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Consultazione pubblica in materia di regolamentazione dei servizi di accesso alle reti di nuova generazione

Ai sensi e per gli effetti di cui allallegato A alla delibera n. 1/11/CONS dellAutorit per le Garanzie nelle Comunicazioni (in seguito Agcom), pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 17 del 22/01/2011 e dichiarato che nulla osta alla pubblicazione integrale delle presenti osservazioni, come Sindacato Lavoratori della Comunicazione Confederazione Generale Italiana del Lavoro (in seguito SLC-CGIL) e come Confederazione Generale Italiana del Lavoro (in seguito CGIL), evidenziamo alla spettabile Autorit quanto segue. Premessa: limportanza di raggiungere gli obiettivi indicati dalla cosiddetta Agenda Digitale, limportanza delle riflessioni contenute nei punti 10-15 dellAllegato B, in gran parte condivisibili ed oggetto anche di uno specifico documento di SLC-CGIL e CGIL presentato nel 2009 alla pubblica opinione, - la necessit di affrontare il tema della catena del valore di Internet (punti 20 e 21), in futuro anche con interventi che salvaguardino comunque la massima libert e multidirezionalit delle rete internet, - la situazione di contesto, con scarsi investimenti pubblici (al momento attuale e in prospettiva per i prossimi anni) finalizzati al superamento del digital divide e alla promozione di reti di nuova generazione,
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riteniamo che occorra concentrare tutti gli sforzi dellattivit regolamentare per favorire, pur nella necessaria e giusta neutralit tecnologica, il massimo rendimento dei potenziali investimenti privati, in funzione anche di una riduzione del digital divide attuale e futuro, cos come espressamente demandato alle Autorit Nazionali dalla stessa raccomandazione della Commissione Europea del 20/9/2010. Del resto il quadro in cui si colloca lintervento regolamentare sulle nuove reti deve tenere conto che: 1) le reti di nuova generazione saranno sempre pi reti integrate fisso-mobile, con una definizione di mercato convergente ancora da ben precisare e che vede un contesto concorrenziale tra i diversi operatori presenti sul mercato nazionale sia del fisso che del mobile; 2) le principali aziende presenti sul mercato (nonch le aziende fornitrici di apparati e/o infrastrutturazione tecnologica) vantano capacit di risorse ed utili tali da poter sviluppare anche investimenti significativi nella realizzazione delle nuove reti;

3) lo scenario di competizione sia infrastrutturale che in termini di servizi non registra monopoli naturali infrastrutturali o di tecnologia sulle reti di nuova generazione da parte di nessuno degli operatori operanti sul mercato; 4) occorrono interventi mirati atti a favorire nel breve periodo lo sviluppo di reti NGN non solo nelle aree ad alto valore di mercato, ma anche e soprattutto in quelle a medio valore che, altrimenti (anche alla luce degli attuali piani industriali presentati dai principali operatori) rischiano di scivolare verso le aree a totale fallimento di mercato, in attesa di interventi pubblici e/o forzosi su privati, con negativi impatti in termini di competitivit e nuovo digital divide. Inoltre da sottolineare come, pur con tutte le dovute specificit e peculiarit, in tale direzione si pone anche - a nostro parere correttamente e con unelaborazione di pregevole qualit - il lavoro svolto dal Comitato per la NGN cui Proposta non vincolante di Linee guida per la disciplina della transizione verso le reti NGN individua soluzioni tecniche compatibili con modalit di competizione infrastrutturale anche geo-referenziate e con un ordine temporale differenziato nella fase di migrazione dal rame. Linee guida che indicano chiaramente come possibili sono soluzioni basate su forme di disaggregazione fisica della risorsa, purch ne sia garantita la fattibilit sia tecnica che economica. In una logica di trasparenza di mercato, ma anche di efficacia, la soluzione migliore sarebbe infatti proprio quella della condivisione delle infrastrutture di posa in regime di totale reciprocit per tutti gli operatori, con prezzi non orientati al costo, che incorporino un risk premium e soggetti al controllo dellAutorit. Un risk premium che si rifletta in prezzi atti ad incoraggiare gli investimenti iniziali e che siano poi decrescenti nel tempo anche in funzione delle modalit e quantit di migrazioni dal rame alle reti NGN. Cos come corretta a nostro parere la necessit indicata dalle su menzionate Linee Guida di prevedere un ampio numero di profili di servizio, in termini sia di banda che di qualit, nellindividuare le condizione tecniche di fornitura del servizio bitstream su rete NGA. In particolare nelle aree in concorrenza infrastrutturale (anche e soprattutto in quelle potenzialmente in concorrenza perch aree molto densamente popolate o a forte concentrazione di attivit di impresa) lobbligo di servizio bitstream dovrebbe essere imposto, a prezzi soggetti allAutorit, solo al raggiungimento di una determinata percentuale di utenti attivati, percentuale da definire anche tenendo conto dellonerosit della implementazione/posa di FTTB e in prospettiva FTTH. Pertanto, anche alla luce delle ultime rilevazioni sulla concentrazione nei mercati n.4 e n. 5 e anche alla luce dei positivi risultati offerti sul terreno della concorrenza dagli impegni Telecom Italia e dalle garanzie insite negli stessi (gruppi di impegni n.9 e seguenti), pur condividendo e anzi dovendosi per noi rafforzare tutte le forme e gli strumenti per garantire la massima trasparenza, non discriminazione, contabilit dei costi, la massima collaborazione e i giusti tempi di decisione per tutti gli operatori, riteniamo che uneccessiva implementazione di obblighi per laccesso fisico e digitale con prezzi orientati al costo per di pi senza una quantificazione ad oggi apprezzabile dei Risk Premium possa avere leffetto su tutti gli attuali operatori e su possibili operatori futuri, di deprimere e scoraggiare investimenti ulteriori non solo nelle aree a maggior valore di mercato, ma anche nelle aree a valore medio (distretti industriali, ecc.).

Venendo fatta salva sempre, infatti, la potest di intervento dellAutorit (a seguito tanto delle rilevazioni ordinarie che straordinarie e specifiche), riteniamo che, anche condividendo la tempistica proposta e le modalit di successione degli obblighi, in riferimento a bitstream prima e unbundling poi (con la giusta esclusione delle zone dove esistono o probabile si sviluppino infrastrutture di pi operatori) nostro parere che: 1- in linea anche con il memorandum concordato tra le imprese al MISE andrebbe posta maggiore attenzione ad incentivare, anche per via regolamentare, forme di coinvestimento e obblighi simmetrici per tutta la tratta, segmento terminale compreso; 2- eventuali tariffe di unbundling dovrebbero incorporare un Risk Premium in forma decrescente in relazione allaumento di utenti (lato domanda) e servizi (lato offerta) e non dovrebbero avere prezzi orientati al costo se non nelle aree chiaramente a fallimento di mercato, dove andrebbero previste misure compensative per leventuale unico operatore; 3- lobbligo di accesso in forma di bitstream andrebbe da subito differenziato con prezzi diversi in funzione dei servizi, con eventuali interventi in un secondo momento a fronte di possibili accelerazioni sulla decrescita dei prezzi per favorire la politica di unbundling. Pertanto, ritenendo pi importante in questo momento accentuare pi un orientamento basato sul principio di non discriminazione che non di prezzo orientato al costo, evidenziamo che: D1-D2-D3-D5: si condividono gli orientamenti dellAutorit in merito alla definizione degli obblighi di accesso alle infrastrutture di ingegneria civile, anche in relazione al segmento di terminazione e nel caso di rete FTTH e FTTN. D4: si condividono in generale gli orientamenti in merito alle previsioni di coinvestimento, evidenziando la necessit che siano comunicati, in evidenza pubblica, i piani di sviluppo per le nuove infrastrutture da parte di tutti i soggetti attualmente titolari di licenza per le comunicazioni. D6: Si condividono nella misura in cui tale Risk Premium sia impostato su criteri di remunerazione iniziale, anche prendendo a riferimento i tassi maggiorati di investimento rischioso, cos come definiti dalla BCE, e con elementi di prezzo decrescenti nel tempo secondo lo spirito e le caratteristiche sovra indicate. D7: Si condividono gli orientamenti dellAutorit, invitando per da subito la stessa a dichiarare gi ora i possibili interventi obbligatori su tutti gli operatori, qualora vi siano condizioni di non duplicazione delle infrastrutture, fatto salvo sempre il principio della remunerazione valida per chi, per primo, si assume il rischio di impresa. Da qui anche la sollecitazione ad un trattamento differenziato e agevolato nei confronti dei co-investimenti. D8: Si condividono gli orientamenti dellAutorit in merito alla definizione degli obblighi di accesso a larga banda allingrosso, ribadendo anche in questo caso la necessit (e quindi lo spirito e la valutazioni su riportate) di riflettere sulla segmentazione su base geografica dei mercati di accesso fisico e di banda larga allingrosso. D9: Si condividono gli orientamenti dellAutorit in merito alla proposta di adozione di misure differenziate sulla base delle condizioni concorrenziali riscontrate, evidenziando per la necessit di un ulteriore sforzo, anche compatibilmente con levoluzione della struttura Open Access di Telecom Italia e relativi impegni, al fine di spingere tutti gli

operatori al massimo di competizione sulle infrastrutture. Questo anche al fine di incentivare forme concrete di coinvestimento per la maggior parte del territorio nazionale. D10: Si condividono gli orientamenti dellAutorit in merito alla definizione della disciplina di transizione evidenziando la necessit di un pi puntuale impegno a rendere noti, da parte di tutti gli operatori, i relativi piani per favorire la pi rapida migrazione possibile.

Dichiariamo inoltre sin da ora che tema fondamentale, e su cui come SLC-CGIL e CGIL ci riserviamo di intervenire con uno specifico contributo, come lAutorit proceder alla definizione e allindividuazione puntuale delle diverse aree geografiche in Italia, dove vi o sar maggiore concorrenza (aree a successo di mercato) e dove, quindi, vi saranno meno vincoli e potenzialmente maggiori investimenti privati. Invitando da subito lAutorit a prendere in considerazione non solo i piani attuali (al massimo triennali) delle diverse imprese, ma anche indicatori socio demografici, di produzione e di reddito a carattere generale e tali da includere nelle aree a successo di mercato gli oltre 50 grandi distretti industriali. Questo al fine di incentivare la copertura con reti NGN nel minor tempo possibile, contribuendo allo sviluppo e al potenziamento di realt cos particolari e tipicamente italiane e pur cos importanti per lo sviluppo sociale ed economico del Paese. Roma, 3 Marzo 2011 p. la Segreteria Nazionale di SLC-CGIL Alessandro Genovesi

p. Dipartimento Reti e Terziario CGIL Nazionale Rosario Strazzullo

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