di

Mimmo
Elezioni all’italiana! Attanasi dimmitutto@teramani.info 11

In questo
Ancora in possesso del
SATIRA
diritto di commentare
fatti e notizie, butto
via giù un appunto sul

modo di ladri
manifesto elettorale, che
mi si è appiccicato sugli
occhi, sparato da un blog,
leccato sul giornale col
dito, mentre mio figlio con
una mano regge i mostri sulla PS3 e con l’altra lo punta:

(
…) “c’è una intima connessione tra certa politica e la `ndrangheta”. (…)
Così il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio
Calabria, Nicola Gratteri, ha commentato l’operazione.
http://www.ilgiornale.it/cronache/ndrangheta_azzoppata_cosca_maz-
zaferro_quaranta_manette_preso_anche_sindaco/cronaca-ndrangheta-reg-
gio_calabria-mazzaferro-clan-arresti/03-05-2011/articolo-id=520711-page=0-
comments=1
Dalla feconda provvidenziale contaminazione fra volontà politica e modelli fi-
gurativi di alta levatura morale, quali i gentleman come Scarpinando signurinu,
Totuccio, Don Calò, Zu Peppi Jencu (sembra il nome di una birreria praghese),
Mozzarella, Totò u curtu, Binnu u tratturi, Lucianeddu, Il Papa, Don Masino,
Lo scannacristiani, Don Tano, Sandokan, U Patri Nostru, Chiaschiteddu, che
seppure rimandano appena a quelle moderate dispute tra etnie, tribù afgane
dei Pashtun, Tagiki, Hazara, Usbechi, Aimak, Turkmeni, Baluchi, in realtà non
fanno altro che gettare ignominia sulla politica, i suoi intrecci, nelle sobrie
campagne elettorali nostrane, che tutte le volte si svolgono in un clima sereno,
in un compiuto stile british.
“Quello lì vuole scopare?!”
“Gli piace raccontare barzellette out of place”, faccio io, arrossendo un po’.
Negli anni ‘70, per spazzare via la vecchia politica, nella forma transitiva del
presente imperativo di un verbo, bastava raddoppiare l’uso della “P”, una P2:
Sco’pp’iamo?
Boom... e saltava tutto per aria!
Grazie al cielo, gli anni di piombo, sono lontani e di questi tempi virtuali, digitali,
racchiusi in una blogosfera, esplodono solo pensieri, opinioni, slogan e serial
mood. Mantenuti puliti dalla politica. Tante sono le scopate che si fanno, da
mattina a sera, pur di servire il popolo, che li ha “eretti” a rappresentanti. Da-
vanti, di dietro, a novanta gradi; a pompare con l’ugello, laddove solo con quello
ci puoi arrivare a spruzzo. Finanche a spaccarti la schiena, dal rinculo di mazza
della ramazza. Tanta di quella vasellina a ogni scopata, per non farsi screpolare
la pelle dagli sfregamenti. Sotto le scrivanie, l’ugello sempre a portata di mano,
semmai ve ne fosse il bisogno, per una scopatina veloce, prima di rientrare
esausti a casa, stravaccarsi sul divano e sorbirsi le scopate della moglie, che
pure lei, giustamente, assieme al marito onorevole, vuole contribuire a ripulire
“in questo modo i ladri”. n