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I Quaderni di Creativity Papers n 2 Collana aperiodica di saggistica, narrativa, giornalismo, poesia Direttore Responsabile: Roberto Sonaglia

Attribuzione Non commerciale Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY NC ND 2.5) La presente opera distribuita come inserto del n2 di Creativity Papers (Anno I Luglio/Agosto 2011) protetta da licenza CREATIVE COMMONS, attraverso lupload effettuato nella piattaforma di Scribd (http://www.scribd.com/). Siete liberi di distribuire la seguente opera alle seguenti condizioni: 1. Deve essere chiaro che lautore dellopera Roberto Sonaglia. 2. Non deve essere utilizzata per fini commerciali. 3. Non pu esserne alterato il contenuto in nessun modo. possibile rinunciare alle condizioni sopra descritte mediante autorizzazione dellautore, che ne detiene i diritti.

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Introduzione Una storia di tutti, per tutti... super-eroi e non


Qualcuno forse gi sa come andranno a finire le cose. Tutte, le cose. Forse Qualcuno ha creato bene e male. Forse esistono gli Angeli. la trama di un libro fantasy o la pura realt? Quella a cui siamo abituati a credere, intendo. Questo enigma la sostanza principale su cui si basa Ali dAcqua, racconto con la R maiuscola. Un Angelo e unOndina, scelti dal Capo in persona (o meglio, in Spirito) che lottano insieme per distruggere il male. Fin qui potrebbe sembrare non ci sia nulla di nuovo, quasi sempre nei fantasy c leroe di turno che salva il mondo. Quello che ci lascia incollati alle righe loriginalit della storia, per com scritta e per quello che dice, e lintreccio di eventi che si snoda e si annoda dallinizio alla fine, senza sembrare e dico 'sembrare' - complicato. Ali dAcqua una storia damore, anche. Meravigliosamente appassionante, completamente priva del solito miele, o di romanticismo banale scritto e riscritto migliaia di volte nel corso dei secoli. Questi sono i due filoni principali per quanto concerne la storia in s, quella fantasy. Ma cosa c di reale in questo racconto? Di vero ci sono sicuramente i sentimenti, quelli puri, che siano verso lamore, la paura, la speranza, e tutto quello che ne consegue. Per non parlare delle sfide quotidiane, le avversit, lo squallore a cui costretto il Mondo, schiavizzato e violentato ogni giorno da menti perverse, che lautore metaforizza con maestria mascherandole da Kraken e Leviatano. Ma Ali dAcqua anche una favola, anzi, potrebbe essere un fumetto, per originalit di trama e stile. Come in tutte le favole, fumettistiche e non, lumanit sempre difesa da un Super-eroe. Qui ne troviamo addirittura due, e di non poco conto. Daltra parte, le influenze fumettistiche che saltano fuori dalla passione dellautore per questarte, non potevano che lasciare il segno in un racconto fantasy venuto fuori dallestro di Roberto Sonaglia, ex fumettista quasi di professione ossessionato dall'opera di Lee & Kirby, John Romita, Alan Moore, Frank Miller, Moebius e tanti altri, troppi per poterli citare tutti.

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Ma non pensiate che leggendo Ali dAcqua trovereste solo un fumetto scritto in stile narrativo, perch, come dicevo prima, tuttaltro. O meglio anche altro. Tra le righe di questo racconto ritroverete la vostra persona, perch dietro Mostri, Angeli, Ondine ed Entit Superiori e inarrivabili, c la storia di tutti noi, nel bene e nel male. Non a caso si trovano chiari riferimenti a Moby Dick, il capolavoro di Hermann Melville (il Leviatano stesso, che per certi versi temuto quanto la mitica Balena Bianca, o il gabbiano Melville, appunto, il cui nome, associato a Moby Dick, non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Ma associando questultimo a Jonathan Livingston, il famoso Gabbiano di Richard Bach, questo strano carachter assume ancora altri significati). Altro personaggio interessante laborigeno Chuck, dotato di poteri telepatici, che potrebbe essere il filo che lega cielo e oceano, questo giudicatelo voi. Leggendo Ali dAcqua rimarrete impressionati dalla semplicit con cui lautore concretizza la complessit di timori e speranze, quando sulle nostre spalle grava il peso di responsabilit e situazioni pi grandi di noi. Che sia filosofia o qualcosaltro che accomuna gli esseri umani, lo scoprirete solo leggendo, e traendone le vostre conclusioni. Una Storia di tutti, per tutti. Ali dAcqua il primo e-book di Roberto Sonaglia. Oltre a questo, lautore ha allattivo la pubblicazione cartacea di Fantasmi al rallentatore, che raccoglie alcune delle sue pi belle poesie. Samanta Sonaglia

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A Samanta, l'Altra Met del mio Tutto

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Prologo Canto urbano di ondine ed esseri alati


Catturo istantanee di realt, lo faccio per mestiere e mi pagano, due volte mi pagano. Mi paga lagenzia per cui lavoro, la Electric Eyeshot Inc. - non cercatela sullelenco, non la trovereste - e mi paga il Capo, anche se lo stipendio, in questo caso, lo riscuoter il Giorno del Giudizio. E un lavoro interessante, il primo; una missione faticosa, la seconda. La citt piena di zone dombra, a volte le foto risultano sottoesposte. Ma non ho mai fallito uno scatto, e non penso succeder mai. Ho due buoni supervisori, il primo con la pancetta, suda molto e fuma troppo. LAltro, beh, Lui le ha viste tutte. Ma proprio Tutte, dico. E poi c la mia Ondina, che sta sempre con me, anche se siamo separati, su una nuvola che somiglia a uno scoglio. Mi chiamo Gabriel. Per gli amici, Gabe. La mia Societ, la Star-Shaped Seashell org, ha come fine la preservazione e continuit di specie marine a rischio, e collabora strettamente con organizzazioni internazionali. Per cui sono spesso in giro per il mondo, o percorro le rotte dacqua degli oceani. La mia sede comunque qui, in citt, una citt che amo, con tutte le sue contraddittorie canzoni, la sua complessa personalit. E amo il respiro che, la sera, dopo una giornata pesante e veloce, mi accoglie, il sussurro del vento che mi accarezza, rientrando a casa, dove posso liberare i piedi dalle scarpe, e il viso dal severo cipiglio di Direttrice Generale, poi affacciarmi scalza sullassoluto del mare, che vedo aprirsi dalla mia finestra, oltre la prospettiva dei tetti. E stare insieme al mio Angelo disordinato, anche se siamo lontani, su uno scoglio che somiglia a una nuvola. Mi chiamo Gracelyn, ma tutti mi chiamano Grace.

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I Gabriel prende il caff


Neanche il tempo che il caff finisse di salire, riempendo la moka all'italiana, e il telefono squill, richiamando Gabe allordine del reale. Allung distrattamente la mano sul tavolo, tastando in cerca del cellulare, mentre gli ultimi brandelli del sogno scivolavano via dietro le palpebre socchiuse. - Pronto? - disse, con la voce impastata delle 7.00 del mattino. - Ancora a casa? - disse la voce bassa e ferma, esplodendo dal Nokia, che Gabe allontan istintivamente dallorecchio. Come faceva a essere sempre cos energico, a quellora, il capo, era una di quelle domande che, probabilmente, non avrebbero mai avuto risposta. - Che vuoi, Steve? - Muoviti a caricare la Nikon e vai a questo indirizzo... - Aspetta... dove cazzo... - mormor Gabe, alzandosi dalla sedia e cercando un pezzo di carta e una penna, che trov, infine, al loro posto consueto, sulla credenza verde di fronte al frigorifero. - Dimmi Steve... - riprese, tornando a sedere, poggiando il foglio sulla coscia, in attesa che il capo gli dettasse lindirizzo. - Gabe - disse Steve, con un tono serio, una volta date al suo fotografo di fiducia, e amico di lunga data, tutte le indicazioni necessarie - una brutta storia. Preparati... Gabe si umett le labbra con la lingua, gi pregustando il primo dei due caff del mattino, con relative sigarette a seguire - Non sono un pelomoscio, boss. Direi che ne ho viste, nel mio mestiere, no? - Non cos, Gabe, credimi. - Metter gli occhiali da sole, Steve, non preoccuparti per me concluse il fotografo, chiudendo la conversazione. Mentre si versava il caff nero bollente nella tazzina di vetro, prepar mentalmente la lista delle cose da prendere: la Nikon, almeno due memory card, il flash al magnesio, perch anche in esterni pu servire, le sigarette e due bottiglie di acqua. Prevedeva sarebbe rimasto fuori fino a sera, e non sapeva se avrebbe avuto tempo per cercare un drugstore. Terminato il lavoro per Steve, sarebbe iniziato quello per laltro Capo. Quello che sa tutto, ma non dice nulla, perch le cose devono andare liberamente per il loro verso, o perch forse, non vuole rovinare la festa a chi, la festa, deve celebrarla. Una verit che un 5

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Celestiale impara ad accettare da subito, specie uno in missione, come Gabriel. Mentre accendeva la prima sigaretta, chiuse gli occhi, e ogni atomo del suo essere si scisse, in materia ed energia. La materia rimase seduta sulla sedia, fumando lentamente la Marlboro, lenergia vol fino a una nuvola, che somigliava a uno scoglio, dove unOndina salut il suo Angelo con un sorriso darcobaleno.

Gracelyn conferma un appuntamento


Le notizie che arrivavano da varie parti delluniverso marino non erano incoraggianti. Erano pessime, per dirla tutta. Grace scorreva le pagine sullo schermo 23 alla sua destra, e contemporaneamente rispondeva alle decine di mail che affollavano quello alla sinistra, pi piccolo, ma di maggior risoluzione. Ogni tanto tirava indietro il busto, appoggiandosi sullo schienale della poltroncina, tamburellando con le dita sulle labbra, unespressione concentrata e leggermente preoccupata le aggrottava le sopracciglia ben rifinite, oscurando gli occhi di un verde intenso. - Direttore? - la voce metallica dellinterfono la scosse dai suoi pensieri. Allung la mano per ricevere la comunicazione. - Si, Frances, che c? - chiese, continuando a fissare gli schermi che brillavano di fronte a lei. - Ha chiamato Devereaux. Vuole sapere se pu confermare lappuntamento. Grace si alz dalla poltroncina, percorrendo il breve spazio che separava la sua scrivania dalla parete alla sinistra, occupata da una mappa del pianeta di grandi dimensioni. Su diversi punti degli oceani erano segnati dei piccoli cerchi a matita, e Grace li percorse seguendo con lindice un immaginario tracciato che li collegava. - Direttore? - di nuovo linterfono. Grace volt la testa verso la scrivania, illuminata dalla luce tremolante degli schermi. Amava tenere il suo ufficio in penombra, durante lestate, e ben fresco. Lunica fonte di luce erano i monitor sulla scrivania, e le linee nette tracciate sul pavimento dal riflesso del Sole attraverso le veneziane socchiuse, che si muoveva man mano che la giornata procedeva. A quellora, le 9.00 del mattino, occupavano la parte prospiciente la scrivania di mogano e 6

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alluminio, quella che dava sulla porta del piccolo bagno vicino allingresso. - Si, Frances, conferma lappuntamento. Domani alle 4 del pomeriggio, ora di Sydney. - Bene. Il clik dellinterfono che veniva spento risuon metallico nel silenzio dellufficio. Grace torn a studiare la mappa del pianeta. Diverse anomalie magnetiche stavano provocando un piccolo disastro ecologico, sfuggito, per ora allattenzione generale, proprio per la sua delocalizzazione, e la limitata estensione delle zone interessante. Ma in quelle zone ogni forma di vita stava lentamente scomparendo. Il gruppo di Devereaux era impegnato in ricerche avanzate nella zona del Sud Pacifico. Il giorno seguente anche Gracelyn avrebbe visionato i risultati di quelle ricerche. E subito dopo avrebbe avvertito il suo Popolo, che abitava nelle profondit sottomarine. Torn a sedere sulla poltrona, chiuse gli occhi, e in pochi istanti fu sullo scoglio, che somigliava a una nuvola, dove lAngelo che possedeva il suo cuore, le sorrise, salutandola. Rispose sorridendo a sua volta, e accarezzandogli i capelli, mentre sedeva vicino a lui e gli prendeva la mano.

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II Se tutti avessero un Oceano..."


- La senti quella musica, Gracelyn? - La sento, Gabriel. - Viene da laggi, da qualche parte della citt, o forse... - Viene dall'Oceano, e la citt la riflette, come se ogni nota fosse unonda, ogni pausa un contrappunto, ogni... Grace sorrise, sollevando lo sguardo verso il cielo sopra il cielo, oltre latmosfera azzurrina che delimitava lo spazio della spiaggia bianca che era una nuvola, ma allo stesso tempo uno scoglio. Si fece pi vicina allArcangelo, appoggiando la testa sulle spalle di lui. Gabe seguiva la melodia mormorandola con un filo di voce, mentre batteva leggermente il ritmo sulle labbra con le dita. - ...ogni strofa un poema ancora da scrivere - concluse Gabriel. LOndina sorrise ancora, stringendosi a lui sul divano rosso, sospeso sulla bianca superficie del nembo - Si, cos che la sento cantare, fra lOceano e la Terra, le onde e le case. - Canta della fine della scuola, del tempo che si ferma e i giorni diventano infiniti, e assi da surf, e cittadelle nel cielo... - Canta dellinizio dellestate, del tempo che regala un secondo per ogni ora che passa, e risate sottomarine che diventano energia... - Gi in citt iniziata, Gracelyn. Non ho pi dubbi. - Anche negli Oceani. Come avevano profetizzato i Padri. - Come disse il Capo... - Gabe sollev il pollice e lo sguardo in alto. Grace ridacchi, con la sua voce verde smeraldo intonata col sorriso che le illuminava lo sguardo - Avremo il nostro daffare, penso. - Gi. Ma il mondo sopravviver, alla fine, no? - Lo ha sempre fatto, amore - rispose lOndina scalza, chiudendo gli occhi e iniziando a canticchiare quella canzone dei Beach Boys.

Sopra l'Oceano
Quando vide Gabe per la prima volta, in un piccolo, ma accogliente diner sulla Pacific Coast Hwy, fra Los Angeles e San Francisco, Grace pens fosse un tipo strambo, di quelli che se ne stanno per i fatti loro, e non sorridono mai. Uno di quelli che hanno sempre qualcosa di interessante da raccontare, a chi con pazienza l'avesse ascoltato. 8

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Aveva subito notato la Nikon sul tavolo, poggiata distrattamente accanto a un taccuino e al pacchetto di sigarette, e pens quel tipo dall'espressione seria, che quasi intimoriva - chiss quali erano i pensieri che lo rendevano cos concentrato? - fosse un reporter, un giornalista, qualcosa del genere. Ne incontrava continuamente, nel lavoro, e lui aveva qualcosa che le rammentava un indagatore dei sottosistemi del reale - espressione che le era sempre piaciuta, da quando aveva fatto capolino nella sua mente, durante una riunione con alcuni esponenti di Greenplanet, e usava spesso, quando rifletteva tra s sulle meccaniche, talvolta assurde per lei, del mondo di superficie. Passando accanto al tavolo dove l'uomo sedeva, intento a bere il suo caff, Grace vide che, vicino alla reflex, e al pacchetto di sigarette, c'erano delle foto, che raffiguravano luoghi a lei familiari. Viveva ormai da tanto tempo a L.A. e non poteva non riconoscere, per esempio, Sunset Blvd., Glendale, Burbank. Incuriosita si ferm accanto al tavolino del reporter, e gli chiese se le avesse fatte lui, quelle foto. Gabe rispose di s. A questo pensava, mentre, comodamente allungata sulla poltroncina di prima classe del volo Los Angeles-Sydney, i piedi liberati dalla scomoda tortura delle costose scarpe di pelle, ascoltava in cuffia una selezione musicale di Rock FM, piacevole e non intrusiva. Non era un vezzo da grande manager pieno di soldi, quello di viaggiare sempre nella maniera pi confortevole possibile. La sua natura marina lo richiedeva, e durante i viaggi elaborava le strategie pi efficaci per dare il proprio contributo, attraverso l'operato della Star-Shaped Seashell org., la societ che dirigeva, per il miglioramento della qualit della vita di un pianeta minacciato da troppi disequilibri. E comunque pagava di tasca propria tutti i numerosi spostamenti che la carica (e la missione) richiedevano. Mentre l'aereo si avvicinava all'Australia, sorvolando quell'Oceano Pacifico che era la sua casa, e dove, nelle profondit, abitava il suo popolo, Grace pens alla crisi che - come aveva confermato Gabriel era iniziata. Avrebbe coinvolto mare e terra, e probabilmente anche il cielo. Ma era sicura, e la convinzione veniva rafforzata dalla sicurezza con cui Gabe le aveva parlato, poche ore prima, sedendo accanto a lei, e abbracciandola, sulla loro nuvola che somigliava a uno scoglio, che un Angelo e un'Ondina, e tutte le forze della Luce, avrebbero protetto il 9

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pianeta dalle spire multidimensionali del Kraken, e delle sue legioni di incubi dilaganti.

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III San Francisco


Cera in effetti una ragione per cui aveva scelto San Francisco come base per la sua attivit, una ragione che il Capo - quello che ha visto Tutto, ma proprio Tutto - non mancava mai di sottolineare, ridacchiando dietro lo sguardo enigmatico. La transustanziazione di Gabriel era avvenuta a New York, ma solo perch l sono stanziati i Quartieri Celestiali attrezzati a rendere il transfert pi veloce e preciso. Comunque la sua missione lavrebbe portato nella West Coast. In nome di quella libert di scelta, prerogativa anche dei Servitori Alati della Suprema Volont, Gabriel poteva decidere il luogo dove avrebbe stabilito la sua dimora terrena. Ovviamente Los Angeles era la meta privilegiata di ogni Angelo in distacco temporaneo sul Pianeta Terra, e l Gabe si diresse, inizialmente, studiando la citt, il cielo sopra la citt, le correnti nascoste sotto la citt, lungo le quali si muoveva lenergia che avrebbe dovuto utilizzare, o combattere, una volta che il Leviatano si fosse svegliato. Scatt moltissime foto di quella metropoli, riservandosi di studiarle con calma. Era un posto che lo affascinava, pieno di stimoli e vibrazioni, ma voleva vedere anche San Francisco. Perch poi, alla fine, tutto limmaginario terrestre che aveva destinato Gabe fra le fila degli Angeli Custodi dei Sistemi Galattici, da l derivava. Intanto quella citt portava il nome del santo pi eccentrico e incredibile avesse mai incontrato, fra le Sfere; un tipo che a volte metteva in soggezione perfino il Figlio del Capo, quando discutevano del modo migliore per mandare avanti lAzienda. E poi, San Francisco era il posto dove gran parte di quel Tutto perlomeno la parte pi fragorosa e divertente - era accaduta: da quando, sulla spiaggia di Big Sur, Jack, Neal, Allen e compagnia lanciavano le loro 'urla', prendendo poi la destination anyywhere on the road, a quando, in unestate probabilmente pi luminosa di altre, lAmore esplose riempendo cielo, terra, mare e strade.

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A questo pensava Gabe, mentre sorseggiava un caff lungo, in un diner di Glendale, con le foto scattate a L.A. in bella mostra di fronte a s, sul tavolino di alluminio anodizzato. E fu in questa postura che lo trov Gracelyn, passandogli accanto, e non potendo fare a meno di notare le istantanee di luoghi a lei noti, della Citt degli Angeli. Il suo sguardo incuriosito non sfugg al fotografo, che comunque continu a bere il suo caff, facendo finta di nulla, per non mettere in imbarazzo la bella ragazza dai lunghi capelli lisci e luminosi, e lo sguardo di smeraldo. Il giorno dopo Gabriel arriv a San Francisco. Con la testa piena delle note dei Quicksilver Messenger Service e i Moby Grape; lanima che risuonava dei versi di Ferlinghetti e Ginsberg; gli occhi pieni dei colori di Fragole e Sangue e Clint Eastwood che inseguiva Scorpio, con una 44 Magnum lunga come la spada di Michele Arcangelo, il suo compagno di banco al liceo. La prima tappa fu il Golden Gate, naturalmente, e non perch avesse urgenze da cartolina. Semplicemente quello era il ponte pi bello del mondo, sospeso sulla baia pi bella del mondo. E mentre la nebbia del mattino iniziava a diradarsi, cap che i miracoli accadono, e anche agli Angeli concesso di stupirsi, almeno una volta nel corso della loro immortale esistenza. Cosa che, durante lapprendistato, il suo tutor Daniele aveva sempre rimarcato. Accanto ai piloni rosso carminio del Ponte, meraviglia incarnata dei fotogrammi pi affascinanti e visionari di Vertigo di Hitchcock, cera la ragazza del diner, quella coi capelli lisci e luminosi, e la gonna lunga che sembrava la coda di una Sirena. Era scalza, e giocava con lacqua che bagnava dolcemente la battigia. In quel momento Gabe, se mai avesse avuto ancora delle riserve, decise che San Francisco sarebbe stata la sua casa. Scopr in seguito che Grace viveva a Los Angeles, e la cosa lo divert, parendogli assolutamente congrua: unOndina che abitava nella Citt degli Angeli. Un Arcangelo che viveva a due passi dalla Porta Dorata dellOceano. E quando venne il tempo della Spiaggia Bianca, nel punto in cui le onde e le nuvole si toccano, tra L.A. e Frisco, tutto divenne chiaro, per Gabriel e Gracelyn. E iniziarono ad amarsi.

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A pagina 50...
Laereo inizi la manovra di discesa verso laeroporto Richland di Sydney. Rillassando i muscoli e chiudendo gli occhi, Gracelyn si concentr, il tempo si cristallizz, e in un attimo che parve durasse in eterno, mentre gli atomi del suo corpo si scomponevano, e poi riprendevano forma, fu alla Spiaggia Bianca. Parcheggi senza troppa cura per la forma, spense il motore, e si mise in ascolto dei rumori che provenivano dallisolato a poche decine di metri davanti a lui: urla, sirene della polizia, passi veloci. Cera tempo per lorrore, e il tempo, pens Gabe, dopotutto, non aveva alcun senso, sulla Spiaggia Bianca, dove lattendeva Grace. - Da qui quasi irreale... voglio dire, sembra di assistere a un qualche strano spettacolo, un film... - Si, e sarebbe bello poter rimanere fino alla fine, semplici spettatori... - Grace appoggi la testa sulla spalla del suo Angelo, prendendogli la mano nella sua. - Lo sarebbe, si - lo sguardo di Gabe vagava, rivolto in basso, verso quel buffo pianeta pieno di concitazione, che potevano osservare, dal divano rosso sulla spiaggia bianca fra nuvole e onde, quasi fosse un prisma sfaccettato, e ognuna delle facce corrispondesse a un luogo, un tempo, una realt diversa, ma sempre facente parte di un Unico. Gabe sorrise allOndina scalza, che ricambi quel sorriso con uno sguardo pieno damore. -A volte mi sento distante da tutto questo... il Kraken, il Leviatano... quasi fosse davvero uno spettacolo annunciato per la stagione in corso, un film che ho gi visto, ma del quale non ricordo il finale. - Non un film, purtroppo, sirenella - la interruppe Gabriel, facendosi di colpo serio - anche se uno spettacolo che va in replica da... sempre. - E stavolta tocca a noi cercare di scriverlo, quel finale. - Gi. Gabe strinse la mano dellOndina, accarezzandole dolcemente le dita - Guarda! Laggi. Li vedi Grace? - indic un punto del prisma sfaccettato, alla destra del centro. Gracelyn allung la testa, ma non riusciva a distinguere nulla di particolare, solo un andirivieni di volti, 13

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un sommesso mormorio di pensieri, suoni e rumori mischiati a formare una strana sinfonia, quasi ipnotica. - L - disse Gabe, avvicinando la testa a quella della Sirena. I suoi capelli avevano il profumo dellOceano in estate, quando i gabbiani volano verso il sole che sorge. - Si, li vedo, ora. - disse Grace. Rimasero per lunghi istanti in silenzio, osservando il bimbo che ascoltava concentrato, con gli occhi pieni di meraviglia, dondolando le gambe sulla panchina del parco, mentre la voce delluomo coi capelli bianchi leggeva Il Mago di Oz - riusc a decifrare Grace, anche da quella distanza. - Ci sono ancora padri che leggono libri ai loro figli! Guarda, arrivato a pagina 50 - ridacchi Gabe. - Il nonno... suo nonno - afferm Grace, con sicurezza. Gabe si volt a fissarla, per un attimo, poi torn a guardare in quel prisma, che conteneva un pianeta. - E un mondo assurdo, ma a volte sorprendente. - e pieno di miracoli - disse Grace. - Gi - Gabe sorrise, e sollev la mano destra, dove per un istante brill una luminescenza diafana, fatta di tutti i colori, che parve prendere la forma di una spada di luce - e merita un happy ending. Speriamo Dio sia d'accordo - Grace lo baci sulla guancia, stringendosi ancora pi stretta a lui.

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IV Intersezioni
Latmosfera allinterno era quella che si respira in un qualunque Starbucks, di un aeroporto fra Amsterdam e Seoul, e solo laccento Commonwealth masticato, e la vista parziale dei terminal del Richmond, che le ampie finestre di vetro lasciavano intravedere, fra le tendine socchiuse, indicavano in Sydney il luogo dove Gracelyn e Devereaux stavano parlando, seduti a un tavolo dangolo, discretamente riparato da una serie di piantine decorative verde acceso, ben curate. Grace aveva preferito incontrare loceanologo subito dopo larrivo nella metropoli australiana, senza passare prima in albergo, impaziente di avere notizie riguardo la crisi in atto nella parte marina del globo. Ora per, dopo le dieci ore di volo, e le due gi trascorse da quando, salutandola col suo solito sorriso che somigliava a un ghigno, sotto il panama bianco che portava probabilmente anche quando dormiva, Devereaux le aveva fatto strada allinterno del locale, e iniziato il suo rapporto, con i muscoli doloranti e la pelle secca, i piedi che imploravano dolorosamente di essere liberati dalle strette chanel - non si sarebbe mai abituata ad avere due gambe articolate, e ora pi che mai rimpiangeva la flessuosa eleganza della pinna caudale che era il suo orgoglio, sin da quando sguazzava, piccola Ondina curiosa, intorno alle torri di Atlantide, giocando a nascondino coi suoi amichetti - Grace si chiedeva se la sua fosse stata una saggia decisione. Aveva bisogno di acqua, la sua riserva autonoma era pericolosamente in rosso, e in questo momento una doccia fresca e prolungata rappresentava tutto ci che avrebbe chiesto, se un genio fosse uscito dalla lampada alogena che pendeva dal soffitto dello Starbucks. - Questo quanto - disse il canadese, appoggiandosi indietro sullo schienale della poltroncina in alluminio e legno. - Thats all... - mormor fra s Grace, studiando i grafici sul monitor del notebook di Devereaux. - Non c dubbio si tratti di una crisi a livello planetario, ormai possiamo affermarlo con certezza, mon chre... Grace aggrott le sopracciglia; le zone segnate in rosso sulla mappa oceanica nel monitor lampeggiavano sinistre: otto piccole regioni di oceano, dislocate in diversi punti del pianeta, in cui diverse forma di 15

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vita stavano scomparendo. Tutto nel giro di tre giorni, troppo velocemente perch qualcuno, oltre alla Star-Shaped Sheashell org., potesse accorgersene, e prendere provvedimenti. - Il Kraken si svegliato, dunque... - Oui, le Krakn... - sorrise Devereaux, con un tono scettico - la mia formazione puramente scientifico-materialista mi impedisce di associare questi fenomeni a una natura, diciamo cos, fantastique... ma se intendiamo la cosa in chiave di metafora... - sorrise ancora, fissando Grace - possiamo affermarlo, absoluement... il Kraken si svegliato, si. Gracelyn si massaggi le tempie, un gesto abituale, in quel momento reso pi che necessario dalla gravit della situazione. Le chanel sarebbero rimaste al loro posto, e la doccia doveva aspettare. Avvicinandosi allangolo che nascondeva la scena del disastro, Gabriel cerc di isolarsi dai rumori che gli bombardavano il cervello, amplificati dalle sue percezioni angeliche, e minacciavano di farlo impazzire. Non amava la confusione, abituato alle Sfere Celesti, ma sapeva a cosa andava incontro, quando accett quellincarico dal Capo che aveva visto Tutto, e il lavoro di fotografo per laltro capo, quello sovrappeso che si svegliava - e lo svegliava - sempre troppo presto, la mattina. E pur essendo stato testimone di molti eventi eccezionali, nel corso della sua lunghissima esistenza, non era davvero preparato alla scena che si present ai suoi occhi, una volta girato langolo. Una larga sezione circolare dellisolato era sparita. Come se una sfera di antimateria fosse venuta a contatto con la realt, asportando in maniera perfetta la parte contenuta allinterno del volume. Gli edifici, la strada, le automobili, tutto era tagliato con precisione lungo una sezione sferica. Anche i corpi dei malcapitati che, nel momento del disastro, si erano trovati l. E quella era la parte peggiore. Corpi segati a met, in verticale e orizzontale, o in entrambe le direzioni; arti scomposti senza corpo, teste mozzate allaltezza del collo, della bocca, degli occhi, o lungo lasse di simmetria del volto. Uomini, donne, anziani, bambini. Anche qualche sfortunato cane, un paio di gatti, e qualche piccione che volava sopra la zona del disastro, giacevano fatti a pezzi, e sparsi per un raggio di trenta metri intorno alla sfera invisibile, che delimitava la zona dellincidente, in Mission District. Lodore pungente del sangue che si raggrumava scuro, sotto il 16

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sole di mezzogiorno, e riempiva la scena, rammentarono a Gabe certe visioni dellInferno, studiate durante il suo Apprendistato Celeste. Tuttintorno alla zona la polizia aveva steso un cordone, impedendo ai curiosi di avvicinarsi. Alcuni dei poliziotti, un paio di pompieri e addirittura qualcuno del personale paramedico, stavano vomitando, poco distante da brandelli non identificati di materia organica lacerata. Cera anche Herrera, e Gabe gli si avvicin. - Tenente, che mi dici di questa roba? - chiese, toccando il poliziotto sulla spalla, con lobbiettivo della Nikon. Herrera si volt di scatto, unespressione di orrore dipinta sul volto. Riconobbe il fotografo - Gabe... immaginavo saresti arrivato anche tu... - Brutta storia - riprese Gabriel, accendendosi una sigaretta - ma che successo? Conosceva bene la causa di quel disastro, ma voleva tastare il polso alle autorit, per capire quanto sapessero. Herrera scosse la testa, lisciandosi i baffetti ben curati - Che vuoi che ti dica? Guarda da solo, e se tu hai una spiegazione plausibile, dammela... dimmi che si tratta di qualche atto terroristico, ti prego... Gabe non rispose, aspirando una profonda boccata dalla sigaretta. Avrebbe preferito anche lui si trattasse di un attentato, o qualcosa del genere. Perch il Leviatano era infinitamente pi letale, e spietato, di tutti i terroristi che abitavano i Settanta Pianeti del Multiverso. E questa volta, giocava in tandem col Kraken.

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V La Spiaggia Bianca
La Spiaggia Bianca era sempre esistita, con le sue nuvole che erano scogli, e lOceano, brillante di riflessi smeraldo, fino allorizzonte. Era tangibile e materica, anche se non reale. Ma al tempo stesso lo era. Esisteva in una dimensione misurabile unicamente coi parametri del sogno, e solo un evento paragonabile allincontro di un Angelo e unOndina poteva aprire il continuum spazio-temporale che la conteneva, permettendo laccesso alle immense distese di sabbia e acqua di quel Mondo. La prima volta che Gabriel pot ammirarne la perfetta armonia di forme, colori, odori, calore e luce, si domand se, per caso, la sua missione fosse stata revocata, e il Capo lavesse richiamato a s, nelle Alte Sfere. Ma lass non cera acqua, non cerano nuvole e sabbia, e soprattutto non cera quel divano rosso sospeso sopra il pianeta che gli era stato assegnato, dove in quel momento era seduta, le ginocchia rannicchiate contro il petto, la testa appoggiata di lato, la ragazza incontrata due mesi prima al diner di Glendale, che in seguito aveva rivisto sotto il Golden Gate di Frisco, e alla quale aveva infine donato il suo cuore immortale. Il viso di Grace era rischiarato da un sorriso che pareva limmagine pura di quellestate infinita profetizzata dal Figlio del Capo, qualche tempo prima, secoli, secondo i parametri temporali del pianeta che, magicamente, sembrava sospeso sotto la Spiaggia, e nello stesso tempo la conteneva. Gabriel si sent a casa. Fu proprio Gracelyn a intuire come la Spiaggia Bianca si trovasse in California, in un punto fra Los Angeles e San Francisco, anche se nessuna mappa lavrebbe mai segnata, nessuna strada mai attraversata, se non quella che congiungeva e univa le emozioni dellOnda e della Nuvola, una volta che lAcqua divenne Acqua e nellAcqua si perse, ritrovando se stessa. Gracelyn adorava la Spiaggia Bianca, era il mondo perfetto che lei e Gabriel avevano creato insieme, una realt sospesa a mezzaria tra luniverso e il Paradiso Era il loro mondo, creato solo per loro, e nessun altro. Era un mondo fatto di luci e colori, dove la notte era illuminata dal brillare delle stelle, che donavano, con la loro luce 18

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azzurra, un senso di pace e tranquillit, e intimit. Nel loro mondo cera solo amore, l gli orrori dei pianeti che li circondavano non potevano arrivare, e sembravano sfumare completamente quando loro due si incontravano. Gracelyn vide Gabriel avvicinarsi, sorridendo lo salut con la mano, distendendo le gambe, in una posizione pi comoda. Quando lui fu vicino, lei si alz e lo salut abbracciandolo; Gabriel ricambiava labbraccio stringendola forte a s, e tuttintorno il loro Mondo cominciava a disporsi in modo da creare unatmosfera che sembrava fatta apposta per loro due. - Il Capo ti ha tenuto impegnato pi del previsto? chiese Grace, dopo avergli dato un bacio. - Si rispose lui ha voluto un rapporto dettagliato della scena del crimine, e abbiamo cominciato a buttare gi qualche idea sul da farsi. - Dai amore, adesso siamo qui lasciamoci stare tutto il resto, abbandoniamoci a Noi. - Certo amore rimaniamo qui, abbracciati, per il tempo che possiamo. Gabriel sedette sul divano, e Gracelyn lo segu rannicchiandosi vicino a lui. Poggi la testa sul suo petto, lui la teneva stretta tra le braccia, mentre il mare scelse di cantare per loro una melodia pura e divina, pura e divina come lamore che li univa. Lalba arriv presto. Gracelyn alz la testa, restando nelle braccia di Gabriel, e gli disse : - Non ti sembra un sogno? Qui tutto perfetto, unico, speciale. - Ma infatti un sogno... il nostro sogno. E un sogno magico perch noi riusciamo ad entrare luno nel sogno dellaltra, e far s che diventi realt, un splendida realt. Gracelyn lo guard negli occhi, uno sguardo che lui ricambiava con tutta la dolcezza di un Angelo innamorato. - Ti Amo Gabriel gli disse Gracelyn col suo meraviglioso sorriso di bambina. - Ti Amo Gracelyn rispose lui stringendola pi forte. Aspettarono che il sole splendesse alto nel cielo, prima di salutarsi, felici di aver condiviso quel tempo che il Capo aveva concesso loro, da soli, nel loro fantastico Mondo. 19

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VI Il Kraken
Gracelyn, a occhi chiusi, si abbandonava alla carezza di quel vento profumato di salsedine, che le soffiava sul viso e le scompigliava i lunghi capelli castani, mentre la barca procedeva veloce sulla superficie dellOceano, al largo delle coste australi. Appoggiata a tribordo, con la testa leggermente piegata sulla spalla, si godeva quei pochi momenti di pace, assaporando le sensazioni di assoluta serenit e dolcezza che il suo elemento naturale, le donava. Molto presto, pensava, avrebbe rimpianto quegli attimi, una volta che la barca fosse giunta a destinazione, in quella zona dove una minaccia ancora non ben definita, stava lentamente risucchiando la vita dal mare. - Boss, ci siamo. La voce di Chuck la scosse da quel torpore quasi onirico, e Grace apr gli occhi. La barca era ferma - non si era accorta della manovra, immersa comera nella sua trance elementale - e il suo assistente la stava fissando, con un sorriso compiacente sul volto abbronzato. Chuck era un aborigeno, e capiva la sostanza dei sogni. Una delle ragioni per cui Grace lo aveva messo al comando della sezione australiana delle Star-Shaped Sheashell org. L'altra era la sua preparazione su storia e filosofia delle scienze, che Chuck, o meglio, il prof. Charles Cooper, insegnava presso l'Universit di Sydney. - Bene, Chuck, qui dunque... - Si. Perlomeno, questa la zona segnata sulla mappa virtuale elaborata da Devereaux... e detto fra noi, Boss, qualcosa mi dice che proprio qui che inizieremo ad avere qualche risposta. Quel qualcosa era un altro dei motivi per cui Chuck avesse un ruolo di primaria importanza nellorganigramma dellAzienda, e nella considerazione professionale di Grace. Il giovane aborigeno aveva infatti una sensitivit telepatica molto sviluppata, che lo rendeva oltremodo prezioso per gli scopi perseguiti dalla Sea Star org. Lultima ragione era lassoluta discrezione e fedelt del giovane, una delle poche persone a conoscenza della natura Atlantidea della manager dagli occhi verdi. - Bene, allora procediamo come convenuto, Chuck. Accendi gli scanner di profondit, e crea una copertura schermante per i radar con un raggio di, diciamo, tre miglia marine. Registra tutto, e rimani 20

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costantemente in contatto con me... - Grace si tocco la tempia con due dita, indicando un tipo di contatto non contemplato dalle scienze esatte. - Naturalmente - annu Chuck, avvicinandosi con una muta subacquea blu cobalto, che le porse. Grace fece segno di no con la mano. - Non stavolta, Chuck. E troppo che manco dal mare, voglio sentire le correnti sulla pelle, amico mio - disse, sorridendo. Si tolse la t-shirt bianca, i mocassini Timberland, e i corti pantaloncini di cotone. Sotto portava un costume a due pezzi con motivi geometrici verdi e neri, che ricordavano delle squame stilizzate. Con un agile balzo salt sul bordo della barca, mantenendosi in equilibrio bilanciandosi sulla punta dei piedi, e allarg le braccia. Port avanti le mani, assumendo una posa da esperta tuffatrice; il vento le agitava leggermente i capelli, mentre lOndina assaporava ogni istante dellattesa, prima di spiccare il salto verso le profondit dellOceano. Grace si volt unultima volta verso Chuck, sorrise, e con un balzo si lanci nellacqua, sparendo in un baleno sotto la superficie. - Buona fortuna, Boss - mormor Chuck, facendosi serio. Poi si volt e torn allinterno della cabina comandi, pronto a fare la sua parte. La carezza delle correnti sottomarine era infinitamente pi dolce e delicata di quella del vento di superficie. Laccoglieva, ricordandole che lei era una creatura dellacqua, e la sua casa era lOceano, vasto e multiforme quanto luniverso che lo conteneva. Nuotava veloce, gustando la delicata, ma pungente sensazione dellossigeno che penetrava nel suo organismo attraverso i pori della pelle, scorrendo lungo le arterie, e si trasformava in energia di vita. Non cera paragone con la limitata capacit respiratoria del popolo di superficie, questa era essenza pura della consapevolezza di esistere. Anche se la missione laveva costretta a rinunciare alla sua fisicit originaria, le gambe in cui si era metamorfizzata la pinna caudale si comportavano bene, e battendole alternativamente, facendo vibrare la massa dacqua coi piedi, riusciva a raggiungere velocit notevoli, anche se non elevate come quelle di un tempo. Ma non importava. Rinunciando alla sua forma originaria di Ondina, aveva guadagnato lamore di un Arcangelo. 21

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Immersa nel suo elemento, e nel flusso dei pensieri, Grace non si era accorta di essere scesa notevolmente in profondit, giungendo in una zona buia e silenziosa - per lei, in grado di sentire le infinite voci del mare - dove le correnti tendevano a diminuire, fino a fermarsi, e dove non vi era apparentemente alcuna forma di vita. L'Ondina si ferm, ondeggiando, con leggeri movimenti delle braccia e delle gambe. Percepiva come lacqua, in quel punto, tendesse a raffreddarsi progressivamente. Cap di essere giunta presso lepicentro della zona di crisi. Chuck... riesci a sentirmi?, chiam telepaticamente il giovane aborigeno, rimasto sulla barca. Si Grace, la risposta le giunse direttamente nel lato destro del cervello, chiara e limpida, come se Chuck fosse l, a un metro da lei. Ci siamo, direi... cosa segnalano gli strumenti? Una vasta massa non identificata, proprio sotto di te... e anche davanti... e ai tuoi lati... non molto chiaro Boss, lo scanner mi d tua posizione, ma tutto il resto come... offuscato, e in continuo cambiamento... Si, direi che ci siamo! Grace scese leggermente pi in profondit, entrando nel cuore della zona scura, con cautela, ma senza esitazioni. E il Kraken apr il suo occhio, fissandola. Chuck venne letteralmente spinto indietro, mentre il suo cervello parve esplodere. And a sbattere contro la parete della cabina comandi, e cadde a terra, portando le mani alla testa e stringendo i denti, in una morsa di dolore lancinante, dopo che quello che sembrava il grido di morte di mille gabbiani, gli aveva devastato per lunghi istanti la mente. Gli ci vollero una decina di minuti per riprendersi, rimettersi in piedi, con la testa che ancora ronzava, e un principio di emicrania in arrivo. Corse fuori dalla cabina, percorrendo velocemente il ponte, e scrutando lOceano, mentre la preoccupazione iniziava a trasformarsi in un senso di panico. Non vedeva nulla, il mare era calmo e piatto come una tavola. Anche il vento era caduto, riducendosi a una brezza sottile e sibilante. Non sarebbero dovuti andare l da soli, pens, era stata una follia. Nonostante i poteri, e la determinazione di Grace, quello era un problema troppo grande per affrontarlo cos, quasi incoscientemente. 22

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Non sentiva pi i pensieri dellOndina, e mentre i minuti passavano si prepar al peggio. Poi, un rumore alla sua destra lo scosse dal torpore, e Chuck si volt, in tempo per vedere una forma elegante e leggera volare fuori dallacqua, e atterrare delicatamente, rannicchiandosi sul ponte. Un sospiro di sollievo gli usc dalle labbra. - Grazie al cielo... - mormor. Grace si alz in piedi, avvicinandosi al giovane, con lacqua che le scorreva lungo il corpo, bagnando il ponte, e il viso sconvolto da unespressione mista di orrore e risoluzione. - Lho visto... - disse, quasi parlando a se stessa, quando fu a un paio di metri da lui. Chuck la fissava, muto. Gracelyn si tir indietro i lunghi capelli castani, e volse lo sguardo verso la superficie dellOceano - ... peggio di quanto pensassimo, Chuck... Laborigeno annu, continuando a rimanere in silenzio. Grace torn a fissarlo - Fai rotta verso la costa disse - io... devo... ho bisogno di parlarne con Gabe. E mentre Chuck si dirigeva verso la cabina comandi, Grace sedette sul ponte, allung le gambe rilassando i muscoli, e la mente. Chiuse gli occhi, e apr il passaggio dimensionale per la Spiaggia Bianca, dove avrebbe incontrato il suo Angelo.

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VII La Luce e le Tenebre


Fissava lorizzonte, quella linea indefinita che era mare, ma era anche cielo, laggi, in fondo allo spazio senza confini che circondava la Spiaggia Bianca, sul quale la nuvola, che era anche uno scoglio, svettava, a pochi metri dal divano rosso che conservava ricordi e promesse. Fissava lorizzonte, Gracelyn, con il vento a sussurrarle canzoni fra i capelli, e la lunga gonna verde che accarezzava la nuda roccia ai suoi piedi. Era serena, come sempre quando si trovava in quella dimensione fra sogno e materia, ma unombra di inquietudine le ombreggiava la linea perfetta delle sopracciglia, sopra gli occhi color smeraldo, dentro cui si riflettevano le prime scintille dellaurora. Lincontro col Kraken, pochi istanti prima, secoli secondo le percezioni di quella dimensione sospesa, laveva turbata. Una vaga luminescenza, che pareva scaturire direttamente dalla roccia ai suoi piedi, lavvolse, lentamente, mentre saliva e cresceva in dimensioni, circondandola, seguendo la linea del suo corpo, addensandosi allaltezza del petto e delle braccia, formando una figura che ricordava delle ali di luce diafana. La figura si fece pi definita, le ali la cinsero in un abbraccio dolce e pieno di calore, e Gracelyn salut Gabriel, con un bacio pieno di mille parole non dette. - Ciao amore - disse lOndina. Gabe rispose al saluto con un sorriso pieno di gioia trattenuta. Qualcosa, evidentemente, preoccupava anche lArcangelo. Grace laveva percepito, ancora prima di chiamarlo nella Spiaggia Bianca, grazie al loro legame telepatico, e immaginava quale fosse la causa di quellinquietudine. - Lhai visto? - chiese Gabe. - Si. Gabriel annu, prendendola per mano, e accompagnandola sul divano, dove si sedettero. Grecelyn appoggi la testa sulla spalla del suo Angelo, cingendolo col braccio. - Ho sentito uno strappo nel nostro legame - riprese Gabriel - e per un momento... 24

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- Quando quel mostro ha aperto il suo occhio - lo interruppe lei, premurosamente - ho perso i miei poteri telepatici. - Si, lho pensato subito... quando poi il legame si stabilizzato di nuovo... grazie al Capo! Grace rise, con la sua voce dargento piena di sfumature - Dici sempre cos? Grazie al Capo? - riusciva sempre, con una battuta, a tranquillizzarlo. Gabe sorrise a sua volta - Deformazione professionale. Rimasero per un attimo in silenzio, poi Gabe le chiese: - Cosa ne pensi? Voglio dire? Perch ora? Perch questalleanza fra Kraken e Leviatano? E perch noi? Perch tocca a noi due affrontarli? A quella domanda Grace si sollev dal petto di Gabe, poggiando il gomito sul divano, e fissandolo con aria preoccupata. - Kraken e Leviatano... disse pensosa - ...credo che la loro alleanza arrivi da qualcosa di pi grande. E il loro signore che li ha messi insieme, Gabe, perch sono i due esseri pi malefici e distruttivi che ha creato. Ha fatto proprio come hanno fatto i nostri, si sono alleati unendo le loro forze, che poi un unica forza, quella del Bene. Non so perch abbiano scelto proprio noi, forse perch siamo i pi tenaci, il male non ci ha mai spaventati e non abbiamo mai mollato, finch non abbiamo portato a conclusione le nostre missioni... Gabe vedeva nei suoi occhi tutto lo sgomento che lOndina aveva provato, alla vista del Kraken e quello che il Mostro aveva cominciato a fare, in fondo alloceano, e la guardava con tenerezza, come se volesse dirle che a proteggerla ci sarebbe stato lui, col suo amore, oltre che con la sua spada. Ma non poteva, non quella volta. Quella volta, lo sapeva benissimo anche lui, la situazione era diversa da tutte le altre. Non disse niente, e la attir a s, stringendola. - Che succeder se stavolta non riusciremo a sconfiggerli, Gabe? Il Male ha scelto il momento adatto per non fallire nel suo intento. Il mondo cade gi a pezzi da solo, basta scuoterlo un po e croller del tutto. Dare il colpo di grazia adesso pi facile che mai... - Ce la faremo amore le disse, dandole un bacio sulla fronte Noi siamo i buoni, e i buoni vincono sempre, alla fine. Grace alz gli occhi e gli sorrise; pens che Gabe fosse incredibile, riusciva sempre a rassicurarla e a darle la forza necessaria per fronteggiare le difficolt, anche quando avvertiva le stesse paure e le stesse incertezze che turbavano lei. 25

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- S amore, ce la faremo. Perch a lottare siamo noi due, noi due insieme. E questo baster. Grace gli diede un bacio e sorrise ancora, quelle poche parole di Gabe lavevano resa fiduciosa, e i dubbi e le paure che aveva avuto alla vista del Kraken erano spariti. Perch con lei cera Gabriel, e insieme avrebbero trovato il modo di vincere anche questa ennesima battaglia, che probabilmente era la pi difficile di sempre. Si strinse nel dolce abbraccio del suo Arcangelo, e chiudendo gli occhi si lasci cullare dai battiti del suo cuore.

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VIII Il Leviatano
Dopo aver scattato le ultime foto, Gabriel si allontan dalla scena del disastro, diretto allauto. Mentre riponeva lattrezzatura, riflett sul senso di quello che aveva visto in Mission District: la prima, palese manifestazione del potere del Leviatano, talmente palese, pens, da non potere essere fraintesa. Era un messaggio, chiaro, limpido e a tutto volume, diretto a lui, e attraverso lui, ai Piani Alti. Diceva, in sostanza: eccomi, sono sveglio, e sono qui. A voi la prossima mossa!, seguito da una risata sinistra che Gabe poteva sentire chiaramente risuonare fra i pezzi di carne maciullata, e i brandelli di edifici rimasti, dopo il passaggio del Mostro. Da quando aveva accettato la sua missione terrena, ne aveva viste di scene da far rivoltare lo stomaco: attentati, massacri seriali, incidenti di colossali proporzioni, ma in quello che si era appena lasciato alle spalle cera una pianificazione, una malvagit talmente sottile, che anche un Arcangelo poteva, per un momento, sentire il bisogno di appoggiarsi a una parete, e chiudere gli occhi, in attesa che il senso di nausea passasse. Doveva a questo punto rendersi conto in maniera pi precisa, di quanto la minaccia del Leviatano fosse prossima al suo pieno manifestarsi, e quanto il Leviatano stesso fosse vicino. Chiuse la portiera dellauto e, a piedi, si diresse verso un vicolo abbastanza stretto, scuro e appartato, perch potesse dispiegare i suoi poteri senza che sguardi indiscreti spiassero le sue mosse. Con un ultima occhiata intorno, richiam a s la Luce delle Sfere. Lentamente una luminosit diafana lo circond, localizzandosi dietro le sue spalle, e rimanendo in sospensione, come una nebbia vagamente fluorescente, che formava un vago disegno di ali. Lombra di quelle a cui, accettando la missione, e lamore di Gracelyn, aveva rinunciato, allo stesso modo in cui lOndina, contraccambiando quellamore, si era metamorfizzata in una creatura con due gambe, al posto della pinna caudale. Una volta che la luminescenza rimase stabile, dietro le sue spalle, Gabriel si alz in volo, raggiungendo in breve unaltezza sufficiente per vedere, sotto di s, tutta San Francisco. 27

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Nel suo cielo, a poche centinaia di metri dalle nuvole, Gabe si sentiva a casa, pienamente conscio che quella consapevolezza proveniva da molto pi alto, dalla Grazia che scorreva per sempre nelle sue vene, ed era un suo retaggio naturale, e anche se non avrebbe pi ammirato la Luce di Dio direttamente dai Suoi occhi, lo sguardo di Grace compensava totalmente, con le sue verdi scintille di pura emozione, quella perdita. Gabriel sorrise, anche quegli occhi erano casa sua, ormai, la casa pi bella avesse mai avuto. Ma lamore doveva aspettare, ora. Cera una questione da prendere in considerazione, coinvolgente il destino del Pianeta che era stato chiamato a proteggere. Abbass lo sguardo verso quel reticolo di linee intersecate color grigio chiaro, con chiazze bianche, verdi e azzurre, che era San Francisco vista da 5.000 metri daltezza, in verticale. I suoi occhi riuscivano a scorgere il movimento brulicante di mezzi meccanici e organismi biologici che riempiva le strade. Da lass poteva sembrare una simulazione virtuale di un mondo, qualcosa che ancora non era stato attuato, se non nella mente di un creatore un po folle -uno che amava il caos, ma aveva un disegno preciso verso cui convogliare lEntropia - il che non era poi molto distante dal vero. Queste considerazioni occuparono la mente dellArcangelo per lunghi istanti, e Gabriel si meravigliava sempre di quanto, pur perfettamente congegnato, quel mondo era dotato di un libero arbitrio, talvolta utilizzato in maniera obliqua, ma pur sempre il dono pi grande che ogni struttura delluniverso potesse ricevere. Molti dei settanta pianeti del multiverso erano governati dalla fredda causalit, o dalla stasi. Interrompendo il flusso dei pensieri, Gabriel si concentr per vedere oltre lapparenza, spogliando il panorama cittadino che si stendeva sotto di lui dagli orpelli superficiali. Nei fumetti potevano chiamare questa capacit 'vista a raggi X', o qualcosa di altrettanto pittoresco, ma non era cos che funzionava. In realt, la vista di Gabriel penetrava dentro la struttura stessa della materia, riuscendo a mettere a nudo qualunque cosa stesse disconnettendone il tessuto. E quella cosa, nella fattispecie, era il Leviatano.

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Si stendeva sotto la citt, coi suoi tentacoli proteiformi, continuamente cangianti, pieni di bolle dantimateria pronte ad essere convogliate nella realt sovrastante, asportandola completamente, comera appena successo, e nel modo che le foto che aveva scattato avrebbero reso ancor pi sinistramente chiaro, una volta sviluppate. Sembrava dormire, il Mostro, ma Gabriel sapeva che non era cos. Piuttosto attendeva un segnale, qualcosa che gli desse il via, e lo incitasse a liberare ancora il suo potere distruttivo contro quella citt, quel pianeta. Un fulgore bianco scintill per un attimo nella mano destra dellArcangelo, prontamente spento con un piccolo sforzo di volont da Gabe. Non era il momento per far brillare la Spada di Luce. Quel tempo sarebbe venuto, ma non ora, non ancora. Il Leviatano era perfettamente immobile, e Gabriel ne ammirava, in qualche modo affascinato, la perfetta simmetria non euclidea dei tentacoli, della testa allungata e terminante a punta, coi tre occhi chiusi da palpebre seriche e umide, di colore giallastro. Pensava a come sarebbe stato facile, ora, piombare gi in picchiata, attraversare il reticolo della realt dove il Mostro si era innestato, e colpirlo nel terzo occhio con un colpo perfetto della sua spada divina. Ma non era il momento, e anzi, quello rischiava di rovinare tutto, perch i poteri antimaterici del Leviatano sarebbero stati trasferiti al Kraken, con effetti devastanti. Fu proprio in quel momento che percep uno strappo nel legame telepatico che costantemente lo teneva in empatia con Gracelyn. Come se... Gabriel scart quellipotesi, pi per lorrore insito nella possibilit che per reale convinzione. LOndina non poteva essere... non era possibile che... per lunghi istanti i pensieri dellArcangelo innamorato vagarono, privi di coordinate, mentre la brillantezza delle ali diventava pi forte, e a tratti la Luce divina lampeggiava nel suo palmo, quasi fuori controllo. Finch, con un sospiro di sollievo, accolse il ritorno del segnale empatico, che ronz come il canto di unallodola nella sua mente. Grace era viva, grazie al Capo! Ma qualcosa doveva esserle successo, in quei brevi momenti, probabilmente aveva perso i suoi poteri telepatici, e la causa poteva essere una sola: lOndina si era trovata a tu per tu col Kraken. Dovevano parlare. E subito anche. Non aveva finito il pensiero, che ud il familiare richiamo di Gracelyn, simile a un canto, che 29

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preannunciava un incontro alla Spiaggia Bianca, dove lei lo stava gi aspettando, e dove lui, chiudendo gli occhi, e aprendo il varco dimensionale, si diresse, senza perdere un solo istante.

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IX Flashback: Il Cancello dOro


- Perch sei qui? - chiese lArcangelo allOndina, che lo fissava coi suoi occhi verde intenso, rimanendo a braccia conserte, parzialmente in ombra sotto larcata del Golden Gate Bridge. - E tu? Anche tu non un caso sia stato mandato - disse lei, mentre giocherellava col piede, smuovendo la ghiaia che ricopriva il terreno a ridosso del ponte. A Gabe parve stesse scrivendo qualcosa, o disegnando figure, ma non ne era sicuro, e distolse lo sguardo, tornando a concentrarsi su quegli occhi di smeraldo, profondi ed enigmatici. Non ne aveva mai visti cos, nelle Alte Sfere nessuno aveva gli occhi verdi. - Una missione, un compito... qualcosa del genere - rispose. - Lo stesso per me. - Da dove vieni? La ragazza volse la testa verso la Baia, di l dal ponte, e oltre, indicando con la mano lOceano, che si stendeva sotto una coltre di nebbia, la consueta, soffice nebbia color arancio delle albe a San Francisco. - Credevo fossi di Los Angeles! - scherz Gabriel, che aveva capito. Era una Figlia di Atlantide. Una delle pi belle, probabilmente, si sorprese a pensare. Gracelyn rise a quella battuta. - E io credevo invece quel posto fosse casa tua, la citt degli Angeli sorrise. Aveva capito anche lei. - Shhhh... - Gabe le intim silenzio, portandosi lindice alla bocca. Cerano segreti che era meglio non rivelare. Il Leviatano poteva essere in ascolto. E anche il Kraken, a questo punto, perch la presenza dellOndina, consider Gabriel, poteva significare solo una cosa: che la minaccia, stavolta, era doppia. I Servi delle Tenebre stavano per scatenare linferno sulla Terra, su ogni fronte, e come il Capo aveva mandato lui, dalle Alte Sfere, cos le profondit dellOceano si erano aperte, e una delle Figlie dellAcqua era salita in superficie, e ora lo stava guardando, giocherellando con la punta del piede - o forse scrivendo, o disegnando qualcosa - col ghiaino del Golden Gate Park. Era la prima volta che un Arcangelo incontrava unOndina, e se spesso i Signori della Luce si erano alleati, lo avevano fatto ad alti 31

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livelli, collaborando tra loro, e agendo sempre per vie misteriose, difficilmente comprensibili ai loro sottoposti. - Pensi che il nostro incontro sia un caso? - chiese Gabe, muovendo un passo verso di lei. Grace si ritrasse istintivamente, poi si ferm, e lasci che lArcangelo si avvicinasse. Quando fu a meno di un metro da lei, rispose: - Penso sia un miracolo - disse - quello che pu salvare il mondo... quello che... - abbass lo sguardo a terra, e cancello col piede il disegno -o la frase- che aveva tracciato sulla ghiaia. Gabriel le prese le mani. Tremavano leggermente, ma strinsero le sue, forte, come una promessa silenziosa. - ...Quello che pu salvare il mondo, quello che pu dare un senso al mio mondo... - disse lArcangelo. - Quello che sta gi dando un senso al mio - disse lOndina. Continuarono a fissarsi negli occhi, in silenzio, per lunghi minuti, mentre lalba diventava il mattino, e la nebbia si alzava, sopra la Baia, lasciando intravedere lOceano, e pigre nuvole in lontananza, che lambivano lacqua, e sembravano baciare le onde. Da qualche parte, fra la Citt degli Angeli e San Francisco, lacqua si ritrasse, rivelando una piccola striscia di Sabbia Bianca. - Era previsto si innamorassero? - chiese il Signore di Atlantide, battendo lo scettro contro lo schermo incrostato di corallo, che come sempre funzionava quando pareva a lui, nemmeno fosse dotato di propria volont. - Forse- rispose il Capo delle Alte Sfere, con una risatina sottile Non saprei. - Si, certo - continu il Re dei Flutti, sbuffando - Tu non lo sai... Tu che non sai qualcosa... - Mettiamola cos - rispose il Capo - Gabriel e Gracelyn sono le controparti Luminose di Leviatano e Kraken. Il loro amore potr unirli ancora di pi, nella battaglia, garantendo maggiori probabilit alla vittoria finale. - Tu parli sempre per enigmi. Messa cos sembra quasi il loro amore sia la condizione necessaria perch portino a termine una missione. In tal senso, come se si dovessero incontrare, e innamorare il Capo non replic, il che, considerate le circostanze, faceva parte del gioco, 32

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consider Poseidon, quell'ambiguit misteriosa, che confermava non asserendo Per dimmi almeno questo. ce la faranno quei ragazzi? - Il Signore di Atlantide si lisciava la lunga barba, pensoso. - Sei preoccupato per tua figlia, Re dei Mari? - Si, certo, ovvio! Che domanda! Sarei un incosciente se... Il Capo sorrise, e lo schermo, per una volta, stabilizz limmagine, che parve diventare tridimensionale, nella sala comandi di Atlantide. - Non preoccuparti - disse il Capo delle Alte Sfere sono in gamba quei due ragazzi. I migliori. E questo, lo so per certo, credimi. Non disperare. - E' un atto di fede? - Una promessa da Dio a dio.

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X La Fine del Domani? Parte Prima: la caduta dellArcangelo


Rivedere i particolari del disastro spezzettati in fotogrammi dai colori vividi e netti, creava il necessario distacco per poterne discutere, e di questo Gabe fu grato alla sua fedele Nikon. Era in piedi, con una mano appoggiata sulla scrivania del Capo, e mentre parlava con lui, locchio cadeva ora a una ora allaltra delle foto che aveva appena finito di stampare. Steve invece fissava quelle immagini, quasi ipnotizzato. In tanti anni di mestiere non aveva mai visto una rappresentazione dellorrore cos iperrealista. - Che dicono le autorit? - chiese, giocherellando con la stilografica, che batteva ritmicamente sul piano del tavolo in vetro. - Brancolano nel buio - rispose Gabe - tanto per usare una frase che, in questo caso, mi pare azzeccatissima. Steve sollev lo sguardo dalle foto e fiss il fotografo. Gabe ricambi lo sguardo. - Lascia stare continu - piuttosto, ci sono dati precisi sul numero delle vittime, lentit del disastro? Il direttore volse lo sguardo in direzione della finestra alla sua sinistra, di l dalla quale San Francisco si stagliava netta, nella luce del primo pomeriggio - Non ancora, ma ci aggiriamo sulle 350... - Mio Capo... - mormor Gabriel. Steve lo guard di nuovo. - Che hai detto? - Nulla - rispose lArcangelo, mordendosi il labbro, per essersi lasciato sfuggire quellesclamazione - Cosa facciamo con queste?continu, indicando le foto. - Direi... - inizi Steve, interrompendosi immediatamente, mentre una sorda vibrazione che aumentava sempre di pi, attraversava il pavimento e i muri della stanza. Gabe si appoggi al muro, e la vibrazione gli trapass la schiena, sempre pi forte, mentre tutto nellufficio sembrava tremare, e sdoppiarsi. Steve aveva gli occhi spalancati e le mani strette sul bordo della scrivania. Poi, come era iniziata, la vibrazione fin, e i due si fissarono negli occhi. - Una piccola scossa di terremoto - mormor Steve, sospirando - la solita Frisco... 34

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- Gi - disse Gabe, imitando unombra di sorriso. Perch sapeva come fosse unaltra, la reale causa di quella vibrazione: il Leviatano era entrato in azione. Vol con tutta la velocit che le sue ali divine permettevano, e in pochi secondi raggiunse il centro della citt. E lo vide. Il Leviatano rimaneva nella propria dimensione, leggermente sfalsata rispetto a quella del piano di realt che conteneva la Terra. A vederlo cos -e solo gli occhi dellArcangelo potevano scorgere i diversi piani dimensionali contemporaneamente - sembrava una dissolvenza incrociata di immagini: due sequenze di filmati sovrapposte di cui una, la citt con le sue frenetiche attivit, il traffico, la gente, gli edifici, pi nitida, e contrastata; laltra, la massa grigiastra e viscida del Leviatano, con le bolle di antimateria che pulsavano come bubboni sul punto di esplodere, trasparente ed eterea. Gabriel si era posto sul limite dei due piani di realt, e anche lui rimaneva invisibile agli occhi indiscreti dei sanfranciscani, e di ogni apparato tecnologico in grado di riprendere la scena. Cera poco tempo da perdere, e lo sapeva: il Leviatano stava materializzandosi nella dimensione terrena, con le sue bolle letali in procinto di annullare istantaneamente pezzi di San Francisco, ripetendo la scena che aveva fotografato, qualche ora prima, ma in una pi vasta area della citt. Senza pensarci, materializz la Spada di Luce, che brill diafana nella sua mano, e si prepar ad attaccare. Pens a Grace, e si chiese dove fosse, e cosa stesse facendo in quel momento. Il loro legame telepatico gli riportava sensazioni contrastanti: risoluzione, decisione, paura. LOndina stava probabilmente approntando la sua linea di difesa contro il Kraken. Ma pi di questo, Gabriel non riusc a sentire. Si lanci contro la massa grigia del Leviatano, che si muoveva bulbosa e lenta, fra i due piani di realt, e affond la spada al centro della Cosa, dove secondo logica dovevano esserci organi vitali. Ma il Leviatano non era un essere vivente, non nel senso canonico della parola, e lattacco dellArcangelo non sort altro effetto, se non quello di aumentare la massa del Mostro. Gabriel si allontan di qualche metro, fissando quelloscenit diventare pi grande, le bolle di antimateria che rilucevano di un lucore giallastro, pulsando come bozzoli contenenti forme di vita inimmaginabili. Era quasi affascinato da quella visione, ipnotizzato, un 35

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senso di nausea che sfociava in angoli nascosti della sua mente, quelli che, nonostante la sua natura Divina, non riuscivano a comprendere la piena ed esatta natura del Male. Quellesitazione di un momento fu la sua fine. Il Leviatano lanci una bolla di energia, che avvolse Gabriel, senza dargli il tempo di reagire, mentre unaltra bolla imprigionava la Spada di Luce, allontanandola da lui. LArcangelo fu attraversato da onde di puro dolore, mentre la bolla diventava solida, chiudendosi intorno a lui. Per un attimo fu come se il fuoco dellInferno incendiasse ogni atomo del suo essere semidivino, e in quellattimo il Messaggero della Luce credette che il Capo, quello che ha visto tutto, e tutto previsto, lo avesse abbandonato, o ingannato, o peggio. Per un attimo. Perch subito la coscienza di s abbandon lArcangelo, e Gabriel si accasci allinterno della sfera, come una marionetta priva di vita a cui avessero tagliato i fili. Da qualche parte in Paradiso, una Luce si spense.

Parte Seconda: lultima onda


Devereaux cap subito come la situazione fosse giunta al punto di non ritorno. Non aveva mai visto Grace cos tesa, e preoccupata. In realt non laveva mai vista preoccupata, al punto che a volte pensava fosse una specie di androide, come quelli dei racconti di Asimov, o Dick, personaggi che riflettevano lemozionalit attraverso calcoli binari. Naturalmente non era consapevole che quello schermo di saldo autocontrollo era mantenuto in piedi dai poteri atlantidei dellOndina, una barriera che doveva proteggere la sua natura oceanica. - Dovremo mettere in moto tutta la struttura - disse, dando unultima occhiata ai grafici di rilevazione che Gracelyn aveva tratto dalle registrazioni effettuate in mare aperto, durante il suo primo incontro col Kraken - e non sar una cosa possibile in tempi brevi. - Dovr esserlo - intervenne la ragazza - perch se i calcoli sono esatti, questa anomalia raggiunger piena potenza entro due giorni. Devereaux si gratt il mento, un gesto abituale, che denotava un momento di dubbio. Poi si lisci indietro il ciuffo di capelli brizzolati. - Che cosa c laggi, Grace? Da come ne parli sembra quasi un... demone... ne cest pas? 36

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Grace lo fisso per lunghi istanti, senza rispondere. Poi batt lindice sui tabulati, sparsi sulla superficie della scrivania. - Inizia a metterti in contatto con ogni cellula dellorganizzazione, e quando le hai contattate tutte, passa ad avvertire gli altri, senza dimenticarne nessuno. Non sappiamo dove lanomalia colpir la prossima volta, ma ti assicuro che sar un disastro. Cerchiamo almeno di limitare i danni. Devereaux annu, tornando a grattarsi il mento, mentre Gacelyn usciva dalla stanza, con passi veloci e nervosi. - Tu sei pazza! Non ti ancora bastato? Chuck era visibilmente agitato, e non lo nascondeva, gesticolando in direzione di Grace, con la concitazione di un ragazzino che sa di aver ragione, ma non trova credito presso linterlocutore. - Vuoi tornare laggi, da sola? - Non da sola, Chuck, con te - rispose lOndina, sorridendo. Era seduta su una comoda poltrona di pelle color cobalto, le gambe accavallate, fasciate in pantaloni neri attillati. - Mi pare lultima volta non sia servito a molto, se non quasi a rimetterci la pinna, Boss! - Non ho pi la pinna da un pezzo, Chuck, e non temere, so quello che faccio. Chuck si piazz di fronte a lei, con le mani sui fianchi - Come sempre, certo. Ma almeno hai avvertito Gabriel? Gracelyn aggrott le sopracciglia No - disse. Da qualche ora non riusciva a stabilire un contatto telepatico col suo Arcangelo, e questo contribuiva ad aumentare la sua preoccupazione. La terrorizzava, a dirla tutta - Ma anche Gabriel sa il fatto suo. Prepara la barca, Chuck, fra unora partiamo. Laborigeno sollev gli occhi al cielo, ma non disse nulla. Nessuna strategia era servita, nessuna mossa o contromisura, per non parlare dei suoi poteri, che parevano inutili contro il Kraken. Grace aveva tentato un attacco psicocinetico, come la prima volta, ma non era riuscita a penetrare laura nera di glaciale assenza emotiva del Mostro. Non era nemmeno sicura il Kraken avesse una coscienza, addirittura un cervello, dentro il quale introdursi con i poteri mentali. 37

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Aveva quindi pensato di sfruttare la sua forza, e il controllo dellelemento marino, creando onde durto o, ruotando su se stessa, dando origine a vortici che muovevano tonnellate di acqua, lanciandole contro la massa scura del Kraken, ma senza sortire effetto. La cosa pi inquietante era la totale immobilit del mostro, durante i suoi attacchi: il Kraken non faceva nulla per controbattere i colpi mentali, e quelli fisici, limitandosi a rimanere immobile, sul fondo dellOceano, fissandola con quel suo occhio giallo, sinistro, allucinante. Chuck, a bordo della barca, seguiva la lotta attraverso i sonar e gli scanner sottomarini, interpretando le onde sinusoidali e le termografie, come fossero nitide immagini assolutamente leggibili. Gocce di sudore gli imperlavano la fronte, mentre cercava di mantenere il pi saldamente possibile un contatto telepatico con lOndina, che si trovava tremila metri sotto di lui, nelle profondit dellOceano. Grace era allo stremo. Durante tutta la lotta aveva cercato di mettersi in contatto con Gabriel, ma nessuna risposta era giunta dal suo Arcangelo. Sapeva cosa significasse, ma cercava di negarlo, perch non avrebbe potuto concepire un futuro senza di lui. Chiuse gli occhi, concentrandosi sullimmagine del volto di Gabriel, quando sorrideva sornione, sedendo abbracciato a lei, sul divano rosso nella Spiaggia Bianca. E questo pensiero fu la sua fine. Il Kraken si sollev improvvisamente dal fondo delloceano, spostando una massa dacqua grande come un isola, che inizi a risalire in superficie, provocando un vuoto di pressione nella scia. Grace fu improvvisamente risucchiata in quel vuoto, e poi sbattuta contro le rocce taglienti che ricoprivano il fondale, mentre una scura nuvola di sabbia lavvolgeva, oscurandole la visuale. Il Kraken inizi lentamente a salire in superficie, seguendo la massa dacqua, e battendo coi tentacoli le rocce tuttintorno. Colpi che staccavano massi e detriti, pesanti e giganteschi, che iniziarono a franare lungo lirregolare fondale, colpendo Grace, impossibilitata a schivarli. Una pietra delle dimensioni di un arancio la centr diritta in piena fronte, e in quel momento, sopra la superficie, Chuck perse il contatto con lei. Grace giaceva sul fondo del mare, mentre le rocce le cadevano addosso, formando lentamente quello che pareva un tumulo funebre, e aumentava in altezza e dimensioni. Finch lOndina spar, seppellita da 38

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tonnellate di roccia, che la pressione delle profondit oceaniche saldava, rendendo quel tumulo sempre pi simile a una tomba. Infine fu il silenzio assoluto, e lassenza di ogni moto, sul fondo delloceano. Un silenzio e unimmobilit che sapevano di morte. In superficie Chuck osservava, paralizzato dal terrore, londa anomala alta sei metri e in continua crescita, che si muoveva a velocit pazzesca in direzione di Sydney. E dietro di essa, una figura scura che pareva uscita da un incubo, sembrava guidarne il percorso.

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XI Breaking News
San FranciscoUltimi aggiornamenti dalla Costa Ovest: tutte le comunicazioni da San Francisco sono interrotte, impossibile raggiungere la zona con qualsiasi mezzo, le notizie che ci arrivano si basano su comunicati ufficiali dellUfficio del Segretario di Stato. Fra le ipotizzabili cause del disastro, un terremoto di magnitudo 9,5, una serie di esplosioni che hanno interessato varie zone della citt, sulla cui natura ancora non possibile avere ulteriori informazioni. Non si conosce il numero delle vittime n possibile avere stime precise circa lentit del disastro, sulle quali le fonti ufficiali mantengono ancora uno stretto riserbo. Levento che ha interessato San Francisco ha avuto ripercussioni su tutta la Costa Ovest, e scosse sismiche di lieve intensit sono state registrate anche nella Columbia Britannica, e in Alaska. Ulteriori approfondimenti nelle successive edizioni. SydneyUnonda anomala di proporzioni eccezionali ha colpito la citt di Sydney, provocando quello che gi alcuni organi di informazione etichettano come levento Endgame. Londa, che ha trascinato nella sua corsa verso lentroterra tutto quello che incontrava sul proprio percorso, si abbattuta sulla metropoli australiana intorno alle 9.46 del mattino, provocando danni sulla cui entit ancora impossibile avere valutazioni anche approssimative, ma se i dati venissero confermati, si prospetterebbe uno scenario di devastazione di proporzioni mai viste. Attendiamo aggiornamenti, che comunicheremo in tempo reale con edizioni speciali dei nostri notiziari.

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XII La spiaggia deserta


Melville plan con grazia sulla battigia, saltellando una, due volte, finch linerzia dellatterraggio non fu assorbita dalla sabbia, quindi scosse le piume della testa e si lisci le ali, con rapidi colpi di becco finch, soddisfatto, si ferm a osservare la spiaggia, e il mare di fronte a lui. Gonfi il piumaggio, faceva fresco a quellora, che non era ancora sera ma non era nemmeno pi giorno, e limmobilit dellaria, la piatta superficie dellOceano, e la distesa di sabbia bianca ai suoi lati, che sembrava infinita, contribuivano ad accrescere quella sensazione di freddo, che iniziava a insinuarsi fra le sue ossa cave. Quella era lora in cui, di solito, arrivavano i suoi amici, i due buffi umani che si tenevano sempre per mano, e sedevano sul divano rosso a ridosso del bagnasciuga, emettendo strani suoni che sembravano una sorta di linguaggio, ma che Melville non riusciva a comprendere. Solo che, stasera, i suoi amici non cerano, e il gabbiano intuiva forse non sarebbero venuti. Melville aveva sempre abitato la spiaggia, che esisteva da sempre, a quanto ricordava, come da sempre cera lui, l, ad osservarla formarsi. Quando lui arriv, la spiaggia era un deserto di immagini sfocate, fatto solo di rocce, gelide come lacqua del mare che le circondava. Lalito caldo del vento che nasceva dalle ali dellArcangelo ancora non cera, come non cerano, a formare le onde, le correnti che la Figlia dellOceano alzava fino al cielo. Arrivarono lentamente, e ai primi soffi di vento le rocce lasciarono spazio a un lembo di sabbia bianca, mettendosi ai lati, per far s che le onde modellassero la spiaggia, in attesa che i suoi amici, finalmente, arrivassero e ne prendessero possesso. Perch era stata creata a loro immagine, la spiaggia, prima ancora che loro fossero creati, e per loro, e loro soltanto, esisteva. Li vide, un giorno di inizio estate, che si scambiavano sguardi e sorrisi tenendosi le mani, seduti su una di quelle rocce. Cerano ancora le ali sulla schiena di Lui, e la coda con la pinna, al posto delle gambe di Lei. Era linizio di una magia, che presto divenne amore, un amore che li avrebbe portati a rinunciare a parte della loro natura eccezionale, ma gli avrebbe donato la possibilit di vivere lUno per lAltra. E quella 41

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spiaggia sarebbe esistita finch loro sarebbero stati in grado di raggiungerla. Il che rendeva Melville in qualche modo fiducioso: anche se stasera i suoi amici non si erano visti, questo non significava non sarebbero pi venuti, sulla spiaggia bianca. Forse erano impegnati altrove, ma la spiaggia esisteva ancora. Ed era la loro spiaggia. Altri posti simili, o completamente differenti, esistevano da altre parti, per altri amici, di altri gabbiani -Melville tendeva a rapportare a s ogni forma di vita, che non fossero i suoi amici, per questo ragionava cos - lo sapeva, ma quella spiaggia bianca era solo per quei due che si tenevano per mano, sedendo sul divano rosso a ridosso del mare. Melville spicc un salto, e vol fino al divano, dove si adagi, mettendosi comodo. Aveva visto formarsi quel divano, lentamente lo aveva osservato sorgere dalla sabbia, in attesa che i suoi amici potessero infine sedervi, e aveva visto il mare gonfiarsi, e il cielo coprirsi di nuvole chiare, mentre quel momento si avvicinava. Avrebbe custodito lui quel posto, finch i suoi amici non fossero tornati, si sarebbe seduto lui sul divano rosso, aspettando il loro ritorno. Mentre seguiva il filo dei suoi pensieri, Melville sent, o meglio, percep, un cambiamento nellaria. Si era alzato un soffio di vento, caldo, che proveniva dalla spiaggia, diretto verso la superficie del mare, che iniziava a incresparsi. Il vento correva forte sopra di lui, portando con s le ombre veloci provenienti dalla spiaggia, e alzando lo sguardo, il gabbiano vide che le nuvole si stavano addensando, ad est, e lentamente si abbassavano sullOceano. Il mare si agitava sotto il violento soffio del vento, quasi volesse accelerare il moto delle onde, aumentandone il volume, laltezza e lintensit. Pareva quasi che onde e nuvole cercassero di toccarsi: un contatto, un abbraccio. Melville gonfi le piume, bianche come la sabbia della spiaggia, e sorrise. Intese quel vento come un richiamo da parte dei suoi amici: non erano l, ma si cercavano, onde e nuvole si compattavano abbracciandosi nello stesso modo in cui lui aveva tante volte visto fare lArcangelo e lOndina. I suoi amici sarebbero tornati, ne era sicuro. Scosse le ali sorridendo, e le schiuse, alzandosi in volo verso lorizzonte. 42

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XIII Ground Zero


Tim non aveva mai visto tanta polvere, in vita sua, sentito tanto rumore tutto insieme - sirene, urla, lamenti, scricchiolii, sordi boati, schianti come di vetri che esplodono - e non aveva mai avuto cos tanta paura. Non quella che lo assaliva a volte, di notte, quando tutto diventava silenzioso e scuro, e certe ombre nella sua cameretta si allungavano, minacciando di fargli il solletico ai piedi. Quella era una paura che bastava chiudere gli occhi, e sforzarsi di provare a dormire, per scacciarla. Ora sentiva il terrore crescere dentro di s, rimanere solo per sempre. Mentre tutto il centro di San Francisco esplodeva, Tim fu sbattuto contro unauto e perse i sensi. Quando si risvegli, sua mamma era scomparsa. Si aggirava come un sonnambulo fra i detriti e le macerie, immerso in una nube di polvere densa che gli impediva di vedere a pi di un paio di metri, e gli entrava negli occhi e nei polmoni, facendolo starnutire. Strane figure gli passavano accanto, correndo, o barcollando, alcune coi vestiti strappati, altre coperte di sangue, tutte rivestite di una patina di cenere grigiastra, che li faceva sembrare come quei personaggi dei videogame dellorrore. Poi cerano i poliziotti, i pompieri, che correvano qua e l, e Tim non capiva perch non lo vedessero, e anzi, quando cercava di fermarne uno, questo gli dava una carezza, o uno scappellotto, biascicava qualche parola e correva via di nuovo, verso il punto in cui il fumo era pi denso. Ormai era chiaro, non avrebbe pi rivisto la sua mamma. Si mise a sedere sul bordo del marciapiede, poggiando il mento sulle mani, unespressione assente sul viso, mentre i rumori intorno a lui sembravano allontanarsi, quasi risucchiati dalla nuvola di polvere che, lentamente, si abbassava a livello della strada. Sarebbe rimasto solo, per sempre, per sempre sempre. Una lacrima inizi a rigargli la guancia, scivolando e portando via la polvere, mentre unaltra inizi a formarsi sul bordo dellocchio. - Come ti chiami? - una voce dolce, e la sensazione di una mano forte e salda sulla sua spalla. Tim alz la testa, piegandola leggermente indietro. 43

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- Tim - disse, rivolto alla figura alta e vestita di nero che lo sovrastava. - Ti sei perso? - Si... no... si, mia mamma... Luomo alto e vestito di nero indic un punto, alla loro sinistra, dove la polvere iniziava a diradarsi. Tim guard in quella direzione, e per un momento il suo cuore smise di battere. - Mamma! url, scattando in piedi e correndo verso la figura che stava uscendo barcollando, da quellinferno grigiastro. Si ferm un attimo, prima di raggiungerla, voltandosi verso luomo in nero. Lo fiss per un attimo, come studiandolo. Poi gli sorrise, e mormor un grazie, a voce cos bassa che probabilmente quelluomo nemmeno sent. Mikhayl ricambio il sorriso, e senza aprire le labbra, rispose con un mio dovere, che Tim sent benissimo, dentro il suo cuore, pi che nella testa. Poi la figura vestita di nero si volt e, fischiettando una canzone di Jimi Hendrix, si addentr nella nube di polvere, verso lepicentro del disastro.

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XIV I Messaggeri
- Guarda che roba. Lho sempre detto che le scienze esatte non sono il tuo forte! Mikhayl, a braccia incrociate, ridacchiava, spostando lo sguardo da una bolla allaltra: quella che conteneva la Spada di Luce, il cui bagliore sembrava continuamente sul punto di spegnersi, ma sempre tornava a brillare, di luminosit diafana; quella dentro la quale Gabriel era imprigionato, apparentemente privo di sensi. Alle prime parole delluomo vestito di nero, per, lArcangelo sollev lo sguardo, e lo fiss in tralice, socchiudendo gli occhi, attraverso lopacit della bolla. - Mikhayl..!? - Dolce risveglio, fratellino. Che ci fai l dentro? - Gabriel non si mosse, e non rispose - E come mai la tua Spada laggi? - chiese, indicando la seconda bolla. - Il Leviatano... - mormor Gabe, che si sentiva svuotato di ogni energia, e anche rispondere richiedeva unenorme fatica. - Ha fatto un bel casino, in citt, si... dovresti vedere che roba! Ma non hai risposto alla mia domanda. Perch non hai la Spada con te? - Lui... me lha strappata via e... Mikhayl si avvicin alla bolla che conteneva lArma divina, e tocc la superficie traslucida - Strappata via, che assurdit! Tanto valeva dire che ti aveva strappato via il cuore. Questa - disse, indicando la Lama dorata - parte di te, Gabe. Lhai dimenticato? Non tua. E te. Come il tuo cuore, appunto... anche se qui ci sarebbe da filosofeggiare un po. Come sta Gracelyn? LArcangelo lo fiss per alcuni istanti, mentre una scia di pensieri gli attraversava la mente. Ricordi, intuizioni, concetti assimilati e apparentemente dimenticati, ma invece radicati profondamente nelle pieghe del suo Io. Infine comprese. Chiuse gli occhi e si concentr. La Spada, nella bolla di energia, inizi a brillare sempre pi forte, una luce che si rifrangeva sulle pareti curve, e ritornava allinterno della Lama, poi, con unesplosione di luce accecante, lArma svan, e si materializz quasi istantaneamente nella mano destra di Gabriel. - Alla buonora! - ridacchi Mikhayl - Fisica elementare, fratellino. Ora esci da quella palla di muco pandemonico! 45

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Gabriel sorrise, e con un rapido colpo di Lama, fendette la superficie della sfera, che parve esplodere, o svanire in un lampo giallo, lasciandolo libero di poggiare di nuovo i piedi a terra. Si stiracchi, apr il palmo della mano, e la Spada ritorn a fluire dentro il suo essere, con una pioggia di scintille dorate. - E ora? - chiese. - Hai una missione da compiere, no? Anzi, due. Liberare la tua Ondina, e insieme spaccare il culo a quei due mostriciattoli venuti dallInferno. - Si, ma... non ho poteri contro il Leviatano... e anche Gracelyn... il Kraken sembra inibire le sue capacit telepatiche, noi... Mikhayl sollev lindice, e aggrott le sopracciglia. I suoi occhi azzurri brillarono - Propriet basilare delladdizione: la somma non cambia se cambi... - ...lordine dei fattori! - esclam Gabe, sorridendo - Come ho fatto a non pensarci! Mikhayl gli batt una mano sulla spalla - Tu sei quello bravo in Storia, no? Io me la sono sempre cavata meglio nelle scienze, a scuola. Gabe gli lanci unocchiata di traverso - Gi, ma ero io che ti passavo i compiti in classe, se non ricordo male. - Sono pigro, lo sai. Chiss, forse per questo il Capo sceglie sempre te, per le missioni divertenti. Andiamo ora, il volo fino allAustralia lungo. Mikhayl sorrise ancora una volta, poi dispieg le grandi ali bianche. Gabriel si concentr, e una luminescenza diafana inizi a scintillare sulle sue spalle. I due fratelli si alzarono nellaria piena di polvere, che iniziava finalmente a posarsi. Chuck fissava il punto in cui doveva trovarsi Sydney, laggi, oltre lorizzonte. Nel mezzo dellOceano era difficile avere riferimenti precisi, senza strumenti, ma le sue facolt mentali gli rimandavano eco di urla, lamenti, agitazione, tutte concentrate in quel punto. Cercava di non pensare emozionalmente, di elaborare solo i dati, per non impazzire. Aveva perso il contatto con Grace da un paio dore ormai, e disperava la sua amica fosse ancora viva. Non sapeva cosa fare, se dirigere la barca verso la costa, cercare di contattare Deveraux, attendere l, sperando succedesse qualcosa. La domanda muta che ogni tanto affiorava sulle sue labbra, veniva ricacciata a forza nei meandri del cervello. 46

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- La stai cercando con questa... - una voce, dietro di lui. Chuck si volt, fissando la figura alta ed elegante, oltre il bordo della barca, che rimaneva in piedi sullOceano, quasi sospesa sopra la superficie dellacqua. Luomo, di unet imprecisata, ma non pi giovanissimo, si batteva lindice contro la tempia - Dovresti cercarla con questo concluse, poggiando la mano sul cuore. Chuck non chiese nulla. Da quando conosceva lOndina si era abituato a strani eventi, e ancor pi strane apparizioni. Sentiva solo che di quelluomo poteva fidarsi. La figura alta e potente si avvicin, camminando sullacqua, poi si sollev lentamente, e con una leggerezza innaturale, si pos sul ponte della barca, di fronte a lui. Gli poggi la mano sul petto e disse: - Lei viva, e ha bisogno di tutto laiuto possibile. Chiamala. Svegliala. - Si, ma... poi? Cosa posso fare poi? Lei laggi, tremila metri sotto lOceano. Io... - A questo - lo interruppe luomo - ci ha gi pensato Qualcun altro. Chiamala, Chuck, svegliala. Al resto provvederanno i rinforzi, che stanno gi arrivando. Raphael sollev la testa, guardando a est un punto del cielo, dove le nuvole iniziavano a diradarsi, e la luce del sole filtrava, rifratta in mille raggi brillanti, e sorrise.

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XV Emersione
Buio. Freddo. Gracelyn apr gli occhi, ma nessuna luce spazz via loscurit. Per un attimo credette di essere diventata cieca, e un brivido le corse lungo la schiena. Poi ricord: il Kraken, la lotta, la pioggia di pietre che le rovinavano contro, seppellendola, schiacciandola sul fondo dellOceano. Prima di perdere i sensi, lOndina si era istintivamente circondata di un campo di forza telecinetico. Quello le aveva salvato la vita, e continuava a proteggerla, sotto tonnellate di roccia, che la pressione a tremila metri di profondit saldava le une alle altre, come un tumulo. Un debole richiamo, nella sua mente, laveva risvegliata. Una voce conosciuta, che la cercava, chiamandola, con disperata ostinazione. Chuck, il suo amico Chuck, che non si arrendeva, non voleva crederla morta, e questa sua fiducia quasi folle, aveva riportato indietro la Figlia dellOceano, persa nelloblio. Ma la sua condizione sembrava senza via duscita: le rocce, spinte dalla pressione dellacqua, premevano sempre pi contro il campo di forza, e Grace faceva sempre pi fatica a mantenerlo saldo, e stabile. Presto anche la sua energia atlantidea non sarebbe pi stata sufficiente a controbattere la pressione, il campo di forza avrebbe ceduto, e lei sarebbe morta. Rumori, deboli, lontani eppure vicini. Come acciaio che cozza contro una superficie solida. E pensieri. Pensieri cos potenti da accelerarle il battito del cuore. Gabriel. Il suo Gabriel. Era l, poco distante, era l, era venuto a salvarla. Non era morto, Gabriel! Riusciva a sentirlo, con il cuore pi che con i sensi, sentiva la Spada di Luce che tagliava le rocce, cercando di creare un varco per raggiungerla. Dio, anzi, Capo, come avrebbe detto Gabe, fa che resista, ti prego! Non farmi cedere proprio ora!, pregava lOndina, col respiro mozzato, distesa col petto premuto contro la sabbia compatta e dura del fondo dellOceano. Ma cera unaltra Voce, oltre quella di Gabriel, oltre quella di Chuck. Grace riusciva a sentirla. E anche questa parlava al suo cuore, non al cervello, non le arrivava dai poteri telepatici, che erano il suo retaggio di Figlia del Mare. Le arrivava da Altrove. Era una Voce simile a quella di Gabe, ma pi tranquilla, pi consapevole, pi matura. E non parlava 48

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a parole. Parlava per immagini. Grace vide scorrere davanti ai suoi occhi Poseidon e Atlantide, San Francisco, il diner, Gabriel, il Kraken, vide lOceano e la terra, le citt e le persone, Chuck e Devereaux, vide il cielo e le nuvole, e la Spiaggia Bianca. Se avesse ceduto, tutto sarebbe andato perso, tutto quello per cui ogni atomo del suo corpo, ogni particella intangibile della sua anima, era nata, e aveva vissuto. Resisti, sembrava dire quella voce, combatti, non cedere. Non sei sola, non lo sei mai stata. Tutto esisteva prima di te, tutto continuer ad esistere con te. Non arrenderti. Grace chiuse gli occhi, e strinse i denti. Il campo di forza trem leggermente. Il rumore della Lama di Gabriel sembrava pi vicino, ora. Non poteva cedere. E non per il mondo, non per lOceano, per la Spiaggia Bianca e nemmeno per Gabriel. Non poteva cedere per se stessa, perch tutte quelle cose non avrebbero avuto senso, senza di lei. Gemette e url, stringendo i denti fino a farsi male, le unghie che affondavano nella carne dei palmi, e le vene del collo e sulle tempie sembravano sul punto di esplodere. Provava dolore in ogni muscolo e tendine, gocce di sudore le imperlavano la fronte, scendendo lungo il viso, le ossa erano sul punto di spezzarsi, mentre ogni molecola del suo essere dava energia al campo di forza, che tremava e oscillava, sotto la pressione delle rocce. Si sent morire pi e pi volte, la testa piena di quella Voce, dolce ma forte e imperiosa. E le immagini iniziavano a vorticare nel suo cervello come un caleidoscopio folle. Si sent morire, ma non cedette. E quando un lampo di luce, e un rumore sordo di rocce scagliate via con forza, le balenarono davanti agli occhi e nelle orecchie, e vide il volto del suo Arcangelo, stravolto dallassoluta gioia di vederla ancora, ancora viva, un sorriso le pieg le labbra, e mormor il nome di Gabriel, prima di perdere i sensi. - Devi portarla in superficie - disse Raphael, poggiando una mano sulla spalla di Gabe - ora ha bisogno di Aria, e di Luce. Gabriel annu, e abbracci lOndina, stringendola come fosse la cosa pi preziosa del mondo. - Grazie Raphael... - mormor - senza di te, e Mikhayl... LArcangelo Maggiore sorrise, battendogli ancora la mano sulla spalla - Vai ora, lei ha bisogno dAria e di Luce. 49

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Gabe ricambi il sorriso, e si lanci verso laltro, stringendo Grace, ancora priva di sensi. Salirono veloci lungo le correnti, mentre la brillantezza del sole, che illuminava di raggi diafani la superficie dellOceano, rifrangendosi in profondit, si avvicinava, simile allOcchio del Capo, che li attendeva, per dar loro il bentornato. Salirono quasi senza peso, e mentre la pressione diminuiva, e la luce aumentava, Grace si svegli, vide quella luce sopra di lei, sent labbraccio forte e familiare dellArcangelo stringerla e proteggerla, lo guard negli occhi, e comprese di essere viva. Infine emersero, rompendo lacqua di superficie come una barriera troppo tenue per tenerli ancora a lungo imprigionati, e furono nella Luce, e nellAria. La Luce dorata e lAria piena di profumi e armonia della Spiaggia Bianca. Si guardarono intorno, sorpresi, poi si fissarono, mentre si dirigevano lentamente, trasportati dal placido moto delle onde, luna nelle braccia dellaltro, verso la battigia. Quando i loro piedi materici toccarono per la prima volta la sabbia lattea della Spiaggia, dove tante volte le loro essenze spirituali si erano incontrate, si presero per mano, e si sentirono a casa.

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Finale
Saggiavano increduli la matericit della Spiaggia sotto i loro piedi, consci di essere l, per la prima volta, e che era sabbia quella che toccavano, bianca e consistente. Pietra erosa dal vento dei millenni, per loro, solo per loro. Gabe si volt verso lOceano da cui erano appena emersi, e riconobbe le linee delle Onde, il cui canto silenzioso tante volte aveva ammirato, abbracciato al corpo astrale di Grace. LOndina era al suo fianco, e gli stringeva la mano. Tremava, quella mano, era di carne e sangue e tendini e muscoli. Laveva stretta sotto il Golden Gate, laveva tenuta contro il suo petto, giurando di non lasciarla mai. Ora era stretta alla sua, nella Spiaggia Bianca dove le loro impronte, finalmente, lasciavano traccie sulla sabbia. - Realt... - mormor lArcangelo, guardandosi intorno, con un sorriso pieno di emozione. - ...fatta Sogno - concluse Gracelyn, stringendogli ancora pi forte la mano. Camminarono senza dire altro, verso il divano rosso, che li attendeva poco distante dalla battigia. Melville il gabbiano, appena tornato da un volo di ricognizione, li aspettava, e fece loro posto, mettendosi sulla spalliera. Si sedettero, senza che le loro mani si lasciassero. Il tessuto - impossibile dire cosa fosse, anche se al tatto sembrava pelle - era morbido e fresco, come anche laria intorno a loro. Un Paradiso ritrovato, o scoperto per la prima volta. In cui rimanere per sempre. - Ma siamo veramente qui? Con i nostri corpi materiali, voglio dire? chiese Grace, toccando con le dita la mano di Gabriel, stretta nella sua. - Si, siamo proprio qui - rispose lArcangelo - finalmente possiamo sentire la brezza che ci accarezza, portandoci il profumo del mare. E il rumore delle onde, ora, copre le parole sussurrate. - Secondo te c un perch? - Non lo so... non pu essere un premio, perch il nostro compito non ancora finito. Chiss cosa accadr ora... - disse Gabe. Gracelyn chiuse gli occhi, e sospir profondamente - LApocalisserispose. - Gi, soprattutto se noi rimaniamo qui... 51

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Il Kraken e il Leviatano erano scatenati, il pianeta si trovava sullorlo di una crisi epocale, forse definitiva, e loro erano stati mandati per compiere una missione. Gabe si alz in piedi, e fiss lOceano. Sospir a sua volta, poi si volt verso lOndina, che era rimasta distesa sul divano, con le gambe piegate, e la testa poggiata sulle braccia, fissandolo con uno sguardo indefinibile. - Mikhayl mi ha dato la chiave per la soluzione - disse lArcangelo un paradosso scientifico. - Forse la nostra presenza qui legata a questo... - mormor Grace, quasi a se stessa. Gabriel raccont con pochi, veloci tratti quello che lui e il fratello Celeste si erano detti, a San Francisco, prima di volare per liberarla dalla stretta morsa delle rocce, tremila metri sotto la superficie del mare. - Cambiando lordine dei fattori il risultato non cambia. E il risultato gi scritto, i mostri non possono vincere. Quindi... - Ci sono! - esclam Gracelyn, stringendogli la mano - Dobbiamo scambiarci gli avversari! Tu il Kraken, io il Leviatano. - Gi, proprio quello che mi ha suggerito Mikhayl... - le rispose sorridendo Gabe. - Si, ma dovremo farlo rimanendo qui. Saranno i nostri corpi astrali a raggiungere la dimensione terrestre e... - ...e noi li guideremo. Da qui. Dalla Spiaggia Bianca. Melville lanci un grido, che ai due prescelti parve pieno di sardonica gioia. Gracelyn osservava il corpo del mostro riverso di fronte a lei. Non era stato difficile. Aveva creato una serie di campi di forze che avevano imprigionato le bolle di energia del Leviatano, costringendole a implodere, e questo aveva esaurito le forze del colosso, che si era lentamente accartocciato su se stesso, fino a diventare una massa secca e contorta di materia inerte. Non era stato difficile, solo un po di sudore e un leggero mal di testa, che un soffio daria fresca avrebbe mandato via. La Spada brillava nella mano di Gabriel, luminosa e tinteggiata di rosso. Il Kraken, col suo unico occhio squarciato e sanguinante, 52

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rantolava ai suoi piedi, cercando, con un ultimo guizzo, di capovolgere le sorti dello scontro. - Non puoi combattere quello che non riesci a vedere - mormor lArcangelo - e tu non hai mai visto la Luce, aberrazione infernale! Falci laria con la Lama Divina, tranciando di netto la testa del mostro, che rotol via, lasciando dietro di s una scia di liquido nerastro. Gabriel alz lo sguardo al Cielo, apr le sue ali, e vol via, in un lampo di Luce bianca. Chuck sedette sul ponte della barca, con la testa pesante, ma felice. Raphael e Mikhayl, prima di volare via gli avevano spiegato cosa fosse accaduto, rassicurandolo sulle sorti di Gabe e Grace, e su quelle della sua citt. Finalmente i pensieri non gli urlavano pi nel cervello. Finalmente tutto era calmo, e sereno, e pacifico. A Sydney era ripresa la caotica vitalit di sempre. Pens alla sua famiglia, che lo aspettava, poteva sentirli, con la coda della mente. Per loro, come per il resto del mondo, il tempo era tornato allistante precedente il Disastro, cancellando ogni traccia delle devastazioni, anche dalla memoria. Chuck sorrise, e si prepar ad andare a casa. Cera una cosa che Devereaux non aveva mai capito. E non avrebbe mai capito, ma di sicuro era importante, per comprendere la vera natura della sua enigmatica Direttrice: perch non laveva mai vista bere, e perch non portava mai scarpe coi tacchi alti. - Mysteris des femmes... - mormor, scuotendo la testa. - Tu lo sapevi! - sbott Poseidon, battendo col pugno sul piano del terminale video, e lanciando una sonora risata, che riemp le stanze e i corridoi di Atlantide, facendo vibrare lacqua dove Sirene e Tritoni nuotavano pigramente. - Si. Ma come un film che ti piaciuto particolarmente - rispose il Capo - anche se conosci il finale, mantieni sempre una certa... sospensione dellincredulit, per gustartelo ancora, e ancora, e ancora... divertente. Poseidon socchiuse gli occhi, fissando la faccia dallaltra parte del video Divertente... quei due ragazzi potevano morire, il piantea 53

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intero... - si gratt la barba, aggrottando le sopracciglia - Dimmi un po disse infine - quando terminer il Mondo? - Chiedi troppo - ridacchi il Capo - domanda di riserva? - Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? - replic Poseidon con un ghigno. - A fare qualche set di tennis? No, meglio di no... sono troppo vecchio per queste cose. Meglio un caff. - Si, ma solo se offri Tu! - disse il Signore di Atlantide, alzandosi dalla poltroncina. Mi sembra il minimo, dopo tutte le emozioni che ho fatto patire al tuo cuore stagionato! Il signore di Atlantide si alz in piedi, continuando a fissare il volto impassibile dall'altra parte dello schermo, la cui espressione immota era attraversata da un'ombra di ambivalente divertimento. Nonostante lo conoscesse da ere, non riusciva ancora a comprenderne le motivazioni. Di certo sapeva che la maggior parte di esse non gli piacevano, n gli sarebbero mai piaciute, giuste o sbagliate che fossero, ma dopotutto, lui era solo un dio minore. Mikhayl giocherellava coi bottoni della sua giacca di pelle nera -un regalo di Gabe, per la maturit - e rimaneva stranamente in silenzio. - Coshai? - chiese Raphael - Mi sembri triste. - Non tristezza... - lo rassicur il giovane Arcangelo - sto pensando... LArcangelo Maggiore si avvicin al compagno, e gli mise una mano sulla spalla - E a cosa pensi? - AllAmore, Raphy, allAmore... - disse Mikhayl, sollevando lo sguardo. Il cielo era sgombro da nuvole, e il sole del primo pomeriggio si rifletteva sulla superficie della Baia. San Francisco era tornata alla sua consueta frenesia, tutte le tracce della distruzione arrecata dal Leviatano, scomparse, come mai avvenute. - LAmore, gi... - mormor Raphael, sorridendo - ...una cosa strana, dicono. - Si, lho sentito dire anchio. E vedo Gabriel come lo vive... ma non capisco... - disse il giovane, scuotendo le ali - Come funziona? Come ci si innamora? Tu che hai pi esperienza, dimmi... sei mai stato... Raphael lo interruppe con un cenno della mano, poi indic un punto a un centinaio di metri da loro - Guarda! - disse. 54

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Proprio sotto il Golden Gate, illuminata da un raggio di sole che si faceva spazio in mezzo allombra della struttura metallica, brillava una conchiglia a forma di stella. - Bella... - disse Mikhayl, con indifferenza. - No - ribatt Raphael - magnifica. Mikhayl guard lArcangelo Maggiore, poi la conchiglia. E comprese: era vero. Non era bella. Era una magnifica meraviglia. Creata senza un apparente motivo, senza niente da capire. Meravigliosa, fragile e incomprensibile. Come lAmore. Le onde lambivano pigramente la sabbia della battigia. Gabe e Grace, abbracciati in silenzio sul divano, si scambiavano lAmore con gli sguardi. Melville si alz in volo, lasciandoli soli, e come era stato scritto, il Sole tramont, e per la prima volta fu la Notte, accompagnata da melodie astrali cantate dalla Luna, con il suo coro di Stelle, sulla Spiaggia Bianca.

FINE

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Indice
pag. 1 Introduzione: Una storia di tutti, per tutti... super-eroi e non di Samanta Sonaglia pag. 4 Prologo Canto urbano di ondine ed esseri alati pag. 5 I: Gabriel prende il caff Gracelyn conferma un appuntamento pag. 8 II: Se tutti avessero un Oceano... - Sopra l'Oceano pag. 11 III: San Francisco A pagina 50... pag. 15 IV: Intersezioni pag. 18 V: La Spiaggia Bianca pag. 20 VI: Il Kraken pag. 24 VII: La Luce e le Tenebre pag. 27 VIII: Il Leviatano pag. 31 IX: Flashback. Il Cancello d'Oro pag. 34 X: La Fine del Domani? Parte Prima: la caduta dell'Arcangelo Parte Seconda: l'ultima onda pag. 40 XI: Breaking News pag. 41 XII: La spiaggia deserta pag. 43 XIII: Ground Zero pag. 45 XIV: I Messaggeri pag. 48 XV: Emersione pag. 51 Finale

Roberto Sonaglia Ali d'Acqua I Edizione Progetto grafico: Samanta Sonaglia Redazione: Maria Papa, Simone Stricelli Le immagini sono Roberto Sonaglia

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