Il Bo il giornale dellUniversit degli studi di Padova numero 4 / giugno 2011 p.

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VIE DACQUA E COMMERCI Fin dallantichit le vie dacqua sono state tra le principali vie di comunicazione e di commercio; oggi invece, nonostante il trasporto per via marina rimanga il principale motore degli scambi internazionali, quello fluviale segna sempre pi il passo nel nostro continente, in particolare in Italia. I dati parlano chiaro: se nel 1970 transitava sulle acque interne il 10,9% del traffico europeo di merci, nel 2000 questa cifra era ridotta al 6,9%; nello stesso periodo la percentuale del trasporto su gomma passava invece dal 52,1% al 75,5% (fonte: Eurostat). Le cose non vanno certo meglio in Italia, dove oggi una percentuale infinitesima dei commerci si svolge attraverso le vie di navigazione (nel 2002 appena lo 0,1%, contro l86,3% del trasporto su gomma). Eppure, a parte gli investimenti iniziali, il trasporto fluviale presenta molti aspetti positivi, essendo meno inquinante e pi efficace dal punto di vista energetico; i canali inoltre comportano in proporzione un centesimo degli incidenti rispetto alle strade. Proprio sulla base di considerazioni di questo genere allinizio degli anni 60 si pens di rilanciare in Italia il traffico fluviale : ne un esempio , purtroppo negativo, lIdrovia Padova-Venezia, progettata per sostituire il preesistente collegamento acqueo tra le due citt che si svolgeva attraverso il Naviglio di Brenta, esistente sin dal 1200. Nel progetto il percorso doveva partire dalla zona industriale di Padova, attraversare il fiume Brenta e quindi il Novissimo per arrivare alla conca Gusso, lunica di tutto il canale; quindi, dopo un ulteriore breve tratto in terraferma, doveva superare largine di conterminazione lagunare e raggiungere il canale di grande navigazione Malamocco Marghera. La lunghezza totale prevista era di oltre 27 km. Oggi purtroppo, dopo quasi cinquantanni di lavori a intermittenza, il canale Padova-Venezia non ancora completato. Daniele Mont DArpizio