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La dieta ormonale

La carenza o l'eccesso di ormoni che determinano, l'equilibrio ormonale di


ciascuno fanno parte delle caratteristiche individuali, così come il colore degli occhi o
quello dei capelli. Molte di queste caratteristiche, come le impronte digitali o la mappa
del DNA, vengono oggi utilizzate non solo dai medici legali e dai criminologi, ma
anche dai ricercatori che studiano le cause delle malattie.

La connessione tra ormoni e alimentazione permette di spiegare alcuni processi che


causano salute o malattia e svela anche perché alcune persone perdono peso seguendo una
particolare dieta, mentre altre non ne traggono alcun beneficio, perché alcuni invecchiano
più rapidamente e altri riescono a restare giovani più a lungo.

Ci sono ancora troppi preconcetti di cui dobbiamo sbarazzarci. Come hanno rilevato
innumerevoli studi scientifici della medicina anti-aging, la dieta ipocalorica e tantissimi
altri regimi alimentari hanno dimostrato la loro inefficacia a lungo termine perché non
tengono conto di fattori basilari come la risposta ormonale. Con l'avanzare dell'età, infatti,
abbiamo una tendenza naturale a ingrassare, ma non dobbiamo attribuire la causa di
questo fenomeno solo agli anni o ai lauti banchetti: parecchia responsabilità va alla
situazione ormonale, con la risposta dei recettori cellulari all'azione dei vari ormoni. Il
sovrappeso non e infatti la conseguenza diretta e unica di un apporto calorico eccessivo,
ma è anche il risultato della reazione ormonale provocata dagli alimenti scelti, reazione
diversa a seconda del tipo ormonale cui si appartiene. Tenendo conto dei livelli
individuali, gli stessi alimenti e bevande possono infatti dimostrarsi:
1. benefici: se funzionano come medicine valide per la salute;
2. indifferenti: se si comportano come alimenti;
3. dannosi: se agiscono come sostanze tossiche.

L'obiettivo di questo programma non è solo quello di fare dimagrire, ma di ristabilire


l'equilibrio ormonale degli ormoni attraverso la combinazione di cibi che lo regolino in
maniera naturale. In questo modo non si verificherà solo la perdita di peso, ma si potrà
invertire, almeno parzialmente, la perdita di massa muscolare e ossea, cosi come si
attenueranno tutti gli antiestetici segni dell’età (rughe, macchie, borse sotto gli occhi e
perdita dei capelli, tanto per citarne alcuni) e i disturbi dell'umore (ansia, depressione,
irritabilità, fame incontrollata, stanchezza, perdita di memoria eccetera).

Chi mangia male è una specie di eroe perché per lui inevitabilmente tutto più pesante
e povero di soddisfazioni: finire il suo lavoro, apprezzare e ricambiare un sorriso, fare un
atto di gentilezza, godersi una passeggiata, guardarsi alto specchio... Il sovrappeso e la
spossatezza cronica sono nemici della vitalità e del buon umore, ma basta cambiare alcune
cattive abitudini alimentari per ridiventare tonici, pieni di energie, ottimisti.

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E tutto questo solo con il cibo? Già, perché tra il nostro sistema ormonale e alcuni
cibi vi e sintonia e verso altri discordia. A condizione, sia ben chiaro, che le ghiandole
siano in buono stato per aumentare significativamente le loro secrezioni, ed è più facile
nelle carenze leggere che in quelle maggiori.

Purtroppo, il paradosso è che la grandissima varietà di alimenti cui possiamo


attingere adesso può rivelarsi un'arma a doppio taglio. introducendo nella nostra dieta cibi
che ai nostri geni risultano sconosciuti o quasi. Potrà infatti sembrare sorprendente ma il
nostro sistema digestivo a quello immunitario conservano ancora una predilezione, ossia
una memoria, per i cibi consumati dai nostri lontani antenati del Paleolitico.

Un po' di storia

Per capire come funziona il nostro organismo dobbiamo fare un viaggio nel tempo,
fino alla preistoria, alla ricerca dei nostri remoti antenati e della loro eredità. L’uomo
primitivo era essenzialmente un cacciatore-raccoglitore. Forzatamente nomade, si sfamava
prendendo ciò che la terra talvolta offriva e cacciando o pescando prede selvatiche.

Questo stile di vita ha formato e plasmato per selezione genetica la struttura


metabolica dei nostri progenitori per almeno un milione di anni nel Paleolitico. Poi, circa
diecimila anni fa, con qualche variazione nelle diverse regioni del mondo, l'uomo è
diventato più stanziale e ha iniziato a sfruttare la terra, coltivando e mangiando diversi tipi
di cereali.

In pratica, l'alimentazione del nostri più lontani antenati era basata per metà circa su
prodotti di origine animale (carne, pesce, uova) e per l'altra metà su prodotti di origine
vegetale (frutta e verdura) consumati crudi, e ancora oggi sono proprio questi alimenti i
più efficaci per ottimizzare i nostri valori ormonali, apportando vitamine, minerali e
oligoelementi.

Dopo la conversione di massa all'agricoltura, invece, la dieta si è arricchita di


carboidrati complessi (diversi cereali) a scapito delle proteine. I cereali, però, non sono
commestibili allo stato crude, ma devono essere cotti in forno, bolliti o grigliati per
diventare commestibili, e comunque restano più difficili da digerire rispetto a quelli che si
possono consumare crudi.

L'introduzione dei cereali ha portato dei cambiamenti sorprendenti. Nel Paleolitico le


altezze medie maschili e femminili erano molto elevate, tanto che sono state raggiunte
solo di recente dai nostri contemporanei. L'avvento della coltivazione agricola ha inciso
notevolmente anche sull'aspettativa di vita, calata a picco perché gli uomini del Neolitico
si ammalavano più facilmente.

Molti ricercatori stanno cercando di spiegarsi il motivo di questo netto


peggioramento nel passaggio dall'alimentazione del cacciatore-raccoglitore a quella
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dell'agricoltore, e un punto importante sembra essere l'influenza del rapporto tra proteine e
carboidrati. Quando i carboidrati sono in eccesso rispetto proteine si sviluppano
nell'organismo resistenza insulinica e infiammazione, che favoriscono diverse malattie.
Una considerazione che è alla base della dieta ormonale.

Un altro dato essenziale è la carenza di attività fisica: l'agricoltore smise di andare in


giro per il mondo e di inseguire prede o di cercare frutti camminando, correndo e saltando.
La sua era una fatica dura ma ripetitiva, meno utile per mantenere fisico agile e scattante e
per stimolarne una risposta ormonale positiva. L'attivazione metabolica indotta da attività
semplici e aerobiche come il nuoto, la bicicletta, la camminata veloce o la corsa
determinano un miglioramento delle aspettative di vita e una riduzione dell'incidenza di
numerose forme di malattia anche per noi contemporanei.

Per ritornare alle sane abitudini alimentari del Paleolitico dobbiamo quindi,
innanzitutto, limitare il consumo dei cereali a non più di due volte la settimana. Tantissime
persone, infatti, mangiano enormi quantità di pane, pasta e muesli e hanno tutta una serie
di problemi (digestivi e non) che non riescono a risolvere, quando invece la causa dei loro
malanni sarebbe evidente se considerassero che alcune proteine dei cereali, come il
glutine, sono mal tollerate e provocano disturbi come gonfiori e dolori addominali,
flatulenza, sonnolenza, diarrea e stipsi. Una situazione che può degenerare nella sindrome
da malassorbimento se l'intolleranza al glutine si combina con una predisposizione
genetica, dando come risultato il morbo celiaco, oggi sempre pin diffuso.

Nonostante gli studi epidemiologici dimostrino che l'Intolleranza grave ai cereali sta
dilagando, ancora troppe persone ignorano però la causa alimentare dei loro malanni, e
quando hanno un dolore ricorrono al medico, che spesso si limita a prescrivere un farmaco
per sedare il sintomo. Certo, cosi scompare il mal di pancia o la diarrea si placa, ma sotto
la superficie il disordine funzionale dell'organismo si aggrava.

L’uomo, un falso onnivoro


L'essere umano viene definito onnivoro, ma è un errore pensare che possa mangiare
tutti i cibi di tutti gli animali: il suo intestino e simile a quello dei carnivori, non certo a
quello dei ruminanti. Questo perché ha avuto due milioni di anni per adattarsi
geneticamente all'alimentazione paleolitica, ma solo seimila per riconvertirsi ai prodotti
dell'agricoltura. E seimila anni, nella storia dell'evoluzione, sono un battito di ciglia.

A conferma di quanto siamo ancora vicini ai nostri progenitori,basti dire che dalla
comparsa dell'Homo sapiens sapiens, circa trentacinquemila anni fa, il nostro patrimonio
genetico mutate meno dell'1%. Molti ricercatori affermano che tuttora il nostro corpo
funzioni meglio nel mangiare alimenti simili a quelli consumati durante l'età della pietra.
Sembra dunque che siamo progrediti in molti settori dell'esistenza, ma per quanto riguarda
la genetica siamo appena usciti dalle caverne.

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Per contro, gli antropologi osservano che il 55% della dieta occidentale si basa su
alimenti che i nostri antenati non mangiavano, e neppure conoscevano. Si tratta di cereali,
latticini, cibi preparati e lavorati, alcol, insaccati, farina raffinata e dolcificanti. Il prezzo
pagato per la nuova alimentazione "arricchita" è l'invecchiamento precoce, con il sue
carico di malattie degenerative, come le patologie cardiovascolari, i tumori, l’artrite, il
diabete e l'obesità.

L'aspetto bizzarro della questione è che la maggior parte della gente è convinta di
digerire meglio i cereali rispetto a carne, frusta e verdura. In realtà, la tolleranza verso
questi alimenti è di gran lunga inferiore a quanto si creda.

Un chicco di grano, per esempio, possiede degli inibitori enzimatici e delle sostanze
tossiche che ne bloccano le reazioni sino al memento in cui l'acqua, il calore e il sole gli
permettono di germogliare. In quel momento gli inibitori enzimatici vengono distrutti e la
vita si manifesta. Per digerire i cereali bisogna sostituirsi a quelle condizioni climatiche e
creare un calore tale da inattivare quegli inibitori enzimatici. E per questo che si ricorre
alla cottura del pane o alla bollitura della pasta. Ma anche dopo la cottura questi alimenti
restano più indigesti rispetto a quelli che possono essere consumati anche crudi.

Ci sono poi alimenti che favoriscono la comparsa di infezioni micotiche che,


partendo dall'intestino, viaggiano nel sangue fino ad approdare nei vari tessuti, che cosi ne
vengono contaminati. I colpevoli sono soprattutto il pane (ricco di lievito) e i latticini
(soprattutto il formaggio).

Ma anche il latte può risultare dannoso. Per riflettere proviamo a porci una domanda:
"Quante sono le specie animali che vivono allo stato naturale e si nutrono con latte nell'età
adulta?" A parte l'uomo, nessuna. Oltretutto, l'uomo adulto non consuma il latte materno,
ma quello prodotto da altre specie animali, ancor più difficile da digerire.

L'adulto non possiede gli enzimi che gli permettono la digestione del pane e dei
latticini che così, una volta ingeriti, possono ristagnare nell'intestino due o tre giorni prima
di essere assimilati dalla flora intestinale, principalmente dai lieviti. In pratica, in quel
lasso di tempo una parte del pane e dei latticini ingeriti ammuffisce. Questo fenomeno si
verifica anche con altri alimenti come zucchero e dolci, alcolici, conservanti e antibiotici.
Le infezioni micotiche ripetute in seguito al consumo di questi alimenti si insediano nell'
organismo e attingono irregolarmente dal sangue l'energia di cui hanno bisogno,
alterandovi profondamente il tasso di zucchero e ormoni.

Tutto questo causa alti e bassi di energia e dei livelli ormonali, e numerosi fastidi
come prurito, allergie (per la presenza di tossine micotiche), eczema, forfora, gonfiore
addominale, ritardi mestruali, perdite bianche vaginali e crisi di bulimia verso gli alimenti
contenenti zucchero.

Un discorso diverse vale invece per le proteine. Queste enormi molecole sono
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fondamentali per il nostro organismo e per il sistema ormonale perché hanno la funzione
di organizzare, far crescere,sviluppare,conservare, ricostruire e riprodurre gli organismi.
Non è solo la loro quantità che è importante, ma la loro qualità. Le proteine ad alto valore
biologico sono quelle che contengono in proporzione adeguata tutti gli aminoacidi (venti).

Sia le proteine animali sia i grassi aiutano ad aumentare e quindi regolare gli ormoni
sessuali maschili e femminili. Per grassi intendo ovviamente quelli buoni: olio d'oliva e
burro chiarificato.

Numerosi studi hanno dimostrato l'effetto benefico di questi alimenti sul lasso
ematico degli ormoni sessuali: chi consuma carne e pace ha circa il 30-40% di ormoni
sessuali (estrogeni o androgeni) in più rispetto ai vegetariani. In India le donne puramente
vegetariane che non riescono a rimanere hanno il diritto di consumare carni per tutto il
periodo necessario ad aumentare la loro fertilità.

E’ comunque nell'interesse di ogni donna limitare il consumo di latticini. Il


progesterone viene infatti "mangiato" dai lieviti e dai funghi in maniera irregolare, creando
uno squilibrio tra estrogeni e progesterone continuamente variabile e da trattare. L'unica
soluzione è eliminare l'infezione micotica correggendo le abitudini alimentari, altrimenti
ritornerà inesorabile a intervalli regolari.

Un'alimentazione ricca di proteine sembra migliorare anche l'efficacia dell'ormone


della crescita grazie all'apporto degli amminoacidi necessari perché esso possa agire
efficacemente su pelle, muscoli, ossa e organi. Anche l'utilizzo di grassi buoni è
fondamentale per il mantenimento di un buon livello ormonale. Durante il processo di
invecchiamento le cellule subiscono infatti alcune modifiche: la dimensione aumenta o
diminuisce (si atrofizza), la loro membrana diventa ondulata e irregolare, la cromatina si
modifica.

Le membrane cellulari sane garantiscono giovinezza e bellezza. Per conservare


questa qualità è necessaria l'assunzione di acidi grassi polinsaturi, i cosiddetti omega 3, e il
cibo è il metodo meno invasivo per somministrarli, per esempio con l'olio di lino spremuto
a freddo (che è un olio ricco di omega 3), il burro chiarificato e il tuorlo d'uovo, e pesci
come salmone, merluzzo e pesce azzurro.

Diete a confronto

Le diete a basso contenuto di grassi si distaccano nettamente dalle linee guida della
medicina anti-aging e Sono molto dannose per l’organismo. Lo tocca con mano chi è
costantemente a dieta eppure non dimagrisce né gode di ottima salute. Senza una
coscienza ormonale, in effetti, l'affermazione "mangio poco" non ha alcun senso. Si può
ingrassare o restare sempre dello stesso peso anche assumendo meno di 1000 calorie al
giorno se non si sanno scegliere o abbinare gli alimenti giusti al proprio tipo ormonale e se
la struttura stessa della dieta diminuisce la produzione o i tassi degli ormoni necessari per
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dimagrire.

Questo significa anche che non si possono dare consigli validi per tutti, come
mangiare pin frutta o ridurre il consumo di carne, perché in realtà i vari alimenti
funzionano come medicine per modificare i tassi ormonali e quindi ogni dieta va
attentamente calibrata in base all'effetto che mira a ottenere.

Per esempio, chi soffre di carenza di cortisolo dovrebbe preferire un'alimentazione


ricca di proteine (pesce, carne, uova) e grassi sani come il burro chiarificato, il rosso
d'uovo e le carni grasse, mentre un soggetto con carenza di ormone tiroidei dovrebbe
prediligere un'alimentazione ricca di frusta e verdura, con quantità moderate di proteine
magre (carni bianche, pesce, frutti di mare) e un consumo limitato di grassi; e chi invece è
carente dell'ormone della crescita dovrebbe evitare il caffè (in questo caso un vero e
proprio nemico) e ancora di più l'alcol.

Ora, ci sono altre due diete che si sono rivelate molto salutari, la zona e quella
mediterranea. La dieta zona ha introdotto alcuni fondamentali passi avanti
nell'alimentazione: si alza la percentuale delle proteine (il rapporto ottimale sarebbe 40%
di glucidi, 30% di proteine e 30% di lipidi in ogni pasto) rispetto agli standard occidentali
e si parla di ormoni, anche se si tratta principalmente degli eicosanoidi, dell'insulina e del
glucagone (gli ormoni del pancreas che regolano il tessuto adiposo e il sovrappeso).

La dieta ormonale è più globale, tiene conto di tutti i macrormoni e soprattutto dei
più importanti per la salute e per l'aspetto fisico, come l'ormone della crescita, la
melatonina, gli ormoni tiroidei, surrenali, sessuali. Il suo scopo è motto ambizioso, ma
realizzabile: migliorare l'aspetto fisico restando giovani, snelli, e in buona salute, con un
buon livello di energia, un sano appetite sessuale e un umore ottimale il più a lungo
possibile.

Dal canto suo, la dieta mediterranea aiuta a combattere l'obesità e tutte le malattie a
essa legate, ma non tutti gli alimenti che propone sono ben digeriti e tollerati. Per esempio,
consiglia un consumo giornaliero di carboidrati a lento assorbimento (pane, pasta) che,
come abbiamo visto, causano gonfiore addominale, rilassamento muscolare, perdita di
elasticità dei tessuti e un abbassamento degli ormoni della giovinezza, come l'ormone
della crescita, gli ormoni sessuali e i1 DHEA.

Inoltre, il regime mediterraneo propone metodi di cottura discutibili: se l'olio d'oliva


viene riscaldato troppo genera un grasso trans tossico (acido elaidico), mentre sulla griglia
si sviluppano temperature troppo elevate che degradano gli amminoacidi e creano
composti aromatici che daranno sì sapore e croccantezza alla carne, ma la renderanno
anche cancerogena.

Si potrebbe obiettare che la dieta ormonale propone molte proteine e la pratica del
digiuno, che molti studiosi guardano con sospetto. Il fatto e che le proteine ammesse sono
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solo quelle fresche (mai in polvere o derivate dal lane), cotte a basse temperature (evitano
la cattiva digestione e l'ingestione di sostanza tossiche) e mai mischiate con alimenti
indigesti. inoltre, digiunare una o due volte la settimana, alla sera, si dimostra depurativo e
stimola la produzione di cortisolo, che nei soggetti più giovani accelera la distruzione dei
grassi.

L'ideale sarebbe mangiare meno quattro sere alla settimana e aggiungere 30-40
minuti di attività fisica. E importante assumere liquidi in abbondanza (almeno 2 litri di
acqua o di bevande concesse). Durante i1 digiuno è meglio rinunciare al caffè e al tè:
stimolano la fame e lo rendono più difficile.

I principi della dieta ormonale

Se dopo avere letto i capitoli precedenti avete deciso di passare alla dieta ormonale
per migliorare la salute. Rallentare l'invecchiamento fisico e mentale e perdere i chili in
eccesso, sarete contenti di scoprire che il passaggio a questa dieta è molto più semplice di
quel che pensate.

Per iniziare bene dovete innanzitutto modificare il vostro atteggiamento, dando la


preferenza a tutto ciò che è sano, naturale, biologico, a rifiutando ciò che è troppo dolce,
cotto e grasso. Un'altra indicazione per orientarsi è mettersi nei panni di un uomo del
Paleolitico.

Per esempio, questo nostro antenato non beveva certo bibite gassate o caffè. Dovrete
quindi eliminare le bevande zuccherate, erroneamente chiamate limonate, aranciate
eccetera. Sono zucchero liquido, e anche se possono sembrare innocue contengono gli
zuccheri della frutta e spesso altri dolcificanti aggiunti, ma non le fibre che servono per
regolarne l'assorbimento. La stessa cosa vale per l'alcol (dalla birra ai superalcolici), che si
comporta nel nostro corpo come zucchero, e per succhi di frutta industriali che, a giudicare
dalle etichette, di frutta ne contengono ben poca. Bisogna fare molta attenzione anche al
caffè (aumenta il tasso dell'insulina e del cortisolo), e se proprio non se ne può fare a
meno e belle sostituirlo con quello decaffeinato. Anche il tè nero va moderato perché con-
tiene più teina degli altri tipi. In effetti, l'acqua è la bevanda più adeguata al nostro
programma (almeno 2 litri al giorno), il tè verde è caldamente consigliabile, così come i
succhi di frutta preparati al momento e non zuccherati possono essere consumati due-tre
volte la settimana in piccole quantità, perché alzano i picchi di zucchero nel sangue
bloccando la secrezione di molti ormoni e più lo zucchero è presente nel sangue e più i
tassi di ormoni — come l'ormone della crescita, il cortisolo e gli ormoni sessuali –
scendono (più avanti verrà trattato l’argomento della frutta da preferire o evitare).

Per quanto riguarda gli alimenti, è importantissima la varietà e non solo per
apportare all'organismo tutte le sostanze che gli sono necessarie. Uno studio recente ha
dimostrato chi la mortalità diminuisce del 42% in tutti coloro che diversificano le loro
scelte anche se tra i cibi sari introducono ogni tanto degli alimenti dannosi per la salute.

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L'aumento del consumo alimenti; buoni riduce soprattutto la mortalità causata dalle
malattie cardiovascolari, mentre la diminuzione di quelli cattivi riduce il rischio di morire
di cancro.

Al corpo umano servono più di quaranta nutrienti per mantenersi in buona salute, e
per coprire tutto il fabbisogno importante combinare quantità adeguate di cibi appartenenti
ai diversi gruppi di alimenti, alternandoli nei vari pasti della giornata. La costante carenza
anche di uno solo dei nutrienti essenziali alza enormemente il rischio di contrarre delle
malattie. Investire qualche energia per rendere più variegate la tavola ci ripagherà
ampiamente in termini di gusto e di prevenzione degli squilibri.

Sarebbe ideale non consumare lo stesso alimento più di due volte la settimana, dato
che ci vogliono 3-4 giorni perché venga sicuramente eliminato dall'intestino. La maggior
parte dei cibi viene digerita ed evacuata più, velocemente, ma dopo quell'intervallo di
tempo possiamo entro certi che siano completamente spariti, e quindi non corriamo il
rischio di irritare l'intestino aggiungendo sui loro stessi residui sostanze potenzialmente
irritanti, allergizzanti o difficili da digerire. E l'infiammazione delle membrane cellulari è
al primo posto nelle cause dell'invecchiamento e di diverse gravi patologie. Cambiare, per
esempio, ogni giorno la colazione è un'ottima strategia per variare l'alimentazione.

Inoltre, una delle ragioni per cui noi non possiamo digerire un alimento buono ma
consumato troppo frequentemente che per ciascun tipo di alimento l'intestino secerne una
sale di enzimi, più o meno specifici, in una quantità limitata In altre parole, consumando
troppo spesso lo stesso cibo si esauriscono le riserve giornaliere del relativo enzima.

Sempre per rimanere in tema di digestione, masticate il più a lungo possibile per
agevolare il lavoro dello stomaco permettendo agli enzimi contenuti nella saliva di agire.
Inoltre, forse siamo abituati a buttare giù qualcosa in fretta tra i mille impegni della
giornata, ma così facendo proviamo un'iniziale pesantezza che non si trasforma in senso di
sazietà. Il risultato è che non gratifichiamo il palato, aumentando lo stress anziché
alleviarlo, e non riusciamo a controllare le quantità dei cibi: sono necessari circa venti
minuti per far si che i meccanismi bioumorali attivino i sensi della sazietà, quindi sta a noi
scegliere se occupare questo tempo a masticare bene quello che abbiamo deciso di
mangiare, assaporandolo con calma, oppure stipare lo stomaco con tutto quello che
riusciamo a farci stare (e passare le ore successive a sbadigliare) o ancora rimanere con
una voglia insoddisfatta di cibo che, prima o poi, ci spingerà a sbocconcellare un fuori
pasto.

Se avete sempre appetito, aumentate la quantità di proteine: forniscono molta


energia e tolgono la sensazione di fame, permettendovi di non cedere alla tentazione di
mangiare cibi sbagliati. Le proteine vanno comunque consumate durante ogni pasto,
meglio se all'inizio e meglio se animali, per una quantità complessiva giornaliera di circa
160-300 grammi. Le proteine sono ottime anche nella prima colazione perché
assumendole al mattino il livello di zucchero nel corpo rimane equilibrato per molte ore. Il

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caffè zuccherato e una brioche provocano, invece, un improvviso aumento di zucchero nel
sangue che, dopo solo mezz'ora o al massimo due ore, sarà seguito da una repentina
riduzione: allora si corre a prendere un altro caffè zuccherato e via cosi.

Cercate di cenare presto: durante la notte la produzione di ormoni antietà come


l'ormone della crescita e la melatonina raggiunge i massimi livelli, mentre quella degli
ormoni dello stress scende al minimo. Il sonno profondo rivitalizza l'organismo: mentre
sogniamo, le cellule, i tessuti e gli organi si rigenerano. Ma attenzione, il livello di insulina
alzato dai cibi ad alto indice glicemico impedisce l'immissione dell'ormone della crescita
nel sangue. La produzione degli ormoni della giovinezza può essere invece stimolata
preferendo per la cena alimenti ricchi di arginina e ornitina, amminoacidi contenuti nel
pollo e nell'agnello, nel tonno, nei gamberetti e nella soia.

Evitate invece i latticini (latte, yogurt, panna, formaggi, budini): la maggior parte
contiene un alto livello di grassi e le proteine presenti nel latte non sono di ottima qualità.

Consumate grassi buoni durante ogni pasto, come l’olio d'oliva (meglio se
extravergine spremuto a freddo) e il burro chiarificato, perché aiutano a mantenere integre
le membrane fanno funzionare bene il sistema ormonale, quello cardiovascolare e il
cervello, e combattono le infiammazioni. L'ideale sarebbe spaziare tra diversi oli di alta
qualità, come quelli di sesamo, lino o vinacciolo.

Ovviamente, sono da evitare le carni e il pace impanati fritti per la loro cottura
vengono usati troppi grassi (anche l'olio d'oliva) che ad alte temperature si denaturano
(cambiano la loro struttura) diventando dannosi, veri e propri killer degli ormoni e delle
membrane cellulari. Abbiamo invece bisogno di mangiare grassi saturi come quelli
contenuti nel rosso d'uovo o nel burro chiarificato perché l'organismo possa produrre
ormoni come quelli sessuali. Nello stesso tempo la cottura li rende tossici e solo se cotti a
bassa temperatura possono essere accettabili. Un pericolo delle diete vegetariane che
spesso contengono pochi grassi, con il risultato di non fornire il materiale per "fabbricare"
diversi ormoni.

Mangiate alimenti freschi e naturali: acquistate sempre carni crude di pollo,


tacchino, manzo e agnello e pesce fresco di piccole dimensioni (quello più grosso è
vissuto abbastanza da accumulare più inquinanti nelle proprie carni). Preferite frutta e
verdura fresche e di stagione, preferibilmente biologiche (ormai tutti i supermercati ne
hanno una discreta varietà), e in ogni caso controllate di non assumere conservanti. Sono
da evitare i cibi in scatola. Nei supermercati sono disponibili alimenti biologici che
consiglio sempre di privilegiare.

Non mischiate la frutta con gli altri cibi per evitare problemi a livello digestivo
causati dall’impiego contemporaneo di enzimi di segno opposto (acido e alcalino). la
combinazione di frutta, verdura e proteine: può provocare dispepsia, fermentazioni
intestinali, intolleranze, pesantezza, alitosi, gonfiori. Un corretto accostamento dei cibi

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permette invece di mantenere la linea, di disintossicare il corpo e di rivelare le intolleranze
alimentari.

Preferite il consumo di frutta a basso contenuto di zuccheri:

Agrumi (pompelmi Melone


e limoni) Mirtilli
Avocado More
Fragole Pere
Lamponi Pesche
Mele Prugne
Gli ortaggi a basso contenuto di zuccheri sono:

Asparagi I,attuga
Broccoli Ortaggi a radice
Cavolfiore Peperoni
Cavolini di Bruxelles Piselli
Cetrioli Scarola
Cipolle Sedano
Fagiolini Spinaci
Indivia Zucca
Insalata romana Zucchine

E’ invece bene moderare o evitare carote, pomodori, banane e uva perché sono
troppo ricchi di zuccheri. inoltre, frutta e verdura, soprattutto se crude, si digeriscono
meglio se consumate entro le 16. La ricompensa per la scelta dei buoni alimenti si avverte
subito: nell'arco di ventiquattro ore.

Due volte la settimana saltate la cena o mangiate pochissimo: la sera il pancreas


smette di lavorare, e va a dormire. Sarebbe meglio lasciarlo riposare in pace (evitando i
cibi che lo stimolano troppo e provocano un eccesso di insulina come frutta, fritti,
zucchero e alcolici) e far lavorare (con una cena leggera) solo stomaco e reni, che hanno il
compito di ripulire l'organismo. In generale, alla sera è meglio tenersi leggeri: si evita cosi
una digestione notturna pesante. gli ormoni riescono ad assolvere meglio i loro compiti e
la mattina ci si risveglia di buon umore, senza l'alito pesante, la pancia gonfia o il mal di
testa.

Avete due giorni liberi la settimana: utilizzateli quando non riuscite a mantenere la
dieta oppure desiderate concedervi il piatto preferito. Se avete bisogno di dimagrire di più,
lasciate solo un giorno libero.

Come abbiamo già accennato in precedenza, il tipo di cottura è di basilare


importanza in una dieta sana. L'ideale sarebbe consumare crudo tutto quello che si può,
come frutta e verdura (il calore distrugge Ia vitamina C), e trattare il resto con

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moderazione. Per esempio, tenete sempre il coperchio e abbassate la fiamma, utilizzate
solo l'acqua indispensabile, cuocete le verdure intere perché il taglio produce Ia perdita
delle vitamine idrosolubili.

Quando si esagera con le temperature e i condimenti, anche il cibo può salutare viene
snaturato e diventa potenzialmente dannoso. Quando gli alimenti raggiungono alte
temperature (oltre i 100 °C ma, peggio, i 180 °C), attraverso la cottura in forno, alla griglia
o in padella, si verifica la degradazione di Strecker, che dona al cibo un bel colore brunito
rendendolo croccante. Questa reazione provoca però la degradazione degli amminoacidi
(in particolare la lisina) e la formazione di specifiche molecole aromatiche, che
valorizzano il sapore ma sono tossiche e cancerogene. Il consumo di una coscia di pollo o
di una bistecca di manzo cotte ad alte temperature in termini di tossicità equivale al fumo
di una decina di sigarette. Preferite dunque:

• marinatura;
• bollitura;
• cottura al vapore;
• cottura in forno (non superando mai i 100 °C).

Inoltre utilizzate preferibilmente pentolame in acciaio, ed evitare quello in alluminio


o antiaderente con lo strato di protezione consumato. Anche lo smalto non va mai usato
quando si scheggia, rivelando il metallo sottostante. Non cuocete nulla nella carta
stagnola.

Il consiglio di ricorrere solo alle temperature strettamente necessarie vale anche per il
riscaldamento dei cibi preparati in precedenza: non serve certo riportarli ai gradi della
cottura, anzi, se ne deteriorano il gusto e le proprietà. E preparate una quantità di cibo
sufficiente per uno o due pasti al massimo per evitare un lungo tempo di conservazione.
Quanto a questo, conservate i vegetali per poco tempo perché l'appassimento la
disidratazione provocano la perdita delle vitamine A e C, e tenete il burro in frigo e l’olio
al fresco e al buio per evitare che si perda la vitamina A.

Una giornata con la dieta ormonale dovrebbe essere organizzata come segue.

Mattino

• Tisane e piu raramente tè verde leggero, non latte perché può provocare micosi,
irritazioni e intolleranze, nè caffè o tè nero, che inibiscono la produzione di alcuni
ormoni

A scelta:

• Frutta fresca a basso contenuto di zucchero per non scompensare l'insulina.


• Frutta secca oleosa (mandorle, noci, nocciole, noci brasiliane), che può essere consumata

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solo dopo averla tenuta in ammollo alcune ore, in media una notte. L'ammollo nell'acqua
permette di dissolvere i prodotti tossici presenti.
• Anche i semi, come quelli di lino o di sesamo, vanno tenuti in ammollo in acqua prima
del loro utilizzo. lino germogliato biologico, crude o cotto, senza glutine (come quinoa o
grano saraceno) mescolato a frutta fresca.
• Uova è prosciutto biologico (soprattutto se c'e un deficit di ormoni sessuali a surrenali)

Pranzo e cena

Un'unica portata, calda o fredda, composta da carne rossa o bianca, pesce o uova, con:

• Verdure miste biologiche, fresche e di stagione, a basso contenuto di zuccheri. Grano


germogliato biologico, crudo o cotto, senza glutine (come quinoa o grano saraceno) a in
quantità limitata.
• Grano germogliato biologico, solo cotto, senza glutine (come riso e miglio) e in quantità
limitata.
• Patate lesse in quantità limitata, pecche motto indigeste. come condimento olio
extravergine d'oliva spremuto a freddo, alternate talvolta a oli biologici di alta qualità
diversi (sesamo, lino, colza, vinacciolo, semi di zucca eccetera) per sfruttarne tutte le
proprietà, preferendo il succo di limone all'aceto e il sale integrate al normale sale da
cucina.
• Frutta di stagione a basso contenuto di zucchero.

Spuntini

Da fare a metà mattina e a metà pomeriggio, mai dopo cena.

• Tisane o più raramente tè verde leggero.

A scelta:

• Frutta fresca biologica di stagione a basso contenuto di zucchero

• Occasionalmente, frutta secca biologica come prugne, albicocche, pere, mele, ananas,
cocco, lasciata in ammollo dodici ore nell'acqua filtrata.

Le domande più frequenti

Con questa dieta mi verrà fame?


In linea generale, No. Ma se vi capitasse di avere fame, potrebbe essere che dormiate
troppo poco o che non mangiate abbastanza proteine (carne, pesce, nova) o non
usiate abbastanza grassi (per esempio lardo biologico o burro chiarificato) o
semplicemente che siate troppo stressati. C'e un limite a quello che la dieta ormonale
può fare.

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La dieta ormonale mi aiuterà a non riprendere peso?
Sicuramente, a condizione di non eccedere nemmeno con gli alimenti consigliati,
privilegiando la frutta con minor contenuto di zuccheri. inoltre, e utilissimo dormire a
sufficienza.

Bisogna controllare solo gli alimenti o anche le calorie?


Certo, a basilare fare attenzione soprattutto al tipo di alimenti, ma anche la quantità di
calorie A importante perché gli ultimi studi sull'invecchiamento hanno stabilito che
ridurle abbassa la produzione dei radicali liberi e allunga la vita. Tutti sappiamo,
però, quanto sia difficile diminuirle da un giorno all'altro: introdurre piccoli digiuni o
rinunciare a determinati pasti è efficace quanto limitare la qualità Belle calorie ogni
volta che si mangia. Al contrario di alcune diete che consigliano di non far trascorrere
troppo tempo tra un pasto e l'altro, in quella ormonale A infatti molto importante
distanziare i pasti fra loro, se 'non soffrite di diabete mellito, gotta u altre patologie.
L'ormone della crescita viene prodotto soltanto dopo qualche ora di digiuno e causa
l'abbassamento del tasso di insulina net sangue.

Molti nutrizionisti sostengono che digiunare sia sbagliato: hanno ragione?


Questa convinzione non è al passo con gli ultimi risultati della medicina anti-aging.
Parecchi anziani sani e attivi hanno racchiuso nel digiuno il segreto della loro
longevità Naturalmente, se si segue la strategia di digiunare una o due volte la
settimana non si devono assumere calorie supplementari per compensare, e alla fine
dell'anno si saranno risparmiato 100.000-150.000 calorie evitando solo un paio di
cene. Non è il digiuno totale di un'intera giornata, ma quello che propongo è di
limitarsi ad assumere uno o due pasti al giorno due volte la settimana, se si è in
sovrappeso o se si hanno problemi digestivi.

Come bisogna regolarsi per le quantità dei cibi?


Come abbiamo già visto, non A necessario calcolare rigorosamente le calorie, ma
fare una valutazione dei tipi di alimenti senza mai eccedere nella quantità. Se però
siete obesi e volete perdere molto peso, vi servirà fare una stima generale del numero
delle calorie: non dovrete superare le 1600 giornaliere, accompagnate da almeno 30
minuti di attività fisica quotidiana.

Devo pesare gli alimenti?


L’ideale sarebbe consumare ogni giorno 180-300 grammi (anche di pin per gli
sportivi, perché consumano motto) di carne, pollo, pesce, 300-500 grammi di frusta e
altrettanta verdura, mai cotte ad alte temperature, cercando di variare il più possibile
il tipo di alimenti. Sfortunatamente, molte persone mangiano troppo condito, troppo
dolce, troppo grasso, troppo bruciato. Non si tratta solo di pesare il cibo, quindi, ma
di sceglierlo oculatamente e "trattarlo bene". Come abbiamo già visto, ridurre le
calorie allunga la vita, però la questione fondamentale è che la dieta ormonale non
vuole insegnarvi a mangiare meno, ma meglio.

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Due giorni alla settimana posso davvero mangiare quello che voglio?
Certo, ma la stanchezza che accompagna il consumo di pasta, gelati e dolci arriverà
inesorabile, anche se attenuata dal fatto che non li si consuma quotidianamente.
L'ideale è far coincidere questi due giorni con il week-end, in cui ci possiamo
permettere di essere un po’ meno attivi. Spesso, però, le persone che seguono la dieta
ormonale si sentono talmente in forma durante la settimana mangiando che perdono
l'appetito per i cattivi alimenti che le affaticano inutilmente.

Ma sospendendo la dieta due giorni alla settimana non riprenderò peso o bloccherò
il dimagrimento?
Pochissimo, se sarete ragionevoli nelle concessioni. L'ideale sarebbe fare un un'ora di
attività fisica ogni pasto "libero". Comunque, per restare giovani, sani ed efficienti il
nostro organismo ha bisogno di fare moto. Stare seduti davanti al computer a alla
televisione, prendendo l'auto anche per i piccoli spostamenti, non favorisce certo la
circolazione e metabolismo. Durante l'attività fisica l'organismo produce più ormoni,
in particolare quello della crescita, che contribuisce alla formazione della massa
muscolare. Lo smaltimento dei grassi in più che avete introdotto Sarà così più
semplice e veloce.

La dieta ormonale in breve

Pasti e orari

• Colazione: consigliati tisane, frutta e germogli, sconsigliati latte, caffè e cereali


raffinati (biscotti, brioche, torte eccetera)
• Pasti: fare due pasti principali a piano unico per favorire la digestione e ormonale
• Spuntini: utili solo a metà mattina e metà pomeriggio per saziare, evitando i1
ricorso a stuzzichini troppo frequenti, che bloccano la secrezione di cortisolo e
altri ormoni
• Cena: cenare presto per secernere meglio durante la notte la melatonina e
l'ormone della crescita, quest'ultimo inibito dal nervosismo indotto da certi
alimenti
• Spuntini dopocena: da evitare perché alzano il livello di insulina, che inibisce la
secrezione di melatonina e ormone della crescita. E concessa una piccola tisana
• Digiuno: utile saline due pasti (meglio la sera) la settimana per aumentare la
secrezione di ormone della crescita e diminuire la quantità settimanale di calorie
• Giorni uno o due la settimana, a seconda di quanto si vuole dimagrire

Alimenti

• Consumare pesce, carne rossa, pollame e uova, con molta frutta e verdura, ma
pochi cereali e latticini
• Cereali: consumare solo quelli germogliati per evitare la presenza di inibitori
enzimatici della digestione
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• Latte e latticini: da evitare perché, essendo poco digeribili per l'adulto, provocano
infezioni micotiche intestinali che squilibrano i tassi ormonali
• Proteine: assunte a ogni pasta, colazione compresa, forniscono energia e tolgono
la fame perché stabilizzano il tasso di zucchero nel sangue e ne impediscono
l'abbassamento (che provoca, appunto, la fame)
• Frutta: preferire quella a basso contenuto di zuccheri (come agrumi, avocado,
mele, pere, pesche, ciliegie, fragole e frutti di bosco) per non far impennare tl
tasso di insulina. Consumare da sola la frutta per favorire la digestione
• Ortaggi: preferire quelli a basso contenuto di zuccheri (come asparagi, broccoli,
cetrioli, cavoli, insalate, peperoni, piselli e zucchine)
• Condimenti: preferire l'olio extravergine d'oliva spremuto a freddo e il burro
chiarificato perché contengono i grassi ideali per incentivare la produzione di
ormoni sessuali, oppure oli di semi biologici (come sesamo, lino, colza,
vinacciolo) diversi ogni giorno per sfruttarne le vane qualità
• Sale: preferibilmente integrale, non raffinato.. più ricco di minerali rispetto al
cloruro di sodio, il normale sale da cucina
• Diversificare: la varietà apporta all'organismo tutte le sostanze che gli sono
necessarie, compresi vitamine oligoelementi, che influenzano la risposta
ormonale
• Cambiare: mangiare spesso le stesse cose fa accumulate scorie uguali,
moltiplicandone gli effetti potenzialmente irritanti
• Alimenti freschi biologici: assolutamente da preferire perché pesticidi,
conservanti e coloranti danneggiano le ghiandole endocrine e bloccano gli effetti
degli ormoni

Bevande

• Acqua: almeno 2 litri al giorno


• Tisane: consigliate in quanto rappresentano un'alternativa saporita all'acqua e
hanno altri effetti (per esempio, rilassante, stimolante, digestivo) che possono
facilitare il lavoro degli ormoni
• Tè verde: consigliato come alternativa all'acqua e perché ha un'azione
antiossidante, a patio di moderarne l'assunzione. E sconsigliato berlo tutti i giorni
e in grandi quantità perché la teina (circa un quarto della caffeina contenuta in
una tazza di caffè) a nemica del sistema ormonale
• Succhi di frutta freschi non zuccherati: limitarli a un paio di volte la settimana
perché, essendo dei concentrati di frutta senza fibre, fanno alzare n1 lasso
glicemico e inibiscono la secrezione di vari ormoni (per esempio ormoni della
crescita, sessuali e cortisolo)
• Bevande zuccherate (aranciata, limonata eccetera): sconsigliate perché
squilibrano il tasso dell'insulina contenendo zuccheri e dolcificanti ma non le
fibre che ne regolino l'assorbimento
• Succhi di frusta industriali: sconsigliati perché contengono poca frutta e molti
zuccheri

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• Caffè, tè nero e bevande contenenti caffeina: sconsigliati perché la caffeina e la
teina aumentano i1 tasso dell'insulina e del cortisolo e possono diminuire iì tasso
del GH e degli ormoni tiroidei, disequilibrando profondamente il sistema
endocrino
• Alcolici: sconsigliati perché contengono troppi zuccheri
• Latte: sconsigliato perché pub provocare intolleranze alimentari e micosi
intestinali

Preparazione del cibo

• Crudo: meglio consumare crudo tutto quello che si può (per esempio frutta e
verdura) perché il calore distrugge la vitamina C (che stimola la funzionalità
delle ghiandole surrenali) e rovina le altre (come la E, che stimola la produzione
di cortisolo e DHEA). Inoltre frutta e verdura crude si digeriscono male dopo le
16 e per questo andrebbero consumate prima
• Marinatura: ottima preparazione a freddo per pesce, carne e tutto ciò che si vuole
consumare crudo
• Bollitura: cuocere le verdure in pochissima acqua e intere per ridurre al minimo
la perdita delle vitamine idrosolubili come quelle del gruppo B (per esempio, la
B3, stimola la produzione di melatonina, la B6 di estrogeni)
• Cottura al vapore: ottima perché rispetta gli alimenti e riduce la perdita di
vitamine
• Cottura forno: sconsigliata sopra i 90 °C perché si degradano gli amminoacidi e
si formano composti tossici e cancerogeni. Con le temperature più basso la
cottura è più lenta ma il cibo diventa più saporito
• Cottura alla griglia e in padella: sconsigliate perché si generano temperature
oltre i che degradano gli amminoacidi e fanno formare composti tossici e
cancerogeni
• Pentolame: evitare quello in alluminio (e la carta stagnola), con il rivestimento
antiaderente rovinato o lo smalto scheggiato perché rilasciano molecole tossiche

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