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RAPPORTO TRA COLESTEROLO E SISTEMA CIRCOLATORIO Sibilla Ferroni

IL COLESTEROLO

Il colesterolo è un lipide, costituito da 27 atomi di carbonio in una struttura ciclofenantrenica con una catena
alifatica laterale, un gruppo ossidrile in terza posizione (da cui la desinenza –olo) ed un doppio legame in
quinta posizione. Il nucleo steroideo del colesterolo è costituito da 4 anelli con fusione trans.

La struttura spaziale appena descritta (vd. figura a lato),


venne definita per la prima volta nel 1975 dal premio
Nobel Cornforth.
Questo sterolo è così chiamato perché scoperto (nel 1775)
isolandolo dai calcoli biliari: il prefisso cole- viene,
infatti, dal greco “chole” = “bile” . Il colesterolo è il
derivato steroideo più comune e si trova in grandi
quantità nel cervello, nella spina dorsale e nelle
membrane cellulari.

Il colesterolo viene sintetizzato dall’organismo, come gli


altri lipidi, da frammenti di due unità di carbonio,
chiamati “unità acetato”.
Il colesterolo è un costituente fisiologico dell’organismo
umano che, oltre ad essere un componente importante delle membrane cellulari, è essenziale per la sintesi di
alcuni ormoni indispensabili per la crescita, lo sviluppo e la riproduzione. Questa molecola è comunque
presente solo negli organismi animali, nelle piante invece troviamo il fitosterolo.

A produrre il colesterolo nel nostro organismo è il fegato, ma può anche essere introdotto con la dieta.
Il fegato ne produce circa 800 mg al giorno. Questa produzione dipende dalla sua concentrazione e la
regolazione di questi processi è legata all’espressione dell’enzima HMG-CoA riduttasi. Per questo motivo per
abbassare il livello di LDL nel sangue, si assumono farmaci quali le statine,che agiscono inibendo l’HGM-CoA
riduttasi.

NEL SANGUE..

A causa della sua natura lipidica, il colesterolo è una molecola idrofoba, per essere trasportata nel sangue (il
cui componente maggiore è proprio l’acqua) viene circondata, come avviene per gli altri lipidi, da una
struttura proteica (esternamente idrofila) chiamata lipoproteina.
Comunque, prima di essere trasportato verso i tessuti extraepatici, il colesterolo, viene esterificato: un enzima
epatico (acetilCoA-colesterolo acil transferasi)esterifica il gruppo ossidrile –OH con una molecola di acido
grasso. Questo avviene per rende la molecola di colesterolo ancora più lipofila e adatta alla conservazione ed
al trasporto tramite le lipoproteine plasmatiche.
Ogni lipoproteina è costituita da un involucro esterno di proteine (alipoproteine) ed un cosiddetto “core”
centrale, contenente lipidi. Queste sono classificate essenzialmente in funzione della loro densità, contenuto
proporzionale di lipidi e proteine, tipo di apoproteina, tipo prevalente di lipidi contenuti nel core. Le
principali classi di lipoproteine sono: VLDL (Very Low Density Lipoprotein), IDL (Intermediate Density
Lipoprotein), LDL (Low Density Lipoprotein), HDL (High Density Lipoprotein). Dove le LDL, derivanti dalle
VLDL (che trasportati i trigliceroli ai tessuti periferici tornano al fegato) sono i principali trasportatori di
colesterolo alle cellule extraepatiche. Le HDL, secrete dal fegato, svolgono invece il ruolo inverso: inglobano il
colesterolo rilasciato nel plasma dal turnover cellulare e lo riportano al fegato dove avviene il catabolismo. Il
meccanismo di recupero è favorito dalla presenza dell’enzima LCAT( L-colesterolo aciltrasferasi), che
aggiungendo un gruppo acile al carbonio 3 del colesterolo, rende la molecola di colesterolo, più liposolubile e
quindi ne permette l’ingresso nella lipoproteina.
La fonte principale di colesterolo per le cellule non epatiche e non intestinali sono quindi le LDL. Queste
molecole portano sulla superficie esterna l’alipoproteina B-100 che viene riconosciuta dai recettori delle
membrane cellulari. Ne consegue la fusione della vescicola con lisosomi e quindi il rilascio del colesterolo.
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IMPORTANZA DEL COLESTEROLO

Il colesterolo è una molecola fondamentale per il nostro organismo, infatti dalla degradazione biochimica del
colesterolo si ottengono numerosissimi composti fisiologicamente importanti: il 7-deidrocolesterolo, ad
esempio, presente in buona concentrazione nella pelle, da cui si ottiene la vitamina D3, che aiuta a
regolarizzare il metabolismo del calcio. Inoltre dal colesterolo si ottengono gli acidi biliari, secreti nella bile,
che agiscono come emulsionanti dei lipidi immessi con la dieta, presenti nell’intestino, aiutandone la
digestione. I derivati principali, però, sono gli ormoni steroidei, prodotti nella corteccia surrenale, e gli ormoni
sessuali, prodotti nelle gonadi.

Secondo una recente scoperta di un gruppo di ricercatori del Max-Delbrück-Center for Molecular Medicine di
Berlino (Frank Pfrieger e colleghi) il colesterolo sarebbe un fattore sinaptogenico, prerequisito fondamentale
per riuscire a riparare le connessioni sinaptiche distrutte da traumi o malattie. Ciò che resta ancora da capire è
come facciano i neuroni a procurarsi il colesterolo. Perché, per quanto le cellule nervose sono in grado di
produrlo, la quantità risulta insufficiente a formare tutte le sinapsi che si osservano. Inoltre, il cervello non può
attingere al colesterolo del sangue, perché le lipoproteine che ne mediano il trasporto sono troppo grandi per
superare la barriera emato-encefalica.

IPERCOLESTEROLEMIA

L’ipercolesterolemia consiste nella presenza di elevate concentrazioni di colesterolo nel sangue, ed è la causa
di patologie che possono essere persino letali. Esistono diversi fattori di rischio che possono contribuire
all’ipercolesterolemia, tra cui una dieta scorretta, un eccessivo consumo di alcool, il sovrappeso e l’obesità, la
mancanza di attività fisica, ma anche lo sviluppo di malattie metaboliche come il diabete.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, si parla di ipercolesterolemia quando il colesterolo totale (LDL e HDL)
supera i 200 mgdl.

L’ipercolesterolemia, però, non è solo acquisita (quindi successiva alla nascita), ma può essere anche familiare,
ovvero ereditaria. La causa è stata individuata in una mutazione del gene che codifica il recettore per le LDL,
presente sul cromosoma 19. Ci sono persone, quindi, che non hanno la capacità genetica di mantenere,
attraverso il metabolismo, un livello ematico di colesterolo normale. La gravità di questa malattia ereditaria
dipende dal numero di mutazioni. Nella forma omozigote si manifesta in modo grave a partire dall’infanzia: si
formano placche (xantomi) all’interno della pelle ad esempio sui gomiti o le ginocchia, ma anche nei tendini e
intorno alla cornea degli occhi (archi cornei). I soggetti eterozigoti, invece hanno manifestazioni più lievi,
spesso poco evidenti durante l’infanzia.

COSA PUO’ PROVOCARE

Il colesterolo nel sangue, quando risulta presente in eccesso, si deposita nelle arterie, come componente di una
placca lipidica, nella cistifellea, come calcoli, o anche nelle ossa o sulla pelle (xantomatosi). La precipitazione
nelle arterie, ne provoca l’ispessimento e indurimento progressivi, quindi l’innalzamento della pressione
arteriosa e aterosclerosi (o arteriosclerosi). Quando la situazione degenera si può arrivare alla formazione di
placche (o ateromi) tali da bloccare del tutto il flusso sanguigno. Inoltre, anche le placche, staccandosi possono
formare un trombo, che può provocare un improvviso arresto del flusso sanguigno.

TESI DISCUSSE

Che un’elevata concentrazione di lipoproteine LDL nel sangue favorisca la deposizione di colesterolo nelle
arterie, è ufficialmente riconosciuto, come anche che bassi livelli di HDL predispongano a patologie delle
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arterie. La discussione verte invece sul ruolo di “spazzine” delle lipoproteine HDL. Infatti, non ci sono dubbi
sull’azione di trasporto che esse svolgono dai tessuti periferici al fegato, però c’è chi sostiene che una terapia a
base di HDL, non sia la soluzione per la riduzione del rischio cardiovascolare. Al contrario, la maggior parte
dei medici in Italia sostiene che livelli elevati di HDL contribuiscano ad una riduzione di questo rischio.

Ad esempio uno studio pubblicato sul “Journal of the American College of Cadiology” afferma che le persone
con alti livelli di HDL non solo hanno ridotto di due- tre volte il rischio di disturbi cardiaci,ma molto
probabilmente contribuiscono a ridurre la formazione di tumori.

Ma altre ricerche recenti, affermano che: sebbene varie strategie terapeutiche sono state sviluppate intorno al
colesterolo HDL, nel tentativo di frenare la progressione o indurre la regressione dell’aterosclerosi e ridurre
manifestazioni cardiovascolari dannose, la validità dell’inversa relazione tra i livelli di HDL-C e i rischi
cardiovascolari rimane incerta nella preparazione di una terapia farmacologica. Infatti sono richieste stime
affidabili per poter valutare gli effetti potenziali di un intervento dell’HDL sull’aterosclerosi, che ancora i
ricercatori non hanno.

Per quanto quindi non si sia arrivati ad una tesi univocamente accettata, nonché ad una terapia adeguata,
viene considerato d’aiuto l’utilizzo di steroli (contenuti ad esempio nella soia). Ma bisogna essere moderati
anche nella loro assunzione, infatti: per quanto siano facilmente espellibili e il loro assorbimento a livello
intestinale sia ridotto, è stato dimostrato che inibiscono l’enzima colesterolo 7 (che catalizza la conversione del
colesterolo in acidi biliari).

Bisognerà aspettare ancora qualche tempo perché nuove ricerche portino il mondo scientifico ad accordarsi su
una soluzione completamente efficace.

BIOGRAFIA

http://www.federica.unina.it/scienze-biotecnologiche/biochimica-clinica/metabolismo-
lipoproteine/

http://users.unimi.it/istchimorg/sitolodi2005/argomentispec.pdf

http://biochimica.bio.uniroma1.it/didatt/glicidi/glicidi.htm

http://www.imgep.com/default.asp?Pag=genmetabolismo

http://www.simg.it/areacv/supporti/pdf_vari/Materiale_pz_FH.pdf

http://www.iss.it/binary/publ/cont/06-23.1161007046.pdf

http://www.epicentro.iss.it/problemi/colesterolo/colesterolo.asp

http://www.tuftsmedicalcenter.org

http://www.nhlbi.nih.gov/health/dci/Diseases/Hbc/HBC_WhatIs.html

http://content.onlinejacc.org/cgi/search?journalcode=jacc&fulltext=Beyond+High+Density+Lipo
protein

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