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Prot. 16402 Bari, 16.09.2008

Al Presidente AssoArpa
Dott.ssa Sonia Cantoni

Ai Direttori Generali delle Agenzie


Regionali e Provinciali

LORO SEDI

Oggetto: Accordo di Programma area industriale di Taranto e Statte

In considerazione della molteplicità delle sorgenti emissive presenti sul territorio tarantino, il
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha promosso un Accordo di
Programma per l’area industriale di Taranto e Statte che prevede una valutazione congiunta
delle procedure di Autorizzazione Integrata Ambientale del complesso siderurgico ILVA, della
raffineria ENI, del cementificio Cementir, dell’azienda SANAC e dell’inceneritore di RSU di
Taranto. A questo proposito, si richiama la possibile applicazione dell’art. 8 del D.Lgs. 59/2005,
che consente di mettere in atto, per gli “ … impianti, localizzati in una determinata area,
misure più rigorose di quelle ottenibili con le migliori tecniche disponibili, al fine di assicurare in
tale area il rispetto delle norme di qualità ambientale”.
In questo contesto, entro il termine del 15.06.2008, era richiesto a tutti i soggetti coinvolti di
produrre sul sito del Ministero dedicato al procedimento tutta la documentazione utile a
rappresentare la situazione ambientale e sanitaria. Il Ministero, con nota prot. n. DSA-2008-
0017837 del 26.06.2008, richiedeva a questa Agenzia una relazione di sintesi che indicasse
eventuali criticità ambientali distinte per matrici ambientali e per singoli inquinanti
relativamente all’area di interesse, che sarebbe stata presentata nella riunione del 16.07.2008.
In riscontro a ciò, ARPA Puglia trasmetteva con nota prot. 0013809 del 15.07.2008 la citata
relazione accompagnata da una nota di trasmissione che si allega.
Il Direttore Generale della Salvaguardia Ambientale del MATTM Ing. Agricola, con nota prot.
DSA-2008-0022090 del 07.08.2008 (allegata), ha inviato a questa Agenzia delle osservazioni
sulla Relazione di sintesi di ARPA Puglia, richiedendo di “stimare, prendendo in considerazione
le informazioni sito specifiche (dati meteo climatici, sorgenti di emissione, etc.), i contributi
percentuali derivanti dal comparto industriale nel suo insieme e da quello civile, compreso il
trasporto, degli inquinanti”. In particolare, viene contestato l’uso dei dati di Benzo(a)Pirene
(BaP), derivanti da campagne di misura effettuate nel mese di ottobre 2005 e nel mese di
febbraio 2006 per la definizione della condizione di criticità in quanto non rispondenti ai
requisiti del D.Lgs. 152/2007 (media annuale di BaP pari a 1 ng/m3). Per tali motivi si sostiene
che “Le campagne effettuate non possono essere ritenute valide ai fini dell’individuazione di
specifiche criticità ambientali e quindi della possibilità di imporre limiti più restrittivi rispetto a
quelli definiti dalle norme o raggiungibili con le migliori tecniche disponibili”.
In data odierna questa Agenzia ha provveduto alla trasmissione della relazione richiesta in
riscontro alle osservazioni (allegata).
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Per quanto riguarda la valutazione dei livelli di Benzo(a)Pirene (BaP), la sintesi dei dati prodotti
è riproposta nelle tabelle che seguono:

Valori medi di BaP (ng/m3) misurati nel particolato in diverse campagne


Sito di campionamento
Quartiere Riferimento
Fonte dati Periodo Tamburi –
Via Dante
adiacenze
(centro città)
siderurgico
Autunnale
(20 gg. - ottobre 1,14 0,12
Università di
2005)
Bari – Dip.
Invernale
Chimica
(30 gg. - febbraio 1,78 0,50
2006)
Estivo
ARPA Puglia (56 gg. - 0,82 -
maggio÷agosto 2008)
Complessivo 1,09 -

Statte Palagiano
ISPESL U.O.
Invernale 2004 5.855 ± 0.220 0.755 ± 0.066 0.336 ± 0.030
5*
Estivo 2004 0,877 ± 0,033 0,293 ± 0,026 0,132 ± 0,012

Periodo caldo 1999-


Indagine 1,9 - -
2000
Viviano et
Periodo freddo 1999-
al. 2,6 - -
2000
*Progetto finalizzato “Impatto sulla salute di particolari condizioni ambientali e di lavoro, di provvedimenti di
pianificazione territoriale” - Unità Operativa 5 “Microinquinanti dell’aria”

Valori di BaP misurati con l’uso di un campionatore vento-selettivo di


microinquinanti organici in una postazione situata a Taranto in Via Lago di Bolsena
(a circa 6 Km dall’area industriale, sul terrazzo di un palazzo di 6 piani)
BaP
Fonte dati Periodo Posizione
(ng/m3)
Sottovento 0,435
23 giugno-3 luglio 2008
Sopravento 0,088
ARPA Puglia Calma di vento 0,215

Sottovento 1,19
11-29 agosto 2008
Sopravento 0,11
Calma di vento 0,59
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Valori di BaP misurati nelle rilevazioni deposimetriche (ng/m2/die)


Quartiere Tamburi Riferimento
Fonte
Periodo – adiacenze Autorità Capitaneria Osp.
dati
siderurgico Portuale Porto Testa*

2001-2006 210 160 100 560

Masseria Statte
ARPA Fornaro (rurale)
Puglia
Giugno 2008 141,65 29,78 24,76

Luglio 2008 351,16 19,18 -

Quartiere Tamburi Statte


Cimitero Scuola (comune)
Indagine Periodo caldo
Viviano 699 477 236 257
1999-2000
et al. Periodo freddo
575 300 154 357
1999-2000
*Sito in prossimità della raffineria ENI

Pur non essendo presenti valori limite per le deposizioni di IPA in alcun paese UE o in Nord
America o Asia, è possibile confrontare le concentrazioni rilevate con i risultati di analoghe
misure effettuate in siti con classificazione simile (urbana/industriale).
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È interessante notare come sia i valori del BaP contenuto nel PM10 che quello presente nel
materiale particellare sedimentabile abbiano valori che si collocano nello stesso intervallo delle
concentrazioni rilevate nelle analoghe campagne effettuate in anni successivi,
precedentemente riportate; in tutti i casi, le concentrazioni di IPA e di Benzo(a)Pirene presenti
nel quartiere Tamburi sono quelle più alte misurate nell’area di Taranto.
Ben noti sono gli impatti ambientali dei complessi siderurgici. Citiamo qui l’esperienza di Arpa
Friuli Venezia Giulia, Arpa Toscana e Arpa Liguria in riferimento agli impianti di Trieste,
Piombino e Genova-Cornigliano.
A questo proposito è utile citare la “Relazione tecnica finale” redatta dal Dipartimento
Provinciale di Trieste dell’ARPA FVG, nella quale vengono riportati i risultati dei rilievi
ambientali di inquinanti aerodispersi, tra i quali gli IPA, effettuati presso una postazione
collocata in corrispondenza della stazione RFI di Servola esterna al perimetro dello stabilimento
siderurgico della Lucchini Spa; tale studio veniva condotto nell’ambito di una convenzione
stipulata tra il Comune di Trieste e l’ ARPA FVG, con l’obiettivo di delineare il quadro
ambientale originato dalle emissioni di PM10 e IPA provenienti dall’impianto siderurgico.
Lo studio è stato condotto con metodologie analoghe a quelle sopra riferite per l’area di
Taranto, e ha fornito risultati simili, per quanto riguarda le concentrazioni di IPA, la loro
attribuibilità alle emissioni della cokeria e il superamento del valore obiettivo di 1 ng/m3 nelle
vicinanze dell’area industriale: “In particolare, per quanto riguarda gli IPA, risulta rilevante il
dato di concentrazione media di BaP aerodisperso pari a 3,2 ng/m3 rilevato per una durata di
185 giorni presso la stazione di misura collocata a ridosso del perimetro esterno dell’impianto
siderurgico”.
Di pari interesse risultano i dati di monitoraggio del Benzo[a]Pirene effettuato da ARPA
Toscana nella zona abitata in località Cotone, a poche centinaia di metri dalla cokeria dello
stabilimento siderurgico della Lucchini Spa a Piombino, da cui risulta, pure, un congruo
superamento del valore obiettivo di 1 ng/m3.
Andamento del Benzo/(a)Pirene nell’aria
postazione di prelievo presso la cokeria di Piombino (LI)
Piom bino (LI) - Località Cotone - Concentrazione di Benzo[a]pirene
Periodo: ottobre 1999 - dicem bre 2007

18,0
17,0
16,0

15,0
14,0
13,0
12,0

11,0
m edia m obile annua ng/m 3

10,0
9,0
8,0

7,0
6,0
5,0
4,0
3,0
2,0
1,0
0,0
07/10/1 999

13/01/2 000

20/04/2 000

27/07/2 000

02/11/2 000

08/02/2 001

17/05/2 001

23/08/2001

29/11/2001

07/03/2002

13/06/2 002

19/09/2 002

26/12/2 002

03/04/2 003

10/07/2 003

16/10/2 003

22/01/2 004

29/04/2 004

05/08/2 004

11/11/2 004

17/02/2 005

27/05/2 005

02/09/2 005

09/12/2 005

17/03/2 006

23/06/2 006

29/09/2 006

05/01/2 007

13/04/2 007

20/07/2 007

26/10/2 007

data
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Risulta, infine, importante rilevare come le concentrazioni di IPA misurate dall’Istituto


Nazionale di Ricerca sul Cancro nell’abitato di Genova Cornigliano, per le quali si registrava
negli anni 2000-2001 il superamento del livello di 1 ng/m3, abbiano mostrato un netto
abbassamento dopo lo spegnimento della cokeria, rientrando all’interno del limite.
Andamento del Benzo/(a)Pirene nell’aria - postazioni di prelievo nell’abitato di Genova
(Cornigliano)
Cokeria accesa Cokeria spenta

2000 2001 8/2/2002÷7/2/2003 1/5/2003÷1/4/2004

BaP – sito 1 8,2±10,7 6,5±8,7 0,2±0,1 0,15±0,14

BaP – sito 2 3,6±4,8 3,8±4,8 0,4±0,6 --

Si fa presente che le cokerie degli impianti citati (Genova/Cornigliano, Trieste/Servola,


Piombino) hanno o avevano tutte una potenzialità produttiva dell’ordine delle centinaia di
migliaia di tonnellate/anno di coke, mentre l’impianto di cokefazione di Taranto, la cui
potenzialità è di 4,7 milioni di tonnellate/anno, ha avuto una produzione nel 2007 superiore ai
3 milioni di tonnellate. Purtroppo, nel corso degli anni, le conoscenze ambientali ed
epidemiologiche sviluppate localmente non hanno consentito di raggiungere i livelli di
conoscenza disponibili in altre realtà industriali italiane.
A compensare questo gap, l’area di Taranto è stata oggetto, per la gravità del quadro
epidemiologico e per la sua definizione giuridica di area ad elevato rischio di crisi ambientale
(DPCM 30.11.1990), di un megaprogetto del Ministero per la Salute nel 2002 “Impatto sulla
salute di particolari condizioni ambientali e di lavoro, di provvedimenti di pianificazione
territoriale”, articolato in 17 sottoprogetti, coordinati dall’ISPESL. Dai rapporti tecnici sono
derivate due pubblicazioni a livello internazionale che dimostrano la criticità del contesto
ambientale.
A fronte di una evidenza scientifica così univoca, appare persino eticamente discutibile negare
la criticità ambientale sulla base degli storici ritardi di un ente di controllo che non è stato
sinora in grado di rispettare in modo formale una normativa (nella fattispecie il D.Lgs.
152/2007) che, tra l’altro, non è esplicitamente indicata nelle procedure AIA.
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BIBLIOGRAFIA
1. M. Chiari, P. Del Carmine, I. Garcia Orellana, F. Lucarelli, S. Nava, L. Paperetti, Hourly
elemental composition and source identification of fine and coarse PM10 in an Italian
urban area stressed by many industrial activities, Nuclear Instruments and Methods in
Physics Research Section B: Beam Interactions with Materials and Atoms, Volume 249,
Issues 1-2, August 2006, Pages 584-587
2. C. Gariazzo, V. Papaleo, A. Pelliccioni, G. Calori, P. Radice, G. Tinarelli, Application of a
Lagrangian particle model to assess the impact of harbour, industrial and urban
activities on air quality in the Taranto area, Italy, Atmospheric Environment, Volume
41, Issue 30, September 2007.
3. F. Valerio, A. Stella, E. Daminelli, Identification of polycyclic aromatic hydrocarbons and
benzene sources: the Genoa-Cornigliano experience, Epidemiologia e Prevenzione, Vol.
29 (Suppl. 5-6), Settembre-Dicembre 2005.
4. G. Viviano, G. Ziemacki, G. Settimo, G. Cattani, M. Spartera, F. Catucci, G. Carbotti, Air
quality assessment in an urban-industrial area: the Taranto case study, Epidemiologia e
Prevenzione, Vol. 29 (Suppl. 5-6), Settembre-Dicembre 2005.

Il Direttore Generale

(Prof. Giorgio Assennato)


ANALISI EFFETTUATE, CRITICITÀ
RISCONTRATE E NECESSITÀ DI NUOVE
ANALISI NELL’AREA DI TARANTO E STATTE

RELAZIONE TECNICA

Bari, 16 settembre 2008

1
PREMESSA

La presente relazione risponde a quanto richiesto dal Ministero dell’Ambiente e della


Tutela del Territorio e del Mare con nota prot. n. DSA-2008-0022085 del 7 agosto 2008,
come indicato al punto 5 dell’Ordine del Giorno previsto per la riunione del 17
settembre 2008.
La presente relazione fa seguito ed esplicito riferimento a quella, già presentata dalla
scrivente Agenzia, datata 15 luglio 2008, trasmessa al MATT con nota prot. n. 0013809
in pari data e presentata dai rappresentanti di ARPA Puglia in sede di Comitato di
Coordinamento dell’AdP nella riunione del 16 luglio 2008.

2
1. BENZO(a)PIRENE

1.1 – Immissioni

1.1.a Campagne di monitoraggio della qualità dell’aria ambiente

Nella precedente relazione di ARPA Puglia, datata 15 luglio 2008, era


evidenziata una criticità in relazione agli Idrocarburi Policiclici Aromatici
(IPA) e, in particolare, per quanto riguarda il Benzo(a)pirene.
La relazione riportava i risultati della campagna di rilevazioni di Idrocarburi Policiclici
Aromatici e Metalli Pesanti nell’aria effettuata, nel periodo 2005–2006, dal Dipartimento
di Chimica dell’Università di Bari nelle due postazioni di prelievo in via Orsini (quartiere
“Tamburi”, in zona limitrofa all’area industriale) e in via Dante (zona urbana della città
di Taranto, ad alcuni Km dall’area industriale).
Nella postazione di via Orsini, la concentrazione media del Benzo(a)Pirene risultava pari
a 1,39 ng/m3, superiore al valore obiettivo di 1 ng/m3, previsto sia dal D.M. del 25
novembre 1994 che dal vigente D.L.vo 152/07, mentre nella postazione di via Dante, la
concentrazione media risultava, nello stesso periodo, pari a 0,33 ng/m3, inferiore al
suddetto valore obiettivo.
La stessa relazione evidenziava come le concentrazioni degli Idrocarburi Policiclici
Aromatici nell’aria mostrassero un andamento discontinuo, con la presenza di “eventi”
di picco per gli IPA, all’origine dell’innalzamento della media delle concentrazioni rilevate
nella postazione di via Orsini al di sopra del valore obiettivo di 1 ng/m3, corrispondenti a
settori di direzioni del vento a Nord-Ovest, ovvero ad una provenienza del vento
dall’area industriale.
La relazione concludeva quindi che i picchi di IPA e di Benzo(a)Pirene e,
conseguentemente, il superamento del valore obiettivo di 1 ng/m3 nella
postazione di via Orsini, erano attribuibili alla ricaduta delle emissioni
industriali.
Per garantire una rappresentatività annuale delle concentrazioni di IPA nell’aria, si
possono affiancare a tali risultati quelli derivanti dalle recenti rilevazioni effettuate da
ARPA Puglia, a partire dal maggio 2008, presso la stazione della rete di monitoraggio
della qualità dell’aria di via Machiavelli (Quartiere Tamburi).

Periodo estivo
Periodo autunnale Periodo invernale
(56 gg. - Periodo
(20 gg. - ottobre (30 gg. - febbraio complessivo
maggio÷agosto
2005) 2006)
2008)

Media BaP (ng/m3) 1,14 1,78 0,82 1,09


Tabella 1 – Risultati del rilevamento dei microinquinanti organici nel PM10
Quartiere Tamburi - Taranto

3
La media complessiva dei risultati delle rilevazioni supera il valore obiettivo
di 1 ng/m3, previsto dal citato D.Lgs. 152/07; va notato che il risultato è,
verosimilmente, sottostimato a causa del maggior numero di giorni del
periodo “caldo”, rispetto al periodo “freddo”, nel quale le concentrazioni di
IPA e di Benzo(a)Pirene risultano maggiori.
Va detto, inoltre, che la zona in cui sono state effettuate le rilevazioni (via
Machiavelli – via Orsini) è situata all’interno dell’abitato del Quartiere
Tamburi, ad una distanza di circa 700-800 metri dal confine dello
stabilimento ILVA, e in tale spazio intermedio sono presenti diverse case che
si trovano a distanza inferiore e risultano quindi esposte a concentrazioni di
BaP verosimilmente più alte di quelle rilevate (superiori a 1 ng/m3).

STUDI ISPESL
Tali conclusioni sono confortate da tutti i dati scientifici prodotti sinora sull’argomento,
riguardanti l’area di Taranto e Statte.
In particolare, nella relazione finale redatta dal Dipartimento Insediamenti Produttivi e
Interazione con l’Ambiente dell’ISPESL, relativa al Progetto finalizzato “Impatto sulla
salute di particolari condizioni ambientali e di lavoro, di provvedimenti di pianificazione
territoriale” - Unità Operativa 5 “Microinquinanti dell’aria” (presente nel sito dell’AdP),
sono riportati risultati molto simili a quelli precedentemente riportati.
Il campionamento e la speciazione degli IPA, effettuati nelle stagioni estiva ed invernale
dell’anno 2004, in tre diverse postazioni (Orsini, Statte, Palagiano), ha mostrato che
“per quanto riguarda gli idrocarburi policiclici aromatici le concentrazioni
trovate nel sito Orsini sono più alte che nei siti Statte e Palagiano,
soprattutto in inverno. Il sito Palagiano conferma un livello di fondo”.

Inverno
ng/m3 Orsini Statte Palagiano
Fluorene 0.088 ± 0.034 0.019 ± 0.008 0.008 ± 0.004
Fenantrene 2.110 ± 0.150 0.235± 0.017 0.003 ± 0.000
Antracene 0.473 ± 0.055 0.045 ± 0.005 0.002 ± 0.000
Fluorantene 7.366 ± 0.354 0.889 ± 0.043 0.142 ± 0.007
Pirene 6.812 ± 0.410 0.964 ± 0.058 0.125 ± 0.008
Benzo(a)Antracene 5.763 ± 0.318 0.779 ± 0.043 0.124 ± 0.007
CriseneI+Ttifenilene 8.743 ± 5.439 1.435 ± 0.892 0.227± 0.141
Benzo(b+j+k)Fluorantene 11.368 ± 3.512 2.268 ± 0.701 0.961 ± 0.297
Benzo(e)Pirene 5.855 ± 0.220 0.998 ± 0.038 0.433 ± 0.016
Benzo(a)Pirene 5.630 ± 0.496 0.755 ± 0.066 0.336 ± 0.030
Perilene 1.693 ± 0.170 0.196 ± 0.020 0.088 ± 0.009
Indeno(1.2.3-c.d)Pirene 5.058 ± 0.388 0.920 ± 0.071 0.452 ± 0.035
Dibenzo(a,h)Antracene 0.206 ± 0.025 0.058 ± 0.007 0.030 ± 0.004
Benzo(g,h,i)Perilene 5.802 ± 0.374 1.119 ± 0.072 0.491 ± 0.032

Coronene 2.714 ± 0.096 0.818 ± 0.029 0.333 ± 0.012

Tabella 2- Concentrazioni medie degli IPA nel particolato invernale nei tre siti di campionamento
(studio ISPESL - Unità Operativa 5 “Microinquinanti dell’aria”)

4
n g /m 3
IP A In v e rn o
1 6 ,0

1 4 ,0

1 2 ,0

1 0 ,0

8 ,0

6 ,0

4 ,0

2 ,0

0 ,0

E
R

R
T

aP
N

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IP
E

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,h
B

(a
+j

(g
C

B
O r s in i S ta t te P a la g i a n o (b

B
D
B

Figura 1- Confronto delle concentrazioni medie degli IPA relativi alla campagna invernale, nei
tre siti di campionamento (studio ISPESL - Unità Operativa 5 “Microinquinanti dell’aria”)

Estate
ng/m3 Orsini Statte Palagiano
Fluorene 0,020 ± 0 008 0,005 ± 0,002 0,004± 0,002
Fenantrene 0,118 ± 0 008 0,008 ± 0,001 n.d
Antracene 0,022± 0 002 0,003 ± 0,000 0,010 ± 0.001
Fluorantene 0,560 ± 0 027 0,358 ± 0,017 0,130 ± 0,006
Pirene 0,542 ± 0 033 0,268 ± 0,016 0,095 ± 0,006
Benzo(a)Antracene 0,535 ± 0 030 0,192 ± 0,011 0,070 ± 0,004
CriseneI+Trifenilene 0,626 ± 0,389 0,341 ± 0,212 0,127 ± 0,079
Benzo(b+j+k)Fluorantene 1,502 ± 0,464 0,945 ± 0,292 0,452 ± 0,140
Benzo(e)Pirene 0,877 ± 0,033 0,368 ± 0,014 0,172 ± 0,006
Benzo(a)Pirene 0,827 ± 0,073 0,293 ± 0,026 0,132 ± 0,012
Perilene 0,220 ± 0,022 0,102 ± 0,010 0,045 ± 0,005
Indeno(1.2.3-c.d)Pirene 0,766 ± 0,059 0,340 ± 0,026 0,178 ± 0,014
Dibenzo(a,h)Antracene 0,064 ± 0,008 0,080 ± 0,010 0,024 ± 0,003
Benzo(g,h,i)Perilene 0,892 ± 0,057 0,361 ± 0,023 0,190 ± 0,012
Coronene 0,575 ± 0,020 0,234 ± 0,008 0,150 ± 0,005

Tabella 3 - Concentrazioni medie degli IPA nel particolato estivo nei tre siti di campionamento
(studio ISPESL - Unità Operativa 5 “Microinquinanti dell’aria”)

5
ng/m3 IPA Estate

2,0
1,6
1,2
0,8
0,4
0,0

j+ I

AN

R
PE
FE

b+ TR
T
FL

FA

B( IP
FA

P
PE
C N
AN

O
Be

Ba
A
+

k)

,i)
h)
Ba

C
RI

,h
a,
(g
Ors ini Statte Palagiano

B
D
B(
Figura 2 - Confronto delle concentrazioni medie degli IPA relativi alla campagna estiva, nei tre
siti di campionamento (studio ISPESL - Unità Operativa 5 “Microinquinanti dell’aria”)
.
La concentrazione media del Benzo(a)Pirene nel sito di via Orsini nella stagione estiva
risulta di 0,827 ng/m3, di poco inferiore al valore obiettivo di 1 ng/m3, mentre nella
stagione invernale la concentrazione media nello stesso sito è risultata di 5,63 ng/m3,
ben superiore a 1 ng/m3.
Nel sito di Statte, le concentrazioni di BaP risultavano più basse, comunque al di sopra
del sito “di fondo” di Palagiano; tuttavia, nel periodo invernale “il limite di 1 ng/m3
viene superato 8 volte in un mese nel sito Orsini e 7 volte nel sito Statte; nel sito
Palagiano solo 2 volte”.
La relazione evidenzia, nel sito Orsini, “ … un accumulo di benzo(a)pirene nei
giorni dal 2 al 5 marzo con un picco allarmante il giorno 4 marzo di 67
ng/m3” e, dall’esame dei parametri descrittivi degli effetti meteorologici,
risulta che “… nel periodo dal 2 al 5 marzo i venti prevalenti erano da nord-
ovest, cioè Orsini si trovava sottovento rispetto al sito industriale”.

O r sin i In v e rn o
ng / m 3 2 2 .4 8 6 5 ,6 2
3 ,0
1 5 .8 1 7 ,0 7

2 ,5

2 ,0

1 ,5

1 ,0

0 ,5

0 ,0
4

04

04

04

04

04

4
04

04

04

04
04

04

04

-0

-0

-0

-0
-0

-0

-0
-0

-0

-0

-
b-

b-

b-
b-

b-

b-

ar

ar

ar

ar

ar
ar

ar

ar

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eb

eb

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-m

-m

-m

-m

-m

-m

-m

-m

-m
m

m
-f

-f

-f

-f
-

-
19

20

21

23

25

27

28
18

24

26

01

02

03

04

06

10

11

12

13
05

09

15

B o (a)p y l im i te

Figura 3 - Andamento della concentrazione invernale di benzo(a)pirene misurato nel sito di Orsini
(studio ISPESL - Unità Operativa 5 “Microinquinanti dell’aria”)

6
ng/m3 ng/m3
Statte Inverno PalagianoInverno
3,5
3,0
3,0
2,5
2,5
2,0
2,0
1,5
1,5
1,0
1,0
0,5
0,5
0,0
0,0
b
b

b
b

b
b

19 b
20 b
21 b

24 b
b

27 b
b
b

26 b

01 b
b

ar
ar

ar
ar

ar
ar
ar

ar
ar
ar

ar

ar

02 r

04 ar
05 ar
06 r

12 ar
13 r

ar
ar

11 ar

15 r
-fe
-fe
-fe
-fe
-fe
-fe
-fe
-fe
-fe
-fe

a
a
18-fe
19-fe
20-fe
21-fe
23-fe

25-fe
26-fe

28-fe

-m

-m
-m

-m
-m
24-fe

27-fe

-m
-m

-m

-m
-m
02-m

05-m

10-m
11-m

13-m
15-m

18

23

25
01-m

03-m
04-m

06-m
09-m

12-m

28

03
Bo(a)py limite Bo(a)py 15-mar

Figura 4 - Andamento della concentrazione invernale Figura 5 - Andamento della concentrazione invernale
di benzo(a)pirene misurato nel sito di Statte di benzo(a)pirene misurato nel sito di Palaguiano
(studio ISPESL - Unità Operativa 5 “Microinquinanti dell’aria”)

Evidenziando un superamento particolarmente marcato del limite di 1 ng/m3 nel sito di


Statte nel giorno 21 febbraio, la relazione puntualizza come da “… una simulazione
della dispersione della SO2 il giorno 21 febbraio a partire dalla emissione dei
camini dell’acciaieria, tenendo conto ovviamente delle condizioni
meteorologiche, si vede come Statte in quei giorni sia investita dagli
inquinanti provenienti dal sito industriale”.
La relazione conclude che “… nel sito Orsini, all’interno del quartiere Tamburi,
circondato dagli insediamenti produttivi, sono state evidenziate giornate a livelli
allarmanti di concentrazione di inquinanti durante la campagna invernale. Effetti meno
vistosi e tuttavia degni di nota sono stati evidenziati anche a Statte, anch’essi nella
campagna invernale … i quartieri centrali della città di Taranto hanno mostrato valori di
inquinanti cancerogeni e mutageni quali IPA e nitro-IPA che in talune giornate hanno
reso la città un’area a rischio per la salute umana”.
Anche la Relazione tecnica finale relativa al sottoprogetto “Fingerprints organici
d’inquinamento ambientale” svolto dall’IIA – CNR, sempre nell’ambito del Progetto
“Impatto sulla Salute di Particolari Condizioni Ambientali e di Lavoro, di Provvedimenti
di Pianificazione Territoriale” mostra, nell’area di Taranto, concentrazioni di IPA
costantemente superiori nella postazione di via Orsini, più basse nel sito di Statte ed
ancora più basse nel sito di Palagiano.
.

7
Tabella 4 - Concentrazioni medie bimensili di IPA gassosi registrate nella provincia di Taranto tra
febbraio e ottobre 2004- sottoprogetto “Fingerprints organici d’inquinamento ambientale” - IIA–CNR

Anche in questo caso, la relazione conclude che “… il sito urbano (via Orsini) risulta
assai più inquinato di quello suburbano (Statte); la zona rurale (Palagiano) sembra in
genere non soggetta all’inquinamento proveniente dalla città, quantunque
episodicamente si fossero registrate concentrazioni d’idrocarburi molto alte. Le fonti
principali d’inquinamento sono costituite dal traffico cittadino e dal complesso
industriale siderurgico”.
Vale la pena di esaminare, in questo ambito, anche i risultati della Relazione svolta,
sempre nell’ambito del citato Progetto “Impatto sulla Salute di Particolari Condizioni
Ambientali e di Lavoro e di Provvedimenti di Pianificazione Territoriale”, dal
Dipartimento di Fisica dell’Università di Firenze e dall’I.N.F.N. - Sezione di Firenze
(UO7); tale studio ha mirato alla caratterizzazione del particolato, negli stessi tre siti
(Orsini, Statte, Palagiano) per quanto riguarda i metalli, alcuni dei quali mostrano
una netta correlazione con l’andamento degli IPA.
La relazione conclude che “…le concentrazioni di elementi classificati come tossici e/o
cancerogeni, come V, Ni, As, Se e Pb, sono risultate relativamente basse (in molti casi
al di sotto del limite di rivelabilità). Le medie settimanali massime per Pb, Ni e As
(ottenute sommando le frazioni fine e grossa) sono risultate 32 ng/m3, 4 ng/m3 e 1
ng/m3, rispettivamente… gli andamenti temporali delle concentrazioni di Fe e
Mn, elementi caratteristici delle emissioni da acciaieria, sono risultati molto
correlati fra loro in entrambi i siti e le stagioni, e caratterizzati da picchi
molto intensi (fino a 15 mg/m3 di Fe fine, 12 mg/m3 di Fe grosso, 170 ng/m3
di Mn fine e 115 ng/m3 di Mn grosso) di durata di poche ore. E’ importante
notare che i picchi nelle concentrazioni di questi elementi sono risultati

8
completamente sfasati nei due siti di campionamento, come ci si poteva
aspettare dato che essi si trovano quasi diametralmente opposti rispetto al
sito industriale. Dall’analisi della direzione del vento si è infatti visto che i
picchi in Via Orsini e a Statte vengono rilevati quando il vento soffia da NW e
S-SE, rispettivamente (ovvero in condizioni di sottovento rispetto
all’acciaieria)”.
Inoltre, il lavoro scientifico degli stessi autori, tratto dallo studio in oggetto e pubblicato
nel 2006 sulla rivista “Beam Interactions with Materials and Atoms”, fa notare come, nel
periodo 26 febbraio÷3 marzo 2004, in cui nella postazione di via Orsini si registrano
picchi molto elevati di IPA, anche le concentrazioni di Fe risultano molto alte, mostrando
una stretta correlazione tra tali inquinanti, entrambi di provenienza industriale.

INDAGINE SU RICHIESTA DELL’AUTORITÀ-GIUDIZIARIA - 1999-2000


Vale infine la pena di citare i risultati dell’indagine effettuata, negli anni 1999-2000, da
un’equipe polidisciplinare incaricata dall’Autorità Giudiziaria di determinare la
concentrazione degli inquinanti in aria nella zona di Taranto; i risultati di tale indagine,
pubblicati negli atti del Congresso di Genova “La prevenzione primaria dei tumori di
origine industriale e ambientale”, inseriti nel sito dell’accordo di programma, riportano
per la prima volta le concentrazioni di Benzo(a)Pirene nella frazione fine (PM10) e nel
materiale particellare sedimentabile rilevato in una postazione situata nel quartiere
Tamburi (Cimitero).

Tabella 5 –Rilevamento del Benzo(a)Pirene nel materiale particellare in sospensione


PM10 effettuato nella postazione di Taranto Tamburi “Cimitero.
(Indagine Viviano e al. – anni 1999-2000)

9
1.1.b Campagne di monitoraggio con campionatore vento-selettivo

Si riportano di seguito, i risultati ottenuti dalle campagne effettuate da ARPA Puglia con
l’uso di un campionatore vento-selettivo di microinquinanti organici; tale sistema è in
grado di catturare su diversi supporti di campionamento (PUF+filtro) i microinquinanti
organici provenienti da due differenti settori di vento ed in condizioni di calma di vento
(vedi Figura 7).

Figura 6 – Settori di vento campionamento vento-selettivo

I risultati dei campionamenti, effettuati nel periodo dal 23 giugno al 3 luglio 2008 e
dall’11 al 29 agosto 2008 in una postazione situata a Taranto in Via Lago di Bolsena (a
circa 6 Km dall’area industriale), hanno mostrato una netta direzionalità di provenienza
degli IPA (oltre che degli altri microinquinanti), con concentrazioni di IPA
provenienti dal settore di vento corrispondente all’area industriale più di 10
volte superiori a quelle rilevate da tutto il rimanente settore di provenienza.

Tabella 6 – Risultati delle rilevazioni di microinquinanti organici


campionamento vento-selettivo – periodo 23 giugno ÷ 3 luglio 2008

10
Tabella 7 – Risultati delle rilevazioni di microinquinanti organici
campionamento vento-selettivo – periodo 11 agosto 2008 ÷ 29 agosto 2008

Quanto sopra mostra, nell’area di Taranto e Statte, la predominante presenza in aria di


IPA e di Benzo(a)Pirene provenienti dall’area industriale, con concentrazioni dipendenti
dalle condizioni meteo-climatiche e, in particolare, dalla direzione del vento e dalla
distanza del sito rispetto alla sorgente industriale; la maggiore frequenza della
provenienza del vento da N-NW (tramontana/maestrale) nella stagione invernale, oltre
che la fotodegradabilità degli IPA, fa sì che siano particolarmente alte le concentrazioni
invernali di IPA e di BaP nel Quartiere Tamburi (via Orsini), pur essendo riscontrabili
significativi eventi “di picco” anche nella zona di Statte e nella stagione estiva.
Sempre in base ai dati raccolti con il campionamento vento-selettivo, di cui sopra, è
possibile stimare la percentuale di microinquinanti organici attribuibile alle emissioni
puntuali e diffuse dell'area industriale (situazione SOTTOVENTO) e alle altre sorgenti
(situazione SOPRAVENTO). Per derivare tale stima è tuttavia necessario adottare le
seguenti semplificazioni:
1. nel periodo estivo le sole fonti di IPA e BaP sono le attività industriali e il traffico
veicolare/marittimo;
2. per la particolare ubicazione del porto industriale, la misura SOTTOVENTO include anche le
emissioni del trasporto marittimo (fonte di IPA);
3. Per PCDD/F la misura SOPRAVENTO viene assunta come valore di fondo dell'area in
questione, dovuta al traffico veicolare e alla risospensione di materiale particellare depositato
sul suolo;
4. la misura SOPRAVENTO non risente in nessun modo delle emissioni industriali;
5. si assume che gli eventuali incendi non abbiano influenza significativa su un periodo di
campionamento lungo, pari a 19 giorni.
Dai rapporti di concentrazione sottovento/sopravento si possono così stimare le
percentuali di attribuzione delle emissioni di seguito riportate.

11
Tabella 8 – Percentuali di attribuzione delle emissioni di microinquinanti organici in base al
campionamento vento-selettivo – periodo 11 agosto 2008 ÷ 29 agosto 2008

1.1.c Campagne di misura delle deposizioni di microinquinanti organici

Si riportano di seguito i risultati delle rilevazioni deposimetriche effettuate da ARPA


Puglia intorno all’area industriale di Taranto, nel periodo agosto 2001 ÷ dicembre 2006.

Figura 7 – Postazioni di prelievo deposimetri


Campagna agosto 2001 ÷ dicembre 2006

Postazione 1. Autorità Portuale

Postazione 2. Capitaneria di Porto

Postazione 3. Ex Ospedale Testa

Postazione 4. Chiesa San Giuseppe De Geronimo (Tamburi)

Tabella 9 - Postazioni di prelievo deposimetri


campagna agosto 2001 ÷ dicembre 2006

12
Autorità Capitaneria
Portuale Porto Chiesa Osp. Testa

B(a)P IPA B(a)P IPA B(a)P IPA B(a)P IPA

Determinazioni 22 22 22 22 22 22 20 20

Media (µg /mq die) 0,16 2,32 0,10 1,39 0,21 2,63 0,56 5,96

Max (µg / mq die) 1,87 19,29 0,81 5,08 1,73 17,84 9,82 99,55

Tabella 10 – Risultati delle misure di deposizioni di IPA


periodo agosto 2001 ÷ dicembre 2006

Le deposizioni di IPA/BaP misurate risultano particolarmente rilevanti nei


due siti di prelievo Chiesa (Tamburi), vicino allo stabilimento siderurgico
ILVA e Ospedale Testa, limitrofo alla Raffineria ENI.

Conviene inoltre riportare i risultati del primo trimestre della campagna di rilevazione
delle deposizioni di microinquinanti organici nell’area di Taranto effettuata da ARPA
Puglia.

Figura 8 – Postazioni di prelievo deposimetri per il campionamento di microinquinanti organici

13
Tabella 11 – Risultati delle misure di deposizioni di IPA a Taranto e Statte
per il periodo maggio 2008 - luglio 2008.

Pur non essendo presenti valori limite per le deposizioni di IPA in alcun paese EU o in
Nord America o Asia, è possibile confrontare le concentrazioni rilevate con i risultati di
analoghe misure effettuate in siti con classificazione simile (urbana/industriale).

Tabella 12 – Risultati delle misure di deposizioni di IPA in vari siti


europei ed extraeuropei di tipo urbano-industriale

Si può vedere come le deposizioni atmosferiche totali (secche e umide) di


IPA/BaP misurate nelle tre località di Taranto e Statte eccedano i valori
riscontrabili in letteratura per siti di analoga classificazione
(urbana/industriale); risulta particolarmente elevata la deposizione di BaP
misurata per la stazione di campionamento nel Rione Tamburi.
Inoltre, nelle deposizioni misurate appare presente il profilo tipico delle emissioni di
cokeria, con prevalenza di benzofluoranteni fra gli IPA “pesanti”.

14
Figura 9 – Profili di IPA per le deposizione rilevate nel quartiere Tamburi

Si riportano di seguito le concentrazioni di Benzo(a)Pirene nel materiale particellare


sedimentabile rilevate in una postazione situata nel quartiere Tamburi (Cimitero), negli
anni 1999-2000, dall’equipe polidisciplinare incaricata dall’Autorità Giudiziaria e di cui si
è già detto (cfr. pag. 9)

Tabella 13 –Rilevamento del Benzo(a)Pirene nel materiale particellare


sedimentabile nelle diverse postazioni di Taranto e del comune di Statte
(Indagine Viviano e al. – anni 1999-2000)

È interessante notare come sia i valori del BaP contenuto nel PM10 che
quello presente nel materiale particellare sedimentabile abbiano valori che si
collocano nello stesso intervallo delle concentrazioni rilevate nelle analoghe
campagne effettuate in anni successivi, precedentemente riportate; in tutti i
casi, le concentrazioni di IPA e di Benzo(a)Pirene presenti nel quartiere
Tamburi sono quelle più alte misurate nell’area di Taranto.

1.1.d Altre esperienze in realtà italiane con presenza di impianti siderurgici


Va citata la “Relazione tecnica finale” redatta dal Dipartimento Provinciale di Trieste
dell’ARPA FVG, nella quale vengono riportati i risultati dei rilievi ambientali di inquinanti
aerodispersi, tra i quali gli IPA, effettuati presso una postazione collocata in
corrispondenza della stazione RFI di Servola esterna al perimetro dello stabilimento
siderurgico della Lucchini Spa; tale studio veniva condotto nell’ambito di una
convenzione stipulata tra il Comune di Trieste e l’ ARPA FVG, con l’obiettivo di delineare
il quadro ambientale originato dalle emissioni di PM10 e IPA provenienti dall’impianto
siderurgico.

15
Lo studio è stato condotto con metodologie analoghe a quelle sopra riferite
per l’area di Taranto, e ha fornito risultati simili, per quanto riguarda le
concentrazioni di IPA, la loro attribuibilità alle emissioni della cokeria e il
superamento del valore obiettivo di 1 ng/m3 nelle vicinanze dell’area
industriale: “In particolare, per quanto riguarda gli IPA, risulta rilevante il
dato di concentrazione media di BaP aerodisperso pari a 3,2 ng/m3 rilevato
per una durata di 185 giorni presso la stazione di misura collocata a ridosso
del perimetro esterno dell’impianto siderurgico”.
Di pari interesse risultano i dati di monitoraggio del Benzo[a]Pirene
effettuato da ARPA Toscana nella zona abitata in località Cotone, a poche
centinaia di metri dalla cokeria dello stabilimento siderurgico della Lucchini
SpA a Piombino, da cui risulta, pure, un congruo superamento del valore
obiettivo di 1 ng/m3.
Piom bino (LI) - Località Cotone - Concentrazione di Benzo[a]pire ne
Periodo: ottobre 1999 - dicem bre 2007

18,0
17,0
16,0

15,0
14,0
13,0
12,0
11,0
media mobile annua ng/m3

10,0
9,0
8,0

7,0
6,0
5,0
4,0

3,0
2,0
1,0
0,0
07/10/1999

13/01/2000

20/04/2000

27/07/2000

02/11/2000

08/02/2001

17/05/2001

23/08/2001

29/11/2001

07/03/2002

13/06/2002

19/09/2002

26/12/2002

03/04/2003

10/07/2003

16/10/2003

22/01/2004

29/04/2004

05/08/2004

11/11/2004

17/02/2005

27/05/2005

02/09/2005

09/12/2005

17/03/2006

23/06/2006

29/09/2006

05/01/2007

13/04/2007

20/07/2007

26/10/2007
data

Figura 10 – Andamento del Benzo/(a)Pirene nell’aria


postazione di prelievo presso la cokeria di Piombino (LI)

Risulta, infine, importante rilevare come le concentrazioni di IPA misurate


dall’Istituto Nazionale di Ricerca sul Cancro nell’abitato di Genova
Cornigliano, per le quali si registrava negli anni 2000-2001 il superamento
del livello di 1 ng/m3, abbiano mostrato un netto abbassamento dopo lo
spegnimento della cokeria, rientrando all’interno del limite.
Cokeria accesa Cokeria spenta

2000 2001 8/2/2002÷7/2/2003 1/5/2003÷1/4/2004

BaP – sito 1 8,2±10,7 6,5±8,7 0,2±0,1 0,15±0,14

BaP – sito 2 3,6±4,8 3,8±4,8 0,4±0,6 --

Tabella 14 – Andamento del Benzo/(a)Pirene nell’aria


postazioni di prelievo nell’abitato di Genova (Cornigliano)

16
Si fa presente che le cokerie degli impianti citati (Genova/Cornigliano,
Trieste/Servola, Piombino) hanno o avevano tutte una potenzialità
produttiva dell’ordine delle centinaia di migliaia di tonnellate/anno di coke,
l’impianto di cokefazione Taranto, la cui potenzialità di 4,7 milioni di
tonnellate/anno, ha avuto una produzione nel 2007 superiore ai 3 milioni di
tonnellate.

1.2 – Emissioni e modellistica


Una ulteriore conferma del ruolo preponderante delle emissioni industriali nelle
concentrazioni di IPA rilevate nell’area di Taranto e Statte è fornita dall’inventario di tali
emissioni, stimato dall’APAT e dalla stessa ILVA Spa.
L’inventario delle emissioni in atmosfera, stilato dall’APAT, valuta per il 2000 un totale
nazionale complessivo di IPA pari 119,76 tonnellate/anno, di cui 42,35 tonnellate (35%
- la maggiore sorgente emissiva) dovute ai processi nelle industrie del ferro e
dell’acciaio e nelle miniere di carbone; nel 2005 (per cui non sono stati pubblicati che
dati parziali) la stessa APAT fornisce valori non molto dissimili, pari a 129,80
tonnellate/anno (totale nazionale emissioni IPA) e 43,59 tonnellate/anno (emissioni a
dovute ai processi nelle industrie del ferro e dell’acciaio e nelle miniere di carbone –
33% del complessivo).
L’inventario nazionale INES-EPER, in cui sono riportate le emissioni
dichiarate dai detentori di impianti industriali che superano determinate
soglie “di rilevanza” (per gli IPA: 50 Kg/anno) registra, per il 2005,
un’emissione di IPA dichiarata dall’ILVA di Taranto pari a 25,84
tonnellate/anno, il che corrisponde al 93% delle emissioni nazionali di IPA
presenti nel suddetto registro; a tali emissioni contribuiscono principalmente
l’ impianto “cokerie” con un’emissione in aria di IPA pari, sempre in base alla
dichiarazione INES ILVA, a 18,82 tonnellate/anno, seguito dall’impianto
“sinterizzazione” con un’emissione di IPA di 6,97 tonnellate/anno.
L’inventario delle emissioni APAT 2000, precedentemente citato, riporta per
la provincia di Taranto un totale emissivo di IPA pari a 27,3 tonnellate/anno,
di cui 26,07 tonnellate/anno (95,5%) legate alle emissioni del comparto
siderurgico.
Sempre in base all’inventario APAT, le emissioni di IPA della provincia di
Taranto, connesse quasi interamente all’ILVA, corrispondono al 78,8% delle
emissioni pugliesi e al 22,8 % delle emissioni nazionali di IPA.

17
Tabella 15 – Emissioni di IPA della provincia di Taranto, ripartite per macrosettori SNAP
(fonte: Inventario delle Emissioni APAT 2000)

Tabella 16 – Emissioni di IPA della regione Puglia, ripartite per province


(fonte: Inventario delle Emissioni APAT 2000)

Ciò permette di stimare il bilancio percentuale delle emissioni di IPA nella


provincia di Taranto, derivanti dal comparto industriale e da quello civile:
dopo la siderurgia – che, come detto, contribuisce per il 95,5% - la quota
maggiore è quella derivante dal trattamento e smaltimento dei rifiuti
(macrosettore 9), con il 3,5%; il riscaldamento domestico (macrosettore 2)
appare contribuire per poco meno dell’1%, il trasporto (macrosettore 7) per
lo 0,05%, la combustione nell’industria (macrosettore 3) per lo 0,02% e la
produzione di energia (macrosettore 1) per lo 0,02%.
Analizzando, invece, i documenti prodotti da ILVA Spa congiuntamente alla domanda di
Autorizzazione Integrata Ambientale e, in particolare, l’allegato B26.1 (Emissioni diffuse
e loro stima), è necessario formulare alcune riserve sull’impostazione di tale documento,
sui risultati e sulle conclusioni riportate.
Il documento B26.1 riporta il calcolo delle emissioni diffuse da una serie di impianti
dello stabilimento siderurgico ILVA di Taranto e, in particolare, della cokeria, ricavati
moltiplicando i dati produttivi per i fattori di emissione contenuti nella Tabella 6.3 del
documento BREF “Best Available Techniques Reference Document on the Production of
Iron and Steel” del dicembre 2001; i calcoli di ILVA stimano, per tutti gli impianti
componenti la cokeria, una emissione complessiva di 1,10 tonnellate/anno di IPA, oltre

18
che di 13,74 tonnellate/anno di benzene e di 571 tonnellate/anno di polveri, con
riferimento alla produzione effettiva dello stabilimento di Taranto nell’anno 2005.
Applicando la procedura di calcolo riportata da ILVA abbiamo ottenuto per le emissioni
complessive di IPA da parte della cokeria, sulla base dei dati produttivi 2005, valori
compresi nell’intervallo 0,44÷22,54 tonnellate/anno, a seconda che si utilizzino i fattori
di emissione più bassi riportati nella Tabella 6.3 del Documento BREF (corrispondenti a
cokerie di ultima generazione) o quelli più alti (corrispondenti a impianti più obsoleti);
ciò mostra come ILVA abbia adottato in effetti, nei calcoli di cui al documento
B26.1, fattori di emissioni bassi, ottenendo quantità stimate di IPA che si
collocano all’estremo inferiore dell’intervallo possibile; ciò, nonostante il
documento ILVA dichiari costantemente l’impiego dei fattori di emissione
medi o massimi della Tabella 6.3 BREF, e in contraddizione con il valore di
emissioni di IPA riportato dalla stessa ILVA per la cokeria nell’ambito della
dichiarazione INES 2005 (pari a 18,82 tonnellate/anno, vicino al valore
calcolato con i fattori di emissione più alti).
Inoltre, nonostante la citata Tabella 6.3 riporti anche i fattori di emissione
per il Benzo(a)Pirene, il documento ILVA B26.1 non riporta tale stima
(sempre applicando la procedura di calcolo sopra riportata, abbiamo ottenuto
per le emissioni complessive della cokeria, in base dei dati produttivi 2005,
valori compresi nell’intervallo 0,0024÷1,3304 tonnellate/anno di BaP, a
seconda della scelta dei fattori di emissioni impiegati).
Infine, esaminando l’allegato ILVA D.6 (Identificazione degli effetti delle
emissioni in aria e confronto con i relativi standard di qualità), che riporta i
risultati dell’analisi meteo climatica e della stima delle ricadute al suolo degli
inquinanti emessi dallo stabilimento ILVA mediante l’impiego di un modello
diffusionale, appare grave che tale valutazione sia effettuata da ILVA per i
soli inquinanti NO2, SO2 e PM10, senza effettuare alcuna stima delle ricadute
al suolo di IPA e Benzo(a)Pirene.
In modo differente si è comportato lo stabilimento di Piombino (LI) della Lucchini Spa
che, in allegato alla propria domanda di AIA, ha prodotto un documento (Allegato D6 –
“Identificazione e quantificazione degli effetti delle emissioni in aria e confronto con
SQA per la proposta impiantistica per la quale si chiede l’autorizzazione”) analogo a
quello di ILVA, ma nel quale, oltre a stimare le ricadute al suolo dei tre inquinanti sopra
riportati (NO2, SO2 e PM10), è effettuata la valutazione modellistica anche per benzene e
IPA.

19
2. NO2,PM10 e PM2.5

2.1 - Immissioni
Nella precedente relazione di ARPA Puglia, datata 15 luglio 2008, si esponeva
la presenza nell’area di Taranto di una criticità in relazione ai livelli di PM10,
che superano i limiti di legge in più siti di monitoraggio, ed ai livelli di
biossido di azoto (NO2).

* Strumento SWAM DUAL CHANNEL attivo dall’ 1 giugno 2007


** Dato non significativo per la bassa percentuale di dati validi (58%) a causa dello spegnimento prolungato
della centralina per atti vandalici.

Tabella 1 - Estratto del questionario ex D.M. 60/02 in riferimento al al PM10 (anno 2007)

Tabella 18 - Estratto del questionario ex DM60/02 in riferimento biossido di azoto (anno 2007)

20
Tale criticità è evidentemente legata alla preponderante presenza, nell’area
di Taranto e Statte, di contributi emissivi di tipo industriale, che si
manifestano nel costante aumento delle concentrazioni di tali due inquinanti,
rilevate nelle postazioni di prelievo limitrofe all’area industriale (Tamburi).
A tal proposito, va chiarito come le concentrazioni di PM10 rilevate nella centralina di via
Machiavelli (quartiere Tamburi – la più vicina all’area a caldo dello stabilimento ILVA)
precedentemente al 2007 e, in particolare, quelle riportate nel documento ILVA D.6 già
citato, sono da considerare meno “attendibili” e, verosimilmente, sottodimensionate;
prima del 2007, la stazione di via Machiavelli era dotata per la rilevazione del PM10 di un
sistema nefelometrico in merito al quale, nello stesso anno 2007, sono stati manifestate
eccezioni sulla sussistenza di una valida certificazione di equivalenza ai sensi del D.M.
60/02, che sono state confortate, nel 2007, da una sentenza il TAR del Veneto (n.
556/08) confermata anche dal Consiglio di Stato.
Inseguito a ciò, nel luglio 2007 si è provveduto all’installazione in tale stazione, di un
misuratore bicanale di PM10 e PM2,5, basato sul principio dell’attenuazione di raggi beta,
metodo dotato di dichiarazione di equivalenza e che ha consentito di rilevare, oltre alle
concentrazioni di PM10, anche quelle di PM2,5; con tale metodo di rilevazione sono stati
evidenziati i superamenti sopra citati e riportati in dettaglio nella nostra precedente
relazione datata 15 luglio 2008, peraltro confermati con i dati più recenti dai
quali risulta che al 31/8/2008 il numero di giorni di superamento del Valore
Limite giornaliero di 50 µg/m3 in tale stazione ha raggiunto quota 48, contro
i 35/anno previsti dal D.M. 60/02.

2.2 – Emissioni e modellistica


Per quanto riguarda sempre il documento D.6 allegato alla documentazione
AIA dell’ ILVA, si devono esprimere pesanti riserve sulla metodologia
impiegata per l’applicazione della modellistica diffusionale alla stima delle
concentrazioni in aria dei tre inquinanti NO2, SO2 e PM10.
Infatti, nel documento ILVA è riportato che, dopo aver ricavato la distribuzione delle
concentrazioni di SO2 nell’area di Taranto ed aver confrontato tali valori con le medie
annuali (per l’anno 2005) delle concentrazioni registrati dalla rete di monitoraggio
gestita da ARPA Puglia, essendo “… emerso che per ottenere la media annua di SO2
misurata dalla centralina ARPA di Via Machiavelli (2 µg/m3, anno 2005, vedi Tabella D6-
1.3.1c) è stato necessario applicare un fattore moltiplicativo pari a 0,125 agli output del
codice di calcolo Calpuff. Tale fattore moltiplicativo è stato di conseguenza
applicato anche per la stima degli altri inquinanti”.
La relazione ILVA, cioè, dichiara che le concentrazioni in aria calcolate dal modello, a
partire dalle stime di emissione dell’SO2, risultano per l’anno 2005 molto superiori a
quelle effettivamente misurate nell’area; ora, tale circostanza non è insolita: anche nel
documento “Piano Regionale di Qualità dell’Aria - PRQA”, approvato all’inizio dell’anno
2008 dalla Regione Puglia e presente nel sito dell’AdP, si legge all’interno della parte di
modellistica diffusionale degli inquinanti redatta dall’ISAC-CNR (pag. 106) che “… il
confronto tra i valori predetti dal modello e quelli misurati dalla rete di monitoraggio
mette in evidenza una tendenza del modello alla sovrastima dei valori della
concentrazione media rispetto ai dati delle centraline ed una maggiore corrispondenza
rispetto alla valutazione dei massimi di concentrazione misurati. Questo potrebbe essere
legato sia alla stima delle emissioni (molte ditte sono autorizzate ad emettere quantità

21
superiori a quelle effettivamente emesse) sia ai problemi di alcuni analizzatori di SO2
delle rete, poco sensibili alle basse concentrazioni”. Si consideri che le concentrazioni di
SO2 rilevate dalle centraline della rete di monitoraggio pugliese e riportate sia nel PRQA
che nel documento D.6 ILVA, sono tutte comprese nell’intervallo 0,1÷2 µg/m3, molto al
di sotto del valore limite giornaliero pari a 350 µg/m³.
Sempre nel PRQA, la stessa considerazione non vale, ad esempio, per l’NO2 per il quale
l’ISAC-CNR riporta (pag. 109) “… una tendenza del modello a sottostimare i valori
medi e massimi delle concentrazioni misurate”.
Appare cioè assurdo, oltre che assolutamente immotivato dal punto di vista
scientifico, l’assunto della relazione ILVA secondo cui le concentrazioni
modellate sono rinormalizzate moltiplicandole per un fattore 0,125 (cioè, in
pratica, dividendole per 8), a partire da un’unica media annuale di un’unica
centralina per un unico inquinante, l’SO2, per il quale è ben noto che le
concentrazioni attualmente presenti in aria sono così basse da essere
difficilmente riproducibili mediante la modellistica diffusionale, e che tale
rinormalizzazione non sia fatta solo per l’SO2, ma anche per due inquinanti,
l’NO2 e il PM10, per i quali non esiste una relazione univoca con l’SO2.
Avviene, così, che la relazione D.6 dell’ILVA affermi che “… per quanto riguarda gli
ossidi di azoto (NO2) … il contributo di ILVA è per gli scenari sopra citati rispettivamente
pari al 7% e 8%” e “… per l’inquinamento da PM10 … per la sola centralina di Via
Archimede … il contributo dell’ILVA su tale centralina è comunque modesto e si attesta
su un valore di 11 % nello scenario Attuale Autorizzato e su un valore di 8% per lo
scenario da Autorizzare”. Tali contributi sono calcolati da ILVA, appunto, dividendo per
8 i valori ottenuti con il modello diffusionale applicato, e risultano quindi fortemente
sottodimensionati, permettendo ad ILVA di definire “modesto” il contributo
emissivo dello stabilimento siderurgico, che risulta invece molto superiore a
tutte le altre sorgenti puntuali e diffuse di NO2 e particolato della provincia di
Taranto e della regione.
A conclusioni affatto contrarie arriva, infatti, la Relazione Finale, compilata dall’Unità
Operativa 10 “Modellistica applicata ai comparti aria e suolo” nell’ambito del Progetto
finalizzato “Impatto sulla salute di particolari condizioni ambientali e di lavoro, di
provvedimenti di pianificazione territoriale”, promosso dall’ISPESL (documento presente
nel sito dell’AdP).
In tale relazione si afferma infatti, a commento dei risultati della ricostruzione
modellistica delle concentrazioni di SO2, NO2, CO e PM10 (primario), che “l’area urbana
di Taranto risulta direttamente interessata dalle ricadute delle emissioni industriali ed in
particolare si conferma che il rione Tamburi, situato a ridosso dell’area industriale, è il
più direttamente esposto a questi inquinanti. Le polveri sottili di origine industriale
sembrano avere invece un’estensione più limitata alla zona di emissione con
concentrazioni più elevate nella stagione estiva”.
Dal confronto con i dati delle concentrazioni di inquinanti rilevati nell’aria, gli
autori deducono che “… sono le attività industriali a fornire il maggior
contributo alle concentrazioni di SO2 e che, assieme alle emissioni da traffico
contribuiscono a più dell’80% delle concentrazioni di NOx. Le concentrazioni
di CO sono quasi totalmente di origine autoveicolare, mentre per il PM10
contribuiscono maggiormente i contributi industriali seguiti da quelli di
origine autoveicolare e dalle fuggitive”.

22
STAGIONE INVERNALE
DANTE ORSINI PALAGIANO PAOLO VI PERIPATO STATTE
SO2 (%)
INDUSTRIA 92 97 70 91 95 94
TRAFFICO 2 1 7 2 1 2
RISCALDAMENTO 0 0 0 0 0 0
ATTIVITA' PORTUALI 6 3 23 7 4 4
TOTALE (µg/m3) 15 25 1 2 22 4
NOx (%)
INDUSTRIA 38 65 15 47 64 23
TRAFFICO 43 24 66 28 24 65
RISCALDAMENTO 13 6 7 15 7 9
ATTIVITA' PORTUALI 6 5 12 10 5 3
TOTALE ((µg/m3) 40 36 6 4 44 18
CO (%)
INDUSTRIA 7 7 1 7 12 3
TRAFFICO 78 80 97 79 77 93
RISCALDAMENTO 15 13 2 14 11 4
ATTIVITA' PORTUALI 0 0 0 0 0 0
TOTALE (µg/m3) 131 59 39 15 94 84
PM10 (%)
INDUSTRIA 72 62 78 58 82 65
TRAFFICO 14 2 18 11 6 14
RISCALDAMENTO 4 0 1 2 1 2
ATTIVITA' PORTUALI 0 0 0 0 0 0
FUGGITIVE 10 36 3 29 11 19
TOTALE (µg/m3) 14 51 3 2 22 3
Tabella 19 - Percentuali dei contributi e concentrazioni medie - Stagione invernale
(studio ISPESL - Unità Operativa 10 “Modellistica applicata ai comparti aria e suolo”)

STAGIONE ESTIVA
DANTE ORSINI PALAGIANO PAOLO VI PERIPATO STATTE
SO2 (%)
INDUSTRIA 86 89 71 92 89 91
TRAFFICO 3 1 14 1 2 2
ATTIVITA' PORTUALI 11 10 15 7 9 7
TOTALE (µg/m3) 14 26 1 9 19 6
NOx (%)
INDUSTRIA 30 53 16 62 54 22
TRAFFICO 59 30 74 24 35 73
ATTIVITA' PORTUALI 11 17 10 14 11 5
TOTALE ((µg/m3) 38 41 3 12 43 21
CO (%)
INDUSTRIA 3 9 1 14 5 2
TRAFFICO 97 90 99 85 94 98
ATTIVITA' PORTUALI 0 1 0 1 1 0
TOTALE (µg/m3) 139 76 41 27 108 105
PM10 (%)
INDUSTRIA 73 62 65 74 80 69
TRAFFICO 15 2 33 7 6 18
ATTIVITA' PORTUALI 0 0 0 0 0 0
FUGGITIVE 12 36 2 19 14 13
TOTALE (µg/m3) 18 78 2 7 29 4
Tabella 20 - Percentuali dei contributi e concentrazioni medie - Stagione estiva
(studio ISPESL - Unità Operativa 10 “Modellistica applicata ai comparti aria e suolo”)

N.B. Si fa presente che anche le emissioni fuggitive vanno annoverate tra quelle di origine
prevalentemente industriale.

23
Analoghe conclusioni sono riportate nel lavoro scientifico, pubblicato nel
2007 dagli stessi autori sulla rivista “Atmospheric Environment”, in cui si
riporta testualmente che “… i risultati indicano un contributo prevalente
delle attività industriali sulle concentrazioni stimate al suolo di SO2, NOx e
PM10”.
Va rilevato che lo studio ISPESL realizza la ricostruzione dei campi
meteorologici e micrometeorologici integrando informazioni derivanti da
varie postazioni meteo fisse e mobili, dati di radiosondaggi e SODAR/RASS,
contrariamente alla relazione D.6 dell’ILVA, la quale fa riferimento ai dati
meteo di un’unica stazione (Ginosa), che non rappresenta la complessità del
golfo di Taranto.
Si riportano di seguito, ad ulteriore esplicazione, gli estratti dell’inventario Regionale
delle Emissioni in Aria (INEMAR) pubblicato all’interno del PRQA e basato su dati 2005,
relativamente ad NO2 e polveri.

Tabella 21 - Contributi provinciali alle emissioni di ossidi di azoto


(fonte: INEMAR Puglia 2005)

Tabella 22 - Contributi provinciali alle emissioni di polveri totali


(fonte: INEMAR Puglia2005)

24
Figura 11 – Contributo % di ciascun macrosettore alle emissioni di ossidi di azoto
(fonte: INEMAR Puglia 2005)

Figura 12 – Contributo % di ciascun macrosettore alle emissioni di polveri


(fonte: INEMAR Puglia 2005)

L’inventario regionale riporta, per la provincia di Taranto e il macrosettore 4


(processi produttivi), un’emissione di NO2 pari a 28750 tonnellate/anno, che
corrisponde al 60,9% delle emissioni provinciali; di queste, 28648
tonnellate/anno, cioè la quasi totalità, corrispondono alle emissioni dello
stabilimento ILVA (dati INES 2005).
25
Per le polveri totali, l’inventario regionale riporta, sempre per la provincia di
Taranto e il macrosettore 4 (processi produttivi), un’emissione pari a 11167
tonnellate/anno, che corrisponde all’87,9% delle emissioni provinciali di
polveri; di queste, 10979 tonnellate/anno, anche in questo caso la quasi
totalità, corrispondono alle emissioni dello stabilimento ILVA (dati INES
2005).
Il peso delle emissioni di NO2 e polveri da parte dei macrosettori 2
(combustione non industriale) e 7 (trasporto su strada) appare, per la
provincia di Taranto, assolutamente minoritario.

2.3 – PM2.5
Nella precedente relazione di ARPA Puglia, datata 15 luglio 2008, si esponevano i primi
risultati del monitoraggio in continuo del PM2,5 presso la stazione di Via Machiavelli
(quartiere Tamburi), mediante l’utilizzo di un analizzatore bicanale, avviato dall’1 giugno
2007.
La media “annuale” di tale parametro, calcolata considerando un intero anno
di campionamento dall’1/6/2007 al 31/5/2008, è risultata pari a 29 µg/m3;
tale valore, confrontato con i limiti previsti dalla nuova Direttiva 2008/50/CE
sulla qualità dell’aria, risulta superiore sia al Valore Limite medio sull’anno
solare, individuato in 25 µg/m3, che al valore di esposizione da raggiungere
nel 2015, pari a 20 µg/m3 per le aree urbane.

26
3. PIANIFICAZIONE DEL MONITORAGGIO

Si riporta di seguito il piano di monitoraggio predisposto da ARPA Puglia al fine di


incrementare la conoscenza sui livelli di inquinamento da IPA nell’area di Taranto.

3.1 - Monitoraggio degli IPA in applicazione del D. Lgs. 152/07 e s.m.i.


Dal maggio 2008, l’analisi degli IPA viene effettuata sul PM10 campionato
dall’analizzatore SWAM 5a Dual Channel Monitor della FAI Instruments, installato presso
la stazione di monitoraggio di Taranto – Via Machiavelli.
In aggiunta a questo punto di prelievo è in fase di attivazione il monitoraggio di PM10 e
IPA nelle seguenti tre postazioni:
1. Taranto – Via Alto Adige: in questo sito è in fase di completamento l’installazione
di un analizzatore SWAM 5a Dual Channel Monitor della FAI Instruments,
analogo a quello già in funzione nella stazione di Via Machiavelli;
2. Talsano: nella stazione di monitoraggio di ARPA Puglia è in via di installazione un
analizzatore di PM10 SWAM 5A Monitor della FAI Instruments;
3. Castellaneta: in un nuovo sito di monitoraggio è in corso di installazione un
campionatore HYDRA Dual Sampler della FAI Instruments.

Il suddetto piano di monitoraggio ha i seguenti obiettivi:


− misurare i livelli di PM10 e IPA nel quartiere Tamburi, a ridosso dello stabilimento
siderurgico e quindi più esposto alle ricadute delle sue emissioni inquinanti (con
la stessa metodologia riportata nella “Relazione tecnica finale” redatta dall’ARPA
FVG in riferimento allo stabilimento siderurgico della Lucchini Spa di Servola –
Trieste, che include anche il monitoraggio negli ambienti di lavoro della cokeria);
− acquisire informazioni sui livelli di concentrazione di PM10 e IPA nel centro urbano
di Taranto attraverso l’attivazione del monitoraggio nella stazione di Via Alto
Adige, per una stima dei contributi percentuali delle sorgenti non industriali;
− monitorare i livelli di PM10 e IPA in due postazioni, Talsano e Castalleneta,
classificabili quali siti di fondo industriale in presenza di venti, rispettivamente,
dai quadranti meridionali e settentrionali; il monitoraggio dei livelli di fondo
permetterà di meglio definire il contributo dello stabilimento siderurgico ai livelli
di PM10 e IPA registrati nell’area tarantina.

27
Si illustrano di seguito le 4 postazioni di monitoraggio descritte.

Figura 13 – Postazioni di monitoraggio di IPA previste nell’area di Taranto

3.2 – Ulteriori campagne di monitoraggio degli IPA


È in corso d’opera, da parte di ARPA Puglia, l’acquisto di due analizzatori automatici in
continuo di IPA da collocare nel quartiere Tamburi e nel centro urbano della città di
Taranto. L’obiettivo di questo rafforzamento del sistema di monitoraggio della qualità
dell’aria è quello di verificare i trend temporali delle concentrazioni di questa classe di
inquinanti e di identificare e analizzare gli eventi emergenziali che dovessero verificarsi.
Si prevede inoltre la realizzazione di ulteriori campagne di rilevazione di microinquinanti
organici con campionatori vento-selettivi, in differenti condizioni stagionali e in siti
recettori diversi, per posizionamento e distanza dalle fonti di emissione, ed ulteriori
campagne per la determinazione di IPA e PCDD/F nelle deposizioni, con copertura
temporale continua.

Va infine tenuto presente che, sia per quanto riguarda l’impianto di Cornigliano (GE)
che quello di Servola (TS), le Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale
competenti per territorio hanno potuto valutare anche i dati derivanti dal monitoraggio
degli IPA effettuato, dalle stesse aziende, al perimetro della fabbrica.

28
3.3 - Monitoraggio di NO2 e PM10
Si riporta di seguito la programmazione delle future attività previste da ARPA Puglia in
relazione agli inquinanti NO2 e PM10:
- installazione di un nuovo campionatore bicanale (PM10+PM2,5) presso la stazione
di monitoraggio di Via Alto Adige (classificata come sito URBANO/TRAFFICO)
- installazione di ulteriori analizzatori di PM10 per aumentare la copertura spaziale,
per possibili analisi spazio-temporali;
- installazione del campionatore HYDRA Dual Sampler della FAI Instruments nel
comune di Castellaneta, al fine di acquisire informazione sui livelli di
concentrazione in un sito di fondo posto a nord rispetto all’area industriale di
Taranto;
- sostituzione di vecchi analizzatori di NO2 con nuovi, per migliorare la qualità della
rete;
- acquisizione di un monitor in continuo di PM10 da installare in una stazione di
monitoraggio del quartiere Tamburi, al fine di rilevare con maggiore risoluzione
temporale l’andamento della concentrazione in aria ambiente di questo
inquinante.

3.4- Monitoraggio di PM2.5


Il nuovo analizzatore bicanale per il rilievo contemporaneo di PM10 e PM2,5 che ARPA sta
installando nella stazione di monitoraggio di Via Alto Adige (classificata come sito
URBANO/TRAFFICO), permetterà di approfondire lo stato di qualità dell’aria rispetto a
questo inquinante, ai sensi della direttiva comunitaria 2008/50/CE.

29
4. ACQUE

Con riferimento alle osservazioni (Min. Amb. Prot. n.DSA-2008-22090 del 07.08.2008)
derivanti dalla “Relazione di Sintesi” di ARPA Puglia presentata in sede dell’ultima
riunione del Comitato di Coordinamento per l’attuazione dell’Accordo di Programma
Taranto e Statte ed, in particolare, si trasmettono notizie riguardanti le necessità di
chiarimento emerse sul punto 4) Acque, ovvero in merito all’ “Accordo di programma
per la realizzazione di un Piano di Monitoraggio qualitativo e quantitativo dei corpi idrici
superficiali della Regione Puglia stipulato tra il Commissario Delegato, la Regione Puglia
e l’A.R.P.A. Puglia”, che è stato firmato in data 21 aprile 2008 e che prevede:
- le attività di monitoraggio rivestano carattere di urgenza al fine di assicurare
puntuale attuazione agli obblighi statali e comunitari in materia di “Tutela delle acque”.
Per quanto attiene il cronoprogramma delle previste attività di monitoraggio si
comunica, dunque, che per il Mar Piccolo ed il Mar Grande sarà effettuato almeno
un set completo di dati, per ogni sito indagato, entro dicembre 2008, ed in particolare
per
Acque destinate alla vita dei Molluschi, le stazioni monitorate sono:
- Mar Piccolo (I seno - Loc. Galeso), Mar Piccolo (II Seno - Loc. Cimini), Mar
Piccolo (II Seno - Loc. Battentieri);
- Mar Grande (Loc. Sabbione), Mar Grande (Loc. Tarantola).
Con le seguenti variabili monitorate:
Temperatura, Salinità, Acidità, Ossigeno, Microbiologia, Inquinanti organici ed inorganici
nelle acque, Inquinanti organici ed inorganici nel biota (mitili).

Con riferimento alla nota Min. Amb. Prot. n.DSA-2008-24962 del 10.09.2008, nonché
alla esecuzione di interventi proposti nella domanda AIA e nello specifico al punto 2,
che richiama l’intervento SM.10 “Realizzazione dell’impianto di trattamento acque di
bagnatura sul 4° sporgente”, questa Agenzia conferma la propria disponibilità a fornire
il necessario supporto tecnico all’autorità competente nella relativa procedura di
adeguamento autorizzativo.

30
CONSIDERAZIONI INTEGRATIVE
4.1 ACQUE DI SCARICO: Controlli, Autorizzazioni e osservazioni su Dati
disponibili

Il sistema di controlli dell’ARPA e del suo Dipartimento provinciale di Taranto è


routinario da molti anni per gli scarichi in acque superficiali dei principali insediamenti
produttivi di attività costituenti potenziali fonti di inquinamento, interessando anche gli
scarichi dell’ILVA SpA. Per quanto concerne i vari scarichi controllati si è già fornita nella
“Relazione di sintesi” suddetta una tabella contenente elenco dei principali insediamenti
monitorati, numero di prelievi eseguiti (ovvero dai 5 ai 12 campioni/anno) e relativi
superamenti dei valori limite verificati nel corso dell’anno 2007. Tra questi sono
ricompresi anche gli scarichi dell’ILVA soggetti a controllo routinario da parte dell’ARPA
Puglia e sui quali di seguito si precisano alcuni aspetti.
In particolare, si tratta degli scarichi finali dei Canali 1 e 2 (detti anche vecchio e nuovo)
e quello parziale della Cokeria (detto Canale A), le cui acque reflue vengono prelevate
rispettivamente nel punto di stramazzo a mare (a valle dei canali 1 e 2) ed all’uscita del
trattamento depurativo previsto afferente l’unità impiantistica (cokeria).
Per quanto concerne quest’ultimo scarico appare irrisolta la questione relativa al
riconoscimento dell’unità impiantistica come impianto funzionalmente autonomo a
causa della assenza di separazione delle acque di scarico da quelle di raffreddamento-
lavaggio (vedi sentenza del CdS 4648 del 2005). Pertanto, ai sensi della normativa
vigente i prelievi dei reflui in sede di controllo vanno realizzati al termine dei canali di
scarico dello stabilimento ILVA (Canali 1 e 2), fino a quando ulteriori prescrizioni
tecniche imposte da parte della Provincia di Taranto non renderanno qualificabile la
parte dell’impianto “cokeria” come “funzionalmente autonoma”.
La Provincia autorizzava gli scarichi dei canali 1 e 2 nel 2004 (autorizzazioni n.183 e 184
del 20.10.2004) a seguito dell’acquisizione dello “Studio della dispersione del Mar
Grande di Taranto dei rifiuti emessi dai canali di scarico dell’ILVA” presentata da parte
dell’ILVA proprio ai fini della conclusione della procedura autorizzativa (con nota Prot.
SAE/195 del 23.9.2004).
A tal proposito si evidenzia che lo studio in oggetto aveva come obiettivo principale la
descrizione delle modalità di circolazione e di dispersione nel Golfo di Taranto delle
acque provenienti dagli scarichi a mare dello stabilimento ILVA. Lo studio implementa,
infatti, la simulazione in un ambiente modellistico, il Fluent, software per la simulazione
termo-fluidodinamica (CFD), ampiamente utilizzato per risolvere problemi di
fluodinamica numerica. Di seguito si riportano alcune considerazioni nel merito.
1. Nella parte relativa al moto ondoso (pag. 26) è riportato “Da tali dati si può
affermare che nella zona degli scarichi ILVA il moto ondoso ha effetti apprezzabili solo
per periodi di tempo molto limitati e quindi può essere trascurato in questo studio”.
Si ritiene che tale affermazione dovrebbe essere supportata da monitoraggi in situ
oppure attraverso esperienze numeriche che dimostrano la trascurabilità. Infatti,
l’esperienza maturata in altre circostanze, testimonia un set-up delle onde con
conseguente spostamento di massa non proprio trascurabile. Pertanto, si ritiene dover
implementare un piano di monitoraggio ad hoc da effettuarsi nell’area di studio.

31
2. Nella parte relativa al livello marino (pag. 27) si riporta “Anche la variazione del
livello merino dovuta al vento è trascurabile essendo di circe 4 cm nelle condizioni
peggiori.”
Tale affermazione dovrebbe essere supportata da circostanziati riferimenti numerici,
nonché da studi di dettaglio sui venti e sull’impatto degli stessi sul livello medio mare
(monitoraggi o sperimentazioni numeriche). Questo anche in considerazione della
corretta individuazione dei punti di campionamento di cui al punto precedente.
3. La condizione estiva delle correnti (affermazione riportata a pag. 27), per la quale
sembrerebbe “costituirsi una circolazione chiusa durante il periodo estivo”, unitamente
ai venti estivi dominanti (S-SO), non è stata simulata, (ossia f0 =0; V0 = 1; LO =
aperto; Aperture = Chiuso; W =6 o 9).
Si ritiene opportuno procedere alla simulazione delle correnti in periodo estivo
definendo così l’intera situazione di corrente e distinguendo, dunque, la peggiore
condizione, che al contrario non risulta né identificata né simulata.
4. E’ stata considerata una profondità media del mare di 15 m (pag. 34). Questa
sembrerebbe, verosimilmente, più essere la profondità massima nella zona di
simulazione e non la media.
5. Tutte le simulazioni hanno visto l’influenza dello scarico ILVA 1 o di quello ILVA 2.
Si ritiene indispensabile, al fine di capire come le due sorgenti influiscono sulla qualità
dell’acqua di mare, sovrapporre i due effetti. Solo così si potrà capire l’influenza di tutto
il sistema.
6. Si deve ricordare che il flusso delle concentrazioni riportate nelle rappresentazioni
grafiche sono in scala logaritmica, per cui il valore 1 è rappresentativo di un rapporto di
10 tra i due flussi di concentrazione. Nei casi 4 (fig. 7.17 pag. 58) e 11 (figg. 7.54 e
7.55 pag. 95 e 96) tali valori sono superiori a 1. Si ritiene utile approfondire i risvolti
dovuti a queste condizioni.
7. “Le concentrazioni monitorate nello scarico non sono alte e non sono fuori i limiti
di legge”. Pur risultando veritiero quanto affermato, limitatamente al breve periodo
considerato (sett. – dic. 2003), il problema connesso alla possibilità di accumuli non è
stato analizzato. In tal senso dovranno essere implementate le elaborazioni
modellistiche e gli output dovranno evidenziare ogni eventuale flusso di massa che
possa far incrementare i valori della concentrazione, valutando i punti di accumulazione
di tali flussi (valori maggiori di 1).

4.2 DATI ARPA PUGLIA AL 2007

Nel corso dell’anno 2007, i 12 controlli mensili realizzati agli scarichi 1 e 2 non hanno
evidenziato particolari o ripetuti superamenti dei valori limite di legge per i parametri
analizzati, a differenza degli anni scorsi, in cui c’erano stati alcuni esiti superiori ai limiti
normati, peraltro, evidenziati in sede di riunione del gruppo di lavoro “GRT Acque”
durante gli incontri organizzati con i referenti del Ministero dell’Ambiente, ILVA, ARPA e
le altre istituzioni invitate ad esprimersi sull’argomento. In tale sede al Ministero
dell’Ambiente,inoltre, sono stati consegnati i dati esito dei controlli a tali scarichi dal

32
1997 al 2006. Tuttavia, è doveroso fare alcune osservazioni legate alle possibilità di
alterazione dei parametri fisici, chimici e biologici propri di un ambiente acquatico (quale
quello del Mar Grande), provocata da tali attività produttive che originano accumuli
anomali di sostanze inquinanti del tipo organico (idrocarburi) o inorganico (metalli).
Si può, infatti, affermare che diverse sostanze (tossiche o dannose se accumulate)
possono interagire potenziandosi a vicenda o, comunque, amplificando così i1 loro
effetto, in un sinergismo estremamente dannoso. E’ chiaro che è interessante, poi,
approfondire se le cause provochino un inquinamento con effetti "a breve termine" o "a
lungo termine” sulla salute dell’uomo e sull’ambiente, nonché attraverso la
"bioconcentrazione" - accumulo diretto dall'acqua negli organismi - o la
"biomagnificazione" - processo di trasferimento degli inquinanti attraverso le catene
alimentari.
Di grande rilievo è, dunque, il rapporto tra la portata scaricata (mg/l) e l’acqua del
recapito finale in cui avviene la sua diluizione o diffusione; pertanto, i mari sono
soggetti ad inquinamento anche di tipo acuto in relazione alle correnti caratteristiche,
nonché al vento ed al moto ondoso che si creano intorno alle zone dove avviene lo
sversamento delle acque reflue potenzialmente contaminanti. Anche uno stato di quiete
delle acque consente nel tempo un accumulo del contaminante e, pertanto, gli effetti
dell’inquinamento si possono manifestare con molto ritardo.
Una valutazione delle masse di sostanze in uscita dagli scarichi ILVA è stata realizzata
attraverso elaborazioni sui dati acquisiti suddetti in sede di controllo da parte del DAP di
Taranto sulle acque reflue scaricate attraverso i Canali 1 e 2. Partendo, dunque, dalle
concentrazioni in mg/l misurate per ciascun parametro analizzato nel corso dell’anno
2007, si sono ricavate la massa scaricata in kg/ora, Kg/giorno e Kg/anno per poter
effettuare successive valutazioni al riguardo relativamente ai flussi di massa ed
eventuali accumuli derivanti. Ai fini dell’ottenimento di un corretto risultato finale, nella
procedura di calcolo si è pensato di applicare una metodologia utilizzata
convenzionalmente (nella rete delle ARPA), ovvero lì dove misure ottenute risultassero
inferiori al limite di rilevabilità, il dato può essere considerato pari alla metà del limite
stesso.
Tutte le integrazioni richieste e sopra riportate dovranno essere realizzate a cura del
richiedente l’AIA (ovvero ILVA Spa) e valutate nell’ambito della stessa procedura, dalle
Autorità competenti.

33
Tabella 23 - Flussi di massa allo Scarico del Canale 1
2007 - ILVA Canale Vecchio - detto Canale 1
portata in mc/h 100.000
ANNO 2007
Unita' Limiti Limiti Concentrazione Massa Massa Massa
PARAMETRI Espresso di Tab."3" rilevabilità Media in uscita in uscita in uscita
come misura D.L.vo 152/99 metodica mg/l kg/h Kg/dì Kg/anno
pH 5.5 - 9.5 ---
Temperatura °C ---
Mat.Sosp.Tot. mg/l 80 <0,01 0,921 92,13 2.211,00 807.015
B.O.D.(5) mg/l 40 2,225 222,50 5.340,00 1.949.100
C.O.D. " 160 --- --- --- ---
Cianuri CN " 0,50 <0,05 --- --- --- ---
Cloro attivo Cl2 " 0,20 <0,05 0,053 5,25 126,00 45.990
Fluoruri F " 6 <0,05 0,988 98,75 2.370,00 865.050
Solfuri H2S " 1 <0,05 0,025 2,50 60,00 21.900
Fosforo totale P " 10 <0,01 0,005 0,50 12,00 4.380
Azoto ammon. N " 15 <0,05 1,453 145,29 3.487,00 1.272.755
Azoto nitroso N " 0,60 <0,01 0,121 12,08 290,00 105.850
Azoto nitrico N " 20 <0,05 0,753 75,33 1.808,00 659.920
Grassi oli vegetali " 20 --- --- --- ---
Oli minerali " 5 <0,01 1,723 172,29 4.135,00 1.509.275
Fenoli totali C6H5OH " 0,5 <0,001 0,001 0,05 1,20 438
Tensioattivi tot. " 2 --- --- --- --- ---
Stabilita' relativa 76 %
Alluminio mg/l 1 <0,001 0,017 1,74 41,80 15.257
Arsenico " 0,5 <0,001 0,003 0,25 6,00 2.190
Bario " 20 <0,001 0,003 0,25 6,00 2.190
Boro " 2 <0,001 0,025 2,54 60,90 22.229
Cadmio " 0,02 <0,001 0,001 0,05 1,20 438
Cromo III " 2 <0,001 0,024 2,36 56,60 20.659
Cromo VI " 0,20 <0,005 0,003 0,25 6,00 2.190
Ferro " 2 <0,001 0,021 2,05 49,20 17.958
Manganese " 2 <0,001 0,001 0,10 2,50 913
Mercurio " 0,01 <0,001 0,001 0,05 1,20 438
Nichel " 2 <0,001 0,004 0,44 10,60 3.869
Piombo " 0,2 <0,001 0,001 0,08 1,90 694
Rame " 0,1 <0,001 0,004 0,36 8,60 3.139
Selenio " 0,03 <0,001 0,001 0,10 2,30 840
Stagno " 10 <0,001 0,001 0,13 3,00 1.095
Zinco " 0,5 <0,001 0,019 1,85 44,50 16.243

34
Tabella 24 - Flussi di massa allo Scarico del Canale 2
2007 - ILVA Canale Nuovo - detto Canale 2
portata in mc/h 45.000
ANNO 2007
Unita' Limiti Limiti Concentrazione Massa Massa Massa
PARAMETRI Espresso di Tab."3" rilevabilità Media in uscita in uscita in uscita
come misura D.L.vo 152/99 metodica mg/l kg/h Kg/dì Kg/anno
pH 5.5 - 9.5 ---
Temperatura °C ---
Mat.Sosp.Tot. 80 <0,01 0,005 0,23 5,40 1.971
B.O.D.(5) mg/l 40 1,433 64,50 1.548,00 565.020
C.O.D. " 160 --- --- --- ---
Cianuri CN " 0,50 <0,05 --- --- --- ---
Cloro attivo Cl2 " 0,20 <0,05 0,053 2,40 57,60 21.024
Fluoruri F " 6 <0,05 0,583 26,21 629,10 229.622
Solfuri H2S " 1 <0,05 0,025 1,13 27,00 9.855
Fosforo totale P " 10 <0,01 0,005 0,23 5,40 1.971
Azoto ammon. N " 15 <0,05 0,763 34,35 824,40 300.906
Azoto nitroso N " 0,60 <0,01 0,006 0,28 6,75 2.464
Azoto nitrico N " 20 <0,05 0,673 30,28 726,75 265.264
Grassi oli vegetali " 20 --- --- --- ---
Oli minerali " 5 <0,01 1,700 76,52 1.836,45 670.304
Fenoli totali C6H5OH " 0,5 <0,001 0,001 0,02 0,54 197
Tensioattivi " 2 --- --- --- --- ---
Stabilita' relativa 76 %
Alluminio mg/l 1 <0,001 0,013 0,60 14,40 5.256
Arsenico " 0,5 <0,001 0,001 0,05 1,26 460
Bario " 20 <0,001 0,002 0,09 2,07 756
Boro " 2 <0,001 0,024 1,06 25,52 9.313
Cadmio " 0,02 <0,001 0,001 0,02 0,54 197
Cromo III " 2 <0,001 0,035 1,57 37,67 13.748
Cromo VI " 0,20 <0,005 0,003 0,11 2,70 986
Ferro " 2 <0,001 0,020 0,88 21,15 7.720
Manganese " 2 <0,001 0,001 0,05 1,13 411
Mercurio " 0,01 <0,001 0,001 0,02 0,54 197
Nichel " 2 <0,001 0,001 0,06 1,53 558
Piombo " 0,2 <0,001 0,001 0,05 1,26 460
Rame " 0,1 <0,001 0,003 0,15 3,60 1.314
Selenio " 0,03 <0,001 0,001 0,04 0,99 361
Stagno " 10 <0,001 0,001 0,07 1,58 575
Zinco " 0,5 <0,001 0,013 0,61 14,54 5.305

35
Tabella 25 - Flussi di massa totali in mare degli Scarichi 1 e 2
2007 - ILVA Scarichi Canali Canale 1 portata in mc/h 100.000
Canale 2 portata in mc/h 45.000

Anno 2007 - Totali Canale 1 + Canale 2


Unita' Limiti Limiti Massa Massa Massa
PARAMETRI Espresso di Tab."3" rilevabilità in uscita in uscita in uscita
come misura D.L.vo 152/99 metodica kg/h Kg/dì Kg/anno
pH 5.5 - 9.5
Temperatura °C
Mat.Sosp.Tot. mg/l 80 <0,01 92,35 2216,40 808.986
B.O.D.(5) mg/l 40 287,00 6888,00 2.514.120
C.O.D. " 160 --- --- ---
Cianuri CN " 0,50 <0,05 --- --- ---
Cloro attivo Cl2 " 0,20 <0,05 7,65 183,60 67.014
Fluoruri F " 6 <0,05 124,96 2999,10 1.094.672
Solfuri H2S " 1 <0,05 3,63 87,00 31.755
Fosforo totale P " 10 <0,01 0,73 17,40 6.351
Azoto ammon. N " 15 <0,05 179,64 4311,40 1.573.661
Azoto nitroso N " 0,60 <0,01 12,36 296,75 108.314
Azoto nitrico N " 20 <0,05 105,61 2534,75 925.184
Grassi oli vegetali " 20 --- --- ---
Oli minerali " 5 <0,01 248,81 5971,45 2.179.579
Fenoli totali C6H5OH " 0,5 <0,001 0,07 1,74 635
Tensioattivi tot. " 2 --- --- --- ---
Alluminio mg/l 1 <0,001 2,34 56,20 20.513
Arsenico " 0,5 <0,001 0,30 7,26 2.650
Bario " 20 <0,001 0,34 8,07 2.946
Boro " 2 <0,001 3,60 86,42 31.541
Cadmio " 0,02 <0,001 0,07 1,74 635
Cromo III " 2 <0,001 3,93 94,27 34.407
Cromo VI " 0,20 <0,005 0,36 8,70 3.176
Ferro " 2 <0,001 2,93 70,35 25.678
Manganese " 2 <0,001 0,15 3,63 1.323
Mercurio " 0,01 <0,001 0,07 1,74 635
Nichel " 2 <0,001 0,51 12,13 4.427
Piombo " 0,2 <0,001 0,13 3,16 1.153
Rame " 0,1 <0,001 0,51 12,20 4.453
Selenio " 0,03 <0,001 0,14 3,29 1.201
Stagno " 10 <0,001 0,19 4,58 1.670
Zinco " 0,5 <0,001 2,46 59,04 21.548

Si è concentrata l’attenzione sui valori risultanti, per alcuni parametri, che sono di
maggiore rilevanza per il caso specifico e già considerati in sede di lavori presentati da
esperti del settore su analisi degli accumuli nei sedimenti marini, ovvero: Oli minerali (o
idrocarburi totali), Fenoli e Metalli.
L’attenzione degli esperti è stata, in realtà già più volte, rivolta a questi parametri ed, in
particolare, agli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), classe di composti presenti
soprattutto in acque di scarico di cokeria ed importanti dal punto di vista ambientale per
l’alta tossicità e mutagenicità di alcuni composti (come ad es. il benzo(a)pirene),
nonchè, in particolare, i 17 IPA indicati come “inquinanti prioritari”dall'EPA
(Enviromental Protection Agency).
Dal confronto effettuato, per quanto riguarda Oli minerali totali, al 2007, risultano avere
un valore in massa pari a 248,81 kg/h valore, che risulta in ogni caso superiore ai 3,46
Kg/h di IPA riscontrati negli studi del CNR-IAMC condotti nel 2002. Questo trend

36
crescente conferma la necessità di approfondire, su una scala temporale maggiormente
significativa, il problema connesso alla possibilità di accumuli che risulta ad oggi
trascurato. In tal senso potranno essere utili le le elaborazioni modellistiche
precedentemente menzionate.
Per altri parametri maggiormente significativi, quali ad esempio i metalli pesanti ed i
fenoli, si ritiene necessario un approfondimento successivo al fine di definire utili
parametri confronto rispetto alle indicazioni di cui alla normativa vigente.

37
5. SUOLO

Di seguito, in esito a quanto richiesto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare al punto 5 della nota Prot. N. DSA-2008-0022085 del 7 agosto
2008, si specificano le “attività e lo stato di attuazione delle verifiche di
competenza, effettuate ai sensi dell’Allegato II, Parte IV del D.Lgs. 152/06,
relativamente alle campagne di caratterizzazione effettuate in particolare
dalle Aziende.”
Le attività di controllo condotte dal Dipartimento di Taranto dell’Arpa Puglia sono di tipo
qualitativo e quantitativo.
L’attività qualitativa consiste nell’esame dei Piani di Caratterizzazione (PdC) e nella
partecipazione all’iter amministrativo di approvazione degli stessi. In particolare il
Dipartimento di Taranto dell’Arpa Puglia: definisce le modalità di campionamento anche
in relazione al posizionamento dei sondaggi; le metodiche e gli strumenti per effettuare
le analisi di laboratorio su sistemi corrispondenti a quelli preesistenti nel laboratorio
dipartimentale.
Le attività di caratterizzazione sono descritte a cura del responsabile del sito, con la
redazione del giornale dei lavori, che viene trasmesso al Dipartimento di Taranto
dell’Arpa Puglia.
Vista l’estensione, la complessità del SIN di Taranto e, conseguentemente, l’elevato
numero di campioni, nella pratica impossibilità di condurre le attività di controllo
seguendo, come previsto dalla norma, le diverse fasi di svolgimento delle analisi di
laboratorio condotte dai privati ed al fine di verificare, comunque, la qualità e la corretta
applicazione:
- delle metodiche analitiche;
- dei sistemi utilizzati;
- del rispetto delle Buone Pratiche di Laboratorio;
come richiesto dal MATTM è stata effettuata ed è ancora in corso la controanalisi sul 10
% dei campioni prelevati. La validazione dell’intero percorso analitico, dal prelievo del
campione alla restituzione del dato, è realizzata attraverso l’attestazione di coerenza tra
i risultati presentati dai privati e le analisi condotte dal Dipartimento sui corrispondenti
campioni di controllo.
Nella Tabella 5.1, che segue, è possibile riscontrare l’elenco delle aree presenti nel SIN
distinte tra: private; private escluse dal SIN; pubbliche. L’ordine con il quale sono
riportate le stesse è funzione dalla superficie interessata dalla caratterizzazione.
In corrispondenza di ogni area è stato indicato lo stato di avanzamento dell’attività di
validazione (0 – da avviare; 1 – completata; 2 – in corso).

38
Tabella 26 – Stato di attuazione dell’attività di validazione condotta dal Dipartimento di Taranto
dell’Arpa Puglia sul 10 % del totale dei campioni prodotti.

Superficie Stato Validazione


Aree Private/Denominazione 3 2 Comune
(x 10 m ) (*)
ILVA SpA 15.402 Taranto/Statte 2
ENI 3.062 Taranto 1
Italcave1 1.368 Taranto/Statte 1
Italcave2 885 Statte 1
Ex Cantieri Navali “Tosi” 394 Taranto 0
Cementir - Stabilimento 255 Taranto 2
Mineraria Meridionale S.r.l. 180 Taranto 0
Marcegaglia 162 Taranto 0
Trenitalia 140 Taranto 1
Gas Natural - Area rigassificatore 121 Statte 1
SINA - Piattaforma Logistica Intermodale 118 Taranto 0
Cava Due Mari srl 111 Statte 0
Cava due mari 111 Statte 0
EDISON Spa - ex ISE 108 Taranto 2
CMT Srl - COMOS Srl - Impes Srl - SAE Srl 94 Taranto 0
Mitem Sud Srl 55 Taranto 0
D'Amore Sud 55 Taranto 0
Pescherie Tarantine 52 Taranto 1
PAMA costruzioni generali 45 Taranto 2
Italian Wind Tecnology 43 Taranto 1
I. C. M. - Stabilimento Industriale - Ecologica SpA 34 Taranto 0
Basile Petroli 34 Taranto 2
Cementifir 24 Statte 0
C.B.M.C. Srl 22 Taranto 1
Cementificio CAL.ME S.p.A. 22 Taranto 1
Dioguardi Srl - Supercentro GEA 22 Taranto 0
SIMS Spa 21 Taranto 0
Officine Romanazzi 20 Taranto 1
Perretti Petroli S.p.A. 16 Taranto 2
Quadrato Costruzioni Srl 16 Statte 2
Bartolini Spa 15 Taranto 1
C.M.I. Sud S.r.l. 14 Taranto 0
Metalblock S.r.l. 13 Taranto 0
Calcestruzzi Spa 13 Taranto 1
Peyrani Sud 13 Taranto 2
Colabeton Srl 12 Taranto 1
3M Servce Srl 11 Statte 0
S.I.M. S.r.l. 11 Taranto 2
CEMIT Srl 10 Taranto 0
Ferrarese Aniello 10 Statte 1
S.I.P. Srl 10 Taranto 1
Italian Wind Tecnology 9 Taranto 1
Tecno Servizi Industriali Srl 9 Taranto 0
TPS Taranto S.r.l. 6 Taranto 2
Coop La Solidarietà II 5 Statte 0
DE. TRA. SUD Srl 5 Taranto 1
Teknosud Impianti Srl 5 Statte 2
Comsider Srl 5 Statte 0
Tek. Vem Srl 5 Statte 0
SIMS Spa 5 Taranto 0

39
LA. MA. R. 4 Taranto 1
Ecoservice Srl 4 Statte 0
Hidrochemical Service S.r.l. 4 Taranto 0
EX P. V. AGIP 5579 2 Taranto 1
23.196

Superficie Stato Validazione


Aree Private escluse dal SIN/Denominazione 3 2 Comune
(x 10 m ) (*)
SAPIO INDUSTRIE s.p.a. 33 Taranto 1
Cantieri Stanisci Srl 29 Taranto 0
TARANPESCA 17 Taranto 0
SO.EL.TA. s.n.c. 15 Taranto 1
94

Superficie Stato Validazione


Aree Pubbliche/Denominazione 3 2 Comune
(x 10 m ) (*)
Aree A e B - Mar piccolo n.d. Taranto 0
Mar grande I lotto 18.500 Taranto 2
Mar grande II lotto 14.000 Taranto 0
Salina Grande 9.800 Taranto 0
Porto fuori rada e zona escavo polisettoriale 1.720 Taranto 0
Area 170 ha - Mar Piccolo 1.710 Taranto 1
DISTRIPARK 785 Taranto 0
Genio Militare Nuova Base Navale 600 Taranto 1
IV sporgente e darsena Ovest 490 Taranto 1
Collegamento Appia-106 Jonica 350 Taranto-Statte 1
Vasca contenimento ovest Punta rondinella 260 Taranto 2
Comparto Ovest SISRI 206 Taranto 0
Strada dei Moli 170 Taranto 0
Area ex Yard Belleli 96 Statte 1
Depuratore Taranto - Bellavista 88 Taranto 0
Fiume Tara - sponda sx 81 Taranto 0
Gravina Leucapside 54 Taranto-Statte 1
Viale Virgilio 7 Statte 0
Discarica Gennarini 5 Taranto 0
Depuratore di Statte 5 Statte 1
Molo san cataldo 5 Taranto 1
48.932

(*) LEGENDA:

0 - DA AVVIARE

1 - COMPLETATA

2 - IN CORSO

n.d. - informazion non disponibile o non recuperata

Per rappresentare il grado di completezza dell’attività condotta dal Dipartimento di


Taranto dell’Arpa Puglia è stato scelto come indicatore il valore percentuale
rappresentato dal rapporto tra la superficie sottoposta ad attività di caratterizzazione,
per la quale è stata completata l’attività di validazione del 10 % dei campioni raccolti, e
la superficie totale del SIN.

40
In particolare si riscontra che, con riferimento all’area ILVA (15,4 milioni di m2), è stata
eseguita la validazione su circa 420 campioni pari al 60 % del numero totale di
campioni da validare. L’attività di verifica conferma una sostanziale coerenza con i
risultati della caratterizzazione. La stessa considerazione vale anche per gli altri
campioni analizzati.

Tabella 27 – Indicatore sullo stato di attuazione dell’attività di validazione

Superficie - sup. in corso di


3 2 - sup. validata/totale - Totale
(x 10 m ) validazione/totale -

Aree Private 23.195,58 73% 2,2% 75%


Aree Private escluse dal SIN 94,48 51% - 51%
Aree Pubbliche 48.932,30 6,8% 38,3% 45%

Per quanto riguarda lo stato di attuazione della caratterizzazione si rimanda alla


Relazione presentata dalla scrivente Agenzia trasmessa al MATT con nota prot. n.
0013809 del 15 luglio 2008. In merito è necessario ribadire che per alcune aree non è
stato presentato il Piano della Caratterizzazione e per altre l’attività di caratterizzazione
è ancora in corso o deve essere avviata in seguito all’approvazione del medesimo Piano.
Con riferimento alle aree pubbliche il dato riportato nella tabella 5.2 è solo indicativo e
risulta sottostimare l’attività di validazione svolta a causa della limitata estensione delle
aree pubbliche caratterizzate sul totale da caratterizzare.

***

Con riferimento alla nota del Prefetto di Taranto del 10 aprile 2008 prot. n.
4076/2008/PC riguardante le “attività di monitoraggio e controllo ambientale
pianificate a seguito dell’evento di contaminazione alimentare dovuta alla
presenza in alcuni alimenti provenienti da aziende zootecniche site nella
zona industriale, di diossine e furani superiori ai limiti consentiti” si
rappresenta quanto segue.
Ad oggi sono state effettuate le determinazioni analitiche di n. 12 campioni di top soil
(n. 6 prelevati in data 7 aprile 2008 e n. 6 in data 10 aprile 2008) e n. 2 di acque
sotterranee (prelevati in data 4 aprile 2008) nelle zone interessate dal pascolo.
In particolare, la prima serie di campioni (N. Reg. 671÷ 676 del 07 Aprile) ha riguardato
siti prossimi alla Masseria Nuova (Quaranta, agro di Statte), a ridosso del perimetro ex-
Matra e un campo già coltivato ad ortaggi adiacente alla zona ILVA; la seconda serie
(N. Reg 720÷725 del 10 aprile), effettuata su indicazione del Servizio Veterinario della
ASL TA, ha interessato alcuni terreni utilizzati come pascolo, o campo foraggio, o
stazionamento di greggi di alcune masserie in agro di Taranto (Carmine, Giranda,
Girandina, e Torretta).
I due campioni di acqua sono stati prelevati dai pozzi artesiani presso la Masseria Nuova
e la Masseria del Carmine. In quest’ultimo sito, è stato effettuato un secondo prelievo in
data 21 Aprile 2008.

41
Di seguito si riporta la mappa (Figura 5.1) con la indicazione dei siti interessati dal
campionamento, nonché le tabelle riassuntive dei risultati analitici ottenuti.

Figura 14 – Posizionamento dei campioni di top soil e acqua di falda.

In esito alle determinazioni relative ai campioni di terreno superficiale prelevati in data


07 Aprile - tutti ubicati lungo la direttrice Taranto Z.I. – Statte - si osserva una
distribuzione sufficientemente omogenea delle concentrazioni di PCDD/F e PCB, con
valori compresi fra 1,98 e 3,98 ng I-TE/Kg per PCDD/F e fra 4,29 e 21,03 µg/Kg per i
PCB.
Più variabile si presenta la distribuzione delle concentrazioni per i terreni prelevati in
data 10 Aprile 2008 ubicati lungo la direttrice Taranto Z.I. - Martina Franca. Per questi
si segnala un picco di concentrazioni di PCDD/F e PCB nella località denominata
“Fornaro Stazionamento” (Masseria del Carmine), con valori superiori ai valori di
riferimento per suoli ad uso verde pubblico privato e residenziali fissati dal D.Lgs.
152/06 All. 5 Parte IV per i PCB. Per PCDD/F i superi sono statisticamente non
significativi (3%).

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Presso la stessa Masseria del Carmine, le determinazioni analitiche nel campione di
acqua sotterranea (il proprietario riferisce una profondità di 60-65 m) prelevato in data
4 aprile, hanno rivelato una concentrazione di PCDD/F (5,61 pg I-TE/L) superiore ai
valori di riferimento fissati dal D.Lgs. 152/06 All. 5 Parte IV. Avendo riscontrato, nel
corso di un successivo sopralluogo, la presenza di una falla nella muratura della testa
del pozzo, nell’ipotesi che attraverso tale falla poteva essersi verificata un’infiltrazione di
acqua di dilavamento del terreno superficiale in conseguenza delle precipitazioni
piovose verificatesi nelle ore precedenti il prelievo del 4 aprile, in data 21 aprile (a
distanza di 3 settimane dal primo) è stato effettuato un secondo campione le cui
determinazioni hanno fatto registrare una valore inferiore di concentrazione di PCDD/F
che, seppure attestata su valori raramente riscontrabili per acque sotterranee, è
comunque al di sotto dei valori di riferimento.

Tabella 28 - Risultati analisi su campioni di terreno superficiale (top soil)

Data PCDD/Fs PCBs PCBs


Sigla campione N. Reg.
prelievo ng I-TE/Kg µg/Kg ng WHO-TE/Kg

Posizione 1 07/04/08 671 2.99 21.03 4.19


Posizione 2 07/04/08 672 1.98 4.29 1.04
Posizione 3 07/04/08 673 2.43 6.15 1.14
Posizione 4 07/04/08 674 2.21 11.29 1.85
Posizione 5 07/04/08 675 3.98 15.79 3.04
Posizione 6 07/04/08 676 3.82 12.06 1.54
Fornaro stazionamento 10/04/08 720 10.30 90.28 6.14
Fornaro Pascolo 10/04/08 721 1.25 7.18 0.88
Campione 1 10/04/08 722 1.12 4.77 0.46
Girandina pascolo 10/04/08 723 1.70 16.35 1.35
Giranda pascolo 10/04/08 724 1.20 5.62 0.78
Torretta pascolo 1 10/04/08 725 0.84 2.80 0.65
Valore di riferimento per suolo residenziale
10 60 n/a
(D.Lgs. 152/06 All. 5 Parte IV)
Valore di riferimento per suolo industriale
100 5000 n/a
(D.Lgs. 152/06 All. 5 Parte IV)

Tabella 29 - Risultati delle analisi su campioni di acqua sotterranea

N. PCDD/Fs PCBs PCBs


Sigla campione Data prelievo
Reg. pg I-TE/L pg/L ng WHO-TE/Kg
Masseria Quaranta 04/04/08 - 0.46 2359.0 1.24
Masseria del Carmine 04/04/08 - 5.61 4087.0 1.53
Masseria del Carmine 21/04/08 843 1.59 2427.2 0.67
Valore di riferimento per acque sotterranee (D.Lgs.
4 10000 n/a
152/06 All. 5 Parte IV)

Considerata la necessità di tenere conto della stagionalità delle concentrazioni dei


microinquinanti organici nel suolo, soprattutto quando essa sia il risultato di deposizione
atmosferica (umida e secca), come appare essere il caso dei terreni in questione, è
stato predisposto il seguente cronoprogramma di campionamento/analisi.

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Tabella 30 - Cronoprogramma di campionamento/analisi

Campionamenti Analisi

Top soil

n.12 entro il 19.9.2008 entro il 30.10.2008

n.12 entro 31.01.2009 entro il 15.3.2009

Acque sotterranee

n. 2 entro il 31.01.2009 entro il 15.3.2009

che prevede la ripetizione dei prelievi nelle stesse località interessate dalle misure di
aprile 2008.

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6. EMISSIONI

In riferimento a quanto richiesto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
e del Mare al punto 6 della nota Prot. N. DSA-2008-0022085 del 7 agosto 2008, si
segnala che sono disponibili presso ARPA Puglia i dati orari del SMCE (Sistema di
Monitoraggio in Continuo delle Emissioni) al camino E312 (impianto di sinterizzazione
ILVA) che non prevede l’invio dei dati di portata del camino, ma solo dei dati di
concentrazione degli inquinanti (come da autorizzazione regionale).
ARPA dispone inoltre dei dati degli autocontrolli annuali delle emissioni, che
comprendono una misura puntuale del parametro della portata e non consentono di
fare stime annuali.
Non esistono, pertanto, dati di portata media annuale del camino suddetto, e per le
valutazioni sulle emissioni si fa riferimento alla portata nominale del camino, quale dato
conservativo.

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BIBLIOGRAFIA

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salute di particolari condizioni ambientali e di lavoro, di provvedimenti di
pianificazione territoriale”, Unità Operativa 6 “Fingerprints organici
d’inquinamento ambientale”, Relazione finale.
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[8] ARPA Puglia, Dipartimento Provinciale di Taranto, WINDSELECT Taranto Via Lago
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provenienti dallo stabilimento siderurgico della Ferriera di Servola mediante

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[17] ILVA Spa – Stabilimento di Taranto, Allegati B26.1 (Emissioni diffuse e loro
stima) e D.6 (Identificazione degli effetti delle emissioni in aria e confronto con i
relativi standard di qualità) alla domanda di AIA.
[18] Lucchini Spa – Stabilimento di Piombino (LI), Allegato D.6 (Identificazione e
quantificazione delle emissioni in aria e confronto con SQA per la proposta
impiantistica per la quale si richiede l’autorizzazione) alla domanda di AIA.
[19] Progetto finalizzato “Impatto sulla salute di particolari condizioni ambientali e di
lavoro, di provvedimenti di pianificazione territoriale”, Unità Operativa 10
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stato ecologico dei corsi d’acqua e rappresentazione grafica delle informazioni,
CTN_AIM/APAT.

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