Spleen

Il giornale degli studenti del Tito Livio

Anno 2 - Numero 3

BULLISMO
Giovedì 15 novembre compare un articolo sul bar di Via Circo non si è accorta di nulla fino a
Corriere della Sera: lo scippatore romeno ha quando suo figlio non l’ha chiamata. Solo do-
puntato un coltellino alla gola di un bambino po quel pericoloso gesto la polizia interviene e
che ha osato ribellarsi, la madre che era nel già nel pomeriggio arrestano il ragazzo-ladro,
che era in bici in Corso San Gottardo.
Abbiamo assistito a… Da allora non si hanno più notizie
di Fabrizio Capecelatro del romeno; la preside della scuola me-
dia Beltrami tace e non ci lascia entrare
Abbiamo assistito all’ennesimo dei giovani d’oggi ma, ancor più per parlare con i ragazzi. Questo caso
tentativo di Silvio Berlusconi di gravosamente, su fenomeno era-
purtroppo non è isolato;sono tanti,forse
recuperare il potere ormai perduto smus. I mass-media, infatti, lo
con la fondazione di un nuovo stanno facendo passare come un troppi gli episodi di violenze che si sen-
partito: il popolo della libertà. anno sabbatico che alcuni studenti tono ogni giorno ai telegiornali e che
Tale partito, confluendone tanti si prendono per divertirsi, drogar- allarmano non solo le famiglie e i ragaz-
altri al suo interno, doveva diven- si e sballare, invece che come un’ zi,ma anche psicologi,professori e ma-
tare l’unica formazione di centro- opportunità di scambio culturale.
destra, ma era talmente “della Alcune importanti opportunità di gistrati.
libertà” che nemmeno i fedelissimi crescita, come può essere anche
del Cavaliere hanno voluto parte- un’autogestione scolastica, infatti, continua a pag.2 CAGNAN
ciparvi. Il nuovo partito, così, in- spesso vengono mal sfruttate da
vece di essere una nuova forza una minoranza di persone ma,
politica capace di contrastare il certamente, non per questo diven-
Partito Democratico, è diventato tano un’ attività da non proporre.
un deterrente alla definitiva di- Abbiamo assistito allo spaventoso
sgregazione della coalizione de- sciopero dei trasportatori che han-
strorsa. Silvio Berlusconi, vistosi no messo in ginocchio un intero
sconfitto anche questa volta, nono- paese per obbligare il governo ad
stante i tanti filmati che tutti ab- accordargli alcuni vantaggi sui
biamo visto nei telegiornali, ha costi dei pedaggi. Lo sciopero è
negato di aver mai voluto fare un indubbiamente un diritto indiscuti-
nuovo partito. Peccato! Perché, a bile di ciascun lavoratore, ma
giudicare dalla moltitudine di per- costringere un governo a piegarsi
sone presenti in piazza San Babila alle proprie volontà è quasi un
a Milano al momento delitto.
dell’annuncio, questo nuovo parti- Abbiamo assistito alle assurde
to avrebbe avuto un largo seguito richieste della famiglia Savoia,
elettorale. ah già dimenticavo che, che, immemore delle nefandezze
però, hanno scoperto che tale folla compiute in Italia e degli oltraggi
era stata pagata 20 euro a perso- contro gli italiani, non si accon-
na. tenta più di poter rientrare nella
Abbiamo assistito alla tragica fine penisola ma vuole addirittura un
di una studentessa inglese impe- risarcimento per i danni morali
gnata a Perugia per un erasmus. subiti. Ma da quandi i Savoia han-
L’omicidio ha riacceso i riflettori no una morale?
sui comportamenti, talvolta iniqui,

INCHIESTA SCUOLA CURIOSITA’

La pena di morte Autogestione Sogni d’oro

Civetta pena di morte…. Civetta autogestione…. Civetta sogni...

Articoli alle pp. 3, 4 e 5 Articolo a p.10 Articolo a p.9

 PRIMO PIANO
CONTINUA PRIMA
segue dalla prima
Il leader, capo di ogni banda di bulli,è il primo
a soffrire di patologie e disturbi personali cau-
sati da una bassa autostima verso di se e una
forte paura dell’”altro”; aol posto della prepo-
tente,virile e arrogante idea del bullo la figura
delineata dagli psicologi è quella di un leader
fragile più vicino alla debolezza dei coetanei
da lui minacciati. E i oltre ai disturbi del com-
portamento il bullo presenta diverse difficoltà
relazionali, problemi legati al cibo, al sonno,
scarsa attenzione, poca frequenza a scuola e
disagi in famiglia . Ma le azioni minacciose e
aggressive che compie verso ragazzi della
stessa età ma piu deboli e considerati quindi
da lui inferiori non sono scher-
zi;violenze,piuttosto,e nella maggior parte dei
casi reati. I magistrati,la polizia e le forza
dell’ordine tentano di contenere iol fenomeno
del bullismo dal punto di vista civile;a scuo-
2
la,invece,nel contesto sociale in cui l’attività
violenta del bullo risulta più dannosa,e i pro-
fessori faticano ad arginare il fenomeno . Dall
‘ultimo decreto decreto Fioroni vengono san-
zionate sospensioni ed addirittura bocciature
nei casi estremi di violenze fisiche e morali
seguite da periodi di attività sociali e culturali a
vantaggio della scuola. Si prende quindi atto
del problema, anche a livello formale, e si spe-
ra che le famiglie, che agiscono la maggior
parte dell’influenza sui figli e troppo spesso
lassisti e quindi vera e propria causa di que-
sto fenomeno comprendano il problema e si
occupino veramente della gestione dei disturbi
comportamentali e psicologici dei figli.
 INCHIESTA
MORATORIA
PENA DI MORTE
Il 2007 ha visto l’Italia in prima linea
nella lotta contro la pena di morte. La
pena capitale è stata, infatti, ufficial-
mente abolita all’interno del nostro pae-
se: Camera e senato hanno infatti mo-
dificato il testo dell’articolo 27 della co-
stituzione, che ammetteva l’uso di que-
sta solo “nei casi previsti dalle leggi
militari di guerra”. In pratica, fino al 2
ottobre di quest’anno, solo i criminali di
guerra potevano essere condannati a
morte, lasciando al giudice di turno la
responsabilità della scelta; ciò era pos-
sibile teoricamente, ma in realtà è dal
’46 che nessun “criminale” viene real-
mente giustiziato, ed è per questo che
l’Italia è da anni considerata fra le na-
zioni in cui la pena di morte non è ammessa. Dà da pen-
sare il fatto che non si sia proposto un referendum per
questa totale abolizione: chissà cosa avrebbero votato gli
Italiani, in questo periodo di delitto e castigo!
Diciamo però, che la suddetta legge ha reso il nostro
paese più coerente con la sua politica estera, visto che
sono anni ormai che l’Italia si batte contro la pena di mor-
te: due nostre proposte di moratoria, una del 1994 e una
del 1997, hanno avuto come argomento l’abolizione della
L’opinione del Tito
Il secondo sondaggio dello Spleen, questa volta, si
basa su un argomento non solo attuale, ma partico-
larmente delicato e che raccoglie diverse opinioni.
La pena di morte è infatti uno dei temi più discussi
in questo periodo, a causa della moratoria per la
sua abrogazione .
Noi del giornalino del Tito, abbiamo pensato di rac-
cogliere anche le vostre opinioni, i vostri pareri e le
vostre conoscenze riguardanti questa procedura
messa in atto in diversi paesi.
Analizzando i dati raccolti, abbiamo riscontrato che
la maggior parte di noi studenti è contraria alla pena
di morte, anche se una netta quantità di ragazzi af-
ferma di essere favorevole, mentre una parte risulta
indecisa.
Basandoci su questo sondaggio, abbiamo notato
anche che il metodo di soppressione maggiormente
Sei favorevole alla pena di morte?
DIPENDE
NO
SI
0% 10% 20% 30% 40% 50%
pena capitale, finché l’ONU non ha affidato
all’Italia il compito di prospettare una risolu-
zione ufficiale, presentata nel 2006 al Palaz-
zo di Vetro, e appoggiata da 93 paesi sui
192 che fanno parte delle Nazioni Unite.
Quest’anno, una nuova richiesta di morato-
ria è stata consegnata da Marcello Spatafo-
ra, nostro rappresentante all’ONU, a Vitaly
Churkin, presidente di turno del Consiglio di
Sicurezza, e a sua volta rappresentante del-
la Russia, ironicamente favorevole alla pena
capitale.
Il mondo politico italiano è quasi del tutto
concorde con questa moratoria (inutile dire
che Pannella ha anche portato avanti uno
dei suoi scioperi della fame , ma è comun-
que difficile che venga approvata una totale
abolizione della pena di morte, dato che, a capo dei favo-
revoli ci sono Stati Uniti e Russia, che hanno un forte
peso sulle decisioni del Palazzo di Vetro.
Non resta che aspettare le disposizioni degli uomini di
potere anche se, se fosse possibile, sarebbe bello indire
un referendum per sapere se per tutti è giusto giustizia-
re.
Andrea Calaresi - 2ªB
conosciuto è la sedia elettrica e il Paese più famoso
per l'applicazione della pena di morte sono gli USA .
Infine, con l' ultima domanda ( credi in Dio? ) , ab-
biamo voluto verificare la coerenza dei ragazzi.
Il 72% afferma di credere in Dio, mentre il 28% no.
Come sempre lasciamo giudicare a voi e speriamo
che chi di dovere prenda una decisione giusta e
saggia riguardo questa procedura, ma vi poniamo
un'ultima domanda, uno spunto per riflettere e chia-
rire le proprie idee su questo argomento particolar-
mente importante: Se si crede in Dio, non si dovreb-
be essere contrari alla pena di morte?
Grazie a tutti gli studenti del Tito per aver collabora-
to!
Giulia Sacco - 4ªC
Credi in Dio?
NO
SI
0% 20% 40% 60% 80%
3

Occhio per occhio
L’uomo è un essere pensante
e la società umana è fatta
dall’insieme dei singoli indivi-
dui che la compongono.
Per poter convivere al meglio,
occorre che la società umana
si imponga dei limiti, delle leg-
gi, questo per poter permette-
re le giuste libertà individuali;
siccome la libertà individuale
termina ove iniziano quelle al-
trui, è di tutta evidenza che le
leggi sociali devono tenere
conto di tutti questi fattori: in
primis, il benessere del singo-
lo deve coincidere con il be-
nessere della società e vice-
versa; quando una legge lede
il benessere del singolo, ov-
viamente lede anche il bene
della società, perché
quest’ultima è solo la somma
aritmetica del benessere dei
singoli individui che la com-
pongono e la società deve far-
si carico per ripristinare
l’ordine sconvolto mediante
leggi che siano adatte a tale
scopo.
La pena di morte non è nean-
che un atto che la società de-
ve effettuare per vendicarsi,
ma bensì per applicare una
giusta giustizia, quella vera,
secondo il giusto e sacro prin-
cipio “ad ogni azione corri-
sponde una reazione uguale e
contraria”; persino nella Bibbia
4
INCHIESTA
sta scritto: “Occhio per occhio, dottare ufficialmente l'assassi-
dente per dente”; la condanna no, cioè mantenerlo ed edu-
deve essere giusta, né più, né carlo in tutto come un figlio ma
meno, del danno provocato. e divenire Lui stesso respon-
Un esempio di proposta che si sabile dei possibili danni che
dovrebbe fare è questa: in ca- l'assassino potrebbe compie-
so di giudizio di una persona re; e' facile dire a parole che lo
che sicuramente, davanti a stato lo mantenga......per tutta
testimoni o con prove chiare e la vita in prigione...; difficile e'
schiaccianti e sia accertato assumersi la responsabilita'
che abbia effettuato il crimine dell'adozione totale!!
di uccisione di uno o più esseri State pur certi che con leggi di
umani od un rapimento, si do- questo tipo, pochissimi indivi-
vrebbe comminare la pena di dui avrebbero il coraggio delle
morte che andrebbe applicata
proprie idee in merito alla pe-
ed effettuata chiedendo, con
sentenza del tribunale, prima na di morte!
all’individuo stesso condanna-
Francesca Tosarini
to, la possibilità di suicidarsi;
in caso di rifiuto, dovrebbe es-
sere richiesto ai parenti dello/
degli uccisi o rapiti, se deside-
rano comminare la pena di
morte e se essi non se la sen-
tono, dovrebbe essere il boia
incaricato dal tribunale ad ef-
fettuare la sentenza; come tro-
vare il boia ? chiedendo a quei
cittadini che desiderano com-
minare la sentenza (coloro
che si sentono di uccidere) e
dando ad essi soli ed in inco-
gnito, la possibilità di dare la
morte a quell’individuo.
Questo insegnerebbe anche a
tutti coloro che amano uccide-
re, cosa significa farlo real-
mente.
Prima di applicare la senten-
za, comunque ed in ogni caso
e per tutti i reati, si deve aiuta-
re il condannato, solo se con-
senziente, a recuperare la sua
salute fisico, mentale.
Ci dovrebbe essere anche
un'altro modo applicabile: e
cioe' chiedere a colui o coloro
che ideologicamente sono
contro la Pena di Morte, di a-

Per chi scaglia la prima pietra
La pena di morte è
“l'eliminazione fisica di un indivi-
duo ordinata da un tribunale in
seguito ad una condanna”,
l’omicidio è “l’uccisione di una o
più persone”. Esseri umani, sia-
no essi giudici pubblici o esecu-
tori di una propria giustizia che si
arrogano il diritto di uccidere,
non sono ugualmente semplici
uomini? E per tanto, non si cer-
ca di nascondere dietro una sta-
talizzazione dell’omicidio, l’atto
stesso di privare qualcuno della
vita? Cesare Beccaria nel suo
“Dei delitti e delle pene” invita i
suoi contemporanei del lontano
1764 a riflettere sul tema impor-
tante della pena capitale, espri-
mendosi contro questa e argo-
mentando la sua tesi con queste
ragioni: «Parmi un assurdo che
le leggi, che sono l'espressione
della pubblica volontà, che dete-
stano e puniscono l'omicidio, ne
commettano uno esse medesi-
me, e, per allontanare i cittadini
dall'assassinio, ordinino un pub-
blico assassinio.» Benché la pe-
na di morte venga solitamente
comminata ai responsabili di re-
ati particolarmente gravi come
l’omicidio e l’alto tradimento,
questa permane in 83 stati come
modo barbaro e sanguinario di
garantire la giustizia. Tale meto-
do viene adottato principalmen-
te a scopo detentivo non tenen-
do conto dei dati che mostrano
quanto questo suo utilizzo sia
fallimentare, non concependo
INCHIESTA
nemmeno l’inumanità
dell’azione, ponendo in mano a
dei giudici l’arrogante diritto di
dare o togliere la vita di una per-
sona e la responsabilità tanto
grande di commettere un errore
irreversibile emettendo una sen-
tenza errata. Attraverso gli anni
l’uomo ha imparato a vivere in
una società, avvalendosi della τε
χνη e della razionalità per so-
pravvivere durante il processo
evolutivo: e se è grazie a queste
facoltà che ci distinguiamo dal
genere animale e dai primati,
allora ricorrere alla forza e alla
violenza, sostituendole alla ra-
gione, non ci mette sul loro me-
desimo piano? Non sarebbe
quindi l’istituzionalizzazione del-
la pena di morte, uno strumento
elegante per definirci non tanto
diversi dagli animali? Anche
questa affermazione ci prepara
a nuovi spunti di riflessione: gli
animali non cacciano per ven-
detta ma per nutrirsi e per difen-
dere il proprio territorio e allora
applicando la pena capitale ci
poniamo in una categoria ancora
inferiore. E’ propria solo
dell’essere umano la sete di
vendetta e non è giusto quindi
mascherarla con il nome di giu-
stizia. A questo proposito molte
persone, le quali hanno perso
dei cari in seguito ad un omici-
dio, sono riuscite a perdonare i
propri carnefici: alcuni dando
loro la possibilità di un percorso
riabilitativo che li reinserisca nel
sociale, altri, capendo che tra-
scorrere la propria vita in un car-
cere lontani dalla propria fami-
glia è una punizione lungamente
peggiore di un’iniezione letale.
Una forma di redenzione quindi,
di espiazione delle proprie colpe,
che avviene solo attraverso un
profondo pentimento, che co-
stringe i condannati a pensare
giorno dopo giorno al dolore che
hanno provocato e alla vita che
si sono preclusi. Se quindi si
vuole fornire un esempio e con-
dannare questi crimini lo Stato
non si può macchiare di omicidio
e vista la sensibilizzazione che
si è sviluppata in questi ultimi
decenni nei confronti di proble-
matiche di ogni tipo, come am-
bientalismo, alcolismo e animali-
smo, il minimo che la nostra so-
cietà ci possa garantire è che i
riflettori vengano puntati anche
su problemi un po’ più “scomodi”
come la pena capitale. Il suo
utilizzo infatti ha percorso la sto-
ria da sempre, passando dalla
crocifissione romana fino alla
lapidazione mediorientale per
arrivare alla ghigliottina francese
e alla più moderna iniezione le-
tale, eppure ancora oggi nel
2007 ci sembra un problema di-
stante e trascurabile. A questo
proposito nel 1993 a Bruxelles
nasce “Nessuno tocchi Caino”,
lega internazionale di cittadini e
parlamentari per l’abolizione del-
la pena di morte nel mondo che
si impegna costantemente con
petizioni e progetti destinati a
salvare le vita di coloro che sono
destinati al braccio della morte.
Sono molte le ragioni che ci
spingono a dire di no alla pena
di morte: prima tra queste
<<Due errori non fanno una co-
sa giusta>>, poiché si spingono
le persone a identificare nella
violenza la giustizia e, in secon-
do luogo, non è sbarazzandosi
fisicamente di un problema che
lo si elimina infatti non è dibo-
scando le foreste che si evitano
gli incendi o uccidendo gli as-
sassini che diminuisce la crimi-
nalità, Dear Mr. President.
Martina Ioppolo - 1ªE
5
 INCHIESTA

Intervista a Lucio Bertè

Venerdì 15 otto- Interessanti sono state
bre abbiamo in- anche le dichiarazioni sul
tervistato Lucio significato di “giustizia” e
Bertè, storico e- “rabbia personale”: Lucio
sponente del Bertè sostiene infatti, che
Partito Radicale la Giustizia deve essere
e socio fondatore intesa come possibilità di
dell’associazione rieducazione del delin-
“Nessuno tocchi quente che gli permetta di
Caino” che si bat- vivere nella società civile
t e p e r e non, come siamo soliti
l’abrogazione fare, come azione puniti-
della pena capi- va.
tale. Con lui ab- Egli è inoltre convinto che
biamo passato possa essere comprensi-
un pomeriggio bile, seppur non giustifica-
nel parco adia- bile, la reazione violenta
cente alla sede del partito a chiacchierare di di una vittima o di qualunque suo parente: di-
aborto, diritti civili, eutanasia e dolce morte, venta invece incomprensibile e assurda qua-
divorzio e legalizzazione ma soprattutto della lora lo Stato si annovera il diritto di condanna-
pena di morte. Stanco delle promesse non re a morte un uomo.
mantenute da parte de Governo e della Co-
munità Europea, Bertè e altri componenti A proposito di quest’argomento mi permetto
del partito , tra cui D’Elia e Pannella, hanno di consigliare a tutti un bel film: “Dead man
recentemente messo in atto uno sciopero walking” di Tim Robbis con Sean Penn e Su-
della fame in nome dell’abolizione della pena san Sarandon.
capitale. Ci facciamo raccontare motivi, con-
seguenze e obiettivi che lo hanno spinto a Martina Zigiotti - 5ªE
digiunare per sessantacinque giorni. “Lo
sciopero è una forma di protesta non violen-
ta introdotta da Gandhi e non è fatta per ob-
bligare qualcuno a fare qualcosa che vuoi
ma come richiamo a chi non fa il suo compi-
to. Io sono contrario alla pena di morte per-
ché nessuno e tanto meno lo Stato, in quan-
to garante assoluto della giustizia, deve arro-
garsi il diritto di togliere la vita a qualcuno,
anche quella dei più sanguinari dittatori
com’è successo con Saddam Hussein. Così,
poiché Dalema non aveva ancora portato
all’ONU la mozione contro talee pena ho vo-
luto metterla in atto (anche se non è stata la
prima volta): non ho mangiato per sessanta-
cinque giorni, prendendo solo tre cappuccini
al giorno e facendo due pause di trentasei o-
re, ma non avrei certo continuato a digiunare
fino a sentirmi male…Essendo lo sciopero u-
na protesta non violenta (la violenza è “l’uso
sbagliato della forza”) che non vuole, e non
deve, nuocere a nessuno e neppure a me.”

6

Allarme verde!
Negli ultimi anni il fenomeno
del surriscaldamento globale
ha alimentato polemiche e di-
battiti molto accesi, ma di fat-
to non ha ancora trovato una
risposta concreta da parte
delle potenze mondiali. Finora
infatti il problema non è sem-
brato di immediato interesse
e si è preferito lasciarlo in e-
redità alle generazioni future,
ma questo og-
gi non è più
possibile.
Per renderse-
ne conto oc-
corre far luce
sulla situazio-
ne attuale.
La causa prin-
cipale
dell’aumento
della tempera-
tura terrestre
sono le emis-
sioni di CO2 (anidride carbo-
nica) che, addensandosi
nell’atmosfera, trattengono i
raggi solari. Ne conseguono,
sul piano ambientale,
l’inquinamento atmosferico, lo
scioglimento dei ghiacci,
l’innalzamento del livello del
mare , il surriscaldamento de-
gli oceani, l’aumento delle
precipitazioni in alcune zone
e della siccità in altre,
l’incremento di uragani e tor-
nado.
Dei mutamenti climatici ne ri-
sentono le varie specie ani-
mali che migrano verso nuove
aree o si estinguono comple-
tamente. A trarne giovamento
sono invece insetti e virus che
si diffondono e proliferano più
facilmente.
Ma l’uomo ne è veramente re-
sponsabile? La questione è
controversa, ma bisogna con-
ATTUALITA’
siderare che l’impatto umano
sulla terra è sempre più forte
a causa della crescita demo-
grafica e della maggior capa-
cità delle nuove tecnologie di
modificare l’ambiente.
In relazione ai cambiamenti
climatici, soprattutto in Euro-
pa, ultimamente sono stati
presi alcuni provvedimenti: il
3 dicembre si è tenuta a que-
sto proposito una conferenza
dell’ONU che ha posto come
nuovi obiettivi la riduzione del
30% delle emissioni di gas
serra per i paesi industrializ-
zati del 60/70% entro il 2050.
Bruxelles afferma che
l’Europa è sulla buona strada
per rispettare gli impegni con-
tratti nel protocollo di Kyoto.
Secondo la Commissione Eu-
ropea il processo di regolariz-
zazione dei vari settori
dell’economia porterà ad una
vera e propria “Rivoluzione in-
dustriale”, con l’introduzione
di nuove tecnologie. In Euro-
pa, però, la ricerca avanza
troppo lentamente e di questo
passo ci troveremo, parados-
salmente, a dover importare
tecnologie pulite da paesi co-
me USA, Cina e India che
non hanno nemmeno ratifica-
to il protocollo di Kyoto. Stati
Uniti e Cina sono anche i
maggiori responsabili delle e-
missioni di CO2 a causa del
loro disinteresse politico. Nel-
le discussioni politiche, infatti,
si tendono a considerare le e-
sigenze di sviluppo e la con-
servazione dell’ambiente in
termini conflittuali. Se da un
lato la crescita economica
può aumentare i redditi e ri-
durre la pover-
tà, dall’altro ha
un presunto un
impatto negati-
vo
sull’ambiente.
Ma lo sviluppo
non può essere
esaminato sol-
tanto in termini
di aumento dei
beni materiali:
in una prospetti-
va più ampia,
infatti, uno sviluppo umano
dovrebbe preoccuparsi
dell’integrità dell’ambiente per
migliorare la qualità della no-
stra vita. Purtroppo, però, la
nostra mentalità continua a
considerare economia ed e-
cologia acerrime nemiche.
A riprova di questo, ad una
conferenza promossa negli U-
SA dal ministero
dell’ambiente è stata proietta-
ta l’immagine di una bilancia.
Su un piatto pesavano dei lin-
gotti d’oro, sull’altro l’intero
pianeta. Sembra inconcepibi-
le, ma la bilancia pendeva
dalla parte dei lingotti
Lucia Papa - 1ªE
Maria Chiara Leteo - 2ªB
7
 CURIOSITA’

Cenerentola affermava che i
'sogni son desideri di felicità', ma
ben sappiamo che ella non ha mai
condotto studi a riguardo.. e in ca-
so contrario, quand'è che la prota-
gonista dell'omonimo cartone a-
vrebbe avuto il tempo di laurearsi,
sapendo la vitaccia che la assilla-
va? Stira di qua, pulisci di la, cuci-
na di su, lava di giù.. Che abbia
preso una laurea per corrispon-
denza? Mah, mettendo da parte
ogni dubbio, sicuramente psicologi
e neuropsichiatri, che si sono arro-
velati e continuano imperterriti,
sanno darci una risposta più preci-
sa. Volendo trovarvi una definizio-
ne,si può dire che il sogno è un
fenomeno legato al sonno, in parti-
colare alla fase R.E.M.,che non è
il famoso gruppo musicale statuni-
tese ma l'acronimo di ' Rapid Eye
Movement' che sta ad indicare il
movimento oscillatorio ed involon-
tario dei globi oculari. I sogni sono
anche caratterizzati da emozioni,
percezioni e pensieri relativi a per-
sone, situazioni o oggetti vissuti
dal sognatore come reali seppur
alterati, a prescindere dalle impo-
sizioni legate all'ambiente esterno,
facendosi beffe di qualsiasi norma
logica o sociale. Nei sogni non
Sogni
vale nemmeno il principio raziona-
le di 'identità', infatti il sognatore
può trovarsi in posti diversi e lo
spazio e il tempo assumono spes-
so connotazioni irreali subendo
bruschi cambiamenti. Il soggetto
che sogna, crede alla realtà della
storia che vive in sogno e in cui
svolge una parte di primo piano (è
proprio in sogno che il nostro spiri-
to egocentrico da il meglio di se) o
di cui è spettatore, spesso passi-
vo. Il fatto che, durante il sonno, i
centri cerebrali del pensiero so-
spendono la loro attività, porta alla
conseguenza logica che le imma-
gini e le sensazioni del sogno
sfuggono a qualsiasi controllo ra-
zionale, e il sogno risulta raramen-
te chiaro al "sognatore" al momen-
to del risveglio. Fin dall'antichità gli
uomini hanno sempre cercato
un'interpretazione a quanto vissu-
to durante la notte e tutt'ora sono
prese in considerazione due diver-
se opinioni: quella partorita dalla
mente di Freud e quella in favore
della tesi della 'simbolicizzazione'
di Jung. La teoria freudiana si ba-
sa essenzialmente sul metodo del-
le libere associazioni, e poggia
sulla concezione del sogno come
manifestazione del desiderio, la
cui espressione viene però ma-
scherata dall'azione della censura
onirica. Inoltre, per Freud il desi-
derio è essenzialmente di natura
sessuale, per cui il sogno esprime
sempre un desiderio sessuale,
attuale o pregresso.Affiancata a
questa teoria, vi è quella del meno
noto Jung che con la sua conce-
zione di psicologia del profondo
non riduce la natura dei sogni ad
un unico contesto; Pur utilizzando
anche egli il metodo delle libere
associazioni, si differenzia basan-
dosi anzitutto sull'analisi della
struttura drammatica del sogno e
della "storia" che viene raccontata,
e sull'amplificazione, che consiste
nella individuazione di similitudini
e analogie tratte dalla vita spiritua-
le dell'umanità intera, ossia dai
miti e dalle leggende dei vari po-
poli, dalle fiabe, alla letteratura. I
sogni quindi, rimangon tutt'ora dif-
ficilmente comprensibili e pervasi
da quell'alone di mistero e fantasi-
a, che ritengo debbano continuare
a mantenere per non perdere il
loro indiscusso fascino.
Elena Ganci –1ªA

Sogni al Tito
Secondo gli studi di Sigmund Freud,il nostro cervello
continua ad elaborare pensieri anche durante la not-
te: ma cosa e quanto sognano gli studenti del titoli-
vio?
Grazie ad un sondaggio sottoposto, come il mese
scorso, a 100 studenti del corso C, è emerso che la
maggior parte dei titolivani sogna spesso (per il 70%
delle notti),raramente (28 %)e soltanto un piccolo 2%
di studenti non ha mai sognato (o come ci direbbe
meglio Freud,non si è mai ricordato dei propri so-
gni,se non nel periodo dell’infanzia).
Cosa dire degli incubi che angosciano ogni notte il
60% dei nostri compagni? Film horror,labirinti,cadute
nel vuoto e sogni storici ambientati in guerre mondiali
e addirittura nei campi di concentramento. Ango-
sce,spiegherebbe ancora una volta Freud,sintomo di
timori e ansie elaborate durante il giorno. Ma i sogni
non sono forse desideri,come ci raccontava Walt Di-
sney? Relazioni immaginarie con ragazzi e ragaz-
ze,proiezioni della vita reale in una immagina-
ria,ambientata nei nostri film preferiti o in paesi lonta-
8
ni;ma la fantasia dei titoliviani si spinge molto oltre.
C’è chi sogna omicidi,reincarnazioni,proibizioni, o chi
immagina eroi dei cartoni animati(come il celebre
Duffy Duck). Ma secondo la maggioranza delle no-
stre ragazze i protagonisti delle nostre vacanze sono
i ricordi e il desiderio di rivivere le vacanze estive:chi
può dargli torto? E infine siamo tutti d’accordo per
quanto riguarda i sogni nel cassetto: tutti abbiamo un
desiderio (anche se molti,giustamente,*top
secret*),che riguarda però le cose più svariate: dai
buoni voti a scuola a lavori (da sogno) popolari e ben
retribuiti e giri del mondo,ma in generale,una vita
“felice”.
Ringrazio tutti i ragazzi del corso C per averci aiutato
con serietà e,in alcuni casi,con molta allegria.

Successo diplomatico di Napolitano
WASHINGTON ,11/12/07 – Le
relazioni tra Stati Uniti e Italia
"sono molto buone", e l'incontro è
stato "molto costruttivo". Questo in
sintesi il bilancio, fatto dal presi-
dente americano George W. Bush,
dopo l'incontro alla Casa Bianca
con Giorgio Napolitano. Per il pre-
sidente della Repubblica, che nel
viaggio è accompagnato dal mini-
stro degli Esteri, Massimo D'Ale-
ma, si tratta della prima visita negli
Usa da quando è al Quirinale.
L'incontro, che si è tenuto nello
Studio Ovale, ha avuto ad oggetto
principalmente le questioni di poli-
tica internazionale. "Abbiamo di-
scusso di aree problematiche e del
nostro comune interesse di aiutare
a risolvere questi problemi", ha
Abbiamo assistito a… in Inghilterra
di Diana Faccio - 5ªB
We’ve been demoralized da una nuova
udienza riguardo al processo della prin-
cipessa Diana, infatti il Principe Filippo
è stato accusato da Mohamed Al Fayed,
suo fidanzato, di esser stato dietro al
complotto. Da quanto viene fuori dalle
lettere di Diana si nota solamente un
grande affetto verso Filippo a cui chie-
deva anche consigli matrimoniali. È
stato sentito un testimone vicino alla
famiglia reale che dichiara: “ Ciò che
notavo era un suocero molto premuroso
che cercava di risolvere i problemi della
nuora e del suo difficile matrimonio con
il principe Carlo.”
Non capisco perché dopo così tanti anni
dalla disgrazia i processi continuino.
Sono convinta che non si riuscirà mai a
capire cosa successe quella notte
d’Agosto del 1997, chi fu veramente
dietro al complotto, che motivo c’è allo-
ra di tormentare i familiari e l’opinione
pubblica?
We’ve been surprised dalla bocciatura
di una proposta di legge in Inghilterra
che voleva aumentare il numero di gior-
ni, da 28 a 42, in cui un sospetto terrori-
sta possa essere detenuto per accertare
se è colpevole di reato. Il ministro degli
Interni ha però proposto di aumentare il
numero di giorni a 42 in circostanze
eccezionali che dovrà però essere votato
dal Parlamento. Il motivo di questa boc-
ciatura è che sarebbe vissuta dalla co-
ESTERI
spiegato Bush, precisando che si
è parlato di Afghanistan, Libano,
Kosovo. "Ho inoltre informato il
presidente sulla recente conferen-
munità musulmana come una minaccia
se alcuni di loro venissero detenuti più a
lungo e questi si rivelassero innocenti.
Non è passata anche la proposta di po-
ter utilizzare intercettazioni telefoniche
nei processi, infatti in Inghilterra è vie-
tato presentare questi tipi di prove per-
ché secondo loro comprometterebbe le
risorse di intelligence e il personale
dovrebbe controllare molte informazio-
ni. Tutto sommato penso che le intercet-
tazioni dovrebbero essere usate perché
è spesso grazie ad esse che si è riusciti a
risolvere dei casi.
We’ve been shocked da un’ altra morte
di un soldato britannico in Iraq nella
zona di Basora, questa tragica morte
arriva poco prima della data in cui le
forze britanniche devono consegnare la
zona alle autorità irachene. Abbiamo
assistito negli ultimi mesi ad un approc-
cio diverso da parte del primo ministro
inglese Gordon Brown il quale ha deci-
so di staccarsi dagli Stati Uniti e di di-
minuire le truppe inglesi in Iraq che a
partire dalla primavera rimarranno sul
suolo iracheno con 2,500 soldati. Spero
che finiscano presti questi continui at-
tacchi terroristici contro i soldati e i
civili iracheni ma non smetto mai di
chiedermi il perché di una guerra così
inutile e sensata.
za di Annapolis, per aiutare ad av-
viare il processo di pace tra pale-
stinesi e israeliani".
Il presidente americano ha spiega-
to che la discussione con Napolita-
no è stata produttiva "perché sia-
mo pienamente in accordo su co-
me portare avanti le soluzioni a
questi problemi".
Bush ha scherzato sul fatto di es-
sere contento di ospitare Napolita-
no a pranzo "ma dubito che il cibo
sarà buono come quello che ho
mangiato in Italia". Non sarà tutta-
via il menu a compromettere le
relazioni bilaterali tra i due Paesi,
che "sono molto buone - ha detto il
capo della Casa Bianca - abbiamo
un intenso interscambio, sia nel
business che nei viaggi. E questo -
ha aggiunto Bush - farà piacere
anche a milioni di italoamericani".
Quanto all'Italia, "vogliamo discu-
tere insieme, fare la nostra parte,
dare il nostro contributo per risol-
vere i problemi internazionali", ha
detto Napolitano, in riferimento agli
impegni per mantenere la pace e
la stabilità. Vogliamo fare la nostra
parte, ha spiegato, "in particolare
per quello che riguarda la prolife-
razione degli armamenti nucleari".
Non è possibile "chiedere agli Stati
Uniti di assumersi l'incarico di oc-
cuparsi della sicurezza internazio-
nale", ha proseguito Napolitano,
perché "questo è un dovere di tut-
ti" e "l'Europa deve ess
ere all'altezza di questo compito".
L’Italia sceglie, quindi, di stare a
fianco degli Stati Uniti d’America
nell’affrontare i problemi che ogni
giorno affliggono il mondo libero.
Possiamo auspicare che la nostra
politica verso gli States prosegua
sulla scia di quella del governo
precedente e non sfoci in un atteg-
giamento di “diplomatica ostilità”
paventato nei mesi scorsi da Prodi
e compagni.
Alessandro Audino - 1ªA
9
 SCUOLA

Il mondo unito a Milano

Il Collegio del Mondo Unito
dell’Adriatico (UWCAD) è situato
a Duino, vicino a Trieste ed è uno
dei dodici Collegi del Mondo Uni-
to. Questi nascono dopo la secon-
da guerra mondiale per unire per-
sone provenienti da realtà politi-
che in conflitto. Per potervi entrare
i ragazzi devono essere vincitori di
una borsa di studio, ma l’abilità
più importante che devono dimo-
strare di avere è saper vivere in
modo socievole, attivo e respon-
sabile con altri ragazzi provenienti
da culture diverse. Quindi i 180
ragazzi, degli 83 diversi Paesi che
vivono per due anni nel collegio di
Duino, si possono considerare
molto aperti e disponibili a un con-
fronto costruttivo tra di loro e, per
festeggiare il venticinquesimo an-
niversario dalla nascita del U-
WCAD, sono stati portati a visitare
Roma e Milano per incontrare al-
cune autorità. Da lunedì 19 no-
vembre a mercoledì 21 novembre
le famiglie del Tito Livio hanno
ospitato 64 di questi ragazzi.
Abbiamo avuto l’opportunità di
vivere un’esperienza fantastica e
credo che in tre giorni ci abbia da-
to l’opportunità di crescere molto
sotto diversi punti di vista. Nono-
stante sia stata per me la seconda
occasione di trascorrere alcuni
giorni con i ragazzi del UWCAD,
le emozioni che ho provato sono
state forti come la prima volta:
confrontarci con culture differenti
è importante per renderci conto
che ci sono modi completamente
diversi di vedere i vari della vita e
lo abbiamo capito anche grazie a
loro, che sono riusciti a trasmet-
terci l’emozione di essere in una
realtà, come quella del collegio, in
cui ci si può confrontare in modo
diretto con idee e mentalità lonta-
ne dalle nostre. Per quanto mi ri-
guarda, credo di essere riuscita a
usufruire al meglio dell’opportunità
che mi è stata concessa. Vivere a
contatto con questi ragazzi è stato
meraviglioso grazie al loro modo
di relazionarsi con gli altri, di pen-
sare: in una parola il loro stile di
vita mi ha fatta sentire come se li
conoscessi da sempre, mi hanno
fatta sentire “una di loro”.
L’unico rammarico che mi sento di
fare riguarda il comportamento
tenuto da molti dei ragazzi di Mila-
no che non sono riusciti a com-
prendere lo spirito di questa espe-
rienza, infastiditi dalla presenza
degli ospiti in casa. In alcuni
workshop si è verificata una situa-
zione vergognosa: i ragazzi del
collegio ascoltavano e partecipa-
vano attivamente alla discussione
dimostrando di essere sempre in
grado di comportarsi in modo re-
sponsabile anche quando devono
gestirsi autonomamente, mentre
quelli di Milano stavano in fondo
all’aula a parlare tra di loro. Inoltre
vedendo il rapporto sincero di a-
micizia e stima che c’è tra i questi
ragazzi mi sono resa conto di
quanto questo manchi tra i molti
della mia città. Sarebbe opportuno
sgombrare la testa dai pregiudizi,
rendersi conto dei propri errori e
prendere come esempio i ragazzi
del collegio.
Posso affermare, in conclusione,
che questa esperienza mi ha resa
cosciente di tutte le cose che non
funzionano nel nostro mondo di
giovani che dovrebbe costruire,
invece, un futuro che sia migliore
di questo presente. Nonostante i
giorni trascorsi insieme siano stati
pochi, grazie al carattere estrema-
mente aperto dei ragazzi del colle-
gio, alcuni di noi sono riusciti a
sviluppare con loro un buon rap-
porto di amicizia che, personal-
mente, spero continui anche con il
passare degli anni.
Virginia Ottolina - 2ªE

LA REDAZIONE
Coordinatore: Fabrizio Capecelatro - II^B
Vice - coordinatrici: Ludovica Brignola - I^C & Martina Ioppolo - I^E
Responsabile grafico: Gabriele Petronella - III^C
Indirizzo e-mail: spleen.tito@hotmail.it

Chi volesse scrivere un articolo su un argomento a

scelta potrà inviarlo all’indirizzo email sopracitato o
lasciarlo nella scatola “per eccellenza” posta al
secondo piano.
Un ringraziamento alla prof. Gabbini

10
 SPORT

Le italiane sul tetto del mondo

In Giappone si sono da poco con-
clusi i mondiali di pallavolo che
hanno visto trionfare la na-
zionale italiana.
Certo, pochi avreb-
bero sperato in
tale risultato, ma
ora è tutto vero!
Hanno vinto!
È quindi dovero-
so tributare il no-
stro ringraziamen-
to alle ragazze del
volley femminile che
sono arrivate laddove neppure la
gloriosa nazionale di Julio Velasco
era riuscita ad ambire.
Un campionato del mondo che ci
sorprende piacevolmente con un
perfetto 11-0 e soli 2 sets persi,
entrambi con la Serbia; con tale
vittoria, peraltro nettissima, le ra-
gazze di Barbolini saranno la for-
mazione da battere ai prossimi
Giochi Olimpici di Pechino 2008.
Questa straordinaria marcia mon-
diale va ad aggiungersi allo
strepitoso 10-0 ottenuto a-
gli Europei di Belgio-
Lussemburgo per un to-
tale di 22-0 che supera,
ancora una volta il re-
cord di vittorie della pur
forte nazionale maschile.
Si può ancora sottolineare
la loro grandissima cavalca-
ta verso la vittoria che le ha vi-
ste giocare e mandare a casa alti-
sonanti nomi di nazionali come
Brasile, Cuba, Usa, Serbia
senz’altro tra le più quotate per la
vittoria finale.
Tutte le ragazze hanno fornito il
loro contributo alla schiacciatrice
30enne italo-cubana Taismary A-
guero, l’MVP della manifestazione
giapponese Simona Gioli, la pal-
leggiatrice Eleonora Lo Bianco,
l’efficace Francesca Piccinini, per
non dimenticare il “libero” Paola
Cardullo, i muri di Jenny Barazza,
la difesa di Antonella Del Core e il
prezioso supporto della panchina
in Secolo, Ortolani, Anzanello e
Guiggi.
Un gruppo affiatato e perfetto che
finora ha dimostrato di sapere co-
me vincere, la cui prossima sfida
da affrontare sarà quella, ovvia-
mente più difficile, di confermarsi
e di reggere la pressione alle O-
limpiadi 2008.
Nel frattempo, però, godiamoci i
giusti festeggiamenti e questo mo-
mento indimenticabile per la palla-
volo femminile italiana.
Claudio Cardani - 3ªE

RUBRICHE

Personaggi illustri Italiani

Oriana Fallaci
Oriana Fallaci nasce a Firenze
il 29 giugno 1929. Scrittrice di
fama internazionale ma anche
giornalista inviata speciale e
prima donna Italiana al fronte.
Attiva fin da giovane in politica
anche per volere del padre,
convinto antifascista,dimostra
da sempre di avere una spicca-
ta personalità: basti pensare
che a 14 anni riceve un ricono-
scimento d’onore dall’Esercito
Italiano. Scrive ben 12 libri e
vende più di 20 milioni di copie.
In questi si esprime senza timori spaziando dalle futilità
del mondo dei divi di Hollywood ad argomenti più seri
come nel libro ‘Niente e così sia’ (1969), dove racconta
le esperienze di guerra vissute in prima persona in Viet-
nam, senza fare “sconti” né ai Vietcong e ai comunisti,
né agli statunitensi e ai Sudvietnamiti. Altro libro della
Fallaci è ‘La rabbia e l’orgoglio’ (2001), nel quale si
schiera contro le dittature, il terrorismo, l’estremismo e il
fanatismo religioso islamico, contro la mediocrità dei
governanti che si celano dietro un linguaggio politica-
mente corretto e, così facendo, favoriscono a volte il
propagarsi dell’estremismo islamico in Occidente. Que-
sta sua caratteristica modalità di scrittura viene da molti
criticata, ma ciò non le impedisce di portare avanti le
sue opinioni. A prova della sua totale indipendenza da
ogni sorta di schema e del suo non nascondersi dietro
false parole, non votò alle elezioni politiche del 2006 né
in Italia né, per posta, a New York aggiungendo che
“Romano Prodi e Silvio Berlusconi sono due fottuti idioti”
e chiedendo “Perché la gente si umilia votando? Io non
ho votato. No! Perché ho una dignità. Se a un certo
punto mi fossi turata il naso e avessi votato per uno di
loro mi sarei sputata in faccia”. Parole molto dure.. ma
con il suo immancabile stile indifferente e strafottente.
Nonostante ciò ha ricevuto numerosi riconoscimenti: il
premio Annie Taylor per il coraggio, dimostrato nella
resistenza contro il fascismo islamico
(30_novembre_2005); l’ambrogino d’oro
(8_dicembre_2005); medaglia d’oro quale benemerita
della cultura, dalle mani dell’ex Presidente della Repub-
blica Italiana (14_dicembre_2005); medaglia d’oro del
consiglio regionale della Toscana (22_febbraio_2006);
fu proposta come senatrice a vita ma senza successo
nonostante le numerose firme raccolte per la causa
(2005).
La vita e l’opera di questa grande scrittrice e giornalista
stanno a testimoniare che non è sempre facile esprime-
re delle opinioni in dissonanza con il parere comune, ma
che ciò è necessario per l’dipendenza di pensiero e
l’accrescimento culturale di se stessi e degli altri.
Elisa Albertini - 1ªE
11
 RECENSIONI

La villeggiatura di Toni
Poteva essere una noia mortale,
tre commedie di una lunghezza to-
tale di tre ore e venti minuti con un
solo intervallo a metà del secondo
episodio. Sto parlando della trilogi-
a " La villeggiatura" scritta dal ce-
lebre commediografo Carlo Goldo-
ni; per la prima volta è stato possi-
bile assistere ai tre episodi conse-
cutivamente.
Toni Servillo già conosciuto per a-
ver recitato in alcuni film, per e-
sempio, La ragazza del lago e Le
conseguenze dell'amore, assieme
alla sua compagnia teatrale è riu-
scito a inscenare le commedie in
modo spettacolare, divertendo e
intrattenendo per tutta la durata
dello spettacolo un pubblico mo-
derno con uno scritto realizzato
300 anni fà.
E' stato possibile assistere alla
rappresentazione in uno dei teatri
più antichi di Milano: Il Teatro il
Piccolo dal 7 novenbre al 9 dicem-
bre. Carlo Goldoni fu spinto a scri-
vere queste commedie sulla bor-
ghesia veneta ispirandosi alle pre-
cendenti opere scritte dal famoso
drammaturgo francese del 1600,
Molier, di cui Goldoni era un gran-
de ammiratore. Egli scrisse alcune
commedie che prendevano in giro
gli stili di vita della borghesia pari-
gina del tempo, quindi Carlo Gol-
doni prese spunto dalle opere di
Molier e scrisse queste tre com-
medie che descrivono in modo
sarcastico i valori e i capricci della
borghesia emergente di Venezia.
Le opere illustrano in ogni detta-
glio le usanze dei borghesi dell'e-
poca che solevano andare a pas-
sare l'estate nelle loro dimore in
campagna, cercando di imitare i
nobili che diversamente si recava-
no in villeggiatura per curare i
campi durante il raccolto, invece le
famiglie di ceto medio che ricevo-
no le entrate dal commercio pas-
sano il tempo nelle loro residenze
intrattenendosi con giochi e per-
dendosi in intrighi amorosi e gelo-
sie, con fidanzamenti senza amore
combinati solo per motivi economi-
ci.
Alcune famiglie arrivano anche a
finire in disgrazia pur di non rinun-
ciare alla villeggiatura per paura
dei giudizi altrui e per non essere
da meno.
L'intero spettacolo è stato un gran-
de successo, il pubblico era dav-
vero entusiasta, alla fine della rap-
presentazione la platea non smet-
teva di applaudire gli attori, è uno
spettacolo che valeva davvero la
pena vedere.
Alessia Baker - 4ªC

Giorni e nuvole
Sotto il cielo marittimo di una Genova
attraversata dalle nuvole incostanti, leit-
motiv figurativo che disegna tutto il film,
Silvio Soldini traccia la parabola discen-
dente della benestante coppia Albanese
-Buy, che si trova improvvisamente im-
mersa nell’attualissimo limbo della pre-
carietà sul lavoro.
L’imprevista estromissione di Michele
dalla sua società mette sotto duro scac-
co l’equilibrio con la moglie Elsa, appas-
sionata di arte e restauratrice, e con la
figlia Alice. La vita “spezzata”
dall’impensata crisi economica e le con-
seguenti turbolenze affettive rimettono
in discussione le relazioni di facciata
che calibravano la compattezza di cop-
pia e familiare, ormai scivolata in lento
declino. La vicenda è semplice, rigoro-
sa, senza deviazioni di sorta, e lascia spazio solo ai riflessi
psicologici che da essa si riverberano; l’unico apporto de-
corativo è costituito dai motivi grafici discontinui descritti
dalle nuvole, che amplificano la dimensione tragica
dell’instabilità umana.
Soldini respinge una “messa in scena” macchinosa e pla-
sticamente filmica, affidando invece il suo dramma a sfon-
do sociale ad una narrazione grezza e senza accentuazio-
ni patetiche.
I tempi dello svolgimento e la scansione
cronologica, però, risultano forse un po’
rallentati dalla forte aderenza che la tra-
ma ha con la vita quotidiana.
“Giorni e Nuvole” è un film che non vuo-
le essere un film, un ritratto non suscetti-
bile della sensibilità dell’autore, un opera
non filtrata dall’intento artistico, ma piut-
tosto un documento oggettivo che pren-
de atto di una realtà ormai generalizza-
ta.
Le due figure portanti, sondate in profon-
dità dai vicinissimi piani sequenza, esal-
tano la veridicità della pellicola con una
recitazione informale. Albanese imper-
sona magistralmente Michele, un uomo
colto di mezza età che valuta tutto sulla
bilancia morale del lavoro e del presti-
gio, fino a quando, sepolto dalle angosce e dalla depres-
sione, si lascerà macerare inerte dal senso di inadegua-
tezza e di abbandono.
Margherita Buy invece, ricorrendo al consueto repertorio
espressivo, interpreta una restauratrice pragmatica e con
un fortissimo spirito di abnegazione, aristocratica nei modi
ma allo stesso tempo molto umile.
Rudy Salpietra - 1ªC

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