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LA

CONFESSIONE
SAGGIO OOMMATICO STORICO
CON PREFAZIONE DELI.' ADTORE

IN

REPLICd

ALLE

CONFUTAZIONI

DEL MONACO BELLI.

TERll

EDIZIONE.

MAtTA
.1'. W. FR.\NZ, nPOGR.\FO.

t850.

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Era gia vicina a comparire al pubblico la lena edizionc ilaliana del Saggio dommatico storico sulla Confessione, quando mi giunse aile mani un opuseolo di 122 pagino seritte dal monaco Dr. Alessandro Belli in risposta al detto saggio, Fu immrdiatamente sospeso il lavoro per osservare se nella d.. sposta del monaco doUore vi fossero rilievi tali che meritassero rorrezioni 0 schiarimenti da ag~iungersi al saggio : .. dopo un attenta leUora deldiseorse del Belli ho creduto non do-vervi fare aleuna formale risposta:ed eeeore Ie ragioni • . In primo luogo r noma onesto, e molto meno it cristiano non deve mai rispondere aile ingiurie: it discorso del Belli rigurgita d'ingiurie da capo a fondo; e nella estimazione dcgli uomini prohi Ie ingiurie fanno torto soltanto a chi Ie proferisce. Le ingiurie non sono mai state ragioni ; anzi sono il segno che il torto dalla parte di eolui ehe si appiglia a sl vile sostegno per non sembrare vinto. Fermo nel mio proponimento di non rispondere mai alle ingiurie, una gran parte del libretto del Dr. Belli non dere avere risposta alcuna, La seoonda ragione per cui ho creduto non dover dare una risposta perehe it Sig. Bcllihascrilto in modoche. nel suo scritto medesimo vi c. la risposta a quello me pretende dire contro il saggio, Quando un uomo abile, rome credo sia it Belli, per sostenere la sua tesi II obbligato a falsifleare i passi della Bibbia, e travolgcrli in un sense tutto opposto al senso ovtio e naturale, ogni uomo di buon senso deve dire: que-st' uomo non aveva ragionij e perci« si servito di cos) misera bite artifizio. Per quello ehe riguarda Ie falsificazioni; il nostro Dr. Belli quando cita la Bibbia pone ordinariamente in corsivo Ie parole che cita, per dimostrare ehe sono Ie identiche parole delhi Bibbia: rna quale dere cssere III sorpresa del lettore. quando eereando nella Bibbia le parole dal Belli citate, 0 non Ie trova, 0 letrova wai differenti? Sarebbe rosa

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assai l"nga, ed equivarrehlle ad una rispos(a se si volessero qui notare tutti i passi falsificati; solo prego i lettori a non toler credere alla mia parola, rna confrontare sulla Bibhia i passi citati dal nostro doUore per persuadersi della nostra asserzione. II riu bello poi si ehe it nostro buon monaco (pag. 11) accusa I aulore del saggio di avere traciso ti e mOflchi i tcsti per troncamento studurto; e non pin di due linec dopo sciorina un bel passo di s, Paolo falsificato ; e nella pagina seguente un passo di s, Pietro interamente lrat'i.wtn P. mnnco per troneammto sludial,'. Un altro bell' esernpio di falsiflcazione si trova alia pag. 33 ove cita il passo del cap. XV. 2. di s. Matteo {doven dire v, S), nel qual passo Gesu dice cosl ai FarMl:' e f:oi pcrche trasaredite it cOlllnlldampnlo di Diu pel' la t'ostr4 tradizitme ] 110 it nostro dottore fa dire a 6esu ~ «( e roi perche abbandonate Ie tr~dizi:oni dei padri l'Gstri ,er sostitujrv] Ie proprie? » Si puo rispondere a chi osa cosi falsifIcare la s, Parola di Dio? Mcntre dunque io sfklo non solo i1 Bem, rna quanti controvertisLi romani vi sono a dimosfrarrni coo nclsaggio io abbia alterate, anche di una virgola, lID solo passo della Bibbia; prego i lettori di buona klde a riseoatrare nella Bibbia i passi cifati dal Belli, e fbrse, newure uno ne troreranno intierarnente fedele, Le interpetrazioni strnaganti, per non dire empie, che if nestro oontradittore di alIa Bibbict per trarla al suo partite, sono tante coo sarebbe rosa ben lunga i1 notarle tutte: bastera acrenname due 0 tre accio ognuno conosca abe un cristiano, il quale crede la Bibbia essere parola di Dio, non puo e non deve rispond'ere ad un noma me COS! stranarnente ne ahusa. II passo «ill cap. XVI v. f8 di So Matteo: t" ,Pi Pietr.o ee, mterpe(rato dal nostro Dr. benedettino (pag; f4) per fur dire in qoene parole a Gesu Cristo, ch' egIi Ita (onilato la ,ua cAirN, Pietro, e .1Il ponti{icato de'luoi Buuf'ssori. E alia pag, 25. interpetra cosi Ie III'.esse parele: « fi darb le ehiavi del regno. de' c!eli ~ a fe' !I91Tacui, come ~vt;a piet_ra, f1o-fondato la nna chiesa. » II letmre apra la Bibbla e grudicbi della interpelrazione del nosAiro huon monaco. A dimaslrare poi me la Bibbia ordina fa confessione dei peeeati fotta ad un prete, indovina~; se vi nesee di qual passo si serve il nostro contradittore 1 Egli cita i versetti 8, e 9 del cap. t. della prima lettoradi 50 Giovanni (pog. 56, 062.,) emettendo Ie _ paro~e prceedeuti, ehe formauo la base al .di-

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5 seorso, eioe: il
stfngue di Gl'3i, C"iI'lo ,110 /igli'tJOlo ci JflIPgS d' 0Ylli necraln, 1 versetti citati da lui dirono: « se noi dl-

ciamo che non v' peccate in noi inganniamo noi stessi, e la Yerita non ein noi, Se confessiamo i nostri peeeati, egli ( Dio) fedele e giusto per rimetterci i peeeati e purgarci d' ogni iniquita. » Giudicate voi, 0 Iettori, se merita una scria risposta chi da questo passo snol tram r obbJigo di eonfessarsi ad un prete! •. II nostro benedettino roe trae l'interpetrazione del Vangelo da Varrone, da Cicerone (pag. 28) e da altri simili, e che rimprovera I'autore del saggio, tacciandolo d'ignorante perehe non fa altrettanto, non puo fare a meno con simili guide di prendere degli ahbagli ben forti: egli pretende (pag. 62) ehe (~esn Cristo (Apoc. III. 19) dieesse al vescovo di l..aodicea di far penitenza, cioe, secondo il nostro benedettino, di confessarsi: rna non ha riflettuto, ne poteva riflettere che la paP rola greca P.!'ra.VOt2. come l' ebraica If,huba tradotta ordinariamente nella Volgata per pornite'lltia, non signilica penftenza; ossia macerazioni, digiuni, discipline ee., e molto meno sign ifica confessione al prete; rna significa racvedime1lto., emclIdazionr, canpinmento di volonla. quello precisamente che Lattanzio ha chiamata rp.Bipi.ccnlia. e Cicerone Pha espressa col verbo ,·e6ipiscerr. Interpetrare, anzi travolgere eosl la Parola di Dio per sostenere la confessione Ia prova la pin parlante per dimostrare che essa non solo non ha fondamento nella Parola di Dio, ma che anzi questa Ie totalmente contraria. Quindi anziehC rispondere al teologo benedettino , gli faecio di berretta, e 10 ringrazio per arere somministrata una prova ulteriore contro la confessione. . La terza ragione per cui credo non meriti risposta it dl. seorso del Dr. Belli· il perche egli siserve di altre armi che di queUe che ci sono eomunl, Che direbbe il Sig. Belli ad lin turco;: che col Korano ana mano gli volesse imporre la circoncisione? Sicuramente gli direbbe io non credo al vostro Korano. Ma it Belli sa che io non appar\engo alla ehiesa del papa, rna a quella del Vangelo, e ehe per conseguenza non ammetto punto I' autorita delle suetradizioni, ma ammetto r unica otorita infallibile della Bibbia; come dunque viene egli a portarmi innanzi le sue tradizioni e metterle al paro della Bibhia? I monaei, i frati, i preti questionino pure fra di loro colle tradiaioni, ma 1'10nvengano eon esse a combat-

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tere un cristiano che nelle cose di religione non ammeue altra autorita che la Bihbia; perche il cristiano sapra lore rispondere colle parole di Gesu Cristo (Matt. XV 7-~) « 1»8eriti, ben di voi profetizzo Isaia: dicenrlo questo popolo s' accosta a me ron la bocca, e m' onora colic labbra; rna il cnor lora lungi da me. Ma invanc m' onorano insegnando dottrine ehe son comandamenti d' uomini. » Ma il nostro contradittore per stahilire cotesta sua tradizione costretto arnmassare una quantita di errori da far pieta: ecco Ie sue parole (pag. 32.) « Iddio per i Patriarchi, per i profetl, efinalmente per il Figlio suo ha manifestato Ia sua verita agJi uomini e quanto era neeessario sapessem per la eterna salute; ma non tutto cio che ha rivelato, ispirando i sacri scrittori a cio eletti, ha comandato che fosse scritto; parte ha voluto ehe tradizionalmente s~ conservasse, stabilendo. un magistero conservatore di queste tradizioni perche niana se ne perdesse, e vegliatore perehe non si alterassero, di nulla dimi.nuissero della lora 'pnrezaa tanto nella sinagoga quanto nella Chiesa. » Come dunque rispondere ad un uomo iI quare pone per base IIn« altra rivelazionc, un altra Parola di Dio oltre la Bihbia? II cristiano non ha altra risposta a fare a questa talc che la risposta di s. Paolo (Galat. 1. 9) « Se alcuno v' evangelizzera oltre a cio che avete ricevuto sia anatema..» .ovvero dara per risposta Ie parole di uno dcgli u!timi versettl della Bibbia: « se alcuno aggiunge a qucste cose Iddio mandera sopra lui Ie piaghe seritte in questo Iibro, » La quarta- ragione per cni non mi credo obbligato a rispondere sono Ie contradizioni nelle quaIi cade it Belli. L' uomo che si contradice convinto .del torto; e se si eontradice pubblicamente iI' pubblico giudica del suo torto, per cui una risposta del tutto inutile. Notiamo di volo alcune delle pin potenti eontradieion]. Alia pag, 33.coRfessa che nella Bibhia non si trova Jadivina istttullione della confessione; e intanto in tutto il capitolo 2. ed in parte del terzo sostiene con passi della Bibhia, tradotti ed mterpetrati rome sopra si osservato, Ia divina isti1uzione della confessione trovarsi nella Bihbia: o. andate se possibile a, MsJlOBderea chi ragiona in questo modo t La confessione descriUa nel cap. V. di s, Giacomo, seeondo, it lul4trQ autore alla {lag. 29 I;I.OD ehe lin I,emplice modo tli·

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r-ralica're l' umilta ~ ma alIa pag, M quella stessa confessione di cui parla s.Giacomo e una istitu:ione e un preeeuo di Cristo che riguarda la confessione auricolare, precetto primament« promuigalo da Giar.omo Apostolo. Tralascio di notare altre contradizioni delle quali .abbonda il libretto, prego it Re". Dr. Belli a favorire (se altra volta serivera ) di notare bene quando dice Iii verita accio g1i Sf possa rispondere. La quinta ragione per cui non rispondo si perehe iI Dr. Belli mi pare (forse m' ingannero) uno scrittore di mala fede. Oltre Ie falsiflcazioni della Bibbia trovo nel suo libretto delle altre false citazioni: per esempio alia pag. 22 si cita un passo di s. Agostino "'acl. SO. in Joann. come appartenente alia eonfessione, mentre s. Agostino in quel Juogo non parla che del battesimo. Alia stessa pagina sono citate Ie parole del Concitio di Trento ove parla dei sacramenti in generale , r0me se le avcsse dette in particolare della confessione, la quale secondo 10 stesso concilio non sacramento.. rna parte di un sacramento. Asserisce (pag. 6, 7) come ne fosse certo che io ho abbandonala Roma nel 1849. mentre e noto ad ognuno che cio CU nel f 847: asseriscc che 11 mio abbandono della ehiesa romana stato pel' n!lOVO bQIlO1'edi posston! politicAP, mentre niuno ha potuto mai aeeusarmi di essermi meseolatodi politic». Sembra che it Belli fosse al mio studio' quando' seriveva i1 saggio; can tanta asseveranza dice che I'ho tratto dane opere di Calvino, e di Kemnizio copiandole fedelmente (pag. 80); rna due !inee dopo non piu vero questo, che it mio saggio altro non e che una ristampa dellibro dell' Eybel: eppure io non ho mai veduta alcuna di coteste opere; che i1 povero esule il quale si procaecia il pane col sudore della sua fronte non ha denaro per procacciarsi libri, Ma, per non andare piu oItre, asserisce pertino (pag. 1(9) che la..chiesa non interdice an:i inculca 10 studio delle s, S'critture. Ora come possibile di rispondere ad un uomo il quale dopo Ie due famose eneicliche di Pio IX. dopo it processo dei nuovi testamenti di Firenze ardisce asserire che la chie.a non proibisce ma inculca 10 studio delle s, Scritture' 10 conosco di non avere avuto ne i1 tempo, ne la volonta di riscontrare tutte Ie aItre dtazioni del nostro dottore, ma dane falsiflcazioni, false interpretazioni. e false asserzioni notate posso trarre argomento ehe cos\ sia anche delle eitazioni dei padri, e di

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g alLri autori: chi non ha scrupolo di alterare la parola di Dio, avra scrupolo di alterare quella degli uomini 1 Ecro Ie ragioni per Ie quali ho creduto non dover rispondere allo seritto del Belli; Ie quali ragioni ho volute pubblicare accio iI Belli e suoi non si vantino di avermi ridotto al silenzio, 10 amo .penore un" lancio. II mi.urarmi co] dottore cassinese, rna se do deve farsi, si faccia ad anni eguali. Perehe egli e suoi temono tanto la Bibbia 1 La Bibbia la parola di Dio; essa dunque sia I' unica arme del nostro combattimento: con questa unica arme aUa mano, venga il Belli, e con lui tutti i monaci, tutti i frati, tutti i preti del mOJIdo, e se colla Bibbia riescira loro convincermi di errore, 10 protesto innanzi a Dio ed a Ges" Cristo signor nostro Giudice dei vivi e dei morti, me io ritrattere immediatamente tutto quello che mi si fara conoscere non esser secondo la Bibbia, o essere contro la Bibbia; ma 6no a che mi si ·verrh inpanzi con tradizioni, con deereti di papi 0 di eoncili, io la8CCroagli uomini la parola degli uomini, e riterro per me e per quelli ehe credono in Dio la parola di Dio, Quando poi e il Belli, e il Pelutfo, e il Fei, e i preti, i frati, i vesrovi verranno contro di me con ingiurie e scomuniche, io certo nella mia coseienza di difendere e di ritenere la causa di Gem Cristo che ~ nella Parol .. di Dio, mi rallegrero per tali rose; avendomi detlo colui che solo infaJlibile, perehe Dio: voi saretll beali, Ijuando gli uomini v' avranno odiati II v' avrll1lno scomunicati e t'itupera'i, cd at'raRno bandito il 1)o$lro nOlne come malt'agio per cagi()ne del Figliuol d,U' uomo. Ralicllratct'i e Ballatc di lelizia in quel giorno: perciocche ecco It vostro premio grande nei deli: conciosiacoBaehe il silt.jgliaille (acesleTo i p"dl'i lora oi pro/eli Lue.

1'1.~.

~!

I) Aprile 1850.

L. DES.\NcnS.

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LA CONFESSIONE.
SAGGIO DOMMATICO STORICO.

---===f)J==-ACLI Ir.4LL4NI.

E A VOl, 0 miei confratelTi di patria, ehe dedieo questo mio piccolo lavoro. Religione e Patria sana i due pcnsieri della mia vita; uniflcare e incamare in Italia questi due pensieri; I' opera alia quale dovrebbe por mano cgnr-buon cittadino che sa l' uomo essere di gran lunga superiore al bmto; pereM ha 'Un' anima a salvare; perehe ha una patria a difeRdereo Gli atei e libertini sonostati sempre iI ftagello della Patria, come 10 sono stati i Papi, Gesu Cristo, il benefattore divino dell' umaniU. ha portato nel mondo iI suo Vangelo di pace, per far gustare all'uomo su questa terra un saggio anticipate di queUa felicita ch'Egti preparava ai suoi eletti nel eielo, Ma i preti s'Impossesserono (lei codice divino ehe iI Cristo aveva lasciato al popolo, e 1& dissero proprieta loro esclusiva; 10 raffimxmarono da prima, 10 deturparono poseia a 10m talento facendovi tante aggillnte, da ridurlo simile all' abito tacoonato dell' arleechino. Confessione, messa, indulgenze, purgatorio, celibato, primato e infallibilitlt dei papi, inquisizione e simili altre cose, tanto sono nel Vangelo, quanto la tolleranza religiosa nel Corano, La eorruzione del Va~elo I' eperadi diciolto seooli; opera di un partito grande e compatto; di un partlto eM unico nei secoli di barbarie teaeva la chrllVe Mia· 'scienza; e che ha saputo profittare dei tempi. dei Illoghi, delte' ~tsene: Quale doveva essere il resultato di tanti tenebrosi maneggi ,. Una fUD~esperienza ci ha co~vinti c~ dai~ti venuta I' oppmISIOne del mondo; eh' esst sono 1 fabbri: delle eatene the pesanb sulla oppressa U1nanita. " ." .: .' .' L' uomodle dai semplici ratti trae precipitose'le eonseaoenze suDe cagioni di essi: siceome sente l' oppl'e'Ssi9ne de; 1JMt a nome deUareligione, erede ohe daUa religiene ,.~II. spotismo, e bestemmia Ia' religione santissimadel tristo. ·lta-

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Iiani! non imitiamo una nazione di eeecssi e di stranezze; rna siamo semprc simili a noi stessi, I Papi, i preti ci hanno resi schiavi, han cercato, e eercano annientarci: e noi generosi come i nostri padri, caritatevoli come si conviene a' cristiani, riduciamo in polve iI loro usurpato trono, rna con dignitoso dispregio lasciamo in pace Ie loro persone, Essi ci han reso schiavi, perehe hanno abusato del Vangelo; I' noi rivendichiamo iI Vangelo del Cristo, riprcndiamo la pura religione che iI grande Apostolo delle gcnti predicava ai nostri padri, e squadernando il Vangelo suI viso ai preti, saremo assai vendicati se Ii vedremo arrossire, e rintanarsi. Italiani fratelli! molti di voi mi conosrono: rna a chi non miconoscesse fo noto, a' mio rossore salutevole, me anch' io ho fatto parte di quel c1ero centro il quale ora scrivo ; di quella chiesa corruttrice del Vangelo; rna non spuntava ancora la prima lanugine suI mento, rhe giovanetto di fervida immaginazione assunsi l' abito clerical I' , pcrsuaso in huona fcde di giovare cos} alia patria che ho sempre caramente amata, e ehe nel mio csilio il mio secondo pensiero, dopo Dio. Persuaso che iI solo Vangelo potesse apportare felieits, eredci seguendo il cherieato, seguire pio da virino iI Vangelo e rendermi cos} utile alia umanita, alIa patria: rna hen tosto mi avvidi dell' errore. "er seguire Ie benefiche istituzioni del Yangelo, io mi era associato ad una rongregazione di chicrici per loro istituto dedicati al sollievo della umanifit sofTrente, e che hanno per insegna iI sublime motto dell' Uomodio (Giov xv. 13.) « Niuno ha maggiQre amor di questo, di mettere la vita sua per i suoi amici. » Ma Questa islituzione, come tutte Ie altre, dl'genere dai suoiprincipi, .non piU ora che una iporrita apparenza. AI primo apparire del mieidiale morbo asiatico in ltalia, pregai ed ottenni di olfrir la mia vita al sollievo dei mtei frateIli come mi comandava il Vangelo, e I' ospcdale temporonco di S. Bartolommeo in Genova, (t835.) e l' ospedale del Laterano in Roma (t837.) mi accoJsero per tutto il tempo ehe duro il morbo nelle loro mnra; e quei mcsi posso dire essere stati I' unico tempo felice della mia passata vita. Dio peril non volle accettame iI sacrifizio, forse per riserbarmi strumento di on qualche bene pei miei confratelli ltaliani: se cos}, ne ringrazio la sua infinita misericordia.

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10 gill da lunga pezza aveva potuto conoscere Ie infami soperehierie dei preti, e gli attentati che i papi avevano commessi contro il Vangelo: ma cosa dovera io fare? dichiararmi apcrtamente, come poscia ho fatto, non me ne senti va il coraggio: mi sarei esposto all' alternativa orribile, odi cadere nolle mani dell' Inquisizione, 0 di dovere abbandonare la cara patria j e nell' uno e nell' altro caso nOR poter giovare ai miei compatriotti. Seelsi la via di mczzo: restai in patria e mi occupai tuttuomo alia predicazione popelare, per moralizzare il popolo ,c renderlo capace di aseoltare Ie verila del Vangelo. I condannati aile galere, i prigionieri, i militari, e la elasse inferiore del popolo era la porzione eletta del' mio apostolato; gl' infelici, e i semplici mi sembravano il terreno piu ferti,le per gettarvi la sementa evangelica, " Per quanto pero eereassi operare con cautela, non potei soltrarmi agli occhi di lince dell' inquisizione. Sebbene ap~rten~nte (involontariamenle pero) a quel trihunale non potei fuggiro ad un proeesso e ad una condanna. Nel protocollo del 184-3. nel mese di ottobre, e registrato il mio processo e la mia condanna. Fui accusato di avere esternato sentimcnti di poco rispeuo per il papa, .di non crederlo vicario di Cristo, e di avere tendenze italiane, Le accuse anonime furono ricevute dal Cardinal Lambruschini, il qoaleJe rimise al tribunale dell' inquisizione eon ordioc di depormi dall' uffIcio di ParrQCO,e di esiliarmi dai statiromani, e questa sentenza dcreva essermi int~mata. prima di .aSCt?ltarmi ne~ CO;l'tiluti,e scnza ammeuermt a difesa, Non rl dlfensore de} rei, cheera prete, ma il fiscale laieo, si oppose a coslinfame procedura, ed ottenne che almeno fossi aseoltato in uncostituto. Fui asooltato; n~ln ebbi la viltil di negare, ma non ebbi neppUfe il eoraggio di sostcnere arditamente Ie mie eonvinsioni ; rna ravvol~cndo Ie mie ri&postein equivoei, e adducendo contro Ie a~use I fattl, della mia istaneabile prcdicazione, e delle aItre fabche eeclesiastiche- chesosteneva, ottenni .ehe fosse eambiato Ia sentt;nza di deposisione e di esilie, in' ,un preeeuo di non parlare PIU come aveva parlato souo pone ad ",'bjlri,o, e nella reclusione di dieci giOl'Di in uneoevento di gesuiti. Superata OOSI questa procclla, io era osservato dai delatori del S. Ultizio, e quindi doveva agire con ,ma~iore cautela, lI}a ,ta!c mai DO!l f!1' da siuggire i spessirimproveri dci supe; non, 1 quah ml dlcevallQDon ,pot.er, .comprendere COOle SA

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potosse accopplare 11 tanto zclo per il bene altrui, tanta poco arnore per Ie dottrine della ehiesa, Intanto comparve Pio IX, I' s~mbrO per un momenta proclamare una delle massime del Vangelo, iI perdono: l'Italia rrsto attonita e commossa; i tiranni ne furono spaventati : si crede che un papa avesse potuto far di nuovo trionfare iI eodice divino; e questa quasi generale persnasione produsse i mali sotto i quali oggi la povera patna gerne, 10 era persnaso ehe Pio IX, per ignoranle dabbcnaggine, non per buon volerc, avesse potuto produrre un miglioramento politico nella mia patria; ma nello stesso tempo vedendo un papa alla testa di una rivolueione, e iI popolo seguirlo con Ianatico cntusicsmo, vidi chiaro che non vi era principio di richiamare in Italia iI puro Vangelo, e la santa religione dei nostri padri: onde con Ie lacrime agli oeehi abbandonai Ia cara patria, feci sacrificio alia mia convinzione religiosa del mio posto, degJi onori, del titeli, degli amici, dei parenti, e mi gettai volontario all' esilio in braoeio a quella Provvidenza che mai non abbandona chi oonfida in Essa. Nel mio esilio ho fatto aperta professione del Vangelo, ho puhhlicato Ie ragioni del mio abbandono della ehiesa dei papi m una lettera al mio antico superiore, in quattro lettcre al Cardinale Vicario del Papar ed in un giomale che sto scrivendo, espongo Ie doUrine del Vangelo, gli errori della chiesa di Roma, la storia dei suoi papi; e dimostro come )' Italia non polra essere felice flno a che non riprendera I'antica religione dei nostri padri, il puro Vangelo. Ma tali pubblicazioni non mi sembrano sufficienti, anzi mi sembrano assai lenle onde provvedere per quanta 'desidero ai bisogni religiosi dei miei eari oompatriotti: percio incoraggialo da una pia soeieta interessata al bene della penisola. imprendo ora a trattare parlitamenle di aleuni particolari errori della chiesa di Roma; di quegli errori specialmentc che hanno servito e che servono di stromento di tirannia, di despotismo, e di oppressione ; errori assolutarnente oondannati dal Vangelo. Primo fra questi iI domma e la pratiea della confessione; e da qui incomincierit la serie di queste pieeole mil' pubblieazioni. In questo saggio [ebe non oso chiamare trattato per la sua brevi til ) esporrb, la ronfessi9ne dei peccati fatta ad un prete, non selo non essere basata sui Vangelo, IDQ cssere lnvece

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opposta alle dottrine del Vangelo : essere Conte di corruzione pel clero e pel popolo, essere uno spionaggio perpetuo ed un iversale, essere l' ostacolo per cui flneM dura tale pratica sara impossibile ogni riforma civile durevole. o miei confratelli Italiani , non l' ambizione 0 I' interesse temporale muove la penna del povero esule; che queste due passioni mai non banno allignato in me; e it mio volontario esilio, e it mio abbandono di tutto, lie sono una prova parlante ; rna solo it restro bene. 10 non vengo a dirvi come vi dicono i vostri preti: « lasciate a noi i beni della terra, e vi daremo queUi del cielo: » rna vi dico: prendete il Vangelo, attaeeatevi a colui che ha delto; « venite a me voi tutti che .iete stanehi e travaglial.i, ed io vi consolere ; » ed allora avrete la felicitil neUa terra, e quello chc piu menta, II' feli-

cita etema,

Malta 15 Settembre f8i-(). L


DEB~CTtS.

-~-.

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LAC

0 N F E SS, 0 N E.
CAP. I.

Cos a

la con{,·ssioflr.

IJ. t.lTttHIllMo del concilio di Trento (f) deflnisee eosl la confessione dei peeeati che chiamn sacramentale: « una acelisa dei peecati che apparticne al generc di sacramento, (alta a fine d'impetrare il perdono per la virtu delle ehiavi, » (2) Non un teologo protestante ehe ha formulata questa definizione, non neppure lin partirulare teologo della chiesa romana; per cui si possa aecusare I' autore 0 di falsitil 0 d'ignoranza; rna la chiesa romana medesima che nel sno eatechismo autentico ci manifesta quale sia la sua dollrina sulla confessione, Crede dunque la chiesa romana, secondo questa definizione. due cose empie, I'd assurde insieme: Ia prima che iI perdono dei peccati s' impelri per mezzo della confessione: I' altra, che iI perdono dei peeeati si dia in virtu di eerie chiavi che la chiesa romana pretende sola possedere. Vedremo in seguito I' assurdita ed empieta di tali doUrine; per ora ci basti averle avvertitc, Prcsso i Protestanti la confessione la manifestazione delle nostre r.olpe falta a Dio, non come a colui ehe non conosce i nostri peceati, rna come a padre amoroso, cui piaee vedere i suoi JigJi umiliati a suoi piedi, riconoscere e confessare il loro errore: non per otten ere da un uomo il perdono delle olfese falte a Dio ; ma per ottenerlo dal Dio delle misericordie a cui solo spetla rirnettere i peccati (Marc. ii.) La confessione dunque presso i caltolici romani non ehe la manifestazione delle proprie eolpe ad un uomo peccatore, per mezzo del quale si crede ottenerc iI perdono da Dio: presso i protestanti la confessione delle nostre colpe a Dio, per ottenerne iI perdono per mezzo del sangue di Gesu Cristo. In quattro modi si usa la confessione presso i protestanti:

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(2) Con(euio ,acramentali, eat peccatorum accusatio, quae ad ,acralne,.ti genus pel·tinet, eo .wt:cpta ul t'CniC!1R 1:irtllle clavium impetrelnul. loe. cit.

(1)

r.al" ec, Conell,

T"i,l. part.

H.

num,

50. de ','c".

rrenit.

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J3 pubhlica confessione: .il seeondo la confessione segrcta; il tetzo la confessione al Ministro; it quarto Ia confessione al laico. Per crn non fosse istruito in questi diversi modi di confessare i propri pcccati, che si usano nelle ehiese riformate ne daremo hrevissima spiegazione; 10 che servira anche per ridurre al nulla 111 calunnia dei preti cattoIici, i qnali .spargono nel popolo che i protcstanh non si confessano. La confessione pubbliea usatanelle ehiese protestam] almeno ogni Domcnica quando iI popolo si aduna per il servizio divino; }lion si puo fare a menu di non sentirsi comm05SO fino aJle lacrime, trovandosi J.>I!ra prima volta, dopo l csser.e useito dalla .ehiesa di Roma, In una chiesa protestante nel momento dellaeoafessione: tutto iI popolo umiliato innanzi a Dio che vede i-cuori, siegue la' concessione che il Ministro fa ad alta voee a nome del popolo: ti sernbra di vedere Mose, Giosue, Daniele. 0 Nl'hemia quando eonfessavane innanzi a Dio i peccati del popolo; e ti sernbra, come allora, veder scendere it perdono da I Padre delle rnisericordie: quelle fervide espressioni di dolore, di emenda, di dispiacerc per I' offesa fatta ad un. padre amoroso, non possono seendere suI nostro cuore senza commuoverlo e oonsolarlo. Addurrcmo lid esempio la formula di cofcssione che si usa nella Chiesa ItaIiana di Malta. . . « Faceiamo ora, 0 dilettissimi, colla umilta del pubhlicano la eonfessionc di nostre colpe innanzi al nostro Dio al qualc sono palesi i nostri cuori: e confidandonei meriti infiniti del Redcntor nostro Gesu, imploriamo dal nostro buon Padre celeste iI pcrdono delle nostre colpe passate, e la grazia di non piu oITenderlo per )' avvenire. » . (( OnnipotenlC Iddio, Padre del nostro Signor Gesa Cristo, Creatore .di tutteIe cose, Giudice di tuUo il igenere umano: noi umiliari innanzi a Te quali figli traviati comessiamo le nostre col pc, con Ie quali abbiamo trasgredito ie tante volle la santa tua legge, ed abbiamo oITesacori pensieri. con parole, COif opere la loa. Divina Maest.1. Conosciamo, oDio di bonta; di avere provoeata Ie mille volte conlro .di noi la giusta tUll ira. Ma· oea eeeoct, ·0 Dio delle miserieordie ," penmi a tuoi piedi, detestando di tutto cuore i nostri peeeati, la di eui ri':; membranza ei eassai dolorosa, e it Ioro peso insopportabite. o Padre delle miserioordie abbi pieta di noi per amor del

il primo modo

e la

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16 tuo Figlio e Signor nostro Gesu Cristo: tu ci perdona Ie nostre trasgressioni, tu ci assolvi dai nostri peeeati, 0 Padre celeste,. tu che tutto ,puoi, e, che pe~ tua misericordia hai promt'SSOil perdono del peecati a tutti coloro che con sincero pcntimento, e con vera fede si convertono ate, abbi pie!..'.di noi: ci perdona, e ci assolvi da tutti i nostri peccati, ei conferma nella fede, ci forlifira in ogni benta, e fa die in avvenire possiamo camminare in novita di vita, e giungere al posscdimento della vita etema pet Gesu Cristo Signor nostro. Amen. » . La confessione segreta si usa dai protestanti nella preghiera privata; quando seguendo l'insegnamento del Signor nostro Gesu Cristo (Matt. vi.) ci ritiriamo in segreto a pregare: aIlora il fedele compreso dalla grandezza rli quel Dio, alia presenza d4 quale si trova, apprende la sua miseria, conosce la suaindegnit8, e come il prodigo figlio, cade prostrato innanzi al padre amoroso, e prorompendo nell' espansione del suo cuore in lacrime di pentimento, confessa innanzi al suo padre il {lroprio peeeato, e ne riporta il perdono; caparra del quail' e quella dolce consolazione che mai non si pruva uscendo da un confessionario della chiesa romana, La confessione al Ministro anche usata nella ehiesa protestaBle. Quando il cristiano si trova inquieto ed agitate per 10 stato dell' anima sua, ricorre allora al Ministro, il quale per la s~la ,lion atrettata gravita, e per Ia sua immacolata religi~ne, isptra la oonfiden~ !II JlCC!l3tore:allora, aJ!re la sua COiIcleBZ8, rlomanda eonsigli di salute. Quanto e diversa quee sta ronhione da quella che si fa ai preti eattoliei. romani! II protestante dal Vangelo che il solo Dio quello cbe rimette i peccati; e non va dal Ministro, come i cattolid, per riceveme l' assoluzione, rna per riceverne come da uomo piu religioso ronsigli salutevoli, ed aiuto di preghiera. II protesIDDle non aver Cristo volute tiranneggiare Ie anime obbligandole a manifestare Ie proprie colpe ad un uomo peecatore, e volontariamente senza esservi obbligato: ehe non ha bisogno di portare un esatto inventario perfino' dei pensieri i piu cxculti; di non dover snbire un impertinente interrogatorio; di non essere assoggettato ad lID infame delatore, ma ad un uomo pio e sperimentato al quale volontariamente $i assnggett.1; e per i eonsigli, e per Ia P':cghiera dell' uomo piA) si umilia innanzi a Dio ron lui, prende rer\'ore nella pre-

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tapricci9. La conCessione al laieo si usa nella chiesa protesr.ant.e Beeeado I'insep.amento di S. Giacomo (S.Giac.· v, I&}in clue maniere; 0 per consiglio, q1landfl uno ha ta81a fiduaa uella pieta di un altro da maniCestargli 10 stato della sua anima per riceverne .consiglio ed aiuto di peeghiera; 0 quando uno eenfessa ad un altro i suoi torti per ouenere perdono, Dal fln qui dctto a me pare aver rlato una idea, 8Uffieente

ghiera, e trova IlCl ministro il CratelIo ehe piange oon 1t1.i; non il giudiee die 10 rampognl, e 10 assolve 0 condanna a

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onde far conoseere cosa sia la eonfessione tanto presso i eajto'ici, come presso i protestanti. VedialBo ora se la Parola di Diu favorisce la conCessione dei cattolici. CAP. II.
La conf""inne

TOB.Iana, notl Iw fugdamento

dr. IIIccati cit Ii fa Rella chie .. C4Uolica netla Parot« di D.o.

IL pm' grande teologo della chiesa romana, n piu gran difensore degli abusi paJ!3Ji, Tommaso d' Aquino (I) parlando della confessione coo 81 pratif8 nella chiesa romana, rnen.tre vuol sostenere I'istituzione divina della eonfessione , e obhligato a convenire che tale jstituzione non si leg~e nella Bib. 00. L' ill8enul eonfessione di Temmaso d' AqulDo e dispia~ ciuta al gran eontroverslsta gesnita, al eardinal Bellarwino, il quale ha Ironto "istituziQne della amtc&&iQnefino dal terzo capitolo della Genesi, ~ ha trovato i confes5iOllari nel paradiso terres1d!. PIS' dare WI saggw della stranezza di eodeste taologo, edell' abuso dl/lta Bibbia che Canno i controversisti rom.aoi, areennerO alcuni passi alidotti da Bellarmino in prova della confessione auricolare. Nel capo iii. della Genesi e, seeoado il Bellarmino, dove si parla la prima volta di confessione auricolare come rosa necessaria ad ottenere il perdono dei peccati. Ma non osservava il buon eardinale, .che lil non VI era ua prete per ~ (I) III 811-. Tbe .. lor. .upplecnenLU. arl. 6. • .1 2. I( Przcc. , ....... de coofeasione fllIlI tIIIl _!.boIDine primo iuoti ....lJJroj· qualJlvi, .ll • lacobo ('I"OIOI.ll'I'lulII;ted a Deo i!llUIUliollcm babuit; quam. vi, expreua ip"u. ill»lilUlio DOD legoiltur.» 2

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f~ nunziare su di loro' una formula di assoluzione, pronuncia nna sentenza di eondanna, 'Un altra prova della eonfessione auricolare istituita da Dio, Ja trova iT cantinal Bellarmino nella ostinazione di C.1in<1 (Gen. ir.), it quale nega sfocciatamente il suo peeeato allo stesso Dio che tutto vede.Oh r il bel modello di confessione che dava aile sue penitenti iI zelante gesuita r Con la me. desima teologica fantasmagorla fa vedere, a ehi 10 vuol credere, III confessione aurieolare descrittanel rap. v. del Levilico, nel cap. v. dei Numeri. ein tutti quegli altri luoghi ove nel Pentateuco si parla della lebbra. Non semb-a possihile che la stranezza, per non dire la sfrontatczzn teologica abhia potnto giungere tant' oltre; .rna, iI povero Bellarmino era gesuita, era cardinale, bisogna perdonarlo: a tali sorte di persone e tuuo permesso. Altronde, si trattava: di stabilire bene una delle pictre angolari dell' edillzio dei papi, ehe i riformatori avevano SCOSSO, ed iI difcnsore di Roma si attaccava , Non meno strane si rnostrano Ie prove chc i teofo:d romani tr8'8'~o 'dal Nuovo Testamento, per dismostrare I' istituzione dh'ina della confcssione auricolare: Nel cap. iii v.G.deli' Evan~o di S. Matteo e detto , che Ie turbo di Gerusa- . lemme 'e dei dintorni andavano a Giovanni it Battista: « ed erano bitltezzate eonfessando i Ioro peccati. » Dedurre da quesoo passaggio I' istituzione della confessione, sarebbe 10 stesso ehe dedurreiI dominio temporale del papa dal passo di S. Giovanni rap. xviii. « il mio regno non e di qnesto mondo: » iI buon Bellarmino non redeva, 0 fingeva non vcdere Ie assui'de eonseguenze che disccndevano dal suo raziocinio. Poniamo tlifatti che in quel luogo si vogHa alludere alia' eonfessione ; ne vClTebbein' eonseguenea che Ia eonfessione non fosse neeessario' farla ad un prete; percheS. Giovannl non 10 era: ne verrebbe per eonsegnenea che si dovesse fare in pubblieo non in segreto~ ehe- si dovesse fare 'solamenlenell' alto di ricevere il battesimo; che il concilio di Trento avrehbe errato q'Uando'ha- detto· ehe Gesu Cristo istitu\ la (',6nftssione dopo fa sua risurrezione; quando ha : delto che e istituita per i peeeati commessi dopo il battesimoj e eento altre non ~mene
assunle cl)l!s··gurnz.:'.· . . a! rruelle arml, che aveve. . eolfure' Je confessionl <Ii Adamo e di Eva: i quafi, anzicM confessare il loro peccato, 10 scusarono; e Dio, invece di pro-

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II fatto della risurrezione di Lazaro, posto in schiera dai teologi romani, fra Ie prove della eonfessione auricolare: uscito Lazaro dal sepolcro aveva Ie mani ed i piedi fasciati (Giov. xi.) e Gesu ordino che si sciogliessero: dunque, dicono con logica tutta loro propria i prcti romani; Gesu volle con cio indicare che ai disccpoli 51 apparticne sciogliere coloro che per la grazia di Dio risorgono ; dunque ecco .una chiara prova della eonfessione per divina istituzione, Tralasciando di mostrarc il ridicolo di tale argomcnto, 05serviamo soltanto, che non ai discepoli bensi ai Giudci, che erano a consolare le sorelle di Lazaro, GesiI ordino, di sciogIiere iI risorto amico; quindi, se dovesse da quelle parole dedursi la far.olta di sciogliere dai pcccati aecordata a coloro cui si ordinava di sciogliere Lazzaro, ne verrebbe per necessaria ed immcdiata eonseguenza, cbe i Giudci avesscro ottenuto simile poterc, Non nostro scope fare un trattato compTcto su questa materia: quindi crcdiamo sufflciente aver dato questo piccolo saggio, per dimostrare qual sia la logica dei tcologi romani per stabilire le loro dourine. Un esamo piiI serio perb meritano alcuni passi del Nuevo Testamento, che sono I' Achille dei teolozi romani, per slabilire deflnitivamcnto la confessione auricolare di diritto divino, Primo si prcsenta iI passo del capo xvi, di s. Matteo v. 19: « ed io ti darb Ie chiavi del regno dei cieli I' tutto cib che avrai legato in terra sara Iegato nei cieli, e tutto cib che avrai sciolto in terra sara sciolto nci cieli. » Non vi chi non sappia I' uso cho la chiesa romana fa di questo tcsto: il vero cavallo di Troja. il magazzino di tutte Ie sue invenzioni, Da qucsto teste ricava iI primato del Papa. la potesta di assolvere 0 di ritcnere a capriccio i peccati: <lalla quale potesta ne nasce I' assolutismo papale non solo in questa terra, ma anehe nell' altra v ita; prctendendo potel' il papa cseludere chi vuole dal regno di Cristo. Di qUI Ia -potests delle indulgenze e I' assoluto dominic sul purgatorio per f)Q.tcr sciogliere e liberare da quella prigione chi mcglio paga: rli qul I' autoritiJ di sciogliere da qualunquc ohbligazione, da quaJnnque promessa, da' qunlunque gi·uramento; di qui Ta potesta di suseitarc Ie guerre dcponend I i sovrani, e seiogliendc i sudditi ddl dovcre di ohbedienza: e s 'omunicando a loro volta i suddili secondo gl'interessi della corte papale, ehe .s.i

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20 ehiamano interessi della ehiesa e della religione: di qul mille' altri assurdi che lunge sarebbe iI riferire. Noi esamineremo questo passaggio per quello che riguarda la confessione, Gesu Cristo in questo .luogo fa una promessa a S. Pietro, la Quale promcssa realizzata dopo la sua risurrezione, come ci dice S. Giovanni nel cap. xx. d~ suo Yangelo : quando cioe Gesu, la sera dello stesso giorno di SUi! risnrrezione , mentre i dil.c~poli ,er.ano radunati, si p'rrscnto in mezzo e disse loro v. 21.: « pace a voi: come tI Padre m' ha mandato, eosl vi mando io: » e detto questo somo loro nel viso e disse loro: « ricevete 10 Spirito santo. A cui voi avrete rimessl i peeeati saran rimessi, ed. a cui gIi avrete ritenuti, saran ritenuti. » Tutti i teologi romani, e 10 stesso concilio «Ii Trento, convengono che Ie parole citate del cap. xvi. di S. Matteo, ricevono la loro forza dalle parole del cap. xx. di S, Giovanni. Per intendcre dunque il vero signiflcato di queste 'parole, vediamo prima di ogni aItra cosa a chi sono esse dirette. Sc sivolesse dire chc al solo Pietro sono dirette queste parole,si contradirebbe alIa lettera del Yangelo che nel C.1p.xx. di S. Giovanni le dice dirette ai discepolt: se si dira che nnellc del cap. xvi. di S. Matteo erano dirette al solo Pietro -diremo ehe quella non era che una sempliee promessa; che lutta intera la chiesa romana ne conoscesse l' adempimento nel cap. xx, di S. Giovanni: diremo infine che Ia ehiesa romana stessa conviene la potesta detta delle cMal'; del cap. xvi. di S. Matteo' non essere altra eosa che lapotesta di sciogliere e legare, cine di rimettere 0 ritenere i pcccati; rna siccome non al solo Pietro stata data questa petesta: dunquc quclle parole non sono dirette al solo Pietro. Fin qui eonveniamo con la chiesa romana: rna ora ineominciamo a disscntire. Essa, fondata su certa sua tradizione, sostiene che quelle parole fossero dirctte ai soli Apostoli ; noi fondati sulla stessa Parola di Dio crediamo che fossero dirette a tutti i fedeli. ' S. Giovanni (cap. xx. 19.) (lice assai chiara mente ehe Gesu 51 presento in mezzo ai ,/isrepoli, soffio loro sui viso, I' disse loro: ~icevete 10 Spirito Santo ctc. Che poi per la parola Di.cr~oh. debbano inlendersi non j soli Apostoli, ma i seguaci tutti di Gesu Cristo, apparisce assai chiaramente dal eontesto. Dal momento della morte di Gesu Cristo i di lui discepoli si

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21 tenncro per aleun tempe costantemeJlte radunati in gran numero: quesLi discepoli non erano i soli Apostoti, ma erano intorno a centoventi persone (Fatti i, 15.) r.omprese anche Ie donne. Anzi il giorno stesso delta risurreeione erano tutti i discepoJi radunatiinsicme colle doime' (J,uc.xx~v 9.): era la sera deUo st6SS0 giorno della risurrezkme, ei dice S. Giovanni (Ioc. cit.) che Gesu diede tal facolta ai suoi distetJoli: ma in quella sera. non vi erane in queJla radunansa i soH Aposloli, bensl, tutti gli altri disoepeli, e Gesu non fece eeeeeione altum, ma a tutti disse: « come il Padre m' ha mandate, cos! vi JIIa'ntJo. io • • • • ricevete 10 Spirito Santo: a cui voi avrele rimesso i peeeati saranno riwssi, ed a cui gli avrete ritenuti saran: ritenuti: » dunqne Ia fllcolta di rimettere e di riteaere i peecati nOR fu data' ai. stili ApostoJt ma a tlltti i discepell, efI anche aile donBe cbe ellano ('on loro. Che quellil sera della risurreeione non fossero nellnogo ove apparve Gesit Cristo i soli A:postoli, rna eonessi totti gli altrio ce 10 diee ctaiaralDl'rlte S. Ii.UC8. 1'3p' xxiv. 33-.: dunque agli Ape!IIoJ.i.cd It queHi che erano con 101'0 GcsU· disse quelle parole. Ma egli e 'certo ehe quando Gesn 0 glt Apostol; rlieono qualche COlla che riguarda general mente i discepoli, debha intendersi di qual unque luogo, e di qualunque lelftJlG: dunque non essendovi nulla nelle citate parole. che ne restringa il senso ai soli Aposloli. 0 a quel Mcpoli ehe erano prescnli. ne siegue ehe la potesllt di assolveee, 0 di ritenere i peecati, C stata aceordata a tutti i diseepoll del SalvatOre di urui i tempi e di tutti i Iuoghl, Ma.qttali -80M i di~Ji del Salvatore? Sentiamolo Ita Gesu CrislA> medesimo: <.'< se voi perserererete nella mia pa..J'Ola~- oi Sare!ll veramen~ miei· diseepoli : » Giov. viii. 31. v « sa voi. dimorate in me, e Ie mie parole dimorano in voi ~••. sarete Iiliei discepoli. » Giov. xv. 7, 8. « da qnesto conosce.. raMO tutti che siete miei discepoli, se avtete amoee gli ani agli' aUri. » Giov. xiii: 35.· « chiunque nen porta la sua, eroce,e non viene dietro It' me non plIOessere mio discepolo. » Lue, I:i\l. fr1~ e 008} iii molti altri lu6ghi del Vangelo. Dun ... true avendo· Gesil Cristo at.tOrdala la poliest3 diJlimettere, 0 di ritenerc' i peOOati a' tntti i sum distepeii Iii tutti i tlll'llpi, €Ii tutti i luoghi, cd r disrepoli di- Gesu Cristo esseftdo co\O!o· i qnali perseverano nella· parola di Gesn, Cristo. di1norano m GcsiJ Cristo, si amano scambievolmeute, e portano con Gesu~

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(:risto la eroce ; ne siegue che tale potesta non potesta esclusiva dei preti, rna Iii tutti i veri Cristiani. Dunque , si chiami pure a sua voglia cristiano, cattolico , protestante, prete, Ycscllvn, Papa ; se non su:'tun discepolo di Grsu Cristo serondo i caratteri che il Red-ntor« d~ de' suoi discepoti, non avra la facolta in discorso. Dunque iI passo citato non prova nulla in favore della eonfessione, A maggior chi~rczza di questa interessante dottrina diamo I' intrrpetrazione di quel passo, iI quale statu reso cosi oscuro, perche si ~ voluto f~r dire a Gesu Gristo quello che mai non ha detto: interpetrazione che non eaveremo dall' oseuro laberinto dei padri ; rna dal ehiaro fonte Ii('lla stossa divina parola. La celebre dichiarazione del Signor Gesu Crhto. non indira gih il potere di un .uorno peecatore di rimettere i peceati ad un altro peccatore; rna indica I' arnmirabiIe potenza inerente alia divina parola, alia parola di vita, che tutti i veri fedeli portano seeoloro, risplendcndo come luminari nel rnondo: (Filipp. ii. 15.). Questa la potesta di scio~li('re e di legare. di perdere e di salvare, di perdonare e di ritenere i peccati: potesta In quale non e propria di alcuni uomini. De cornnnicata ad essi da altri uomini, rna propria Iii tutti i diseepoli di (lesu, Cristo, non perche sia una potesta unita a loro, rna attaceata alia divina Parola, alia Parola di Gesu Cristo che dimora nei suoi discepoli, all' Ev~('lo di Dio che agli uni salvezza, IIgIi altri condanna, come c' insegna la Scrittura ( 1. ai Cor. i.1S. 2. ai Cor. iv. 3. ). S. Paolo non si era trovato nella riunione dei diseepoli , quando Gesu Cristo diode loro iI potere di rimettere e ritenere i peccati; eppure confessa di avere questo potere, e diehiara quale csso (2. ai Co-, iv. 7.): 10 chiamatesoro affidato in vasi di argilla , cioe agli tiomini; rna affitlato a lora acciocehC I'ecoellenza di questa potcnza sia di Dio, non degli uomini: rna questo eccellente potere sccOn(toS. Paolo la predieazlone della divina Parola, del Vangelo di G('Su.Cristo. Ecco quello che lega e sci08lie. quello cite rimettco ritiene i peoeati, quello che apre o chiude le porte del cielo: ecco la celebre potesta delle chiavi data ai veri -dlseepoll diGesu Cristo: qriesto I' unico senso nel quale possa comprenderSi questa grandlssima attribuelone data alia sua chiesa da Gesu Cristo. E eosi che S. Pietro usO prlmo di queste chiavi nel giomodellapcntecoste quando apr} il regtlQ dei eiell sulla terra; cioeaggiunse ai discepoli inter-

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paroladi salvezza, e li ritenne a eolero che quella parol a non accettarono; e eosl che 10 stesso Apostolo chlama tutti i veri fedeli saccrdoti, perche a tutti e stato date di predieare le virt. di eolui ehe dalle tenebre ci ha cbiamati aH' amlllirabile sua luee (1. di S.~Pietro ii, 9.). I passi. dunque me lisa Ia ehiesa rom!Jlla a prov. della sua -eonfessione nulla giovatlGa1la 60 causa: Ia confessione dunque dei peeeati onIinata dalla·chiesa romana non ha fondamento nella Parola di Dio. , _ Nulla dicodell' altro celebre passo tanto tlSato dalla chiey romana- « tutte lerose che avrete IC8ate sopra I. terra sa~ ranne legate nel eiele , e lutte Ie cose .che avrete seielte sopra la terra saranno sciolte nel eielo » (Matt. xviii. ts.): sarehbe un prendersi giu(lCOdei lettori dando una quaJehe forza aqlieSto passagg;o; il quale e cvidentemente diretto a dimostrare i1 perdono scambievole che dobbiamo darei Bell. st.aJll.. e bicvoli .oftese.. ' CAP. ilL
La Pal'ola di lJioe cO!ltral'ia alia ronfelsionc I'lIccati slabilita nella chiesa romano. !lei

a trcmila persone (FaUi ii•. 4. f. ) .par ml!ZZG della sua prodicazilJlle evangeliea : e eos] che rimesse loro i. peecati per la

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_ PER non essere Iunghi di soverchio in questo nostro piecole 'aggio, tralasceremo di riportare tutti i ~ssi del vea:hio It)stament.o, Dei qaali s' insegna ai peeeaton il modo di ottencre il perdene dei peceati, sensa neppure accennare Ia confessione lit prete. Due argomenli eonelneentissirai abbiam« Del Nuov, Testamento contro la confessione aurieelare : il prime c l'argomentQ negativo, I' altro e I' argomento positivo. . ., J: .rgomento negativo e di grandissima forza.nel nostro easo: impercioche, trattandosi dicosa necessaria a salvezza, della sc:ronda uvola dopo il naufragio, come la chiama it concillo di 'frento; ~ell' uniro mez~ lit ottenere. i1pcrdono dei ~ti comme8St dopo II battesimo, Gesu Cristo, 0 almeno gb AJlOc stoli avrebbero- dovuto parlarne chiaratnente aecio niuno si fO§§l! potuto ingannare in C6SiI ditanta importanza. Del battlDO, della S. Cena abbiamo .assai chiara }' istituzione e r U:O.nei tempi. di Gesu Cristo e degJi Apostoli: ora, perehe nOD : parla mat nel Nuovo Testamento della confessione, Ia quale, _ceondo la chlesa romana, c piu necessaria a sarvczu della

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stessa comunionc? Noi vecfiamo nel nuuvo Testamento gli ApostoJi baUezzare, em stessi, e i primi fedeli ricevere la cena del Signore; perehe non yedialllo mai !$Ii Apostoli in routessiollano? Peiebe quei primi fedeli 111m non si confesslrvalJO 'f I: .i\JlO6te19 Paolo dest:rive minutamenfe nelle sue lettere a Timoteo e a Tito., .riditi i doveri dei VCSC!Ovi, preti, del diadei l81ii; Jlllerdlll fra "~9ti dcweri .011 vi «luello di a~ltare Je confess_i dei fedeli, e di assoh-erli? SI Pietro, S. Paolo & tiJHi gli aIm AJlOiIC6li porIano di tutti i doven .dei fedeH; perche non parlal'lO del' dcJwre· di manifestare i JelfO peMlti ad un prete 50 vogiiOJlO esscre salvati't -II sofo S. Giacomo cap. v. 16

s.

parla <Ii ana certa mafcssione; rna pam della, eonfessione me dobbiaJllO'fam srambievolrnente dei lIoseti Iortr quand'o sraD) in questione con qnalehe Cr.atello, non gia della confessioae ehe de[)ha farsi ad un prete. ora so'la ronhsione fosse un 88eramentol se (osse_ MeesSaTia rome dire lil thieIa NmHlla~ at potrel)be snpponre ehe lie Gesti cristo,. ne gli ApoStoti ne avessero' parlato f Questo argomento negative e per me cosl forte, che mancando anche ogni altro argomento basterebbe a mmostrare la confessiooe non essere necessaria a salvezza. Ma abbiamo anche argomenti positivi ~e q~ eensistono nei CaUi. nelle parabolc, e negl' insegnamcnti. '. I fatti. Gesll Crista rimessc a molti i pcecati senza aseoltare Ie Ioro con~sioifi, e senza mal'ldarJi a oonfessare-lta!fli Apostbli. II paJ'alitico' ottetme Ib refIlissiooe dei' peMltf da Gl!sil ('AI((); solo per la fede senza fare Cflfti!!lSionedisortlJ al(ftJQa! Marro ( ii. 5.): Ja' dMiRa peccatrir.e f Lnt •• ii. 41--50; ) otten~.· Gest'J Crist-o- scnm rot'ifessione ale'nllll 13 remilsioRc -dei suoi moJti peceati ~e Ges-u tfire in quena omasiOm che non fa ~ione, ma la Cede, e I' amore satr.l1'(JOO !JUclla dO"",1. Jilttheo k«e t ...... r altm me fa oonfessioM! df soe colpe p«r otten ere it pmfono; rece ami la Sn3 apologia ('toe xi!:.) ed' oietune it perOOno «ei suoi peccatf da]' Rooentbre. perebl'! credeya in lui; PieCr.& ~nla eonf'essione ot!enne it ~~o del' soo r§"Ilvissimo poocatO I':Oft un sol) sgnardo del Si'grtore ( Luc. nil. 6f.) Poole ir -peIMlUtore ottenne Ta remissione ~i 8uoi~i Sl!nlla,1a dlJbtessi.ne: e se fu mMldato dal tt,iscepolo Anania! ( Fatti' ix:. ). CD fiJ pereM ricuperasse la visW. Un solo fatto ci si cUi. de}- n:8O'ro Testa.:.. menlo nel' ouale'sia stata ordinata fa conCessione aurit1O~ eome condizione n~ssaria ad GUenere it perdone dt!i peetati e 1101 ci darcnw. p~ v.inti.. .

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23 Ma, el si potra dire, Gesu Cristo non era obbligato soCtoporre a rondizione alCuna il perdono che arcordava egJ.i stesso: e l'eI'O, noi riSJlOlidiamo; JIta perchC non trovja~(). tin sol faUo di perdono acrordatO da Gesu Cristo a chi non «fen la fede 1 Dal ehe ro~ludi.tDG cAe sirrome neppsre Gt'sU Cristo, ha- voluto perdeoal'e i petc:ati It chi' non aveva Iii fede, ne sirgae, la (ede esscre una condiziooe RCCessaria al perdono de' peeeati: dunque nOlllrmandosi neppure un fotto nel quale si sia da Gesu. Cristo ricerea4a ,18 confessiMe dei peecati perdare iI r;mono, ne coneludiamo, Ia e6lftfessione non essere una etIDdniOBe nooessaria per ol&cnllre il perdono. Le parabOle del VanlJl!lo mentre sono I'insegnamento il pili stthHme, MlOO ItdIIhe I'insc'gllalllen«() il pin esatto. Esse erano pronumiate dai' Redentore per spiegare le Mle 'sublimi dottrilie; onde esse mat 1R8ncano di chiarezza. Se vi saranno dunque parahole neUe quaH si sp.i la' s&bljme dottrina dena remissione dirt pemati, est faccia Ia eonfessione Cana al prete, 'eeR! t'utta' ragione noi mremo questa' eonfeesione non mete stii1lata Ga. Geso trist. eosa Rt!('.Cssaria.e pcreiO esc!1 usa almeno l!OJIIerosa iflutile; Sia prima Ia parabola del Pubbli-eano: (Luc. xTiii.) il pubbl;r.ano in fundo aJ tempio umiliato., non innanzi ad un prete, ma innanm a Dio « Ii batteva iT peUO Modo;: ff Did Iii jJfiltafD inverso di me peccatore ~ » e quelt pubblicarro fu @'jiustifbto. Dunque la fede, l'umiltlt. iJ pClIlillll!i!tti-, Ia. oo.ftssiOlle a. Dio, lIOn gi* aWuomo, sono I., IMICtSiIfaIlic ,eoncfizioni al perdOft& dei perorti, nOll gia Ia eonfeaione;· ' JI. citp<i xv. di S. Lnea e destiaaro illfttamentt ad iosegruint Ia mteresslDltissilna doCtrina tfel'pemono' dei peeesti. Due paw rahoJe IIJIptJrfa GesU. 'Criilto per spiegare' toJla maggiore pessmilt chiai'en& qUesta. dilttrilla: la prima e Ja parah81adella pecora murttrita; neMai qaaJe sf de!!&ift i[ peeeatore ehe : pi.. f.oIIDlt aWotic;, daR.' tlJD3Je' parallela trae questa ~: ((' £eIrl f; diao ,yi sm't. lIt.1e~za' appe: gtiaJlfll!Ii iii DiO· pet 1rtJ, tfJ'bforll pelIilerml. '» B pent.imertt~ dimque' the ' D380t daHa'f.ne;nonla eGnf'essiene aWuomo,e fa oondizidneposta dll'flesti Cristo, pet' ottenere iI jJerdono del peeeato.. L" altn. p*aOOta e ,queJia dei·figt.io disroli:i. nella Ifuale piil chi...... mente. dltsc!ri'te- it Rlldentore 'q'Oelto; cht!1ebba t.tre Il ~ tore JieI! ottf'llere il. suo perdono, e- nep;lrre qut, si faimottIJ di conCessioneall' uomo, ma solo diCOllfessione a Dio desi..

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gnato in quel padre ('os, miscricordioso. Non 3vcndo dunque parlato di confessione all' uomo quando avrebbe dovuto neeessariamente parlame se fosse stata 0 necessaria. 0 utile; porta neeessariamente l' eselusione di questa condizione. Ma con maggior chiarezza la esclude assolutamente nella sua doUrina. Nella orazione che ei ha insegnato a rare 10 stesso Signor GCSll Cristo (Matt. vi. 'e Luc, xi.) ci diced. pregare cosl.: « e rimettiei i nostri debiti come noi aneora II rimettiamo ai nostri debitori: » elm dunque Ie coodizioni ehe c'insegna necessarie ad otten ere ilperdono; la fede, per cui crediamo che Dio possa, e voglia perdonarci; la earita, per I. quale noi perdoniamo a chiunque ci abbia otfeso. DifaUi dopo I'orazione, prosiegue ad ammaestrarci cos\: « se voi rimelterete agli uomini i lor faUi, it vostro Padre ceteste rimettera ancora a voi i vostri. » Dov' e qui 1.1 conCessione ad un prete? Se la confessione ad un prete Fosse neressann avrebbe detto: se voi perdonerete ai vostri fratelli, e eonfesserete ad, un prete i vostri peccati, ne otterrete il ptl'dono. Dimostreremo in appresso quali condizioni preeise abbia poste it Signor Gesu Cristo alia remissione dei .peeeati: 'per ora ci basti osservare che da questa condizioni e attalto eselusa la confessione al prete, .. . Prima di salire al cielo, nell' ulthno discorso che Ieee GesU agH Apostoli, parlo loro deU'interessantissima doUrina della remissione dei peccati, come era insegnata nelle Scritture dall. qllali non votle mai allontanarsi. Allora era il tempo di par" lare della confessione come condizlone necessaria .11 pen:iono: mil mveee parla della remissione dei peCcati.ehe si farebbe per Japnidicazione nel suo nome: eeeo 1e parole di Gesil Cristo riportate da S. Luca cap. xxiv. 46 47. « E disse laro: ros\ e scritto, e cos\ conveniva che il Cristo sotrerisse. ed al term giorno risuscitasseda morti, e che nel suo Nome si predieasse penitenza e remissione dei peccati fra tutte Ie genti.» E qui dobbiamo notare, che non avendo, in questo luago specialmente, parlato di confessione sl deve intendere' cite I'abbia assolutamente csclusa: impercioccbe sono gJi ultimi ricOrdi ehe dava it Salvatore ai suoi discepoli: non si puo dunque snpporre che abbia dimenticato di parlare di una cos\ interessante dottrina: parla della remissione de' peeeati, e non della ronfessione; dunqne la eonfessione €I eselusa dalle oondizioni RStaSari.e per ettesere il perdono.

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Nei capi ii. c iii. dell' Apocalisse, Gesu Cristo rimp'rover" quei setto Pastor], di alcuni loro peecati, c gl'jnsegna II modo di riceverne la remissione; ora qual c questo modo? l.a confessione ? Mai no: ma iI ravvedimento: dunque la confessione c assolutamente csclusa dal Vangelo. Cosl Ia intendevano anche gli Apostoli. S. Pietro Fatti x. nella prima predica fatta ai gentili parla del domma fondamentale della rcmissione dei peeeati, e ne patla cos\: « Egli Iliesu Cristo) ei ha comandato di predicare al populo, e di t-stimoniare eh' egli c qnello che da Dio c stato eostituito Giudice de'vivi e de' morti: a lui rendone -testimonianza tutti i Profeti, chechiunque crede in lui riceve remission de' peccati pcr 10 Nome suo. » S. Paolo predieando in Antiochia (Fatti xiii. ~ annunzia in questi termini s, 38. iI domma della remissione dei pec;.cati: «, Siavi dU!lque no~o,; Cratell~, che per eostui ] Gesu Cristo) v' e annunztata remissione del peccab. » Possibileche S. Pietro, iI quale ha trattato tanti puntidi domma e. di morale, che S. Paolo, il quale ha insegnato lutto quello me riguarda la religione, che ha fino parlato di eose apparteneDti alia disciplina, non abbiano parlato di un domma cosi interessante qaale sarebbe quello della ccnfessione 't Ma tutte queste autoritit, ei pofra dire taluno, non formano che un a~omento negativo; impereioeehe nessuna di esse eselude, nornmatamente. Ia confessione, Se aleuno cos\ ci opponesse, risponderemmo che in taluni casi, eomenel nostro, la Corza dell' argomento negativo c tale che equivale assoJutamente ad un argomento positivo.' In secondo luORO diremmo che il non avere.ne Gcsu Cristo, ne gH Apostoli parlato di> ronfes6ioDequando dovevano parlarne, e un argomento positivo contra la confessione. Difatti.r ne Gesu Cristo. ne RH· Apostoli lasciano ale una delhi eondizioni nece&Slrie:alla remissionedei ptl£('Alti r era parlando di tutte le altre, e non parlaudodella confessioae, ecbiaro che questa: condi1{ione' iene'esolusa. Quando v la llibbia ci dice, che in tutt' ahto- modo ehe eolia ronhsi(}JIeal . prete, noi olteniamo da Dio la remissioDe deipeccatl. escJude assolutamenle tale cpnfcssione. Dunque non solo Ia Bibbia non e perIa confessione come si usa nella cbiesa romana, ma e aa.. solutamente contrari~ .

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CAP. IV.
L" ckiesa dei primi 6ecoli Ii conn-aria a'la con{cNione auriculare. Mol la chiesa romana non potendovantare per se la Parol a di Dio nel suo domma della eonfessione, potra almeno vantare per se I' uso dell' antica chiesa? A sent ire i suoi teofogi la confessione aueicolare era in uso fino dai tempi ap!>slolici, e poco 1BIHl<'4I ehe non abbiano messi i loro confessionaH Del eeaacolo: rna non e piiI iI tempo d' iinporre con audacia : la storia della chiesa, non Ie eiarle dci teologi, ci guidino nella ricerca della verita. , Due furtis&imi argOmenti ci di1l)OStrlillo la Chiesa, dl3i priche mi Jeeoli non eonoseeva aJ.tra eonfessiono che nuella si usa, an('huai n08tri tempi presso i I'rotestanti, come abbiamo dotto net imo. ctIpitoto di questo sag~o.1I primo argomento 10 d,8UnMamo .dai fRlti; il seeondo dalla testimonianza dei cos}.detti padr della chiesa. Incominciamo dai falli EgI1 ~ UD' fatk,. ineorrtestabfle, che niunu dei santi plktlli incominciando da Clemente Bomcmo fino a' Bemamodi Chin3valle, si.sonomai ronfessati, neppure 81 pnnto della 10f() Wl'6rte :, C sehhrrte afeuni di loro, rome Cipriano, I'd Agostino, stene) morti eoilli seomuniea del papa, neppure al punts di mollte h.1Ineereato un prete per' conft'ssarsi, e riceverll I' assfflUGli{)1it'~, E ",11\ osse"iamo IIIrontradizione, e la varill2ione dena thiesll tOIilIlm8 nef suol dommi: ai nostri tempi coWsl6Jio· oon sohmwnte ilon aVl'ebbero potnto essere canonizzati, rna nepp"~' ;M-I'b&ro potulo 111'~ ef.Clesiast1easepoltura, perche morti v()I&I'Itariamente sen1J3ronfessioDe; eppure per !fuei Illmpi Ill'al1O' $Int~ ma non solo santi. bensl padri, e dolton della cbie$!I. Mil chi, ei as. sleura. mi 8i dim, cite quei santi padri steno 1II0J1li sentlt eenfessarsi? La storia rispendo. . '. . • •.. UIi3 OSIIeTvazione ltU.- storja ci persmldera ali evlden'1.adi S (JUestaverltA. Dal IV. roncilio di Laterano in poi, in tuUe Ie' vite dei santi troverete ripetuto fino aHa nausea. I' uso della ronfessione auricolare; si vedra ch' essi, speeialmente vicini a morire, si confessavano ognl giorno, ed anehe piu volte al giorno: mentre nelle vite dei santi avanti iI detto conciIio non si

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29 nomina mai la eonfessione. Apriamo Ie eelebri vit.. dei santi padri del deserto. S. Paolo primo eremita resto nel deserto per circa novant' anni senza vedere nessuno, prima di morire vide S. Antonio. rna non si confessOda lui. sl pere~ la storia non I" dice sl perche S. Antonio era laico ; dunquo pfrnIWant' anni -non'si confesso mai, e morl senza confessione. Maria Egiziaea celebre peeeatriee, ando al deserte senza conlCssarsi, visse molti anni senza vedere anima vivente: vieinn a Illorire dice la storia, Dio Ie mando 8. Zosimo prete -per darle la comunione; la comunico senza confessarla; dunque anch'essa fu santa senza confessare i snoi grandissimi peecati mentre avrebbe potuto farlo. Cosl, per non dilungarmi. di niuno di Ifuegli eremiti si legge che siasi mai confessato: dunque allora non era aneora in uso la contessione, Ponzio Diacono serive 13 vita eli S. Cipriano Vescovo di Cartagine colla maggiore possibilr esattezza ; nulla laseia di quello ehe faeesse, che dicesse, 0 che pensasse iI StlO eroe: eppure narrando tutte Ie di lui occnpaziuni episcopali, mai dice che attendesse ad ascoltare Ie confessioni deifedeli. S. Cipri'IDo morl nella scomuniea ehe aveva ricevuto da papa Stefano; era dunque neeessario che per salvarsi, secondo i princip! della ehiesa romana, si fosse confessato, ed avesse ricevuta I' assolnzione; e se citi avesse fatto Cipriano, iI suo storioo non avrebbe maneato di narrarcelo; ma neppnre una parola ci dice Ponzio Diacono ehe alluda anehe da lontano alia confessione di Cipriano: dunque Cipriano, ne mai ascolto Ie altrui eonfessionl, nc mai egli stesso si·confessOal prete. Gregorio di Ni~sa serive rolla maggiore possihile esattezza la ,-ita di S. Gregorio Veseovo di Neoces1rcB, deserive Ie piiI minute aZiOllidi lui; e non mai vediamo eodesto Vescovo intento ad aseoltare le altrui confessloni, ne a fare la propri« ad unprete, neppure in punlo di morte, Gregorio di Nazianzo osserva il medrsimo ·silenzio tessendo la biografia dei Vescovi Atanasio, e Basilio. Paolino Vescovo di Nola, osserva 10 stesso silenzio nella Vita del suo maestro S. Ambrogio. Severo Sulpizio storico di S. Martino di Tour neppure nomina la confessione, mentre descrive le pin minute azioni del suo eroe. Palladia I' Teodoreto scrittori degni 4i tutta fedI', nella vita diS. Giovanni Crisostomo, non solo non dleono ehe iI loro eroe non si confessava, ne ascoltava Ie eonfessioni altrui, ma riportano inveee le ragioni che adduceva il Criso-

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30 stomo: centro la coniessione al prete, che allora incomineiava au introdorsi, come vedremo. Po.ssidio serivcndo la vita di S. Agostino osserva il mcdesimo silcnzio; e cosl potremmo moltiplieare all' inflnito Ie citazioni per dimostrare con qucsti faUi ~e niuno dei padri dei primi seeoli della chiesa ha ascoltato le. altrui eonfessioni, ne fatta la propria. Pere noi sfldiamo i preti della chiesa romana a citarci un solo. Iatto ehe ci dimostri uno. diquei cosldetti primi Padri della chiesa, it quale abbia aseoltato le altrui confessioni, 0 egJi stesso si sia oonCessato. Passiamo ora al secondo argomento che riguarda Ia testimonianza che rcndono questi Padri della dottrina della chiesa del loro tempi intornoalla eonfessione al prete, Tertulliano nel lihro della pcnitenza al cap. x, definiscc. la confessione nelto stessomodo come la definiscono i protestanti, e la dottrina diquesto padre intomo alIa confessione non divcrsifica punto dalla noslra dottrina: (( la eonfcssione dc,i peecati, dice Tertulliano , e quella colla quale confcssiamo il nostro peccato al Signor nostro, non come a colui ehe non 10. conosee, ma inquantoche questa confessions dispone alIa sodisfazione; da questa confessione nasce iI pentimento. e col' pentimento Dio si place, » (1) DUDO"lle, ccondo Tcrtulliano, s la sola confessione dei propri peccati a Dio, e necessaria al cristiano per ottcnrme it perdono : dunque Tertallianc esclude la eonfcssione al pretc, . S. Ambrogio nel lib. x, Sill Vangelo di S. Luea parla della pcnitcnza di S. Pietro rscludcndo la confcssione del suo. peecato : (( Pietro, cgli dice si pentl, e pianse; impcrciocche pceeo come uomo : Non trovo scritto ch' egli dieesse alcuna cosa; lrovo che pianse; leggo Ie di lui lacrime, non la sua sodisfazion!'. l) (2) S. Ambro.gio. dunque pensava che il solo pentimente scnza la confessione, fosse sufflciente ad ouenere il ferdono. dei pcccati. ,
Ezomologesis est, quae df'licttlm Domino ROstro io",," non quidem ul ignaro, Bcd quatelltu latil/a'CIi" cOfi/esBione d;sponilur, con/nsiane pOI'nite,.tia noscitur'. pOf'n;'elltia Deus mitiqatur, Tel tull. de 1'oen. rap. x, (2) Petrus doluit, et /lel'it, quia erravittl' lIomo. Non j,,vrn~o qll~d dieerit, invcnio quid /levrrit: lacrimas ejul leg". latllfacllonem non leqo; ,\,"1> r". IiI> lI.. iu Luc, . (t
~f1t,ljr,

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Un solo falto abbiamo nell' antica chieS'll cqe provi I' 1150 della conCessione al prete: ma questo fatto in luogo di proYare qualehe cosa in favore della confessione della chiesa romana, prova anzi tutto it contra rio. Eeeo iI fatto come (, riportato dai pill eelebri storici Ecclesiastid Socrate (f). Sozomeno (2). e Niceforo Calisto (3). Eusebio non parln R1ai di eonfessione, perche al suo tempo non era ancora introdotta. Nelle grandi citta, per lusso religiose, si era incomincinto ad introdurre I' uso ehe vi fossc nella ehicsa un prete destinato ad aseoltare le confessioni dei fedeli. Poco dopo I' introduaione di simile abuso, iI prete Cu scacciato, e abolita quelII .conCessione: ed eeeo come eio accadde: riportercmo le parole stesse di Socrate in italiano •. . « Nella stesso tempo (Inno 383) piacque abolire i preti delle ehiese, ehe presiedevano alia penitenza;e eiO per la seguente ragione. Dopoche i NOY8ziani si erano separati daUa chiesa per non voler eemunicare con quelli che nella persecuzione di Dccio arerano apostatato, da quel tempo i Vescoviaggiunscro a11'alOO ecclesiastico un prete penitenziere, afflnche col oro che avevauo pcccato dopo iI battesimo eonfessassero i loro peceati innanzi al prete a cio stabilito. La qualeistituzione anche ora si mantiene pressale aItre sette. I soli HII1110Iuiani (4). ed i.Novaziani, chel· convengono nella fede di quelli, han rigettato il prete penitcnziere. Ailzi i Novaziani neppure da principio vollcro ammettcre questa.aggiunta, lla gli Homonsiani, i q oa It ora tengono Ie ehiese, avendo pt;r aleun tcmpoconservata questa istiluzione. final mente ai tempi di Nettario Vesoovo I' ahrogarono a cagione di un certo dclitto eommesso nella chiesa. » Qui siegue Socrate a fare narrazione del delitto ehe fu cagioneal decreto di abrogazionedella confessione: il delitto fu iI segueute. . Una nobile signora di Costantinopoli si confessOdi aver malfatto oon .un certo diacono di quella ehiesa : iI fauo, dettoin sigmo di confessione, si divulgO tosto; il Diacono fu seaceiatc ; \\ popolo si soIlev'; contro il clero come corruUore di oneste m.a.

.,inila del SiSuor GetU CristD.

".'·.110

. ~ H. E. lib 11' .. rare 28. . (~) Erano ehiamat] Humou,;a"i. 0 cnhsllalanz'aU.li ·quelli ,~e accellnta I. definizione del coneili, Niceno iOLtl',OO allalh-

t)H. F. Iir. 2) H., F. t!h.

~:~i. cap.

"'. =r- f9.

If'.

.•.

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:12 trone, Atlora un tal prete per nome Eudemone per5uase n"t'eSCOY,(J Nt'uaria ad aboHre il pretepenitenziere, e stabilire che eiaseuno secondo la propria coseienza si aocostasse alIa COIIlunione. II faIW e pcr se abbastanza chiaro per dimQlltrare I' origiae della confessiolle, e come fusse aoolita Jll'rehe non stimata neeessaria: tuttay·ia non sara inutile fare 9U questo faUo aleune riOessioni. . In primo luo~ la vema del fatto narrate egualmente da tre gravissimi sterici e tale ehe la stessa chiesa remana non ha roai ardito negarlo: IIbbiarno dunque in questa controversia il vantaggio che la ehiesa romana non potra negarci leeonsegnenee, a meno ehe non discendano dal fattoohc e fuori di questione. II pubblico dunque giudichi della nostra togica. Prima consegnenza: la conft'ssione'nonobbligavatutti i peeeatori. Uno solo era il prete dPStinato ad asooltare Ie confessioni: ora chi pliO mat pensare che un solo,confessore fosse bastato ael' aseoltare Ie eonfessioni di tutta I'immensa cilta di Cosbntinopoli1 Dunque si andava da lui nei soli casi straonlinari, e vi andava scltanto chi voleva. Questo Pt"fte non ascoltava Ie confessioni se non ehe nella chiesa: ora bisogna rineltere che a quei tewpi la chiesa era aperta nel solo tempo dei divini offICi: allora nelle ehiesc non si facevano Ie visite al sacramento,non vi erano De madonne, nC santi, ne reliquie da adorare-; non vi et'1fIO tridui, non novene, non. messe private. rna sl andava alia chiesa 8010 nei giomi e nelle ore delle pubbliche adunanze; quindi pin ehe mai si restringe il tempo concesso al penitenziere per aseoltare Ie confessioni; e pill che lIIai e dimoatrata 18 impossibilita di ascoJtare Ie ronfessiORi IIi tutti i cristiani di una JIOpOlosissimacittll. Dunque la cont't-;gsioneera tibera e non oilSeconda eonseguenza: dal fatto in disoorso risnlta la eonfessione non essere ne d'istitumne divina, fte d'istituzione Apostolica: impereioeehe, dice Soct-ate, cbe fa istituita nel tempo, ed all' octaSione dei Novllziani; lila i Novaziani lion comparvero ehe : dopo la meta del terzo serolo: dunque per due secoli e mezzo tutti i cristiani mcrieono . sensa Confessione: dunque non fu necessaria a salvczza: dunque la infallibile de6nizione del coneilio di Trente. me la ooofessione aurieolars sia necessaria a salvena, e ralsa. Daile quali due prime conseguenze, e daUa maniera di lsprimersi di Socrate, semhra potessi chiaramente dedurre cite
bligatoria, .

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8esta' consegnenza: la confessione fu abolita sul fin ire del quarto secolo per I' autorita di N(!ttario Yescoro di Costantinopoli: dunque era creduta una cosa indifferente, Quella chiesa che in quei tempi aveva fatti tanti concili pel' sapere se dovcvano 0 no ammettcre alia comunione i lapsi (gli apostati ); per sapere in qual giomo dovesse eelebrarsi la Pasqua; se si devessero 0 no ribattezzare gli eretici; non ne avrebbe fa'tto. uno per sapere se si dovesse abolire Ia confessione sc non . I' avessecreduta una cosa total mente indifferente, e che non meritasse I. pena di essere discussa in cencilio t Se vi .fossc ' 3

vezza.

in una grandissima citta non potcva servire che per un qualche particolare peccato nonmolto comune. Ahbiamo osservato che fu istituita nel tempo della qnestione rril Iacbiesa 'grande, cd i Novaziani; perche questi non volevano C<lmunicare con· eeloro ehc: avcvano apQStatalo ncll~ persecueionc: sembra dunque che la .grande chiesa per modo di concilillziooe aggiungesse laeonfessione per il pcccato diapostasia, Conft~rmlt questa eongettnrn I' espressione di Socrate, il lfnale dimclle fu lstitnita la eonfessione per i {"psi (caduti) dopoil 101'0 battesi-no : ora la parola lapsi sebhcne generica, in allora .non si~nilic<'va che la caduta nell' apestasla ; dunquo qllella confessione era per i soli apostati, Quarta conseguenza: ei dice Soerale' che alsuo tempo, (nel quinto secelo ) la ronfessione si conservava solo presso gli eretici: dunque 'nel quinto secolo la eonfessione era un segno . di eresia: e se tale era allora come poi divemrta scgno di VCTO crlstianeslmo't come sono divenuti poscia eretici quelli che nonriconoscono ~a confessione al prete rome necessaria a salvezza? Ma di queste metamorfosi Ia ehiesa romana e piena : quasi tutle Ie dottrine da lei aggiunte al Vangelo sono state inventate dagJi eretiei, e impugnate dai padri. Quinta eonseguensa: Socrate ei dice che ta dottrina della confessione una dottrina agginnta : N.lm N.H"aliani, ne in'itill quidem. supplementu1/! hoc admiserunt. Dnnque Ia dottrina della confessione non dottrina della Bibhia, non dottrina.degliApostoli, non dottrina dei.primi seeoli della ehiesa, rna una aggiunta fatta dopo: dunque non ne di divina, di aposlolicaistituiione: dunque non necessaria a sal-

33 h eonfessione fosse istituitapel' il solo peeeato di apostasia. Inrpereiocchc abbiamo gin osservato, che un solo confessore

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.tato if menorno duDrJio inforno aDa sua necessits, un V(scovo avrebbe potuto cosl aboliria scnza incorrcrc la censura dcicolleghi? E j) papa il quale scomunieava S. Cipriano pereM sostencva essere neeessario di riflllttezzare gli eretici, avrebhe taciuto quando Ncttario di proprio moto aboliva la conCessione? Seltirna eonseguenza r la ragione per cui fu abolita la eonfesslone fu un abuso di un confessore : rna questa ragione non sarebbe st.ta sufflciente sosi fosse ereduta la conCessiunenecessaria non solo, rna almeno utile : bastava rimuovere dall' IImci!) quel prete, e mctterne un altro in 5110 luogo, I: asere dunque per quesla ragione abolitala eonfessione, dimostra che nessuno allora pensava che fosse d' istituzione divina; me fosse nercssaria a salvczza; chc foss!' utile aj ftelcH. Ottnya' rons~u~n~a: 1.1.rhies.~ intera, Ieee ec? al decrcto dr Nelt.1rlo, e tutti I Veseovi abohrono la eonfessione. ad esempio di lui: dunque la ehiesa intera era persuasa la corifessionc auricolare non solo non essere d'islituzione divina , rna non cssere nc necessaria, ne utile. Ed ecco in questa faUo,arnmeS8() nnche dalln chiosa roman .., dimostrato quale fosse .la dottrina .Iella ehicsa fino a tutto it qoarto secoIo inCorno la De<'Cssitir della confessione anricolare. Apre il quinto seeole dclla ehicsa Giovannidetto il Crisostomo, santo e dottore della chiesa romana, sebbene nemieo dichiarato della confessione aurfoolare: aleuni passi di quesCo dottore ci persuaderanno della sua dottrina, laquale deve considerarsi come 1.1dottrina della ehiesa catrolica di quel tempo, essendo i1 Crisostomo santo , dottore, e padre della chiesa, rixlnosciuto evenera to per tale dalla stessa chiesa romana. Nell' omelia 21. al popolo di Antiochia parla i1 Crisostomo della remissione dei peecati eseludendo assolutamente la CODfelsione: ecco le sue parole. « Non solo c eosa arnmirabilc che Iddio ci rimctta i peeeati~ ma ch' cgli ce li rimetta senzn ohbligarci a rivelarh; rna ci obbJiga soIlanto a rondere ragione a lui stesso, e confessarsi a lui .•.. Egli mentre rimette i peceati non costrin~ a manifestarli ad alcunorma UItO soli) COM esige, che colui doe; Il quale e fatto partecipe dJI lIencflzif>'della remissione, comprenda fa grandezza del dono. Ceme dunque· non si dona dire nn assurdo, ehe menIre eolui che ei fa tal beneficio si eontentadel solo testimonio della nostra cOSfwnza; noi in scce cerchiame come per osten-

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tazlone altri testimoni" »'Si puo parlare COD chiarezza maggiore contro 1a confessione aurtoolare? " ,. Ma SI: che it Crisostomo parla anche con maggior chiarezza per non lasciare il menomo dubbio Intomo alia sua doUrina opposta interamente atla eeutessiene aurioolare: nell' omelia 30. che la quinta sulla natura incomprensibile di Dio parla COSI:« per la qual cosa io vi esorto e vi prcgo: confessatevl. spesso, e con assiduitA, rna a Dio. 10 non ti conduco innanzi alla moltitudine dei tuoi confratelli; non ti rostringo a manifestare agli uomini i tnoi peeeati, Spiega la tua coscienza innanzi a Dio, e It lui mostra Ie too piaghe, II lui domanda la medicina. Palcsati a' lui ch~ non sgrida, ma medica; sebbene tu tacerai, egli conoscers ogni rosa: manifl~stati dunqne per 10 tuo lucre: manifestati a lui, arcio deposto iI fardello , te ne ritorni di 1;\ puro ed immune, e sii Iiberato dalla intollerahile pubblieasione dell' ultimo giorno. » E questa la eonfessione auricolare della chiesa romana, e non piuttosto la confessione che si lisa dai protestanti" Ma andiamo ancora innanzi nella interessante dottrina del Crisostomo intorno alIa eonfessione, Nell' omelia 9. della JlI'nitenza, oommentando iI passe di David salm. 51. « io ho peeeato contro a te solo: » dice COSI:(( a Dio solo dunque manifesta il tno peeeato, e quello ti perdonato. » E nella omelia seconda del salmo 51. ( nella Vulgata 50. ) ove dice: (( Manifesta i tuoi peCf3ti affinehe ti sieno caneellati, !fa chr? ti ve~ni forse di dire chc peC('asti" Dillo ogni giorDo nella tua orazione, 10 non ti dieo che Ii abbia a manifestare ad lin tuo conlratello il quale ti sgriderebbe: manifrstali a Dio ehe li perdona.» Non· so se si possa parlare phI chiaro per cscludere assolutamentc la confessione al prete, Nella quarta omelia sopra Lazaro rimprovera coloro chc non facevano la Ioro 'eonfessione a Dio, e si appoggia sulla ragioneche i peeeati non si devono 'dire ad un uomo rna 501amente a Dio: « e perehe dunque, sono lesue parole, ti vrrgogni, ed arrossisci di dire i tuoi peeesti ? Forse chc Ii .diei ad un uomo che te ne rimprovera" impertiorchi! non ti ronfrs5i ad un too confratello che possa pubblicarli ; rna a eolui rliC' C Dio, ed it qnale' ha cnra di te, che c misericordloso , che e medico; a colui tu mostra le tue piaghe, )) Ne!}a omelia .58 dice: «( Dio solo ti vegga quando ti conr.ssi;' Dio il quale non rimprovera , ma rirrctte i I1l'fcati

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36 ehe a lui si confcssano. ». Nella omelia .68. dice: « peccasli? Ehbene di a Dio: ho peecato, Quale fatica e questa? E forse rosa lunga, cosa penosa? Quale diffico!lit pronunciare questa parola , ho peccalo? • . . • • • Peceasti r Ebbcne entra nella ehiesa, di a Dio ho peccato: non aItro se non questa solacosa il> esigo da te, » , .Ma pitt chiaramcnte esclude ogni idea di confessione al prete nella omelia 28. sulla prima leltera di S. Paolo ai Corinti, ove scioglie. I' obiczionc che gJi si poteva fare dai partitanti della confessione ; ohiezione tratta dalv. 28. del cap .. undccimo di quella lettera ; obiezione che con tanto strepito risuona oggi nella bocca dei teologi romani: « or, provi I'uomo se stesso, e cosl mangi di questo pane, e bea di questo calice. » Le quali parole sono cosl spiegate dal Crisostomo. ( Percle, dice, provi I' uomo se stcsso: non ordino ehe I'uno provasse I' altro, ma che ciascuno provasse se stesso, facendo segreto e non gia pubblieo giudizio; e si provasse senza alcun testimonio. » Si poteva con ehiarezza maggiore escluderc laconfessione al prete ? Un altro solo passo del Crisostomo, e chiuderemo questo capitolo, non gilt per mancanza di altre testimonianze, ma per non dilungarci soverchiarnente: Nella omelia 31. sulla Iettera di S. Paoloagli Ebrei dice cosl: (( io non ti dico che tu porti come in pompa i tuoi peecati al pubhlico ; ne che vada ad aecusarli ad altrui: rna li consiglio di obbcdire alProfeta che dice, rivela al Signore la tua via: confessali presso al tuo Dio, confessali al tuo giudice, pregando se non colla lingua, colla memoria almeno, e cosl otterrai misericordia. » Dalla testimonianza del Crisostomo, e degli aItri antichi pndri contro la confessione auricolare, potrcmmo trarre lin evidente argomento delle conlradizioni della ehiesa Romana, quando vuol far credere la confessione auricolare essere provata dalla tradizione del padri. I padri dei primi secoli non solo non hanno favorito il domma della cenfessione.. rome I' insegnano i concili Lateranenso e Tridentino , rna si sono assolutamente opposti a talc innevaeiene; Non vogliarno dissimulare che la chiesa romana adduce' molti pnssaggi di padri in favore della sua confessione. Ci renderemmo IU';1ghi di troppo se si volessero tutti chiamare ad esame per dlrnostrare Ia mala fededi Roma: solo osserviamo, che nei primi seeoli della chiesa era in uso la confessioee

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come si usa ·oggi nelle ehiese protestanti, secondo ehe abbiamo detto al cap. i, di questo saggio : i padri di mano in rnano che vedevano raffreddare il fervore dei cristiani, raccomandavano fortemente quelle cose speeialmente, che credevano pin atte a risvegliare il fervore ; fra Ie quali non ha l'ultimo luogo la confessione. Quando dunque alenno dei padri raccomand.a la confessionc dei peccati, si dove intendere della confessione secondo la Parola di Dio, come la spiegava it Crisostomo. CAP. V. La con{essionc auricolare

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e e

opposta

alia sana ragione.

II cristiano dcve essere pronto a rendere ragione dellasperanza che in lui, ed a rispondere a chiunque gliene dimanda (I. di S. Pietro iii. 15.) tale la religione di (iesu Cristo: se la sublimitit dei misteri che ci rivelano la natura divina tale che superi i Iimiti del nostro intendimento, non pero tale che sia in opposizlone coi r1ettami della sana ragiona, Ma se si dovesse ammettere iI domma della confessione auricolare per la remissione dei peceati, questo non solo sarebbe in opposizione alia Parol a di Dio, ed all' uso della chiesa apostolica, rna sarebbe in -opposizionc ai dettarni della sana ragione. La ragione aiiltata I' sostenuta dana rivelazione, deve aiutarci nelle ricerche dommatiehe. Applichiamo questo principio al domma della' confession!'. ' Supponondo; come vuole la chiesa romana, ehe il Signor Gcsit Cristo ahbia conferita a~1i Apostoli la Caeolla di rimettere i peeeati mediante la eonfessione in forza delle parole del cap. xx. dell' evangelo di S. Giovanni sopracitate; ecco in qnalo alternativa si trova la chiesa di Roma: bisogna che ammetta, 0 ehe Gesit Cristo stato mandate nel mondo daJ Padre per ascoltare Ie confeSsioni; 0 bisogna che dica, in queUe parole « a cui voi avrete rimessi i peccati 1:<'. » non contenersi per gliApostoli la (acolta Iii assolvere i peccati confessati. II discorso di Gesit Cristo deve essere vero per intiero: ora egli immediatamente avanti Ie parole « a cui VOl avrete rimessi i peceati cc. » dice « come il padre ro' ha mandato, ,cos} vi mando, io: » rna it Padre non mando Gesu per ascotYare Ie confession! cd assolvere cosi i peccatori ; bensl per sal: tarli con la sua morte. Ora Cristo nel dare la missione ai

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38 !I!llIi dlseepoli non gli amino che essi morissero per salvare .gli altri, rna che annunziassero loro la salute per grazia, per mezzo della pretlieazione evangelica: dicendo dunque ai discepoli « come il Padre m' ha mandate, io mando voi » esclude affatto da essi la potest~ di assolvere i peeciti per la confessione, ed esclude dai eristiani 'I' obbligo di confessarli al prete, !\fa la sorte di chi vuole imporre ad aItri una falsa dotIrina, quella di cadcre nelle piiI assurde eontradizioni : eosi avvonuto alla chicsa romana per tutti i dommi aggiunti alia Bihhia, ed .anche per la eonfcssione, La chiesa rnmana stabilisce la confessionc come sacramento: rna non si rammenta eh'rssa stessa ha deflnito il sacramento essere « un segne visihilc della wazia invisihile. istituito da GesiI Cristo per la nostra giustilicazione. » Ii) Ma la confessione non segno visibile della grazia di Dio: vediamolo. La confessione inquanto i· sacramento. secondo i1 concilio di Trento si compone IIi ouauro parti; contrizione. aecusa dei peceati, e sodisfazione, che formano la materia del preteso sacramento, edell' assoluzione che n' la forma: rna niuna IIi queste quattro parti segno visibile della ltl'azia di Dio. Non 10 la contrizione: imperciooche seeondo i1 concilio IIi Trento la conlrizione « lin dolore di animo; » ed iI dolore IIi animo non visihile: .egli un sentimento inlerno. J: aoensa dei peceati ne 5ej{IlO visibile, ne segno della grazia di Dio. Non e segno visihile; it scgno sarramentale dove essere visibile a tutti, ina Ie parole dell' aecusa si asroltano. non si vedono : e si ascoltano dal solo confessore. Non segno della grazia di Dio•. ma all' opposlo segno di non essere in grazia : non segno della grazia di Dio, rerche, anehe secondo la chiesa rom ana, non produce infallibilmenlc la grazi;t. perche non tutti qnelli checonfessano i loro peccati III prete sono giustiflcal.i; 'non segoo di grazia, che anzi segno IIi peccala. Non segno visibile la sodisfazione: imperciocche per 10 piiI essa consiste nella recila di alcnne preghiere, ed a niuno sara facile avvedersi quale sia la sodisfazione imposta a chi esee dol ronfessionario; rosa la quale sarebbe assai facile a conoscersi se 13 8Odisfazione fosse rosa vlsibile. Mollo meno visibile l' assoIuzione, la quale consiste nella recita fra i .denti di alcune

(t) C.lcchi.m• cone. Trid. parr, 2. 10. ..II: Civ. Dei cap. :>. et ep. :l.

cor.

I.

S IS.

et Aug.

lib.

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paTole misterlose, e m~gi('be per Ie qua" II pill ~rande assassmo diviene puro rome nn angelo: rna I' assoluzlone neppure puo essere un scgno (MIa grazia; lmpereleeche, secondo Roma, essa stessa e la grazia. Non essendocl dunque nelle parti della eonfessionesegno visihile Ili grazia invisfbile ; hisogna dire, 0 che non e vero ehe it sacramento deve essere un tale segno, n che non v~o che la eonfessione sia sacrameatc- signori preti seegllete. _ seeondo la dottrina dena chiesa rctmanadefmila TI('1 ronrilio Fiorentino unsecrmnento non e validamente amministrato se non vi la materia, b Torma, e l'intenzlone dcl minhtro di fare in quelr atto quello che intende fare 1a Ch'ies.1, Appliclriamo questa- dottrina alia confessione, La contriztone '''el euore parte essenziale e materia di qnesto preteso saeramento r eeco dunqne una materia occu1ta e nascosta net cuore del peecatOl'e per formare Il sacramento- eeme dunque Il prete potra pronunciare la formula sacramentale Sit di una materia a lui Ignota, 1a di cui esistenza ros1 Ineerta 1 A~ ~tun~i che in questa easo Dio per conferire una grazia. ll~a1e C quella defla giustllicaiione dipenderebbe dalla volORtit d~ peeeatore, il qnale potrebbe burlarsi di Dio, e rendere :Ii iUO piaeere nullo un sacramento. A tutto cio,si aggiunga "he lf1!esto preteso sacramento 53Tebbe reso n~lo a piacere del prete ehe 10 amministra, 0 non pronueiando bene Ie parole saeramentafi, e, qnelJo che e piu fadIe ad ~"ldere, mancando d'intenzione. Ed eeeo Ie immense c continue incertezze, imperciotcbe cbi puo essere fIiooro di avere avuta la eontririene ?Chi Iluo essere sicuro ehe n prete nvesse r illtenzlone di assolverlo' ' Dane qllali rose come legittima conseguenza disrende, ehe f'Jt'So Cristo nella nnova legge avesse imposlo un peso lnS6Uportablle ebe non vi eranelf antiea; me avesse resa pill dtffieile la salvezza nella nuO'Vale~ge che nelt' antiea, faftfldola l1ipend~e da tante eireostanze, Dunque, non sare\t)e vero che Gesll Cristo saTebbe venato a liherarci rial giogo delta 1e~se. che anzi ci averebbe imposto un giogo hen pib pesante. Nondimenoil semplice cristiano ron un cbiarissimo aTROmento pub ffistru~gere tutU i sofismi dci romanl lcologi intmno ana conressione. e'ritiurli al nuna. Ogni cristiano ehe niuno ha diritto d'imporrc una condizionc alia remissione 4ft pea.ati se DOll eolui ehe ~ealm.ente l,i rjmette; ogn.i

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stiano ehenon il prete Tna' Dio ehe .rimetlc i peera&. se dunque alia remissione dei peeeati vi una qualche condizione, -questa dere esservi posla da Dio: sc da Dio; dunquc deve essere nella sua Parola ; rna III non vi anzi vi if contrario, corne ahhiamo dimostrato; dunque la -confessione non una eondisione necessaria al perdone dei peccati. Cos} ragionava la prim itiva chiesa : COSI ragionavano tutti i fedeli fino ache nei tempi d'i.:;noranza non vennero i monad a regalarci questo nuove sacramento. Per chi non fosse molto istruito nella storia ecclesiastica, diremo in brevi parole I'ongine della confcssioneaurieolare. . Ahhiamo gin notato come neI tempe der ~ovaziani si fosse incominciala ad introdurre una specie dt confessione, e come per 10 zclo dei padri, e specialmente del Crisostomo fosse stata abolita. . La Chiesa fin dai urimiseeoli avcva slabilite alcune penjtenzc per alcuni pubblici peccati. I Vescovi corne rninislri della chiesa imponevano non a Ioro vohmla rna secondo i canoni queste penitenze ai peecatori, e poseia a nome del-Ia chiesa, quando avevano compita la periitenza il Yeseovo riconciliava i peceatori, Fin qui neppure I' ombra della eonfessiene, Ma quando nel secolo VI. incominciarono a eomparire i monad mil' oeeidente, comparve con essi la eonfessione. S. BenedettI} neva ai suoi monaci imposta I'ohbligazlone di confessare j loro peccati all' Abbate, rna era una eonfessione di umiltil. C non era ad essa attaecataalcuna idea ill sacramento, 0 di remissione dei peceati, Pero l'idea del monaco. Nordno Don rllggl inosscrvata ai preli, i quali vollero proflttarne a loro vantagll:io. Era ~ja nato abuso intorno l'Imposisione delle penecanoniebe : j canoni, a cagione di esempio, avevano stabilita Ia penitensa di dieci anni per iI peceato di adulterio: i preti caduti nell' ignoranza. e nella dimenticanza della pratioa dell' antica chiesa pretendevano che la pcnitenza. si dovesse calcolare per ogni volta ehe si fosse ripetulo il ~to; e cos}"venivano a ealcofare cenlinaja e migliaja d'anni di peaKcIllJa che il peeeatore era costretto II fare. La rosa era tanto assurda ehe.di peggio non poteva immaeinarsi : nondimeno i monad non lasci"rono IIi profittarne. Si esibirono essi di sodisfare le penitenze allrui. e ,.enderono Ie penitenze prop~ie. (f) Intanlo j Yescovi traU'

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( !) V cd. d"C dissC1"taaioa.L del. ce1elare

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III:lle auLicl.ili.

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per lit pili dai monasteri, volevano seguirc a dominate sui cIero dispoticamentc come da Abbali dominavano sui monaei: incominciarono ad introdurre nel cIero la regola di S. Benedetto, e percio anchc la confessione, senza impome l' obbligo: placque ai preti l'invenzione, e volendo a loro volta dominare sui popolo ineomlneiarono ad esaltare I' utilil1l. di questa pratica, la quale si diffuse; ma non fu dichiarata obbligatoria fino al seeolo XIII eioe fino al celebre concilio Lateranese iv. sotto Innocenzo III. (1213) Le rngioni che mossero it concilio a slabilire l'obbligo della eonfessione Ie vedremo a suo luogo. Una pratica dunquo ehe ha avulo origine dodici secoli dopo gli apostoli, non P"O essere stata istituita da Gesu Cristo: e se la chiesa ha potuto fare a meno di lal pratica per dodici secoIi, perehe non polnt Carne a mono per sempre? Se i cristiani dei primi dodici secoli si sono potuti salvare senea confessarsi ·nl prete, percIte Don si potranno salvare qnelli dei sccoli pltSteriori'l CAP. VI. La con(eslionc. flurico/al'e ~ nociva alia (ede ell a; codumi • .IL fondamento .della religione cristiana Gesii Cristo, '1' la sua redenzione, L' uomo e di sua Batura peccatore: la umana natura in guisa tale corrotta, e si trova in tale stato di ribellione eontro Dio, ehe ogni uomo senza di Gesu Cristo c di fatto escluso dalla salvezsa, e slIggctto ad una terri bile condanna, M.l « Iddio ha tanto amato iI mondo, ch'egli ha dato if suo unigcnito Figliuolo, aeeioeehe ehiunquc erede in lui non perisca, ma abbia vila eteraa. » (Giov. iii. i6.) La salvezza dunque dcll'uomo per Gesii Cristo ed in Gesii Crist8: e I' unica condizione che Gesu Cristo ha posto per ottenere salvezza la fcde in !tH. Gesu Cristo dunquenostro redentore c il fondamento unieo della religione del Vangelo: la grazia e la salvezza pcr I.. fcde in Gesu Cristo. e non per alcun nostro merito la dottrina fondamentale del Vangelo. Ma il domma della eonfessione roveseiadaeapo a ftmdo .questa Conda~-

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l' .ltra sulla red""zjo"tI Je; ""ecati: tieu delle ill:lulseoze di V. Palmieri,

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laic dottrina~ allrihucndo agll aUi del penitente la valiflill del sacramento, e per conseguenza attribuendo la remissiune <lei peeeati aile opere, (I) e non ana fede in GesiI Cristo come illS0~na .il Vangelo. Ell eeeo per il domma dena remissione dei peceati in virlft della confessione, ridotta al nulla nella chiesa romans la redcnzione di GesiI Cristo. Ed invero, cosa avrebbe falto GesiI Cristo colla sua morte, se non ehe eomprarei il nudo potere di riscattarci da noi stessi? Ed in questo easo non intcramente annullata larOOenzione? Se un creditorc dieesse al dobitore : io vi rimctto it vostro debito a condieione che pap;hiate, potrebho dirsi me p;lielo ha condonato? Dalla eonfessione viene che it eattolieo romano non potendo credere Gesit Cristo Salvatore perfetto, non fa dipendere la sua salvezza unieamente da Gesu Cristo, rna la crede dovuta a se stesso : quindi trascnrando lavera pictil si dill ad opere colle quali pretende tli sodisfare alia divina gillslizia, alla quale non erede che allIlia perfeuamente, e soprabondantemente sodisfatto Cris\O nostro Salvatore. Bevesciato cosl i1 fondamento dena crisliana rcligione roveseiato per qucsto domma tutto I' ediflslo cristiano che bnsa su di uucllo, e Ie dottrinele piu assurde sono entrate nella r.hi<>sain consegnenza della nuova dottrnra della ronfessione. La ehiesa stessa romana nega la virtu infinita della redenzlone di Gesu Cristo quando solennemente insegna che i raeriti - della passione del Sip;nor nostro Gesi'l Cristo, sono nosti in fascio ('oi meriti della Vergine. di tutti isanti, e eolle buone opere del peeeatore ehe si eonfessa per ottenergli da Dill 111remissione dei neceati. ·(2) Doltrina assurda e piena di he·lItemn'lie. rberende assolutamente nullo il sarTmzio di Cristo: ehe semhra puraneo negare la di lui di"initil; paragonando

(1) Cot'C. T ..id.


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de

rceni\.

cap. iii. leal. lti~.et can. i". ejuIII.

(2) Qu~l' empiA d"llr;'1I1 e inle!!"Ab nell~ parole .1Icr.ment~li: "iolt lIelia Cornlllla di •• ""lu7.ionp della chi~.o rom. no: "ceo I I"·p.. "i." pArole: « ,a.sio Domi,,' .... 011,;( Jesu Christi, m!1ritn R. Ma.riae spmper Vi"ginis ct omnium uinrtorum ; ft quillqllid boni fU('ril, t'el IIIali .u.tiftlJl'ri. Ubi .int in remiBlionttn ·f'~Cl'a'6r_, alJfllllt"'-", gratiae, tt prcemiam vilfle at'teNiae
Amell,

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merit i di Cristo coi pretesi meriti del peceatore che ehiede perdono, e facendo gli uni e gli altri servirc alia rcmlssione .t1d peccati. Dunquc Cristo non piiI il redentore dell' uomo, o se 10 10 incomune roll' uomo stesso. Non lieve al eerto il danno che viene alla fede dal domrna della confessione; rna questo danno non comnreso in tutta In sua grandezza se non che dalle anime pic, da eoloro che reslmente amano Dio, e riconoscono in Gesu Cristo iI lolo Salvatore unico. Pill sensibile, e visibile a tutti il danno che dalla confessiune venuto al buon costume. Gionnette innocenti che per Ie impure e impertinenti intcrrogazioni di un confessore apprendeste qnel male che avreste per sempre dovuto ignorare: mogli caste cbe per Ie infami sotlecitazioni di un empio confessore, apprendeste a tradire i1 talamo: imberhi fanciulli che dol confessore ap~ndeste e foste viltime d' infame delitto, voi mi siate testimoni in prora del mio assunto! alia vostra coscienza cbe io appeIlo; e so certo di avere migliaja di testimoni in Roma, piu centinaja IIi mlgliaja in tutta ltalia, che nella loro coscienza pessono dire sappiamo per propria esperienza che Ie parole dell' esule sono vere - Ma di questi fatti non molti vengono alia pubblica luce, e non puo pienamente conoscerIi, se non eolui che, rome l' esule, ha seduto per ben quindici anni in un confessionale. Gettiamo piuttosto uno sguardo alia puhblica immoralita che Fegna nei paesi.ove pitt frequentata la oonfessione. La faci1i~ di ottenere il perdono dei peeeati narrandoliad un prete, il quale tante volte oompagno di deoo8Cio del penitente, apre la strada a commetteme dei nuovi: - peecato confessato, peeeato perdonato: - tanto oonfessare cento peccati quanto centodieci: .;_ sonO proyerbi popahwl in ltalia. - Ma;o tolgo adesempio Boma: IariLti ehe si vanta centro della religione, la sede del pretesoVieario di GeshCristO: Ia cilta 'ove piiI che ill ogni IIIItro luogo abbomianochiese e conlCssori; ove piiI di ogni altro paese la rowessione era frequentata: prendo Roma ad esempio anehe perehe di quella citta posso parlare di eerta scienza: l' essere qaeHa cittA ~ia patria, l' avere in eSM esereitato quiadici annf di aministeronell' ascoltare Ie confessioni I ed avere esercitato otto anni r ullie.io dl Parroeo mi danno bastanti cognizioni' per parlare ron rertczza. Roma la citta rbe supera tutte Ie cilta

i mcriti di lui coi meriti della ereatura; anzi aecomunando i

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d' ltalia in mal costume. Ma forse debbe darsene colpa at popolo romano? No: it popolo romano grande, generoso come i suoi antenati sarebbe il popolo delle grandi virtu, it popolo eroe se fosse guidato alia virtu, se fosse educate al Vangelo. Ma tutte Ie belle tendenze diquesto popolo sono sotTogatedalI' insegnamento della sua chiesa, e quel popolo imbrutisce nel delitto. La bestemmia contro Dio it vizio dorninante del romano: rna iI bestemmiatore si confcssa, parte assoluto, e non ancora uscito di chiesa ineomincia di nuovo a bestemmiare. L' ubhriachezza, I' omicidio, iI furto, la frode, l' adnlterio sono delitti assai comuni; rna chi li commette se ne confcssa e si crede assoluto, e limmorallta non solo non si arresta, rna per la faeilita di essere perdonata a {'rezlo di poche preghiere si cornmette senza ribrezzo. Non VI e ceto di persone che in ogni anno (almeno Iino.al 1848) non avesse i suoi spirituali esercizi per disporsi alia conCessione: il nurnero degl' individui che non si confessavano nella Pasqua in una cittit cosl vasta ·oon arrivava rnai a cinquanta: eppure con tante confes~ioni l'immoralitit sempre cresceva ~ il vizio era sempre in trionfo: e piu cresceva ( parlo di rose assai note) in colore che piu frequentavano la eonfessione: per cui in Rorna corso iI proverbio meglio un incrcdulo ehe un bigotto. , Le statistlohecriminali sono Ii per deporre che nei paesi ave in uso la confessioue i delitti sono assai maggiori che .nen 10 siano nei paesi protestanti : e nei paesi ove sono mescolati protestanti e cattolici, i cattoliri che si r.onfessano com:mcttono i maggiori delitti. Si consultino Ie statistiche e si vedra che se i condannati cattolici stanno in ragione di popolazione come 10 a mille, per escmpio, i eondannat] nrotestanti,si e no, vi stanne- come uno: si osservi I'Inghillerra protestante, e si confronti 'Con l' Irlanda cattolica: .i can toni .protestanti e i cantoni cattoliei della Svizzera: i paesl dei Valdesi, ed il resto del Piemonte; si eonsnltino Ie statisliche e si vedra a colpo d' occhio la di~renza che passa fra i protestanti che non si confessano al prete, e i cattolici che si confessano: si vedra che questi sono Assai pio deliUuosi ed immorali di quelIi. " Ma come pub accadere rliversamente, se laimmoralitit stata ridotta dai preti cattolici in grazia della eonfesslone ai prineipi di scienza? II piu sfacciato llbertlno non potrebbe leggere senza arrossire le turpiludini che si trovano nei libri

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di teologia morale: ed su questi libri che si forma I' educazione dei giovani chierici nei seminari, Quelle giovani' menti, fervide, pill che mai esaltate per la forzata privazione, dOPO quattro anni impiegati nellostndio di tutte Ie possihill. ed immaginabili laidezze, cosa farnnno quando nel fiore Iii loro glOventn si trovano da solo a solo con vaga fanciulla, con giovane sposa che ad essi apre 11 suo cnore confidando Ie proprie debolezze? Vittime infelicidella confessione a voi spetta la risposta! CAP. VII.·

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qua/un'lue proaresso reliqios» disciplina della confession»,

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BE Ll confessione e di nalura sua dannosa per 1.1 fede, e per iI huon costnme chiaro essere impossihile qualunque progresso religiose sotto tale diseiplina, Per progresso rei igioso deve intendcrsi non giiI I'invenzione di nuove doUrine, o nuove ag~iunte al sistema religiose del Vangelo;che cio anzicheavanzare sarebbe indietreggiare : il Vangelo opera di Dio dnnqne opera perfetta : dunquc tutto quello ehe' si aggiunto al Vangelo imperfezione, delitto, sacrilegio, oscuranlismo religiose: progresso religioso sara iI ristabilimento della religione del Vangelo tanto sflgurata dai papi. Ma 1.1confessione il grande ostacoloopposto dai papi al ristabilimento della religione del Vangelo: dunque necesserio atterrare un simile ostaeolo per ;1 progresso religiose. AUe prove. Nel secolo XIII. si risveglio in Europa 10 spirito religiose: dei crisliani coraggiosi, cbe fnrono dal papa chiamati eretici, incominciarono a smascberare II,'Ii abusi della ehiesa romana: scossero la polvere daUa S. Bibbia, e mettendola in manu del popolo facevano eonoseere quanto 13 dotlrina e la morale della chiesa romana Fosse diversa dalla dottrina e dalla morale del Vangelo: numerosi seguaci trovarono questi generosi , e Ie moltitudini sorprese dalla bellezza delle dottrine evangeliche, loggevano la Bibbia, ed abbandonavano in gran numero 13 ehiesa romana. II papa ed i despoti tremarono per loro, tcmendo nonpoler piuliramiic.amente dominare se i popoli avesscro conosciuto it Vangclo : si venne ai rimedi' violcnti; it sangue corse a torrenti ; Ie pill orribili erudelta furono CODl-

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messe centre i seguaci del Vangelo: rna la manifcs{a persecuzione non stato mai un mezzo alto a distruggere tina persuasione religiosa. Bisognava inventare una persecuzione occulta, un tarlo cbe rodesse nascostamente l'anima della pianla per seecarla. Innocenzo III. il piu furbo ed il piiI audace Ira quanti abhiano seduto suUa cattedra romana accorse al rimedio: nel concilio iv. di Laterano (1215) dopo aver pubblieato crociate, dopo avere canonizzata la persecuzione contro coloro che proc'amavano il Vangelo (1), istitul la confessione obbligatoria per tntti i seguaci della chiesa di -Roma ; come tina misura di polizia preventiva (2) per forzare alia den uncia sotto pena di eterna dannazione: e eosl la conCessione che prima era lihera divenne ohbligatoria; e poscia divenne domma di Cede e sacramento per la decisione del eoncilio di Trento. 1.0 seopo dunque ~lIa confessione d' impedire ogni progrcsso religioso, e mantenere l' ignoranza e la superstizione. Un altro seopo della confessione quello di mantenere l'inf1uenza del clero nelle famiglie: le persone plo deboli, rna Ie persone ehe hannoinfluenza maggiore nella famiglia, Ie donne c i ragazzi, sono quelle me pio frequentano la confessione: in continuo contatlo col prete, dcboli per natura, si laseiano in materia religiose special mente, imporre dal prete; ed i mariti, ed i padri non azzardano avanzare in famiglia parola che tenti a svelare gli abusi del clero intorno alia religione; non azzardano leggere la Bibbia; non azzardano entrare in diseorsi religiosi, si per non conlristare le persone a loro care; si anche per timore di essere denuneiati: Impereioche il conf~re non puo assolvere una moglie ed un f1glio se sapendo che iI marito 0 padre parla di Vangelo non nel senso della ehiesa romana, se essi non 10 abbiano denunciate all' inquisizione, ove quella esiste, ovvero al Vescovo ove I'inquisione non e piiI. S' immagini dunque se sia possibile un progresso religiose ove esisle la disciplina della confessione. I..a conseguensa perb orribile per la religione, e per le anime l' incredulitil ehe si avanza a gran passi nei paesi cattolici special mente. I lumi del sccolo non permettono piiI al-

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(t) Coec. Later, iv. CRp. 3. de baeretic. spud. La..be lom.H. 1. pall. US. et seq. (2) CODC. Lnt. if. cap. 21. .

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}' nomo Iii credere ciecamente ai preti rome si faeera nt'i tempi d' ignoranza: la sola Iibcra discussione potrebbe manifestare che le dourine della chiesa romana non sono quelle .1eI Vangelo: la discussione come dimostrerebbe ad evidcnza la falsi!il di quelle, dimostrerebbc la verita delle dourine evangelicher questa impcdita, ne viene che I' uomo vedendo chiaramenfe la falsitl't e I' iniquita delle dourine romane, perche non discute, le ercde dottrine della religione cristiana, e Ie abbandona, e vive nella inditTerenza e nella incn'<iulita. Roma vede e sa tutto rio e tace; anzi essa mai non la prende cogli increduli se non parlano contro di lei; rna se Ia prende invece con quelli ehe scuoprendo i snoi abusi cercano rieondurre i loro frateHi alla religione dei loro padri; al Vangelo, Increduli e superstiziosi servono egualmente alia chiesa <Ii Roma, e da essi sono eguaJmente amati: iI solo VangeJu ella odia; ed a distnueione del Vangelo essa istitu\ 1a conlcssione.

CAP. YIII.
Lu confcS$ione arreca dann; !JI"al'i,uimi all'ilidividutJ, ulla famiylia, alia socii-cd. GESU' Cristo il divino benefattore della umanits ; ogni sua leg~e, ogni sua lstjtuzione spira soavita, dolcezza, amore; etf ~ direlta a sollevare I' uomo dal giogo di servitu e di opprcssionc, e eondurre la umana natura al pit', alto gratlo Iii perfezione possibile: una legge dunque eli oppressione, di despotismo, di avvilimcnto, tendente al danno della societa non 1'"0 essere no istifuita dal Figllo di Dio; rna deve essere l'invenzione del despotismo e della tirannia. Talc l'istituzione della confessione, I: individuo ehe si sottopone a tal discipIina avvilito dcgradato fino a doversi vergogniare dj sC stesso, Quale avviIimente, qual dcgradamcnto maggiore PUI; difatti immaginarsi di quello nel dover svelare tutte Ie sue debolezse ad un uomo? Ala pazienza fesse per avere in lui un ronsiglio, una guida nella via di salvez1a: no per ottenerne if penlono. Delle utTese faUe a Dio otterro l' lIS5OhJ:'liune un oomo? Se ho da oID'so it mio confratello dovro dimandarne I' assolueione ad un tcrzo, e non piuttosto all' oifes()? Ma pazienza- anNra 51' questo eenfessore fosse un santo: rna chi sono i confessori?

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II c.Iebre '\11110 era confessore in Roma: e qumli altri potrol nominate in Romn stessa di pubblici usurar, pubblici eoneubinari, e secllerati d' ogni genere che siedono nei eonfessionari? Ed a questi tali I' uomo s'inginocchia d'innanzi e ma-nifesta te sue colpe? Si puo immaginare avvilimento maggiore pel' I' uomo? Ma mcntre il penitente aecusa con tutto la semplicita del baggiano le sue colpe, it confessore cosa fa? Ride della dnbbenaggine del penitente, I' poscia nell' orgia prelina che siegue la mattinata di grandi eonfessioni, nell' allegrezza cagionata dal vino, fra serosci immondi di risa si narrano Ie dabbenaggini dei penitenti, e ciascun prcte gareg~a a rcndere pin ridiroli i pcnitenti suoi. Ecco a qual punlo e avvilito e degradato I' individuo dalla confessione . . Ma danno maggiore ne viene alIa famiglia. Capi di ramiglia fate pure tutti i vostri sforzi per mantenere nella bella innoccnza Ic vostre giovani figlie: e lasciate ch' esse frequentino la confessione, cd esse diverranno maestre di ogni malizia. Quanti matrimoni imprudcnti e centro la volonta dei genitori non si combinano nei confessionarl? Quante figlie ahhandonano lacasa paterna improvvisamcnte per darsi in braecio ad uno sposo di proprio capriccio, 0 per seppcllirsi in lin monastero ad insinuaziune dei confessori! Dal confessionario partono Ie piu gravi diseordie per le famiglie: il prete vuole a tutto eosto dominare; quindi 0 bisogna convenire nelle idee di lui, e COS! rendersi schiavo di -lui; 0 prepararsi a sostenere una guerra di famiglia. Se ti uniformerai aile idee di lui, tu non sarai piiI il padrone in tua casa; non potrai piu far nulla senza .il plarrt del confessore; egli s'{ntromeuera fra te e tua moglie, e in mezzo a quel nodo sacro un prete importuno s' immisehiera co' suoi eonsigli, colle sue insinuazioni: egli s' immichiera fra te e i tuoi flgli, e la tua paterna a utorita non potrs essere esercitata che seconrlo gli ordini del tuo prete: egli combiners i matrimoni dei tuoi figli; egli presiedera alia elezione del loro stato, egli insomma sara it vero padre della famiglia, tu non sarai che I' esecutore di sua voIonUt. Che se vorrai evitare questo stato diavvilimento, e vorrai farla da padre e da marito, allor.a la pace di famiglia perduta: tupasserai per incredulo, e come tale con ipocrita compassione il eonfessore ti designers alia tua moglie, ai tuoi figli: e la tua moglie ti ricevera con ribrezzo intcrno nclle sue braccia; ed i tuoi figli non potranno avere IIi te

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niuna stima, rna ti considereranno come uomo dannato: 8(1 ogni tuo ordine proverai opposizioni 0 manifeste 0 segrete ; iI cuore di tua moglie, quello dei tuoi figJi ti sarachiuso, ~ la felicita che nasce dalla espansione dei cuori in una famiglia ti sara ignota, e tu anziche trovare nel seno dei tuoi conCorto e consolazione, troverai diffidenza ed affiizione. E questa 18 storia genuina delle famiglie catloliche romane che attaccano ancora una qualche importanza alla confessione: il prete 0 deve essere il despota nella famiglia, 0 iI fomentatore della discordia. Per la qual COS 1 accade sovente che it capo della famiglia stanco di tanto sotTrire, 0 diviene ipocrita e JH:r amor della pare si sottomette; 0 perde I' amore alia famiglia, e la lascia che corra come vuole, Se si analizzassero con occhio filosofico Ie disgrazie di tante famiglie, motte di esse si vedrebbe avere avuto origine dalla confessione, Per la confessione di fatti tante famiglle sono restate in miserie; perche I' avido confessore profittimdo dei momenti di deholezza di un morihondo ha fatto fare a profitto del clero il testamento; e di questi fatti se ne possono contare a miIioni, Per la confessione tante divisioni di matrimoni, piil frcquenti, ove pio frequcnte la eonfessione: Roma offre l'esempio del died per cento di matrimoni divisi, e quasi tutti per opera dei confessori. E i figli? I figH abbandonati, 0 educati nella divisione dei genitori, 0 parteggiano per uno odiando I' altro, 0 odiano ambedue. E iI comandamento di Dio? la confessione 10 toglie. Non minori pero sono i danni ehe dalla confessione vengono alia soeieta. Qualche rarissima ed incompleta restituzione per mezzo della confessione, ecco i grandi vantaggi chc decantano a picna bocca alcuni preti in favore della con sione: rna questi panegiristi tacciono che appunto Ie restituzioni di coscienza sono uno dei fondi pill luerosi del eonfes- _ sionale. Quanti confessori, ove permesso iJ testamento di fl- ? dueia, non sono restati eredi fiduciari dei loro penitenti, ed hanno cos} assorbite Ie intereeredita ! A chi difatti confidare Ie seerete restituziou i se non a colui che sa tutti i secreti di una debole eoscienza? E cos\ it confessoro trovandosi depositario di pingue eredita, senza tcstimoni eho attestino della volonta del defonto, senza obhligo di render conto ad alcuno, perche si tratta di segreti di confessione, dircttamente 0 indirettamente divicne egii il padrone di tutto a danno degJi ere-

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res-

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50 di, a vergogna della soeieta che tali cose sopporta. Esistono in Roma dei preti (e potremmo nominarli) i quali da miserahili che erano prima di essere eonfessori, sono ora assai ricchi, ed abitano i palazzi dei Ioro penitenti, mcntre i parenti di essi, gJi eredi legittimi, 0 dimandano l'elemosina, 0 si gettarono nel Tevere per la disperazione, Quello ehe accado in Roma, accede poco piu poco menu in tutti i paesi ove la confessione frequentata. Ma queste restituzioni tanto vantate non sono che una polvcre gettata sugli ocehi dei seioechi acciu non vedano i furri dei confessori; tanto esse sono rare, tanto scno insignificanti cho neppure compensano la millesima parte del tolto, A queste insignificant i restituzioni, che pure sarcbbero un vantavgio per la societa, sl contrapponga l'incoraggiamcnlo chc si dit 31 furto, come a tutti gli altri delitti, per la facilita di ottcnerne iI perdono: le assoluzioni che si danno ai ladri, agli usuraj, agli omicidi senza che abbiano fatta restituzione di sorra. Si presentano costoro al confessore, gli presentano una buona offerta per una messa, 0 se sono ladri famosi assai ricchi, fondano una cappellanla,· un heneficio 0 cosa simile, e ricevono I' assolurione dei lorn furti, In Roma i pubblici ladri che sono nelle galere ogni anno, ed anche pin spesso si confessano tutti; rna rnai da quei luoghi esce una restituzione, sebbene sl sappia che gli oggetti rubati sieno nascosti; eppure; si confessano e s] comunicano. mi si dica che questo abuso dei confessori non della confessione, ehe noi per la verita difenderemo i confessori. In Ro~a. per esempio tutti sanno che Pio _VII. ha acco~ato a tutti I confessor] che confessano nella pia cssa detta di Pontcrotto la faeoltA di assolvere dall' ohbligo della rcslituzione tutti eoloro ehe hanno rubato alia Rev. Camera ApostoIica, ossia al Governo; e tutti rubano e corrono lit II. rieeverne l'assoluzione. Ma non basta, Leone X. nella sua bolla ehe ineomincia Po.'quam ad Apo&tola'u, (1), dA facollA ai confessori di assolvere i ladrl, non solo, rna di permettergli di ritenere in buona coscienza i frntti di loro usure , rapine furti ee, a condizione che una parte di essi beni sleno dati alia chiesa ..... E una istituzione che favorisce cosl rnanifestarnente il delitto,

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(1) Vid. Leon, pap. X. co;;slit. cit. in bullar. lorn. x, pag. 38 et seq. edit. Luxemburgi. .

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'dirSi'lstituzione di Gesll Cristo; dovra sofl'rirsi ,nella societa? Un danno perc' pin forte ne viene alla societa dalla eonfes'Sione, ed che essa stabilisce nello stato un altro regno, un altro potere occulto, assai pill formidabi'e del polere civile, it 'regno della coseienza, Ma questa 10 vedrcmo nelseguente

eapitolo,

CAP. IX.

E imporsibile

qilalunque dilcipli7lude'lla

progresso civile Bollo Cotlfessione.

1a,

DuE SODO fondamenti su i quali poggia la grande maei -ehina de! papismo per reggersi; it celibate del preti, e la conhione. II celibato invenzione dell' ardito Ildebrando (Gregorio VII.) ha fatto al papa un atmala di milioni di uomini -sparsi per tutto it mondo, i qnah non avendo famiglia, ne Iegami di palria riconoscono per patria Roma papale, per loro sovrano it papa, dal quale unieamente spetano onori e benefizi. La confessione invenzione dell' audace Innocenzo III. ha -stabilito una potenza formidabile, una polleia astutissima nel seno della societa caUolica romana: polizia che tende al man, tenimento del despotismo e della eleroeraeia, e daUa quale non 'Vanno esenti neppure i sovrani se non sono despoti come Roma Ii vuole. Del celibate ne parleremo altra volta, per bra daremo aleuni poebissimi cenni sulla confessione. I confessori, in qualunque parte del mondo essi sieno, sono tutti sudditi del papa; da esso ricevono le leggi, da esso dipendono. I ctnifessori sanno bene insinuarsi nelle anime deboli che essi dominano dispoticamente: rna queste anime deboli sono queUe ebe hanno maggiore influenza nella societa: 1e donne, i ragazzi dominalidai conf'essori hanno una immensa influenza neUe fami$lie. Le giovani spose, Ie vecchie madri, I giovanefti, Ie fanciulle non vogliono che i loro cari vadano dannati, e li eostringono. colle loro carezze a fare la volont! dei loro eonfessori. Ma quale mai la volonla dei COnfllSSOri? Ogni progresso civile tcnde Ira Ie aItre rose a scuoprire Ie ,turpitudini e g1i abusi del clero; ai confessori preme molto che tali cose restino celate, e fan di tutto per Impedire .agni pr-ogresso civile. Quali SOnG i libri di cui i confessori {lCrmet.-

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0-2 tano, insinuino, 0 comandino Ia Ieuura ? La Bibbia nODgia; perche manifesta quale sia la vera religionc e condanna i so.prusi del clero; non gia i libri dei sommi filosofi; ma Ie vile dei santi, i libri detti di devozione ehe sono , per 10 piti, i capolavori della superstizione e della ignoranza. Piena la mente di queUe Ietture commentate abilmenle dal confessore, sembra loro che ogni tentative ad una civile riforma sia un attentato contro la religione, e rifuggono dall'idea che i lora cari attentinc alia religione e si dannino; e pongono in opera, per ordine dei confessori, o~i mezzo di seduzione accio non si mescolino nelle civili riforme ; e COSI mancano ana palria nel maggior uopo tante menti e tanle braccia, ehe per essere appunto di pacilki cittadini, IIi padri di famiglia sarebbero 1c migliori per eonslgli maturi e moderati, Grasie ai, confcssori perchC colle loro imposture rcndono cosl bel servigio alia patria di mantenerla nella ignoranza per dominaria, e ricondurIa se Cosse p<lIiSibileai tempi barbari l Ma questa malefica gcnia e tanto piti p'ericolosa, in quanto the lavora nelle tenebre: nasconde sotto II manto di religione la mano traditrice chc colpisce Ia patria ~ tenia perverse della societa, Ia rode per mantenerla in stato di consunsione e di emaciamento, I' avvilisce onde non ardisea sollevarsi, e pretendel:ebbe che baciasse Ie eatene del servaggio, che faCCS6epanegiric.i degli oppressori, La confessione in rapporto alia societa poo defiinirsi .- UDO' spionaggio universale organizzato e complete, - I confessori non si contentano di sapere i peceati di queUi cl1e si confessana, rna vogliono sapere l' ordine e il regolamento delle famiglie: quando capita sotto le unghie di un confessore turbo (e ('.hi non 10 e?) un giovanelto innocente, una ingenua €anciulla, non esce di lit che I,lOnabbia prima rivelati tntti i secreti della famiglia senza neppure avvedersene: neppure i sogreti del ·letto maritale sono ignoti aUa imperlinenle curiositil dei confessori! Ma do sareblle nulla; 10 scopo di qnesto spionaggio ~ mantenere la po&enza di Roma: e siccome Roma papale per sostenersi ba bisogno dell' aiuto dei despotir esiste fra CSIlI e Roma palto sacrilego, orribilc, di aiutarsi a vicenda nell' oppressioae. queUi colle armi, questa cello spionaggio. Esagero 10 forse" Veniamo ai fatti. N~ apj1eoa nel secolo llaRSa~ surse la socjcta. 4lci libllri

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senD sapere, oome neppure ora rosa sia questa societa : Ie bastb travedere ehe essa societa tendeva alia rigenerazione civile del mondo per scagliare contro di essa i SUGifulmini, II possente mezzo 'Che Roma adoperava eontro di essa era la confessione. Si leggano le bolle di Benedetto XIV. di Pio VIT. di Leone XII. di Gregorio XVI. contro di essa societa e si vedra come i papi si servono della confessione per opprimere ogni sforzo della societa alla sua rigenerazione civile. Tutti I confessori sono obbligati souo pene severissime ad imporre ai loro penitenti l' obbligo di denunziare alia autorita eecleslastiea qualunque essi conoscessero non solo appartenere a queUa societa, 0 a qualunque altra avenle 10 stesso scopo, ma anehe se ne avessero un qualche sespeuo; e se Il penitente si ric usa di denunciare-nonpuo ricevere l' assoluzione. . ,,' Manei paesi ClVe piu non esiste 1'inquisizione, el sidira, tan denunzie non 5i fanno. Le bone prevedono anche questo ease, ove non esiste I' inqnisisione Ie denunzie si fanno al Yeseovo, o al Vicario, il quale le Manda 0 aRoma 0 al Sovrano del luogo, 0 all' uno e all' -aUro afflnche sieno di concerto a sopprimere agni moto di libertit. L' arehivio dell' inquisizione di Roma visitato dal .govemodella RepubbJica nel marzo 1M! ha fomito migliaja di document] su questo soggetto. Un nomero infinite di denunsie dl.confessorl contro i liberali sl sono tl'ovate in quell'infame archivio (I); e quasi tutti i liberali dei stati romani erano stati denunciati dai confessori delle 10m famiglie, '0 da quem dei loro amici. A tale 'giunge if timore ehe ha Roma delle civili riforme, e l' abnso che fa del suo potere nella confessione ehe obbJiga i padrl a denunciare j propri figJi, i flgJi a denunciare i padri, Ie mogU a dennnciare i mariti, anche a dispetto delle legg{ di natura: rna qual Iegge vi' per. il despotismo? Roma sensa despotisnro .non pub snssistcre~ il despotlsmo fra i cristiani nprr pub reggersi senza Roma: eeeo il perehe tutti i despotisiln~tizzano per Roma papale: eeee it perche mentre Iii Veneziasi reggeva a repubbUca nluna potensa glammai si emosSa, contro essa; ma appena volle seuotere Boma it giogo papale quattro potenee sl scagliarono su di lei a. la-

mnratori;che

Roma 51 scagll0 eontro di quella,

53

sa,

(1) '·e I. iI n, '19 del le

1~'9.

~oDtemporaneo

glornale

rOIUHDO

7 Apr;"

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54 eerarla: se la {IOtenzapapale eade , sorgera il Vangelo, ed allora la eoafesslone insieme colle aItre papali invenzioni per mantenere il despotismo cadera ; e queste cadute, cade anche Ia potenza dispotica. Ora una istituzione che tende a manlenere la societil nel}'oppressione pUG essere istituzione del Figlio di Dio? PUGappartenere ad una religione tutt' amore, tutta fraleUanza'l CAP. X.
COfM si ottenga til r.cmissione dri peccat' Chiesa di GI'SU Cristo. nelftr

GESv' Cristo e il noslro Redentore, iI nostrn unico salvatore: dunque la redenzione e la salvezza ci deve venire unicamenle da lui. II raziocinio mi pare regolare; la eonelusione e alle rigorose leggi della logica: vediamo JX:rtantocome questo principio sia appoggiato dalla Parola di Dio. S. Pietro « ripieno dello Spirito Santo» (Fatti iv.) cos] {>Irla in pieno Sinedrio: « Ed in niun altro (fuori d~ Cristo) e la salute: eoneiosiaeosache non vi sia alcun altro Nome sotto il cielo, che sia dato agti Domini, per 10 quale ci convenga essere salvati. » S. Giovanni nella sua prima lettera cap. 2; v, i, ci dice queste consolantissime parole: ( figliuoletti miei, io vi serivo queste cose aecioeehe non peccbiate; e se pure aleuno ha peccato, noi abbiamo un Avvocato appo it Padre, cioe Gest'J Cristo giusto; ed esso e il purgamento dei peccati nostri; e non sol dei nostri, ma ancora di qnelli di tutto iI mondo. 19 S. Paolo nella leltera alii Efesi cap. t. v. vii. ci assicura che « in Gesu Cristo noi abbiamo la redenzione per 10 suo sangue, la remissione dei peeeati, secondo le ricchezze della sua grazia. » E nella lettera ai Colossesi cap.. it. xiv, ci assieuracho Geso Cristo ha cancellala I' obbligazione ch' era contro a noi negli ordinamenti della divina. giustizia, la quare ei era eontraria ; e quella ba tolto via, avendola confilla nella croce•. Percio « dopo aver falto per se stesso il purgamenta de' nostri peccati, 5' e posto a sedere alIa destra della Maesta nei luoghi aItissimi » (Ebrei i.3 •.). Gesu Cristo « ci ha lavati dai nostri peecati col suo sangne » dice S. Giovanni (Apoc. i. 5. ).: « Gesil Cristo ha portato egJi stesso i noslri peccati net SUD, corpo in sul legno; accioccbe mortl al peceato vj,.iam~

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S. Pietro ii. 2'-.) Ma tutto cio era predetto molti sccoli innanzi che accadesse. II capitolo liii. di Isaia contiene la consolantissima dottrina della remissione dei peccati nella miova legge in un modo • COS! ehiaro da non potersi nulla di piu desiderare. « EgJi stato ferito per gli nostri misfatti, e fiaccato per Ie nostra iniquita : il gastigamento della nostra pace stato sopra lui. e per gli suoi lividori noi ahbiamo ricevuta guarigione, Noi tutti eravamo erranti come pecore; ciascun di noi s' era volto alia sua via; rna iI Signore ha fatta avvenirsi in Lui l'iniquita di tutti noi. » La Parola di Dio dunque e' insegna con tutta chiareua che, la remissione dei peeeati si ottiene da Dio per la sodisfazione di Gesu Cristo, il quale ha tolti sopra di se i nostri peccati e ci ha data la sua infinita giustizia, Quei ebe vogliono credere al Vangelo, devono credere dunque me noi abbiamo in Gesu Cristo una piena sodisfazione per tutti i nostri peccati; e per conseguenza che la remissione dei nostri pcccati non ci viene nc dalla confessione al prete, da alcuna delle nostre sodisfazioni: ma unicamente dalla sodisfazione di Gesu Cristo per il suo infinito sacrificio della eroce, Benissimo: dire la chiesa romana: ma per partecipare ai.meriti della sodisfazione di Cristo, bisogna partccipare aile sue sotferenze. "Ma dove. rispondiamo noi, dove seritta questa singolarc doUrina? Nella Bihbia no certamente: la Bibhia ci dice che Gesu Cristo « ha dato se stesso per prezzo di riscatto per tutti» ( 1. a Timot. ii 7. ): e che Gesu Cristo « ha fatto per se stesso il purgamento dei nostri peccati » (Ebrei i, 3.): se dunque il Cristo ha dato se stesso di un valore infinito per mezzo di riscatlo; se ha faUo da se stesso it purgamento dei nostri peccati; egli ha pagato per noi soprabondantemente, e a noi non ci resta che applicarsi iI prezzo del riseatto gia pagato: come se un ricco signore sborsasse una somma enorme per pagare tutti i debiti degli uomini di un paese; non resterebbe ai debitori che farsi conoseere dal ereditore , eonfessare iI 8"0 dehito, ed andare da lui con confidenza assoluto; cosl al cristiano non resta che riconoscerc iI suo debito, confessarlo avanti a Dio nostro creditore ; e con tutta fiducia chia"Illandosi riscattati da Gesu Cristo, presentare a Dio il prezzo

a giustizia: per 10 cui lividorc voi siete stati sanati,

» (f. di

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56 inflaito della redenzione. Ecco come neUa chiesa di Gesu Cristo si ottiene la remissione dei peeeati. Se Gesu Cristo dunque ha pagato, io non debbo pagare di nuovo. Ma it bcneficio della redenzione deve esserci applicato, dice la chicsa romana, e questo si applica per mezzo della eonfessione, Dove cio seritto nella divina Parola? noi rispondiamo. A Dio, non agli uomini, si appartiene di porre Ie condizioni per la remissione dei peccati: che Dio non abbia posta una tale condizione 10 abbiamo dimostrato nel capo 2. e 3 di questo saggio: oltrediche la Bibbia ci dice chiaramente come dobbiamo noi applicarci la redenzione di Gesu C.risto, e la sola condizione ch' egli ha apposto all' applicazione dei meriti di Gesu Cristo e della sua redenzione e la fede: « a tutti coloro che eredono nel nome di Gesu Cristo egli ha dato questa ragione, di essere fatti figliuoli di Dio;» dice S. Giovanni ca{l. 1. v. 12. « chi erede nel figliuolo ha vita eterna: » « in verlta in verita vi dico: chi crede in me ha vita etema: chiunque crede in me, benche sia morto, vivera, e chiunque vive e crede in me, non morra giammai in eterno.x Queste sono Ie dottrine di Gesu Cristo intorno alla giustificazione (Giov. iii 36, vi 47, xi 25, 26.) La dottrina degli Apostoli intorno alia giustifleazicne gratuita ~r la fede. Interrogate S. Paolo dal careeriere di Filippi [Fatti xvi 30) cosa dovesse fare per essere salvato: Paolo non rispose che confessasse a lui i suoi peccati, ma disse invece: « eredi nel signor Gesu Cristo e sarai salvato tu e la casa tua. )) Ma piu chiaramente esclude dalla giustificazione e remissione dei peeeati ogni altra condizione fuori della fede, quando nelle sue lettere insegna ai primi fedeli la maniera di ottenere it perdono dei peceati, Nella lettera ai Rom. cap. iii. 24., 28. spiega I' Apostolo con una chiarezza da non potersene immaginare una maggiore, la dottrina della remissioDe dei peccati e della giustificazione per la sola fede, e non per aleuna operazione; eceo Ie sue parole: « essendo gratuitamente gi ustificati per la grazia di esso, per la redenzione che in Cristo Gesu; il quale Iddio ha innanzi ordinato per purgamcnto col suo sangue, mediante la fede; per mostrare la sua giustizia, per la remissione dei peccati che SODOstali innanzi nel tempo della pazienza di Dio. Per mostrar, dico, la sua giustizia nel tempo presente; aecioeehe egli sia giusto e giustiflcante, eolui che della fede di Gesu. Dov' adun-

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que il vanto? Egli e escluso. Per qual legge? Delle operc? l\"o~anzi per la legge della fede. Noi adunquo conchiudiamo, che I' uomo e giustilicato per fede scnza Ie opere della Icgge, » La condizione, dunque che Dio ha posto per rimetterci i nostri peccati per iI sangue di Gesu Cristo, non e la eonfessione, ne alcuna delle nostre operazioni; rna solo la fede in Gcsu Cristo. La stessa dottrina e inculcata dall' Apostolo ai Rom. iv. 4, 5. c( Ora colui che opera iI premio non e messo in conlo per. grazia, rna per debito: rna a colui cbe non opera, anzi crede in colui che giustifica l' empio, la sua fede gJi e imputata a giustizia. » E nel cap. V. v. t. « Giustificati adun~ue per fede, abbiamo pace appo Dio per Gesu Cristo nostro SIgnore: » e nel cap. ii, v. 16 della lettera ai Galati dice cos}: « Sapendo che I' uomo non e ~iU'Stificatoper le opere della legge, IDa la Cededi GesU CrISto, abbiamo anrora noicreduto in Cristo Gesu, aeciocche Cossimoginstificati per Ia Cededi Cristo, e non per Ie opere della legge: percioeche niuna carne sar~ giu!ltiflcata per Ie opere della legge. »Ma se Geso.Cristo avesse voluto porre per condizione alia giustificazione, la manifestaelone delle colpe ad un uomo, gli Apostoli avrebbero potuto cos} chiaramente eseludere dalla giustificazione tutte Ie opere, e manifestare per condizione unica la sola fede In Gesu Cristo? Ma a Col oro .che fanno gran caso delle doUrine dei papi , eseoltino come la pensava su questo soggetto S. Pietro che, secondo loro, e pur stato il primo dei papi. Egli in una eircostanza solenne, quando cine predicava la prima volta ai gentili (Fatti J[. 42, 43. ) ci assicura ch' egli, come tutti gli altr! Apostoli, avevano ricevuto espresso comando da Dio d' insegnare, secondo Ia testimonianza ancora di tutti i Profeti, che la remissione dei peecati si otteneva soltanto per la fede inGesii Cristo, e non per altra rosa: eeeo Ie sue solenn! pIlrule: « ed Egli ci ha eomandetodipredicare al popolo, e di testimoniare cb' egli e quello che da Dio e state CO!Itituito Giudice dei vivi e dei morU: a lui rendono testimonianea tutti i ProCeti, che chiunque erede in lui riceve remission. de'peocati per 10 nome suo. » Che dero dunque eereare di piu; se Dio stesso nella sua Pasola mi assicura, che PQtrOottenere il perdono di tutti i miei peccati eredendo in Gesil Cristo? La fede dunque, rna la fede viva, rna la fede operante pel' la carka (G$lat, v, 6), non la eonfessione dei nostri peeeatl

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ISS Istta ad un nosLro simile, quella che ci gillstifica innanzi a Dio. Questo l' insegnamento che Gesu Cristo ha lasciato alia sua chiesa : chiunque insegnera diversamento, sara anticristo, sara predieatore di lin nnovo Vangelo; del Vangclo dell' uomo, non del Yangelo del Figlio di Dio.

CAP. XI.
CONCLUSIO)lE. COSTRI!1TO per i Iimiti impostimi, a porre termine a questo piccolo saggio intorno alia oonfessione, a voi, miei cari compatriotli, volgo ora, in special modo, il mio dire. E a voi che hO dedicato questo libretto, non perche spcri da voi ricompensa alcuna; che molti anzi di voi si terranno olfcsi dalle mie parole, e cercheranno, roll' ingiurioso nome di or 11/,'ata, screditarmi fra i fanatici: rna cosi facevano i Farisei eon S. Paolo, il quale aveva abbandonato la Ioro setta per seguire gl' insegnamenti di GesU Cristo. Non qui lungo di tessere la mia apologia: solo faccio riOettere che il nome di apo.Cata si conviene a colora coo abbandonano 1.1 religione Cristiana ; non a coloro me professano la fede di Gesu Cristo come la professavano gli Apostoli e i cristiani dei primi tempi. Dimostrino quci signori, coo la rcligione degli Apostoti quella stessa dei papi del secolo XIX; che allora, OOIDC adesso, si adoravano Ie immagini, le reliquie, si cantavano le messe per i vivi e per i morti; si usavano Ie conC~ioni si vendevano le indulgenze, e allora ci sotfriremo in pace la denominazione di apostati ; rna se essi invece hanno aggiunto .11 Vangelo in guisa da formare una religione tutta diversa, anzi tutta opposta a quella del Vangelo, 10 sotTrano in pace, essi saranno piuttosto gti a postati, Altri a screditarmi diranno ehe la mia penna vend uta; 1 Remani me personalmentc mi conoscono non potraBno credere a tale calunnia: se mi fossi voluto vendere,. mi sarei venduto ai papi che pagano assai generosamentc con bcnefici e dignitlJ., quei preti me gIi vendono la loro ooscicnza per esaltarli, No, ltaliani, iI solo bene vostro, rl bene della nostra carl patria, mi ha mosso a scrivere questo piccolo saggio. La disetplina della conCessione eccessivamente dannosa alia patrd.

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Ia qnaTe non potra giammai risorgere fino a che questa disciplina durera. L' utopia la pin dannosa per i popoli e quella di separare la rigenerazione politica, dalla rigenerazione reJigiosa. La religione I' anima di una nazione: iI Vangelo il codice divino dell' uomo: e fino a ehe il Vangelo non trionfera, trionferanno i despoti, i tiranni, gl'ipocriti. II presente saggio sulla confessione non che un cenno sopra uno dei lanli errori della chiesa di Roma, eoi quaJi domma i popoli, annienla gl' ingegni, inceppa Ie nazioni e Ie incallisce a servaggio, II culto delle immagini, la messa, il purgatorio, it celibate, e tutte Ie altre dottrine antievangeliehe della chiesa romana non ad altro tendo no, che allo scopo del dominio per lei e per i suoi alleati, i despoti; ed alIa opp'ressione dei popoli. Yoglia Iddio che I' Haha un giorno s' illumini e eonosca il larlo che la rode, la religione dei papi; e l' unico mezzo di risorgimento, la proclamazione del Vangelo. Mid eompatriotti : quando noi scuoteremo it giogo dei papi non abbandoneremo la religione dei nostri padri ; la religione divina di Gesu Cristo: noi nOD dohbiamo farci proteslanti; non dobbiamo seguire Ie dottrine di Lutero, di Calvino, 0 di qualunque altro dei riformatori; non dobbiamo aderire alia chiesa d' Inghilterra, alla chiesa di Germania, alia chiesa di Ginevra; rna dobbiamo esscre cristiani, come 10 erano i nostri padri; nn Clemente romano. lin Giustino fllesefo e tutti quegli altri che nei primi secoli segnivano la pura dottrina del Vangelo come era slata predicate dai santi Apostoli. NOR seguiremo Lutero e Calvlno, rna Gesu Cristo col suo Vangelo alIa mano; rna i saRti Apostoli coi lora insegnamenti, Non dobbiamo imporci le dourine di alcuna chiesa nazionale, rna Ie doltrine della chiesa di Gesu Cristo. Sono i preti che a sedurre i sempUd van dieeado che colore- che predieano la riforma Italiana VogH0Il9 fare abbandonare agl' Italiani la reli!pone del padri Ioro, e Carli tutti protestanti. Italiani! dopo i falli del 1849 crederete voi piu ai vostri preti? Ma per quello ehe riguarda il noslro assunto,che ei resta a conchiadere t La conCessione non prescritta nella Parola di Dio; dunque chi crede in Dio ed in Gesu Cristo, pue fare a meno di quella pratica. Essa contrariit alla Parola di Dia: dunque il Cristiano deve assolulamente astenersi dalla confcssioM come cia C063 contraria al volere di.vino.: e si.ccO~

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60 fare cosa contraria al voter di Dio atto di rihellionc eontro Dio; cos] assoggettarsi alia confessione sua alto riprovevole e peccaminoso pcr II Cristiano. La confessione contraria alia pratira della primitiva chiesa: dunque chi vuol essere cristlano come 10 erano i nostri padri, deve rigettare questa pratiea introdotta dai preti per il loro interesse. 1..11 eonfessione si oppone alia retta ragione: dunque ogni uomo ragionevole devc astenersene. La eonlessione e nociva aHa fede: dunque ehi ama il Vangelo, e la sua religione, deve abbandonarla: contraria al buon costume; dunque ogni uomo onesto devu allontanare da tale pratiea se stesso, e teneme lontani I suoi, La confessione impedisce ogni progresso cIvile: dunque ogni nomo ehe ama la patria deve fare ogni sforzo accio tale praticjl sia abo1ita. ~Ia siamo tutti peeeatori, ed abbiamo bisogno del perdono. f;; vero : e pereio ricorriamo solo a colui ehe puo perdonarci: ricorriama all' Agnello di Dio, a colui che solo toglie iI peeeato del mondo (Giov. i, 29.), a colui che I' unieo mediatore fra Dio e I' uomo (1, a Timot. ii. 5) e per la fede in lui otterremo iI perdono dei nostri peceati: Non ricorriamo piiI all' uomo pecratore pcr avere il perdono: rna ricorriamo al solo Dio per mezzo di GesU· Cristo nostro Redentore; un reo non ricorre al correo per avere il perdono di sua colpa. Italiani! aneora una parola e finisoo; eereate voi la vostra liberta, la rostra indipcndenza? Ebbene, non imparate dagU uomini con quali meeei dovete cercarIa; imparatelo dall'Uomodio. dal benefattore divino dell' umanita, dal Cristo. Ecco Ie consolanti parole ch' egli dirigeva ai suoi novelJi seguaci (Giov. viii. 31, 32.): « Se voi persevererete nella mia: Parola vol sarete vera mente miei discepoli, conoscerete la Veritil, e la verib\ vi fara liberi. » Abbasso dunque le imposture dei preti: risorga la Verita nella sua plirezza e noi saremo liberi, Sono queste Ie parole del Cristo; di colui che ha giurato, che iI cielo e la terra trapasseranno, rna non gia Ie sue parole (Matt. xxlv. 35); perehe sono parole di Colui che non puo n~ ingannare, ne essere ingannato. Distruggere dunque ed edificare: ceca la missione di un popopolo cristiano ehe cerca il suo vero bene, la sua vera felirita. Distrllggere tutto quello che ha editieato il prete sopra la purissima legge del Vangelo: edincare il cristianesimo suI solo Vangelo come 10 avevano i nostri padri, che col solo Van-

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61 geTo,senza altr' arma fuori del Vangelo distrussero l'Immcnso colosso della romana tirannide. La superstizione I' arme di tui si sono sem~re serviti, e si servono i dcspoti per signoreggiare le moltitudini (1): percio Gesu Cristo stabill iI SilO culto in ispirito e verita (Giov. iv, 23). II cui to del Cristo. !a religione del Cristo sia Il nostro culto la nostra religionc : I~ angelo sia il nostro libro prcdiletlo, e conosceremo I~VI': rIta; abbatteremo I'errore, e la verita che proeede da DIO ct rcndera liberi, e liberi per sempre.

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~1) Aocbe ai tempi di 'I'ite Lirio era ooto "he i tiranni collegah coi preti domin"'ano te lBoltitudini, e Ie opprimevaoo per rae"'o .Iella snperstizione, Nulla res meltitudinem rJlicaciu, resil, ,/U"III ~per"jljo. Tit, Liv. in Num. lib. 1.

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INTI

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9 Call. I. Cos' e la Con(rssionl'. ••.• «U Cap. II. La Confessione dei peecati, c!'f si fa nella Chiesa CaCtll/ica Romana, non ha {ondamento nella Parola di Dio . • . . . • . • • . . • . . • . « 17
«

l're(azionr. A!Jli Italiani •


Pag.
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La Parola di Dio, e cnntruria alia' con(~ssione dei peccati, stabilila nella Clcieba Romana • . « 23 . Cap. IV.' , La chies« dei primi secoli e ccnlraria alia confesswne auricolare • • • . • . . . . . • • • . «28 Cap. V. La Confl'ssione auricolare e IJpposta allasana. ragione. « 37 Cap. VI. . La Confessione auriculare e nncit'a alia {ede ed al
costumi : , • . •• •• • • : • •" • •
« 41

CIlII.

Ill.

Cap. VII. ~~ i~np.oss.ibilc quatvuque proqress» t'eligiolo, souo la diSclpilna della confessitme . • • • .• •« • Cal" VIII. La con(essionc arreea dallni gl'avissimi all'individuo, alia (amiglia. alia locieta . •« , Cap. IX. E i,"!p~$Sibile .qualunque progrelSO cidle souo la disc/pima del/a confessione.; • • • . . • • • II Cap. X. . Come si ouenq« la remissione de; peccali nella Chusa di GelU C,isto. « Cap. xt. ConclusiollC • •• «
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