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eva marisaldi
Anteo Radovan: Anni fa hai trovato casa sulla riva del Lavino, a poca distanza da Casabianca. Cosa ti piace di questi luoghi?
Eva Marisaldi: Abito qui, per caso in mezzo alle foglie dei pioppi. Mi piace a volte vedere e sentire un picchio. Assistere alle apparizioni
straordinarie di un airone, dei germani, gli altri uccelli delle bustine dello zucchero. Ma anche le galline in strada sdrammatizzano un po'
tutto.
mi piace anche il fango.
E’appena uscito un libro di Elisa Tonani sugli spazi bianchi nella narrativa italiana. Tu come pensi questi spazi?
La carta, ma potrebbe essere anche lo schermo, l'illusione di mettere un poco di ordine.
dare un podio ad una suggestione. E un po' di tempo.
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Lo spazio bianco nella pagina corrisponde anche al vuoto. Come hai usato e usi il vuoto nel tuo lavoro?
È un concetto troppo imponente.
Ne occorre tantissimo.
Questo è il tuo primo lavoro che io ricordi in cui la fonte diretta sono i giornali.
Non è il primo lavoro che faccio con i giornali. Ho scatole piene di materiale selezionato.
A parte le tonnellate di disegni che derivano da un montaggio di elementi presi da pagine strappate da riviste e giornali.
A Radda in Chianti, per un'edizione di Tuscia misi in strada un doppio lavoro: fondale a sala di lettura, all'aperto e supporto per piccoli
disegni e titoli impaginati a fogli di quotidiano sulla idea del giornale da leggere in strada.
Le ho viste le persone leggere in piedi attente e senza brioche.
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claudia losi
Testa vagante!
Una decina di ricercatori del Museo di Scienze Naturali di Trento si sono offerti di trasportare alcuni degli animali imbalsamati della
collezione storica del Museo camminando per il centro storico della città. Era lo scorso giugno 2010.
Claudia Losi
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margherita moscardini
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Zola Predosa, 27 marzo 2011