Assessore al ramo ed i dirigenti dell'Ufficio Urbanistica e Tutela del Paesaggio e del
Servizio Assistenza Giuridico-Legale hanno preso atto delle convergenti dichiarazioni di formale
consenso dei Sindaci di Policoro e Scanzano Jonico all'adozione, da parte della Regione, di un atto
disciplinante le modalità attuative del PPEA Foce AGRI, in sostituzione dell'intesa che sarebbe
dovuta intervenire tra i comuni predetti".
Con riferimento invece ai contenuti del D.P.G.R. 299/12001, intanto è noto – lo ha
richiamato la stessa Regione Basilicata nella nota del 19.11.2001 - che la realizzazione
avviene per "singoli comparti”.
Ebbene, come evidenziato dalla copiosa ed esaustiva documentazione già agli atti di
codesto Ufficio, con riferimento alle tre iniziative proposte dalla MARINAGRI S.p.a. ed
oggetto di approvazione CIPE (Hotel Thalas, Ios Village e Porto Akiris) è possibile
verificare che:
- l'Hotel Thalas e lo Ios Village ricadono interamente nel Comparto A del P.P.E.;
- il Porto Akiris ricade interamente nei Comparti C ed I del P.P.E.;
- la MARINAGRI S.p.a. è proprietaria del 99.94% del Comparto A;
- la MARINAGRI SpA è proprietaria del 89.17% del Comparto C (il resto appartiene quasi
interamente al Demanio Marittimo);
- con riferimento alle aree del Comparto I la MARINAGRI SpA ha ottenuto l'approvazione di
Porto Akiris ai sensi del DPR 509/97 sulla nautica da diporto;
- la MARINAGRI, ai sensi dell'art.23 della legge 1150142 (proprietà di almeno 3/4 del
Comparto) è dunque legittimata ad attuare le previsioni di piano.
Per il Comparto A (in cui sono previsti il Villaggio Ios e l'Hotel Thalas), ai sensi del
D.P.G.R. n.299 del 16.10.2001, il Comune di Scanzano Jonico non è assolutamente
investito dalla successiva procedura di approvazione finale, in quanto le aree del
Comparto A ricadono interamente nel Comune di Policoro.
Per il Comparto C (in cui è previsto Porto Akiris) il Comune di Scanzano Jonico è investito
dell'approvazione delle sole urbanizzazioni di cui al tronco A-B, come illustrato nella planimetria
allegata, e rilascia la concessione su 1620 mq di superficie stradale su circa 508.272 mq di tutto il
comparto (0.3%).
Il Comune di Scanzano Jonico non può inoltre esimersi dall'approvare tale urbanizzazione in
quanto trattasi di atto dovuto alla luce dei seguenti motivi:
- le urbanizzazioni sono state già definite dal progettista del Piano ed approvate dal
Comune di Scanzano Jonico in sede di approvazione del Piano (cfr. Delibera di Consiglio Comunale
di Scanzano Jonico n. 58 del 12.11.99 e n.38 del 11.07.2000);
- il Sindaco di Scanzano Jonico ha già espresso parere favorevole al porticciolo turistico in sede di
conferenza di servizi del 28.09.1999 ai sensi del DPR 509/97 (l'urbanizzazione A-B è anche al
servizio del porto).
In sostanza l'approvazione che si richiederà al Comune di Scanzano Jonico sulle urbanizzazioni di
cui al tronco A-B va intesa soltanto ai sensi del calcolo degli oneri di urbanizzazione dovuti
(nessuna costruzione del Comparto C ricade nel Comune di Scanzano Jonico!)
Se il Comune di Scanzano Jonico si rifiutasse di approvare tali urbanizzazioni potrà essere richiesto
il potere sostituivo alla Giunta Regionale tenuto anche conto che le opere infrastrutturali sono già

332
state oggetto di progettazione definitiva con NO (Nulla Osta n.d.r.) Paesaggistico poi inglobato nel
successivo giudizio di Compatibilità Ambientale (D.G.R. n. 2463 del 27.11.2001).
Per quanto riguarda infine i prescritti eventuali "asservimenti di aree della superficie complessiva
trasformabile necessaria ad assorbire la volumetria eccedente il valore di 1 mc/mq”, si rappresenta
che in nessuno dei Comparti del Piano (inclusi quindi i Comparti A e C che interessano la
proposta di Contratto di Programma) la volumetria realizzabile supera l’indice di 1
mc/mq fondiario, per cui nessun asservimento è necessario.
In definitiva, si chiede di non tener conto dei ripetuti inviti del Sindaco di Scanzano Jonico (inclusa
la probabile prossima missiva che perverrà a poche ore dal prossimo CIPE), anche al fine di evitare
che il Comune di Scanzano Jonico ed indirettamente l'intera comunità di Scanzano Jonico, debbano
soffrire il fardello delle ingenti azioni risarcitorie che Comune di Policoro, CONSORZIO COSTA
D’ORO S.c.a.r.l., MARINAGRI S.p.A., La Siritide S.r.l. e Nettis Resort S.r.l. metterebbero in atto
nel caso in cui la condotta sconsiderata del Sindaco di Scanzano producesse gli effetti sperati”.
Ulteriore riscontro a quanto indicato circa le condotte dei sodali LOPATRIELLO e
VICECONTE in favore della MARINAGRI S.p.a., emerge dalla nota n.01206 del 15.1.2002.
Con tale nota gli stessi scrivono (a firma congiunta) alla Direzione Generale per il
Coordinamento per gli Incentivi alle Imprese presso il Ministero delle Attività produttive -
Ufficio Programmazione Negoziata, in risposta alla nota n.1.180.669 del 31.12.2001 dello
stesso ufficio, dichiarando quanto segue: “ai sensi del D.P.G.R. 299/01. il Comune di
Policoro, e soltanto questo, è titolato a sottoscrivere la convenzione e rilasciare
concessione edilizia sulle opere presentate dalla MARINAGRI S.p.a. nell’ambito della
proposta di Contratto di Programma in oggetto. Questa amministrazione garantisce
quindi che il piano di interventi proposto dalla MARINAGRI S.p.a., costituito da n.2
iniziative ricettive (IOS VILLAGE e HOTEL THALAS) nel comparto A del P.P.E. “Foce
AGRI” e dal Porto AKIRIS nei comparti C ed I del P.P.E. “Foce AGRI” gode del requisito
della cantierabilità”

In quella data (15.1.2002), secondo quanto previsto dal PAI (Piano Idrogeologico) adottato
il 31.12.2001, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 14.1.2002, tutta l’area interessata dalle
opere candidate a finanziamento era a rischio idrogeologico elevato e quindi totalmente
inedificabile.
A supporto di tale affermazione, si specifica che proprio per tale assoluta inedificabilità
determinata dal P.A.I., la MARINAGRI S.p.a. ed in particolare il suo presidente, VITALE
Vincenzo, prima chiede al presidente BUBBICO a mezzo del telegramma del 11.1.2002 il
blocco della pubblicazione del P.A.I. e, successivamente, propone istanza di variante alla
perimetrazione del PAI. Dello stato di inedificabilità dell’area interessata dalla proposta di
contratto di programma della MARINAGRI S.p.a. erano consapevoli, quindi, sia VITALE
Vincenzo che il presidente BUBBICO.
Consapevole della pericolosità cui è esposta l’area e della sua inedificabilità è anche il
LOPATRIELLO, nella sua qualità di Sindaco di Policoro ed il VICECONTE, dirigente del
3^ Settore del Servizio Urbanistica dello stesso Comune.
Infatti, il PAI viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 14.1.2002 risultando
immediatamente esecutivo per tutti gli enti interessati. Della imminente pubblicazione del
PAI il VITALE Vincenzo ne era a conoscenza già dal 11.1.2002, data in cui inviò a
BUBBICO il telegramma con il quale gli chiede di bloccare la pubblicazione del PAI perché
rendeva inedificabili le aree interessate dal progetto della MARINAGRI S.p.a. per il quale
era in corso l’istruttoria per l’ammissione definitiva a finanziamento. Quindi, rilevata
“l’estrema vicinanza” tra il LOPATRIELLO, il VICECONTE ed il VITALE, riscontrata è la
circostanza secondo la quale i due amministratori del Comune di Policoro abbiano

333
coscientemente certificato il falso circa la cantierabilità dell’opera effettuata con le due note
del 14.1.2002 e 15.1.2002. L’estrema vicinanza tra il VITALE Vincenzo, il Sindaco di
Policoro ed il funzionario del medesimo Comune, deriva anche dalle seguenti
considerazioni:
- con nota n.1053 del 15.1.2002 a firma congiunta di LOPATRIELLO, VICECONTE, VITALE
Vincenzo e VITALE Marco, su carta intestata del Comune di Policoro i predetti scrivevano
al Ministero certificando la fattibilità delle opere;
- la nota n.01206 del 15.1.2002 del Comune di Policoro, acquisita presso gli uffici del
Ministero dello Sviluppo Economico, a firma del Sindaco Nicola LOPATRIELLO,
indirizzata alla Direzione Generale per il coordinamento degli incentivi alle imprese
presso il Ministero delle Attività Produttive e per conoscenza all’On. Mario
BALDASSARRI, dr.ssa Patrizia BITETTI ed al Presidente della Giunta Regionale della
Basilicata, BUBBICO Filippo, con la quale si certificava la cantierabilità dell’opera, risulta
inviata dal fax della società ET&M, numero di telefono 0835981928. Tale dato si rileva
dall’esame del margine superiore delle note in questione dove risulta stampato il numero
del fax del mittente e l’intestatario dello stesso numero. La ET&M è la società che ha
progettato la MARINAGRI ed il titolare della medesima è l’Ing. VITALE Marco, figlio di
Vincenzo, presidente della MARINAGRI S.p.a.;
- la nota n.1053 del 14.1.2002 del Comune di Policoro, acquisita presso gli uffici del
Ministero dello Sviluppo Economico, a firma congiunta del Sindaco Nicola
LOPATRIELLO, di VICECONTE Felice, VITALE Vincenzo e VITALE Marco, indirizzata
alla Direzione Generale per il coordinamento degli incentivi alle imprese presso il
Ministero delle Attività Produttive e per conoscenza al Presidente della Giunta Regionale
della Basilicata, BUBBICO Filippo, con la quale si risponeva a quanto segnalato dal
Sindaco di Scanzano Jonico e si certificava la cantierabilità dell’opera, risulta inviata dal
fax della società ITTICA VALDAGRI, numero di telefono 0835971878. Anche tale dato si
rileva dall’esame del margine superiore delle note in questione dove risulta stampato il
numero del fax del mittente e l’intestatario dello stesso numero. L’ITTICA VALDAGRI è la
società che ha il controllo della MARINAGRI S.p.a. ed il titolare della stessa è VITALE
Vincenzo, presidente anche della MARINAGRI S.p.a..

I due dati appena indicati fanno emergere la circostanza secondo la quale dagli uffici di
due delle società interessate alle opere ed al finanziamento sono state inviate due
importanti note ufficiali del Comune di Policoro, necessarie al fine dell’approvazione del
finanziamento a firma del primo cittadino di quel Comune e di un funzionario del
medesimo. Le due società non erano tra i destinatari di tali note. Quanto indicato fa
emergere un’illecita unità d’intenti tra i privati amministratori della MARINAGRI S.p.a.
(VITALE Vincenzo e Marco) e due amministratori pubblici (LOPATRIELLO Nicolino e
VICECONTE Felice) che al fine di permettere l’ammissione a finanziamento della
MARINAGRI S.p.a. avrebbero certificano il falso (per consentire l’attuazione del
programma criminoso). A tal proposito si mette in evidenza l’importante circostanza
secondo la quale le due note inviate al Ministero vengono inviate dagli uffici delle due
società interessate ai finanziamenti nonostante fossero redatte su carta intestata del
Comune di Policoro. In merito alla stessa nota si segnala l’insolita firma congiunta di
privati (VITALE Vincenzo e Marco) unitamente a quelle di due amministratori pubblici su
una nota ufficiale del Comune di Policoro.

Temporalmente tali condotte vanno collocate nel Gennaio 2002, epoca nella quale la
MARINAGRI s.p.a. cercava di porre rimedio in tutti i modi al problema sorto con la

334
pubblicazione del PAI Basilicata. Il presidente BUBBICO, al fine di permettere alla
MARINAGRI S.p.a. di portare avanti l’iniziativa ed ottenere i relativi finanziamenti
pubblici, ha illecitamente operato attraverso l’emanazione della delibera del Comitato
Istituzionale dell’ADB Basilicata n.9 del 28.5.2002, con la quale consente la
riperimentazione del P.A.I., poi di fatto mai avvenuta, tanto che allo stato l’area è ancora
sottoposta a vincolo idrogeologico per rischio di inondazione elevato e quindi
assolutamente inedificabile.
In tale contesto sono da collocare le ulteriori condotte illecite poste in essere dal VITALE
Marco che nella relazione idraulica inviata all’ADB della Basilicata e finalizzata ad
ottenere il favorevole accoglimento della domanda di riperimetrazione indica dati
mendaci. In particolare, lo stesso sottostimava la portata massima del fiume AGRI di circa
il 56%, indicando la presenza di arginature mediamente inferiori di circa 40 cm, con una
differenza, rispetto a quelle realmente esistenti, oscillante tra i 15 cm ad 1 metro, il tutto al
fine di pervenire ad un positivo giudizio relativo all’istanza presentata. Positivo giudizio
che viene condizionato, nonostante tutto, a delle prescrizioni, di cui non avrebbe tenuto
conto l’Arch. BUBBICO, relatore del Comitato Istituzionale dell’ADB Basilicata, nella
richiamata delibera n.9 del 28.5.2002, con la quale veniva espresso un parere favorevole
alla riperimetrazione, così come richiesta dalla MARINAGRI.
Riperimetrazione richiesta dalla MARINAGRI e favorevolmente accolta, ma inadeguata al
fine di evitare l’inondazione delle aree in questione, e ciò in ragione del fatto che non
sarebbero stati previsti degli argini adeguati ovvero non sarebbe stato proposto alcuno
studio in sede di richieste di modifica del vincolo relativo alle aree inondabili. Il tutto
sarebbe scaturito, secondo quanto dichiarato dall’Ing. TAFURI dell’ADB Basilicata, dalla
circostanza secondo la quale il comitato tecnico del medesimo ente, in sede di istruttoria
della pratica della MARINAGRI del 3.5.2002, aveva sposato in toto le considerazioni
riportate nella relazione idraulica del VITALE Marco, senza approfondirle ed, anzi,
facendole proprie. Tale circostanza aveva permesso l’emissione di un parere favorevole
seppur condizionato a delle prescrizioni.

Per le considerazioni appena riportate, quindi, in data 15.1.2002, vista l’assoluta


inedificabilità dell’area, il progetto MARINAGRI non era cantierabile, come invece
falsamente certificato dal Sindaco di Policoro, LOPATRIELLO Nicolino e dal dirigente del
3^ settore del servizio urbanistica dello stesso comune VICECONTE Felice. Requisito,
questo, fondamentale al fine dell’ottenimento dei finanziamenti pubblici. Quindi, quanto
dichiarato al Ministero interessato in sede di istruttoria per l’ammissione a finanziamento
del progetto MARINAGRI, da parte del Comune di Policoro e da VITALE Vincenzo e
Marco è falso.

Le note del 14.1.2002 e 15.1.2002, permetteranno di fatto al CONSORZIO COSTA D’ORO


ed in particolare alla MARINAGRI S.p.a. di essere ammessa a finanziamento. Ma tali atti
non rimarrano isolati. Infatti il LOPATRIELLO ed il VICECONTE emetteranno
successivamente tutti gli atti (convenzioni, concessioni edilizie e autorizzazioni a
costruire) necessari alla edificazione delle opere del centro turistico ecologico
MARINAGRI, grazie ai quali la stessa società edificherà le opere ed otterrà i relativi
finanziamenti da parte del C.I.P.E. attraverso successivi stati di avanzamento. Tutti gli atti
indicati risultano essere illegittimi.
Il Comune di Policoro fin dal 19.3.2002 è a conoscenza dello stato di inedificabilità delle
aree interessate dal progetto della MARINAGRI S.p.a.. Tale dato è chiaramente desumibile
dall’esame del verbale del Comitato Tecnico dell’ADB della Basilicata, redatto al fine di

335
valutare l’istanza di riperimetrazione delle aree proposta proprio dalla MARINAGRI
S.p.a.. Infatti alla riunione del 19.3.2002 in rappresentanza del Comune di Policoro
partecipa l’Ing. VICECONTE Felice, mentre alla riunione del 3.5.2002 vi prese parte il
Geom. AGRESTI Vincenzo, sempre per il Comune di Policoro. Proprio nel corso di tale
seduta saranno imposte alla MARINAGRI S.p.a. le prescrizioni relative all’innalzamento
di 1 metro degli argini presenti e l’invio di una relazione sugli argini presenti e da eseguire
ogni due anni. Prescrizioni mai compiutamente eseguite dalla MARINAGRI S.p.a.. Quindi
il Comune di Policoro, ovvero i suoi amministratori, nonostante fossero a conoscenza
dell’inedificabilità dell’area e dell’inesistenza di una riperimetrazione valida per via della
mancata attuazione delle prescrizioni imposte, emetteranno tutte le autorizazioni e
certificazioni necessarie al fine di far ottenere alla MARINAGRI i fondi pubblici del CIPE e
l’edificazione di opere illegittime e sottoposte a grave rischio idrogeologico.

Per quanto attiene il Sindaco LOPATRIELLO, si segnala che dall’esame dei file estratti dai
computer in uso e sequestrati presso gli uffici della MARINAGRI S.p.a., (file nominato
“elenco venduto.xls”) relativo agli immobili residenziali realizzati e venduti all’interno
della MARINAGRI S.p.a. per i quali lo stesso, tra gli altri, aveva provveduto a emettere le
relative autorizzazioni a costruire in violazione del PAI, è emerso che lo stesso è tra gli
acquirenti di un immobile all’interno del complesso turistico in oggetto, con data di
sottoscrizione indicata: “parte acquirente 30.06.2006”.

Dall’esame dell’ulteriore documentazione sequestrata sempre presso gli uffici della


MARINAGRI, è emerso ulteriore riscontro a tale circostanza ed in particolare, dall’esame
del documento titolato “Unità immobiliari MARINAGRI Resort” è emerso:
- che al n.143 dell’elenco nella colonna “acquirente” risulta essere indicato
LOPATRIELLO Nicolino;
- che l’immobile indicato è identificato con la sigla “C3/0-SX”;
- che il prezzo di listino è di €.164.000,00.
Dall’esame di ulteriore documento titolato “Unità Immobiliari MARINAGRI Resort S.p.a. –
Vendita”, emerge che LOPATRIELLO Nicolino:
- è indicato tra gli acquirenti (al n.133) dell’immobile contraddistinto dalla
sigla “C3/0-SX”;
- che il prezzo di listino dell’immobile è di €. 164.000,00;
- che il deposito cauzionale da incassare è di €.10.000,00;
- che non risulta versata alcuna somma relativa all’acquisto di tale immobile.

Dall’esame di ulteriore documento titolato “Unità Immobiliari MARINAGRI Resort S.p.a. –


Vendita”, emerge che LOPATRIELLO Nicolino:
- è indicato tra gli acquirenti (al n.139) dell’immobile contraddistinto dalla
sigla “C3/0-SX”;
- che per la prima volta compare come “data proposta” quella del 30.6.2006;
- il prezzo di listino dell’immobile è di €. 164.000,00;
- che la caparra confirmatoria da incassare è di €. 41.000,00, quella incassata è
0;
- che il primo anticipo da incassare è di €.32.800,00, quello incassato è 0;
- che il secondo anticipo da incassare è pari ad € 32.800,00;
- che il saldo da incassare è pari ad € 57.400,00;
- come modalità di commercializzazione è indicata: DIRETTA, con
l’indicazione: OK.

336
Dall’esame di ulteriore documento titolato “Posti Barca MARINAGRI Resort S.p.a – Venduti
insieme alle unità immobiliari”, emerge che LOPATRIELLO Nicolino:
- è indicato tra gli acquirenti (al n.65) del posto barca relativo all’immobile
contraddistinto dalla sigla “C3/0-SX”;
- che non è indicata la “data proposta”;
- il prezzo di listino dell’immobile è di €. 20.000,00;
- che la caparra confirmatoria da incassare è di €. 20.000,00, quella incassata è
0;
- come modalità di commercializzazione è indicata: DIRETTA, con
l’indicazione: OK.

Da quanto indicato, quindi, LOPATRIELLO Nicolino, risulta:


- tra gli acquirenti di un immobile e di un posto barca all’interno del
complesso MARINAGRI;
- che non risulta versata alcuna somma relativa all’acquisto di tale immobile.

Ritornando alla ricostruzione dell’iter amministrativo che ha portato all’approvazione del


finanziamento in capo alla MARINAGRI, si evideinzia che nonostante i gravi rilievi mossi
dal Sindaco di Scanzano Jonico, dr. ALTIERI, con le note del 5.4.2001, 2.5.2001 e 14.12.2001,
indirizzate ai preposti uffici Ministeriali all’istruttoria, in data 19.12.2002, con delibera
n.135, veniva definitivamente approvato, da parte del C.i.P.E., il contratto di programma a
favore del CONSORZIO COSTA D’ORO.

Il CIPE, con Delibera del 19.12.2002, su proposta della Direzione, formulata a seguito della
acquisizione dell'istruttoria bancaria e dei pareri dei responsabili regionali e locali dei
procedimenti amministrativi circa la cantierabilità, la compatibilità con gli strumenti
urbanistici e la valutazione di impatto ambientale degli investimenti previsti,
approvava la stipula del Contratto di Programma per la realizzazione, nella Regione
Basilicata, di investimenti, da realizzarsi negli anni 2001/2005, in conformità al Piano
progettuale presentato dal CONSORZIO COSTA D’ORO e dai Consorziati, per un
importo complessivo di 92,673 Milioni di euro, comportante un onere complessivo
massimo a carico dello Stato, di 51,721 Milioni di euro, con previsione a regime di
assunzione di non meno di n. 191 unità lavorative valutate in termini di Unità Lavorative
Annue (ULA).
L’importo dei finanziamenti approvati a favore della MARINAGRI S.p.a. era pari ad
€.25.849.000.
Nel decreto in esame si leggeva: “Omissis. VISTA la nota n.0017617 del 26 aprile 2001 con la
quale il Servizio per la programmazione negoziata del Dipartimento per le lpolitiche di sviluppo e di
coesione del Ministero del Tesoro, del Blancio e della Programmazione Economica ha sottoposto a
questo Comitato la proposta di stipula del Contratto di programma con il relativo piano progettuale
presentato dal CONSORZIO COSTA D’ORO per la realizzazione, nei comuni di Policoro,
Pisticci, Scanzano Jonico e Nova Siri, tutti in provincia di Matera, di iniziative nel settore turistico,
area ricadente nell’Obiettivo 1.
VISTA la nota n.960499 del 10 dicembre 2002 con la quale il Ministero delle Attività Produttive
comunica la conclusione dell’istruttoria relativa al contratto di programma CONSORZIO COSTA
D’ORO che, nella versione aggiornata, prevede investimenti complessivi per 92.672.900
euro…..OMISSIS”.

337
Quanto indicato nella delibera del CIPE 135/2002, relativamente alle note del 26.4.2001 e
del 10.12.2002, appare rilevante dal punto di vista degli effetti delle condotte illecite poste
in essere dai soggetti coinvolti nella vicenda e finalizzate all’ottenimento dei finanziamenti
pubblici. Infatti, la nota del 26.4.2001 con la quale l’ufficio preposto comunica la favorevole
conclusione della prima istruttoria è successiva alle comunicazioni intervenute a seguito
dell’illegittimo cambio di destinazione d’uso del Comparto A posto in essere dal Comune
di Policoro. La nota del 10.12.2002 è successiva alla corrispondenza intercorsa a seguito
della delibera n.299/01 attuativa del P.P.E., nonché delle certificazioni relative alla
cantierabilità dell’opera redatte dagli amministratori del Comune di Policoro e della
MARINAGRI, nonostante l’esistenza delle gravi problematiche relative al PAI.

In merito alla nota del 10.12.2002, si mette in evidenza il contenuto della nota datata
5.12.2002 del Ministero delle Attività Produttive – Direzione Generale per il
Coordinamento degli incentivi alle Imprese – Ufficio Programmazione Negoziata,
riportante il gruppo firma del Direttore Generale Roberto Pasca di Magliano, priva però
della firma, acquisita presso gli uffici del Ministero dello Sviluppo Economico (numerata
dal n.329 al 332). In tale nota, in merito all’istruttoria della proposta del contratto di
programma del CONSORZIO COSTA D’ORO ed in particolare della MARINAGRI, si
legge:
“……………………………………..omissis……………………………………………
con riferimento alla prescritta intesa tra i comuni di Policoro e Scanzano Jonico, necessaria per
l’attuazione del Piano:
la Regione ha emesso il D.P.G.R. n. 299 del 16/10/2001 che disciplina, ai sensi del D.P:G.R. n.157
del 21/04/2000, le modalità attuative del P.P.E. “Foce AGRI” , in sostituzione della prevista intesa
tra i comuni di Policoro e Scanzano Jonico.
Tale provvedimento conferma l’attuazione del Piano Particolareggiato per comparti, come
individuati nelle tavole del medesimo piano particolareggiato e consente, previa stipula di apposita
convenzione, la realizzazione delle iniziative turistiche di cui alla proposta di contratto di
programma in oggetto.
Resta da attuare la variante in deroga al Piano che riguarda il cambio di destinazione
d’uso, relativamente al comparto “A” del P.P.E., che consente la realizzazione, da parte
della MARINAGRI S.p.A., dell’hotel Thalas e del Villaggio Ios.
Ai sensi della normativa di Piano, tale variazione di destinazione d’uso dovrà essere attuata dal
Comune di Policoro secondo un procedimento che prevede, come di norma, tempi definiti.
A questo proposito va sottolineata la disponibilità del Comune di Policoro che ha già espresso il
proprio indirizzo favorevole al suddetto cambio di destinazione d’uso.
………………………………….……OMISSIS……………………………………………..
Inoltre, la Regione Basilicata, con nota prot. N. 2989 del 29.11.2002 a firma del Presidente, ha
informato che le richieste di connessione demaniale relative ai porti turistici previsti dalla
MARINAGRI e dalla Nettis Resort sono regolarmente pervenute alle competenti strutture
regionali e che le medesime saranno oggetto di positiva valutazione al massimo entro cinque mesi
dalla data della medesima comunicazione.
Per entrambe le Società, prima della stipula del contratto, dovrà risultare concluso l’ iter
procedurale relativo alla completa acquisizione delle concessioni demaniali.
Appare altresì rilevante la posizione assunta dal Presidente della Regione Basilicata con la nota
prot. N. 25957/7101 del 19 giugno 2002, con la quale viene confermato l’ interesse regionale per la
realizzazione dell’ iniziativa.
………………………………..……OMISSIS……………………………………………….

338
Per tutte le Società, prima della stipula del contratto, dovrà risultare concluso l’ iter
procedurale relativo alla completa acquisizione dei nulla-osta B.B.A.A., pronuncia di
compatibilità ambientale, concessioni demaniali, convenzione per l’ attuazione integrata
e unitaria delle opere di urbanizzazione, approvazione della variante in deroga, pena la
revoca del finanziamento dell’ opera per la quale l’ iter non risulti concluso.
Si riporta per chiarezza di riferimento il calcolo dei contributi per ciascuna iniziativa in lire per
poter consentire i raffronti con i precedenti atti istruttori ed in euro per la prosecuzione del
procedimento.
………………………………………………omissis……………………………………….

Con la nota n. 25957/7101 del 19.6.2002, il Presidente BUBBICO scrive al Sottosegretario di


Stato pro tempore presso il Ministero delle Attività Produttive Giuseppe GALATI, quanto
segue:
“”OGGETTO: Realizzazione del Porto degli Argonauti in agro di Pisticci (MT) Proposta di
contratto di Programma del CONSORZIO COSTA D’ORO S.c.a.rl.
Delibera CIPE n. 81 del 03.05.2001.

Con riferimento della nota 10.06.2002 della Società Nettis Resort S.R.l. – Gruppo CONSORZIO
COSTA D’ORO S.C.a.r.l. – con la quale si chiede di riferire a Codesto Ministero in ordine agli
adempimenti amministrativi relativi all’attuazione del Contratto di Programma, nel settore
Turismo, di cui alla delibera CIPE 3.05.2001 n. 81 si comunica quanto segue.
Per la realizzazione degli insediamenti turistici previsti nel citato Accordo di Programma ed in
particolare, del Parco Ricreativo di tipo campestre, in località Piantana del comune di Nova Siri da
parte della società Siritide Srl e del centro Turistico Ecologico, in Foce AGRI, da parte della
società MARINAGRI S.p.a., il procedimento di valutazione di impatto ambientale di cui alla
L.R.14.12.1998 n.47 si è concluso favorevolmente, mentre per quella del Porto degli Argonauti, in
agro di Pisticci, da parte della società Nettis Resort Srl il relativo procedimento è tuttora in corso.
Non appena l’Ufficio Compatibilità Ambientale avrà acquisito il parere degli altri uffici regionali,
ed in particolare quello dell’Ufficio Urbanistica e BB.AA., procederà ai conseguenti adempimenti.
Nella conferma dell’interesse regionale anche per quest’ultima iniziativa del contratto di
programma ed assicurata la disponibilità per una rapida conclusione dell’iter istruttorio,
si fa presente che il giudizio di merito, di competenza della Giunta regionale, sarà emesso
a valle dei pareri preliminari”.

Il contenuto delle note citate risulta assai rilevante in relazione a quanto indicato circa gli
interventi posti in essere dagli amministratori della Regione Basilicata, dal Presidente
BUBBICO (vedi in particolare il D.P.G.R. 299/01, nonché la nota n.25957/7101 del
19.06.2002 e n. 2989 del 29.11.2002) e dagli amministratori del Comune di Policoro
(variante in deroga – delibera 154 del 18.04.2001), perché appaiono determinanti per la
favorevole definizione dell’istruttoria in questione necessarie per portare a compimento il
programma criminoso.
In particolare, si evidenzia quanto indicato nella nota n.2989 del 29.11.2002, con la quale il
presidente BUBBICO assicurava che le richieste relative alle concessioni demaniali a
favore della MARINAGRI e della NETTIS Resort (altra società facente parte del
CONSORZIO COSTA D’ORO) sarebbero “state oggetto di positiva valutazione al massimo
entro cinque mesi dalla data della medesima comunicazione”, di fatto dando per scontato
l’emissione del provvedimento regionale di concessione ancor prima che lo stesso fosse
sottoposto alla relativa istruttoria.

339
Con la delibera CIPE n.135/2002, vengono deliberati a favore della MARINAGRI s.p.a., i
seguenti finanziamenti:
- HOTEL THALAS: € 5.038.000,00;
- PORTO AKIRIS: € 10.937.000,00;
- VILLAGGIO IOS: € 9.874.000,00.
per un totale di € 25.849.000,00.

Il Contratto di Programma tra il Ministero delle Attività Produttive, Direzione Generale


per il Coordinamento degli Incentivi alle Imprese, con sede in Roma, Via del Gìorgione
n°2/b, in persona del Direttore Generale Prof. Roberto Pasca di Magliano, ai sensi del D.
L.vo 3 febbraio 1993, n°29 e successive modificazioni e integrazioni e il CONSORZIO
COSTA D’ORO S.c.a.r.l. in persona del Legale Rappresentante rag. Antonio Ammendola,
veniva stipulato in data 31/7/2003.
Al punto 5.3 del contratto di programma veniva indicato che entro 90 giorni dalla stipula
dello stesso le società interessate dovevano presentare alla banca convenzionata
individuata i progetti esecutivi.

Il 26.9.2003, il CONSORZIO COSTA D’ORO comunicava al Ministero delle Attività


Produttive, che le società consorziate, tra le quali la MARINAGRI S.p.a., avevano affidato
alla Banca Intesa Mediocredito S.p.a., di Bari, l’incarico per l’istruttoria relativa al contratto
di programma.

Successivamente veniva stipulata tra la banca prescelta ed il CONSORZIO COSTA D’ORO


apposita convenzione inerente l’incarico affidato.
All’art.2 della convenzione (Procedure e Istruttoria) al punto 2.3 viene indicato:
“nell’elaborazione della relazione istruttoria, Intesa Mediocredito si baserà sui dati e informazioni
contenuti nei progetti esecutivi e nelle documentazioni e certificazioni di corredo prodotti da
ciascuna delle Società Consorziate, ………OMISSIS. Sulla completezza, chiarezza, veridicità e
regolarità formale e sostanziale dei predetti documenti, le Società Consorziate, per quanto di
rispettiva competenza, resteranno esclusivamente responsabili nei confronti di Intesa Mediocredito.
…..OMISSIS”.

Di fatto, quindi, la Banca Convenzionata basa la sua istruttoria sulla documentazione e


certificazioni presentata dalla società interessata. Tale dato assumerà rilievo per quanto si
indicherà in merito alle certificazioni presentate da VITALE Marco circa la cantierabilità e
rispondenza delle opere alla normativa urbanistica ed edilizia (24.12.2003 e 5.10.2005),
nonché ai progetti esecutivi relativi all’HOTEL THALAS, risultate non rispondenti al vero
ovvero a quanto previsto nella progettazione ammessa a finanziamento.

Il 2.10.2003 il CONSORZIO COSTA D’ORO chiedeva al Ministero delle Attività Produttive


la proroga dei termini per la presentazione dei progetti esecutivi di ulteriori 60 giorni
(quindi al 31.12.2003). Con nota n.1.248.526 del 14.10.2003, il Ministero delle Attività
produttive autorizzava la richiesta proroga.

In data 31.12.2003 la MARINAGRI S.p.a. trasmetteva alla Banca Convezionata ed al


Ministero delle Attività Produttive i progetti esecutivi delle opere ammesse a
finanziamento.

Dall’esame della documentazione relativa ai progetti esecutivi inviata al Ministero delle

340
Attività Produttive, è emerso quanto di seguito indicato:
- i progetti esecutivi riguardano le tre strutture ammesse a finanziamento, ovvero l’HOTEL
THALAS, il PORTO AKIRIS ed il VILLAGGIO IOS;
- dall’esame delle relazioni descrittive dei progetti è emerso che l’HOTEL THALAS ed il
PORTO AKIRIS risultano localizzate nel COMPARTO C, mentre il VILLAGGIO IOS nel
COMPARTO A;

- allegata alle progettazioni esecutive vi è una perizia giurata dell’Ing. VITALE Marco
datata 24.12.2003, con la quale lo stesso certifica, …su richiesta del sig. VITALE Vincenzo,
quale legale rappresentante della MARINAGRI S.p.a……(ovvero del padre), quanto segue:
“……OMISSIS. Sulla base:
- dell’analisi puntuale dei compendi immobiliari, con riferimento alle particelle catastali in cui
ricadono le iniziaitive suddette;
- dello studio del Piano Particolareggiato Esecutivo con specifica considerazione dei valori ambientali
“Foce AGRI” (e relative Norme Tecniche di Attuazione), che regolamenta sotto l’aspetto
urbanistico, il territorio in cui ricadono le tre iniziative turistiche suddette (Porto Akiris, Hotel
Thalas, Villaggio Ios n.d.r.);
- dello studio del regolamento edilizio vigente;
- della valutazione della conformità delle tre iniziative alle previste procedure di legge e/o pareri
vincolanti (Valutazione di Impatto Ambientale, Autorità di Bacino, BB. AA.,….);
- della valutazione degli aspetti autorizzativi particolari relativi al porto turistico (avvenuto
espletamento della procedura di cui al D.P.R. 509/97 che disciplina l’approvazione dei progetti
relativi alla nautica da diporto) si è in grado di formulare il giudizio che segue ovvero che gli
immobili ed il suolo interessati da tutti e tre i suddetti programmi di investimento sono
rispondenti, in relazione alle attività da svolgere, ai vigenti specifici vincoli edilizi,
urbanistic i e di destinazione d’uso”.

In particolare, si mette in evidenza che l’HOTEL THALAS che risultava essere localizzato
nel COMPARTO A nel progetto esecutivo presentato dalla MARINAGRI S.p.a. risulta
essere stato ancora una volta spostato e riallocato nel COMPARTO C. I motivi di tale
ulteriore spostamento sarebbero da ricondurre nel mancato ottenimento del previsto nulla
osta da parte della Regione Basilicata – Dipartimento BB.AA.. La mancanza di tale
autorizzazione faceva venire meno alla MARINAGRI s.p.a. le necessarie autorizzazioni
che rendevano cantierabile l’opera. Tale dato si desume dalla nota acquisita presso il
Ministero dello Sviluppo Economico con la quale si indicava quale presupposto per la
successiva approvazione del Contratto di Programma il cambio di destinazione d’uso in
questione. In mancanza di tale atto autorizzatorio il progettista VITALE Marco e
l’amministratore della MARINAGRI S.p.a. VITALE Vincenzo, faranno figurare l’HOTEL
THALAS nel COMPARTO C al posto dell’HOTEL ORMOS. In merito a tale Hotel si
ricorda che era presente nella richiesta di accesso alla contrattazione programmata del
1998 e poi a seguito della riduzione delle risorse era stato eliminato dalla richiesta di
accesso ai fondi tanto che l’opera in questione non è mai entrata nell’istruttoria che ha
portato all’approvazione definitiva del Contratto di Programma in oggetto. Infatti nessun
atto istruttorio, né alcuna certificazione circa la cantierabilità dell’opera, è stata mai
prodotta dalla MARINAGRI S.p.a., relativamente a tale opera.
Pertanto la localizzazione dell’HOTEL THALAS nel comparto C al posto dell’HOTEL
ORMOS, operata cambiando solo il nome dell’opera nelle planimetrie progettuali, è
illegittima ed operata al solo fine di aggirare gli insormontabili ostacoli opposti dalle
illegittimità operate nel COMPARTO A dove era precedentemente previsto il THALAS.

341
Inoltre, parte dei terreni su cui sarebbe dovuto ricadere il THALAS fino al 16.7.2003 non
erano di proprietà o nella disponibilità della MARINAGRI S.p.a. e che solo da tale data lo
sarebbero illegittimamente divenuti. In data 17.07.2003 la MARINAGRI S.pa., però, aveva
ceduto alla società di scopo sua controllata la MARINAGRI RESORT S.r.l. il ramo
d’azienda (terreni) corrispondente alle opere THALAS e PORTO AKIRIS ed alla
MARINAGRI VILLAGE il ramo d’azienda relativo al VILLAGGIO IOS. Tale cessione era
avvenuta a seguito di apposita perizia commissionata a tecnico esperto nel giugno del
2003, ovvero in un periodo in cui i terreni in questione non erano ancora di proprietà della
MARINAGRI e quindi non cedibili. Quindi, dovendo trovare dei terreni su cui localizzare
il THALAS sarebbero stati verosimilmente individuati i terreni del COMPARTO C dove
era presente la struttura alberghiera ORMOS, che però non era stata ammessa alla
contrattazione programmata. Per aggirare l’ostacolo veniva cambiato il nome ORMOS con
THALAS e si presentavano i progetti esecutivi localizzandolo, strumentalmente, nel
comparto C dove non era mai stato allocato progettualmente.

Con nota datata 29.1.2004 (la data corretta è 29.6.2004), la Banca Intesa Mediocredito
(Banca Convenzionata) trasmetteva al Ministero delle Attività Produttive – Centro di
Coordinamento per la gestione dei Contratti di Programma (dove viene acquisita al
n.B5/2004/1070631 del 30.6.2004) ed al CONSORZIO COSTA D’ORO, la relazione
istruttoria relativa ai progetti esecutivi presentati dalla MARINAGRI S.p.a. relativi alle tre
opere (HOTEL THALAS, PORTO AKIRIS e VILLAGGIO IOS). Dall’esame di tale relazione
emerge che la Banca in questione fornisce parere favorevole ai progetti della MARINAGRI
s.p.a.. Dagli atti allegati alla medesima emerge:
- che l’Ing. VITALE Marco, aveva asseverato con la certificazione del
24.12.2003 sopra esaminata la rispondenza del suolo ai vigenti vincoli edilizi e urbanistici e
di destinazione d’uso;
- che l’HOTEL THALAS risultava localizzato sulle particelle n.1074, 1075 e
1078 del foglio 5 del Comune di Policoro (COMPARTO C), ovvero dove era previsto
l’HOTEL ORMOS;
- che il VILLAGGIO IOS veniva indicato come “villaggio albergo” ubicato a
cavallo dei territori dei Comuni di Policoro e Scanzano Jonico (di fatto stravolgendo il
progetto iniziale) anche se poi verrà localizzato sulle particelle n.22 e 25 del foglio 4 del
solo Comune di Policoro (COMPARTO A);
- che il PORTO AKIRIS viene localizzato sulle particelle n. 1021 e 1072 del
foglio 5 del Comune di Policoro e sulle particelle n.6 e 196 del foglio 5 oltre ad una
porzione di specchio d’acqua oggetto di concessione demaniale rilasciata dalla Regione
Basilicata in data 30.12.2003 alla MARINAGRI S.p.a. e volturata alla MARINAGRI
RESORT in data 28.5.2004.
La Banca Intesa Mediocredito nell’esprimere il giudizio favorevole, specificava che
“…l’esame della documentazione fornita e la verifica degli elaborati progettuali consentono di
confermare il sostanziale rispetto delle previsioni contrattuali..”.

Di fatto, lo spostamento dell’HOTEL THALAS dal Comparto A, dove era


precedentemente localizzato, al Comparto C dove veniva riallocato al posto dell’Hotel
ORMOS per il quale non si era proceduto ad alcun tipo di istruttoria.
In merito si segnala quanto previsto dal punto 2.3 della convenzione tra la banca e il
CONSORZIO COSTA D’ORO, laddove si specificava che la Banca Convenzionata avrebbe
basato la propria istruttoria sulla documentazione fornita dalla società committente.
Proprio in tale passaggio risulta emergere la falla nel sistema di controllo sfruttata dalla

342
MARINAGRI S.p.a., ovvero dal progettista VITALE Marco e dal presidente VITALE
Vincenzo. Alla banca convenzionata venivano presentati dei progetti esecutivi difformi
(spostamento dell’HOTEL THALAS dal Comparto A al Comparto C al posto dell’Hotel
Ormos ed il Comparto A sostanzialmente mancante dell’Hotel THALAS prima previsto),
da quelli che avevano superato, seppur attraverso la redazione di atti illegittimi,
(certificazione di cantierabilità rilasciate da LOPATRIELLO e VICECONTE) le fasi
istruttorie presso il Ministero delle Attività Produttive prima e poi Ministero dello
Svuiluppo Economico.
Gravi a tal proposito sono, altresì, le condotte poste in essere dall’Ing. VITALE Marco, il
quale nella sua qualità di progettista e direttore dei lavori certifica la cantierabilità
dell’opera e la sua rispondenza ai previsti vincoli edilizi e urbanistici, nonostante la
pubblicazione del PAI Basilicata, che rendeva l’area inedificabile. I vincoli imposti dal
P.A.I. non sono mai venuti meno neanche a seguito della delibera del Comitato
Istituzionale n. 9 del 28.5.2002, a causa della mancata esecuzione delle prescrizioni imposte
dal Comitato Tecnico ed, in ogni caso, adottata illegittimamente.

Il 20.12.2004 a seguito di apposita richiesta del CONSORZIO COSTA D’ORO, veniva


rimodulato il programma del finanziamento, che a seguito di positivo parere della banca
dopo la prevista istruttoria, viene approvato dal C.I.P.E. (delibera n.77/04 – pubblicata
sulla Gazzetta Ufficiale n.87 del 15.4.2005). La rimodulazione riguardava:
- il contratto aggiornato prevede investimenti pari ad € 93.620.910;
- l’onere a carico dello Stato veniva rideterminato in €.51.644.640 con una
riduzione pari ad € 76.640;
- i finanziamenti a favore della MARINAGRI s.p.a., pari ad € 25.848.990,
venivano rideterminati:
o HOTEL THALAS – MARINAGRI RESORT: € 6.890.520;
o VILLAGGIO IOS – MARINAGRI VILLAGE: € 9.874.000;
o PORTO AKIRIS - MARINAGRI RESORT €: 9.084.470.

Dal confronto con la delibera CIPE n.135/2002 emerge un aumento dell’importo


finanziabile relativo all’HOTEL THALAS ed una diminuzione dell’importo finanziato
relativo al PORTO AKIRIS.

In data 5.5.2005 vengono emessi i decreti di concessione provvisoria n.CP001433 e


CP001434 del 5.5.2005 a favore rispettivamente della MARINAGRI RESORT S.p.a. per un
importo totale pari ad €15.974.990,00, di cui € 6.890.520 per l’HOTEL THALAS ed €
9.084.470 per il PORTO AKIRIS e della MARINAGRI VILLAGE S.p.a. per la realizzazione
dello IOS VILLAGE per €.9.874.000,00.

Gli stessi sono stati emanati a seguito di numerosi artifici e raggiri posti in essere dagli
amministratori della MARINAGRI S.pa. e sue controllate (VITALE Vincenzo e VITALE
Marco) ed atti illegittimi posti in essere da enti nazionali, regionali e locali (ai quali tutti
appartengono i vari sodali) che, di volta in volta, si sono occupati di autorizzazioni
inerenti il progetto MARINAGRI, ed hanno permesso alla stessa di ottenere l’ingiusto
vantaggio di essere ammessa a finanziamento da parte del C.I.P.E..

In data 22.6.2005 la MARINAGRI S.p.a richiede l’erogazione della prima quota a titolo di
anticipazione, specificando di aver indicato per mero errore il ricorso a finanziamenti di
medio lungo termine da parte di banche ai quali il Ministero aveva subordinato

343
l’erogazione della prima quota dei finanziamenti. Analoga richiesta veniva reiterata con
nota del 4.7.2005.

Con nota n.B5/2005/1080747 del 3.8.2005, il Ministero delle Attività Produttive, scrive alla
Banca Convenzionata, chiedendo notizie circa la sentenza di annullamento n.282/05
emessa dal TAR Basilicata relativamente al D.P.G.R. 299/01. Lo stesso Ministero scrive che
avverso tale sentenza la MARINAGRI avrebbe proposto appello al Consiglio di Stato in
quanto l’esecuzione della stessa comporterebbe grave pregiudizio alla realizzazione delle
opere previste dal Contratto di Programma. Si chiedeva, pertanto, di approfondire
l’aspetto indicato e confermare il positivo giudizio espresso sui progetti esecutivi di cui
alla relazione del 29.6.2004.

Con nota n.198 del 13.8.2005 indirizzata al Ministero delle Attività Produttive e alla Banca
Intesa Mediocredito, la MARINAGRI S.p.a. affermava che la sentenza di annullamento del
D.P.G.R. 299/01 non inficiava di fatto la prosecuzione dei lavori inerenti le opere ammesse
alla contrattazione programmata, chiedendo l’erogazione della prima quota di contributo.
Con nota n.B5/2005/1080754 il Ministero delle Attività produttive ribadiva che ogni
ulteriore atto era da subordinare alla conferma del positivo giudizio da parte della Banca
Intesa Mediocredito alla luce della sentenza in oggetto.
Con nota del 19.9.2005 la Banca Intesa Mediocredito chiedeva alla MARINAGRI, facendo
seguito alla nota della società del 13.8.2005, l’invio di documentazione, tra la quale:
- copia delle richieste di permesso a costruire e relativi pareri della Commissione
Edilizia;
- perizia giurata del progettista e/o Direttore dei Lavori attestante, per
ciascun progetto presentato, la conformità degli stessi allo strumento urbanistico vigente;
- eventuale copia della concessione edilizia laddove già rilasciata;
- ogni altra documentazione utile a chiarire gli effetti della sentenza del TAR sugli
investimenti oggetto dei programmi di investimento.

In data 19.9.2005 (stesso giorno della richiesta avanzata dalla Banca Convenzionata) la
Giunta Regionale presieduta da DE FILIPPO Vito attuava la deliberazione n.1917 avente
ad oggetto l’ottemperanza alla sentenza del TAR Basilicata n.282/2005. Con D.P.G.R. n.196
del 26.9.2005 (ovvero dopo sette giorni dalla richiesta della Banca della documentazione
sopra indicata) nelle more del giudizio di secondo grado relativo all’annullameto della
richiamata delibera, il presidente DE FILIPPO emanava il D.P.G.R. n.196/2005, il quale
risulta finalizzato ad aggirare l’annullamento della delibera 299/01 al solo fine di
permettere alla MARINAGRI di proseguire nei lavori ed ottenere i relativi finanziamenti
pubblici.

Con nota n.211/05 del 7.10.2005, la MARINAGRI, al fine di dare seguito a quanto richiesto
dalla Banca Convenzionata, trasmetteva, oltre alla citata delibera e la concessione edilizia
già ottenute, una nuova perizia giurata integrativa a quella già effettuata in data
24.12.2003, datata 5.10.2005, redatta dall’Ing. VITALE Marco con la quale il professionista
certificava nuovamente la rispondenza delle opere della MARINAGRI allo strumento
urbanistico vigente ed alle relative norme tecniche di attuazione. Anche in questo caso
quanto certificato dal VITALE Marco risulta essere non rispondente al vero rilevato tra
l’altro che in tale data (5.10.2005) era anche venuta meno la delibera n.9 del 28.5.2002 del
Comitato Istituzionale dell’ADB della BASILICATA che aveva imposto come termine
ultimo per l’esecuzione delle prescrizioni imposte, il limite di due anni che era spirato il

344
28.5.2004, con relativa decadenza da tutti i benefici, ammesso che ve ne fossero mai stati,
per via delle illegittimità rilevate e relative alla citata delibera. Inoltre si rileva
l’illegittimità della D.P.G.R. n.196/2005 laddove quest’ultima, di fatto, non avrebbe dato
seguito alla sentenza del TAR Basilicata confermata dal Consiglio di Stato, ma avrebbe
eluso la stessa, mantenendo in vigore la D.P.G.R. 299/01. Va puntualizzato che nel ricorso
al Consiglio di Stato promosso dalla Regione Basilicata e della MARINAGRI in merito alla
sentenza n.282/05 del TAR Basilicata, era stato contestato l’annullamento dell’intero
D.P.G.R. 299/01, chiedendo di fatto l’annullamento della sola parte relativa
all’asservimento delle aree intrasformabili. Tale richiesta era stata rigettata dal Consiglio
di Stato che aveva confermato l’annulamento totale del D.P.G.R. 299/01. Quindi il
D.P.G.R.196/2005 che recita: “….OMISSIS. DELIBERA di dare ottemperanza alla sentenza del
TAR n.282 del 29.04.2005. In conseguenza il D.P.G.R. n.299/01 viene confermato in tutte le sue
parti eccezion fatta per la disposizione concernente l’attribuzione virtuale della
volumetria di 1mc/mq alle aree trasformabili ricadenti nel Piano di Ambito “Foce
AGRI….OMISSIS” .

Quindi anche in questo caso l’Ing. VITALE Marco certifica la cantierabilità delle opere
nonostante i terreni su cui sarebbero dovute ricadere fossero sottoposti a vincolo di
inedificabilità in quanto esposti a rischio di inondazione elevato. Tali certificazioni
permetteranno poi alla MARINAGRI di ottenere i finanziamenti pubblici richiesti.
Con nota del 14.10.2005 la Banca Intesa Mediocredito richiedeva alla MARINAGRI l’invio
di una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà sottoscritta dal progettista e direttore
dei lavori che attestasse che tutti i progetti erano già rispondenti a quanto previsto dal
D.P.G.R. 196/2005, nonché dichiarazione confermativa della validità dei permessi a
costruire già ottenuti e la regolare prosecuzione dei lavori.
Con nota del 15.10.2005 la MARINAGRI S.p.a. invia per ciascun progetto le dichiarazioni
richieste, sottoscritte dall’Ing. VITALE Marco. Le dichiarazioni in questione riportano la
data del 14.10.2005 e 15.10.2005. In tale data l’area era assolutamente inedificabile per via
del vincolo imposto dal PAI Basilicata. Che ogni beneficio seppur illegittimamente
derivante dalla delibera n.9 del 28.5.2002 del Comitato Istituzionale dell’ADB (BUBBICO)
era ormai venuto meno a far data dal 28.5.2004, ovvero allo scadere dei due anni imposti,
per via della macata esecuzione delle prescrizioni imposte.

Con nota del 2.8.2005 il CONSORZIO COSTA D’ORO invia alla Banca Intesa Mediocredito
ed al Ministero delle Attività Produttive un’istanza di rimodulazione degli interventi,
chiedendo la proroga del termine di ultimazione delle opere al 31.7.2007.
Con nota del 8.9.2005 veniva integrata l’istanza indicata.
Con nota del 30.11.2005 la Banca Intesa Mediocredito invia al Ministero delle Attività
Produttive una relazione istruttoria aggiuntiva (datata 30.11.2005) esplicativa dello stato di
realizzazione del Contratto, nonché le risposte alle richieste di approfondimenti formulate
dal Ministero e l’istanza di rimodulazione degli interventi.
Con la relazione in oggetto viene confermato il giudizio favorevole in merito
all’approfondimento relativo all’annullamento del D.P.G.R. 299/01 in virtù di quanto
previsto dal D.P.G.R. 196/2005 ed espresso parere favorevole circa la richiesta di
rimodulazione. Per quanto attiene al giudizio favorevole relativamente agli aspetti tecnici,
la relazione si rifà a giudizio espresso dal tecnico incaricato.
In merito si fa espresso riferimento alla relazione tecnica redatta dalla PROGRAM M. S.r.l.,
datata 20.10.2005, con la quale si esprime il parere favorevole dal punto di vista tecnico
relativo alle tre opere. Si specifica, però, che anche in questo caso il tecnico per esprimere il

345
suo giudizio si rifaceva alle dichiarazioni fornite dal progettista e direttore dei lavori
VITALE Marco, nonché a quanto previsto dal D.P.G.R.196/2005. Inoltre dall’esame della
relazione in questione emergeva che in data 3.10.2005 per le tre opere (HOTEL THALAS,
VILLAGGIO IOS e PORTO AKIRIS) era stato richiesto il rilascio del permesso di costruire.
Anche in questo caso si rileva l’illegittimità delle richieste in vigenza dei vincoli di
inedificabilità imposti dal PAI BASILICATA.
In data 15.12.2005 la Banca Intesa Mediocredito inviava la relazione del 30.11.2005 al
CONSORZIO COSTA D’ORO.

Il C.I.P.E. in data 22.3.2006, a seguito della richiesta di rimodulazione degli investimenti


prodotta dalla MARINAGRI S.p.a., delibera le seguenti variazioni al piano degli
investimenti:
- l’aggiornamento degli investimenti pari ad € 93.620.910;
- la rideterminazione dell’onere a carico dello Stato in €.50.769.300 con una
riduzione pari ad € 875.340;
- i finanziamenti a favore della MARINAGRI s.p.a., pari ad € 25.848.990,
venivano così rideterminati:
o HOTEL THALAS – MARINAGRI RESORT: € 7.640.450;
o VILLAGGIO IOS – MARINAGRI VILLAGE: € 9.874.000;
o PORTO AKIRIS - MARINAGRI RESORT €: 8.334.540.
- termine ultimo di ultimazione del programma 31.7.2007.

A seguito della delibera sopra indicata veniva emesso il Decreto di variazione


concessione provvisoria n. CP001676 del 20.12.2006, che recepiva le variazioni sopra
riportate.

Con l’aggiornamento del contratto di programma in esame viene prorogato il termine di


ultimazione dei lavori al 31.7.2007 (termine massimo previsto: max 48 mesi dal 31.7.2003 –
data stipula contratto), nonché un aumento dei finanziamenti per l’Hotel THALAS ed una
diminuzione di quelli per il Porto AKIRIS.

Tale termine risulta essere perentorio, secondo quanto previsto dalla normativa, pena la
revoca del finanziamento.

Le opere edili inerenti il VILLAGGIO IOS, alla data degli accertamenti eseguiti dal CT
MARASCIO (giugno 2007), non erano state ancora iniziate, motivo per il quale le stesse
non potevano essere terminate entro i termini previsti (luglio 2007). Ciò avrebbe
comportato la revoca totale dei finanziamenti.
In merito al VILLAGGIO IOS si segnala che a seguito del progetto esecutivo presentato in
data 31.12.2003, la MARINAGRI comunicava di voler variare sostanzialmente lo stesso. A
seguito di tale comunicazione proponeva una variante al progetto così come emerge dalla
documentazione acquisita presso il Ministero dello Sviluppo Economico, che stravolgeva
di fatto il progetto iniziale, riportando le opere in questione ad occupare i Comparti A e D.
Tale progetto così come ideato e trasmesso al Ministero, riceveva però parere negativo
dalla Regione Basilicata – Dipartimento Ambiente Territorio, Politiche della sostenibilità
con determinazione dirigenziale n.2007 D 1469 del 26.11.2007. Tale provvediemmto
scaturiva dal parere contrario della Commissione Regionale del 24.10.2007, in quanto :
“….l’intervento proposto, per entità delle modifiche apportate rispetto al progetto originario,
soprattutto in relazione all’assetto morfologico del territorio, al rapporto terra-acqua ed alle

346
tipologie edilizie, si configura come variante sostanziale allo stesso P.P.E. “Foce AGRI”,
necessitando quindi delle connesse previste procedure di approvazione…OMISSIS”. Tale
provvedimento inviato alla MARINAGRI S.p.a., ai Comuni di policoro e Scanzano Jonico,
riceveva il parere concorde della Sovrintendenza per i Beni Architettoni e per il Paesaggio
della Regione Basilicata.
Dall’esame della documentazione acquista presso il Ministero dello Sviluppo Economico e
relativa alla rimodulazione dello IOS VILLAGE, emerge che la MARINAGRI dichiarava
che le opere, così come modificate, erano conformi all’assetto urbanistico vigente.
Circostanza, ancora una volta, non corrispondente al vero, rilevato il diniego di nulla osta
paesaggistico da parte della Regione Basilicata.

Le aree interessate erano in parte quelle di cui al Comparto A oggetto di un illegittimo


cambio di destinazione d’uso in quanto non preceduto da un preventivo nulla osta
paesaggistico.

Dall’esame di tali atti emerge la circostanza secondo al quale la MARINAGRI VILLAGE


non poteva portare a termine nei tempi previsti, ormai abbondantemente scaduti, le opere
dello IOS VILLAGE. Tale mancato rispetto della tempistica prevede, aldilà di tutte le altre
violazioni riscontrate, la revoca dei finanziamenti previsti per le opere per il VILLAGGIO
IOS pari ad € 9.874.000.

A seguito di lunga istruttoria che aveva riguardato l’accertamento del corretto


conferimento di mezzi propri e della sostituzione della società attuatrice delle opere
ammesse a finanziamento (MARINAGRI RESORT e VILLAGE al posto della
MARINAGRI S.p.a.), veniva emesso dalla Banca Convenzionata il richiesto parere
favorevole relativo alla richiesta dell’erogazione della prima anticipazione dei fondi
pubblici.

In particolare, in data 28.10.2006 VITALE Vincenzo, nella sua qualità di rappresentante


legale della MARINAGRI RESORT S.p.a., chiedeva l’erogazione della prima quota di
contributo a titolo di stato di avanzamento in relazione ai beni acquistati direttamente,
relativamente all’HOTEL THALAS. A tal fine allegava perizia giurata attestante la
conformità e la destinazione d’uso delle opere realizzate. In data 29.11.2006 la Banca Intesa
Mediocredito, a seguito della relazione tecnica a firma della PROGRAM s.r.l., esprimeva
parere favorevole all’erogazione della prima quota di contributo. La PROGRAM S.r.l.
certificava che le opere murarie risultavano effettuate in conformità al permesso di
costruire n.4 del 04.01.2006 rilasciato dal Comune di Policoro, così come asseverato da
perizia dell’Ing. Orazio CARBOTTI.
Medesima richiesta veniva formulata in data 25.7.2006 per le opere relative al PORTO
AKIRIS. Anche in questo caso la Banca Intesa Mediocredito esprimeva parere favorevole a
seguito di relazione tecnica della PROGRAM S.r.l. del 14.11.2006, con la quale veniva
indicato che le opere effettuate risultavano in conformità con i permessi di costruire n.46
del 26.03.2004 e n. 169 del 14.12.2005 rilasciati dal Comune di Policoro, così come
asseverato dall’Ing. Orazio CARBOTTI.

Quindi i prescritti pareri favorevoli vengono inviati al Ministero dello Sviluppo


Economico per la prescritta istruttoria a conclusione della quale, se positiva, sarebbero
stati erogati i fondi richiesti.

347
In tale contesto si inserisce una email inviata in data 18.1.2007 alle ore 23.20 da Roberto
Leccese all’indirizzo MARINAGRI@heraclea.it;
MARINAGRI@ns.heraclea.it, avente ad oggetto: Schiavoni.
Nella stessa si legge: “Caro Enzo, ho sentito, come d’intesa la Schiavoni.
Mi ha detto che i mandati di pagamento sono pronti, e che non appena saranno inviati all’UCB non
dovrebbero esserci ulteriori ritardi e ci dovrebbe volere a quel punto solo qualche giorno per la
materiale erogazione delle somme.
Tuttavia nonostante la questione dell’art.48 bis DPR 603 sia stata chiarita (mi diceva la Schiavoni
che l’interpretazione da noi proposta è condivisa anche dal nuovo DG, la dott.ssa Paola Verdinelli
De Cesare), i mandati sono ancora fermi al gabinetto del Ministro, per un non meglio precisato “ok
definitivo”, prima dell’invio all’UCB.
A parte continuare a tampinare la Schiavoni, che continuerò a fare anche se a questo punto mi pare
di scarsa utilità (ormai la cosa è uscita fuori dalle sue competenze), ti suggerirei di interessare
GOTI perché, se possibile, intervenga presso il Gabinetto. Ciao Roberto.”.

In merito all’interessamento da richiedere a “GOTI”, si precisa che lo stesso, alla data del
26.10.2006, risultava essere il Direttore Generale della Direzione Generale Coordinamento
Incentivi alle Imprese – Ufficio B5/LOF/bg presso il Ministero dello Sviluppo Economico,
così come emerge dall’esame della nota protocollo n.B5/2006/1081866 del 26.10.2006.

Tra la documentazione sequestrata presso gli uffici della MARINAGRI il 27.2.2007 sono
state rinvenute n.2 copertine fax, dall’esame delle quali è stato possibile rilevare:
- che erano entrambe datate 13.11.2006;
- avevano entrambe come mittente la MARINAGRI;
- avevano rispettivamente come destinatario l’On.le Ing. GOTI e l’On.le
MARIOTTI;
- entrambe riportavano come numero di fax di destinazione il n.06/47052494;
- per entrambe l’oggetto era: “Contratto di Programma”;
- dal rapporto di verifica della trasmissione risultavano essere stati inviati
entrambi in data 13.11.2006, rispettivamente alle ore 19.24 e 19.26, dal n.0835910928
dell’ITTICA VALDAGRI.

Quanto indicato è da ricondurre ai rapporti tra il VITALE Vincenzo, il MARIOTTI ed il


GOTI, rispettivamente nelle loro qualità di responsabile della segreteria del
Sottosegretario presso il Ministero dello Sviluppo Economico BUBBICO Filippo e Direttore
Generale della Direzione Generale Coordinamento Incentivi alle Imprese – Ufficio
B5/LOF/bg presso il medesimo Ministero. La circostanza che riconduce entrambi al
Sottosegreatrio è da riportare anche al fatto che entrambi i fax vengono inviati allo stesso
numero, ovvero presso la segreteria di BUBBICO.

Tra la documentazione acquista presso il Ministero dello Sviluppo Economico ed inerente


il contratto di programma in oggetto, veniva rinvenuto un fax inviato dalla segreteria
dell’Ing. LOFFREDO del Ministero dello Sviluppo Economico – D.G.C.I.I. – Ufficio B5,
indirizzato alla segreteria dell’On.le Mariotti (06.47052494) (stesso numero del fax sopra
indicato), con il quale comunicava :”Gent.mo On.le Mariotti in allegato si rimette copia del
mandato emesso per le iniziative Hotel Thalas e Porto Akiris in data 23.01.2007. Occorre precisare
che l’erogazione effettiva da parte dell’UCB è subordinata al perfezionamento dell’impegno il cui
decreto è stato firmato dal D.G. in data 20.12.2006 …..illegibbile…..informatica, che a tutt’oggi
non si è ancora riuscito ad effettuare per le note difficoltà di collegamento tra le sedi”.

348
Da quanto emerge dal verbale di perquisizione redatto in data 7.6.2007 a carico di
BUBBICO Filippo, l’On.le MARIOTTI si identifica in MARIOTTI Arnaldo, responsabile
della segreteria del Sottosegretario di Stato BUBBICO Filippo.
Quanto indicato nel fax inviato alla segreteria di BUBBICO (On.le MARIOTTI) sopra
esaminato, trova riscontro nella circostanza che in data 19.1.2007 risultano essere stati
emessi i seguenti decreti di liquidazione:
⇒ n.CP001677 del 19.01.2007, a favore della MARINAGRI RESORT S.p.a., per le opere
dell’HOTEL THALAS per € 2.546.816,66;
⇒ n.CP001678 del 19.01.2007, a favore della MARINAGRI RESORT S.p.a. per € 2.778.180,00;
per un totale della prima tranche di finanziamento a favore della MARINAGRI RESORT
S.p.a pari ad € 5.324.996,66.

Si evidenzia che in data 19.1.2007 interveniva contatto tra il VITALE Vincenzo e il Sen.
BUBBICO Filippo, così come emrge dai dati di traffico dei tabulati telefonici.

Analogamente si segnala che nella stessa data (19.1.2007, ore 12.31.50, ovvero poco dopo il
contatto con BUBBICO), interviene contatto in uscita dall’Ittica Valdagri ed in entrata
sull’utenza dell’Ing. GOTI Massimo, che riscontra quanto rilevato dalla documentazione
sequestrata, ed in particolare dall’email del 18.1.2007, dell’avv. Roberto LECCESE, con la
quale quest’ultimo sollecitava il VITALE Vincenzo a compulsare il GOTI affinché
intervenisse sul Ministro, per sbloccare l’erogazione del finanziamento; nello stesso
periodo il GOTI “acquista” un immobile all’interno della MARINAGRI.
Emerge, pertanto, il ruolo del Sottosegretario di Stato e del GOTI Massimo nel
finanziamento da erogare alla MARINAGRI.
La stessa società stava incontrando delle difficoltà in merito all’erogazione della prima
quota di contributo; tali difficoltà sarebbero state, poi, superate atteso che la MARINAGRI
ha ricevuto la prima quota di finanziamento. In merito a tale aspetto si evidenzia la
circostanza secondo la quale documentazione avente ad oggetto la vicenda, seppur inviata
all’ufficio di BUBBICO presso il Ministero, a seguito di perquisizione non veniva
rinvenuta, tanto da far presupporre una “bonifica” di tutti gli atti attinenti alla
MARINAGRI, posto che innumerevoli altre segnalazioni relative ad altri finanziamenti
venivano rinvenute presso l’ufficio del suddetto Sottosegretario.
A seguito della perquisizione eseguita nei confronti di BUBBICO, presso la sua abitazione
di Montescaglioso veniva rinvenuto un fax datato 28.2.2007, data successiva al sequestro
preventivo d’urgenza di tutto il cantiere MARINAGRI eseguito in data 27.2.2007, con il
quale l’On.le Arnaldo MARIOTTI inviava a Piero LACORAZZA, segretario regionale dei
DS, una nota esplicativa inerente il contratto Costa D’Oro e, in particolare, il
finanziamento concesso alla MARINAGRI S.p.a.. Dall’esame dello stesso è emerso che il
documento in questione risulta essere l’estratto di una nota ben più corposa inerente
l’intero contratto di Programma, rinvenuta tra la documentazione agli atti presso il
Ministero dello Sviluppo Economico, della quale, a solo titolo di riscontro, se ne indicano
due. Ovvero, la prima a firma dell’Ing. LOFFREDO, dirigente dell’Uffico B5 del Ministero,
con prot. B5 2005 1082495; la seconda, con il gruppo firma del direttore Generale, Paola
Verdinelli De Cesare, indirizzata alla Presidenza del Consiglio – segreteria CIPE.
In merito al fax in oggetto, si precisa che risulta essere stato ricevuto presso la segreteria di
BUBBICO, in data 28.2.2007 alle ore 15.42 al n.0971469030; il LACORAZZA, indicato quale
destinatario, era il segretario regionale dei DS, partito di cui il BUBBICO era il maggiore
esponente regionale.

349
In data 27.2.2007 i fondi in questione vengono accreditati sul c/c n.30050676 intestato alla
MARINAGRI RESORT S.p.a. presso la Banca Unicredit Banca D’Impresa filiale di Matera,
Piazzetta Sinisgalli n.15, ABI 03226 – CAB 16100.

A VITALE Marco risulta riconducibile, in maniera diretta, la societa ET&M, la società che
ha materialmente realizzato il progetto MARINAGRI. Il VITALE Marco oltre che
progettista, risulta essere il Direttore dei lavori della MARINAGRI. Dall’esame della
documentazione contabile e bancaria (ET&M - conto corrente nr.7000559 Banca Popolare
del Materano) è emerso che la società in oggetto, al 16.10.2007, ha ricevuto somme dalla
MARINAGRI RESORT (destinataria dei fondi pubblici) pari ad €1.221.551,90 e dalla
MARINAGRI REAL ESTATE pari ad €36.000,00.

La quasi totalità di tali somme venivano poste a carico del finanziamento pubblico
richiesto con significativo vantaggio patrimoniale per il VITALE Marco. In merito si
segnala l’enorme differenza delle spese poste a carico della MARINAGRI RESORT,
destinataria dei finanziamenti pubblici ed unica società ad averli in parte già ricevuti,
rispetto alla MARINAGRI REAL ESTATE che non è destinataria di fondi pubblici. Infatti,
quest’ultima sta realizzando all’interno della MARINAGRI opere non ammesse a
finanziamento, che necesitano di progettazione e direzione dei lavori, che viene però
quantificata in soli € 36.000,00 (come emerso dala liquidazione delle fatture indicate)
rispetto ad € 1.221.551,90 posti a carico dei lavori per le opere in realizzazione della
MARINAGRI RESORT ammesse a finanziamento pubblico.

Dal’esame della documentazione relativa alla richiesta della prima tranche dei
finanziamenti in questione è emerso che le imprese che avevano eseguito lavori
relativamente alle opere ammesse a finanziamento erano:

- ET&M di VITALE Marco;


- DONADIO S.r.l.;
- IMPRESA Pietro CIDONIO;
- EDIL.CO S.r.l.;
- C.M.V. S.r.l.;
- INTERNA CONTRACT S.p.a.;
- EDILMAGGIO;
- FUSCO.

Dall’esame della richiesta del secondo anticipo per il PORTO AKIRIS (datata
07.05.2007), si rileva l’aggiunta alle predette società della POLIDRICA Soc. Coop. A.r.l..

In particolare, si evidenzia la società POLIDRICA Soc. Coop. A.r.l., in quanto da


accertamenti all’anagrafe Tributaria ed alla Banca Dati Infocamere, sono risultati i seguenti
dati:
- Rappresentante legale: GUIDA Cosimo;
- Sede: Policoro (MT) in via Federico Fellini snc;
- Iscritta all’Albo delle società Cooperative al n.A151598 del 29.03.2005 – Sezione
Cooperative e Mutualità Prevalente
- partecipazioni: proprietaria di quote pari a £. 10.000.0000 ovvero il 50% del capitale
sociale della società U.&T. – Uomini e Territorio .

350
Da accertamenti alla Banca Dati Infocamere è emerso che l’ulteriore 50% di quote della
società U.&T. – Uomini e Territorio è detenuto da:
- BUBBICO Filippo (Presidente della Regione Basilicata pro tempore - già
Sottosegretario di Stato presso il Ministero dello Sviluppo Economico, per quote pari a
£. 2.000.000 (10% capitale sociale);
- BUBBICO Luigi, nato a Montescaglioso (MT) il rappresentante legale della U.&T. –
Uomini e Territorio;
- BUBBICO Mauro Vincenzo;
- BUBBICO Tony;
- CAPUTO Francesco.

In merito alla società POLIDRICA, dall’esame della documentazione acquista presso la


Banca Intesa Mediocredito, trasmessa dalla MARINAGRI, è emerso che, in data 1.8.2006,
nel corso del Consiglio d’Amministrazione della MARINAGRI RESORT, così come si
rileva dall’esame dello stralcio del verbale redatto in pari data, veniva deliberato a favore
della società POLIDRICA l’affidamento di un appalto per lavori per opere da realizzare
nel Centro Turistico Ecologico Integrato MARINAGRI pari ad €.1.550.000,00 (evidente
controprestazione illecita del mercimonio delle funzioni da parte del BUBBICO).

Dal predetto verbale emerge che, al fine di giustificare l’appalto a favore della
POLIDRICA, società che all’epoca non aveva effettuato lavori nella MARINAGRI, rilevato
che già altre aziende li stavano eseguendo, ovvero l’impresa CIDONIO, la EDIL CO e la
FUSCO, si legge: “Sul 2° punto all’ordine del giorno (Appalto lavori), il Presidente (VITALE
Vincenzo n.d.r.) nel richiamare la propria relazione per quanto di merito, sottopone ad esame,
valutazione ed approvazione tutta la documentazione propedeutica e presupposta all’aggiudicazione
dei seguenti appalti:
- CIDONIO ……Omissis;
- EDILCO…..Omissis;
- FUSCO….Omissis;
- POLIDRICA Soc. Coop. (Fabbricati Portuali opere edili – euro 1.550.000,00). Tenuto conto che
l’offerta economica è sostanzialmente in linea con le omologhe opere appaltate a EDILCO e FUSCO,
tale aggiudicazione è da ritenersi strategicamente favorevole ed opportuna, sia perché coinvolge una
affidabile realtà produttiva locale, sia perché diversifica la produzione realizzativi, da impulso e
sollecita una attività emulativa e competitiva sotto l’aspetto qualitativo da parte delle imprese,
contribuisce ad una maggiore comparazione e valutazione delle opere eseguite……..omissis. Il
consiglio, previa visione, analisi e valutazione della documentazione relativa ai soprariportati
contratti di appalto, all’unanimità ratifica ed approva. OMISSIS”.

Dall’esame del libro giornale della MARINAGRI RESORT e della documentazione allegata
alla richiesta di secondo anticipo dei finanziamenti pubblici sono risultate le seguenti
fatture emesse nei confronti della MARINAGRI RESORT da parte della POLIDRICA:
- fattura n. 121/1 del 24.10.2006 di €. 408.931,43 – pagata con bonifico del 07.12.2006 di €
245.358,86 e del 12.12.2006 di € 163.572,57;
- fattura n.1/1 del 05.01.2007 di € 557.577,95 – pagata con bonifico del 21.02.2007 di €
334.546,77 e bonifico del 05.04.2007 di €.223.031,18.
- per un totale di € 966.509,38.

351
Dall’esame della documentazione acquisita presso la Banca Intesa – Mediocredito di Bari,
relativa alle richieste di erogazione del primo e secondo acconto dei finanziamenti pubblici
presentata dalla MARINAGRI RESORT, emerge che le fatture della Polidirca sopra
riportate vengono prodotte al fine dell’erogazione dei fondi pubblici in argomento. In
merito alle stesse si segnalano i seguenti dati:
- la data di emissione rispettivamente del 24.10.2006 e 5.1.2007, a pochi mesi dalla delibera
di aggiudicazione dell’appalto del 1.8.2006;
- gli elevati importi delle stesse se paragonati all’effettivo lasso di tempo trascorso tra
l’aggiudicazione dei lavori e l’emissione delle medesime;
- le date di esecuzione dei bonifici per il pagamento delle fatture, ed in particolare quella del
21.2.2007. In merito si fa riferimento a quanto indicato circa l’emissione del decreto di
liquidazione della prima tranche dei finanziamenti avvenuta con provvedimento del
18.1.2007 e bonifico da parte del Ministero del 27.2.2007; nonché quanto emerso circa il
ruolo fattivamente concreto del Sottosegretario di Stato pro tempore BUBBICO Filippo alla
pratica relativa al finanziamento della MARINAGRI.

Inoltre a seguito degli accertamenti bancari effettuati sui c/c delle varie società coinvolte
nei lavori della MARINAGRI ed in particolare dall’esame dell’estratto del c/c n.30050676
della MARINAGRI RESORT è emerso che la POLIDRICA ha emesso ulteriori fatture nei
confronti della predetta società, che risultano liquidate.

Inoltre, dall’esame dell’estratto del c/c n.30068814 della POLIDRICA è emerso che la
società in oggetto è risultata beneficiaria, dopo il 6.7.2007, data dell’ultimo bonifico
rilevato dall’estratto del c/c 30050676 della MARINAGRI RESORT, sopra riportato, di
ulteriori somme da parte della MARINAGRI S.p.a. ovvero delle sue controllate
MARINAGRI RESORT e MARINAGRI REAL ESTATE.

In particolare, la POLIDRICA ha ricevuto somme dalla MARINAGRI S.p.a. e sue


controllate per un totale di €. 1.224.472,59, così suddivise:
- MARINAGRI S.p.a. : € 673.917,12;
- MARINAGRI RESORT S.p.a.: € 350.555,47;
- MARINAGRI REAL ESTATE S.p.a. : € 200.000,00.

Pertanto, quindi, dall’esame congiunto del c/c della MARINAGRI (a fara data dal
7.12.2006 al 6.8.2007) e della POLIDRICA (a far data dal 31.10.2007 al 5.2.2008) emerge che
la suddetta società, alla data del 5.2.2008, ha ricevuto somme dalla MARINAGRI S.p.a. e
dalle sue controllate per un totale di €. 3.946.557,93, delle quali €966.509,38 richieste quali
spese relative al secondo SAL delle opere ammesse a finanziamento per la
MARINAGRI RESORT (PORTO AKIRIS).

Sono emersi anche diversi contatti telefonici tra la POLIDRICA S.c.a.r.l. e BUBBICO
Filippo.

Inoltre, a maggior specificazione dei rapporti di dare/avere in essere tra gli amministratori
della MARINAGRI, ed in particolare VITALE Vincenzo, e BUBBICO Filippo si mette in
evidenza che dall’esame dell’estratto del c/c n. 30050676 intestato alla MARINAGRI
RESORT, è emerso che in data 5.4.2006 veniva eseguito con la descrizione
dell’operazione: “Bonifico a PETRAGLIA Giovanni mandatario eletto per bonifico
sottoscrizione elettorale per il candidato BUBBICO Filippo” un bonifico di €.5.000,00.

352
PETRAGLIA Giovanni è risultato essere componente della segreteria politica di BUBBICO
Filippo.
A riscontro di tale circostanza si indica quanto rilevato dall’esame dell’agenda di VITALE
Vincenzo laddove viene indicato: “PETRAGLIA (REG.BASILICATA-SEGRET.BUBBICO)
- 0971-668673 - 347-5820957”.

Da accertamenti bancari esperiti sul c/c n.12986 intestato alla MARINAGRI S.p.a. presso la
Banca Antonveneta sono emersi ulteriori bonifici eseguiti a per contributo al Partito dei
DS, così come di seguito elencati:
1. Bonifico di €. 500,00 del 20.10.2006 (valuta 19.10.2006) (beneficiario
BENTIVENGA dott. Rocco) – stornato in data 25.10.2006;
2. Bonifico di €. 500,00 del 16.11.2006 (valuta 15.11.2006) – (beneficiario
Pres. Democr. Di Sinistra);

Si segnalano altresì i seguenti bonifici:


1. bonifico di € 1.200 – beneficiario ALICE MULTIMEDIALE S.r.l. – del 17.04.2007;
2. bonifico di € 25.000 – beneficiario ALICE MULTIMEDIALE S.r.l. – del
26.11.2007;
3. bonifico di € 24.200 – beneficiario ALICE MULTIMEDIALE S.r.l. – del 16.1.2008;
4. bonifico di € 10.800 – beneficiario ALICE MULTIMEDIALE S.r.l. – del 25.2.2008.

Fino alla data del 26.10.2006 (data di presentazione della richiesta di erogazione del primo
acconto) la situazione relativa all’erogazione del finanziamento a favore della
MARINAGRI RESORT viveva una fase di stallo che si protraeva ormai dal febbraio 2004,
data della prima richiesta di erogazione di fondi. In tale periodo notevoli sono le difficoltà
superate a livello ministeriale e precisamente quelle relative all’apporto di mezzi propri,
che vengono sostituiti dall’apporto con finanziamenti da banche e la sostituzione del
soggetto risultato aggiudicatario dei finanziamenti, ovvero la MARINAGRI S.p.a. con le
due società dalla stessa controllate e costituite dallo scorporo dei rami d’azienda della
MARINAGRI S.p.a..

Tra la documentazione acquista presso il Ministero dello Sviluppo Economico ed inerente


il contratto di programma in oggetto, veniva rinvenuto un fax inviato dalla segreteria
dell’Ing. LOFFREDO del Ministero dello Sviluppo Economico – D.G.C.I.I. – Ufficio B5,
indirizzato alla segreteria dell’On.le Mariotti (06.47052494), nel quale si leggeva:”Gent.mo
On.le Mariotti in allegato si rimette copia del mandato emesso per le iniziative Hotel Thalas e Porto
Akiris in data 23.01.2007. Occorre precisare che l’erogazione effettiva da parte dell’UCB è
subordinata al perfezionamento dell’impegno il cui decreto è stato firmato dal D.G. in data
20.12.2006 …..illegibbile…..informatica, che a tutt’oggi non si è ancora riuscito ad effettuare per le
note difficoltà di collegamento tra le sedi”.

Il MARIOTTI risulta essere il responsabile della segreteria del Sottosegretario di Stato


BUBBICO Filippo.

Stretti sono risultati anche i rapporti tra VITALE Vincenzo e GOTI Massimo proprio nel
periodo in cui era in corso l’erogazione di ingenti fondi pubblici gestiti proprio dagli
Uffici ai quali era il preposto il GOTI.

353
Altresì si mettono in evidenza anche i contatti telefonici intervenuti tra BUBBICO Filippo
e la ET&M di VITALE Marco.
In merito si segnalano:
⇒ n.3 tentativi di contatto effettuati dall’utenza riconducibile a VITALE Marco verso
l’utenza riconducibile a BUBBICO Filippo il 29.8.2005 dei quali n.2 non andati a buon fine
e n.1 della durata di 74 secondi. In merito si fa riferimento a quanto indicato circa i
problemi sorti a seguito dell’annullamento da parte del TAR Basilicata del D.P.G.R.
n.299/01 (firmata da BUBBICO) dell’aprile 2005 ed i successivi chiarimenti richiesti in
merito dal Ministero in data 3.8.2005. A seguito di tale annullamento, il Ministero
bloccava l’istruttoria per l’erogazione dei fondi pubblici, nonché della banca incaricata
dell’istruttoria del 13.8.2005 sul medesimo oggetto. In merito si ricorda che la situazione di
empasse veniva superata a seguito dell’emanazione della delibera n.196/2005 del 26.9.2005
emessa dal Presidente DE FILIPPO a seguito della delibera della Giunta Regionale del
19.9.2005;
⇒ n.2 contatti effettuati dall’utenza riconducibile a VITALE Marco verso l’utenza
riconducibile a BUBBICO Filippo, del 24.12.2005 rispettivamente di 39 e 40 secondi. In
merito si ricorda che il procedimento penale a carico di VITALE Vincenzo e riguardante la
MARINAGRI instaurato presso la Procura della Repubblica di Matera (121/03 mod.21)
del quale si è detto in premessa, viene archiviato dal G.I.P. in data 22.12.2005, a seguito di
richiesta formulata in data 23.9.2005;
⇒ n.2 tentativi di contatto effettuati dall’utenza riconducibile a VITALE Marco verso
l’utenza riconducibile a BUBBICO Filippo, del 2.8.2006; in meritio si fa riferimento a
quanto indicato relativamente all’affidamento dell’appalto alla POLIDRICA avvenuto in
data 1.8.2006;
⇒ In data 2.9.2006 e 5.9.2006 si registrano n.2 tentativi di contatto tra il VITALE ed il
BUBBICO; in data 6.11.2006 si registra un contatto della durata di 10 secondi tra il
VITALE ed il BUBBICO; in data 24.12.2006 si registra un contatto della durata di 117
secondi tra il VITALE ed il BUBBICO. In merito si segnala che, rispettivamente, in data
25.7.2006 e 28.10.2006 la MARINAGRI chiedeva al Ministero dello Sviluppo Economico, di
cui nel frattempo il BUBBICO era divenuto Sottosegretario, l’erogazione della prima quota
dei finanziamenti. In tale periodo risulta esserci numerosa corrispondenza tra la
MARINAGRI ed il predetto Ministero finalizzata a dirimere alcune problematiche relative
a tale richiesta che verrà evasa in data 19.1.2007, con erogazione effettiva dei fondi il
27.2.2007.

Altresì, si segnala che in data 20.12.2006 veniva firmato il decreto di variazione di


concessione provvisoria a seguito di richiesta formulata in data 2.8.2005 dalla
MARINAGRI, con la quale si richiedeva la proroga della scadenza massima per la
realizzazione degli investimenti al 31.7.2007. Da quanto si rileva dal testo del fax inviato
dall’Ing. LOFFREDO, della Direzione Generale del Servizio Programmazione per le
Incentivi alle Imprese all’On.le MARIOTTI presso la segreteria di BUBBICO e riguardante,
verosimilmente, un sollecito relativo all’erogazione dei fondi a favore della predetta
società, lo stesso comunicava che in data 20.12.2006 si era proceduto all’impegno delle
somme attraverso apposito decreto propedeutico proprio alla predetta erogazione.

Determinante è risultato essere il contributo causale dell’ing. GOTI, Direttore Generale


presso la Direzione Generale Coordinamento Incentivi alle Imprese – Ufficio B5/LOF/bg
presso il Ministero dello Sviluppo Economico, ufficio che si è occupato della pratica del
finanziamento CIPE a favore della MARINAGRI.

354
Il GOTI, in data 16.2.2007, registrava presso l’Ufficio del Registro di Pisticci un atto, la cui
controparte risultava essere la MARINAGRI Resort. Dall’esame dei files informatici
sequestrati presso gli uffici della MARINAGRI, ne emergeva uno dal titolo “Unità
immobiliari Marinagri Resort spa- Vendit a” ed al numero progressivo 30, il nome “GOTI”.
Accanto al nome era indicata l’unità immobiliare in acquisto, ovvero quella
contraddistinta dalla sigla “A2/2-Sx”. In corrispondenza di tale unità immobiliare non era
indicato né alcun prezzo, né la caparra confirmatoria incassata, né il primo anticipo
versato, né il secondo anticipo incassato, né l’indicazione del saldo da incassare.
Inoltre, dai medesimi supporti informatici su cui erano riversati i dati sequestrati presso
gli uffici della MARINAGRI veniva estratto un file avente come denominazione “29.01.07
ACCETTAZIONE Goti.doc”, la data e l’ora di ultima modifica erano il 1.2.2007 alle ore
13.28. Il file era la lettera di prot.109/07 del 31.1.2007, indirizzata all’Ing. GOTI MASSIMO
Via San Teodoro, 18 (stesso indirizzo del GOTI Massimo Direttore Generale) ed alla Banca
UNICREDIT, con la quale la MARINAGRI S.p.a. comunicava l’accettazione, a nome del
presidente (VITALE Vincenzo) della proposta d’acquisto formulata dallo stesso GOTI del
26.1.2007, avente ad oggetto l’unità abitativa distinta con il codice A2/2-sx, fabbricato 2
isola A del Comparto C, nonché l’uso esclusivo di un posto auto scoperto (anche in questo
caso controprestazione dell’illecito contributo dato al sodalizio dall’alto funzionario
statale).

Dall’esame di ulteriore file estratto dai PC della Marinagri, titolato “Listino MARINAGRI
RESORT S.p.a. – Isole A,B,C,D”, si rileva che l’unità immobiliare scelta dal GOTI, di mq
55,11, con veranda/balcone di mq 41,33, con superficie commerciale di mq 71,64, aveva un
costo finale di €. 126.000,00. Nella colonna affianco a tale unità immobiliare sono riportate
due colonne come nello schema sottostante:

COSTO P.B. PREZZI (€) SPESE EXTRA TOTALE


CAPITOLATO (€) (€)
Listino 1 – Marinagri 126.000 6.500,00 132.500,00
Resort (13.12.2004)
Costo totale LISTINO 208.000.00 6.500,00 214.500,00
2 MARINAGRI SPA

L’esame delle colonne soprariportate farebbe emergere la circostanza secondo la quale


l’immobile in acquisto da parte del GOTI, del valore di €.214.500,00, sarebbe stato venduto
a quest’ultimo al prezzo di €.132.500,00 (denaro, perlatro, non ancora versato).

Tanto emergerebbe anche da un successivo file estratto dai medesimi PC, sempre titolato
“Listino Marinagri Resort S.p.a. – Isole A, B, C, D”, con l’indicazione “LISTINO 1 AL
27.12.2006”. Lo stesso sarà di seguito riportato per la stringa relativa all’Ing. GOTI:
NOTA CODICE COSTO ESCL P.B. (con COSTO FINALE ESCL. P.B. (con LISTINO 1 –
aumento del 5%) incremento di € 5.000 per MARINAGRI
eventuali sconti) RESORT
(12.12.2004)
ING. A2/2- 203.000 126.000 126.000
GOTI Sx

Dalla perquisizione eseguita nei confronti di GOTI Massimo si aveva il riscontro


relativamente all’acquisto di un’unità immobiliare da parte del predetto, concluso nel

355
periodo in cui la MARINAGRI chiedeva ed otteneva l’erogazione della prima tranche dei
finanziamenti pubblici erogati dall’ufficio diretto dal GOTI.
A seguito della predetta perquisizione veniva rinvenuta e sottoposta a sequestro la
seguente documentazione:
⇒ nota prot.109/07 del 31.1.2007 (accettazione proposta di acquisto) inviata a mezzo
raccomandata in data 5.2.2007, come da ricevuta allegata;
⇒ nota n.388/07 del 27.3.2006 (data errata, sicuramente è il 27.03.2007 come si evince dal
contenuto della missiva) relativa al rinvio dell’accettazione di cui sopra;
⇒ fattura n.104 del 7.5.2007 di €.20.000, relativa al versamento del I° acconto pari al 20% del
corrispettivo contrattuale, opportunamente quietanzata, indirizzata a GOTI Massimo;
⇒ nota n. 1896/07 del 10.10.2007, relativa alla proposta di accollo mutuo esistente;
⇒ rinvio comunicazione di cui sopra con nota n.2545/07 del 30.11.2007;
⇒ nota n.2958/07 del 28.12.2007, con la quale la Marinagri comunicava che a far data dalla
prima decade del mese di gennaio 2008, sarebbero iniziati i rogiti traslativi della proprietà,
tra i quali quella del GOTI;
⇒ n.2 foto del cantiere MARINAGRI con su stampata la data del rilievo fotografico del
26.1.2007;
⇒ pianta unità immobiliare A2/2 – SX;
⇒ stralcio listino unità abitativa con l’indicazione della cifra finale di €.132.000,00;
⇒ brevi note e schema di statuto del Consorzio Marinagri capitolato prestazione – allegato
contratto (22.5.2006);
⇒ fotocopia assegno n.3149018388-09, senza data di €20.000,00, intestato a MARINAGRI
RESORT ed a firma di Massimo GOTI;
⇒ fotocopia assegno n.149018385-06, senza data di €20.000,00, intestato a MARINAGRI
RESORT ed a firma di Massimo GOTI;
⇒ biglietto da visita dell’Ing. Massimo GOTI, quale Direttore Generale per lo Sviluppo
Produttivo e Competitività presso il Ministero delle Attività Produttive – via Molise, 2
Roma, tel. 06/47887820 – 06/47052158 – cell.3283904530 – fax 0647052499;
⇒ Altri bigliettini da visita posti sotto sequestro:

NOME E COGNOME NUMERTO DI


TELEFONO
Sigma Servizi Informatici s.r.l Prof. MASSIMO GOTI Presidente 06/8072122
06//5416811
GIUSEPPE LO CURZIO 338/945O9820
Senatore della Repubblica
INSIGNIA FINANCIAL GROUP MASSIMO GOTI 39-335-82.26.976
39-6-32.22.755
SOCIETA’ DI BANCA SVIZZERA ROBERTO BELTRAMINI 091/809.82.13
(Mandatario Commerciale)
INSIGNIA ITALY S.p.a 39.55.218790
PROF. MASSIMO GOTI 212.750.6070
On. GIUSEPPE GALATI 06/6979100
(Dirigente dell’Ufficio Enti Locali) 06-77200624
0968-24442
FRANCESCO RICCIO (Tesoriere) 066711252
ESPRIT s.r.l Servizi di Gestione Integrata Prof. MASSIMO GOTI 06.80.69.05.33
Dott. GIANNI SAMMARCO (Il tesoriere) 06.3221235
06.68300578
0335.6707825

In merito a quanto appena indicato riferiva ALTIERI Mario:

356
“…..omissis. ADR: Nella mia qualità di Sindaco della città di Scanzano Jonico ho avuto modo di
occuparmi di atti riguardanti la procedura amministrativa attraverso la quale la Marinagri poi è
stata ammessa a finanziamento da parte del CIPE. In merito preciso che mi sono sempre opposto
anche con atti formali inviati al Ministero delle Attività Produttive che si occupava dell’Istruttoria
in questione, in quanto il progetto era manchevole del requisito della cantierabilità per gravi
illegittimità negli atti amministrativi emessi dalla Regione Basilicata e dal Comune di Policoro. In
merito ho partecipato anche ad una riunione che si è tenuta a Roma presso gli uffici del
Ministero delle Attività Produttive, sito in via Molise a Roma, presso l’ufficio del dott.
GOTI dirigente dell’Ufficio che si occupava dell’istruttoria in questione, alla quale hanno
partecipato anche il VITALE Vincenzo e Marco, il Sindaco di Policoro, LOPATRIELLO
Nicolino ed un funzionario dello stesso Ministero di cui non ricordo il nome. In tale
circostanza ebbi modo di rilevare ottimi rapporti intercorrenti tra il VITALE Vincenzo ed
il dott. GOTI. In particolare ebbi l’impressione che i due si conoscessero da tempo. Preciso
che anche in tale sede mi sono opposto al progetto “Marinagri” per i motivi già
rappresentati”.

Dalla documentazione sequestrata a BUBBICO Filippo, all’epoca Sottosegretario di Stato


presso il Ministero dello Sviluppo Economico da cui il GOTI dipendeva, dall’esame del
contenuto della busta n. 5 e 6, emergeva foglio manoscritto sul quale risulta: Cons.
ZACCARDI – questione Banca Pop. Bari – CIT – “Il 27.09.2006 la d.ssa DE CESARE ed il dott.
PALORCIA come responsabile del procedimento HANNO RISOLTO IL PROBLEMA. – L’avv.
Antonio Luongo (3474013238) (rappresentante la Banca Popolare di Bari) HA SEGUITO
LE OPERAZIONI portando a casa un attestato di credito. Allo stesso sono allegati altri 4
fogli manoscritti, con appunti inerenti la vicenda CIT, la sua ammissione
all’amministrazione controllata e l’emissione di decreto con il quale lo Stato Italiano si
poneva come garante della società per 10 milioni di Euro. In merito, nel 3° foglio allegato
con intestazione “Camera dei Deputati” si legge: “L.80/2005 – Garanzia dello Stato sulla
concessione alla CIT S.p.a. di un finanziamento di 10 MLN da parte di Banca Popolare di Bari. –
dopo procedura di amministrazione straordinaria……la Banca REVOCA il credito di 10 MLN
…….con conseguente utilizzo della garanzia statale……E’ possibile trovare una procedura
concorsuale per individuare i tempi per il pagamento della citata garanzia? (Quando banca popolare
di Bari…riscuoterà la garanzia?) – Scaiola ha nominato l’avv. Ignazio Abrignani Commissario
straordinario – La CIT ..non è fallita, per cui bisogna rivolgersi all’avv. Abrignani (Commissario
Straordinario). Ai 5 fogli manoscritti è allegato il Decreto del Direttore Generale (dott.
GOTI) del 13.12.2005 di concessione di una garanzia dello Stato sul finanziamento della
Banca Popolare di Bari per un importo massimo di 10 milioni di euro, a favore della CIT
S.p.a.. Ultimo foglio allegato è relativo ad un appunto dattiloscritto avente come oggetto:
C.I.T. – Compagnia Italiana Turismo S.p.a. – Ndg 400804209.

In particolare, in data 28.10.2006 VITALE Vincenzo, nella sua qualità di rappresentante


legale della MARINAGRI RESORT S.p.a., chiedeva l’erogazione della prima quota di
contributo a titolo di stato di avanzamento in relazione ai beni acquistati direttamente,
relativamente all’HOTEL THALAS. A tal fine allegava perizia giurata attestante la
conformità e la destinazione d’uso delle opere realizzate. In data 29.11.2006 la Banca Intesa
Mediocredito a seguito della relazione tecnica a firma della PROGRAM s.r.l., esprimeva
parere favorevole all’erogazione della prima quota di contributo. In merito, la PROGRAM
S.r.l. certificava che le opere murarie risultavano effettuate in conformità al permesso di
costruire n.4 del 4.1.2006 rilasciato dal Comune di Policoro, così come asseverato da
perizia dell’Ing. Orazio CARBOTTI.

357
Medesima richiesta veniva formulata in data 25.7.2006 per le opere relative al PORTO
AKIRIS. Anche in questo caso la Banca Intesa Mediocredito esprimeva parere favorevole a
seguito di relazione tecnica della PROGRAM S.r.l. del 14.11.2006, con la quale veniva
indicato che le opere effettuate risultavano in conformità con i permessi di costruire n.46
del 26.03.2004 e n. 169 del 14.12.2005 rilasciati dal Comune di Policoro, così come
asseverato dall’Ing. Orazio CARBOTTI.

Quindi i prescritti pareri favorevoli venivano inviati al Ministero dello Sviluppo


Economico per la prescritta istruttoria a conclusione della quale, se positiva, sarebbero
stati erogati i fondi richiesti.

In tale contesto si inserisce la email – già citata - inviata in data 18.1.2007 alle ore 23.20 da
Robero Leccese all’indirizzo MARINAGRI@heraclea.it;
MARINAGRI@ns.heraclea.it, avente ad oggetto: Schiavoni.
Nella stessa si legge: “Caro Enzo, ho sentito, come d’intesa la Schiavoni.
Mi ha detto che i mandati di pagamento sono pronti, e che non appena saranno inviati all’UCB non
dovrebbero esserci ulteriori ritardi e ci dovrebbe volere a quel punto solo qualche giorno per la
materiale erogazione delle somme.
Tuttavia nonostante la questione dell’art.48 bis DPR 603 sia stata chiarita (mi diceva la Schiavoni
che l’interpretazione da noi proposta è condivisa anche dal nuovo DG, la dott.ssa Paola Verdinelli
De Cesare), i mandati sono ancora fermi al gabinetto del Ministro, per un non meglio precisato “ok
definitivo”, prima dell’invio all’UCB.
A parte continuare a tampinare la Schiavoni, che continuerò a fare anche se a questo punto mi pare
di scarsa utilità (ormai la cosa è uscita fuori dalle sue competenze), ti suggerirei di interessare
GOTI perché, se possibile, intervenga presso il Gabinetto. Ciao Roberto.”.

Determinante è, quindi, il ruolo del GOTI, il quale avrebbe “acquistato” un immobile


all’interno della Marinagri nel bel mezzo dell’istruttoria relativa all’erogazione dei
finanziamenti pubblici in questione alla medesima società. In merito si ricorda che
numerose erano state le difficoltà che aveva incontrato la predetta società, anche rilevate
dalla banca che istruiva la pratica del finanziamento in questione. In proposito si fa cenno
ad un parere richiesto dalla banca al Ministero relativamente all’applicazione, che la banca
reputava non possibile, di una circolare entrata in vigore dopo la stipula del contratto di
programma della Marinagri. Tale circolare permetteva il versamento della quota a carico
della società anche con mutui bancari. In proposito, la Marinagri si era impegnata a farvi
fronte con mezzi propri. Da qui la sua richiesta di sostituire i mezzi propri con mutui
bancari, cui la banca non era favorevole, ma che il Ministero riteneva fattibile per via della
citata circolare. Ovvero, l’ulteriore problematica, cioè quella relativa al cambio del
soggetto beneficiario dei fondi a seguito della cessione dei rami d’azienda da parte della
Marinagri S.p.a. alla Marinagri Resort e Village, neo costituite. Ed ancora, le problematiche
segnalate al Ministero dall’Altieri, ovvero, in ultimo, quelle a seguito dell’annullamento
della delibera di attuazione del PPE, cui lo stesso Ministero non dava seguito.

Dall’analisi dei tabulati telefonici, con riferimento ai rapporti tra VITALE Vincenzo e GOTI
Massimo emergevano:

- quelli del 20.12.2006, che da quanto rilevato agli atti dell’indagine è la data nella quale il
Direttore Generale ha firmato il decreto di liquidazione dei fondi pubblici a favore della
Marinagri Resort;

358
- quello del 19.1.2007, intervenuto in uscita dall’Ittica Valdagri ed in entrata sull’utenza del
GOTI, che darebbe riscontro a quanto rilevato dalla documentazione sequestrata, laddove
era emerso che con email del 18.1.2007 l’avv. Roberto LECCESE sollecitava il VITALE
Vincenzo a compulsare il GOTI affinché intervenisse sul Ministro, per sbloccare
l’erogazione del finanziamento. In data 19.1.2007 risultano essere stati emessi i seguenti
decreti di liquidazione:
⇒ n.CP001677 del 19.1.2007, a favore della MARINAGRI RESORT S.p.a., per le opere
dell’HOTEL THALAS per € 2.546.816,66;
⇒ n.CP001678 del 19.1.2007, a favore della MARINAGRI RESORT S.p.a. per € 2.778.180,00;
per un totale della prima tranche di finanziamento a favore della MARINAGRI RESORT
S.p.a pari ad € 5.324.996,66;
- il contatto del 28.3.2007 che risulta molto importante. Infatti alle ore 14.04.38, il GOTI
Massimo chiama il VITALE Vincenzo. Si precisa che in tale data la polizia giudiziaria si
era recata in Roma presso gli uffici del Ministero dello Sviluppo Economico che
curavano la pratica relativa alla Marinagri, dove avevano provveduto, su disposizione
della Procura della Repubblica di Catanzaro, ad acquisire voluminosa documentazione
relativa al finanziamento in questione. A tale data il GOTI aveva già acquistato
l’immobile all’interno della MARINAGRI.

In merito a quanto indicato riferiva l’Avv. MONTAGNA:


“ADR: Mi sono occupato delle vicende dell’Ittica Val D’ AGRI negli anni ’80 allorquando si
diffuse la notizia della costruzione di un centro dell’acquacoltura alla foce del fiume AGRI.
Nutrivo perplessità su quell’iniziativa che doveva essere realizzata da una società consortile, il
Consirys, di cui l’Ittica Val d’AGRI faceva parte. Giova qui far presente che l’Ittica Val d’ AGRI
aveva ottenuto, con decreto di esproprio, una vasta superficie di terreno su cui realizzare
allevamento di pesce e industria di trasformazione. A me risultava che a quell’epoca l’attività
industriale non era stata realizzata. Successivamente insorsero contrasti fra il Consirys e l’ente di
sviluppo che doveva essere il partner pubblico per la costruzione del centro di acquacoltura che
doveva essere finanziato, non ricordo se in tutto o in parte, dalla cassa per il mezzogiorno. Sta di
fatto che l’ iniziativa non fu poi realizzata.
Nel giugno del 1989, in occasione delle elezioni Europee, io dovevo tenere un comizio pubblico per
parlare di tutta la vicenda Consirys. Qualche giorno prima di tale comizio, che era stato
annunciato, si recò in Policoro il Segretario Provinciale del PC (Partito Comunista n.d.r.),
Architetto Filippo BUBBICO, il quale manifestò contrarietà a quell’ iniziativa in quanto tra me e
gli altri esponenti del PC vi era una profonda diversità di vedute sul giudizio da esprimere in
relazione a quanto si era verificato nell’ambito della vicenda Consirys. Resistetti all’invito ma poi
mi resi conto che la discussione avrebbe dovuto coinvolgere i componenti della sezione. Volli evitare
di costringere i compagni di partito a schierarsi per una tesi o per l’ altra.
Rinunciai quindi a tenere questo comizio ma pretesi che di tale episodio rimanesse traccia.
In effetti vi fu una comunicazione in tal senso dell’ Architetto BUBBICO di cui io ebbi fotocopia
che credo dovrei conservare nel mio carteggio e che mi riservo laddove dovessi rinvenirla di
produrla”.
Successivamente l’Avv. MONTAGNA trasmetteva copia della predetta comunicazione,
relativa ad una nota della Federazione del PCI di Matera in data 15.6.89, firmata dal
segretario Provinciale del PCI Arch. BUBBICO diretta al segretario della sezione PCI di
Policoro:
“”Oggetto: comizio di chiusura camp. elettorale europee 1989.
Caro compagno, in ordine al comizio di chiusura della campagna elettorale a Policoro, voglio
comunicarti che ritengo inopportuno l’intervento del compagno Vincenzo Montagna, della tua

359
sezione. Tale inopportunità scaturisce da una diversa valutazione in ordine alla condotta
del PCI a livello locale, prov. e regionale circa le questioni che attengono alla battaglia da
articolare nella vicenda del ruolo egli enti e del rapporto politica – affari e segnatamente
sulla vicenda Consyris.
Ti propongo, pertanto, di concludere la campagna elettorale con un tuo intervento e con quello del
comp. Velardi, segretario Reg.
Il seg. Prov. PCI Arch. BUBBICO”

Quanto dichiarato dall’avv. MONTAGNA, riscontrato dalla documentazione dallo stesso


trasmessa, fa emergere l’interesse di BUBBICO Filippo per gli “affari” del VITALE, tanto
da impedire un comizio nel corso del quale si sarebbero messe in evidenza delle
circostanze a questi sfavorevoli. Tale interesse è databile fin dal 1989.

Per il perseguimento del programma criminoso del sodalizio divengono essenziali anche
le condotte dell’attuale Presidente della Giunta della Regione Basilicata – Vito DE FILIPO -
e del Presidente del Consiglio Comunale di Poliporo Nicola MONTESANO. Sono anche
loro gli attuatori della “ferma volontà politico-affaristica” di realizzare in modo illecito il
villaggio turistico anche al costo di sottoporre a rischio concreto la sicurezza e l’incolumità
pubblica.
I rilievi nei confronti del DE FILIPPO emergono, oltre al fatto dell’adozione di atti
amministrativi da parte della Giunta da lui presieduta (già citati in precedenza), anche dal
contenuto di alcune conversazioni telefoniche intercettate.

Dalle conversazioni di seguito riportate emerge che il MONTESANO Nicola chiama


CAPOLUONGO, che ricoprire l’incarico di responsabile della segreteria del Presidente
della Regione Basilicata, DE FILIPPO Vito, a cui riferisce di essere stato contattato da
Vincenzo VITALE di MARINAGRI che aveva bisogno di parlare con il Presidente della
Regione per cui chiede se può lasciargli il suo numero di cellulare.

Conversazione n.394 del 21.02.2007


LEGENDA
C = CAPOLUONGO Giuseppe Antonio (+393357925158)
M = MONTESANO Nicola (+393299146771)
(...) = incomprensibile
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
C: pronto!
M: Peppino buongiorno, Nicola, MONTESANO
C: si dite, si
M: come stai?
C: bene, bene Nicola, dimmi tutto
M: senti Peppino! mi ha chiamato Enzo VITALE della MARINAGRI SpA, che aveva
bisogno di parlare anche telefonicamente, con il presidente, ti posso lasciare il suo
numero di telefono di cellulare?
C: si eeh... aspetta un attimino...
M: un attimo che lo prendo anch'io..... ci sei?
C: si!
M: allora 335...
C: si
M: 688...

360
C: si
M: 35...
C: si
M: 31...
C: (...) come si chiama questo?
M: Enzo VITALE! tu mi sa che lo conosci già
C: si si
M: te lo ricordi Enzo
C: come no! si
M: eeh voleva parlare anche telefonicamente con il presidente
C: và bene
M: oppure se deve scappare a Potenza? viene a Potenza non lo so
C: và bene
M: d'accordo?
C: và bene
M: mi fai sapere tu qualcosa o ti chiamo io in serata?
C: eeh... non lo so, io... guarda per oggi sicuramente no... perchè
M: uhm... và beh... pure una chiamata ti deve fare
C: e lo so, ma no.... è in commissione, poi teniamo una riunione di maggioranza... e quindi
non ti so dire quando finisce, quindi non lo so...
M: (...)
C: se questa sera, io provo sicuramente, se ha finito tutte le cose lo chiamo
M: oppure fa.. fagli fai... gli fai fai tu una chiamata ad Enzo e gli spieghi la cosa, gli dici se
vuol dire a me, perchè il presidente è impegnatissimo, hai capito?
C: và bene
M: capito?
C: và bene, và bene Nic...
M: beh d'accordo
C: ok!
M: ti ringrazio, ciao
C: ciao
FINE TRASCRIZIONE

Dalla conversazione di seguito riportata emerge che il MONTESANO richiama il


CAPOLUONGO al fine di chiedergli se aveva fatto il servizio relativo alla richiesta di
contatti con VITALE Vincenzo, di cui alla conversazione n.394 del 21.02.2007.

Conversazione n.478 del 22.02.2007


LEGENDA
M = MONTESANO Nicola
C = CAPOLUONGO Giuseppe Antonio
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
C: pronto!
M: wè Peppino sono Nicola
C: si dimmi!
M: l'hai fatto quel servizio?
C: e no, non l'ho fatto, non ho avuto proprio tempo perchè lui è stato in riunione fino a
ieri sera alle nove e mezza Nicola
M: e vedi di farlo ...inc...

361
C: adesso chiamerà... e lo sò, e lo sò, e lo chiamerà, però quello stà partendo per Milano,
adesso è a Matera e poi parte da Bari per Milano
M: ah tu non stai con lui?
C: no no
M: ah ho capito!
C: io lo raggiungo a Matera... fra poco
M: e al massimo chiamalo tu per più al cristiano
C: e ho capito, ma che gli devo dire? giusto che lo dobbiamo prendere per il culo insomma,
ee se uno vuole parlare con il presidente ee parla con me? lo chiamo io qual'è il problema,
non ti preoccupare
M: và buò, d'accordo
C: và bene Nicola
M: ciao ciao
C: ciao
FINE TRASCRIZIONE

Dalla conversazione di seguito riportata emerge che CAPOLUONGO Giuseppe Antonio


chiama l'Ing. VITALE (VITALE Marco, figlio di Vincenzo) e passa la conversazione al
Presidente della Regione Basilicata DE FILIPPO Vito. VITALE Marco riferisce di aver
chiesto a “Salvatore” (che potrebbe essere identificato in Donato Salvatore, Assessore alle
Attività Produttive della Regione Basilicata) di intercedere con lui (presidente) per poterlo
incontrare in modo rapido poichè loro sono in dirittura di arrivo per l'inaugurazione del
porto turistico. VITALE aggiunge che loro stanno lavorando a "metà delle cubature"
consentite e che hanno qualche problemino da parte della sovrintendenza. DE FILIPPO
chiede se si tratti della MAURANO e VITALE conferma che è un personaggio complicato.
DE FILIPPO dice che in quei giorni sarebbe stato a Milano ed invita l'interlocutore ad
inviargli una scheda in ufficio con l'indicazione di tutti i “problemi”, altrimenti si
sarebbero dovuti incontrare la settimana successiva. I due concordano per la prima
soluzione.
In seguito CAPOLUONGO detta il recapito fax su cui inviare la scheda.

Conversazione n. 516 del 22.02.2007


LEGENDA:
C = CAPOLUONGO Giuseppe Antonio
D = DE FILIPPO Vito
V = VITALE Marco
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
V: pronto!
C: è l'ingegnere VITALE?
V: si
C: pronto!
V: si pronto
C: e un attimo le passo il Presidente DE FILIPPO
V: ah si
D: si pronto buon...
V: buonasera presidente
D: ciao ciao
V: come và?
D: bene bene

362
V: la ringrazio per averci... chiamato, senta io... ho chiesto a Salvatore se poteva
intercedere... per avere un rapido incontro con lei, perchè noi siamo qui in via... in
dirittura di arrivo, per inaugurare questo porto turistico
D: si
V: eeh dopo tanti anni, cioè s... però insomma adesso stiamo lavorando a metà delle
cubature ormai rispetto a quelle consentite, siamo abbiamo tutti i nulla osta, qualche
problemino...
D: dove c'è?
V: sembra che ci sia, della sovrintendenza insomma, quindi...
D: chi è la to... la MAURANO ZOCCOLI
V: eah si si si
D: MAURANO
V: eh che è un pò... insomma... così chic
D: è un personaggio
V: ci hanno
D: è un personaggio un pò...
V: ...inc... qua
D: è un po complicato come al solito il personaggio
V: e dopo tanti sacrifici... soprattutto... diciamo anni
D: senti possiamo fare in due modi, io sono fuori oggi e domani che sono a Milano, o mi
mandi una scheda in ufficio di quali sono gli inghippi e i problemi domani mattina…..
V: nhm
D: noi ci lavoriamo... nei prossimi giorni, oppure la prossima settimana dobbiamo
trovare uno spazio... e vedere un pò di incontrarci
V: eah... senta ma lei ...inc... non riesce
D: se tu mi mandi un ...inc...
V: le le chiedo scusa se oso, ma siccome mi hanno detto dal... da Matera insomma che in
dirittura... di arrivo, alcune decisioni e potremmo cavarcela anche con una telefonata
anche però nella giornata di domani
D: si si
V: a quel punto, adesso magari le ren le
D: ma mi devi spiegare un pò di più che cosa gli devo chiedere
V: e io le posso fare un fax già al suo fax
D: eh ...inc...
V: glielo faccio arrivare domani mattina
D: facciamo una cosa, domani mattina, adesso io ti passo CAPOLUONGO ...inc... che lui
è in ufficio domani mattina
V: si
D: lui mi... riceve il tuo fax, io sono a Milano in un posto ...inc... là quindi mi potrà
mandare il fax, ed io posso procedere a fare la telefonata
V: và benessimo
D: Và bene?
V: è stato gentilissimo
D: và bene? ti p...
V: mi passa...
D: ti ripasso CAPOLUONGO, và bene?
V: grazie grazie
D: tante cose, buon lavoro
V: grazie l'aspetto arrivederla

363
C: questo è il mio numero di cellulare naturalmente, quello che si legge, il fax invece...
V: si
C: è 0971...
V: si
C: ...inc...
V: come?
C: 66
V: si
C: 81... 91...
V: 91 finale?
C: si 91 finale
V: và bene
C: già può mandare il fax, la scheda questa sera, io domani mattina...
V: si
C: ...la trovo, così la faccio recapitare immediatamente al presidente a Milano
V: perfetto grazie... molte...
C: và bene?
V: grazie, arrivederci
C: buona serata
V: arrivederci
FINE TRASCRIZIONE

Dalle intercettazioni sopra riportate emerge il contatto diretto tra il Presidente della
Regione Basilicata Vito DE FILIPPO e la MARINAGRI, attraverso VITALE Vincenzo e
Marco, padre e figlio e principali interessati alle opere ed ai finanziamenti ad esse relativi
già in parte erogati. Tale contatto diretto, da quanto emerge dalle conversazioni sopra
riportate è finalizzato a provocare un intervento dello stesso DE FILIPPO su funzionari
regionali della Sovrintendenza, che stavano creando, a detta del VITALE, problemi in
merito ai lavori da realizzare all’interno della struttura. A tal proposito si segnala la pronta
disponibilità di DE FILIPPO, il quale al fine del suo intervento chiede al VITALE l’invio di
un fax con il quale il predetto gli doveva “…..spiegare un pò di più che cosa gli devo
chiedere….”, facendo emergere la volontà di intervento per agevolare il VITALE.
Quanto indicato è da ricollegare ad altri interventi agevolativi che sarebbero stati posti in
essere prima dal BUBBICO, predecessore nella carica di Presidente della Regione
Basilicata del DE FILIPPO e poi da quest’ultimo nell’iter amministrativo attraverso il quale
è stato reso possibile l’ottenimento da parte della MARINAGRI delle autorizaazioni
necessarie, nonché l’ammissione alla contrattazione programmata con l’approvazione a
favore della stessa società di finanziamenti C.I.P.E. pari a circa 25 milioni di euro.

E’ emerso che “MAURANO” è da identificarsi in Attilio MAURANO, Soprintendente per i


Beni Architettonici e Paesaggistici della Regione Basilicata. In merito alla pratica di
interesse del DE FILIPPO, sulla quale il MAURANO stava creando problemi, questa
potrebbe essere identificata nella richiesta di autorizzazione n.23 D 2007 del 7.1.2007
rilasciata ai sensi dell’art.159 del decreto legislativo 22.01.2004 n.42 a favore della
MARINAGRI. Ebbene, con provvedimento del 15.3.2007 il MAURANO aveva annullato
parzialmente il provvedimento autorizzativo emesso dal Comune di Policoro.
Dall’esame del provvedimento di annullamento emergeva che la documentazione relativa
a tale pratica era pervenuta alla soprintendenza in questione in data 25.1.2007.
L’annullamento era motivato da violazioni al vincolo paesaggistico.

364
Pertanto rilevata la congruità delle date dei provvedimenti con quelle delle conversazioni
telefoniche intercettate, appare verosimile che le paure del VITALE fossero dovute alla
valutazione di questi provvedimenti. In merito si specifica che dall’esame degli atti
acquisiti emerge una nota senza firma e data inerente la medesima pratica riportante
parere favorevole annullata con una X sul foglio. Tale documento potrebbe far rilevare la
circostanza secondo la quale potrebbe esserci stato l’intervento del DE FILIPPO sul
MAURANO e che poi lo stesso, a seguito del sequestro della MARINAGRI disposto dalla
Procura della Repubblica di Catanzaro in data 27.02.2007, quindi proprio nel mezzo degli
eventi in narrazione, abbia indotto il MAURANO a ritornare sui suoi passi e provvedere
ad emettere il provvedimento sfavorevole alla MARINAGRI.

Ritornando all’esame delle conversazioni sopra riportate, si specifica che MONTESANO


Nicola, soggetto che contatta CAPOLUONGO, segretario di DE FILIPPO per ottenere per
Enzo VITALE della MARINAGRI un colloquio con il Presidente, è da identificarsi nel
direttore tecnico, nonché proprietario del 50% della società denominata
“EUROSALDATURE S.r.l.”.

A seguito dell’esame della documentazione acquisita presso la Banca Intesa Mediocredito


veniva rinvenuta la delibera del Consiglio Comunale del Comune di Policoro n.36 del
21.10.2003. Dalla medesima emergeva che la carica di Presidente del Consiglio era
ricoperta da MONTESANO Nicola. Nel corso della seduta, cui partecipava anche il
Sindaco LOPATRIELLO veniva deliberato lo schema di convenzione per l’attuazione del
Comparto C del P.P.E. Foce AGRI, in sostituzione di quello precedentemente approvato;
dall’esame della stessa delibera emerge che era stato acquisito il parere di regolarità
tecnica da parte del Dirigente del 3^ settore che si ricorda essere l’Ing. VICECONTE
Felice.

Dall’esame dei dati sequestrati in data 27.2.2007 ed estratti dai computer in uso presso gli
uffici della MARINAGRI è emerso che la società EUROSALDATURE, riconducibile al
MONTESANO, risulta aver ottenuto appalti all’interno del cantiere MARINAGRI per “reti
sottoservizi (posa in opera) 55%” pari ad €. 165.000,00 (file nominato “26.01.2007 appalti opere
MARINAGRI – data ultima modifica 26.01.2007” : il tutto quale controprestazione illecita per
il mercimonio della funzione pubblica ricoperta da parte del MONTESANO.

Ed inoltre, la società SOGEMONT, riconducibile allo stesso MONTESANO, risultava tra


gli acquirenti di un’unità immobiliare all’interno della Marinagri.

A seguto della perquisizione eseguita a PETRAGLIA Giovanni referente per la Basilicata


del Sen. Filippo BUBBICO, veniva sequestrata la seguente documentazione:
presso l’abitazione di residenza
- nota prot.125361 – 7502 del 29.6.2005, a firma del Dirigente Generale del Dipartimento
Ambiente e Territorio della Regione Basilicata, con la quale quest’ultimo stimolava il
promuovimento del ricorso alla sentenza del TAR Basilicata n.282/05 con la quale era
stata annullata la delibera n.299/01, riguardante l’attuazione del PPE Foce Agri e che
bloccava i lavori della MARINAGRI;
- E/C del c/c 155102/9, sul quale sono confluiti i fondi pari ad €. 5.000 erogati dalla
Marinagri Resort a favore del candidato BUBBICO Filippo;

365
- Appunto manoscritto sul quale è appuntato : “Marco Vitale 3388595329 – 0835981225; Enzo
Vitale 33568835317 – 0835910497; 3285323072; Lioy Vincenzo 3355647363; 3208336081?;
3388235824”;
- Email del 29.5.2006, con la quale il PETRAGLIA invia a BUBBICO il suo cedolino per lo
stipendio;
- Nota priva di intestazione, in calce alla quale risulta apposto il timbro del responsabile del
servizio urbanistica del Comune di Policoro, Geom. Agresti Vincenzo, redatta in risposta
alla nota n.117/NT del 15.01.2007 e relativa alle problematiche sorte in seguito
all’annullamento del DPGR 299/01 e dei successivi ricorsi alla delibera 195/05;
- Decreto di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica di Catanzaro nei
confronti, tra gli altri, di BUBBICO Filippo;
- Cartellina della Regione Basilicata sulla quale risulta scritto “MARINAGRI”, contenente:
o Sentenza n.3198/2006 del Consiglio di Stato avverso il ricorso presentato dalla Regione
Basilicata avverso la sentenza del TAR n.282/2005, con la quale rigetta il ricorso;
o Delibera n.1917 del 19.9.2005 e decreto del Presidente della Regione DE FILIPPO
n.196/2005 del 26.9.2005, che risultano trasmessi in data 28.9.2005 alle ore 11.26 via fax al
n.0835910928, riconducibile agli uffici della MARINAGRI ovvero dell’ITTICA
VALDAGRI; si precisa che l’atto viene trasmesso al Dipartimento interessato proprio il
28.9.2005;
o Copia della DPGR 299/01;
o Copertina fax inviato al n.0835910928 (Marinagri ovvero Ittica Valdagri) il 18.1.2007 alle
ore 15.40 delle determinazioni dirigenziali n.2007 D26 del 9.1.2007 (Autorizzazione
paesaggistica – variante al progetto); n.2007 D25 del 9.1.2007 (Autorizzazione
paesaggistica – variante al progetto); n.2007 D23 del 9.1.2007 (Autorizzazione
paesaggistica – variante al progetto);
o Nota n.177/05 della Marinagri indirizzata al Presidente della Regione DE FILIPPO Vito
(via fax al n.0971668191) e all’Assessore Ambiente e Territorio della Regione Basilicata,
On. Gianni Rondinone (via fax al n.0971669066), con la quale veniva richiesta la
costituzione della Regione nel Giudizio innanzi al Consiglio di Stato avverso la sentenza
del TAR n.282/05 di annullamento della DPGR 299/01;
o Fax inerente la bozza della delibera n. 196/2005 poi emessa, intercorso in data 4.8.2005 (la
delibera viene emessa il 26.9.2005) alle ore 12.07 e 12.06, tra i numeri 0971669066
(Assessore Rondinone) e n.0835910928 (Marinagri ovvero Ittica Valdagri). Nella bozza di
delibera risultano apposte alcune correzioni a penna. Quanto indicato farebbe emergere la
comunicazione alla Marinagri della delibera che sarebbe adottata successivamente dagli
uffici regionali, ovvero un “confronto” sulla medesima. Si ricorda che la delibera in
questione è stata fondamentale per lo sblocco dei lavori, nonché dell’erogazione del
finanziamento CIPE da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, bloccati
dall’annullamneto del DPGR 299/01 di attuazione del PPE. Sul documento risulta
apposto un post it sul quale è scritto “3382750654 – Michele la rotonda – 0835910928 –
0835972042”;
o Foglio manoscritto sul quale sono indicati a penna i seguenti dati: “Enzo Vitale
0835/910497; 299/01 - Marinagri questione – Lavieri ha chiamato x conoscere situazione
Marinagri – 7144 Antonio;
o Fax inviato dal Presidente VITALE all’attenzione di Petraglia Giovanni in data 6.6.2005 al
n. di fax n.0971669066 (numero indicato su precedente corrispondenza come riconducibile
all’Assessore Rondinone) con il quale veniva trasmessa la prima pagina del ricorso
Marinagri contro Tucci ed un articolo del quotidiano La Nuova del 2.6.2005.

366
presso ufficio:
- stralcio di invito per convegno, sul quale è indicato scritto a matita :
3281209172 – Giannino”
- nota n.1851/80B del 22.7.2002 indirizzata alla Marinagri S.p.a., con la quale
veniva trasmessa la delibera della Commissione Tecnica del 3.5.2002 n.9, per la variante al
PAI, a firma dell’Ing. VITA;
- nota n.179467/7502 del 7.9.2007 a firma dell’Arch. Viviana Cappiello,
indirizzata al Sindaco di Policoro, Sindaco di Scanzano, presidente della Marinagri, e, p.c.
al Presidente della Giunta Regionale, e all’assessore – Dipartimento Ambiente, Territorio e
Politiche della Sostenibilità, con la quale veniva inviato il Verbale della riunione del
6.9.2007 intervenuta a seguito della nota 156/07 del 24.7.2007, specificando che a breve si
sarebbe tenuto un confronto tecnico sulle tematiche esposte nella nota citata;
- verbale della riunione del 25.10.2007 a seguito della nota n.1656/2007 del
24.7.2007 e della riunione del 6.7.2007;
- verbale della conferenza di servizio del 4.12.2000;
- nota n.19871 del 19.7.2000 a firma dell’Ing. VICECONTE, con la quale si
sollecita il Presidente BUBBICO alla convocazione di una conferenza di servizi prevista
dal DPGR 157/2000; nota n.17849 del 31.10.2000 di convocazione della suddetta
conferenza per il 4.12.2000 a firma di BUBBICO Filippo; delega all’arch. Balsepre di
rappresentare il presidente BUBBICO Filippo nella conferenza di servizi del 04.12.2000;
- verbale della conferenza di servizi del 4.12.2000;
- verbale di sopralluogo del 20.6.2007, relativo all’adozione delle prescrizioni
imposte con la delibera del Comitato tecnico n.9/2002 di innalzamento degli argini;
- nota n.13099/7101 del 28.3.2002 del presidente BUBBICO, con la quale
chiede al Ministro delle Attività produttive, On. Antonio MARZANO, un celere esame
delle istanze di ammissione a finanziamento presentate al CIPE dal Consorzio Costa
D’Oro del quale faceva parte la Marinagri;
- fax del 12.3.2003 con il quale la Marinagri chiede l’esercizio del potere
sostitutivo al Presidente della Regione Basilicata; sul fax è apposto un post it con la
dicitura “Ing. Vitale – sentire Ferdinando Giordano”
- fax del 28.2.2006 con il quale Giovanni PETRAGLIA dal n.0971669062 invia
al Presidente Enzo Vitale l’autorizzazione paesistica n.2006 D204 del 20.2.2006; sulla
copertina del fax si legge: “Ti invio copia della Determinazione n.2006D204 del 20.02.2006. La
stessa ti verrà notificata dall’Ufficio di Matera nei prossimi giorni. Saluti Giovanni Petraglia”.

Riscontri ulteriori emergono dall’esame della rubrica telefonica.

Dall’esame dei dati rilevati sui PC in uso e sequestrati a PETRAGLIA Giovanni si è avuto
modo di rilevare il possesso di quest’ultimo di numerosi atti riguardanti la MARINAGRI
(delibere, fax e comunicazioni). In particolare, gli stessi erano contenuti in cartelle
denominate “Presidente”, “Filippo” ovvero “BUBBICO”, verosimilmente a significare che
gli stessi atti erano posseduti in ragione dell’interessamento dello stesso BUBBICO alla
MARINAGRI. In particolare, si segnala che il PETRAGLIA presta servizio presso il
Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità, ufficio regionale
prioritrariamente interessato da numerose istanze della MARINAGRI. Altresì si evidenzia
che Direttore Generale dell’ufficio risulta essere Andrea FRESCHI, indicato quale soggetto
vicino a BUBBICO e rilevato quale interessato anche ai finanziamenti pubblici per
l’allevamento del baco da seta della COSEBA e COSEITA (vicende alle quali anche si è
interessato illecitamente il BUBBICO, punto di riferimento centrale all’interno del

367
sodalizio affaristico-politico che gestisce in modo illegale una parte consistente delle
Istituzioni operanti in Basilicata e non solo). Emergevano, quindi, ulteriori interessi del
Sottosegretario di Stato BUBBICO in settori destinatari di sovvenzioni publiche,
attraverso, in particolare, il Consorzio Seta Italia ed il Consorzio Seta Basilicata.
Consorzio Seta Basilicata
Veniva costituito il Consorzio Seta Basilicata, con sede legale in Montescaglioso (MT) in
corso Garibaldi,62; lo stesso BUBBICO risultava essere il rappresentante legale del
Co.Se.Ba. (Consorzio Seta Basilicata) dalla data di costituzione. Dalla visura della Camera
di Commercio Filippo BUBBICO risultava “Presidente Comitato Esecutivo”, fino al
26.10.1995. L’attività esercitata risulta essere: ”promozione, elaborazione ed attuazione
programmi e progetti regionali nel settore della gelsicoltura, della trasformazione, lavorazione e
commercializzazione del baco da seta, della produzione, trasformazione e commercializzazione di
prodotti agricoli”.
L’ultimo bilancio depositato risulta essere quello al 31.12.2000.
Consorzio Seta Italia
Veniva costituito il Consorzio Seta Italia, con sede a Napoli. Il consorzio ha come oggetto
sociale il “coordinamento delle attività delle imprese consorziate, di migliorare la capacità
produttiva e l’efficienza……omissis…….nel settore della gelsicoltura, della
trasformazione, lavorazione e commercializzazione della seta….omissis”.
Dal 21.2.1994 BUBBICO Filippo risultava essere anche il rappresentante legale del
Consorzio Seta Italia. Dalla visura camerale è emerso, altresì, che fino al 22.9.1997, il
BUBBICO risultava essere stato anche presidente del comitato esecutivo.
L’ultimo bilancio depositato risulta quello al 31.12.1995
Le sedi risultavano, a seguito di decreto di perquisizione emesso, inesistenti.

Emergevano, inoltre, numerosi contatti telefonici tra il PETRAGLIA e BUBBICO, nonché


tra il PETRAGLIA e l’ITTICA VALDAGRI (VITALE Vincenzo).

Rilevante all’interno del sodalizio è anche il ruolo di VITA MICHELE, segretario generale
dell’autorità di bacino della Basilicata. Difatti, si rileva quanto segue:
- Nota nr. 115635/8002 del 15 giugno 2005 dell’Autorità di Bacino della Basilicata a firma
dell’ing. Michele Vita recante le delibere dal nr. 10 al 14 datate 13 giugno 2005. In
particolare, con la delibera n.10 del 13.6.2005 veniva nominato l’Ing. VITA Michele quale
segretario Generale dell’AdB da parte del Comitato Istiutuzionale dello stesso Ente,
presieduto dal sodale Vito DE FILIPPO, per la durata di anni due (scadenza giugno 2007).
Allegato alla Delibera vi è lo schema di contratto per l’Ing. VITA, che prevede all’art. 5 la
retribuzione annua pari ad €.139.000,00, da corrispondersi in 13 mensilità di € 10.692,31 ed
una integrazione sino al 20% del trattamento economico di cui sopra in relazione ai
risultati della gestione ed alla realizzazione degli obiettivi fissati dal Comitato Istituzionale
ed annualmente sottoposti a valutazione dello stesso. Inoltre, risultava allegato il
curriculum vitae dell’Ing. VITA, dal quale risulta che lo stesso ricopre il medesimo
incarico dal 26.3.2001;
- Delibera n.5 del 20.1.2006 del Comitato Istituzione dell’ADB Basilicata, contenente
l’allegato modulo sintesi di valutazione, relativo ai risultati conseguiti nell’ anno 2005
dall’ing. VITA (veniva attribuito un punteggio di 476/500);
- Delibera n.13 del 13.6.2005 “studio delle aree di pertinenza fluviale a rischio inondazione
dei fiumi Agri e Cavone affidamento al DIFA – UNIBAS approvazione schema di
convenzione”

368
Dall’esame della documentazione sopra indicata emerge che l’Ing. VITA, Segretario
Generale dell’ADB nei confronti del quale sono state rilevate delle condotte penalmente
rilevanti relativamente alla procedura relativa alla riperimentrazione dell’area della
Marinagri, ricopre la stessa carica dal 26.3.2001; che l’incarico in questione è di natura
fiduciaria e deciso dal Comitato Istituzionale dell’ADB, presieduto dal Presidente della
Regione (nel tempo si sono succeduti BUBBICO e DE FILIPPO); che l’incarico è di durata
determinata e rinnovabile; che la retribuzione per tale incarico risulta essere considerevole
e integrabile a seconda della decisione dello stesso Comitato Istituzione che “valuta”
l’operato del Segretario Generale, potendo così essere incrementata fino al 20%. Si segnala
che il contratto stipulato dall’Ing. VITA a seguito della delibera del 13.6.2005 aveva durata
di due anni e, quindi, con scadenza nel giugno 2007, ovvero a cavallo degli eventi relativi
alla problematica della Marinagri per la quale si sono rilevate le condotte delittuose. Si
ricorda che la tentata riperimetrazione del PAI, nonostante la mancata adeguata
rispondenza delle prescrizioni imposte, avveniva tra giugno e luglio del 2007.

Altro ruolo determinante all’interno del sodalizio è quello di VICECONTE Felice,


dirigente dell settore urbanistica del Comune di Policoro. Si acquisivano, presso il
Comune di Policoro, tutte le autorizzazioni, permessi di costruire e dichiarazioni di Inizio
Lavori rilasciate alla MARINAGRI S.p.a. e sue controllate.
In particolare veniva acquisito:
1. Concessione edilizia n. 154 del 29.8.2002 del Comune di Policoro;
2. Permesso di costruire n. 45 del 26.3.2004 del Comune di Policoro, con accluso successivo
provvedimento di proroga del 23.3.2007;
3. Permesso di costruire n. 46 del 26.3.2004 del Comune di Policoro, con accluso successivo
provvedimento di proroga del 23.3.2007;
4. Permesso di costruire n. 169 del 13.12.2005 del Comune di Policoro;
5. Permesso di costruire n. 4 del 4.1.2006 del Comune di Policoro;
6. Permesso di costruire n. 26 del 9.3.2006 del Comune di Policoro;
7. Permesso di costruire n. 69 del 28.6.2006 del Comune di Policoro;
8. Permesso di costruire n. 73 del 4.7.2006 del Comune di Policoro;
9. Permesso di costruire n. 105 del 21.8.2006 del Comune di Policoro.
10. D.I.A. assunta al numero di protocollo 14492 del Comune di Policoro, in data 31.5.2006;
11. D.I.A. assunta al numero di protocollo 24735 del Comune di Policoro, in data 27.9.2006;
12. D.I.A. assunta al numero di protocollo 1179 del Comune di Policoro, in data 15.1.2007;
13. D.I.A. assunta al numero di protocollo 1519 del Comune di Policoro, in data 18.1.2007;
14. D.I.A. assunta al numero di protocollo 14744 del Comune di Policoro, in data 3.7.2007,
con accluse nota n. 17209 del 2.8.2007 dell’Ufficio Tecnico Comunale, con la quale si
ordina di non eseguire l’opera e successive note integrative della D.I.A. assunte al
numero di protocollo 14991 del Comune di Policoro, in data 5.7.2007 e al numero di
protocollo 17898 del Comune di Policoro, in data 10.8.2007;
15. D.I.A. assunta al numero di protocollo 15922 del Comune di Policoro, in data 16.7.2007,
con accluse nota n. 18201 del 16.8.2007 dell’Ufficio Tecnico Comunale, con la quale si
ordina di non eseguire l’opera e successiva nota integrativa della D.I.A. assunta al
numero di protocollo 23588 del Comune di Policoro, in data 12.10.2007;
16. D.I.A. assunta al numero di protocollo 17897 del Comune di Policoro, in data 10.8.2007,
con accluse nota n. 21789 del 20.9.2007 dell’Ufficio Tecnico Comunale, con la quale si
ordina di non eseguire l’opera e successive note integrative della D.I.A. assunte al
numero di protocollo 23259 del Comune di Policoro, in data 09.10.2007 e al numero di
protocollo 25418 del Comune di Policoro, in data 07.11.2007;

369
17. D.I.A. assunta al numero di protocollo 20280 del Comune di Policoro, in data 7.9.2007,
con accluse note integrative della D.I.A. assunte al numero di protocollo 20966 del
Comune di Policoro, in data 12.9.2007 e al numero di protocollo 23590 del Comune di
Policoro, in data 12.10.2007;
18. D.I.A. assunta al numero di protocollo 20287 del Comune di Policoro, in data 7.9.2007,
con accluse nota n. 23287 del 10.10.2007 dell’Ufficio Tecnico Comunale, con la quale si
ordina di non eseguire l’opera e successiva nota integrativa della D.I.A. assunta al
numero di protocollo 23587 del Comune di Policoro, in data 12.10.2007;
19. D.I.A. assunta al numero di protocollo 21115 del Comune di Policoro, in data 13.9.2007,
con acclusa nota n. 23936 del 17.10.2007 dell’Ufficio Tecnico Comunale, con la quale si
ordina di non eseguire l’opera;
20. D.I.A. assunta al numero di protocollo 26796 del Comune di Policoro, in data 27.11.2007;
21. D.I.A. assunta al numero di protocollo 1665 del Comune di Policoro, in data 23.1.2008;
22. D.I.A. assunta al numero di protocollo 5619 del Comune di Policoro, in data 4.3.2008,
con acclusa nota n. 7589 del 28.03.2008 dell’Ufficio Tecnico Comunale, con la quale si
ordina di non eseguire l’opera;
23. D.I.A. assunta al numero di protocollo 5622 del Comune di Policoro, in data 04.03.2008;
24. D.I.A. assunta al numero di protocollo 5720 del Comune di Policoro, in data 5.3.2008,
con acclusa nota n. 7592 del 28.3.2008 dell’Ufficio Tecnico Comunale, con la quale si
ordina di non eseguire l’opera;
25. D.I.A. assunta al numero di protocollo 7514 del Comune di Policoro, in data 27.3.2008;
26. D.I.A. assunta al numero di protocollo 8455 del Comune di Policoro, in data 9.4.2008.

Evidenziato che tutti i titoli abilitativi, a partire quanto meno dal 28.5.2004, sono illegittimi
in quanto emessi nonostante l’area fosse a grave rischio idrogeologico e, quindi,
inedificabile secondo quanto previsto dal P.A.I. Basilicata, appaiono ilecitI i titoli abilitativi
dal n.4 al n.9 ovvero illecite le condotte di coloro che non hanno rigettato le richieste, per le
quali vige in silenzio assenso, dal n.10 al n.26 ad eslusione di quelle di cui ai nn.19, 22, 24
per le quali risulta presente un provvedimento in senso negativo per motivazioni diverse
da quelle prima indicate.
In particolare:
- Permesso di costruire n. 169 del 13.12.2005 del Comune di Policoro – Ing. Felice
VICECONTE ;
- Permesso di costruire n. 4 del 4.1.2006 del Comune di Policoro – Ing. Felice VICECONTE ;
- Permesso di costruire n. 26 del 9.3.2006 del Comune di Policoro – Ing. Felice VICECONTE
;
- Permesso di costruire n. 69 del 28.6.2006 del Comune di Policoro – Ing. Felice
VICECONTE ;
- Permesso di costruire n. 73 del 4.7.2006 del Comune di Policoro – Ing. Felice VICECONTE
;
- Permesso di costruire n. 105 del 21.8.2006 del Comune di Policoro – Ing. Felice
VICECONTE.

In data 29.1.2008, la Regione Basilicata, con nota n.18712/75AF, trasmetteva copia della
nota n.1656/07 del 24.7.2007, dalla quale emerge la circostanza che il Dirigente del
Dipartimento del Territorio, Politiche della Sostenibilità, Ufficio Urbanistica e Tutela del
Paesaggio – sede di Matera, Arch. Viviana CAPPIELLO, scriveva al Comune di Policoro,
di Scanzano Jonico, al Presidente della Giunta Regionale ed all’Assessore al Dipartimento
Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità, rilevando quanto segue:

370
“…..omissis. Pertanto la prescrizione maggiormente discussa e contestata di asservimento delle aree
intrasformabili a quelle trasformabili deve avere un seguito con una regolamentazione attuativa atta
ad assicurare tale asservimento al fine di attuare le previsioni del P.P.E. licenziato dalla Regione,nel
rispetto dei relativi D.P.G.R. di approvazione:
• D.P.G.R. n. 711/1997;
• D.P.G.R. n. 196/2005.
Ciò implica necessariamente l’individuazione pattizia di condizioni ed obblighi consensualmente
definiti ed approvati dalle due Amministrazioni Comunali e recepito nell’ambito degli atti
convenzionali con i singoli operatori,volti a disciplinare gli interventi dei vari comparti e/o sub-
comparti.
Ma dagli elaborati integrativi non si evincono compiute e congruenti informazioni e prescrizioni
atte a definire la disciplina edilizia delle aree(in particolare la divisione in lotti con l’individuazione
delle componenti superfici fondiarie,l’identificazione delle aree destinate a fini pubblici e soggette a
pubbliche servitù) in applicazione esecutiva di quanto disposto nel D.P.G.R. n. 711/1997 (“è
necessario corredare il Piano,prima della sua attuazione,anche dell’elenco delle proprietà da
espropriare o da vincolare con annesso elaborato grafico,desunto dalle mappe catastali,in cui siano
evidenziate le aree da espropriare o da vincolare”,ovvero:”sarà necessario definire e perimetrare
anche graficamente le urbanizzazioni classificate in norma come “pubbliche”, private ad uso
pubblico “e “private”) e ad assicurare l’effettivo asservimento delle aree intrasformabili, interessate
solo da interventi di riqualificazione ambientale,ovvero da conservare e tutelare in ragione della
spiccata valenza naturalistica delle stesse.
A riguardo si è riscontrata una vaghezza, conseguenza anche della mancanza di una relazione
tecnica illustrativa degli elaborati integrativi, se non addirittura contrasto con le indicazioni
normative di Piano, già approvate con D.P.G.R. n. 711/1997.
Infatti la superficie fondiaria,che dovrebbe essere quella riferita all’area specificatamente attribuita
alle volumetrie edilizie fabbricabili,risulta,per ciascun comparto,in pratica ottenuta con una mera
operazione aritmetica di sottrazione alla superficie territoriale del 30% della stessa(tanto che nella
tabella sinottica riportata sulla Tav. E3 si parla di Superficie fondiaria teorica. Questa
determinazione non trova riscontro né nelle N.T.A.,ove,per ciascun comparto,la sommatoria delle
superfici fondiarie dei relativi sub-comparti,indicati nelle schede normative del Titolo VII,è inferiore
al valore riportato appunto nella Tav. E3,né con l’effettiva situazione progettuale dei luoghi,ove,per
esempio,la superficie occupata dall’acqua nella prevista pianificazione del paesaggio lagunare di
alcuni comparti,viene in parte indicata come urbanizzazione “Q.R” (presumibilmente quota
residua urbanizzazioni) ed in parte come superficie fondiaria in base ad un mero ritaglio grafico
ottenuto dal calcolo teso al raggiungimento della quota del 30% della Superficie territoriale,senza
alcuna effettiva distinzione progettuale che possa giustificare tale connotazione.
Allo stesso modo nel comparto “D” la sommatoria delle superfici fondiarie riportate nelle schede
(pari a circa 85.000 mq),risulta di gran lunga inferiore a quella riportata sulla Tav.E3 (pari a
673.197 m.q.)
Dunque la superficie fondiaria,che determina i diritti edificatori nell’ambito di ciascun
comparto almeno fino alla concorrenza di un volume corrispondente all’indice fondiario
di 1mc/mq,risulta ben superiore a quella che si evince dalle schede normative del P.P.E.
e,almeno in un caso (comparto “C”),risulta ottenuta modificando anche la perimetrazione
del comparto stesso. Infatti il perimetro del comparto “C” risulta spostato più a valle(ciò
che ha comportato la modifica anche del comparto “I”,del quale vengono peraltro indicate
sulla Tav. E2 superfici di comparto non corrispondenti a quelle rilevabili graficamente) al
fine di ampliarne la superficie della quantità in pratica necessaria a raggiungere la max
volumetria realizzabile con l’applicazione dell’indice fondiario di 1mc/mq.

371
Tali modifiche,contenute negli elaboratori integrativi ed approvate(non si sa fino a che
punto consapevolmente) dalle due Amministrazioni Comunali, avrebbero dovuto quanto
meno essere esplicitate in una relazione tecnica di accompagnamento e avrebbero dovuto,
a parere dello stesso scrivente Ufficio, essere oggetto di approvazione anche da parte della
Giunta Regionale,attese le sostanziali innovazioni in esse contenute rispetto allo
strumento licenziato con D.P.G.R. n. 711/1997. Le stesse peraltro,rendono in pratica
irrealizzabile la possibilità di asservimento contemplata dal D.P.G.R. n. 196 del
26/9/2005, in quanto in nessun comparto(qualora si intendesse come effettiva la cosiddetta
Superficie fondiaria teorica di cui alla Tav. E3) si supererebbe l’indice fondiario di
1mc/mq.
Inoltre la Tav. E2(Inquadramento catastale e dati riferiti agli estratti) presenta una tabella con
indicati non meglio precisati parametri,quali:superficie fiscale,superficie catastale totale,quota
pertinenza e valori della superficie totale di ciascun comparto includenti anche aree relative al
fiume,al mare e a canali.
La suddetta documentazione integrativa manca peraltro di un testo di correzione delle N.T.A. che
riporti le prescrizioni contenute nel D.PG.R. n. 711/1997,ivi compresa la seguente:”il comparto E)
interessato,per lo più,da opere di difesa delle rive,da opere infrastrutturali,da verde e riqualificazione
ambientale,fermo restando che l’assetto previsto nel planovolumetrico è prescrittivi e non
indicativo,contribuendo lo stesso in maniera determinante alla costruzione del paesaggio e al fine di
assicurarne la realizzazione,dovrà essere attuato contestualmente e comunque almeno dopo la
realizzazione di due dei comparti A),B),C) e D)”.
Dell’esigenza di tale gradualità,con cui si prevede di sviluppare le opere e gli interventi
nell’attuazione del Piano,conviene peraltro che codeste Amministrazioni Comunali ne tengano
conto nel rilascio dei relativi provvedimenti edilizi.
Vero è che alcune prescrizioni contenute nel D.PG.R. n. 711/1997,come quelle relative all’indice
fondiario,possono sembrare a volte di non agevole interpretazione,ovvero altre,come quella relativa
all’asservimento delle aree intrasformabili,possono risultare di difficile applicazione. Ma la
rilevanza delle questioni innanzi evidenziate,compreso il valore economico e sociale delle opere da
realizzare impone,a parere dello scrivente Ufficio,che,prima del rilascio di latri permessi a
costruire,le Amministrazioni Comunali provvedano a rimuovere gli aspetti dei suddetti elaborati
integrativi che costituiscono oggetto di rilievo e,pertanto,che si individuino,in conformità al
D.P.G.R n. 196/2005,le aree trasformabili e/o in trasformabili(diverse dalle superfici fondiarie
definite nelle schede normative dei vari sub-comparti) da asservire ai fini dell’attribuzione di
proporzionali percentuali di volumetrie di Piano eccedenti l’indice fondiario di 1mc/mq,necessarie a
completare in ciascun comparto e/o sub-comparto le previste volumetrie,assicurando altresì,oltre
che la fruibilità pubblica delle aree per urbanizzazioni,di superficie non inferiori al 30% della
St(superficie territoriale),anche una congruente rappresentazione delle stesse nel disegno di Piano.
Qualora codeste Amministrazioni Comunali intendano,viceversa,confermare e recepire i suddetti
elaborati integrativi,a parziale modifica ed integrazione di quelli precedentemente approvati con
D.PG.R. n. 711/1997,facendo salva la necessaria approvazione regionale,occorre comunque rivedere
il disegno delle aree destinate alle urbanizzazioni garantendo,come evidenziato in una recente
riunione sull’argomento,oltre che la fruibilità pubblica delle stesse aree,di superficie non inferiore al
30% ella St,anche adeguati ed alternativi meccanismi di asservimento che garantiscano la
realizzazione delle opere infrastrutturali e quelle di riqualificazione ambientale anche all’interno
delle areeintrasformabili.
Nell’un caso e nell’altro,gli elaborati vanno comunque integrati con:
• Relazione tecnica illustrativa integrativa atta,tra l’altro,a chiarire gli spetti di definizione ed
attribuzione dei diritti edificatori.

372
• Elaborati catastali riportanti le superfici da vincolare,asservire e/o espropriare.In particolare vanno
redatte planimetrie del P.P.E. disegnate su mappa catastale contenente tra l’altro strade e spazi
riservati alla pubblica viabilità carrabile e pedonale,aree riservate ad impianti pubblici,comprese
alcune aree d’interesse naturalistico da sottoporre a fruizione controllata,aree di
lagunaggio,chiedendone l’uso pubblico o privato,beni demaniali da assoggettare a particolare
servitù;
• Elaborati che identifichino nettamente ed univocamente le superfici fondiarie afferenti alle
volumetrie edilizie dei vari sub-comparti e quelle territoriali a questi esterne,eventualmente da
asservire per volumetrie eccedenti l’indice fondiario di 1mc/mq
• Elaborato di correzione delle N.T.A.
In merito si tenevano presso la Regione Basilicata n.2 riunioni, in data 6.9.2007 e
25.10.2007.

Con riguardo al sodalizio criminoso de quo si riportano anche le dichiarazioni del M.C.
Giuseppe CARLUCCIO, Comandante della Stazione CC di Policoro che si era interessato
delle indagini riguardanti la Marinagri, unitamente al Cap. ZACHEO, quando le stesse
erano istruite presso la Procura della Repubblica di Matera:
“ADR: Sono il M.C. Giuseppe Carluccio, dal Gennaio 2001 sono il comandante della Stazione dei
Carabinieri di Policoro. Nel 2003 e nel 2004 mi sono occupato delle indagini delegate dalla Procura
della Repubblica di Matera e precisamente dalla d.ssa MORELLI. Premetto che l’attività d’indagine
è nata a seguito di dichiarazioni riferite dal sig. ACCETTURA Giuseppe da Policoro, il quale
riferiva circostanze relative ad “agganci” di natura illecita tra VITALE Vincenzo, l’Arch.
TREVISANI dirigente della Regione Basilicata nonché l’Ing. PEPE dell’Agenzia del demanio di
Matera. In particolare, l’ACCETTURA riferiva che per il costruendo villaggio MARINAGRI
sicuramente c’erano state delle attività illecite poste in essere dai due dirigenti pubblici per favorire
il VITALE ed il suo progetto, considerato che in quella zona, esistevano numerosi vincoli di natura
paesistica e trattandosi di un area SIC, nonché insistevano aree di proprietà demaniale. A tal
proposito preciso che fu l’ACCETTURA ad indicarci nella persona del MORELLI, funzionario
dell’Agenzia del demanio di Matera, quale soggetto a conoscenza di tutti i fatti e gli illeciti posti in
essere. Contattai personalmente il MORELLI il quale dava la propria disponibilità nel riferirci tutte
le circostanze relative al progetto MARINAGRI. Nel corso delle varie dichiarazioni lo stesso ci
consegnava alcuni pareri negativi dell’Agenzia del Demanio di Matera in cui si attestava che i
terreni demaniali ubicati nell’area in questione non potevano essere rilasciati in proprietà al
VITALE ovvero alle sue società. A questo punto abbiamo redatto una prima informativa di reato
inoltrandola alla Procura della Repubblica di Matera. Nel frattempo io ed il Ten. PALMIERI ci
siamo recati in più circostanze presso la Procura di Matera per avere un incontro con la d.ssa
MORELLI, che era stata delegata alle indagini, per dare notizie in merito alle attività di polizia
giudiziaria nonché per ottenere un decreto di intercettazioni telefoniche, vista la gravità del reato
contestato. A tale richiesta la d.ssa MORELLI era alquanto scettica in quanto, faceva capire che non
era molto convinta dell’indagine. Più volte abbiamo cercato, con documenti probanti, di far capire la
concretezza dell’indagine e la gravità del reato. Non avendo ottenuto il decreto per le intercettazioni
telefoniche, richiedemmo alla d.ssa MORELLI quantomeno un decreto per l’acquisizione dei
tabulati telefonici in entrata ed in uscita dei telefoni di, se non ricordo male, VITALE Vincenzo e
PEPE Giuseppe. Anche in tale circostanza nulla ci venne concesso, adducendo come motivazione
una palese violazione della privacy. Comunque unitamente al Ten. Palmieri ed al Cap. Zacheo
continuammo la nostra attività di polizia giudiziaria sul territori al fine di ottenere ulteriori
elementi probanti.
ADR: Ricordo, nel corso dello svolgimento dell’attività d’indagine, nonché a seguito degli incontri
avuti con la d.ssa MORELLI presso la Procura di Matera, ovvero nel mese di marzo 2004, il

373
Comando Compagnia mi girava una nota della Procura della Repubblica di Matera con la quale il
Procuratore dott. CHIECO Giuseppe, invitava le forze di polizia giudiziaria a trasmettere all’A.G.
competente tutti gli esposti e le denuncie riguardanti la pubblica amministrazione in genere,
evitando di compiere attività d’indagine d’iniziativa, avvisando, in maniera preventiva, o lo stesso
Procuratore oppure il magistrato di turno. Tanto veniva giustificato al fine di avere un
coordinamento da parte della Procura ed evitare una duplicazione di indagini.
ADR: In merito all’indagine Marinagri ricordo che personalmente ebbi una discussione telefonica
molto animata con la d.ssa MORELLI in quanto la stessa mi comunicava che non aveva intenzione
di emettere alcuno dei provvedimenti richiesti poiché a suo parere non vi erano gli estremi di reato
evidenziati dalla polizia giudiziaria.
ADR: nello stesso periodo mi recai presso la Procura di Matera per consegnare delle informative di
reato all’ufficio ricezione atti. Nel contempo mi recai nell’ufficio della d.ssa MORELLI per
consegnarle una busta dell’allora Tenente Zacheo. All’epoca sconoscevo il contenuto della lettera.
Non ricordo se la busta era sigillata o aperta. Ricordo con certezza che quando la d.ssa MORELLI
lesse il contenuto della nota a firma di ZACHEO sbiancò in viso ed ebbe un atteggiamento alquanto
nervoso, alchè andai via senza chiedere alcunchè.
ADR: Personalmente non sono stato presente ad incontri con il Procuratore Chieco. Personalmente
non ho mai parlato con il procuratore CHIECO di indagini sulla MARINAGRI. Sono a
conoscenza, in quanto riferitomi direttamente dal capitano ZACHEO, che quest’ultimo ha avuto un
incontro con il procuratore CHIECO in merito alla vicenda MARINAGRI ed in tale circostanza
l’ufficiale gli riferì di numerose attività illecite poste in essere presso quel complesso turistico. Tale
incontro scaturiva, sempre a dire del cap. ZACHEO, dal fatto che per tutta l’attività d’indagine
posta in essere e per gli elementi concreti che erano stati, con molta difficoltà, acquisiti, nulla era
stato fatto dalla Procura della Repubblica. A tal proposito, specifico che in occasione dell’incontro
tra ZACHEO e CHIECO quest’ultimo gli esternava la volontà di acquistare un immobile presso la
MARINAGRI, per tale motivo voleva mettere in vendita un immobile, di sua proprietà, ubicato
presso la marina di Sibari e che di lì a breve si sarebbe recato in Policoro per visitare il complesso
turistico. A questo punto l’allora Ten. ZACHEO, gli riferì dell’attività di indagine già in corso sul
complesso turistico MARINAGRI, delle gravi violazioni riscontrate e delle resistenze incontrate
con la d.ssa Morelli per ottenere i provvedimenti richiesti.
ADR: A mio parere, vista l’importanza e la portata dell’attività d’indagine sulla MARINAGRI,
nonché il ruolo ricoperto dai soggetti coinvolti, il Procuratore CHIECO era perfettamente a
conoscenza dell’indagine in questione e dei soggetti in essa coinvolti.
ADR: Preciso che le indagini sulla MARINAGRI sono state seguite per filoni rispettivamente dal
sottoscritto, dal ten. PALMIERI e dall’allora Tenente ZACHEO. In particolare io mi sono occupato
del filone relativo alla proprietà delle aree demaniali. Il Ten. PALMIERI si è dedicato ai reati
ambientali, mentre il Cap. ZACHEO ha seguito tutta la vicenda, essendo il comandante della
Compagnia, nonché approfondiva gli accertamenti relativi alla compagine sociale della
MARINAGRI.
ADR: Mi sembra di ricordare che in occasione di una particolare festività per l’Arma dei
Carabinieri, il Cap. ZACHEO mi riferì di essere stato avvicinato dal procuratore CHIECO il quale
gli sollecitava la chiusura delle indagini relative alla MARINAGRI in quanto dovevano decidere se
archiviare o meno.
ADR: A mio parere l’indagine sulla MARINAGRI non era “particolarmente gradita” alla Procura
della Repubblica di Matera. In particolare ricordo che in una circostanza mi recai presso l’ufficio
della d.ssa MORELLI per discutere su ulteriori elementi investigati emersi durante l’attività
d’indagine. In quella circostanza la d.ssa MORELLI, allorquando apprese il motivo della mia visita,
disse testualmente: ”ma quando la finiamo con questa Marinagri!!!!”.

374
Tale affermazione generò una profonda amarezza e tristezza, in quanto sembrava che noi
Carabinieri eravamo accaniti contro la Marinagri.
ADR: Ricordo che in occasione della perquisizione effettuata presso gli uffici della MARINAGRI,
mentre eravamo intenti da poco nell’esecuzione dell’atto, si presentò presso gli stessi il Col.
GENTILI, all’epoca ancora in servizio, il quale dopo aver salutato il VITALE Vincenzo in modo
caloroso ovvero con scambio di abbracci, chiamava il tenente ZACHEO presente ed insieme a lui si
recavano fuori. Prima di uscire fuori il Col. GENTILI indirizzò uno sguardo di disprezzo ai militari
operanti.
ADR: Durante le operazioni di perquisizione e prima dell’arrivo del GENTILI, il VITALE aveva
una conversazione telefonica adducendo, al suo interlocutore, la circostanza che c’erano i
Carabinieri che stavano effettuando una perquisizione. Preciso che in quel momento c’era già
l’avvocato LABRIOLA che assisteva alle operazioni in questione.
ADR: Mi è stato riferito direttamente da alcuni colleghi che in passato la MARINAGRI è stata
frequentata dalla d.ssa GENOVESE, da suo marito CANNIZZARO Michele, dal Procuratore
Galante, Dal Gen. Di Napoli e da altre persone della politica delle quali sconosco i nomi. Preciso che
queste circostanze mi sono state riferite da alcuni colleghi e si riferiscono agli anni che vanno dal
1993, data del mio arrivo a Policoro fino alla fine degli anni ‘90.
ADR: Non ho altro da aggiungere e rimango a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.”

Comunicava ancora il CARLUCCIO:


“Per doverosa notizia, si comunica che questo comando Arma, nel corso di attività info-
investigativa,è venuta a conoscenza che nella 2.a decade del mese di giugno 2008, l’incarico di
Dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Policoro sarà affidato nuovamente
all’Ing.VICECONTE Felice. Caso alquanto particolare è che l’ing VICECONTE Felice unitamente
all’attuale Sindaco del Comune di Policoro, LOPATRIELLO Nicolino, è indagato nel procedimento
penale nr.3750/2003 R.G. Mod.21, pendente presso codesta Autorità Giudiziaria.
Non per ultimo, in occasione delle indagini effettuate da questo comando Arma nell’anno 2003,
circa la realizzazione abusiva di una discoteca denominata”PECAN JAZZ”, da cui né è scaturito il
procedimento penale 2234/05 mod.21, a carico di VICECONTE Felice + 2,con relativa emissione di
decreto di sequestro preventivo d’urgenza nr.2234/2005 R.G. Mod. 21/C e ordinanza di convalida
del decreto di sequestro nr.738/06 R.G. GIP,si è appreso che il comune di Polcoro si sia costituito
parte civile nei confronti degli indagati tra cui l’Ing. VICECONTE Felice.
Tale situazione comporterebbe,a parere di questo ufficio,una eventuale incompatibilità
nell’espletamento del servizio “De Quo” da parte del dirigente sopra menzionato,anche in
considerazione del fatto che il medesimo Ente Amministrativo risulta essersi costituito parte civile
nei confronti degli indagati per le violazioni di Legge di cui al procedimento penale sopra meglio
specificato.
Ulteriore situazione degna di massima attenzione,riguarda la convocazione del Consiglio
Comunale,in seduta straordinaria,indetto per il giorno 13.05.2008,presso la sala consiliare del
comune di Plicoro,circa lo stato di crisi che si è determinato con il blocco del cantiere
Marinagri,nella cui nota si legge esplicitamente “ANCHE IN ACCOGLIMENTO DELLE
SPINTE CHE DA PIU’ PARTI PERVENGONO”.

Quanto emerge dalla relazione del M.C. Carluccio Giuseppe consolida il vincolo
associativo tra il LOPATRIELLO ed il VICECONTE

Si riportano, altresì, le dichiarazioni del Sostituto Procuratore della Repubblica dr.ssa


MORELLI con riferimento al ruolo illecito assunto nella vicenda dal dr. CHIECO:

375
“….Omissis. P.M. dott. DE MAGISTRIS – <<L’indagato dichiara che non intende avvalersi
della facoltà di non rispondere>>. Le indagini di cui al procedimento penale numero 121/03
Procura della Repubblica di Matera, inerenti la cosiddetta società …inc… la vicenda cosiddetta
MARINAGRI, da chi sono state condotte sin dall’inizio come pubblico ministero?
Dott.ssa Paola MORELLI – Da me.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Sempre da lei, dall’inizio alla fine?
Dott.ssa Paola MORELLI – Sempre da me, dall’inizio alla fine.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Era coassegnato a qualcuno questo procedimento o solo a lei?
Dott.ssa Paola MORELLI – No, no, assolutamente, era - come avevo già detto - prima era del
collega Raffaele MIELE, io ho ereditato tutto il suo ruolo e tra quei fascicoli anche questo. Ecco, in
questo senso era…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Il Procuratore della Repubblica, dottor CHIECO, si è mai
interessato formalmente o sostanzialmente di questo procedimento?
Dott.ssa Paola MORELLI – Né formalmente e né sostanzialmente, nel senso che… va bene, voi
sapete perché, io ho già reso dichiarazioni…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Lei penso che conferma… torniamo alla precedente domanda: lei
innanzitutto conferma le dichiarazioni rese a questo ufficio in qualità di persona informata sui fatti?
Dott.ssa Paola MORELLI – Sì, in toto.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quelle le conferma. Quindi rispetto a quelle…
Dott.ssa Paola MORELLI – Quelle del 10 marzo, no?
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quelle del 10 marzo.
Rispetto a quelle, dove già c’era questa domanda sul rapporto che lei ha avuto con il dottor
CHIECO, su questa vicenda vuole aggiungere qualcosa o si riporta integralmente a quelle?
Dott.ssa Paola MORELLI – Mi riporto integralmente a quelle e poi risponderò a tutte le
domande che lei ritiene.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Le risulta che il dottor CHIECO avesse nella sua disponibilità
informatica gli atti del procedimento MARINAGRI?
Dott.ssa Paola MORELLI – No…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – O che avesse redatto lui degli atti o che lei abbia consegnato degli
atti su supporto informatico al dottor CHIECO?
Dott.ssa Paola MORELLI – No, assolutamente. Io come ho detto, e torno a ripetere, non ho dato
copie informatiche, non ho dato copie formali, ho sempre redatto io gli atti, dottore…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quindi esclude che il dottor CHIECO possa avere nella sua
disponibilità materiale informatico?
Dott.ssa Paola MORELLI – No, non lo escludo perché l’ho appreso dopo. Io, leggendo il decreto
ultimo di sequestro, ho appreso che avete trovato un file, è stato rinvenuto un file nel PC personale
del dottor CHIECO e altre cose. Io…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Come se la spiega questa cosa?
Dott.ssa Paola MORELLI – Eh, allora, io mi vedo contestato il fatto che non abbia redatto gli atti
perché avete trovato il file che, chiedo a voi che data ha questo file, se me lo potete dire, perché io
sono andata e fortunatamente a distanza anche di quattro anni l’ho trovato nel mio computer. Io,
quel decreto di perquisizione, dottore, l’ho redatto io…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Io questo vorrei sapere: chi l’ha redatto quel decreto di
perquisizione?
Dott.ssa Paola MORELLI – Io. Ma le pare che io…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma l’ha consegnato quindi dopo al dottor CHIECO?
Dott.ssa Paola MORELLI – Aspetti, io l’ho redatto… ora, voi avete gli atti, li avete sequestrati,
io non ho più gli atti, ho potuto solo tirare dal computer il mio decreto di perquisizione che reca la

376
data del 12 febbraio, non so, credo che le perquisizioni… l’esecuzione delle perquisizioni sia del 13 o
del 14, voi lo potete sapere meglio di me, perché io non avendo più l’atto in originale…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Questo poi è un problema nostro…
Dott.ssa Paola MORELLI – Eh, è un problema vostro. Io sono andata a… io l’ho redatto il
giorno prima. Sono andata a prendere il file che ho trovato sul computer…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma (incomprensibile)… oppure potrebbe anche dire: “Non
ricordo”, nel senso lei ricorda…
Dott.ssa Paola MORELLI – No…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Lei ha detto all’inizio: “Ho fatto tutti gli atti io…” Però ha preso
atto che glieli avevamo trovati al dottor CHIECO.
Dott.ssa Paola MORELLI – Sì, sì…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Sa dare una spiegazione?
Dott.ssa Paola MORELLI – No, no, io ho saputo, non mi sono data una spiegazione, perché per
la verità non me l’ero data. Io vorrei consegnare questo, è il file delle proprietà, l’ho portato anche su
penna se vi interessa, è la stampa delle proprietà. Vedete, io l’ho fatto l’11, il primo pomeriggio…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Vediamo lei che consegna…
Dott.ssa Paola MORELLI – Sì…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – …e ne diamo atto a verbale. Sì dà atto che la dottoressa MORELLI,
consegna…
Dott.ssa Paola MORELLI – Ho portato anche la penna con il file, se vi interessa.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Allora : <<Diamo atto – se ho capito bene (no, la penna non ci
interessa) – che la dottoressa MORELLI, consegna copia estratta dal file informatico del suo ufficio
del decreto di perquisizione del… nonché la maschera attinente la proprietà della data di creazione
del file>>.
Dott.ssa Paola MORELLI – Sì. Quanto al presente file del dottor CHIECO, io adesso non
ricordo esattamente quando, dopo che voi faceste la perquisizione a lui, io mi trovavo nella stanza
della dottoressa DE FRAIA, della collega che è con me Sostituto, non vi nascondo si parlava dottore
ovviamente dell’effetto mediatico, si commentava. Tanto è vero che io stessa dicevo: “Ma,
perquisiscono, prendono il computer a distanza di tanto tempo…” C’era il Procuratore CHIECO
che disse… disse tranquillamente - c’era anche la dottoressa DE FRAIA - dice: “Io ho scannerizzato
il capo di imputazione”
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Scannerizzato?
Dott.ssa Paola MORELLI – Scannerizzato il capo di imputazione. Questo poi l’ho ricollegato
quando… scannerizzare probabilmente e ma può averlo trasformato in file Word…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quando si scannerizzato diciamo non dovrebbe...
Dott.ssa Paola MORELLI – Così mi ha detto, questa non è una mia idea, così ha detto…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Il dottor CHIECO ci riferì, subito dopo la perquisizione disposta
dalla Procura della Repubblica di Catanzaro… [voci sovrapposte]
Dott.ssa Paola MORELLI – Certamente dopo… certamente dopo…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Inseriva il file dopo?
Maresciallo MUSARDO – Chiedo scusa, l’avrà scannerizzato prima però...
Dott.ssa MORELLI – Eh non…
Maresciallo MUSARDO – …per forza…
Dott.ssa Paola MORELLI – …voi sapete… Perché lui ha detto: “Io ho scannerizzato…”
Maresciallo MUSARDO – Stava nel computer quando abbiamo fatto la perquisizione, di
conseguenza l’avrà fatto prima della perquisizione.
Dott.ssa Paola MORELLI – Eh sì, bhe, poi del resto non avete la data…? Infatti lui certo… certo
è questo…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma lui veniva spesso al suo computer?

377
Dott.ssa Paola MORELLI – No.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Poteva accedere al suo computer senza il suo consenso, volendo?
Dott.ssa MORELLI – Io c’ho la password…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – E il dottor CHIECO ha la sua password?
Dott.ssa Paola MORELLI – La mia no, io non gliel’ho data.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Lei non è che precedentemente… lei ha informato il dottor
CHIECO della perquisizione?
Dott.ssa Paola MORELLI – Io credo di averlo informato…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Non è che ha fatto vedere, ha detto: “Guarda, vado a fare questa
attività, Procuratore guardi, le faccio vedere…” , e gli ha consegnato il file informatico?
Dott.ssa Paola MORELLI – No, no, assolutamente, è una cosa che mi sarei ricordata,
assolutamente no. Ve lo direi se…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Un Sostituto che fa vedere al Procuratore...
Dott.ssa Paola MORELLI – Dottore non è per questo, io…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – ...di per se non sarebbe un reato, ovviamente...
Dott.ssa Paola MORELLI – Certo, ma dottore…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Se ha consegnato al Procuratore il file informatico...
Dott.ssa Paola MORELLI – Voi mi potete anche, tra virgolette… dunque io l’ho informato ogni
giorno…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Noi dobbiamo capire perché… siccome lei stessa dice: “Io non lo so
perché ce l’ha…” Un Procuratore che scannerizza…
[voci sovrapposte]
Dott.ssa Paola MORELLI – Ma allora, io non gliel’ho dato, se gliel’avessi dato, dottore, non
avrei avuto problemi a dirvelo…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Certo…
Dott.ssa Paola MORELLI – …perché come vi ho detto che passo passo mi seguiva, lo informavo,
cercavo il suo avallo, anche perché – come vi ho detto, adesso questo non ricordo se prima – io ho
avuto uno scontro col Capitano ZACHEO, è inutile… uno scontro di idee, quindi io ad un certo
punto – vi devo dire proprio la verità, sinceramente – io non solo riferivo al Procuratore…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Le chiedo scusa, quando il dottore CHIECO le ha riferito di quella
circostanza, unitamente alla dottoressa DE FRAIA, lei che reazione ha avuto?
Dott.ssa Paola MORELLI – Io guardavo la dottoressa DE FRAIA però il momento era delicato,
io non ho chiesto spiegazioni al Procuratore, vi devo proprio essere… né prima e né dopo. So che lui
è andato a dirlo…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Il dottor CHIECO si è mai informato – mi pare che lei comunque
ha già risposto – dell’andamento delle indagini MARINAGRI? Le chiedeva: “Come sta andando
l’indagine, come va?”
Dott.ssa Paola MORELLI – Io lo informavo, non faceva a tempo a chiedermelo perché glielo
dicevo io. Nel senso che ero io che andavo, certo non in ogni momento. Per esempio la richiesta di
archiviazione l’ha saputa, gliel’ho detto che mi stavo determinando per la richiesta di archiviazione,
gliel’ho detto…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quindi era lei che lo informava abbastanza costantemente?
Dott.ssa Paola MORELLI – Abbastanza costantemente. Io non ricordo esattamente…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – I passaggi più importanti delle indagini lui li sapeva.
Dott.ssa Paola MORELLI – Io ricordo che gli ho parlato del sequestro che non…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Della perquisizione…
Dott.ssa Paola MORELLI – …della perquisizione anche, più del sequestro. Io della perquisizione
credo di avergliene parlato, non metterei la mano sul fuoco su questo, devo dire. Nel complesso, per
esempio ricordo che il sequestro…

378
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Guardate, lei dice: “Io addirittura anticipavo le sue richieste
informandolo costantemente…”, mi fa strano che non l’abbia informato proprio della
perquisizione…
Dott.ssa Paola MORELLI – No, difatti io l’avrei informato…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Perché mi pare l’atto forse più rilevante che ha fatto…
Dott.ssa Paola MORELLI – Io ricordo molto… io di questa indagine, devo essere sincera, ricordo
molto questa richiesta dei carabinieri di fare il sequestro. Io non ritenevo che ancora ci fossero
sufficienti elementi per farlo. Poi ricordo, per esempio, di averlo informato sulla richiesta di
intercettazione telefonica. Lì mi si avanzava un’ipotesi di corruzione sulla base di circostanze di
fatto che non mi sembravano tali, neppure da poter fare l’iscrizione, quindi poter chiedere le
intercettazioni. La perquisizione, credo di averglielo detto anche quello…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Va bene, andiamo avanti.
Dott.ssa Paola MORELLI – …cioè, glielo dicevo spesso.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Senta, lei sapeva che il dottor CHIECO aveva acquistato o stava
acquistando un’abitazione nel villaggio MARINAGRI?
Dott.ssa Paola MORELLI – All’inizio?
P.M. dott. DE MAGISTRIS – No dico, lo sapeva? Lo sa? Quando l’ha saputo?
Dott.ssa Paola MORELLI – Allora, perché io ci sono cose che ho saputo dopo e altre cose…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quando l’ha saputo, se l’ha saputo?
Dott.ssa Paola MORELLI – Sì, allora, io sapevo (e ve l’ho detto anche quando mi avete sentito
l’anno scorso) sapevo che lui era interessato, per avermelo detto lui o la moglie non mi ricordo più,
una volta eravamo a cena e dice: “Sai c’è quel villaggio…” Dissi: “Pino, aspetta un attimo, che
MARINAGRI…” Io ero appena… più o meno appena arrivata, avevo un ruolo abbastanza anche
pesante, dissi: “Aspetta, fammi vedere…”, e tirai fuori, “…perché mi sembra che io ho
un’indagine…” tirai fuori questo fascicolo, che all’epoca era il cosiddetto fascicolo magro, cioè
ancora non avevo avuto le informative, era ancora di MIELE, c’era ancora il 171 sexies, insomma la
legge …inc… come unica iscrizione, io poi iscrissi il 490 e il 323, quando vidi dissi: “Pino, vedi che
ci abbiamo un’indagine…” “Ah, va bene…” Dopodiché io non ho sentito più parlare lui né di
intenti d’acquisto… Ora, voi mi ponete… ho letto, perché non ho potuto non leggere, anche atti che
riguardano lui perché quel sequestro… io, dottore, lei poi se vuole mi può credere, non ho mai, dico
mai, saputo di altro, glielo…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Dico, della volontà di acquistare un immobile, solo in
quell’occasione l’ha saputo?
Dott.ssa Paola MORELLI – Sì, solo in quell’occasione, per avermela detto lui. E poi lui mi ha
detto: “Ah, vabbè, mannaggia (incomprensibile)… su questo fatto… a vabbè allora mia moglie che
aveva paura delle meduse, là c’era il laghetto che era progettato…” Dopodiché è passato oltre un
anno d’indagine abbiamo fatto…
Maresciallo MUSARDO – Quindi il …inc… qual’era quando gliel’ha detto?
Dott.ssa Paola MORELLI – Io ricordo perfettamente che ancora non avevo fatto, non avevo fatto
l’iscrizioni per 323 e 490 e avevo ancora il fascicolo – lo ricordo anche dal punto di vista cromatico –
avevo ancora il fascicoletto verde delle contravvenzioni, sa quelle…
Maresciallo MUSARDO – Sì…
Dott.ssa Paola MORELLI – Eh… rispetto a quello bianco dei reati contro la P.A. Lo andai a
prendere e dissi: “Pino, vedi che c’è un articolo…”
Maresciallo MUSARDO – Quindi precedente-mente all’11 febbraio 2004 gliene parlò
praticamente?
Dott.ssa Paola MORELLI – Sì…
Maresciallo MUSARDO – Ma molto prima?
Dott.ssa Paola MORELLI – Qualche mese prima senz’altro.

379
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Senta, come forze di polizia giudiziaria chi ha lavorato a
quest’indagine?
Dott.ssa Paola MORELLI – Allora, inizialmente… dunque inizialmente c’era un’informativa
del …inc.. credo, proprio inizio inizio c’era un esposto di CITTADINI, poi aveva operato il …inc…
credo che ad un certo punto aveva detto: “Ci vuole un consulente…”, poi credo che la delega l’abbia
fatta MIELE, il dottor MIELE ai carabinieri di Policoro, dopo sempre con loro ho lavorato.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Chi è stato l’ufficiale di polizia giudiziaria come riferimento?
Dott.ssa Paola MORELLI – Allora, fino ad un certo punto il capitano ZACHEO, poi lui mise…
mandò quella lettera anonima e io mi arrabbiai per quella lettera anonima, io forse gliel’ho già
detto…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Sì, la vicenda mi pare l’abbiamo già verbalizzata…
Dott.ssa Paola MORELLI – Mi sembrò offensiva trasmetterla senza avvertire, insomma,
avemmo un contrasto diretto, tra l’altro rientrato, perché io ebbi di nuovo un colloquio con lui. Io ho
sempre cercato la polizia giudiziaria, io non mi sono mai arroccata dietro i mie “no”, anche i miei
“no” sono stati spiegati perché ho rispetto per chi lavora con me.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Dopo ZACHEO?
Dott.ssa Paola MORELLI – Dopo ZACHEO io… dunque, il maresciallo CARLUCCIO, con lui,
lui che veniva e credo un altro maresciallo con lui, però il maresciallo CARLUCCIO.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Avete mai fatto un investigative con appartenenti alla compagnia
di Policoro unitamente al dottore CHIECO sulla vicenda MARINAGRI?
Dott.ssa Paola MORELLI – Mai, lui, mai…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Non ci sono stati mai incontri tra lei, il dottore CHIECO e il
capitano ZACHEO?
Dott.ssa Paola MORELLI – Ah, ho letto questo… io non… io non ricordo. Guardi, sicuramente
a proposito… questo per le dichiarazioni di ZACHEO. Io ci tengo a dire che io non ho mai fatto
resistenza per i decreti di perquisizione, ma è pazzesco per me una parte di questo genere. Tra
l’altro, dottore, io procedevo per il 490 (soppressione di atti), perché in un primo momento, salvo poi
una lettura delle carte migliore che mi ha fatto convincere… quello che voi conoscete e sapete, io
andavo cercando questi benedetti due pareri in originale… il primo parere negativo. Procedevo per
490 di quel capo di imputazione contenuto nella perquisizione parla di questo. A dirla tutta il
decreto di perquisizione, ritenevo che fosse l’atto più importante e più utile investigativamente,
perché pensavo di trovarglielo a casa, visto che non l’avevo trovato in ufficio, ecc. Quindi alcuna
resistenza io ho potuto fare, io mentre questo incontro… Ah, poi un’altra cosa, i consulenti, io avrei
promesso due mesi? Un incarico per novanta giorni, a parte quelli mi hanno chiesto mille proroghe
di… come potevo dire in due mesi che sapevo che c’era un maremagnum di carte.
Dott.ssa Paola MORELLI – Ha mai riferito a ZACHEO e a CARLUCCIO che le indagini su
MARINAGRI erano seguite anche direttamente dal Procuratore della Repubblica dottor CHIECO?
Dott.ssa Paola MORELLI – Io ho riferito… io riferii… dicevo… credo di averlo detto proprio al
capitano questo, che riferivo al Procuratore sì - o a ZACHEO o a CARLUCCIO non vi saprei dire -
però lo sapevano perché io l’ho detto… l’ho detto, lo dicevo… lo dicevo e soprattutto ho detto questo
a proposito di quella benedetta lettera anonima che io, a torto o a ragione - quello potete giudicare -
io ho trovato estremamente scorretta, scorretta, surrettiziamente infilata nel procedimento. Allora io
dissi al capitano, tra l’altro ne ho parlato col Procuratore, mi ricordo che pure c’era… con il
maresciallo CARLUCCIO io sono sempre andata d’accordo, benché poi io avessi avuto questo
disguido, questo contrasto con il suo capitano, e dissi: “Guarda, vedete, avete infilato una lettera,
avete fatto vostre voci, ma lo sapete che l’anonimo va nel fascicolo anonimi e poi eventualmente si
fanno anche delle indagini non invasive, insomma, sappiamo tutti?” E lui ha detto: “Perché è
così… un altro po’ mi devo astenere in questo caso…” insomma, l’ho dovuto dire al Procuratore,
insomma…

380
P.M. dott. DE MAGISTRIS – La nomina dei consulenti scelti da lei…
Dott.ssa Paola MORELLI – Sì…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – …c’è stato un colloquio con la polizia giudiziaria, nel senso lei ha
comunicato prima che li nominasse, li ha informati dopo, li ha coinvolti, ha chiesto il contatto per
lavorare insieme?
Dott.ssa Paola MORELLI – Credo di sì, io con la polizia giudiziaria gli ho detto tutto quello
che… tra l’altro se io avessi… vabbè, ma questo è un altro discorso risaputo, che il capitano
ZACHEO mentre parlava con me dell’indagine andava a dire che non era gradito, faceva
dichiarazioni qui, probabilmente forse avrei ritenuto corretto che lui si astenesse dalle indagini, ma
soltanto per un fatto di opportunità come quella stessa (incomprensibile)… perché io con lui
sinceramente, sì, ho detto che volevo nominare dei consulenti, ho detto che li volevo prendere di
fuori…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Era presente pure CHIECO a quest’incontro con i carabinieri?
Dott.ssa Paola MORELLI – Questo lo dice il capitano ZACHEO, non posso neanche… forse…
però io… io questa cosa però non la ricordo assolutamente. Però se l’ha detto, cioè… che il
Procuratore sapesse che io volevo nominare due consulenti, questo sì…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Senta, c’è stato - oltre agli atti formali che conosciamo - c’è stata
una particolare insistenza della polizia giudiziaria per l’emissione di provvedimenti di sequestro del
villaggio? Quelle delle intercettazioni lei l’ha già riferito…
Dott.ssa Paola MORELLI – Sì, era tutto… è tutto scritto nelle informative quello che loro…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Per il sequestro, anche verbalmente loro erano… prospettavano più
volte l’esigenza di sequestrare?
Dott.ssa MORELLI Paola – Sì, sì.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – E lei che ne pensava?
Dott.ssa MORELLI Paola – Io volevo andarci cauta, volevo andarci cauta, c’era la consulenza
dell’ingegnere FARI’, più volte abbiamo parlato, loro lo hanno scritto nelle informative, ma ne
parlavamo anche oralmente, ho detto: “Fatemi fare la consulenza con due di fuori completa...”,
perché quella era…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – E che necessità aveva di fare questa di fare questa consulenza, quale
erano gli aspetti che non aveva compreso?
Dott.ssa MORELLI Paola – Dopo che mi hanno depositato la consulenza?
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Sì.
Dott.ssa Paola MORELLI – L’ho scritto nella richiesta di archiviazione, è tutto lì. La mia non
condivisione era nella parte in cui ritenevano che quelle particelle fossero di proprietà senza
conoscere tutta la procedura dell’acquisto originario, cioè ritenevo che loro… voi lo sapete quello che
ritenevo.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Questa azione in qualche modo congiunta, nel senso proveniente
da fonti diverse ma parallele e convergenti verso il risultato non l’aveva convinta?
Dott.ssa MORELLI Paola – No, perché il consulente…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Cioè consulenti e polizia giudiziaria.
MORELLI Paola – Sì, ma consulenti... c’era la polizia giudiziaria attenzione sul fatto… ma non
mi convinceva, dottore non mi convinceva. L’ho scritto nella richiesta di archiviazione che non mi
convinceva.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Lei conosce, come nome penso che la conosce, ma intendo conoscere
nel senso aveva dei rapporti con la dottoressa GENOVESE?
Dott.ssa MORELLI Paola – Ma assolutamente, io la dottoressa GENOVESE l’ho incontrata nei
corridoi perché era il sostituto applicato della DDA e veniva a fare i processi a Matera, l’avrò vista
due volte.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Non avete discusso con lei del processo “Marinagri”?

381
Dott.ssa MORELLI Paola – No, assolutamente, ma io non sapevo neanche dottore, l’ho saputo
dopo, che aveva il marito acquistato delle quote.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – L’ha saputo dopo questo?
Dott.ssa MORELLI Paola – Sì, l’ho saputo dopo.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Il colonnello Pietro GENTILI, ex responsabile della sezione polizia
giudiziaria dei carabinieri di Potenza, lei lo conosce?
Dott.ssa MORELLI Paola – Io l’ho conosciuto perché è venuto a Matera.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – In che senso è venuto a Matera?
Dott.ssa MORELLI Paola – E’ venuto a Matera una volta.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma per ragioni di indagini?
Dott.ssa MORELLI Paola – No, è venuto a Matera con il signor VITALI.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quando questo? VITALE?
Dott.ssa MORELLI Paola – VITALE.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – VITALE Vincenzo?
Dott.ssa MORELLI Paola – VITALE Vincenzo, è venuto dopo…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – A Matera dove, in Procura?
Dott.ssa MORELLI Paola – In Procura, sì.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Dopo?
Dott.ssa MORELLI Paola – Dopo che il procedimento era stato archiviato…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ricorda quindi l’anno?
Dott.ssa MORELLI Paola – Io vi posso dire solo quello che mi ha detto.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – No, il periodo. Dopo la richiesta o del decreto?
Dott.ssa MORELLI Paola – Dopo il decreto.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Di archiviazione.
Dott.ssa MORELLI Paola – Dopo il decreto di archiviazione.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Che ha firmato il GIP…?
Dott.ssa MORELLI Paola – ONORATI.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quindi dopo il decreto di archiviazione sono venuti VITALE e
GENTILI.
Dott.ssa MORELLI Paola – Entrarono nella mia stanza…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma GENTILI come si presentò? Solo…?
Dott.ssa MORELLI Paola – Entrò con il maresciallo MACRI.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – E VITALE lei lo conosceva?
Dott.ssa MORELLI Paola – Sì, ma io se non sbaglio quello era… fisicamente ora… la prima
volta che lo vedevo, perché io non ho fatto interrogatori con lui, solo l’avvocato una volta venne,
l’avvocato LABRIOLA.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quindi VITALE si presentò, bussò alla porta, disse: “Dottoressa
sono VITALE Vincenzo”.
Dott.ssa MORELLI Paola – Sì, sì: “Sono VITALE…” C’era in ufficio il mio assistente, stavamo
lavorando, era di mattina e mi pare che bussò alla porta proprio il maresciallo MACRI che presentò
il colonnello e VITALE e il…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Il colonnello GENTILI…
Dott.ssa MORELLI Paola – Il colonnello GENTILI con VITALE, disse: “Dottoressa… – io
neanche lo sapevo – …siccome la vicenda è chiusa io…”, aveva dei depliant in mano, delle cose. Io
dissi proprio, chiedetelo pure a lui, dissi: “Guardi signor VITALE, io posso essere tutto al più
contenta per lei, ma io…”
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Aveva dei depliant?
Dott.ssa MORELLI Paola – E disse: “Posso darle dei depliant?”
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Del villaggio?

382
Dott.ssa MORELLI Paola – Del villaggio. Dissi: “No, signor VITALE, la ringrazio, non si
offenda, ma io non posso accettare”.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – I depliant?
Dott.ssa MORELLI Paola – Sì.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quindi si fermò al depliant insomma?
Dott.ssa MORELLI Paola – Sì, mi voleva dare… dissi: “No, non lo trovo opportuno, non si
offenda, non se la prenda…”
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma per caso qualcuno li ha accompagnati dal dottore CHIECO
quel giorno?
Dott.ssa MORELLI Paola – No, dalla mia stanza… la stanza mia era chiusa.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma sa se sono andati a colloquio dal dottor CHIECO?
Dott.ssa MORELLI Paola – Non lo so se andavano dal dottor CHIECO, io so solo che non presi
nulla, tanto è vero che…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma le risulta che questi depliant erano nella disponibilità del
dottore CHIECO?
Dott.ssa MORELLI Paola – No, questo non mi risulta. Come non mi risultano una serie di cose,
non mi risulta che la moglie del dottor CHIECO ha, da come ho letto, fatto il contatto via internet.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Queste sono cose nostre. Ma il colonnello GENTILI…
Dott.ssa MORELLI Paola – Purtroppo sono diventate pure le mie dottore, quindi non sono solo
vostre.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Nell’ambito di questo incontro il colonnello GENTILI che figura
aveva? Cioè come si presentò?
Dott.ssa MORELLI Paola – Entrò il maresciallo MACRI, mi ricordo che entrò e io commentai
con il mio assistente dissi: “Mah…”, entrò: “Sono…inc…”
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quindi: “Sono il colonnello GENTILI”, lui si presentò come
colonnello GENTILI?
Dott.ssa MORELLI Paola – Credo di sì.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Non sa che funzione aveva là in quel momento?
Dott.ssa MORELLI Paola – In quel momento no, quando lui si è presentato in questo modo io lo
sapevo perché il capitano ZACHEO, quando ci furono le perquisizioni, si era lamentato che c’era
GENTILI… si fece trovare GENTILI che era il responsabile e gli dissi: “Capitano che possiamo
fare?”
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Il responsabile del villaggio?
Dott.ssa MORELLI Paola – Sì. Gli dissi: “Capitano che possiamo fare?”
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Già all’epoca?
Dott.ssa MORELLI Paola – Il capitano ZACHEO quando ci fu la perquisizione disse:
“Dottoressa io non so…”, mi raccontarono com’era andata l’esecuzione delle perquisizioni, mi
dissero: “Si è presentato GENTILI, mi ha chiesto delle cose…”, io dissi: “Capitano che cosa… se
quello….inc…che cosa ci posso fare io?”. Questo è.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ed è l’unica occasione che ha incontrato il colonnello GENTILI?
Dott.ssa MORELLI Paola – Sì, sì, credo proprio di sì, era con VITALE.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Sa se il dottor CHIECO ha avuto degli incontri con appunto il
VITALE Vincenzo o con il suo avvocato, l’avvocato LABRIOLA, sulla vicenda di “Marinagri”
presso la Procura di Matera? Sa se ci sono stati degli incontri, se è andato a parlare con lui, magari
a qualche incontro era presente anche lei?
Dott.ssa MORELLI Paola – No, io non sono mai stata presente. Ricordo che una volta mi pare
che il procuratore mi disse che loro… ecco sì… che loro… mi disse che loro… che l’indagato si
voleva presentare… che VITALE si voleva presentare a rendere dichiarazioni dopo le perquisizioni,
perché lui aveva detto che io ero disponibile. Dissi: “Vabbè, se vogliono venire da me…”, e portò

383
l’avvocato LABRIOLA. Io dissi: “Avvocato ovviamente avete diritto di venire a rendere
dichiarazioni spontanee, per me non è maturo il tempo dell’interrogatorio”. Perché tra l’altro
dottore, ancora dovevo prendere tutte le carte e studiarle e non mi andava che mi impapocchiassero
– tra virgolette – senza essere preparata.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quindi questa disponibilità è stata la valutazione diciamo
preventiva del procuratore che non aveva parlato con lei se ho capito bene?
Dott.ssa MORELLI Paola – No, non aveva parlato con me, sa che io insomma... che volevano
chiedere… volevano rendere dichiarazioni spontanee e voi sapete che è un diritto, soltanto che
quando passò l’avvocato dissi: “Se volete venire venite, però avvocato sappiate che io devo…”
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Come mai andò prima dal procuratore?
Dott.ssa MORELLI Paola – Ah, non lo so.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma è una prassi che avviene anche in altri casi che si passa prima
dal procuratore chi vuole rendere spontanee dichiarazioni o no?
Dott.ssa MORELLI Paola – Ma a volte sa, il procuratore… si va dal procuratore prima che dal
sostituto, forse perché lo si… cioè nella mentalità delle persone…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quindi è una prassi alla procura di Matera?
Dott.ssa MORELLI Paola – No, prassi no, non mi risulta che sia una prassi, quantomeno con
me… non è che chiunque voglia parlare con me va dal procuratore.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – In questo caso è capitato.
Dott.ssa MORELLI Paola – In questo caso è capitato, prassi no.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Senta, mi sa dire di rapporti, se esistono, tra il dottor CHIECO e
l’ex senatore o attuale senatore BUCCICO?
Dott.ssa MORELLI Paola – In che senso? Rapporti… se li vedo parlare o…?
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Che rapporti hanno, rapporti formali, amicali…
Dott.ssa MORELLI Paola – Hanno rapporti cordiali senz’altro, io li ho visti…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Frequenti?
Dott.ssa MORELLI Paola – In procura, io non li ho mai visti, non credo proprio che siano mai
usciti assieme. Avete presente l’avvocato BUCCICO? Ha rapporti cordiali con tutti, l’avvocato
BUCCICO la prima cosa che fa…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma i rapporti con l’avvocato BUCCICO non sono molto formali…
Dott.ssa MORELLI Paola – Ve lo dico io, ha rapporti cordiali con tutti, con tutti i magistrati…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Se lei mi dice che l’avvocato BUCCICO quindi ha rapporti con
tutti i magistrati della procura di Matera…
Dott.ssa MORELLI Paola – Ha rapporti cordiali con tutti…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Cordiali con tutti i magistrati, quindi viene spesso a trovare i
magistrati della procura di Matera?
Dott.ssa MORELLI Paola – Perché capita, sia per lavoro che per… a me è capitato di vederlo…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – E’ un penalista?
Dott.ssa MORELLI Paola – E’ un penalista sì.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quindi viene spesso come avvocato?
Dott.ssa MORELLI Paola – Sì, tranne il periodo in cui ha fatto il consigliere del CSM. Io
quando sono arrivata a Matera sentivo parlare di lui come un ottimo oratore, come il fiore
all’occhiello dell’avvocatura di Matera, però non ho avuto mai il piacere di sentirlo perché non
faceva l’avvocato quando c’ero io, poi ha ripreso da poco.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Allora facciamo una domanda più precisa, lei mi deve dare una
risposta precisa. Cioè mi dice quando BUCCICO faceva l’avvocato penalista aveva rapporti cordiali
non solo con il procuratore ma un po’ con tutti i magistrati della procura di Matera. Quando lui è
stato consigliere al CSM i rapporti di frequentazione e di cordialità all’interno della procura della
repubblica erano gli stessi? Sono aumentati, sono diminuiti?

384
Dott.ssa MORELLI Paola – Non so se voi avete presente il tribunalicchio di Matera dottore, è
un tribunale dove un grosso avvocato come tanti altri, se ti incontra: “Dottoressa buongiorno”... Se
lei mi chiede: “usciva con il dottore CHIECO, aveva rapporti di amicizia?” Non lo so.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Io dico, oltre ad incontrarsi nei corridoi o al bar, io sto dicendo
l’avvocato BUCCICO o il consigliere avvocato BUCCICO, quando era al CSM veniva – no nei
corridoi e incontrava – veniva presso gli uffici della procura della repubblica del dottor CHIECO e
di altri magistrati?
Dott.ssa MORELLI Paola – Cioè nella stanza del dottor CHIECO? No, non mi risulta, non l’ho
mai visto. L’ho visto forse una o due volte, l’avrò visto.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Anche nella stanza di altri magistrati? Da lei per esempio è
venuto? Quando era consigliere?
Dott.ssa MORELLI Paola – No, quando era consigliere… quando io sono arrivata mi è stato
presentato, poi naturalmente lui conosceva mio padre, e appena mi ha visto mi ha detto: “Ah, tu sei
la figlia di Antonio MORELLI”, poi normalmente lui ha una conoscenza…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quindi i rapporti con il dottor CHIECO quali sono con
BUCCICO? Diciamo buoni, ma lei non sa se sono amicali?
Dott.ssa MORELLI Paola – Io dico buoni, cordiali, però…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Non sa se si vedono per esempio all’estremo del palazzo di
giustizia?
Dott.sa MORELLI Paola – No, a me non risulta, non mi risulta.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Con il senatore BUBBICO i rapporti con il procuratore CHIECO?
Dott.ssa MORELLI Paola – Dottore io... a me non risultava neppure che fossero usciti mai una
volta, nel senso che non mi risultava perché il procuratore non mi ha mai detto: “Io esco con tizio o
con caio”, non me lo ha mai detto. Ho appreso che c’era la lista degli invitati... questo so, le mie
risposte…
[Voci sovrapposte]
Dott.ssa MORELLI Paola – Non mi risultava, non mi risultava affatto.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Senta, lei sa di rapporti che vadano un po’ aldilà della forma fra il
dottor CHIECO e la dottoressa GENOVESE? Nel senso la stessa GENOVESE quando veniva a
Matera andava da lui a…?
Dott.ssa MORELLI Paola – A salutarlo sì.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma solo a salutarlo? Si intrattenevano? I rapporti erano stretti?
Dott.ssa MORELLI Paola – No, non c’ero nella stanza. Io so che la dottoressa GENOVESE era
una persona molto cordiale, se veniva per educazione, se non altro quelle poche volte che veniva per
i processi, come MONTEMURRO, si passa dal procuratore, data poi la ristrettezza a la piccolezza
dell’ufficio.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Lei sapeva di questo versamento di centomila euro fatto dal
colonnello GENTILI…
Dott.ssa MORELLI Paola – Sì, lo sapevo, era scritto nelle informative.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – E ha fatto accertamenti su tutto questo?
Dott.ssa MORELLI Paola – No, gliel’ho già detto dottore, non ho ritenuto che ci fossero…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Perché?
Dott.ssa MORELLI Paola – Gliel’ho detto, non ho ritenuto che ci fossero gli estremi di un
qualsiasi reato per i quali, come ho detto al capitano, per i quali andare a chiedere documentazione
bancaria attinente al colonnello GENTILI.
Dott.ssa MORELLI Paola – Ma lei sapeva che in quel periodo il GENTILI ricopriva l’incarico di
responsabile presso gli uffici dei carabinieri…
Dott.ssa MORELLI Paola – No, non lo sapevo, non lo sapevo.

385
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Non lo sapeva… non ha segnalato per esempio all’arma dei
carabinieri di questa circostanza?
Dott.ssa MORELLI Paola – Ma che c’entra, cosa doveva segnalare?
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Cioè sembrava un dato normale, neutro?
Dott.ssa MORELLI Paola – Che avesse acquistato un… sì, un dato neutro.
Dott.ssa MORELLI Paola – Neutro.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Non l’ha insospettita?
Dott.ssa MORELLI Paola – No, no, non mi ha insospettito.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Senta, sa di rapporti di frequentazione o comunque di amicizia tra
il dottor CHIECO e l’ex Sindaco di Matera avvocato PORCARI?
Dott.ssa MORELLI Paola – Io so che loro avevano rapporti di amicizia.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Di amicizia?
Dott.ssa MORELLI Paola – Sì.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma il dottor CHIECO frequentava, che lei sappia, ambienti
politici?
Dott.ssa MORELLI Paola – Che io sappia no.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Che lei sappia no. Ha partecipato lei alla festa di laurea della figlia
del dottor CHIECO?
Dott.ssa MORELLI Paola – No.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – E’ stata invitata?
Dott.ssa MORELLI Paola – Sì, siamo stati invitati tutti i sostituti.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Lei non è andata?
Dott.ssa MORELLI Paola – No, mi pare che non siamo andati nessuno dei nostri colleghi, non ci
siamo messi d’accordo.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Perché non ha ritenuto di approfondire gli aspetti segnalati dai
consulenti nella loro relazione?
Dott.ssa MORELLI Paola – E quali erano questi aspetti dottore? Che era il 2004?
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Cioè soprattutto il fatto diciamo delle autorizzazioni necessarie…
Dott.ssa MORELLI Paola – Io non ricordo quella consulenza, la ricordo per averla studiata tutta
una estate… alcuni aspetti… alcuni segnalavano delle illegittimità che erano lontane nel tempo,
cioè erano anche prescritte sotto alcuni profili, poi il resto… dottore lei scuote la testa, del resto il
mio pensiero è scritto nella richiesta di archiviazione, c’è un decreto di archiviazione, c’è un
tribunale del riesame, se dobbiamo rifare il processo Marinagri qui, lei sa benissimo che… lo faccia,
però voglio dire… lei adesso mi chiede quali aspetti… io l’ho letta nel 2004, fino a settembre del
2004.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Sono passati quattro anni.
Dott.ssa MORELLI Paola – Sì… no… vabbè... voglio dire non è… lei sa benissimo che può
farmi tutte le domande che vuole, però stare a chiedermi di un processo del 2004 perché non ho
fatto…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Perché non ha approfondito l’aspetto del finanziamento in corso,
per esempio presso il CIPE, come si è arrivato al finanziamento, qual è la procedura di ottenimento
del denaro pubblico? Perché non lo ha fatto?
Dott.ssa MORELLI Paola – No, non ho ritenuto di approfondire.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Perché? Se mi vuole rispondere.
Dott.ssa MORELLI Paola – Perché non lo ritenevo meritevole di approfondimento nel momento
in cui mi sono convinta, dalla lettura delle carte, che la proprietà di alcune particelle che era la parte
reggente tutta l’indagine, perché gli stessi carabinieri continuavano a sostenere che lui non era
proprietario di alcuna particella, mi sono convinta del parere positivo iniziale era sbagliato… il
parere negativo chiedo scusa.

386
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Di chi era la proprietà di queste particelle? Ha verificato bene
questo aspetto?
Dott.ssa MORELLI Paola – Sì, io l’ho verificato con… c’era un decreto prefettizio che... io
guardi… dottore, lei conosce gli atti in questo momento in maniera molto più fresca di me, io non è
che mi posso ricordare… è scritto tutto… mi legga quando avevo approfondito, tutto ciò che non ho
approfondito… cosa posso dire… non è che la mia richiesta di archiviazione…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Lei ha verificato un attimo i passaggi societari, tra le varie società?
Dott.ssa MORELLI Paola – No, no, no, dottore non lo feci, non lo feci.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Un’ultima cosa. La richiesta di archiviazione lei l’ha concordata
con il procuratore CHIECO?
Dott.ssa MORELLI Paola – No, io non ho concordato nessuna richiesta di archiviazione. Poi ho
detto che mi ero determinata per la richiesta di archiviazione e avevo fatto la richiesta di
archiviazione, probabilmente lui anche sapeva, cioè prima di scriverla, che stavo scrivendo la
richiesta di archiviazione.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Lui conveniva diciamo su questo?
Dott.ssa MORELLI Paola – Sì, sì, conveniva, io poi l’ho scritta d’estate quella richiesta di
archiviazione.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Conveniva in che senso? Ne avete discusso? Diceva: “Sì, fai bene
ad archiviare”. In che senso conveniva?
Dott.ssa MORELLI Paola – Sì, era d’accordo, come posso dire? Io gli spiegavo, tra l’altro io lo
cercavo tra virgolette, nel senso che cercavo il suo parere, prima perché ne avevo stima
tecnicamente, sia perché le questioni erano giuridicamente sottili, tanto che poi infondo io non è che
mi sia voluta discostare dai consulenti, ho ritenuto che certe conclusioni, che poi erano quelle della
PG, non fossero…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ha mai avuto pressioni in questa vicenda “Marinagri”?
Dott.ssa MORELLI Paola – Pressioni. Cioè dal procuratore?
P.M. dott. DE MAGISTRIS – No, in generale, chi dice dal procuratore.
Dott.ssa MORELLI Paola – No, siccome l’altra volta…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Io ho detto pressioni in generale?
MORELLI Paola – No, e da chi?
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Il procuratore lo dice lei non io.
Dott.ssa MORELLI Paola – No, però lei glielo contesta.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Sto parlando di pressioni in generale.
Dott.ssa MORELLI Paola – No, no, pressioni le ho avute soltanto dal capitano ZACHEO,
pressioni. Io ho avuto pressioni dal capitano.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ma ha avuto l’impressione che il capitano ZACHEO potesse avere
un interesse suo personale in questa vicenda?
Dott.ssa MORELLI Paola – No, no, tranne che non fosse l’interesse che ha tutta la polizia
giudiziaria ovviamente di fare sequestri, di fare perquisizioni, di fare catture, non ho mai ritenuto
che il capitano… non gli ho mai attribuito nessuna… come dire… interesse personale.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Le ha mai parlato male del capitano ZACHEO il procuratore
CHIECO? Le ha detto: “Stai attenta al capitano ZACHEO in questa vicenda…”
Dott.ssa MORELLI Paola – No, in questo senso… ho capito il senso che dice lei… no, io sono
andata dal procuratore CHIECO letteralmente incavolata – mi sia concesso il termine – per il
modo…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – La vicenda dell’…
Dott.ssa MORELLI Paola – Se lei mi chiede che poi il procuratore…

387
P.M. dott. DE MAGISTRIS – No, la domanda era questa, soprattutto con riferimento alla vicenda
Marinagri, il procuratore sapendo che le indagini comunque erano svolte dal capitano ZACHEO, le
ha detto magari: “Stai attenta al capitano ZACHEO”.
Dott.ssa MORELLI Paola – No, no, no, no, mai.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Io ho terminato con le domande. Maggiore, maresciallo, dovete fare
domande? Nessuna. Avvocato lei ha delle domande? Dottoressa lei vuole aggiungere qualcosa?
Dott.ssa MORELLI Paola – No, io soltanto, ripeto, che davvero non ho dato copia… io da quello
che leggo per quanto mi riguarda, mi si dice che io non avrei redatto agli atti. Io gli atti li ho redatti
senza invio, del resto penso che voi l’abbiate una data di questo del procuratore.

Riferiva, altresì, il dr. Attilio MAURANO, Soprintendente ai Beni Ambientali ed


Architettonici della Regione Basilicata:

“ADR: Nella mia qualità di soprintendente ai Beni Ambientali ed Architettonici della Regione
Basilicata ho avuto modo di occuparmi delle opere in costruzione presso il centro turistico
Marinagri di Policoro. In tale veste nel mese di febbraio del 2007 ho ricevuto dall’ufficio periferico
di questa soprintendenza sito in Matera due pratiche relative a due pareri richiesti dalla predetta
Marinagri, relativi alle opere da realizzate nei sub comparti C4 e C12/1 per una pratica e C15 per
l’altra. Per la prima c’è stato un annullamento parziale, mentre per la seconda un annullamento
totale. Tali pratiche erano state istruite, dal funzionario dell’ufficio di Matera, Arch.
TATARANNO o dal Geom. VINCIGUERRA, come si può anche rilevare dall’indicazione apposta
in calce al provvedimento dagli stessi redatto. Le pratiche in questione erano giunte dall’ufficio di
Matera, a seguito dell’istruttoria effettuata da quell’ufficio con la predisposizione di un parere
positivo alle richieste della società. Come è prassi del mio ufficio ho provveduto ad esaminare le
risultanze dell’istruttorie per le pratiche in questione e non essendo d’accordo con il giudizio
espresso dall’ufficio di Matera, ho provveduto ad apporre sulla cartellina contente la pratica
l’indicazione di redigere i provvedimenti di annullamento. Quindi la segreteria ha provveduto a
sbarrare con una X il parere predisposto dalla TATARANNO o dal VINCIGUERRA e a redigere il
provvedimento di annullamento che poi ho provveduto a firmare e che risulta agli atti. Voglio
precisare che per mia precisa disposizione impartita qualche anno addietro, tutti i documenti e
quindi anche i pareri predisposti dagli uffici periferici anche se, come nel caso di specie, annullati
devono essere trattenuti agli atti dell’ufficio.
ADR: Ricordo che circa una decina di giorni prima del sequestro della Marinagri eseguito a fine
febbraio del 2007 dalla Procura di Catanzaro, avevo già esaminato le pratiche in questione
apponendo sulla copertina della pratiche il mio annullamento, in merito vi fornisco copia delle
copertine dei fascicoli in questione. Come già detto dopo circa dieci giorni intervenne il sequestro
della Marinagri e quindi nonostante i provvedimenti di annullamento fossero stati già predisposti
secondo le mie indicazioni dall’Arch. Luigia CIRIGLIANO, provvedemmo ad effettuare nuovo
esame delle pratiche, che non portò ad alcuna variazione delle decisioni già prese, tanto che i
provvedimenti furono inviati in data 15.03.2007.
ADR: In merito dall’esame degli atti a fascicolo posso ricostruire l’iter cronologico degli
avvenimenti relativi a tali pratiche. In particolare, le richieste da parte della società Marinagri,
relative alle pratiche in questione sono state depositate agli uffici di Matera il 24.01.2007 e acquisite
al protocollo dell’ufficio il 25.01.2007. Le stesse come già indicato sono state istruite dalla sezione
dell’arch. TATARANNO, la quale l’ha inviata presso quest’ufficio a Potenza
ADR: Non ho mai ricevuto alcuna richiesta in merito alle pratiche sopra indicate da parte del
Presidente della Regione Basilicata De Filippo Vito.
ADR: Per quanto già detto, rilevo che la mia decisione di annullare le due autorizzazioni alla
Marinagri, fosse un fatto notorio all’interno dell’ufficio per via del atto che la stessa era desumibile

388
dal semplice esame della copertina del fascicolo delle pratiche. Non so chi abbia comunicato alla
Marinagri o ai suoi amministratori la mia decisione di annullare le autorizzazioni in questione,
anche se non ancora formalizzate ma notorie all’ufficio. Non posso escludere che qualche
funzionario dell’ufficio abbia potuto comunicare tale notizia o direttamente alla Marinagri o ad altri
funzionari dell’Ufficio di Matera, magari su loro richiesta.
ADR: Preciso che la pratica una volta esaminata dal sottoscritto viene passata per la
predisposizione del provvedimento, in questo caso di annullamento, alla segreteria dell’ufficio
ambientale, coordinato dall’arch. CIRIGLIANO, composta dalla Sig. ROMEO Maria Antonietta ed
il Sig. ZECCOLA Giuseppe, successivamente ritorna a me che se conforme alle mie indicazioni la
firmo e provvedo all’invio. Voglio però precisare che le persone indicate non sono le uniche che
avevano la possibilità di vedere la pratica e quindi la mia intenzione di annullare le autorizzazioni a
favore della Marinagri poteva essere consciuto anche da altri all’interno dell’ufficio. Ciò anche in
virtù del fatto che avendo la responsabilità di più soprintendenze non sono sempre presso questo
ufficio e le pratiche sono visibili a gran parte degli appartenenti allo stesso.
ADR: Segnalo che nel mese di gennaio del 2008 avendo ricevuto richiesta da parte dei Carabinieri
di Potenza di alcuni atti riguardanti proprio le pratiche di cui mi chiedete oggi, ho provveduto a
richiedere all’ufficio di Matera, l’invio delle predette pratiche, alcune delle quali non ancora istruite,
che mi sono state recapitate e delle quali i Carabinieri hanno estratto le copie degli atti che
ritenevano utili. Preciso che avendo la disponibilità delle pratiche presso il mio ufficio decisi di
trattenerle al fine di esaminarle direttamente. Nello stesso periodo, mi pare nei primi giorni del mese
di febbraio di quest’anno ho ricevuto una nota della società Marinagri Resort, che vi consegno in
copia, con la quale la suddetta società per mezzo del suo presidente, mi minacciava di porre in essere
delle iniziative finalizzate a contrastare, a loro dire, l’ostruzionismo che il mio ufficio stava facendo
per i loro progetti, tenuto conto che avevano saputo a seguito di un contatto con gli uffici periferici
di Matera che le pratiche erano state inviate presso il mio ufficio di Potenza. Loro naturalmente non
erano a conoscenza del motivo per il quale le suddette pratiche erano state da me richieste, ma
surrettiziamente riconducevano tale, a loro dire, “avocazione” a non meglio specificate condotte
“sospettose, dilatorie e defatiganti” che avrebbe tenuto il sottoscritto nei confronti del loro progetto.
Ciò anche in virtù del fatto che mi ero reso protagonista di alcuni annullamenti totali e parziali di
alcuni provvedimenti da loro richiesti”.

Riferiva ancora il dr. Mario ALTIERI:


“ADR: Sono a conoscenza che nella compagine sociale dell’Ittica Valdagri vi è la società Fiocchi,
società produttrice di armi. Non sono a conoscenza per quale motivo la stessa società sia entrata a
far parte della suddetta compagine sociale, anche se rilevo l’assoluta stranezza della circostanza in
quanto le due società hanno oggetto sociale assolutamente differente.
ADR: Sono a conoscenza di ottimi rapporti intercorsi nel passato tra il VITALE Vincenzo e la
famiglia SCARCIA di Policoro con particolare riferimento a SCARCIA Salvatore e il padre
Emanuele.
ADR: Nella mia qualità di Sindaco della città di Scanzano Jonico ho avuto modo di occuparmi di
atti riguardanti la procedura amministrativa attraverso la quale la Marinagri poi è stata ammessa a
finanziamento da parte del CIPE. In merito preciso che mi sono sempre opposto anche con atti
formali inviati al Ministero delle Attività Produttive che si occupava dell’Istruttoria in questione,
in quanto il progetto era manchevole del requisito della cantierabilità per gravi illegittimità negli
atti amministrativi emessi dalla Regione Basilicata e dal Comune di Policoro. In merito ho
partecipato anche ad una riunione che si è tenuta a Roma presso gli uffici del Ministero delle
Attività Produttive, sito in via Molise a Roma, presso l’ufficio del dott. GOTI dirigente dell’Ufficio
che si occupava dell’istruttoria in questione, alla quale hanno partecipato anche il VITALE
Vincenzo e Marco, il Sindaco di Policoro, LOPATRIELLO Nicolino ed un funzionario dello stesso

389
Ministero di cui non ricordo il nome. In tale circostanza ebbi modo di rilevare ottimi rapporti
intercorrenti tra il VITALE Vincenzo ed il dott. GOTI. In particolare ebbi l’impressione che i due si
conoscessero da tempo. Preciso che anche in tale sede mi sono opposto al progetto “Marinagri” per i
motivi già rappresentati.
ADR: Nonostante i numerosi atti formali con i quali segnalavo anche in modo deciso al Ministero
delle Attività Produttive le illegittimità del progetto Marinagri e la mancanza in capo allo stesso del
requisito fondamentale della cantierabilità invitando il dicastero ad esprimersi negativamente
sull’istruttoria di ammissione al finanziamento pubblico, non ho mai ricevuto alcuna risposta alle
stesse.
ADR: Sono a conoscenza che LAVIERI Gino, imprenditore Policorese ha investito delle somme nel
progetto Marinagri.
ADR: L’On. PAGLIUCA Nicola è stato componente della Commissione CIPE che ha curato
l’istruttoria relativa alla richiesta di ammissione a finanziamento da parte del Consorzio Costa
D’Oro ed in particolare della Marinagri.
ADR: Sono a conoscenza che alcune società collegate al VITALE, delle quali mi riservo di fornire
un indicazione più precisa, in passato sono state beneficiarie di diversi finanziamenti pubblici
erogati dal Ministero degli Esteri, finalizzati allo sviluppo delle aree del Nord Africa ed in
particolare nei paesi del Saael. All’epoca se non vado errato Ministro degli Esteri, tra gli altri, era il
Sen. Colombo Emilio.
ADR: Sono stato sottoposto da parte della Procura della Repubblica di Potenza a insistenti indagini
per traffico d’armi, anche attraverso prolungate intercettazioni telefoniche ed ambientali. Ispiratori
di tale indagine, che per quanto riguarda il traffico di armi non ha portato a nulla, sono stati il Col.
GENTILI, all’epoca responsabile della sezione di polizia Giudiziaria dei Carabinieri presso la
Procura di Potenza e la d.ssa GENOVESE Felicia. Posso affermare con certezza che l’indagine alla
quale sono stato sottoposto per traffico d’armi è stata “inventata” dalla d.ssa GENOVESE e dal
Col. GENTILI al solo fine di eliminarmi dalla scena in quanto in quel periodo mi stavo opponendo
al progetto Marinagri, anche con atti formali inviati al Ministero delle Attività Produttive di Roma
che si stava occupando dell’istruttoria relativa all’ammissione a finanziamento da parte del CIPE di
alcune opere riguardanti lo stesso progetto. In merito aggiungo che sono venuto a conoscenza di
pressioni che la d.ssa GENOVESE avrebbe fatto su di un pregiudicato scanzanese per fargli
dichiarare il mio coinvolgimento in atti finalizzati al traffico di armi. Mi riservo in merito di
fornirvi il verbale di interrogatorio a cui lo stesso è stato sottoposto dalla d.ssa GENOVESE. Difatti
da tale atto risulta che per ben tre volte il predetto magistrato ha chiesto al soggetto del mio
coinvolgimento nei citati fatti delittuosi ricevendone sempre un preciso diniego. Appare necessario
precisare che nel Metapontino si è sempre parlato di un’intensa attività di traffico di armi che
sembra fosse favorita dallo sbocco a mare dell’area ove insiste il complesso Marinagri
particolarmente adatto all’approdo di imbarcazioni e d’altra parte allo stato una delle opere
realizzate è costituita dal porto “AKIRIS”. E’ sintomatico che su questo non si sia indagato, mentre
si è “costruita” un’indagine su traffico d’armi ai miei danni.
Preciso che per il coinvolgimento nei presunti brogli elettorali sono stato sottoposto alla misura
della custodia cautelare in carcere. Durante la mia detenzione, la D.ssa Genovese titolare
dell’indagine ha più volte sollecitato i miei legali, avv.ti Bruno Oliva e Cesare Carmentano del foro
di Matera, ad indurmi a sottoscrivere le dimissioni dalla carica di Sindaco di Scanzano Jonico al
fine di poter ottenere l’immediata scarcerazione.
A.D.R. I rapporti tra Vincenzo VITALE e la dr.ssa GENOVESE sono molto stretti. Credo che li
abbia fatti conoscere l’ex Procuratore della Repubblica di Potenza dr. Giuseppe GALANTE. Anche i
rapporti tra il marito della dr.ssa GENOVESE, dott. CANNIZZARO, ed il predetto VITALE sono
stretti. Il CANNIZZARO ha sempre mostrato grande “interesse” per il Villaggio Marinagri.

390
ADR: Non ho altro da aggiungere e rimango a disposizione per ogni ulteriore chiarimento
riservandomi di fornire ulteriori elementi a supporto e integrazione di quanto dichiarato. In
particolare in questa sede vi fornisco copia degli articoli stampa del 08.01.2003 e del 02.06.2005, nei
quali si fa rispettivamente riferimento ad un attentano ai miei danni e un articolo da me scritto
relativo all’incompatibilità ambientale della d.ssa GENOVESE. Preciso che dopo 8 giorni da tale
articolo la d.ssa GENOVESE ha richiesto il mio arresto.

Con riferimento, infine, ai collegamenti tra il dr. CHIECO e VITALE Vincenzo, l’Avv.
Vincenzo MONTAGNA espone quanto segue a dimostrazione del ruolo di “garante”
delle coperture giudiziarie illecite da parte del Procuratore della Repubblica di Matera:

“Nel corso dell’anno 2005 ed esattamente in data 8 giugno,in qualità di consigliere di minoranza ho
partecipato ad una riunione del Consiglio Comunale di Policoro in cui si discuteva delle
dichiarazioni rese da un pentito in ordine a smaltimenti di rifiuti tossici nell’area metapontina. In
quella riunione presi la parola ed esternai le mie considerazione in proposito. In particolare,misi in
rilievo alcuni fatti gravi accaduti nell’area metapontina ed in Basilicata anche con riferimento
all’attentato subito dal senatore Decio Scardaccione,già sottosegretario al Ministero degli Interni.
Precisai che in relazione a quell’attentato vi era stata una definizione giudiziaria ma che,a mio
parere,era necessario far luce sui retroscena aggiungendo che sarebbe stato utile chiarire sul piano
politico il fenomeno delle infiltrazioni mafiose. Nel mio intervento non menzionai nomi di persone
se non quelle del sen.Scardaccione né menzionai nominativi di società.
Nel mese di luglio 2006 mi venne notificato decreto di citazione a giudizio,sottoscritto dal dott.
Giuseppe Chieco,procuratore della Repubblica di Matera,per rispondere del reato di cui all’art 595
c.p. perché,con le considerazioni di cui innanzi,mi sarei riferito “implicitamente” alla società Ittica
Vald’Agri e al suo presidente,VITALE Vincenzo,già imputato e assolto per quel grave episodio
criminoso diffamandoli.
In verità rimasi sorpreso della contestazione di diffamazione implicita ma con animo sereno mi
preparai alla celebrazione del processo davanti al Giudice di Pace convinto come ero di non aver
diffamato chicchessia e di aver esercitato un legittimo diritto di critica per di più nel corso di una
riunione del Consiglio Comunale. Per altro,l’udienza di trattazione è stata più volte rinviate.
Nei successivi mesi ho notato alcune stranezze. Cerco di indicarle:
a) In data 3 novembre 2005,il sig.Vincenzo Vitale ratificava,presso la sezione di P.G. dei Carabinieri
di Matera”esposto-denuncia”,riservandosi di agire dopo l’accertamento dei fatti,precisando che solo
qualche giorno prima aveva avuto notizia di quella riunione e delle frasi da me pronunciate e
ritenute diffamatorie;
b) In data 10 novembre 2005 perveniva presso la Procura della Repubblica di Matera,lettera
raccomandata di Vincenzo Vitale con la quale lo stesso chiedeva “la punizione del colpevole”.
Risultava dunque evidente che alla denunzia seguiva la proposizione della querela .Va qui tuttavia
precisato che la firma dal Vitale apposta in calce alla lettera non risulta autenticata;
c) Il dott. Chieco tratteneva per sé il procedimento acquisendo solamente il verbale della riunione del
Consiglio Comunale;
d) Senza svolgere altre indagini e senza soffermarsi sulla validità o meno della querela espressa con
richiesta di punizione con firma non autenticata e senza minimamente prendere in esame se io
avessi esercitato un diritto di critica,ritenendo per implicito la diffamazione,mi citava in giudizio.
In prosieguo di tempo,da notizie di stampa ed altro,ho appreso che:
a) Il dott. Chieco,già dal 2003,intratteneva rapporti con Vincenzo Vitale;
b) Da una relazione inviata dal dott.Chieco al dott. Tufano,Procuratore Generale presso la Corte di
Appello di Potenza,risulta che verso la fine del mese di luglio 2003,lo stesso dott. Chieco con la
moglie ed un tenente della Guardia di Finanza si recava presso il Vitale perché interessato

391
all’acquisto di un immobile che la società Marinagri,presieduta dal Vitale,avrebbe costruito in quel
di Policoro;
c) Nella stessa relazione il dott. Chieco riferisce candidamente che,a seguito di una richiesta telefonica
del Vitale,nel febbraio 2004 lo ricevette;
d) Da altra fonte ho appreso che la consorte del dott. Chieco,Pontrelli Rosalba,avrebbe avuto contatti
con Marinagri in data 12/12/2005.
Dalla breve cronistoria che precede emerge che:
a) VITALE Vincenzo ha proposto querela nei miei confronti nel mese di novembre 2005(esposto-
denuncia in data 3/11/2005;istanza di punizione con lettera raccomandata pervenuta in Procura il
10/11/2005);
b) Il dott. Chieco,nello stesso periodo di tempo o in quello immediatamente precedente:
• Trattava con Vincenzo Vitale l’acquisto di un immobile;
• Incontrava il Vitale quando questi intendeva parlargli di un’indagine a suo carico,successivamente
archiviata;
• Non riteneva opportuno astenersi in un’indagine avviata a seguito di denunzia prima e querela poi
proposta contro di me dal Vitale sia come persona fisica che come presidente dell’Ittica
Vald’Agri,che era ed è una società che,insieme ad altre,costruisce il villaggio turistico denominato
Marinagri
Da notizie di stampa o comunque da atti giudiziari si è poi appreso che il dott.Chieco,una volta che
l’acquisto con Marinagri non era stato concluso,ha proceduto ad altro acquisto da società che
annoverava tra i soci altro suo indagato.
Tutto ciò premesso,mi permetto di formulare all’On.le Ministro della Giustizia e al sig. Procuratore
Generale presso la Corte di Cassazione,il seguente quesito:
può il dottor Chieco continuare a svolgere il ruolo di Procuratore della Repubblica allorquando:
a) Per avviare le trattative o comunque per esaminare la opportunità o meno dell’acquisto di un
immobile si sia recato dall’acquirente facendosi accompagnare da un ufficiale della Guardia di
Finanza?
b) Come titolare dell’azione penale,sembrerebbe aver scelto,per due volte consecutive,tra i possibili
contraenti persone sottoposte ad indagini da parte dell’ufficio giudiziario da lui diretto?
c) Senza tener presente quanto meno motivi di opportunità abbia svolto indagini a carico di un
querelato quando il querelante è persona con la quale si tratta un affare importante?

PICCENNA Nicola depositava anche della documentazione dalla quale si riscontrava


ulteriormente il collegamento tra la dr.ssa GENOVESE ed il dr. CHIECO. Difatti,
quest’ultimo, nel periodo in cui era in servizio presso la DDA di Bari, era stato indagato
unitamente, tra gli altri, al dr. MARITATI Alberto, già Sottosegretario di Stato al Ministero
della Giustizia nel precedente Governo in cui era Presidente del Consiglio l’On. Romano
PRODI. Di tali indagini, anche secondo quanto emerge dalle dichiarazioni del dr.
GALANTE, se ne sarebbe occupata la dr.ssa GENOVESE (pertanto risalendo nel tempo il
rapporto collusivo, poi divenuto di tipo sodale, tra la GENOVESE ed il CHIECO entrambi
illecitamente interessati agli “affari” del “gruppo VITALE”). La documentazione
consegnata dal PICCENNA riguarda l’indagine condotta dalla Procura della Repubblica
di Potenza nella quale risultavano indagati, appunto, il CHIECO ed il MARITATI, poi
conclusasi con una richiesta di archiviazione che presenta taluni profili di “singolarità”.
Il PICCENNA riferiva quanto segue:
“Premetto che ho ricevuto incarico dall’Avv. Ascanio AMENDUNI del Foro di Bari di ritirare
copie di alcuni procedimenti penali in cui a diverso titolo era coinvolto il dott. Angelo Raffaele Bassi
(in proposito preciso che l’Avv. Amenduni è il legale della sig. Incardona Ginella, vedova del dott.
Bassi). Ritirando gli atti richiesti presso il Tribunale di Potenza, mi sono accorto che, probabilmente

392
per un disguido, della richiesta di archiviazione relativa al procedimento 687/96 G.I.P. – 1706/95
RGNR mod.21, mi era stato consegnato l’originale anziché la copia. Dall’esame del documento
consegnatomi, notavo che lo stesso, pur essendo numerato progressivamente da pagina 1 a pagina
21, è in realtà redatto su diverse carte intestate e per la sua formazione sono state utilizzate diverse
stampanti, nonché differenti tipi di formattazione del testo per via della diversità sia dei caratteri
che dell’interlinea utilizzati. Notavo anche che le sigle poste in calce ai singoli fogli, ovvero quelle
del dott. Nicola Balice e del dott. Erminio Rinaldi, appaiono difformi da quelle poste sul primo foglio
del provvedimento di creazione di separato fascicolo posto immediatamente dopo la copertina ed
allegato agli atti che vi consegno in originale. A tal proposito preciso che la firma dei suddetti
magistrati appare differente nelle diverse pagine. Tanto mi farebbe presupporre una manomissione
dell’atto.
Voglio aggiungere che questo procedimento può essere indicativo degli stretti rapporti
intercorsi ed intercorrenti tra il dott. CHIECO ed il dott. MARITATI, anche alla luce delle
recenti evidenze nel decreto di sequestro Marinagri, e delle relazioni che nel procedimento
1706/95 emergono tra i due citati magistrati, il dott. Corrado Lembo, il dott. Scelsi
Giuseppe e la d.ssa Felicia Genovese. Mi riservo di produrre la documentazione relativa
ad un incontro avvenuto presso la Procura di Potenza presenti tutti i magistrati citati,
mentre era pendente il procedimento 1706/95”.

Il PICCENNA riferiva altresì: “…Essendomi occupato di varie inchieste giornalistiche


inerenti fatti che potrebbero avere rilievo penale e sono certamente connessi con i
procedimenti tenuti dalla Procura della repubblica di Catanzaro, ritengo utile consegnare
la seguente documentazione:

1. in relazione alle vicende legate alla realizzazione del villaggio Marinagri consegno il
documento originale del telegramma indirizzato a Filippo BUBBICO presidente pro
tempore della Giunta Regionale nel novembre del 2001 e recante la firma di Vincenzo
Vitale, presidente della Marinagri S.p.a.. La rilevanza del documento sta a mio avviso nella
perentorietà dei toni con cui il Vitale intima alla Regione Basilicata di “sospendere la
pubblicazione sul Bollettino Ufficiale del Paino Stralcio di bacino”, poiché lo stesso “potrebbe
avere effetti negativi in ordine all’assegnazione definitiva delle risorse C.I.P.E.”. E’ evidente che
non rientra nei fini e nelle preoccupazioni proprie dell’Ente Regione lo scopo di tutelare i
fondi concessi dal C.I.P.E. ad un privato.

2. Sempre in ordine alla vicenda Marinagri consegno la fotocopia della raccomandata


protocollo n.676/07 inviata dalla società Marinagri S.p.a. all’ufficio urbanistica e tutela del
paesaggio della Regione Basilicata ed altri enti in indirizzo riportati. Il documento affronta
dettagliatamente le contestazioni mosse alla Marinagri dall’ufficio urbanistica della
Regione in data 24.07.2007. E’ significativo che Marinagri S.p.a. ammette, nella citata nota,
e giustifica alcune difformità realizzative relativamente al P.P.E. approvato facendo
rilevare che le aree non possono essere oggetto di intervento in quanto a rischio di
inondazione. La questione è molto rilevante in quanto gli stessi interventi sono parte
integrante del Piano ed in particolare costituiscono la cosiddetta “compensazione
ambientale” che avrebbe giustificato l’approvazione.

3. Continuando circa i punti 1 e 2 consegno in copia una comunicazione a me indirizzata in


cui si fa riferimento alla L.28/03/1968 n. 395 che attribuisce ai terreni su cui insiste il
villaggio Marinagri un fine d’uso completamente diverso da quello turistico (oggetto
peraltro del finanziamento C.I.P.E.). La norma stabiliva invece che i terreni destinati ad

393
attività agricola avrebbero al massimo potuto essere destinati a finalità pubblica non certo
a speculazioni private.

Fornisco inoltre l’elenco dei proprietari espropriati (L.12.05.1950 n. 230) per la riforma
fondiaria recante in evidenza le proprietà espropriate a Berlingieri Giulio fu Pietro, che
costituiscono una consistente parte dei terreni su cui sorge Marinagri.

4. Denunce indirizzate alla Procura di Catanzaro datate rispettivamente 02.07.2007 e


25.07.2007 inerenti la gestione ritenuta da me anomala dei procedimenti incardinati presso
la Procura di Matera in seguito ad alcuni esposti dell’avv. Emilio Nicola BUCCICO.
Specificamente si lamentano comportamenti e gli atti posti in essere da diversi magistrati
che operano presso la Procura della Repubblica di Matera.

5. Memoria relativa al procedimento di opposizione alla dichiarazione di fallimento del


Consorzio Anthill. In particolare segnalo i motivi di incompetenza territoriale e di
incompetenza funzionale rimandando integralmente al documento che vi consegno in
originale e firmo in vostra presenza.

6. segnalazione a firma del sig. Salvatore DEL PRETE della incompetenza territoriale con cui
la Procura di Taranto trasmette alla Procura di Matera gli atti che aveva da questa ricevuto
nel luglio del 2003. La circostanza è rilevante in quanto avevo già segnalato in una formale
denuncia e durante una delle mie precedenti escussioni, l’anomalia messa in pratica dal
dott. CHIECO che utilizzava questa “tecnica” per condurre i procedimenti sino alla
prescrizione dei termini. Sono a conoscenza di comportamenti simili anche in altri
procedimenti curati sempre dal dott. CHIECO. (Per esempio la dichiarata incompetenza
territoriale per una denuncia presentata da Francesco Michele Zito e riguardante una “mai
tenuta” assemblea societaria). I fatti in precedenza indicati relativi al sig. DEL PRETE sono
quelli relativi alla società la CAPANNINA S.r.l. di GRIECO Maria, che all’epoca aveva una
relazione sentimentale con il Col. Pietro GENTILI coinvolto con il dott. CHIECO nella
trattativa che quest’ultimo aveva avviato con Marinagri S.p.a. per l’acquisto di una
residenza nel villaggio predetto.

7. Documentazione relativa a due logge massoniche istituite nelle città di Policoro e Bari
(oltre agli atti di costituzione sono compresi documenti e carta intestata con diverse
modulistiche) ritengo la circostanza possa rilevare in quanto vi sono numerosi riferimenti
alla “obbedienza principale” da cui le logge dipendono che è ubicata in S. Marino nonché
in quanto la loggia più anziana (1989) è ubicata in Policoro medesima sede della
Marinagri. Altresì fonti confidenziali purtroppo oggetto di alcune delle telefonate
intercettate attraverso la mia utenza mobile dalla Procura di Matera mi informavano che
era inutile cercare le documentazioni della affiliazione massonica dell’avv. BUCCICO e del
dott. Vincenzo AUTERA (magistrato) in quanto gli stessi a suo dire erano affiliati ad una
loggia statunitense. Non ho avuto modo di verificare o riscontrare queste affermazioni
anche perché proprio in seguito alle citate intercettazioni la fonte ha smesso di interloquire
con me sull’argomento.

Con riferimento ai rapporti tra i vari soggetti coinvolti nel sodalizio criminoso e nei reati
fine sotto indicati si evidenziano i seguenti contatti avvenuti in giorni relativi a periodi
significativi con riferimento ai fatti oggetto di imputazione:
l’incontro in data 20.9.2006 di Vincenzo VITALE e VITALE Marco con Filippo BUBBICO ;

394
gli incontri avvenuti in data 11.7.2006, 3.8.2006, 22.11.2006 e 14.2.2007 tra lo stesso
BUBBICO e Michele VITA, Segretario Generale dell’ADB della Basilicata, la cui condotta
illecita è decisiva con riferimento alla richiesta di riperimetrazione del PAI Basilicata
formulata dalla MARINAGRI: VITA Michele viene nominato dalla Regione Basilicata
Segretario Generale dell’ADB per la prima volta nel 2001 (Presidente della Regione –
BUBBICO), poi riconfermato più volte anche dal successore di BUBBICO, ossia da Vito DE
FILIPPO.
Sempre in merito all’Ing. VITA Michele dell’ADB della Basilicata si segnala un ulteriore
contatto intervenuto in data 16.11.2006, registrato dalla segreteria del Sottosegretario
BUBBICO, con il quale il predetto funzionario chiedeva di parlare “…con Angelo o
direttamente con il sen. Argomento importante”.

A dimostrazione degli intensi rapporti tra il Sottosegretario Filippo BUBBICO ed i


VITALE, si segnala anche un messaggio e-mail del 13.9.2006 rinvenuto nei PC sequestrati
presso gli uffici del Ministero dello Sviluppo Economico ed in uso alla segreteria di
Filippo BUBBICO, con la quale l’Ing. Marco VITALE invia, all’attenzione del
Sottosegretario, un memorandum relativo ai “due problemi” relativi al contratto di
programma per l’erogazione dei fondi pubblici a favore della MARINAGRI, del quale
avrebbero dovuto discutere nel corso dell’incontro che si sarebbe tenuto la settimana
successiva, e, quindi, il 20.9.2006. L’e-mail veniva inviata dall’indirizzo etm@heraclea.it
(indirizzo di posta elettronica della società dell’ing. Marco VITALE, ET&M) all’indirizzo
segreteria.bubbico@attivitaproduttive.gov.it ed ha come oggetto “memo per il senatore da
marco vitale”.

In data 26.9.2006, Marco VITALE invia una nuova e-mail all’attenzione del Sottosegretario
di Stato Filippo BUBBICO e dell’On. MARIOTTI, con la quale trasmette in allegato una
nota del 25.9.2006, inviata alla Direzione Generale per il Coordinamento degli incentivi
alle Imprese, specificando di rimanere in attesa di notizie.

La problematica che intralcia l’erogazione dei finanziamenti alla MARINAGRI in questo


periodo storico è rappresentata dalla circostanza secondo al quale la società in sede di
richiesta dei finanziamenti e successiva istruttoria aveva dichiarato che avrebbe fatto
fronte all’apporto di mezzi propri attraverso conferimento di capitale proprio ovvero dei
soci, mentre successivamente la stessa società richiede la sostituzione dei mezzi propri con
mezzi di terzi ovvero mutui a lungo/medio termine concessi dalla UNICREDIT BANCA.
In merito si specifica che l’apporto di mezzi propri non inferiore al 25% era condizione
fondamentale e necessaria per l’ammissione a finanziamento.
Ritornando all’esame della problematica relativa alla sostituzione delle modalità di
apporto dei mezzi propri richiesta dalla MARINAGRI, difformemente da quanto dalla
stessa dichiarato in sede sia di domanda di accesso alla contrattazione programmata e sia
di istruttoria del finanziamento, la Banca Intesa aveva delle perplessità circa
l’applicazione retroattiva di una circolare del Ministero del 5.12.2003 che permetteva, di
fatto, la sostituzione delle modalità di apporto dei mezzi propri. In merito, la banca
rilevava che nel contratto di programma firmato nel luglio del 2003 e nel successivo
decreto di concessione provvisoria non era prevista la diversa modalità di apporto dei
mezzi propri: tale problematica verrà risolta dal Ministero proprio nel periodo successivo

395
alla corrispondenza e-mail indicata ed agli incontri intrattenuti dai VITALE con il
Sottosegretario BUBBICO, l’On. MARIOTTI e l’Ing. GOTI.
In merito si mette in evidenza che con nota n.1081866 del 26.10.2006 a firma del Direttore
Generale della Direzione Generale per il Coordinamento degli Incentivi alle Imprese, Ing.
GOTI, il Ministero comunica l’accettazione delle richieste della MARINAGRI in merito
alla sostituzione delle modalità di apporto dei mezzi propri.
In merito si segnala altresì una nota del 25.9.2006 della Banca Intesa Mediocredito, titolare
dell’istruttoria sul finanziamento in questione, indirizzata alla MARINAGRI RESORT
S.p.a. ed al Ministero dello Sviluppo Economico – D.G.C.I.I. – Ufficio Contratti di
Programma che, in risposta alla nota del 12.9.2006 della MARINAGRI e relativa sempre
alla’apporto dei mezzi propri, inviata via mail dall’ing. VITALE anche al Sottosegretario
BUBBICO in vista del loro incontro poi avvenuto il 20.9.2006 comunica “…omissis.
Esaminata la documentazione da Voi prodotta a comprova dell’assolvimento delle condizioni
previste, con riguardo in particolare al contratto di finanziamento UNICREDIT, e alla luce dei
riscontri avuti sull’argomento con il Ministero in indirizzo, Vi informiamo che è necessario
acquisire le sotto elencate integrazioni documentali di cui ribadiamo l’indispensabilità per le
verifiche propedeutiche al rilascio della relazione di benestare:…..omissis”.
Sempre in merito allo stesso argomento si segnala quanto emerso dall’esame di
corrispondenza e-mail rinvenuta tra gli atti acquisiti presso la Banca Intesa Mediocredito,
tra TAVOLARO Luciano, funzionario addetto all’istruttoria del finanziamento in
questione ed il dr. GALBIATI Roberto, dirigente della Banca Intesa di Milano. In merito si
segnala che in data 16.11.2006, il sig. TAVOLARO Luciano, scrive al dott. GALBIATI
Roberto quanto segue:
“allego alla presente la relazione tecnica relativa all’iniziativa “Porto AKIRIS” (una delle tre
iniziative ammesse a finanziamento per la MARINAGRI n.d.r.) contenente anche le modalità di
accertamento di apporto di mezzi propri che sarà allegata al parere favorevole all’erogazione da
inoltrare al MSE (Ministero dello Sviluppo Economico n.d.r.).
Nella nota si farà presente di aver effettuato la verifica del piano di copertura finanziario nei
termini dall’MSE indicati e che la verifica degli apporti è stata effettuata effettuando il rapporto
tra le somme incassate per effetto del mutuo ed i mezzi previsti a fronte dell’iniziativa previsti nel
subordine di cui al decreto di concessione. Stante la particolarità dell’operazione si
chiede autorizzazione a procedere. Tavolaro”.

In data 22.11.2006, il dr. GALBIATI Roberto risponde al TAVOLARO come segue:


“Tavolato, non disponendo della documentazione ritengo che, alla luce delle problematiche a lei
ben note e degli interventi da parte del Ministero, si possa procedere effettuate ovviamente le
opportune e necessarie verifiche previste dalla normativa di riferimento”.
In data 19.1.2007 verranno emessi, da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, i
decreti di liquidazione della prima quota di finanziamento a favore della MARINAGRI,
sia per il Porto Akiris che per l’Hotel Thalas.
Per quanto indicato emergono diversi interventi del Ministero dello Sviluppo Economico
nel periodo in esame che va da settembre del 2006 al novembre del 2006, data nella quale
la Banca dà il suo parere favorevole, finalizzati proprio all’erogazione del suddetto parere
favorevole per la MARINAGRI.

396
Tali interventi sono da mettere in diretta correlazione anche con gli incontri intervenuti tra
il VITALE ed il Sottosegretario di Stato presso lo Stesso Ministero, Arch. BUBBICO,
nonché con l’On. MARIOTTI e lo stesso Ing. GOTI, finalizzati proprio alla risoluzione di
tali problematiche, come emerge dalla lettura delle e-mail.
Si evidenzia che il GOTI, direttore generale pro tempore dell’ufficio preposto alla gestione
del finanziamento della MARINAGRI, procedeva all’acquisto di un immobile all’interno
della MARINAGRI in un periodo temporale subito successivo ai fatti appena esposti.
Di seguito si riporta lo stralcio di un file rinvenuto sui PC sequestrati presso la segreteria
del Sottosegretario di Stato BUBBICO Filippo presso il Ministero dello Sviluppo
Economico di Roma, inerenti a segnalazioni ricevute dal predetto finalizzate a dirimere
varie problematiche; nel file in questione è indicata la data ed il numero del documento
inerente la segnalazione ricevuta, la provenienza della stessa, l’oggetto della richiesta, il
contatto e la risposta alla stessa fornita.
In particolare si evidenzia il documento n.107 del 21.12.2006 avente come oggetto “Proc.
Repubbl. Matera precese”, nonché le nn. 219, 220 e 221 del 4.5.2007 aventi ad oggetto
l’ospedale San Carlo, accanto alle quali, come risposta, viene indicato “no”. In merito si
segnala che il periodo in questione è quello direttamente successivo alle perquisizioni del
27.2.2007 nei confronti della dr.ssa GENOVESE e del dott. CANNIZZARO, Direttore
Generale del San Carlo, anche con riguardo alla vicenda collegata alla sua nomina
avvenuta dopo la richiesta di archiviazione da parte della dr.ssa GENOVESE di un
procedimento penale che vedeva tra gli indagati proprio lo stesso BUBBICO; da qui la
cautela adottata dallo stesso BUBBICO nella risposta negativa alla richiesta che
interessava il San Carlo.

Dai medesimi PC sequestrati a Filippo BUBBICO presso la segreteria del Ministero sono
emersi contatti intrattenuti con l’avv. PIGNATARi Angela, Cosimo GUIDA,
rappresentante legale della POLIDRICA S.c.a.r.l., l’ing. Michele VITA, segretario Generale
dell’ADB della Basilicata e Nicola MONTESANO, presidente del Consiglio Comunale di
Policoro, attualmente consigliere provinciale a Matera.

Si evidenziano due contatti intercorsi il primo alle ore 12.10.52 del 19.1.2007 in uscita
dall’utenza 3356883531 intestata all’ITTICA VALDAGRI ed in uso a VITALE Vincenzo
verso l’utenza n.3357713639 intestata ed in uso all’arch. Filippo BUBBICO, con durata pari
a 0 secondi; la seconda intercorsa alle ore 12.26.39 dello stesso giorno in uscita dall’utenza
n.3357040498, intestata alla MARINAGRI, verso l’utenza sopra indicata intestata ed in uso
a Filippo BUBBICO, della durata di 232 secondi: tali contatti sono da mettere in
correlazione con quanto indicato circa l’emissione del decreto di liquidazione della prima
quota di finanziamento avvenuta nella stessa data.
In data 19.01.2007 risultano essere stati emessi i seguenti decreti di liquidazione:
⇒ n.CP001677 del 19.01.2007, a favore della MARINAGRI
RESORT S.p.a., per le opere dell’HOTEL THALAS per €
2.546.816,66;
⇒ n.CP001678 del 19.01.2007, a favore della MARINAGRI
RESORT S.p.a. per € 2.778.180,00;
per un totale della prima tranche di finanziamento a favore della MARINAGRI RESORT
S.p.a pari ad € 5.324.996,66.

397
Nella stessa data (19.1.2007 ore 12.31.50, ovvero poco dopo il contatto con BUBBICO),
interviene contatto in uscita dall’utenza intestata all’Ittica Valdagri ed in uso al VITALE
Vincenzo ed in entrata sull’utenza dell’Ing. GOTI MAssimo, che riscontra quanto rilevato
dalla documentazione sequestrata, ed in particolare dall’e-mail del 18.1.2007 dell’avv.
Roberto LECCESE con la quale quest’ultimo sollecitava il VITALE Vincenzo a compulsare
il GOTI affinché intervenisse sul Ministro, per sbloccare l’erogazione del finanziamento.
Pertanto dall’esame dei tabulati di traffico telefonico in questione emerge un giro di
telefonate, tutte in uscita, da utenze riconducibili alla MARINAGRI ed in entrata prima
sull’utenza di BUBBICO Filippo e poi di GOTI Massimo, che confermano quanto
rappresentato circa l’interessamento dei due verso il finanziamento della MARINAGRI, a
favore della quale proprio in quel giorno verranno emessi i decreti di liquidazione della
prima tranche dei finanziamenti pubblici pari ad € 5.324.996,66.
In particolare contatti in periodi topici intervenuti tra il Sottosegretario di Stato, BUBBICO
Filippo ed i VITALE, in modo tale che il Sottosegretario, attraverso il GOTI, risolveva le
problematiche sorte per l’erogazione del finanziamento: il GOTI dava il via libera alla
banca convenzionata che il successivo 23.11.2006 dava il proprio parere favorevole come
segue: “con riferimento alla pregiata Vostra del 26.10.2006 (nota a firma dell’ing. GOTI con la
quale di fatto riteneva ammissibile la sostituzione delle modalità dell’apporto dei mezzi propri) nel
rilasciare con la presente il parere finalizzato all’erogazione della 1^ quota del contributo, dopo
aver eseguito le verifiche previste dal punto 5.5.1 del Contratto di Programma (apporto di
mezzi propri n.d.r.), si richiamano alla Vostra attenzione le modalità di quelle
puntualmente descritte al punto “D” della relazione tecnica che si allega…..omissis. Si
rilascia Parere Favorevole all’erogazione della 1^ quota di contributo previsto, salvo
vostre diverse determinazioni “.

Rilevante è anche il traffico telefonico intervenuto tra l’utenza telefonica intestata al


Ministero delle Attività Produttive ed in uso all’Ing. GOTI Massimo e l’utenza telefonica in
uso al Vincenzo VITALE. Tali contatti risultano rilevanti in quanto intervenuti in un
periodo nel quale il VITALE aveva richiesto l’intervento dell’arch. Filippo BUBBICO, al
fine di risolvere alcuni problemi sorti con l’istruttoria relativa ala pratica del
finanziamento relativa alla MARINAGRI. I contatti rilevati tra il VITALE Marco ed il
BUBBICO avvenivano nel settembre del 2006, con scambio anche di e-mail con le quali il
VITALE segnalava al BUBBICO le problematiche da risolvere che dovevano essere poste
all’attenzione del GOTI.

Rilevanti risultano anche i contatti telefonici intervenuti tra l’utenza n.3397514007 in uso al
dr. CHIECO e l’utenza in uso alla dr.ssa GENOVESE ed in particolare una lunga
telefonata (della durata di più di 20 minuti) intervenuta in data 26.2.2007 alle ore 10.23.07
in uscita dall’utenza in uso al dr. CHIECO ed in entrata su quella della dr.ssa GENOVESE;
in tale data veniva pubblicato sul Corriere della Sera un ampio articolo che riprendeva i
fatti oggetto delle indagini in corso, inclusa la vicenda relativa alla MARINAGRI ed
all’archiviazione delle indagini da parte della Procura di Matera; del resto in data
23.9.2005, giorno della richiesta di archiviazione del procedimento prima richiamato da
parte della Procura di Matera, interveniva contatto in uscita da utenza in uso al dr.
CHIECO ed in entrata su utenza in uso alla dr.ssa GENOVESE.

Con riferimento al ruolo svolto dal dr. CHIECO per la vicenda relativa alla MARINAGRI,
di interesse è anche il contatto intervenuto tra l’utenza fissa dell’ufficio del dr. CHIECO e
l’utenza intestata all’ITTICA VALDAGRI ed in uso a VITALE Vincenzo, in data 25.1.2007.

398
Si evidenzia che dal complessivo esame dei tabulati telefonici sono emersi significativi
contatti tra i vari sodali – soprattutto in periodi topici in cui si realizza il programma
criminoso – ad ulteriore evidenza del consolidamento del vincolo associativo.

VITALE Vincenzo, VITALE Marco, BUBBICO, LOPATRIELLO, GENTILI, con il ruolo di


organizzatori dell’associazione avendo, in particolare, la funzione di procedere alla
definizione delle modalità operative della realizzazione del programma criminoso messo
in atto da loro stessi e dagli altri associati.

In Potenza, Matera, Basilicata, Roma ed altre parti del territorio nazionale, dalla fine degli
anni ’90 con condotta in atto.

CHIECO, TUFANO, GENOVESE, CANNIZZARO, GENTILI, VITALE Vincenzo,


VITALE Marco, DE FILIPPO, BUBBICO, GOTI, SPITZ, PEPE, VICECONTE,
LOPATRIELLO, MONTESANO, VITA, MARIOTTI

c) in ordine al reato p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110 e 640 bis c.p. perché, con più condotte
esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro e quale esecuzione del
programma criminoso indicato al capo che precede, con le qualità indicate a capo b) ed il
MARIOTTI quale capo segreteria del Sottosegretario Filippo BUBBICO presso il Ministero
dello Sviluppo Economico, con gli artifici e raggiri analiticamente descritti nel capo prima
indicato, procuravano al “gruppo VITALE” ed alle società a loro riconducibili un ingiusto
profitto consistito nell’illecita ammissione al finanziamento pubblico, da parte del CIPE,
della somma complessiva di euro 25.849.000,00, di cui 10.649.993,32 già percepiti.

In Policoro, Matera, Potenza, Basilicata, Roma ed altre parti del territorio nazionale dalla
fine degli anni ’90 con condotta in atto

CHIECO, GENOVESE, CANNIZZARO, GENTILI, VITALE Vincenzo e VITALE Marco,

d) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110, 319, 319 ter e 321 cod. pen. perché, con più
condotte esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, quale
realizzazione del programma criminoso indicato ai capi a) e b), nelle qualità indicate ai
capi che precdedono e con le condotte analiticamente ivi indicate omettevano e/o
ritardavano atti d’ufficio e/o compivano atti contrari ai doveri di ufficio, il CHIECO quale
Procuratore Capo di Matera e la GENOVESE quale Sostituto Procuratore della Repubblica
DDA presso la Procura di Potenza, al fine di favorire nei procedimenti penali pendenti
presso la Procura della Repubblica di Matera e di Potenza la “famiglia VITALE” e di
danneggiare coloro i quali presentavano esposti e denunce nei confronti dei VITALE, delle
società a loro riconducibili e delle persone a loro collegate, oppure mettevano in atto
condotte tese a rendere in qualche modo difficile la realizzazione dei loro progetti
criminosi, il CANNIZZARO ed il GENTILI divenendo parte integrante del “gruppo
VITALE” attraverso l’investimento di somme di denaro e ricevendo, il GENTILI, quale
controprestazione delle sue illecite “coperture” quando era responsabile della sezione PG
Carabinieri presso la Procura della Repubblica di Potenza, un ruolo nell’amministrazione
e nella vigilanza della stessa società Marinagri.

399
In Policoro, Matera, Potenza, Basilicata, Roma ed altre parti del territorio nazionale dalla
fine degli anni ’90 con condotta in atto

VITALE Marco,

e) del delitto p. e p. dagli artt. 61 n. 2, 81 cpv. e 485 cod. pen. perché, nella qualità indicata
al capo b), al fine di realizzare il reato indicato al capo c), con più condotte esecutive di un
medesimo disegno criminoso, al fine di procurarsi un vantaggio consistito nell’ottenere il
finanziamento e nella realizzazione della struttura turistica indicata al capo b), falsificava
le certificazioni del 24.12.2003 e del 5.10.2005 circa la cantierabilità e la rispondenza delle
opere alla normativa urbanistica ed edilizia, nonché ai progetti esecutivi relativi all’Hotel
TALAS non essendo corrispondenti al vero in riferimento a quanto previsto nella
progettazione ammessa a finanziamento.
In Policoro ed altre parti della Basilicata dal 2003 al 2005

VITALE Marco, VITALE Vincenzo, LOPATRIELLO e VICECONTE

f) del delitto p. e p. dagli artt. 61 n. 2, 81 cpv., 110 e 479 cod. pen. perché, al fine di
realizzare il reato indicato a capo c), con più condotte esecutive di un medesimo disegno
criminoso, in concorso tra loro, nelle qualità indicate al capo b), il LOPATRIELLO ed il
VICECONTE quali pubblici ufficiali, attestavano falsamente, nella lettera inviata al
Ministero delle Attività Produttive, in data 14.1.2002, firmata congiuntamente da tutti, la
cantierabilità dell’opera indicata al capo b), nonostante fosse entrato in vigore, con effetto
immediato, il PAI della Regione Basilicata che dichiarava la zona di interesse a rischio
idrogeologico elevato, e quindi, inedificabile.
In Policoro ed altre parti della Basilicata nell’anno 2002

VITALE Marco, VITALE Vincenzo, PEPE, SPITZ

g) del delitto p. e p. dagli artt. 61 n. 2, 81 cpv., 110, 479 e 485 cod. pen. perché, al fine di
realizzare il reato indicato a capo c), con più condotte – analiticamente descritte al capo b) -
esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, nelle qualità indicate ai
capi che precedono, il PEPE e la SPITZ quali pubblici ufficiali, attestavano falsamente
all’ITTICA VALDAGRI SPA in proprietà i terreni di cui al foglio 4 particelle n. 5 e n. 9 del
Comune di Policoro e di cui al foglio 76 n. 186 e n. 260 del Comune di Scanzano Jonico,
certificando i VITALE la proprietà delle particelle in questione nei documenti che seguono,
ancor prima del decreto del 16.7.2003, con il quale, seppur illecitamente, veniva
riconosciuta loro la proprietà:
- nella documenatazione inviata per l’accesso alla contrattazione programmata nel
1997 e 1998, laddove certificano la proprietà delle particelle in questione anche in
atti inviati al Banco di Napoli, incaricato dell’istruttoria preliminare sui progetti
presentati;
- negli elaborati integrativi del P.P.E. di iniziativa comunale “Foce AGRI”, approvati
con delibera consiliare n. 39 del 16.11.1999, rispettivamente E9 ed E2; in queste
tavole relative alla individuazione dei comparti ed alla proprietà delle aree che li
costituiscono, la proprietà delle particelle n. 5 e 9 del foglio 4 di Policoro per i
comparti A, B viene attribuita alla MARINAGRI S.p.a.; si precisa che l’elaborato E2

400
viene anche inviato in allegato alla proposta di accesso alla contrattazione
programmata;
- nello schema di convenzione per l’attuazione del comparto B approvato con
delibera consiliare n. 25 del 28.6.2002 del Comune di Policoro dove risulta che la
MARINAGRI S.p.a. (soggetto attuatore) è proprietaria delle particelle 5 e 9 del
foglio 4 del Comune di Policoro;
- nello schema di convenzione per l’attuazione, ancora una volta, del comparto B
approvato con delibera consiliare n. 306 del 26.8.2002 del Comune di Policoro nella
quale la MARINAGRI S.p.a. dichiarava la proprietà delle particelle in questione,
dalle quali discendeva la sua qualità di soggetto attuatore;
- nelle convenzioni nr. 2562 e 2563 del 28.8.2002 relative alla realizzazione delle
Opere di Urbanizzazione del comparto “B” del P.P.E. Foce AGRI del solo Comune
di Policoro e tra i Comuni di Policoro e Scanzano Jonico, redatte entrambe in data
28.8.2002, si evinceva che il VITALE, già a suo tempo, dichiarava di essere
proprietario delle particelle 5 e 9 foglio 4 del Comune di Policoro e della particella
186 foglio 76 del Comune di Scanzano Jonico: tali convenzioni risultavano firmate
anche dall’Ing. VICECONTE Felice;
- nella documentazione costituente l’accesso alla contrattazione programmata,
dalla lettura dell’elenco delle particelle catastali, risulta che le particelle 5 e 9 del
foglio 4 del Comune di Policoro risultano indicate come di proprietà della
MARINAGRI;
- nella lettera prot. 4/2001 inviata dal presidente del CONSORZIO COSTA D’ORO,
Ing. Marco VITALE, al Servizio per la Programmazione Negoziata nella quale si
ribadisce che “tutti gli interventi previsti dalla MARINAGRI nell’ambito della proposta di
contratto di programma ricadono su terreni di proprietà della MARINAGRI o della ITTICA
VALDAGRI”; inoltre, dalla lettura di questa ulteriore documentazione si evince che
la proprietà delle particelle 5 e 9 del foglio 4 del Comune di Policoro viene attribuita
alla MARINAGRI S.p.a., così come per la prima volta compare che la proprietà
della particella 186 del foglio 76 del Comune di Scanzano Jonico vengono
indebitamente attribuite sia al Demanio dello Stato che all’ITTICA VALDAGRI.
- il VICECONTE certificava il possesso dei requisiti necessari al fine
dell’ottenimento dei titoli autorizzativi ed in particolare la rispondenza alla
normativa urbanistica.
In Policoro, Matera, Basilicata e Roma dalla fine degli anni ’90 al 2003

CHIECO, GENTILI, VITALE Vincenzo, VITALE Marco, DE FILIPPO, BUBBICO,


GOTI, SPITZ, PEPE, VICECONTE, LOPATRIELLO, MONTESANO, VITA,

h) del delitto p. e p. dagli artt. 61 n. 2, 81 cpv., 110 e 434 cod. pen. perché, al fine di
realizzare il delitto indicato al capo c), con più condotte esecutive di un medesimo
disegno criminoso, in concorso tra loro, nelle qualità indicate ai capi che precedono,
con le condotte analiticamente descritte al capo b), commettevano, nel consentire la
realizzazione dell’opera indicata sino al momento dei sequestri effettuati dalla
Procura della Repubblica di Catanzaro, prima nel 2007 e, successivamente, nel
2008, fatti diretti a cagionare un disastro consistito nel permettere concretamente e
con elevato rischio l’esondazione del Fiume Agri in maniera tale da provocare
un’inondazione (anche via mare) in grado di travolgere abitazioni, barche,
automezzi e tutte le persone presenti nell’area, con pericolo enorme per
l’incolumità pubblica.

401
In Policoro, Matera, Potenza, Basilicata e Roma dalla fine degli anni ’90 con
condotta in atto.

VITALE Marco, VITALE Vincenzo, DE FILIPPO, BUBBICO, VICECONTE,


LOPATRIELLO, MONTESANO, PEPE e VITA,

i) del reato p. e p. dagli artt. 61 n. 2, 81 cpv., 110 cod. pen., 44 e ss. DPR 380/2001
perché, al fine di realizzare il reato indicato al capo c), con più condotte esecutive di
un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, nelle qualità indicate ai capi
che precedono, realizzavano, in assenza di permesso di costruire o in presenza di
titoli concessori illeciti e, quindi, da ritenersi inesistenti (quanto meno dal 28.5.2004
in quanto emessi nonostante l’area fosse a grave rischio idrogeologico e, quindi,
inedificabile secondo quanto previsto dal P.A.I. Basilicata), le strutture
analiticamente descritte al capo b), con riferimento in particolare ai seguenti
provvedimenti:
1. Permesso di costruire n. 169 del 13.12.2005 del Comune di Policoro;
2. Permesso di costruire n. 4 del 04.01.2006 del Comune di Policoro;
3. Permesso di costruire n. 26 del 09.03.2006 del Comune di Policoro;
4. Permesso di costruire n. 69 del 28.06.2006 del Comune di Policoro;
5. Permesso di costruire n. 73 del 04.07.2006 del Comune di Policoro;
6. Permesso di costruire n. 105 del 21.08.2006 del Comune di Policoro.
7. D.I.A. assunta al numero di protocollo 14492 del Comune di Policoro, in data
31.05.2006;
8. D.I.A. assunta al numero di protocollo 24735 del Comune di Policoro, in data
27.09.2006;
9. D.I.A. assunta al numero di protocollo 1179 del Comune di Policoro, in data
15.01.2007;
10. D.I.A. assunta al numero di protocollo 1519 del Comune di Policoro, in data
18.01.2007;
11. D.I.A. assunta al numero di protocollo 14744 del Comune di Policoro, in data
03.07.2007, con accluse nota n. 17209 del 02.08.2007 dell’Ufficio Tecnico
Comunale, con la quale si ordina di non eseguire l’opera e successive note
integrative della D.I.A. assunte al numero di protocollo 14991 del Comune di
Policoro, in data 05.07.2007 e al numero di protocollo 17898 del Comune di
Policoro, in data 10.08.2007;
12. D.I.A. assunta al numero di protocollo 15922 del Comune di Policoro, in data
16.07.2007, con accluse nota n. 18201 del 16.08.2007 dell’Ufficio Tecnico
Comunale, con la quale si ordina di non eseguire l’opera e successiva nota
integrativa della D.I.A. assunta al numero di protocollo 23588 del Comune di
Policoro, in data 12.10.2007;
13. D.I.A. assunta al numero di protocollo 17897 del Comune di Policoro, in data
10.08.2007, con accluse nota n. 21789 del 20.09.2007 dell’Ufficio Tecnico
Comunale, con la quale si ordina di non eseguire l’opera e successive note
integrative della D.I.A. assunte al numero di protocollo 23259 del Comune di
Policoro, in data 09.10.2007 e al numero di protocollo 25418 del Comune di
Policoro, in data 07.11.2007;
14. D.I.A. assunta al numero di protocollo 20280 del Comune di Policoro, in data
07.09.2007, con accluse note integrative della D.I.A. assunte al numero di

402
protocollo 20966 del Comune di Policoro, in data 12.09.2007 e al numero di
protocollo 23590 del Comune di Policoro, in data 12.10.2007;
15. D.I.A. assunta al numero di protocollo 20287 del Comune di Policoro, in data
07.09.2007, con accluse nota n. 23287 del 10.10.2007 dell’Ufficio Tecnico
Comunale, con la quale si ordina di non eseguire l’opera e successiva nota
integrativa della D.I.A. assunta al numero di protocollo 23587 del Comune di
Policoro, in data 12.10.2007;
16. D.I.A. assunta al numero di protocollo 21115 del Comune di Policoro, in data
13.09.2007, con acclusa nota n. 23936 del 17.10.2007 dell’Ufficio Tecnico
Comunale, con la quale si ordina di non eseguire l’opera;
17. D.I.A. assunta al numero di protocollo 26796 del Comune di Policoro, in data
27.11.2007;
18. D.I.A. assunta al numero di protocollo 1665 del Comune di Policoro, in data
23.01.2008;
19. D.I.A. assunta al numero di protocollo 5619 del Comune di Policoro, in data
04.03.2008, con acclusa nota n. 7589 del 28.03.2008 dell’Ufficio Tecnico
Comunale, con la quale si ordina di non eseguire l’opera;
20. D.I.A. assunta al numero di protocollo 5622 del Comune di Policoro, in data
04.03.2008;
21. D.I.A. assunta al numero di protocollo 5720 del Comune di Policoro, in data
05.03.2008, con acclusa nota n. 7592 del 28.03.2008 dell’Ufficio Tecnico
Comunale, con la quale si ordina di non eseguire l’opera;
22. D.I.A. assunta al numero di protocollo 7514 del Comune di Policoro, in data
27.03.2008;
23. D.I.A. assunta al numero di protocollo 8455 del Comune di Policoro, in data
09.04.2008.
I seguenti atti venivano messi in atto dal pubblico ufficiale Felice VICECONTE:
- Permesso di costruire n. 169 del 13.12.2005 del Comune di Policoro;
- Permesso di costruire n. 4 del 04.01.2006 del Comune di Policoro;
- Permesso di costruire n. 26 del 09.03.2006 del Comune di Policoro;
- Permesso di costruire n. 69 del 28.06.2006 del Comune di Policoro;
- Permesso di costruire n. 73 del 04.07.2006 del Comune di Policoro;
- Permesso di costruire n. 105 del 21.08.2006 del Comune di Policoro.

In Policoro, Matera e Potenza dal 2003 con condotta in atto

VITALE Vincenzo e VITALE Marco, BUBBICO, GOTI, LOPATRIELLO,


MONTESANO, VITA

l) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110, 319 e 321 cod. pen. perché, con più condotte
esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, nelle qualità indicate ai
capi che precedono, per gli associati quale realizzazione del programma criminoso
indicato al capo b), tutti pubblici ufficiali tranne i VITALE, per compiere atti contrari ai
doveri di ufficio consistiti nel rilasciare atti, certificazioni, titoli abilitativi, finanziamenti –
così come analiticamente specificato nel capo b) – in favore del “gruppo VITALE”,
ricevevano utilità varie ed in particolare:
- il GOTI interveniva al fine di dirimere, dal settembre 2006 al gennaio 2007 (data nella
quale di fatto si sbloccano i fondi poi erogati alla Marinagri nel febbario del 2007) le
problematiche in cui si era imbattuta la società, segnalate dalla Banca che procedeva

403
all’istruttoria della pratica e relative all’apporto di capitale proprio, alla cessione dei rami
d’azienda e quant’altro indicato al capo b), ricevendo, a condizioni di favore, la vendita di
una unità abitativa – della quale non risulta nemmeno l’avvenuto pagamento – all’interno
del centro turistico in fase di realizzazione;
- il MONTESANO interveniva sul Presidente della Giunta Regionale Vito DE FILIPPO per
risolvere le problematiche sorte a seguito di problemi sollevati dal Soprintendente, il quale
aveva intenzione di esprimersi negativamente su una richiesta di autorizzazione fatta
dalla società Marinagri, ricevendo quale controprestazione illecita appalti all’interno della
Marinagri per diverse cventinaia di migliaia di euro, nonchè acquirente, sempre a
condizioni di favore, attraverso la societa’ Sogemont (prima denominata Eurosaldature),
di un immobile all’interno della stessa Marinagri. DE FILIPPO il quale assume un ruolo
servente non solo intervenendo sul Sovrintendente MAURANO, ma attraverso
l’approvazione della delibera 196/2005 che sblocca l’empasse in cui si trovava la
Marinagri a seguito della sentenza di annullamento del Tar (confermata dal Consiglio di
Stato) della delibera 299/01 di attuazione del PAI, eludendo la sentenza e favorendo il
“gruppo VITALE”;
- il BUBBICO quale prezzo del mercimonio delle sue funzioni, come sopra già descritto, sia
nelle vesti di Presidente della Giunta della Regione Basilicata che di Sottosegretario allo
Sviluppo Economico (quale esponente apicale del partito dei democratici di sinistra in
Basilicata), otteneneva dai VITALE bonifici in denaro – anche attraverso il partito – e
lavori presso i cantieri attraverso la società POLIDRICA comunque a lui ed alla sua
famiglia riconducibile;
- il VITA interviene per favorire il “gruppo VITALE” con riferimento al PAI, espressione
di nomina fiduciaria da parte del Presidente della Regione, il quale decide anche il suo
rendimento ogni anno assegnando un bonus in base al punteggio relativo ai risultati
raggiunti, avendo il contratto in scadenza al giugno del 2007 nel periodo in cui si
dovevano compiere gli ultimi atti in favore della Marinagri (controprestazione ricevuta
rappresentata dal rinnovo dell’incarico e dal bonus economico ricevuto per la valutazione
postiva che gli viene fatta avendo assunto un ruolo servente nei confronti degli interessi
della Marinagri);
- il LOPATRIELLO quale controprestazione del fatto di aver rilasciato atti autorizzatori
illegittimi ed anche falsi, ottinene, sempre a condizioni favorevoli, una villetta all’interno
del complesso turistico Marinagri.
In Policoro, Matera, Potenza, Basilicata, Roma ed altre parti del territorio nazionale dal
2000 con condotta in atto.

TUFANO, CHIECO

m) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110 e 326 cod. pen. perché, con più condotte
esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, il TUFANO quale
Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Potenza ed il CHIECO quale
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Matera, quali pubblici ufficiali,
violando i doveri inerenti alle loro funzioni che impongono il segreto sulle notizie nella
loro disponibilità per ragioni d’ufficio e, comunque, abusando delle loro qualità così come
specificato anche ai capi a) e b), rilevavano notizie di ufficio che dovevano rimanere
segrete, ed in particolare, il TUFANO ricevute le segnalazioni della persona offesa ZITO
Michele Francesco contro il dr. CHIECO le trasmetteva a quest’ultimo, evidenziandosi che

404
con nota n. 1263 RIS del 21.7.2005, redatta in risposta alla nota 5236 del 6.7.2005 della
Procura Generale di Potenza, il CHIECO comunicava:
“Con riferimento alla nota indicata in oggetto, nel prendere atto delle gravissime quanto assurde ed
ingiustificate accuse mosse dallo Zito,in ordine alle quali mi riservo ogni azione,anche la più
incisiva a tutela della mia onorabilità, mi pregio comunicare all’E.V. che non posso non riportarmi
alle mie numerose precedenti risposte sul medesimo tema del procedimento penale già iscritto il n.
3847/03/21 PM Matera.
Contrariamente a quanto calunniosamente affermato dallo Zito, tutte le istanze e memorie da lui
prodotte,ancorché il più delle volte pletoriche,pleonastiche e ripetitive di analoghe esposizioni
precedenti, sono state sempre prese in considerazione con la massima attenzione, e si sono tradotte,
laddove ovviamente ne siano state ritenute meritevoli, in conseguenti iscrizioni sui registri affari
penali.
……………………………omissis”.
La nota cui si fa riferimento è quella a firma dello ZITO, datata 5.7.2005, indirizzata al
Procuratore Generale, dr. Vincenzo TUFANO, poi da quest’ultimo trasmessa al dr.
CHIECO, con la quale lo stesso segnalava quanto segue:
“Con nota del 5/10/2004, il sig.Procuratore della Repubblica di Matera Dott. Giuseppe Chieco,
accogliendo gli stimoli dell’E.V. comunicava, tra l’altro a V.E. “Si è tempestivamente provveduto al
necessario aggiornamento delle iscrizioni nel registro Mod.21 nei termini di cui all’allegato A,
operativo dal 18 giugno 2004 non appaiono necessari ulteriori atti di indagine, ed il procedimento
penale relativo è prossimo alla definizione.
Alla luce delle assicurazioni fornite all’E.V. dal Dott. Chieco, con provvedimento del 12/10/2004,
comunicato al sottoscritto il successivo 27/IO, V.E. disponeva “non farsi luogo ad avocazione”.
Successivamente al 27/10/2004, il sottoscritto ha presentato all’E.V. nuove istanze relative a
denunce presentate alla Procura di Matera tramite il Nucleo della Guardia di Finanza dal
29/10/2003 al 16 Marzo 2004, tutte non prese in alcun conto dal Sig. Procuratore Dott. Chieco.
A seguito di tali denunce, in data 19/5/2005 notificato al sottoscritto il 7/6/2005 l’E.V. rinnovava il
“non luogo a procedere” in quanto il Dott. Chieco Procuratore della Repubblica di Matera con nota
prot.930 ris, in data 17/5/2005 comunicava all’E.V.” di aver provveduto a nuova iscrizione a
mod.21 per fatti (risultanti dalla suddetta istanza dello Zito) distinti da quelli oggetto dei
procedimenti n°779/05-21 e 780/05-21 sorti da stralci dall’originario procedimento n. 3847/03-21.
Dai documenti ricevuti dal sottoscritto in data 29/6/05 si rileva purtroppo che il sig. Procuratore
della Repubblica di Matera, dott. Chieco ha comunicato all’E.V. dati non corrispondenti al vero in
modo da indurre V.E. al rigetto dell’avocazione dal sottoscritto richiesta.
Con successive denunce del 10/6/2005 e 30/6/2005 il sottoscritto ha segnalato alla Procura della
Repubblica di Catanzaro il comportamento del Sig. Procuratore della Repubblica di Matera: Dott.
Chieco, intravedendo in detti comportamenti ipotesi di reato: falso in atti, abuso d’ufficio, violazione
degli obblighi derivanti dall’art.335 cpp e collegati, false dichiarazioni rese al sig. Procuratore
Generale per indurlo al “non luogo a procedere ulteriormente”, frode processuale.
Simili circostanze,allorquando accertate dimostrerebbero, a parere del sottoscritto, la copertura di
“Azioni Criminose” commesse da un sodalizio già sottoposto ad indagini per “Associazione per
delinquere, truffa, appropriazione indebita a falso interno bancario (Il quotidiano del 12/4/05).
”Presumibilmente tutt’ora perdurante il reato di associazione per delinquere” in particolare per la
Banca Popolare del Materano permettendo a quest’ultima di continuare ad agire in dispregio delle
leggi dello Stato, annullando ogni possibilità finanziaria del sottoscritto favorendo comportamenti
“forse mafiosi” che mortificano gli interessi del sottoscritto, con gravissimi danni per tutta la sua
famiglia.
La la Banca Popolare del Materano nell’assemblea per il bilancio al 31/12/2004, tenutasi il
25/4/2005, ha subito passivamente queste accuse rivolte all’intero consiglio di Amministrazione.

405
Nessuno ha replicato, nessuno ha detto almeno una parola, tutti sono probabilmente certi che “si
risolverà in una bolla di sapone” perché i protagonisti, probabilmente, sono abituati a vivere in
maniera viscida, tranquilli e protetti.
Detto istituto di credito ed il sodalizio cui facevo cenno, dal 2000 hanno messo in atto ogni genere di
vigliaccheria per annullare ogni possibilità di reazione ed esistenza del sottoscritto, il sodalizio
continua indisturbato a rovinarmi.
In questi ultimi giorni ho ricevuto dal Banco di Napoli una diffida con invito a pagare le rate di
mutuo sulla casa che mi son fatta con tanti sacrifici. Il “gruppo di malaffare” questi problemi non li
vive, continua a delinquere impunemente.
Alla Procura di Catanzaro il sottoscritto ha chiesto di accertare le ipotesi di reato sopra riportate ed
ha chiesto altresì la punizione di quanti fossero resi responsabili degli stessi.
All’E.V. il sottoscritto si pregia sottoporre la istanza di avocazione affinché possa essere troncato un
agire che genera artefatti e voluti ritardi per pervenire a facili “decorrenze dei termini” un agire che
fornisce copertura ad “Azioni Criminose” che impediscono l’applicazione della Giustizia
mortificando i diritti dei “non protetti”.
In Potenza e Matera nell’anno 2005

CHIECO

n) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv. e 326 cod. pen. perché, con più condotte esecutive di
un medesimo disegno criminoso, quale Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di
Matera e, quindi, pubblico ufficiale, violando i doveri inerenti alle sue funzioni che
impongono il divieto di circolazione di notizie non divulgabili, ed abusando, comunque,
della sua qualità, così come analiticamente specificato nei capi a) e b), rilevava notizie di
ufficio che dovevano rimanere segrete, ed in particolare forniva informazioni riguardanti
il procedimento penale n. 2070/03 mod. 21 R.G.N.R. Procura della Repubblica di Matera,
avente ad oggetto fatti che coinvolgevano la la Banca Popolare del Materano, agli avvocati
difensori dello stesso istituto di credito che le avevano richieste, attraverso strumentale
corrispondenza ufficiale agli atti dello stesso procedimento penale. Ed in particolare,
- con fax del 22.11.2004 l’avv. Luca SIROTTI, nell’interesse
della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, chiedeva al dr. CHIECO la
desegretazione, ex art. 329 c.p.p., degli atti del procedimento n. 2070/03, mod.21
nella parte di interesse per l’Istituto di Credito rappresentato, in quanto lo stesso
intendeva svolgere una verifica interna attraverso i propri organi di controllo
sull’operato del CdA della società controllata (Banca Popolare del Materano),
ovvero in subordine comunicare l’elenco delle operazioni bancarie su cui si stava
appuntando l’attenzione delle magistratura inquirente;
- con nota del 2.12.2004, l’avv. SIROTTI delegava al ritiro del
provvedimento deciso dal dr. CHIECO, a seguito della sua istanza del 22.11.2004,
il dr. Massimo MANCINI, dirigente della Banca Popolare dell’Emilia Romagna;
- con provvedimento del 2.12.2004, il dr. CHIECO, esaminata
la richiesta dell’Avv. SIROTTI del 22.11.2004, ritenuto che la medesima appariva
meritevole di accoglimento, ricorrendo nella specie l’ipotesi di cui all’art.329
c.p.p., “in quanto una desecretazione sia pure parziale in favore della sola Banca Popolare
dell’Emilia Romagna consentendo ad essa l’espletamento di una indagine amministrativa
interna, può di fatto agevolare lo svolgimento delle indagini penali che questo Ufficio
conduce…” comunicava l’elenco completo delle operazioni bancarie sulle quali si
stava indagando con l’indicazione esatta dei soggetti coinvolti nelle stesse;

406
- con memoria nell’interesse della Banca Popolare dell’Emilia
Romagna del 17.1.2005, l’avv. SIROTTI chiedeva l’archiviazione per i componenti
del Cda della Banca Popolare del Materano delle loro posizioni.
Alla data della richiesta dell’Avv. SIROTTI il CdA della Banca Popolare del
Materano, il cui presidente era CARUSO Attilio, risultava indagato nell’ambito del
proc. pen. nr. 2070/03, mod.21 e tra gli indagati vi era anche il dr. Guido LEONI
della Banca Popolare dell’Emilia Romagna.
In Matera tra la fine del 2004 e gli inizi del 2005

CHIECO

o) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv. e 319 ter cod. pen. perché, con più condotte
esecutive di un medesimo disegno criminoso, in qualità di Procuratore della Repubblica
presso il Tribunale di Matera e, quindi, pubblico ufficiale, nello svolgimento delle sue
funzioni, per omettere o comunque ritardare atti del suo ufficio, e per aver compiuto e per
compiere atti contrari ai doveri di ufficio, omettendo di astenersi in presenza di un
interesse proprio, con le condotte analiticamente descritte ai capi a) e b), intenzionalmente
arrecava un danno ingiusto a ZITO Francesco Michele, procurando anche un vantaggio di
natura patrimoniale alla Banca Popolare del Materano ed a persone che, comunque, la
rappresentavano, ed in particolare non procedeva ad istruire i procedimenti penali con
riferimento a fatti segnalati dalla persona offesa ZITO, non porcedeva ad iscrivere soggetti
segnalati negli esposti/denunce presentati dal medesimo, non si asteneva, in particolare,
nei procedimenti penali nei quali era indagato CASTELLANO Govanni e coinvolta la
Banca Popolare del Materano (prsona ed istituto di credito per i quali il CHIECO aveva
interessi anche di tipo affaristico) e riceveva, quale controprestazione della gestione illecita
dei procedimenti penali che riguardavano la Banca Popolare del Materano, utilità
consistita nell’acquisto di una villetta a Castellaneta Marina da una società riconducibile
alla famiglia DE GENNARO, con la quale il Castellano era in affari per essere soci nella
societa’ Borgo Venusio.
Ed in particolare attraverso la “gestione” illecita, da parte del dr. CHIECO, del proc. pen.
nr. 2070/01 R.G.N.R. Procura della Repubblica di Matera, nel quale era stata coinvolta, tra
gli altri, la dr.ssa GRANESE, in quanto beneficiaria di un mutuo erogato senza le dovute
garanzie, ed emergendo rapporti tra il dr. CHIECO e l’Avv. BUCCICO, componente del
Consiglio Superiore della Magistratura, nonché tra il primo ed esponenti di primo piano
della Banca Popolare del Materano i cui interessi erano anche curati dallo studio legale
BUCCICO.
Il CHIECO ha assunto un comportamento di inerzia con riferimento alle denunce
presentate dallo ZITO, non esercitando l’obbligatoria azione penale nei confronti delle
persone segnalate dalla persona offesa che hanno, in tal modo, reiterato le loro condotte
conducendolo al “collasso” economico e provocandogli un gravissimo stress fisico.
Il CHIECO non procedeva alla completa.
Ed in particolare condotte realizzatesi nell’ambito dei sotto indicati procedimenti penali:
- P.P. 3847/03, R.G.N.R., mod.21, che dagli atti risulta il primo
procedimento penale iscritto a seguito della denuncia presentata in data 23.7.2003,
per il quale il dr. CHIECO operava i seguenti stralci, a seguito dei quali univa la
parte residuale del procedimento al P.P.2070/03, mod.21 (riguardante la Banca
Popolare del Materrano):

407
o P.P. 779/05, mod.21, trasmesso per competenza territoriale in
data 15.3.2005 alla Procura della Repubblica di Taranto;
o P.P. 780/05, mod.21, inerente le condotte segnalate a carico di
CASTELLANO, GUZZI e VIZZIELLO per i fatti inerenti la gestione della
GENERAL CAR, per il quale il dr. CHIECO, in data 15.03.2005, aveva
chiesto l’archiviazione al G.I.P., poi respinta da quest’ultimo in data
16.6.2006;
- P.P. 2070/03, mod.21, sorto a seguito di denuncia presentata in data
3.7.2003, da tale Salvatore DEL PRETE, nel quale risulta indagato Castellano
Giovanni + 34 (indagine riguardante la Banca Popolare del Materano, che vede tra
gli indagati anche CARUSO Attilio);
- P.P. 3343/05, mod.21, che vede quali indagati CASTELLANO
Giovanni + 8,
- P.P. 1473/05, R.G.N.R., mod.21, a carico di VIZZIELLO, liquidatore
della GENERAL CAR;
- P.P. 2266/05 R.G.N.R., mod.21;
- P.P. 2277/05 R.G.N.R., mod.21 a carico di Dramisino Augusta.

Tutti i procedimenti indicati erano assegnati e/o definiti dal dr. Giuseppe CHIECO
fino al 15.12.2006, data dalla quale gli stessi, a seguito di astensione accolta dal
Procuratore Generale di Portenza venivano rassegnati (nel pieno svolgimento
dell’inchiesta cd. Toghe Lucane da parte della Procura della Repubblica di
Catanzaro). In particolare, il n. 2070/03, 21, il n. 780/05, 21 ed il n. 3343/05, 21,
affidati alla dr.ssa CAZZETTA.
Emerge, quindi, che:
- in data 23.7.2003 lo ZITO presentava denuncia, integrata con atti
successivi;
- a seguito di tale denuncia veniva iscritto il P.P.3847/03, mod.21;
- nel settembre del 2004, dicembre del 2004, giugno del 2005, luglio del
2005, novembre 2005, dicembre del 2005 e maggio del 2006, lo ZITO Michele
Francesco, formulava diverse istanze di avocazione delle indagini e/o di
sollecito delle indagini al Procuratore Generale di Potenza;
- con le note del 5.10.2004 e del 22.12.2004, a seguito di istanza di
avocazione avanzata dallo ZITO al Procuratore Generale, il dr. CHIECO su
richiesta di questi, prima in data 05.10.2004 rispondeva che “….Si è
tempestivamente provveduto al necessario aggiornamento delle iscrizioni sul registro
modello 21 …………omissis…..non appaiono necessari ulteriori atti di indagini, ed
il procedimento penale relativo è prossimo alla definizione” e poi in data
22.12.2004 “…Con riferimento alle note indicate in oggetto, che si intendono qui
integralmente richiamate, mi pregio di comunicare all’E.V. che le indagini
preliminari afferenti al procedimento penale n.3847/03, mod.21 R.N.R. Procura
Matera sono ormai ultimate…” . Senza però che a tali comunicazioni
seguissero gli atti di definizione relativi fino al 15.3.2005. Laddove, come
emerge dalla certificazione sopra esaminata, emessa a seguito di richiesta
dello ZITO, nella stessa data (15.3.2005) appaiono essere stati eseguiti diversi
stralci relativi al procedimento penale in questione, dei quali uno inviato a
Taranto (P.P.779/05, mod.21), un altro inviato al GIP con richiesta di
archiviazione (P.P. 780/05, mod.21) e la restante parte del procedimento
unita al P.P.2070/03. A seguito della richiesta di archiviazione formulata dal

408
dr. CHIECO relativamente al P.P.780/05 per difetto di querela, il GIP, come
indicato, ne disponeva il rigetto in quanto la motivazione era insussistente e
disponeva l’accertamento dei fatti reato segnalati dallo ZITO;
- inoltre, con nota n.1263/RIS del 21.7.2005, il dr. CHIECO, a seguito
della nota 5236 del 6.7.2005 della Procura Generale con la quale era stato
trasmesso un esposto dello ZITO, scriveva: “….Con riferimento alla nota
indicata in oggetto, nel prendere atto delle gravissime quanto assurde ed
ingiustificate accuse mosse dallo Zito, in ordine alle quali mi riservo ogni
azione,anche la più incisiva a tutela della mia onorabilità, mi pregio comunicare
all’E.V. che non posso non riportarmi alle mie numerose precedenti risposte sul
medesimo tema del procedimento penale già iscritto il n. 3847/03/21 PM Matera.
Contrariamente a quanto calunniosamente affermato dallo Zito….”.
- per quanto indicato, si rileva, in particolare:
o che con la nota 5236 del 6.7.2005, il dr. TUFANO,
Procuratore Generale, avrebbe inviato un esposto con il quale lo ZITO
rilevava comportamenti illeciti del dott. CHIECO ““….Con riferimento alla
nota indicata in oggetto, nel prendere atto delle gravissime quanto assurde ed
ingiustificate accuse mosse dallo Zito…..”;
o che per via di quanto denunciato dallo ZITO contro
il dr. CHIECO, lo stesso si riservava “…..ogni azione,anche la più incisiva a
tutela della mia onorabilità…”;
o che il dr. CHIECO rilevava la calunniosità di quanto
denunciato dallo ZITO.

Da quanto appena indicato, emerge che nonostante tali circostanze, né il dr.


CHIECO, fino alla data del 15.12.2006 si è mai astenuto, né il dr. TUFANO ha mai
adottato un provvedimento di avocazione nei confronti del medesimo, più volte
richiesto dallo ZITO, questo per l’evidente volontà del Procuratore della Repubblica
di Matera di continuare a gestire i suoi procedimenti penali avendo, quindi, la
possibilità di danneggiarlo direttamente favorendo i beneficiari delle sue condotte
illecite.
Nei confronti di CASTELLANO Giovanni risultavano iscritti vari procedimenti
penali, tra i quali alcuni istruiti dal dr. CHIECO fino al 15.12.2006, data dalla quale
lo stesso se ne spogliava a seguito di richiesta di astensione:
- 2070/03 mod.21 per i reati di cui agli art.640 c.p. ed altro, per il quale
risultava fissata udienza preliminare per il 29.4.2008;
- 2181/04 mod.21 per il reato di cui al D.P.R. 462/2001, archiviato il 29.3.2005;
- 779/05 mod.21 per i reati di cui agli artt. 479, 482 c.p., trasmesso per
competenza al PM di Taranto;
- 780/05 mod.21 per il reato di cui all’art. 2621 c.c. ed altro ancora nella fase
delle indagini;
- 3343/05 mod.21 per il reato di cui agli artt. 646 ed altro, nella fase delle
indagini.
Nei confronti di DEGENNARO Daniele Giulio e DEGENNARO Giovanni,
risultavano iscritti diversi procedimenti penali, dei quali nessuno istruito dal dr.
CHIECO, risultati tutti archiviati o con richiesta di archiviazione in corso; per il
DEGENNARO Daniele Giulio tutti i procedimenti penali risultano archiviati o con
richiesta di archiviazione pendente, in un periodo compreso tra il 30.11.2005 ed il
6.6.2007.

409
L’acquisto dell’immobile da parte del dott. CHIECO sarebbe intervenuto in una
data successiva al 3 maggio 2006.
In Matera, Potenza ed altre parti della Basilicata dal 2003 con condotta in atto.

TUFANO, BONOMI, FASANO, MAURO, GENOVESE

p) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110, 323 e 326 cod. pen. perché, con più condotte
esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, il TUFANO quale
Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Potenza, il BONOMI quale Sostituto
Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Potenza, la FASANO quale Dirigente
della Squadra Mobile della Questura di Potenza, il MAURO quale Questore di Potenza e
la GENOVESE quale Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Procura della
Repubblica di Potenza, pubblici ufficiali, violando i doveri inrenti alle loro funzioni ed al
loro servizio e, comunque, abusando delle loro qualità, con le condotte anche
analiticamente descritte al capo a), rilevavano notizie di ufficio che dovevano rimanere
segrete, in particolare al fine di tenere costantemente aggiornati anche gli altri sodali
indicati al capo a), si rilevava la nomina di un gruppo interforze (del quale faceva parte il
vice-commissario della Polizia di Stato MENNUTI) che si sarebbe dovuto occupare della
riapertura delle indagini sull’”omicidio Lanera”, avvenuto in data 9.5.2007, notizia che
sarebbe dovuta rimanere segreta e che viene, invece, prima propalata dal TUFANO
(unitamente al BONOMI) e, poi, dalla stessa FASANO a due persone, una delle quali un
uomo non identificato, l’altro Leopoldo Quinto, ex dirigente della Squadra Mobile di
Potenza (segrete dovendo essere sia la notizia della riapertura delle indagini che quella
della creazione di un pool di lavoro), nonché omettendo di astenersi in presenza di un
interesse proprio, in quanto interessati dalle investigazioni svolte, intenzionalmente
arrecavano un danno ingiusto agli appartenenti alla Polizia di Stato MENNUTI e di
TOLLA ed al dr. MONTEMURRO e al dr. WOODCOCK in quanto producevano attività
finalizzata ad ostacolare le indagini preliminari da loro compiute, nonché imbastendo
pretestuose iniziative disciplinari e, comunque, sanzionatorie nei confronti dei predetti
appartnenenti alla Polizia di Stato che avevano il solo torto di condurre indagini non
“gradite” con delga di magistrati “non graditi”.
A tal proposito si riportano le seguenti conversazioni intercettate:

DATA E ORA: 10/05/2007 21:44:03

NUMERO_CHIAMANTE : 3281508556
NUMERO_CHIAMATO : 3475780410

LEGENDA: FASANO (F)


UOMO (U)

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
U:Pronto...
F:grande capo cosa farai(fonetico)...
……………………………………..omissis……………………………………….
U:che mi dici, che c'è che succede in quella latitudine...
F:...(inc.)... mamma mia, in quella latitudine, di tutto di più ma ormai, conoscendo il
Questore lo placco su tutto... ma è un pazzo scatenato, sai che ha fatto?

410
U:Uhm...
F: l'ultima, ieri è stato convocato da TUFANO, il Procuratore Generale...
U:ah ah...
F:per l'omicidio LANERA, volevano organizzare una TASK-FORCE per mettere
...(inc.)...
U:per riapertura...
F:bravo. Chi da lui come nome di investigatore?
U:Mennu...
F:ovviamente... senza dire niente a Guglielmo...
U:ma proposto da chi?
F:da lui, insieme ad uno dei Carabinieri e uno della Finanza...
U:Uhm...
F: da ...(inc.)...
U:o Dio, è un sistema per levarselo dai coglioni per qualche...
F:buona parte te lo levi...

La propalazione di notizie coperte da segreto consente anche alla dr.ssa FASANO (moglie
del deputato MARGIOTTA, in forza al partito democratico) di mettere in atto delle
condotte anche su persone sottoposte alla sua gerrarchia e tali da ostacolare l’attività del
Mennuti.

DATA E ORA: 10/05/2007 21:44:03


NUMERO_CHIAMANTE : 3281508556
NUMERO_CHIAMATO : 3475780410

LEGENDA: FASANO (F)


UOMO (U)
F:senza però dire niente eh, come se niente fosse
U:Uhm...
F:che cosa fa, io c'ho le famose sfighe, quelle ispettrici che lavorano sul caso
"CLAPS"...
U:si...
F:a cui io ho fatto interessare per le misure patrimoniali, insomma, io ho messo, gli
ho fatto mettere sotto dei telefoni buoni, che mi interessano sul vulture - Melfese...
U:oh... oh...
F:allora cosa gli dico, dico guardate secondo me, questo paraculo cercherà di farvi
ahm... di portarvi a Mennuti, io so sicura, no facevano le ragazze, ma non è
poissibile, noi facciamo tutt'altra attività, ho detto ma io dico
U:che poi, una delle due è l'amante diabolica di uno no di un Delfino, o sbaglio?
F:eh... eh... non ci sta, quella mo torna perchè ha avuto un bambino...
U:ah...
F:torna a settembre...
U:ah...
F:sono due ispettrici più quella, quella torna a settembre...
U:uhm...
F:e proprio il diabolico che è Viggiano, lo vedevo l'altro giorno che attaccava i
telefoni a queste qua, tant'è...
U:uhm...

411
F:che io mi sono incazzata, ho detto scusate, ma che ci azzecca questo con i telefoni,
li abbiamo fatti come S.C.O., dovete farli come S.C.O....
U:ah...
F: e che faceva no ma noi ce lo siamo trovati casualmente... ma che casualemnete,
secondo me qua è tutta una manovra...
U:uh uh uh...
F:però voi gli dovete dire tutto, io lo so che il capo vi dirà, come al solito, non dite
niente, vio è una cosa riservata...
U:uh...
F:ma a me, se non mi dite qualche cosa, vi caccio a calci in culo dalla Squadra
Mobile, gliel'ho proprio detto...
U:uh uh si...
F:insomma, stasera, ci chiama il Questore e non ci mette a conoscenza, fra l'altro
presente io, del piano diabolico, se escono cose importanti su Melfi, voi dovete
avere referente, si la Squadra Mobile, però è Mennuti si occupa di sta cosa,
appena esce qualcosa dovete avvertire lui...
U:uhm...l
F:quelle, quelle mi guardavano per dire, ma questa come ha fatto a capire, ho detto
e che io purtroppo non sono nata ieri, poi, gli ho fatto ma poi noi abbiamo problemi
coi telefoni, e io vi ho messo a disposizione Viggiano, al chè mi guardano dico
manco...
U:per cui era già tutto preparato...
F:era tutto preparato... questi dice ma signor Questore lei non ha detto niente, ah è
vero l'ho detto a Mennuti di mettervelo a disposizione... madonna mia...
U:e tu?
F:E io zitta, facevo va bè eh... non vi preoccupate procederemo, non ho detto a,
perchè tu lo sai, se lo contraddici ti caccia...
U:uh uh uh...
F:al chè, le ragazze, quando sono uscite, ma lei come ha fatto a prevedere tutto, ho
detto, io ormai, a pensare male, si fa peccato ma s'azzecca, io l'ho capito questo che
voleva fare tutto ciò, non mi so opposta perchè altrimenti quello mi avrebbe
cacciato, perchè quelllo lo sai com'è se ti metti di traverso...
U:uhm...
F:l'importante che tutto quello che succede, voi prima lo dite a me, io poi lo dico a
Mennuti, ma dato che io so già daccordo con Basentini che poteva uscire qualcosa
del genere, figurati se io la regalo a quello, io avverto il magistrato perchè io...
………………………….omissis………………

Trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza


telefonica numero 328.1508556 in uso a FASANO Luisa ed in entrata sull’utenza
telefonica numero 349.2855062 in uso a ANDREA (persona di sesso maschile da
identificare) avvenuta in data 10.05.2007 alle ore 21:07 progressivo nr. 295, RIT
94/2007.

LEGENDA
FASANO Luisa: FASANO
ANDREA ( persona di sesso maschile da identificare): ANDREA

412
INIZIO TRASCRIZIONE
ANDREA: pronto!
FASANO: Andrew! Come stai?
ANDREA: tutto bene! Oggi al lavoro!
FASANO: come ti senti?
ANDREA: eh?
FASANO: come ti senti?
ANDREA: benino, benino!
OMISSIS (dal minuto 21:07:44 al minuto gli interlocutori conversano di
condizioni di salute. Non attinente)
ANDREA: tu come stai?
FASANO: eh! Stavo dal Questore che io combatto le mie battaglie che puoi immaginare.
ANDREA: io, lo sai, che ti sono vicino.
FASANO: lo so tesoro!Oggi avevo sgamato una cosa incredibile! Io ormai, guarda, come
lo conosco a memoria quell'uomo che è proprio, è proprio malato!
ANDREA: uhm!
FASANO: e ormai, entrando nella sua mente malata, riesco a prevenire le mosse...
ANDREA: sei uno spettacolo!
FASANO: ed infatti. Oggi, mi sò chiamata quelle sceme, Piarulli e Iandolo...
ANDREA. ah sì.
FASANO: perchè ho detto: "Scusate, ma io ho visto che i vostri telefoni sò partiti con
l'ausilio di Viggiano. Ma a voi chi vi ha autorizzato a chiamà a Viggiano?
ANDREA: ah, proprio?
FASANO: ah,ah!Eh! "No,ma noi, casualmente si sò incontrati coi tecnici..." Ma che stai a
dì, casualmente! Me le sò magnate!Al che ho detto: "Guardate. Io credo nella vostra buona
fede perchè siete fesse" L'ho proprio detto.
ANDREA:(ndr: incomprensibile)
FASANO: Ho detto. "Ma non nella buona fede degli altri. Vi dico una cosa: se voi
mi fate qualcosa e non me la dite...Perchè il capo vi dice. Il capo sono io!
ANDREA: è chiaro!
FASANO: e rispondete a me! Io vi voglio dire che se io sono ancora qua è perchè il
capo non è tanto forte da mandarmi via!
ANDREA: e brava!
FASANO: io sono l'ufficiale di PG, più alto,che avete, in grado, in tutta la
Regione...
ANDREA: in Regione, infatti! Brava!
FASANO:perchè sono distrettuale!
ANDREA: eh sì,sì!
FASANO: e lui non è ufficiale di PG e non comanda un cazzo! Se voi fate qualcosa
e io non lo so, io vi caccio fuori a calci!
ANDREA: brava!
FASANO:cominciamo a stabilì le regole! Queste, morte!Zitte!Dice:"Ma no!Ma non è
vero! Noi non sappiamo niente!" Ho detto: "Quello, il Questore, vuole fare entrare in
questa indagine Mennuti. Io vi dico che ci sarà Mennuti come referente..." " Ma
non è possibile!" Ho detto: "Io ve lo dico!"Ho detto: "Diceva zio Giulio che a pensare male
fai peccato, ma c'azzecchi!Vogliamo vedere?" "No, ma lei si fidi! Si fidi di noi!" Vabbuò!
A voi non v'ha chiamato e v'ha detto 'ste cose? No! Va bè! Sera ci chiama e ci dice: "Ma,
Viggiano, vi sta dando una mano sui telefoni ?" "Ma noi l'abbiamo incontrato
casualmente!" Casualmente? "Io ho detto a Santimone ...No! L'ho detto a lei, dottoressa,

413
di Viggiano..." Io: "No!". "A Santimone...ma no! L'ho detto a Mennuti..." A Mennuti?
Gli dava una mano e poi, ovviamente, se escono alcuni riscontri, io ho delegato Mennuti,
quindi poi voi avvertite la Mobile, ma poi lo deve seguire Mennuti..." Quelle mi
guardavano con due occhi così! Per dire: ma questa come faceva a sapè tutte queste cose?
ANDREA: e vai!
FASANO: e faceva la Piarulli: "Ma dica qualcosa, dica qualcosa!" Quando siamo uscite,
ho detto:"Ma che devo dire Anna Marì?Se io, in questo momento dico: no. Devo fare io.
Me lo metto contro! Quello mi caccia! Io invece, nel momento in cui ha detto queste cose
davanti a me, voi le cose prima le dite a me, poi verimmo! Ma l'importante è che ci sono io.
Io stamattina ero incazzata come una bestia perchè ero convinta che queste cose che
stamattina ha detto davanti a me le avesse dette a voi senza di me. Nel momento in cui le
dice davanti a me, io tengo già il gioco in mano! Non è un problema!L'importante è che io
lo so!"
ANDREA: è chiaro
FASANO: ha detto: "Ma come faceva a sapere chi avrebbe messo ?"Eh! Ho detto: "è una
storia lunga, voi, non avete idea!Siete sceme"
ANDREA:eh!
FASANO:ma era chiaro! E Viggiano, nelle scale, che intercetta i tecnici dell'Innova
System!Ma per favore che era tutto preordinato !
ANDREA:è chiaro!
FASANO:e quelle che non avevano capito niente! Perchè credo alla loro buona fede per
quanto sono sceme. Non ti dico, guarda, come mi sono divertita! Oggi sono uscita alle otto
e mezza che ridevo da sola. Dicevo: ma sò diventata peggio di lui!
ANDREA:eh,eh,eh,ehe
FASANO:cioè, ormai,ragiono come lui.Fortunatamente solo in quelle cose
ANDREA:e lo so!
FASANO:perchè se no mi verrebbe da piangere ad essere così cattiva, così
arzigogolata rispetto alla linearità delle cose. Mi sta creando una Mobile nella
Mobile, hai capì?
ANDREA:ma tu sei serena?
FASANO:c'ha il gruppo Di Tolla, che è autonomo, di fatto. Avallato da lui.
ANDREA:e certo. Mò c'è questo altro gruppo....
FASANO:poi queste due. Poi Mennuti referente della Digos che c'azzecca?! Nun se
sa! E noi siamo qua! L'importante è che io prevengo.Però, capisci che porcata?
ANDREA:e lo so, lo so!
FASANO: ma se ne deve solo andare, Andrè.
ANDREA:mannaggia! Ah, se non se ne va presto!
FASANO:se ne deve solo andare.
ANDREA:ma si sa qualcosa questo qua?
FASANO:no!
ANDREA:speriamo presto, guarda! Allucinante, comunque.
FASANO:allucinante, allucinante, Andrè! Io mò sto uscendo!
OMISSIS (dal minuto 21:12:14 al minuto 21:12:35 conversazione in ambientale tra
la FASANO e bambino.Non attinente)
FASANO: e insomma!
ANDREA: è allucinante, però!
FASANO:allucinante, Andrea. Allucinante!
ANDREA: speriamo che se ne va presto, guarda!Te lo auguro con tutto il cuore!

414
FASANO:no, ma io stamattina, come una belva! Infatti, loro: "Ma voi, non credevate alla
nostra buona fede?" Ho detto: "No,sceme! Io ci credevo a tutta la vostra buona fede. Tant'è
che stamattina, io ieri sera ho avuto vari imput. Ho detto, premesso che, mentre mi faceva
queste porcate mi invitava a pranzo. Ho detto forse voi non avete capito il gioco
sottilissimo che c'è tra me e il Questore a chi è più tosto!
ANDREA:eh infatti!
FASANO:perchè mentre lui mi faceva la porcata, io stavo a fare la splendida vicino a lui a
pranzo! Ho detto: io faccio una botta e una botta.Cioè, qua non avete ancora capito niente.
Due cretine come siete!Eh! Ho detto: voi non sapete che cosa c'è dietro tutte le cose,mentre
io, sì!Eh! E' questa la differenza tra me e voi! Voi continuate, continuate! E vedremo come
finirà con questo soggetto! Vedremo! A chi è veramente più duro di cuore!
ANDREA:è chiaro.
FASANO:ma proprio duro di cuore. Ho detto: basta non contraddirlo perché se tu lo
contraddici, quello ti mette fuori la porta e tu non saprai più niente! E invece il problema è
questo! Quando io ieri facendo due più due quattro ho temuto che il colloquio che c'è stato
stasera fosse stato anticipato solo a voi, io v'ho chiamato subito! Sceme!
ANDREA:è chiaro!
FASANO:mica ho sospettato e non ho detto niente! Io ho sospettato e vi ho convocato!
Immediatamente,le ho viste oggi alle otto e un quarto, immediatamente nel mio ufficio.
ANDREA:è chiaro, è chiaro!
FASANO:e me le so magnate! Ho detto: questo dimostra: uno che io sono una persona
leale
ANDREA:hai fatto bene
FASANO:e che se c'ho un dubbio, te lo spiattello subito, non è che ci sto a pensà sopra!
Cioè, io il dubbio me lo tolgo subito.
ANDREA:e lo so! Ma...
FASANO:cioè, lo sai come sono?A me, m'avesse fatto 'sta cosa, cioè, non è che mi faccio
prima i film, ti accuso e poi te lo chiedo! Io te lo chiedo subito!
ANDREA: e infatti! Quello che ( incomprensibile) così ti tolgo subito davanti!
FASANO:esattamente! Non mi faccio le seghe mentali!
ANDREA: (incomprensibile) io ti conosco come sei.
FASANO: appunto!Quindi sai bene.Ho detto: io mi so tolta il dubbio. Voi siete scese dalle
nuvole,come volevasi dimostrare quello che io vi ho anticipato ieri,dice stasera, quelle mi
guardavano sconvolte e io stavo serafica. E la Piarulli: "Ma qualcosa la doveva dire!" E
che cosa ?Per essere cacciata? Tu dici sempre sì,sì.Con lui devi dì sempre sì,sì. Buon viso a
cattivo gioco.
ANDREA: è chiaro.E lo so! E lo so.E' dura.E' dura. Dai.Speriamo in bene.Porca miseria!
FASANO:mò l'importante è che stai bene tu!
ANDREA: no, io....è importante che stai bene te. Anche quello è importantissimo.Non è
importante, è importantissimo.
FASANO:ah! Di capa! (ride)
ANDREA: va bè, va! Speriamo,dai! Speriamo che se ne vada presto, però che sta
(incomprensibile)
FASANO:quando mi hai chiamato, stavo dal Questore perchè è cominciato alle sei e ho
finito alle otto e mezzo.
ANDREA: no, ma figurati!Cioè, anzi io ho chiamato, ho detto magari ti disturbo tanto so
che mi chiudi se disturbo.
FASANO:eh, no, infatti, lo sai.
ANDREA: tanto non c'è nessun problema.

415
FASANO:e pi ti richiamo!
ANDREA: e lo so,lo so, lo so.
FASANO:insomma.Un baccio, bello,ci sentiamo domani!
ANDREA: forza, eh!
FASANO:ciao, caro!
ANDREA:a domani. Un bacione, ciao.
FASANO: un bacione. Ciao.

Da file rinvenuto sul PC dell’Ufficio del Procuratore Generale TUFANO,


sequestrato il 7.6.2007, relativo ad una riunione che si teneva presso gli uffici della
Procura Generale di Potenza il 9.5.2007, si riscontrava quanto emerso dall’esame
delle conversazioni telefoniche intercettate tra la dr.ssa FASANO e vari soggetti,
relativamente alla vicenda che vedeva coinvolto l’Ispettore della Polizia di Stato
MENNUTI. In particolare, si evidenzia il contenuto di una conversazione telefonica
intercettata tra la dr.ssa FASANO ed il dr. BONOMI, già la sera del 9.5.2007 (stesso
giorno in cui si era svolta la riunione) laddove la FASANO fa già esplicito
riferimento alla nomina del MENNUTI discutendo con il dr. BONOMI, nonché con
un uomo non identificato avvenuta in data 10.5.2007 (giorno successivo alla data
del verbale relativo ad una riunione tenutasi presso l’ufficio del dr. TUFANO e nel
corso della quale il Questore MAURO aveva proposto il MENNUTI per il gruppo
di lavoro che doveva lavorare a Melfi sull’omicidio “LANERA”) e di un ulteriore
conversazione tra la stessa FASANO e l’ex dirigente della Squadra Mobile di
Potenza, Leopoldo Quinto, in data 25.5.2007. Dall’esame della suddetta
conversazione emerge anche il ruolo del Questore MAURO il quale avalla, sino ad
certo punto, il progetto del dr. TUFANO teso a contrastare ed ostacolare l’operato
del dr. WOODCOCK e degli appartnenti alla Polizia di Stato MENNUTI e DI
TOLLA.
Dalla stessa nota rinvenuta emerge riscontro anche a quanto emerso da altra
conversazione nel corso della quale la dr.ssa FASANO riferisce al suo interlocutore
che …a lei viene detto tutto…… ; infatti la stessa riferisce della scelta ricaduta sul
MENNUTI il giorno dopo la riunione presso la Procura Generale. A tale riunione,
oltre al Questore MAURO, che lei dice che non gli aveva comunicato tale scelta
erano presenti il dr. TUFANO ed il dr. BONOMI. In merito a tale ultima
circostanza si evidenziano i frequenti contatti telefonici ed incontri emersi tra la
dr.ssa FASANO ed il dr. BONOMI. La conversazione è la seguente:
………………………….omissis………………………….
F:si-si-si-si... cioè, quello va da TUFANO e non mi dice che ci va, non mi dice cosa
fa, poi, si metta bella e venga a pranzo con me... e io, buon viso e cattivo gioco,
tanto gia sapevo tutto dal Procuratore Generale, però, per dirti cioè eh eh piglio e
vado, come se niente fosse, ho detto ormai, buon viso e cattivo gioco... che devi fa?
Se gli dici qualcosa quello ti caccia non è che... cioè, se ti metti di traverso è la fine, a
me conviene se-sapere tuttoquello che succede, per cui dico si si e poi faccio come
dico io...
……………………….…………………….omissis………………………..………………
……….
F:cioè è una cosa guarda ed io ci sto sempre, che poi la mia forza è quella,tutto mi
viene riferito, tutto vedo, tutto incastro...

416
………………………….omissis………………………….

La dr.ssa GENOVESE, a seguito dell’udienza presso il Tribunale di Catanzaro del


24.6.2005, nel corso della quale il Ten. .Col. CC ROTONDI ed il Brig. CC LAVECCHIA,
avevano riferito di un complotto ordito dalla Squadra Mobile di Potenza (cui all’epoca
faceva parte il MENNUTI) che si era occupata delle indagini sull’omicidio GIANFREDI
– SANTARSIERO e della scomparsa di Elisa CLAPS, e da magistrati in servizio presso
la Procura di Potenza (dr. MONTEMURRO e dr. GALANTE) consegnava i verbali di
udienza sia al Questore MAURO che al Procuratore Generale dr. TUFANO, i quali
provvedevano, rispettivamente, al trasferimento del MENNUTI e dei componenti la
Squadra Mobile della Questura di Potenza ed alla segnalazione agli organi disciplinari
competenti.
Il complotto al quale hanno fatto riferimento il Lavecchia ed il Rotondi (quest’ultimo
legato al dr. TUFANO, come emerge anche dall’analisi della rubrica sequestrata al
Procuratore Generale di Potenza) appare destituito di fondamento. Si evidenziano
anche i collegamenti emersi tra il Lavecchia e la dr.ssa GENOVESE come riferiti dalla
persona offesa don Marcello COZZI, ed altresì dal dr. GALANTE: A.D.R. E’ a mia
conoscenza che i rapporti tra il Brig. LA VECCHIA dei Carabinieri e la d.ssa GENOVESE sono
ottimi. Non sono a conoscenza di rapporti tra la stessa ed il Col. ROTONDI, anche perché lo
stesso è stato una meteora presso il Comando Provinciale dei CC di Potenza.
In merito al Lavecchia il dr. MONTEMURRO riferiva:
“…….OMISSIS. Il complotto, quello vero, invece, emerge dalle vicende di questi giorni,
atteso che il Lavecchia Domenico oltre ad aver dichiarato il falso al Tribunale di Catanzaro a
compendio di una incredibile quanto inquietante testimonianza per la quale si era preparato
con premeditazione e con atti acquisiti attraverso chissà quale fonti, risulta particolarmente
impegnato ed interessato a condurre attività “investigative” extraterritoriali.
A questo va aggiunto inoltre che il citato Lavecchia Domenico di recente si è reso
responsabile di reiterate pressioni sul conto di Don Marcello Cozzi ( responsabile del centro
anti-usura e presidente del C.E.S.T.R.I.M), perché rivelasse a lui i contenuti dei colloqui
avuti dallo stesso nel carcere di Paliano con il Cappiello Gennaro e ancora perché rivelasse in
quale contesto inserire le nuove iniziative “giudiziarie” della famiglia Claps presso la
Procura di Salerno……….OMISSIS”.
Si evidenziano, altresì, i contatti emersi tra il Ten.Col Rotondi ed altri soggetti sodali,
tra cui il BARBIERI.

Con riferimento alla vicenda avente ad oggetto l’attività di ostacolo nei confronti di
PACE e MENNUTI si evidenzia il fatto, segnalato dal dr. MONTEMURRO, relativo al
“ritiro” della richiesta di intercettazioni telefoniche a carico del MARTINELLI Marco,
soggetto “vicino” sia al dott. CANNIZZARO, che alla dr.ssa GENOVESE, nell’ambito
delle indagini sul gravissimo episodio relativo alla scomparsa di Elisa CLAPS.
MARTINELLI che venne in qualche modo coinvolto nelle indagini relative
all’omicidio GIANFREDI – SANTARSIERO, relativamente ad un episodio di
estorsione ai danni suoi e del figlio DONATO, da parte di CAPPIELLO Gennaro, a
seguito del quale gli stessi avrebbero richiesto l’intervento, attraverso il
CANNIZZARO, del GIANFREDI.
Riscontrata è, quindi, l’opreazione, ideata ed eseguita attraverso i vertici della Questura
di Potenza e della Procura Generale di Potenza, di rendere poco efficace il gruppo di
lavoro che stava espletando ed era in grasdo di espletare (possedendo una certa

417
memoria storica dei fatti) indagini molto rilevanti in riferimento a gravi fatti delittuosi
intervenuti nel distretto di Corte d’Appello di Potenza, sotto la direzione di valenti
magistrati in servizio alla Procura della Repubblica di Potenza. A tale proposito si
evidenzia anche il contenuto di conversazione telefonica in cui uno degli interlocutori è
la dr.ssa FASANO:
………………………………………………..omissis………………………………………
……………….
F:(risata) TLC... no, ma infatti, cioè tu pensa che ha detto al Procuratore Generale,
ma mi metto... metto MENNUTI in questo gruppo, così me lo levo davanti, ma
perchè, tu, tu Questore c'hai il problema ...
U:noh...
F:di toglierti davanti un ispettore...
U:mamma mia...
F:ma mo lo metto al TLC e te lo levi davanti...
U:che figura (fonetico) ma che ne pensa...
F:ma a chi prendi in giro...
U:TUFANO di lui?
F:eh... lo odia ormai al Questore, lo sai, ha detto è troppo falso, è troppo
indivago...
U:eh...
F:doveva andare a depositare eh... deporre a Catanzaro, su certi fatti contro
Woodcock e anche contro Di Tolla, si è negato tutto, cioè dopo che ha detto che
avrebbe fatto delle cose, se l'è negate tutte, ovviamente il Procuratore lo sa, tant'è
che certe cose sono state pure archiviate...
U:uhm...
F:allora dice, scusa, ma che stiamo facendo il gioco dei bambini, cioè se tu ti uh,
uh.. mantieni una posizione...
U:...(inc.)...
F:ci avviamo, altrimenti... non ci avviamo proprio... lo... non lo stimano proprio
più...
U:ma è in sella... in sella forte TUFANO o anche lui sta tremando? ...(inc.)...
F:TUFANO per ora sta tranquillo insomma...
U:ah...
F:, è abbastanza intoccabile diciamo... e fa il bello e il cattivo tempo...
U:uh...
F:eh...
U:si?
F: E mo lo odia, non credo che verrà forse manco alla festa della Polizia, pensa
te...
U:no eh?
F:Perchè no, perchè ha perso ogni stima proprio...
U:eh ma quello va bene così...
F:eh, eh...
U:marca una differenza no?
F:Si! una volta, due e tre e poi alla fine... si so rotti, perchè si è visto che è uno che
dice una cosa e poi ne fa un'altra, eh cioè è proprio strano eh...
……………………………..omissis……………………………………………………….

418
Inoltre, la dr.ssa FASANO si duole con il suo interlocutore del fatto che il
MENNUTTI sia stato, dopo il suo iniziale allontanamento a seguito della consegna
dei verbali di udienza di Catanzaro al Questore ed al Procuratore Generale da parte
della dr.ssa GENOVESE, riabilitato dallo stesso Questore MAURO. Tale
comportamento, a dire della stessa, aveva molto contrariato il dr. TUFANO, che a
suo dire “….lo odia…”. La stessa inoltre precisa al suo interlocutore quanto segue:
U:cioè voglio dire, la battaglia di due anni si risolve... si risolve insomma con ah
ritorniamo a a due anni e mezzo fa...
F:eh si...
U:con tutti i casini...
F:si eh...
U:questo è stato male, è stato assente, l'ha preso per il culo...
………………………………………………..omissis………………………………………
……………….
F:Quello è bravo, il problema è che quello è bravo, quindi figurati non è... però
cacchio a prevedè... cioè questo lo cacci dalla porta e rientra dalla finestra non ci
sta ...(inc.)...
U:si va bè però, quello sarà diabolico però è questo che...
F:il Questore è tremendo...
U:è una banderuola no eh eh voglio dì...
F:è tremendo, è tremendo guarda, ormai io lo riesco a prevedere ma...
U:no no... non c'è più niente fìda fare no ma non c'è più niente da fà allora...
F:è assurdo, se ne deve solo andare...
U:allora eh... evitiamo pure di discuterne perchè a sto punto questo...
F:infatti io per questo oggi non ho detto niente que... dice bè... ...(inc.)...
U:a sto punto voglio dire non non si salva allora...
F:premiato (fonetico), gli ha ridato il telefonino di servizio...
……………………………………..omissis…………………………………………………
Si evidenzia, nuovamente, che dalle intercettazioni telefoniche emerge un rapporto
stretto tra la FASANO e BONOMI, che la chiama molto spesso e la convoca presso
il suo ufficio; si fa riferimento alla tesi del complotto portata avanti dalla
GENOVESE, che l’avrebbe anche riferita al CSM, fornendo un collegamento con
quanto indicato dal brig. LAVECCHIA e dal Ten.Col. ROTONDI, che sostengono la
stessa tesi; risulta la circostanza, riferita dalla stessa FASANO, secondo la quale “a
lei viene riferito tutto” e che della vicenda di MENNUTI anche se il Questore non le
aveva detto niente “lei lo aveva saputo dal dott. TUFANO”.
In merito si riporta lo stralcio della conversazione di interesse:
……………………………………………….omissis……………………………………….
F:si-si-si-si... cioè, quello va da TUFANO e non mi dice che ci va, non mi dice
cosa fa, poi, si metta bella e venga a pranzo con me... e io, buon viso e cattivo
gioco, tanto gia sapevo tutto dal Procuratore Generale, però, per dirti cioè eh eh
piglio e vado, come se niente fosse, ho detto ormai, buon viso e cattivo gioco...
che devi fa? Se gli dici qualcosa quello ti caccia non è che... cioè, se ti metti di
traverso è la fine, a me conviene se-sapere tuttoquello che succede, per cui dico si
si e poi faccio come dico io...
……………………………………………….omissis……………………………………….
F:cioè è una cosa guarda ed io ci sto sempre, che poi la mia forza è quella,tutto mi
viene riferito, tutto vedo, tutto incastro...
……………………………………………….omissis……………………………………….

419
Dalla medesima conversazione emerge l’interesse della dr.ssa FASANO per la
posizione del dr. MONTEMURRO per il quale lei si attende il trasferimento.
……………………………………………….omissis……………………………………….
F:ah... a Mennuti, e bisogna vedere perchè nel frattempo è stato ahm... la
GENOVESE è stata mandata via, mo aspettiamo che vada via Mennuti ehm che
vada via MONTEMURRO...
U:sii?
F:E vediamo lui come va eh... perchè la GENOVESE ha fatto accuse pesantissime
contro Mennuti... quindi mo bisogna vedè...
U:chi?
F:La GENOVESE...
U:si eh?
F:ha parlatoproprio di complotto ordito contro di loro con falsi con cose insomma
gravi eh... eh...
U:eh ma eh eh... l'ha detto?
F:e va bè che è andata via lei... si si a verbale proprio... anche al C.S.M. ...(inc.)...
U:ma a chi al C.S.M.?
F:si si... si... ...(inc.)...
U:e ma quello mica viene... viene partecipato...
F:eh... purtroppop è uscito, lo sai che è uscito tutto... non ti dico...
U:uh uh...
F:le porcherie... sono usciti i verbali del C.S.M.(fonetico)
U: e lui di questo che dice?
F:no ..(inc.)...
U:l'ha scaricata(fonetico) lei la lui la GENOVESE...
F:si si si si si...
U:l'ha detto(fonetico)
……………………………………………….omissis……………………………………….

Sempre con riferimento al progetto di depotenziamento della Squadra Mobile della


Questura di Potenza che era impegnata nelle indagini più delicate, attraverso
l’allontanamneto tra i più valorosi ufficiali di polizia giudiziaria, riferiva Pasquale
DI TOLLA, anche al fine di delineare meglio l’operazione messa in atto per
ostacolare le indagini del Sostituto Procuratore della Repubblica dr. WOODCOCK,
colpendo il personale dallo stesso delegato (Magg. SENATORE ed Ag. DE FELICE
della Polizia Municipale, oltre allo stesso DI TOLLA):
………………………OMISSIS…………………….
ADR: Nel mese di luglio dello scorso anno venne nella sala Intercettazioni la segretaria del
Procuratore Capo, dott. Galante, la quale mi invitò a fare pulizia all’interno dei predetti
locali in quanto da lì a poco altre forze di polizia dovevano iniziare attività tecniche. Voglio
precisare che l’accumulo di materiale da risulta raccolto in due anni di attività d’indagine
nella predetta sala ascolto (giornali, riviste, copie studio, accertamenti internet errori stampa
e quant’altro) era stato accumulato da circa 20 operatori che in tale periodo avevano prestato
servizio presso la suddetta sala intercettazioni. Detto materiale fu raccolto e inserito in due
buste grandi di colore nero ed in alcuni faldoni dove sul frontespizio vi era scritto
“P.P.648/2005”. Telefonai io stessi all’Ing. Ascoli del comune di Potenza al quale chiesi la
disponibilità di triturare detto materiale di risulta al fine di riciclare la predetta carta e lui
acconsentì a tale mia richiesta. Chiesi all’agente Grassi di chiedere la disponibilità di un
Fiorino alla Polizia Stradale, al fine di trasportare il suddetto materiale presso la discarica

420
comunale e dopo aver avuto l’autorizzazione fu caricato detto materiale di risulta nel
Fiorino. Il giorno successivo l’agente Grassi, nella tarda mattinata, mi portò a conoscenza
che il giorno prima mentre scendeva il predetto materiale, caricandolo nell’ascensore, un
signore distinto, gli aveva chiesto notizie di questi faldoni ed il Grassi senza chiedere chi
fosse gli aveva risposto che era carta straccia che stava portando su mia disposizione presso
la discarica comunale. All’uscita del Tribunale i Carabinieri che prestavano servizio alla
porta, salutarono detta persona con l’appellativo “Eccellenza”. Successivamente l’impiegato
dell’istituto di vigilanza “La Ronda” chiese all’agente Grassi che cosa era successo perché
l’autista del Procuratore Generale aveva chiesto, se non ricordo male, le sue generalità. Mi
portò a conoscenza anche del fatto che la d.ssa Fasano, mio dirigente, aveva chiesto al Grassi
notizie del predetto materiale. Pertanto decisi di telefonate alla d.ssa Fasano e chiedere
spiegazioni su quello che l’agente Grassi mi aveva riferito. La d.ssa Fasano mi disse che
stava effettuando un controllo del materiale che era stato portato in discarica perché gli era
stato riferito che si stavano distruggendo dei faldoni della Procura. Io risposi che si trattava
di spazzatura e che la distruzione riguardava materiale di risulta non faldoni contenenti atti
processuali della Procura, in quanto se così fosse stato, ciò sarebbe stato un reato. Di
rimando la d.ssa Fasano mi rispose che questo lo dicevo io e che a lei le era stato riferito
diversamente da altre persone. La stessa mi chiese il motivo per il quale non avevo chiesto
l’ordine a lei di buttare il materiale presso la discarica. Io le risposi che per buttare la
spazzatura non c’era bisogno di alcun ordine e che comunque avevo agito su richiesta del
Procuratore Capo. Nello stesso pomeriggio l’agente scelto Grassi mi portò a conoscenza che
dovevo andare in Questura in quanto la d.ssa Fasano doveva escuterci a sommarie
informazioni entrambi. Ivi giunto dopo l’escussione dell’agente Grassi entrai nella stanza
della d.ssa Fasano che nell’occorso era coadiuvata dall’isp. capo Brucella, la quale mi portò a
conoscenza che dovevo rendere dichiarazioni in merito all’accaduto. Io risposi che volevo
sapere a che titolo dovevo rendere tali dichiarazioni, visto che la stessa per telefono mi aveva
detto che avevo distrutto faldoni della Procura, e che pertanto era nei miei diritti farmi
assistere da un legale, se ero sentito come indagato. La stessa rispose che ero solo persona
informata sui fatti. A detta affermazione risposi che avrei redatto apposita annotazione. Alla
fine della verbalizzazione, la stessa ci portò a conoscenza che i verbali delle nostre
dichiarazioni li avrebbe portati lei stessa direttamente al Procuratore Generale.
Di questo fatto il Questore mi ha contestato sanzione disciplinare che poi è stata
archiviata. Preciso a tal proposito che il materiale di risulta in questione non
venne distrutto a mezzo tritura carta della discarica, in quanto era
momentaneamente rotto e che pertanto fu distrutto sotto i rulli dei trattori. Di
quanto verbalizzato ho redatto annotazione di servizio indirizzata al Procuratore Capo, dott.
Galante.
…………………………………………..OMISSIS…………………………………

A tal fine si evidenziano anche i contatti numerosi intercorsi, in data 6.7.2006, tra le utenze
in uso al Questore MAURO e quelle in uso al dr. TUFANO. Tali contatti riscontrano la
vicenda relativa alla distruzione di alcune cartacce accumulatesi presso la Sala CIT della
Procura di Potenza, che ha visto coinvolto l’ispettore DI TOLLA, il quale veniva
sottoposto, strumentalmente, a procedimento disciplinare, poi archiviato, da parte dello
stesso Questore per via di una segnalazione fatta allo stesso dal dr. TUFANO.
La dr.ssa FASANO nel corso di conversazioni telefoniche intercettate fa anche riferimento
al DI TOLLA stretto collaboratore in delicate indagini di polizia giudiziaria del dr.
WOODCOCK:

421
……………………………………………….omissis……………………………………….
F:No! E' assurdo, infatti mi diceva pure il mio vicario, diceva guarda ormai tu hai
la polizia privata nella polizia, una Squadra Mobile in cui c'hai Di
Tolla(fonetico) incontrollabile(fonetico) difficile da controllare, perchè
comunque lui gli dà carta bianca... perchè il Questore...
U:ah...
F:dà carta bianca a Di Tolla(fonetico) poi ti piazza Mennuti, poi ti piglia queste
due e io c'ho la polizia nella polizia...
……………………………………………….omissis……………………………………….

Con riferimento alla vicenda che aveva interessato il DI TOLLA, dal carteggio
acquisito emergeva una relazione redatta da un collega del Di Tolla, incaricato da
quest’ultimo di portare al macero la carta, dalla quale si evince quanto segue:
Relazione di servizio redatta in data 06/07/2006 dall’agente scelto della polizia di stato
GRASSI Aldo.
“Il sottoscritto Agente Scelto della Polizia di Stato Grassi Aldo, aggregato presso la squadra
di P.G. del Compartimento di Polizia Stradale di Potenza, porta a conoscenza la S.V. quanto
segue:
nella mattinata del giorno 05 c.m., su disposizione dell’Ispettore Capo della Polizia di Stato
DI TOLLA Pasquale, venivo invitato a chiedere disponibilità di un Fiat Fiorino con colori di
istituto alla locale Sezione di Polizia Stradale, per l’operazione di carico e trasporto presso
una discarica comunale di materiale di risulta accumulato nel corso di un procedimento
penale. Personalmente riferivo all’isp. IOSCA Antonio della Sezione Polizia Stradale di
Potenza il contenuto della richiesta di Di Tolla. L’isp. Iosca mi autorizzava all’uso del
suddetto mezzo.
Nello stesso pomeriggio, mentre mi recavo con l’ascensore dal quarto piano del palazzo
giudiziario al parcheggio dello stesso, dove si trovava il Fiat Fiorino, trasportando con un
carrello parte del materiale in questione, incrociavo al terzo piano due uomini. Uno dei due,
distintamente vestito con abito di colore celeste, occhiali da vista, media statura, fortemente
stempiato e di età approssimativa di 60 anni, mi chiedeva dove stessi andando e dava
un’occhiata ai frontespizi dei faldoni contenenti la carta.
Rispondevo di essere un collaboratore del dott. Woodcok, impiegato in un’indagine di polizia
giudiziaria, e che ero intento a caricare tale materiale in un furgone in quanto desinato alla
distruzione. Approssimandomi all’uscita, notavo che un gruppo di Carabinieri presenti
all’ingresso, salutava l’uomo con deferenza chiamandolo “eccellenza”.
Dopo aver caricato il furgone, verso le ore 18:00, lo guidavo e posteggiavo sul piazzale
all’interno della caserma della Polizia Stradale.
La mattinata successiva, giorno 6 c.m., alla guida dello stesso furgone, mi recavo sul posto
di lavoro e, salito nei locali della sala CIT della Procura, avvisavo telefonicamente l’Isp. Di
Tolla che ero in procinto di partire per la discarica.
Giunto alle ore 09:30 in località PALLARETA, sede di una discarica comunale, il personale
addetto alla discarica, alla mia presenza e a quella di un collega, scaricava il furgone,
svuotando a terra il materiale cartaceo di risulta per poi provvedere alla distruzione dello
stesso tramite il passaggio continuativo di un mezzo pesante speciale da discarica.
Tornato in Procura verso le 10:45, venivo avvicinato da un dipendente della polizia
privata “La Ronda” di guardia che, con fare scherzoso, mi chiedeva cosa avessi
fatto al Procuratore Generale il pomeriggio precedente. Dietro mia richiesta di

422
spiegazioni, mi riferiva che l’autista del suddetto Procuratore Generale, era salito
al quarto piano, in Procura, e gli aveva chiesto chi io fossi.
Nel contempo, venivo avvicinato dal commissario capo della Polizia di Stato
dottoressa FASANO, dirigente della Squadra Mobile della Questura di Potenza,
che mi chiedeva cosa avessi caricato nel furgone il pomeriggio precedente e se il
materiale fosse già stato distrutto. Riferivo di aver caricato materiale di risulta e di
essere già stato in discarica. La dottoressa Fasano si allontanava dopo aver effettuato una
telefonata al cellulare.
Dopo 15 minuti circa, la stessa dottoressa mi contattava telefonicamente tramite il
centralino della Questura, chiedendomi di specificarle il nome della discarica alla quale mi
ero portato, cosa che immediatamente facevo.
Dopo altri 15 minuti circa, ricevevo un’altra telefonata dalla stessa dottoressa che mi
chiedeva se per caso ricordassi i nomi delle persone presenti alla discarica durante la
distruzione del materiale da noi portato. Mi riferiva inoltre di trovarsi in quel posto per
effettuare delle identificazioni. Rispondevo di non ricordare alcun nome.
Verso le ore 13:20 circa tornava l’isp. Di Tolla in Procura e lo informavo dell’accaduto.
Alle ore 14:15, venivo ricontattato dalla dottoressa Fasano che mi chiedeva un incontro per
le ore 15:30 presso il suo ufficio in Questura.
Giunto sul posto, venivo preso a sommarie informazioni dalla dottoressa Fasano e da un
ispettore riguardo tutta la vicenda appena descritta.
Nel contempo, contattato telefonicamente dall’isp. Di Tolla, lo invitavo, su richiesta della
dottoressa Fasano, a presentarsi quanto prima presso l’ufficio della stessa per essere sentito a
verbale.
Quanto sopra si riferisce per dovere di ufficio”.

Da ulteriore carteggio emerge che è il Procuratore Generale che chiama il Questore


per segnalargli l’accaduto. Quest’ultimo dà quindi incarico alla dr.ssa Fasano di
procedere a sentire le persone coinvolte ed avvia l’inchiesta amministrativa.
Tanto emerge da corrispondenza tra il Questore ed il dr. Galante:
“Corrispondo alla sua richiesta del 12 luglio decorso e chiarisco che l’attività di
accertamento eseguita a carico dei dipendenti è avvenuta per mia disposizione
conferita alla dr.ssa Fasano responsabile dell’ufficio dal quale il Di Tolla dipende.
Tale attività determinata da qualificata informazione del signor Procuratore
Generale che mi induceva ad approfondimenti di tipo disciplinare a carico dei
dipendenti posto che le regole per lo scarto di archivio non apparivano, dagli
stessi, rispettate.
Non pone riserve lo scrivente, in ordine alla dipendenza funzionale degli impiegati
in esame dalla Signoria Vostra, così come alcuna riservalo scrivente consente che
venga posta in ordine alla dipendenza gerarchica degli stessi a questo Capo
dell’Ufficio ed alla subordinazione ai quadri superiori, alle norme che sottendono
l’organizzazione della Polizia di Stato ed alle regole della disciplina.
Soggiungo infine che sull’argomento ho dato cortese notizia al signor Procuratore
Generale che aveva, nello spirito di apprezzata partecipazione, occasionalmente
rilevato e segnalato le condotte dei dipendenti per eventuali censure
amministrative che, confermo a Vostra Signoria, seguono il prescritto rito e che
riguarderanno altresì la decisione dagli stessi di produrre relazioni in violazione
dei doveri della subordinazione e del rapporto di gerarchia”.
423
In Potenza e Basilicata nell’anno 2007

TUFANO, FASANO, SANTARSIERO

q) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110 e 323 cod. pen. perché, con più condotte
esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, TUFANO quale
Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Potenza, FASANO quale Dirigente
della Squadra Mobile della Questura di Potenza, SANTARSIERO quale Sindaco del
Comune di Potenza, pubblici ufficiali, nello svolgimento delle loro funzioni, con le
condotte descritte anche al capo a), omettendo di astenersi in presenza di un interesse
proprio – costituito dalla tutela del sodalizio indicato al capo a) da parte del TUFANO e la
FASANO e dal fatto che il SANTARSIERO era stato coinvolto in attività investigativa di
analogo contenuto, quale ad esempio quella cd. IENA -, arrecavano un danno ingiusto al
Sostituto Procuratore della Repubblica di Potenza dr. WOODCOCK ed agli Ufficiali di
Polizia Giudiziaria che lo coadiuvavano nelle indagini preliminari. Condotta realizzatasi
attraverso il Sindaco SANTARSIERO il quale si adopera in ogni modo per richiamare,
presso il Comune, le ultime due unità della Polizia Municipale che collaboravano, con
risultati egregi, con il dr. WOODCOCK, ed in particolare la dr.ssa SENATORE e l’agente
DE FELICE, evidenziando anche un illegittimo loro utilizzo di tali unità, in quanto non
autorizzate, da parte del citato Sostituto Procuratore della Repubblica.
Circa il vincolo soggettivo che collega i concorrenti nella condotta di abuso si evidenziano
oltre alle dichiarazioni degli Ufficiali di Polizia Giudiziaria SENATORE e DE FELICE,
quanto emerso dalla conversazione telefonica n. 272 del 10.5.2007, intercettata sull’utenza
in uso alla dr.ssa FASANO, intervenuta tra quest’ultima e suo marito, MARGIOTTA
Salvatore, anche lui interessato alle vicende, il quale comunica alla moglie,
raccomandandole di non fare commenti, di aver saputo da Vito SANTARSIERO che il
CSM, sulla scorta di una sua lettera, avrebbe chiesto a TUFANO una relazione sui
componenti di Polizia Municipale che collaborano con il dr. WOODCOCK. Tanto è
riscontrato da un file rinvenuto sul PC del dr. TUFANO e relativo ad una nota a firma del
dr. BONOMI inerente l’oggetto e relativa ad una richiesta del CSM del 7.5.2007 (tre giorni
prima della telefonata indicata). Le condotte messe in atto in concorso tra il TUFANO ed il
SANTARSIERO, ed attraverso la dr.ssa FASANO, tendevano esclusivamente ad evitare
che fossero proseguite con efficienza le investigazioni presso la Procura della Repubblica
di Potenza e che venisse anche perseguito il dr. WOODCOCK quanto meno in sede
disciplinare per un uso della Polizia Giudiziaria in violazione di legge e, comunque, al di
fuori dei casi consentiti dall’istituto della delega di indagini ai sensi dell’art. 370 c.p.p..
Dal carteggio intervenuto tra il Sindaco di Potenza Vito SANTARSIERO, il Procuratore
della Repubblica dr. GALANTE, il dr. WOODCOCK ed il Procuratore Generale dr.
TUFANO emergeva che il primo, con diverse e reiterate note, chiedeva insistentemente il
rientro presso il comando degli appartenenti alla polizia municipale “distaccati” presso la
Procura di Potenza. Le risposte del dr. WOODCOCK e del dr. GALANTE, in ossequio alla
normativa vigente, risultano finalizzate a distinguere la posizione del distacco degli
appartenenti alla polizia municipale presso la sezione di P.G., all’uopo istituita presso la
Procura della Repubblica, e quelli delegati per attività di polizia giudiziaria che, pertanto,
non erano distaccati presso il suddetto ufficio, ma vi permanevano in ragione delle
deleghe conferite dal dr. WOODCOCK, che richiedevano, per il loro espletamento, la
presenza degli stessi presso gli uffici di Procura. All’inizio della corrispondenza gli
appartenenti alla polizia giudiziaria impegnati in indagini delegate erano in numero di sei,

424
mentre a seguito delle richieste del Sindaco diminuivano a due unità (Magg. Senatore ed
Agente De Felice). Nonostante tale drastica riduzione, il Sindaco SANTARSIERO, con
ulteriori note, pretendeva il rientro anche delle ultime due unità, per ragioni strettamente
ricollegate ai servizi di istituto. Emergono, anche dalle dichiarazioni rilsciate dai due citati
appartenenti alla Polizia Municipale, le forti pressioni da loro subite dal SANTARSIERO al
fine di farli rientrare al Comando ed abbandonare le delicate indagini del dr.
WOODCOCK che avevano ad oggetto, tra l’altro, un sodale del dr. TUFANO, il dr.
BARBIERI. E’ evidente che le pressioni promevivano dagli ambienti indicati al capo a),
dedi quali il TUFANO era uno dei garanti, nonché dall’area politica alla quale appartiene
il SANTARSIERO che dirige, da un punto di vista politico (ed in partre anche affaristico)
la Basilicata da decenni (il SANTARSIERO risulta molto legato all’allora On.
MARGIOTTA, deputato della margherita, poi partito democratico, marito del Dirigente
della Squadra Mobile, dr.ssa FASANO, sodale, tra gli altri, del TUFANO). La stessa
FASANO che, in più occasioni, si era informata sulle ragioni per le quali la Polizia
Municipale espletasse il proprio servizio in Procura. In quel periodo destinatario di
indebite pressioni era anche l’Ispettore DI TOLLA, il quale era stato sottoposto a
procedimento disciplinare per aver distrutto della spazzatura, su segnalazione proprio del
dr. TUFANO. Indebita attenzione verso i doveri della Polizia Polizia Municipale che
sembra caratterizzare anche la condotta dell’allora Questore dr. Mauro, il quale, in sede di
Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica in Potenza, aveva puntualizzato che la
Polizia Municipale era sempre in Procura, dimostrando di essere conoscenza della
circostanza.
Si evidenziano, altresì, i contatti telefonici intervenuti tra l’utenza di servizio del Questore
Mauro e quella in uso al dr. TUFANO, rispettivamente in data 15.3.2007 e 27.3.2007: in
data 19.3.2007 il dr. TUFANO renderà audizione innanzi al C.S.M. proprio in relazione alle
vicende che riguardavano, tra l’altro, gli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria che
collaboravano con il dr. WOODCOCK appartenenti alla Polizia Municipale di Potenza ed
alla Polizia di Stato; intervengono in un periodo nel quale diviene più insistente la
pressione del Sindaco SANTARSIERO per far rientrare la Polizia Municipale che
collaborava con il dott. WOODCOCK tanto che il 13.3.2007 il Sindaco invia formalmente
un provvedimento di rientro del Magg. SENATORE e dell’agente DE FELICE.
In Potenza ed altre parti della Basilicata dal 2005 al 2007

TUFANO, MAURO, FASANO

r) del delitto p. e p. dagli artt 81 cpv., 110 e 323 cod. pen. perché, con più condotte
esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, il primo in qualità di
Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Potenza, il secondo di Questore di
Potenza e la terza di Dirigente della Squadra Mobile della Questura di Potenza, i primi
due componenti di diritto del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica
presso la Prefettura di Potenza, pubblici ufficiali, nello svolgimento delle loro funzioni e,
comunque, del loro servizio, con le condotte anche descritte al capo a), in violazione degli
artt. 3, 97, 104 e 112 della Costituzione, nonché degli artt. 55, 326, 335, 347 cod. proc. pen.,
nonché omettendo di astenersi in quanto direttamente interessati dalle denunce, anche
pubbliche, esercitate dalla persona offesa Don Marcello COZZI, responsabile
dell’Associazione LIBERA per la Basilicata, intenzionalmente arrecavano al predetto
sacerdote un danno ingiusto, in quanto non tenevano in alcun conto, ciascuno negli ambiti

425
di loro rispettiva competenza, quanto da egli segnalato con riguardo a fatti-reato di
particolare gravità ed allarme sociale.
Risultano contatti telefonici intercorsi, tra il 17.1.2007 ed il 16.2.2007, tra il TUFANO ed il
MAURO (anche dall’utenza privata dell’abitazione in Napoli del Procuratore Generale)
nel periodo in cui:
- nel mese di gennaio del 2007, in una data, che per quanto
dichiarato da Don Marcello COZZI si dovrebbe aggirare intorno al 20.1.2007, lo stesso
religioso viene convocato dal Prefetto di Potenza dr. MAURIELLO, il quale gli contesta
che lo stesso parla insistentemente di usura senza aver mai fatto una segnalazione,
ricevendo in risposta da Don COZZI che le segnalazioni lui le faceva a chi riteneva di
doverle fare (tra l’altro nei confronti del COZZI si svolgono addirittura indagini per il
reato di procurato allarme);
- In data 27.1.2007, il dr. TUFANO, nel corso del discorso di
inaugurazione dell’anno giudiziario, riferiva, alludendo a Don COZZI, … semina
allarme inutilmente riguardo alla presenza dell’usura, per favore qualcuno ascolti
questa persona… “;
- Don COZZI, una settimana dopo, ovvero agli inizi di
febbraio, viene convocato dal Questore dr. MAURO. Riferisce Don COZZI:
“….omissis….una settimana dopo, vengo chiamato dal Questore di questa città su
questi fatti e il Questore mi dice, in maniera molto forte: “Dobbiamo collaborare, lei è
uno che si prodiga, lei deve collaborare con noi…”, io lì faccio presente e lo dico anche
apposta: “Io alcuni nomi eccellenti che da sempre girano come noti usurai, anche
collegati a certe organizzazioni criminali… – io lo dico a lui appositamente – …io li
vado a fare a quattrocento chilometri da qui perché qui non mi fido più di nessuno”. E lì
lo dico anche perché dico: “Se questo è in buona fede incassa, se non è in buona fede è bene che lo
sappia, è bene che sappia che io so alcuni nomi perché è vero, perché è vero”. Mi riferivo, per
esempio a TANCREDI, mi riferivo a tanti personaggi che sono collegati ad onorevoli,
insomma… Lui fa: “Ma io le metto intorno una squadra, persone fidate, persone fidate, persone
fidate”. Entra nella stanza, fra queste persone fidate, anche la dottoressa FASANO, il capo della
mobile. Quando entra la dottoressa FASANO, il capo della mobile, mi cadono le braccia – ancora
una volta volevo fidarmi del Questore – perché tra questi nomi eccellenti ci sta un amico intimo
del marito della dottoressa FASANO che è l’onorevole Margiotta. Ora io dico, ma come faccio io
a dire alla dottoressa FASANO certi nomi quando so che poi al congresso della Margherita,
introduzione dell’onorevole Margiotta dice: “Chi più di me vi può dire che in Basilicata non c’è
criminalità organizzata”. Se ero lì io avrei risposto: “Ma perché chi più di te? Perché sei un
magistrato? Cosa vuol dire: chi più di te?” Allora devo pensare che tua moglie ti viene a dire
tutto quello che accade in quell’ufficio. Non finisce lì, perché la cosa che io dico a chiare lettere,
che mi ha fatto saltare sulla sedia, è quando poi facciamo questo colloquio con la dottoressa
FASANO, c’era anche l’ispettore Di Tolla che mi guarda come per dire: “Non ci fare caso”, cioè
noi ci guardiamo e ci capiamo soltanto con gli occhi, io non lo conosco, non lo conosco se non di
vista, però capisco che cosa mi vuole dire. Dottoressa FASANO: “Poi dobbiamo collaborare, lei ci
deve mettere a disposizione il suo data base, noi dobbiamo conoscere, dobbiamo
capire…”….omissis”;
- A seguito di tale riunione, in merito allo svolgimento della
quale ha reso dichiarazioni l’Ispettore DI TOLLA, che vi partecipò, si decise di
approntare un coordinamento investigativo, in realtà meramene apparente in quanto la
dr.ssa FASANO, con nota 1007 del 9.2.2007, comunica alla Procura della Repubblica di
Potenza l’insussistenza, sul piano investigativo, delle dichiarazioni di Don COZZI con
riguardo all’usura (il COZZI rigerisce anche di un coinvolgimento in fatti di usura del

426
dott. CANNIZZARO, marito della dr.ssa GENOVESE, entrambi sodali del TUFANO e
della FASANO). Si segnala quanto dichiarato da Don COZZI con riguardo alla
vicinanza di alcuni soggetti coinvolti in attività di usura, tra i quali il dott.
CANNIZZARO, all’on. MARGIOTTA, marito della d.ssa FASANO. In merito lo stesso
dichiarerà: “…omissis. Entra nella stanza, fra queste persone fidate, anche la dottoressa
FASANO, il capo della mobile. Quando entra la dottoressa FASANO, il capo della mobile, mi
cadono le braccia – ancora una volta volevo fidarmi del Questore – perché tra questi nomi
eccellenti ci sta un amico intimo del marito della dottoressa FASANO che è l’onorevole
Margiotta. Ora io dico, ma come faccio io a dire alla dottoressa FASANO certi nomi quando so
che poi al congresso della Margherita, introduzione dell’onorevole Margiotta dice: “Chi più di
me vi può dire che in Basilicata non c’è criminalità organizzata”. Se ero lì io avrei risposto: “Ma
perché chi più di te? Perché sei un magistrato? Cosa vuol dire: chi più di te?” Allora devo
pensare che tua moglie ti viene a dire tutto quello che accade in
quell’ufficio……………………………………..….omissis. Lui non aveva detto a nessuno di
aver denunciato, quindi mi diceva era confermata la voce – questo è quello che lui mi dice – voce
che poi qui a Potenza circola da tempo, che TANCREDI è uno che ha amicizie altolocate,
all’epoca si parlava di una amicizia forte fra TANCREDI e all’epoca il comandante della
compagnia di Carabinieri. Fatto sta che lui è costretto a ritirare questa denuncia. Non ne vuol
più sapere di giustizia, di denunce, per cui quando io gli presento anche lontanamente la
prospettiva di denunciare per l’usura che lui sta subendo, lui neanche lontanamente ci pensa.
Fatto sta che lui mi dice: “All’epoca la città se la dividevano in cinque: GIANFREDI,
CANNIZZARO, TANCREDI, POSTIGLIONE…, no POSTIGLIONE chiedo scusa,
MARTORANO….omissis” .
- Si mette in evidenza che tale nota della dr.ssa FASANO,
seppur non a lui indirizzata, verrà rinvenuta, a seguito della perquisizione eseguita in
data 7.6.2007, nell’ufficio del dr. TUFANO.

Con riguardo all’usura in Potenza, riferisce Don COZZI che la città, con riguardo a tale
fenomeno delittuoso, sarebbe divisa tra quattro personaggi e tra questi quattro, indica,
come riferitogli da soggetto sottoposto ad usura, il dott. CANNIZZARO, marito della
dr.ssa GENOVESE (si tenga presente che tra gli scopi dell’Associazione Libera vi è anche
quella di offrire tutela alle vittime di usura ed estorsione). Il COZZI manifesta il suo
sconforto quando, recatosi presso la Questura di Potenza e ricevute rassicurazioni da
parte del Questore per il suo impegno e per il sostegno nella lotta contro tale fenomeno,
vede entrare nella stanza del dr. MAURO la dr.ssa FASANO, moglie dell’On.
MARGIOTTA, strettamente legato al dott. CANNIZZARO, anche per aver
“sponsorizzato” la nomina di questi a direttore generale dell’ASL San Carlo di Potenza.
Numerosi sono i contatti telefonici tra il MARGIOTTA ed il CANNIZZARO.
In Potenza ed altre parti della Basilicata dal 2005 con condotta in atto

TUFANO e BONOMI

s) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110, 319 e 319 ter cod. pen. perché, con più
condotte esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, il primo
quale Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Potenza ed il secondo quale
Sostituto Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Potenza, quindi pubblici
ufficiali, quale programma criminoso del sodalizio descritto ai capi a) e b) e con le
condotte ivi descritte, al fine di favorire soggetti indagati in procedimenti penali
pendenti presso la Procura della Repubblica di Potenza e presso l’Ufficio del Giudice

427
per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Potenza (espressione degli ambienti
indicati ai capi che precedono, con riguardo in particolare alle indagini cd. Iena e Iena 2,
Savoiagate e quella coinvolgente il sodale BARBIERI che, unitamente ad altri magistrati,
sembrava utilizzare il Ministero della Giustizia, ove ricopriva un ruolo apicale, quale
“centrale” per perseguire interessi illeciti finalizzati ad aiutare i magistrati “amici” e
punire i magistrati “nemici” ossia quelli che operavano in ossequio alla Costituzione
Repubblicana), ed al fine di danneggiare i Pubblici Ministeri titolari delle indagini
preliminari, compiendo reiterati atti contrari ai doveri di ufficio anche nei confronti del
Giudice per le indagini preliminari (segnalando pretestuose condotte illecite di
magistrati impegnati in indagini che avevano ad oggetto persone a loro strettamente
collegate, in particolare esponenti politici regionali e nazionali, nonché Avvocati del
Foro di Potenza, tra i quali l’Avv. BARDI, assumendo posizioni di consonanza con il cd.
libro bianco redatto da una delle due Camere Penali di Potenza), ricevevano per sé e per
gli altri sodali utilità varie tra le quali, in particolare, la garanzia di copertura, tramite il
BUCCICO ed il BARBIERI (oltre che altri magistrati per i quali non si procede in questa
sede), presso il Ministero della Giustizia (al cui Ispettorato aveva già prestato servizio il
BONOMI consolidando rapporti, poi, rivelatisi “preziosi”) ed il Consiglio Superiore
della Magistratura, ed anche la promessa del posto di Procuratore della Repubblica di
Potenza al dr. BONOMI (al posto dello “sgradito” dr. GALANTE), progetto fallito a
seguito dell’inchiesta cd. Toghe Lucane della Procura della Repubblica di Catanzaro,
nonché utilità per stretti congiunti, quale l’Achille Tufano (figlio del Procuratore
Generale) risultato ammesso ad un concorso presso l’azienda ospedaliera San Carlo di
Potenza, di cui era direttore il dott. CANNIZZARO, tra la fine del 2005 e gli inizi del
2006 (nel pieno della cd. vicenda PANIO) iter al quale non si è dato più seguito
soprattutto alla luce dei quanto stava emergendo anche per le inchieste in corso presso
la Procura della Repubblica di Catanzaro, nonché risultato vincitore, grazie ai rapporti
di “tipo sinallagmatico” intrattenuti dal padre, del concorso, quale collaboratore C1,
presso il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia. Ed
in particolare, mettevano in atto le seguenti condotte: formulavano iniziative
disciplinari e para-disciplinari pretestuose e prive di fondamento nei confronti del dr.
IANNUZZI (Giudice per le indagini preliminari) e nei confronti del dr.
MONTEMURRO e del dr. WOODCOCK (Sostituti Procuratori della Repubblica),
esprimeva il TUFANO pareri contrari presso il Consiglio Giudiziario in maniera tale da
tentare di arrecare nocumento professionale ed economico, redigevano continue
segnalazioni relative ad indagini in corso da parte dei suddetti magistrati agli uffici
ministeriali e non deputati al controllo disciplinare i quali a loro volta, in particolare il
Ministero della Giustizia delegava accertamenti alla stessa Procura Generale,
ostacolavano fattivamente le attività d’Ufficio dei predetti magistrati impegnati a
difendersi, costantemente, dagli attacchi provenienti dall’interno dell’Ordine
Giudiziario (divenuto in Potenza, e non solo, tramite il TUFANO ed il BONOMI, in
particolare, collante solido per il perfezionamento di condotte illecite producenti un
danno enorme per il funzionamento delle Istituzioni), violavano, per eccesso ed abuso
di potere manifesti, i loro poteri di vigilanza, attraverso l’esercizio degli stessi nei
confronti dell’Ufficio GIP (in contrasto con l’art. 6 del D.L.vo n. 106/2006,) che
compete, invero, al Presidente del Tribunale ed al Presidente della Corte d’Appello e
non certo ai vertici degli Uffici requirenti, omettendo, invece, contestualmente, di
esercitare i poteri di vigilanza nei confronti di magistrati che consumavano gravi
condotte illecite (in primis, la dr.ssa GENOVESE, loro sodale) ed anzi garantendo

428
“protezione” ai magistrati che non turbavano gli equilibri dei poteri illecitamente
costituiti.
Il IANNUZZI riferiva che l’inizio delle condotte di ostacolo da parte della Procura
Generale poteva riferirsi all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito
del procedimento penale denominato IENA, il cui estensore era proprio il dr.
IANNUZZI; strategia di contrasto e delegittimazione messa in atto anche nei confronti
dei Sostituti Procuratori dott.ri WOODCOCK e MONTEMURRO, e dello stesso dr.
GALANTE che non aveva la “forza” di “fermarli”.
Con riferimento alle pretestuose condotte del dr. TUFANO in sede di Organo di
Autogoverno decentrato riferiva il dr. Rocco PAVESE, già componente del Consiglio
Giudiziario di Potenza:
“Facend o seguito alle dich iarazi oni rese alla S.V. in data 30.3.07, riten go
necessario p ortare a Sua conoscenza ulteri ori circostanze (da me app rese per
avervi di rettament e assi stito) che m i sembrano ril evanti n ell’am bito d ell e vicende
di cui al procedimento.
In particol are, devo segn alare che persist e l’atteggiam ento di evidente ostilità del
Procu ratore general e di Potenza, dott. Vincen zo TUFANO, nei conf ronti dei
magist rati H enry John Woodcock, Alberto I annuzzi e Vincenzo
MONTEMURRO.
Durante l e riuni oni del Con siglio giu diziario, del qu ale f accio parte com e
compon ente eff ettivo (rectiu s nei colloqui a margin e dell o st esso, trattan dosi di
questioni non oggetto di deliberazi one), il dott. TUFANO è solito esprimere
continui commenti all e condotte t enute dai suddetti magi strati, che egli non
nomina mai e ch e tuttavia sono in equivocabilment e ri conoscibili. Il tono usato
dal d ott. TUFANO è di critica radi cal e ed ossessiva, articolata sui segu enti l eit-
motiv:
- i metodi di indagin e del dott. Woodcock sarebbero spregiudi cati e n on
immuni da aspetti illegali (in un a recent e seduta, egli ha allu so addi rittura
ad un arrest o, non meglio preci sato, di sp osto dal dott. Woodcock in assenza
del titolo cu stodiale);
- il medesimo dott. Woodcock int ratterrebbe rapporti p rivil egiati con al cuni
giorn alisti, e ciò sarebbe la ragi one dell’ attenzion e m ediati ca riservata all e
vicend e lu can e (ancora senza alcun n ome dei giornali sti, ma con allu sioni di
natura personal e alla conduttri ce del programm a ‘Chi l’ha vist o’, nonché al
‘Corri ere della Sera’, asseritament e destin atari o di notizie riservate);
- il dott. Iannuzzi sarebbe ‘ appiattito’ su lle posizioni del dott. Woodcock,
nonch é autore di provvedimenti cautelari abn ormi, in qu anto adottati a
carico di person e innocenti (il rif erimen to è costant ement e volt o al proc.
1916/00 RGN R, c.d. ‘Iena 2’);
- anch e il dott. MONTEMURRO intratt errebbe rapporti privilegiati con
alcuni gi orn alisti e con don Marcello Cozzi (non n ominato, m a anch’egli
perf ettam ente ri conoscibil e), con i quali il suddetto p.m. organizzerebbe
‘tram e’ o qual cosa del genere (l e allu sion i rivolte al sacerd ote si estend on o
anch e alle mod alità di finanziam ento dell’associazi one ‘Libera’-sezi one di
Potenza, presiedut a appunto da don Cozzi ).
Il tutto è accomp agnato dalla ri petuta aff erm azion e secondo cui le iniziati ve e l e
criti che di esso dott. TUFANO sarebbero la mera estrinsecazion e dei suoi poteri-
doveri istituzi onali.

429
In una occasion e, poi, siff atto atteggiam ento del dott. TUFANO si è estrin secato
nell’ambito della trattazion e di una pratica. Nel la seduta del 9.5.07, il dott.
TUFANO -essend o fissato all’o.d.g. il parere per la nomina del dott. Iannuzzi a
magist rato di cassazion e - ha verbalizzat o, in via preliminare, un a richi esta al
President e d ella Corte, consi stent e nel l’interpellare il dott. Iannuzzi sull a
circostanza se i l ripetuto Iannuzzi av esse querelato o denunci ato esso TUFANO;
ciò al fine di valutare, in caso positivo, una propri a asten sion e dal la prati ca. E
con la anticip azion e, fatta però verbalment e, che in caso di propria
part ecip azion e alla t rattazion e egli avrebbe manif estat o rilievi critici, a carico
del m agi strato in valutazi one, sull e n ote vicende (qui il dott. TUFANO ha f atto
esp resso rif erim ento al l’arrest o, da parte del d ott. Iannuzzi, di person e poi
destin atari e di archiv iazi one).
L’iniziativa (a cui è seguito un rinvio del la pratica) e le parol e usate dal P.G. mi
sono sem brate un evident e atto di mal animo nei confronti del dott. Iannuzzi
(simile a qu anto avvenuto in occasion e del parere reso nei confronti del dott.
MONTEMURRO p er la nomina a magist rato di appello; sul punto mi ri porto alla
copia d el verbale d epositato alla S.V. il 30.3.07)”.

Riferiva ancora il PAVESE:

PAVESE Rocco – Questo deve essere assolutamente chiaro. In questo scenario è evidente che il
Procuratore Generale (il dottor TUFANO), ha preso più volte e anche pubblicamente…, o per lo
meno in tal modo inequivocabilmente si ponevano e potevano essere interpretate le sue affermazioni
a favore, ripeto, degli avvocati contro i magistrati, naturalmente non tutti i magistrati, il dottor
WOODCOCK e il dottor IANNUZZI in particolare, ma anche il dottor MONTEMURRO. Devo
aggiungere che nei miei confronti il dottor TUFANO non ha mai mosso critiche, io però mi sono
sempre sentito in dovere, per amore di verità e anche per ristabilire fatti storici a mio parere
incontrovertibili, di replicare garbatamente – sia in Consiglio Giudiziario, in una occasione, ripeto,
per iscritto (e questo lo esibirò), sia nei colloqui a margine dello stesso Consiglio Giudiziario,
numerosi colloqui a margine del Consiglio Giudiziario – di replicare queste affermazioni facendogli
notare che non ero assolutamente d’accordo e facendogli anche notare – vorrei che anche questo lei
conoscesse – che in Basilicata in realtà esistono numerosi altri e secondo me più gravi problemi
giudiziari. Il dottor TUFANO ha ritenuto rimuovere rilievi gravi al dottor IANNUZZI e non sta a
me sindacarne la giustezza. Io rilevo, come fatto storico, che ciò è avvenuto, però non ha mai
ritenuto, per esempio, di prendere in considerazione il fenomeno, anch’esso ascrivibile “all’attività
dei giudicanti”, dei processi che non vengono celebrati. Perché noi a Potenza abbiamo – secondo me,
ma che è sotto gli occhi di tutti, lo ho anche messo a verbale al Consiglio Giudiziario – un
gravissimo problema dei giudizi dibattimentali collegiali che durano un tempo assolutamente
spropositato. Citerò l’esempio, ma è solo un esempio, del cosiddetto processo “Basilischi” in cui la
misura cautelare che coinvolgeva decine di persone, fu eseguita il 22 Aprile 99, il rinvio a giudizio
che concerneva una cinquantina di imputati fu fatto esattamente, se non vado errato, sette anni fa,
il 30 o il 29 Marzo 2000, il dibattimento non è ancora finito. Il dibattimento non è ancora finito, a
mio parere con dei danni anche erariali gravissimi, perché spese di traduzione, spese di
verbalizzazione, spese di videoconferenza e comunque oneri per i gratuiti patrocini e così via.
Insomma poi inevitabilmente, alla fine, a prescindere dal merito processuale, del quale non mi posso
e non mi voglio occupare, ci saranno degli indennizzi per eccessiva durata del processo ai sensi della
legge Pinto. E questo è un problema che è sotto gli occhi di tutti e con il quale però io rilevo,
constato, non viene adottato nessun provvedimento. Non viene adottato nessun provvedimento e io
questo l’ho scritto al Consiglio Giudiziario, l’ho verbalizzato. Questa cosa non ha attirato gli strali

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di nessuna Camera Penale, nessun avvocato se ne lamenta, il che devo ritenere che questo faccia
comodo, il dottor TUFANO questo non lo ha mai rilevato. Eppure che si combatta la criminalità
facendo i processi e condannando si dà il caso i colpevoli, dovrebbe essere un interesse collettivo
innanzitutto della magistratura. Quindi questo devo rilevare, c’è una attenzione di tipo
unilaterale.

Riferisce la persona offe sa dr. IANNUZZI


Ancora più sintomati co d ell’intento di arrecare un dann o al sottoscritto è
l’epi sodio verifi catosi nell a seduta del Consiglio Giudiziari o in data 9 m aggio u.s.,
in occasi one d ell’ esame della pratica rel ativa al parere circa la n omina a
magist rato di cassazi one del sottoscritto, che si trascinava da diversi mesi e ch e
era ormai matura per la defini zion e, essendo stati acquisiti tutti i rapporti,
larg ament e positivi, ed i provvedi menti da valutare. Malgrado ciò il dr. TUFANO,
compon ente di di ritto del Consi glio Giu diziari o, già sostituito in alt re sedute da
altri m agi strati della Procura Gen erale, ha chiesto che il so tto scri tto venisse
interp ellato, al fine di comunicare l’eventuale p resentazione di denunce o
querele n ei confron ti dei suoi conf ronti, motivando tale iniziativa com e
diretta a valuta re la po ssibilità di asten ersi nella partecipazione alla
delibera ( cfr. all. 18 alla relazion e del dott. Iannuzzi). All o scrivente t al e
iniziativa appare a di r p oco provocatoria, essend o al quanto singol are l a pret esa,
avanzata da chi si ritien e possibil e destinat ari o di una denun cia, di essere
informat o in m erito alla presentazion e di una denun cia a su o cari co d a parte dell o
stesso denunciante (una sorta di informazione di garan zia in form a privata), per
cui non è da escludere che la richiesta fosse finalizzata a rita rdare la
decisione da pa rte d el Consiglio Giudiziario, in relazione ad un a
progression e di carriera, da cui deri vano importanti effetti economici e
giuridici.

Il PAVESE riferiva di un atteggiamento molto ostile del dr. TUFANO nei confronti del dr.
MONTEMURRO tenuto nel corso di una riunione del Consiglio Giudiziario, con
riferimento alla nomina del MONTEMURRO a magistrato di Corte di Appello aveva
espresso giudizi molto negativi nei confronti del predetto magistrato ed apertamente
elogiativi nei confronti della sua sodale, dr.ssa GENOVESE, laddove lo stesso lasciava
emergere una sorte di accanimento contro quest’ultima:
……omissis. L’atteggiamento complessivo del dott. TUFANO era di evidente critica al dott.
MONTEMURRO, e di presa di posizione a favore della d.ssa GENOVESE e del coniuge
CANNIZZARO, facendo intuire che egli ipotizzava una sorta di accanimento a carico degli stessi.

Riferiva ancora IANNUZZI:


IANNUZZI Alberto – Per esempio io, veniamo al dunque, io sono stato… il dottor TUFANO ha
fatto una vera e propria segnalazione nei miei confronti, dopo che io avevo arrestato alcune persone
tra le quali Vittorio Emanuele di Savoia, accusandomi di aver deciso in troppo pochi giorni
(c’ho qui la segnalazione)…
PROCURATORE – Ce la può lasciare questa, sì?
IANNUZZI Alberto – Sì, sì. La cosa veramente, che tra l’altro l’ha ripetuta anche in occasione
dell’audizione al CSM, dove testualmente si dice nell’articolo di giornale che (c’ho anche qui
l’articolo di giornale): <<Il dottor TUFANO durante… praticamente ha detto che il GIP… è troppo
appiattito che ha deciso l’arresto di Vittorio Emanuele nel giro di poche ore>>. Che è una cosa

431
assolutamente falsa, tanto è vero che nella segnalazione che aveva fatto in precedenza avevo
calcolato esattamente il tempo in 17 giorni e X ore insomma, arriviamo a questo punto insomma,
no? Sono dei rilievi ovviamente…

Riferiva, altresì, IANNUZZI: E’ evidente il danno Procu rato allo scriven te


attraverso l e condo tte abusiv e ascrivibili al dr. TUFANO nei termini
ampiamente sop ra illustra ti, che hanno avuto gravi ripercussioni sotto i l
profilo dell’immagine professionale e del disagio personale, rip ercuo tendo si
anche sull’organizzazion e del prop rio lavoro, atteso che tali rilievi hanno
comporta to la sottoposizione a v erifiche ispettive, la formulazione d i
proposte di tra sferimen to e di eserciz io di azioni disciplinari, con tutte l e
conseguen ze che ne sono derivate.
La consap evol ezza di abu sare del proprio ru olo istituzional e al solo fine di
danneggi are lo scriv ente ri sulta evidente laddove si consi deri che il Procuratore
Generale, pu r n on essendo tit olare del potere di sorveglian za n ei conf ronti del
sottoscritto, ha formulato a carico dell o scriv ente ri lievi, privi di fond amento ed
attinenti esclu sivament e all’ eserci zio d ella fun zion e giu risdi zion ale, peraltro
nell’ambito di procedim enti a cari co di personaggi pubblici particolarment e
influenti (uno per tutti Vittorio Emanul ele di S avoi a). Ciò ha f atto, ri chiamando
espressam ente la norma che di sciplin a tale potere, esercitato st rument alment e al
fine di prov ocare iniziativ e degli i spettori ministerial i, del Minist ro dell a
Giustizi a e del CSM, ben con sapevol e che il richiamo alla funzion e i stituzion ale di
vigilanza avrebbe avuto degli eff etti ed u n peso ben diverso dall a mera denun cia.
La consapevolezza di abu sare della fun zione n ei conf ronti di qu esto giudi ce si
desum e dalla stessa prem essa, contenut a nella segnalazion e in data 23.6.2006,
laddov e il dr. TUFANO così esordi sce: “I fatti oggetto dell a nota indagin e i n
corso presso gli uffici giudiziari di Potenza a carico di SAVOIA Vittori o
Emanuele + altri e i contenuti dell a conseguent e copi osi ssima campagn a
massmed ia hanno immediatam ente attivato questo Uffici o in ordin e a quanto di
sua doverosa sp ettanza sul piano dell a sorveglian za sui magist rati requ irenti (art .
16 R.D.L. 31/5/1946 n. 511 e art. 6 D.L.vo 20/2/06 n. 106)”. E’ evid ent e -
ammesso che vi fossero d ei dubbi - che il dr. TUFANO, il qu ale si è mosso, non
sulla base di iniziative intraprese da t erzi, ma soltanto sull a scorta di notizi e
apprese da gi orn ali e tel evi sioni, era pienam ente con sap evole che il potere d i
vigilanza pot eva essere esercitato direttamente soltant o nei conf ronti del P.M.,
avend olo aff erm ato n ella p rem essa. Perciò, assum endo tale inizi ativa, h a
interf erit o nell’ eserci zio del potere di controllo riconosciuto innanzitutto al cap o
dell’Uffi cio, val e a di re al Presidente del T ribunal e, e di sorv egli anza,
istituzional ment e devoluto al President e della Corte di Appell o, titolari di uffi ci
direttivi giudi canti, ch e pure hanno avuto modo di leggere i giorn ali e di ascolt ar e
la televi sion e, sen za per questo ri scontrare situazi oni tali da a giustificare l a
formulazion e di rili evi n ei confronti del sottoscritto, pu r avendone il potere. E, si
badi ben e, ch e il dr. TUFANO si è rap portato di rettament e al Presidente del l a
Repu bbli ca, al Mini stro, al CSM ed al P.G. presso la Cassazi one, senza
interloquire, così com e sarebbe stato doveroso, con gli org ani prepost i
istituzional ment e alla vigilan za nei confronti del giudice, scaval cand ol i
compl etam ente.

432
“Del tutto anomala è l’atten zione che il dr. TUFANO ha dedicato e
continua a dedica re al sottoscri tto gi udice, attraverso la formulazione di
rilievi, di intrinseca sca rsa consi stenza e del tutto p rivi di fondamento.

Lo steso dr. Pav ese, coll ega dell’Uffi cio GIP, mi ha riferito che il dr. TUFANO a
margin e d elle riuni oni del Con sigli o Gi udiziario ha espresso valutazioni molt o
criti che sui provvedimenti da m e adottati, parti col arm ente n ell e vi cend e
processuali conven zionalm ente denomin ate “Iena 2” e “S avoi agat e”.

A fronte di tal e inerzi a, si regi stra, invece, un parti col are “ attivism o” olt re ch e
nei conf ronti di alcuni pubblici mini steri, anche, in maniera del tutto anomal a,
del sottoscritto, attivism o che si è manifestato soprattutto nell’ambit o del
proced imento cd. “Savoiagat e”. Signifi cativa è l’ind agine, svolta d al Procu ratore
Generale, al fin e d i verif icare l a regolarit à dei t empi di esecu zion e dell e ordin anze
cautel ari em esse dal sottoscritto. Tale i ndagine è st ata app resa dall’ espon ent e
attrav erso la l ettura dell’ arti colo apparso sul giorn ale local e “Il Quotidian o”, che
riportav a, in mani era vi rgol ettata, al cuni brani contenuti n el verbal e di audizi on e
del dr. Woodcock e del d r. Galant e al Procuratore Gen erale di Poten za, a sua volt a
delegato dal l’Isp ettorato General e del Mi nistero (cf r. all. 6 alla relazion e del dott.
Iannuzzi). Nell’ arti col o si attri buisce al dr. TUFANO l a formulazion e di u n
interrog ativo, che, se fosse stato ri port ato in quei termini n ella nota personal e
indirizzata al dr. Arcibaldo Mill er, capo dell’Ispettorato Gen eral e del Mini stero
della Giu stizia, potrebbe rivestire carattere pen alm ente ril evant e, ladd ov e il P.G.
di Potenza si chi ede “ com e si a stato possi bile appront are, nel breve lasso di temp o
corso t ra l e 21.15 e l a parten za d egli automezzi, le copi e occorrenti p er
l’esecu zion e di alm eno 26 ordinan ze (olt re 54.000 pagin e). Trattasi di operazion e
che richied e più fot ocopiat rici p er vari gi orni (per con segnare l a sol a
docum entazi one richiesta dall’ispettorato la Procura ha impi egato di eci gi orni)” .
Trattasi con eviden za di illazioni piuttosto pesanti, che, pur chiam ando in causa
direttam ent e il P.M., sottintendono l’ipot esi che qu esto GIP abbi a potuto attestar e
il falso nel l’indicazion e dell’ orari o di deposito dell’ordin anza ori ginal e e dell e
copi e da notifi care ai destinat ari delle m isure caut elari. Tal e ill azion e è priva di
qualsi vogli a fondam ento, ove si consid eri che il dr. TUFANO, il qual e prim a di
segn alare il fatto avrebbe dovuto compi ere l e n ecessari e v erif iche, tralasci a di
considerare che l e ordin anze da esegui re erano state tutte consegnat e e depositat e
dalla cancell eri a dell’Uffici o GIP alla segreteria del PM all e ore 21.15 d el
15.6.2006, in numero corri spondente a quello d ei d estinat ari dell e mi sure st esse,
per cui il lasso di t empo n el qu ale sono stat e fatt e le copie dell’ ordinanza i n
questione n on è qu ello comp reso tra le 21.15 del 15.6.2006 e “la part enza degl i
automezzi”, ben sì qu ello precedent e all e 21.15 del 15.6.2006, com preso n ell’arc o
della st essa giornata d el 15.6.2006, utili zzata ev ident ement e per stampare e per
fotocopiare l e ordin anze in esam e. Tale vicenda, volta a chi ari re nei dettagli ed a
sci ogliere tutti i dubbi soll evati dal dr. TUFANO, appare an ch’ essa sintomati ca
dell’intent o da part e di qu est’ultimo di voler a tutti i costi rinveni re nell a
gesti one del procedim ento dell e i rreg olari tà, da segn alare agli organi superi ori ed
è st ata chiarita n ei suoi t ermini esatti n el la ri chi esta di archiviazion e avanzata al
GIP dal P rocu rat ore della Repubblica di Catanzaro in data 16.4.2006 (cf r. all. 7
alla relazione del dott. Iannuzzi).

433
Peralt ro, ci si chied e come sia stato possi bile che un atto così ri servato, trasm esso
dal Procu rat ore Gen eral e al Capo dell’I spettorato del Minist ero della Giustizi a,
possa essere finito in mano ai giorn ali sti.
A questo punto, non pu ò sfuggire che le inizi ative del dr. TUFANO, laddov e
esprimon o rilievi critici anche n ei conf ronti del sottoscritto GIP e stigm atizzan o
le modalità di esercizi o della funzi one giurisdizion ale, sempre in relazion e a
vicend e giu diziari e contraddistint e dal comune denomin atore del coinvol giment o
di personalità di rilievo pubbli co e da prese posizion e e pol emi che provenienti d a
alcuni esponenti del mondo politi co (per avere un’id ea soltanto in rel azion e al l a
vicend a sfociat a nell’arresto di Vittori o Emanuele di Sav oia, v. all. 8 alla
rel azion e del dott. Iannuzzi), costitui scono una vera e propri a anomalia, gi à
evid enziat a da al cuni compon enti del CS M, oltre che dagli organi di inf orm azion e,
in quanto si risolvon o in una impropria i nterf erenza nell’ eserci zio di una funzion e
che istituzi onalm ente com pet e ad alt ri organi. Invero, il Procu ratore General e è
titolare del potere-dov ere di sorv eglianza sui magi strati del pu bbli co mini stero, e
non anche n ei conf ronti di col oro che, come l’espon ente, svol gono fun zion i
giudicanti. Tale p rincipi o è esp ressione di una regol a organizzativa fondament ale,
che di sciplin a la ri partizion e dell e funzi oni di cont rollo demandat e agli org an i
superiori, ed è st ato confermat o dall’ art. 6 del D.L.vo n. 106/2006, dopo essere
stato più volt e ribadito dal CSM (v. da ultimo la risoluzi one in data 24 f ebbrai o
2005, di cui al l’all. 12 alla relazion e del dott. Iannuzzi), con riferim ento all a
previgent e normativa di cui agli artt. 14 e 16 del R.D.Lgs n. 511/1946; è n oto,
infatti, che la suddivi sion e dell e competenze tra il Presi dent e dell a Corte ed i l
Procu ratore Gen eral e si basa sull e funzi oni svolt e dai magist rati sottoposti all a
loro sorv eglian za al mom ento dell’ effett uazion e d egli accertamenti o di qu and o
questi si rendano n ecessari, e comporta la preclusi one di qual siasi attività di
accertament o nei conf ronti d egli uffi ci e dei magist rati non sottoposti alla l oro
sorveglianza ai sensi delle citate norm e.
Nella condotta in esam e, pertanto, il dr. TUFANO ha agito in violazi one dell a
norma regolatri ce d ella compet enza, quella di cui all’art. 6 del D.L.vo n.
106/2006, ch e è n orm a di legge, viol azione che si verifica tutte le volt e in cui –
com e nel caso di speci e – l’atto ven ga emanato da un organo diverso da qu ell o
avent e la pot està di provvedere ovvero d a un sogg etto che non è legittim ato ad
agire. In particolare, tale ultim a ipotesi ricorre qu ando il pubblico funzi onario,
pur aven do una legittimazion e generi ca ad agire com e organo statal e, tuttavia non
ha la leg ittimazion e specifi ca a d isp orre i n ord ine ad un det erm inato ogg etto o nei
conf ronti di determin ati sogg etti.
Particolarmen te significa tiva, in qua nto analogicamen te applicabile alla
fattisp ecie in esame, è la p ronunzia d ella S.C. di Cassa zione sez. VI, del 2 6
giugno 2003, n. 35127, ch e ha statui to che “Integra il rea to di cui all’art.
323 c.p., la condotta di un magistrato della Procu ra Gen erale d ella
Repubblica presso la Corte d’App ello, che incaricato dal dirigen te
dell’ufficio di svolgere una indagine amministrativa diretta ad acquisire
informazioni su di un’istanza di rimessione del pro cesso, conduca una v era
e prop ria indagine preliminare, senza essere legi ttimato, nei confronti di u n
magistra to d ello stesso distretto d ella corte di appello, in tal modo
cagionando intenzionalmente un danno ingiusto”.
Tali iniziative sono stat e connotat e, sotto il profilo psi col ogico, dall’int ento di
arrecare un danno allo scrivente, posto ch e la vi cen da testé rif erit a non costitui sce

434
affatto un episodio isolato, ma è soltant o una delle tante vi cende, al punto d a
potersi in seri re all’interno di una vera e propria escalation di ini ziative e prese di
posi zion e, anche risalenti nel tempo, i cui prodrom i vanno fatti ri sali re negli
sviluppi d el procedim ento n. 1916/2000, di compet enza d ella DDA, megl io noto
com e “IENA 2”, che portò all’ adozi one di misure cautel ari nei conf ronti, tra gli
altri, dell’ allora presi dent e dell a camera p enal e di Basilicata, avv. Bardi Piervito, e
dell’on. Blasi di Forza Italia, nonché di amminist ratori pubblici, funzi onari e
imprenditori. Da tal e ep oca il Procu ratore General e non p erde occasion e p er
esprim ere l e propri e valut azioni critiche, oltre ch e n ei confronti dei magi strati
della Procura di Poten za che chi esero l’ applicazion e delle mi sure caut elari (ciò ch e
gli è consentito, qual e organo titolare del pot ere di sorveglianza su t ali uffici),
anch e nei riguardi dei giudi ci appart enen ti alla sezi one GIP, ma in particolare del
sottoscritto, reo – a suo dire – di autorizzare con troppa facilità l e intercettazion i
telef onich e ri chiest e dal P.M., di fare un uso eccessivo della cu stodia cautel are,
reit erando l’ accusa di essere t roppo appi attito sulle posizioni d el P.M. e in alcuni
casi di limitarmi a ricopiarne l e richieste.
Particolarmen te g rave e sintoma tica d ell’inten to di danneggiare
ingiustamente lo scriven te è la segnalazione in data 23.6.2006, fatta dal dr.
TUFANO subito dopo l’a rresto di Vi tto rio Emanuele di Savoia (v. all. 9
alla relazione del dott. Iannuzzi), nella quale lo stesso evidenziava aspetti
di possibile valenza disciplinare, facendo riferimen to ad alcuni articol i
apparsi su due quotidiani a diffusione nazionale, che si sono occupati della
vicenda, vale a dire “La Repubblica” e “L’Unità” (ma num erosi sono stati
quelli che hann o dedi cato ampio spazi o alla vicenda, tra cu i si indicano a titol o
esemplifi cativo, Il Corriere della sera, La Stampa, Il Giornal e, Libero ecc.).
Tali rili evi, privi di fondamento e lesivi della reputazi one del lo scrivente, h ann o
prov ocato un’ispezi one minist erial e, che t ra l’alt ro, ha costretto lo scriv ente an che
a rin viare il godiment o dell e f eri e, gi à concesse dal P residente del Tribun ale (cf r.
all. 10 alla relazi one del dott. Iannuzzi).
La segnalazione in esame co sti tuisce un’iniziativa particola rmente grav e
ed anomala, sia perché rapp resen ta un’indebita interferenza nell’esercizi o
di un potere istituzionalmen te ricon osciuto al Presidente d ella Co rte d i
Appello, il quale, a differenza del dr. TUFANO, non ha mai formulato alcun
rilievo di qualsivoglia natura nei confronti del so tto scritto magistrato, così
com e il Presid ente d el T ribunal e (cf r. rapporto del president e del Tribunal e sull a
nomina a magist rato di cassazion e, di cui all’all. 9 al la relazion e del dott.
Iannuzzi), sia perché la segnalazione non è diretta – come avrebbe dovuto
essere - ai p redetti organi, pur essend o titolari d el potere di sorv eglianza
nei confron ti del so ttoscritto giu dice e d el conseguen te po tere d i
apprezzamen to e di iniziativa disciplinare o paradisciplinare, bensì alla
Presidenza della Repubblica, al Ministro della Giustizia, al Consiglio
Superiore della Magistra tura ed al Procura tore G enerale presso la Corte d i
Cassazione. Tale modalità di esercizio del potere di segnalazione – ripetesi,
non riconosciuto al Pro cura tore Gen erale nei confron ti dei magistra ti con
funzioni giudicanti - denota in maniera evidente la volontà di scavalcare
gli organi isti tuzionalmente p repo sti allo svolgimento delle funzioni di
sorveglianza, creando i presupposti per un interv ento disciplinare o
ispettivo, cosa che effettivamen te si è verificata. L’ intento di arrecare un
pregiudizi o allo scrivente si ri cava d allo stesso tenore d ell a segnalazion e, laddov e

435
il dr. TUFANO scrive: “...si reputa n ecessario, sin d a qu esto mom ento, fa r
conoscere al cuni preliminari aspetti eventualmente merit evoli di apprezzament o
disci plinare o paradisciplinare”, aggiun gendo su ccessivament e “S empre ai fin i
della eventual e evi den ziazi one di aspet ti valutabili sotto profili disciplin ari ,
questo Uffi cio si accing e anche ad accertare: se e qu ante conversazi oni int ercettat e
e cont enute nell a ri chiesta e nella ordinanza di misu re caut elari e ri port at e
integralment e in virgol ettati di stam pa si ano st rettament e funzion ali all e
valutazion i caut elari piuttosto che ( se percepite dai massmedia attraverso la
richi esta o la ordinanza) gratuitam ente lesive d ella ri servat ezza e d ella onorabilit à
dell e person e coinvolte, specie se non in dagate o ad dirittu ra totalm ente estran ee
alla vicenda e d el tutto irril evanti ai fini decisori.” Attraverso tale ultim a
osservazion e, il P rocuratore Gen eral e fin isce per vuln erare un princi pio basilare,
che attien e all’ esercizio dell a funzion e giu ri sdizi onal e, av endo la sezi on e
disci plinare del CS M e l e sezioni unit e della Cassazion e aff ermato in più occasion i
che “I provv edim enti giudiziari posson o richi edere l’indi cazi one di fatti o di
situazi oni riguardanti soggetti diversi da quelli int eressati al processo, i qual i
possono risult are danneggiati dall a diffusion e di notizie l esiv e della loro
riservatezza o identità personal e, se n on del l oro onore. Tal e lesion e d ev e,
tuttavia, con siderarsi l ecita ed aut orizzata qual ora sia necessaria al
provv edim ento e per l’ esplicazion e del potere giu risdizion ale. P eraltro, l a
necessità o m eno d ell’indi cazi one del fat to rel ativo a terzi costituisce oggetto d i
una valutazi one che non può essere compiuta se non dal m agi strat o che d ev e
emett ere il provv ediment o e non può essere sindacata in sede di sciplin are in base
al prin cipi o costituzi onal e della indipendenza del giudi ce, soggetto solt anto all a
legg e” (cfr. senten za del 26.11.199 9/14. 2.2000 – all. 11 alla rel azion e del dott.
Iannuzzi). Fatto st a che lo scrivente è stato d estin atari o di ben du e i spezion i
disposte dal Mini stero dell a Giu stizi a ( primi giorn i del m ese di luglio 2006 e
marzo 2007), sia di un’ azi one di sciplinare (cf r. atto di in colpazion e d el 19.7.2006
all. 12 al la rel azi one del dott. Iannuzzi ), conclu sasi n ei gi orni scorsi con l a
ordin anza di n on diversi procedere, scatu rita non dalla vi cenda del l’arrest o del D i
Savoia o del Corona, ma dal procedim ento “Iena 2”, “ripescat o” a di stanza di poco
meno d i du e anni dall’ esecuzion e dell e misure caut elari ordinat e dall’esponent e,
con l’add ebito di non av er moti vato l’ordinanza con riferim ento alla posi zion e di
alcuni dei destinat ari delle mi sure (motivazi one man cante o app arente). E’
evidente il danno Procu rato allo scri vente attraverso le condotte abusiv e
ascrivibili al dr. TUFANO nei termini ampiamente sopra illustra ti, ch e
hanno avuto gravi ripercussioni sotto il profilo dell’immagine
professionale e del disagio personale, ripercuotendosi anch e
sull’organizzazione d el prop rio lavoro, atteso che tali rilievi hann o
comporta to la sottoposizione a v erifiche ispettive, la formulazione d i
proposte di tra sferimen to e di esercizio di azioni disciplinari, con tutte l e
conseguen ze che ne sono derivate.

La consap evol ezza di abu sare del proprio ru olo istituzional e al solo fine di
danneggi are lo scriv ente ri sulta evidente laddove si consi deri che il Procuratore
Generale, pu r n on essendo tit olare del potere di sorveglian za n ei conf ronti del
sottoscritto, ha formulato a carico dell o scriv ente ri lievi, privi di fond amento ed
attinenti esclu sivament e all’ eserci zio d ella fun zion e giu risdi zion ale, peraltro
nell’ambito di procedim enti a cari co di personaggi pubblici particolarment e

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influenti (uno per tutti Vittorio Emanul ele di S avoi a). Ciò ha f atto, ri chiamando
espressam ente la norma che di sciplin a tale potere, esercitato st rument alment e al
fine di prov ocare iniziative degli i spettori ministerial i, del Minist ro dell a
Giustizi a e del CSM, ben con sapevol e che il richiamo alla funzion e i stituzion ale di
vigilanza avrebbe avut o degli effetti ed un peso ben diverso dal la mera denuncia.

La consapevolezza di abu sare della fun zione n ei conf ronti di qu esto giudi ce si
desum e dalla stessa prem essa, contenut a nella segnalazion e in data 23.6.2006,
laddov e il dr. TUFANO così esordi sce: “I fatti oggetto dell a nota indagin e i n
corso presso gli uffici giudiziari di Potenza a carico di SAVOIA Vittori o
Emanuele + altri e i contenuti dell a conseguent e copi osi ssima camp agn a
massmed ia hanno immediatam ente attivato questo Uffici o in ordin e a quanto di
sua doverosa sp ettanza sul piano dell a sorveglian za sui magist rati requ irenti (art .
16 R.D.L. 31/5/1946 n. 511 e art. 6 D.L.vo 20/2/06 n. 106)”. E’ evid ent e -
ammesso che vi fossero d ei dubbi - che il dr. TUFANO, il qu ale si è mosso, non
sulla base di iniziative intraprese da t erzi, ma soltanto sull a scorta di notizi e
apprese da gi orn ali e tel evi sioni, era pienam ente con sapevole ch e il p otere d i
vigilanza pot eva essere esercitato direttamente soltant o nei conf ronti del P.M.,
avend olo aff erm ato n ella p rem essa. Perciò, assum endo tale inizi ativa, h a
interf erit o nell’ eserci zio del potere di controllo riconosciuto innanzitutto al cap o
dell’Uffi cio, val e a di re al Presidente del T ribunal e, e di sorv egli anza,
istituzional ment e devoluto al President e della Corte di Appell o, titolari di uffi ci
direttivi giudi canti, ch e pure hanno avuto modo di leggere i giorn ali e di ascolt ar e
la televi sion e, sen za per questo ri scontrare situazi oni tali da a giustificare l a
formulazion e di rili evi n ei confronti del sottoscritto, pu r avendone il potere. E, si
badi ben e, ch e il dr. TUFANO si è rap portato di rettament e al Presid ente del l a
Repu bbli ca, al Mini stro, al CSM ed al P.G. presso la Cassazi one, senza
interloquire, così com e sarebbe stato doveroso, con gli org ani prepost i
istituzional ment e alla vigilan za nei confronti del giudice, scaval cand ol i
compl etam ente.

L’“accanim ento” del d r. TUFANO n ei riguardi del sottoscritto, peraltro, non


sem bra subi re battute di arrest o, com e comprovato da du e epi sodi verificati si n ei
giorni scorsi. Mi è stato rif erito, infatti, che in occasi one della defini zion e di un
delicato processo di criminalit à organizzata a cari co Rivi ezzi Saverio + 13, il cui
coll egio era presi eduto dall o scrivent e (cfr. all. 16 alla relazi one del dott.
Iannuzzi), il dr. TUFANO ha chi esto ad uno dei com pon enti del col legi o, il d r.
Daniel e Cen ci, di rif erirgl i sui tempi di definizi one del processo, stigmatizzando
la ci rcostan za ch e tal e processo era durato più a lungo di un altro, ri spetto al
quale nei giorni scorsi era apparso sul qu otidiano “La Stam pa” un articolo, in cu i
si add ebitava al dr. TUFANO di “non aver mosso un dito” in relazion e al processo
cosidd etto “Basilischi”, che si t rascin a da molti anni ( cfr. al l. 17 all a relazion e d el
dott. Iannuzzi), al punto da richiedere al Presid ente del Tri bunale di interpell ar e
anch e lo scrivente, per chiarire il tenore dell e aff ermazioni riportat e su l
quotidiano, peraltro att ribuite generi camente ai magi strati sentiti dal P.M. di
Catanzaro.

Ai fini dell a valutazion e dell e condotte poste in essere dal P rocuratore General e,
che – non bi sogna dim enticarl o – è anch e il magist rato requi rente di ran go pi ù

437
elev ato n el dist retto giudizi ari o d ella Basi licata, va m essa in risalto l’ asson anza, a
volte anche sotto il profil o terminologico, fra i rilievi e gli argomenti espressi dal
dr. TUFANO e qu elli cont enuti n el cosi ddetto “l ibro bi anco”, scritto da al cun i
avvocati, conten ente una seri e di accu se, per null a di sinteressat e, formulat e n ei
conf ronti di qu ei m agist rati ch e hanno osato “alzare il ti ro” al di l à della pi ccol a
delinqu enza di st rada, su ccessivament e al l’arresto dell’ avvocato Bardi, assonan za
che sem brerebbe esp ression e di un’anom al a alleanza tra due organi che perseguon o
istituzional ment e finalità diverse. Tale assonan za, peralt ro, ha avuto modo di
manifestarsi in num erose occasion i, tanto da far assu rg ere il Procu ratore
Generale, non tanto a pal adino dei comun i cittadini, quanto a punto di ri feriment o
costante degli avvocati penali sti, in particolar m odo di un noto ed autorevol e
rapp resentante d el foro l ocale e dello stesso avv. Piervito Bardi, che – è ben e
ricordarl o – è a giudizio p er un a seri e numerosa di reati, al cuni dei qu al i
allarm anti, quali il favoreggi amento mafioso, la ban carotta f alliment are
fraudolenta, l a calunnia, la ricettazi one, l a fal sità in atti pu bbli ci, ecc. Peralt ro, a
riprova d ell’ esist enza di tale an omal a all eanza si ri chiam a il contenuto d ella not a
del di rettivo della Cam era pen ale d i Basilicata in dat a 8 luglio 2006, in cui si
manifesta “massima solidari età al P.G. TUFANO, nei conf ronti d el quale, nei
giorni scorsi, cinque con siglieri d el CSM della corrente ‘magi st ratura
democratica’, avev ano chiesto di verif icarne l’ operato”. Nel comunicato si
defini sce “g ravem ente inopportuna” l’ini ziativa d ei cinqu e consiglieri del Csm” ,
auspi cand osi “l a cessazion e di ogni in debita ing eren za n ello svolgim ento d el
delicato compito assegn ato a TUFANO”. La notizia non m erita commenti e lasci a
sen za fi ato (cf r. all. 12). Vi è da aggiu ngere, alt resì, che l a camera pen ale in
questione, alla qu ale sono i scritte poch e person e, non è n emmen o rappresentativ a
della categoria, essendo stata creata in Potenza un’alt ra camera p enal e, presiedut a
dall’avv. Ivan Ru sso, alla qual e son o iscri tti molti più avvocati.

In riferimento a quanto segnalato dal dr. IANNUZZI relativamente alla posizione


dell’avv. BARDI e del fatto che questi, unitamente ad altri indagati “colletti bianchi”
nell’ambito del proc. pen. 1916/00 cd. “Iene”, facessero direttamente riferimento al
Procuratore Generale, con il quale i PP.MM. WOODCOCK e MONTEMURRO
intrattennero copiosissima corrispondenza, è riscontrata da quanto emerge dalla
documentazione acquisita.

Riferiva ancora PAVESE Rocco: Piena unanimità. Laddove i rapporti… Invece c’è stato
l’inverso, cioè una particolare attenzione del dottore TUFANO verso certe problematiche, il che ha
suscitato anche delle discussioni in Consiglio Giudiziario, pacate ma ci sono state. Ci sono poi state
tutta una serie di riflessioni del Procuratore Generale a margine del Consiglio Giudiziario, che mi
sembra doveroso portare alla sua conoscenza, alla sua attenzione. E cioè una sistematica attenzione,
ho rilevato in questi due anni di attività nel Consiglio Giudiziario, attenzione critica in senso
negativo ben inteso, verso il procedimento “Iena”, il 1916/00 RGNR DDA Potenza, a proposito del
quale e a proposito dei provvedimenti ivi adottati, il Procuratore Generale ha sempre manifestato
aperti sferri su una serie di critiche, critiche che hanno investito l’operato dei pubblici ministeri e
anche l’operato del dottore IANNUZZI, quale GIP che ha adottato il provvedimento. Devo
aggiungere che questa attenzione critica verso il procedimento “Iena”, io credo che si sia poi estesa
anche alla persona del dottor MONTEMURRO che era uno dei pubblici ministeri, l’altro era il
dottor WOODCOCK, che si è occupato del procedimento “Iena” , cosiddetto “Iena” , in realtà
1916/00 RGNR. Perché dico questo? Perché quando si trattò di deliberare sul parere per la nomina

438
del dottor MONTEMURRO a magistrato di appello, il dottor TUFANO espresse dei rilievi anche
per iscritto a riguardo, lamentando che le statistiche del dottor MONTEMURRO erano
inverosimili perché risultava un numero eccessivo di udienze, lamentando una serie di inefficienze
professionali del medesimo. A riguardo io ritenni doveroso mettere a verbale una serie di
considerazioni, che ho in copia qui e che posso porre alla sua attenzione, in cui rilevavo…

PAVESE Rocco – Beh, a me pare evidente in modo assoluto, una consonanza con parte della
avvocatura. Perché? Perché dal procedimento “Iena”, il 1916/00, a quel procedimento, seguirono
una serie di polemiche molto virulente, anche in virtù della stampa locale che praticamente si
schierò pressoché unanimemente, sia pure con alcune diversità di accenti, contro la magistratura
che procedeva e a sfavore, genericamente parlando, alla classe politica. In realtà non è che la classe
politica lucana era tutta sotto accusa in quel procedimento; c’erano singole persone che erano
indagate; c’erano singoli “colletti bianchi” che erano indagati; c’erano imprenditori che erano
indagati; c’erano anche delinquenti di strada; c’era e c’è MARTORANO Renato che è un noto
pregiudicato di Potenza, forse il più importante esponente della mafia lucana, vicino alla
‘ndrangheta, che ha una condanna per 416 bis passata in giudicato ed emergevano chiaramente dei
collegamenti tra il signor MARTORANO, tra suoi accoliti, con colletti bianchi, con imprenditori.
Insomma il nucleo accusatore, detto in termini molto sintetici, era questo. Ne seguirono polemiche
virulente. Si disse che la magistratura voleva mettere sotto accusa la Basilicata, voleva infangare il
buon nome della Basilicata e così via, secondo un cliché che la sua signoria vostra può bene
immaginare. Successivamente, a distanza di alcuni mesi, gli avvocati elaborarono – ma una parte
degli avvocati, intendiamoci, adesso dettaglierò anche questa affermazione – il cosiddetto “libro
bianco” contro la magistratura, che è un insieme, a mio parere, di falsità anche, di illazioni, di
insinuazioni, di affermazioni offensive su di noi, affermazioni offensive sull’ufficio del GIP che, a
loro dire, ricopierebbe integralmente, senza vaglio critico, le richieste del pubblico ministero. E in
tutta questa massa di accuse, di cose gravi contro il mio ufficio, io vedo chiaramente la mano
dell’avvocato Pier Vito BARDI, che fu attinto da misura cautelare in quella vicenda, vedo
chiaramente la mano dell’avvocato Francesca SASSANO, che ha chiari motivi di risentimento nei
confronti del dottor WOODCOCK e anche del sottoscritto, perché la suddetta è stata condannata,
in sede di giudizio abbreviato chiesto ovviamente dalla medesima, dal sottoscritto per una vicenda di
bancarotta fraudolenta e il PM, nell’occasione, era il dottore Henry WOODCOCK. Perché
riconosco la mano di costoro? Perché i continui riferimenti a vicende processuali in cui essi sono
stati protagonisti, il riferimento a presunti nostri errori, rappresentano, a mio modo di vedere, un
collegamento inequivocabile con le loro persone, quali autori principali del “libro bianco”.

PAVESE Rocco – Questo deve essere assolutamente chiaro. In questo scenario è evidente che il
Procuratore Generale (il dottor TUFANO), ha preso più volte e anche pubblicamente…, o per lo
meno in tal modo inequivocabilmente si ponevano e potevano essere interpretate le sue affermazioni
a favore, ripeto, degli avvocati contro i magistrati, naturalmente non tutti i magistrati, il dottor
WOODCOCK e il dottor IANNUZZI in particolare, ma anche il dottor MONTEMURRO. Devo
aggiungere che nei miei confronti il dottor TUFANO non ha mai mosso critiche, io però mi sono
sempre sentito in dovere, per amore di verità e anche per ristabilire fatti storici a mio parere
incontrovertibili, di replicare garbatamente – sia in Consiglio Giudiziario, in una occasione, ripeto,
per iscritto (e questo lo esibirò), sia nei colloqui a margine dello stesso Consiglio Giudiziario,
numerosi colloqui a margine del Consiglio Giudiziario – di replicare queste affermazioni facendogli
notare che non ero assolutamente d’accordo e facendogli anche notare – vorrei che anche questo lei
conoscesse – che in Basilicata in realtà esistono numerosi altri e secondo me più gravi problemi
giudiziari. Il dottor TUFANO ha ritenuto rimuovere rilievi gravi al dottor IANNUZZI e non sta a
me sindacarne la giustezza. Io rilevo, come fatto storico, che ciò è avvenuto, però non ha mai

439
ritenuto, per esempio, di prendere in considerazione il fenomeno, anch’esso ascrivibile “all’attività
dei giudicanti”, dei processi che non vengono celebrati. Perché noi a Potenza abbiamo – secondo me,
ma che è sotto gli occhi di tutti, lo ho anche messo a verbale al Consiglio Giudiziario – un
gravissimo problema dei giudizi dibattimentali collegiali che durano un tempo assolutamente
spropositato. Citerò l’esempio, ma è solo un esempio, del cosiddetto processo “Basilischi” in cui la
misura cautelare che coinvolgeva decine di persone, fu eseguita il 22 Aprile 99, il rinvio a giudizio
che concerneva una cinquantina di imputati fu fatto esattamente, se non vado errato, sette anni fa,
il 30 o il 29 Marzo 2000, il dibattimento non è ancora finito. Il dibattimento non è ancora finito, a
mio parere con dei danni anche erariali gravissimi, perché spese di traduzione, spese di
verbalizzazione, spese di videoconferenza e comunque oneri per i gratuiti patrocini e così via.
Insomma poi inevitabilmente, alla fine, a prescindere dal merito processuale, del quale non mi posso
e non mi voglio occupare, ci saranno degli indennizzi per eccessiva durata del processo ai sensi della
legge Pinto. E questo è un problema che è sotto gli occhi di tutti e con il quale però io rilevo,
constato, non viene adottato nessun provvedimento. Non viene adottato nessun provvedimento e io
questo l’ho scritto al Consiglio Giudiziario, l’ho verbalizzato. Questa cosa non ha attirato gli strali
di nessuna Camera Penale, nessun avvocato se ne lamenta, il che devo ritenere che questo faccia
comodo, il dottor TUFANO questo non lo ha mai rilevato. Eppure che si combatta la criminalità
facendo i processi e condannando si dà il caso i colpevoli, dovrebbe essere un interesse collettivo
innanzitutto della magistratura. Quindi questo devo rilevare, c’è una attenzione di tipo
unilaterale.

Riferiva il dr. WOODCOCK Henry John: – Di una ingerenza, io non so se definirla o meno
ingerenza, ma di iniziative che io non ho condiviso, sono stato io stesso testimone. Prima ho fatto,
appunto, l’esempio del procedimento 1916/00 modello 21, cosiddetto “Iene”, che è un procedimento,
purtroppo, che è un po’ stato il pomo della discordia nell’ambito giudiziario, non solo giudiziario,
ma anche proprio cittadino, nel sociale della città di Potenza, perché poi è un processo le cui misure
cautelari sono state in buona parte annullate, in cui il riesame ha praticamente censurato una
buona parte delle ordinanze, salvo qualcuna. Ora, per esempio, faccio un esempio, in questo
procedimento, all’indomani dell’esecuzione delle misure cautelari, quindi già ad un domani
dell’esecuzione delle misure cautelari, io ricordo perfettamente che il Procuratore Generale fece una
nota, fece una richiesta in cui formulava all’ufficio della Procura – e ovviamente al Procuratore
della Repubblica come vertice dell’ufficio della Procura – una serie di richieste alle quali io, se fossi
stato il Procuratore della Repubblica, non avrei risposto o meglio avrei risposto con una risposta di
tipo interlocutorio. Ovvero, se tra l’altro anche prima che il Tribunale del Riesame in qualche modo
travolgesse una parte dell’impianto investigativo… Perché i procedimenti, ci sono procedimenti che
vanno bene, male, benino, malino. Insomma quel procedimento nel merito, è stato sicuramente un
procedimento che è stato censurato dal Tribunale del Riesame, che adesso, tra l’altro, in parte è stato
definito con alcune richieste di archiviazione e adesso è pronta una richiesta di rinvio a giudizio per
quelli che sono rimasti. Tanto premesso, se ancor prima della celebrazione del riesame, cioè
all’indomani dell’esecuzione delle misure, la Procura Generale formula una serie di quesiti, che io
adesso non mi ricordo perfettamente, ma chiede: “Perché a Tizio hai mandato l’avviso di garanzia e
a Caio no? Perché quindi sul giornale a Tizio risulta che hai mandato l’avviso di garanzia?”, e cioè
appunto delle domande che in qualche modo esorbitano la funzione, quella che secondo me è una
funzione ispettiva e di sorveglianza – perché io adesso non voglio fare il sofista – ma che è una
funzione ed è l’espressione di una attività squisitamente amministrativa… Attenzione: cioè di
fronte ad un fatto di rilevanza, diciamo così, paradisciplinare, attinente cioè ad un rapporto che si
incardina nell’alveo di un rapporto o di una relazione di tipo amministrativo, legittimamente il
Procuratore Generale può e deve intervenire nell’esercizio della sua funzione e del suo potere
ispettivo e di sorveglianza. Aldilà di queste ipotesi, almeno a mio modestissimo avviso, le ipotesi di

440
“ingerenza” del Procuratore Generale e della Procura Generale in ambito giurisdizionale,
perlomeno e soprattutto sulla base del vecchio ordinamento giudiziario, erano solo ipotesi tipiche e
tipicamente previste, vedi (faccio un esempio tra tutti): istituto della vocazione.
P.M. dott. DE MAGISTIS – Va bene, è chiaro.
WOODCOCK Henry John – E’ un esempio. Allora, se il Procuratore Generale a me chiede e mi fa
una domanda (a me, al Procuratore) che non riguarda questo rapporto amministrativo, ma riguarda
in qualche modo il meglio di una scelta investigativa… Perché se io mando l’avviso di garanzia a x
e non ritengo di mandarlo ad y anche se quello sta nella rubrica del capo di imputazione
dell’ordinanza che mi hanno notificato e io mando a uno l’avviso e all’altro no, questa è una scelta
giurisdizionale che non può e non deve investire i rapporti tra il Procuratore Generale ed il
Procuratore della Repubblica, perché può darsi che io non glielo abbia mandato perché è sottesa a
questa scelta una strategia, per esempio, investigativa, di stimolazione…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – E’ chiaro, è chiaro.
WOODCOCK Henry John - …rispetto alla quale io non devo poter dare una spiegazione,
nell’ambito giurisdizionale, al Procuratore Generale. In quella occasione – chiudo e concludo – il
Procuratore GALANTE e anche il collega MONTEMURRO, che era con me delegato, non mi
diedero, diciamo, retta e mentre io volevo fare una risposta garbata, educata istituzionalmente e non
è che volevo negargli quello che lui aveva chiesto, volevo appunto semplicemente dirgli: “Se è
possibile che la signoria vostra, la sua eccellenza vostra, spieghi le ragioni per le quali…”. Voglio
dire, volevo in qualche modo… Invece in quella occasione e anche poi in tutte le altre, gli fu data
ampia spiegazione. Devo dire che da questo punto di vista, perlomeno fino ad un certo punto, tutte
le domande, le istanze che il Procuratore Generale ha fatto alla Procura della Repubblica sono state
evase, dopodiché credo che poi il Procuratore della Repubblica, da un certo punto in poi alcune
istanze ha cominciato a non evaderle più. Ma insomma che tra i due ci fosse una frizione è stato, ad
un certo punto – civilisticamente, si direbbe – fatto notorio. Cioè il discorso di questo attrito ormai
attuale tra il Procuratore Generale e il Procuratore GALANTE è un fatto che oltre ad imperversare
su tutti i quotidiani, è un fatto che è oggetto anche di riunioni della Procura
insomma………OMISSIS.

Riferiva ancora il dr. WOODCOCK anche con riferimento al pr ocedimento


penale cd. Savoiagate:
C’è un ultimo ulteriore episodio che riguarda nel complesso questa vicenda, che francamente a me
ha lasciato un po’ perplesso. Ma poi ripeto – io adesso non voglio allungare e rubare troppo del
vostro tempo – è chiaro che queste sono vicende che devono essere approfondite sentendo l’avvocato
CIMADOMO e il padre dell’avvocato CIMADORO che anche lui fu scosso da questa vicenda, così
come la vicenda che sto rappresentando deve essere ovviamente approfondita sentendo il collega
Luigi SPINA. Il collega Luigi SPINA questa estate… Cioè il collega Luigi SPINA è membro del
Tribunale del Riesame di Potenza, collega bravo, esperto e serio, il quale mi disse – credo questa
estate, subito prima o subito dopo le vacanze, sicuramente dopo lo svolgimento del Tribunale del
Riesame di Vittorio Emanuele – mi disse: “Sai Henry… (noi siamo dello stesso concorso, abbiamo
ottimi rapporti) – dopo il riesame e contestualmente, mentre la Procura Generale era stata delegata
dall’ispettorato e dal CSM a svolgere una ispezione nei miei confronti per il procedimento di
Vittorio Emanuele – …mi è accaduto che il Procuratore TUFANO mi ha chiamato sul cellulare
due o tre volte, mi ha chiamato nel suo ufficio. Io poi ci sono andato – mi dice Luigi SPINA – anche
io con TUFANO ho ottimi rapporti, mi ha chiamato nel suo ufficio, c’erano lui e il dottor ROCA e
in buona sostanza avevano già l’ordinanza del riesame…”, l’ordinanza cioè con la quale il Riesame
aveva confermato gli indizi per Vittorio Emanuele per l’associazione a delinquere e soprattutto
aveva affermato il principio della competenza territoriale a Potenza per l’associazione a delinquere –

441
“…e sai, con questa ordinanza alla mano mi dissero: ma spiegaci un po’ i passaggi…”, no spiegaci,
forse spiegaci non è il termine esatto, perché non è il tipo di termine che probabilmente è stato
usato. Insomma chiamarono nell’ufficio di TUFANO, Luigi SPINA, membro del Collegio del
Riesame, per chiedergli, definiamole spiegazioni, per chiedergli di esemplificare, di rappresentare
alcuni passaggi dell’ordinanza stessa. Ora, il motivo per il quale due magistrati dell’esperienza e
del livello culturale… – e lo dico sinceramente, sia il Procuratore TUFANO, sia il collega ROCA
sono (e l’ho constatato io ascoltandoli e leggendone negli atti) sono due ottimi giuristi – …perché il
collega TUFANO e il collega ROCA abbiano ritenuto addirittura di convocare nel loro ufficio un
membro del Tribunale del Riesame, diciamo, per confrontarsi con lui sui passaggi dell’ordinanza
estesa dal giudice SPINA riguardante Vittorio Emanuele di Savoia, francamente io questo non me
lo riesco a spiegare! Credo che TUFANO abbia detto: “Devo rispondere all’ispettorato, dimmi
qualcosa così io faccio più presto”. Però, siccome non è un’ordinanza di seicento pagine, ma di
dieci, venti, trenta pagine, io penso che se la sarebbero potuta leggere anche loro e penso pure che
chiamare e convocare nel loro ufficio il giudice del Tribunale del Riesame francamente è una cosa
che a me lascia un po’ perplesso!”.

Attività d’inerzia nei confronti della dr.ssa GENOVESE che si evidenziava anche con
riferimento alla mancata segnalazione, da parte del dr. TUFANO, dell’utilizzo con
modalità di tipo privatistico, da parte della dr.ssa GENOVESE, dell’autovettura di
servizio.
In merito il dr. MONTEMURRO segnalava al Procuratore della Repubblica quanto di
seguito indicato:
“Avendo appreso (ed in alcuni casi personalmente visto) della presenza presso questo Palazzo di
Giustizia, anche in locali non aperti al pubblico, di tale MARTINELLI Marco in compagnia
dell’autista di questo Ufficio LANZALONE Giovanni, ed atteso che tale presenza persiste da circa
tre mesi, le richiedo di voler disporre accertamenti a mezzo del responsabile della Ronda circa le
modalità di ingresso del MARTINELLI Marco, i luoghi in cui sia stato eventualmente visto
all’interno del Palazzo di Giustizia ed ogni altro suo spostamento in locali la cui ubicazione,
peraltro, per intuitive ragioni di sicurezza, dovrebbe essere assolutamente riservata…omissis”.
Successivamente il M.llo BOCHICCHIO, responsabile della vigilanza presso il palazzo di
Giusitizia di Potenza, a specifica richiesta del Procuratore, relazionava quanto segue:
Il sottoscritto Mar.llo BOCHICCHIO Domenico, in qualità di responsabile del servizio di
vigilanza svolto dall’istituto “LA RONDA” presso il Palazzo di Giustizia di Potenza, con
riferimento alla Vs. richiesta di informazioni aderiva, dopo aver acquisito tutte le notizie
utili da parte di tutte le guardie giurate abitualmente in servizio presso codesto Palazzo di
Giustizia, con la presente dichiara quanto segue:
“…da circa tre mesi, il sig. MARTINELLI Marco, con cadenza quasi giornaliera entra nella
struttura in compagnia del Sig. LANZALONE Giovanni, dipendente del Ministero della Giustizia,
con mansioni di autista.
Si dichiara altresì che il sig. MARTINELLI Marco, sempre in compagnia del sig. LANZALONE, è
stato visto, oltre che nei normali piani aperti al pubblico, anche nei locali adibiti a garages ed
archivi, locali questi il cui accesso è vietato a persone non autorizzate.
Si specifica inoltre inoltre che in gran parte delle occasioni il sig. MARTINELLI è entrato nel
Palazzo a bordo di auto condotte dal sig. LANAZALONE , auto sia personale, che di servizio auto
blindate preposte alla tutela di magistrati…”

442
Dalla suddetta relazione emergeva l’illecito utilizzo da parte della dr.ssa GENOVESE
dell’autovettura di servizio, sulla quale risultava viaggiare illegittimamente proprio il
predetto MARTINELLI Marco.

Tali atti venivano acquisiti presso la Procura Generale di Potenza. Gli stessi risultavano
essere allegati ad una relazione del Procuratore Generale dr. TUFANO, datata 27.4.2007,
con la quale lo stesso ricollega quanto relazionato dal dr. MONTEMURRO al “livello di
scontro ormai raggiunto all’interno della Procura della Repubblica di Potenza”,
giustificando, nel contempo, l’accaduto con il fatto che LANZALONE è “notoriamente e
da lunghi anni addetto alla conduzione delle auto di servizio anche blindate utilizzate dal
sostituto Felicia GENOVESE”. Tale relazione fa seguito all’audizione del 19.3.2007 innanzi
al CSM. Lo stesso, nel prosieguo della relazione, si riserva, con atti separati, di informare i
competenti organi disciplinari dei fatti connessi al rilevato uso improprio dell’autovettura
di servizio (tanto da far emergere la circostanza che non l’avesse ancora fatto).

Circa il ruol o ser vente del BONOMI si evidenziano una serie di conversazioni
intrattenute tra il dr. BONOMI e l’On. MARGIOTTA, utilizzabili solo in via cd. indiretta
essendo quest’ultimo parlamentare della Repubblica e nei confronti del quale non vi è, allo
stato, richiesta di autorizzazione per l’utilizzo nei suoi riguardi.
Ed in particolare, le conversazioni n. 2412 del 30.5.2007, 3377 e 3446 del 6.6.2007 e 3486 del
6.6.2007 dalle quali emergono collegamenti tra i due, laddove il BONOMI deve risolvere
delle problematiche inerenti il padre del MARGIOTTA presso il Tribunale di Potenza ed
inerenti alcuni pagamenti che dovrebbe ricevere il padre. Inoltre, si segnala quanto
comunicato dalla dr.ssa FASANO al marito (MARGIOTTA) laddove gli rappresenta che,
nell’immediato, il posto di Procuratore Capo di Potenza sarebbe stato ricoperto (in via
provvisoria) dal dr. GRIPPO, ma che comunque ricordava al marito che rimaneva
impregiudicato il discorso inerente lo stesso BONOMI. A tal proposito si segnala che da
alcune conversazioni della stessa FASANO con il giornalista BOCCIA è emerso che il dr.
BONOMI aveva presentato domanda per diventare Procuratore Capo di Potenza (così
come rinvenuta nel computer d’uficio del dr. TUFANO al momento della perquisizione
eseguita nei suoi confronti il 7.6.2007), tanto da far ragionevolmente desumere che “il
discorso che sarebbe dovuto rimanere impregiudicato…” era proprio questo (obiettivo non
raggiunto a causa delle investigazioni in atto presso la Procura della Repubblica di
Catanzaro). Dalla conversazione n. 751 del 15.5.2007, sempre intercorsa tra la stessa
FASANO ed il marito, emerge, ancora una volta, la circostanza relativa all’interesse del dr.
BONOMI per il posto di Procuratore Capo, laddove la predetta FASANO riferisce di un
colloquio avuto con il dott. ROCA, Sostituto Procuratore Generale di Potenza, collega del
BONOMI il quale le avrebbe riferito di aver fatto un passo indietro sempre relativamente
al posto di Procuratore di Potenza, per evitare di entrare in contrasto verosimilmente con il
BONOMI e per evitare di entrare nella “guerra sporca” che si stava consumando a Potenza.

In Potenza, altre parti della Basilicata, Roma ed altre parti del territori o
nazionale dal 2003 con condotta in atto

TUFANO

t) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv. e 319 cod. pe n. perchè, con più
condotte ese cuti ve di un medesimo disegno criminoso, quale Procuratore

443
Generale presso la Corte d’Appello di Potenza, pubblico ufficiale, in
esecuzi one del programma criminoso indicato al capo a) e con le condotte
ivi descritte, per omettere un atto del suo ufficio (ed in particolare l’atti vità
di vigilanza nei confronti del Sosti tuto Pr ocuratore della Repubblica press o
la Direzione Distrettuale Antimafia di Pote nza, nonché Pr ocuratore Vicari o
ed anche facente f unzioni dello stesso Ufficio, dr.ssa Felicia GENOVESE, i n
violazione, tra l’altro, dell’art. 2, comma 2, ord. giud.), per compiere atti
contrari ai doveri di ufficio contrastando i magistrati che svolgevano
attività d’indagine – direttamente ed indirettamente – riconducibile al dott.
Michele CANNIZZARO (marito della dr.ssa GENOVESE e sodale anche
dello stesso TUFANO) riceveva utilità varie, tra le quali la “copertur a
politico/giudiziaria” garantita trasversalmente trami te il BUCCI CO ed
esponenti di primo piano del partito democratico regionale, nonché il
ricovero pre sso l’Ospedale San Carlo, diretto dallo stesso CANNIZZARO,
ove ad Achille Tufano doveva anche essere affidato un posto di lavoro.
Riferiva a tal proposito il dr. IANNUZZI:
….omissis….. comunque sia, alcuni dei fatti che sono emersi nel co rso
dell’indagine, anche a carico del dr. CANNIZZARO, iscritto ad una loggia
massonica, erano di una portata ta le da giustificare - ad avviso del
sottoscritto - la doverosa segnalazione da parte del d r. TUFANO di quei
fatti, con ogni evidenza suscettibi li di valutazione sotto il profilo
dell’eventuale incompatibilità di sede o di ufficio, essendo emersi in
occasione d el p rocedimen to penale, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 2
comma 2 del R.D. n. 511/1946, così come novellato dal D.L.vo n.109/2006
(cfr. circolare d el CS M n. 13682 del 5 ottobre 1995). Invero, è stato
accerta to che: 1) il dr. CANN IZZARO aveva rapporti di frequen tazioni con
Gianfredi Giusepp e, esponen te di spicco d ella locale criminalità
organizzata, dedito all’usu ra e ad altri traffici illeciti; 2) il giorno prima
dell’omicidio il dr. CANNIZZARO aveva avuto un incontro nell’abitazione
del Gianfredi e, nonostante ciò, le indagini erano state condotte dalla
moglie, dr.ssa GENOVESE, che sol ta nto a distanza di sei mesi dal grav e
fatto di san gue si a stenne dalla tra ttazione del pro cedimen to; 3) a seguito
della manifestazione della volontà di collaborare con la giustizia da parte
di Cappiello Genna ro, principale fonte di accusa d el d r. CANN IZZARO, il
difensore ch e sino ad allora lo aveva assistito, avv. Sergio Lapenna,
unitamente all’avv. Pervito Ba rdi, organizzarono un pranzo con i coniugi
GENOVESE-CANN IZZARO, le cui finalità erano intuibili, tanto da indurre
il maggiore dei Ca rabinieri, Savino Paternò, che era stato invitato a
parteciparvi, a declinare l’invito; 4) nel maggio del 1992, a seguito d i
accertamen ti effettua ti all’interno di un’abitazione calabrese di pertinenza
del CANNIZZARO, i Carabinieri della stazione di Calanna riscontrarono l a
presenza di alcuni elementi legati all’ambiente della criminalità calabrese,
tra cui il figlio di una persona considerata capo mandamento.
Nonostante la gravità ed il clamore suscita to da questi fatti, non risulta
che il d r. TUFANO, così a ttento a stigmatizza re presun te violazioni di
legge da pa rte dello scriven te giudice 5, abbia intrapreso alcuna iniziativa

5
Al punto da calcolare addirittura i tempi necessari per fotocopiare l’ordinanza cautelare emessa nei
confronti di Vittorio Emanuele di Savoia, nel tentativo di far emergere presunte irregolarità e la falsa

444
istituzionale nei conf ronti della dr. ssa GENOVESE, in servizio presso la
Procu ra d ella Repubblica di Po tenza da moltissimi anni e titolare di u n
incarico estremamente delicato, essendo addetta alla tra tta zione dei
procedimen ti di competenza d ella DD A e di alcuni fasci coli rela tivi a reati
contro la pubblica amministrazio ne, oltre a ricop rire il ruolo di
Procu ra tore vicario, come tale p repo sta all’organizzazione dell’Ufficio in
assenza del Procu rato re capo ed investita di compiti delica tissimi. Anzi,
l’unica preoccupazione espressa dal dr. TUFANO rispetto a tale gravissima
vicenda è sta ta semp re e sol tanto qu ella di stigmatizzare le accuse mosse
dal collaboratore di giustizia, spesso anche in occasioni ufficiali, quali le
riunioni del Consiglio Giudiziario (all’uopo può essere senti to quale
persona informata il dr. Ro cco Pav ese, componen te per molti anni del
Consiglio Giudiziario), senza preo ccuparsi di verifica re se i fatti
sopramenziona ti potessero avere un fondamento, ed omettendo sop rattu tto
di segnalare una palese situazione d i incompatibilità ambientale. C’è da
chiedersi, infatti, come sia possibile che un pubblico ministero si possa
occupare di pro cedimen ti di mafia, pur essendo coniugata con una p ersona
che, oltre ad esser iscri tta ad una loggia massonica, ha avu to con tatti con
elementi lega ti alla n’drangheta cala brese, ha frequen tato un importan te
esponen te della criminalità locale (il Gianfredi), con il quale si è incontrato
il giorno prima che costui fosse tru cidato in un agguato di stampo mafioso
?

Riferiva ancora il dr. IANNUZZI:


Del resto un’analoga si tuazione di incompatibilità, relativamen te a i
procedimen ti aven ti ad oggetto rea ti contro la pubblica amministra zione,
in particola re qu elli in cui risul tav a coinvolta la Regione Ba silicata,
sembrava emergere già prima che il marito della dr.ssa GENOVESE fosse
nominato diretto re generale dell’Azi enda Ospedaliera S. Carlo, avend o
costei interessi nella società familiare “GENOVESE Camillo s.r.l.”,
importante Centro sani tario conv en zionato con la Regione Ba silicata,
intestata al pad re d efunto, e su ccessivamente gestita dal marito, dr.
Michele CANN IZZARO.

A fronte di ciò, si registra l’inerzia nell’assumere iniziative rispetto ad


altre situazioni oggettivamente ben più gravi, che – a quan to consta
all’esponente - non sono sta te o ggetto di segnalazione da pa rte d ell’Alto
Magistrato Requirente, malgrado a bbiano visto coinvolti magistra ti
requirenti, so ttopo sti al suo potere di sorveglianza, ed avuto un a
grandissima eco, dapprima a livello locale e successivamen te nazionale, sì
da rendere estremamente imp robabile che il PG non ne abbia avu to
conoscenza. La più eclatante è quell a che si riferisce alla dr.ssa Felicia
GENOVESE, già indagata dalla Procu ra della Repubblica di Salerno per i
rea ti di associazione di stampo m afioso e corruzione, unitamen te al
coniuge dr. Michele CANN IZZARO, indagato anche quale mandante del

attestazione dell’orario di deposito del provvedimento, smentita dalle conclusioni dell’indagine svolta dalla
Procura di Catanzaro.

445
duplice omicidio di stampo mafioso nei confronti dei coniugi Santarsiero
Patrizia e Gianfredi Giuseppe, nonché coinvolto nella vicenda della
scomparsa di una giovane ragazza p oten tina, Elisa Claps, avvenuta nel
settemb re del 1993.
Non è certamen te compito d ello scriven te en tra re nel merito della
valutazione di fatti così gravi e delica ti, rispetto ai quali peraltro l’A.G. di
Salerno ha disposto l’archiviazione; comunque sia, alcuni dei fatti ch e sono
emersi n el corso dell’indagine, anche a carico d el dr. CANN IZZARO,
iscri tto ad una loggia massonica, erano di una portata tale da giustificare -
ad avviso del sottoscri tto - la doverosa segnalazione da parte del dr.
TUFANO di quei fatti, con ogni eviden za suscettibili di valutazione sotto il
profilo dell’eventuale incompa tibilità di sede o di ufficio, essendo emersi in
occasione del p rocedimento p enale, ai sensi e p er gli effetti di cui all’art. 2
comma 2 del R.D. n. 511/1946, così come novellato dal D.L.vo n.109/2006
(cfr. circolare del CSM n. 13682 del 5 ottob re 1995).
“Del tu tto anomala è l’a ttenzione che il d r. TUFANO ha dedi cato e
continua a dedica re al sottoscri tto gi udice, attraverso la formulazione di
rilievi, di intrinseca sca rsa con sisten za e del tutto privi di fondamento. A
fronte di ciò, si registra l’inerzia nell’ assumere iniziative rispetto ad altre
situazioni oggettivamente ben più gravi, che – a quan to con sta
all’esponente - non sono sta te o ggetto di segnalazione da pa rte d ell’Alto
Magistrato Requirente, malgrado a bbiano visto coinvolti magistra ti
requirenti, so ttopo sti al suo potere di sorveglianza, ed avuto un a
grandissima eco, dapprima a livello locale e successivamen te nazionale, sì
da rendere estremamente imp robabile che il PG non ne abbia avu to
conoscenza. La più eclatante è quell a che si riferisce alla dr.ssa Felicia
GENOVESE, già indagata dalla Procu ra della Repubblica di Salerno per i
rea ti di associazione di stampo m afioso e corruzione, unitamen te al
coniuge dr. Michele CANN IZZARO, indagato anche quale mandante del
duplice omicidio di stampo mafioso nei confronti dei coniugi Santarsiero
Patrizia e Gianfredi Giuseppe, nonché coinvolto nella vicenda della
scomparsa di una giovane ragazza p oten tina, Elisa Claps, avvenuta nel
settemb re del 1993.
Non è certamen te compito d ello scriven te en tra re nel merito della
valutazione di fatti così gravi e delica ti, rispetto ai quali peraltro l’A.G. di
Salerno ha disposto l’archiviazione; comunque sia, alcuni dei fatti ch e sono
emersi n el corso dell’indagine, anche a carico d el dr. CANN IZZARO,
iscri tto ad una loggia massonica, erano di una portata tale da giustificare -
ad avviso del sottoscri tto - la doverosa segnalazione da parte del dr.
TUFANO di quei fatti, con ogni eviden za suscettibili di valutazione sotto il
profilo dell’eventuale incompa tibilità di sede o di ufficio, essendo emersi in
occasione del p rocedimento p enale, ai sensi e p er gli effetti di cui all’art. 2
comma 2 del R.D. n. 511/1946, così come novellato dal D.L.vo n.109/2006
(cfr. circolare del CSM n. 13682 del 5 ottob re 1995).
In Potenza, altre parti della Basilicata e del territorio nazionale dal 2003 con condotta in
atto.

TUFANO, GENOVESE, BUCCICO, LABRIOLA

446
u) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110, 319, 319 ter e 321 cod. pen. perché, con più
condotte esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, TUFANO
quale Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Potenza, GENOVESE quale
Sostituto Procuratore della Repubblica di Potenza addetta alla Direzione Distrettuale
Antimafia, BUCCICO quale Avvocato del Foro di Matera e componente del Consiglio
Superiore della Magistratura, il LABRIOLA quale Avvocato del Foro di Matera e
Presidente del locale Consiglio dell’Ordine, quale realizzazione del programma criminoso
delineato ai capi a) ed anche b) per il TUFANO e la GENOVESE, e con le condotte
descritte ai capi citati, al fine di favorire il LABRIOLA e lo stesso BUCCICO del quale il
primo è strettissimo collaboratore professionale e di partito, nonché al fine di danneggiare
l’allora Sindaco di Scanzano Jonico Mario ALTIERI il quale frapponeva legittimi ostacoli
alla realizazione illecita del villaggio turistico cd. MARINAGRI, per aver omesso un atto
d’ufficio consistito nell’iscrzione nel registro degli indagati dello stesso LABRIOLA e del
cancelliere LONIGRO (con i quali il PM titolare dr.ssa GENOVESE intratteneva rapporti
anche nell’imminenza dell’esecuzione dell’ordinanza custodiale nei confronti
dell’ALTIERI), ricevevano il TUFANO la “copertura” da parte del BUCCICO per
garantirgli, unitamente ad altri magistrati, impunità nel settore disciplinare e
paradisciplinare, la GENOVESE la nomina a consulente della Commissione Parlamentare
Antimafia, poi revocata in seguito all’esecuzione del decreto di perquisizione nei suoi
confronti da parte della Procura della Repubblica di Catanzaro, il BUCCICO che quale
controprestazione illecita del suo operato presso il CSM ed altri organismi di rilievo
costituzionale (che utilizzava anche per consumare le sue condotte delittuose, ed in primis
quelle corruttive) otteneva dal CANNIZZARO il ricovero di pazienti da lui segnalati.
Con riferimento all’inerzia del dr. TUFANO nei confronti della sodale dr.ssa GENOVESE,
riferiva il dr. IANNUZZI:
Né risul ta essere stata mai esperita alcuna indagine ed intrapresa
qualsivoglia iniziativa volta a chiari re i motivi d ella mancata iscrizion e
dell’avv. LABRIOLA, presiden te del consiglio dell’Ordine degli avvo cati d i
Matera e segreta rio p rovinciale di Ma tera di AN, nel registro d egli indagati
in relazione al p rocedimen to, assegna to alla dr.ssa GENOVESE, avente a d
oggetto i brogli eletto rali commessi nel Comune di Scan zano Jonico,
essendo stata adomb rata l’ipotesi che la tale manca ta iscrizione sia
collegata alla proposta di nomina della dr.ssa GENOVESE, quale
consulente della Commissione Anti mafia, da parte del sen. Emilio
BUCCICO, senato re eletto n elle liste di AN in Basilica ta, presso il cui
studio l’avv. LABRIOLA ha collaborato per molti anni (v. l’articol o
pubblicato su “Il Resto”, di cui all’all. 5 alla rel azi one del dott. Iannuzzi).
Riferiva il dr. MONTEMURRO:
ADR: Come ho già specificato nella relazione per l’ispettorato del Ministero della Giustizia
consegnata anche al dott. de Magistris, in almeno due occasioni sono stato presente a colloqui tra il
dott. Galante e la d.ssa GENOVESE in cui, nell’ambito di riunioni interne all’ufficio della DDA, lo
stesso dott. Galante sollecitava la d.ssa GENOVESE a voler provvedere all’aggiornamento delle
iscrizioni nell’ambito del procedimento relativo ai cosiddetti “Brogli elettorali di Scanzano”. Per il
contesto argomentativo ho avuto la possibilità di desumenti che tale argomento avesse già formato
oggetto di precedenti colloqui tra il dott. Galante e la d.ssa GENOVESE. Tale argomento peraltro
di pubblico dominio a seguito di un articolo del Corriere della Sera.
ADR: Non mi risulta che successivamente alla pubblicazione del citato articolo, il Procuratore
Generale abbia richiesto chiarimenti a questo ufficio così come invece sistematicamente è avvenuto

447
ogni qualvolta vi sono stati articoli riguardanti la mia persona e quella del dott. Woodcock.
……OMISSIS”.

La vicenda relativa ai cd. brogli di Scanzano Jonico emerge dalle dichiarazioni di diversi
magistrati.
Riferiva il dr. IANNUZZI:
“……..OMISSIS. PROCURATORE – Le risultano rapporti piuttosto stretti tra la dottoressa
GENOVESSE e l’avvocato attuale Senatore BUCCICO?
IANNUZZI Alberto – Ma, diciamo che personalmente non so adesso, nel senso che non ho avuto
modo di verificarlo direttamente, anche se mi hanno riferito insomma che sì che ci sono dei rapporti
piuttosto stretti, diciamo molto cordiali, non so poi se travalicano insomma poi quelli che possono
essere i normali rapporti. So soltanto per esempio che, una cosa che si dice ma ovviamente ripeto
questo poi dovrà essere verificata, che per esempio la campagna elettorale dell’avvocato BUCCICO,
attuale Senatore BUCCICO, sia stata sponsorizzata anche dal dottor CANNIZZARO, diciamo
nella sua veste di Direttore Generale dell’Ospedale San Carlo. Ripeto, però è un fatto che mi ha
riferito più di qualcuno, ma non…
PROCURATORE – Indagini che coinvolgono ovviamente quest’aria di riferimento delle persone
di cui stiamo parlando, quindi sanità, dottore CANNIZZARO, insomma vicende che lei ha visto
nel procedimento PANIO persona offesa, anche in altri, è emerso qualcosa che potesse avvincere le
persone da vincoli di natura massonica? Cioè che la Massoneria possa essere un collante tra alcune
di queste persone?
IANNUZZI Alberto – Beh, insomma, su questa domanda praticamente non saprei… nel senso
che…
PROCURATORE – No, magari è uscito in qualche intercettazione, in qualche…
IANNUZZI Alberto – Ricorre spesso questo fatto insomma della Massoneria, insomma di questo.
So per esempio che il dottor CANNIZZARO è iscritto alla Loggia Massonica, però francamente
non so… Una delle chiavi, diciamo una delle letture della vicenda di Elisa CLAPS, per cui appunto
ad un certo punto il dottor CANNIZZARO, almeno da quello che alcuni dicono, sembrerebbe è
intervenuto per aiutare il padre di Danilo RESTIVO che era il principale… colui che veniva
sospettato, insomma, fosse proprio questo tipo di legame insomma. Ovviamente… però, diciamo,
che di ufficialmente verificabile non sono in grado di riferirle niente.
MARESCIALLO – Dottore mi scusi, alla vicenda Scanzano si ricorda in particolare se quello di
cui lei ha riferito si riferiva per caso all’indagine relativa ai cosiddetti brogli elettorali, quindi da
quello che si è letto nei documenti quell’attività che fu fatta per favorire in qualche maniera tale DI
LORENZO nelle elezioni regionali, ecc.? Si ricorda se in quel fascicolo emerge qualche soggetto
particolare per il quale poi non è stata approfondita l’indagine o cosa?
IANNUZZI Alberto – Allora, diciamo, che per quanto
riguarda questa vicenda dei brogli di Scanzano io non me ne sono occupato direttamente, quindi
non sono in grado di poter dare un contributo qualificato. Però un po’ di tempo fa uscì un articolo
in cui si ipotizzava insomma la mancata iscrizione dell’avvocato Giuseppe LABRIOLA, che è
attualmente credo anche il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Matera. Però
nell’appunto, nel registro degli indagati… ma, ripeto, questa è una notizia giornalistica che io ho
avuto modo di acquisire. Su cui, tra l’altro, credo che abbia più possibilità di interloquire il collega
PAVESE insomma che si è occupato insomma di questa vicenda. La mia è una conoscenza non
qualificata…..OMISSIS”.
Riferiva il dr. MONTEMURRO:
“……………OMISSIS. Così come nell’ottica delle – chiedo scusa adesso ritorno alla mancata
iscrizione del CAPPIELLO – in tale ottica avevo evidenziato all’Ispettorato, nel tentativo di
difendermi da quelli che poi sono gli attacchi quotidiani del Procuratore Generale, un articolo di

448
stampa apparso sul “Corriere della Sera” che in relazione ad una vicenda inerente un’indagine della
dottoressa GENOVESE nei confronti del Sindaco di Scanzano Ionico, ipotizzava – articolo del
“Corriere della Sera” – ipotizzava una presunta omessa iscrizione da parte della stessa dottoressa
GENOVESE. Presunta omessa iscrizione che avrebbe dovuto riguardare sicuramente un cancelliere
della Corte d’Appello di Potenza, presunta mancata iscrizione che avrebbe dovuto riguardare anche
alcuni appartenenti al Foro materano, alcuni avvocati appartenenti al Foro materano. Tra l’altro
dico questo perché su questa vicenda sono stato più volte, almeno in un paio di occasioni, presente
in Ufficio unitamente alla dottoressa GENOVESE e al dottore GALANTE, su questa vicenda il
dottor GALANTE ha più volte invitato la dottoressa GENOVESE, anche con una certa urgenza, a
provvedere all’aggiornamento di queste iscrizioni. Essendo pubblicamente notorio – poi arriveremo
anche agli aspetti televisivi – che il dottor CANNIZZARO partecipa in prima fila, probabilmente
nella veste istituzionale di Direttore Generale del San Carlo, a convegni politici dell’asse di sinistra
della politica regionale ed essendo altresì abbastanza notorio che il recente incarico della dottoressa
GENOVESE è fatto assolutamente ascrivibile a quota AN – essendo questo a me noto anche per
altre circostanze – avevo evidenziato all’Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia se chi
(quindi la dottoressa GENOVESE e il dottor TUFANO) accusano me di illeciti disciplinari di
reato, forse non dovessero verificare – e quindi in questo caso pongo lo stesso interrogativo a lei –
chi fossero i soggetti a cui si riferisce il Corriere della Sera nel pubblicamente denunciare la mancata
iscrizione, rispetto poi a chi sono i soggetti che hanno consentito la nomina della dottoressa
GENOVESE a componente non esterno ma interno della Commissione Parlamentare Antimafia, il
che restringe di molto, per quanto è notorio, il campo rispetto alla stessa presenza del Senatore
BUCCICO in quel consesso…….OMISSIS”.
Riferiva sempre il dr. MONTEMURRO:
“…………OMISSIS. ADR: Come ho già specificato nella relazione per l’ispettorato del Ministero
della Giustizia consegnata anche al dott. de Magistris, in almeno due occasioni sono stato presente a
colloqui tra il dott. Galante e la d.ssa GENOVESE in cui, nell’ambito di riunioni interne all’ufficio
della DDA, lo stesso dott. Galante sollecitava la d.ssa GENOVESE a voler provvedere
all’aggiornamento delle iscrizioni nell’ambito del procedimento relativo ai cosiddetti “Brogli
elettorali di Scanzano”. Per il contesto argomentativo ho avuto la possibilità di desumenti che tale
argomento avesse già formato oggetto di precedenti colloqui tra il dott. Galante e la d.ssa
GENOVESE. Tale argomento peraltro di pubblico dominio a seguito di un articolo del Corriere
della Sera.
ADR: Non mi risulta che successivamente alla pubblicazione del citato articolo, il Procuratore
Generale abbia richiesto chiarimenti a questo ufficio così come invece sistematicamente è avvenuto
ogni qualvolta vi sono stati articoli riguardanti la mia persona e quella del dott. Woodcock.
……OMISSIS”.

Riferiva il dr. PAVESE:


« ……omissis……P.M. dott. DE MAGISTRIS – Vogliamo parlare dei procedimenti adesso di
cui si è occupato lei?
PAVESE Rocco – Allora, c’è questo scenario. Sia all’epoca, ma maggiormente ex post, io ho posto
l’attenzione sul procedimento cosiddetto dei “brogli di Scanzano”. Ora io mi occupai di uno stralcio
di questo procedimento perché, in effetti, questo procedimento consta della riunione di numerosi
sub-procedimenti. Uno di questi, per ragioni di assegnazione automatica - numerica, lo trattai io ed
è precisamente quello in cui il PM, che era la dottoressa GENOVESE, chiese il sequestro dei seggi
elettorali… e c’erano delle intercettazioni in atto, anche ambientali, nei locali dei seggi, poi c’erano
delle intercettazioni telefoniche… no? Allora, in quei giorni, cioè nella primavera del 2005, quando
si svolsero le elezioni amministrative, io seguii questa vicenda che, da un punto di vista giudiziario,
449
sfociò in una richiesta di sequestro dei seggi. Io ricordo che strutturai il provvedimento nel senso
che doveva essere eseguito, accolsi la tesi accusatoria… – perché c’erano evidenti, non solo fumus
dei reati ipotizzati, ma anche gravi indizi di pilotamento delle lezioni – …e accolsi questa richiesta
di sequestro disponendo un sequestro con l’accortezza che venisse eseguito alle ore 15:00, cioè
immediatamente dopo la chiusura dei seggi, per non influenzare lo svolgimento delle operazioni
elettorali e la libera determinazioni degli elettori. E così avvenne. Successivamente questo
provvedimento – che ebbe una risonanza anche a livello nazionale, mi ricordo che il Corriere della
Sera ne parlò con un certo rilievo – questo procedimento fu riunito ad un altro, per così dire
principale, che spettava, tabellarmente parlando, alla dottoressa ROMANIELLO, il che sfociò poi in
una misura ben più importante che fu la misura personale. Ora io ricordo che la misura
personale non coinvolse coloro che avevano, come dire, preso parte attivamente alla
designazione di presidenti di seggio compiacenti. Perché lì c’erano delle intercettazioni,
che io ricordo bene, in cui era coinvolto anche un cancelliere della locale – parlo di
Potenza – Corte di Appello e in cui si diceva:”Nomina questo, nomina quell’altro”, si
facevano dei nomi, dei cognomi. Naturalmente mi sembrò anomalo, singolare, non è un
procedimento mio quindi maggiori ragguagli potranno certamente essere forniti alla
signoria vostra dalla collega Gerardina ROMANIELLO che fu l’estensore del
provvedimento. Ma insomma, da quello che io so e ne sono certo, non ci fu richiesta
cautelare assolutamente a carico di coloro che avevano svolto, secondo me, una frazione
della condotta complessiva, una frazione importante, perché insomma avere dei
presidenti di seggio compiacenti mi pare che fosse un elemento fondamentale per poter
arrivare a un risultato elettorale utile.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Lei si è fatto un’idea del perché è accaduto questo?
PAVESE Rocco – Beh, certamente.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Ce la può esternare visto che fa parte anche dell’indagine nostra?
PAVESE Rocco – Certamente è un atto di riguardo.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – In particolare poi introduco – le dico anche questo – un tema sul
quale stiamo investigando, sui rapporti in particolare tra la GENOVESE e il marito
CANNIZZARO con alcuni esponenti anche importanti sia della politica che dell’avvocatura. Mi
riferisco all’avvocato BUCCICO, all’avvocato LABRIOLA e altri.
PAVESE Rocco – Si, perché pare che uno degli interlocutori fosse proprio l’avvocato
LABRIOLA che notoriamente è assai vicino, in Matera, ma in tutta la Basilicata, alla
figura dell’avvocato BUCCICO che è notoriamente un esponente di AN molto importante.
È chiaro che io intesi questo fatto come lo avrebbe inteso un quisque de populo, cioè come
un atto di riguardo nei favori di un livello politico amministrativo, del notabilato di un
livello superiore che non era il caso di toccare. Questo è… senza volere fare particolari
illazioni mi pare che sia proprio in re ipsa.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Oltre ad un ambito politico si può parlare anche o le consta di un
ambito di legami massonici tra alcune di queste persone?
PAVESE Rocco – Se ne parla, se ne parla molto, è un tema ricorrente in Basilicata e certamente io
devo dire che esaminando tutte le vicende Lucane – come funziona o come non funziona la giustizia,
come funziona l’amministrazione o come non funziona l’amministrazione della politica – devo dire
che queste voci hanno certamente un fondo di verosimiglianza, forte verosimiglianza, perché sembra
che chi ha degli agganci riesce a risolvere i propri problemi, chi non ha agganci, pur avendo ragione
da vendere, non li risolve. Naturalmente questa che ho appena fatto è una riflessione generale, poi in
dettaglio io non sono in grado di… Si potrebbe dire che la vicenda “Iena”, ad osservare freddamente
il dettaglio, è uno dei casi in cui questi legami, queste amicizie, queste vicinanze, si sono poi
estrinsecate in condotte concrete, perché ci fu all’unisono una reazione della stampa, reazione della
stampa contro la magistratura che procedeva, sia inquirente che anche giudicante. Si potrebbe dire

450
questo. Si può dire che anche sulla vicenda dei brogli elettorali di Scanzano si colpì una frazione
soltanto di coloro che avevano preso parte a questa più ampia vicenda illecita, forse quella che non si
poteva non colpire, devo ritenere…….omissis………..

Riferiva il GIP presso il Tribunale di Potenza dr.ssa ROMANIELLO:


“….OMISSIS. P.M. dott. DE MAGISTRIS – ……………..OMISSIS. A noi risulta, in
particolare, che lei si è occupata, quale GIP, di una vicenda che ha portato anche alla emissione di
una ordinanza di custodia cautelare riguardante i cosiddetti brogli nel Comune di Scanzano Ionico.
Ci vuole illustrare un po’ questo? Il PM dovrebbe essere stata la dottoressa GENOVESE.
ROMANIELLO Gerardina – Sì, unitamente al Procuratore GALANTE.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Unitamente al Procuratore GALANTE. Ricorda un po’ la vicenda?
Ovviamente a noi non interessa la ricostruzione del fatto, anche perché abbiamo disposto ed
abbiamo acquisito una serie di atti, ci interessa sapere più che altro se lei ha rilevato delle anomalie o
dei fatti curiosi, particolari, che possono essere interesse di questo ufficio, che non hanno magari
formato oggetto di un approfondimento investigativo dovuto o che dalle intercettazioni sono
risultati dei fatti che poi hanno avuto un inusuale sviluppo o un’assenza di sviluppo investigativo.
ROMANIELLO Gerardina – Dunque, diciamo che di quel procedimento sui brogli elettorali io ho
curato la parte relativa all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare, la parte immediatamente
precedente era stata curata dal dottor PAVESE che emise un provvedimento di sequestro preventivo
delle schede elettorali. La vicenda riguardante il Sindaco ALTIERI riguardava più procedimenti.
Dopo il sequestro questi procedimenti furono riuniti e quindi ci fu questa richiesta di misura
cautelare nel maggio 2005 a carico, se non erro, di quindici, venti persone: scrutatori, presidenti di
seggio e, appunto, il Sindaco, il vice Sindaco e alcuni componenti della Giunta di Scanzano Ionico.
Diciamo che nelle intercettazioni erano coinvolti, erano state intercettate telefonate del Sindaco
ALTIERI con un funzionario della Corte D’Appello di Potenza (Eugenia LO NIGRO) e che a sua
volta aveva parlato con un avvocato del foro di Matera (LABRIOLA), e anche contatti telefonici tra
ALTIERI e LABRIOLA. La misura cautelare non riguardava nè l’avvocato LABRIOLA nè questo
funzionario. Negli atti, diciamo, come esposizione della richiesta, neppure il pubblico ministero
aveva evidenziato aspetti di liceità penale attinenti, diciamo, a queste due persone.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Erano iscritte al modello 21 queste due persone?
ROMANIELLO Gerardina – Guardi, che io ricordi, diciamo che questo aspetto immediatamente
io non l’ho rilevato, per un motivo, diciamo per più motivi. Uno di questi è che le telefonate tra
ALTIERI e la dottoressa LO NIGRO riguardavano segnalazioni per la nomina di presidente di
seggio. L’accusa per ALTIERI era di broglio elettorale. Poi l’avvocato LABRIOLA, dopo l’emissione
dell’ordinanza lui difese non mi ricordo chi, o uno o più indagati, quando lo vidi rimasi sorpresa
perché, diciamo, anche per ragioni di opportunità – a prescindere dalla rilevanza penale del suo
comportamento – rimasi sorpresa forse in relazione all’accettazione del mandato difensivo. Elementi
di liceità io non ne ho immediatamente rilevati perché altrimenti li avrei segnalati, quantomeno
insomma avrei scritto qualcosa, nella mia ordinanza avrei evidenziato questi aspetti. D’altra parte
l’indagine non era neanche conclusa. Diciamo che lì per lì, in quel momento, si poteva anche
pensare che si fosse trattato di una semplice segnalazione.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Dopo l’ordinanza su questi aspetti riguardanti LO NIGRO e
LABRIOLA ci sono stati sviluppi investigativi che lei sappia?
ROMANIELLO Gerardina – Guardi, che io so no, perché praticamente la vicenda con l’emissione
dell’ordinanza e gli interrogatori di garanzia, poi non mi è più giunto insomma nessuna richiesta se
no forse qualche richiesta di proroga.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quindi lei, appunto, non ha avuto più richieste…?
ROMANIELLO Gerardina – No, no, no, richieste in quel senso no.
P.M. dott. DE MAGISTRIS – …che abbiano interessato l’ufficio GIP?

451
ROMANIELLO Gerardina – No, la richiesta di misura cautelare riguardava varie persone. Io per
alcuni scrutatori non accolsi la richiesta perché non emergevano dagli atti una diretta
partecipazione o una consapevolezza per quanto riguarda i brogli. Vi era anche una richiesta di
misura cautelare per il consigliere DI LORENZO, però anche per quella posizione, diciamo, gli
indizi di reato da me valutati, non portavano… e infatti rigettai, feci il rigetto anche per…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Erano numerose le conversazioni telefoniche che riguardavano
l’avvocato LABRIOLA?
ROMANIELLO Gerardina – Mah, penso… guardi… così, a memoria, un tre o quattro, però se
vuole nell’ordinanza…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Si va bene, poi su questo…
ROMANIELLO Gerardina – Diciamo che per l’avvocato LABRIOLA e per Eugenia LO NIGRO
almeno io, in quel momento, non ho rilevato elementi che potessero portare una dimostrazione della
loro consapevolezza e della loro partecipazione, perché…OMISSIS”.
Il dr. GALANTE confermava le sollecitazioni da lui fatte nei confronti della dr.ssa
GENOVESE finalizzate all’aggiornamento delle iscrizioni degli indagati nel procedimento
penale relativo ai cosiddetti “brogli di Scanzano”; emergeva che la dr.ssa GENOVESE (che
ha interamente condotto le indagini preliminari) non aveva mai riferito al dr. GALANTE
circa la posizione dell’Avv. LABRIOLA, oltre a quella del cancelliere LONIGRO.
Riferiva il dr. GALANTE:
“………OMISSIS. M.llo MUSARDO – Perfetto. Allora, dottore GALANTE, ora cambiamo
argomento. Noi vorremmo capire, per quello che è a sua conoscenza naturalmente, perché non
sappiamo se lo ha seguito lei quel tipo procedimento penale…
GALANTE Giuseppe – Scanzano.
M.llo MUSARDO – Scanzano Ionico, i brogli elettorali di Scanzano Ionico. Per quello che è a sua
conoscenza, ci riferisce eventuali anomalie che ha notato in questo procedimento penale? Ovvero
relativamente a – da quello che è potuto emergere – mancate iscrizioni di alcuni soggetti nel registro
degli indagati, se è di sua conoscenza chi fossero questi soggetti, perché non sono stati iscritti e se in
qualche maniera lei ha sollecitato il magistrato delegato (la dottoressa GENOVESE) a questa
iscrizione.
GALANTE Giuseppe – Dunque, io posso riferire gli eventi che attengono al procedimento
cosiddetto “Brogli di Scanzano Ionico” sino al 6 marzo del 2006. Fu la data in cui – apro questa
piccola parentesi – occasionalmente ebbi a scoprire che il Consigliere Regionale di AN, si chiama DI
LORENZO, aveva sposato la figlia di una mia cugina. Non lo sapevo! Siete padroni di credermi, il
Procuratore Generale è padrone di credermi, io lo affermo, io non conoscevo questa circostanza. Era
accaduto che la sera – ricordo perfettamente la data, del 6 marzo – mi abbia telefonato mia cugina
che vive a Mottola in provincia di Bari, dopo venti anni che non ci sentivamo – i rapporti erano, per
così dire, rotti – e con uno stato di apprensione mi chiedeva notizie in ordine al genero. Dico:
“Scusa – si chiama Isa, Isabella – Isa ma chi è tuo genero?”. “Come non lo sai? E’ il marito di mia
figlia, di Titti e cioè il Consigliere Regionale di AN”. “Lo sto apprendendo in questo momento. Ora
tu sai perfettamente che non sono venuto né al matrimonio di tua figlia, non so alcunché di questa
situazione, va bene apprendo che il Consigliere Regionale DI LORENZO è il marito di tua figlia.
Naturalmente non ti posso dire nulla in ordine al procedimento”. Cercai di tranquillizzarla.
M.llo MUSARDO – Perché all’epoca già era venuto fuori, insomma… era stata eseguita la misura
cautelare.
GALANTE Giuseppe – Certo. Alchè, il giorno dopo, io rappresentai per iscritto questa situazione
al Procuratore Generale il quale, dopo una interlocutoria, una missiva interlocutoria, accolse la mia
astensione e nominò al mio posto il dottor Francesco BASENTINI che da quel momento in poi ha
condotto il procedimento insieme alla dottoressa GENOVESE.

452
M.llo MUSARDO – La GENOVESE era delegata anche?
GALANTE Giuseppe – Era delegata già dal primo momento e ha svolto , sostanzialmente ,
tutte le indagini, sia quelle di carattere tecnico, intercettazioni telefoniche in particolare, sia quelle
di carattere testimoniale, di assunzioni di informazioni e di acquisizioni documentali. Gli arresti
furono fatti, mi pare, nell’aprile del 2005 quando io, coincidenza volle, ero fuori per un viaggio, ero
negli Stati Uniti. Cosa accadeva? Molto dopo, cioè credo nella seconda parte del 2005, io poi…
Vabbè gli arresti furono fatti…, ovviamente gli atti a rilevanza esterna del procedimento portano la
mia firma ovviamente, oltre quella della dottoressa GENOVESE, però le indagini sono state svolte
sostanzialmente e prevalentemente da lei. La dottoressa GENOVESE poi, dopo gli arresti, dopo
tutto il clamore che ne venne fuori, mi portò a conoscenza che vi erano delle particolari
intercettazioni telefoniche nel novero di tutto il materiale intercettativo e alcune intercettazioni
telefoniche riguardavano un funzionario della Corte di Appello di Potenza, la dottoressa Eugenia
LO NIGRO, peraltro di Matera, che aveva interloquito con l’allora Sindaco ALTIERI di Scanzano
Ionico in ordine alla attribuzione…
M.llo MUSARDO – Che è stato poi arrestato.
GALANTE Giuseppe – Che noi abbiamo arrestato insieme ad altri. In ordine alle attribuzioni delle
cariche di Presidente, Segretario, in questo o in quel seggio, vi sono tre quattro intercettazioni
abbastanza, diciamo, problematiche, ecco, diciamo così. E in quel momento – ma credo che siamo
quasi alla fine del 2005 perché prima io non avevo preso visione delle intercettazioni telefoniche o
perché non erano state ancora sbobinate o perché non mi ricordo se queste erano nella richiesta di
ordinanza cautelare, non lo so dire veramente perché non me lo ricordo, sinceramente non me lo
ricordo – in quel momento presi visione di questo materiale e prospettai alla dottoressa
GENOVESE la opportunità che la posizione della dottoressa LO NIGRO era da valutare.
M.llo MUSARDO – Mi scusi se la interrompo dottor GALANTE, ma era solo questa dottoressa
LO NIGRO o c’erano anche degli avvocati?
GALANTE Giuseppe – Della questione dell’avvocato
LABRIOLA io sinceramente ho appreso dalla stampa, non ho memoria né visiva né memoria tecnica
della presenza o di intercettazioni o di interventi dell’avvocato LABRIOLA in questo procedimento.
M.llo MUSARDO – Perché non gli furono riferiti dalla dottoressa GENOVESE, presumo,
eventuali…? Se ci sono, comunque non le sono stati riferiti dalla dottoressa GENOVESE?
GALANTE Giuseppe – Credo proprio di no. Ma stiamo parlando dell’avvocato LABRIOLA?
M.llo MUSARDO – Sì.
GALANTE Giuseppe – Oh.
M.llo MUSARDO – Lei può dire con estrema certezza di aver, in qualche maniera, avvicinato il
brogliaccio, trascrizioni e riscontrare stasera che non vi erano intercettazioni dell’avvocato
LABRIOLA che potessero indurre all’eventuale iscrizione dello stesso?
GALANTE Giuseppe – Che io abbia visto i brogliacci, no, assolutamente.
M.llo MUSARDO – Lei non ha cognizione tecnica di tutte le intercettazioni che sono state fatte?
GALANTE Giuseppe – No, assolutamente no. Io ho cognizione soltanto delle intercettazioni con
la dottoressa LO NIGRO perché – le spiego perché – perché la dottoressa GENOVESE mi portò…
M.llo MUSARDO – Gliela portò in visione.
GALANTE Giuseppe – Ma non il brogliaccio, mi portò la trascrizione, quelle tre, quattro
telefonate.
M.llo MUSARDO – Non le pose in visione nessun’altra intercettazione?
GALANTE Giuseppe – No, per l’avvocato LABRIOLA sono ragionevolmente certo di no, tanto è
vero che io ho appreso di questa posizione, diciamo così, dell’avvocato LABRIOLA – che non so
neanche tecnicamente quale sia, in che cosa sia consistita – credo dagli organi di stampa, in
particolare, debbo dire, in quel giornalaccio che si stampa a Matera “Il Resto” di cui è giornalista o
cronista tale PICCENNA che io ho già querelato sei sette volte presso il vostro ufficio.

453
M.llo MUSARDO – Quindi comunque in ogni caso la dottoressa GENOVESE di queste eventuali
intercettazioni, se vi sono, non gliene parlò.
GALANTE Giuseppe – Di quelle dell’avvocato LABRIOLA…
M.llo MUSARDO – Di quelle lì parlo io.
GALANTE Giuseppe – Credo proprio di no, credo proprio di no. Della dottoressa LO NIGRO sì.
M.llo MUSARDO – Del fascicolo comunque lei ha cognizione soltanto di quello che praticamente
le diceva la dottoressa GENOVESE?
GALANTE Giuseppe – Sicuramente.
M.llo MUSARDO – Era lei ad aver condotto le indagini, quindi…
GALANTE Giuseppe – Sì, sì, ha fatto tutto lei. Mi ricordo che in una occasione però facemmo
insieme una cosa, venne il consulente tecnico – credo dalla provincia di Salerno se non vado errato
– le demmo un incarico di verificare tutte le schede elettorali e a quell’atto istruttorio partecipai
personalmente anche io. Però questo qualche giorno prima della mia uscita dal processo.
M.llo MUSARDO – Ho capito.
GALANTE Giuseppe – Ecco, in ordine alla dottoressa
LO NIGRO, questa è la domanda che lei mi ha fatto, io chiesi alla dottoressa GENOVESE – e l’ho
detto non una sola volta ma anche in altre occasioni successive – di valutare la posizione della
dottoressa LO NIGRO. Cioè, capisca, io – non è che avevo soltanto il procedimento di Scanzano –
io, una volta che il procedimento, il fascicolo materialmente era nella disponibilità della dottoressa
GENOVESE, una volta che io ero venuto a conoscenza di questa particolare problematica posizione
della funzionaria della Corte di Appello, una volta che io abbia detto e abbia ripetuto più volte alla
dottoressa GENOVESE: “Guarda, verifichiamo bene perché le telefonate non mi sembrano
troppo…, sono da valutare”, è finita lì, poi me ne sono uscito dal procedimento e non so cosa…
M.llo MUSARDO – Non sa se la dottoressa GENOVESE aveva provveduto alla iscrizione della…
GALANTE Giuseppe – No, no, non lo so perché dopo il 7 marzo, dopo il provvedimento del
Procuratore Generale, mi sono rifiutato di prendere… E’ accaduto soltanto – ecco questo devo dirlo
– è accaduto soltanto che in una delle tante riunioni della DDA tra me, la dottoressa GENOVESE
e il dottor BASENTINI, due sostituti parlassero tra di loro, naturalmente in mia presenza come
capo dell’ufficio, di problemi DDA e del problema di Scanzano perché era un procedimento DDA,
in ordine alla destinazione che questo procedimento doveva avere, si parlava della possibile
trasmissione per competenza a Matera, sì o no, dell’articolo 7, tutte questioni di ordine giuridico,
nelle quali però io non interloquivo, mi limitavo ad ascoltare senza esprimere alcun punto di vista
perché ero fuori dal procedimento, anche come Procuratore Distrettuale……..OMISSIS”.

Il GIP dr.ssa ROMANIELLO emetteva ordinanza di custodia cautelare a seguito di


richiesta formulata dalla dr.ssa GENOVESE; la predetta misura cautelare veniva applicata
a carico di ALTIERI Mario + 14. Dalla lettura delle conversazioni telefoniche riportate a
p.10, 11, 12, 13, 14, 31, 32, 33, 34 e dalla ricostruzione che delle stesse viene data dallo
stesso G.I.P., emerge che l’avv. LABRIOLA Giuseppe, coordinatore provinciale di Matera
di Alleanza Nazionale (stesso partito di appartenenza del sodale BUCCICO) e la sig.ra
Eugenia LONIGRO, in servizio presso la Corte di Appello di Potenza, partecipano,
unitamente all’ALTIERI, al disegno operativo adottato per la nomina “pilotata” dei
Presidenti di Sezione per i seggi del Comune di Scanzano Jonico per le elezioni regionali
del 2005. Tali presidenti, da quanto ricostruito nella suddetta O.C.C., tutti indicati
dall’ALTIERI, sarebbero, poi, stati coloro i quali dovevano materialmente operare il
broglio, su indicazione dello stesso ALTIERI, a favore di un candidato di Alleanza
Nazionale, tale DI LORENZO, già consigliere regionale. Né l’Avv. LABRIOLA, né la
LONIGRO risultano iscritti nel registro degli indagati nell’ambito del procedimento
penale 985/04, mod.21 da parte della dr.ssa GENOVESE.

454
Con riferimento al fatto che la nomina della dr.ssa GENOVESE rappresenti anche la
controprestazione illecita (il prezzo della corruzione) per la mancata iscrizione nel registro
degli indagati del sodale LABRIOLA, si evidenzia anche quanto spontanemanete riferito
dalla stessa GENOVESE nel corso della perquisizione domiciliare a suo carico eseguita in
data 27.2.2007 ad esecuzione di decreto emesso dalla Procura della Repubblica di
Catanzaro.
Preliminarmente si riporta quanto dichiarato in merito dal dr. MONTEMURRO:
“….OMISSIS essendo altresì abbastanza notorio che il recente incarico della dottoressa
GENOVESE è fatto assolutamente ascrivibile a quota AN – essendo questo a me noto anche per
altre circostanze – avevo evidenziato all’Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia se chi
(quindi la dottoressa GENOVESE e il dottor TUFANO) accusano me di illeciti disciplinari di
reato, forse non dovessero verificare – e quindi in questo caso pongo lo stesso interrogativo a lei –
chi fossero i soggetti a cui si riferisce il Corriere della Sera nel pubblicamente denunciare la
mancata iscrizione, rispetto poi a chi sono i soggetti che hanno consentito la nomina
della dottoressa GENOVESE a componente non esterno ma interno della Commissione
Parlamentare Antimafia, il che restringe di molto, per quanto è notorio, il campo rispetto
alla stessa presenza del Senatore BUCCICO in quel consesso…….OMISSIS”.
Quindi, la dr.ssa GENOVESE riferendosi al ritrovamento da parte della Guardia di
Finanza delegata di un bigliettino da visita del Sen. BUCCICO Emilio Nicola, alla
presenza del suo difensore, dichiarava spontaneamente:
“con riferimento ai biglietti da visita acquisiti ed ai numeri telefonici riportati in due rubriche
telefoniche, peraltro di vecchia data, voglio precisare quanto segue:conosco l’Avv.Nicola
BUCCICO, oggi Senatore, dai tempi in cui ero Sostituto Procuratore della Repubblica presso il
Tribunale di Matera (dal 1983 al 1985) e lo stesso era il più noto avvocato penalista del luogo. Con
l’Avv.BUCCICO ho intrattenuto esclusivamente rapporti di natura professionale sia nel periodo in
cui ero Sostituto a Matera, sia nel periodo successivo in cui io sono stata e sono attualmente
Magistrato della DDA di Potenza, con specifica competenza sul territorio di Matera. Il biglietto da
visita dell’Avv.BUCCICO è riconducibile esclusivamente ai rapporti sopra detti. Anche le sue
visite nella Procura della Repubblica di Potenza e più specificamente nel mio ufficio, oltre che in
altri uffici, sono state determinate da ragioni professionali. Da ultimo, l’Avv. BUCCICO, ha
ritenuto, nella sua qualità di Senatore, di proporre il mio nome come consulente a tempo pieno della
Commissione Parlamentare antimafia, evidentemente per ragioni connesse alla stima nei miei
confronti….OMISSIS.
Quanto al foglio bianco con l’indicazione del nr. di fax, presumo, dello studio di Roma dell’Avv.
BUCCICO, specifico che tale nr. è stato da me annotato a penna nera su detto foglietto ove sono
riportati con altra penna un nr. Telefonico evidentemente scritto in altro momento e non ricordo a
chi appartenente, nonché la dicitura “sabato”, probabilmente scritta da me ancora in altra
occasione. Ho infatti l’abitudine di appuntare su fogli che trovo a portata di mano nr. di telefono ed
altro. Il nr. di telefono riportato sul biglietto credo corrisponda ad un nr. Di fax che non ricordo a
chi appartiene…..OMISSIS”.

Riferiva ancora il dr. MONTEMURRO:


“….OMISSIS. M.llo MUSARDO – Lei prima ha parlato di mancata iscrizione. Il procedimento
penale qual’era? Quello dei brogli di Scanzano?
MONTEMURRO Vincenzo – Sì.
M.llo MUSARDO – La mancata iscrizione di alcuni avvocati. A chi si riferiva? Conosce qualche
nominativo in particolare che non sarebbe stato iscritto?

455
MONTEMURRO Vincenzo – Guardi, io personalmente – ho qui l’articolo di stampa a cui mi
riferisco – io personalmente il collegamento non sono in grado di farlo. Ho appreso dalla lettura di
alcuni giornali e solo in questa ottica mi permetto di evidenziare anche il collegamento con la
nomina della commissione parlamentare. Un testimone oculare riferisce nell’ambito della
vicenda brogli elettorali – e lo riferisce poi la Stampa – di un incontro che si verifica
presso la stanza, l’ufficio della dottoressa GENOVESE, tra gli avvocati LABRIOLA e
BUCCICO.
M.llo MUSARDO – E lei ha idea, per conoscenza, se l’avvocato LABRIOLA per caso è presente in
quella lista dove c’è il dottor CANNIZZARO?
MONTEMURRO Vincenzo – Guardi, adesso…
M.llo MUSARDO – Mi riferisco alla lista dei massoni.
MONTEMURRO Vincenzo – Sì, forse sì, però non lo ricordo con…
P.M. dott. DE MAGISTRIS – Quindi i rapporti GENOVESE-BUCCICO anche sono rapporti
stretti?
MONTEMURRO Vincenzo – Sì…….OMISSIS”.

Anche in tale vicenda corruttiva emerge il vinvolo massonico che unisce vari personaggi.
Difatti, risultano nella lista dei “Massoni Lucani del 1992” il nominativo “LABRIOLA”,
ripetuto per nr. 3 volte, tutte e tre con l’indicazione “Tursi” come luogo di nascita e solo
una con indicata l’occupazione “Proc.”; nella stessa lista risulta esserci anche l’indicazione
del CANNIZZARO Michele, luogo di nascita e residenza “Potenza”, occupazione “
medico”.
Anche da un elenco segnalato dalla Polizia Giudiziaria delegata avente ad oggetto
“Massoneria – Elenco dei Massoni Italiani” emergeva l’indicazione nello stesso dei
seguenti nominativi:
- CANNIZZARO Michele – 19 marzo 1948 – Potenza – Medico (indicato al n. 510
dell’elenco), che si identifica nel marito della dr.ssa GENOVESE, la cui iscrizione
alla loggia Mario Pagano veniva anche confermata dal dr. GALANTE per
averglielo riferito lo stesso CANNIZZARO;
- MARUGGI Giampiero – 25 aprile 1957 – Potenza – Bancario (indicato al n. 536
dell’elenco), Direttore Generale della Banca Popolare del Materano;
- LABRIOLA - 23 luglio 1953 – Tursi – Matera – Proc (indicato al n. 496
dell’elenco), che si identifica nell’Avv. Giuseppe LABRIOLA, nato a Tursi (MT) il
23.07.1953).
In merito alla presenza di legami massonici tra i personaggi coinvolti nella vicenda
riferiva Nicola PICCENNA:
“PICCENNA -…..OMISSIS. Quindi c’erano parecchi legami con la massoneria. Poi se fossero
logge coperte o non coperte a me non è dato di conoscere. Segnalo anche che noi abbiamo ricostruito
– per quello che potevamo ricostruire attraverso i dati disponibili su internet – e abbiamo visto che
altre persone legate comunque a questa vicenda, come il dottore CANNIZZARO, l’avvocato
LABRIOLA, Giuseppe LABRIOLA e il dottore MARUGGI il Direttore Generale della
Popolare del Materano, facevano parte della lista Cordova, quindi erano iscritti alla
massoneria e risultano nella lista Cordova, nella famosa lista del ’92. L’altro aspetto
singolare è che queste tre persone, cioè LABRIOLA, MARUGGI e CANNIZZARO, tutte e
tre “vanno in sonno” negli anni 96-97, anni in cui incomincia una super attività di queste
tre persone, ma di tutte le persone in qualche modo legate alla nostra vicenda, alle nostre

456
vicende, alle vicende di cui mi sono interessato, come se l’andata in sonno in realtà,
diciamo così, nascondesse una costituzione di un ulteriore raggruppamento che rispetto
alle logge ufficiali risulta in sonno però è molto attivo rispetto a logge non ufficiali.
Questa è l’impressione che ricaviamo…OMISSIS”..
Lo stesso PICCENNA afferma, inoltre, che il Sen. BUCCICO ha legami molto stretti sia
con il MARUGGI che con il CARUSO, al punto che presso il suo studio a Matera, di
domenica, si sono tenute molte riunioni tra gli stessi.
In Potenza, Matera, Policoro, Scanzano Jonico, Basilicata dal 2004 con condotta in atto

TUFANO, GENOVESE, CANNIZZARO,

v) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110 e 319 ter e 321 cod. pen. perché, con più
condotte esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, TUFANO
quale Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Potenza, GENOVESE quale
Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, nonché per un
periodo Coordinatore del settore reati contro la pubblica amministrazione, Procuratore
della Repubblica Vicario ed anche Procuratore della Repubblica facente funzioni (in tal
modo avendo il controllo, pressoché totale, della conoscenza di notizie di reato attinenti il
settore della sanità e della Regione Basilicata), CANNIZZARO oltre che quale marito della
GENOVESE, direttore dell’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza, nell’ambito della
realizzazione del programma criminoso di cui al sodalizio indicato al capo a) e con le
condotte ivi decsritte, al fine di favorire gli indagati (poi imputati solo a seguito del
doveroso provvedimento di imputazione coatta disposta dal Gip dr. IANNUZZI) Vito DE
FILIPPO e Filippo BUBBICO (il primo assessore regionale alla sanità, il secondo presidente
della giunta regionale) nel cd. processo PANIO (già descritto al capo a)), ed altresì lo stesso
CANNIZZARO che riceveva dalla Giunta Regionale la nomina a direttore dell’azienda
ospedaliera San Carlo di Potenza, nonché di danneggiare lo stesso PANIO che con le sue
denunce aveva segnalato persone “protette” dal sodalizio indicato al capo a), omettendo la
GENOVESE di astenersi e, quindi, di procedere nell’esercitare l’azione penale e di aver
appreso indebitamete notizie del medesimo procedimento, omettendo il TUFANO di
vigilare sulle condotte illecite del Sostituto Procuratore della Repubblica sottoposto alla
sua vigilanza, riceveva il TUFANO utilità varie, tra cui l’intercessione della dr.ssa
GENOVESE in ambienti politici e giudiziari a lei vicini (in Basilicata ed a Roma), nonché la
disponibilità assoluta della struttura ospedaliera ove il TUFANO, pur avendo la residenza
in Napoli, decideva di sottoporsi ad un delicato intervento al cuore (sul punto anche la
documentazione acquisita all’esito della perquisizione negli uffici del dr. TUFANO, oltre
che l’incorcio dei tabulati telefonici, evidenziano contatti sodalistici e corruttivi tra il
TUFANO ed il CANNIZZARO), ove effettuava ricovero e degenza e visite mediche
successive, disponibilità che doveva anche estrinsecarsi nell’assuznione del figlio Achille
(poi dirottatao altrove per le inchieste in corso in quel periodo ed anche grazie ai rapporti
del Procuratore Generale con persone poste in ruoli apicali all’interno del Ministero della
Giustizia).
Con riferimento all’inerzia del dr. TUFANO riferiva il dr. IANNUZZI:
Iden tica inerzia da pa rte d el dr. TUFANO è sta ta registra ta in relazione a d
un delicatissimo pro cedimen to penale, da cui è scaturi ta nei giorni scorsi
l’azione disciplinare nei confronti della GENOVESE, sfociata
nell’applicazione in via cautelare dell a sanzione del tra sferimen to ad altra

457
sede, su richiesta del Ministro dell a Giustizia, a dimostra zione della
particola re gravi tà della condotta accertata. I fa tti sono sta ti già
ampiamente riferiti nella relazione allegata alla presente, oltre ch e
richiamati nella deposizione resa alla S.V. Ciò che è importante segnala re è
che ancora una volta, nonostante il clamore mediatico susci tato dalla
vicenda (v. articoli di giornale di cui all’all. 1 alla relazione del dott.
Iannuzzi), sopra ttutto in relazione alle pesan ti illazioni sollevate dal
denunciante ci rca la connession e tra l a richiesta di archiviazione avanzata
dalla dr.ssa GENOVESE e la nomina del coniuge quale diretto re gen eral e
dell’azienda ospedaliera S. Ca rlo di Poten za, nonché la necessi tà ch e l a
stessa si asten esse dalla tra tta zione d el procedimen to, non risulta che il dr.
TUFANO, che aveva un preciso potere-dovere di far luce sulla vicenda,
nell’ambito di quelle che erano le sue prerogativ e isti tuzionali di titola re
del potere di sorveglianza, abbia svolto le opportune verifiche ed effettua to
le necessa rie a cquisizioni, finalizzate ad accerta re la corretta gestione del
procedimen to, sopra ttutto in presenza dell’illazione pesan tissima,
sollevata dal d r. PAN IO, volta ad accredita re l’ipotesi dell’esi sten za di u n
patto di scambio, sino a ventilare la gravissima ipotesi delittuosa della
corruzione in atti giudiziari.
Ma il dr. TUFANO andava oltre, perché, dimostrando di essere animato d a
un ingiustificato pregiudizio in merito alla fondatezza dell’ipotesi
adombrata dal dr. PANIO, sconfessa to dagli esiti delle iniziative ispettiv e
e disciplinari intraprese nei confron ti della dr.ssa GENOVESE, non solo
non prendeva al cuna iniziativa, nei termini testè menzionati, ma facev a
propria una nota a firma di quest’ulti ma, in cui, nel tenta tivo di difendersi
dalle pesan ti illazioni avanzate d al denunciante, definiva le a ccuse
espresse dal d r. PANIO del tutto calunniose. (Il riferimento del dott.
IANNUZZI è alla nota datata 23.06.2005, protocollata presso la Procura
Generale a cui era diretta esclusivamente al n.4858)
Con riferimento al ruolo corruttivo all’interno della Procura della Repubblica di Potenza
operato dalla dr.ssa GENOVESE in concorso con il dott. CANNIZZARO si evidenzia
anche l’attività di contrasto nei confronti di un imprenditore concorrente del marito nella
sanità privata in cui viene utilizzato addirittura lo strumento giudiziario per intervenire al
fine della sua “eliminazione” professionale.
Riferisce il dr. MONTEMURRO con riguardo alla cd. vicenda SILLETTI:
Successivamente al provvedimento di codelega, e se non ricordo male quando era stata già
depositata la richiesta di misura cautelare, interloquendo con il GIP d.ssa Apicella in ordine agli
sviluppi delle indagini così come alla stessa comunicati con successive integrazioni, la stessa d.ssa
Apicella ebbe a riferirmi che evidentemente “aveva visto giusto quando, nell’ambito dell’originario
procedimento a carico del solo SILLETTI, aveva segnalato al dott. Setola ulteriori spunti
investigativi”. Ricordo tale generica affermazione così come volta ad esplicitare la sua conoscenza,
tratta dalla lettura degli atti del fascicolo cui non ero codelegato, di ben più ampie ramificazioni
delle attività illecite del SILLETTI. Non sono in grado di ricordare con precisione le espressioni
della d.ssa Apicella, ma sicuramente il senso delle stesse era quello di aver personalmente segnalato
al dott. Setola la necessità di svolgere ulteriori e più penetranti investigazioni in relazione ai
concorrenti nei reati del SILLETTI.
ADR: Quanto ai rapporti di stretta amicizia e frequentazione tra la d.ssa GENOVESE e la d.ssa
Apicella, fatto questo Assolutamente notorio, non posso che riportarmi alle espressione che la stessa

458
d.ssa Apicella utilizza per richiedere al presidente del Tribunale di astenersi dalla trattazione di un
procedimento nei confronti del dott. CANNIZZARO stante la contestuale reiterata frequentazione
altresì con quest’ultimo.
ADR: Ribadisco quanto già da me verbalizzato innanzi al dott. De Magistris in ordine al rapporto
di concorrenza che sussisteva tra il centro gestito dal SILLETTI ed il centro di proprietà della
famiglia della d.ssa GENOVESE e gestito dal marito, dott. CANNIZZARO: dagli atti
dell’indagine si può infatti evincere che il centro SILLETTI per la natura delle prestazioni erogate e
per la quantità dei beneficiari, si era imposto quale unico centro in grado di fronteggiare la
situazione di “monopolio” sino a quel momento rivestita dal centro GENOVESE nel settore
specifico.
Con riferimento alla vicenda che ha visto coinvolto in indagini penali Michele SILLETTI,
che operava nel medesimo settore del dott. CANNIZZARO, anomale ed altamente
sospetto è il ruolo espletato dalla dr.ssa APICELLA in merito all’ordinanza di applicazione
di misure personali e reali emessa nell’anno 2001 (si dispose anche il sequestro della
struttura con pertinenze denominato “Centro FKT” di SILLETTI Michele con ogni attività
ivi svolta sito in Potenza via San Vito.
Si è riscontrato che il GIP dr.ssa APICELLA chiese, in data 2.12.1998, di astenersi dal
p.p.1108/98 RGNR e 1137/98 R.GIP (diversi da quello in cui ha emesso le misure sopra
indicate) in quanto “il procedimento in oggetto attiene a fatti riguardanti, in qualità di indagato,
CANNIZZARO Michele con il quale la scrivente ha rapporti di cordiale amicizia e di personale
frequentazione”.
E’ fortemente contraddittorio il fatto che il medesimo Giudice, nel successivo anno 2001,
emetteva la misura cautelare reale e personale a carico del centro di FKT e del SILLETTI,
concorrente del centro di fisiokinesiterapia Camillo GENOVESE, amministrato proprio dal
dott. CANNIZZARO.

In merito appaiono rilevanti le dichiarazioni rese dal dr. MONTEMURRO in merito alle
condotte poste in essere dalla dr.ssa APICELLA, laddove dichiarava che, in qualche
maniera, le stesse indagini erano state compulsate al PM dalla stessa, rimarcando a tal
proposito sia la stretta amicizia e frequentazione tra la dr.ssa GENOVESE ed il GIP e sia la
concorrenza del Centro Silletti con quello riconducibile alla famiglia GENOVESE –
CANNIZZARO:
“ADR: Effettivamente sono stato codelegato con il dott. Lucio Setola, nella trattazione del
P.P.939/00 mod.21, nei confronti di SILLETTI Michele + 51. Tale procedimento era
originariamente delegato al solo dott. Setola, che successivamente richiese al Procuratore della
Repubblica la codelega con la mia persona. Il dott. Setola in particolare, se non ricordo male, era
altresì titolare di un procedimento a carico del solo SILLETTI Michele, nell’ambito del quale esercitò
l’azione penale per come è dato evincersi dal contenuto della parte introduttiva della ordinanza di
custodia cautelare emessa dalla d.ssa Cinzia Apicella il 07.11.2001. Successivamente al
provvedimento di codelega, e se non ricordo male quando era stata già depositata la richiesta di
misura cautelare, interloquendo con il GIP d.ssa Apicella in ordine agli sviluppi delle indagini così
come alla stessa comunicati con successive integrazioni, la stessa d.ssa Apicella ebbe a riferirmi
che evidentemente “aveva visto giusto quando, nell’ambito dell’originario procedimento a
carico del solo SILLETTI, aveva segnalato al dott. Setola ulteriori spunti investigativi”.
Ricordo tale generica affermazione così come volta ad esplicitare la sua conoscenza,
tratta dalla lettura degli atti del fascicolo cui non ero codelegato, di ben più ampie
ramificazioni delle attività illecite del SILLETTI. Non sono in grado di ricordare con

459
precisione le espressioni della d.ssa Apicella, ma sicuramente il senso delle stesse era quello di aver
personalmente segnalato al dott. Setola la necessità di svolgere ulteriori e più penetranti
investigazioni in relazione ai concorrenti nei reati del SILLETTI.
ADR: Quanto ai rapporti di stretta amicizia e frequentazione tra la d.ssa GENOVESE e
la d.ssa Apicella, fatto questo Assolutamente notorio, non posso che riportarmi alle
espressione che la stessa d.ssa Apicella utilizza per richiedere al presidente del Tribunale
di astenersi dalla trattazione di un procedimento nei confronti del dott. CANNIZZARO
stante la contestuale reiterata frequentazione altresì con quest’ultimo.
ADR: Ribadisco quanto già da me verbalizzato innanzi al dott. De Magistris in ordine al rapporto
di concorrenza che sussisteva tra il centro gestito dal SILLETTI ed il centro di proprietà
della famiglia della d.ssa GENOVESE e gestito dal marito, dott. CANNIZZARO: dagli
atti dell’indagine si può infatti evincere che il centro SILLETTI per la natura delle
prestazioni erogate e per la quantità dei beneficiari, si era imposto quale unico centro in
grado di fronteggiare la situazione di “monopolio” sino a quel momento rivestita dal
centro GENOVESE nel settore specifico.

Tale episodio è direttamente da collegare alla posizione di incompatibilità della


GENOVESE all’interno della Procura della Repubblica di Potenza, laddove la stessa,
grazie alla posizione di vertice ricoperta, aveva la possibilità di conoscere, in tempo reale,
ogni notitia criminis inviata presso il predetto Ufficio di Procura.

Riferiva, tra l’altro il dr. IANNUZZI:


Il dr.TUFANO ha continuato anche nei giorni scorsi ad assum ere n ei conf ront i
dello scriv ente un atteggi ament o ingiustificatam ente “ostil e”. Per comprender e
ciò occorre fare un passo indi etro, evi d enziand o che in passato il Procu ratore
Generale di Poten za, n ell’occuparsi dello scrivent e, ha dedi cato particolare
attenzion e soprattutto, se non esclusivamente, a quei procedim enti, che hann o
visto il coinvolgim ento di person e che ricopri vano in carichi di g rande riliev o
pubblico, nei confronti dei qual i l’ esponente si è limitato ad appli care la l egge con
lo st esso rigore adop erato n ei conf ronti dell e person e “comuni”, in ossequio al
princi pio costituzionale per cui tutti i cittadini sono ugu ali davanti alla l egg e,
sen za di stinzi oni di condi zioni p ersonali e sociali. Non risulta, invece, ch e
analoga attenzione il dr. TUFANO abbia manifestato in altre vicend e
giudiziarie e nei conf ronti di altri col leghi, ai quali potevano essere mo ssi,
in misura maggiore, gli stessi rilievi formulati allo scrivente. All’uopo, a
titolo meram ente esemplifi cativo e non esau stivo, si menzi onano l e ordinan ze
emesse da alt ro magi st rato dell’Uffici o GI P 6 nei procedim enti denominati:
1) “Basilischi”, ………..omissi s;
2) SILLETTI + altri, in cui l’ordinanza ricopiava ed accogli eva
integralment e la richiesta del P.M., disponendo l’applicazion e di ben 5 2
misure cautel ari nei conf ronti di al cuni f unzionari della Region e Basi licat a
e d ell’ASL di Pot enza, m edi ci, fisi oterapi sti e ufficiali dell’ Anagraf e, quasi
tutte annullat e, o comunqu e f ort em ente ridim ensionat e (l’impi anto
accu sat ori o ipoti zzava l’ esi sten za d i un’associazi one a d elinqu ere,

6
Consta allo scrivente che la collega, che attualmente presta servizio in altra sede, ha avuto buoni rapporti
personali con il dr. TUFANO e soprattutto con altro magistrato della Procura Generale.

460
cap eggiat a dal titolare d i un cent ro di fi sioterapia, diretto concorrent e con
quello d ella fami glia d ella dr. ssa GENOVESE, di cui si parlerà in seguito);

Non vi è dubbio che il ruolo della GENOVESE all’interno della Procura della Repubblica
di Potenza (in grado di monitorare tutte le notizie di reato afferenti il settore dei reati
contro la pubblica amministrazione ed anche di apprendere il contenuto di tutte le notizie
di reato avendo anche cura di evitare, in maniera strumentale, di provvedere formalmente
lasciando le incombenze al Procuratore della Repubblica dr. GALANTE in modo da
evitare eventuali segnalazioni ai suoi danni) ed in particolare quanto da lei fatto ed
omesso nel cd. procedimento PANIO (sino a seguirne le sorti anche durante le udienze
dibattimentali attraverso i suoi rapporti con il dr. CENCI e la dr.ssa DE LUCA), in
evidente situazione di incompatibilità e conflitto di interessi, è divenuto determinate per la
nomina del dott. CANNIZZARO (il prezzo della corruzione) alla direzione del più grande
ed importante ospedale dell’intera Basilicata.
La cosiddetta vicenda Panio (proc. pen. nr. 4271/2001 R.G.N.R. Procura della Repubblica
di Potenza) manifesta il conflitto di interessi della dr.ssa GENOVESE anche se si tiene
conto della riconducibilità alla stessa ed alla sua famiglia del centro di fiosikinesiterapia
“Camillo Genovese”, convenzionato con la ASL (che per rendere più solido sotto il profilo
degli affari non si esita a far svolgere indagini giudiziarie – anche attraverso magistrati alla
famiglia vicini, quale la dr.ssa Cinzia APICELLA - contro coloro i quali, nel medesimo
settore, potevano rappresentare la concorrenza al duo GENOVESE-CANNIZZARO: cd.
vicenda SILLETTI). Incompatibilità della dr.ssa GENOVESE che si aggrava dopo la
nomina del CANNIZZARO a Direttore Generale dell’ASL 2 San Carlo.
In merito alla “vicenda Panio” si segnala che:
- Il dr. PANIO, in data 15.10.01 presenta presso il Comando CC di Matera,
indirizzandola alla Procura di Matera, una denuncia relativa ad alcuni abusi che
sarebbero stati commessi dalla Giunta Regionale della Basilicata, presieduta da Bubbico,
che aveva provveduto al suo licenziamento senza un giustificato motivo. Da questa
denuncia scaturì un procedimento penale presso la Procura della Repubblica di Potenza
il cui fascicolo fu affidato alla dr.ssa GENOVESE (P.P. 4271/01, mod.21). Tra i soggetti
denunciati c’erano il Presidente pro-tempore della Regione Basilicata (Filippo BUBBICO)
e l’Assessore Regionale alla Sanità (Vito DE FILIPPO);
- Il P.M. GENOVESE, trascorsi due anni ed otto mesi dall’iscrizione a registro del
procedimento penale (avvenuta il 22.10.01), inoltrava al G.I.P. richiesta di archiviazione
in data 29.6.04;
- La dr.ssa Genovese, in data 23.7.04, in seguito alla presentazione, da parte del
marito (CANNIZZARO Michele), della domanda di partecipazione al concorso per la
nomina a Direttore Generale dell’A.O. San Carlo di Potenza, fece istanza al Procuratore
Capo di Potenza affinché fosse autorizzata ad astenersi dal trattare procedimenti già
iscritti a carico di componenti della Giunta lucana, dovendo la procedura per
l’espletamento del sopra menzionato concorso concludersi con un provvedimento della
Giunta stessa (il magistrato si asterrà da tutti i procedimenti penali riguardanti la giunta
regionale tranne che del P.P. 4271/01 – inerente la vicenda Panio e che vedeva indagato
Bubbico Filippo + altri);
- Il 14.10.04 il Procuratore Capo dr. Galante autorizzava la suddetta richiesta della
dr.ssa Genovese.
- Il dr. PANIO, il 29.4.05, presentava “atto di opposizione alla richiesta di
archiviazione e richiesta di prosecuzione delle indagini” al GIP di Potenza.

461
- Il 23.6.05, la dr.ssa Genovese, in seguito all’istanza di opposizione all’archiviazione
del dr. Panio (della quale ne era venuta a conoscenza perché ancora in possesso del
fascicolo) ed alla conseguente fissazione dell’udienza, scrive al Procuratore Generale dr.
Tufano, lamentandosi delle calunnie, a suo dire, indicate dal Panio nella sua opposizione
laddove lo stesso ricollegava la scelta della GENOVESE di richiedere l’archiviazione del
fascicolo alla nomina del marito della stessa presso l’ASL San Carlo;
- Il G.I.P. IANNUZZI, a seguito dell’opposizione del dott. PANIO, fissava l’udienza
per il 5.10.2005. A seguito di tale udienza respingeva la richiesta di archiviazione e
rimandava gli atti al PM richiedendo ulteriori indagini. A seguito delle ulteriori
indagini, delegate ai Carabinieri di Potenza, il dr. GALANTE (che nel frattempo si era
autoassegnato il fascicolo) riproponeva la richiesta di archiviazione rifacendosi alla
precedente richiesta formulata dalla dr.ssa GENOVESE. A seguito di tale nuova richiesta
di archiviazione il GIP IANNUZZI disponeva al PM di formulare imputazione coatta a
carico dei soggetti indagati, ravvisando a carico degli stessi gli estremi per essere rinviati
a giudizio.

Dalla documentazione agli atti del fascicolo processuale è emerso quanto segue:

Il dott. Michele Cannizzaro, marito della dr.ssa GENOVESE, presenta la domanda di


partecipazione al concorso per la nomina a Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera
San Carlo di Potenza in data 22.7.04.

La domanda di astensione della dr.ssa Genovese dalla trattazione di procedimenti penali


che vedevano coinvolti componenti della Giunta Regionale lucana è datata 23.7.04.

La delibera di G.R. per la nomina del D.G. dell’A.O. S. Carlo di PZ è datata 31.7.04 ed
all’interno di essa alcuni dati sono inseriti a penna, ovvero, il nome del Cannizzaro, parte
delle motivazioni in base alle quali la scelta ricade sullo stesso, che l’Assessore Cataldo
Collazzo si allontana poco prima della votazione.

Il bando di concorso, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata,


prevedeva che i partecipanti non si trovassero in alcuna delle condizioni di incompatibilità
di cui al comma 9 dell’art. 3 del D. Lgs. 502/92, a norma del quale “la carica di Direttore
Generale è incompatibile con l’esistenza di rapporti, anche in regime convenzionale con l’unità
sanitaria locale presso cui sono esercitate le funzioni o di rapporti economici o di consulenza con
strutture che svolgono attività concorrenziali con la stessa”.

Il 29.11.04 la Giunta Regionale si riuniva nuovamente per prendere atto della variazione di
incarichi nell’ambito della struttura sanitaria di fisiokinesiterapia “Genovese Camillo”,
presso cui il dott. Cannizzaro ricopriva la carica di responsabile sanitario, prima che vi
subentrasse il dr. Riccardo Fuzio, con decorrenza (secondo quanto scritto nella delibera di
Giunta) 21.7.04.

Nella medesima delibera è riportato che il sig. Salvatore Spadaro (amministratore unico
della struttura sanitaria Genovese Camillo) aveva comunicato – con nota 78/07/04 del
23.7.04, acquisita al prot. n. 193757/72E del 6.9.04 del Dipartimento Sicurezza e Solidarietà
Sociale – che, con decorrenza 22.7.04, il dott. Michele Cannizzaro aveva ceduto le sue
quote societarie al sig. Camillo Cannizzaro (figlio), giusto atto avente Rep. 1289 registrato
a Potenza in data 26.7.04, al n. 1752/1, a firma del Notaio Adele De Bonis Cristalli.

462
In data 30.08.2004 la dr.ssa GENOVESE, facendo seguito alla nota n.989/04 del 23.7.2004,
con la quale chiedeva di astenersi da tutti i procedimenti penali riguardanti la Giunta
Regionale, riservandosi di indicarli compiutamente, comunicava al Procuratore della
Repubblica dr. Galante, che a seguito di apposita ricerca nella sua segreteria erano stati
rinvenuti i fascicoli inerenti i procedimenti penali nn. 763/2004 -21, 3469/02 -21, 895/2003
-44, 1117/02 -21, che venivano trasmessi allo stesso Procuratore. Con la nota sopra
indicata la dr.ssa GENOVESE trasmetteva, a suo dire, tutti i fascicoli che riguardavano la
Giunta Regionale Basilicata. La suddetta nota veniva depositata in data 30.8.2004.

Il dr Galante apponeva in calce alla stessa nota il visto con il quale riteneva fondate le
ragioni esposte ed autorizzava l’astensione della dr.ssa GENOVESE, con provvedimento
datato 14.10.2004.

Tra i fascicoli trasmessi dalla dr.ssa Genovese, con la sua richiesta di astensione, non vi è
quello inerente il P.P.4271/01 - 21, riguardante la cosiddetta “vicenda Panio”. Tale dato
emerge anche dalle dichiarazioni rese dal dr. Galante Giuseppe e dalla dr.ssa De Luca.

A seguito degli atti della richiesta di archiviazione (della dr.ssa GENOVESE) il dott.
Giuseppe PANIO, in data 29.4.2005, integrata con nota datata 20.5.2005, denunciava la
concomitanza della suddetta richiesta di archiviazione con la nomina a Direttore
Generatale dell’A.O. San Carlo di Potenza del dott. CANNIZZARO, marito della dr.ssa
GENOVESE, con nota datata 23.6.2005, indirizzata al Procuratore Generale di Potenza, dr.
TUFANO, (protocollata presso la Procura Generale al n.4858 del 23.6.2005); la dr.ssa
GENOVESE esponeva la sua ricostruzione dei fatti in merito a quanto denunciato dal
PANIO, chiedendone, laddove lo stesso Procuratore Generale ne avesse ravvisato gli
estremi di reato, “non esclusa quella di calunnia a mio danno”, la trasmissione alla Procura di
Catanzaro, ex art.11 c.p.p..
Il dott. PANIO, con nota datata 2.5.2005, trasmetteva il suo atto di opposizione alla
richiesta di archiviazione al Procuratore Generale della Repubblica di Potenza. Lo stesso,
con nota del 26.5.2005, protocollo 4130, richiedeva al G.I.P. competente, dr. Iannuzzi,
copia della richiesta di archiviazione in oggetto e la comunicazione delle determinazioni a
seguito della cennata opposizione. Con nota datata 9.6.2005 l’Ufficio del G.I.P.
trasmetteva alla Procura Generale copie della richiesta di archiviazione e del decreto di
fissazione dell’udienza a seguito dell’opposizione alla stessa.
Il Procuratore Generale, in data 23.6.2005 (stessa data della nota della dr.ssa Genovese
sopra indicata) trasmetteva con nota 4869, ai sensi dell’art.11 c.p.p., l’opposizione alla
richiesta di archiviazione presentata dal Panio, nonché copia della nota nr.4858 prot.,
inviata a quell’ufficio dalla dr.ssa Genovese. Allegata a tale nota vi è anche un
provvedimento del Procuratore Generale, datato 23.6.2005, con il quale quest’ultimo,
ritenendo di non dover procedere all’avocazione, in quanto nella richiesta del PANIO non
era indicata una richiesta in tal senso e rilevando la competenza ex art.11 c.p.p., disponeva
la trasmissione degli atti alla Procura di Catanzaro.

Inoltre, un dato importante emerge dalla nota datata 23.6.2005 della dr.ssa GENOVESE,
indirizzata esclusivamente al Procuratore Generale della Repubblica di Potenza e
protocollata presso quell’ufficio al n. 4858 del 23.6.2005, ove scrive:
“Nella mia qualità di titolare del procedimento penale 4271/2001 -21 a carico di Pinto Michele ed
altri, avendo appreso dalla consultazione del RE.GE, effettuata dalla mia segreteria, che nel

463
procedimento suddetto, inviatio al GIP con richiesta di archiviazione, è stta fissata udienza a
seguito di opposizione della parte offesa, ho avuto modo di prendere visione del fascicolo e dell’atto
di opposizione, presentato dal denunziante Panio Giuseppe ed ho rivelato quanto
segue……..OMISSIS”
Quanto sopra indicato, oltre a riscontrare la circostanza della mancata astensione da parte
della dr.ssa GENOVESE nel procedimento penale in oggetto, a differenza di quanto
avvenuto per gli altri procedimenti sopra indicati, avvenuta con nota del 23.7.2004,
integrata dalla nota del 30.8.2004, fa emergere il dato che la stessa giustifica la visione di
atti che diversamente non avrebbe potuto vedere (vedi atto di opposizione del Panio) con
il fatto di essere titolare del procedimento; analoga giustificazione viene data per la
consultazione al RE.GE effettuata dalla sua segreteria: attività che non poteva svolgere per
le ragioni di incompatibilità e conflitto di interessi sopra indicati.

A tal proposito si precisa che il magistrato se si fosse astenuto anche nel P.P.4271/01 -21
non avrebbe potuto essere a conoscenza dell’opposizione del PANIO e,
conseguentemente, non avrebbe potuto formulare la sua “nota di chiarimenti” indirizzata
al Procuratore Generale.

Si riporta quanto segnala il dr. GALANTE al Consiglio Superiore della Magistratura:


“…….OMISSIS. Il procedimento penale n. 4271/01 – 21 sorgeva a seguito di atto di querela
formalizzato dall’Avv. Giuseppe Panio in data 13 ottobre 2001; alla iscrizione provvedeva il
Sostituto Vicario dott.ssa Genovese in data 22 ottobre 2001; in data 8 novembre 2001 assegnavo il
procedimento al detto Sostituto all’epoca inserito nel gruppo di lavoro competente per i reati contro
la Pubblica Amministrazione e coordinatore del gruppo stesso.
In data 29 giugno 2004, la dott.ssa Genovese mi esibiva materialmente la richiesta di archiviazione
già formulata e datata per il visto, che io contestualmente apponevo. Risulta che la dott.ssa
Genovese abbia disposto la notifica alla parte offesa, avv. Giuseppe Panio, in data 30 giugno 2004;
che il procedimento di notifica si sia concluso per compiuta giacenza e che i relativi atti siano
pervenuti nella segreteria del Sostituto nei primi giorni di settembre 2004; che il predetto Sostituto
abbia disposto nuova notifica in data 20 aprile 2005, andata a buon fine con consegna personale il
giorno successivo; che il fascicolo sia stato trasmesso all’ufficio G.I.P. di Potenza in data 9 maggio
2005.
Risulta che la parte offesa abbia proposto rituale opposizione in data 29 aprile 2005, con
conseguente fissazione dell’udienza camerale da parte del G.IP. per la data del 5 ottobre 2005.
All’esito di detta udienza, il G.I.P. disponeva indagini suppletive con ordinanza depositata il 7
novembre 2005 comunicata altresì al Procuratore Generale; in data 21 novembre
2005,autoassegnatomi il fascicolo, delegavo l’espletamento delle dette indagini al Reparto Operativo
dei Carabinieri di Potenza, che riferiva a me con relazione del 13 novembre 2005 ed allegati. In data
16 dicembre 2005 confermavo la richiesta di archiviazione già formulata dalla dott.ssa Genovese il
29 giugno 20004 riportandomi alla motivazione di detto atto; la notifica alla parte offesa avveniva
in data 9 gennaio 2006. A seguito di nuova opposizione della detta parte offesa, formalizzata in data
19 gennaio 2006 e diretta al G.I.P. di Potenza, nel cui Ufficio risulta depositata il 29 gennaio 2006,
e della conseguente udienza camerale tenutasi in data 21 aprile 2006, con provvedimento depositato
il 25 maggio 2006 il Giudice disponeva l’imputazione coatta. A tanto provvedevo con atto del 5
giugno 2006 richiedevo il rinvio a giudizio.
Intanto era accaduto:
in data 22 luglio 2004 il dottor Michele Cannizzaro, coniuge della dott.ssa Genovese, aveva
presentato domanda per il conferimento dell’incarico di Direttore Generale di una delle aziende
sanitarie della Basilicata, tra le quali l’Ospedale San Carlo di Potenza, alla stregua del pubblico

464
avviso pubblicato sul B.U.R. il data 24 giugno 2004 e sulla Gazzetta Ufficiale in data 22 giugno
2004; in data 23 luglio 2004, la dott.ssa Genovese chiedeva al sottoscritto di essere autorizzata ad
astenersi dai procedimenti già iscritti a carico dei componenti la Giunta Regionale di Basilicata, che
si riservava di indicare, non tralasciando di evidenziare che si trattava di pochissimi procedimenti
in co-delega con me; in data 30 agosto 2004, essendo stato nominato il dottor Cannizzaro Direttore
Generale dell’Ospedale San Carlo, la dott.ssa Genovese mi rimetteva quattro fascicoli in fase di
indagine, così sciogliendo la riserva di cui al punto precedente; tra detti fascicoli non era ricompreso
il procedimento n. 4271/01 – 21.
In data 14 ottobre 2004, al rientro dalle ferie, accoglievo l’astensione auto-assegnandomi i predetti
fascicoli, e di seguito definendoli. In data 23 giugno 2005 la dott.ssa Genovese, presa visione del
primo atto di opposizione redatto dall’avv. Panio, indirizzava direttamente al Procuratore Generale
in sede, e non anche a me, un atto difensivo con cui rappresentava la sua versione dei fatti; di tale
atto il sottoscritto non ha avuto mai conoscenza se non in questa sede…………………Omissis.

Sempre con riguardo all’astensione della dr.ssa Genovese si evidenzia che la stessa
trasmette materialmente il fascicolo inerente il P.P.4271/01 -21 al dr. GALANTE solo in
data 15.11.2005. Anche in questo caso emerge un certo ritardo nella trasmissione degli atti,
posto che già in data 23.6.2005 la stessa GENOVESE è venuta a conoscenza dell’atto di
opposizione del dott. PANIO, tenuto conto che nella stessa data invia una missiva di
giustificazione dei fatti al Procuratore Generale.

Riferisce la dr.ssa GENOVESE:


“…….OMISSIS. Va ancora posto in rilievo, ove ce ne fosse la necessità, che la Giunta Regionale
che, con delibera del 31-7-2004, ha nominato il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera San
Carlo, era solo in minima (dunque irrilevante) parte coincidente con la Giunta Regionale indagata
nel procedimento n. 4271/01-21. Dei sette componenti la Giunta regionale che ha approvato la
delibera n. 1857 del 31-7-2004, con cui mio marito è stato nominato Direttore Generale del San
Carlo, solo due erano stati indagati nel procedimento n. 4271/01-21, ovvero Filippo Bubbico e Carlo
Chiurazzi (delibera n. 1857 del 31-7-2004 allegato 10)
……………………………….OMISSIS…………………………………………….
A tal proposito si riporta quanto emerso in un’intercettazione telefonica riguardante due
politici regionali della Basilicata, Lacorazza e Curcio, nel corso della quale i due
interlocutori dicevano:
…………………………….omissis………………………………………………………………….
LACORAZZA: Noi tentammo di fare un accordo… per lavorare sull’operazione al San
Carlo su MARRA con DE FILIPPO. Il pezzo della Margherita, Margiotta non lo fece
passare per altre vicende, proponendo e mettendo sul piatto Cannizzaro. Noi in grande
CURCIO: Ah… l’hanno…
LACORAZZA: Difficoltà…
CURCIO: Ah, l’hanno proposto… questa Margherita Cannizzaro?...
LACORAZZA: CHIURAZZI l’ha proposto… Margiotta e Chiurazzi in giunta Regionale…
………………………………omissis………………………………………………………………..

Da quanto emerge, la nomina di CANNIZZARO sembra essere stata proposta ed avallata


proprio dal CHIURAZZI e dal MARGIOTTA (marito della dr.ssa FASANO). Proprio il
CHIURAZZI è uno dei due soli soggetti (l’altro è BUBBICO), secondo quanto indicato
dalla GENOVESE, appartenenti alla giunta regionale che ha nominato il marito ad essere
indagati nel P.P. 4271/01 – 21 (vicenda PANIO), per il quale la stessa aveva richiesto
l’archiviazione.

465
Sono proprio il BUBBICO – ed anche il CHIURAZZI ed il MARGIOTTA, unitamente al DE
FILIPPO ed altri –, a svolgere un ruolo fondamentale per la nomina del dott.
CANNIZZARO a Direttore Generale dell’Ospedale San Carlo di Potenza.

In merito ai legami corruttivi emersi si segnala anche che dall’esame delle conversazioni
telefoniche intercettate sull’utenza n.0971445306, intestata al Centro FKT “Genovese
Camillo S.r.l.”, si è avuto modo di rilevare che il centro è gestito, di fatto, dal nipote di
CANNIZZARO Michele, SPADARO Michele, che, a sua volta, è anche il Sindaco del
Comune di Laganadi (RC) (sul punto si evidenzia quanto emerso nel passato circa
frequentazioni del dott. CANNIZZARO con personaggi ritenuti gravitanti nella
criminalità organizzata di tipo mafioso operante in Calabria).
Ne deriva anche che il CANNIZZARO, nonostante ricopra l’incarico di Direttore Generale
dell’AO San Carlo, carica incompatibile con altre attività di natura privatistica, continua ad
occuparsi del Centro fisioterapico che, tra l’altro, risulta convenzionato con il S.S.N.. A
riscontro di tale circostanza, dalle conversazioni in esame emerge che il CANNIZZARO si
sia informato su alcuni problemi sorti nella pratica relativa alle convenzioni di cui il centro
beneficia, stipulate con la Regione Basilicata e che abbia dato direttive su come predisporre
la contabilità relativa alle prestazioni convenzionate fornite dal centro.
La circostanza della gestione diretta del centro da parte del dott. CANNIZZARO risulta
anche da una conversazione registrata in modalità ambientale attraverso il telefono fisso
del predetto centro, dove il medesimo si trovava.
Ancora conversazioni da cui emerge la riconducibilità del Centro FKT Genovese Camillo
S.r.l. al dott. CANNIZZARO Michele ed alla sua famiglia ove si rileva che la stessa
GENOVESE si accerta dell’intestazione di una fattura inerente un acquisto di libri per il
Centro FKT.
Inoltre, le due utenze cellulari in uso rispettivamente al dott. CANNIZZARO ed alla dr.ssa
GENOVESE risultano intestate al centro Genovese Camillo S.r.l..

Vi è un perdurante interesse del CANNIZZARO per il centro FKT GENOVESE malgrado


il suo ruolo di manager della sanità pubblica ed il conflitto di interessi scaturisce dai
rapporti in convenzione tra il Centro Genovese e la ASL di Potenza, il CANNIZZARO, del
resto, per poter partecipare al concorso per Direttore Generale dell’AO San Carlo di
Potenza, aveva ceduto le sue quote, detenute fino ad allora nel Centro, a CANNIZZARO
Camillo, proprio perché incompatibile. Tale cessione è meramente formale e strumentale.

In Potenza, ed altre parti della Basilicata, Roma ed altre parti del territorio nazionale dal
2003 con condotta in atto

FASANO

w) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv. e 319 cod. pen. perché, con più condotte esecutive di
un medesimo disegno criminoso, quale pubblico ufficiale Dirigente della Squadra Mobile
della Questura di Potenza, per aver omesso atti d’ufficio e/o compiuto atti contrari ai
doveri di ufficio – come analiticamente descritti nel capo a) e nei capi successivi – riceveva
per sé l’utilità di progressione nella carriera all’interno della Polizia di Stato e di
preservare il posto ai vertici della Squadra Mobile di Potenza nonostante il coinvolgimento

466
in procedimenti penali per fatti gravi, per il marito, On. Salvatore MARGIOTTA, il
consolidamento del suo ruolo apicale all’interno del partito democratico, al quale forniva
notizie coperte da segreto relative a fatti e vicende riguardanti procedimenti penali ed
uffici giudiziari.
In Potenza, Basilicata e Roma dal 2006 con condotta in atto

BARBIERI, BONOMI,

x) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110 e 326 cod. pen. perché, con più condotte
esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, BARBIERI quale Capo
della Direzione Generale Magistrati presso il Ministero della Giustizia e BONOMI quale
Sostituto Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Potenza, pubblici ufficiali,
violando i doveri inerenti le loro funzioni che impongono il segreto e la riservatezza sugli
atti conosciuti per ragioni di servizio, e, comunque, abusando delle loro qualità utilizzate
per finalità illecite, anche quale realizzazione del programma criminoso di cui al capo a) e
con le condotte ivi descritte, rivelavano notizie di ufficio le quali dovevano rimanere
segrete, o comunque ne agevolavano la conoscenza, ed in particolare disvelavano notizie
riguardanti inchieste giudiziarie in corso presso la Procura della Repubblica di Potenza (in
primis quella riguardante, originariamente, anche monsignor CAMALDO e,
successivamente, lo stesso BARBIERI), nonché procedimenti disciplinari nei confronti di
magistrati in servizio nel distretto di Corte d’Appello di Potenza.
Ed in particolare, le indagini effettuate a carico del BARBIERI avevano inizio a seguito del
monitoraggio telefonico effettuato nei confronti di CAMALDO Francesco, prelato romano
di origini lucane. Infatti, erano emerse alcune conversazioni intrattenute con un
interlocutore originariamente identificato con il solo appellativo di “ENZO”, al quale il
CAMALDO si rivolgeva nell’intento di acquisire, per il tramite di questi, informazioni
riservate circa gli sviluppi delle indagini giudiziarie che si stavano svolgendo nei suoi
confronti presso la Procura della Repubblica di Potenza.
Gli esiti delle intercettazioni delle linee telefoniche in uso ad “ENZO”, poi identificato in
Vincenzo BARBIERI, magistrato, alto dirigente del Ministero della Giustizia, riscontravano
l’ipotesi che questi si fosse attivamente adoperato per procacciarsi informazioni riservate
sull’andamento delle indagini che riguardavano il CAMALDO, ricorrendo a quei canali ed
a quelle entrature su cui poteva contare negli ambienti giudiziari lucani (già descritte al
capo a)). Tale ipotesi era, peraltro, resa più plausibile dalla circostanza che il BARBIERI,
prima di rivestire l’incarico di Direttore Generale dei Magistrati presso il Ministero della
Giustizia, aveva ricoperto, per anni, la carica di Presidente del Tribunale di
Lagonegro.,”…ruolo in base al quale aveva instaurato, in Basilicata, contatti e relazioni,
con figure istituzionali e non di vario genere, in grado di fornirgli quelle informazioni che
gli avrebbero consentito di favorire il CAMALDO nell’elusione delle indagini che lo
riguardavano…”.
Il BONOMI, a sua volta, si rivolge al BARBIERI per ottenere informazioni in merito agli
sviluppi delle vicende disciplinari riconducibili a magistrati della Procura della
Repubblica di Potenza:
G.: Enzo, come vanno le altre cose nostre? Tu capisci a me.
V.: eh, così.Ehm...stanno andando avanti, mò vediamo che succede qua, insomma.
G.: tu non ne sai niente?
V.: no...ehm...ancora no.
G.: stai seguendo un poco?
V.: sì,sì,sì,sì,sì,sì,sì.
467
G.: perchè lì hanno avu...hanno beccato un pò di, di disciplinari, hai saputo?
V.: sì,sì,sì,sì,sì,sì
G.: eh! Cinque mi pare.
V.: sì.
G.: (rivolto ad altro interlocutore: ) e c'è Barbieri a telefono. Mò te lo passo.
V.: sì.Chi è?
G.: (rivolto a Barbieri) senti: mò dico...è il collega Roca, mò te lo passo.
V.: sì,sì,sì.
G.: senti facci sapere qualche altra cosa.
V.: va bene.

Trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’ utenza


telefonica numero 06.6874988 in uso a BARBIERI Vincenzo, ed in entrata
sull’utenza numero 340.6511419 in uso a BONOMI Gaetano avvenuta in data
06.09.2006 alle ore 10.32 progressivo nr. 128 – RIT 125/2006.Linea 215.
LEGENDA
BARBIERI Vincenzo: V.
BONOMI Gaetano: G.
INIZIO TRASCRIZIONE
G.: pronto?
V.: Gaetano?
G.: chi è?
V.: Enzo Barbieri. Da Roma.
G.: uè, bello! Come stai?
V.: bene. Te?
OMISSIS
G.: Enzo, come vanno le altre cose nostre? Tu capisci a me.
V.: eh, così.Ehm...stanno andando avanti, mò vediamo che succede qua, insomma.
G.: tu non ne sai niente?
V.: no...ehm...ancora no.
G.: stai seguendo un poco?
V.: sì,sì,sì,sì,sì,sì,sì.
G.: perchè lì hanno avu...hanno beccato un pò di, di disciplinari, hai saputo?
V.: sì,sì,sì,sì,sì,sì
G.: eh! Cinque mi pare.
V.: sì.
G.: (rivolto ad altro interlocutore: ) e c'è Barbieri a telefono. Mò te lo passo.
V.: sì.Chi è?
G.: (rivolto a Barbieri) senti: mò dico...è il collega Roca, mò te lo passo.
V.: sì,sì,sì.
G.: senti facci sapere qualche altra cosa.
V.: va bene.
G.: so che Mantelli è stato riconfermato.
V.: sì, Mantelli è stato riconfermato. Da poco.
G.: e la cosa non ci dispiace.
V.: no,no,no. E' un bravo... è una bravissima persona.
G.: è nu 'uaglione serio!
V.: sì, sì. E' una persona per bene.
G.: ti passo Modestino così lo saluti.

468
OMISSIS
FINE TRASCRIZIONE

In Potenza, Basilicata e Roma nell’anno 2006

FASANO, BONOMI

y) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110 e 326 cod. pen. perché, con più
condotte e secutive di un medesimo di segno criminoso, in concor so tr a loro,
la prima quale Dirigente della Squadr a Mobile della Questura di Potenza ed
il secondo quale Sosti tuto Pr ocuratore Generale presso la Cor te d’Appello di
Pote nza, pubblici ufficiali, violando i doveri inerenti alle funzioni ed al
servizio che impongono di non divulg are e di non appre ndere illecitamente
notizie coperte dal vincolo della segr etezza, e. comunque, abusand o delle
qualità rivestite, la FASANO rivelava, al sodale BONOMI, notizie di ufficio
che dove vano rimanere segre te, ed in particolare (come e merso in
particolare dal conte nuto di interce ttazioni telefoniche) notiziandolo –
nell’ambito del ruolo ricoperto nell’ associaizone indicata al capo a) ed
anche con le condotte ivi descritte – delle indagini (dalla stessa dirette
quale organo di polizia giudiziaria delegata) in cor so pre sso la Pr ocura
della Repubblica di Potenza, da parte del dr. WOODCOCK, aventi ad
oggetto ambienti della massone ria (dr.ssa FASANO interessa ta
“privatisticamente” delle indagini in corso tenuto conto dei rapporti a ssai
stretti tra il dott. CANNIZZA RO, ogg etto d’indagine ed iscritto nel passato
alla Loggia Massonica Mario Pag ano, e l’On. MARGIOTTA, marito della
FASANO), scambiand osi, tra l’altro, con il BONOMI, informazioni riserva te
circa l’imminenz a di perquisizi oni da svolgersi e, poi, effettivamente
espleta tesi.
Tra l’altro nelle conversazioni telefoniche captate emerge – nell’ambito del raporto sodale
tra il BONOMI e la FASANO – che entrambi denigrano l’operato del Sostituto Procuratore
della Repubblica dr. WOODCOCK, nonostante la dr.ssa FASANO svolga indagini,
particolarmente delicate, delegate dallo stesso al suo ufficio.
Con tale condotta non solo viene danneggiata ed ostacolata l’indagine in corso presso la
Procura della Repubblica di Potenza, ma si consnete al BONOMI di venire a conoscenza,
ilecitamente, ed in modo che ne faccia uso nel contesto associativo in cui opera, di
particolari delle inchieste in corso (che toccavano proprio ambienti dei quali il BONOMI
era uno dei “garanti giudiziari”), come nel caso dell’indagine avente ad oggetto condote
illecite commesse da soggetti appartnenenti alla massoneria, per la quale la dr.ssa
FASANO comunica al BONOMI la richiesta formulata a 103 tra questure e prefetture,
dalla stessa inoltrata, al fine di acquisire gli elenchi dei massoni. Dalla conversazione
emerge che il dr. BONOMI è a conoscenza della indagine, aldilà delle notizie apparse sulla
stampa.
Ad un certo punto i due interlocutori mentre stanno parlando degli atti dell’indagine ed in
particolare del fatto apparso sulla stampa che nell’indagine in oggetto (massoneria)
fossero confluiti atti di altra indagine, il BONOMI dice testualmente “…..nooo…io li devo
vedere…..”, facendo verosimilmente riferimento a tali atti (la FASANO, a questo punto,
comunica, sempre indebitamente, altri particolari dell’indagine):

469
B: BONOMI;
F: FASANO
^^^^^^^^^^^^^
B: a un certo punto dice…..addirittura che degli atti di questa inchiesta è
confluita in un’altra inchiesta….
F: nooo…no…
B: dice hem…
F: dicono un sacco di cretinate però….è….siii….
B: nooo…io li devo vedere…inc…siamo proprio ai minimi termini è….

CONVERSAZIONE DI RIFERIMENTO:

Chiamata intercorsa in data 19.5.2007 alle ore 12.56.46 avente numero di


progressivo 1146 numero chiamate 3398094185 in uso a Bonomi Gaetano numero
chiamato 3281508556 in uso a Fasano Luisa.

F: Fasano Luisa;
B: Bonomi Gaetano.

^^^^^^^^^^^^
F: pronto?.....
B: pronto….
F: carissimo…
B: ti volevo..fa….
F: …inc…avevo conosciuto..penso ad altro…..(ride)..
B: ti volevo…. ti volevo fare i complimenti insomma dai…….
F: perché cosa?.....
B: tutte le indagini importanti ormai le fai tu a Potenza….
F: …haia….che stronzata…..(ride)..
B: (ride)….
F: …inc….mannaggia la miseria….
B: no… visto che la dott.ssa Fasano ha mandato in tutta Italia
F: hem….mi hanno costretta…ho detto al Questore…tieni firma tu…..see….inc….
B: scusa ma com’è che ci stanno sti….dice che si è dovuta accelerare
l’indagine…per una fuga di notizie….questo è come a……quell’altro ufficio….
F: noo….questo non lo so…comunque….
B: prima si danno
F: comunque….
B: prima si danno le notizie alla stampa….e poi ci stanno le fughe di n notizie?..
F: b….bravo va bene…..
B: ….(ride)…
F: hem…ma lei è proprio meraviglioso….(ride)….
B: quà siamo……siamo proprio….hem?....
F: alla frutta…..
B: comunque…..
F: ..inc…è già bruciata di per sè…inc…
B: ma perchè poi fate queste stronzate?...secondo te?....
F: no…..no era già bella…mandandola a 103 Prefetture e Questure è arrivata
da…da fuori….

470
B: hem perché?….
F: e perchè vuole tutto l’elenco….perchèeeee…..
B: no…dico, dicendo…dando la notizia ai giornali…
F: si…
B: tu la bruci l’inchiesta….
F: certo…purtroppo si…ma lui non l’ha data la notizia…la notizia è uscita…
B: …inc…noi? Scusa….
F: è uscita da…da sopra…..heee…
B: appunto…..
F: ovviamente….daaa….
B: e lo so….
F: heee a quell punto…
B: come sempre
F: hem…..
B: a un certo punto dice…..addirittura che degli atti di questa inchiesta è
confluita in un’altra inchiesta….
F: nooo…no…
B: dice hem…
F: dicono un sacco di cretinate però….è….siii….
B: nooo…io li devo vedere…inc…siamo proprio ai minimi termini è….
F: si totalmente….
B: comunque gli avvocati si sono comportati molto bene ieri….hai visto?
F: si….
B: hai letto il documento?...
F: no…però….lo so me lo hanno detto…..
B: è un documento violentissimo e fortissimo….
F: l’ho letto….me lo hanno detto perché chi era presente….
B: hanno votato contro solo 10 avvocati tra cui Bellissario….
F: Madonna!! Che, che pena….
B: e poi l’avvocato quello là che è amico di…di Boccia, come si chiama? Carretta…
F: Carretta a votato contro!!!
B: e per forza quello gliel’ha detto Boccia….
F: oh…signore mio!!!!
B: ormai, ormai…Boccia si è dichiarato hai capito?...
F: si….infatti dichiaratissimo….si..
B: chissà perché?…
F: non me l’aspettavo cosìii….chiaro va bene….
B: ma manco io…..dove sei in giro?...
F: Questura…..
B: da tuo marito?.....
F: Questura...nooo al lavoro…Questura…hum…
B: ma tu che cacchio dici ma ti hanno raddoppiato lo stipendio?....
F: ma che raddoppiato dimezzato…ma sempre qua sto….(ride)…
B: ci vediamo lunedì buona domenica….
F: certo…buone cose…
B: e complimenti per questi impegni…
F: heee…va bene grazie….
B: ….(ride)…
F: …(ride)….

471
B: ciao, ciao…..
F: arrivederci

Dalla conversazione di seguito riportata emerge la circostanza che la dr.ssa


FASANO sarebbe “solitamente” convocata dal dr. BONOMI, nonché che
quest’ultimo aveva dichiarato pubblicamente la sua candidatura a ricoprire la
carica di Procuratore Capo al posto del decaduto dr. GALANTE.

Chiamata intercorsa in data 22.5.2007 alle ore 15.19.55 avente numero di


progressivo 1385 numero chiamate 3281508556 in uso a Fasano Luisa numero
chiamato 3475780410 in uso a Boccia Alessandro.

F: FASANO Luisa;
B: BOCCIA Alessandro.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
……………………………………………….omissis………………………………………
………
F: Ale….
B: hai letto tu la “Stampa”…inc….
F: siii..…me l’ha data questa mattina Bonomi…..
B: ah….
F: perché…praticamente ero andata come al solito alle sue convocazioni….”vieni
quà e là”….è il bello che aveva convocato anche Fabio Giovanniiiii….eeee…e chi
altro ha chiamato?….no Fabio e Giovanni e basta….e io glie l’ho dato…..
B: …inc….
F: l’ha denunciato poi a de Magistris……
B: si, si, si, si, si, si……
F: m’ha fatto un comunicato stampa….
B: si, si….
F: Leonà…..(si rivolge ad una terza persone forse un bambino)…..ah a fatto proprio il
comunicato?…
B: yes, yes…..
F: ah…ho capito….heee..e niente quindi non…..omissis….non ne sapevo niente
però me lo ha dato l’articolo….siamo alla follia…e tu?….
B: e niente…..inc…si candita anche come Procuratore Capo lo sai?
F: non ho capito?
B: si candita…inc….
F: si, si lo ha detto….ha detto così tutte le porcherie che usciranno…si saprà che
sono…..perchè ho fatto questa dichiarazione…..dice ha fatto bene….
B: si….
F: si tanto ormai tutto è pretestuoso….siamo veramente…alla follia guarda….non
ce la faccio più…..ogni volta dici “mò e l’ultima finirà”…..se….è solo
l’inizio…omissis……
………………………………………………..omissis………………………………………
Si riporta conversazioni in cui si fa riferimento alle perquisizioni che ci sarebbero
state il giorno successivo:

DATA E ORA : 31/05/2007 13:28:09

472
NUMERO_MONITORATO : 393281508556
NUMERO_CHIAMANTE : 3928582344
NUMERO_CHIAMATO : 393281508556

LEGENDA:
BONOMI Gaetano: (BONOMI)
FASANO Luisa: (FASANO)

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
FASANO: Consigliere...
BONOMI: stai venendo?
FASANO: problemi, eh no, perchè... siamo... stiamo organizzando un'attività...
BONOMI: ho capito, ho capito...
FASANO: eh...
BONOMI: ho capito, ho capito...
FASANO: che di cui domani sarà informato anche lei, in maniera formale
immagino, e porca miseria...
BONOMI: ...(inc.)... perchè?
FASANO: sto inguaiata... no, no, no... dico come Procura Generale insomma, visto
che...
BONOMI: ah...
FASANO: è senza del nuovo Procuratore, credo che dovrà sapere (breve risata) e
quindi... non sono arresti.
BONOMI: Senti, non ci sono...
FASANO: ah...
BONOMI: non sono arresti?
FASANO: No! non sono arresti... no... però...
BONOMI: che sono?
FASANO: Perquisizioni, mamma mamma (fonetico)... non è un guaio...
BONOMI: ah...
FASANO: perchè non ce la facciamo con gli uomini, cioè abbiamo litigato fino amo,
'na tragedia uh...
BONOMI: quindi tu partecipi a questa cosa?
FASANO: No, io... si, come uomini, no, no, non personalmente ma come uomini...
uh... ah... eh... Ho letto i giornali eh... (breve risata)
BONOMI: ti è piaciuto? T'è piaciuto?
FASANO: Molto! Molto... ... si sa che insomma...
BONOMI: senti, va be, eh... ma tu sei andata già via?
FASANO: io uh... sono scappata dal Questore per dare questa notizia perché...
BONOMI: ho capito...
FASANO: ...(inc.)...
BONOMI: no, no, è giusto...
FASANO: e oggi pomeriggio, sto dinuovo in Procura, quindi, appena mi libero
magari... uh...
BONOMI: buon lavoro, buon lavoro...
FASANO: grazie...
BONOMI: buon lavoro...
FASANO: grazie buona giornata
BONOMI:ciao.

473
FINE TRASCRIZIONE

Chiamata intercorsa in data 3.6.2007 alle ore 12.27.54 avente numero di progressivo
2932 numero chiamate 3398094185 in uso a Bonomi Gaetano numero chiamato
3281508556 in uso a Fasano Luisa.

F: Fasano Luisa;
B: Bonomi Gaetano.
^^^^^^^^^^^^^^^^^
F: pronto?….
B: pronto, ma non lavorare assai…..
F: pronto?….
B: stai lavorando assai tu….
F: madonna che periodaccio…ma stò andando alla partita ora…..
B: ah…va bene, va bene…..
F: sono proprio……
B: e sono due giorni che non ti sei più sentita…..praticamente scomparsa….
F: no…sono..sono stata..ieri non dovevo lavorare mi chiama alle nove meno un
quarto il Questore “ma oggi faccimo festa?”…ho detto “veramente ero in festa” mi
ha chiamato e ho lavorato tutta la giornata….
B: hai letto le ultime novità sul giornale?… Si?….
F: ho letto…la cosa di Nino Grasso su….Elisa Claps….poi altro no….
B: bell’articolo…..ah…quello di ieri no?
F: quello di ieri me lo hanno detto e non ho fatto in tempo a leggerlo…..perché sono
stata in Questura e non ho fatto in tempo…..
B: comunque è simpatico eh…..
F: no, no ma è bravo…è bravo e sottolinea bene certe cose….finalmente
ecco….inc…sono contenta che le cose siano un po….
B: hum….
F: riprendendo….
B: si, si tendono a stabilizzare….
F: eh, eh….che dice il Procuratore Capo io non ho avuto ancora tempo…inc….
B: è abbastanza sereno, abbastanza sereno….
F: hem…io ancora non sono andata….non ho avuto il tempo….
B: va bene…. vallo a salutare quando capita…
F: eh…siiii….
B: ma tu sei in zona domani?
F: io si…ci vediamo domani sicuro…
B: ti aspettiamo…..
F: giuro……
B: ciao, ciao….
F: buona domenica arrivederci……
In Potenza e Basilicata nell’anno 2007

BARBIERI, COSTANZO

474
z) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110 e 326 cod. pen. perché, con più condotte
esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, BARBIERI quale Capo
della Direzione Generale Magistrati presso il Ministero della Giustizia (già Presidente del
Tribunale di Lagonegro), COSTANZO quale Cancelliere presso il Tribunale di Lagonegro,
pubblici ufficiali, violando i doveri inenerenti alle loro funzioni ed al loro servizio che
impongono di garantire la riservatezza delle informazioni nella loro disponibilità, e,
comunque, abusando della loro qualità, rivelavano notizie che dovevano rimanere segrete,
ed in particolare con riguardo alla conoscibilità di atti relativi alla vicenda di Luigi
LIMONGI.
E’ il caso riguardante tale LIMONGI Luigi (fratello di uno dei prestatori d’opera impegnati
nei lavori di rifacimento della casa di Maratea di BARBIERI) che, nel contenzioso civile
con un rivenditore di automobili, tale CHIACCHIO, pendente davanti al giudice Roberto
NOTARO del Tribunale di Lagonegro, è interessato ad ottenere l’assegnazione
temporanea di un autoveicolo. Secondo quanto emerge dalla concatenazione logico-
cronologica delle conversazioni telefoniche il risultato atteso viene conseguito grazie
all’intervento di tale COSTANZA Biagio, dipendente del Tribunale di Lagonegro,
incaricato dal BARBIERI di consultare il fascicolo processuale, riferirgliene il contenuto e
metterlo in contatto col giudice NOTARO del quale il COSTANZA gli riferisce il recapito
telefonico.

Trascrizione integrale della conversazione telefonica in entrata sull’utenza telefonica


numero 335.8300247 in uso a BARBIERI Vincenzo ed in uscita dall’ utenza telefonica
numero 338.3362140 in uso a COSTANZA Biagio, avvenuta in data 26.04.2006 alle ore
11.38 progressivo nr. 143 – RIT n.74/2006.

LEGENDA
BARBIERI Enzo: B.
COSTANZA Biagio: C.
INIZIO TRASCRIZIONE
B.: Ah, una sorpresa. No, va be’, comunque io…
C.: Immagino… immagino che…
B.: …tanto devo venire di nuovo perché, appunto, ci sono diversi problemi che sono in
via di… di… di soluzione.
C.: Di risoluzione. Ah.
B.: Sì, sì. Senti, io ho ricevuto quel tuo… fax.
C.: Eh. Perché, dottore, è il compare di Biagio Schettino, anche del medico… del dottore
Schettino, insomma.
B.: Sì. Tieni conto che… cerchiamo di aiutarlo in tutti i modi, però io questo qua già lo
aiutai all’epoca…
C.: Ah.
B.: …quando ebbe il trasferimento a Taranto.
C.: Ah, ho capito.
B.: E nota bene che… se riusciamo a dargli una mano…
C.: Sì.
B.: …lo possiamo fare solo nella forma dell’applicazione, perché il Giudice del Lavoro,
sia di primo grado che di secondo istanza…
C.: Sì.
B.: …a dimostrazione del fatto che gli avevamo dato nel 2002 una grossa mano…
C.: Sì.

475
B.: …praticamente, diede ragione all’Amministrazione, perché lui fece ricorso sul
diniego originario, che poi praticamente si trasformò, come dire, in un
trasferimento…
C.: Sì.
B.: …e sopravvenne dopo, voglio dire, le varie pronunce, ma diede ragione
all’Amministrazione e l’Amministrazione poi lo trasferì…
C.: Uh, uh.
B.: E il discorso così è rimasto.
C.: E’ a Ginosa. Insomma è finito là. Eh.
B.: Oh. Adesso…
C.: No, perché io… io ho dato una lettura, dottore, così quando mi ha mandato questa
cosa, ho detto: “Va bene, ora proviamo” chiaramente… perché ho detto: “Mi rendo
pure conto che ora siete pure in una… in una fase di movimento lì”, diciamo…
B.: No, no, ma non è questo, il problema è che la giurisprudenza un po’ si è attestata.
Qua, l’aiuto che gli possiamo dare, visto quello che tu mi hai scritto, cioè che lui ha
scritto, che c’è quel… un applicato a Castrovillari della stessa qualifica…
C.: Eh.
B.: …che ha ristretto praticamente… ecco, il fratello non è una forma prevista tra quelle
che sono, diciamo così, le parentele previste per la 104…
C.: Per applicare la 104.
B.: Esattamente. Ci sta il figlio, ci sta praticamente…
C.: La madre, il padre.
B.: Esattamente. Il fratello non ha… Adesso cercherò di portarlo all’attenzione del Capo
Dipartimento per cercare di aiutarlo, perché lo… Farò di tutto per farlo, insomma.
C.: No, no, va be’, dottore, se si può fare, perché… Sentite…
B.: No, no, ma…
C.: Anche perché me l’ha chiesto…
B.: Già mi sono mosso. Infatti ti ho richiamato adesso, non prima di essermi, appunto,
sincerato…
C.: Sulla situazione.
B.: …di quella che è praticamente la situazione. E quindi…
C.: Ho capito.
B.: …sono in grado adesso di dirti che…
C.: Mi immagino insomma che voi… voi invece, dottore, dal canto vostro come siete…
B.: E ora stiamo a vedere, perché… sai, qua ora cambia tutto, quindi…
C.: Lo so, dottore, però vi devo dire… vi posso dire una cosa in maniera, diciamo, molto
spassionata, molto riservata?
B.: Sì.
C.: Mi hanno… mi hanno chiesto, diciamo… informazioni, tra virgolette, diciamo,
persone… persone molto vicine, diciamo, alla nuova… al nuovo Governo insomma,
gente dei DS, queste cose qua, in sostanza.
B.: Sì.
C.: Che mi hanno chiesto, dice: “Ma voi lo conoscete o no?”, perché si sa, insomma, si
parla poi con questi politici, con queste cose qua…
B.: Sì.
C.: Eh… “Sappiamo insomma che è stato a Lagonegro…”, tutte queste cose qua e…
persone di… diciamo, di rilievo proprio in questo momento nazionale. Ecco perché…
Mi è sembrato strano, insomma, che si informassero sulla situazione. Poi non lo so
voi come… che cosa…

476
B.: E beh, ma sai… sai, loro praticamente, com’è normale, anche se noi, come dire,
abbiamo una sorta di provvedimento… il mio, per esempio, è rinnovato per tre anni,
dal 1 gennaio 2006 al 31 dicembre 2008, no…
C.: Sì.
B.: Però, voglio dire, è chiaro che qualsiasi Ministro che viene ti può dire: “Io non
voglio… voglio metterne un altro e quindi arrivederci e grazie”. E poi anche da parte
mia, da parte un po’ di tutto questo staff che si è creato, si tratta di vedere con chi vai
a lavorare, no…
C.: E’ chiaro.
B.: Quindi è reciproca la situazione, anche perché…
C.: E’ chiaro, uno deve vedere pure con chi… con chi va a che fare… con chi avrà a che
fare.
B.: Eh. Capito? Qui si è creata… si era creata… soprattutto io con il Capo di Gabinetto,
che poi è la persona che mi aveva un po’ maggiormente sponsorizzato, oltre che
ovviamente dal Consiglio Superiore, un rapporto diretto che ci ha portato… però ove
dovessero venire delle persone che hanno modalità di lavoro assolutamente diverse
da quelle…
C.: E’ chiaro.
B.: …con cui siamo abituati noi, eccetera, eccetera, ma a me mica me l’ha prescritto il
dottore, anche perché è una vita che rispetto a quella che facevo a Lagonegro… tieni
conto che io quando ero a Lagonegro, nonostante tutti i casini riuscivo ad andare a
ginnastica due volte a settimana e a Roma, nonostante sono a Roma, non ci sono mai
riuscito ad andare.
C.: Non si trova un po’ di tempo.
B.: Non lo so, non lo so…
C.: Mi sembrava… mi sembrava… cioè mi è sembrato solo strano, io per questo ve l’ho
voluto dire, insomma, perché, ripeto, sono proprio… al limite ne parleremo a
quattr’occhi, insomma...
B.: Sì, sì, sì.
C.: …persone di… diciamo, di alto… alto spessore… dice: “Mah…” perché ci siamo
trovati per altre cose. Ho detto: “Guarda, che chiedete a me, io non posso che… sono
la persona più di parte del mondo, insomma”.
B.: Ma chi è? Gente vicino ai Pittella probabilmente.
C.: No, no, no, dottore.
B.: No?
C.: No. Roba… roba dei DS…
B.: Ah.
C.: Diciamo, vicini… vicini a Bubbico, a questi qua…
B.: A Bubbico, sì, sì, sì.
C.: Insomma, queste persone qua. Proprio questi che penso che andranno ad assumere
incarichi di Governo, a quanto ho capito, e quindi si informavano sulla situazione,
su queste cose qua, in sostanza.
B.: Sì.
C.: Io ho detto: “Guarda, per me… per me… con me sparate sulla Croce Rossa,
insomma”.
B.: Sì, sì.
C.: Io poi ho spiegato un po’ tutto quello che gli potevo spiegare, però, ripeto, ve l’ho
voluto dire perché…
B.: Sì, no, ti ringrazio.

477
C.: …se questi vanno assumendo informazioni, insomma… penso che si stiano un po’
guardando attorno in sostanza.
B.: E certo, e certo. Ma, infatti, ce l’aspettiamo tutti qua, insomma. Ti ho detto che è
reciproca la… la…
C.: No, però, diciamo… appunto il fatto che chiedano poi sulla persona e che quindi di
fatto si pongano il problema della cosa, vuol dire che…
B.: Beh, sai, loro si trovano…
C.: …sono interessati, insomma.
B.: Si trovano pure a dover gestire una macchina della quale non conoscono niente e
quindi inserire tutte persone nuove in assetti (incomprensibile)… non sanno neanche
loro da che parte cominciare, insomma.
C.: E’ chiaro, è chiaro, è chiaro, è chiaro. Anche perché, ripeto, poi sono persone…
comunque sono molto… diciamo, legate proprio ai vertici, tipo D’Alema…
parliamo di questi livelli qua, insomma.
B.: Eh. Appunto, appunto.
C.: E quindi penso che pure loro insomma stiano facendo… tutti i loro movimenti, i loro
passaggi.
B.: Certo, certo.
C.: E va be’, e questo è. Va bene, dottore, allora grazie per quella…
B.: Senti un po’ una cosa. No, figurati. Io ti volevo poi… con calma, voglio dire, il 30 di
maggio…
C.: Sì.
B.: Che praticamente quando sono venuto… come al solito ci sono tutti i questuanti che
arrivano…
C.: (ride).
B.: C’è un tale Limongi Luigi che praticamente ha comprato un’automobile dal figlio,
tra l’altro, di quel chirurgo pure noto, che era bravo, Chiacchio Alfonso…
C.: Ah, ho capito! Sì, sì.
B.: Il quale, praticamente, insieme a tanti altri ha evidentemente preso una grossa
fregatura, nel senso che questo figlio di Chiacchio vende automobili dei quali…
per le quali poi praticamente non ha fornito il trasferimento di proprietà.
C.: Ah.
B.: E quindi questo si trova ora ad avere una macchina… questo me l’accennò pure un
po’ pure… il dottor La Banca che poi alla fine si addivenne a comprarla a Roma per
evitare, voglio dire, dubbi...
C.: Sì.
B.: Ti fa risparmiare qualche euro, ma poi ti trovi con una macchina che non puoi
utilizzare perché non hai manco il libretto. Comunque c’è una causa…
C.: Uh.
B.: …che questo Limongi Luigi ha intentato contro questo Chiacchio Alfonso, nella
quale questo tizio, Limongi Luigi, che poi è il fratello di Mimmo Limongi, quello
di Lauria che fa gli impianti di riscaldamento…
C.: Sì.
B.: …il quale praticamente… non è una causa penale, è una causa civile volta, credo, a
ottenere l’assegnazione, voglio dire, in via provvisoria della macchina...
C.: Del veicolo.
B.: …(incomprensibile), perché se no questo, poveraccio, si ritrova ad avere la macchina
bloccata e la deve buttare.
C.: (ride).

478
B.: Quindi bisognerebbe vedere se… tu con un attimo di calma, è fissata, ce l’ha
Notaro il 30 di maggio...
C.: Notaro.
B.: Però quando tu vai un attimo in Tribunale, se riesci…
C.: 30 maggio? Non 30…
B.: Maggio, maggio, maggio, maggio.
C.: Ah. Sì.
B.: Per vedere qual è l’oggetto della causa e che ha richiesto, in modo che poi…
C.: Sì.
B.: …eventualmente gli faccio un colpo di telefono per cercare di potergli dare una
mano, perché mi sembra, del resto, una cosa totalmente legittima, insomma,
quindi… però se tu riesci a farmi capire qual è l’oggetto della causa che questo…
C.: Bisogna soltanto vedere il fascicolo e poi vedere com’è la situazione.
B.: Vedere un attimino, insomma.
C.: Quindi Limongi contro Chiacchio. E invece, dottore, per quell’altro del ’99, ve
l’hanno detto…
B.: Sì, sì.
C.: …purtroppo poi alla fine…
B.: Va be’, ma comunque io gli ho telefonato a Emilio e gli ho detto: “Tu più di così non
potevi ottenere, insomma, non è che poi…”.
C.: Due anni, dottore, insomma poi…
B.: Eh, ma che stiamo a scherzare, ma…
C.: Eh. Non hanno… Ma poi tra l’altro, ripeto, con questo qua, diciamo, penso
potranno… sistemarsi molto bene, perché questo certamente non si può andare a
mettere là a gestire il loro… il loro…
B.: Certo. Certo.
C.: Non avranno il maneggio, dovranno rendere conto ai creditori, però insomma alla
fine… ci sarà qualche spesa in più chiaramente, però era pure grossa la, grossa la
debitoria, in sostanza…
B.: Certo, certo, certo.
C.: Gli è andata troppo bene (incomprensibile).
B.: No, troppo bene gli è andata fino ad oggi, insomma.
C.: E questo è. Va bene.
B.: Ti faccio sapere io allora. Va bene?
C.: Grazie, dottore.
B.: Ciao, arrivederci.
C.: Un abbraccio a tutti.
B.: Grazie. Ciao, ciao.
C.: Ciao.
B.: Grazie, ciao.
FINE TRASCRIZIONE

Trascrizione integrale della conversazione telefonica in entrata sull’utenza telefonica


numero 3387964889 in uso a BARBIERI Vincenzo ed in uscita dall’ utenza telefonica
numero 0973.655031 in uso a BIAGIO ( persona di sesso maschile da identificare )
avvenuta in data 12.05.2006 alle ore 12.29 progressivo nr. 819

LEGENDA
BARBIERI Vincenzo: E.

479
BIAGIO ( persona di sesso maschile da identificare) : B.

INIZIO TRASCRIZIONE
E.: Biagio.
B.: Presidente.
E.: Come stai? Finalmente siete riusciti a vincere la coppa del nonno. Eh?
B.: (ride) Ma se… ma se mandano qualche squadra in serie B può darsi che riusciamo
pure a vincere lo scudetto.
E.: Con la Croce Rossa avete giocato ieri sera.
B.: (ride).
E.: Proprio con la Croce Rossa.
B.: E’ vero, è vero. Se non fosse per la Roma, Presidente, noi non avremo mai una
soddisfazione.
E.: (incomprensibile).
B.: Meno male, meno male. Tutto a posto?
E.: Sì, tutto a posto. Tutto a posto.
B.: Siete impegnato, super impegnato.
E.: No, no. No, sono a Lagonegro... perché... ti ho telefonato infatti mentre stavo per
strada…
B.: Uh, uh.
E.: Ieri sera stavo a Roma, ora stamattina sono venuto, sto qua da Mimmo La Sorella.
B.: Ah, perfetto.
E.: E adesso stiamo andando verso… Volevo dire, cerchiamo di vederci una di queste
sera insomma.
B.: E infatti, dottore, ditemi voi quando siete disponibile.
E.: Vediamo, vediamo… vediamo tra… insomma ci risentiamo nel pomeriggio.
B.: Perfetto.
E.: Così vediamo tra stasera e domani sera se… riusciamo a vederci.
B.: Sì, ma pure per pigliare un aperitivo, una cosa, tanto so che voi…
E.: No, va bene, va bene. Non ti preoccupare.
B.: …siete super impegnato.
E.: Magari ti faccio… ti faccio un colpo di telefono.
B.: Sì, anche perché ci dobbiamo aggiornare su parecchie cose.
E.: Senti, prepara che ho una causa per danni contro Mimmo La Sorella.
B.: Una causa…?
E.: Per danni, risarcimenti danni.
B.: Uh, uh.
E.: Corsia preferenziale, in un giorno dovremmo avere un risarcimento danni
gigantesco.
B.: (ride).
E.: Ok?
B.: Ho capito. Eh, lui è arrabbiato, è arrabbiato, perché con la Regione non… non si è
riuscito a fare niente.
E.: Eh, lo so, me lo ha detto, me lo ha detto.
B.: (ride).
E.: Senti un po’, Biagio, mi vedi per piacere quella cosa del 30 di maggio…
B.: Sì, quella del… prima del 31 vi chiamo, dottore.

480
E.: Eh. Va be’… no, ma che oggetto ha quella causa, perché quello lì ha una macchina
che… perché qua ci sono i birboni che vendono le macchine che non si possono
poi… i libretti di circolazione…
B.: Uh, uh.
E.: …non si possono attivare…
B.: Uh, uh.
E.: E allora quello è rimasto con la macchina, con una mano davanti e una di dietro.
B.: Sì, sì, sì, sì.
E.: Per vedere l’oggetto di quella causa qual è.
B.: Sì, sì, quella di Notaro. Perfetto, dottore.
E.: Eh. Mi pare che sia Limongi il nome.
B.: Sì, sì, Limo… no, no, mi avete dato tutti i dati, tutti i dati.
E.: Eh. Vedi l’oggetto, che cos’è che chiede.
B.: Perfetto, perfetto. Poi vi faccio sapere subito.
E.: Ok.
B.: Dottore, ci risentiamo prossimamente.
E.: Ti telefono io. Ciao. Arrivederci.
B.: Salve, dottore. Ciao, ciao, ciao.

FINE TRASCRIZIONE

Trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’ utenza telefonica


numero 335.8300247 in uso a BARBIERI Vincenzo ed in entrata sull’utenza telefonica
numero 338.3362140 in uso a COSTANZA Biagio, avvenuta in data 23.05.2006 alle ore
12.48 progressivo nr. 1347. RIT 74/2006.

LEGENDA
BARBIERI Vincenzo: B.
COSTANZA Biagio: C.

INIZIO TRASCRIZIONE

C.: Pronto.
B.: Biagio?
C.: Presidente, salve. Mi dica.
B.: Tutto bene quella cosa di Argirò, è partita oggi, ha firmato.
C.: Tutto a posto allora? Grazie mille, Presidente.
B.: Sì. Gli puoi dire… per un anno ehm… ovviamente, perché… un anno
(incomprensibile)…
C.: Eh. Va bene, va bene. Più di tanto non poteva…ehm…
B.: E beh, quello che…è… abbiamo fatto, insomma.
C.: Grazie, dottore, gentilissimo.
B.: Ok? Poi ci sentiamo… ci sentiamo verso… per il 30… per quello lì della cosa di
Notaro.
C.: Perfetto. In settimana per quell’altra cosa là.
B.: Quand’è che posso… che mi hai detto di telefonargli? Adesso ci sta ‘sto Notaro o
no?
C.: Sì, c’è, dottore, c’è. Avete il numero diretto?
B.: E fammi vedere…

481
C.: Vi posso… vi posso anche fare…
B.: Ma è in udienza?
C.: Sì. Ora sì, dottore, ora è in udienza. Al limite glielo posso pure dire e vi faccio fare un
colpo di telefono io.
B.: Eh. Se tu… un momentino quando c’hai… aspetta che controllo comunque se c’ho…
C.: O forse è meglio che vi faccio chiamare da lui, dotto’.
B.: Sì, però… perché se no poi non vedo mai… Notaro… no, non ce l’ho io il numero.
Allora aspetta un po’, fammelo segnare. Di nome come si chiama?
C.: Eh… Roberto Notaro.
B.: Aspetta, allora… Roberto…
C.: Allora vi do il diretto?
B.: Allora… allora, l’ufficio è…?
C.: Allora 0973…
B.: 0973…
C.: …233605.
B.: …05, perfetto.
C.: Uh.
B.: Eh… hai pure un cellulare tu?
C.: Allora, un attimo che vedo qua… Eh… no, dottore, dottore, non ce l’ho. No, il
cellulare non me lo ha dato.
B.: Va bene.
C.: Ma vi faccio richiamare io, comunque, eh.
B.: Va bene. Ok. Grazie.
C.: Ci… grazie della notizia, eh.

FINE TRASCRIZIONE

Trascrizione integrale della conversazione telefonica in entrata sull’utenza telefonica


numero 3358300247 in uso a BARBIERI Vincenzo ed in uscita dall’ utenza telefonica
numero 338,3362140 in uso a COSTANZA Biagio, ed avvenuta in data 30.05.2006 alle ore
10.27 progressivo nr. 1686. RIT 74/2006.

LEGENDA
BARBIERI Vincenzo: B.
COSTANZA Biagio: C.
INIZIO TRASCRIZIONE
B.: (incomprensibile).
C.: Dottore, buongiorno.
B.: Eccolo.
C.: Allora, ho parlato proprio ora con…
B.: Sì.
C.: …con il dottor Notaro. Allora, dottore, se vi volete segnare il diretto, perché mi ha
detto che aveva provato a chiamarvi, 0973…
B.: Sì.
C.: …233605.
B.: …2336…?
C.: …05.
B.: …05. Sì.

482
C.: Ed è pra… c’è il nuovo che dovrebbe arrivare e quindi sono insieme al nuovo
Magistrato. Ecco perché insomma stamattina… cioè quindi potete chiamare fra
cinque minuti, nella stanza.
B.: Fra cinque minuti lo posso chiamare.
C.: Perfetto.
B.: Va bene.
C.: Io ho parlato pure con, con Caputo e gli ho chiesto, quanto meno di chiedere una
istanza, insomma, un’assegnazione in via d’urgenza…
B.: E se no (incomprensibili) un cazzo, voglio dire.
C.: Se no non… non… c’è problema, ha detto che lui la chiederà stamattina insomma,
quindi dovrebbe agevolarlo in questa cosa.
B.: Se no come cazzo fa quello lì?
C.: Appunto, quello ha fatto un’azione di inadempimento contrattuale uguale
insomma, quindi… Vedete un po’, fra cinque minuti, dottore.
B.: Va bene. Va bene.
C.: Grazie. Ciao ciao.
B.: Grazie a te. Ciao, ciao.
C.: Niente, dottore.

FINE TRASCRIZIONE

Trascrizione integrale della conversazione telefonica in uscita dall’utenza telefonica


numero 335.8300247 in uso a BARBIERI Vincenzo ed in entrata sull’ utenza telefonica
numero 338.3362140 in uso a COSTANZO Biagio, avvenuta in data 15.06.2006 alle ore
16.43 progressivo nr. 2455 – RIT 74/2006.

LEGENDA
V.: BARBIERI Vincenzo
B.: COSTANZO Biagio
INIZIO TRASCRIZIONE

V.: no che, che non mi ricordavo, poi Notaro quella cosa di quel tizio lì l'aveva sciolta la
riserva o no?
B.: allora
V.: mh!
B.: ha detto, se non sbaglio ancora no! E
V.: ah!
B.: questo pochi giorni fa, però le devo dire la verità, mh, questo qua non so chi l'ha
interessato a lei insomma
V.: si!
B.: di questa cosa, ma questi hanno chiamato un pò tutti in sostanza, ah!
V.: ah si?
B.: perchè hanno interessato più persone, lo sapevano in Cancelleria, questo qua si sarà
rivolto a un, un casino di gente insomma io ve l'ho voluto dire insomma
V.: (incomprensibile) a me me l'ha detto l'elettricista che praticamente mi sta facendo un
pò i lavori, siccome è il fratello e allora io come al solito che certo di aiutare un pò a
tutto il prossimo mio
B.: no! E infatti, infatti, infatti! No! No! Ma questo è giusto a titolo informativo
V.: si! Si!

483
B.: anche non si sono
V.: ha fatto bene a dirmelo
B.: non si sono fermati solo a voi, ecco perchè!
V.: si! Si! si!
B.: però dottore
V.: va bene!
B.: vi faccio sapere mattina
V.: quando,quando è mi fai sapere
B.: vi faccio sapere in mattinata, va bene?
V.: va bene! Grazie! Ciao!
B.: salve dottore, buonasera!
V.: ciao! Ciao!

FINE TRASCRIZIONE

Trascrizione integrale della conversazione telefonica in entrata sull’utenza telefonica


numero 335.8300247 in uso a BARBIERI Vincenzo in uscita dall’ utenza telefonica numero
335.1449419 in uso a LIMONGI Luigi, ed avvenuta in data 22.08.2006 alle ore 19.11
progressivo nr. 689. RIT 125/2006. Linea 210.

LEGENDA
BARBIERI Enzo: B.
LIMONGI Luigi: L.
Donna: D.

INIZIO TRASCRIZIONE

D.: Pronto.
L.: Signora, sono Luigi Limongi, volevo parlare con il Presidente, se era possibile.
D.: Eh… sì, un attimo.
L.: Sì, grazie.
D.: E’ fuori.
B.: Pronto.
L.: Presidente, scusami, sono Luigi.
B.: Dimmi, dimmi, dimmi Luigi.
L.: Allora la macchina adesso è stata sequestrata.
B.: Da chi?
L.: Va be’, il Giudice ha detto… viene sequestrata e (…) se la viene a prendere.
B.: Eh, va be’, eh.
L.: Ma lui la può usare, la può vendere oppure la deve tenere sempre in…
B.: No, la straordinaria manu… la straordinaria manu… le operazioni straordinarie,
come la vendita, deve avere l’autorizzazione dal Giudice.
L.: Eh.
B.: Invece l’ordinaria manutenzione la può curare lui. Cioè ordinaria manutenzione
significa che la può adoperare e può fare le operazioni normali, eccetera eccetera.
L.: Ah, lui la può usare…
B.: Sì, sì.
L.: Solamente se la deve vendere…

484
B.: Esattamente, esattamente.
L.: …c’è bisogno dell’autorizzazione del Giudice.
B.: Esattamente, esattamente, esattamente, esattamente.
In Lagonegro ed altre parti della Basilicata e Roma nel 2006

GRANESE, BUCCICO, CARUSO

a1) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110, 319, 319 ter e 321 cod. pen. perché, con più
condotte esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, GRANESE
quale Presidente del Tribunale di Matera, BUCCICO quale Avvocato patrocinatore di
interessi della Banca Popolare del Materano, nonché componente del Consiglio Superiore
della Magistratura, CARUSO quale Presidente pro-tempore del predetto istituto bancario,
i primi due pubblici ufficiali, quale realizzazione del programma criminoso del sodalizio
indicato al capo a) e con le condotte ivi indicate, al fine di favorire la Banca Popolare del
Materano nei procedimenti giudiziari pendenti presso il Tribunale di Matera ed al fine di
danneggiare le parti concorrenti (rappresentati dalla persona offesa Nicola PICCENNA),
omettendo la GRANESE di astenersi dalla trattazione di taluni procedimenti pur avendo
in corso rapporti bancari con l’indicato istituto, compiva la GRANESE atti contrari ai
doveri d’ufficio consisiti nel concedere un trattamento di favore nelle cause in cui era parte
la Banca Popolare del Materano e di torto nei confronti dei concorrenti, ricevendo utilità
varie dal BUCCICO e dal CARUSO: dal primo, la garanzia di intervenire in suo favore
presso il Consiglio Superiore della Magistratura per agevolarla nella progressione in
carriera e tutelarla da qualsiasi iniziativa disciplinare e paradisciplinare (nonché di
favorirla anche nella individuazione di difensori “idonei” presso il Foro di Catanzaro), dal
secondo concessioni di fidi e mutui a condizioni di assoluto favore (addirittura con tassi al
di sotto della soglia legale) come analiticamente specificato al capo a).
Ed in particolare, la dr.ssa GRANESE, al fine di assicurare l’impunità a Caruso Attilio, per
alcuni reati commessi dallo stesso nella sua qualità di amministratore del Consorzio
Anthill, in particolare la turbata libertà degli incanti durante la gara UMTS ed in quella
della ILM S.r.l., ed anche la truffa ed il falso, prima che lo stesso vendesse le quote delle
citate società in suo possesso a Nicola PICCENNA, metteva in atto condotte finalizzate a
permettere l’illegittimo fallimento del predetto Consorzio Anthill, nonché artate procedure
fallimentari. Si riscontravano numerose illegittimità nell’iter che, poi, portava a dichiarare
fallito il citato Consorzio laddove, altresì, si evinceva la mancanza dei presupposti per la
dichiarazione dello stato di insolvenza. La dr.ssa GRANESE, inoltre, portava avanti
l’istruttoria di un procedimento ex art. 2409 c.c., promosso dai sindaci del consorzio
Anthill (i cui atti sono stati anche utilizzati nel procedimento per la declaratoria di
fallimento), contro il suo amministratore (PICCENNA Nicola), nonostante gli stessi non
fossero legittimati a promuoverlo, come più volte indicato e comunicato dallo stesso
Piccenna alla dr.ssa GRANESE. Non teneva conto di quanto denunciato dal PICCENNA
riguardo la falsità, poi riscontrata, di alcuni atti e verbali redatti dai citati sindaci posti alla
base della procedura, ex art.2409 c.c..
Risultava essere Giudice di diverse cause nelle quali figurava come convenuta la Banca
Popolare del Materano, nello stesso periodo in cui la stessa aveva posto in essere con il
predetto istituto in violazione dell’obbligo di astensione sancito dal codice di rito avendo
la stessa rapporti di debito/credito con la parte processuale.
In cambio delle condotte di mercimonio delle proprie funzioni di Presidente del Tribunale
e prima ancora di Giudice, il Caruso Attilio garantiva alla GRANESE la concessione, da

485
parte della Banca Popolare del Materano, di cui era il Presidente del Consiglio di
Amministrazione, prima di un fido, che a seguito di più variazioni in aumento veniva
portato ad avere uno scoperto di circa €. 500.000 e, poi, di un mutuo di €.620.000, senza
alcuna garanzia (veniva accesa ipoteca sull’immobile acquistato con la concessione del
fido per un importo di €.150.000, valutato oltre €.1.200.000) e ad un tasso irrisorio (3%).
Veniva accertato, a mezzo CTU, che a tali condizioni la Banca andava incontro a delle
perdite nell’operazione di finanziamento.
Il BUCCICO, nella sua qualità di componente del CSM, ed anche di Senatore quale vice-
Presidente della Commissione Giustizia, garantisce il buon esito delle procedure
disciplinari innanzi all’Organo di Autogoverno della Magistratura (con riguardo, in
particolare, alla vicenda relativa alla concessione del mutuo, segnalati dal PICCENNA al
CSM che adotta provvedimenti nei confronti della dr.ssa GRANESE solo a seguito dei
decreti di perquisizione emessi dalla Procura della Repubblica di Catanzaro nel febbraio
del 2007), in cambio del quale riceve reiterati trattamenti di “favore” nel corso di alcune
cause in cui il medesimo, attraverso legali che lavoravano nel suo studio (avv.
FRANGIONE), era interessato (in particolare, la vicenda Quintano Eustachio/Banca
Popolare del Materano).
Da intercettazioni telefoniche emergeva che nella stessa serata (15.6.2004) del giorno nel
quale era stato effettuato dalla Procura della Repubblica di Catanzaro un accesso presso il
Tribunale di Matera, per l’acquisizione di documentazione del fallimento Anthill, nonché
presso gli uffici della Banca Popolare del Materano, BUCCICO contattava la dr.ssa
GRANESE, sull’utenza cellulare, riferendole di contattare, urgentemente, l’Avv. Giancarlo
PITTELLI del Foro di Catanzaro (all’epoca Senatore della Repubblica), poi divenuto
difensore della GRANESE (oltre che dei coniugi GENOVESE-CANNIZZARO), in quanto
lo stesso lo aveva contattato, a sua volta, riferendogli che, in merito “alla sua vicenda”
(della Granese), aveva da riferire “delle novità”. L’incontro tra la GRANESE ed il
PITTELLI avviene presso l’abitazione catanzarese di quest’ultimo, il quale, da
conversazione telefonica, riferisce alla Granese di volerla vedere “di persona perché aveva
delle novità”.
In Matera, altre parti della Basilicata ed in Roma dagli inizi del 2000 con condotta in atto

BONOMI, CETOLA, GARELLI, IMPROTA, POLIGNANO,

b1) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110 e 323 cod. pen. perché, con più condotte
esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, BONOMI quale
Sostituto Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Potenza,
CETOLA quale Generale Comandante Interregionale dell’Arma dei Carabinieri, GARELLI
quale Generale Comandante Regione Carabinieri Basilicata, IMPROTA quale Colonnello
Capo di Stato Maggiore Regione Carabinieri Basilicata, POLIGNANO quale Tenente
Colonnello Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Potenza, tutti pubblici
ufficiali, nello svolgimento delle loro funzioni e, comunque, dei servizi a loro assegnati, il
BONOMI anche quale delegato a svolgere un’inchiesta amministrativa per conto del
Ministero della Giustizia (Ufficio presso il quale aveva anche risoperto funzioni di
Ispettore presso l’Ispettorato Generale), omettendo di astenersi in quanto tutti interessati
alle vicende oggetto dell’inchiesta amministrativa (perché oggetto di accertamenti da parte
dell’autorità giudiziaria ordinaria) arrecavano un danno ingiusto a magistrati (ed in
particolare al Procuratore della Repubblica di Potenza, dr. Galante) ed appartenenti

486
all’Arma dei Carabinieri svolgendo accertamenti inebiti anche nei confronti di magistrati
del distretto di Corte d’Apello di Potenza.
In Potenza, Basilicata ed altre parti del territorio nazionale dal 2005 al 2007

BONOMI, CETOLA, GARELLI, IMPROTA, POLIGNANO,

c1) del delitto p. e p. dagli artt. 61 n. 2, 81 cpv., 110 e 336 cod. pen. perché, al fine di
realizzare il delitto indicato al capo b1), con più condotte esecutive di un medesimo
disegno criminoso, in concorso tra loro, con le qualità sopra indicate, usavano minaccia nei
confronti dei pubblici ufficiali Antonio ANGIULLI, Capitano Comandante Compagnia
Carabinieri di Potenza e Salvatore LUCIANO, Tenente Comandante del Nucleo Operativo
e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Potenza – consistita nel prospettare
procedimenti disciplinari e trasferimenti d’ufficio poi realizzatisi attraverso il
trasferimento del primo ad Imperia e del secondo sottoposto a procedimento disciplinare
per l’irrogazione della sanzione della consegna di rigore –, per costringerli a ritrattare le
dichiarazioni da loro rilasciate al Procuratore della Repubblica di Potenza dr. Giuseppe
GALANTE che non consentivano di realizzare il disegno criminoso perseguito dal
BONOMI, in concorso con gli alti Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri.

Ed in particolare la vicenda – di cui all’imputazione dei due capi sopra indicati - prende
spunto da una relazione presentata dai vertici dell’Arma dei Carabinieri della Basilicata,
nella persona del Gen. Emanuele Garelli, irritualmente indirizzata alla Procura Generale
di Potenza – nella persona del dr. Bonomi - nella quale vengono rappresentate doglianze
relative ai rapporti intercorrenti fra l’Arma dei Carabinieri di Potenza e la Procura della
Repubblica di Potenza, con particolare riferimento ai magistrati dr. Galante (Procuratore
Capo della Repubblica) ed i Sostituti Procuratori della Repubblica dr. Vincenzo
Montemurro, dr. Henry John Woodcook, e dr.ssa Gloria Piccininni, con un disegno
criminoso finalizzato ad ostacolare le inchieste dei predetti magistrati, determinare la
rimozione del dr. Galante dall’Ufficio di Procuratore della Repubblica attraverso la sua
sostituzione proprio con il dr. BONOMI, titolare dell’inchiesta amministrativa, disegno
criminoso che non raggiunge il suo obiettivo finale solo in seguito al coinvolgimento del
dr. BONOMI nell’indagine della Procura della Repubblica di Catanzaro. Condotte che
venivano consumate attraverso l’interscambio fra i soggetti di informazioni, documenti ed
atti, alcuni dei quali tutelati dal segreto investigativo e/o comunque dai doveri di
riservatezza (quali atti di procedimenti penali) indirizzati anche ad ottenere dichiarazioni
di pubblici ufficiali divergenti dalla realtà dei fatti.
E’ di tutta evidenza la pressione psicologica (idonea a coartare la libertà di azione e
autodeterminazione) da parte dei vertici dell’Arma sopra indicati finalizzata a modificare
le dichiarazioni rese durante il procedimento presso la Procura della Repubblica di
Potenza dagli Ufficiali di Polizia Giudiziaria Angiulli e Luciano e raccolte dal Procuratore
Galante, le quali andavano in senso inverso – ed evidentemente non gradito - a quanto
affermato dal Generale Garelli nella sua relazione.
Ed in particolare al fine di consumare la condotta delittuosa di abuso d’ufficio in concorso
redigevano una relazione contenente accuse strumentalmente e capziosamente rilevate da
relazioni redatte dal Cap. ANGIULLI Antonio e dal Ten. Salvatore LUCIANO, delle quali
veniva fatto uso distorto e non confacente alle ragioni per le quali erano state redatte.
Al fine di consumare la condotta criminosa il Generale Garelli, il Colonnello Improta ed il
Tenente Colonnello Polignano, ricevevano dal Dr. Bonomi, nella sua qualità di Sostituto

487
Procuratore Generale, atti riservati, ricevuti dallo stesso in ragione del suo ufficio (la
relazione del dr. GALANTE, con allegate le dichiarazioni del Capitano ANGIULLI e del
Tenente LUCIANO), al fine di permettere agli stessi di “…non essere al buio” e “…..tessere
sta tela…”, quindi di predisporre idonei elementi atti a modificare a loro vantaggio lo
stato dei fatti.
I predetti Ufficiali, attraverso il ruolo e la copertura istituzionale del Generale Cetola,
inducevano i predetti sotto ordinati Ufficiali dell’Arma a rendere dichiarazioni tendenti
ad “aggiustare” una situazione sfavorevole al progetto di delegittimazione della Procura
della Repubblica di Potenza, in quanto avevano reso dichiarazioni che ementivano quanto
relazione dal Generale Garelli.
Il Generale CETOLA, al fine di realizzare la indicata condotta delittuosa, violava il segreto
d’uffiico in quanto, venuto a conoscenza, per ragioni del suo ufficio, in qanto il dr. Galante
inviava la sua relazione del 15.7.2005 anche al Comando Generale dell’Arma dei
Carabinieri, del contenuto delle dichiarazioni rese da ANGIULLI e LUCIANO nell’ambito
di procedimento 768/05 mod. 45 Procura della Repubblica di Potenza, le rivelava al
Colonnello IMPROTA consentendogli, in tal modo, di predisporre atti e condotte
finalizzate a neutralizzare l’effetto di tali dichiarazioni che andavano in senso contrario
con quanto relazionato dal Gen. GARELLI con la relazione del 22.6.2005.
Il dr. BONOMI, in particolare, consumava più condotte finalizzate ad arrecare un ingiusto
danno non patrimoniale al Procuratore della Repubblica di Potenza Dr. Galante e ad
alcuni Sostituti Procuratori della Repubblica dello stesso ufficio impegnati in indagini
delicate e complesse che avvano ad oggetto anche appartenenti all’Arma dei Carabinieri,
anche attraverso la propalazione di documenti coperti da segreto investigativo, quale la
relazione del 15.7.2005 con accluse le dichiarazioni rese dal Cap. ANGIULLI e dal Ten.
LUCIANO.
Ed in particolare, con riferimento alla violazione del segreto investigativo, in data 6.8.2006
il dr. BONOMI consegnava al Ten. Col. IMPROTA ed al Col. POLIGNANO gli atti
trasmessi con la relazione del 15.7.2005 dal dr. GALANTE (con le dichiarazioni di
LUCIANO ed ANGIULLI) per le quali aveva formato fascicolo a mod.45, a lui pervenuti
in ragione del suo ufficio ed a seguito della delega dallo stesso ricevuta dal Ministero della
Giustizia al fine di svolgere gli accertamenti di natura amministrativa, dai quali potevano
emergere anche delle responsabilità a carico dei soggetti ai quali venivano consegnati
(difatti, le dichiarazioni dell’ANGIULLI e del LUCIANO contrastavano con quanto ha
formato oggetto della relazione del Gen. GARELLI). Gli stessi atti vengono, poi, trasmessi
da IMPROTA a GARELLI che è a Milano perpetrandone, in tal modo, la divulgazione
illecita. Il BONOMI fornisce, quindi, copia informale della relazione che aveva approntato
per il Ministero e relativa alla delega a svolgere accertamenti di natura amministrativa
sulle vicende in esame; tali atti vengono trasmessi dal BONOMI agli ufficiali dei CC che
agivano in concorso con lui al fine di consentirgli di non “rimanere al buio” e permettere
loro di attivarsi al fine di porre rimedio al danno causato ai loro fini illeciti dalle
dichiarazioni del Cap. ANGIULLI e del Ten. LUCIANO. Si riporta:
Trascrizione conversazione telefonica in uscita dall’utenza telefonica mobile n. 328.1008351
in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza telefonica in uso a GARELLI Emanuele
avvenuta in data 6.8.2005 alle ore 11.19, progressivo nr. 2900.0510, dalla quale emerge che
il dr. BONOMI ha fornito agli Ufficiali dei Carabinieri chiamati in causa dalla relazione del
dr. GALANTE tutti gli atti inerenti la stessa, in modo da permettere loro di “…tessere…sta
tela…”. Infatti, il Col. IMPROTA riferisce al Gen. GARELLI di avere avuto copia di tutti gli
atti e che sta provvedendo a farglieli recapitare:

488
I: Anche se... ho fatto il mio (...) ma gl'ho detto " ma scusate, ma noi come dobbiamo
lavorare qua, se noi non c'abbiamo su che cosa dobbiamo tessere sta tela e... e... Nico!
Parliamo così!
G.: Muh, muh!
I.: a mezze parole, qua dobbiamo incardinare le cose come si deve
G.: Muh, muh!
I.: E mi sono fatto dare la copia degli atti

Lo stesso Col. IMPROTA, inoltre, comunica al Gen. GARELLI che troverà delle belle
sorprese da parte “….di quei due …imbecilli…”, facendo espresso riferimento al Ten.
LUCIANO ed al Cap. ANGIULLI.
Si evidenzia che la relazione inviata alla Procura Generale, da parte del Gen. GARELLI,
era basata anche sulla relazione del Ten. Col. POLIGNANO.
Trascrizione della conversazione telefonica in uscita dall’utenza telefonica numero
328.1008354 in uso a POLIGNANO Pietro ed in entrata sull’utenza telefonica mobile
numero 328.1008351 in uso a IMPROTA Nicola, avvenuta in data 6.8.2005 alle ore 12.36,
progressivo nr. 31000341, dalla quale emerge che il Ten. Col. POLIGNANO riferisce al Col.
IMPROTA che, letti gli atti, ci sarebbe “….tra le pieghe…” la possibilità di trovare “una bella
formula che possa stoppare un pochettino questo contrattacco del procuratore..”. Tale
conversazione, oltre a confermare la consegna della documentazione attinente la relazione
del dr. GALANTE, da parte del dr. BONOMI ai Carabinieri, si incentra sul fatto che il Cap.
ANGIULLI avrebbe fatto delle affermazioni innanzi al dr. GALANTE in contrasto con la
relazione del Gen. GARELLI.
Trascrizione della conversazione telefonica in entrata sull’utenza telefonica numero
328.1008351 in uso a IMPROTA Nicola ed in uscita dall’utenza telefonica mobile numero
328.1008354 in uso a POLIGNANO Pietro, avvenuta in data 6.8.2005 alle ore 17.59,
progressivo nr. 29000523, dalla quale emerge che il Ten. Col. POLIGNANO è in possesso
della documentazione consegnata in mattinata dal dott. BONOMI al Col. IMPROTA. Il
POLIGNANO riferisce ad IMPROTA che, essendo in ufficio intento a “riparare un pò
questa...questa matassa”, avrebbe bisogno di venire ufficialmente in possesso degli atti che
sta esaminando, attraverso la trasmissione ufficiale degli stessi da parte del Comando
Regionale (Col. IMPROTA). Il Ten. Col. POLIGNANO riferisce al Col. IMPROTA che in
questa occasione, più che in altre, devono essere molto cauti e formali. Il Col. IMPROTA lo
rassicura dicendogli che gli avrebbe mandato ufficialmente tutta la documentazione in
oggetto attraverso una lettera retrodatata.
Dopo l’escussione del Cap. ANGIULLI e del Ten. LUCIANO da parte del dr. BONOMI,
interviene una conversazione tra il Gen. GARELLI ed il Col. IMPROTA, il quale a specifica
richiesta formulata dal Gen. GARELLI riferisce l’esito dell’escussione dei due ufficiali,
ovvero che avevano ritrattato quello che avevano detto, in tal maniera divulgando il
contenuto delle stesse, delle quali lo stesso può essere venuto a conoscenza, per lo
svolgimento che i fatti illustrati nella vicenda stava avendo solo tramite il dr. BONOMI
redattore dell’atto e con il quale il predetto ufficiale si attivava al fine di perseguire le
finalità dagli stessi desiderati, considerato che già in altre occasioni i due Ufficiali in
questione erano stati compulsati a riferire il contenuto delle loro dichiarazioni e avevano
opposto il segreto. Si riporta:
Trascrizione della conversazione telefonica in uscita dall’utenza n. 328/1008351 in uso a
IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza in uso a GARELLI Emanuele avvenuta in data
12.8.2005 alle ore 10.44, progressivo nr. 2900.0690, tra il Gen. GARELLI ed il Col.
IMPROTA, dalla quale emerge che il primo chiede notizie circa l’andamento dell’inchiesta

489
amministrativa condotta dal dr. BONOMI, soffermandosi, in particolare, su
“…l’interrogatorio dei due….”, intendendo il Cap. ANGIULLI ed il Ten. LUCIANO. Il Col.
IMPROTA, a tale richiesta, risponde che era andato tutto bene. A questo punto il Gen.
GARELLI chiede se gli stessi avessero ritrattato quello che avevano detto al dr. GALANTE
ricevendo risposta affermativa dal Col. IMPROTA, che aggiunge di stare tranquillo:
I.: ma...ah...l'altra cosa, io ti dirò che, il sedici...il sedici e diciassette...mi fermo anche
il diciassette, ci devo essere, perchè dobbiamo andare insieme, poi, da come si
chiama....
G.: da BONOMI, si....
I.: da BONOMI...
G.: a proposito, sul quel fronte invece, c'è qualche novità?
I.: no..no..no...nessuna novità, tutto bene, tutto procede bene....stai
tranquillo...
G.: (...) l'interrogatorio dei due con BONOMI, tu sai come è andato?
I.: tutto bene...tu stai tranquillo...stai sereno....
G.: (...) han ritrattato quello che avevan detto....
I.: esatto...tu, stai sereno...

Trascrizione della conversazione telefonica in uscita dall’utenza telefonica mobile


numero 328.1008351 in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza telefonica in
uso a generale CETOLA avvenuta in data 5.8.2005 alle ore 16.49, progressivo nr.
29000481, dalla quale emerge che il Generale CETOLA, Comandante Interregionale dei
Carabinieri, contatta il Col. IMPROTA riferendogli della relazione a lui pervenuta, con
la quale il dr. GALANTE, dopo aver interrogato il Ten. LUCIANO ed il Cap.
ANGIULLI, avrebbe rilevato che gli accertamenti da lui esperiti “confermano che la
vicenda ha avuto uno svolgimento fisiologico, assolutamente opposto a quello rappresentato dal
Generale Garelli“. Lo stesso Generale manifesta l’urgente bisogno di incontrare il dr.
TUFANO, il dr. BONOMI, nonché i due ufficiali che avevano reso le dichiarazioni al dr.
GALANTE ed il Magg. ZOLLI. Infatti, lo stesso riferisce di essere in possesso della
documentazione dalla quale emergerebbe che i due ufficiali avrebbero detto che i fatti
non si sarebbero svolti come relazionato dal Generale GARELLI alla Procura Generale.
Trascrizione della conversazione telefonica in entrata sull’utenza telefonica mobile n.
328.1008351 in uso a IMPROTA Nicola ed in uscita dall’utenza telefonica in uso a
GARELLI Emanuele avvenuta in data 5.8.2005 alle ore 17.11, progressivo nr. 2900.0484,
avvenuta tra il Generale GARELLI ed il Col. IMPROTA dalla quale emerge che il
Generale CETOLA avrebbe ricevuto la relazione del dr. GALANTE dalla quale
risulterebbe che “…quello che hanno scritto loro…” sarebbe stato smentito dal Ten.
LUCIANO e dal Cap. ANGIULLI. Lo stesso Generale GARELLI chiederebbe al Col.
IMPROTA di convocare i due ufficiali in questione per conoscere il contenuto delle
propalazioni fatte al dr. GALANTE.

Con tali condotte BONOMI, IMPROTA, POLIGNANO e GARELLI omettono di


astenersi pur in presenza di un interesse proprio (in quanto gli Ufficiali dell’Arma
IMPROTA e POLIGNANO erano indagati ed anche sottoposti ad intercettazione
telefonica proprio dalla Procura della Repubblica di Potenza, dal dr. WOODCOCK, per
la vicenda che vedeva coinvolto, in gravi reati, tale PESSOLANO, persona risultata
vicina ad alcuni esponenti dell’Arma dei Carabinieri anche intercettati; GARELLI in
quanto il Sostituto Procuratore della Repubblica dr.ssa PICCININNI stava svolgendo
indagini proprio sull’Arma dei Carabinieri di Potenza ed erano coinvolti alti Ufficiali,

490
tra i quali il precedente Comandante Regionale Gen. GIANNATTASIO), il BONOMI in
quanto svolgeva attività di contrasto nei confronti di magistrati della Procura della
Repubblica di Potenza sia in quanto finalizzate ad ostacolarl e favorire il sodalizio
criminoso indicato al capo a) e di cui egli è sodale organizzatore, sia in quanto aspirava
a divenire Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, al posto del dr.
Galante contro il quale era rivolta l’attività messa in atto con i Carabinieri, ed a tal fine
veniva redatta relazione contro i suddetti magistrati al fine di danneggiarli e provocare
la rimozione del Galante. Si utilizzava una tecnica strumentale per danneggiare i
magistrati, attraverso la segnalazione di fatti di scarso spessore e relativi per lo più a
disaccordi o incomprensioni che appaiono fisiologici nel rapporto dialettico tra Polizia
Giudiziaria e Magistrati della Procura della Repubblica, non certo configuranti condotte
sanzionabili o rilevabili sotto alcun profilo. Tanto emerge anche dalle dichiarazioni dei
redattori delle annotazioni poste alla base della strumentale relazione del Gen.
GARELLI, Cap. ANGIULLI e Ten. LUCIANO, laddove gli stessi segnalano gli ottimi
rapporti con i magistrati in questione e con la Procura della Repubblica di Potenza. Il
BONOMI, al fine di realizzare la condotta criminosa, aveva parte attiva nel cercare di
porre rimedio a quanto emerso dalle dichiarazioni dell’ANGIULLI e del LUCIANO,
tanto da indicare lui stesso “le altre cose da preparare” al Col. IMPROTA, al Ten. Col.
POLIGNANO ed al Gen. GARELLI. Il Gen. CETOLA indicava anche lui i
provvedimenti da adottare nei confrotni dei due ufficiali inferiori.
Gli Ufficiali superiori dell’Arma esercitano una forte pressione psicologica nei confronti
del Cap. ANGIULLI e del Ten. LUCIANO, sui quali interviene direttamente il
Comandante Interregionale, Gen. CETOLA, il quale contesta loro la mancanza di lealtà;
inoltre nei confronti dei due Ufficiali inferiori si proietta tutta la linea gerarchica a loro
sovraordinata, ovvero il Comandante Provinciale T.Col. POLIGNANO, il Comandante
Regionale, Gen. GARELLI ed il Comandante Interregionale Gen. CETOLA; i due sono
oggetto di trasferimento e provvedimenti disciplinari: il cap. ANGIULLI viene trasferito
alla Compagnia di Imperia, con effetto immediato, ed è destinatario di avvio di
procedimento disciplinare; il Ten. LUCIANO subisce un procedimento disciplinare con
richiesta di irrogazione della sanzione della consegna di rigore, nonché l’abbassamento
della valutazione caratteristica con inevitabili conseguenze per la progressione di
carriera.

Le conversazioni telefoniche, ritenute di rilievo ai fini delle indagini svolte da questa


polizia giudiziaria nell’ambito del procedimento penale in oggetto, vertono
principalmente:

Strumentale è la nota n. 55/6-4 del 22.6.2005 a firma del Gen. GARELLI, Comandante
della Regione Carabinieri Basilicata, relativa allo stato dei rapporti tra l’Arma dei
Carabinieri di Potenza ed alcuni magistrati della Procura della Repubblica, inviata in
data 22.6.2005 al Sostituto Procuratore Generale della Procura Generale di Potenza, dr.
Bonomi; i motivi di doglianza esternati dal Comandante Regionale dei Carabinieri
attengono ad alcuni episodi che avrebbero incrinato “le relazioni tra l’Arma dei
Carabinieri e la locale magistratura”.

Il Ministero della Giustizia, dopo aver ricevuto le controdeduzioni del dr. Galante,
delegava il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Potenza, nella veste del
facente funzioni, Sostituto Procuratore Generale, dr. Gaetano BONOMI, a svolgere le
indagini del caso.

491
L’interlocutore principale degli alti Ufficiali dei Carabinieri coinvolti nella vicenda è
stato sempre il dr. BONOMI, il quale, incaricato dell’istruttoria e dell’accertamento sui
fatti con particolare riferimento a quanto affermato dal Gen. GARELLI e quanto
risultante dall’istruttoria successiva del dr. GALANTE, si è adoperato, sin dall’inizio,
unitamente al Col. IMPROTA ed al Ten. Col. POLIGNANO, per “aggiustare” la
versione fornita dai due Ufficiali dei CC che non avevano confermato al Procuratore
della Repubblica alcune delle lamentele formulate dal proprio Comandante Regionale
nella nota di doglianza. Dalle conversazioni telefoniche intercettate emergono
ingerenze dei vertici dell’Arma di Potenza, in relazione all’audizione dei due testi
innanzi al Sostituto Procuratore Generale, finalizzate a modificare il contenuto delle
dichiarazioni già rese al procuratore Galante.

Si riportano:

trascrizione della conversazione telefonica in entrata sull’utenza telefonica mobile n.


328.1008354 in uso a POLIGNANO Pietro ed in uscita dall’utenza telefonica in uso ad
IMPROTA dalla quale si comprende che il dr. BONOMI chiede al Col. IMPROTA di
fornire della documentazione a sostegno di quanto segnalato dal Generale GARELLI,
rivelando, seppure non richiesto, la circostanza di essere stato delegato dal Ministero
della Giustizia a compiere accertamenti, sia sulla relazione inviata dal Generale
GARELLI, che sulla risposta pervenuta dal dr. GALANTE. Infatti, il dr. GALANTE
aveva interrogato il Ten. LUCIANO ed il Cap. ANGIULLI, i quali avevano fornito
dichiarazioni divergenti con la relazione del Generale GARELLI; sulla base di questi e
di ulteriori elementi il dr. GALANTE aveva deciso di inviare una relazione sui fatti
emersi, tra gli altri, al Ministero della Giustizia che, come detto, successivamente,
aveva delegato per gli accertamenti la Procura Generale di Potenza;

trascrizione della conversazione telefonica in uscita dall’utenza telefonica mobile n.


328.1008351 in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza telefonica in uso a
GARELLI Emanuele avvenuta in data 1.8.2005 alle ore 17.26, progressivo nr.
2900.0385, dalla quale emerge che che il Col. IMPROTA ed il Ten. Col. POLIGNANO,
in data 1.8.2005, si recavano dal dr. BONOMI il quale gli comunicava che prima di
iniziare “..una certa attività…” avrebbe voluto parlare con il Generale GARELLI che in
quel momento, però, si trovava in licenza a Milano e non poteva rientrare. Lo stesso
Generale GARELLI, infatti, contatterà telefonicamente il dr. BONOMI per parlargli in
merito ad una relazione che era stata inviata al Ministero della Giustizia, facendo
riferimento a quella trasmessa dal dr. GALANTE; dalla conversazione emerge una
certa cautela in quanto, verosimilmente, temevano di essere intercettati;

trascrizione della conversazione telefonica in entrata sull’utenza telefonica mobile n.


328.1008354 in uso a POLIGNANO Pietro ed in uscita dall’utenza telefonica in uso a
tale VINCENZO, avvenuta in data 3.8.2005 alle ore 12.19, progressivo nr. 3100.0268,
dalla quale si evince la presentazione, da parte del Ten. Col. POLIGNANO, della
domanda per partecipare alla selezione per la scelta del nuovo responsabile della
Sezione di Polizia Giudiziaria – aliquota Carabinieri – presso la Procura della
Repubblica di Potenza (in sostituzione del Col. GENTILI); successivamente, a causa

492
dell’apertura a suo carico di un procedimento presso la Procura della Repubblica, vi
avrebbe rinunciato;
trascrizione della conversazione telefonica in uscita dall’utenza telefonica mobile
numero 328.1008351 in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza telefonica in
uso a generale CETOLA avvenuta in data 5.8.2005, alle ore 16.49, progressivo nr.
29000481, dalla quale emerge che il Generale CETOLA, Comandante Interregionale
dei Carabinieri, contatta il Col. IMPROTA, riferendogli della relazione a lui pervenuta,
con la quale il dr. GALANTE, dopo aver sentito a verbale il Ten. LUCIANO ed il Cap.
ANGIULLI, avrebbe rilevato che gli accertamenti da lui esperiti “confermano che la
vicenda ha avuto uno svolgimento fisiologico, assolutamente opposto a quello rappresentato dal
Generale Garelli“. Lo stesso Generale manifesta l’urgente bisogno di incontrare il dr.
TUFANO, il dr. BONOMI, nonché i due ufficiali che avevano reso le dichiarazioni al
dott. GALANTE ed il Magg. ZOLLI; lo stesso riferisce di essere in possesso della
documentazione dalla quale emergerebbe che i due ufficiali avrebbero detto che i fatti
non si sarebbero svolti come relazionato dal Generale GARELLI alla Procura Generale;
trascrizione della conversazione telefonica in entrata sull’utenza telefonica mobile n.
328.1008351 in uso a IMPROTA Nicola ed in uscita dall’utenza telefonica in uso a
GARELLI Emanuele avvenuta in data 5.8.2005, alle ore 17.11, progressivo nr.
2900.0484, avvenuta tra il Generale GARELLI ed il Col. IMPROTA dalla quale emerge
che il Generale CETOLA avrebbe ricevuto la relazione del dr. GALANTE dalla quale
risulterebbe che “…quello che hanno scritto loro…” sarebbe stato smentito dal Ten.
LUCIANO e dal Cap. ANGIULLI. Lo stesso Generale GARELLI chiederebbe al Col.
IMPROTA di convocare i due ufficiali in questione per conoscere il contenuto delle
propalazioni fatte al dr. GALANTE;
trascrizione della conversazione telefonica in uscita dall’utenza n. 328.1008354 in uso a
IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza in uso a GARELLI Emanuele, avvenuta in
data 5.8.2005, alle ore 18.29, progressivo nr. 31000319, dalla quale emerge che il Col.
IMPROTA si trova nell’ufficio del dr. BONOMI e discute degli ultimi eventi, in
particolare della relazione del dr. GALANTE. Il dr. BONOMI, parlando al telefono con
il Gen. GARELLI, riferisce dell’opportunità che il Col. IMPROTA gli richieda la copia
di alcuni atti, facendo riferimento alla documentazione redatta dal dr. GALANTE (“e...
e il quale mi richiederà per suo... per suo conto una copia di tutte queste... queste
dichiarazioni…”), in modo da consentire loro di predisporre delle controdeduzioni e
“…non essere al buio…”, rimanendo d’accordo, comunque, che il successivo martedì si
sarebbe recato da lui il Gen. CETOLA. Il dr. BONOMI, avrebbe, quindi, fornito al Col.
IMPROTA copia della documentazione a lui giunta dal Ministero della Giustizia
attinente alla relazione inviata allo stesso Ministero dal dr. GALANTE, per consentire
di conoscere gli addebiti a loro mossi;
trascrizione della conversazione telefonica in uscita dall’utenza telefonica mobile n.
328.1008351 in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza telefonica in uso a
generale CETOLA avvenuta in data 5.8.2005 alle ore 20.53, progressivo nr. 2900.0503,
dalla quale emerge che il Col. IMPROTA chiama il Gen. CETOLA per avvisarlo che il
Procuratore Generale, dr. TUFANO, da lui incontrato in occasione della
manifestazione nel corso della quale gli era stata conferita la cittadinanza onoraria del
Comune di Pietragalla, sarebbe stato assente all’incontro in Procura Generale perché
in ferie; TUFANO avrebbe raccomandato ad IMPROTA di far riferire al Gen. CETOLA
che non aveva ancora letto le carte ma che, successivamente, “….sarebbe stato parte
attiva….”, nel senso che anche lui avrebbe espresso la sua opinione “….posso anche e...
diciamo esprimere la mia…”;

493
trascrizione della conversazione telefonica in entrata sull’utenza telefonica numero
328.1008354 in uso a POLIGNANO Pietro ed in uscita dall’utenza telefonica in uso al
generale CETOLA, avvenuta in data 6.8.2005 alle ore 09.39, progressivo nr. 29000508,
nella quale il Col. IMPROTA comunica al Gen. CETOLA che “poi ieri sera io.. mi sono
messo sotto per tutta la serata l'eccellenza Bonomo…” e che il medesimo, nella stessa
mattinata, gli avrebbe consegnato tutta la documentazione attinente la relazione del
dr. GALANTE, incluse le dichiarazioni rese a quest’ultimo dal Ten. LUCIANO e dal
Cap. ANGIULLI. Lo stesso Gen. CETOLA riferisce di esserne già in possesso e chiede
al Col. IMPROTA, che tipo fosse il dr. BONOMI e cosa pensasse della situazione che li
vedeva coinvolti. Il Col. IMPROTA riferisce testualmente che “…... e... la vede... perchè
dobbiamo irrobustire e... proprio per le dichiarazioni di cui io ignoravo, perchè come vi dicevo...
non c'ero e non mi sono interessato di queste cose qua... e... di irrobustire la cosa proprio perchè
il tutto è stato... diciamo e... buttato giù da questa presentazione dei due ufficiali a Woodcock e
allo stesso Galante ……”, facendo emergere la circostanza che sarebbe stata intenzione
del dr. BONOMI irrobustire il quadro accusatorio nei confronti dei magistrati della
Procura della Repubblica di Potenza. Ciò anche alla luce delle dichiarazioni rese dal
Ten. LUCIANO e Cap. ANGIULLI al dr. GALANTE che avrebbero ridimensionato
quanto indicato nella relazione del Gen. GARELLI.

Il Gen. CETOLA esterna, altresì, al Col. IMPROTA tutto il suo disappunto riguardo
l’invio da parte del Gen. GARELLI della relazione alla Procura Generale dalla quale
era nata tutta la vicenda (nella quale, poi, comunque, opera al fine di consumare la
condotta delittuosa in concorso con gli altri). Infatti, lo stesso, testualmente, riferisce
“……Va bene! Garelli, insomma questo, gliel'ho detto da subito appena ho letto quel
Ris che ha fatto e quindi mi sono reso conto di quello che aveva fatto, gli avevo detto
subito che aveva fatto una cosa inopportuna, perchè se lui mi avesse chiesto prima a
me glielo avrei detto che non era proprio il caso di mettere per iscritto quelle cose che
ha messo e poi in quel modo così... e... e... pesante e gli ho detto: " stai accorto, perchè
vedrai che si ritorce contro di te" e infatti si sta ritorcendo perchè naturalmente
leggendo quelle cose, ma tu vuoi che il Procuratore e i sostituti non lo attacchino
adesso e.... e......”

Alla fine della stessa conversazione il Gen. CETOLA chiede al Col. IMPROTA se il dr.
BONOMI fosse ben disposto nei loro confronti, ricevendo una risposta positiva, con la
significativa precisazione che quest’ultimo non sarebbe stato dalla parte del
Procuratore GALANTE.

Trascrizione della conversazione telefonica in entrata sull’utenza telefonica mobile n.


328.1008354 in uso a POLIGNANO Pietro ed in uscita dall’utenza telefonica in uso a
CARAMIA Giovanni avvenuta in data 6.8.2005 alle ore 09.40, progressivo nr.
3100.0326, dalla quale emerge che il Ten. Col. POLIGNANO contatta il maresciallo
CARAMIA chiedendogli di vedersi immediatamente in quanto “era successo un casino”,
riferendosi alla situazione in esame; il maresciallo CARAMIA chiede se sono cose
“…sfavorevoli a loro…” ricevendo risposta affermativa ed aggiungendo che c’è qualcuno
“….sotto di loro…che ha fatto il voltafaccia…” alludendo al Ten. LUCIANO ed al Cap.
ANGIULLI, per i quali lo stesso si ripropone di fare immediatamente una proposta di
allontanamento;
trascrizione della conversazione telefonica in uscita dall’utenza telefonica mobile n.
328.1008351 in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza telefonica in uso a

494
GARELLI Emanuele avvenuta in data 6.8.2005 alle ore 11.19, progressivo nr.
2900.0510, dalla quale emerge che il dr. BONOMI ha fornito agli Ufficiali dei
Carabinieri chiamati in causa dalla relazione del dr. GALANTE tutti gli atti inerenti la
stessa, in modo da permettere loro di “…tessere…sta tela…”; infatti, il Col. IMPROTA
riferisce al Gen. GARELLI di avere avuto copia di tutti gli atti e che sta provvedendo a
farglieli recapitare;

le trascrizioni delle conversazioni telefoniche rispettivamente in entrata sull’utenza


telefonica mobile numero 328.1008351 in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata
sull’utenza telefonica in uso a GARELLI Emanuele avvenuta in data 8.8.2005 alle ore
16.45, progressivo nr. 29000571 e della conversazione telefonica in uscita dall’utenza
telefonica mobile n. 328.1008351 in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza
telefonica in uso a GARELLI Emanuele avvenuta in data 8.8.2005 alle ore 16.49,
progressivo nr. 2900.0573, intercorse tra il Gen. GARELLI ed il Col. IMPROTA, fanno
emergere la volontà degli interlocutori di sanzionare disciplinarmente i due Ufficiali
inferiori per aver reso le dichiarazioni al dr. Galante contrastanti con la relazione del
Gen. Garelli. I due interlocutori infatti e, in particolare, il Gen. GARELLI sarebbe
determinato a procedere nei confronti degli stessi con “….una punizione che gli lasci il
ricordo…”, trovando il pieno assenso del Col. IMPROTA.

Gli interlocutori si rammaricano del fatto che la Procura della Repubblica fosse venuta
a conoscenza della relazione redatta dal Gen. GARELLI diretta alla Procura Generale,
che aveva consentito al dr. GALANTE, tramite l’escussione dei due ufficiali, di
predisporre una controrelazione. Il Gen. GARELLI si ripromette di “…dover strapazzare
questi qui…” facendo riferimento al Ten. LUCIANO ed al Cap. ANGIULLI, il primo dei
quali aveva informato dell’esistenza della relazione del Gen. GARELLI il dr.
WOODCOCK che, a sua volta, aveva riportato l’accaduto al Procuratore, dr.
GALANTE:
G.: poi, al di fuori di questo, Luciano è andato da Woodcock... di iniziativa sua; perchè
la storia è venuta fuori dal fatto che Luciano è andato da Woodcock e gli ha riferito
che c'era questa nota mia...
N.: si,si
G.: umh
N.: e infatti.
G.: e infatti questi qui vanno strapazzati

Dalla stessa conversazione emerge, altresì, che il dr. BONOMI, avrebbe invitato il Ten
Col. POLIGNANO a ripresentare la domanda per partecipare al concorso per
l’assegnazione del posto di responsabile della Sezione di Polizia Giudiziaria presso la
Procura della Repubblica di Potenza (che se non fosse intervenuta l’indagine della
Procura della Repubblica di Potenza sarebbe divenuto ulteriore favore fatto dal
BONOMI per l’attività di contrasto esercitata dai vertici dell’Arma nei confronti di
magistrati ed ufficiali di polizia giudziaria impegnati in inchieste delicate e difficili).
Inoltre, sarebbe stato lo stesso dr. BONOMI, delegato dal Ministero della Giustizia, a
compiere gli accertamenti sia sulla relazione del Gen. GARELLI, che su quella di
risposta del dr. GALANTE ed in tale veste consegnava la documentazione inerente la
seconda ai diretti interessati, mostrandosi benevolo nei confronti dei vertici dei
Carabinieri ed “agguerrito” contro la Procura della Repubblica di Potenza ed, in
particolare, contro il dr. GALANTE ed alcuni dei suoi Sostituti (dott.ri

495
MONTEMURRO e WOODCOCK) e suggerendo al Ten. Col. POLIGNANO le
“….altre cose da preparare…”.
E’ stato, quindi, il dr. BONOMI ad indicare agli stessi Carabinieri coinvolti cosa portare
alla sua attenzione, al fine di orientare a loro favore le sue valutazioni, cercando, in tale
maniera, di “riparare il danno” causato dalle dichiarazioni del Ten. LUCIANO e del
Cap. ANGIULLI rese al dr. GALANTE:
N.: appunto, appunto! Comunque, poi, Polignano sta preparando le altre cose che
Bonomi aveva suggerito di preparare.
G.: ah ecco!
N.: mi ha detto che c'ha tutto...quindi...
G.: uhm,uhm,uhm
N.: e me le deve portare in visione domani mattina.

Trascrizione della conversazione telefonica in uscita dall’utenza telefonica mobile


numero 328.1008354 in uso a POLIGNANO Pietro ed in entrata sull’utenza in uso a
BONOMI Gaetano, avvenuta in data 9.8.2005 alle ore 10.06, progressivo nr. 3100.0372,
dalla quale emerge che il Ten. Col. POLIGNANO ed il Col. IMPROTA contattano il dr.
BONOMI e gli comunicano che il Gen. CETOLA si sta recando da lui. Nella medesima
conversazione il dr. BONOMI chiede al Col. IMPROTA se “…hanno parlato…..”. Il Col.
IMPROTA gli riferisce che “……abbiamo parlato, abbiamo stabilito una linea... che poi il
signor Generale e…..-“. Il dr. BONOMI appare concorde su tale circostanza. Il Col.
IMPROTA, inoltre, gli riferisce che dovranno andare a rivedere tutte le posizioni e, a tal
proposito, il dr. BONOMI gli chiede se “….avevano concordato qualcosa di
immediato……”. Il Col. IMPROTA risponde affermativamente aggiungendo che lo
stesso Gen. CETOLA ha dato “…le indicazioni che dovranno seguire…”;
trascrizione della conversazione telefonica in uscita dall’utenza telefonica mobile n.
328.1008351 in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza telefonica in uso a
GARELLI Emanuele avvenuta in data 9.8.2005 alle ore 10.13, progressivo nr. 2900.0585,
dalla quale emerge che il Col. IMPROTA ed il Gen. GARELLI discutono dell’incontro
che il Gen. CETOLA ha avuto a Potenza con il Ten. LUCIANO ed il Cap. ANGIULLI. Il
Col. IMPROTA riferisce che “….circola parecchia aria nuova….”, facendo verosimilmente
riferimento ad un eventuale trasferimento dei due ufficiali attenzionati dal Gen.
CETOLA il quale, a suo dire “…..ha sistemato bene il Capitano...”:
I.: E... ti volevo dire, e... qui il Generale CETOLA è andato via
G.: Muh!
I.: Ha sentito... sia ZOLLI che... il Capitano e il Tenente
G.: Si...
I.: I quale li ha fatto proprio... non ti dico come...
G.: Va bene
I.: E... quindi... circola parecchia aria nuova qua!
…………………..omissis…………………………
I.: Tutti e due.. tutte e due si sono detti che non... ma... ci siamo trovati ci... abbiamo
detto, abbiamo fatto e... ma... l'ha sistemato bene il Capitano...
G.: Muh... muh
I.: e... il Generale CETOLA, eh!
…………………..omissis……………………….

496
Dalla medesima conversazione emerge, altresì, che ai due ufficiali sarebbe stato
consigliato, a seguito del colloquio in questione, di andare “….dal procuratore Generale a
deporre….subito di corsa….”;

trascrizione della conversazione telefonica in entrata sull’utenza n. 328.1008354 in uso a


IMPROTA Nicola ed in uscita dall’utenza in uso a generale CETOLA avvenuta in data
9.8.2005 alle ore 11.20, progressivo nr. 31000374, dalla quale emerge che al termine del
colloquio con il Sostituto Procuratore Generale di Potenza, dr. Bonomi, il Gen.
CETOLA chiama il Col. IMPROTA riferendogli che il loro obbiettivo, a questo punto,
sarebbe stato quello di “smorzare” i toni della vicenda. In tal senso, si ripropone di
riportare questo suo intendimento al predetto magistrato. Parimenti, però, riferisce che
il dr. BONOMI ha intenzione di “…buttare fuoco……invece che acqua…”. Lo stesso dr.
BONOMI sentirà i due ufficiali (Ten. LUCIANO e Cap. ANGIULLI) in modo che
confermino la relazione del Gen. GARELLI, contro “…quello che dice…….il
Procuratore…” (dr. GALANTE);
trascrizione della conversazione telefonica in uscita dall’utenza telefonica mobile
numero 328.1008354 in uso a POLIGNANO Pietro ed in entrata sull’utenza telefonica
in uso a tale VINCENZO avvenuta in data 10.8.2005 alle ore 09.33, progressivo nr.
3100.0400, nella quale il Ten. Col. POLIGNANO riferisce al suo interlocutore il vero
motivo della visita del Gen. CETOLA a Potenza:
P.: si, lui è venuto ufficialmente per visitarmi il provinciale, però ufficiosamente per
l'inchiesta amministrativa interna perchè ha sentito due - tre Ufficiali, poi ha avuto
un colloquio con il Procuratore Generale, insomma sai, eh eh,
Dalla medesima conversazione emerge lo stretto raporto tra il Ten. Col. POLIGNANO,
il Procuratore Generale di Potenza dr. TUFANO ed il suo sostituto anziano (dr.
BONOMI) “…..a livelli di baci in bocca…”:
P.: con il Procuratore Generale e col sostituto anziano io sono in ottimi rapporti,
maaa,
V.: ma il problema
P: ma quasi a livelli di baci in bocca, insomma;
trascrizione della conversazione telefonica in uscita dall’utenza telefonica mobile n.
328.1008351 in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza telefonica in uso a
GARELLI Emanuele avvenuta in data 10.8.2005 alle ore 12.36, progressivo nr.
2900.0630, tra il Col. IMPROTA ed il Gen. GARELLI, dalla quale emerge che le
audizioni del dr. BONOMI sono finalizzate a “…..chiarire che loro sono stati
intimiditi….”. Inoltre, emerge la volontà del dr. BONOMI di “……fare sul serio, nel
senso che...gli voglia proprio far la guerra, no?....”, come chiesto dal Gen. GARELLI e
confermato dal Col. IMPROTA. I due interlocutori sono preoccupati che tutto vada per
il meglio, ripromettendosi, il Col. IMPROTA, di fare una telefonata al dr. BONOMI
per sincerarsi di ciò;
tascrizione della conversazione telefonica in entrata sull’utenza n. 328/1008354 in uso
a POLIGNANO Pietro ed in uscita dall’utenza in uso a CARAMIA Giovanni avvenuta
in data 11.8.2005 alle ore 19.46, progressivo nr. 3100.0477, tra il Ten. Col. POLIGNANO
ed il Mar. CARAMIA, dalla quale emerge che l’ufficiale dell’Arma, a seguito della
vicenda, potrebbe essere trasferito. Di tale possibilità, il POLIGNANO avrebbe
informato il dr. BONOMI, il quale si era offerto di interessare il Comando Generale
dell’Arma dei Carabinieri affinché fosse scongiurato l’eventuale trasferimento. Il Ten.
Col. POLIGNANO si raccomanda di non far trapelare che fosse stato lui a sollecitare
un magistrato (BONOMI) per scongiurare il suo trasferimento. Relativamente alla sua

497
incompatibilità a ricoprire il ruolo di Comandante Provinciale dei Carabinieri di
Potenza, a causa degli attriti con il Procuratore della Repubblica di Potenza, dr.
GALANTE, riporta l’intenzione del dr. BONOMI di informare il Comando Generale
dei Carabinieri, che entro l’anno (2005) se ne sarebbero andati “….più loro che noi…”,
facendo riferimento, verosimilmente, ai magistrati della Procura di Potenza, con
particolare riferimento “…al tizio….” (il dr. GALANTE):
P.: sì, però a me se, a me sembra, a me sembra che Bonomi, Bonomi sia intenzionato a
riferire che verosimilmente entro l'anno se ne andranno loro più che noi.
C.: ah!
P.: pare che vogliono, pare che vogliono estromettere il tizio entro l'anno,insomma.
Ah!
A dire ancora del POLIGNANO, il Gen. GARELLI, prima di andare via perché
trasferito ad altro incarico, si sarebbe occupato della vicenda legata agli “…altri di
sotto..”, facendo verosimilmente riferimento al Cap. ANGIULLI ed al Ten. LUCIANO.
Il suo interlocutore, a tal proposito, avrebbe fatto rilevare che probabilmente non
sarebbe stato il caso che procedesse il Gen. GARELLI, in quanto coinvolto nella
vicenda (la relazione in contrasto con le dichiarazioni rese dai due ufficiali al dott.
GALANTE, l’aveva scritta lui) e che pertanto siffatto provvedimento avrebbe potuto
essere interpretato come un atto di ritorsione:
C.: ...per quegli altri di sotto poi dobbiamo sviscerare il problema, se ho ben capito,
entro il trentuno agosto.
P.: eh, Giovà, il problema è che...ehm...credo proprio di sì. Perchè io credo che la voglia
fare il Comandante prima di andarsene. L'ultimo atto. Una cosa del genere.Vero che
comunque non compete a lui, ma deve solo avanzare proposta superiormente (...)
C.: però è il caso? E' il caso visto che lui era chiamato in causa?;

trascrizione della conversazione telefonica in uscita dall’utenza telefonica mobile


numero 328.1008351 in uso a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza in uso a
BONOMI Gaetano, avvenuta in data 12.8.2005 alle ore 10.21, progressivo nr. 2900.0687,
dalla quale emerge che il Col. IMPROTA, dall’ufficio del dott. BONOMI telefona al Gen.
CETOLA; nel corso della conversazione il dr. BONOMI ed il Gen. CETOLA concordano
le modalità di svolgimento degli accertamenti delegati alla Procura Generale, tanto che
il Bonomi riferisce al Cetola che quanto indicato nell’appunto che gli aveva dato
continuava ad andare abbastanza bene:
B.: io volevo…volevo dirle due cose…
C.: si…
B.: la prima è che quelle cose in rigo con quell’appunto che v’ho…verbale… che vi ho
dato….
C.: si…
B.: continuano ad andare abbastanza bene…
Inoltre, il dr. BONOMI riferisce al Gen. CETOLA di aver redatto già una bozza
dell’esito degli accertamenti condotti nell’ambito dell’inchiesta amministrativa,
riferendo, tra l’altro, che ne avrebbe fornito copia informale al Col. IMPROTA:
B.: per consentire poi al mio.. .collega anziano, il dottor TUFANO, di avere un
quadro anche se l'ho già aggiornato... io ho buttato giù una prima sintesi
C.: uh vi
B.: eh... allora volevo dire che siccome... in parte potrebbe anche essere utile per altri
passaggi vostri...
C.: si

498
B.: però è una cosa, naturalmente che rimane informale
C.: è naturale
B.: e quindi se lei, non lo so, eh... non so come...
C.: a IMPROTA, a IMPROTA
B.: eh
C.: tramite il colonnello IMPROTA
B.: eh. Quindi rimarrà però, comunque una cosa informale
C.: è naturale, è naturale!
B.: gliela faccio avere eventualmente, se ci riesco a buttarla giù, in modo molto...
C.: va bene
B.: eh, va bene?
C.: va bene!
B.: in modo che lei la potrà eventualmente..., ehm..., da quella si rende conto di dove
siamo e come...eh?
C.: molto bene, grazie!;

trascrizione della conversazione telefonica in uscita dall’utenza n. 328/1008351 in uso


a IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza in uso a GARELLI Emanuele avvenuta
in data 12.8.2005 alle ore 10.44, progressivo nr. 2900.0690, tra il Gen. GARELLI ed il
Col. IMPROTA dalla quale emerge che il primo chiede notizie circa l’andamento
dell’inchiesta amministrativa condotta dal dr. BONOMI, soffermandosi, in
particolare, su “…l’interrogatorio dei due….”, intendendo il Cap. ANGIULLI ed il Ten.
LUCIANO. Il Col. IMPROTA, a tale richiesta, risponde che era andato tutto bene. A
questo punto il Gen. GARELLI chiede se gli stessi avessero ritrattato quello che
avevano detto (al dr. GALANTE) ricevendo risposta affermativa dal Col. IMPROTA,
che aggiunge di stare tranquillo:
I.: ma...ah...l'altra cosa, io ti dirò che, il sedici...il sedici e diciassette...mi fermo anche il
diciassette, ci devo essere, perchè dobbiamo andare insieme, poi, da come si chiama....
G.: da BONOMI, si....
I.: da BONOMI...
G.: a proposito, sul quel fronte invece, c'è qualche novità?
I.: no..no..no...nessuna novità, tutto bene, tutto procede bene....stai tranquillo...
G.: (...) l'interrogatorio dei due con BONOMI, tu sai come è andato?
I.: tutto bene...tu stai tranquillo...stai sereno....
G.: (...) han ritrattato quello che avevan detto....
I.: esatto...tu, stai sereno...

Il Gen. GARELLI, inoltre, sollecita il Col. IMPROTA ad esaminare le posizioni


disciplinari dei due ufficiali in questione (Cap. ANGIULLI e Ten. LUCIANO). Il Col.
IMPROTA risponde di aver già avviato tale pratica:
G.: senti un'altra cosa...hm...hm...eh...poi, tra l'altro, bisognerà anche esaminare la
posizione disciplinare dei due ufficiali...
I.: già avviata la pratica...già è avviata....
G.: e...appunto...
I.: già avviata....
G.: e poi bisogna individuare quello che gli ha detto a Luciano di...di...di...di sta
nota....
I.: si...si...si...(...)
G.: perchè, lì c'è addirittura un....

499
I.: comandante...comandante...stai sereno....
G.: ok...
I.: io ho proceduto...stai sereno...;

trascrizione della conversazione telefonica in entrata sull’utenza telefonica mobile


numero 328.1008351 in uso a IMPROTA Nicola ed in uscita dall’utenza telefonica in
uso al generale CETOLA, avvenuta in data 13.8.2005 alle ore 13.02, progressivo nr.
2900.0666, che risulta essere significativa in ordine alle dinamiche che hanno
determinato il nuovo cambio di versione del Cap. ANGIULLI e Ten. LUCIANO. Il
Col. IMPROTA comunica al Gen. CETOLA che il Tenente (LUCIANO) ha
“chiaramente messo per iscritto che lui non..., assolutamente si dissociava da quando
riferito….. dal magistrato…” , facendo riferimento alla relazione redatta dal dr.
GALANTE. In merito a quanto riferito, invece, dal capitano ANGIULLI, il Col.
IMPROTA riferisce che “……..Il capitano si è mantenuto un poco più vago ma in effetti ha
fatto capire che c’è stata la quella e... oppressione diciamo psicologica quindi lui..., ha
dichiarato quelle cose ….”. A tal riguardo, nelle conversazioni in precedenza indicate
sarebbe emerso che il Gen. CETOLA avrebbe pesantemente richiamato i due ufficiali,
anzi a dire dello stesso Col. IMPROTA, aveva “…sistemato bene il Capitano...”
(2900.0585 del 9.8.2005) e, riferendosi sempre al colloquio del Gen. CETOLA con i
due ufficiali riferisce: “……I quale li ha fatto proprio... non ti dico come...”. Nella
conversazione sottostante si evince il fatto che i due testi abbiano assecondato le
direttive del Gen. CETOLA tese a far emergere “…i cattivi comportamenti della
Procura…”. Ed infatti il Col. IMPROTA afferma che tutto stava andando secondo le
indicazioni impartite dal Generale: “……Eh secondo indicazioni sue signor Generale
….”.
Stralcio della conversazione:
N.: Signor Generale per il momento tutto a posto, ieri sono andati..., su, il tenente ah
chiaramente messo per iscritto che lui non..., assolutamente si dissociava da
quando riferito
C.: Uhm
N.: dal magistrato
C.: Uhm
N.: Il capitano si è mantenuto un poco più vago ma in effetti ha fatto capire che cè
stata la quella e... oppressione diciamo psicologica quindi lui..., ha dichiarato quelle
cose
C.: Uhm
N.: Poi è stato sentito l'altro ieri Zolli, va bene ma
C.: Ah...
N.: Su Zolli, su Zolli non cera niente da da diciamo ... anche lui
C.: Uhm
N.: ha chiarito quelle posizioni che erano gia...
C.: Uhm
N.: Ormai eh eh eh palese insomma quindi....
C.: Ribadendo per altro quelle, quelle cattivi comportamenti della Procura eh..?
N.: Sissignore, sissignore
C.: Va bene
N.: Eh secondo indicazioni sue signor Generale
C.: Uhm
N.: E quindi, diciamo che per Zolli non..., non cè una grinza insomma

500
C.: Uhm
N.: Polignano Polignano in questo momento sta ancora li, eh...io in fatti sto
aspettando che mi sembra coretto poi a fare un salto domani mattina
Inoltre anche il Gen. CETOLA riferisce al Col. IMPROTA che, nonostante la loro
ritrattazione, i due dovranno essere perseguiti disciplinarmente, ricevendo in risposta
che la pratica è gia avviata;
C.: Poi che ti volevo dire ieri ah...., pronto?
N.: Si mi dica signor generale so.. sono in ascolto
C.: I ....., due poi capitano e tenente naturalmente non riescono (...) non significa che
non debbano essere perseguiti .... (...)
N.: No no no no no e gia e gia attivata...
C.: Su una cosa che
N.: é gia attivata con pratic...
C.: (..)
N.: Signor generale con pratica a parte c’è gia la mancanza autonoma quindi si
procederà il comandante provinciale gia comincerà a procedere alle contestazioni,
che mi farà pervenire in tempi rapidissimi, ieri proprio gli ho fatto una lettera una
riservata a Polignano eh eh che mi mi mandi subito la la posizione dei due, con le le
contestazioni e le deduzioni, eh perché quella quella va cosi quello è un fatto che
esula dalla ..., è una mancanza autonoma, eh per tutte e due
C.: Uhm, va bene grazie ciao, ciao;

trascrizione della conversazione telefonica in uscita dall’utenza telefonica numero


328.1008354 in uso a POLIGNANO Pietro ed in entrata sull’utenza telefonica numero
in uso CARAMIA Giovanni avvenuta in data 14.8.2005 alle ore 09.42, progressivo nr.
3100.0537, dalla quale emerge che il Ten. Col. POLIGNANO, il Col. IMPROTA ed il
Mar. CARAMIA hanno predisposto una relazione da sottoporre al Gen. GARELLI,
anche in vista della sua audizione innanzi al dott. BONOMI;
trascrizione della conversazione telefonica in uscita dall’utenza n. 328.1008354 in uso
a POLIGNANO Pietro ed in entrata sull’utenza in uso CARAMIA Giovanni
avvenuta in data 16.8.2005 alle ore 09.26, progressivo nr. 3100.0554, dalla quale
emerge che il Ten. Col. POLIGNANO, si ripropone di “…fare le pratiche disciplinari a
carico di ANGIULLI, LUCIANO e IANNACCONE……”. Nella stessa conversazione i
due interlocutori fanno nuovamente riferimento alla relazione in corso di
preparazione in vista del rientro in servizio del Gen. GARELLI;
trascrizione della conversazione telefonica in uscita dall’utenza n. 328/1008354 in uso
a POLIGNANO Pietro ed in entrata sull’utenza in uso a FAUSTO (persona di sesso
maschile da identificare) avvenuta in data 16.8.2005 alle ore 12.34, progressivo nr.
3100.0563, dalla quale emerge che il Ten. Col. POLIGNANO riferisce al suo
interlocutore della volontà del dr. BONOMI di contattare il Comando Generale
dell’Arma al fine di evitare di essere trasferito. Il dr. BONOMI gli avrebbe detto che
se lui se ne fosse andato “…tutto il castello….sarebbe crollato…”, facendo
evidentemente riferimento all’inchiesta amministrativa in corso che vedeva
contrapposti i Carabinieri alla Procura della Repubblica di Potenza;
trascrizione della conversazione telefonica in entrata sull’utenza telefonica mobile
numero 328.1008354 in uso a POLIGNANO Pietro ed in uscita sull’utenza in uso a
GARELLI Emanuele avvenuta in data 22.8.2005 alle ore 18.47, progressivo nr.
31000709, dalla quale emerge che il Gen. GARELLI comunica al Ten. Col.
POLIGNANO che il rapporto disciplinare a carico dei due ufficiali, ovvero, il Ten.

501
LUCIANO ed il Cap. ANGIULLI, andrebbe modificato in quanto ci sarebbero da
aggiungere ulteriori contestazioni a loro carico;
trascrizione della conversazione telefonica in uscita dall’utenza telefonica mobile n.
328.1008354 in uso a POLIGNANO Pietro ed in entrata sull’utenza telefonica in uso a
voce maschile da identificare avvenuta in data 1.9.2005 alle ore 17.14, progressivo nr.
3100.0912, dalla quale emerge che il Ten. Col. POLIGNANO riferisce al suo
interlocutore che alla direzione della Sezione di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri
presso la Procura della Repubblica di Potenza sarebbe stato, verosimilmente,
nominato, il Magg. ZOLLI, con il placet sia del dr. TUFANO che del dr. BONOMI.
Inoltre, riferisce al suo interlocutore che il dr. GALANTE non sarebbe rimasto a
lungo a Potenza. Il Magg. ZOLLI sarebbe stato convocato con urgenza a Potenza,
benché fosse in licenza, per essere sentito dal dr. BONOMI.
M.: ...perchè...perchè...tu dici che lo prendono Zolli?
P.: si si si si. il Procuratore Generale gliel'ha chiesto specificatamente
M.: ah
P.: cioè, non ha fatto domanda Nazzareno perchè voleva fare domanda.
Perchè gliel'ha chiesto esplicitamente il com...il Procuratore Generale
M.: ah, ho capito. Eh, però...
P.: sia il Procuratore Generale che il...che il sostituto, Bonomi
M.: eh, però bisogna vedere poi, il Procuratore della Repubblica che non
mi sembra...(sorride)
P.: eh ma...eh vabbè, ma a parte il fatto che, Michè, io te lo posso pure dire...
M.: eh
P.: ..Galante non durerà più a lungo qui, eh
M.: eh, me lo auguro!
P.: ora, mi staranno pure...ah...intercettando la telefonata, sicuramente,
come immagino che sia perchè sono sul cellulare...
M.: uhm
P.: ...e probabilmente ce l'ho sotto controllo ma ti posso garantire che
non credo che durerà più di tanto, insomma, dopo quello che è successo,
insomma

Con riferimento ai contatti tra i concorrenti nel reato si segnalano, altresì, ulteriori
contatti tra il dr. BONOMI ed il Col. CC IMPROTA, ed in particolare la trascrizione
della conversazione telefonica in uscita dall’utenza n. 328.1008351 in uso a
IMPROTA Nicola ed in entrata sull’utenza in uso a BONOMI Gaetano, avvenuta in
data 29.8.2005 alle ore 10.51, progressivo nr. 2900.1087, laddove l’alto Ufficiale dei
Carabinieri, venuto a conoscenza di ulteriori indagini sul suo conto da parte del dr.
WOODCOCK, nell’ambito del procedimento penale riguardante il già citato
PESSOLANO, contatta il dr. BONOMI, per lamentarsi di tale situazione;
quest’ultimo gli consiglia di rivolgersi al dr. TUFANO, aggiungendo, con
riferimento alla predetta indagine di “….fargli fare il loro mestiere e poi voi farete il
vostro. E' chiaro?” . Il Col. IMPROTA, inoltre, si lamenta del fatto che l’indagine del
dr. WOODCOCK sarebbe un atto di ritorsione nei suoi confronti, considerati i
rapporti tra l’Arma e la Procura di Potenza. IMPROTA aggiunge che WOODCOCK
starebbe creando dei problemi anche a suo genero per via di una procedura
fallimentare. Il dr. BONOMI suggerisce di parlarne di persona, in quanto i telefoni
potevano essere sotto controllo, rivolgendo all’eventuale personale delle forze di

502
polizia in ascolto, un saluto “…agli amici vicini e lontani…”. Infine, lo stesso
magistrato riferisce al suo interlocutore che avrebbe potuto trovare il dott.
TUFANO in ufficio.

…………………………………………………omissis……………………………………
…………………
I.: eh niente, siamo qua. Qua...si continua ad imperversare. Stanno chiamando
ancora. Hanno chiamato Zolli, hanno chiamato gli autisti...miei, gli autisti
di...ehM...Polignano
B.: su che cosa ? Su quale cosa ?
I.: se noi portavamo la macchina da...da...alla Fiat.
B.: ah, ma questa è quella inchiesta penale, però ! Si, ho capito. Eh.
I.: inchiesta pen...inchiesta penale. Se noi pagavamo, se noi...
B.: uhm
………………………………………………..omissis………………………………………
………………..
I.: ...diciamo che...cioè, è come se fosse stata una forma di reazione, perchè subito
dopo...
B.: eh, si capisce, si capisce
I.: ...questa accentuazione...
B.: fate fare a loro il loro mestiere e poi voi farete il vostro. E' chiaro?
I.: si si. Ma io stavo pensando, io stavo pensando...
B.: uhm
I.: ...di farmi una passeggiata. Mò, appena ritorna Antonio. Perchè pure Antonio,
mio genero, ha avuto qualche problema
B.: in che senso ?
I.: ha avuto qualche problema perchè mi pare che c'è qualche pratica di
fallimento che Woodcock tiene bloccata...
……………………………………………..omissis…………………………………………
……………….
B.: quando vieni da vicino ne parliamo. Se, eventualmente....i telefoni è
meglio...che ne sai tu ? (ride)
I.: ah ! (ride)
B.: ci mettono in croce
I.: dobbiamo salutare gli amici in ascolto, allora
B.: eh, si. Saluto tutti quanti, vicini e lontani.
I.: va bene. Vicini e lontani
B.: se poi ci sono reati, ognuno si assume le sue responsabilità. Se non ce ne
stanno...
I.: embè, certo
B.: ti pare ? Fai fare il loro mestiere
I.: noi stiamo così tranquilli che...
B.: eh, su questo non c'è dubbio. Però...sai, qualcuno può avere dei dubbi e glieli
face...e glieli fate passare
I.: va bene, va bene
B.: va bene ? Comunque se...
I.: (...)
B.: ...Tufano, se lo vuoi andare a trovare...
In Potenza, Basilicata ed altre parti del territorio nazionale dal 2005 al 2007

503
BONOMI, GARELLI, IMPROTA, POLIGNANO,

d1) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110 e 326 cod. pen. perché, con più condotte
esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, nelle qualità indicate ai
capi che precedono, pubblici ufficiali, violando i doveri inerenti alle funzioni espletate che
imponevano il segreto e la riservatezza sulle informazioni e sugli atti nella loro
disponibilità per ragioni di ufficio e di servizio e, comunque, abusando delle loro qualità
per ottenere e diffondere dati secretati, rilevavano le notizie di ufficio, segrete, indicate ai
capi b1) e c1).
In Potenza, Basilicata ed altre parti del territorio nazionale dal 2005 al 2007

DE LUCA

e1) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv. e 314 cod. pen. perché, con più condotte esecutive
di un medesimo disegno criminoso, quale Sostituto Procuratore della Repubblica presso il
Tribunale di Potenza, quindi pubblico ufficiale, avendo per ragioni del suo ufficio e/o del
servizio il possesso e, comunque, la disponibilità del telefono cellulare di turno della
Procura della Repubblica di Potenza nr. 335606XXXX, se ne appropriava utilizzandolo per
finalità di natura privata, ed in particolare effettuando nr. 65 telefonate tra il maggio e
l’ottobre del 2003 - nei giorni 08.05.2003 (n.5), 02.06.2003 (n.1), 03.06.2003 (n.2), 23.06.2003
(n.3), 26.06.2003 (n.2), 27.06.2003 (n.1), 05.09.2003 (n. 17), 06.09.2006 (n.7), 07.09.2003 (n. 12),
07.10.2003 (6), 08.10.2003 (3), 10.10.2003 (2) e 11.10.2003 (4) – in uscita verso l’utenza nr.
899800065 che rende servizi telefonici di “cartomanzia, astrologia e previsioni del lotto”.
Dall’incrocio dei tabulati di traffico telefonico in uscita rilevati nei periodi in cui era di
turno la dr.ssa Claudia DE LUCA e quelli sempre in uscita rilevati nelle date del 2, 3, 4, 5 e
6 giugno del 2003, quando lo stesso magistrato non era di turno (avendo terminato il
servizio alle ore 10,00 del 1.6.2003), è emerso che vi sono delle ricorrenze di traffico in
uscita coincidenti verso i numeri 3334532xxx, 3280737xxx, 3398114xxx, che non si ripetono
nei periodi nei quali sono di turno altri magistrati diversi dalla dr.ssa DE LUCA. Tanto
che il traffico in questione identifica il suddetto magistrato quale effettivo utilizzatore
dell’utenza in questione anche in tale periodo; ciò si evidenzia anche alla luce del fatto che
in data 6.6.2003 risulta registrata una chiamata in uscita dall’utenza di servizio in esame
verso il n.3398114XXX, che dalla ricostruzione dei tabulati si identifica nel n. 3398114834,
intestato a DE LUCA Cristina, nata a Napoli il 17.03.1969, che da accertamenti all’anagrafe
tributaria è risultata essere la sorella del magistrato in questione, nonché ulteriori
chiamate verso i numeri 3334522246 (utenza intestata a BOCHICCHIO Nicola, che dal
29.6.2007 risulta coniugato con il predetto magistrato e che, verosimilmente, all’epoca ne
era il fidanzato) e 3280737437 (utenza intestata a STEFANOVA Dora) che sono utenze con
le quali in modo ricorrente la dr.ssa DE LUCA ha contatti telefonici anche attraverso
l’utenza personale.
Anche da altri incroci tra le utenze emergeva l’attribuibilità alla dr.ssa DE LUCA delle
telefonate non aventi carattere di ufficio e/o di servizio.
Emergevano, altresì, a proposito delle ricorrenze del traffico telefonico della dr.ssa DE
LUCA contatti assai rilevanti (in circa due anni quasi 22.000) con il dr. Daniele CENCI
(Presidente del Collegio del Tribunale di Potenza che ha assolto gli imputati del cd.
processo PANIO, processo nel quale la dr.ssa DE LUCA ha svolto le funzioni di Pubblico
Ministero).

504
Emerge che anche in data 2 e 3 giugno del 2003 l’utenza di servizio dei turni dei magistrati
presso la Procura di Potenza, n. 3356067583, è stata nella disponibilità della d.ssa DE
LUCA.
A tal riguardo, dall’esame dei tabulati alla data della prima telefonata risultante al n.
899800065 era di turno la dr.ssa DE LUCA, pertanto rilevato che tutte le altre telefonate
anomale vengono effettuate verso la medesima numerazione appare verosimile che chi ha
effettuato la prima chiamata abbia fatto anche le altre; ed inoltre le telefonate alla
numerazione speciale 899800065 sono in molti casi intervallate con telefonate verso
numeri che sono riconducibili esclusivamente a contatti intrattenuti dalla dr.ssa DE
LUCA, ed in particolare:

Turno di servizio che va dalle ore 10,00 dell’8.5.2003 alle ore 10,00 del
12.5.2003, coperto dalla dr.ssa Claudia DE LUCA:

o in data 8.5.2003, la telefonata in uscita verso il numero 899800065


delle ore 16.33.51 è preceduta da diversi contatti con il numero 3334532XXX
(BOCHICCHIO Nicola, marito della DE LUCA) fino alle ore 15.09.52 e
seguita alle ore 17.11.28 da analogo contatto con il medesimo numero;

Turno di servizio che va dalle ore 10,00 del 23.6.2003 alle ore 10,00 del
28.6.2003, coperto dalla dr.ssa Claudia DE LUCA:

o medesima considerazione è da rilevarsi per il 23.6.2003, laddove il


contatto con il numero 899800065 alle ore 18.22.48, è preceduto da un
contatto con il numero 3280737XXX (STEFANOVA Dora), avvenuto alle ore
17.55.56 e seguito alle ore 21.12.149 con un contatto con il numero
3334532XXX (BOCHICCHIO Nicola);
o in data 26.6.2003 laddove il contatto anomalo con il numero
899800065 alle ore 16.40.14 è preceduto da un contatto alle ore 12.41.28 con il
numero 3280737XXX (STEFANOVA Dora); nella medesima data la chiamata
al n.899800065 delle ore 20.20.20 è seguita da telefonata verso il
n.3334532XXX (BOCHICCHIO Nicola) alle ore 20.36.21;
o in data 27.6.2003 il contatto con il n.899800065 delle ore 20.15.35 è
preceduto da telefonata verso il n.3391498XXX (PICCININNI Donato) delle
ore 19.02.40;

Turno di servizio che va dalle ore 10,00 del 3.9.2003 alle ore 10,00 del 9.9.2003,
coperto dalla dr.ssa Claudia DE LUCA:

o in data 5.9.2003 la telefonata in uscita verso il n.899800065 delle ore


19.13.48 è preceduta da contatto con il n.339811XXXX (DE LUCA Cristina,
sorella dr.ssa DE LUCA) delle ore 15.00.50 e seguita da contatto alle ore
19.30.56 con il n.33549XXXX (CENCI Daniele), nonché nella stessa giornata
le 16 telefonate verso il n.899800065 che vanno dalle ore 20.22.21 alle ore
22.31.55 sono precedute da contatti alle ore 20.14.13 con il n.333453XXXX
(BOCHICCHIO Nicola) e subito seguite da contatto alle ore 22.40.31 con il
n.08166XXXX (casa della famiglia della d.ssa DE LUCA a Napoli), nonché
con il n.328073XXXX (STEFANOVA Dora) delle ore 23.42.11 del 5.9.2006 e
delle ore 00.11.32 del 6.9.2003. A tal proposito si mette in evidenza che

505
dall’esame delle rubriche telefoniche sequestrate in data 7.6.2007 al dr.
TUFANO, Procuratore Generale di Potenza (con il quale la dr.ssa DE LUCA
intrattiene rapporti molto buoni, addirittura di natura otimale con il dr.
BONOMI, Sostituto Procuratore Generale) è emerso che il numero
08166XXXX è registrato con la dicitura “Claudia de LUCA”, potendo essere
pertanto il numero riconducibile all’abitazione in Napoli del medesimo
magistrato;
o in data 6.9.2003 le n.3 chiamate verso il n.899800065 che vanno dalle
ore 09.29.47 alle ore 10.14.18, sono immediatamente seguite da contatto
verso il numero 328073XXXX (STEFANOVA Dora) delle ore 10.35.19, inoltre
nella stessa data la chiamata verso il n.899800065 delle ore 11.26.12 è
immediatamente preceduta da chiamata verso il n.339811XXXX (DE LUCA
Cristina, sorella della d.ssa DE LUCA) delle ore 11.19.07 e seguite da
chiamata verso il n.328073XXXX (STEFANOVA Dora). Nella stessa gionata,
le n.3 chiamate verso il n.899800065 che vanno dalle ore 17.42.57 alle ore
18.25.51 sono intervallate da chiamata verso il n.333453XXXX
(BOCHICCHIO Nicola, attuale marito della d.ssa DE LUCA) delle ore
18.05.00, precedute da chiamata verso il n.339811XXXX (DE LUCA Cristina,
sorella di DE LUCA Claudia) delle ore 17.41.31; altresì, le n.12 chiamate
verso il n.899800065 che vanno dalle ore 16.05.44 alle ore 16.59.46 sono
immediatamente precedute da contatti con il n.333453XXXX (BOCHICCHIO
Nicola,attuale marito della d.ssa DE LUCA) che vanno dalle ore 10.39.51 alle
ore 11.55.18 e immediatamente seguite da chiamata al n.328073XXXX
(STEFANOVA Dora) delle ore 19.30.53 e da chiamata al n.339811XXXX (DE
LUCA Cristina, sorella di DE LUCA Claudia) delle ore 20.16.43;

Turno di servizio che va dalle ore 09,00 del 6.10.2003 alle ore 10,00 del
13.10.2003, coperto dalla dr.ssa Claudia DE LUCA:

o in data 7.10.2003 le n.3 telefonate al n.899800065 che vanno dalle ore


15.32.15 alle ore 17.33.00, sono immediatamente seguite da telefonata verso
il n.33549XXXX (CENCI Daniele) delle ore 17.37.59; nonché nella stessa data
ulteriori n.3 telefonate verso la medesima numerazione speciale, sono
precedute da telefonata verso il n.333453XXXX (BOCHICCHIO Nicola,
attuale marito della d.ssa DE LUCA) e seguite da telefonata verso il
n.347037XXXX (SETOLA Lucio, PM pro tempore presso la Procura di
Potenza) alle ore 20.16.52;
o in data 8.10.2003 la terza delle 3 telefonate al n.899800065 delle ore
15.47.37 è immediatamente seguita da telefonata verso il n.3398114XXXX
delle ore 16.16.29 (DE LUCA Cristina, sorella di DE LUCA Claudia);
o in data 10.10.2003 le n.2 telefonate al n.899800065 che vanno dalle ore
10.56.30 alle ore 11.39.12, sono seguite da telefonate verso il n.333453XXXX
(BOCHICCHIO Nicola, attuale marito della d.ssa DE LUCA) che vanno
dalle ore 13.28.08 alle ore 13.42.14;
o in data 11.10.2003 le n.4 telefonate al n.899800065 che vanno dalle ore
21.00.35 alle ore 21.35.59, sono precedute da telefonata verso il
n.333846XXXX (DE LUCA Annio che risulterebbe essere parente della d.ssa
DE LUCA) delle ore 20.22.16;

506
Per quanto indicato, si mette in evidenza che in data 2.6.2003, ovvero nella data
e ora in cui di turno risulta il dott. MONTEMURRO, che non ha utilizzato
l’utenza in esame, dalla stessa utenza di servizio in questione, alle ore 18.38.50 è
stata effettuata una telefonata verso il n.899800065, seguita alle ore 18.47.05 da
una telefonata sempre in uscita verso il n.333453XXXX, intestata a
BOCHICCHIO Nicola, attuale marito della dr.ssa DE LUCA, con il quale la
dr.ssa DE LUCA intrattiene numerosi contatti telefonici (oltre 16.000 nel
periodo dal 20.4.2005 al 22.4.2007 – successivo al periodo oggetto di
investigazione anche a rilevare una continuità nei rapporti del magistrato con il
BOCHICCHIO) anche con l’utenza personale (3387615202). Medesima
considerazione vale per il 3.6.2003 laddove risulta alle ore 09.40.41 una
telefonata in uscita verso il n.899800065, preceduta da una chiamata verso il
n.333453XXXX, in uso al più volte richiamato BOCHICCHIO Nicola. In data
3.6.2003 dalle ore 22.41.07 alle ore 23.47.02 intervengono n.3 telefonate in uscita
dalla medesima utenza verso il n.328073XXXX, in uso a STEFANOVA Dora, con
la quale la dr.ssa DE LUCA, nel periodo 20.04.2005 – 15.04.2007, risulta aver
intrattenuto n.1250 contatti telefonici. Infine in data 4.6.2003 alle ore 21.53.37
risulta esserci una telefonata in uscita dall’utenza in esame verso il
n.3398114XXX (che dall’incrocio dei dati risulterebbe essere il numero di
telefono di DE LUCA Cristina, sorella di DE LUCA Claudia, 3398114834).

Dai tabulati emergono in data 24.6.2003 e 26.6.2003 contatti in uscita verso il


n.335492XXX e in data 5.9.2003 e 8.9.2003 verso il n.33549XXXX. Il
n.33549XXXX, dall’esame delle rubriche sequestrate al dr. TUFANO Vincenzo
risulta essere indicato come riconducibile al dott. CENCI Daniele il quale anche
intratteneva rapporti costanti con il dr. TUFANO, oltre che con la dr.ssa
GENOVESE.

E’ emerso che il 1.6.2003 (data nella quale alle ore 10,00 si conclude il turno
della dr.ssa DE LUCA) era domenica, che il successivo 2.6.2003 era un festivo
(festa della Repubblica) e che il successivo 3.6.2003 era il primo giorno feriale
utile di rientro in servizio.
In Potenza e Napoli dal maggio all’ottobre 2003

CENCI

f1) del delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv. e 323 cod. pen. perché, con più condotte
esecutive di un medesimo disegno criminoso, quale Giudice del Tribunale di
Potenza, quindi pubblico ufficiale, nello svolgimento delle sue funzioni ed in
particolare di quelle di Presidente del Collegio Penale in cui è stato incardinato
il procedimento penale nr. 4271/01 R.G.N.R. nei confronti di BUBBICO Filippo
e Vito DE FILIPPO + altri (persona offesa PANIO), per il quale in data 2008 è
stata pronunciata sentenza di assoluzione nei confronti di tutti gli imputati,
ometteva di astenersi, in violazione dell’art. 36 del codice di procedura penale,
pur in presenza di un rapporto particolarmente stretto (di natura sentimentale
secondo le dichiarazioni rilasciate dal dr. IANNUZZI e dal dr. GALANTE) con
il Pubblico Ministero di Udienza dr.ssa Claudia DE LUCA (tanto da intrattenere
con la stessa, nel solo periodo che va dal 20.4.2005 al 22.4.2007, quasi 22.000
contatti telefonici), nonché un rapporto anche intenso con il Sostituto

507
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Potenza dr.ssa GENOVESE
(la quale intratteneva rapporti anche durante il periodo delle Udienze del
processo PANIO proprio con il CENCI e la DE LUCA), interessata, come noto
allo stesso CENCI, alle sorti di tale procedimento, in tal modo arrecando,
intenzionalmente, un danno ingiusto alla persona offesa PANIO.
Con riferimento a tale vicenda riferisce il dr. IANNUZZI:
Particolarmen te dimostra tiva della gravità dell’abuso è la
circostanza che il dr. TUFANO, pur essendo particola rment e
attivo e solerte nel segnalare presun te violazioni dello scriven te
GIP, rivelatesi d el tutto infondate, non ha segnalato fatti
oggettivamente molto più g ravi, che hanno avuto grand e
risonanza mediati ca, ascrivibili a magistra ti requirenti, pu r
essendo co sto ro soggetti alla sua vigilanza, tra i quali quello
ampiamente sop ra illustra to p robabilmente è sol tanto quello pi ù
noto (v. articoli di giornal e, di cui all’ all. 13 alla relazi one d el dott.
Iannuzzi).
Peralt ro, al dr. TUFANO sembra essere sfuggita un’altra ci rcostan za,
rel ativa al processo attualm ente pendent e in dibattiment o, per il qual e l o
scrivente disp ose l’imputazione coatta, a cari co d ei componenti dell a
Giunta Regi onal e p resi eduta all’epoca dal sottosegretari o BUBBICO
Filippo, la cui del icat ezza è di tutta evidenza, tenuto conto d ei p rofili d i
connession e con il p rocedim ento a carico di al cuni m agist rati indag ati
presso la Procu ra di Catanzaro: invero, sembra (il condizi onal e è
d’obbligo solo p er l a d elicatezza della circostanza, che invest e anch e, m a
non solt anto, la p rivacy delle person e coinvolte) che il p residente d el
coll egio, d r. Dani el e Cen ci, già d estinat ario di un a segn alazion e a firm a
dello scriv ente diretta al Presi dent e del Tribunal e (cf r. all. 1 4 all a
rel azion e del dott. Iannu zzi) e, ciò n onost ante, compon ente del coll egio e
co-esten sore dell e ordinanze emesse dal Tribunale del riesam e nell a
vicenda “I ena 2”, d a cui è scaturita l’incolpazi one disciplinare a caric o
del sottoscritto (cf r. all. 15), intrattenga da tempo una relazion e
sentim ental e con il P.M. del processo, dr. ssa Claudi a De Luca, la stessa
che regi strò, ad in saputa dell’interlocu tore, un colloqui o con il dr.
Galante, relativo ad una conversazi one concernent e il processo sudd ett o
(la ci rcostan za è stata gi à accertata e valut ata in sede i sp ettiva,
nell’ambito dell’indagin e ammini st rativa che ha portato a ri chi edere i l
trasf eriment o del dr. Galante). Tal e relazi one sentimental e, spess o
oggetto di “battute” sal aci d a part e d i alcuni avvocati del foro di
Potenza, può essere conf erm ata, tra g li altri, dai coll eghi F erdinand o
Esposito, Rocco Pavese e dal capitan o dei Carabini eri Pasquale Zacheo e,
pur costituendo un fatto di per sè d el tutto legittimo, non lo è più nel
momento in cui gli interessati si trovan o a svolgere nell’ ambito dell o
stesso procediment o funzion e distinte, rappresentand o ri sp ettivament e
l’organo accu satorio e qu ello giudicant e, finendo p er comp rom ettere, pe r
via di t ale relazion e, l’immagine di t erzi età e di indipenden za, che
costituiscono valori essenzi ali ed intrin seci all’ eserci zio dell a funzi on e
giurisdizion ale.
Di seguito si mettono in evidenza i contatti intercorsi tra l’utenza n.335802XXXX
in uso alla dr.ssa GENOVESE e l’utenza n.338761XXXX, in uso alla dr.ssa

508
Claudia DE LUCA. In merito si mettono in evidenza i contatti intercorsi in data
16 e 17 gennaio 2007 tra le predette utenze; in particolare dai dati di traffico
acqusiiti emerge che alle ore 16.05 del 16.1.2007 la dr.ssa DE LUCA contatta la
dr.ssa GENOVESE; ed alle ore 18.47.54 del 17.1.2007 la dr.ssa GENOVESE
contatta la dr.ssa DE LUCA; medesimo contatto interviene in data 18.1.2007. A
tal proposito si specifica che il 17.1.2007 si teneva presso il Tribunale di Potenza
la prima Udienza del processo PANIO (procedimento penale per il quale la
d.ssa GENOVESE aveva chiesto l’archiviazione e che vedeva indagati
BUBBICO Filippo + altri).
Sempre in merito a tale circostanza si mette in evidenza quanto emerso dai
tabulati relativi alle utenze telefoniche in uso al dr. CENCI; difatti, alle ore
15.38.29 del 17.1.2007 lo stesso contattava la dr.ssa GENOVESE per 234 secondi.
Subito dopo alle ore 18.47.54 la dr.ssa GENOVESE contatta il PM d’udienza
dr.ssa DE LUCA.
In Potenza dal 2007 al 2008

Ritenuto che le indagini preliminari sono ultimate;

avvisa

gli indagati ed i loro difensori

a) che sono concluse le indagini preliminari;

b) che la documentazione relativa alle indagini espletate è depositata presso la segreteria e


che gli indagati ed i difensori hanno facoltà di prenderne visione e di estrarne copia;

c) che gli indagati, entro venti giorni dalla notifica del presente avviso, hanno facoltà di
presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa ad
investigazioni dei difensori, chiedere al Pubblico Ministero il compimento di atti
d’indagine, nonchè di presentarsi per rilasciare dichiarazioni ovvero chiedere di essere
sottoposti ad interrogatorio.

Si notifichi agli indagati ed ai difensori, a mezzo Ufficiali Giudiziari, attraverso notifica a


mani proprie.

Manda alla Segreteria per gli adempimenti di competenza.

Catanzaro, 8.8.2008

IL SOSTITUTO PROCURATORE DELLA REPUBBLICA


Luigi de Magistris

509

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